Telecomunicazioni

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Telecomunicazioni
Annuario R&S 2015
Principali operatori delle telecomunicazioni 2010-2014
Summary
Settore
Nel 2014 il settore delle telecomunicazioni ha rappresentato in Italia il 2% del Pil, il 2,7% della spesa
delle famiglie e il 5,1% degli investimenti complessivi. I ricavi sono stati pari a 32 miliardi di euro (7,7% sul 2013 e -24% sul 2010), con prevalenza di quelli della rete fissa (16,4 mld) su quelli del
mobile (15,6 mld). In contrazione sia i ricavi della rete mobile (-10,4% sul 2013 e -28,9% sul 2010)
sia quelli della rete fissa (-4,9% sul 2013 e -18,7% sul 2010) pur con dinamiche diverse dei volumi di
traffico: in diminuzione dell’11,6% sul 2013 (del 37,7% sul 2010) i minuti sul fisso, in crescita del
5,9% quelli del mobile (+33,6% sul 2010).
Clienti
Nel periodo 2010-14 il numero dei clienti della rete mobile è pressoché stabile (+0,1%), a differenza
degli accessi alla rete fissa (voce più dati) in contrazione dell’8,5%, per effetto del calo del 18,7% dei
numeri di Telecom Italia, in parte bilanciato dal rialzo del 13,6% degli accessi degli altri operatori.
Gli accessi in banda larga su rete fissa sono invece aumentati del 9,7%. Queste tendenze si
confermano anche nei primi sei mesi del 2015 con la riduzione degli accessi fissi (Telecom Italia 3,2% e OLO +2,5%) e del numero di clienti nel mobile (-1,1%), mentre crescono gli accessi alla
banda larga (+1,9%).
Quote
Italia
Quanto alle quote di mercato in Italia a fine giugno 2015:
Mobile (inclusi MVNO): Telecom Italia 32,3% (-0,6 p.p. sul 2010), Vodafone Italia 26,7% (5,7 p.p. sul 2010), Wind 22,9% (+1,8 p.p.), 3 Italia 10,9% (+1,3 p.p.), PosteMobile 3,7% (+1,9 p.p.),
Fastweb 1,0% (+0,5 p.p.); le quote degli operatori MVNO sono quasi raddoppiate, passando dal
3,8% delle sim complessive del 2010 al 7,1% del giugno 2015, comunque ancora inferiori a quelle
degli operatori virtuali nei principali paesi europei, in particolare della Germania con una quota
stimata al 24%;
Dalla aggregazione tra Wind Telecomunicazioni e 3 Italia nascerà il primo operatore del
settore mobile in Italia, con una quota al 30 giugno 2015 pari al 33,8%, superiore al 32,3% di
Telecom Italia;
Fisso (voce + dati): Telecom Italia 59,3% (-12,3 p.p sul 2010), Wind 13,3% (+2,7 p.p.),
Vodafone Italia 10,2% (+2,8 p.p.), Fastweb 10,8% (+3,4 p.p), Tiscali 2%;
Broadband: Telecom Italia 47,5% (-7,4 p.p. sul 2010), Wind 15,3% (+0,5 p.p.), Fastweb
14,7% (+3 p.p), Vodafone 12,7% (+0,8 p.p.), Tiscali 3,2%
Quote
estero
Nel mobile i principali paesi europei hanno nel 2014 le seguenti quote di mercato:
Francia: Orange (33,9%), SFR (28,7%), Boygues Telecom (13,9%), Iliad (12,6%; il Gruppo è
attivo nel business mobile a partire dal 2012) e altri (10,8%);
1
Germania: Telefónica (37,4%), Deutsche Telekom (34,6%) e Vodafone (28%); 1
Spagna: Telefònica (30,7%), Vodafone (23,4%), Orange (23%), Yoigo (6,7%), altri (16,2%);
UK: Everything Everywhere (29,4%), O2 (27,1%), Vodafone (19,4%), 3 UK (10,2%), altri
(13,9%)
Telecom
e peer
europei
Nel confronto internazionale Telecom Italia ha segnato nel 2014 la seconda migliore redditività
industriale (Mon sul fatturato al 20,6%) dietro a quella di BT (24,3%) e davanti a quelle di
Vimpelcom (18,6%), Telefónica (13,1%) e Orange (13%).
Telecom Italia segna anche il migliore valore aggiunto netto per addetto pari a 126 mila euro, cui si
abbina un costo unitario del lavoro inferiore alla media (53 mila euro). Ciò porta al secondo migliore
Clup (costo del lavoro su valore aggiunto), pari al 41,7%, dopo il 26,7% di Iliad e prima di Telefónica
con il 51,8%. I livelli relativamente meno soddisfacenti sono segnati da Deutsche Telekom (73,1%,
anche per l’elevato costo del lavoro unitario: 62mila euro) e Vodafone (67,1%) che ha il minore
valore aggiunto per addetto (76mila euro).
Dal punto di vista patrimoniale, nel 2014 Vodafone riporta la struttura finanziaria più solida, con la
minore incidenza dei debiti finanziari sul patrimonio netto (51,8%), seguita da Iliad (52,9%), Orange
(108%), Deutsche Telekom (158,9%), Telecom Italia (159,4%, in miglioramento rispetto al 173% del
2013), Telefónica (185%) e Vimpelcom (682,2% rispetto al 322% nel 2013).
In tema di investimenti Telecom Italia si colloca in posizione arretrata: essi si attestano al 3,5% dello
stock delle immobilizzazioni materiali di inizio periodo, in linea con BT (3,8%), ma al di sotto dei
maggiori operatori, Iliad (19,2%), Vodafone (15,7%) e la russa Vimpelcom (14,1%).
In Italia i ricavi aggregati dei principali sei gruppi di telefonia si sono contratti (su base omogenea)
del 7,5% nel 2014 a 35,4 mld di euro, con il fatturato da telefonia mobile pari a 18,2 mld dai 20,1
mld del 2013 (-9,8%, e quello da telefonia fissa a 14,4 mld (-5,9%); in diminuzione anche i ricavi da
vendita di apparecchi e accessori telefonici (-8,7% a 3,2 mld).
Sul periodo 2010-2014 i cali si aggravano: -20,7% il fisso, -29,3% il mobile, mentre le vendite di
apparecchi telefonici sono schizzate (+60%).
L’incidenza dei principali margini sul fatturato è in peggioramento dal 2010 per tutti i gruppi. Tre di
essi hanno nel 2014 un risultato corrente negativo (Wind -18,1%; 3 Italia -4,9%, Tiscali: -7,3). Nel
2014 Telecom Italia riporta i valori più elevati sia di mon (20,6%) che di risultato corrente (13,2%).
Segue Vodafone Italia con risultato corrente pari al 7,6% dei ricavi, in marcato ridimensionamento
rispetto al 31% del 2010; il trend è confermato da Roi e Roe, entrambi in peggioramento per tutti i
gruppi, ad eccezione di Telecom Italia che torna all’utile con un Roe all’8% nel 2014 dopo le perdite
del 2013.
Circa la produttività del lavoro, nel 2014 Vodafone Italia è al primo posto (146 mila euro), seguita
da Wind con 130mila euro e da Telecom Italia con 126mila euro. Tiscali e 3 Italia segnano i valori
più bassi (attorno ai 45mila euro). A Telecom Italia spetta il miglior Clup, pari al 41,3%, seguita dal
42,3% di Wind Telecomunicazioni e dal 48,6% di Vodafone Italia. 3 Italia e Fastweb presentano
valori attorno al 100% (rispettivamente, 106,8% e 97,5%).
1
Le quote includono le sim cards vendute in wholesale agli MVNO (non scorporabili per mancanza di dettaglio).
2
Arpu
Nella telefonia mobile i ricavi medi mensili di Telecom Italia e PosteMobile subiscono le diminuzioni
più accentuate nel quinquennio (-38,6% Telecom, -41,8% PosteMobile), seguite da Wind e
Vodafone (con il -31,9% ciascuno). L’Arpu più elevato nel 2014 è ancora quello di Vodafone (13,9
euro/mese), seguita da Telecom (12,1 euro), 3 Italia (11,7 euro) e Wind (11,3 euro), mentre
PosteMobile segna livelli molto inferiori (5,7 euro, quasi dimezzato dai 9,8 euro del 2010).
In salita gli Arpu nel broadband fisso: il valore più elevato è quello di Wind, con 21,6 euro/mese, in
rialzo del 18% sul 2010, seguita da Telecom con 19,7 euro/ mese (+5,9% sul 2010).
Il mercato delle Tlc in Italia
Nel 2014 il settore delle telecomunicazioni ha rappresentato il 2% del Pil italiano (2,2% nel 2013, in
continua flessione dal 2,9% del 2009), il 2,7% della spesa delle famiglie (2,9% nel 2013) e il 5,1% degli
investimenti complessivi (5% nel 2013) 2. L’Italia è tra i Paesi con il più ampio tasso di penetrazione di fonia
mobile (numero di carte Sim in % della popolazione), con una percentuale pari al 154% a fine 2014 (in
diminuzione dal 159% del 2013), dietro al 172% della Finlandia e al 168% della Russia ma davanti al 151%
dell’Olanda, al 137% della Germania, al 134% della Svezia, al 130% della Gran Bretagna, al 125% della
Francia e al 108% della Spagna 3.
Il settore è liberalizzato dal 1998 ma le tariffe sono regolate dall’Agcom. La finalità della regolazione
è di garantire pari opportunità di accesso a tutti gli operatori. L’Agcom ha progressivamente ridotto le
“tariffe di terminazione” delle chiamate vocali sul mobile, cadute da un range di 6,6/9 centesimi al minuto
(a seconda dell’operatore) nel 2010/2011 a 0,98 centesimi dal secondo semestre 2013, valore applicabile a
tutti gli operatori eccetto 3 Italia; l’asimmetria tariffaria è cessata nel gennaio 2014 con l’applicazione
anche a quest’ultima della tariffa generale, destinata a ridursi di 0,02 centesimi all’anno fino a 0,92
centesimi nel 2017. Analoghi interventi del regolatore hanno riguardato la telefonia fissa, con
l’abbassamento del canone d’accesso alla rete in rame di Telecom Italia che ha subìto nel 2013 minori
introiti per 111 milioni di euro e 45 milioni nel 2014.
Nel 2014 i ricavi del mercato italiano sono stati pari a 32 miliardi di euro, in diminuzione del 7,7%
sul 2013 (circa 2,7 mld in meno) e del 24% sul 2010 (10 mld in meno). 4 Mentre nel 2013 essi erano
ugualmente suddivisi tra rete fissa e mobile (17 mld ciascuno), nel 2014 tornano a prevalere quelli da rete
fissa che anche nell’ultimo anno flettono meno rispetto al settore mobile (con variazioni, rispettivamente
pari al -4,9% ed al -10,4%). I volumi di traffico continuano a presentare dinamiche diverse: in diminuzione
dell’11,6% sul 2013 i minuti sul fisso (a 59,3 mld di minuti), in crescita del 5,9% quelli del mobile (165,7 mld
di minuti). Queste tendenze proseguono dal 2010: calo dei ricavi sia per fisso (-18,7%) che per mobile (28,9%) e volumi di traffico in caduta sulla rete fissa (-37,7%) ed in forte ascesa sul mobile (+33,6%).
Dopo due anni di calo, il numero dei clienti della rete mobile è tornato nel 2014 sui livelli del 2010
(94,2 milioni). Gli accessi alla rete fissa (voce più dati) si sono contratti dell’8,5%, passando da 22,5 milioni
di linee del 2010 alle 20,6 milioni, proseguendo anche nel 1° semestre 2015 (-200 mila linee). Gli accessi in
banda larga su rete fissa sono invece aumentati del 9,7%, da 13,1 a 14,4 milioni di linee, salendo
ulteriormente a 14,6 milioni a fine giugno 2015. Rispetto al 2013 si registrano flessioni non dissimili sia per
gli accessi alla rete fissa che a quella mobile (rispettivamente, -2,5% e -2,8%) e solo gli accessi alla banda
larga segnano un progresso (+2,6%).
Nella telefonia mobile diminuisce il ruolo delle Sim prepagate che rappresentano nel 2014 il 79,8%
delle linee (quota scesa ulteriormente al 78,2% a giugno 2015) rispetto all’84,4% del 2010; sempre nel
2 Fonte: Agcom, Relazione annuale 2015.
3 Fonte: The Office of Communications-Ofcom.
4 Si tratta della somma della spesa finale per servizi retail (clientela residenziale e business) e dei ricavi da servizi intermedi forniti
ad altri operatori (servizi wholesale).
3
mobile, il traffico dati è aumentato nel 2014 del 46,2% su base annua, con le sim che hanno svolto traffico
dati in notevole crescita (dal 24,4% nel 2010 al 46% dello stock complessivo di fine 2014).
I maggiori operatori nazionali: numero di accessi e quote di mercato
Anche in Italia il settore delle telecomunicazioni è interessato da importanti operazioni di
concentrazione. Attualmente i più importanti operatori sono sei. Telecom Italia e Tiscali sono gruppi
indipendenti: il primo con azionista di riferimento il gruppo francese Vivendi, il secondo riconducibile fino al
novembre 2015 a Renato Soru cui faceva capo il 17,8% del capitale ma diventato a maggioranza russa dopo
la fusione con il gruppo Aria (controllato dal russo Aleksandar Nesis) i cui soci, a partire dal 23 dicembre
2015, detengono il 40,81% del capitale. 5
Le altre quattro società rappresentano il presidio italiano di gruppi esteri ad ampia presenza internazionale:
Vodafone Omnitel B.V. (Vodafone Italia), controllata dall’inglese Vodafone Group, Wind Telecomunicazioni
controllata dal Gruppo russo VimpelCom (con sede in Olanda), 3 Italia (dalla cinese CK Hutchison Holdings) e
Fastweb (Gruppo Swisscom). Nell'agosto 2015 i Gruppi VimpelCom e CK Hutchison Holdings hanno raggiunto
un accordo per la gestione paritetica delle loro attività di telecomunicazioni in Italia, con la costituzione di
una nuova società partecipata al 50% dai due gruppi che assumerà il controllo di Wind Telecomunicazioni e
di 3 Italia, creando un operatore con oltre 31 milioni di clienti nel mobile, 2,8 milioni nel fisso e un fatturato
pro-forma 2014 di 6,4 miliardi di euro
Telecom Italia resta il principale operatore, con quote di mercato ancora importanti: nel giugno
2015 il 59,3% nella telefonia fissa (voce+dati), il 47,5% degli accessi broadband ed il 32,3% della telefonia
mobile. Si tratta di posizioni in riduzione rispetto al 2010, specialmente nella telefonia fissa (meno 12,3
punti percentuali). Nella telefonia mobile la contrazione è inferiore al punto percentuale, il numero di
clienti è sceso del 3%. Nel 2014 Telecom Italia ha limitato la perdita di quote di mercato in tutti i settori (2,4 punti negli accessi alla rete fisica e -1,7 punti nella banda larga), ma ha subìto un’importante riduzione
del numero degli accessi retail alla propria rete fissa, calati da 13 milioni del 2013 a 12,5 milioni del 2014 (5,5%; ulteriormente scesi a 12,1 milioni a fine giugno 2015), per effetto della crescita degli altri operatori
(+2,7% sul 2013). I loro accessi nel 2014 sono avvenuti per l’89% tramite l’infrastruttura di Telecom Italia,
quota che si è contratta di oltre 7 punti dal 2010 per lo sviluppo di reti di proprietà, soprattutto quella in
fibra ottica di Fastweb.
Nel mobile è aumentata l’importanza degli operatori c.d. MVNO-Mobile Virtual Network Operator
(privi di rete propria, stipulano accordi commerciali con i proprietari di rete), la cui incidenza è raddoppiata
passando dal 3,8% del 2010 al 7,1% del 2014 delle SIM. Il loro ruolo è ancora limitato rispetto agli altri Paesi
europei: 24% in Germania, 16% in Spagna e tra l’11% ed il 14% circa in Francia e UK. In Italia PosteMobile
(gruppo Poste Italiane) è il primo MVNO con 3,3 milioni di SIM pari al 3,5% del mercato (salite a 3,5 milioni
e al 3,7% del mercato nel giugno 2015) e al 52,2% delle linee MVNO.
Vodafone Italia è il secondo operatore mobile con una quota del 26,7% nel giugno 2015, in
diminuzione di 5,7 punti sul 2010, la maggiore riduzione tra i principali operatori. Nel 2014 la società ha
perso la prima posizione nella clientela residenziale mobile (26,9% nel giugno 2015, dal 27,2% nel dicembre
2014 e 31,7% nel 2013), a vantaggio di Telecom Italia (stabile attorno al 27,5% tra fine giugno 2015 e
dicembre 2014) che occupa la leadership anche nella clientela business con il 58,8% del mercato (scesa al
58,1% nel giugno 2015). Sempre nel 2014 la società ha perso la prima posizione anche nel settore delle
carte prepagate (il 27,9% del mercato contro il 29,4% di Telecom Italia). Vodafone Italia ha invece
guadagnato importanti quote di mercato nel fisso, grazie anche all’acquisizione nel 2008 di Teletu, e
5
Nel giugno 2015 il gruppo Vivendi ha acquisito l’8,24% di Telecom Italia da Telefonica (contro cessione dell’operatore brasiliano
GVT), giungendo poi al 20% attraverso successive acquisizioni di titoli sul mercato; nel successivo mese di ottobre l’imprenditore
francese Xavier Niel (principale azionista dell’operatore telefonico Iliad) ha dichiarato di avere stipulato differenti contratti di
opzione call che gli consentono di acquisire, in più riprese, il 15,1% del capitale di Telecom Italia.
4
rappresenta nel giugno 2015 il quarto operatore con il 10,2% (+2,8 punti sul 2010), alle spalle di Telecom
(59,3%), Wind Telecomunicazioni (13,3%) e Fastweb (10,8%).
Attraverso il marchio “Infostrada”, Wind Telecomunicazioni è il secondo operatore fisso (13,3%,
+2,7 punti sul 2010) e nel comparto degli accessi a banda larga, con una quota del 15,3%. Con 21,4 milioni
di utenti nel giugno 2015 (19,9 milioni nel 2010), Wind rappresenta il terzo operatore nella telefonia
mobile: detiene una quota di mercato del 22,9%, in crescita di 1,8 punti sul 2010. Dal matrimonio con 3
Italia nascerà il primo operatore mobile in Italia.
Fastweb è il terzo operatore negli accessi a banda larga con il 14,7% del mercato (dietro Telecom e
Wind) e nel 2014 ha scavalcato Vodafone Italia nella telefonia fissa (voce+dati) portandosi al 10,8% del
mercato a fine giugno 2015 (+3,4 punti sul 2010). Fastweb è in crescita anche nel mobile in qualità di
operatore MVNO, con oltre 900mila Sim (1% del mercato). Con investimenti in immobilizzazioni materiali
superiori ai 7 mld di euro dalla sua fondazione nel 1999, Fastweb nel dicembre 2014 gestiva 37,5 mila km di
rete in fibra ottica di nuova generazione.
5
Tabella 1 – Numero di clienti e quote di mercato in Italia (2010-giu 2015)
Numero di clienti Telefonia mobile
2010
2011
2012
2013
2014
Giu.2015
(migliaia di unità)
Var.
Var. 2014Giu.20152013
2010
(migliaia di unità)
Totale Italia
di cui MVNO
94.140
3.540
96.040
3.650
97.180
4.460
96.900
5.240
94.220
6.720
93.180
6.650
-960
3.110
-2.680
1.480
Telecom Italia (*)
Vodafone
Wind
Telecomunicazioni
3 Italia
PosteMobile
Fastweb
Tiscali
Totale 7 operatori
31.018
30.470
32.227
29.927
32.159
29.199
31.221
27.773
30.350
25.170
30.075
24.877
-943
-5.593
-871
-2.603
19.900
9.063
1.690
503
84
92.728
21.000
9.197
2.032
540
140
95.063
21.600
9.529
2.488
675
138
95.788
22.300
9.689
2.838
816
142
94.779
21.600
10.040
3.308
844
92
92.422
21.400
10.200
3.473
919
107
91.051
1.500
1.137
1.783
416
n.c.
-1.677
-700
351
470
28
n.c.
-1.371
51.015
64.070
70.362
73.417
75.721
74.600
23.585
2.304
16.333
18.193
18.975
-
-
-
n.c.
n.c.
2013
2014
Giu.2015
Var. Giu.
2015-2010
(punti)
Var. 20142013
(punti)
(*) Oltre a:
- Telefonia mobile in
Brasile
-Telefonia mobile in
Argentina (1)
(1) Riclassificate nel 2013 tra le discontinued operations.
Quote di mercato Telefonia mobile (1)
2010
2011
2012
(in %)
Telecom Italia
Vodafone
Wind
Telecomunicazioni
3 Italia
PosteMobile
Fastweb
Tiscali
Totale
32,9
32,4
33,6
31,2
33,1
30,0
32,2
28,7
32,2
27,1
32,3
26,7
-0,6
-5,7
-1,6
21,1
9,6
1,8
0,5
0,1
98,4
21,9
9,6
2,1
0,6
0,1
99,1
22,2
9,8
2,6
0,7
0,1
98,5
23,0
10,0
2,9
0,8
0,1
97,7
22,9
10,7
3,5
0,9
0,1
97,4
22,9
10,9
3,7
1,0
0,1
97,6
1,8
1,3
1,9
0,5
n.c.
-0,1
0,7
0,6
0,1
0,0
(1) SIM con almeno una ricarica negli ultimi 12 mesi
6
Quote di mercato –
Telefonia fissa (voce+dati)
2010
2011
2012
2013
2014
Giu.
2015
Var.
Giu.20152010
(In %)
Var. 20142013
(punti)
Telecom Italia
Vodafone
Wind Telecomunicazioni
Fastweb
Tiscali
Totale
71,6
7,4
10,6
7,4
1,9
98,9
66,4
9,7
13,2
7,3
1,8
98,4
64,6
9,7
13,5
8,3
1,8
97,9
63,1
9,5
13,5
9,3
2,0
97,4
60,7
9,7
13,2
10,3
2,0
95,9
Quote di mercato –
Telefonia fissa (broadband)
2010
2011
2012
2013
2014
49,8
12,0
15,9
14,0
3,7
95,4
48,1
12,3
15,4
14,4
3,4
93,6
59,3
10,2
13,3
10,8
2,0
95,6
Giu.
2015
-12,3
2,8
2,7
3,4
0,1
-3,3
-2,4
0,2
-0,3
1,0
-1,5
Var.
Giu.20152010)
Var. 20142013
-7,4
0,8
0,5
3,0
-1,0
-4,1
-1,7
0,3
-0,5
0,4
-0,3
-1,8
(in %)
Telecom Italia
Vodafone
Wind Telecomunicazioni
Fastweb
Tiscali
Totale
54,9
11,9
14,8
11,7
4,2
97,5
52,9
12,5
15,9
11,8
3,7
96,8
51,4
11,9
16,3
12,9
3,6
96,1
47,5
12,7
15,3
14,7
3,2
93,4
Fonte:elaborazioni R&S-Mediobanca su dati Agcom
Il mercato delle Tlc in Europa
Quasi tutte le principali compagnie telefoniche europee perseguono una strategia di integrazione
tra fisso e mobile sfruttando la convergenza tra le piattaforme tecnologiche al fine offrire una gamma di
servizi sempre più completa. 6. Le poche eccezioni, rappresentate dai c.d. pure-play operators, stanno però
accelerando la diversificazione delle loro attività. E’ il caso di Vodafone, operante prevalentemente nel
mobile, che nel 2014/15 ha portato il fisso al 20% dei ricavi (dall’8% del 2012) e della connazionale BT
Group, prevalentemente attiva nella telefonia fissa ove copriva una quota di circa il 40% del mercato UK a
fine 2014; la società dopo lo scorporo nel 2001 della MMO2, offre servizi di telefonia mobile solo a clienti
corporate mediante una partnership con Everything Everywhere (joint-venture tra i gruppo Orange e
Deutsche Telekom), da cui ottiene una quota marginale sul fatturato complessivo (pari a 20,3 mld); BT
Group ha però raggiunto nel febbraio 2015 un accordo per acquisire il 100% di Everything Everywhere, il
principale operatore nel mobile britannico.
Il mercato della telefonia fissa vede in ogni Paese la leadership degli ex monopolisti proprietari della
rete fissa.. Nel Regno Unito il processo di liberalizzazione ha condotto nel gennaio 2006 alla creazione di una
divisione del Gruppo BT denominata Openreach alla quale è stata affidata la gestione delle infrastrutture.
Openreach gode di autonoma governance e di separazione contabile e amministrativa, al fine garantire pari
opportunità d’accesso alla rete a tutti i concorrenti. Il Gruppo Orange (già France Télécom) è l’ex
monopolista che ha visto flettere maggiormente la propria quota di mercato nel traffico voce su rete fissa
6
Tra i fattori che stimolano la convergenza fisso-mobile, si può citare la diffusione dell’IP (Internet Protocol) per il trasporto di voce,
dati e video, la disponibilità di nuove tecnologie a banda larga per l’accesso senza fili alla rete fissa e la crescente diffusione di
terminali evoluti.
7
tra il 2009 ed il 2014 (-18%), seguita da Telefónica (-17%), Telecom Italia (-12%), BT Group (-5%) mentre
Deutsche Telekom è in controtendenza essendo l’unico principale operatore ad incrementare le quote nel
quinquennio (+5%).
Nel mobile i principali operatori europei sono Vodafone (446 milioni di clienti con attività in 26
Paesi, principalmente in Gran Bretagna, Germania, Italia, Spagna e Turchia e con controllate anche in Africa
e India), Telefónica (attiva in Spagna, in numerosi Paesi dell’America Latina tramite il marchio Movistar, in
Gran Bretagna e Germania tramite O2 e in Brasile con Vivo, con oltre 340 milioni di clienti), Orange
(presente in 29 nazioni, tra cui Francia, Spagna, Polonia, diversi Paesi dell’Africa e in Gran Bretagna, tramite
Everything Everywhere, joint-venture paritetica con Deutsche Telekom, per complessivi 244 milioni di
clienti) e Deutsche Telekom (in 50 Paesi, principalmente Germania e USA). Fra i maggiori operatori europei
di Tlc, il Gruppo Telecom Italia non ha una significativa presenza in altri Paesi europei ma rappresenta il
secondo operatore del mobile in Brasile con una quota di mercato del 26,4% e 74,6 milioni di abbonati nel
giugno 2015 (dai 51 milioni del 2010) sviluppandovi il 30% circa del fatturato complessivo. 7 Il Gruppo CK
Hutchison Holdings è la sola presenza extraeuropea: la conglomerata cinese è attiva principalmente ad
Hong Kong (anche nel fisso), in Australia e in Europa (29,5 milioni di Sim registrate, di cui 25 milioni attive),
dove opera con il marchio “3” principalmente in Gran Bretagna (10,3 milioni di clienti) e Italia (10 milioni a
fine dicembre 2014, saliti a 10,2 milioni nel giugno 2015).
Tabella 2 – Quote di mercato 2014 in alcuni Paesi europei
Quote di mercato Telefonia mobile in alcuni Paesi europei (2014, in %)
Francia
Germania
(1)
Italia
Spagna
UK
Orange
33,9
SFR
(Numericable Group)
28,7
Bouygues
Telecom
13,9
Telefónica
(ex E-Plus + O2)
37,4
Deutsche Telekom
34,6
Telecom Italia
32,2
Vodafone
27,1
Wind Telecom.
22,9
3 Italia
10,7
Altri (2)
7,1
Telefónica
30,7
Vodafone
23,4
Orange
23,0
Yoigo
6,7
Altri
16,2
Everything
Everywhere
29,4
O2
(Telefónica)
27,1 (3)
Vodafone
19,4
3 UK
(CK H. Holdings)
10,2
Altri
13,9
Vodafone
28,0
Iliad
(Free)
12,6
Altri
10,8
Altri
0,0
(1) Le quote includono le sim cards vendute in wholesale agli MVNO (di cui manca il dettaglio).
(2) Di cui: 3,7% PosteMobile e 0,9% Fastweb.
(3) Nel gennaio 2015 la CK Hutchison Holdings ha raggiunto un accordo con Telefónica per l’acquisizione del marchio O2 in Gran
Bretagna.
In Gran Bretagna la joint venture Everything Everywhere rappresenta il primo operatore nella
telefonia mobile con il 29,4% del mercato, seguita da Telefónica (marchio O2 in corso di cessione a CK
Hutchison Holdings) con il 27,1%, Vodafone con il 19,4%, il Gruppo 3 con il 10,2% e gli operatori MVNO con
7
Telecom è invece in disimpegno dall’Argentina dove nel 2012 contava circa 19 milioni di clienti.
8
il 13,9%. 8 In Germania in prima posizione si colloca Telefónica con il 37,4% (nell’ultimo trimestre del 2014 il
gruppo spagnolo ha rilevato la E-Plus dall’olandese KPN), seguita da Deutsche Telekom con il 34,6% e da
Vodafone con il 28%. 9 In Francia la maggiore quota di mercato è detenuta dal Gruppo Orange (33,9%),
seguita da altri tre operatori francesi: SFR (secondo operatore transalpino acquisito nel novembre 2014 da
Numericable Group 10) con il 28,7%, Bouygues Telecom (Gruppo Bouygues operante principalmente nelle
costruzioni) con il 13,9% e Iliad 11 (marchio Free, operativo dal 2012) al 12,6%; gli altri operatori sommano il
10,8%. In Spagna il mercato è ripartito tra Telefónica (30,7%), Vodafone (23,4%), Orange (23%), Yoigo
(6,7%) 12 e altri operatori (16,2%).
I bilanci dei principali operatori telefonici in Europa
La seguente tabella contiene alcuni dati dei principali operatori telefonici europei con ricavi
superiori ai 15 mld di euro nel 2014 e della francese Iliad (controllata da Xavier Niel).
Tabella 3 – Dati economico-finanziari 2014 dei sette maggiori operatori europei
Dati consolidati
Deut.
Tel.
Voda
fone
Tele
fónica
Orange
Telecom
Italia
BT
Group
Vimpel
com
Iliad
Fatturato netto (€ mil.)
62.658
Conto economico (% sul fatturato)
Valore aggiunto
47,3
Costo del lavoro
23,4
Margine operativo lordo
23,9
Margine operativo netto
8,6
Risultato corrente
4,0
Risultato netto
4,7
Dati per dipendente (‘000 di euro)
Fatturato
265
Valore aggiunto netto (a)
85
Costo del lavoro (b)
62
CLUP (b/a in %)
73,1
54.214
50.377
39.445
21.124
20.330
16.166
4.168
37,5
9,9
27,5
4,9
2,7
13,6
44,2
14,1
30,1
13,1
6,5
6,0
51,3
23,0
28,3
13,0
7,9
2,3
55,7
14,8
40,9
20,6
13,2
6,4
69,1
28,7
40,4
24,3
19,1
13,5
n.d.
n.d.
40,6
18,6
4,5
-3,3
35,7
4,9
30,8
13,9
11,8
6,8
515
76
51
67,1
418
114
59
51,8
260
94
60
63,9
356
126
53
41,7
229
122
66
54,1
289
n.d.
n.d.
n.d.
N. medio di dipendenti
236.346
Indicatori economico-patrimoniali
ROI (%)
6,5
ROE (%)
13,0
DF/capitale netto (%)
158,9
105.300
120.497
151.638
59.285
88.700
56.024
594
112
30
26,7
7.020
2,3
9,5
51,8
8,8
16,6
185,4
7,8
3,2
108,4
9,8
8,0
159,4
36,6
n.c.
1.209,4
11,9
-11,4
682,2
16,5
14,0
52,9
8
Orange e Deutsche Telekom hanno siglato un accordo per la cessione della Everything Everywhere all’inglese BT per 12,5 mld di
GBP (da corrispondere in contanti ed in azioni di nuova emissione di BT; al termine dell’operazione, Deutsche Telekom e Orange
deterranno, rispettivamente, il 12% ed il 4% del capitale di BT).
9
Dati inclusivi delle sim cards cedute in wholesale agli MVNO; il peso di questi ultimi nel mercato tedesco è stimabile al 24%.
10
Il Gruppo Numericable-SFR, quotato all’Euronext, è controllato al 78% da Altice, che nel maggio 2015 ha rilevato il 20% del
capitale della società in precedenza detenuto da Vivendi. Altice S.A., multinazionale dei cavi e delle Tlc a sua volta quotata
all’Euronext, è controllata dal fondatore Patrick Drahi. Il Gruppo è presente in Francia, Israele, Belgio e Lussemburgo, Portogallo e
Svizzera.
11
Società quotata all’Euronext e controllata da Xavier Niel (54,7%).
12
Yoigo è controllata al 76,6% dal gruppo svedese TeliaSonera che fa capo allo Stato Svedese (37,3%) e a quello Finlandese (7,8%).
9
Deut.
Tel.
Fondi di
ammortamento/ITL (%)
Tasso di investimento
(in % degli ITL)
Età media contabile dei
cespiti (anni)
Voda
fone
Tele
fónica
Orange
Telecom
Italia
BT
Group
Vimpel
com
Iliad
71,5
51,7
70,5
73,5
82,1
72,3
43,7
42,8
6,0
15,7
6,3
5,0
3,5
3,8
14,1
19,2
15,0
5,6
14,9
15,7
25,2
17,5
3,2
3,9
Fonte: R&S-Mediobanca su dati di bilancio
La maggiore compagnia telefonica è Deutsche Telekom con oltre 62,6 mld di ricavi, di cui 22,4 mld originati
dalla controllata USA e 8,2 mld. dalle vendite di apparecchi (il 13% del fatturato). Seguono Vodafone con 54
mld e il Gruppo Telefónica con 50 mld, di cui 24,3 mld relativi alle attività in America Latina (per 17 mld
dalla sola telefonia mobile).
A Telecom Italia spetta la seconda migliore redditività industriale: il margine operativo netto è pari
nel 2014 al 20,6% del fatturato, appena inferiore a quello di BT (24,3%) e davanti alla russa Vimpelcom
(18,6%), a Telefónica (13,1%) e Orange (13,0%). Telecom Italia è tornata all’utile dopo 3 bilanci consecutivi
in perdita (nel triennio 2011-13 la società ha contabilizzato svalutazioni d’avviamenti per complessivi 14
mld di euro); nel 2014 Vimpelcom è l’unico operatore a chiudere in rosso l’esercizio. A Vodafone spetta la
l’incidenza più elevata dell’utile sul fatturato (13,6%) grazie all’iscrizione di imposte differite attive per 7
mld di euro (25 mld nell’esercizio 2013-14) a valere su perdite fiscali realizzate in passato in Germania e
Lussemburgo; la stessa Vodafone aveva realizzato nel 2013 utili record pari a 59,3 mld di Gbp, grazie alla
plusvalenza da 45 mld di Gbp sulla cessione del 45% di Verizon Wireless al gruppo statunitense Verizon
(incasso di 79 mld di Gbp, in parte in denaro in parte in azioni Verizon) 13.
Telecom Italia segna anche la migliore produttività, con un valore aggiunto netto per addetto pari a
126 mila euro, cui si abbina il terzo minor costo del lavoro unitario (53 mila euro). Ciò porta al secondo
migliore Clup (costo del lavoro su valore aggiunto), con un’incidenza pari al 41,7%, dopo il 26,7% di Iliad e
davanti a Telefónica al 51,8%. I valori meno soddisfacenti sono segnati da Deutsche Telekom (73,1%, anche
per l’elevato costo del lavoro unitario: 62mila euro) e Vodafone (67,1%) che ha il minore valore aggiunto
per addetto (76mila euro).
Dal punto di vista patrimoniale, Vodafone ha la struttura finanziaria più solida, con la minore
incidenza dei debiti finanziari sul patrimonio netto (51,8%), dopo aver ridotto nel 2013/14 i debiti con gli
introiti della vendita di Verizon Wireless di oltre 15 mld di euro. Il profilo finanziario di Telecom Italia
appare relativamente più appesantito, con debiti finanziari pari al 159% dei mezzi propri, la stessa incidenza
di Deutsche Telekom, ma meglio di BT Group (1.209%), Vimpelcom (682%) e Telefónica (185%). In tema di
investimenti, Telecom Italia si colloca in posizione arretrata: sono pari al 3,5% dello stock delle
immobilizzazioni materiali di inizio periodo, il valore più basso tra i peer, in linea con BT (3,8%), ma ben al di
sotto di Vodafone (15,7%) e della russa Vimpelcom (14,1%). 14 I cespiti di Telecom appaiono quelli
maggiormente ammortizzati (82,1%), in linea con la loro età media contabile, la più elevata (25 anni),
seguita da quella di BT (17,5 anni), Orange (15,7 anni) e Deutsche Telekom (15 anni). Tutti i gestori di rete
fissa scontano un’anzianità dei cespiti superiore agli operatori del mobile: Vodafone con 5,6 anni e
Vimpelcom con 3,2 anni.
13
Nell’ambito di questa operazione, Vodafone Group ha acquisito da Verizon il 23% di Vodafone Omnitel B.V. (Vodafone Italia),
giungendo al controllo totalitario della società.
14
Nel novembre 2013 Vodafone ha lanciato il”progetto primavera” ovvero un piano di investimenti biennale da 19 mld di GBP
rivolti principalmente all’estensione della copertura 4G al 90% della popolazione europea e 3G al 95% della popolazione indiana ed
all’estensione delle rete fisse di ultima generazione in Spagna, Italia e Portogallo.
10
I maggiori operatori italiani: fatturato e Arpu
I ricavi aggregati dei principali sei maggiori gruppi italiani sono calati (su base omogenea) del 7,5%
nel 2014 a 35,4 mld di euro. Ciò a causa dei servizi di telefonia mobile il cui fatturato si è contratto del 9,8%,
a 18,2 mld, per 4,8 mld relativi alle attività brasiliane di Telecom Italia (in diminuzione sul 2013 del 10,5%,
anche per la svalutazione media del real brasiliano sull’euro di oltre l’8%). Questa riduzione è però di
minore intensità rispetto al calo del 14,1% registrato nel 2013, sul quale avevano anche inciso le revisioni
tariffarie dell’Agcom sui servizi di terminazione mobile (con un impatto negativo sui conti del 2013 pari a
429 milioni di euro per Telecom Italia, 400 per Wind e 310 milioni per Vodafone Italia).
I ricavi aggregati dei servizi di telefonia fissa sono diminuiti nel 2014 del 5,9% a 14,4 mld, mentre
quelli da vendita di apparecchi e accessori telefonici si sono ridotti dell’8,7% a 3,2 mld (di cui 1 mld relativo
alla controllata brasiliana di Telecom Italia), principalmente a causa della maggiore competizione anche ad
opera degli operatori della grande distribuzione che hanno incrementato la loro penetrazione nel settore
degli apparecchi telefonici. Con riferimento al periodo 2010-2014 le dinamiche si confermano ed
aggravano: il fatturato del fisso si è ridimensionato del 20,7%, quello del mobile del 29,3%, mentre le
vendite di apparecchi telefonici sono risultate in forte controtendenza (+60%).15 Il 50,1% del fatturato
aggregato dei sei gruppi origina nel 2014 dalla telefonia mobile, un’incidenza in continua contrazione (55%
nel 2010), il 39,7% deriva dai servizi di telefonia fissa (38,6% nel 2010), mentre la vendita di apparecchi ha
generato l’8,8% dei ricavi complessivi (4,2% nel 2010).
Tabella 4 – Fatturato aggregato dei sei maggiori operatori italiani (2010-2014)
Sei maggiori gruppi italiani
2010
2013
€ mil.
in %
del
totale
Telefonia fissa
Telefonia mobile
Vendita telefoni e accessori
Altri ricavi
Fatturato lordo
18.378
26.214
1.989
1.045
47.626
38,6
55,0
4,2
2,2
100,0
Fatturato al netto elisioni Telecom
45.687
2014
€ mil.
in %
del
totale
€ mil.
in %
del
totale
15.271
20.124
3.489
780
39.664
38,5
50,7
8,8
2,0
100,0
14.372
18.159
3.184
513
36.228
39,7
50,1
8,8
1,4
100,0
38.307
35.396
Var
%
2014
2010
-20,7
-29,3
60,1
-50,9
-22,6
(1)
Var %
20142013
-5,9
-9,8
-8,7
-34,2
-8,6
-21,2
(1)
-7,5
(1)
(1)
(1) Variazioni su base omogenea (principalmente effetto Argentina).
La 3 Italia opera soprattutto nella telefonia mobile e, pur chiudendo il 2014 con ricavi in
diminuzione del 7,3%, è la sola società a crescere nel periodo 2010-14 (+3,4%). Il rialzo dal 2010 è dovuto al
forte aumento della vendita di apparecchi (506 milioni nel 2014 contro i 172 milioni del 2010) che ha
bilanciato la diminuzione del mobile (-17,9%) nonostante l’incremento delle sim attivate (circa 1 milione).
15
Variazione calcolata escludendo gli effetti della cessione delle attività argentine di Telecom Italia che nel 2012 avevano fatturato
3,4 mld di euro.
11
Grafico 1 – Variazione % dei ricavi 2014-2013
100,0
46,8
4,6 2,8
0,0 2,2
-5,0
-7,7 -11,0 -9,4 -8,4 -9,4 -8,0
-7,1
-9,0
-7,9
-10,4
-1,9
-20,1
-7,3
0,0
2,8
0,00,0
-0,2-4,3
-7,3
-4,5 -9,8-5,9
-8,7
-7,5
-34,2
-53,8
-81,7
Telecom Italia
Vodafone
Omnitel
Mobile
Wind
Fisso
3 Italia
Apparecchi
Fastweb
Tiscali
Altri
Totale Italia
Totale
La maggioranza dei ricavi di Vodafone Italia (73%) e di Wind (67,7%) deriva dal mobile. Il peso del
fisso per Wind (27,1% dei ricavi) è doppio rispetto a Vodafone (14,6%) ma la tendenza dal 2010 vede in
crescita Vodafone (+0,8%) e in forte calo Wind (-32,9%). La vendita di apparecchi ed accessori pesa per
l’8,3% dei ricavi in Telecom, per il 9,4 % in Vodafone e per il 5% in Wind. Per 3 Italia, che non ha proventi da
telefonia fissa, questa voce raggiunge il 26,2% dei ricavi totali, in calo dal 33,4% del 2012. Il fatturato dei
due MVNO Fastweb e Tiscali, deriva principalmente da ricavi per l’accesso alla rete fissa (voce + dati) 16.
Grafico 2 – Composizione % dei ricavi nel 2014
Le riduzioni tariffarie di terminazione e l’aspra concorrenza sui prezzi spiegano la generale
diminuzione dei ricavi medi mensili per cliente nella telefonia mobile. Telecom Italia e PosteMobile
subiscono le diminuzioni più accentuate nel quinquennio (-38,6% Telecom, -41,8% PosteMobile), seguite da
Vodafone Italia e Wind (-31,9% ciascuna) e 3 Italia (-26,4%). Nel 2014 l’Arpu più elevato è ancora quello di
Vodafone (13,9 euro al mese), seguita da Telecom (12,1 euro); poco lontani Wind (11,3 euro) e 3 Italia (11,7
euro), mentre PosteMobile segna livelli molto inferiori (5,7 euro). L’accesso in banda larga alla rete fissa fa
registrare Arpu generalmente in salita, grazie alla crescente velocità di navigazione offerta. Il valore più
16
Dal 2011 Fastweb non fornisce l’ammontare dei ricavi da telefonia mobile (pari a 44 milioni nel 2010).
12
elevato è quello di Wind, (con 21,6 euro), in rialzo del 18% sul 2010, seguita da Telecom con 19,7 euro al
mese (+5,9% sul 2010).
Grafico 3 – Arpu - Ricavo medio mensile per cliente nel 2014 (€)
13
I bilanci dei maggiori operatori italiani
I margini sul fatturato sono in peggioramento dal 2010 per tutti i gruppi con le parziali eccezioni di
Tiscali e 3 Italia: la prima è tornata nel 2014 in positivo, la seconda ha migliorato di 3,7 p.p. Tre di essi
riportano nel 2014 un risultato corrente negativo (Wind -18,1%; 3 Italia -4,9%; Tiscali: -7,3%) mentre
Fastweb raggiunge il pareggio operativo dopo tre esercizi consecutivi di risultati correnti negativi. I segni
meno si estendono all’intero quinquennio per 3 Italia e Tiscali, sebbene in miglioramento per 3 Italia
rispetto al 2010. Così come riscontrabile per il 2013, anche nel 2014 Telecom Italia riporta i valori più
elevati sia di margine operativo netto (20,6%) che di risultato corrente (13,2%), con scarti minimi sul 2010.
Segue a distanza Vodafone Italia con il risultato corrente pari al 7,6% dei ricavi, valore in marcato
ridimensionamento rispetto al 31% del 2010.
I margini di Telecom sono condizionati dalle attività brasiliane; il loro Mol, pari al 20% di quello del
Gruppo, si attesta al 28,4% del fatturato brasiliano (relativo al solo mobile), un’incidenza di gran lunga
inferiore al 40,9% del consolidato ed al 47,8% della sola capogruppo. Ciò anche a causa dell’elevata
tassazione locale sul fatturato degli operatori mobili attivi nel Paese (si tratta della c.d. FISTEL, tassa
calcolata sullo stock di SIM attive a fine periodo per ciascun operatore, che ha un impatto di 5 p.p. sul
turnover).
Il trend è confermato da Roi e Roe, entrambi in peggioramento per tutti i gruppi ma con i
ridimensionamenti più evidenti del quinquennio che riguardano Vodafone Italia. Nel 2014 il Roi più alto è di
Telecom Italia (10,8%) seguita da Vodafone Italia (10,4%, da confrontare con il 63,4% del 2010). Nel
quinquennio 2010-14 i sei operatori delle Tlc hanno complessivamente cumulato perdite nette per 3,1 mld
di euro, con le maggiori in capo a Telecom Italia (-2,6 mld) per le svalutazioni di intangibles e avviamenti
contabilizzate nel quinquennio per circa 14 mld, in massima parte legate alle attività domestiche. Seguono
Wind (-1,7 mld) e 3 Italia (-410 milioni). Minori le perdite sommate da Fastweb (-344 milioni) e Tiscali (-99
milioni) uniche società, insieme con Wind, ad avere sempre chiuso in perdita nel quinquennio. Vodafone
Italia ha invece realizzato utili cumulati per 2,1 mld di euro, ma con intensità decrescente: l’ultimo esercizio
(a marzo 2015) ha portato un risultato netto positivo per 83 milioni, ma nel 2010-2011 esso era stato pari a
923 milioni.
Nonostante la redditività in contrazione, a Vodafone Italia spetta anche nel 2014 il maggiore
fatturato per dipendente: 963mila euro (-3,1% sul 2013 e -17,8% sul 2010), una volta e mezzo superiore
rispetto al valore di Telecom Italia (356 mila euro, in riduzione rispetto ai 385 mila toccati sia nel 2013 che
nel 2010) e superiore di oltre il 50% anche al fatturato pro-capite di Wind Telecomunicazioni (632mila euro,
-9% sul 2013 e -21% sul 2010), con cui condivide una similare dimensione della forza lavoro (6.283 unità per
Vodafone Italia, 6.955 per Wind). Fastweb è in controtendenza con un rialzo, nel periodo 2010-2014, del
23% del fatturato pro-capite per effetto di una variazione più accentuata degli organici (-27%) rispetto al
ridimensionamento del volume d’affari (-10,2%) 17. Circa la produttività del lavoro (valore aggiunto netto
per dipendente), Vodafone Italia è al primo posto (146mila euro), ma in diminuzione sul 2013 (-24,7%) e
2010 (-66,3%). Cali importanti hanno interessato anche Wind (-10,3% sul 2013 e -40,4% sul 2010) con
130mila euro nel 2014, valore di poco superiore ai 126mila euro di Telecom Italia. A Tiscali e 3 Italia
spettano i valori più bassi (attorno ai 40mila euro). Tiscali può contare sul costo del lavoro pro-capite più
basso (39mila euro, valore costante nell’ultimo triennio), ben inferiore ai circa 70mila euro di Fastweb e di
Vodafone Italia. In uno scenario di generale peggioramento dell’indicatore, a Telecom Italia spetta il miglior
Clup nel 2014: l’incidenza del costo del lavoro sul valore aggiunto netto è pari al 41,3%, seguita dal 42,3% di
Wind Telecomunicazioni e dal 48,6% di Vodafone Italia. 3 Italia e Tiscali presentano valori attorno al 100%
(rispettivamente, 106% e 97,5%). Nel periodo 2010-14 gli organici medi di Vodafone Italia si sono ridotti del
16,4% e quelli di Telecom Italia del 10,8% (-16,8% in Italia e -9,9% all’estero, quest’ultimi in massima parte
in Brasile). Le perdite cumulate nel quinquennio hanno ridotto i patrimoni netti. Il calo maggiore è relativo
a Wind (-92,7% sul 2010, pur considerando il versamento in c/capitale da 35 milioni del 2012) e origina dal
cumulo di 1,7 mld di euro di perdite nel periodo. Riduzioni rilevanti hanno interessato anche Fastweb (17 Nel gennaio 2013 Fastweb ha ceduto al Gruppo Visiant Next il ramo d’azienda ‘customer operations’ (631 dipendenti).
14
35,3%) e Telecom Italia (-33,3%) che pure ha contestualmente ridotto l’indebitamento finanziario del
10,5%. Tiscali è l’unica a presentare un patrimonio netto negativo in tutto il periodo, nonostante la
ricapitalizzazione da 187 milioni conclusa nel 2009 e sottoscritta per 31,4 milioni da Renato Soru mediante
conversione di crediti verso la società. Il patrimonio netto di Vodafone Italia è l’unico ad incrementarsi,
passando da 4 mld nel 2010 a 4,4 mld nel 2014, saldo di utili cumulati per 2,1 mld, dividendi distribuiti per
3,7 mld e svalutazioni di azioni proprie per 1,6 mld.
La struttura finanziaria è in generale indebolimento, fatta eccezione per Vodafone Italia che vanta
debiti finanziari irrilevanti (verso una consociata straniera) pari al 4,8% dei mezzi propri nel 2014. Vi è poi
da segnalare che Vodafone è l’unico gruppo con valore positivo del capitale netto tangibile: la società
iscrive a fine 2014 mezzi propri per 4,4 mld a fronte di intangibles per 3 mld (di cui 2,2 mld rappresentati da
licenze). Wind ha lo sbilancio più evidente con mezzi propri per 111 milioni (787 milioni nel 2013) ed
intangibles pari a 8,3 mld. (di cui avviamenti per 3,6 mld e licenze per 2,7 mld), 3 Italia ha un netto
patrimoniale da 1,3 mld con 3,8 mld. di immateriali (di cui 3,1 mld in licenze), Telecom Italia ha 21,7 mld. di
mezzi propri ma 36,8 mld. di intangibles, per la maggior parte (29,9 mld, con gran parte della diminuzione
rispetto ai 44 mld di fine 2010 dovuta a continue svalutazioni) relativi ad avviamenti (2,6 mld sono le
licenze). Tiscali ha patrimonio netto negativo per 169 milioni ed intangibles per 60 milioni. 18
I maggiori investimenti nel quinquennio sono stati realizzati da Fastweb (9,4% medio), 3 Italia
(8,7%) e Vodafone (8% medio, con un tasso del 12,3% relativo al solo esercizio 2014-15 nel contesto di un
più ampio programma d’investimenti lanciato dalla capogruppo inglese); intermedia la posizioni di Wind
(6,1%). I valori più bassi sono relativi a Telecom Italia (3,9%) e Tiscali (1,3%).
18
Nel luglio 2015 il Consiglio di Amministrazione di Tiscali ha approvato un progetto finalizzato all’aggregazione industriale con Aria
nel cui ambito è previsto che Tiscali acquisisca risorse finanziarie da utilizzare per rimborsare linee di credito a breve termine.
15
Tabella 1 – Fatturato, traffico e tariffe delle Tlc in Italia
Fatturato Italia
2010
2011
2012
2014
Var %
20142013
Var %
20142010
16.440
15.593
32.033
-4,9
-10,4
-7,7
-18,7
-28,9
-24,0
2013
2014
Var %
20142013
Var %
20142010
-11,6
5,9
-37,7
33,6
2013
(mil. di euro)
Ricavi lordi rete fissa
Ricavi lordi rete mobile
TOTALE
20.230
21.920
42.150
19.560
21.030
40.590
18.580
20.040
38.620
17.296
17.398
34.694
Dati di traffico
2010
2011
2012
(mld di minuti)
Traffico su rete fissa
Traffico voce telefonia mobile
95,2
124,0
84,0
136,0
78,0
144,3
67,1
156,4
59,3
165,7
2° sem
2011
1° sem
2012
2° sem
2012
1° sem
2013
2° sem
2013
Tariffe dei servizi di terminazione sul mobile
2° sem
2010
1° sem
2011
1°sem
2014
(euro cent al minuto)
3 Italia
Telecom Italia, Vodafone Italia
Wind Telecomunicazioni
9,0
6,6
7,2
6,3
5,3
5,3
3,5
2,5
2,5
2,06
1,5
1,5
1,34
0,98
0,98
2011
2012
2013-14
2015
Canoni di accesso alla rete in rame di Telecom Italia
2010
(euro al mese per linea)
Accesso disaggregato alla rete
locale (ULL)
Canone Bitstream (1)
8,70
18,98
9,02
19,24
9,28
19,50
8,68
15,14
(1) Bitstream: servizio di interconnessione all’ingrosso nel mercato a banda larga
Fonte: elaborazioni R&S-Mediobanca su dati Agcom.
16
8,61
13,59
0,98
0,98
0,98
Tabella 2 – Accessi e clienti
Numero di accessi diretti alla rete
fissa (voce + dati)
2010
2011
2012
2013
2014
Giu.
2015
Var %
20142013
Var %
20152010
-5,5
2,7
0,8
-21,3
16,4
7,1
-2,5
-9,3
Var %
20142013
Var %
20152010
2,6
11,8
Var %
20142013
Var %
20152010
-4,5
28,2
-4,5
87,9
-2,8
-1,0
(migliaia di linee)
Telecom Italia
OLO (a)
di cui: OLO su infrastrutture T.I. (b)
(b/a) in %
TOTALE
N. indice (2010=100)
15.351
7.119
6.885
96,7
22.470
100,0
14.652
7.458
7.151
95,9
22.110
98,4
13.978
7.682
7.175
93,4
21.660
96,4
13.210
7.880
7.169
91,0
21.090
93,9
12.480
8.090
7.224
89,3
20.570
91,5
12.080
8.290
7.375
89,0
20.370
90,7
2010
2011
2012
2013
2014
Giu.
2015
Accessi a larga banda retail
(migliaia di linee)
Numero accessi
Nr. indice (in %)
13.100
100,0
13.520
103,2
13.760
105,0
14.010
106,9
14.370
109,7
14.640
111,8
2010
2011
2012
2013
2014
Giu.
2015
91.660
5.240
2.838
96.900
101,2
148,0
87.500
6.720
3.308
94.220
96,6
189,8
86.530
6.650
3.473
93.180
95,5
187,9
Numero clienti telefonia mobile
(migliaia di unità)
Operatori MNO
Operatori MVNO
di cui PosteMobile
TOTALE
Nr. indice MNO (2010=100)
Nr. indice MVNO (2010=100)
90.600
3.540
1.690
94.140
100,0
100,0
92.390
3.650
2.032
96.040
102,0
103,1
OLO = Other Licensed Operator
MNO = Mobile Network Operator
MVNO= Mobile Virtual Network Operator
Fonte: elaborazioni R&S-Mediobanca su dati Agcom.
17
92.720
4.460
2.488
97.180
102,3
126,0
Tabella 3 – Clienti e quote di mercato per operatore
2010
Telecom Italia
Telefonia fissa (voce+dati) (%)
Telefonia fissa (broadband) (%)
Telefonia mobile Italia (%)
N. accessi retail alla rete fissa in
Italia a fine esercizio (migliaia)
di cui: N. accessi Broadband
retail alla rete fissa (migliaia)
N. clienti a fine esercizio
(telefonia mobile Italia)
(migliaia) (2)
N. clienti a fine esercizio
(telefonia mobile Brasile)
(migliaia)
Vodafone Omnitel B.V.
Telefonia fissa (voce+dati) (%)
Telefonia fissa (broadband) (%)
Telefonia mobile (%)
N. accessi retail alla rete fissa a
fine esercizio (migliaia)
di cui: N. accessi Broadband
retail alla rete fissa (migliaia)
N. clienti a fine esercizio
(telefonia mobile) (migliaia) (2)
Wind Telecomunicazioni
Telefonia fissa (voce+dati) (%)
Telefonia fissa (broadband) (%)
Telefonia mobile (%)
N. accessi retail alla rete fissa a
fine esercizio (migliaia)
di cui: N. accessi Broadband
retail alla rete fissa (migliaia)
N. clienti a fine esercizio
(telefonia mobile) (migliaia) (2)
3 Italia
Telefonia mobile (%)
N. clienti a fine esercizio
(telefonia mobile) (migliaia) (2)
2011
2012
2013
2014
Var.
20142013(1)
Var.
Giu.
20152010
(1)
59,3
47,5
32,3
-2,4
-1,7
0,0
-12,3
-7,4
-0,6
Giu2015
71,6
54,9
32,9
66,4
52,9
33,6
64,6
51,4
33,1
63,1
49,8
32,2
60,7
48,1
32,3
15.351
14.652
13.978
13.210
12.480
12.080
-5,5
-21,3
7.175
7.125
7.020
6.915
6.921
6.971
0,1
-2,8
31.018
32.227
32.159
31.221
30.350
30.075
-2,8
-3,0
51.015
64.070
70.362
73.417
75.721
74.600
3,1
46,2
7,4
11,9
32,4
9,7
12,5
31,2
9,7
11,9
30,0
9,5
12,0
28,7
9,7
12,3
27,1
10,2
12,7
26,7
0,2
0,3
-1,6
2,8
0,8
-5,7
2.845
2.735
2.519
2.418
2.302
2.345
-4,9
-17,6
1.659
1.734
1.706
1.785
1.802
1.845
1,0
11,2
30.470
29.927
29.199
27.773
25.170
24.877
-9,4
-18,4
10,6
14,8
21,1
13,2
15,9
21,9
13,5
16,3
22,2
13,5
15,9
23,0
13,2
15,4
22,9
13,3
15,3
22,9
-0,3
-0,5
-0,1
2,7
0,5
1,8
3.003
3.142
3.110
2.963
2.823
2.814
-4,7
-6,3
1.912
2.135
2.210
2.191
2.191
2.212
0,0
15,7
19.900
21.000
21.600
22.300
21.600
21.400
-3,1
7,5
9,6
9,6
9,8
10,0
10,7
10,9
0,7
1,3
9.063
9.197
9.529
9.689
10.040
10.200
3,6
12,5
(segue)
18
(continua)
PosteMobile (Gruppo Poste
Italiane) (*)
Telefonia mobile (%)
N. clienti a fine esercizio
(telefonia mobile) (migliaia) (2)
Fastweb (*)
Telefonia fissa (voce+dati) (%)
Telefonia fissa (broadband) (%)
Telefonia mobile (%)
N. accessi retail alla rete fissa a
fine esercizio (migliaia)
N. clienti a fine esercizio
(telefonia mobile) (migliaia) (2)
Tiscali (*)
Telefonia fissa (voce+dati) (%)
Telefonia fissa (broadband) (%)
N. accessi retail alla rete fissa a
fine esercizio (migliaia)
di cui: N. accessi Broadband retail
alla rete fissa (migliaia)
N. clienti a fine esercizio
(telefonia mobile) (migliaia) (2)
1,8
2,1
2,6
2,9
3,5
3,7
0,6
1,9
1.690
2.032
2.488
2.838
3.308
3.473
16,6
105,5
7,4
11,7
0,5
7,3
11,8
0,6
8,3
12,9
0,7
9,3
14,0
0,8
10,3
14,4
0,9
10,8
14,7
1,0
1,0
0,4
0,1
3,4
3,0
0,5
1.724
1.595
1.767
1.942
2.072
2.157
6,7
25,1
503
540
675
816
844
919
3,4
82,8
1,9
4,2
1,8
3,7
1,8
3,6
2,0
3,7
2,0
3,4
2,0
3,2
0,0
-0,3
0,1
-1,0
628
547
518
542
524
575
-3,2
-8,4
550
494
479
498
481
457
-3,5
-16,9
84
140
138
142
92
107
n.c.
n.c.
(*) Operatore MVNO.
(1) In punti percentuali per le quote di mercato e in % per il numero di accessi e clienti.
(2) Si tratta del numero totale di Sim, cioè quelle che hanno effettuato almeno una ricarica negli ultimi 12 mesi, ad eccezione di
Tiscali, per la quale nel 2014 è disponibile solo il numero delle Sim attive e trafficanti.
Fonte: R&S-Mediobanca
19
Tabella 4 – Suddivisione dei ricavi per operatore
Dati in milioni di euro
2010
2013
in %
Telecom Italia
Telefonia fissa Italia
Telefonia mobile Italia
Telefonia Tim Brasile
Telefonia Argentina (1)
Vendita telefoni e accessori
Altri ricavi
TOTALE (2)
Rettifiche
TOTALE RICAVI NETTI (2)
13.579
7.383
5.388
790
1.173
713
29.026
-1.939
27.087
Vodafone Omnitel B.V. (3)
Telefonia mobile
Telefonia fissa
Vendita telefoni e accessori
Altri ricavi
TOTALE
7.380
878
416
131
8.805
Wind Telecomunicazioni
Telefonia mobile
Telefonia fissa
Vendita telefoni e accessori
Altri ricavi
TOTALE
3.847
1.776
143
5
5.771
3 Italia
Telefonia mobile
Telefoni e accessori
Altri ricavi
TOTALE
1.676
172
18
1.866
Fastweb
Telefonia fissa e mobile (4)
Vendita telefoni e accessori
Altri ricavi
TOTALE
1.663
85
132
1.880
Tiscali
Telefonia fissa
Telefonia mobile
Altri ricavi
TOTALE
229
3
46
278
46,8
25,4
18,6
2,7
4,0
2,5
100,0
85,5
10,2
4,8
1,5
100,0
66,7
30,7
2,5
0,10
100,0
89,8
9,2
1,0
100,0
88,5
4,5
7,0
100,0
82,4
1,1
16,5
100,0
in %
11.491
5.081
5.398
1.923
389
24.282
-1.357
22.925
4.958
846
625
178
6.607
3.282
1.295
239
13
4.829
1.402
633
46
2.081
1.462
69
111
1.642
177
3
43
223
Var %
20142013
Var %
20142010
48,6
-7,1
-21,4
20,8
-10,3
-38,3
22,0
-10,5
-10,4
-
-
-
2014
47,3
20,9
22,2
0,0
7,9
1,6
100,0
75,0
12,8
9,5
2,7
100,0
68,0
26,8
4,9
0,3
100,0
67,4
30,4
2,2
100,0
89,0
4,2
6,8
100,0
79,4
1,3
19,3
100,0
in %
10.672
4.558
4.829
1.826
71
21.956
-832
21.124
4.415
885
566
183
6.049
2.975
1.192
220
6
4.393
1.376
506
47
1.929
1.459
66
163
1.688
164
6
43
213
8,3
-5,0
55,7
0,3
-81,7
-90,0
100,0
-9,4
-22,2
-7,7
-19,7
73,0
-11,0
-40,2
14,6
4,6
0,8
9,4
-9,4
36,1
3,0
2,8
39,7
100,0
-8,4
-31,3
67,7
-9,4
-22,7
27,1
-8,0
-32,9
5,0
-7,9
53,8
0,1
-53,8
20,0
100,0
-9,0
-23,9
71,3
-1,9
-17,9
26,2
-20,1
194,2
2,4
2,2
161,1
100,0
-7,3
3,4
86,4
-0,2
-12,3
3,9
-4,3
-22,4
9,7
46,8
23,5
100,0
2,8
-10,2
77,0
-7,3
-28,4
2,8
100,0
100,0
20,2
0,0
-6,5
100,0
-4,5
-23,4
(segue)
20
(continua)
Totale
Telefonia fissa
Telefonia mobile
Vendita telefoni e accessori
Altri ricavi
TOTALE
Rettifiche Telecom Italia
TOTALE RICAVI NETTI
18.378
26.214
1.989
1.045
47.626
-1.939
45.687
38,6
55,0
4,2
2,2
100,0
15.271
20.124
3.489
780
39.664
-1.357
38.307
38,5
50,7
8,8
2,0
100,0
14.372
18.159
3.184
513
36.228
-832
35.396
39,7
-5,9
-20,7
50,1
-9,8
-29,3
8,8
-8,7
60,1
1,4
-34,2
-50,9
100,0
-8,6
-22,6
-7,5
-21,2
(1) Variazioni calcolate su base omogenea. Nell'ottobre 2010 il Gruppo Telecom Italia ha acquisito il controllo del Gruppo Telecom
Argentina, attivo prevalentemente nel settore mobile (dal quale ha sviluppato il 68% del fatturato nel 2010, il 71% nel 2011 e il
73% nel 2012); quest'ultimo è stato classificato tra le discontinued operations nel 2013.
(2) Al netto dei contributi e canoni per l'esercizio di attività di telecomunicazioni (484 milioni nel 2010, 675 milioni nel 2011, 621
milioni nel 2012, 482 milioni nel 2013 e 449 milioni nel 2014).
(3) Esercizi chiusi nel marzo 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015.
(4) Dal 2011 non è disponibile il dettaglio dei ricavi da telefonia mobile (pari a 44 milioni nel 2010).
Fonte: R&S-Mediobanca
21
Tabella 5 – Ricavo medio mensile per cliente
Euro per cliente al mese
2010 2011 2012 2013 2014
Var %
20142013
Var %
20142010
Telecom Italia
Accesso fisso broadband
Telefonia mobile Italia
18,6
19,7
18,4
17,4
18,5
15,5
19,1
13,1
19,7
12,1
3,1
-7,6
5,9
-38,6
Vodafone Omnitel B.V. (1)
Telefonia mobile
20,4
19,5
17,2
14,5
13,9
-4,2
-31,9
Wind Telecomunicazioni
Accesso fisso broadband
Telefonia mobile
18,3
16,6
19,3
15,6
19,1
14,4
20,5
12,3
21,6
11,3
5,4
-8,1
18,0
-31,9
3 Italia
Telefonia mobile
15,9
13,8
13,0
11,8
11,7
-0,8
-26,4
PosteMobile
Telefonia mobile
9,8
8,9
8,6
7,0
5,7
-18,6
-41,8
18,4
18,5
17,3
15,9
14,8
-6,7
-19,4
Tiscali (1)
Accesso fisso broadband
(1) Nostre stime su dati di bilancio.
Fonte: R&S-Mediobanca
22
Tabella 6 – Dati medi per dipendente
Migliaia di euro
Telecom Italia
Fatturato
Valore aggiunto netto
Costo del lavoro
CLUP
N. di dipendenti (n. medio) (1)
Var %
20142013
Var %
20142010
2010
2011
2012
2013
2014
386
140
53
37,9
374
135
50
37,0
368
130
49
37,7
385
136
51
37,5
356
126
52
41,3
-7,5
-7,8
-7,4
-10,0
2,0
-1,9
70.150 78.369 78.564 59.527 59.285
-0,4
-10,8
-3,1
-17,8
-24,7
-66,3
12,7
6,0
Vodafone Omnitel B.V. (2)
Fatturato
Valore aggiunto netto
Costo del lavoro
CLUP
1.171
433
67
15,5
1.186
409
68
16,6
1.094
305
70
23,0
994
194
63
32,5
963
146
71
48,6
N. di dipendenti (n. medio)
7.518
7.278
7.026
6.650
6.283
-5,5
-16,4
799
218
59
27,1
771
204
59
28,9
759
182
58
31,9
695
145
56
38,6
632
130
55
42,3
-9,1
-20,9
-10,3
-40,4
-1,8
-6,8
N. di dipendenti (n. medio)
7.227
7.041
6.931
6.945
6.955
0,1
-3,8
3 Italia
Fatturato
Valore aggiunto netto
Costo del lavoro
CLUP
680
30
58
193,3
751
-9
41
n.c.
830
59
52
88,1
734
49
55
112,2
676
44
47
106,8
-7,9
-0,6
N. di dipendenti (n. medio)
2.742
2.755
2.792
2.837
2.853
547
92
63
68,5
513
66
58
87,9
522
71
59
83,1
652
73
71
97,3
674
85
70
82,4
3.436
3.401
3.257
2.518
2.506
Wind Telecomunicazioni
Fatturato
Valore aggiunto netto
Costo del lavoro
CLUP
Fastweb
Fatturato
Valore aggiunto netto
Costo del lavoro
CLUP
N. di dipendenti (n. medio)
-10,2
46,7
-14,5
-19,0
0,6
4,0
3,4
23,2
16,4
-7,6
-1,4
11,1
-0,5
-27,1
(segue)
23
(continua)
Tiscali
Fatturato
Valore aggiunto netto
Costo del lavoro
CLUP
274
36
42
116,7
292
18
41
227,8
N. di dipendenti (n. medio)
262
38
39
102,6
249
50
39
78,0
238
40
39
97,5
-4,4
-13,1
-20,0
11,1
0,0
-7,1
1.017
917
892
898
893
-0,6
-12,2
(1) L'incremento del 2011 e la diminuzione del 2013 sono essenzialmente dovuti al consolidamento ed alla riclassificazione tra le
discontinued operations del Gruppo Telecom Argentina. Variazione 2014/2010 del n. medio dei dipendenti calcolata in termini
omogenei.
(2) Dati al 31 marzo.
Fonte: R&S-Mediobanca
24
Tabella 7 – Incidenze % sul fatturato
Var. p.p.
20142010
2010
2011
2012
2013
2014
Telecom Italia
Valore aggiunto
- Costo del lavoro
Margine operativo lordo
Margine operativo netto
Risultato corrente
56,8
14,9
41,9
21,5
14,4
55,0
13,6
41,4
22,6
15,7
53,8
13,6
40,2
21,8
15,2
55,2
13,5
41,7
21,8
14,2
55,7
14,8
40,9
20,6
13,2
-1,1
Vodafone Omnitel B.V.
Valore aggiunto
- Costo del lavoro
Margine operativo lordo
Margine operativo netto
Risultato corrente
49,4
5,7
43,7
31,3
31,1
47,0
5,7
41,3
28,7
28,5
41,8
6,4
35,4
21,5
21,3
36,6
7,8
28,8
11,7
11,6
34,4
7,6
26,8
7,6
7,6
-15,0
Wind Telecomunicazioni
Valore aggiunto
- Costo del lavoro
Margine operativo lordo
Margine operativo netto
Risultato corrente
44,6
6,7
37,9
20,5
-1,4
45,9
6,9
39,0
19,6
2,2
45,7
6,5
39,2
17,4
-1,0
47,0
6,7
40,3
14,1
-6,6
48,2
7,1
41,1
13,4
-18,1
3,6
3 Italia
Valore aggiunto
- Costo del lavoro
Margine operativo lordo
Margine operativo netto
Risultato corrente
19,0
8,6
10,4
-4,1
-10,6
11,8
5,6
6,2
-6,7
-12,5
17,3
6,3
11,0
0,8
-3,3
18,8
7,6
11,2
-0,9
-5,1
20,2
6,9
13,3
-0,4
-4,9
Fastweb
Valore aggiunto
- Costo del lavoro
Margine operativo lordo
Margine operativo netto
Risultato corrente
37,8
11,4
26,4
5,4
2,6
37,3
12,2
25,1
0,8
-3,6
39,5
11,3
28,2
2,2
-2,0
38,2
11,2
27,0
-0,1
-2,1
40,3
10,6
29,7
2,0
o
Tiscali
Valore aggiunto
- Costo del lavoro
Margine operativo lordo
Margine operativo netto
Risultato corrente
30,5
15,6
14,9
-2,3
-7,4
26,9
14,3
12,6
-8,0
-13,6
32,7
14,7
18,0
-0,3
-5,9
38,0
15,5
22,5
4,7
-1,2
33,7
16,4
17,3
0,1
-7,3
In % del fatturato
Fonte: R&S-Mediobanca
25
-0,1
-1,0
-0,9
-1,2
1,9
-16,9
-23,7
-23,5
0,4
3,2
-7,1
-16,7
1,2
-1,7
2,9
3,7
5,7
2,5
-0,8
3,3
-3,4
-2,6
3,2
0,8
2,4
2,4
0,1
Tabella 8 – Struttura finanziaria
2010
Telecom Italia
DF/capitale netto (%)
ROI
ROE
Vodafone Omnitel B.V.
DF/capitale netto (%)
ROI
ROE
Wind telecomunicazioni
DF/capitale netto (%)
ROI
ROE
3 Italia
DF/capitale netto (%)
ROI
ROE
Fastweb
DF/capitale netto (%)
ROI
ROE
Tiscali
DF/capitale netto (%) (1)
ROI (1)
ROE(1)
2012
2013
2014
118,7 146,7 162,1
10,4 12,1 12,7
12,1 -17,4
-7,7
173,2
11,9
-3,8
159,4
10,8
8,0
8,0
17,5
4,0
4,8
10,4
1,9
9,2
63,4
30,1
2011
30,1
50,8
21,1
22,8
35,4
9,1
605,8 780,0 790,1 1.191,4 10.100,2
11,1
9,6
8,7
6,7
5,8
-14,2 -10,7
-9,4
-38,0
n.c.
214,3 281,8 342,8
-1,3
-2,2
0,3
5,8 -11,3
-4,2
383,6
-0,3
-8,7
418,6
-0,1
-7,3
223,3 256,4 287,2
4,4
0,8
1,6
-8,5 -11,7
-9,6
322,3
-0,1
-8,5
386,6
1,4
-11,0
n.c.
n.c.
n.c.
n.c.
n.c.
n.c.
n.c.
n.c.
n.c.
n.c.
n.c.
n.c.
DF=debiti finanziari
(1) La società ha il capitale netto negativo nell'intero quinquennio
Fonte: R&S-Mediobanca
26
n.c.
n.c.
n.c.