Telecomunicazioni
Transcript
Telecomunicazioni
Annuario R&S 2015 Principali operatori delle telecomunicazioni 2010-2014 Summary Settore Nel 2014 il settore delle telecomunicazioni ha rappresentato in Italia il 2% del Pil, il 2,7% della spesa delle famiglie e il 5,1% degli investimenti complessivi. I ricavi sono stati pari a 32 miliardi di euro (7,7% sul 2013 e -24% sul 2010), con prevalenza di quelli della rete fissa (16,4 mld) su quelli del mobile (15,6 mld). In contrazione sia i ricavi della rete mobile (-10,4% sul 2013 e -28,9% sul 2010) sia quelli della rete fissa (-4,9% sul 2013 e -18,7% sul 2010) pur con dinamiche diverse dei volumi di traffico: in diminuzione dell’11,6% sul 2013 (del 37,7% sul 2010) i minuti sul fisso, in crescita del 5,9% quelli del mobile (+33,6% sul 2010). Clienti Nel periodo 2010-14 il numero dei clienti della rete mobile è pressoché stabile (+0,1%), a differenza degli accessi alla rete fissa (voce più dati) in contrazione dell’8,5%, per effetto del calo del 18,7% dei numeri di Telecom Italia, in parte bilanciato dal rialzo del 13,6% degli accessi degli altri operatori. Gli accessi in banda larga su rete fissa sono invece aumentati del 9,7%. Queste tendenze si confermano anche nei primi sei mesi del 2015 con la riduzione degli accessi fissi (Telecom Italia 3,2% e OLO +2,5%) e del numero di clienti nel mobile (-1,1%), mentre crescono gli accessi alla banda larga (+1,9%). Quote Italia Quanto alle quote di mercato in Italia a fine giugno 2015: Mobile (inclusi MVNO): Telecom Italia 32,3% (-0,6 p.p. sul 2010), Vodafone Italia 26,7% (5,7 p.p. sul 2010), Wind 22,9% (+1,8 p.p.), 3 Italia 10,9% (+1,3 p.p.), PosteMobile 3,7% (+1,9 p.p.), Fastweb 1,0% (+0,5 p.p.); le quote degli operatori MVNO sono quasi raddoppiate, passando dal 3,8% delle sim complessive del 2010 al 7,1% del giugno 2015, comunque ancora inferiori a quelle degli operatori virtuali nei principali paesi europei, in particolare della Germania con una quota stimata al 24%; Dalla aggregazione tra Wind Telecomunicazioni e 3 Italia nascerà il primo operatore del settore mobile in Italia, con una quota al 30 giugno 2015 pari al 33,8%, superiore al 32,3% di Telecom Italia; Fisso (voce + dati): Telecom Italia 59,3% (-12,3 p.p sul 2010), Wind 13,3% (+2,7 p.p.), Vodafone Italia 10,2% (+2,8 p.p.), Fastweb 10,8% (+3,4 p.p), Tiscali 2%; Broadband: Telecom Italia 47,5% (-7,4 p.p. sul 2010), Wind 15,3% (+0,5 p.p.), Fastweb 14,7% (+3 p.p), Vodafone 12,7% (+0,8 p.p.), Tiscali 3,2% Quote estero Nel mobile i principali paesi europei hanno nel 2014 le seguenti quote di mercato: Francia: Orange (33,9%), SFR (28,7%), Boygues Telecom (13,9%), Iliad (12,6%; il Gruppo è attivo nel business mobile a partire dal 2012) e altri (10,8%); 1 Germania: Telefónica (37,4%), Deutsche Telekom (34,6%) e Vodafone (28%); 1 Spagna: Telefònica (30,7%), Vodafone (23,4%), Orange (23%), Yoigo (6,7%), altri (16,2%); UK: Everything Everywhere (29,4%), O2 (27,1%), Vodafone (19,4%), 3 UK (10,2%), altri (13,9%) Telecom e peer europei Nel confronto internazionale Telecom Italia ha segnato nel 2014 la seconda migliore redditività industriale (Mon sul fatturato al 20,6%) dietro a quella di BT (24,3%) e davanti a quelle di Vimpelcom (18,6%), Telefónica (13,1%) e Orange (13%). Telecom Italia segna anche il migliore valore aggiunto netto per addetto pari a 126 mila euro, cui si abbina un costo unitario del lavoro inferiore alla media (53 mila euro). Ciò porta al secondo migliore Clup (costo del lavoro su valore aggiunto), pari al 41,7%, dopo il 26,7% di Iliad e prima di Telefónica con il 51,8%. I livelli relativamente meno soddisfacenti sono segnati da Deutsche Telekom (73,1%, anche per l’elevato costo del lavoro unitario: 62mila euro) e Vodafone (67,1%) che ha il minore valore aggiunto per addetto (76mila euro). Dal punto di vista patrimoniale, nel 2014 Vodafone riporta la struttura finanziaria più solida, con la minore incidenza dei debiti finanziari sul patrimonio netto (51,8%), seguita da Iliad (52,9%), Orange (108%), Deutsche Telekom (158,9%), Telecom Italia (159,4%, in miglioramento rispetto al 173% del 2013), Telefónica (185%) e Vimpelcom (682,2% rispetto al 322% nel 2013). In tema di investimenti Telecom Italia si colloca in posizione arretrata: essi si attestano al 3,5% dello stock delle immobilizzazioni materiali di inizio periodo, in linea con BT (3,8%), ma al di sotto dei maggiori operatori, Iliad (19,2%), Vodafone (15,7%) e la russa Vimpelcom (14,1%). In Italia i ricavi aggregati dei principali sei gruppi di telefonia si sono contratti (su base omogenea) del 7,5% nel 2014 a 35,4 mld di euro, con il fatturato da telefonia mobile pari a 18,2 mld dai 20,1 mld del 2013 (-9,8%, e quello da telefonia fissa a 14,4 mld (-5,9%); in diminuzione anche i ricavi da vendita di apparecchi e accessori telefonici (-8,7% a 3,2 mld). Sul periodo 2010-2014 i cali si aggravano: -20,7% il fisso, -29,3% il mobile, mentre le vendite di apparecchi telefonici sono schizzate (+60%). L’incidenza dei principali margini sul fatturato è in peggioramento dal 2010 per tutti i gruppi. Tre di essi hanno nel 2014 un risultato corrente negativo (Wind -18,1%; 3 Italia -4,9%, Tiscali: -7,3). Nel 2014 Telecom Italia riporta i valori più elevati sia di mon (20,6%) che di risultato corrente (13,2%). Segue Vodafone Italia con risultato corrente pari al 7,6% dei ricavi, in marcato ridimensionamento rispetto al 31% del 2010; il trend è confermato da Roi e Roe, entrambi in peggioramento per tutti i gruppi, ad eccezione di Telecom Italia che torna all’utile con un Roe all’8% nel 2014 dopo le perdite del 2013. Circa la produttività del lavoro, nel 2014 Vodafone Italia è al primo posto (146 mila euro), seguita da Wind con 130mila euro e da Telecom Italia con 126mila euro. Tiscali e 3 Italia segnano i valori più bassi (attorno ai 45mila euro). A Telecom Italia spetta il miglior Clup, pari al 41,3%, seguita dal 42,3% di Wind Telecomunicazioni e dal 48,6% di Vodafone Italia. 3 Italia e Fastweb presentano valori attorno al 100% (rispettivamente, 106,8% e 97,5%). 1 Le quote includono le sim cards vendute in wholesale agli MVNO (non scorporabili per mancanza di dettaglio). 2 Arpu Nella telefonia mobile i ricavi medi mensili di Telecom Italia e PosteMobile subiscono le diminuzioni più accentuate nel quinquennio (-38,6% Telecom, -41,8% PosteMobile), seguite da Wind e Vodafone (con il -31,9% ciascuno). L’Arpu più elevato nel 2014 è ancora quello di Vodafone (13,9 euro/mese), seguita da Telecom (12,1 euro), 3 Italia (11,7 euro) e Wind (11,3 euro), mentre PosteMobile segna livelli molto inferiori (5,7 euro, quasi dimezzato dai 9,8 euro del 2010). In salita gli Arpu nel broadband fisso: il valore più elevato è quello di Wind, con 21,6 euro/mese, in rialzo del 18% sul 2010, seguita da Telecom con 19,7 euro/ mese (+5,9% sul 2010). Il mercato delle Tlc in Italia Nel 2014 il settore delle telecomunicazioni ha rappresentato il 2% del Pil italiano (2,2% nel 2013, in continua flessione dal 2,9% del 2009), il 2,7% della spesa delle famiglie (2,9% nel 2013) e il 5,1% degli investimenti complessivi (5% nel 2013) 2. L’Italia è tra i Paesi con il più ampio tasso di penetrazione di fonia mobile (numero di carte Sim in % della popolazione), con una percentuale pari al 154% a fine 2014 (in diminuzione dal 159% del 2013), dietro al 172% della Finlandia e al 168% della Russia ma davanti al 151% dell’Olanda, al 137% della Germania, al 134% della Svezia, al 130% della Gran Bretagna, al 125% della Francia e al 108% della Spagna 3. Il settore è liberalizzato dal 1998 ma le tariffe sono regolate dall’Agcom. La finalità della regolazione è di garantire pari opportunità di accesso a tutti gli operatori. L’Agcom ha progressivamente ridotto le “tariffe di terminazione” delle chiamate vocali sul mobile, cadute da un range di 6,6/9 centesimi al minuto (a seconda dell’operatore) nel 2010/2011 a 0,98 centesimi dal secondo semestre 2013, valore applicabile a tutti gli operatori eccetto 3 Italia; l’asimmetria tariffaria è cessata nel gennaio 2014 con l’applicazione anche a quest’ultima della tariffa generale, destinata a ridursi di 0,02 centesimi all’anno fino a 0,92 centesimi nel 2017. Analoghi interventi del regolatore hanno riguardato la telefonia fissa, con l’abbassamento del canone d’accesso alla rete in rame di Telecom Italia che ha subìto nel 2013 minori introiti per 111 milioni di euro e 45 milioni nel 2014. Nel 2014 i ricavi del mercato italiano sono stati pari a 32 miliardi di euro, in diminuzione del 7,7% sul 2013 (circa 2,7 mld in meno) e del 24% sul 2010 (10 mld in meno). 4 Mentre nel 2013 essi erano ugualmente suddivisi tra rete fissa e mobile (17 mld ciascuno), nel 2014 tornano a prevalere quelli da rete fissa che anche nell’ultimo anno flettono meno rispetto al settore mobile (con variazioni, rispettivamente pari al -4,9% ed al -10,4%). I volumi di traffico continuano a presentare dinamiche diverse: in diminuzione dell’11,6% sul 2013 i minuti sul fisso (a 59,3 mld di minuti), in crescita del 5,9% quelli del mobile (165,7 mld di minuti). Queste tendenze proseguono dal 2010: calo dei ricavi sia per fisso (-18,7%) che per mobile (28,9%) e volumi di traffico in caduta sulla rete fissa (-37,7%) ed in forte ascesa sul mobile (+33,6%). Dopo due anni di calo, il numero dei clienti della rete mobile è tornato nel 2014 sui livelli del 2010 (94,2 milioni). Gli accessi alla rete fissa (voce più dati) si sono contratti dell’8,5%, passando da 22,5 milioni di linee del 2010 alle 20,6 milioni, proseguendo anche nel 1° semestre 2015 (-200 mila linee). Gli accessi in banda larga su rete fissa sono invece aumentati del 9,7%, da 13,1 a 14,4 milioni di linee, salendo ulteriormente a 14,6 milioni a fine giugno 2015. Rispetto al 2013 si registrano flessioni non dissimili sia per gli accessi alla rete fissa che a quella mobile (rispettivamente, -2,5% e -2,8%) e solo gli accessi alla banda larga segnano un progresso (+2,6%). Nella telefonia mobile diminuisce il ruolo delle Sim prepagate che rappresentano nel 2014 il 79,8% delle linee (quota scesa ulteriormente al 78,2% a giugno 2015) rispetto all’84,4% del 2010; sempre nel 2 Fonte: Agcom, Relazione annuale 2015. 3 Fonte: The Office of Communications-Ofcom. 4 Si tratta della somma della spesa finale per servizi retail (clientela residenziale e business) e dei ricavi da servizi intermedi forniti ad altri operatori (servizi wholesale). 3 mobile, il traffico dati è aumentato nel 2014 del 46,2% su base annua, con le sim che hanno svolto traffico dati in notevole crescita (dal 24,4% nel 2010 al 46% dello stock complessivo di fine 2014). I maggiori operatori nazionali: numero di accessi e quote di mercato Anche in Italia il settore delle telecomunicazioni è interessato da importanti operazioni di concentrazione. Attualmente i più importanti operatori sono sei. Telecom Italia e Tiscali sono gruppi indipendenti: il primo con azionista di riferimento il gruppo francese Vivendi, il secondo riconducibile fino al novembre 2015 a Renato Soru cui faceva capo il 17,8% del capitale ma diventato a maggioranza russa dopo la fusione con il gruppo Aria (controllato dal russo Aleksandar Nesis) i cui soci, a partire dal 23 dicembre 2015, detengono il 40,81% del capitale. 5 Le altre quattro società rappresentano il presidio italiano di gruppi esteri ad ampia presenza internazionale: Vodafone Omnitel B.V. (Vodafone Italia), controllata dall’inglese Vodafone Group, Wind Telecomunicazioni controllata dal Gruppo russo VimpelCom (con sede in Olanda), 3 Italia (dalla cinese CK Hutchison Holdings) e Fastweb (Gruppo Swisscom). Nell'agosto 2015 i Gruppi VimpelCom e CK Hutchison Holdings hanno raggiunto un accordo per la gestione paritetica delle loro attività di telecomunicazioni in Italia, con la costituzione di una nuova società partecipata al 50% dai due gruppi che assumerà il controllo di Wind Telecomunicazioni e di 3 Italia, creando un operatore con oltre 31 milioni di clienti nel mobile, 2,8 milioni nel fisso e un fatturato pro-forma 2014 di 6,4 miliardi di euro Telecom Italia resta il principale operatore, con quote di mercato ancora importanti: nel giugno 2015 il 59,3% nella telefonia fissa (voce+dati), il 47,5% degli accessi broadband ed il 32,3% della telefonia mobile. Si tratta di posizioni in riduzione rispetto al 2010, specialmente nella telefonia fissa (meno 12,3 punti percentuali). Nella telefonia mobile la contrazione è inferiore al punto percentuale, il numero di clienti è sceso del 3%. Nel 2014 Telecom Italia ha limitato la perdita di quote di mercato in tutti i settori (2,4 punti negli accessi alla rete fisica e -1,7 punti nella banda larga), ma ha subìto un’importante riduzione del numero degli accessi retail alla propria rete fissa, calati da 13 milioni del 2013 a 12,5 milioni del 2014 (5,5%; ulteriormente scesi a 12,1 milioni a fine giugno 2015), per effetto della crescita degli altri operatori (+2,7% sul 2013). I loro accessi nel 2014 sono avvenuti per l’89% tramite l’infrastruttura di Telecom Italia, quota che si è contratta di oltre 7 punti dal 2010 per lo sviluppo di reti di proprietà, soprattutto quella in fibra ottica di Fastweb. Nel mobile è aumentata l’importanza degli operatori c.d. MVNO-Mobile Virtual Network Operator (privi di rete propria, stipulano accordi commerciali con i proprietari di rete), la cui incidenza è raddoppiata passando dal 3,8% del 2010 al 7,1% del 2014 delle SIM. Il loro ruolo è ancora limitato rispetto agli altri Paesi europei: 24% in Germania, 16% in Spagna e tra l’11% ed il 14% circa in Francia e UK. In Italia PosteMobile (gruppo Poste Italiane) è il primo MVNO con 3,3 milioni di SIM pari al 3,5% del mercato (salite a 3,5 milioni e al 3,7% del mercato nel giugno 2015) e al 52,2% delle linee MVNO. Vodafone Italia è il secondo operatore mobile con una quota del 26,7% nel giugno 2015, in diminuzione di 5,7 punti sul 2010, la maggiore riduzione tra i principali operatori. Nel 2014 la società ha perso la prima posizione nella clientela residenziale mobile (26,9% nel giugno 2015, dal 27,2% nel dicembre 2014 e 31,7% nel 2013), a vantaggio di Telecom Italia (stabile attorno al 27,5% tra fine giugno 2015 e dicembre 2014) che occupa la leadership anche nella clientela business con il 58,8% del mercato (scesa al 58,1% nel giugno 2015). Sempre nel 2014 la società ha perso la prima posizione anche nel settore delle carte prepagate (il 27,9% del mercato contro il 29,4% di Telecom Italia). Vodafone Italia ha invece guadagnato importanti quote di mercato nel fisso, grazie anche all’acquisizione nel 2008 di Teletu, e 5 Nel giugno 2015 il gruppo Vivendi ha acquisito l’8,24% di Telecom Italia da Telefonica (contro cessione dell’operatore brasiliano GVT), giungendo poi al 20% attraverso successive acquisizioni di titoli sul mercato; nel successivo mese di ottobre l’imprenditore francese Xavier Niel (principale azionista dell’operatore telefonico Iliad) ha dichiarato di avere stipulato differenti contratti di opzione call che gli consentono di acquisire, in più riprese, il 15,1% del capitale di Telecom Italia. 4 rappresenta nel giugno 2015 il quarto operatore con il 10,2% (+2,8 punti sul 2010), alle spalle di Telecom (59,3%), Wind Telecomunicazioni (13,3%) e Fastweb (10,8%). Attraverso il marchio “Infostrada”, Wind Telecomunicazioni è il secondo operatore fisso (13,3%, +2,7 punti sul 2010) e nel comparto degli accessi a banda larga, con una quota del 15,3%. Con 21,4 milioni di utenti nel giugno 2015 (19,9 milioni nel 2010), Wind rappresenta il terzo operatore nella telefonia mobile: detiene una quota di mercato del 22,9%, in crescita di 1,8 punti sul 2010. Dal matrimonio con 3 Italia nascerà il primo operatore mobile in Italia. Fastweb è il terzo operatore negli accessi a banda larga con il 14,7% del mercato (dietro Telecom e Wind) e nel 2014 ha scavalcato Vodafone Italia nella telefonia fissa (voce+dati) portandosi al 10,8% del mercato a fine giugno 2015 (+3,4 punti sul 2010). Fastweb è in crescita anche nel mobile in qualità di operatore MVNO, con oltre 900mila Sim (1% del mercato). Con investimenti in immobilizzazioni materiali superiori ai 7 mld di euro dalla sua fondazione nel 1999, Fastweb nel dicembre 2014 gestiva 37,5 mila km di rete in fibra ottica di nuova generazione. 5 Tabella 1 – Numero di clienti e quote di mercato in Italia (2010-giu 2015) Numero di clienti Telefonia mobile 2010 2011 2012 2013 2014 Giu.2015 (migliaia di unità) Var. Var. 2014Giu.20152013 2010 (migliaia di unità) Totale Italia di cui MVNO 94.140 3.540 96.040 3.650 97.180 4.460 96.900 5.240 94.220 6.720 93.180 6.650 -960 3.110 -2.680 1.480 Telecom Italia (*) Vodafone Wind Telecomunicazioni 3 Italia PosteMobile Fastweb Tiscali Totale 7 operatori 31.018 30.470 32.227 29.927 32.159 29.199 31.221 27.773 30.350 25.170 30.075 24.877 -943 -5.593 -871 -2.603 19.900 9.063 1.690 503 84 92.728 21.000 9.197 2.032 540 140 95.063 21.600 9.529 2.488 675 138 95.788 22.300 9.689 2.838 816 142 94.779 21.600 10.040 3.308 844 92 92.422 21.400 10.200 3.473 919 107 91.051 1.500 1.137 1.783 416 n.c. -1.677 -700 351 470 28 n.c. -1.371 51.015 64.070 70.362 73.417 75.721 74.600 23.585 2.304 16.333 18.193 18.975 - - - n.c. n.c. 2013 2014 Giu.2015 Var. Giu. 2015-2010 (punti) Var. 20142013 (punti) (*) Oltre a: - Telefonia mobile in Brasile -Telefonia mobile in Argentina (1) (1) Riclassificate nel 2013 tra le discontinued operations. Quote di mercato Telefonia mobile (1) 2010 2011 2012 (in %) Telecom Italia Vodafone Wind Telecomunicazioni 3 Italia PosteMobile Fastweb Tiscali Totale 32,9 32,4 33,6 31,2 33,1 30,0 32,2 28,7 32,2 27,1 32,3 26,7 -0,6 -5,7 -1,6 21,1 9,6 1,8 0,5 0,1 98,4 21,9 9,6 2,1 0,6 0,1 99,1 22,2 9,8 2,6 0,7 0,1 98,5 23,0 10,0 2,9 0,8 0,1 97,7 22,9 10,7 3,5 0,9 0,1 97,4 22,9 10,9 3,7 1,0 0,1 97,6 1,8 1,3 1,9 0,5 n.c. -0,1 0,7 0,6 0,1 0,0 (1) SIM con almeno una ricarica negli ultimi 12 mesi 6 Quote di mercato – Telefonia fissa (voce+dati) 2010 2011 2012 2013 2014 Giu. 2015 Var. Giu.20152010 (In %) Var. 20142013 (punti) Telecom Italia Vodafone Wind Telecomunicazioni Fastweb Tiscali Totale 71,6 7,4 10,6 7,4 1,9 98,9 66,4 9,7 13,2 7,3 1,8 98,4 64,6 9,7 13,5 8,3 1,8 97,9 63,1 9,5 13,5 9,3 2,0 97,4 60,7 9,7 13,2 10,3 2,0 95,9 Quote di mercato – Telefonia fissa (broadband) 2010 2011 2012 2013 2014 49,8 12,0 15,9 14,0 3,7 95,4 48,1 12,3 15,4 14,4 3,4 93,6 59,3 10,2 13,3 10,8 2,0 95,6 Giu. 2015 -12,3 2,8 2,7 3,4 0,1 -3,3 -2,4 0,2 -0,3 1,0 -1,5 Var. Giu.20152010) Var. 20142013 -7,4 0,8 0,5 3,0 -1,0 -4,1 -1,7 0,3 -0,5 0,4 -0,3 -1,8 (in %) Telecom Italia Vodafone Wind Telecomunicazioni Fastweb Tiscali Totale 54,9 11,9 14,8 11,7 4,2 97,5 52,9 12,5 15,9 11,8 3,7 96,8 51,4 11,9 16,3 12,9 3,6 96,1 47,5 12,7 15,3 14,7 3,2 93,4 Fonte:elaborazioni R&S-Mediobanca su dati Agcom Il mercato delle Tlc in Europa Quasi tutte le principali compagnie telefoniche europee perseguono una strategia di integrazione tra fisso e mobile sfruttando la convergenza tra le piattaforme tecnologiche al fine offrire una gamma di servizi sempre più completa. 6. Le poche eccezioni, rappresentate dai c.d. pure-play operators, stanno però accelerando la diversificazione delle loro attività. E’ il caso di Vodafone, operante prevalentemente nel mobile, che nel 2014/15 ha portato il fisso al 20% dei ricavi (dall’8% del 2012) e della connazionale BT Group, prevalentemente attiva nella telefonia fissa ove copriva una quota di circa il 40% del mercato UK a fine 2014; la società dopo lo scorporo nel 2001 della MMO2, offre servizi di telefonia mobile solo a clienti corporate mediante una partnership con Everything Everywhere (joint-venture tra i gruppo Orange e Deutsche Telekom), da cui ottiene una quota marginale sul fatturato complessivo (pari a 20,3 mld); BT Group ha però raggiunto nel febbraio 2015 un accordo per acquisire il 100% di Everything Everywhere, il principale operatore nel mobile britannico. Il mercato della telefonia fissa vede in ogni Paese la leadership degli ex monopolisti proprietari della rete fissa.. Nel Regno Unito il processo di liberalizzazione ha condotto nel gennaio 2006 alla creazione di una divisione del Gruppo BT denominata Openreach alla quale è stata affidata la gestione delle infrastrutture. Openreach gode di autonoma governance e di separazione contabile e amministrativa, al fine garantire pari opportunità d’accesso alla rete a tutti i concorrenti. Il Gruppo Orange (già France Télécom) è l’ex monopolista che ha visto flettere maggiormente la propria quota di mercato nel traffico voce su rete fissa 6 Tra i fattori che stimolano la convergenza fisso-mobile, si può citare la diffusione dell’IP (Internet Protocol) per il trasporto di voce, dati e video, la disponibilità di nuove tecnologie a banda larga per l’accesso senza fili alla rete fissa e la crescente diffusione di terminali evoluti. 7 tra il 2009 ed il 2014 (-18%), seguita da Telefónica (-17%), Telecom Italia (-12%), BT Group (-5%) mentre Deutsche Telekom è in controtendenza essendo l’unico principale operatore ad incrementare le quote nel quinquennio (+5%). Nel mobile i principali operatori europei sono Vodafone (446 milioni di clienti con attività in 26 Paesi, principalmente in Gran Bretagna, Germania, Italia, Spagna e Turchia e con controllate anche in Africa e India), Telefónica (attiva in Spagna, in numerosi Paesi dell’America Latina tramite il marchio Movistar, in Gran Bretagna e Germania tramite O2 e in Brasile con Vivo, con oltre 340 milioni di clienti), Orange (presente in 29 nazioni, tra cui Francia, Spagna, Polonia, diversi Paesi dell’Africa e in Gran Bretagna, tramite Everything Everywhere, joint-venture paritetica con Deutsche Telekom, per complessivi 244 milioni di clienti) e Deutsche Telekom (in 50 Paesi, principalmente Germania e USA). Fra i maggiori operatori europei di Tlc, il Gruppo Telecom Italia non ha una significativa presenza in altri Paesi europei ma rappresenta il secondo operatore del mobile in Brasile con una quota di mercato del 26,4% e 74,6 milioni di abbonati nel giugno 2015 (dai 51 milioni del 2010) sviluppandovi il 30% circa del fatturato complessivo. 7 Il Gruppo CK Hutchison Holdings è la sola presenza extraeuropea: la conglomerata cinese è attiva principalmente ad Hong Kong (anche nel fisso), in Australia e in Europa (29,5 milioni di Sim registrate, di cui 25 milioni attive), dove opera con il marchio “3” principalmente in Gran Bretagna (10,3 milioni di clienti) e Italia (10 milioni a fine dicembre 2014, saliti a 10,2 milioni nel giugno 2015). Tabella 2 – Quote di mercato 2014 in alcuni Paesi europei Quote di mercato Telefonia mobile in alcuni Paesi europei (2014, in %) Francia Germania (1) Italia Spagna UK Orange 33,9 SFR (Numericable Group) 28,7 Bouygues Telecom 13,9 Telefónica (ex E-Plus + O2) 37,4 Deutsche Telekom 34,6 Telecom Italia 32,2 Vodafone 27,1 Wind Telecom. 22,9 3 Italia 10,7 Altri (2) 7,1 Telefónica 30,7 Vodafone 23,4 Orange 23,0 Yoigo 6,7 Altri 16,2 Everything Everywhere 29,4 O2 (Telefónica) 27,1 (3) Vodafone 19,4 3 UK (CK H. Holdings) 10,2 Altri 13,9 Vodafone 28,0 Iliad (Free) 12,6 Altri 10,8 Altri 0,0 (1) Le quote includono le sim cards vendute in wholesale agli MVNO (di cui manca il dettaglio). (2) Di cui: 3,7% PosteMobile e 0,9% Fastweb. (3) Nel gennaio 2015 la CK Hutchison Holdings ha raggiunto un accordo con Telefónica per l’acquisizione del marchio O2 in Gran Bretagna. In Gran Bretagna la joint venture Everything Everywhere rappresenta il primo operatore nella telefonia mobile con il 29,4% del mercato, seguita da Telefónica (marchio O2 in corso di cessione a CK Hutchison Holdings) con il 27,1%, Vodafone con il 19,4%, il Gruppo 3 con il 10,2% e gli operatori MVNO con 7 Telecom è invece in disimpegno dall’Argentina dove nel 2012 contava circa 19 milioni di clienti. 8 il 13,9%. 8 In Germania in prima posizione si colloca Telefónica con il 37,4% (nell’ultimo trimestre del 2014 il gruppo spagnolo ha rilevato la E-Plus dall’olandese KPN), seguita da Deutsche Telekom con il 34,6% e da Vodafone con il 28%. 9 In Francia la maggiore quota di mercato è detenuta dal Gruppo Orange (33,9%), seguita da altri tre operatori francesi: SFR (secondo operatore transalpino acquisito nel novembre 2014 da Numericable Group 10) con il 28,7%, Bouygues Telecom (Gruppo Bouygues operante principalmente nelle costruzioni) con il 13,9% e Iliad 11 (marchio Free, operativo dal 2012) al 12,6%; gli altri operatori sommano il 10,8%. In Spagna il mercato è ripartito tra Telefónica (30,7%), Vodafone (23,4%), Orange (23%), Yoigo (6,7%) 12 e altri operatori (16,2%). I bilanci dei principali operatori telefonici in Europa La seguente tabella contiene alcuni dati dei principali operatori telefonici europei con ricavi superiori ai 15 mld di euro nel 2014 e della francese Iliad (controllata da Xavier Niel). Tabella 3 – Dati economico-finanziari 2014 dei sette maggiori operatori europei Dati consolidati Deut. Tel. Voda fone Tele fónica Orange Telecom Italia BT Group Vimpel com Iliad Fatturato netto (€ mil.) 62.658 Conto economico (% sul fatturato) Valore aggiunto 47,3 Costo del lavoro 23,4 Margine operativo lordo 23,9 Margine operativo netto 8,6 Risultato corrente 4,0 Risultato netto 4,7 Dati per dipendente (‘000 di euro) Fatturato 265 Valore aggiunto netto (a) 85 Costo del lavoro (b) 62 CLUP (b/a in %) 73,1 54.214 50.377 39.445 21.124 20.330 16.166 4.168 37,5 9,9 27,5 4,9 2,7 13,6 44,2 14,1 30,1 13,1 6,5 6,0 51,3 23,0 28,3 13,0 7,9 2,3 55,7 14,8 40,9 20,6 13,2 6,4 69,1 28,7 40,4 24,3 19,1 13,5 n.d. n.d. 40,6 18,6 4,5 -3,3 35,7 4,9 30,8 13,9 11,8 6,8 515 76 51 67,1 418 114 59 51,8 260 94 60 63,9 356 126 53 41,7 229 122 66 54,1 289 n.d. n.d. n.d. N. medio di dipendenti 236.346 Indicatori economico-patrimoniali ROI (%) 6,5 ROE (%) 13,0 DF/capitale netto (%) 158,9 105.300 120.497 151.638 59.285 88.700 56.024 594 112 30 26,7 7.020 2,3 9,5 51,8 8,8 16,6 185,4 7,8 3,2 108,4 9,8 8,0 159,4 36,6 n.c. 1.209,4 11,9 -11,4 682,2 16,5 14,0 52,9 8 Orange e Deutsche Telekom hanno siglato un accordo per la cessione della Everything Everywhere all’inglese BT per 12,5 mld di GBP (da corrispondere in contanti ed in azioni di nuova emissione di BT; al termine dell’operazione, Deutsche Telekom e Orange deterranno, rispettivamente, il 12% ed il 4% del capitale di BT). 9 Dati inclusivi delle sim cards cedute in wholesale agli MVNO; il peso di questi ultimi nel mercato tedesco è stimabile al 24%. 10 Il Gruppo Numericable-SFR, quotato all’Euronext, è controllato al 78% da Altice, che nel maggio 2015 ha rilevato il 20% del capitale della società in precedenza detenuto da Vivendi. Altice S.A., multinazionale dei cavi e delle Tlc a sua volta quotata all’Euronext, è controllata dal fondatore Patrick Drahi. Il Gruppo è presente in Francia, Israele, Belgio e Lussemburgo, Portogallo e Svizzera. 11 Società quotata all’Euronext e controllata da Xavier Niel (54,7%). 12 Yoigo è controllata al 76,6% dal gruppo svedese TeliaSonera che fa capo allo Stato Svedese (37,3%) e a quello Finlandese (7,8%). 9 Deut. Tel. Fondi di ammortamento/ITL (%) Tasso di investimento (in % degli ITL) Età media contabile dei cespiti (anni) Voda fone Tele fónica Orange Telecom Italia BT Group Vimpel com Iliad 71,5 51,7 70,5 73,5 82,1 72,3 43,7 42,8 6,0 15,7 6,3 5,0 3,5 3,8 14,1 19,2 15,0 5,6 14,9 15,7 25,2 17,5 3,2 3,9 Fonte: R&S-Mediobanca su dati di bilancio La maggiore compagnia telefonica è Deutsche Telekom con oltre 62,6 mld di ricavi, di cui 22,4 mld originati dalla controllata USA e 8,2 mld. dalle vendite di apparecchi (il 13% del fatturato). Seguono Vodafone con 54 mld e il Gruppo Telefónica con 50 mld, di cui 24,3 mld relativi alle attività in America Latina (per 17 mld dalla sola telefonia mobile). A Telecom Italia spetta la seconda migliore redditività industriale: il margine operativo netto è pari nel 2014 al 20,6% del fatturato, appena inferiore a quello di BT (24,3%) e davanti alla russa Vimpelcom (18,6%), a Telefónica (13,1%) e Orange (13,0%). Telecom Italia è tornata all’utile dopo 3 bilanci consecutivi in perdita (nel triennio 2011-13 la società ha contabilizzato svalutazioni d’avviamenti per complessivi 14 mld di euro); nel 2014 Vimpelcom è l’unico operatore a chiudere in rosso l’esercizio. A Vodafone spetta la l’incidenza più elevata dell’utile sul fatturato (13,6%) grazie all’iscrizione di imposte differite attive per 7 mld di euro (25 mld nell’esercizio 2013-14) a valere su perdite fiscali realizzate in passato in Germania e Lussemburgo; la stessa Vodafone aveva realizzato nel 2013 utili record pari a 59,3 mld di Gbp, grazie alla plusvalenza da 45 mld di Gbp sulla cessione del 45% di Verizon Wireless al gruppo statunitense Verizon (incasso di 79 mld di Gbp, in parte in denaro in parte in azioni Verizon) 13. Telecom Italia segna anche la migliore produttività, con un valore aggiunto netto per addetto pari a 126 mila euro, cui si abbina il terzo minor costo del lavoro unitario (53 mila euro). Ciò porta al secondo migliore Clup (costo del lavoro su valore aggiunto), con un’incidenza pari al 41,7%, dopo il 26,7% di Iliad e davanti a Telefónica al 51,8%. I valori meno soddisfacenti sono segnati da Deutsche Telekom (73,1%, anche per l’elevato costo del lavoro unitario: 62mila euro) e Vodafone (67,1%) che ha il minore valore aggiunto per addetto (76mila euro). Dal punto di vista patrimoniale, Vodafone ha la struttura finanziaria più solida, con la minore incidenza dei debiti finanziari sul patrimonio netto (51,8%), dopo aver ridotto nel 2013/14 i debiti con gli introiti della vendita di Verizon Wireless di oltre 15 mld di euro. Il profilo finanziario di Telecom Italia appare relativamente più appesantito, con debiti finanziari pari al 159% dei mezzi propri, la stessa incidenza di Deutsche Telekom, ma meglio di BT Group (1.209%), Vimpelcom (682%) e Telefónica (185%). In tema di investimenti, Telecom Italia si colloca in posizione arretrata: sono pari al 3,5% dello stock delle immobilizzazioni materiali di inizio periodo, il valore più basso tra i peer, in linea con BT (3,8%), ma ben al di sotto di Vodafone (15,7%) e della russa Vimpelcom (14,1%). 14 I cespiti di Telecom appaiono quelli maggiormente ammortizzati (82,1%), in linea con la loro età media contabile, la più elevata (25 anni), seguita da quella di BT (17,5 anni), Orange (15,7 anni) e Deutsche Telekom (15 anni). Tutti i gestori di rete fissa scontano un’anzianità dei cespiti superiore agli operatori del mobile: Vodafone con 5,6 anni e Vimpelcom con 3,2 anni. 13 Nell’ambito di questa operazione, Vodafone Group ha acquisito da Verizon il 23% di Vodafone Omnitel B.V. (Vodafone Italia), giungendo al controllo totalitario della società. 14 Nel novembre 2013 Vodafone ha lanciato il”progetto primavera” ovvero un piano di investimenti biennale da 19 mld di GBP rivolti principalmente all’estensione della copertura 4G al 90% della popolazione europea e 3G al 95% della popolazione indiana ed all’estensione delle rete fisse di ultima generazione in Spagna, Italia e Portogallo. 10 I maggiori operatori italiani: fatturato e Arpu I ricavi aggregati dei principali sei maggiori gruppi italiani sono calati (su base omogenea) del 7,5% nel 2014 a 35,4 mld di euro. Ciò a causa dei servizi di telefonia mobile il cui fatturato si è contratto del 9,8%, a 18,2 mld, per 4,8 mld relativi alle attività brasiliane di Telecom Italia (in diminuzione sul 2013 del 10,5%, anche per la svalutazione media del real brasiliano sull’euro di oltre l’8%). Questa riduzione è però di minore intensità rispetto al calo del 14,1% registrato nel 2013, sul quale avevano anche inciso le revisioni tariffarie dell’Agcom sui servizi di terminazione mobile (con un impatto negativo sui conti del 2013 pari a 429 milioni di euro per Telecom Italia, 400 per Wind e 310 milioni per Vodafone Italia). I ricavi aggregati dei servizi di telefonia fissa sono diminuiti nel 2014 del 5,9% a 14,4 mld, mentre quelli da vendita di apparecchi e accessori telefonici si sono ridotti dell’8,7% a 3,2 mld (di cui 1 mld relativo alla controllata brasiliana di Telecom Italia), principalmente a causa della maggiore competizione anche ad opera degli operatori della grande distribuzione che hanno incrementato la loro penetrazione nel settore degli apparecchi telefonici. Con riferimento al periodo 2010-2014 le dinamiche si confermano ed aggravano: il fatturato del fisso si è ridimensionato del 20,7%, quello del mobile del 29,3%, mentre le vendite di apparecchi telefonici sono risultate in forte controtendenza (+60%).15 Il 50,1% del fatturato aggregato dei sei gruppi origina nel 2014 dalla telefonia mobile, un’incidenza in continua contrazione (55% nel 2010), il 39,7% deriva dai servizi di telefonia fissa (38,6% nel 2010), mentre la vendita di apparecchi ha generato l’8,8% dei ricavi complessivi (4,2% nel 2010). Tabella 4 – Fatturato aggregato dei sei maggiori operatori italiani (2010-2014) Sei maggiori gruppi italiani 2010 2013 € mil. in % del totale Telefonia fissa Telefonia mobile Vendita telefoni e accessori Altri ricavi Fatturato lordo 18.378 26.214 1.989 1.045 47.626 38,6 55,0 4,2 2,2 100,0 Fatturato al netto elisioni Telecom 45.687 2014 € mil. in % del totale € mil. in % del totale 15.271 20.124 3.489 780 39.664 38,5 50,7 8,8 2,0 100,0 14.372 18.159 3.184 513 36.228 39,7 50,1 8,8 1,4 100,0 38.307 35.396 Var % 2014 2010 -20,7 -29,3 60,1 -50,9 -22,6 (1) Var % 20142013 -5,9 -9,8 -8,7 -34,2 -8,6 -21,2 (1) -7,5 (1) (1) (1) Variazioni su base omogenea (principalmente effetto Argentina). La 3 Italia opera soprattutto nella telefonia mobile e, pur chiudendo il 2014 con ricavi in diminuzione del 7,3%, è la sola società a crescere nel periodo 2010-14 (+3,4%). Il rialzo dal 2010 è dovuto al forte aumento della vendita di apparecchi (506 milioni nel 2014 contro i 172 milioni del 2010) che ha bilanciato la diminuzione del mobile (-17,9%) nonostante l’incremento delle sim attivate (circa 1 milione). 15 Variazione calcolata escludendo gli effetti della cessione delle attività argentine di Telecom Italia che nel 2012 avevano fatturato 3,4 mld di euro. 11 Grafico 1 – Variazione % dei ricavi 2014-2013 100,0 46,8 4,6 2,8 0,0 2,2 -5,0 -7,7 -11,0 -9,4 -8,4 -9,4 -8,0 -7,1 -9,0 -7,9 -10,4 -1,9 -20,1 -7,3 0,0 2,8 0,00,0 -0,2-4,3 -7,3 -4,5 -9,8-5,9 -8,7 -7,5 -34,2 -53,8 -81,7 Telecom Italia Vodafone Omnitel Mobile Wind Fisso 3 Italia Apparecchi Fastweb Tiscali Altri Totale Italia Totale La maggioranza dei ricavi di Vodafone Italia (73%) e di Wind (67,7%) deriva dal mobile. Il peso del fisso per Wind (27,1% dei ricavi) è doppio rispetto a Vodafone (14,6%) ma la tendenza dal 2010 vede in crescita Vodafone (+0,8%) e in forte calo Wind (-32,9%). La vendita di apparecchi ed accessori pesa per l’8,3% dei ricavi in Telecom, per il 9,4 % in Vodafone e per il 5% in Wind. Per 3 Italia, che non ha proventi da telefonia fissa, questa voce raggiunge il 26,2% dei ricavi totali, in calo dal 33,4% del 2012. Il fatturato dei due MVNO Fastweb e Tiscali, deriva principalmente da ricavi per l’accesso alla rete fissa (voce + dati) 16. Grafico 2 – Composizione % dei ricavi nel 2014 Le riduzioni tariffarie di terminazione e l’aspra concorrenza sui prezzi spiegano la generale diminuzione dei ricavi medi mensili per cliente nella telefonia mobile. Telecom Italia e PosteMobile subiscono le diminuzioni più accentuate nel quinquennio (-38,6% Telecom, -41,8% PosteMobile), seguite da Vodafone Italia e Wind (-31,9% ciascuna) e 3 Italia (-26,4%). Nel 2014 l’Arpu più elevato è ancora quello di Vodafone (13,9 euro al mese), seguita da Telecom (12,1 euro); poco lontani Wind (11,3 euro) e 3 Italia (11,7 euro), mentre PosteMobile segna livelli molto inferiori (5,7 euro). L’accesso in banda larga alla rete fissa fa registrare Arpu generalmente in salita, grazie alla crescente velocità di navigazione offerta. Il valore più 16 Dal 2011 Fastweb non fornisce l’ammontare dei ricavi da telefonia mobile (pari a 44 milioni nel 2010). 12 elevato è quello di Wind, (con 21,6 euro), in rialzo del 18% sul 2010, seguita da Telecom con 19,7 euro al mese (+5,9% sul 2010). Grafico 3 – Arpu - Ricavo medio mensile per cliente nel 2014 (€) 13 I bilanci dei maggiori operatori italiani I margini sul fatturato sono in peggioramento dal 2010 per tutti i gruppi con le parziali eccezioni di Tiscali e 3 Italia: la prima è tornata nel 2014 in positivo, la seconda ha migliorato di 3,7 p.p. Tre di essi riportano nel 2014 un risultato corrente negativo (Wind -18,1%; 3 Italia -4,9%; Tiscali: -7,3%) mentre Fastweb raggiunge il pareggio operativo dopo tre esercizi consecutivi di risultati correnti negativi. I segni meno si estendono all’intero quinquennio per 3 Italia e Tiscali, sebbene in miglioramento per 3 Italia rispetto al 2010. Così come riscontrabile per il 2013, anche nel 2014 Telecom Italia riporta i valori più elevati sia di margine operativo netto (20,6%) che di risultato corrente (13,2%), con scarti minimi sul 2010. Segue a distanza Vodafone Italia con il risultato corrente pari al 7,6% dei ricavi, valore in marcato ridimensionamento rispetto al 31% del 2010. I margini di Telecom sono condizionati dalle attività brasiliane; il loro Mol, pari al 20% di quello del Gruppo, si attesta al 28,4% del fatturato brasiliano (relativo al solo mobile), un’incidenza di gran lunga inferiore al 40,9% del consolidato ed al 47,8% della sola capogruppo. Ciò anche a causa dell’elevata tassazione locale sul fatturato degli operatori mobili attivi nel Paese (si tratta della c.d. FISTEL, tassa calcolata sullo stock di SIM attive a fine periodo per ciascun operatore, che ha un impatto di 5 p.p. sul turnover). Il trend è confermato da Roi e Roe, entrambi in peggioramento per tutti i gruppi ma con i ridimensionamenti più evidenti del quinquennio che riguardano Vodafone Italia. Nel 2014 il Roi più alto è di Telecom Italia (10,8%) seguita da Vodafone Italia (10,4%, da confrontare con il 63,4% del 2010). Nel quinquennio 2010-14 i sei operatori delle Tlc hanno complessivamente cumulato perdite nette per 3,1 mld di euro, con le maggiori in capo a Telecom Italia (-2,6 mld) per le svalutazioni di intangibles e avviamenti contabilizzate nel quinquennio per circa 14 mld, in massima parte legate alle attività domestiche. Seguono Wind (-1,7 mld) e 3 Italia (-410 milioni). Minori le perdite sommate da Fastweb (-344 milioni) e Tiscali (-99 milioni) uniche società, insieme con Wind, ad avere sempre chiuso in perdita nel quinquennio. Vodafone Italia ha invece realizzato utili cumulati per 2,1 mld di euro, ma con intensità decrescente: l’ultimo esercizio (a marzo 2015) ha portato un risultato netto positivo per 83 milioni, ma nel 2010-2011 esso era stato pari a 923 milioni. Nonostante la redditività in contrazione, a Vodafone Italia spetta anche nel 2014 il maggiore fatturato per dipendente: 963mila euro (-3,1% sul 2013 e -17,8% sul 2010), una volta e mezzo superiore rispetto al valore di Telecom Italia (356 mila euro, in riduzione rispetto ai 385 mila toccati sia nel 2013 che nel 2010) e superiore di oltre il 50% anche al fatturato pro-capite di Wind Telecomunicazioni (632mila euro, -9% sul 2013 e -21% sul 2010), con cui condivide una similare dimensione della forza lavoro (6.283 unità per Vodafone Italia, 6.955 per Wind). Fastweb è in controtendenza con un rialzo, nel periodo 2010-2014, del 23% del fatturato pro-capite per effetto di una variazione più accentuata degli organici (-27%) rispetto al ridimensionamento del volume d’affari (-10,2%) 17. Circa la produttività del lavoro (valore aggiunto netto per dipendente), Vodafone Italia è al primo posto (146mila euro), ma in diminuzione sul 2013 (-24,7%) e 2010 (-66,3%). Cali importanti hanno interessato anche Wind (-10,3% sul 2013 e -40,4% sul 2010) con 130mila euro nel 2014, valore di poco superiore ai 126mila euro di Telecom Italia. A Tiscali e 3 Italia spettano i valori più bassi (attorno ai 40mila euro). Tiscali può contare sul costo del lavoro pro-capite più basso (39mila euro, valore costante nell’ultimo triennio), ben inferiore ai circa 70mila euro di Fastweb e di Vodafone Italia. In uno scenario di generale peggioramento dell’indicatore, a Telecom Italia spetta il miglior Clup nel 2014: l’incidenza del costo del lavoro sul valore aggiunto netto è pari al 41,3%, seguita dal 42,3% di Wind Telecomunicazioni e dal 48,6% di Vodafone Italia. 3 Italia e Tiscali presentano valori attorno al 100% (rispettivamente, 106% e 97,5%). Nel periodo 2010-14 gli organici medi di Vodafone Italia si sono ridotti del 16,4% e quelli di Telecom Italia del 10,8% (-16,8% in Italia e -9,9% all’estero, quest’ultimi in massima parte in Brasile). Le perdite cumulate nel quinquennio hanno ridotto i patrimoni netti. Il calo maggiore è relativo a Wind (-92,7% sul 2010, pur considerando il versamento in c/capitale da 35 milioni del 2012) e origina dal cumulo di 1,7 mld di euro di perdite nel periodo. Riduzioni rilevanti hanno interessato anche Fastweb (17 Nel gennaio 2013 Fastweb ha ceduto al Gruppo Visiant Next il ramo d’azienda ‘customer operations’ (631 dipendenti). 14 35,3%) e Telecom Italia (-33,3%) che pure ha contestualmente ridotto l’indebitamento finanziario del 10,5%. Tiscali è l’unica a presentare un patrimonio netto negativo in tutto il periodo, nonostante la ricapitalizzazione da 187 milioni conclusa nel 2009 e sottoscritta per 31,4 milioni da Renato Soru mediante conversione di crediti verso la società. Il patrimonio netto di Vodafone Italia è l’unico ad incrementarsi, passando da 4 mld nel 2010 a 4,4 mld nel 2014, saldo di utili cumulati per 2,1 mld, dividendi distribuiti per 3,7 mld e svalutazioni di azioni proprie per 1,6 mld. La struttura finanziaria è in generale indebolimento, fatta eccezione per Vodafone Italia che vanta debiti finanziari irrilevanti (verso una consociata straniera) pari al 4,8% dei mezzi propri nel 2014. Vi è poi da segnalare che Vodafone è l’unico gruppo con valore positivo del capitale netto tangibile: la società iscrive a fine 2014 mezzi propri per 4,4 mld a fronte di intangibles per 3 mld (di cui 2,2 mld rappresentati da licenze). Wind ha lo sbilancio più evidente con mezzi propri per 111 milioni (787 milioni nel 2013) ed intangibles pari a 8,3 mld. (di cui avviamenti per 3,6 mld e licenze per 2,7 mld), 3 Italia ha un netto patrimoniale da 1,3 mld con 3,8 mld. di immateriali (di cui 3,1 mld in licenze), Telecom Italia ha 21,7 mld. di mezzi propri ma 36,8 mld. di intangibles, per la maggior parte (29,9 mld, con gran parte della diminuzione rispetto ai 44 mld di fine 2010 dovuta a continue svalutazioni) relativi ad avviamenti (2,6 mld sono le licenze). Tiscali ha patrimonio netto negativo per 169 milioni ed intangibles per 60 milioni. 18 I maggiori investimenti nel quinquennio sono stati realizzati da Fastweb (9,4% medio), 3 Italia (8,7%) e Vodafone (8% medio, con un tasso del 12,3% relativo al solo esercizio 2014-15 nel contesto di un più ampio programma d’investimenti lanciato dalla capogruppo inglese); intermedia la posizioni di Wind (6,1%). I valori più bassi sono relativi a Telecom Italia (3,9%) e Tiscali (1,3%). 18 Nel luglio 2015 il Consiglio di Amministrazione di Tiscali ha approvato un progetto finalizzato all’aggregazione industriale con Aria nel cui ambito è previsto che Tiscali acquisisca risorse finanziarie da utilizzare per rimborsare linee di credito a breve termine. 15 Tabella 1 – Fatturato, traffico e tariffe delle Tlc in Italia Fatturato Italia 2010 2011 2012 2014 Var % 20142013 Var % 20142010 16.440 15.593 32.033 -4,9 -10,4 -7,7 -18,7 -28,9 -24,0 2013 2014 Var % 20142013 Var % 20142010 -11,6 5,9 -37,7 33,6 2013 (mil. di euro) Ricavi lordi rete fissa Ricavi lordi rete mobile TOTALE 20.230 21.920 42.150 19.560 21.030 40.590 18.580 20.040 38.620 17.296 17.398 34.694 Dati di traffico 2010 2011 2012 (mld di minuti) Traffico su rete fissa Traffico voce telefonia mobile 95,2 124,0 84,0 136,0 78,0 144,3 67,1 156,4 59,3 165,7 2° sem 2011 1° sem 2012 2° sem 2012 1° sem 2013 2° sem 2013 Tariffe dei servizi di terminazione sul mobile 2° sem 2010 1° sem 2011 1°sem 2014 (euro cent al minuto) 3 Italia Telecom Italia, Vodafone Italia Wind Telecomunicazioni 9,0 6,6 7,2 6,3 5,3 5,3 3,5 2,5 2,5 2,06 1,5 1,5 1,34 0,98 0,98 2011 2012 2013-14 2015 Canoni di accesso alla rete in rame di Telecom Italia 2010 (euro al mese per linea) Accesso disaggregato alla rete locale (ULL) Canone Bitstream (1) 8,70 18,98 9,02 19,24 9,28 19,50 8,68 15,14 (1) Bitstream: servizio di interconnessione all’ingrosso nel mercato a banda larga Fonte: elaborazioni R&S-Mediobanca su dati Agcom. 16 8,61 13,59 0,98 0,98 0,98 Tabella 2 – Accessi e clienti Numero di accessi diretti alla rete fissa (voce + dati) 2010 2011 2012 2013 2014 Giu. 2015 Var % 20142013 Var % 20152010 -5,5 2,7 0,8 -21,3 16,4 7,1 -2,5 -9,3 Var % 20142013 Var % 20152010 2,6 11,8 Var % 20142013 Var % 20152010 -4,5 28,2 -4,5 87,9 -2,8 -1,0 (migliaia di linee) Telecom Italia OLO (a) di cui: OLO su infrastrutture T.I. (b) (b/a) in % TOTALE N. indice (2010=100) 15.351 7.119 6.885 96,7 22.470 100,0 14.652 7.458 7.151 95,9 22.110 98,4 13.978 7.682 7.175 93,4 21.660 96,4 13.210 7.880 7.169 91,0 21.090 93,9 12.480 8.090 7.224 89,3 20.570 91,5 12.080 8.290 7.375 89,0 20.370 90,7 2010 2011 2012 2013 2014 Giu. 2015 Accessi a larga banda retail (migliaia di linee) Numero accessi Nr. indice (in %) 13.100 100,0 13.520 103,2 13.760 105,0 14.010 106,9 14.370 109,7 14.640 111,8 2010 2011 2012 2013 2014 Giu. 2015 91.660 5.240 2.838 96.900 101,2 148,0 87.500 6.720 3.308 94.220 96,6 189,8 86.530 6.650 3.473 93.180 95,5 187,9 Numero clienti telefonia mobile (migliaia di unità) Operatori MNO Operatori MVNO di cui PosteMobile TOTALE Nr. indice MNO (2010=100) Nr. indice MVNO (2010=100) 90.600 3.540 1.690 94.140 100,0 100,0 92.390 3.650 2.032 96.040 102,0 103,1 OLO = Other Licensed Operator MNO = Mobile Network Operator MVNO= Mobile Virtual Network Operator Fonte: elaborazioni R&S-Mediobanca su dati Agcom. 17 92.720 4.460 2.488 97.180 102,3 126,0 Tabella 3 – Clienti e quote di mercato per operatore 2010 Telecom Italia Telefonia fissa (voce+dati) (%) Telefonia fissa (broadband) (%) Telefonia mobile Italia (%) N. accessi retail alla rete fissa in Italia a fine esercizio (migliaia) di cui: N. accessi Broadband retail alla rete fissa (migliaia) N. clienti a fine esercizio (telefonia mobile Italia) (migliaia) (2) N. clienti a fine esercizio (telefonia mobile Brasile) (migliaia) Vodafone Omnitel B.V. Telefonia fissa (voce+dati) (%) Telefonia fissa (broadband) (%) Telefonia mobile (%) N. accessi retail alla rete fissa a fine esercizio (migliaia) di cui: N. accessi Broadband retail alla rete fissa (migliaia) N. clienti a fine esercizio (telefonia mobile) (migliaia) (2) Wind Telecomunicazioni Telefonia fissa (voce+dati) (%) Telefonia fissa (broadband) (%) Telefonia mobile (%) N. accessi retail alla rete fissa a fine esercizio (migliaia) di cui: N. accessi Broadband retail alla rete fissa (migliaia) N. clienti a fine esercizio (telefonia mobile) (migliaia) (2) 3 Italia Telefonia mobile (%) N. clienti a fine esercizio (telefonia mobile) (migliaia) (2) 2011 2012 2013 2014 Var. 20142013(1) Var. Giu. 20152010 (1) 59,3 47,5 32,3 -2,4 -1,7 0,0 -12,3 -7,4 -0,6 Giu2015 71,6 54,9 32,9 66,4 52,9 33,6 64,6 51,4 33,1 63,1 49,8 32,2 60,7 48,1 32,3 15.351 14.652 13.978 13.210 12.480 12.080 -5,5 -21,3 7.175 7.125 7.020 6.915 6.921 6.971 0,1 -2,8 31.018 32.227 32.159 31.221 30.350 30.075 -2,8 -3,0 51.015 64.070 70.362 73.417 75.721 74.600 3,1 46,2 7,4 11,9 32,4 9,7 12,5 31,2 9,7 11,9 30,0 9,5 12,0 28,7 9,7 12,3 27,1 10,2 12,7 26,7 0,2 0,3 -1,6 2,8 0,8 -5,7 2.845 2.735 2.519 2.418 2.302 2.345 -4,9 -17,6 1.659 1.734 1.706 1.785 1.802 1.845 1,0 11,2 30.470 29.927 29.199 27.773 25.170 24.877 -9,4 -18,4 10,6 14,8 21,1 13,2 15,9 21,9 13,5 16,3 22,2 13,5 15,9 23,0 13,2 15,4 22,9 13,3 15,3 22,9 -0,3 -0,5 -0,1 2,7 0,5 1,8 3.003 3.142 3.110 2.963 2.823 2.814 -4,7 -6,3 1.912 2.135 2.210 2.191 2.191 2.212 0,0 15,7 19.900 21.000 21.600 22.300 21.600 21.400 -3,1 7,5 9,6 9,6 9,8 10,0 10,7 10,9 0,7 1,3 9.063 9.197 9.529 9.689 10.040 10.200 3,6 12,5 (segue) 18 (continua) PosteMobile (Gruppo Poste Italiane) (*) Telefonia mobile (%) N. clienti a fine esercizio (telefonia mobile) (migliaia) (2) Fastweb (*) Telefonia fissa (voce+dati) (%) Telefonia fissa (broadband) (%) Telefonia mobile (%) N. accessi retail alla rete fissa a fine esercizio (migliaia) N. clienti a fine esercizio (telefonia mobile) (migliaia) (2) Tiscali (*) Telefonia fissa (voce+dati) (%) Telefonia fissa (broadband) (%) N. accessi retail alla rete fissa a fine esercizio (migliaia) di cui: N. accessi Broadband retail alla rete fissa (migliaia) N. clienti a fine esercizio (telefonia mobile) (migliaia) (2) 1,8 2,1 2,6 2,9 3,5 3,7 0,6 1,9 1.690 2.032 2.488 2.838 3.308 3.473 16,6 105,5 7,4 11,7 0,5 7,3 11,8 0,6 8,3 12,9 0,7 9,3 14,0 0,8 10,3 14,4 0,9 10,8 14,7 1,0 1,0 0,4 0,1 3,4 3,0 0,5 1.724 1.595 1.767 1.942 2.072 2.157 6,7 25,1 503 540 675 816 844 919 3,4 82,8 1,9 4,2 1,8 3,7 1,8 3,6 2,0 3,7 2,0 3,4 2,0 3,2 0,0 -0,3 0,1 -1,0 628 547 518 542 524 575 -3,2 -8,4 550 494 479 498 481 457 -3,5 -16,9 84 140 138 142 92 107 n.c. n.c. (*) Operatore MVNO. (1) In punti percentuali per le quote di mercato e in % per il numero di accessi e clienti. (2) Si tratta del numero totale di Sim, cioè quelle che hanno effettuato almeno una ricarica negli ultimi 12 mesi, ad eccezione di Tiscali, per la quale nel 2014 è disponibile solo il numero delle Sim attive e trafficanti. Fonte: R&S-Mediobanca 19 Tabella 4 – Suddivisione dei ricavi per operatore Dati in milioni di euro 2010 2013 in % Telecom Italia Telefonia fissa Italia Telefonia mobile Italia Telefonia Tim Brasile Telefonia Argentina (1) Vendita telefoni e accessori Altri ricavi TOTALE (2) Rettifiche TOTALE RICAVI NETTI (2) 13.579 7.383 5.388 790 1.173 713 29.026 -1.939 27.087 Vodafone Omnitel B.V. (3) Telefonia mobile Telefonia fissa Vendita telefoni e accessori Altri ricavi TOTALE 7.380 878 416 131 8.805 Wind Telecomunicazioni Telefonia mobile Telefonia fissa Vendita telefoni e accessori Altri ricavi TOTALE 3.847 1.776 143 5 5.771 3 Italia Telefonia mobile Telefoni e accessori Altri ricavi TOTALE 1.676 172 18 1.866 Fastweb Telefonia fissa e mobile (4) Vendita telefoni e accessori Altri ricavi TOTALE 1.663 85 132 1.880 Tiscali Telefonia fissa Telefonia mobile Altri ricavi TOTALE 229 3 46 278 46,8 25,4 18,6 2,7 4,0 2,5 100,0 85,5 10,2 4,8 1,5 100,0 66,7 30,7 2,5 0,10 100,0 89,8 9,2 1,0 100,0 88,5 4,5 7,0 100,0 82,4 1,1 16,5 100,0 in % 11.491 5.081 5.398 1.923 389 24.282 -1.357 22.925 4.958 846 625 178 6.607 3.282 1.295 239 13 4.829 1.402 633 46 2.081 1.462 69 111 1.642 177 3 43 223 Var % 20142013 Var % 20142010 48,6 -7,1 -21,4 20,8 -10,3 -38,3 22,0 -10,5 -10,4 - - - 2014 47,3 20,9 22,2 0,0 7,9 1,6 100,0 75,0 12,8 9,5 2,7 100,0 68,0 26,8 4,9 0,3 100,0 67,4 30,4 2,2 100,0 89,0 4,2 6,8 100,0 79,4 1,3 19,3 100,0 in % 10.672 4.558 4.829 1.826 71 21.956 -832 21.124 4.415 885 566 183 6.049 2.975 1.192 220 6 4.393 1.376 506 47 1.929 1.459 66 163 1.688 164 6 43 213 8,3 -5,0 55,7 0,3 -81,7 -90,0 100,0 -9,4 -22,2 -7,7 -19,7 73,0 -11,0 -40,2 14,6 4,6 0,8 9,4 -9,4 36,1 3,0 2,8 39,7 100,0 -8,4 -31,3 67,7 -9,4 -22,7 27,1 -8,0 -32,9 5,0 -7,9 53,8 0,1 -53,8 20,0 100,0 -9,0 -23,9 71,3 -1,9 -17,9 26,2 -20,1 194,2 2,4 2,2 161,1 100,0 -7,3 3,4 86,4 -0,2 -12,3 3,9 -4,3 -22,4 9,7 46,8 23,5 100,0 2,8 -10,2 77,0 -7,3 -28,4 2,8 100,0 100,0 20,2 0,0 -6,5 100,0 -4,5 -23,4 (segue) 20 (continua) Totale Telefonia fissa Telefonia mobile Vendita telefoni e accessori Altri ricavi TOTALE Rettifiche Telecom Italia TOTALE RICAVI NETTI 18.378 26.214 1.989 1.045 47.626 -1.939 45.687 38,6 55,0 4,2 2,2 100,0 15.271 20.124 3.489 780 39.664 -1.357 38.307 38,5 50,7 8,8 2,0 100,0 14.372 18.159 3.184 513 36.228 -832 35.396 39,7 -5,9 -20,7 50,1 -9,8 -29,3 8,8 -8,7 60,1 1,4 -34,2 -50,9 100,0 -8,6 -22,6 -7,5 -21,2 (1) Variazioni calcolate su base omogenea. Nell'ottobre 2010 il Gruppo Telecom Italia ha acquisito il controllo del Gruppo Telecom Argentina, attivo prevalentemente nel settore mobile (dal quale ha sviluppato il 68% del fatturato nel 2010, il 71% nel 2011 e il 73% nel 2012); quest'ultimo è stato classificato tra le discontinued operations nel 2013. (2) Al netto dei contributi e canoni per l'esercizio di attività di telecomunicazioni (484 milioni nel 2010, 675 milioni nel 2011, 621 milioni nel 2012, 482 milioni nel 2013 e 449 milioni nel 2014). (3) Esercizi chiusi nel marzo 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015. (4) Dal 2011 non è disponibile il dettaglio dei ricavi da telefonia mobile (pari a 44 milioni nel 2010). Fonte: R&S-Mediobanca 21 Tabella 5 – Ricavo medio mensile per cliente Euro per cliente al mese 2010 2011 2012 2013 2014 Var % 20142013 Var % 20142010 Telecom Italia Accesso fisso broadband Telefonia mobile Italia 18,6 19,7 18,4 17,4 18,5 15,5 19,1 13,1 19,7 12,1 3,1 -7,6 5,9 -38,6 Vodafone Omnitel B.V. (1) Telefonia mobile 20,4 19,5 17,2 14,5 13,9 -4,2 -31,9 Wind Telecomunicazioni Accesso fisso broadband Telefonia mobile 18,3 16,6 19,3 15,6 19,1 14,4 20,5 12,3 21,6 11,3 5,4 -8,1 18,0 -31,9 3 Italia Telefonia mobile 15,9 13,8 13,0 11,8 11,7 -0,8 -26,4 PosteMobile Telefonia mobile 9,8 8,9 8,6 7,0 5,7 -18,6 -41,8 18,4 18,5 17,3 15,9 14,8 -6,7 -19,4 Tiscali (1) Accesso fisso broadband (1) Nostre stime su dati di bilancio. Fonte: R&S-Mediobanca 22 Tabella 6 – Dati medi per dipendente Migliaia di euro Telecom Italia Fatturato Valore aggiunto netto Costo del lavoro CLUP N. di dipendenti (n. medio) (1) Var % 20142013 Var % 20142010 2010 2011 2012 2013 2014 386 140 53 37,9 374 135 50 37,0 368 130 49 37,7 385 136 51 37,5 356 126 52 41,3 -7,5 -7,8 -7,4 -10,0 2,0 -1,9 70.150 78.369 78.564 59.527 59.285 -0,4 -10,8 -3,1 -17,8 -24,7 -66,3 12,7 6,0 Vodafone Omnitel B.V. (2) Fatturato Valore aggiunto netto Costo del lavoro CLUP 1.171 433 67 15,5 1.186 409 68 16,6 1.094 305 70 23,0 994 194 63 32,5 963 146 71 48,6 N. di dipendenti (n. medio) 7.518 7.278 7.026 6.650 6.283 -5,5 -16,4 799 218 59 27,1 771 204 59 28,9 759 182 58 31,9 695 145 56 38,6 632 130 55 42,3 -9,1 -20,9 -10,3 -40,4 -1,8 -6,8 N. di dipendenti (n. medio) 7.227 7.041 6.931 6.945 6.955 0,1 -3,8 3 Italia Fatturato Valore aggiunto netto Costo del lavoro CLUP 680 30 58 193,3 751 -9 41 n.c. 830 59 52 88,1 734 49 55 112,2 676 44 47 106,8 -7,9 -0,6 N. di dipendenti (n. medio) 2.742 2.755 2.792 2.837 2.853 547 92 63 68,5 513 66 58 87,9 522 71 59 83,1 652 73 71 97,3 674 85 70 82,4 3.436 3.401 3.257 2.518 2.506 Wind Telecomunicazioni Fatturato Valore aggiunto netto Costo del lavoro CLUP Fastweb Fatturato Valore aggiunto netto Costo del lavoro CLUP N. di dipendenti (n. medio) -10,2 46,7 -14,5 -19,0 0,6 4,0 3,4 23,2 16,4 -7,6 -1,4 11,1 -0,5 -27,1 (segue) 23 (continua) Tiscali Fatturato Valore aggiunto netto Costo del lavoro CLUP 274 36 42 116,7 292 18 41 227,8 N. di dipendenti (n. medio) 262 38 39 102,6 249 50 39 78,0 238 40 39 97,5 -4,4 -13,1 -20,0 11,1 0,0 -7,1 1.017 917 892 898 893 -0,6 -12,2 (1) L'incremento del 2011 e la diminuzione del 2013 sono essenzialmente dovuti al consolidamento ed alla riclassificazione tra le discontinued operations del Gruppo Telecom Argentina. Variazione 2014/2010 del n. medio dei dipendenti calcolata in termini omogenei. (2) Dati al 31 marzo. Fonte: R&S-Mediobanca 24 Tabella 7 – Incidenze % sul fatturato Var. p.p. 20142010 2010 2011 2012 2013 2014 Telecom Italia Valore aggiunto - Costo del lavoro Margine operativo lordo Margine operativo netto Risultato corrente 56,8 14,9 41,9 21,5 14,4 55,0 13,6 41,4 22,6 15,7 53,8 13,6 40,2 21,8 15,2 55,2 13,5 41,7 21,8 14,2 55,7 14,8 40,9 20,6 13,2 -1,1 Vodafone Omnitel B.V. Valore aggiunto - Costo del lavoro Margine operativo lordo Margine operativo netto Risultato corrente 49,4 5,7 43,7 31,3 31,1 47,0 5,7 41,3 28,7 28,5 41,8 6,4 35,4 21,5 21,3 36,6 7,8 28,8 11,7 11,6 34,4 7,6 26,8 7,6 7,6 -15,0 Wind Telecomunicazioni Valore aggiunto - Costo del lavoro Margine operativo lordo Margine operativo netto Risultato corrente 44,6 6,7 37,9 20,5 -1,4 45,9 6,9 39,0 19,6 2,2 45,7 6,5 39,2 17,4 -1,0 47,0 6,7 40,3 14,1 -6,6 48,2 7,1 41,1 13,4 -18,1 3,6 3 Italia Valore aggiunto - Costo del lavoro Margine operativo lordo Margine operativo netto Risultato corrente 19,0 8,6 10,4 -4,1 -10,6 11,8 5,6 6,2 -6,7 -12,5 17,3 6,3 11,0 0,8 -3,3 18,8 7,6 11,2 -0,9 -5,1 20,2 6,9 13,3 -0,4 -4,9 Fastweb Valore aggiunto - Costo del lavoro Margine operativo lordo Margine operativo netto Risultato corrente 37,8 11,4 26,4 5,4 2,6 37,3 12,2 25,1 0,8 -3,6 39,5 11,3 28,2 2,2 -2,0 38,2 11,2 27,0 -0,1 -2,1 40,3 10,6 29,7 2,0 o Tiscali Valore aggiunto - Costo del lavoro Margine operativo lordo Margine operativo netto Risultato corrente 30,5 15,6 14,9 -2,3 -7,4 26,9 14,3 12,6 -8,0 -13,6 32,7 14,7 18,0 -0,3 -5,9 38,0 15,5 22,5 4,7 -1,2 33,7 16,4 17,3 0,1 -7,3 In % del fatturato Fonte: R&S-Mediobanca 25 -0,1 -1,0 -0,9 -1,2 1,9 -16,9 -23,7 -23,5 0,4 3,2 -7,1 -16,7 1,2 -1,7 2,9 3,7 5,7 2,5 -0,8 3,3 -3,4 -2,6 3,2 0,8 2,4 2,4 0,1 Tabella 8 – Struttura finanziaria 2010 Telecom Italia DF/capitale netto (%) ROI ROE Vodafone Omnitel B.V. DF/capitale netto (%) ROI ROE Wind telecomunicazioni DF/capitale netto (%) ROI ROE 3 Italia DF/capitale netto (%) ROI ROE Fastweb DF/capitale netto (%) ROI ROE Tiscali DF/capitale netto (%) (1) ROI (1) ROE(1) 2012 2013 2014 118,7 146,7 162,1 10,4 12,1 12,7 12,1 -17,4 -7,7 173,2 11,9 -3,8 159,4 10,8 8,0 8,0 17,5 4,0 4,8 10,4 1,9 9,2 63,4 30,1 2011 30,1 50,8 21,1 22,8 35,4 9,1 605,8 780,0 790,1 1.191,4 10.100,2 11,1 9,6 8,7 6,7 5,8 -14,2 -10,7 -9,4 -38,0 n.c. 214,3 281,8 342,8 -1,3 -2,2 0,3 5,8 -11,3 -4,2 383,6 -0,3 -8,7 418,6 -0,1 -7,3 223,3 256,4 287,2 4,4 0,8 1,6 -8,5 -11,7 -9,6 322,3 -0,1 -8,5 386,6 1,4 -11,0 n.c. n.c. n.c. n.c. n.c. n.c. n.c. n.c. n.c. n.c. n.c. n.c. DF=debiti finanziari (1) La società ha il capitale netto negativo nell'intero quinquennio Fonte: R&S-Mediobanca 26 n.c. n.c. n.c.