Luca Raddi

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Luca Raddi
Pur cresciuto a “Verdi e Chopin”, essendo figlio di un
baritono e di una pianista, Luca Raddi non considerava
la musica la sua passione principale, forse proprio per
tale familiarità (“Per me la musica era una naturale
componente della vita, ed il pianoforte è sempre stato
un comune mobile di casa, come un divano o un
tavolino; è stato del tutto naturale aprirlo e cominciare
a suonarlo. Avevo 9 anni e risuonavo ad orecchio i
pezzi che cantavamo nel coro della “Schola cantorum”,
e le canzoni dello “Zecchino d'oro”. Ovviamente
“dovevo” anche seguire mio padre nei concerti e nelle opere che cantava, ma
anche questo mi servirà: oggi la Traviata mi commuove ancora!).
A 14 anni scopre il rock con Led Zeppelin II, e vive così quell’epoca così densa di
avvenimenti musicali, assistendo ai concerti dei maggiori gruppi che hanno fatto
la storia del rock: Deep Purple, Gentle Giant, Jethro Tull, Genesis, Emerson Lake &
Palmer, P.F.M. e tanti altri.
Suona in alcuni gruppi prima come batterista poi come tastierista, ma senza la vera
convinzione di diventare musicista.
Poi, negli anni ’80 fonda i Black Step, con Paolo Minervini al basso, Leonardo
Abbate alla Voce (ex Dirotta su Cuba nonché corista di Masini, Vallesi, autore per
Raf, ecc.) Gabriele Paoleschi alla chitarra (anche lui ex Dirotta) e Massimo
Gabellini alla batteria, ed è con questa band, che spaziava dalla fusion al funky, che
si è realizzato completamente come tastierista, allargando il suo repertorio ai
generi più disparati.
Ha fatto parte anche di formazioni jazz (con i medesimi strumentisti dei Black
Step) e pop-rock, dedicandosi anche all’insegnamento.
Dal 2001, dopo averli seguiti da ascoltatore, è entrato a far parte dei NORGE,
Cover band dei Led Zeppelin, nella quale milita tuttora come batterista il suo
trentennale amico Alex Raimondi, insieme alla voce del “Robert Plant italiano”
Jacopo Meille (Tygers of Pang Tang, Mantra), al bassista James Henry Downes, e
alla chitarra di Francesco Bottai (Articolo 31, Macchina Ossuta), recente sostituto
di Elio Nencioni. Iniziata questa collaborazione quasi per gioco, la sua presenza è
ormai consolidata quale “seconda metà” di John Paul Jones, per integrare il
sound zeppeliniano alle tastiere ed all’armonica a bocca.
Nel 2008, facendo seguito ad un invito del tutto informale del batterista Dario
Caroli, conosce i TARON, con i quali intraprende una ulteriore avventura
musicale.