Riviera del Brenta - Attività Produttive

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Riviera del Brenta - Attività Produttive
Provincia di Venezia
Regione Veneto
Intesa Programmatica d’Area
Riviera del Brenta
Proposta di documento programmatico 2005-2007
Legge regionale 6 aprile 1999, n. 13 “Interventi regionali per i patti territoriali” - Bando 2003
Art. 25, c. 5 legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 “Nuove norme sulla programmazione”
Approvato dal Tavolo di concertazione il 22 febbraio 2005
Elaborazione a cura di:
1. DAL PATTO TERRITORIALE ALL’INTESA PROGRAMMATICA D’AREA
1.1. Il Protocollo d’Intesa del 28 marzo 2001
Il patto territoriale della Riviera del Brenta è stato attivato il 28 marzo 2001, data in cui è avvenuta la sottoscrizione del Protocollo di intesa da parte di un ampio partenariato locale, istituzionale ed economico-sociale formato da:
Regione Veneto
Provincia di Venezia
CCIAA di Venezia
Comune di Campagna Lupia
Comune di Camponogara
Comune di Dolo
Comune di Fiesso d’Artico
Comune di Fossò
Comune di Mira
Comune di Pianiga
Comune di Strà
Comune di Vigonovo
UNINDUSTRIA Venezia
ACRIB
A.C.E.A. Venezia
CONFARTIGIANATO
CNA – Confederazione Nazionale Artigianato e PMI
C.I.A. Venezia
Unione Provinciale Agricoltori Venezia
Federazione Provinciale Coltivatori Diretti
CGIL Venezia
CISL Venezia
UIL Venezia
Unione Commercio e Turismo e Servizi della provincia di Venezia
Confesercenti Venezia
Associazione Albergatori Venezia
Cantina Sociale di Dolo
L’obiettivo di fondo del patto territoriale consisteva nella promozione di “uno sviluppo economico, sociale e culturale dell’intero territorio correlato alle sue vocazioni, alle sue potenzialità
e alle sue ricchezze naturali e culturali” al fine di “creare le condizioni per progettare la Riviera del Terzo Millennio”, sviluppando interventi:
1
nel settore delle attività manifatturiere, mirando all’innalzamento della competitività
sia del distretto della calzatura sia delle altre filiere produttive e promuovendo lo sviluppo delle attività imprenditoriali che si devono confrontare con la globalizzazione dei mercati;
- nel settore del turismo, che costituisce una delle leve sulle quali puntare considerate le
ricchezze ambientali e culturali dell’area;
- nel settore della tutela e della conservazione dell’ambiente;
- nel settore della valorizzazione delle specialità agricole locali, in particolare per quanto
riguarda il vivaismo e l’ortocoltura;
- nel settore delle attività culturali, in relazione soprattutto alla presenza di un patrimonio
architettonico e di specifiche manifestazioni in grado di suscitare un vasto interesse anche sul piano internazionale;
- nel settore della valorizzazione e formazione delle risorse umane presenti nell’area.
L’originario sistema degli obiettivi e delle linee di intervento del patto territoriale della Riviera
del Brenta è riassunto nella seguente tabella.
Il sistema degli obiettivi del patto territoriale della Riviera del Brenta
Protocollo d’Intesa del 28 marzo 2001
Obiettivo generale
Promuovere uno sviluppo economico, sociale e culturale
dell’intero territorio correlato alle sue vocazioni, alle sue
potenzialità e alle sue ricchezze naturali e culturali
Linee di intervento:
1
2
3
4
5
Artigianato
e PMI
Turismo
e cultura
Ambiente
Agricoltura
Risorse
umane
1.2. I principali risultati conseguiti dal Patto territoriale
Proposto nel periodo di transizione che ha segnato il passaggio delle competenze in materia
di programmazione negoziata dall’Amministrazione statale alle Regioni, il patto territoriale
della Riviera del Brenta si è trovato, già all’indomani della stipula del protocollo di intesa del
28 marzo 2001, in una situazione di sospensione, sia relativamente all’iter di approvazione
che di finanziamento: infatti, la delibera CIPE del 17 marzo 2000, n. 31 - pubblicata il 31
maggio seguente - aveva sospeso sine die le richieste di istruttoria di nuovi patti territoriali “a
decorrere dalla data della presente delibera”, interrompendo così il percorso di formazione
del patto.
2
Tuttavia, l’esperienza della concertazione sviluppatasi nella Riviera del Brenta è continuata.
In particolare, grazie alla legge regionale 6 aprile 1999, n. 13 “Interventi regionali per i patti
territoriali”, è stato finanziato nel 2002 un programma di animazione economica che ha consentito di approfondire e formalizzare la concertazione tra i componenti del Tavolo di concertazione e di individuare un programma di interventi infrastrutturali coerenti con gli obiettivi del
patto territoriale e prioritari per lo sviluppo dell’area, concordati e condivisi da tutto il Tavolo
di concertazione.
Nel suo primo quinquennio di operatività 1999-2003, la citata legge regionale ha cofinanziato
nell’area della Riviera del Brenta 3 iniziative (il cui elenco, sulla base dei dati desunti dalle
deliberazioni della Giunta Regionale, è riportato nella tabella seguente), di cui:
- n. 2 iniziative di animazione economica e di elaborazione di piani e programmi;
- n. 1 iniziativa relativa alla progettazione di reti e sistemi informativi.
Interventi finanziati dalla legge regionale n. 13/1999 [1999-2003]
Attuatore
Descrizione
Bando Anno 2002
Animazione economica - L.R. n. 13/1999, art. 6, lett. a)
Provincia di Venezia
Programma di animazione economica per la costruzione del patto
territoriale della Riviera del Brenta
Spesa
Contributo
ammessa
concesso
74.700,00
56.025,00
Progettazione di reti e sistemi informativi - L.R. n. 13/1999, art. 6, lett. b)
ACRIB
Sviluppo di reti nel territorio della Riviera del Brenta
99.500,00
Bando Anno 2003
Piani e programmi di sviluppo locale - L.R. n. 13/1999, art. 6, lett. a bis)
Provincia di Venezia
Dal Patto territoriale all'Intesa Programmatica d’Area della Riviera
del Brenta
50.000,00
74.625,00
40.000,00
Complessivamente, l’ammontare della spesa ammessa al contributo della legge regionale n.
13/1999 è stato di 224.200,00 euro; l’importo dei contributi regionali concessi è stato pari a
170.650,00 euro.
1.3. Il passaggio dal Patto territoriale all’IPA
Il trasferimento dallo Stato alle Regioni della competenza in materia patti territoriali è avvenuto sulla base degli articoli 18 e 19 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112.
Al fine di favorire la regionalizzazione degli strumenti della programmazione negoziata, il
punto 6 della delibera CIPE 15 febbraio 2000, n. 14 aveva, innanzitutto, disposto che il riordino delle relative procedure di attuazione avvenisse entro il 31 dicembre 2000.
A tal fine, come si è già accennato con riferimento al patto della Riviera del Brenta, la delibera CIPE del 17 marzo 2000, n. 31 sospendeva le richieste di istruttoria di nuovi patti territoriali (a eccezione dei patti specializzati nei settori dell’agricoltura e della pesca, rimasti
nell’ambito delle competenze statali) e un atto di indirizzo del CIPE del 4 aprile 2001 dettava
gli orientamenti del processo di regionalizzazione, prevedendo, in particolare, che i patti territoriali divenissero parte integrante della programmazione regionale e che la prassi della concertazione sociale e del partenariato istituzionale sviluppatasi a livello locale si estendesse e
si consolidasse.
Le modalità di assunzione da parte delle Regioni delle funzioni di coordinamento, programmazione e gestione dei patti territoriali sono state, tuttavia, disciplinate solo qualche anno più
tardi, dalla delibera CIPE del 25 luglio 2003, n. 26 intitolata “Regionalizzazione dei patti territoriali e coordinamento Governo, regioni e province autonome per i contratti di programma”.
3
La Regione del Veneto è stata la prima e, sino ad oggi, unica Regione italiana ad avere esercitato per tempo le competenze conferite in materia di patti territoriali, approvando
un’organica legge - la già citata legge regionale n. 13/1999 - che ha definito il ruolo della Regione stessa in tale ambito, ha disciplinato il raccordo tra i patti territoriali e la programmazione regionale e, infine, ha promosso e cofinanziato interventi specifici a loro favore.
Il disegno regionale di progressivo coordinamento dei patti territoriali con la programmazione, anche finanziaria, regionale, è stato portato a compimento nel 2003: in particolare,
l’articolo 29 della legge regionale 14 gennaio 2003, n. 3 ha introdotto alcune rilevanti modifiche alla legge regionale n. 13/1999, volte a favorire l’adeguamento delle forme di organizzazione dei patti territoriali, già costituiti o da costituire, alle modalità della programmazione decentrata regionale, attraverso l’attuazione in tali aree (qualora ve ne siano le condizioni) di
“Intese programmatiche d’area”, previste dall’articolo 25, comma 5 della legge regionale 29
novembre 2001, n. 35 “Nuove norme sulla programmazione”.
L’Intesa programmatica d’area (IPA) costituisce, quindi, un nuovo istituto della programmazione regionale e, nel contempo, un nuovo modello di definizione dei programmi di sviluppo
locale - caratterizzati da un approccio “bottom up” e fondati sui partenariati locali - da sviluppare nelle aree interessate da patti territoriali a cura dei Soggetti promotori dei patti stessi e
in partenariato con la Regione.
Al fine di favorire tale evoluzione, la medesima legge regionale n. 3/2003 ha ampliato gli interventi specifici a favore dei patti territoriali, prevedendo il concorso finanziario regionale anche per l’attuazione di programmi volti alla “formazione di piani o programmi di azioni settoriali o plurisettoriali di sviluppo locale” e, infine, l’articolo 48 della legge regionale 30 gennaio
2004, n. 1 ha inserito, sempre tra le tipologie di intervento finanziabili dalla legge regionale n.
13/1999, anche interventi di carattere strutturale.
Nel mese di giugno 2003, il Tavolo di concertazione del patto territoriale della Riviera del
Brenta ha, pertanto, deciso di partecipare al bando indetto con delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 1070 dell’11 aprile 2003, in attuazione delle nuove disposizioni della legge
regionale n. 13/1999, proponendo un programma di animazione istituzionale volto ad adeguare l’organizzazione del patto territoriale alle forme della programmazione decentrata regionale e l’elaborazione di un documento complessivo di programmazione d’area, secondo
le indicazioni dell’articolo 25 della legge regionale n. 35/2001.
La domanda di contributo e il programma di attività presentati dai Soggetti promotori del Patto territoriale della Riviera del Brenta sono stati approvati dalla Giunta Regionale con delibera n. 3046 del 10 ottobre 2003.
Il Tavolo di concertazione del patto ha così avviato un nuovo percorso - organizzativo e programmatico - finalizzato a creare le condizioni necessarie per l’attuazione della “Intesa Programmatica d’Area della Riviera del Brenta”, da proporre nell’ambito del primo “piano di
attuazione e spesa (PAS)”, di cui all’articolo 18 della legge regionale n. 35/1001 sulla programmazione.
L’IPA si colloca, infatti, nello scenario strategico delineato dal nuovo Programma Regionale
di Sviluppo (PRS), il quale - come si legge nel “Documento di lavoro n. 1” del PRS medesimo
- “informerà la costruzione del Piano di Attuazione e Spesa, nell’ambito del quale, proprio attraverso le Intese programmatiche d’area, i patti territoriali potranno trovare un opportuno
quadro di riferimento (programmatico, temporale, finanziario), e diventare strumenti dello sviluppo locale in attuazione di politiche e strategie condivise con la Regione del Veneto”.
Il passaggio dal patto territoriale all’IPA della Riviera del Brenta affonda le radici nella prima
esperienza di concertazione locale avviata nel marzo 2001.
Tuttavia, la proposta di articolazione del PAS, sia per la formulazione che per la gestione, a
livello territoriale nasce da una più avanzata e approfondita fase di concertazione tra le Parti
sociali e di collaborazione tra gli Enti locali e la Regione, attraverso la quale è stato elaborato
un nuovo programma di sviluppo locale, caratterizzato dai seguenti elementi:
4
- il consolidamento e l’ampliamento del partenariato istituzionale ed economico-sociale locale e la formale regolamentazione dei rapporti tra i Partner, al fine di adeguare il partenariato locale alle forme organizzative della programmazione decentrata regionale;
- la conferma dell’area di intervento, già prevista per il Patto territoriale, comprendente dieci Comuni della provincia di Venezia, caratterizzati da omogeneità geomorfologica, storica e socio-economica;
- la nuova definizione degli obiettivi e della strategia di sviluppo e l’orientamento verso un
programma di sviluppo a carattere plurisettoriale;
- la definizione di un programma di sviluppo locale di durata triennale - pari a quella del
PAS - da sottoporre alla valutazione del Nucleo regionale di valutazione e verifica degli
investimenti pubblici, istituito ai sensi dell’articolo 1 della legge 17 maggio 1999, n. 144.
Il presente documento di programmazione complessiva d’area è, quindi, redatto in conformità a quanto previsto dal punto 2 dell’allegato “B” alla delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 1070 dell’11 aprile 2003 e descrive il nuovo progetto di sviluppo locale.
Esso è articolato in cinque parti:
- la prima parte (capitolo 2) descrive la situazione attuale dell’area, anche sotto il profilo
ambientale, e si conclude con l’analisi dei punti di forza e di debolezza (analisi SWOT);
- la seconda (capitolo 3) è dedicata alla descrizione delle priorità, degli obiettivi e della
strategia di sviluppo locale, individuata dal partenariato istituzionale ed economico e sociale, e comprende altresì una valutazione della sua coerenza con le politiche degli Enti
sovraordinati, nonché dell’impatto sull’ambiente, l’occupazione e le pari opportunità;
- la terza parte (capitolo 4) descrive gli assi prioritari, le misure e le azioni ritenute necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo;
- nella quarta parte (capitolo 5) è effettuata una stima delle risorse finanziarie occorrenti,
individuando le disponibilità locali e il fabbisogno finanziario;
- infine, la quinta e ultima parte del documento programmatico (capitolo 6) illustra la composizione e l’organizzazione del partenariato locale, i ruoli di ciascun Partner e il sistema
di monitoraggio che sarà impiegato per verificare la realizzazione delle azioni previste e il
conseguimento degli obiettivi prefissati.
5
2. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE ATTUALE
2.1. Definizione dell’area di intervento
La proposta di intesa programmatica dell’area della Riviera del Brenta riguarda il medesimo
territorio del patto territoriale, quindi i seguenti dieci comuni della provincia di Venezia:
1. Campagna Lupia
2. Campolongo Maggiore
3. Camponogara
4. Dolo
5. Fiesso d’Artico
6. Fossò
7. Mira
8. Pianiga
9. Stra
10. Vigonovo
I comuni della Riviera del Brenta
I due comuni di Mira e Campagna Lupia beneficiano fino al 2005 del regime di “sostegno
transitorio” nell’ambito dei Fondi strutturali comunitari.
6
I comuni della Riviera del Brenta e la loro collocazione geografica
7
2.2. Diagnosi territoriale
2.2.1. Territorio e ambiente
L’area denominata “Riviera del Brenta” è costituita da un insieme di città e contrade sorte
lungo l'antico corso del Brenta nell’entroterra occidentale della provincia di Venezia, al confine con la provincia di Padova.
Stra, Fiesso d’Artico, Dolo e Mira si sviluppano da ovest ad est lungo il Naviglio Brenta, verso la Laguna di Venezia. Vigonovo, Fossò e Campolongo Maggiore si estendono da nord a
sud lungo le sponde del fiume Brenta. Campagna Lupia ad est si estende fino alla Laguna di
Venezia, del cui entroterra fa parte anche Camponogara.
Si tratta di un’area completamente pianeggiante di circa 314 kmq, il 13% della superficie
provinciale e circa il 2% di quella regionale.
Mira e Campagna Lupia sono i due comuni con la maggiore estensione territoriale ed occupano insieme quasi il 60% del territorio complessivo.
Tre sono i corsi d’acqua che informano la geografia del territorio: il Naviglio Brenta, il fiume
Brenta e il Rio Serraglio.
Il Naviglio Brenta si sviluppa da Stra a Fusina, dove sfocia nella Laguna di Venezia, per circa 35 Km. Definito prosecuzione del Canal Grande in terraferma per il susseguirsi di Ville
venete e principale via di comunicazione tra Padova e Venezia sino agli inizi di questo secolo, il Naviglio Brenta è un canale navigabile di 2^ classe oltre a svolgere una funzione idraulica di smaltimento delle acque meteoriche del vasto territorio circostante. Sul Naviglio infatti
confluiscono il Canale Veraro, il Tergolino, il Serraglio e il Pionca. Lungo il percorso presenta
quattro conche di navigazione ed una serie di manufatti di regolazione dei livelli idrici. Il Naviglio ha infine la funzione di alimentare, attraverso numerose derivazioni, diversi corsi d'acqua a scopo agricolo, industriale e vallivo.
Il Fiume Brenta è una grandiosa operazione ottocentesca che ha completato la serie di interventi avviati dalla Repubblica di Venezia per allontanare le foci del Brenta dalla Laguna
più prossima a Venezia ed evitare i problemi di interramento della Laguna provocati dai detriti alluvionali.
Il Rio Serraglio è un corso d'acqua arginato che, dopo avere ricevuto le acque dei Fiumi
Tergola e Tergolino, si snoda per 13 chilometri attraverso i territori dei Comuni di Vigonza,
Stra, Fiesso d'Artico, Dolo e Mira, fino a sfociare come affluente nel Naviglio Brenta all'altezza di Mira Porte. Il Serraglio è un canale di 2^ categoria.
Ai comuni di Campagna Lupia e Mira appartiene invece un’estesa parte della Laguna di Venezia, caratterizzata dal punto di vista morfologico della presenza delle valli da pesca, dalle
barene e dalla realizzazione, in epoca recente, di alcune opere che hanno comportato un
pesante impatto sugli equilibri idraulici ed ambientali del contesto (Canale Malmocco Marghera – Casse di Colmata). Questa parte della Laguna presenta aspetti, dal punto di vista
naturalistico, di estremo interesse con particolare riferimento alla flora e all’avifauna. Tale
ambito storicamente appartiene alla Riviera del Brenta per il rapporto con il bacino idraulico
interno e il legame della popolazione con questo contesto in cui vengono svolte attività di
caccia, pesca e legate al tempo libero.
La valenza ambientale della Laguna di Venezia è riconosciuta anche dal Piano territoriale
regionale di coordinamento (PTRC) che l’ha classificata tra gli “ambiti per l’istituzione di parchi e riserve naturali regionali” e per la quale è stato adottato il “Piano d’Area Laguna e Area Veneziana” (PALAV), approvato con Provvedimento del Consiglio regionale del 9 novembre 1995, n. 70 e modificato dalla Variante n. 1, approvata con Deliberazione del medesimo Consiglio regionale del 21 ottobre 1999, n. 70. Il PALAV riguarda il territorio di 16 co8
muni della provincia di Venezia e Treviso, tra i quali i quattro comuni di Campagna Lupia,
Camponogara, Dolo e Mira.
I contenuti del piano d’area sono articolati in sette sistemi:
-
sistema ambientale lagunare e litoraneo
-
sistema ambientale della terraferma
-
sistema dei beni storico culturali
-
unità del paesaggio agrario
-
sistema insediativo e produttivo
-
sistema relazionale
-
sistema dei corridoi afferenti la SS 309 Romea e la SS 14 “Triestina”.
Per ciascuno di questi sistemi il piano detta specifiche norme tecniche di attuazione.
Con riferimento ai quattro comuni della Riviera del Brenta compresi nella delimitazione territoriale del PALAV, vengono dettate direttive particolari per le “casse di colmata A, B, D-E”,
per le “zone di bonifica” (che comprendono anche la Bonifica del Brenta) e per i “sistemi fluviali di interesse storico”, tra i quali quello del Brenta, caratterizzati dalla presenza di edifici di
pregio storico-architettonico (le ville del patriziato veneziano).
Con riferimento agli aspetti storico-culturali, direttive specifiche sono previste anche per i
“beni di interesse storico-culturale”, tra cui le “ville e parchi storici”, molti dei quali nei comuni
di Mira, Dolo, Camponogara e Campagna Lupia; gli “itinerari di interesse storico-culturale” tra
cui è indicata la “Riviera del Brenta”; vari siti di “archeologia industriale” molti dei quali a Mira
e Dolo; vari “manufatti idraulici di interesse storico” alcuni dei quali ubicati a Mira e Dolo; le
“aree maggiormente interessate dalla presenza di reperti archeologici in superficie”, molte
localizzate a Camponogara e Campagna Lupia, in misura minore a Mira e Dolo; gli edifici di
carattere storico-religioso, due dei quali a Mira e Campagna Lupia.
Sempre sotto il profilo delle risorse ambientali, nel comune di Campagna Lupia, in prossimità
dell'abitato di Lugo di Campagna Lupia, si trova l’Oasi naturale di Valle Averto, un frammento della laguna di Venezia, nata come "oasi di protezione" nel 1988 e gestita direttamente dal WWF che vi ha istituito un rifugio faunistico dal 1984. L'area si sviluppa ai margini della
laguna veneta, lungo la SS 309 “Romea”, tra Chioggia e Mestre. La riserva, che si estende
per 200 ettari, rappresenta un importante esempio di "valle arginata" fra le meglio conservate
dell'estuario lagunare. E' una tipica valle da pesca della laguna veneta in cui sono presenti
anche ampi specchi d'acqua dolce, salmastra, canneti, prati incolti, canali e siepi. E’ anche
presente un museo del territorio - situato all’interno della Cà Tiepola - che conserva ed espone materiali e strumenti archeologici riguardanti la caccia e la pesca lagunare.
Inoltre sulle tre Casse di Colmata A, B e D-E, che interessano anche parte dei comuni di
Campagna Lupia e Mira, è stata istituita un’oasi di protezione della fauna selvatica. L’area
delle Casse di Colmata è costituita da circa 1200 ettari imboniti negli anni 60 in previsione
della realizzazione della Terza Zona industriale di Marghera con i fanghi derivati dallo scavo
del Canale Malamocco Marghera. Attualmente le "casse" sono interessate da un progressivo
processo di rinaturalizzazione.
Le medesime aree sono state proposte tra i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e le Zone di
Protezione Speciale (ZPS) della Rete Natura 2000: l’area SIC denominata “Laguna Inferiore”
investe circa due terzi del territorio di Campagna Lupia e circa metà di quello di Mira per
un’estensione complessiva intorno agli 11.000 ettari, che rappresentano circa il 40% della
superficie totale dell’area dei dieci comuni della Riviera del Brenta ed oltre il 3% dei SIC regionali.
9
Considerando la superficie SIC rapportata alla popolazione, nella Riviera del Brenta abbiamo
dunque quasi 10 ettari di SIC ogni 100 abitanti, contro una media regionale di 8 ettari ogni
100 abitanti.
I Siti di Importanza Comunitaria nell’area della Riviera del Brenta
L’area è inoltre interessata dalla presenza di tre Zone di Protezione Speciale (Z.P.S.):
1) “Casse di Colmata B – D/E”, nel comune di Mira;
2) “Laguna viva medio inferiore di Venezia”, che occupa una piccola parte dei due comuni di Campagna Lupia e Mira;
3) “Valle e Barene della laguna medio inferiore”, che occupa gran parte del comune di
Campagna Lupia e un lembo di quello di Mira.
10
Le Zone di Protezione Speciale nell’area della Riviera del Brenta
Gran parte dei comuni della Riviera del Brenta sono compresi nel “bacino scolante della laguna di Venezia”, per il quale è stato redatto il “Piano per la prevenzione
dell’inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente
sversante nella laguna di Venezia”, approvato con Provvedimento del Consiglio regionale
n. 255 del 19 dicembre 1991. Il Piano pone la priorità della riduzione del carico di nutrienti
immessi in laguna, attraverso:
−
l’intercettazione dei carichi urbani puntiformi e diffusi in terraferma;
−
la realizzazione per gradi della fognatura del centro storico di Venezia;
−
l’affinamento della depurazione con l’adozione di tecnologie di abbattimento spinto dei
carichi di nutrienti; il riutilizzo industriale o agricolo degli effluenti depurati;
−
la prevenzione del rilascio di nutrienti di origine agricola e zootecnica;
−
la regolazione idraulica e diversione.
La Riviera del Brenta presenta inoltre notevoli problemi dovuti a situazioni di dissesto idraulico e alla necessità di interventi di bonifica.
11
Dal punto di vista del sistema insediativo, i comuni della Riviera del Brenta, caratterizzati e
legati tra loro da una forte identità culturale, presentano oggi una marcata connotazione residenziale e una forte specializzazione produttiva.
La vocazione residenziale sviluppata dall’area si stima analizzando i dati relativi alla concentrazione territoriale delle abitazioni: la Riviera del Brenta ha una presenza media di 132 abitazioni ogni kmq contro le 155 a livello provinciale e le 107 a livello regionale.
La vocazione residenziale è stata sviluppata in particolare dai comuni che maggiormente
gravitano verso il sistema metropolitano Venezia-Padova e che presentano densità abitative
molto elevate: Fiesso d’Artico (383 ab./kmq), Dolo (240 ab./kmq), Stra (236 ab./kmq), Vigonovo (234 ab./kmq) e Fossò (205 ab./kmq). Tutti i comuni presentano una consistenza di abitazioni per kmq superiore alla media provinciale con l’eccezione di Campolongo Maggiore, e
dei due comuni dalla maggiore estensione territoriale: Mira e soprattutto Campagna Lupia
che è il comune con la più bassa concentrazione di abitazioni (72 ab./kmq).
Densità delle abitazioni (abitazioni per kmq) - Anno 2001
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
155
132
107
Riviera del Brenta
Provincia Venezia
Regione Veneto
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
Densità delle abitazioni (abitazioni per kmq) per comune- Anno 2001
26
Campagna Lupia
134
Campolongo Maggiore
176
Camponogara
240
Dolo
383
Fiesso d’Artico
205
Fossò
138
Mira
168
Pianiga
Stra
236
Vigonovo
234
132
Riviera del Brenta
155
Provincia Venezia
107
Regione Veneto
0
100
200
300
400
500
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
12
Parallelamente allo sviluppo residenziale, nell’area si sono fortemente concentrate le attività
economiche, con una forte presenza di insediamenti non solo produttivi, ma anche commerciali e di servizio: nella Riviera del Brenta risultano infatti presenti mediamente 27 unità locali
(dei settori industriale, commerciale e terziario) per kmq (in aumento rispetto alle 22 per kmq
del 1991), dato in linea con la media provinciale (28 unità locali/kmq), ma superiore alla media regionale (22 unità locali/kmq). Vanno messi in evidenza i valori particolarmente alti di alcuni comuni, come Fiesso d’Artico (102 UL/kmq), Stra (83 UL/kmq), Fossò (65 UL/kmq), Dolo (54 UL/kmq) e Vigonovo (51 UL/kmq), proprio i comuni con la maggiore concentrazione di
abitazioni, mentre mostrano una bassa concentrazione territoriale di attività economiche
Campagna Lupia (5UL/kmq) e Mira (20 UL/kmq), probabilmente anche a causa dell’ampia
estensione territoriale dei due comuni.
Densità delle unità locali (unità locali per kmq) - Anno 2001
35
30
28
27
22
25
20
15
10
5
0
Riviera del Brenta
Provincia Venezia
Regione Veneto
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
Densità delle unità locali (unità locali per kmq) per comune- Anno 2001
5
Campagna Lupia
27
Campolongo Maggiore
32
Camponogara
54
Dolo
100
Fiesso d’Artico
63
Fossò
20
Mira
39
Pianiga
80
Stra
51
Vigonovo
Riviera del Brenta
27
Provincia Venezia
28
22
Regione Veneto
0
20
40
60
80
100
120
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
13
Considerando le sole unità produttive del settore industriale, è possibile stimare alcuni indicatori della concentrazione territoriale degli insediamenti produttivi: nella Riviera del Brenta
risultano presenti mediamente 10 insediamenti produttivi per kmq, un dato superiore alla
media provinciale (8 unità locali/kmq) e alla media regionale (7 unità locali/kmq). Anche in
questo caso vanno messi in evidenza i valori particolarmente alti di alcuni comuni, come
Fiesso d’Artico (41 UL/kmq), Fossò (32 UL/kmq), Stra (22 UL/kmq), e Vigonovo (22 UL/kmq)
ed i valori invece molto bassi dei comuni di Campagna Lupia (2 UL/kmq) e Mira (6 UL/kmq).
Densità delle unità locali dell’industria (unità locali per kmq) per Comune- Anno 2001
2
Campagna Lupia
Campolongo Maggiore
14
Camponogara
14
12
Dolo
Fiesso d’Artico
41
32
Fossò
6
Mira
14
Pianiga
Stra
22
Vigonovo
22
10
Riviera del Brenta
Provincia Venezia
8
Regione Veneto
7
0
10
20
30
40
50
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
2.2.2. Infrastrutture e mobilità
La consistenza complessiva del parco veicolare della Riviera del Brenta, nel 2002, è di
82.282 veicoli circolanti - di cui 75.742 autovetture - pari a circa il 16% del parco veicolare
provinciale.
Nella Riviera del Brenta vi sono 586 autovetture ogni 1.000 abitanti, dato superiore alla media provinciale e regionale, come indicato nella seguente tabella.
Aree
Popolazione 2001
geografiche
Autovetture ogni
1.000 abitanti
Motocicli ogni
Parco veicolare
1.000 abitanti
ogni 1.000 abitanti
Riviera del Brenta
112.150
586
53
734
Provincia di Venezia
809.586
516
54
649
4.527.694
584
59
738
Regione Veneto
Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ACI
La Riviera del Brenta si colloca in una posizione strategica per la definizione del corridoio
metropolitano Padova-Mestre/Venezia che costituisce un segmento fondamentale del tratto
Torino-Milano-Venezia-Trieste del corridoio transeuropeo V “Lisbona-Kiev”.
14
Dal punto di vista dell’accessibilità, la principale arteria viaria che consente l’accesso all’area
della Riviera del Brenta è l’autostrada A4 Milano-Venezia che scorre a nord sul territorio
dei comuni di Dolo e Mira e dispone di un casello autostradale, il “Dolo-Mirano”, ubicato nel
comune di Dolo.
Gli altri tre grandi assi stradali che connettono l’area con l’esterno, racchiudendola all’interno
di un triangolo, sono:
-
la SR 11 “Padana Inferiore” che collega Padova a Venezia e attraversa Stra, Fiesso
d’Artico, Dolo e Mira, lambendo la sponda sinistra del Naviglio Brenta ed interponendosi
tra lo storico corso d’acqua e le Ville venete che vi si affacciano, e dalla quale si diparte
la rete viaria provinciale e locale che permette il collegamento con Pianiga a nord, Vigonovo, Fossò e Camponogara a sud;
-
la SS 309 “Romea” che collega Venezia a Ravenna, attraversando il territorio di Campagna Lupia e Mira e permettendo l’accesso a Campolongo Maggiore e Camponogara;
-
la SS 516 Padova-Piove di Sacco-Chioggia che, pur non attraversando direttamente
l’area, rappresenta il principale accesso all’area dai comuni padovani di Legnaro e Piove
di Sacco.
La mobilità interna è assicurata da una rete di strade provinciali e comunali che costituiscono
gli assi attorno ai quali si sviluppa il sistema urbano diffuso.
Uno dei più importanti problemi relativi alla rete viaria di accesso e di attraversamento della
Riviera del Brenta è quello del traffico sia in termini di congestione che di difficile connessione con le arterie di grande comunicazione.
Da una parte, la strozzatura della tangenziale di Mestre, in cui si somma il traffico di transito
(i flussi di traffico in marcia tra la A4 Milano-Venezia, la A27 Venezia-Belluno e la A4 Venezia-Trieste) con quello locale di area, si ripercuote negativamente anche sulla viabilità ordinaria, ed in particolare sulla SS 309 “Romea” e sulla SR 11 “Padana Inferiore” (la sezione di
Mira risulta quella più carica).
Dall’altra, il progressivo sviluppo dell’area e l’intensificarsi delle relazioni nell’ambito del sistema metropolitano Venezia-Padova ha nel tempo incrementato gli scambi funzionali con la
città di Padova, il suo Interporto e la relativa area industriale, provocando un ulteriore fattore
di pressione sulla viabilità di accesso, in particolare sulla SR 11 “Padana Inferiore”.
Sulla viabilità minore degno di rilievo è il flusso che si registra sulla SP 26 “Dolo/Cazzago”,
itinerario in cui si sommano la funzione di accesso allo svincolo autostradale di Dolo e quella
di interconnessione tra la Riviera del Brenta e il Miranese.
Una serie di importanti opere infrastrutturali, alcune già avviate, altre ormai giunte ad un livello avanzato di progettazione, dovrebbero consentire la risoluzione nel prossimo futuro di
gran parte dei problemi citati.
Tra le infrastrutture di trasporto programmate a livello nazionale e regionale, per quanto riguarda la rete autostradale, strategica per l’area è la realizzazione del nuovo Passante di
Mestre sulla A4 (Passante Dolo-Quarto d’Altino) per la quale è stato aggiudicato l’appalto,
mentre è a livello di studio di fattibilità la realizzazione del tunnel di Mestre.
Nell’agosto del 2001 è stato siglato un nuovo accordo tra Stato e Regione che assegna la
priorità al Passante e, a seguire, prevede la necessità di costruire anche la galleria sotto alla
linea dell’attuale tangenziale di Mestre. Malgrado l’opzione prioritaria per il Passante, tra le
emergenze infrastrutturali nazionali, allegata alla legge 21 dicembre 2001, n. 443 (cosiddetta
“legge obiettivo”), la soluzione del nodo di Mestre contempla la realizzazione sia del Passante che del tunnel profondo. Secondo il ministero delle infrastrutture, il tunnel si renderà necessario quando saranno avviati a compimento il corridoio transeuropeo 5 “Lisbona-Kiev” e,
non di meno, l’autostrada “Nuova Romea Commerciale” (Ravenna-Venezia). In presenza di
15
tali due nuovi elementi, il passante di Mestre non viene infatti più ritenuto in grado di alleggerire la tangenziale mestrina dal traffico di attraversamento.
La cd. “legge obiettivo” ha dunque inserito l’opera tra quelle prioritarie e ha steso un cronoprogramma che dovrebbe vederla realizzata all’inizio del 2008. Il Passante di Mestre interessa i comuni di Pianiga, Mirano, Mira, Spinea, Salzano, Martellago, Scorzè, Quarto d’Altino
(provincia di Venezia), Zero Branco, Mogliano Veneto, Preganziol, Casale sul Sile (provincia
di Treviso). La lunghezza del percorso sarà di 32,3 chilometri, dall’interconnessione con la
A4 Milano-Venezia (fra Dolo e Mirano, località Vetrego), alla interconessione con la A27 (nei
pressi di Mogliano), alla interconnessione con la A4 Venezia-Trieste (a Quarto d’Altino). Verranno realizzate tre nuove barriere: una sull’A4 Venezia-Padova in località Pianiga/Mirano,
una sulla A27 Mestre-Belluno a Mogliano Veneto e l’ultima lungo la A4 Venezia-Trieste a
Quarto d’Altino.
La realizzazione del Passante rappresenterà sicuramente un fattore positivo per la Riviera
del Brenta che non esaurirà però, di per sé, le esigenze di una adeguata dotazione infrastrutturale specifica per questo territorio, finalizzata a decongestionare la SR 11 “Padana Inferiore” ma anche a migliorare la situazione del contesto urbano posto a sud del Naviglio, carente
di una adeguata viabilità nelle relazioni est-ovest. Anche in quest’area, infatti, i livelli di servizio della rete viaria, affidati principalmente alle strade provinciali e ad un difficile rapporto con
la SS 309 “Romea", sono bassi sia per l’insufficienza dell’offerta che per l’eccesso di domanda. L’innesto del previsto Passante autostradale non è nemmeno ritenuto in grado di consentire un utilizzo urbano della tratta Padova – Dolo.
L’altra importante infrastruttura programmata nell’area riguarda la realizzazione
dell’autostrada “Nuova Romea Commerciale” che nasce dalla necessità di rispondere
all’esponenziale crescita dei flussi veicolari, soprattutto automezzi pesanti, che si riversano
sulla strada. Nell’elenco delle emergenze infrastrutturali nazionali compilato per la cd. “legge
obiettivo” la “Nuova Romea commerciale” è stata inserita come autostrada a due corsie per
senso di marcia. E’ stata concepita quale asse destinato a collegarsi con la direttrice estovest del Corridoio Transeuropeo V all’altezza del nodo di Mestre.
Quanto al punto di origine a sud, la nuova autostrada si staccherà da Cesena, da dove sarà
possibile collegarsi anche con la Cesena-Orte in direzione di Roma. L’asse autostradale sarà
dotato di una serie di bretelle di collegamento con la superstrada Transpolesana, con il parco
del Delta del Po, con la SS 309 Romea e con l’area portuale di Chioggia. Resta ancora da
verificare invece dove avverrà l’innesto della nuova autostrada a Nord, in corrispondenza del
nodo di Mestre. Le ipotesi attualmente considerate sono almeno tre: sull’autostrada A4, sul
Passante oppure sul tunnel che dovrebbe venire realizzato sotto l’attuale tangenziale.
Nel giungo 2003 è stata inoltre avanzata la proposta di realizzare un unico corridoio autostradale senza soluzione di continuità da Mestre sino ad Orte. Il progetto prevede, accanto
alla costruzione dell'autostrada Nuova Romea Commerciale nel tratto Mestre-Cesena, anche
la riqualificazione della E45 Orte-Cesena. Tuttavia la Regione Emilia Romagna si oppone al
progetto di realizzare un unico corridoio autostradale da Mestre ad Orte, ritenendo prioritaria
la realizzazione della sola Nuova Romea.
A livello di programmazione locale e regionale, in fase di progettazione preliminare è anche il
nuovo asse plurimodale Padova/Venezia, un’arteria stradale che dovrà mettere in connessione la zona industriale di Padova, la zona industriale di Venezia e le aree produttive dei
comuni poste lungo l’asse, raccordandosi a ovest con la circonvallazione esterna di Padova
e l'Autostrada Padova - Bologna e a est con la nuova Romea Commerciale. Al centro è prevista una connessione con il sistema autostradale all'altezza del casello di Roncoduro.
L'intervento prevede la realizzazione di una strada di circa 20 Km sull'argine della prevista
idrovia Venezia-Padova, utilizzando il sedime arginale disponibile. Il nuovo asse dovrebbe
risolvere il problema del congestionamento della SR 11 “Padana Inferiore”.
16
Per quel che riguarda il trasporto ferroviario, l’area della Riviera del Brenta è direttamente interessata da uno dei più importanti interventi di potenziamento infrastrutturale e ammodernamento tecnologico delle linee ferroviarie venete: è infatti in corso di realizzazione il quadruplicamento AC/AV della linea Padova-Mestre (circa 250 km/h), che rientra nel quadro
della realizzazione del Corridoio Transeuropeo V, la freeway di interesse europeo che collega Barcellona a Kiev attraverso la pianura padana e che per l’Italia prevede il quadruplicamento veloce della linea Torino-Trieste, attivando una stretta integrazione con i principali
centri di interscambio (interporti, porti e aeroporti) mediante il potenziamento delle interconnessioni. L’intervento costituisce per la realtà regionale e metropolitana, uno degli interventi
funzionali al potenziamento del nodo del Veneto centrale, esteso su 50 km di rete ferroviaria
e con 9 stazioni (tre principali e sei “satelliti”). Si tratta del punto di interconnessione tra le relazioni ferroviarie nord-sud (Tarvisio-Bologna) ed est-ovest (Milano-Trieste).
Gli interventi per il potenziamento del nodo riguardano sia l’infrastruttura che gli impianti tecnologici per la circolazione dei treni e sono finalizzati ad aumentare la capacità di trasporto
delle linee e delle stazioni, per gestire con efficienza ed efficacia lo sviluppo del traffico ferroviario, sia quello della relazione AC/AV Milano-Venezia, sia quello connesso al Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR). Si tratta di un complesso organico e funzionale di
interventi, che saranno realizzati entro il 2008 in presenza dell’esercizio ferroviario, mentre il
traffico progressivamente aumenterà fino a raggiungere – nel 2010 – il volume di 570 treni su
Mestre. Al 2010 l’impianto di Mestre avrà una potenzialità di 750 treni al giorno. A Mestre, oltre al miglioramento dei servizi passeggeri – con quattro nuovi binari dedicati al “Sistema
Ferroviario Regionale Metropolitano” (SFMR) – è previsto di concentrare in un unico impianto, localizzato nelle aree portuali di Marghera, la terminalizzazione del traffico merci del porto
e della zona industriale.
Nell’ambito del progetto regionale relativo al “Sistema Ferroviario Regionale Metropolitano”
(SFMR), è in fase di realizzazione il primo stralcio funzionale di sei linee che si ripartono a
raggiera da Mestre, tra cui la linea Mestre-Adria. Dopo esserne venuta recentemente in
possesso, la Regione del Veneto ha affidato l’esercizio della linea ad una propria società operativa appositamente creata, con l’intenzione di prevedere uno sviluppo della stessa sia
nel trasporto regionale che in quello della terminalizzazione delle merci.
Un passo molto significativo potrebbe essere costituito dalla realizzazione dell’ulteriore linea
Padova-Piove di Sacco-Chioggia, una nuova linea di cui viene ipotizzata la realizzazione
sempre nell’ambito del “Sistema Ferroviario Regionale Metropolitano” (SFMR), con un primo
lotto molto significativo da Padova per Agripolis e Piove di Sacco.
Altra prospettiva di sviluppo, più lontana nel tempo, è la realizzazione della cosiddetta
“Romea ferroviaria”, auspicata dalla Regione Emilia Romagna e che prevede il prolungamento della Mestre-Adria su Ariano Polesine e poi su Ostellato, verso Ravenna e Bologna.
Nell’area è anche programmata l’idrovia Padova/Venezia che rappresenta una componente
del complessivo sistema idroviario padano-veneto (957 km di vie navigabili interne che da
Milano raggiungono il Mare Adriatico). Il sistema idroviario padano-veneto fa capo essenzialmente al corso del Po e ai raccordi tra quest’ultimo ed il mare Adriatico attraverso i canali
della laguna veneta, il Po di Levante, l’idrovia ferrarese e il canale Po-Brondolo. Altri elementi costitutivi del sistema sono anche il corso inferiore del fiume Mincio e la parte sinora realizzata dell’idrovia Milano-Cremona.
17
2.2.3. Popolazione
La popolazione residente nell’area della Riviera del Brenta è risultata, all’ultimo Censimento
demografico ISTAT del 2001, di 112.150 unità, che rappresentano il 14% della popolazione
provinciale e il 2,5% di quella residente nella regione Veneto.
Popolazione residente per comune - Anno 2001
0
10.000
Campagna Lupia
20.000
30.000
40.000
6.288
9.196
Campolongo M.
Camponogara
10.905
Dolo
14.442
Fiesso d’Artico
5.779
Fossò
5.922
Mira
35.355
Pianiga
9.168
Stra
7.031
Vigonovo
8.064
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
Il comune di Mira ospita da solo più del 30% della popolazione complessiva dell’area, seguito da Dolo (13%) e Camponogara (9,7%).
La densità media della popolazione risulta, sempre nel 2001, di 358 abitanti per Kmq, dunque più elevata rispetto alla densità media provinciale (329 abitanti per kmq) e a quella media regionale (246 abitanti per kmq). Il comune più densamente popolato della Riviera del
Brenta è Fiesso d’Artico, con 916 abitanti per kmq, seguito da Stra, con 801 abitanti per
Kmq. L’unico comune che presenta una densità di popolazione molto bassa è Campagna
Lupia con 72 abitanti per Kmq. Tutti gli altri comuni mostrano valori superiori a quelli medi
provinciale e regionale.
Densità della popolazione per comune – Anno 2001
72
Campagna Lupia
391
Campolongo M aggiore
511
Camponogara
600
Dolo
916
Fiesso d’Art ico
586
Fossò
358
M ira
457
Pianiga
801
St ra
631
Vigonovo
358
Riviera del Brenta
329
Provincia Venezia
246
Regione Venet o
0
200
400
600
800
1000
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
18
Gli stranieri residenti nei comuni della Riviera del Brenta, sulla base dei risultati del Censimento generale della popolazione dell’ISTAT del 2001, risultano 1.747, l’11% degli stranieri
residenti nell’intera provincia di Venezia. Sono dunque circa 16 gli stranieri residenti ogni mille abitanti, meno di quanto risulta a livello provinciale (19 stranieri ogni mille abitanti), regionale (34 stranieri ogni mille abitanti) e nazionale (23 stranieri ogni mille abitanti). Gli stranieri
residenti sono per oltre il 50% extracomunitari, mentre l’altra metà è di cittadinanza di paesi
europei. Dei 1.747 stranieri residenti nell’area, il 26% risiede nel comune di Mira, seguito da
Dolo (12%) e poi in misura piuttosto omogenea dagli altri comuni dell’area. La popolazione
immigrata è ripartita in modo equo tra maschi e femmine.
Stranieri residenti ogni 1000 abitanti – Anno 2001
18%
Campagna Lupia
15%
Campolongo Maggiore
13%
Camponogara
14%
Dolo
21%
Fiesso d’Artico
25%
Fossò
13%
Mira
14%
Pianiga
Stra
18%
Vigonovo
18%
16%
Riviera del Brenta
19%
Provincia Venezia
34%
Regione Veneto
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
Nella Riviera del Brenta sono state censite nel 2001 40.009 famiglie. Il numero medio di
componenti per famiglia (2,84) è solo lievemente superiore al dato provinciale (2,57) e a
quello regionale (2,61).
La popolazione residente nella Riviera del Brenta ha registrato nel ventennio compreso tra il
1991 ed il 2001 un tasso di incremento del 9%, in termini assoluti 9.195 residenti in più.
Andamento demografico nei comuni della Riviera del Brenta 1981 - 2001
114.000
112.150
112.000
110.000
109.300
108.000
106.000
104.000
102.000
102.955
100.000
98.000
1981
1991
2001
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
19
I comuni di Fiesso d’Artico e di Mira sono gli unici ad aver subito durante l’arco temporale
considerato una, seppur lieve, flessione della popolazione residente, il primo dello 0,3%, il
secondo dell’1,4%. Gli altri comuni hanno invece registrato un significativo incremento demografico con un picco nel comune di Vigonovo (+27%).
Variazione % della popolazione 1981 – 2001 per Comune
11%
Campagna Lupia
5%
Campolongo Magg.
16%
Camponogara
6%
Dolo
Fiesso d’Artico
-0,3%
Fossò
11%
-1,3%
Mira
9%
Pianiga
11%
Stra
27%
Vigonovo
Riviera Brenta
9%
Provincia Venezia -4,8%
Regione Veneto
0,04%
-10
-5
0
5
10
15
20
25
30
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
Analizzando i dati derivanti dalle risultanze anagrafiche relative all’anno 2002, si nota come
nella Riviera del Brenta l’incremento della popolazione risulti determinato da un saldo naturale positivo (+104) ma, soprattutto, dal saldo migratorio, ampiamente positivo (+1.228). Il tasso di natalità risulta pari a 9,3 per 1000 abitanti, superiore al dato provinciale (8,5) lievemente inferiore a quello regionale (9,6). Il tasso di mortalità si attesta sul valore di 8,4 per 1000
abitanti, inferiore sia al dato provinciale (9,7) che a quello regionale (9,4).
A livello disaggregato tutti i comuni presentano nel 2002 un saldo migratorio molto elevato, in
particolare Mira (+313) e Camponogara (+258). L’unico comune che registra un valore negativo sia del saldo naturale (-5) che del saldo migratorio (-9) è Dolo, mentre il comune di Fiesso d’Artico registra un saldo naturale negativo (-3) ma un saldo migratorio elevato (+201).
Indicatori della dinamica demografica – Anno 2002
14,0
12,0
10,0
8,0
6,0
4,0
2,0
0,0
-2,0
11,9
10,3
10,5
7,6
5,7
4,5
0,9
0,2
-1,2
Incremento naturale
Incremento migratorio
Riviera del Brenta
Provincia Venezia
Incremento totale
Regione Veneto
Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati anagrafi comunali – Anno 2002
20
Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione per sesso si registra una prevalenza
della popolazione femminile (57.238) rispetto a quella maschile (54.912) dovuta
all’allungamento della vita che influisce maggiormente sulla componente femminile. Il punto
di pareggio si ha nella classe di età 55-59 anni, al di sotto della quale prevale invece la componente maschile. Questa caratteristica è tipica delle popolazioni demograficamente mature
in cui la crescita naturale è molto ridotta.
Popolazione residente per classe d’età e sesso – Anno 2001
6.000
5.000
4.000
3.000
2.000
1.000
0
<5
5- 9
10- 14 15- 19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65- 69 70- 74 75- 79 80- 84
Maschi
>85
Femmine
Fonte: elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
Per quanto riguarda la struttura della popolazione per classi di età, nella Riviera del Brenta la
percentuale di anziani, cioè di persone di età uguale o superiore a 65 anni, in rapporto alla
popolazione residente complessiva è del 16,4%, una quota inferiore sia al dato medio provinciale (19,1%) che a quello regionale (18,3%). La percentuale di giovani, cioè di coloro che
non hanno ancora compiuto 15 anni, è per contro del 12,5%, in linea con il valore provinciale
(12,1%) ma lievemente inferiore a quello regionale (13,5%).
Indici della struttura demografica – Anno 2001
200
150
158
125
143
136
160
134
93
100
40 45
50
102
95
46
0
Indice di
vecchiaia
Indice di
dipendenza
Riviera del Brenta
Indice di ricambio Indice di struttura
Provincia di Venezia
Regione Veneto
Fonte: elaborazione Euris Srl su dati ISTAT – Anno 2001
L’indice di vecchiaia (dato dal rapporto tra la popolazione con 65 anni ed oltre, considerata
economicamente improduttiva, e quella con meno di 14 anni) è pari a circa 125: significa che
sono presenti 125 anziani ogni 100 giovani, un dato inferiore sia alla media regionale (pari a
136) sia soprattutto a quella provinciale (pari a 158).
21
L’indice di dipendenza dell’area, denominato anche carico sociale, (dato dal rapporto tra la
popolazione con 65 anni d’età e oltre più la popolazione con meno di 14 anni e la popolazione in età dai 14 ai 64 anni) è pari a 40: significa che sono presenti 40 persone non attive ogni
100 persone in età attiva, dato inferiore sia al valore medio provinciale (45,4) che a quello
regionale (46,5). Il denominatore di questo indice rappresenta la fascia di popolazione che
dovrebbe provvedere al sostentamento della fascia rappresentata al numeratore. E’ un indice sensibile alla struttura economica della società che indica la dipendenza economica della
fascia improduttiva da quella produttiva.
L’indice di ricambio dell’area, dato dal rapporto tra quanti sono prossimi a lasciare il mondo
del lavoro (popolazione con età compresa tra 60 e 64 anni) e quanti stanno invece per entrarci (popolazione con età tra i 15 e i 19 anni), è pari a 143: significa che nell’area della Riviera del Brenta la popolazione “in uscita” dal mercato del lavoro supera del 43% la popolazione entrante in età lavorativa, dato molto inferiore al valore medio provinciale (160), ma
superiore al valore medio regionale (134).
L’indice di struttura dell’area, dato dal rapporto tra il numero di persone con età superiore a
40 anni e inferiore o uguale a 64 anni e la popolazione con età compresa tra i 15 e i 39 anni,
è pari a 93, in linea con il valore regionale (95) ma inferiore a quello provinciale (102). Il denominatore di questo indice rappresenta le 25 generazioni più giovani in attività destinate a
sostituire le 25 generazioni più anziane anch’esse in attività: un indice di struttura inferiore a
100 indica una popolazione in cui la fascia in età lavorativa è giovane.
2.2.4. Beni e attività storico-culturali
L’offerta storico-culturale della Riviera del Brenta è caratterizzata dalla presenza di un patrimonio architettonico unico al mondo, costituito dalle ville, pubbliche e private, con testimonianze, fra gli altri, del Palladio e del Tiepolo: tra le più rinomate, Villa Pisani a Stra, La Malcontenta a Mira, Villa Widmann a Mira, Barchessa di Villa Valmarana a Mira, Villa Foscarini
Rossi a Stra, oltre ai cinquecenteschi Molini del Dolo.
Tra i principali musei, vanno ricordati il Museo d’arte di Villa Foscarini Rossi e il Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra, oltre al Museo del Territorio, delle Valli e della Laguna di Venezia a Campagna Lupia.
Molti sono in Riviera del Brenta gli appuntamenti annuali culturali e di folclore ormai consolidati:
−
Stagione invernale dei “Teatri della Riviera” nei teatri Excelsior di Dolo e Villa dei Leoni di
Mira;
−
Rassegna estiva “Festival delle Ville”, teatro, danza e musica in ville pubbliche e private,
giardini e spazi storici della Riviera del Brenta;
−
Rassegne invernali di teatro contemporaneo “Per Contrasto” e di teatro per ragazzi “Perle di Vetro”, che coinvolgono anche gli studenti degli istituti scolastici della Riviera;
−
In primavera, rassegna nazionale di grafica “Umorismo e Satira” allestita nell’ex Macello
di Dolo (con la presenza dei più noti disegnatori nazionali);
−
A Dolo il “Carneval dei Storti” con carri allegorici;
−
Lungo la Riviera del Brenta, “Venice Marathon” in ottobre (in diretta televisiva nazionale);
−
Mostra dell’artigianato (Expoart) e concorso voci nuove della lirica G.B. Velluti.
22
2.2.5. Sanità
La Riviera del Brenta appartiene al territorio della ULSS 13 – Mirano e Dolo e ai distretti Sanitario n. 3, con sede a Mira e n. 4 con sede a Camponogara. I servizi erogati dai due distretti sono riassunti nella seguente tabella.
Tipologia di servizi erogati Distretto n. 3 - Mira
Servizi sanitari
Poliambulatorio
Servizio medicina di comunità 310
Servizio neuropsichiatria età evolutiva
Servizio pediatria comunità
Servizi sociali
Consultorio familiare
Servizio inserimento lavorativo
Tipologia di servizi erogati Distretto n. 4 - Camponogara
Servizi sanitari
Servizio medicina di comunità
Servizio neuropsichiatria età evolutiva
Servizi sociali
Consultorio familiare
Servizio handicap adulto Servizi Sociali Territoriali
2.2.6. Economia
Il sistema produttivo locale
Il sistema produttivo della Riviera del Brenta nel 2003 è costituito da 10.798 unità locali iscritte al Registro delle Imprese della CCIAA di Venezia (72 in più rispetto allo stesso trimestre
del 2002), 9.245 delle quali sedi d’impresa (11 in meno rispetto allo stesso trimestre del
2002). Esse rappresentano rispettivamente l’11% e il 13% del totale provinciale.
Le unità locali sono concentrate per il 27% nel settore del commercio al dettaglio e
all’ingrosso, per il 18% in quello manifatturiero, per il 16% nel settore delle costruzioni, per il
16% nel settore agricolo, per il 15% negli altri servizi e per un rimanente 4% nei settori alberghiero e della ristorazione.
Unità locali attive per settore economico – Anno 2003
Trasporti e
magazz. Altri servizi
4%
15%
Alberghi e
ristoranti
4%
Commercio
27%
Agricoltura e
pesca
16%
Industria estr.
e manifatt.
18%
Costruzioni
16%
Fonte: Elaborazione EURIS Srl su dati C.C.I.A.A. di Venezia - Anno 2003
23
A livello aggregato, le unità locali risultano concentrate per il 49% nel settore terziario, per il
35% nel secondario e per il rimanente 16% nel primario.
Unità locali attive per macro-settore economico – Anno 2003
16%
49%
35%
Primario
Secondario
Terziario
Fonte: Elaborazione EURIS su dati C.C.I.A.A. di Venezia - Anno 2003
Mira, con 2.496 imprese, concentra il 23% delle unità locali dell’area, seguita da Dolo con
1.479 imprese, pari al 14%.
Unità locali attive per comune – Anno 2003
0
C. Lupia
500
1000
1500
2000
2500
3000
600
1.026
Campolongo
1.005
Camponogara
1.479
Dolo
Fiesso
Fossò
714
814
Mira
1.066
2.496
Pianiga
Stra
Vigonovo
785
813
Fonte: Elaborazione EURIS su dati C.C.I.A.A. di Venezia - Anno 2003
Nell’area della Riviera del Brenta tutti i settori economici hanno registrato, dal punto di vista
della numerosità delle unità locali, un trend positivo tra la fine del 2002 e la fine del 2003, ad
eccezione del comparto agricolo che ha perso 212 unità locali e del manifatturiero che è rimasto stazionario.
A livello comunale, si registra la buona crescita nel numero di unità locali nei due comuni di
Dolo (+41 unità locali), Fossò (+24 unità locali) e Vigonovo (+25), mentre hanno perso unità
locali i comuni di Campagna Lupia (-8), Campolongo Maggiore (-11) e Camponogara (-18) a
causa soprattutto del trend negativo del comparto agricolo.
Le imprese artigiane registrate sono state 3.598, che rappresentano poco meno del 17% del
totale provinciale ed appartengono per la maggior parte (40%) al settore delle costruzioni,
seguito dal manifatturiero (33%). I comuni che ospitano la maggiore quota di imprese artigiane sono Mira (24%), Campolongo Maggiore (11%), Camponogara (10%) e Dolo (10%).
24
Imprese artigiane per settore economico
9%
6%
4%
7%
1%
33%
40%
Agricoltura, caccia e silvicoltura
Attività manifatturiere
Costruzioni
Commercio ingrosso e dettaglio
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
Attività immob., noleggio, informatica, ricerca
Altri servizi pubblici, sociali e personali
Fonte: Elaborazione EURIS su dati CCIAA di Venezia - Anno 2003
Per quanto riguarda la situazione occupazionale, i comuni di Campagna Lupia, Camponogara, Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò, Mira e Pianiga appartengono al Sistema Locale del Lavoro
di “Venezia”, dove nel 2001 si è registrato un tasso di attività del 50,3% (contro il 48,5% nazionale), un tasso di occupazione del 48,3% (contro il 43,8% nazionale) e un tasso di disoccupazione a livelli frizionali del 3,9% (contro il 9,5% nazionale).
I tre comuni di Campolongo Maggiore, Stra e Vigonovo appartengono invece al Sistema Locale del Lavoro di “Padova”, dove nel 2001 si ha un tasso di attività del 52,5% (contro il
48,5% nazionale), un tasso di occupazione del 50,7% (contro il 43,8% nazionale) e un tasso
di disoccupazione a livelli frizionali del 3,3% (contro il 9,5% nazionale).
Agricoltura
L’esatta determinazione del numero di imprese agricole è un’operazione complessa e pressoché impossibile, in considerazione della pluralità di fonti statistiche che applicano criteri di
rilevazione disomogenei.
I dati di fonte “Stock view” di Infocamere forniti dalla CCIAA di Venezia, indicano la presenza
nell’area, al IV trimestre 2003, di 1.690 sedi d’impresa attive nel settore di attività economica
“A – Agricoltura, caccia e silvicoltura” e di 1.707 unità locali attive.
Per quanto riguarda, invece, i dati che emergono dai risultati del V° Censimento generale
dell’agricoltura (22 ottobre 2000), va precisato che l’unità di rilevazione censuaria (“azienda
agricola”) viene definita dall’ISTAT come “l’unità tecnico-economica in cui si attua la produzione agraria, forestale e zootecnica ad opera di un conduttore, e cioè persona fisica, società
o ente, che ne sopporta il rischio”. Si tratta dunque di un universo di riferimento ben più ampio della platea delle imprese agricole propriamente dette e cioè effettivamente operanti sul
mercato, senza alcun riferimento alla dimensione dell’azienda, alla sua capacità economica,
alla destinazione commerciale delle sue produzioni o al carattere professionale dell’attività
svolta dal conduttore stesso, per cui viene rilevato un numero molto consistente di microaziende con superfici e capacità produttive molto limitate. L’obiettivo del censimento
dell’agricoltura, infatti, è di rappresentare nel modo più dettagliato l’intero mondo rurale e non
solo il suo core produttivo. Il numero di aziende fornito dall’ISTAT si differenzia rispetto alle
informazioni desumibili da altri archivi amministrativi e in particolare dal Registro delle imprese tenuto presso le CCIAA, in cui sono escluse le aziende di piccole dimensioni e quelle che
non intendono usufruire delle provvidenze concesse dall’amministrazione pubblica.
25
Tenendo in considerazione tale premessa, nell’area della Riviera del Brenta sono state rilevate al V° Censimento generale dell’agricoltura (22 ottobre 2000), 5.047 aziende agricole,
zootecniche e forestali, che rappresentano oltre il 20% delle aziende agricole presenti nella
provincia di Venezia e circa il 3% del totale regionale. I comuni di Camponogara, Campolongo Maggiore, Mira, Pianiga e Dolo concentrano oltre il 70% delle aziende agricole dell’area.
Aziende agricole per Comune – Anno 2000
0
200
400
600
800
1000
298
Campagna Lupia
775
Campolongo
792
Camponogara
589
Dolo
155
Fiesso d’Artico
381
Fossò
766
Mira
659
Pianiga
255
Strà
377
Vigonovo
Fonte: Elaborazione EURIS su dati ISTAT - Anno 2000
Distribuzione aziende agricole per comune – Anno 2000
6%
7%
5%
15%
13%
16%
15%
8%
12%
3%
Campagna Lupia
Campolongo Maggiore
Camponogara
Dolo
Fiesso d’Artico
Fossò
Mira
Pianiga
Stra
Vigonovo
Fonte: Elaborazione EURIS su dati ISTAT - Anno 2000
La superficie agricola totale (SAT) ammonta a 15.641,32 ettari, corrispondenti a circa l’11%
del totale provinciale e all’1,3% del totale regionale. La superficie agricola rappresenta il 47%
della superficie totale dell’area e si estende per ben il 34% nel comune di Mira.
La superficie agricola utilizzata (SAU) – cioè quella destinata alle coltivazioni agricole – assomma a 12.166,48 ettari, che rappresentano il 10% del totale provinciale e l’1,4% del totale
regionale. La SAU rappresenta circa il 78% della superficie agricola totale. Il 28% della SAU
26
dell’area è localizzata nel comune di Mira. La quota di SAU sulla SAT si è mantenuta stabile
nel periodo compreso tra il 1982 ed il 2000.
Tra il 1982 ed il 2000 il numero delle aziende agricole della Riviera del Brenta è diminuito del
16%, pari a 958 unità, passando così da un totale di 6.005 aziende nel 1982 a 5.047 aziende
nel 2000.
Variazione del numero delle aziende agricole 1982-2000
6.200
6.005
6.000
5.800
5.669
5.600
5.400
5.200
5.047
5.000
4.800
4.600
4.400
1982
1990
2000
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2000
Si tratta di una flessione in linea con quella media provinciale (-17%) e lievemente inferiore a
quella media regionale (-21%).
I comuni che hanno perso il maggior numero di aziende agricole nel ventennio intercensuario
sono Mira (-256) e Campolongo Maggiore (-194).
Tra il 1982 ed il 2000 la SAT ha subito una riduzione del 4,4% pari a 715,11 ettari, passando
così dai 16.356,43 ettari del 1982 ai 15.641,32 ettari del 2000. Si tratta di una flessione in
termini percentuali superiore alla media provinciale, che è stata dell’1%, ma di molto inferiore
alla media regionale, pari all’8,82%. Tra il 1982 ed il 1990 la SAT era diminuita del 6,3%
mentre nel periodo intercensuario 1990-2000 vi è stata una inversione di tendenza, con un
aumento del 2%.
Variazione della SAT dal 1982 al 2000
16.600,00
16.400,00
16.356,43
16.200,00
16.000,00
15.800,00
15.641,32
15.600,00
15.400,00
15.333,06
15.200,00
15.000,00
14.800,00
1982
1990
2000
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2000
La SAT si è ridotta più o meno intensamente in tutti i comuni dell’area con l’eccezione di Mira, Camponogara e, in piccola misura, Stra.
27
Tra il 1982 ed il 2000 la SAU ha subito una flessione del 4,4% pari a 563,76 ettari, passando
così da 12.730,24 ettari del 1982 a 12.166,48 ettari del 2000. La flessione della SAU è stata
lievemente superiore in termini percentuali alla media provinciale (–3,15%), ma inferiore a
quella regionale (-6,70%).
Variazione della SAU dal 1982 al 2000
12.800,00
12.730,24
12.700,00
12.600,00
12.500,00
12.400,00
12.337,67
12.300,00
12.200,00
12.166,48
12.100,00
12.000,00
11.900,00
11.800,00
1982
1990
2000
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2000
La SAU si è ridotta più o meno intensamente in tutti i comuni, tranne che a Mira e, anche se
in misura limitata, a Campolongo, Camponogara e Stra.
In conclusione, tra il 1982 ed il 2000 il numero delle aziende della Riviera del Brenta è diminuito del 16%, a fronte di una riduzione del 4,4% della SAT e di un altro 4,4% della SAU. E’
dunque lievemente aumentata la dimensione media delle aziende che sono passate da 2,7 a
3,1 ettari, in termini di SAT, e da 2,1 a 2,4 ettari, in termini di SAU.
La dimensione delle aziende agricole è dunque piccola, la metà di quella registrata a livello
medio regionale: infatti, il 51% della aziende agricole della Riviera del Brenta ha una SAU inferiore ad un ettaro, il 36% ha una SAU compresa tra 1 e 2 ettari, il 15% tra 2 e 5 ettari, mentre le aziende dell’area con oltre 20 ettari di SAU sono 153, 12 delle quali hanno una SAU di
100 ed oltre ettari.
Per quanto riguarda l’utilizzazione dei terreni all’anno 2000 la forma più diffusa è costituita
dai seminativi che investono il 72% delle superfici agricole aziendali e, con 11.147,71 ettari,
rappresentano praticamente la quasi totalità della SAU.
Un altro 5% delle superfici agricole aziendali è destinato alle coltivazioni legnose agrarie
(837,22 ettari), mentre la superficie agricola rimanente è occupata per una piccolissima parte
da prati (182 ettari) e boschi (680 ettari).
Destinazione della SAT secondo l’utilizzazione dei terreni – Anno 2000
16%
7%
5%
72%
Seminativi
Coltivazioni legnose agrarie
prati e pascoli, boschi, arboricoltura da legno, superficie non utilizzata
Altra superficie
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2000
28
Le aziende che coltivano seminativi nella Riviera del Brenta sono complessivamente 4.587,
oltre il 20% del totale provinciale. Tra le principali coltivazioni vi sono i cereali, che sono coltivati da 3.680 aziende (il 21% del totale provinciale) ed occupano una superficie di 6.578 ettari (il 60% della SAU della Riviera del Brenta). Un altro importante numero di aziende, pari a
769, il 16% del totale provinciale, è interessato dalla coltivazione di piante industriali su una
superficie complessiva di 2.116 ettari (il 19% della SAU della Riviera del Brenta). A queste si
aggiungono 35 aziende, il 19% del totale provinciale, che coltivano fiori e piante ornamentali
su una superficie di 27 ettari. La barbabietola da zucchero è coltivata da 414 aziende, il 20%
del totale provinciale, su una superficie di 1.058 ettari (il 9,5% della SAU della Riviera del
Brenta). Le ortive sono coltivate da 267 aziende, pari al 10% del totale provinciale, su una
superficie di 238 ettari, mentre le foraggere avvicendate riguardano 492 aziende, il 24% del
totale provinciale, ed una superficie di 634 ettari.
L’orticoltura specializzata rappresenta, insieme al vivaismo, sia frutticolo che ornamentale, le
punta avanzata e la principale specializzazione dell’area. Mira rientra nell’area di produzione
del radicchio variegato di Castelfranco IGP e importante è anche la produzione
dell’asparago.
Aziende con seminativi e superficie per le principali coltivazioni – Anno 2000
7000
6.578
6000
5000
4000
3.680
3000
2.116
2000
1.058
414
1000
769
35 27
267 238
492
634
0
Cereali
Barbabietola da
zucchero
Piante
industriali
Aziende
Fiori e piante
ornamentali
Ortive
Foraggere
avvicendate
Superficie aziendale (ha)
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2000
Le aziende interessate da coltivazioni legnose agrarie nella Riviera del Brenta sono complessivamente 2.487, il 23% del totale provinciale. Oltre il 78% della SAU coperta da coltivazioni legnose, è destinata alla coltivazione della vite che interessa 2.333 aziende, pari al 23%
del totale provinciale, ed una superficie di 657 ettari. Tutti i comuni della Riviera del Brenta
rientrano nell’area di produzione del vino Merlot IGT del Veneto.
La zootecnia svolge un ruolo secondario in Riviera del Brenta. Nel 2000 sono state censite
315 aziende con allevamenti di bovini, pari a 19% del totale provinciale e all’1,5% del totale
regionale, e 202 dedite all’allevamento dei suini, pari al 9% del totale provinciale e al 2% del
totale regionale. Rispetto al 1982, nella Riviera del Brenta, così come nella provincia di Venezia e nella complessiva regione Veneto, si registra un progressivo abbandono della pratica
zootecnica, con una flessione del 75% delle aziende con allevamenti di bovini e del 73% di
quelle suinicole. Il numero dei capi bovini è diminuito nella Riviera del Brenta di oltre il 53%
tra il 1982 ed il 2000 (contro un decremento a livello provinciale del 47% e a livello regionale
di circa il 33%), mentre il numero dei capi suini è raddoppiato (96%), con un incremento molto superiore a quello registrato mediamente a livello provinciale (+12%) e regionale (+19%).
In conseguenza a queste dinamiche, la dimensione media delle aziende della Riviera del
Brenta è cresciuta rispetto al 1982, passando da una media di 14 a una di 26 capi bovini e
da 4 a 26 capi suini.
29
Per quanto riguarda le aziende che praticano l’agriturismo, nel 2000 si sono registrate 11 aziende agricole che esercitano questo tipo di attività sulle 72 rilevate a livello provinciale: 2 a
Campagna Lupia, 2 a Campolongo Maggiore, 1 a Dolo, 1 a Fossò, 3 a Mira, 1 a Stra e 1 a
Vigonovo.
Industria, commercio e servizi
I dati definitivi relativi all’VIII Censimento dell’industria e dei servizi condotto dall’ISTAT e relativo al 2001 registrano la presenza nella Riviera del Brenta di 8.938 unità locali e istituzioni
e 34.812 addetti che rappresentano rispettivamente il 12% e l’11% del totale provinciale.
Unità locali per settore economico e istituzioni – Anno 2001
6%
34%
34%
26%
Industria
Commercio
Servizi
Istituzioni
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2001
Le unità locali dell’industria (manifatturiera, delle costruzioni, estrattiva, dell’energia) rappresentano il 34% delle unità locali totali. Il settore del commercio (al dettaglio e all’ingrosso) include il 26% delle unità locali, mentre nel macrosettore degli altri servizi (che comprende alberghi, pubblici esercizi, trasporto e comunicazioni, servizi finanziari ed assicurativi, servizi
professionali e servizi svolti per le imprese e le famiglie) le unità locali hanno raggiunto nel
2001 il 34% delle unità locali totali. Le unità locali delle istituzioni (pubbliche e private: attività
delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni non profit) rappresentano infine il 6% del
totale.
Se si effettua il confronto in termini di addetti (dipendenti ed indipendenti), emerge che è il
settore dell’industria ad assorbirne la quota maggiore: infatti, dei 34.812 addetti censiti nel
2001, il 50% lavora nell’industria, il 22% nei servizi, il 16% sia nel commercio ed il 12% nelle
istituzioni pubbliche e private.
Addetti alle unità locali per settore economico – Anno 2001
12%
22%
50%
16%
Industria
Commercio
Servizi
Istituzioni
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2001
30
Confrontando i dati con quelli del precedente censimento, emerge come tra il 1991 e il 2001
nella Riviera del Brenta le unità locali siano complessivamente aumentate di 1.786 unità, in
linea con gli aumenti registrati a livello provinciale e regionale, mentre gli addetti sono aumentati di 3.144 unità. Le unità locali sono aumentate più o meno intensamente in tutti i comuni dell’area, mentre in termini di addetti, vanno rilevate le performance negative dei comuni di Camponogara (-163) e Fiesso d’Artico (-142).
Nell’area risultano presenti 7 unità locali (dei settori industria, commercio e servizi) ogni 100
abitanti, come di seguito indicato:
Aree
Industria
Commercio
Servizi
Totale
Unità locali*100
Unità locali*100
Unità locali*100
Unità locali*100
abitanti
abitanti
abitanti
abitanti
Riviera del Brenta
3
2
3
7
Provincia Venezia
2
2
4
10
Regione Veneto
3
2
4
10
Industria
Nella Riviera del Brenta i dati definitivi relativi all’ultimo Censimento dell’industria e dei servizi
del 2001 rilevano la presenza di 3.059 unità locali e di 17.357 addetti nel settore dell’industria
(manifatturiera, delle costruzioni, estrattiva, dell’energia).
Addetti e unità locali dell’industria per comune – Anno 2001
0
Campagna Lupia
1000
209
322
Camponogara
291
Dolo
291
Fiesso d’Artico
256
Stra
Vigonovo
1.052
1.304
2.426
2.234
613
3.621
290
189
275
4000
1.050
323
Mira
Pianiga
3000
837
Campolongo Maggiore
Fossò
2000
1.869
1.147
1.817
Unità locali
Addetti
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2001
Le unità locali dell’industria ed i relativi addetti rappresentano il 16% del totale provinciale. Il
20% delle unità locali dell’industria presenti nell’area sono concentrate nel comune di Mira, la
rimanente parte è distribuita piuttosto uniformemente negli altri comuni. Gli addetti
all’industria complessivamente presenti nell’area sono ripartiti per circa il 70% nelle unità locali di Mira, Fiesso d’Artico, Fossò, Pianiga e Vigonovo.
Il settore manifatturiero della Riviera del Brenta si caratterizza per la presenza del Distretto
della calzatura.
31
Come sottolineato nel PTP, “la forte specializzazione produttiva riguarda la parte occidentale
dell’area. Le attività connesse al calzaturiero si configurano secondo caratteristiche proprie
dei distretti industriali del Nord Est, con alta segmentazione del ciclo produttivo tra imprese di
medio-piccole dimensioni, elevata dispersione delle industrie nel territorio, decentramento
della produzione. Ciò nonostante a questa specializzazione non corrisponde un modello distintivo del sistema insediativo di aree produttive, tanto da considerare più determinanti per i
comuni che ricadono in questo ambito i legami di tipo funzionale alla produzione che non gli
elementi di connessione di tipo territoriale, che anzi risultano scarsamente correlati.
Il distretto calzaturiero, che qui trova una tradizione e una specializzazione consolidata investe direttamente comuni prossimi alla provincia di Padova ma interessa la quasi totalità dei
comuni dell’area, anche se non mancano altre attività produttive quali il tessile, la meccanica
e il legno. Le attività collegate alla lavorazione delle pelli e del cuoio rappresentano comunque la quota prevalente delle imprese manifatturiere, con una buona tenuta dell’apparato
produttivo ed una crescente presenza sui mercati internazionali (...).
Tra i fattori determinanti per l’affermazione di tale comparto nella brentana possono essere
citati: la trasformazione delle strategie produttive (con processi di verticalizzazione del ciclo
di produzione); la qualità del prodotto; il ruolo dell’associazionismo; il consenso sociale del
ruolo dell’imprenditoria locale; la specializzazione della forza lavoro.
A questi aspetti dinamici e positivi dell’area, corrisponde una preferenza insediativa delle imprese, nonostante prezzi di mercato delle aree produttive più elevati che nel resto del territorio provinciale (...)”.
Rispetto alla rilevazione censuaria del 1991, le unità locali sono aumentate nell’area di 311
unità, mentre gli addetti sono diminuiti di 85 unità. La perdita di unità locali subita da Campagna Lupia, Camponogara e Stra è stata compensata dai valori positivi registrati negli altri
comuni, mentre la flessione degli addetti subita da Camponogara, Dolo, Fiesso d’Artico,
Fossò, Mira e Stra è stata superiore all’incremento registrato negli altri comuni.
Addetti e unità locali dell’industria per comune: variazione anni 1991-2001
-400 -300 -200 -100
0
100
-2
200
300
Campagna Lupia
109
84
Campolongo Maggiore
219
-37
-268
-128
-300
400
Camponogara
4
Dolo
1
Fiesso d’Artico
-16
-63
85
51
68
-9
-17
Mira
282
Pianiga
Stra
66
97
Unità locali
Fossò
Vigonovo
Addetti
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2001
32
Commercio
Nella Riviera del Brenta, i dati definitivi relativi all’ultimo Censimento dell’industria e dei servizi del 2001 rilevano la presenza di 2.363 unità locali e 5.450 addetti nel settore del commercio (al dettaglio e all’ingrosso).
Le unità locali del commercio ed i relativi addetti rappresentano rispettivamente il 12% ed il
10% del totale provinciale. Il 27% delle unità locali del commercio presenti nell’area sono ubicate nel comune di Mira, seguito da Dolo, Pianiga, Stra. Gli addetti sono ripartiti per il 26%
nelle unità locali di Mira, per il 19% in quelle di Pianiga, seguiti da Dolo, Stra e Fiesso.
Le unità locali del commercio e gli addetti sono aumentati rispetto alla rilevazione censuaria
del 1991. Gli unici due comuni che hanno registrato un trend negativo sono stati Campagna
Lupia (18 unità locali e 19 addetti in meno) e Dolo (92 unità locali e 264 addetti in meno).
Addetti e unità locali del commercio per comune – Anno 2001
0
500
1000
1500
91
176
Campagna Lupia
154
285
191
Campolongo Maggiore
Camponogara
388
369
158
131
Dolo
815
Fiesso d’Artico
330
Fossò
279
637
Mira
1.427
249
216
167
Pianiga
1.028
Stra
396
Vigonovo
326
Unità locali
Addetti
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2001
Addetti e unità locali del commercio per comune: variazione anni 1991-2001
-400
-200
0
200
400
600
-18
-19
-264
Campagna Lupia
10
11
Campolongo Maggiore
19
25
Camponogara
-92
Dolo
3
2
Fiesso d’Artico
13
3
Fossò
70
78
480
42
53
Pianiga
Stra
3
0
Unità locali
Mira
128
Vigonovo
Addetti
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anni 1991-2001
33
Altri servizi
I dati definitivi relativi all’ultimo Censimento dell’industria e dei servizi del 2001 rilevano la
presenza nella Riviera del Brenta di 3.020 unità locali e 7.720 addetti nel settore degli “altri
servizi” (che comprende alberghi, pubblici esercizi, trasporto e comunicazioni, servizi finanziari ed assicurativi, servizi professionali e servizi svolti per le imprese e le famiglie).
Addetti e unità locali dei servizi per comune – Anno 2001
0
500
120
1000
1500
2000
2500
Campagna Lupia
337
167
303
203
Campolongo Maggiore
Camponogara
374
629
215
185
511
Fiesso d’Artico
518
Fossò
735
251
Mira
1.986
Pianiga
824
301
214
Dolo
1.745
Stra
695
Vigonovo
427
Unità locali
Addetti
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2001
Le unità locali del comparto degli “altri servizi” ed i relativi addetti rappresentano rispettivamente il 10% ed il 7% del totale provinciale. Quasi la metà delle unità locali presenti nell’area
sono ubicate nei comuni di Mira e Dolo, la rimanente parte è distribuita abbastanza uniformemente tra gli altri comuni. Anche gli addetti alle unità locali si trovano per la metà nei due
comuni di Dolo e Mira. In tutti i comuni le unità locali e gli addetti del settore sono aumentati
nel decennio intercensuario 1991-2001.
Addetti e unità locali dei servizi per comune: variazione anni 1991-2001
0
100
200
+24
300
400
500
600
Campagna Lupia
+139
+49
+33
Campolongo Maggiore
+79
+121
Camponogara
+243
+89
+505
Fiesso d’Artico
+192
+87
Fossò
+307
+219
+123
+134
+109
+556Mira
+437
Pianiga
Stra
+225
Vigonovo
+180
Unità locali
Dolo
Addetti
Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anni 1991-2001
34
Turismo
La Riviera del Brenta, grazie alla presenza di un patrimonio storico ed architettonico di notevole rilievo, alla presenza del Naviglio navigabile e alla vicinanza con Venezia, ha sviluppato
una particolare vocazione al turismo culturale, di visitazione e di qualità. Come indicato
nell’analisi della Relazione programmatica del PTP (Piano Territoriale Provinciale) di Venezia, tuttavia, “attualmente, tutta l’area (...) è ben lontana dal presentarsi come area a specializzazione o vocazione turistica dominante: quest’ultima può riferirsi ad alcuni elementi segnici peculiari del territorio – dalle ville ai tratti di ecosistema fluviale, ai mulini, ai parchi, alle
cave e laghetti, ai boschi – che sono evidenti e caratterizzanti, ma con una discontinuità tale
da non prevalere rispetto alla connotazione residenziale e produttiva dell’area”.
L’offerta ricettiva locale si presenta piuttosto limitata: la Riviera del Brenta ha un tasso di ricettività pari all’1,5% contro una media provinciale del 44%: significa che nell’area sono presenti 1,5 posti letto ogni 100 abitanti.
Nel 2002 la Riviera del Brenta risulta dotata di 95 strutture ricettive (35 esercizi alberghieri e
40 esercizi extra-alberghieri) che offrono complessivamente 1.685 posti letto (1.396 alberghieri e 289 extralberghieri). Gli esercizi alberghieri ed extra-alberghieri rappresentano, rispettivamente, il 3% e lo 0,15% del totale provinciale.
La dotazione ricettiva dell’area mostra comunque segnali di crescita: rispetto al 2000, si registrano 2 esercizi alberghieri in più che offrono 47 posti letto in più, mentre gli extralberghieri
sono passati da 17 a 40 nei due anni con un aumento di 136 posti letto.
Numero esercizi alberghieri ed extra-alberghieri
Anni 2000, 2001 e 2002
45
Posti letto in esercizi alberghieri ed extra-alberghieri
Anni 2000, 2001 e 2002
1600
40
40
35
35
34
33
1400
1.364
1.349
1.396
1200
30
1000
24
25
800
20
17
600
15
400
10
233
200
5
289
153
0
0
2000
Esercizi alberghieri
2001
2002
Esercizi extralberghieri
Fonte: Elab. Euris srl su dati Regione Veneto
2000
Esercizi alberghieri
2001
2002
Esercizi extralberghieri
Fonte: Elab. Euris srl su dati Regione Veneto
La qualità delle strutture ricettive risulta comunque piuttosto elevata. Dei 35 alberghi censiti,
4 (per un totale di 391 posti letto) appartengono alla categoria “4 stelle”, 16 (con 603 posti
letto) appartengono alla categoria “3 stelle”, 5 (con 153 posti letto) alla categoria “2 stelle”, 10
(con 249 posti letto) a quella “1 stella-ostelli”.
Le strutture extralberghiere invece offrono 41 posti letto nelle “camere, case e appartamenti
vacanze” e 248 in “agriturismi, ostelli, altre strutture”.
35
Per quanto riguarda il movimento turistico nel 2002 sono stati registrati complessivamente
127.799 arrivi1, pari al 2% degli arrivi registrati nella complessiva provincia di Venezia, e
245.040 presenze2, lo 0,8% del totale provinciale. I flussi turistici della Riviera sono costituiti
in gran parte da turisti stranieri che rappresentano il 58% degli arrivi e il 54% delle presenze.
La maggior parte degli arrivi e delle presenze turistiche si concentra nel comune di Mira con
58.713 arrivi e 110.321 presenze (per il 60% turisti di stranieri), seguito da Fiesso d’Artico e
Dolo.
I flussi turistici sono in aumento: tra il 2000 ed il 2002 il numero degli arrivi complessivi è aumentato del 3,4%, mentre le presenze hanno registrato un incremento del 7,8%.
Le due figure che seguono mostrano l’andamento degli arrivi e delle presenze nell’arco
dell’anno: i picchi negli arrivi si registrano nei mesi di aprile-maggio e ottobre, mentre le presenze raggiungono l’apice nei mesi da luglio a ottobre e nei mesi di aprile-maggio. La stagione invernale è quella che registra il numero più basso di arrivi e presenze.
Movimento turistico: arrivi per mensilità – Anno 2002
12.000
10.000
9.546
8.000
4.000
8.430
8.170
7.373
6.000
8.805
9.163
9.452
6.681
5.768
4.212
4.718
3.377
2.000
0
Gen Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
Fonte: elaborazione Euris srl su dati U.P. Statistica – Anno 2002
Movimento turistico: presenze per mensilità – Anno 2002
20.000
18.000
16.000
14.000
12.000
10.000
8.000
6.000
4.000
2.000
0
18.970
17.706
18.739
17.793
19.043
16.210
13.566
13.924
12.079
10.102
9.792
8.042
Gen Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
Fonte: elaborazione Euris srl su dati U.P. Statistica – Anno 2002
1 Per arrivi si intende secondo la definizione ISTAT “il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi
ricettivi (alberghieri o complementari) nel periodo considerato”.
2 Per presenze si intende secondo la definizione ISTAT “il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi
ricettivi”.
36
2.3. Punti di forza e di debolezza dell’area (analisi SWOT)
L’analisi dei punti di forza e di debolezza interni all’area (i quali possono costituire un motore
o un freno per lo sviluppo) e l’esame delle minacce e delle opportunità che provengono
dall’esterno dell’area e che possono comunque influenzarne lo sviluppo, sono condotti sulla
base dei risultati e aree tematiche della diagnosi territoriale:
−
territorio e ambiente
−
infrastrutture di trasporto e mobilità
−
popolazione
−
servizi alla persona, articolati nelle sotto-tematiche dell’istruzione, cultura, attività ricreative e sport, sanità e servizi sociali
−
economia, articolata nelle sotto-tematiche dell’agricoltura e silvicoltura, attività produttive
e turismo
37
Territorio e ambiente
Punti di forza
Punti di debolezza
- posizione privilegiata lungo l’asse stradale
(SR 11) che collega i due capoluoghi di Padova e Venezia
- fragilità del territorio sotto il profilo idraulico
- forte connotazione residenziale di qualità
- presenza di un patrimonio ambientale di valore: il sistema fluviale del Naviglio Brenta,
del fiume Brenta e dei loro affluenti la Laguna inferiore, l’Oasi naturale di Valle Averto,
le Casse di Colmata, le valli e barene
- elevata mole di traffico da attraversamento
che si riversa sull’area e che impedisce una
adeguata fruizione del patrimonio ambientale
e culturale
- eccessivo consumo del suolo con elevata
concentrazione di insediamenti abitativi e
produttivi sul territorio
- presenza di strumenti di pianificazione regionale per la prevenzione ed il risanamento delle acque del bacino idrografico sversante nella Laguna di Venezia
Opportunità
Rischi
- l’avvio di strategie mirate di tutela del patrimonio di risorse naturalistiche, ambientali,
storiche e culturali che caratterizza l’area, e
di politiche di valorizzazione attuate attraverso progetti di qualità e secondo un approccio di tipo integrato, possono costituire
una potenziale “leva” di sviluppo
- la presenza di una normativa di riforma nei
settori acqua, rifiuti, difesa del suolo e risparmio energetico, sollecita la razionalizzazione e l’ammodernamento dei servizi e
introduce elementi di concorrenzialità e di
crescita imprenditoriale
- la crescente attenzione e sensibilità della
società per le tematiche ambientali é suscettibile di esercitare una maggiore pressione sulle amministrazioni a fini di tutela e
prevenzione dell’inquinamento e del rischio
- la complessità delle normative nel settore
ambientale (acqua e rifiuti) e la mancanza di
coordinamento tra i soggetti interessati, possono generare rischi di sovrapposizione di
competenze e strumenti, producendo difficoltà e ritardi nell’attuazione e pianificazione degli interventi previsti dalle normative vigenti
- ridotta capacità pubblico-privata di progettazione integrata e di attuazione coordinata degli interventi in materia ambientale
38
Infrastrutture e mobilità
Punti di forza
Punti di debolezza
- collocazione privilegiata lungo l’asse stradale (SR 11) che collega i due capoluoghi di
Padova e Venezia
- il sistema della mobilità dell’area soffre della
congestione dell’arteria principale (SR 11)
che costituisce un costo rilevante per il sistema produttivo e soffoca il territorio, abbassando la qualità della vita degli abitanti
- posizione strategica rispetto alla rete ferroviaria e a quella autostradale
- servizi di trasporto extra-urbano adeguatamente dimensionati alla domanda di mobilità dell’area
- buona diffusione e utilizzo tra gli enti pubblici delle tecnologie della informazione e
della comunicazione
- la vicinanza della rete ferroviaria e di quella
autostradale non avvantaggiano il territorio
nel suo complesso poichè sono prevalentemente al servizio di una mobilità di lunga percorrenza
- forti pressioni ambientali esercitate dai crescenti volumi di traffico
- buona dotazione di reti per la distribuzione
dell’energia elettrica e delle reti telefoniche
Opportunità
Rischi
- le infrastrutture di trasporto di interesse
strategico nazionale e regionale programmate possono migliorare la accessibilità
dell’area alle principali direttrici di traffico
nazionale ed europee
- “effetto tunnel”: tendenza degli investitori, anche pubblici, a concentrarsi nei nodi delle
grandi reti infrastrutturali programmate, trascurando le aree intermedie o di piccole dimensioni
- le opportunità offerte dalle nuove tecnologie
dell’informazione e della comunicazione (tele-lavoro, tele-assistenza, ecc.) possono
concorrere alla creazione di nuove attività
economiche e a uno sviluppo territoriale
equilibrato
- la scarsa propensione della popolazione e
delle imprese all’innovazione tecnologica può
determinare ritardi nella diffusione dei vantaggi delle tecnologie della informazione e
della comunicazione
- il processo di liberalizzazione del mercato
dell’energia e del gas può concorrere a ridurre i costi dei servizi per le imprese e i cittadini
- la scarsa cooperazione tra gli Enti locali e la
mancanza di adeguate competenze tecniche
e amministrative può impedire di usufruire dei
vantaggi della liberalizzazione dei mercati
dell’energia
39
Popolazione
Punti di forza
Punti di debolezza
- dinamiche demografiche positive
- invecchiamento della popolazione secondo la
tendenza nazionale, anche se inferiore alla
media regionale e provinciale
- elevato saldo migratorio
- importante potenziale rappresentato dalla
componente femminile dell’area
- assenza di sfavorevoli fattori sociali di contesto, quali fenomeni di degrado umano e
sociale, attitudine all’assistenzialismo, ecc.
- popolazione in uscita dal mondo del lavoro
superiore a quella in entrata: in assenza di
immigrazioni dall’esterno, quindi, la popolazione attualmente residente non è in grado di
assicurare il ricambio lavorativo
- contesto socio–culturale ricco e vivace
Opportunità
Rischi
- la promozione delle pari opportunità uomodonna può concorrere a valorizzare il ruolo
delle donne per lo sviluppo dell’area
- sono presenti nel territorio elementi naturali,
culturali e sociali su cui far leva per favorire
il processo di transizione in atto verso un
nuovo modello di sviluppo sostenibile fondato sulla valorizzazione delle risorse endogene, comprese le risorse umane
40
Servizi alla persona
Punti di forza
Punti di debolezza
Istruzione e formazione:
- diffusa presenza nel territorio di servizi scolastici di base (scuole materne e primo ciclo
di istruzione)
Cultura e beni culturali:
- attività culturale diffusa sul territorio che si è
sviluppata utilizzando il patrimonio architettonico esistente e una qualificata attività teatrale
- potenzialità di sviluppo turistico e culturale
dell’area
- ampia diffusione di una cultura e di un associazionismo mirati alla valorizzazione dei
beni culturali
Sport:
- diffusione di strutture sportive
- diffusione
della
pratica
sportiva
e
dell’associazionismo
Sanità:
- sufficiente presidio sanitario e socioassistenziale del territorio
- diffusa presenza del volontariato sociale
Istruzione e formazione:
- limitate capacità di sviluppare iniziative di
formazione continua e permanente, integrate
con le esigenze del territorio
Cultura e beni culturali:
- l’elevata mole di traffico da attraversamento
che si riversa sull’area impedisce una adeguata fruizione del patrimonio storicoarchitettonico
- limitato utilizzo di infrastrutture in grado di ospitare avvenimenti culturali e ricreativi di
ampia portata
- patrimonio architettonico spesso da riqualificare e restaurare per consentirne l’utilizzo
- limitato coordinamento nella organizzazione
dell’offerta culturale e di integrazione con altri
settori, in grado di attrarre flussi turistici
Sanità:
- carenza di strutture sociali territoriali (asili nido, residenze per anziani, centri per
l’assistenza ai giovani e alle famiglie, ecc.)
Opportunità
Rischi
- l’autonomia delle istituzioni scolastiche consente di organizzare un’offerta formativa
adeguata alle esigenze del territorio e di
migliorare le opportunità di accesso
all’informazione e alla conoscenza
- la maggiore incidenza del turismo di qualità
legato alla valorizzazione della identità storico-culturale
delle
popolazioni,
all’ambiente, alla salute, può concorrere a
offrire opportunità di sviluppo e miglioramento della qualità della vita
- la razionalizzazione della rete scolastica e la
riforma della scuola primaria possono comportare un ulteriore ridimensionamento delle
strutture scolastiche esistenti
- la concorrenza, sul mercato culturale, delle
attività e delle produzioni localizzate in aree
confinanti più dotate sarà sempre più elevata
anche nel segmento del turismo culturale
- le esigenze di contenimento della spesa sanitaria e sociale possono determinare una drastica riduzione dei servizi
41
Economia
Punti di forza
Punti di debolezza
Agricoltura:
- miglioramento del livello culturale e del grado di professionalità specifica degli operatori agricoli
- potenzialità di sviluppo di nuove attività agricole eco-compatibili e di attività agrituristiche
Attività produttive:
- presenza di un distretto, quello calzaturiero,
di elevata specializzazione
- presenza di un settore secondario non più
solo di servizio alle imprese qualificato, con
elevata tecnologia e spesso certificato ISO
9000/2000
- discreta disponibilità di aree per la localizzazione produttiva non ancora utilizzate,
anche nella prospettiva di una diversificazione del tessuto produttivo locale
- presenza di realtà consortili radicate e collaudate che operano nel manifatturiero, nei
servizi e nella moda anche con l’edizione di
riviste specializzate
- maestranze culturalmente adeguate e ben
formate sul piano professionale, capaci di
adattarsi ai mutamenti indotti dai processi
economici e dalle sollecitazioni del mercato
- sistema infrastrutturale funzionale
- buona situazione occupazionale
- adeguata diversificazione del sistema produttivo locale
- buona presenza della rete commerciale
- potenzialità di sviluppo di nuove attività economiche collegate all’offerta integrata di
beni culturali, ambientali, di prodotti tipici locali e attrazioni turistiche
Turismo:
- ricco patrimonio di beni culturali: le ville e i
parchi storici, gli itinerari di interesse storico-culturale, i siti di archeologia industriale, i
manufatti idraulici di interesse storico
- presenza di adeguate strutture e infrastrutture turistiche
Agricoltura:
- crescente abbandono dell’agricoltura, con
conseguente diminuzione della superficie agricola utilizzata e delle aziende agricole
- scarsa presenza di prodotti di qualità e scarsa
valorizzazione commerciale delle produzioni
tipiche locali
Attività produttive:
- la piccola dimensione d’impresa e la frammentazione del tessuto produttivo nel territorio non facilitano l’introduzione di innovazioni
produttive e l’avvio di iniziative consortili, indispensabili soprattutto al risparmio dei costi di
commercializzazione
- debolezza del sistema dei servizi alle imprese, sia sotto il profilo della domanda, che
dell’offerta
- sistema produttivo locale non adeguatamente
supportato da un livello di servizi strategici
per l’occupazione e le pari opportunità, e da
un sistema di formazione professionale qualitativamente elevato
Turismo:
- l’elevata mole di traffico da attraversamento
che si riversa sull’area ostacola le potenzialità
di sviluppo di un turismo qualificato
- offerta ricettiva ancora limitata, per quantità e
qualità, alla domanda e alle capacità delle infrastrutture turistiche esistenti
Opportunità
Rischi
- la crescente domanda di prodotti e risorse
“vocazionali” dell’area, quali le produzioni
tipiche, il turismo naturalistico-culturale
connesso alla valorizzazione di identità lo-
- difficoltà delle produzioni tipiche locali a inserirsi nei circuiti di commercializzazione
- possibile tendenza degli imprenditori a concentrare gli investimenti nelle aree più dina42
cali e alla fruizione delle risorse e degli usi
ricreativi e naturalistici, l’affermarsi di tendenze di consumo attente alla qualità delle
produzioni
- crescente attenzione e sensibilità della società verso le tematiche ambientali, il patrimonio culturale, i prodotti e le tradizioni locali, determina un aumento della domanda
di servizi di qualità ed induce una forte integrazione dell’offerta
- segnali di cambiamento che si inseriscono
in uno scenario di valorizzazione delle risorse locali e di quelle di contesto che si
vanno traducendo in una capacità di attrazione nell’area anche di operatori esterni
- forme di integrazione tra tutela e
valorizzazione delle risorse locali possono
dar
luogo
a
nuove
competenze
professionali e, quindi, a nuove forme di
imprenditorialità.
miche esterne al territorio
43
Progetto promosso dalla Provincia di Venezia
(VE) e cofinanziato dalla Giunta Regionale
del Veneto - Segreteria Generale della Programmazione - Direzione Programmazione,
mediante la legge regionale 6 aprile 1999, n.
13 “Interventi regionali per i patti territoriali” bando 2003.
A cura di:
EURIS srl, via Guido Rossa, n. 26 - 35020
Ponte San Nicolò (PD) - tel. 049.8043311 –
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Diagnosi territoriale:
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2004-2005 Provincia di Venezia - via L.A.
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E’ autorizzata la riproduzione parziale o totale
dell’opera con l’obbligo di citarne l’Autore
[EURIS srl (PD)] e il titolare dei diritti di utilizzazione economica [Provincia di Venezia
(VE)]
INDICE - SOMMARIO
1. DAL PATTO TERRITORIALE ALL’INTESA PROGRAMMATICA D’AREA
1
1.1. Il Protocollo d’intesa del 28 marzo 2001
1
1.2. I principali risultati conseguiti dal Patto territoriale
2
1.3. Il passaggio dal Patto territoriale all’IPA
3
2. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE ATTUALE
6
2.1. Definizione dell’area di intervento
6
2.2. Diagnosi territoriale
8
2.2.1 Territorio e ambiente
8
2.2.2 Infrastrutture e mobilità
14
2.2.3 Popolazione
18
2.2.4 Beni e attività storico-culturali
22
2.2.5 Sanità
23
2.2.5 Economia
23
Il sistema produttivo
23
Agricoltura
25
Industria, commercio e servizi
30
Industria
31
Commercio
33
Altri servizi
34
Turismo
35
2.3. Punti di forza e di debolezza dell’area (analisi SWOT)
3. LA STRATEGIA DI SVILUPPO
37
44
3.1. Il contesto e il metodo
44
3.2. L’idea-forza di sviluppo locale
46
3.3. Priorità per la Riviera del Brenta
47
3.4. Coerenza con le politiche locali, regionali, nazionali e comunitarie
49
3.4.1. Coerenza con le politiche locali di sviluppo
49
3.4.2. Coerenza con le politiche regionali di sviluppo
54
3.4.3. Coerenza con le politiche nazionali di sviluppo
56
3.4.4. Coerenza con le politiche comunitarie di sviluppo
58
3.5. Valutazione dell’impatto sull’ambiente, l’occupazione, le pari opportunità
59
3.5.1. Ambiente
59
3.5.2. Occupazione
60
3.5.3. Pari opportunità
60
4. GLI ASSI PRIORITARI
61
4.1. L’articolazione della strategia in assi prioritari
61
4.2. Asse Prioritario I: competitività territoriale e imprenditorialità
61
4.2.1 Obiettivi e strategia dell’asse
61
4.2.2 Linee di intervento
63
4.3. Asse Prioritario II: Sviluppo delle reti e interconnessione
63
4.3.1 Obiettivi e strategia dell’asse
63
4.3.2 Linee di intervento
64
4.4. Asse Prioritario III: Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
64
4.4.1 Obiettivi e strategia dell’asse
64
4.4.2 Linee di intervento
65
4.5. Le Misure
65
4.5.1. Premessa metodologica
65
Schede tecniche descrittive delle misure
68
MISURA I.1 - Rafforzamento della competitività del sistema produttivo
69
MISURA I.2 – Valorizzazione delle risorse agricole e rurali
73
MISURA I.3 - Sviluppo delle infrastrutture per la competitività delle imprese
75
MISURA I.4 - Valorizzazione delle risorse umane
78
MISURA II.1 - Sviluppo delle reti dei trasporti
81
MISURA II.2 - Sviluppo delle reti dell’informazione e delle telecomunicazioni
87
MISURA II.3 - Sviluppo delle reti energetiche
88
MISURA III.1 - Tutela e valorizzazione delle risorse naturali e ambientali e assetto del
territorio
89
MISURA III.2 – Valorizzazione del patrimonio culturale e qualificazione urbana
95
MISURA III.3 – Miglioramento della qualità della vita
102
5. STIMA DELLE RISORSE FINANZIARIE OCCORRENTI
5.1. Piano finanziario
6. LE CONDIZIONI DI ATTUAZIONE
105
105
107
6.1. Il partenariato economico-sociale e istituzionale
107
6.2. Gli impegni dei soggetti sottoscrittori
108
6.3. Il sistema di monitoraggio
109
6.4. Valutazione
110
ALLEGATI
1. Elenco degli interventi strutturali pubblici
2. Schede informative sugli interventi strutturali pubblici
3. Patto formativo locale
4. Regolamento del Tavolo di concertazione
3. LA STRATEGIA DI SVILUPPO
3.1. Il contesto e il metodo
La strategia di sviluppo locale nasce nel contesto del partenariato economico-sociale e istituzionale che ha già promosso il Patto territoriale della Riviera del Brenta.
Essa rappresenta il risultato di un più avanzato e approfondito processo di concertazione locale,
finalizzato a creare le condizioni necessarie per proporre alla Giunta Regionale del Veneto
l’attuazione di una “Intesa Programmatica d’Area della Riviera del Brenta”, nell’ambito del primo
“Piano di Attuazione e Spesa (PAS)”, di cui all’articolo 18 della legge regionale 29 novembre
2001, n. 35 “Nuove norme sulla programmazione”.
In particolare, la strategia di sviluppo si basa sui seguenti elementi:
−
gli obiettivi stabiliti nel protocollo di intesa del Patto territoriale, sottoscritto il 28 marzo 2001
e i risultati conseguiti sino ad oggi, (cfr. capitolo 1);
−
la diagnosi territoriale locale, che comprende anche l’analisi della situazione ambientale, e
l’esame dei punti di forza e di debolezza dell’area (analisi SWOT) (cfr. capitolo 2);
−
le linee generali della pianificazione territoriale e della programmazione socio-economica locale, regionale, nazionale, comunitaria, nonché i programmi triennali delle opere pubbliche
degli Enti locali (cfr. capitolo 3.4);
−
le norme regionali, nazionali e comunitarie in materia ambientale e le principali convenzioni
internazionali sull’ambiente (cfr. capitolo 3.5.1);
−
la strategia europea per l’occupazione (SEO), attuata mediante gli orientamenti e le raccomandazioni annuali del Consiglio dell’Unione europea agli Stati membri, nonché il Piano di
azione nazionale per l’occupazione e il Programma operativo obiettivo 3 della Regione del
Veneto (cfr. capitolo 3.5.2);
−
i principi in materia di pari opportunità stabiliti nei trattati dell’Unione europea, nonché
nell’ambito delle politiche nazionali e regionali (cfr. capitolo 3.5.3);
−
le indicazioni strategiche e operative emerse nel corso del workshop pubblico sulle prospettive di sviluppo dell’area della Riviera del Brenta, organizzato dalla Provincia di Venezia a
Mira il 12 marzo 2004;
−
le proposte avanzate dai singoli Partner in occasione dei numerosi incontri del Tavolo di
concertazione.
Sul piano del metodo, il programma assume a riferimento i principi indicati dalla legge regionale
29 novembre 2001, n. 35, in particolare:
−
la concertazione, quale metodo per la individuazione delle strategie e la condivisione delle
forme di intervento, nel rispetto delle competenze di ciascun Partner;
−
la concentrazione, cioè l’articolazione del programma in poche linee di intervento finalizzate
al conseguimento di un numero limitato di obiettivi;
−
l’integrazione, che mira a favorire i progetti integrati, a livello territoriale o di filiera, in grado
di mettere in relazione le diverse risorse dell’area e di ottimizzarne l’utilizzo;
−
la sussidiarietà e la chiara individuazione delle responsabilità di attuazione: la responsabilità
dell'attuazione dei singoli interventi è attribuita all'autorità territorialmente e funzionalmente
più vicina agli interessi del cittadino, nel rispetto dei principi di adeguatezza e congruità, e
ogni progetto ha un responsabile unico;
−
il monitoraggio continuo e la verificabilità dei risultati: il ciclo della programmazione locale,
dopo aver individuato strategie e obiettivi, determina le forme e i modi dell'intervento, anche
44
regionale, e prosegue con il monitoraggio continuo dell'attuazione e si conclude con la misurazione dei risultati e con la valutazione del loro impatto sulla società, sull'economia, sul territorio;
−
la determinazione di puntuali scadenze e di termini di adempimento, che costituisce garanzia dell’efficacia dell'azione locale e della efficienza dell'impiego delle risorse finanziarie. In
proposito, è da sottolineare che mentre la strategia di sviluppo si estende su un orizzonte
temporale di medio-lungo periodo, i singoli interventi proposti, in coerenza con la presumibile durata del primo PAS e ai sensi dell’articolo 22, comma 2 della legge regionale n.
35/2001, hanno una durata di due anni per il perfezionamento degli impegni di spesa irrevocabili da parte dei soggetti attuatori, e di ulteriori due anni per la loro conclusione e per il
perfezionamento dei relativi pagamenti.
Il programma ha un’articolazione “a cascata”, sul modello dei documenti di programmazione
adottati nel quadro dei Fondi strutturali comunitari, ed è strutturato, quindi, in un obiettivo finale [l’idea forza di sviluppo locale], tre priorità [assi prioritari] che rispecchiano i problemi fondamentali dell’area, articolate a loro volta in obiettivi strategici [misure], all’interno delle quali sono individuati gli obiettivi specifici, che determinano la scelta delle azioni e degli interventi da
realizzare.
Questo metodo di programmazione consente di individuare e quantificare gli indicatori da utilizzare per la costruzione del sistema di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale del
programma (cfr. capitolo 6.3).
Inoltre, è funzionale a un sistema di pianificazione finanziaria indicativa in grado di fare coincidere le risorse con gli obiettivi e con le priorità (cfr. capitolo 5).
Logica di costruzione del programma di sviluppo locale
Idea-forza
di sviluppo
locale
Programma
Priorità
Assi
Prioritari
Obiettivi
strategici
Linee di
Intervento/
Misure
Obiettivi
specifici
Azioni/
Interventi
Sistema di monitoraggio finanziario, fisico e procedurale
45
3.2. L’idea-forza di sviluppo locale
Il capitolo precedente ha fornito un quadro della realtà sociale, economica e ambientale
dell’area della Riviera del Brenta, evidenziandone i punti di forza e di debolezza.
Come sottolineato anche nel PTP della Provincia di Venezia, negli anni più recenti “la forte dipendenza funzionale e culturale da Porto Marghera, in particolare per quanto riguarda la parte
più orientale della Riviera” è stata sostituita “da una consapevolezza di centralità fisica tra i due
nodi di Venezia e Padova e di prossimità alle reti che li connettono, e da una conseguente serie
di aspirazioni allo sviluppo di funzioni (residenziali, turistiche, produttive, logistiche) non sempre
reciprocamente compatibili”.
Da un lato, infatti, l’area ha sviluppato e promosso in questi anni una “vocazione” al turismo e
alla residenza di qualità, dall’altra è già ben fornita di attività produttive e di aree a ciò destinate.
A fronte della dinamica positiva del sistema produttivo della Riviera “non è chiaro il ruolo che
l’area può candidarsi a svolgere rispetto a due realtà produttive collocate ai suoi confini: il polo
industriale di Porto Marghera che va accentuando il proprio ruolo di interscambio portuale e
l’Interporto di Padova ormai saturo”.
A fronte degli importanti interventi infrastrutturali in corso e programmati, “tra le diverse possibilità di rafforzamento di un’identità specifica dell’area brentana non va sottovalutata una collocazione ottimale per attività di tipo logistico, come sta già avvenendo tra l’asse autostradale e la
rete ferroviaria, attrezzando tali assi infrastrutturali in maniera da inglobare il forte impatto delle
attività logistiche sul territorio, in particolare come generatrici di traffico”.
Per quanto riguarda lo sviluppo turistico dell’area, innanzitutto “le prospettive di riqualificazione
della Riviera del Brenta come asse turisticamente fruibile non possono prescindere da ipotesi di
estromissione del traffico pesante dall’asse stradale (tenendo conto che molto del traffico ha origine e destinazione locale), anche con soluzioni di connessione a pettine nord-sud”, in secondo luogo, come indicato dal PTP, “il modello ospitale che si potrà costruire nel medio-lungo periodo per l’area brentana è quello di un sistema culturale e ricreativo, fondato su una rete di offerte integrate in cui escursionismo, itinerari e short-break prevarranno nettamente su comportamenti di vacanza tradizionali”. Il PTP esclude invece che il turismo possa invece costituire
“modello di sviluppo economico e sociale dell’area brentana, e anche un suo auspicabile aumento di peso e di ruolo dovrà mantenere carattere e dimensioni di nicchia, di elevata caratterizzazione e specialità”.
Il declassamento e la riqualificazione della SS 11 e il progetto di Riviera come “centro storico
lineare” sono senz’altro coerenti con una riorganizzazione e riqualificazione delle funzioni esistenti, molto meno rispetto a ipotesi di crescita quantitativa.
Da una visione complessiva dei problemi e delle potenzialità della Riviera del Brenta, quale
emerge dalle analisi della situazione attuale e dalle proposte avanzate delle Istituzioni locali e
dalle Parti economiche e sociali nel corso del processo concertativo che ha segnato il percorso
di formazione del nuovo programma di sviluppo locale, deriva l’identificazione dell’idea forza di
sviluppo locale, vale a dire:
Progettare la Riviera del Brenta del Terzo Millennio come il grande centro storico
allungato di una città lineare – la Città del Brenta – il cui asse ordinatore è costituito dal Naviglio e dal suo peculiare paesaggio storico
L’Intesa Programmatica d’Area richiama, in conformità con il progetto strategico disegnato dal
PTP, gli obiettivi concertati in sede di attivazione del patto territoriale.
La strategia promuove un approccio globale e integrato alle problematiche di sviluppo della Riviera del Brenta:
46
−
globale, poiché l’area della Riviera del Brenta è assunta come ambito territoriale e sistema
omogeneo e autonomo, senz’altro pienamente integrato nel Veneto e nel Veneziano, ma
con una precisa identità sovracomunale, che lo rende riconoscibile e visibile rispetto ad altre
realtà geografiche;
−
integrato, perché il progetto di sviluppo dell’area della Riviera del Brenta fa leva e intende
valorizzare e mobilitare tutte le risorse e le opportunità presenti nel territorio (naturali, culturali, economiche, sociali ed istituzionali).
La strategia alla base del programma di sviluppo locale assume, quindi, i caratteri di strategia
fortemente integrata, ma articolata in una molteplicità di obiettivi, in grado di valorizzare in maniera permanente il potenziale endogeno di sviluppo presente nell’area, in particolare le cosiddette “risorse immobili” (il patrimonio naturale e culturale, le tradizioni, le risorse legate alla posizione geografica, quelle istituzionali ed amministrative, il capitale umano che vive e lavora
nell’area), le quali possono consentire di mantenere e attirare le risorse mobili attualmente carenti (capitale, lavoro, imprenditorialità), in un quadro di forte responsabilizzazione dei governi
locali, di ampio decentramento e sussidiarietà, di coinvolgimento degli operatori locali, in una
logica di rete aperta anche allo scambio con altri territori, di incentivo all’impegno e al cambiamento.
3.3. Priorità per la Riviera del Brenta
L’idea-forza di sviluppo locale definisce la prospettiva all’interno della quale dovranno essere
realizzati i singoli interventi: un programma di sviluppo territoriale e integrato, che interessa tutta
l’area e fa leva su tutte le sue risorse e potenzialità.
Il raggiungimento dell’obiettivo finale individuato comporta la definizione di una strategia
generale di intervento, cioè di un certo numero di priorità strategiche che permettono di
precisare natura e caratteristiche degli interventi da realizzare.
Sulla base dei risultati della diagnosi territoriale e, quindi, di una visione complessiva dei problemi e delle potenzialità dell’area della Riviera del Brenta, sono individuabili tre priorità strategiche:
1. Aumentare la competitività territoriale e del sistema produttivo locale, valorizzando i fattori immobili dello sviluppo e la loro capacità di attrazione delle risorse mobili: capitale, lavoro specializzato, conoscenza
2. Rafforzare la dotazione infrastrutturale del territorio, con particolare riferimento
alla mobilità di carattere metropolitano e alle sue connessioni con la grande
viabilità, ma anche alle reti dell’informazione e della comunicazione e a quelle
energetiche
3. Tutelare e valorizzare il patrimonio naturalistico della Riviera del Brenta (il sistema dei corsi d’acqua, l’ambito lagunare, le aree naturali e protette, ecc.),
promuovere un nuovo assetto del territorio, salvaguardare e valorizzare i beni
storici, artistici e culturali e innalzare la qualità degli spazi urbani e dei centri
storici, riqualificandoli e rafforzandone le funzioni commerciali
Tali priorità si riferiscono a una prospettiva di sviluppo a medio-lungo termine, ma sono assunte
dal programma anche come riferimento nel definire le scelte di investimento da attuare nel breve e medio periodo di programmazione dell’Intesa Programmatica d’Area, la quale è qui considerata come uno strumento permanente di integrazione e coordinamento della programmazio-
47
ne dello sviluppo locale nell’ambito delle politiche regionali e, attraverso di queste, delle politiche nazionali e comunitarie.
Le tre priorità rappresentano altresì le grandi aree di intervento - gli assi prioritari (cfr. capitolo
4) - che, in modo distinto ma interdipendente, concorrono a definire la strategia di sviluppo per
la Riviera del Brenta e convergono verso l’obiettivo generale dello sviluppo sostenibile, facendo
leva, in maniera integrata, su tutte le sue risorse e potenzialità:
Asse I: Competitività territoriale e imprenditorialità
Asse II: Interconnessione e sviluppo delle reti
Asse III: Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
Come si è accennato, tale identificazione si basa sulla scelta strategica per un approccio integrato, nel quale l’apporto specifico dei singoli settori di intervento converge verso la valorizzazione e la mobilitazione, a fini di sviluppo, di tutte le risorse dell’area.
All’interno degli Assi prioritari sono individuati degli obiettivi strategici e, sulla loro scorta, sono
delineate le linee di intervento (Misure), che costituiscono il riferimento per le scelte di investimento da effettuare (cfr. Capitolo 4.5).
Obiettivi e strategia di sviluppo della Riviera del Brenta
L’idea-forza di sviluppo locale:
Progettare la Riviera del Terzo Millennio
Priorità:
Aumentare la competitività
territoriale e del sistema produttivo locale, valorizzando i
fattori immobili dello sviluppo
e la loro capacità di attrazione delle risorse mobili: capitale, lavoro specializzato, conoscenza
Rafforzare la dotazione infrastrutturale del territorio, con
particolare riferimento alla
mobilità di carattere metropolitano e alle sue connessioni
con la grande viabilità, ma
anche
alle
reti
dell’informazione e della comunicazione e a quelle energetiche
Tutelare e valorizzare il patrimonio naturalistico della
Riviera del Brenta, promuovere un nuovo assetto del territorio, salvaguardare e valorizzare i beni storici, artistici e
culturali e innalzare la qualità
degli spazi urbani e dei centri
storici
Assi prioritari:
I
II
III
Competitività territoriale e imprenditorialità
Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e
culturali
Obiettivi strategici e
linee di intervento
48
La struttura di assi prioritari del programma evidenzia, inoltre, un’articolazione della strategia all'interno della quale l'obiettivo di sostenibilità ambientale è trasversale a tutti gli assi. In particolare, la misura III.3 punta a migliorare la conservazione e la fruibilità delle risorse naturali e a
rendere possibile un loro corretto ed efficiente utilizzo, a fini di sviluppo socio-economico. Esso
individua, dunque, interventi diretti sulla qualità ambientale. Gli altri Assi invece mirano all'obiettivo di sostenibilità ambientale attraverso la scelta di strategie infrastrutturali, produttive e di servizio che riducono i fattori di pressione e aggressione sull'ambiente.
Le scelte strategiche complessive consentono anche occasioni concrete per dare attuazione al
principio di pari opportunità tra uomini e donne. Infatti, accanto alla previsione di azioni
specifiche a favore dell'occupazione femminile e al miglioramento dell'accesso al mercato del
lavoro, previste dall’Asse III, si affiancano linee di strategia a favore dell'utilizzo di risorse per il
raggiungimento di obiettivi che sono direttamente funzionali alla creazione di maggiori condizioni di pari opportunità.
3.4. Coerenza con le politiche locali, regionali, nazionali e comunitarie
3.4.1. Coerenza con le politiche locali di sviluppo
Il programma di sviluppo della Riviera del Brenta valorizza, innanzitutto, la progettualità espressa nell’ambito degli strumenti di programmazione adottati dagli Enti locali.
Innanzitutto, esso è coerente con il Piano Territoriale Provinciale (PTP) della Provincia di Venezia, le cui linee dello scenario strategico fissano alcune regole di indirizzo generale:
1) gli spazi aperti non vanno più considerati come residuali, ma dotati di valore e strumento
di ridisegno e riordino del territorio costruito. Per questo occorre garantire la dotazione
complessiva di risorse naturalistico-ambientali del territorio provinciale, usi razionali rispetto alla loro preservazione quantitativa e qualitativa, conservando con modalità attive
gli ecosistemi vitali e riconoscendo, recuperando e ripristinando quelli precari, promuovendo azioni di rinaturazione del paesaggio ogni qualvolta se ne presenti l’opportunità.
2) per quanto riguarda i sistemi insediativo ed economico-produttivo, la scelta di fondo non
può che essere quella del blocco del consumo del suolo (anche attraverso forme di “rottamazione” territoriale), dando innanzitutto priorità alla trasformazione del territorio già
urbanizzato, per invertire la tendenza al degrado delle risorse finite e costituire la base, il
capitale fisso sociale di un nuovo modello sostenibile fondato su un’alta qualità urbana
territoriale e ambientale. (...) Nelle decisioni relative a nuovi insediamenti il territorio va
considerato una risorsa finita non riproducibile. Gli interventi previsti dovranno tendere a
riqualificare le parti di territorio già compromesso, configurando insediamenti compatti e
distinti tra loro, valorizzando gli elementi storicamente strutturati e ambientalmente qualificanti l’insediamento. La varietà e l’identità dei modelli insediativi storici e di quelli consolidati va utilizzata come base per promuovere città sicure, plurifunzionali, a misura di
abitante, dotata di spazi pubblici adeguati e piacevolmente vivibili.
3) con riferimento al problema della costruzione dello spazio pubblico e dell’accessibilità
dei servizi connessi alla rete del trasporto pubblico metropolitano, va assolutamente incentivata l’introduzione di tecnologie innovative nei servizi a rete, mentre andrà sempre
verificata la possibilità di limitare o scoraggiare la circolazione dei veicoli a motore privati, in particolar modo nei centri urbani e lungo le arterie congestionate, dove va invece
agevolato il trasporto pubblico.
4) per quanto concerne le tipologie insediative vi è la necessità di svilupparne le indicazioni
qualitative: tipologie edilizie e urbanistiche per le aree industriali, tipologie contestualizzate per l’edilizia residenziale, abachi e manuali locali per il recupero, il restauro, l’arredo
49
urbano, le piste ciclabili, le alberature stradali, i corridoi ecologici, ecc. Nella previsione
di nuove aree per attività produttive si dovrà, in particolare:
-
evitare l’eccessiva dispersione degli insediamenti e riutilizzare prioritariamente i siti
dismessi e le aree di risulta già compromesse;
-
favorire la riqualificazione delle aree produttive esistenti secondo criteri di complementarietà funzionale con la formazione di filiere produttive;
-
vietare l’insediamento delle attività produttive nelle aree di particolare pregio ambientale o paesistico, ovvero nell’immediato intorno;
-
limitare l’impatto ambientale garantendo un’adeguata dotazione di infrastrutture e gli
interventi di mitigazione necessari;
-
favorire le condizioni di incremento delle economie di agglomerazione e la qualità
delle economie esterne locali, puntando a un potenziamento e rafforzamento dei
centri e delle reti di servizio alle imprese.
5) va promossa la qualità urbana, investendo nei sistemi urbani più periferici per elevare la
qualità urbana e quindi l’inserimento non gerarchico dei centri minori nella rete.
6) vanno rivalutate le produzioni locali (agricole, artigiane, di piccola industria, legate a filiere di consumo locale e turistico costiero e interno agricolo, per la riqualificazione urbana). Per quanto riguarda il turismo, un suo sviluppo sostenibile passa obbligatoriamente
per una rivalutazione delle produzioni e delle caratteristiche territoriali locali, la cui salvaguardia e valorizzazione è fondamentale per la stessa riproducibilità dell’industria turistica. La maturità del sistema, la stabilizzazione delle presenze ufficiali e gli standard internazionali di riferimento impongono inoltre l’assoluta priorità di riqualificare i patrimoni
ricettivi esistenti.
Lo scenario strategico denota poi le identità locali e ne indica linee di sviluppo auspicabili. Per la
Riviera del Brenta, il PTP indica che:
-
la parte lungo il Naviglio va riqualificata come “città storica lineare”, definendo soluzioni
che tolgano dalla SS 11 il carico di traffico attuale e la restituiscano ad una fruizione urbana e turistica.
-
al distretto calzaturiero vanno garantite le necessarie dotazioni in termini di servizi, coinvolgendo in ciò anche soggetti esterni alla provincia di Venezia.
-
la prospettiva, potenzialmente già presente, di un asse forte di sviluppo tra Venezia e
Padova va definita localmente nella sua compatibilità rispetto alle funzioni oggi esercitate (residenza) o promosse (turismo).
Tra i principali progetti strategici previsti in attuazione al Piano viene indicata la “riqualificazione
della Riviera del Brenta e messa a punto di soluzioni alternative all’attuale SS11”.
Il PTP indica che occorre pertanto attivare uno scenario che selezioni e ottimizzi gli interventi
secondo criteri non contradditori, ma sinergici:
-
riqualificazione fruitiva e turistica della Riviera come prolungamento fruitivo del sistema
lagunare attraverso la riqualificazione ambientale e funzionale dello scalo di Fusina e del
parco circumlagunare: è necessario avviare un progetto paesistico per tutto il naviglio,
con indicazioni uniformi per i diversi comuni, relativi a: pista ciclabile, riduzione della sede viabilistica che escluda i mezzi pesanti e la mobilità di attraversamento (trasferendola
in altra sede); creazione di quinte alberate, giardini e luoghi di sosta attrezzati; abachi
per i materiali costruttivi e regole morfotipologiche per gli edifici e gli insediamenti rivieraschi, ecc.
-
spostamento del traffico di scorrimento da risolversi nell’ambito di un progetto di rete di
comunicazione complessa (l’ex idrovia) con funzioni ecologiche - rete connessa alla la50
guna, viarie e di connessione a pettine con gli abitati rivieraschi; sui nodi di questo secondo sistema vanno organizzate e dimensionate le previsioni insediative dei comuni rivieraschi.
-
attivazione di un progetto di organizzazione della logistica per ridurre la mobilità nel tessuto produttivo diffuso.
Per quanto riguarda la Romea, essa “va ripensata come strada panoramica costiera (inserita
nel progetto di parco circumlagunare di gronda) che connette l’area centrale alla Riviera del
Brenta e alla regione di Chioggia, consentendo ai tre sistemi l’accessibilità (visuale, fruitiva) del
sistema lagunare delle valli. Oltre al completamento previsto della “strada dei Vivai”, è necessario attivare un progetto specifico per attrezzare la via stradale e il canale come sistema di parco
lineare, connettivo all’entroterra con la riviera, dal momento che attualmente la strada ha una
funzione prevalentemente di attraversamento e di barriera. Nella prospettiva dell’accessibilità
multipla a Venezia e alla laguna (superamento della strozzatura del ponte) il nodo di Fusina assume importanza strategica se diviene terminale, senza soluzione di continuità, di sistemi di
fruizione culturale e paesistica quali la Riviera del Brenta e la Romea riqualificata: anche in
questo caso, date le condizioni attuali dello scalo è necessario un progetto di riorganizzazione
paesistica e fruitiva dell’area e dei percorsi di accesso dai diversi sistemi territoriali”.
Il PTP sottolinea inoltre la necessità di innescare efficaci politiche di rete che riguardano:
-
le reti per la mobilità e la comunicazione;
-
le reti ecologiche e ambientali;
-
le reti di servizi e di produzione.
Per quanto riguarda le reti di servizi logistici e trasporto, il PTP dà le seguenti indicazioni:
-
favorire l’integrazione del porto di Venezia con il sistema produttivo locale;
-
sollecitare una sempre maggiore integrazione funzionale con l’interporto di Padova;
-
scoraggiare la moltiplicazione di tipologie quali “interporti di secondo e terzo livello” e favorire invece le tipologie di “zone di attività logistica” e di “piattaforme logistiche” raccordate sul territorio;
-
favorire la specializzazione di Chioggia in una divisione del lavoro organica con Venezia;
-
incoraggiare le iniziative di integrazione telematica dei porti adriatici;
-
riorganizzare le reti per filiere logistiche delle attività produttive.
Per quanto riguarda gli insediamenti produttivi, viene sottolineata la necessità di introdurre una
logica di rete. “Uno degli effetti più evidenti della competizione e quindi della frammentazione
territoriale è la disseminazione e il sovradimensionamento delle aree per insediamenti produttivi
previste dagli strumenti urbanistici comunali. L’analisi condotta dal COSES nel 1998 mette in
evidenza l’occasionalità di molti di questi insediamenti e il fatto che il loro uso finisca per essere
in parte razionalizzato dalle scelte selettive della domanda, la quale si orienta in base
all’accessibilità, alle dotazioni di servizi, alla geografia delle filiere produttive, alle relazioni di
prossimità rispetto ai poli principali. Tale “razionalizzazione a valle”, adattiva e parziale, non evita comunque gli sprechi di uso del suolo e carichi ambientali derivanti da un’offerta non coordinata”. Si rende dunque necessario:
-
organizzare l’offerta secondo una logica di rete a scala provinciale, che tenga conto delle “reti lunghe” di livello territoriale superore
-
l’insediamento deve prevedere una dotazione adeguata di attrezzature e servizi tale da
consentire la localizzazione di attività qualificate (relativamente al contesto locale).
Per quanto riguarda le reti ecologiche e ambientali, infine, la loro costruzione “comporta la realizzazione di un vero e proprio sistema infrastrutturale, articolato a più livelli, costituito, oltre che
51
dalle aree naturali protette e dalle altre di pregio naturalistico, dalle aree di recupero e ricostruzione naturalistica, alle face di protezione circostanti e dai canali di connessione ecologica tra le
suddette aree, atti a garantire la possibilità dei flussi di dispersione e migrazione essenziali al
mantenimento della funzionalità degli ecosistemi e della biodiversità, riducendo i rischi e gli effetti negativi dell’”insularizzazione delle stesse aree protette”.
Il PTP indica che le reti ecologiche vanno integrate con le reti di fruizione ambientale e sottolinea come esse si leghino al tema delle acque, essendo la rete idrografica la base principale
delle reti ecologiche, fissando anche le misure di salvaguardia riguardanti:
-
lo scarico delle acque drenate dal bacino scolante
lo scarico di reflui industriali e civili
il drenaggio dei canali
la portualità industriale
la portualità turistica
la nautica da diporto.
Mentre la coerenza delle azioni proposte con i piani regionali di settore è oggetto di analisi in
sede di illustrazione delle singole linee di intervento del programma, in questa sede merita
un’attenzione specifica uno strumento di pianificazione urbanistica e territoriale fondamentale
per lo sviluppo dell’area: il “Piano d’area della Laguna e dell’Area Veneziana – PALAV”, approvato con provvedimento del Consiglio regionale del Veneto 9 novembre 1995, n. 70 e oggetto di una prima variante [Variante n. 1], approvata con deliberazione del Consiglio regionale del
Veneto 21 ottobre 1999, n. 70.
Il nuovo piano rinnova in modo significativo i contenuti e gli indirizzi normativi del precedente
PALAV redatto nel 1986.
Il Piano interessa 3 province e 16 comuni, tra cui Campagna Lupia, Camponogara, Dolo e Mira
ed introduce una pianificazione unitaria della laguna veneta, classificando e regolamentando
tutti gli elementi morfologici che la compongono: velme, barene, canneti, valli da pesca, peschiere, dossi e motte.
Il piano inoltre descrive, classifica e salvaguarda i corsi d’acqua che sversano in laguna, con attenzione particolare alle aree di interesse paesistico ambientale ad essi prospicienti.
Il PALAV detta specifiche norme tecniche di attuazione - in parte già operative, in parte in fase
di recepimento e precisazione da parte dei Comuni interessati mediante adeguamento dei rispettivi piani regolatori generali - relative ai seguenti ambiti o sistemi:
1) sistema ambientale lagunare e litoraneo
2) sistema ambientale della terraferma
3) sistema dei beni storico culturali
4) unità del paesaggio agrario
5) sistema insediativo e produttivo
6) sistema relazionale
7) sistema dei corridoi afferenti la SS 309 “Romea” e la SS 14 “Triestina”.
Per quanto riguarda il sistema ambientale lagunare e litoraneo, il PALAV pone una serie di obiettivi finalizzati alla conservazione, tutela e ripristino dell’ambiente.
Per quanto riguarda il sistema ambientale della terraferma, il PALAV indica una serie di interventi tra i quali:
52
-
la riqualificazione paesaggistica delle aree di affaccio lagunare nel comune di Mira, comprese tra l’idrovia, la Via Cà Nova e la strada statale Romea, dove individuare aree per
attività ricreative e per il turismo all’aria aperta, compresa l’individuazione di percorsi
naturalistici terrestri e lagunari e un’area a bosco;
-
la tutela e la manutenzione delle reti idrauliche-storiche e dei manufatti idraulici presenti
lungo il Brenta, valorizzando anche il rapporto tra corsi d’acqua e centro urbano.
Nell’ambito del sistema dei beni storico culturali, il Naviglio del Brenta è inserito tra i percorsi di
valor storico monumentale per i quali il PALAV indica i seguenti interventi:
-
l’individuazione e valorizzazione di tutti gli elementi edilizi ed urbanistici di valore storico,
monumentale ed ambientale direttamente o indirettamente connessi al percorso o caratterizzanti il quadro paesaggistico;
-
l’individuazione e la salvaguardia dei complessi di ville, parchi, sistemi di alberature connesse ai percorsi, gli elementi morfologici significativi (fossati, tratturi, ecc.), nonchè gli
ambiti di interesse storico-ambientale;
-
l’individuazione e valorizzazione dei manufatti e delle ”attrezzature di transito” e dei manufatti e opere idrauliche, delle attrezzature per la navigazione, degli approdi nonchè dei
documenti della civiltà industriale legati all’uso dell’acqua;
-
la predisposizione di adeguate soluzioni per rimuovere le situazioni di degrado paesaggistico e ambientale, con particolare riguardo alle aree abbandonate o mal utilizzate, agli
edifici o alle destinazioni d’uso incongrue, alle situazioni di congestione funzionale;
-
la sistemazione organica degli accessi esistenti
-
i comuni interessati ad un medesimo percorso, attraverso appositi accordi di programma
i Comuni devono prevedere la riqualificazione paesaggistica del percorso medesimo per
consentire una maggiore fruibilità collettiva del complesso monumentale e ambientale.
Per quanto riguarda il sistema relazionale, il PALAV dà un’indicazione di massima del tracciato
dell’idrovia Venezia-Padova, cui dovrà adeguarsi il progetto esecutivo del tratto lagunare non
attuato del canale navigabile Venezia-Padova. Prevede inoltre la riqualificazione delle aree afferenti al corridoio viario della Romea, mediante:
-
la valorizzazione e riqualificazione delle aree di affaccio lagunare;
-
idonee attrezzature per aree di sosta, equipaggiamento a verde, ecopiazzole, depositi
per la manutenzione stradale, piste ciclabili, marciapiedi, barriere antirumore;
-
idonei interventi per la caratterizzazione degli snodi viari e specifiche soluzioni per permettere l’attecchimento naturale della flora spontanea sulle scarpate;
-
il riutilizzo e la razionalizzazione dell’intera rete viaria di adduzione alla Romea, al fine di
ridurre al minimo l’apertura di nuovi accessi.
Il documento programmatico della Riviera del Brenta, per le aree geografiche delimitate, assicura il rispetto dei criteri di tutela e valorizzazione ambientale indicati nel piano d’area e, anzi, fornisce una concreta opportunità di attuazione dei progetti da esso previsti, essendo, tra l’altro,
frutto di concertazione tra la Regione e gli Enti locali.
Inoltre, il programma di sviluppo considera i vigenti programmi triennali e gli elenchi annuali
dei lavori pubblici, approvati dagli Enti locali ai sensi dell’articolo 14 della legge 11 febbraio
1994, n. 109 e s.m.i.: a tal fine, in sede di diagnosi territoriale, è stata compiuta una puntuale ricognizione degli investimenti programmati dagli Enti locali dell’area, alla quale pertanto si rinvia.
53
3.4.2. Coerenza con le politiche regionali di sviluppo
Il programma di sviluppo locale della Riviera del Brenta intende accogliere anche le prospettive
e le indicazioni offerte dagli strumenti della programmazione, anche finanziaria, regionale.
Esso si inquadra nel nuovo scenario politico e programmatico delineato dal Programma Regionale di Sviluppo, adottato dalla Giunta Regionale del Veneto con DGR n. 30 del 5 dicembre 2003 e presentato al Consiglio regionale del Veneto, per la sua approvazione in legge, il 12
dicembre 2003 (PDL n. 448).
Come è noto, il PRS individua le linee fondamentali dell'attività della Regione nel campo economico, sociale e territoriale e fornisce il quadro di riferimento e le strategie per lo sviluppo della
comunità regionale mediante il concorso dei soggetti pubblici e privati, nel rispetto del principio
di autonomia assicurato dall'ordinamento.
Esso viene attuato mediante i Piani di Attuazione e Spesa (PAS), di cui agli articoli 18 e seguenti della legge regionale 29 novembre 2001, n. 35, i quali, su iniziativa della Giunta regionale o su richiesta degli enti locali, possono essere articolati, sia per la formulazione che per la
gestione, su base territoriale sub-regionale: per tali aree, dispone l’articolo 25 della citata legge
regionale, ad eccezione delle materie che si ritengano di esclusivo livello regionale, nel PAS sarà predisposta una specifica sezione riguardante tutti i settori di intervento, denominata intesa
programmatica d’area (IPA).
La diretta connessione tra il programma di sviluppo locale della Riviera del Brenta e il nuovo
PRS risulta, quindi, evidente.
Per quel che riguarda la coerenza tra il programma di sviluppo locale e le politiche regionali settoriali promosse dal nuovo PRS, è stato elaborato un grafico a matrice che evidenzia le connessioni tra le “misure” del programma di sviluppo locale della Riviera del Brenta della provincia
di Venezia e le “misure” del PRS: nel Capitolo 4 “Gli assi prioritari e le misure” per ciascuna azione è evidenziata la convergenza degli obiettivi di sviluppo locale con quelli regionali.
54
MATRICE DI RACCORDO
III.3 Miglioramento qualità della vita
III.2 Valorizzazione patrimonio culturale e qualificazione urbana
III.1 Tutela e val. risorse
naturali e ambientali e
assetto dl territorio
II.3 Sviluppo reti energetiche
II.2 Sviluppo reti informazione e telecomunicazioni
II.1 Sviluppo reti dei trasporti
I.4 Valorizzazione risorse
umane
I.3 Sviluppo infrastrutture per competitività imprese
IPA
RIVIERA DEL BRENTA
I.2 Valorizzazione risorse
agricole e rurali
PROGRAMMA
I.1 Rafforzamento competitività sistema produttivo
TRA LE AZIONI DI SVILUPPO LOCALE DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO
DELL’IPA E LE AZIONI DEL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003 DELLA REGIONE DEL VENETO
PRS VENETO
1.1 Politiche sociali
X
1.2 Politiche sanitarie
X
1.3.1 Istruzione e formazione
X
1.3.2 Università
X
1.3.3 Cultura
X
1.3.4 Sport
X
1.4 Patrimonio storico, artistico e culturale
X
2.1 Assetto del territorio
X
X
2.2 Ambiente e risorse naturali
X
X
2.3 Trasporti e mobilità
X
3.1 Innovazione
X
3. 2 Relazioni internazionali
3.3 Mercato del lavoro
X
3.4.1 Agricoltura
X
X
3.4.3 Artigianato
X
X
3.4.4 Industria
X
X
3.4.5 Commercio
X
3.4.6 Turismo
X
X
X
3.4.7 Energia
X
3.4.8 Servizi pubblici
X
4. Governance
X
X
L’esame della coerenza tra il documento programmatico della Riviera del Brenta e il PRS coinvolge numerosi profili, tra i quali il più importante e, per ragioni di economia, l’unico qui approfondito, è quello relativo alla ricomposizione del territorio, in relazione a cui il PRS ritiene “necessario promuovere una organizzazione razionale delle zone industriali che consenta la creazione di economie di scala, la riduzione dei costi di costruzione di una rete di infrastrutture e
servizi terziari alle imprese e una gestione efficiente del traffico merci con conseguente riduzione dell’impatto ambientale” favorendo “il recupero delle numerose e vaste aree industriali sottoutilizzate o in via di dismissione presenti sul territorio regionale” e assumendo provvedimenti
di “contenimento di nuove zone produttive”.
Infine, per completare l’esame della coerenza con lo scenario programmatorio regionale, il programma di sviluppo della Riviera del Brenta considera la programmazione regionale relativa
all’attuazione delle politiche comunitarie “a gestione concorrente”, in particolare la politica
55
di coesione e economica e sociale e la politica agricola comune, soprattutto la parte relativa allo
sviluppo rurale.
Sul versante della politica di coesione, la programmazione regionale, come è noto, riguarda gli
interventi per le aree aventi problemi strutturali la cui riconversione economica e sociale deve
essere favorita (obiettivo n. 2 dei fondi strutturali); gli interventi finalizzati a favorire l'adeguamento e l'ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione
(obiettivo n. 3 dei fondi strutturali); l’iniziativa comunitaria in materia di sviluppo rurale
(Leader+) e l’iniziativa comunitaria riguardante la cooperazione transeuropea (Interreg III).
E’ noto che, in tale ambito, i fondi strutturali comunitari cofinanziano le infrastrutture di base, gli
incentivi alle imprese dei diversi settori produttivi e le iniziative a favore delle risorse umane.
Tali tipologie di intervento – e le relative disposizioni di attuazione - costituiscono altresì il riferimento degli interventi previsti nel documento programmatico della Riviera del Brenta, area direttamente interessata sia dal DOCUP Obiettivo 2 per quanto riguarda i comuni di Campagna Lupia e Mira, che dal Programma Operativo Obiettivo 3, sia, infine, dalle iniziative comunitarie
Leader + e Interreg III.
Sul versante della politica agricola comune, il riferimento per gli interventi previsti nel programma di sviluppo della Riviera del Brenta è il Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione
Veneto: le iniziative e i criteri di scelta degli investimenti nei settori dell’agricoltura e
dell’agroindustria, compreso il settore forestale, sono coerenti con i criteri determinati nel Piano
di Sviluppo Rurale e con le eventuali limitazioni previste per ciascuna tipologia di prodotto agricolo nell’ambito delle singole organizzazioni comuni di mercato (O.C.M.).
3.4.3. Coerenza con le politiche nazionali di sviluppo
L’esame della compatibilità con la programmazione nazionale è condotto con riferimento allo
strumento fondamentale della programmazione economica nazionale – il Documento di programmazione economica e finanziaria (DPEF) -, i cui aspetti rilevanti per il programma della Riviera del Brenta sono, da un lato, le politiche di sviluppo, dall’altro il quadro delle infrastrutture
strategiche di interesse nazionale e regionale di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443 (cosiddetta “legge obiettivo”) e, in particolare, all’Accordo Quadro stipulato il 9 agosto 2001 dalla
Giunta regionale del Veneto con il Governo italiano.
Sul piano della programmazione più generale, invece, il DPEF 2004-2007, deliberato dal Consiglio dei Ministri il 16 luglio 2003, prevede le seguenti linee di intervento:
−
la riforma delle politiche sociali, in particolare le pensioni e l’assistenza, il mercato del lavoro
e il sistema scolastico, il sostegno alla famiglia;
−
il rilancio del sistema delle piccole e medie imprese, mediante il sostegno agli investimenti e
all’innovazione tecnologica, il potenziamento delle infrastrutture, soprattutto in materia di trasporto e sistemi logistici;
−
una politica per la aree sottoutilizzate radicalmente lontana dal passato, mediante un’azione
non più incentrata su sussidi e aiuti a pioggia, ma una politica centrata su tre “più” legata alle potenzialità dei singoli territori:
più e migliori infrastrutture materiali (reti, impianti, attrezzature per le comunicazioni, trasporti, acqua, smaltimento di rifiuti) e immateriali (ricerca, società dell’informazione e accumulazione di capitale umano) fra loro integrate, in grado di produrre servizi locali di
qualità;
più capacità ed efficienza delle amministrazioni pubbliche e della rete istituzionale, pubblica e privata, che, attraverso la cooperazione di diversi livelli di governo, guida la realizzazione di quelle infrastrutture e di quei servizi;
56
più certezza e complementarietà degli aiuti di Stato ai progetti locali di sviluppo, anche
se le azioni per la compensazione attraverso incentivi degli svantaggi di localizzazione,
ancora necessarie in presenza di divari di convenienza assai marcati, devono il più possibile essere integrate con l’intervento per il miglioramento delle condizioni di contesto.
Come si legge nel DPEF “è una politica dove al centro nazionale ed europeo compete di assumersi la responsabilità degli indirizzi strategici (quali assi di comunicazione privilegiare, di quali
conoscenze garantire la diffusione, quali obiettivi economici, sociali e ambientali privilegiare,
quali sistemi di regole stabilire, ecc.), ai governi regionali compete gran parte delle decisioni
programmatiche e di allocazione territoriale delle risorse, ai governi locali compete il disegno dei
progetti e la ricerca delle relative alleanze territoriali. Si tratta di un governo cooperativo dello
sviluppo fra più livelli di amministrazione che trova da alcuni anni una forte applicazione sia nel
Mezzogiorno sia nel Centro-Nord”.
Il programma di sviluppo locale della Riviera del Brenta risulta coerente con ciascuna delle tre
“più” indicate dal Governo.
Il più recente DPEF 2005-2009, deliberato dal Consiglio dei Ministri il 29 luglio 2004, conferma i
contenuti del precedente.
Due risultano essere gli obiettivi prioritari dell’azione di Governo: l’aggiustamento strutturale dei
conti pubblici che completi la sostituzione delle misure una tantum adottate negli anni di difficoltà; l’innalzamento del tasso di crescita reale e potenziale.
Crescita e aggiustamento sono resi compatibili attraverso tre direttrici di intervento integrate:
una riduzione strutturale del deficit tendenziale;
un programma di sviluppo che miri ad un miglioramento della competitività ed ad un
sostegno dei redditi;
una accelerazione della riduzione del debito pubblico.
Con riferimento al programma di sviluppo, il DPEF 2005-2009 punta decisamente sugli investimenti in infrastrutture materiali ed immateriali, in particolare la ricerca e l’innovazione tecnologica, il cui finanziamento potrà avvenire anche attraverso forme di partecipazione pubblico-privato
e attraverso la costituzione di un Fondo Rotativo che offra credito in luogo di sussidio.
Il Governo intende altresì studiare l’introduzione di formule di fiscalità per lo sviluppo per le aree
meridionali e per le aree economicamente più deboli del Centro Nord e per le piccole attività.
In particolare, gli obiettivi di sviluppo territoriale vengono perseguiti attraverso un’azione coordinata delle politiche regionali, nazionale e comunitaria. Esse mirano, in primo luogo, a promuovere e realizzare progetti di infrastrutture nazionali e regionali. Perseguono, poi, un miglioramento nella capacità delle amministrazioni e una maggiore efficacia degli incentivi per lo sviluppo locale e l’attrazione degli investimenti.
Nel DPEF 2005-2009 il Governo manifesta, altresì, la volontà di continuare a dare attuazione
alle nuove condizioni e regole poste con le due ultime Leggi finanziarie per il rafforzamento della politica regionale nazionale e per la sua integrazione con quella comunitaria. In particolare, la
Finanziaria per il 2003 ha unificato tutte le risorse aggiuntive nazionali per le politiche regionali
in due Fondi intercomunicanti per le aree sottoutilizzate attivi, per l’85 per cento nel Mezzogiorno, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e presso il Ministero delle Attività Produttive. I due Fondi, per la comune ispirazione e per la gestione unitaria che li caratterizza, possono
considerarsi alla stregua di un unico Fondo per le aree sottoutilizzate. Esso è stato reso più incisivo con le disposizioni contenute nella Finanziaria per il 2004 di intervento a garanzia
dell’accelerazione della spesa in conto capitale, concentrandola in larga misura su infrastrutture
di rete di forte rilievo strategico.
Il DPEF 2005-2009 ricorda che la politica regionale, comunitaria e nazionale, ha attivato due distinti insiemi di interventi dalla cui crescente integrazione dipende il conseguimento degli obiet57
tivi fissati: progetti strategici nazionali e progetti regionali di sviluppo. A tal fine la c.d. legge obiettivo è in fase di avanzato stato di attuazione per quel che riguarda la individuazione e il finanziamento dei progetti strategici.
Infine, in linea con le indicazioni contenute nei precedenti Documenti di Programmazione Economico e Finanziaria, i principali strumenti di incentivazione vengono sottoposti a un’intensa attività di revisione, volta ad incrementarne efficienza ed efficacia, anche con l’uso di apposito
Fondo Rotativo. La revisione normativa della legge 488/92 rappresenta il nuovo passo da compiere. La nuova disciplina dovrà prevedere una maggiore responsabilità sia delle imprese, sia
degli istituti di credito coinvolti nelle procedure agevolative. Il contributo pubblico in conto capitale a fondo perduto verrà sostituito gradualmente, anche attraverso il ricorso ad un Fondo Rotativo, con un finanziamento con capitale di credito non inferiore al primo, composto per pari importo da un finanziamento pubblico, da restituirsi a un tasso di interesse agevolato, e da un finanziamento bancario ordinario a tassi di mercato, erogato dallo stesso soggetto che valuta le
iniziative agevolabili.
Infine, altro riferimento del programma di sviluppo locale nella scelta delle priorità di intervento è
costituito dall’Intesa Istituzionale di Programma Governo-Regione Veneto, stipulata in data
9 maggio 2001, la quale stanzia annualmente risorse aggiuntive per le aree sottoutilizzate – per
la Riviera del Brenta, Campagna Lupia e Mira - per realizzare investimenti relativi ai:
Asse 1 - Risorse naturali
-
Sottoasse 1.1 Ciclo dell'acqua
-
Sottoasse 1.2 Difesa del suolo
-
Sottoasse 1.3 Tutela d'ambiente e del territorio
Asse 2 - Sistemi locali di sviluppo
-
Sottoasse 2.1 Sviluppo locale
-
Sottoasse 2.2 Valorizzazione turistica e patrimonio culturale
Asse 3 - Reti e nodi di servizio
-
Sottoasse 3.1 Infrastrutture del sistema viario regionale
-
Sottoasse 3.2 Infrastrutture ferroviarie
-
Sottoasse 3.3 Altre modalità di collegamento e comunicazione
3.4.4. Coerenza con le politiche comunitarie di sviluppo
In termini generali, il programma di sviluppo della Riviera del Brenta prende adeguatamente in
considerazione le priorità dell’Unione europea dettate nella comunicazione della Commissione
del 15 luglio 1997 “Agenda 2000: per un’Unione più forte e più ampia”, come integrate dalla
cosiddetta “strategia di Lisbona”, adottata dal Consiglio europeo di Lisbona del 23 e 24 marzo
2000, il quale ha fissato un nuovo obiettivo strategico per l'Unione europea consistente nel “diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di
realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”.
Poiché l’area è classificata, fino al 31 dicembre 2006, nell’obiettivo n. 2 dei fondi strutturali comunitari, il programma ha considerato anche le priorità della Commissione indicate nelle linee
direttrici dell’1 luglio 1999, come rivedute il 25 agosto 2003, per i programmi del periodo 20002006: tali priorità sono parte costitutiva dei documenti di programmazione elaborati dalla Regione del Veneto e indicati nel precedente paragrafo.
58
Infine, per gli scenari di sviluppo a medio e lungo periodo, un ulteriore punto di riferimento del
programma è la recente comunicazione della Commissione del 10 febbraio 2004 “Costruire il
nostro avvenire comune – Sfide e mezzi finanziari dell’Unione europea allargata 20072013”, imperniata attorno a tre priorità: lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza europea, le relazioni esterne dell’UE.
In particolare, il programma di sviluppo locale è interessato dalla prima priorità, il cui obiettivo
generale è lo sviluppo sostenibile, e fa propri gli obiettivi strategici della competitività e della coesione, finalizzate alla crescita e all’occupazione, della gestione sostenibile e nella protezione
delle risorse naturali.
Sempre sul piano comunitario ed europeo, il programma di sviluppo della Riviera del Brenta si
muove nell’ambito dei principi e degli orientamenti adottati – sulla base di accordi intergovernativi, quindi al di fuori del quadro dei Trattati istitutivi delle Comunità europee – nello “Schema di
sviluppo dello spazio europeo (SSSE)” del Consiglio di Potsdam del maggio 1999 e delle relative dodici azioni di messa in atto stabilite dal Consiglio di Tampere dell'ottobre 1999.
Lo Schema di sviluppo dello spazio europeo propone un approccio territoriale allo sviluppo che
si sostanzia nel perseguimento di tre obiettivi, condivisi a livello europeo: la coesione economica e sociale, lo sviluppo sostenibile e la concorrenzialità equilibrata del territorio europeo.
3.5. Valutazione dell’impatto sull’ambiente, l’occupazione, le pari opportunità
3.5.1. Ambiente
La diagnosi territoriale, che ha preceduto la predisposizione del programma di sviluppo locale,
seppur caratterizzata da un livello di conoscenza non ottimale per quantità e qualità dei dati di
base, ha messo in evidenza i principali punti di forza e di debolezza della qualità dell'ambiente,
descrivendone gli aspetti fisici, ambientali, geologici e idrogeologici.
La sostenibilità ambientale è il principio-guida di tutte le linee di intervento e le azioni previste
dal programma di sviluppo locale, sia nel campo delle infrastrutture materiali e immateriali, che
in quello del sostegno alle attività produttive.
Tale principio è perseguito attraverso un'integrazione degli aspetti ambientali e di sostenibilità
negli obiettivi specifici e nelle linee di intervento. La strategia mira a ridurre le esternalità ambientali negative, minimizzando gli impatti ambientali, migliorando la sostenibilità nell'utilizzo
delle risorse naturali, promuovendo l'adesione a sistemi ambientali di gestione normata (EMAS,
Ecolabel, ecc.) e l’utilizzo delle migliori tecniche disponibili e/o di tecniche tradizionali a basso
impatto, pianificando gli interventi in funzione delle capacità di carico dell'ambiente.
I potenziali impatti della strategia e degli interventi previsti, sono indicati in sede di descrizione
delle singole linee di intervento del programma di sviluppo locale.
Gli interventi oggetto di finanziamento nell’ambito del programma dovranno altresì essere coerenti con gli obiettivi della politica comunitaria nel settore dell’ambiente di cui all’articolo 174 (ex
articolo 130 R) del Trattato CE, nonché alla Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002, che istituisce il sesto programma comunitario di azione
in materia di ambiente.
Dovrà essere assicurato da parte dei soggetti attuatori dei singoli interventi il rispetto delle norme comunitarie, nazionali e regionali in materia ambientale.
In particolare, qualora i singoli interventi del programma di sviluppo locale presentino incidenze
significative su un sito di importanza comunitaria (SIC) o su una zona di protezione speciale
(ZPS), essi dovranno essere oggetto di una opportuna valutazione di incidenza ambientale, ai
sensi dell’articolo 6, comma 3 della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche,
59
nonché della direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 concernente la conservazione
degli uccelli selvatici, secondo le modalità di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 8
settembre 1997, n. 357 “Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE” e s.m.i. e la
DGR Veneto 4 ottobre 2002, n. 2803 “Attuazione direttiva comunitaria 92/43/CEE e DPR
357/1997 – Guida metodologica per la valutazione di incidenza – Procedure e modalità operative”.
Qualora tali interventi rientrino nel campo di applicazione della direttiva del Consiglio 85/337/CE
del 27 giugno 1985, come da ultimo modificata dalla direttiva 97/11/CE del Consiglio del 3 marzo 1997, concernente la valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, esse saranno oggetto di apposita valutazione di impatto ambientale a norma degli articoli
da 5 a 10 della medesima direttiva, eventualmente integrata dai requisiti previsti dalla Direttiva
96/61/CE del Consiglio del 24 settembre 1996 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento e dalla legge regionale 26 marzo 1999, n. 10, emanata in attuazione del decreto
del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, recante la “Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione di impatto ambientale”.
Infine, non è ancora possibile elaborare una valutazione ambientale strategica ai sensi della direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001, concernente la
valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, poiché non ancora recepita in Italia: la data limite di entrata in vigore in tutti gli Stati membri è, infatti, il 21 luglio 2004.
3.5.2. Occupazione
Il programma di sviluppo locale affronta con forza il tema dell'occupazione, che viene considerata strumento e risultato di una politica di crescita e anche strumento dell'obiettivo di riduzione
del disagio sociale.
Il programma assicura i collegamenti e la coerenza con la Strategia europea per l’occupazione
del 1997, quale aggiornata nel 2003, così come la coerenza interna con la strategia nazionale
delineata dal Piano d'azione nazionale (NAP), dal Quadro di riferimento per l'Obiettivo 3 e dal
Programma operativo Obiettivo 3 della Regione Veneto.
In particolare, è un obiettivo strategico del programma di sviluppo locale l’accrescimento della
occupabilità della popolazione attiva e la qualificazione delle risorse umane (Asse III, Misura 3
Valorizzazione del capitale umano).
A tal fine, il programma prevede che le Parti economiche e sociali, in stretta cooperazione con
le Autonomie locali e le istituzioni scolastiche, elaborino e attuino iniziative formative
sull’istruzione, l’orientamento e la formazione dei lavoratori, le pari opportunità, la formazione
imprenditoriale, il miglioramento dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro.
3.5.3. Pari opportunità
La valorizzazione delle risorse femminili e la diffusione della cultura di parità si va affermando
come importante principio trasversale dell’azione di policy e non solo di azioni specifiche aggiuntive, in grado non solo di realizzare un obiettivo di eguaglianza, ma di esprimere
un’opportunità di crescita per il benessere generale.
Una gran parte della riserva di produttività della Riviera del Brenta è, infatti, costituita da risorse
femminili, attualmente lontane dal mercato del lavoro e dai luoghi decisionali. Un maggiore coinvolgimento femminile consente, inoltre, una migliore consapevolezza delle necessità delle
famiglie, degli anziani e dei minori.
L'impatto che il programma di sviluppo locale può avere sulle pari opportunità di genere é massimizzato, sia attraverso l’integrazione del principio di parità nella programmazione, sia attraverso un deciso approccio trasversale di mainstreaming, sia tramite delle misure specifiche previste nella Misura relativa alle risorse umane.
60
4. GLI ASSI PRIORITARI E LE MISURE
4.1. L’articolazione della strategia in assi prioritari
Come si è anticipato nel precedente capitolo 3.3, per favorire la massima coerenza, integrazione e concentrazione degli interventi, la strategia del programma di sviluppo della Riviera del
Brenta è articolata attorno a tre priorità, corrispondenti ad altrettante grandi aree di intervento
(assi prioritari), che permettono di selezionare gli interventi da realizzare per conseguire
l’obiettivo finale dello sviluppo sostenibile del territorio.
Gli assi prioritari individuati concernono:
1. l’aumento della competitività territoriale e del sistema produttivo locale, valorizzando i fattori immobili dello sviluppo la valorizzazione dei prodotti tipici
dell’agricoltura,e la loro capacità di attrazione delle risorse mobili: capitale, lavoro specializzato, conoscenza:
Asse I – Competitività territoriale e imprenditorialità
2. il rafforzamento della dotazione infrastrutturale del territorio, con particolare riferimento alla mobilità di carattere metropolitano e alle sue connessioni con la
grande viabilità, ma anche alle reti dell’informazione e della comunicazione e a
quelle energetiche:
Asse II – Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
3. la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico della Riviera del Brenta,
la promozione di un nuovo assetto del territorio, la salvaguardia e valorizzazione dei beni storici, artistici e culturali e l’innalzamento della qualità degli spazi
urbani e dei centri storici:
Asse III – Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
All’interno degli Assi prioritari sono individuati degli obiettivi strategici e, sulla loro scorta, sono
delineate le linee di intervento (Misure), che costituiscono il riferimento per le scelte di investimento da effettuare.
Le linee di intervento che sostengono ciascun Asse sono costituite da grappoli di interventi
settoriali tra loro collegati, che puntano al conseguimento degli obiettivi strategici comuni.
In questo modo si vuole favorire per ciascuno dei tre temi chiave una convergenza di spessi fasci di azioni su poche scelte di investimento capaci di esercitare un impatto significativo, realizzando un’efficace concentrazione dell’azione programmata.
4.2. Asse Prioritario I: competitività territoriale e imprenditorialità
4.2.1 Obiettivi e strategia dell’asse
La competitività ed il rafforzamento del tessuto produttivo dell’area sono le finalità assunte per
l’Asse I.
La Riviera del Brenta è caratterizzata nella sua parte più occidentale dalla presenza di quello
che fino a poco tempo fa era considerato l’unico distretto produttivo esistente sul territorio veneziano, il distretto calzaturiero. Si tratta di un patrimonio artigianale e produttivo ormai radicato,
61
alla cui riproduzione vanno garantiti i necessari supporti e le necessarie dotazioni in termini di
servizi.
Per quanto riguarda gli insediamenti produttivi, occorre evitare la disseminazione e il sovradimensionamento delle aree per insediamenti produttivi, al fine di evitare i carichi ambientali di
un’offerta non coordinata, e garantire agli insediamenti una dotazione adeguata di infrastrutture
e servizi tale da consentire la localizzazione di attività qualificate.
L’Asse I mira anche a valorizzare l’agricoltura e le produzioni tipiche agroalimentari locali.
La realizzazione di una strada d’argine lungo tutto il tracciato della prevista idrovia potrebbe essere occasione per il riordino delle eventuali nuove espansioni, che non possono tuttavia pensare di venire spalmate lungo l’asse, ma organizzate in quantità contenute e forme accuratamente progettate intorno a punti di intersezione.
Altra vocazione sviluppata dall’area è quella turistica, anche se, come sottolineato nel PTP della
Provincia di Venezia “attualmente, tutta l’area (...) è ben lontana dal presentarsi come area a
specializzazione o vocazione turistica dominante: quest’ultima può riferirsi ad alcuni elementi
segnici peculiari del territorio – dalle ville ai tratti di ecosistema fluviale, ai mulini, ai parchi, alle
cave e laghetti, ai boschi – che sono evidenti e caratterizzanti, ma con una discontinuità tale da
non prevalere rispetto alla connotazione residenziale e produttiva dell’area”, mentre “una funzione ricettiva sicuramente svolta dall’area è quella di alone del sistema Veneziano: in Riviera
come in tutta la cosiddetta regione turistica che ha Venezia come pivot si è andata localizzando
un’offerta di posti letto di diversa entità e qualità fortemente connessa alla visita del centro storico”.
In linea con le indicazioni del PTP, si tratta, in quest’area, di guidare il turismo quale moltiplicatore di benefici economici e sociali verso altre funzioni territoriali: in primo luogo la manutenzione dell’ambiente e dei valori localizzati a vantaggio dei residenti stabili, senza tralasciare che “in
ogni caso la riqualificazione della Riviera del Brenta come asse turistico richiede un progetto di
sistemazione paesistica dell’intera riviera e non può prescindere da una riqualificazione della
sua connessione al terminal di Fusina e delle aree circostanti, nonchè del rapporto con la laguna di Venezia e le possibilità di fruizione a questa connesse”.
L’Asse I intende, innanzitutto, promuovere e favorire l’ampliamento e l’innovazione della base
produttiva, attraverso la diversificazione settoriale, l’integrazione fra settori, l’integrazione produttiva e di filiera fra imprese, soprattutto tra imprese di grandi e di piccole dimensioni. In questo
modo, si punta a conseguire una più elevata produttività delle imprese operanti nel territorio,
anche per conseguire una loro maggiore competitività sui mercati nazionali e internazionali.
In secondo luogo, l’Asse intende favorire lo sviluppo delle infrastrutture di supporto alla competitività delle imprese e al loro insediamento.
In terzo luogo, l’Asse intende accrescere la occupabilità della popolazione attiva, la qualificazione delle risorse umane e la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro, nonché promuovere le pari opportunità e l’integrazione dei soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro, anche al fine della piena integrazione della Riviera del Brenta nella strategia dell’Unione europea
decisa al Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000, intesa a creare, entro il 2010, “l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo”.
Si tratta di creare nell’area opportunità di orientamento e formazione, da un lato, a supporto delle attività economiche (artigianali e industriali, turistiche, agricole, ambientali, ecc.), dall’altro, a
favore della popolazione locale in genere, sia per accrescere le possibilità di utilizzazione delle
opportunità di sviluppo offerte dalle risorse dell’area, sia per contrastare l’emarginazione e
l’esclusione sociale e culturale.
La strategia di base consiste, dunque, nel considerare il territorio come un “luogo di accumulazione”, valorizzando i fattori immobili dello sviluppo e la loro capacità di attrazione delle risorse
mobili: capitale, lavoro specializzato, conoscenza.
62
4.2.2 Linee di intervento
L’efficace conseguimento degli obiettivi strategici dell’Asse I avviene attraverso il ricorso ad una
strumentazione ampia e diversificata, che fa perno sui regimi di aiuto esistenti a livello regionale
e nazionale, a favore:
•
dell’ammodernamento del consolidamento e dell’ampliamento del tessuto produttivo,
mediante il sostegno agli investimenti materiali e immateriali e alla acquisizione di servizi
reali da parte delle PMI turistiche, industriali, dell’artigianato e di servizi;
•
azioni di sostegno alle attività agricole e allo sviluppo rurale;
•
della riqualificazione e del miglioramento della dotazione infrastrutturale della Riviera del
Brenta a supporto dell’insediamento e del rafforzamento delle imprese;
•
della valorizzazione delle risorse umane al fine di indurre nell’area nuove occasioni di
sviluppo espandendo la dotazione, la disponibilità e la qualità delle risorse umane.
4.3. Asse Prioritario II: Sviluppo delle reti e interconnessione
4.3.1 Obiettivi e strategia dell’asse
La Riviera del Brenta si colloca in una posizione strategica per la definizione del corridoio metropolitano Padova-Mestre/Venezia che costituisce un segmento fondamentale del tratto TorinoMilano-Venezia-Trieste del corridoio transeuropeo V “Lisbona-Kiev”.
L’accessibilità all’area della Riviera del Brenta è attualmente assicurata dall’autostrada A4 Milano-Venezia - che scorre a nord sul territorio dei comuni di Dolo e Mira e dispone di un casello, il
“Dolo-Mirano”, ubicato nel comune di Dolo - e da altri tre importanti assi viari che racchiudono
l’area in un triangolo: la SS 11 “Padana Inferiore” - che collega Padova a Venezia e attraversa
Stra, Fiesso d’Artico, Dolo e Mira, lambendo la sponda sinistra del Naviglio Brenta ed interponendosi tra lo storico corso d’acqua e le Ville Venete che vi si affacciano; la SS 309 “Romea” che collega Venezia a Ravenna, attraversando il territorio di Campagna Lupia e Mira e permettendo l’accesso a Campolongo Maggiore e Camponogara; la SS 516 Piove Padova – Piove di
Sacco - Chioggia che rappresenta il principale accesso all’area dai comuni padovani di Legnaro
e Piove di Sacco.
La mobilità interna è assicurata da una rete di strade provinciali e comunali che costituiscono gli
assi attorno ai quali si sviluppa il sistema urbano diffuso.
Uno dei più importanti problemi relativi alla rete viaria di accesso e di attraversamento della Riviera del Brenta è quello del traffico sia in termini di congestione che di difficile connessione con
le arterie di grande comunicazione.
Da una parte, la strozzatura della tangenziale di Mestre, in cui si somma il traffico di transito con
quello locale di area, si ripercuote negativamente anche sulla viabilità ordinaria, ed in particolare sulla SS 309 “Romea” e sulla SS 11 “Padana Inferiore”. Dall’altra, il progressivo sviluppo
dell’area e l’intensificarsi delle relazioni nell’ambito del sistema metropolitano Venezia-Padova
ha nel tempo incrementato gli scambi funzionali con la città di Padova, il suo Interporto e la relativa area industriale, provocando un ulteriore fattore di pressione sulla viabilità di accesso, in
particolare sulla SS 11 “Padana Inferiore”.
La viabilità minore interna d’altro canto si presenta inadeguata a garantire la mobilità metropolitana, assolve funzioni sovrapposte e contrastanti e genera situazioni di pericolo e degrado ambientale.
La realizzazione del nuovo asse plurimodale Padova-Venezia, alternativo alla SS 11 “Padana
Inferiore”, con funzioni di collegamento tra Padova e Venezia, ma anche di smistamento del
63
traffico locale, di connessione con il sistema autostradale e di riordino e riqualificazione delle
funzioni produttive del territorio, assume quindi una rilevanza strategica per avviare progetti di
riqualificazione e valorizzazione turistica degli ambiti di interesse storico ambientale, per inserire
l’area nel contesto metropolitano Padova-Venezia e connetterla al sistema autostradale in modo adeguato, per contribuire alla riqualificazione del sistema produttivo e strutturare maggiormente il sistema urbano della Riviera del Brenta individuando nodi ed elementi di connessione.
Altre grandi infrastrutture strategiche per la Riviera del Brenta, già in corso di realizzazione o
solo programmate, rappresentano nuove opportunità per lo sviluppo dell’area: il nuovo Passante di Mestre sulla A4, il quadruplicamento AC/AV della linea Padova-Mestre, l’autostrada “Nuova Romea Commerciale”, la linea Mestre-Adria nell’ambito del progetto regionale relativo al “Sistema Ferroviario Regionale Metropolitano”.
I problemi di traffico e congestione della rete viaria interna hanno inoltre notevoli conseguenze
con riferimento, da una parte, alla sicurezza, dall’altra, alla fruizione del territorio da parte di cittadini e turisti. Per questo motivo, uno degli sforzi maggiori compiuti in questi ultimi anni
nell’area è stato quello, non solo di razionalizzare e potenziare la rete viaria, ma anche di intervenire per garantirne la sicurezza, per favorire l’uso della bicicletta da parte dei cittadini per gli
spostamenti urbani, per creare percorsi ciclo-pedonali riservati che permettessero una migliore
fruizione del territorio e delle sue risorse naturali e culturali non solo da parte dei cittadini ma
anche dei turisti.
Gli interventi dell’Asse II sono rivolti innanzitutto a rafforzare la dotazione infrastrutturale del territorio, con particolare riferimento alla mobilità di carattere metropolitano e alle sue connessioni
con la grande viabilità.
Ma l’Asse sottolinea anche l’esigenza di sviluppare e potenziare le reti energetiche e le reti
dell’informazione e della comunicazione.
4.3.2 Linee di intervento
Il conseguimento degli obiettivi strategici appena indicati comporta la individuazione di una serie
di linee di intervento (Misure), in particolare nei seguenti settori:
•
il rafforzamento e la razionalizzazione della dotazione del territorio in termini di mobilità
interna e di connessione con la grande viabilità;
•
lo sviluppo delle telecomunicazioni, in particolare delle reti a banda larga, ponendo particolare attenzione al rischio di scarto tra zone urbane e zone periferiche per quanto riguarda la disponibilità di capacità informatiche;
•
il miglioramento dell’efficienza delle reti di distribuzione dell’energia a servizio degli insediamenti civili e delle attività produttive.
4.4. Asse Prioritario III: Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e
culturali
4.4.1 Obiettivi e strategia dell’asse
La prima parte del documento ha mezzo in evidenza il consistente patrimonio ambientale, storico e culturale dell’area. L’area si caratterizza per la presenza di oltre 300 ville che ne fanno una
meta complementare del turismo veneziano con notevoli potenzialità inespresse e capacità di
contribuire alla necessaria diversificazione dei flussi che oggi gravano pesantemente sul centro
storico di Venezia. Il panorama di questa struttura urbana è completato dalla presenza della
Laguna di Venezia e dall’estesa rete di corsi d’acqua.
64
L’Asse II si fonda sulla convinzione che il recupero e la valorizzazione del sistema insediativo
sviluppatosi lungo il Naviglio Brenta tra il ‘500 e l’800, costituito principalmente dalle Ville Venete ma anche da centri e nuclei storici, manufatti idraulici, complessi rurali, sia un elemento fondamentale per la salvaguardia dello straordinario patrimonio storico ed artistico, per lo sviluppo
dell’economia turistica e la riqualificazione complessiva dell’area. Inoltre, anche per
l’intensificarsi del traffico fluviale, il recupero strutturale e funzionale del corso d’acqua navigabile e la sua manutenzione e gestione rappresentano questione di primaria importanza.
Gli obiettivi di espansione del flusso delle maree al fine di contribuire alla riduzione del fenomeno delle acque alte e gli obiettivi di riduzione degli apporti inquinanti dei corsi d’acqua sversanti
nella Laguna di Venezia, comportano inoltre alcuni interventi di riqualificazione ambientale delle
zone di affaccio lagunare che costituivano nel passato importanti zone umide di transizione,
quali la biofitodepurazione. La valorizzazione di questo ambito costituisce una potenziale nuova
offerta turistica complementare all’itinerario delle Ville della Riviera del Brenta che si inserisce
nel quadro delle iniziative per diversificare i flussi turistici che pesano eccessivamente sulla città
storica di Venezia.
L’Asse III mira dunque a tutelare e valorizzare il patrimonio naturalistico della Riviera del Brenta
(il sistema dei corsi d’acqua, l’ambito lagunare, le aree naturali e protette, ecc.), a promuovere
un nuovo assetto del territorio, a salvaguardare e valorizzare i beni storici, artistici e culturali e
innalzare la qualità degli spazi urbani e dei centri storici, riqualificandoli e rafforzandone le funzioni commerciali, e migliorare in generale il livello della qualità della vita.
4.4.2 Linee di intervento
In relazione alla strategia e agli obiettivi strategici sopra delineati, le linee di intervento dell’Asse
III sono:
•
azioni di tutela e valorizzazione delle aree naturali protette, di adeguamento delle infrastrutture di tutela ambientale, di sostegno alle attività agricole, nonché di promozione e
miglioramento della qualità della gestione del sistema delle acque, di smaltimento dei rifiuti, di difesa del suolo;
•
azioni di riqualificazione e rivitalizzazione dei centri abitati e dei centri storici;
•
azioni di tutela, recupero, restauro e valorizzazione del patrimonio e delle risorse storicoculturali;
•
azioni per il miglioramento della qualità della vita.
4.5. Le Misure
4.5.1 Premessa metodologica
In questa parte del documento programmatico d’area, sulla base degli obiettivi specifici dei singoli Assi prioritari individuati nei precedenti paragrafi, sono indicate e descritte le singole linee di
intervento (Misure) ritenute strategiche per lo sviluppo integrato e sostenibile della Riviera del
Brenta.
65
In coerenza con le disposizioni dell’articolo 25 della legge regionale n. 35/2001 “Nuove norme
sulla programmazione”, per le materie di esclusiva competenza regionale il documento si
limita a fornire un contributo di analisi e di proposte. Per le materie in cui vi può essere
un concorso di interesse e competenze di soggetti ai diversi livelli – regionale e locale –
il documento ha un carattere operativo e individua precise priorità, fonte di finanziamento, modalità e soggetti attuatori, come indicato dalla deliberazione della Giunta Regionale del
Veneto n. 3200 del 15 ottobre 2004 relativa all’avvio delle procedure per la predisposizione del
Piano di Attuazione e Spesa (PAS).
L’elenco degli interventi strutturali pubblici in ordine di priorità decrescente per ciascun Asse
prioritario di intervento è riportato nell’allegato n. 1, mentre nell’allegato n. 2 sono riportate le
schede informative relative a ciascun intervento.
Infine, le proposte presentate dalle Parti sociali e dalle Associazioni operanti sul territorio sono
riportate nell’allegato n. 3.
Le schede riportate qui di seguito sono così articolate:
•
Asse di riferimento
•
Titolo della Misura
•
Obiettivo strategico di riferimento
•
Coerenza con il Piano di Sviluppo Regionale (PSR) 2003
•
Obiettivi specifici della Misura
•
Descrizione delle azioni e delle tipologie di intervento
•
Indicazioni dei gruppi di lavoro e degli strumenti di programmazione in atto
Nella tavola della pagina seguente è sintetizzata la struttura del programma di sviluppo locale.
66
Intesa Programmatica d’Area della Riviera del Brenta
Articolazione del programma di sviluppo locale in assi, misure e azioni
ASSE I – COMPETITIVITÀ TERRITORIALE E IMPRENDITORIALITÀ
Misure
Azioni
I.1. Rafforzamento della competitività del sistema produttivo
I.1.A. Sostegno all’artigianato e alle PMI
I.1.B. Sostegno alle attività turistiche
I.1.C. Acquisizione di servizi strategici
I.2. Valorizzazione delle risorse agricole e rurali
I.2.A. Sostegno alle attività agricole
I.2.B. Sviluppo rurale
I.3. Sviluppo delle infrastrutture per la competitività delle imprese
I.3.A. Infrastrutture per la competitività delle imprese
I.4. Valorizzazione delle risorse umane
I.4.A. Valorizzazione delle risorse umane
ASSE II –SVILUPPO DELLE RETI E DELLE INTERCONNESSIONI
Misure
Azioni
II.1. Sviluppo delle reti dei trasporti
II.1.A. Accessibilità
II.1.B. Mobilità
II.2. Sviluppo delle reti dell’informazione e delle comunicazioni
II.2.A. Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC)
II.3. Sviluppo delle reti energetiche
II.3.A. Energia
ASSE III – GESTIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO E DELLE RISORSE NATURALI E CULTURALI
Misure
Azioni
III.1. Tutela e valorizzazione delle risorse naturali e ambientali e
assetto del territorio
III.1.A. Aree naturali protette e difesa del suolo
III.1.B. Ciclo integrato dell’acqua e sicurezza idraulica
III.1.C. Gestione dei rifiuti
III.2. Valorizzazione del patrimonio culturale e qualificazione urbana
III.2.A. Interventi sul patrimonio storico-culturale
III.2.B. Qualificazione dei centri storici e dei centri abitati
III.2.D. Sostegno alle imprese commercio e artigianato tipico
III.3. Miglioramento della qualità della vita
III.3.A. Infrastrutture sociali e per lo sport
III.3.B. Infrastrutture per l’istruzione e la formazione
67
SCHEDE TECNICHE DESCRITTIVE DELLE MISURE
68
ASSE I - Competitività territoriale e imprenditorialità
MISURA 1 - Rafforzamento della competitività del sistema produttivo
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Aumentare la competitività delle imprese della Riviera del Brenta, contribuendo a realizzare le
potenzialità innovative delle imprese esistenti, promuovendo il trasferimento tecnologico e la ricerca, gli investimenti in innovazione, tecnologie dell’informazione, della comunicazione e ambientali, la nascita di nuove imprese in settori innovativi e la qualificazione delle imprese che
operano nel settore turistico
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 3.4 “Le politiche di settore”, in particolare prf. da 3.4.2 a 3.4.6 relativi al sostegno alle
imprese dei settori artigiano, industriale e turistico
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
promuovere interventi per l’innalzamento della competitività sia del distretto della calzatura
sia delle altre filiere produttive nei settori industriali e artigianali già presenti che hanno dimostrato buone capacità di sviluppo, favorendo gli investimenti delle imprese in tecnologie
innovative e ambientali e nella ricerca
⇒
sostenere interventi volti alla ricapitalizzazione delle aziende con particolare attenzione
all’artigianato e alla piccola impresa
⇒
sostenere il passaggio dall’innovazione imitativa all’innovazione fondata sulla ricerca e sviluppo, che investa la progettazione e il disegno di prodotti del tutto nuovi e originali
⇒
sostenere il notevole potenziale in termini di opportunità occupazionali connesse allo sviluppo di nuove attività nei servizi alle imprese e alle persone in particolare nei nuovi bacini
di impiego legati alla società dell’informazione, all’ambiente, alla cultura e ai servizi sociali
⇒
favorire un processo di evoluzione verso standard qualitativi per la ricettività turistica più
elevati e diversificati al fine di venire incontro alle esigenze delle forme di turismo di recente affermazione (turismo “verde”, culturale, di riscoperta dei sapori, ecc.)
Per quanto riguarda il settore calzaturiero:
⇒
potenziare le politiche di penetrazione commerciale sui mercati esteri
⇒
rafforzare il Centro tecnologico della calzatura
⇒
rafforzare le attività di formazione e ricerca tecnologica del Centro Veneto calzaturiero
⇒
promuovere azioni formative
⇒
promuovere la certificazione di qualità nelle aziende del settore
DESCRIZIONE DELLE AZIONI E DELLE TIPOLOGIE DI INTERVENTO
AZIONE “A” - Sostegno all’artigianato e alle PMI
L’azione intende sostenere gli investimenti delle piccole e medie imprese artigianali e industriali
con produzioni a basso impatto ambientale, in aree e siti già conformi alle previsioni urbanistiche comunali, finalizzati a:
69
⇒
creare nuovi impianti e ampliare, ammodernare, ristrutturare, riconvertire, delocalizzare
gli impianti esistenti;
⇒
creare e sviluppare nuove attività economiche ecocompatibili, in particolare nel settore
delle attività artigianali tipiche e valorizzazione degli antichi mestieri
⇒
sostegno degli investimenti materiali delle imprese finalizzati all’introduzione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione e di tecnologie eco-efficienti
⇒
sostegno degli investimenti delle imprese nella ricerca finalizzata al miglioramento dei
prodotti, alla realizzazione di prototipi, nuovi prodotti, processi o servizi e al miglioramento delle tecnologie
⇒
sostegno all’utilizzo da parte delle PMI di strutture qualificate per l’attività di ricerca (università, enti pubblici di ricerca, società di ricerca e laboratori qualificati) per la realizzazione di progetti di ricerca, con particolare riguardo a quelli finalizzati alla prevenzione
degli effetti ambientali dei processi produttivi;
⇒
sostegno allo start up di imprese innovative derivanti da processi di spin off da Università, centri di ricerca, imprese di alta tecnologia e settori innovativi
AZIONE “B” – Sostegno alle attività turistiche
L’azione intende sostenere gli investimenti delle piccole e medie imprese turistiche, in aree e siti
già conformi alle previsioni urbanistiche comunali e regionali, finalizzati a migliorare l’offerta ricettiva esistente mediante interventi di riqualificazione e di ampliamento delle strutture, compresi i connessi servizi ed attrezzature.
Inoltre, l’azione intende sostenere gli investimenti relativi alla creazione di nuove strutture ricettive, alberghiere ed extra-alberghiere, con priorità per il recupero, la riconversione e la riqualificazione di strutture/edifici esistenti.
AZIONE “C” - Acquisizione di servizi strategici
L’azione intende sostenere l’acquisizione da parte delle imprese artigianali, industriali, turistiche, del commercio e dei servizi di servizi strategici nei seguenti settori:
⇒
qualità (sistemi di qualità, certificazione di qualità, adeguamento alle normative comunitarie in materia di qualità di processo e di prodotto);
⇒
marketing e organizzazione (piani di marketing, studi e ricerche di mercato, piani di sviluppo commerciale, ecc.);
⇒
sistemi informativi e informatici (progettazione, sviluppo ed acquisto di sistemi telematici,
siti WEB delle imprese, ecc.);
⇒
ambiente e controllo dell’inquinamento (sistemi di certificazione ambientale per
l’accreditamento EMAS ed ISO 14001, adeguamento e miglioramento delle prestazioni
ambientali dell’impresa per la riduzione degli impatti ambientali, per l’adozione di marchi
di qualità ambientale (Ecolabel) e per il miglioramento ambientale dei prodotti/servizi finali in funzione del basso impatto ambientale, della riciclabilità, della riduzione del consumo energetico).
70
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale ritiene strategiche per il rafforzamento
della competitività del sistema produttivo le seguenti iniziative:
sostenere la costituzione, la sussistenza e lo sviluppo delle professioni artigiane ed
artistiche locali
ridimensionare le barriere che ostacolano la visibilità di alcune attività antiche e dei
prodotti tipici locali
offrire nuovi strumenti volti a trasferire le conoscenze di base e le competenze specifiche alle parti sociali motivate (associazioni artigiane e agricole), per semplice cultura
personale o da ambizioni professionali, verso l’arte, l’artigianato e l’agricoltura
suggerire nuovi modelli e nuove politiche, aziendali e territoriali, volte a migliorare la
gestione delle botteghe tradizionali. In questa fase si ipotizzeranno anche azioni di
benchmarking fra gli operatori di settore della tradizione dei diversi settori anche nel
confronto con altre realtà simili presenti in altri paesi europei
favorire lo sviluppo di nuovi strumenti, nonché nuove strategie e sinergie operative adatte ad un idoneo marketing territoriale
Le Parti economiche e sociali hanno presentato una serie di proposte, riportate
nell’allegato n. 3, ed in particolare:
un progetto di certificazione ambientale d’area per tutte le aziende dell’area
l’individuazione di percorsi turistici (ambientali e culturali) legati alla possibilità di effettuare acquisti presso le aziende dell’area, a scadenze particolari
un progetto pilota di certificazione sociale SA8000 da attuare nell’ambito di un ristretto
numero di aziende per poi estenderlo in modo volontario a tutte le aziende dell’area
il sostegno alle imprese industriali ed artigiane della Riviera, nell’ambito della riconversione del polo industriale di Marghera in polo di innovazione tecnologica e di nuove
produzioni, per favorire partenariati per l’applicazione di nuovi processi e la realizzazione di nuovi prodotti (es. nuovi materiali, meccanica impiantistica legata alla produzione e distribuzione dell’idrogeno come risorsa energetica)
la promozione dell’eccellenza del settore dell’impiantistica civile ed industriale presso
le piazze internazionali (es. gemellaggio Mira-Stupino in Russia)
il supporto ad azioni di benchmarking e collegamento in seno ai distretti produttivi
il supporto all’acquisizione delle certificazioni ambientale ISO 14001 ed etica SA 8000
e la realizzazione dei seguenti interventi prioritari:
1) Rumore: previsione di finanziamenti per l'applicazione di piani di risanamento acustico all'interno dei singoli comuni che attuino la zonizzazione acustica: in particolare è auspicabile che la stessa zonizzazione possa essere coordinata ed effettuata di concerto tra comuni e categorie interessate
2) Processo: sostegno delle aziende che modificano il proprio processo a favore di
sistemi maggiormente ecocompatibili (dalla sostituzione di macchine, a uso di
materie prime non pericolose fino a variazioni sostanziali di processo)
3) Acque: sostegno alle imprese per l'acquisto, studio, progettazione e sperimentazione di sistemi di depurazione anche a ciclo chiuso in relazione all'inserimento
praticamente di tutti i comuni all'interno del Bacino Scolante (con limiti allo scarico particolarmente restrittivi)
71
4) Rifiuti: sostegno per le attività che avviano una raccolta differenziata ed attivazione di sistemi e centri di raccolta specifici in relazione alle diverse tipologie di rifiuti
prodotti in modo da massimizzare il recupero stesso.
72
ASSE I – Competitività territoriale e imprenditorialità
MISURA 2 – Valorizzazione delle risorse agricole e rurali
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Valorizzare i prodotti tipici dell’agricoltura, attraverso la razionalizzazione e l’ammodernamento
delle imprese agricole, politiche di marchio e di promozione che contribuiscano a collocare i
prodotti tipici sui segmenti più elevati del mercato, agganciandoli all’immagine alta e trainante
dell’ambiente protetto e della cultura rurale materiale, incentivi alla compenetrazione
dell’agricoltura con l’industria alimentare e con lo sviluppo del turismo.
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 3.4.1 “Il settore primario”
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
sostenere la presenza delle aziende agricole dove i terreni agricoli sono oggetto di forte
competizione con altre destinazioni con impatti importanti dal punto di vista viario e ambientale
⇒
promuovere e sostenere progetti tesi ad ottenere un miglioramento delle condizioni di vita,
lavoro, produzione e reddito degli agricoltori
⇒
promuovere l’adozione di tecniche e di innovazioni volte alla tutela dell’ambiente, delle
condizioni igienico – sanitarie e del benessere degli animali
⇒
favorire la riconversione e il consolidamento delle tecniche di produzione biologica o di
qualità
⇒
sostenere la ricerca della qualità dei prodotti, individuando le colture ed i prodotti tipici della zona, attivandone la riconoscibilità mediante l’acquisizione di marchi IGP, DOC e DOP
e sviluppando conseguenti attività promozionali
⇒
promuovere progetti di filiera che favoriscano l’integrazione verticale e orizzontale con gli
altri settori produttivi locali, in particolare il turismo, mediante accordi di partenariato che
valorizzino i prodotti tipici locali e le attività rurali e siano volti, in generale, a una più efficace gestione di risorse strategiche dell’area
⇒
promuovere la diversificazione dell’attività agricola aziendale finalizzata all’incremento del
reddito aziendale, al fine di avviare la ripresa di nuove attività agricole e frenare i fenomeni
di abbandono
⇒
incentivare la nascita di nuove attività agricole, soprattutto da parte dei giovani
⇒
favorire l’integrazione tra attività agrituristiche e di turismo rurale e la commercializzazione
dei prodotti di qualità
DESCRIZIONE DELLE AZIONI E DELLE TIPOLOGIE DI INTERVENTO
La Misura si articola in due Azioni:
73
AZIONE “A” – Sostegno alle attività agricole
Investimenti nelle imprese agricole:
-
progetti di miglioramento di unità produttive presentati da aziende agricole singole e/o
associate per l’adeguamento tecnologico e il consolidamento degli spazi di mercato
-
progetti di creazione di nuove imprese agricole da parte dei giovani
-
progetti di filiera, ossia di interventi che favoriscano l’integrazione verticale ed orizzontale (produzione, trasformazione e commercializzazione) dei soggetti che aderiscono al
progetto
-
progetti di promozione, fieristici e di mostra-mercato
-
realizzazione di iniziative produttive sostenibili, in particolare delle produzioni biologiche,
mediante la valorizzazione delle micro-filiere locali di qualità
Diversificazione dell’attività agricola:
-
progetti relativi alle attività agrituristiche e a forme di turismo rurale sostenibile, incluse
quelle focalizzate su particolari attività e segmenti, quali: parchi agricoli, didattica (con
particolare attenzione per quella residenziale), attivazione di laboratori per esperienze di
“immersione rurale”
-
investimenti relativi alle produzioni agricole “di nicchia”
-
creazione di circuiti di turismo rurale
-
investimenti tesi al miglioramento e alla manutenzione dello spazio rurale, alla ricostruzione del paesaggio agrario, al recupero delle essenze originarie,
-
investimenti materiali per la nascita di attività didattiche o spazi con funzione illustrativa
delle attività di produzione agricola, della vita e delle attività rurali
-
diversificazione dell’ordinamento produttivo aziendale a favore di attività alternative e
sostenibili
AZIONE “B” – Sviluppo rurale
-
il sostegno alla realizzazione di infrastrutture rurali e di interventi finalizzati
all’utilizzazione razionale della risorsa idrica in agricoltura.
-
recupero di borghi rurali, contrade, edifici rurali antichi
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale ritiene strategiche per la valorizzazione
delle risorse agricole e rurali le seguenti iniziative:
sostenere la costituzione, la sussistenza e lo sviluppo delle professioni agricole locali
suggerire nuovi modelli e nuove politiche, aziendali e territoriali, volte a migliorare
l’organizzazione delle imprese agricole. In questa fase si ipotizzeranno anche azioni di
benchmarking fra gli operatori di settore della tradizione dei diversi settori anche nel
confronto con altre realtà simili presenti in altri paesi europei
74
ASSE I - Competitività territoriale e imprenditorialità
MISURA 3 - Sviluppo delle infrastrutture per la competitività delle imprese
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Riqualificazione e miglioramento della dotazione infrastrutturale della Riviera del Brenta a supporto dell’insediamento e del rafforzamento delle imprese.
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 2.1 “La ricomposizione del territorio”
Capitolo 3.4 “Le politiche di settore”, in particolare i prf. 3.4.3 Artigianato, 3.4.4 Industria; 3.4.6
“Turismo”
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
creare le condizioni infrastrutturali per la localizzazione di nuove imprese e la razionale rilocalizzazione di piccole e medie imprese industriali, artigianali o del terziario, attualmente
in situazione di precarietà, e loro qualificazione attraverso strutture e infrastrutture di servizio
⇒
favorire la concentrazione delle attività economiche in luoghi adeguatamente ed ecologicamente attrezzati a vantaggio della situazione complessiva dell’ambiente e del territorio
⇒
sviluppare e potenziare a livello di territorio e sistema delle imprese il sistema delle infrastrutture e dei servizi logistici e la loro accessibilità, in particolare mediante la creazione di
autoparchi
⇒
potenziare l’infrastrutturazione turistica per agevolare una fruizione corretta e non distruttiva delle risorse presenti e dar vita a “prodotti turistici” spendibili sul mercato
DESCRIZIONE DELLE AZIONI E DELLE TIPOLOGIE DI INTERVENTO
La Misura si articola in un’Azione:
AZIONE “A” – Infrastrutture per la competitività delle imprese
-
interventi di riorganizzazione razionale delle zone industriali
-
realizzazione di infrastrutture finalizzate al miglioramento delle aree industriali e artigianali
esistenti, nel campo della sistemazione dei terreni, reti idriche, energetiche, di depurazione
e altre infrastrutture di supporto per la localizzazione e la logistica delle imprese
-
predisposizione dell’infrastrutturazione telematica delle aree
-
realizzazione o completamento di infrastrutture di stoccaggio e servizi nel processo distributivo, autoparchi o aree di servizio per l’autotrasporto, piattaforme logistiche nonché costituzione ed avvio di “centri servizio” di logistica, oltre alla realizzazione delle infrastrutture di
trasporto di connessione tra le aree individuate (stoccaggio, servizi e nodi intermodali) e gli
assi di viabilità e di logistica importanti (autostrade, superstrade, porti e ferrovia)
-
realizzazione di centri di servizio alle imprese
75
-
interventi di recupero e valorizzazione di luoghi e siti di interesse turistico con particolare riguardo ad investimenti realizzati con tecniche a basso impatto ambientale e realizzazione di
percorsi turistici ciclabili e pedonali
-
creazione di aree di sosta per i camper, in particolare nell’area della Laguna di Venezia
-
interventi per la valorizzazione turistica dell’area lagunare
-
potenziamento della ricettività a favore del turismo sociale, didattico e scolastico
-
valorizzazione del turismo fluviale mediante la creazione di punti di attracco fluviale e di interscambio terra-acqua
-
creazione di anelli navigabili fluviali e lagunari
-
miglioramento della fruizione e dell’accessibilità al sistema storico e architettonico e ambientale
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
AZIONE “A” – Infrastrutture per la competitività delle imprese
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale ritiene d’importanza strategica la realizzazione a Fiesso d’Artico della Città della Moda indicata nella tabella seguente.
Il Tavolo di concertazione non prevede invece per questa azione la realizzazione di interventi strutturali, quali nuove aree artigiane e industriali, ma intende promuovere – a livello di
area - una razionalizzazione dell’esistente (la cui superficie complessiva non è ottimizzata e
circa il 40% rimane non utilizzato), anche al fine di tutelare l’ambiente e sviluppare il turismo.
Infatti, il Programma Regionale di Sviluppo adottato dalla Giunta Regionale del Veneto con
DGR n. 30 del 5 dicembre 2003 e presentato al Consiglio regionale del Veneto, per la sua
approvazione in legge, il 12 dicembre 2003, con riferimento agli obiettivi di ricomposizione
del territorio, evidenzia la necessità di “promuovere una organizzazione razionale delle zone
industriali che consenta la creazione di economie di scala, la riduzione dei costi di costruzione di una rete di infrastrutture e di servizi terziari alle imprese e una gestione efficiente
del traffico merci con conseguente riduzione dell’impatto ambientale” e che “a tal proposito
va favorito il recupero delle numerose e vaste aree industriali sottoutilizzate o in via di dismissione presenti sul territorio regionale”.
A tal fine gli Enti locali intendono verificare, in accordo con le Parti sociali, la fattibilità di un
“Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (PATI)”, nuovo strumento di governo del
territorio che l’articolo 12 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 “Norme per il governo
del territorio” definisce come “lo strumento di pianificazione intercomunale finalizzato a pianificare in modo coordinato scelte strategiche e tematiche relative al territorio di più comuni”.
In particolare, attraverso il PATI della Riviera del Brenta si intendono perseguire i seguenti
obiettivi operativi:
a) coordinare le scelte strategiche di rilevanza per l’area, in funzione delle specifiche
vocazioni territoriali
b) disporre una disciplina urbanistica o edilizia unitaria per ambiti intercomunali omogenei ed in settori di comune interesse
c) definire un’equa ripartizione dei vantaggi e degli oneri tra i comuni interessati mediante convenzione
76
Asse I – Competitività territoriale e imprenditorialità
Misura 3 – Sviluppo delle infrastrutture per la competitività delle imprese
Azione A – Infrastrutture per la competitività delle imprese
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
Altri Enti
Stato della
Costo
Risorse locali in €
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
3
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
4 = 2+3
5
1
Comune di
Fiesso
d’Artico
Opere di urbanizzazione Città della
Moda
-
Studio di fattibilità
258.300,00
64.575,00
0,00
64.575,00
193.725,00
I.3.A
2
Comune di
Dolo
Adeguamento funzionale e riqualificazione area mercatale (piazza Mercato)
-
Studio di fattibilità
256.341,20
76.902,36
0,00
76.902,36
179.438,84
III.2.B
514.641,20
141.477,36
0,00
141.477,36
373.163,84
TOTALE
77
ASSE I - Competitività territoriale e imprenditorialità
MISURA 4 - Valorizzazione delle risorse umane
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Accrescere l’occupabilità della popolazione attiva, la qualificazione delle risorse umane e la
qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro, nonché promuovere le pari opportunità e
l’integrazione dei soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro.
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 3.3 “Il fattore umano e il mercato del lavoro”
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
fornire delle opportunità di orientamento e formazione a supporto delle attività economiche
⇒
fornire opportunità di formazione alla popolazione locale in genere, al fine di accrescere le
conoscenze e le competenze necessarie per utilizzare le opportunità di sviluppo offerte
dalle risorse presenti nell’area della Riviera del Brenta
promuovere attività di formazione specialistica per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, per lo sviluppo delle attività culturali e per la diffusione delle competenze
necessarie allo sfruttamento del potenziale della società dell’informazione nel settore.
creare opportunità di esperienze formative e di lavoro mediante azioni rivolte ai soggetti
ed al contesto economico locale, in grado di accrescere l’occupabilità nella prospettiva del
lavoro dipendente, del lavoro autonomo e della creazione di impresa;
promuovere la formazione continua finalizzata allo sviluppo di capacità tecniche, specialistiche gestionali ed imprenditoriali per sostenere il processo di sviluppo sotteso al programma, nell’ambito di reti e di sistemi, anche già esistenti a livello provinciale, di formazione continua in grado di supportare le trasformazioni, i processi di integrazione e le
partnership economiche e commerciali da sviluppare a livello locale;
promuovere la formazione permanente al fine di assicurare l’aggiornamento delle conoscenze e delle competenze lungo tutto l’arco della vita offrendo nuove opportunità di crescita professionale ai lavoratori;
attraverso azioni di orientamento e formazione, rafforzamento del sistema delle piccole
imprese locali e creazione di nuove imprese soprattutto nei settori dei nuovi bacini
d’impiego quali: la cultura d'impresa, la qualità di sistema, di prodotto e ambientale,
l’assistenza alle persone, la valorizzazione dei beni culturali, la tutela dell’ambiente, il recupero del territorio ed il risanamento dei centri urbani minori e rurali, il commercio,
l’artigianato artistico e di servizio, la società dell’informazione.
⇒
⇒
⇒
⇒
⇒
DESCRIZIONE DELLE AZIONI E DELLE TIPOLOGIE DI INTERVENTO
La Misura prevede la elaborazione e l’attuazione di iniziative formative concordate tra le Parti
sociali, le Istituzioni pubbliche, il sistema scolastico locale, imperniato su:
Istruzione, al fine di coinvolgere il territorio nell’attuazione della riforma della scuola, nella
razionalizzazione della rete scolastica, nella individuazione degli indirizzi per la scuola superiore (secondaria di secondo grado e formazione professionale);
Orientamento e formazione alle opportunità di lavoro, mediante:
78
-
azioni di orientamento e progetti di formazione rivolti a persone prive di qualifica, in cerca di prima occupazione o disoccupate o di specializzazione post-obbligo formativo, finalizzati all’occupazione dei formati da realizzare con il concorso del sistema delle imprese, per il loro impiego nelle attività turistiche esistenti e nelle attività complementari a
quelle ricettive, nelle attività agricole ed in quelle agrituristiche e nei nuovi bacini
d’impiego quali: la cultura d'impresa, la qualità di sistema, di prodotto e ambientale,
l’assistenza alle persone, la valorizzazione dei beni culturali, la valorizzazione e tutela
dell’ambiente, il recupero del territorio ed il risanamento dei centri urbani minori e rurali,
il commercio, l’artigianato artistico e di servizio, la società dell’informazione
- work experience in ambito locale
Formazione continua, in particolare:
- sviluppo di competenze per accrescere la capacità professionale degli operatori occupati
nelle attività turistiche esistenti e nelle attività complementari a quelle ricettive, nelle attività agricole e in quelle agrituristiche e nei nuovi bacini d’impiego quali: la valorizzazione
dei beni culturali, la valorizzazione e tutela dell’ambiente, il recupero del territorio ed il risanamento dei centri urbani minori e rurali, il commercio, l’artigianato artistico e di servizio, la società dell’informazione
Formazione permanente, mediante:
- formazione breve legata ai nuovi contenuti dell’alfabetizzazione, in particolare nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nelle tematiche
dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile e nelle lingue straniere
- formazione volta a rafforzare le competenze professionali specifiche e a recuperare le
competenze professionali di base
Formazione imprenditoriale, attraverso:
- progetti formativi e di supporto, finalizzati anche al ricambio generazionale, per la qualificazione imprenditoriale degli operatori che operano in forma autonoma nel settore turistico e nel settore agricolo ed agrituristico e nei nuovi bacini d’impiego quali: la cultura
d'impresa, la qualità di sistema, di prodotto e ambientale, l’assistenza alle persone, la
valorizzazione dei beni culturali, la valorizzazione e tutela dell’ambiente, il recupero del
territorio ed il risanamento dei centri urbani minori e rurali, il commercio, l’artigianato artistico e di servizio, la società dell’informazione
- sostegno all’analisi organizzativa delle piccole imprese, all’analisi di mercato ed alla definizione di strategie di innovazione volte a favorire la loro modernizzazione (business
plan e business model)
- progetti di formazione integrata per la creazione di impresa
- progetti di accompagnamento alla creazione e allo sviluppo di impresa nel settore turistico e nel settore agricolo ed agrituristico e nei nuovi bacini d’impiego quali: la valorizzazione dei beni culturali, la valorizzazione e tutela dell’ambiente, il recupero del territorio
ed il risanamento dei centri urbani minori e rurali, il commercio, l’artigianato artistico e di
servizio, la società dell’informazione
- supporto alle imprese per la intrapresa di percorsi di certificazione di qualità di sistema,
di prodotto e ambientale.
-
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Le Parti economiche e sociali hanno presentato una serie di proposte, riportate nell’allegato
n. 3, ed in particolare:
la realizzazione di una campagna di comunicazione volta a investire in se stessi tornando
a studiare, e offrire una proposta formativa anche serale coordinata tra i vari enti formativi
79
della zona (Istituti scolastici superiori, CFP, Centri territoriali permanenti, Università, scuole di lingua). Un ruolo di coordinamento potrebbe essere svolto dal centro per l’impiego
che attraverso un numero verde e l’attivazione di uno sportello potrebbe coordinare e proporre l’offerta. La formazione potrebbe essere finanziata attraverso un voucher formativo
ad personam messo a disposizione dalla Regione, in grado di coprire i costi della formazione presso l’ente dove si realizzerà.
iniziative mirate di formazione, dalla lingua alla conoscenza delle principali norme per
l’integrazione, per gli abitanti extracomunitari, in numero elevato (sia coloro lavorano nelle
aziende della zona, sia coloro che hanno scelto la Riviera perché più conveniente dal punto di vista abitativo, con tutto ciò che ne deriva: ricongiungimento familiare, presenza di
donne e bambini extracomunitari). Si potrebbero inoltre pensare ad iniziative specifiche
per gli insegnanti delle scuole sul tema dell’interculturalità.
Iniziative di formazione per operatori turistici delle ville e dimore storiche. Si propone come
essenziale l’attivazione di un organismo per la formazione di operatori del turismo – figure
intermedie, operativi – specializzato per la ricettività nelle dimore storiche. La presenza di
numerose Ville e resort d’epoca, infatti, costituisce un segmento particolare che necessità
però di garantire elevati standard di servizio anche sotto il profilo culturale degli operatori
stessi. La struttura formativa specializzata dovrà avere vocazione internazionale con un
bacino minimo di utenza rappresentato dalle Ville e Dimore Storiche Venete, ma aprirsi
anche a soggetti utilizzatori stranieri (basti pensare a Centro Nord Europa e all’Europa
dell’Est). A tal fine sarà possibile anche avere dimensioni e spessore tali per ottenere un
cofinanziamento anche dalla Commissione europea, secondo quanto previsto da programmi comunitari già operativi.
Iniziative di formazione all’imprenditorialità per soddisfare l’outsourcing. L’offerta formativa
per i giovani dovrà concentrarsi sulla successione generazionale e sulla formazione
all’auto imprenditorialità, in particolare per quella femminile. La nuova imprenditorialità dovrà rispondere alla richiesta crescente da parte delle imprese di servizi affidati in outsourcing – in particolare nell’ambito dei servizi, del turismo e dell’innovazione di prodotto / processo e della promozione commerciale all’estero. Ciò garantirà una risposta alla crescente
richiesta di flessibilità qualitativa e quantitativa delle aziende del territorio. Una formazione
con questi obiettivi, necessità per essere efficace di un servizio anche “post vendita” nei
confronti delle risorse umane formate, in quanto esige: tutoraggio, assistenza orientativa,
affiancamento nella fase di start up delle nuove aziende, informativa sul mercato e coordinamento, anche informatico, tra domanda ed offerta delle prestazioni, link con gli operatori
dell’interinale per far fronte alla discontinuità della domanda di risorse umane.
Iniziative di formazione per il recupero e reinserimento lavorativo di risorse umane con disagio: nella gestione della formazione va prevista una articolazione mirata in particolare al
soddisfacimento delle richieste di reinserimento di persone portatrici di disagio e di lavoratori espulsi dal processo produttivo, a causa per esempio di ristrutturazioni aziendali, in
particolare di quelli in età avanzata.
Iniziative di formazione che prevedano la selezione e la formazione nei paesi di origine
della manodopera straniera,questa formazione che può essere svolta utilizzando le strutture esistenti deve essere mirata a fornire: conoscenze linguistiche e socio-culturali del
Veneto,conoscenze tecnico pratiche legate alla mansione da svolgere.
Soluzioni per garantire alle aziende della Riviera del Brenta manodopera specializzata e
qualificata. Si tratta di percorsi formativi che devono essere preceduti da una fase di monitoraggio dei fabbisogni professionali dell'area, in modo tale da poter orientare l'azione formativa in modo mirato alla riqualificazione, outplacement, del personale e ad una sua
pronta rioccupazione nelle realtà produttive inizialmente individuate.
80
ASSE II - Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
MISURA 1 - Sviluppo delle reti dei trasporti
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Rafforzare la dotazione infrastrutturale del territorio, con particolare riferimento alla mobilità di
carattere metropolitano e alle sue connessioni con la grande viabilità.
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 2.3 “Il sistema infrastrutturale per la mobilità”
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
completare, adeguare e migliorare gli assi viari di collegamento della Riviera del Brenta
con le principali direttrici di traffico nazionali ed europee
⇒
adeguare e ammodernare alcuni tratti della rete stradale provinciale e comunale, al fine di
elevare il livello di sicurezza e ridurre i tempi di percorrenza, in particolare per le strade
che svolgono un importante ruolo di connessione
⇒
decongestionare e riqualificare alcune arterie che attraversano i centri abitati e/o costituiscono percorsi di interesse storico-ambientale, assegnando loro funzioni di collegamento
di carattere urbano e di connessione delle funzioni socio-culturali, direzionali e turistiche
del territorio
⇒
migliorare l'accessibilità e il rapporto tra il territorio e l'ambiente lagunare
⇒
migliorare la sicurezza delle strade e favorire l'uso della bicicletta per gli spostamenti urbani
⇒
garantire collegamenti ciclabili sicuri tra i centri abitati limitrofi
⇒
creare percorsi ciclo-pedonali lungo gli itinerari fluviali
⇒
individuare nella rete dei corsi d’acqua che caratterizzano storicamente il territorio un interessante elemento di connessione per le funzioni legate al tempo libero
⇒
connettere i sistemi turisticamente deboli con i sistemi più forti
⇒
offrire nuove opportunità per il tempo libero per gli abitanti dell’area
DESCRIZIONE DELLE AZIONI E DELLE TIPOLOGIE DI INTERVENTO
La Misura si articola in due Azioni:
AZIONE “A” – Accessibilità
L’azione prevede la realizzazione di:
opere di completamento, adeguamento e messa in sicurezza dei principali assi viari che collegano la Riviera del Brenta con l’esterno e con le principali direttrici di traffico regionali e
nazionali, esistenti o programmate
81
AZIONE “B” – Mobilità
L’azione prevede la realizzazione di:
opere di miglioramento e messa in sicurezza della viabilità di accesso ai centri abitati, alle
zone turistico-alberghiere e alle zone industriali e artigianali
creazione di una rete integrata di percorsi ciclo-pedonali, in particolare di quelli lungo gli itinerari fluviali
creazione e ampliamento dei parcheggi, in particolare nelle zone turistico alberghiere e nelle
aree di maggiore fruizione turistica
potenziamento dei servizi di trasporto pubblico, anche attraverso la realizzazione di interventi di mobilità integrata
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
AZIONE “A” – Accessibilità
Proposte relative ad iniziative di competenza regionale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale ritiene strategici per lo sviluppo del territorio i seguenti interventi e ne auspica il finanziamento e la realizzazione:
1) creazione del nuovo asse plurimodale Padova/Venezia e della corrispondente
nuova area plurimodale
2) collegamento dell’area con il “Sistema Ferroviario Regionale Metropolitano –
SFMR”, mediante la realizzazione della tratta Mestre-Adria - già compresa nel
primo stralcio - oltre che della tratta Padova-Piove di Sacco-Chioggia
il partenariato istituzionale ed economico-sociale ritiene strategico per lo sviluppo del territorio il seguente intervento ad opera della Società delle Autostrade di Venezia e Padova SpA, per il quale è già stato sottoscritto uno specifico Protocollo d’intesa con i comuni
della Riviera del Brenta, le province di Padova e Venezia e la Regione Veneto
nell’ambito del Programma di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio – PRUSST della Riviera del Brenta:
1) connessione dell’autostrada Venezia-Padova con la SS 309 “Romea” mediante
la realizzazione di una bretella di collegamento attraverso l’allargamento della SP
81 in conseguenza della realizzazione del nuovo passante autostradale
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale locale intende approfondire i contenuti
del Piano Regionale dei Trasporti approvato dalla Giunta Regionale del Veneto alla fine del 2004, al fine di valutarne l’impatto sull’area della Riviera del Brenta in relazione
agli interventi programmati a livello regionale e nazionale e ai gravi problemi di viabilità e
mobilità evidenziati nell’ambito della diagnosi territoriale.
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale locale ritiene strategica la realizzazione delle due opere di competenza locale riportate nella tabella alla pagina seguente in
ordine di priorità.
Le Parti economiche e sociali hanno presentato una serie di proposte, riportate
nell’allegato n. 3. In particolare nell’ambito del documento “Linee per gli interventi di
promozione territoriale della Riviera del Brenta”, uno specifico asse d’intervento è dedicato al tema “Dalla viabilità alla mobilità”, dove si ribadisce che, in vista della realizzazione del Passate e del nuovo casello di Dolo - che dovranno consentire un “drenaggio”
82
veloce dei mezzi pesanti - oltre che della metropolitana di superficie - che potrà alleggerire anche buona parte del traffico dei pendolari - la priorità va data alla realizzazione
delle opere già cantierabili complementari al Passante e alla grande viabilità, oltre che
all’adozione di un approccio organico al sistema logistico dell’area e di politiche di supporto al mobility manager sia per le grandi imprese presenti nell’area che per le aree industriali e artigianali.
83
Asse II – Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
Misura 1 – Sviluppo delle reti dei trasporti
Azione A – Accessibilità
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
Altri Enti
Stato della
Costo
Risorse locali in €
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
3
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
4 = 2+3
5
1
Comune di
Vigonovo
Potenziamento servizi di trasporto
pubblico
-
Studio di fattibilità
1.000.000,00
200.000,00
0,00
200.000,00
800.000,00
II.1.A
2
Comune di
Mira
Messa in sicurezza incroci S.S. 309
Romea/strade comunali e realizzazione sottopasso Via Giare
-
Preliminare
1.600.320,00
500.000,00
0,00
500.000,00
1.100.320,00
II.1.A
2.600.320,00
700.000,00
0,00
700.000,00
1.900.320,00
TOTALE
84
AZIONE “B” – Mobilità
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale locale ritiene strategica la predisposizione di un piano d’area sulla mobilità, in coerenza con il Piano Regionale dei Trasporti,
volto ad assicurare i collegamenti con le principali direttrici di traffico provinciali, regionali e
nazionali, nonché la sicurezza e l’efficienza degli spostamenti interni all’area stessa.
In tale contesto, il Tavolo di concertazione propone un primo gruppo di opere viarie di
competenza locale che mirano a superare alcuni nodi fondamentali che ostacolano la
mobilità interna all’area e favoriscono i collegamenti intracomunali. Tali opere sono riportate nella tabella della pagina seguente, in ordine decrescente di priorità.
Le Parti economiche e sociali hanno contribuito con la presentazione di una serie di proposte, riportate nell’allegato n. 3, ed in particolare hanno proposto:
la realizzazione di una piattaforma logistica, che consenta di far fronte ai problemi di
congestione creati dalla commistione del traffico locale con quello di passaggio;
la realizzazione di un parcheggio scambiatore a Mira finalizzato a semplificare e supportare i bisogni della categoria trasportatori.
85
Asse II – Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
Misura 1 – Sviluppo delle reti dei trasporti
Azione B – Mobilità
Numero
Prior.
Soggetto
proponente
1
Comune di
Mira
2
Comune di
Fossò
3
Comune di
Campolongo
Maggiore
Comune di
Fiesso
d’Artico
Comune di
Stra
4
5
6
Comune di
Mira
7
Comune di
Fiesso
d’Artico
Comune di
Mira
8
9
Comune di
Pianiga
TOTALE
Titolo dell’intervento
Altri Enti
partecipanti
Stato della
Progettazione
Costo
Totale in €
Definitivo
1
500.000,00
Risorse locali in €
Altri Enti
Totale
partecipanti
2
3
4 = 2+3
332.646,34
0,00
332.646,34
Provincia di
Venezia
Preliminare
720.000,00
129.000,00
413.166,00
542.166,00
177.834,00
II.1.B
Proponente
Risorse da
Acquisire
In €
5
167.353,66
Asse/Misura
IPA
Passerella pedonale tra Mira Porte, il
percorso ciclo-pedonale e parco “Valmarana” (P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
Adeguamento SP 17 e realizzazione
pista ciclabile tra via Castellaro e il confine con il comune di Camponogara
Nuova viabilità di collegamento tra via
Durighello e via Villa
-
-
Preliminare
760.000,00
228.000,00
0,00
228.000,00
532.000,00
II.1.B
Riqualificazione viabilità comunale: via
Baldana
-
Preliminare
1.600.000,00
400.000,00
0,00
400.000,00
1.200.000,00
II.1.B
Realizzazione percorso ciclo-pedonale
ed impianto illuminazione pubblica lungo
la SP n. 21 Via Emilia – 1° e 2° lotto
Percorsi ciclo-pedonali di Via Risorgimento - 2° lotto (da Via Valmarana a
Forte Poerio)
Realizzazione pista ciclabile lungo la SP
12 - Via Piove
Provincia di
Venezia
Preliminare
1.865.575,62
206.582,76
206.582,76
413.165,52
1.452.410,10
II.1.B
Provincia di
Venezia
Preliminare
670.000,00
210.000,00
258.229,00
468.229,00
201.771,00
II.1.B
Provincia di
Venezia
Preliminare
619.700,00
26.000,00
559.840,00
585.840,00
33.860,00
II.1.B
Riqualificazione strada comunale Via
Argine SX Novissimo di collegamento tra
Porto Menai (SP 22) e Mira Taglio (SR
11) - 1° stralcio
Realizzazione rotatoria incrocio via di
Rivale con via Marinoni
-
Studio di fattibilità
1.498.000,00
498.000,00
0,00
498.000,00
1.000.000,00
II.1.B
-
Studio di fattibilità
250.000,00
107.000,00
0,00
107.000,00
143.000,00
II.1.B
8.483.275,62
2.137.229,10
1.437.817,76
3.575.046,86
4.908.228,76
II.1.B
86
ASSE II - Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
MISURA 2 - Sviluppo delle reti dell’informazione e delle comunicazioni
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Promuovere la rimozione degli ostacoli allo sviluppo delle telecomunicazioni, sviluppando le reti
a banda larga, ponendo particolare attenzione al rischio di scarto tra zone urbane e zone periferiche per quanto riguarda la disponibilità di capacità informatiche.
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 3 “I fattori propulsivi dell’economia veneta”
Capitolo 4 “Le innovazioni istituzionali e organizzative”
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
favorire un impiego diffuso delle nuove tecnologie informatiche e telematiche, con particolare riferimento alle reti a banda larga in fibra ottica
⇒
potenziare l’ammodernamento in atto della Pubblica Amministrazione locale, con particolare riferimento ai servizi ai cittadini e alle imprese
⇒
promuovere la conoscenza delle potenzialità della società dell’informazione e l’utilizzo delle relative tecnologie da parte delle piccole e medie imprese, per favorirne l’integrazione
produttiva e di filiera, la competitività e l’accesso al mercato
⇒
promuovere il miglioramento della qualità della vita attraverso un più facile accesso dei cittadini ai servizi essenziali
DESCRIZIONE DELLE AZIONI E DELLE TIPOLOGIE DI INTERVENTO
La Misura si articola in una Azione:
AZIONE “A” – Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC)
In coerenza con le linee progettuali del Piano di Sviluppo Informatico e Telematico del Veneto,
approvato con DGR n. 56/2002, l’azione intende promuovere progetti finalizzati a creare un sistema integrato di reti immateriali, basato sull’impiego delle nuove tecnologie dell’informazione
e delle telecomunicazioni, sia attraverso l’acquisizione di infrastrutture e delle dotazioni di base,
sia attraverso il contestuale sviluppo di una ampia gamma di servizi a sostegno del sistema
produttivo, della P.A. e dei cittadini.
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale ritiene strategica la diffusione delle reti a
banda larga per favorire lo sviluppo dei servizi, delle imprese e ridurre l’isolamento dei centri
abitati più marginali.
In tale contesto intende promuovere un confronto anche con gli operatori dei servizi e i gestori
delle reti al fine della progressiva cablatura del territorio, a partire dalle aree a vocazione produttiva e turistica.
87
ASSE II - Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
MISURA 3 - Sviluppo delle reti energetiche
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Sviluppare le energie rinnovabili e aumentare l’efficienza delle reti energetiche.
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 3.4 “Le politiche di settore”, in particolare il prf. 3.4.7 “L’energia” e il prf. 3.4.8 “I servizi
di pubblica utilità a rilevanza industriale”
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
migliorare l’efficienza delle reti di distribuzione dell’energia a servizio degli insediamenti
civili e delle attività produttive
⇒
promuovere il contenimento dei consumi di energia
DESCRIZIONE DELLE AZIONI E DELLE TIPOLOGIE DI INTERVENTO
La Misura si articola in un’Azione:
AZIONE “A” – Energia
L’azione prevede la realizzazione di:
interventi di risparmio energetico (impiego di fonti energetiche alternative e rinnovabili, interventi di coibentazione degli edifici, uso di apparecchiature ad alto rendimento energetico,
autoproduzione, ecc.) sul patrimonio edilizio privato e pubblico, comprese le attività produttive
promozione delle energie alternative e rinnovabili (fotovoltaico, ecc.) mediante la realizzazione di piccoli impianti fotovoltaici con potenza elettrica anche non superiore a trenta Kilowatt, o di impianti funzionanti a gas metano biologico, a integrazione di energia
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
Il Partenariato istituzionale ed economico-sociale locale ritiene strategica una riflessione tra le
Istituzioni e le Parti sociali sulla gestione del mercato locale dell’energia, soprattutto alla luce
degli sviluppi del progressivo processo di liberalizzazione.
88
ASSE III - Gestione sostenibile del territorio e delle risorse
naturali e culturali
MISURA 1 - Tutela e valorizzazione delle risorse naturali e ambientali
e assetto del territorio
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Tutelare e valorizzare il patrimonio naturalistico della Riviera del Brenta (il sistema dei corsi
d’acqua, l’ambito lagunare, le aree naturali e protette, ecc.) e promuovere un nuovo assetto del
territorio.
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 2.1 “La ricomposizione del territorio”
Capitolo 2.2 “L’ambiente”
Capitolo 3.4 “Le politiche di settore”, in particolare il prf. 3.4.1 “Il settore primario”
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
Aree naturali e protette:
-
garantire la dotazione complessiva di risorse naturalistico-ambientali dell’area, usi razionali rispetto alla loro preservazione qualitativa e quantitativa, conservando con modalità attive gli ecosistemi vitali e riconoscendo, recuperando e ripristinando quelli precari, promuovendo azioni di rinaturazione del paesaggio
-
promuovere la tutela attiva dell’ambiente e, in particolare, delle aree naturali e protette,
garantendo la tutela e la gestione degli ecosistemi naturali, conservando gli habitat naturali e le biodiversità e proteggendo le specie a rischio
-
assicurare l’uso efficiente e razionale e la fruibilità delle risorse naturali, riservando
particolare attenzione alle aree protette
-
sostenere il sistema di fruizione e ricettività delle aree naturali e protette e lo sviluppo
di attività sostenibili, compatibili con le necessità di protezione degli habitat e delle
specie
-
migliorare il livello di conoscenza delle aree protette e dei Siti di Importanza Comunitaria delle Rete Natura 2000 e valorizzarle secondo le modalità previste dalla Direttiva
comunitaria “Habitat”
-
promuovere l’adozione di un approccio di sviluppo basato sulla “capacità di carico” del
territorio, l’adozione di modalità di gestione sostenibile, la promozione della partecipazione nella gestione delle risorse ambientali, la diffusione della conoscenza sul patrimonio di risorse storico ambientali
-
assicurare la più ampia e qualificata fruibilità del patrimonio naturalistico, anche mediante iniziative di museo territoriale o ecomuseo
-
favorire gli interventi di recupero strutturale e funzionale, di manutenzione e di gestione dei corsi d’acqua navigabili dell’area, garantire la fruizione degli argini a scopo ricreativo-sportivo e promuovere la creazione di zone a “parco fluviale”
89
⇒
-
promuovere la capacità della P.A. di intervenire per la conservazione e lo sviluppo
-
acquisire i requisiti di certificazione ambientale d’area
Risorse idriche e sicurezza idraulica del territorio
⇒
-
garantire l’implementazione e l’efficienza del ciclo integrato delle acque, mirando ad
ottenere disponibilità idriche adeguate in termini di quantità, di qualità e di costo per la
popolazione civile e per le attività produttive, compreso l’innevamento artificiale
-
migliorare e razionalizzare le condizioni di accumulo, vettoriamento, distribuzione, collettamento e depurazione dell’acqua
-
tutelare e prevenire l’inquinamento delle falde acquifere
-
garantire la sicurezza idraulica del territorio
-
migliorare la capacità di depurazione delle acque sversanti in Laguna abbassandone il
livello di inquinamento
-
recuperare e salvaguardare i numerosi manufatti idraulici di interesse storico e architettonico
Rifiuti e inquinamento:
-
salvaguardare e tutelare l’ambiente attraverso la riduzione della produzione di rifiuti e
del loro indice di pericolosità
-
migliorare il sistema di gestione dei rifiuti, promuovendo la raccolta differenziata, il riciclaggio, il recupero
-
definire e realizzare sistemi di monitoraggio avanzati per il controllo dei carichi inquinanti derivanti da zone per l’insediamento di attività produttive
DESCRIZIONE DELLE AZIONI E DELLE TIPOLOGIE DI INTERVENTO
La Misura si articola in tre Azioni:
AZIONE “A” – Aree naturali e protette e difesa del suolo
Interventi di conservazione, tutela e salvaguardia ambientale:
-
interventi di conservazione, recupero e valorizzazione ambientale degli ecosistemi naturali, in particolare delle aree protette, dei SIC, di utilizzo sostenibile delle risorse naturalistiche e di miglioramento della biodiversità
-
attività di manutenzione e difesa attiva del paesaggio, mediante interventi di regimazione delle acque e attività volte alla riduzione del rischio idrogeologico e al recupero e adeguamento delle piccole infrastrutture coinvolte nel dissesto idrogeologico
-
azioni di rinaturalizzazione, restauro e risanamento ambientale e ripristino dei degradi
-
interventi di riqualificazione ambientale relativi alla sistemazione delle zone di affaccio
sul Naviglio Brenta quali rive e percorsi;
-
interventi di salvaguardia e valorizzazione del corso d’acqua del Naviglio Brenta che
comprende la sistemazione delle rive, lo scavo del letto del fiume e la sistemazione dei
ponti e delle chiuse anche in rapporto allo sviluppo della navigazione fluviale;
-
interventi di sistemazione e consolidamento di sponde e argini;
-
interventi di sistemazione e valorizzazione dei nodi fluviali.
90
Completamento e ottimizzazione del sistema di fruizione e ricettività nelle aree naturali e
protette:
-
realizzazione di infrastrutture a servizio e valorizzazione delle aree protette, inclusi itinerari e percorsi naturalistico-ambientali
-
realizzazione, recupero e completamento di strutture per l’accoglienza, la fruizione,
l’educazione e l’informazione ambientale (ecomuseo, centro ambientale, strutture ricettive, centri visita, centri museali, laboratori scientifici, centri didattici, ecc.), nell’ottica di
fornire un servizio più qualificato, esteso ed efficiente per un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente
-
realizzazione di sistemi telematici per la messa in rete delle aree naturalistiche, utilizzando le diverse tecniche informatiche e di comunicazione a disposizione, anche al fine
di mettere in comune dati ambientali, know-how e informazioni sulla gestione delle aree
protette
Attività di accompagnamento e di supporto:
-
promozione di «Agende XXI» locali per lo sviluppo di attività e servizi sostenibili, in grado di garantire un’organizzazione e una gestione più efficienti e compatibili con le specificità dei territori protetti
-
azioni di promozione ed educazione ambientale
-
attività di monitoraggio e prevenzione, finalizzate a realizzare un’azione di costante controllo delle differenti tipologie di vulnerabilità della qualità del contesto ambientale nel
suo complesso e nelle singole componenti (acqua, aria, suolo, ecc.).
AZIONE “B” – Ciclo integrato dell’acqua e sicurezza idraulica
completamento e adeguamento delle opere di captazione e delle reti di adduzione, ricomprese negli schemi idrici per scopi civili e produttivi, compresi gli eventuali bacini di accumulo per l’innevamento artificiale delle piste da sci, compatibili con le risorse idriche esistenti o
potenziali
razionalizzazione e potenziamento degli schemi acquedottistici minori, attraverso la realizzazione di reti idriche ex novo e l’adeguamento di quelle esistenti al fine di preservare la risorsa idrica e recuperarne le perdite
potenziamento del sistema permanente di monitoraggio volto ad individuare le eventuali
perdite lungo la rete idrica
interventi di rifacimento e manutenzione dei manufatti di regolamentazione idraulica;
realizzazione e adeguamento di impianti di potabilizzazione e di stoccaggio
adeguamento dei sistemi fognanti e depurativi
AZIONE “C” – Gestione dei rifiuti
nei centri abitati, realizzazione di isole e piattaforme ecologiche per la raccolta differenziata
delle diverse frazioni dei rifiuti urbani e assimilabili, di trattamento intermedio dei rifiuti stessi
al fine di renderli facilmente trasportabili
nelle aree di fruizione turistica, realizzazione di punti mobili, a basso impatto ambientale, di
raccolta, anche differenziata, dei rifiuti
interventi di ripristino di aree contaminate, includendo anche interventi di bonifica di aree
degradate che compromettono l’uso del territorio, comportando ripercussioni negative per la
fruizione turistica e del territorio da parte della collettività
91
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
AZIONE “A” – Aree naturali e protette e difesa del suolo
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale locale ritiene strategica la realizzazione delle opere di competenza locale riportate nella tabella alla pagina seguente in
ordine di priorità.
Le Parti economiche e sociali hanno contribuito presentando una serie di proposte, riportate nell’allegato n. 3, ed in particolare nell’ambito del documento “Linee per gli interventi di promozione territoriale della Riviera del Brenta”, nell’ asse d’intervento dedicato
al tema “Utilizzo delle aree naturali” si propone:
-
di agevolare un meccanismo di adozione da parte delle diverse imprese , o preferibilmente delle aree industriali, di un “pezzo di ecosistema”, attraverso:
attività a carattere volontario e di appoggio a programmi di intervento
dell’associazionismo ambientale;
messa a disposizione di know how manageriale da parte del comparto turistico a
chi voglia gestire aree, siano soggetti fisici o enti pubblici.
-
di fare della Riviera del Brenta, in virtù della sua ubicazione, tra due poli universitari
legati alle scienze ambientali e naturali (Padova e Venezia), la sede di un’agency
tecnica e politica internazionale per la salvaguardia delle aree umide e centro di analisi e programmazione dello sviluppo compatibile.
92
Asse III – Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
Misura 1 – Tutela e valorizzazione delle risorse naturali e ambientali e assetto del territorio
Azione A – Aree naturali protette e difesa del suolo
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
Altri Enti
Stato della
Costo
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
2.096.000,00
1
Comune di
Fiesso
d’Artico
Parco fluviale lungo il canale Serraglio
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
Stato
Preliminare
2
Comune di
Vigonovo
Parco fluviale Sarmazza – I stralcio
P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
Stato
Studio fattibilità
TOTALE
Risorse locali in €
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
3
4 = 2+3
5
524.000,00
102.840,00
626.840,00
1.469.160,00
III.1.A
350.000,00
66.435,00
128.550,00
194.985,00
155.015,00
III.1.A
2.446.000,00
590.435,00
231.390,00
821.825,00
1.624.175,00
93
AZIONE “B” – Ciclo integrato dell’acqua e sicurezza idraulica
Proposte relative ad iniziative di competenza regionale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale ritiene strategici per lo sviluppo del territorio i seguenti interventi ad opera della Regione Veneto, per i quali è già stato sottoscritto uno specifico Protocollo d’intesa nell’ambito del Programma di Riqualificazione
Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio – PRUSST della Riviera del Brenta:
1) ristrutturazione nodo idraulico di Cà Molin
2) sistemazione del Rio Serraglio
3) nodo idraulico di Malcontenta Moranzani
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Le Parti economiche e sociali hanno contribuito presentando una serie di proposte, riportate nell’allegato n. 3, ed in particolare la proposta di studio “Interventi per il miglioramento e la salvaguardia dell’ambiente marino del litorale lagunare” in cui si evidenziano le seguenti esigenze:
1) potenziamento dei depuratori esistenti soggetti ad incremento del carico inquinante, con scarico finale in gran parte dirottato fuori laguna, in particolare delle
strutture/modalità di esercizio relative alle fluttuazioni di carico stagionali e/o settimanali;
2) censimento dei depuratori insistenti in laguna, verifica dell’eventuale incremento
di carico legato al suddetto sviluppo turistico ed adozione delle conseguenti misure (come sopra);
3) studio sulla diffusione degli scarichi dei depuratori incidenti in laguna, in funzione
delle varie condizioni atmosferiche (venti, maree etc.).
4) monitoraggio continuo degli impianti incidenti in laguna con dati trasmessi/raccolti in un apposito centro di controllo;
5) monitoraggio continuo della qualità dell’acqua in laguna con una rete di sonde di
temperatura, ossigeno disciolto, conducibilità (flussi di minore conducibilità sono
correlabili ai flussi di scarico), etc., con dati trasmessi allo stesso centro;
6) monitoraggio della qualità dell’acqua, impostato su indicatori biologici;
7) uno studio finalizzato all’individuazione delle misure di salvaguardia, in presenza
di inquinamenti in atto e sulle modalità per la copertura dei costi relativi a tali misure.
94
ASSE III - Gestione sostenibile del territorio e delle risorse
naturali e culturali
MISURA 2 – Valorizzazione del patrimonio culturale e qualificazione urbana
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Salvaguardare e valorizzare i beni storici, artistici e culturali quali fattori di ricchezza capaci di
produrre crescita economica diretta e innalzare la qualità degli spazi urbani e dei centri storici,
riqualificandoli e rafforzandone le funzioni commerciali
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 1.3 “La cultura e l’istruzione”, in particolare i prf. 1.3.3 “La lingua, il teatro, la musica” e
1.3.5 “La partecipazione alla cultura degli altri”
Capitolo 1.4 “La valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale”
Capitolo 2.1 “La ricomposizione del territorio”
Capitolo 3.4 “Le politiche di settore”, in particolare il prf. 3.4.5 “Il commercio” e 3.4.8 “I servizi di
pubblica utilità a rilevanza industriale”
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
recuperare, restaurare, ripristinare e valorizzare il patrimonio storico-culturale, sfruttandone, in un’ottica di sostenibilità, il potenziale di sviluppo economico e sociale
⇒
innalzare la qualità ed il livello di fruibilità del patrimonio culturale ed architettonico locale
⇒
migliorare la qualità dell’offerta di servizi ricreativi, culturali e per il tempo libero, anche
stimolando la creazione di nuova imprenditoria locale
⇒
migliorare la qualità dei servizi culturali e dei servizi per la valorizzazione del patrimonio,
compresa la promozione della conoscenza e della divulgazione, anche ai fini
dell’innalzamento della qualità della vita
⇒
concorrere all’integrazione tra l’imprenditorialità turistica del territorio e le relative risorse
culturali
⇒
riqualificare i centri e gli insediamenti storici e promuovere un riutilizzo funzionale del patrimonio edilizio abbandonato e/o degradato, attraverso interventi che affrontino in una logica integrata le molteplici, forme di degrado: edilizio, urbanistico, ambientale, economico,
sociale
⇒
riqualificare le funzioni commerciali e distributive, valorizzando e migliorando gli interventi
di messa in rete
95
DESCRIZIONE DELLE AZIONI E DELLE TIPOLOGIE DI INTERVENTO
La Misura si articola in due Azioni:
AZIONE “A” – Interventi sul patrimonio storico-culturale
risanamento, restauro e ristrutturazione del patrimonio storico-artistico, museale, archeologico, architettonico e monumentale (ville storiche, siti archeologici, edifici di valore storico ed
architettonico), collegati a progetti, circuiti e pacchetti di offerta turistico-culturale
riqualificazione di strutture teatrali e sale di spettacolo inserite in pacchetti di offerta di itinerari culturali tematici a fini turistici, anche con il supporto di mezzi multimediali
realizzazione di itinerari storico-culturali, mediante apposita segnaletica e pannelli didattici,
anche con riferimento alle modalità compatibili di accesso per portatori di handicap
iniziative finalizzate al ripristino e al recupero di testimonianze architettoniche della civiltà
contadina per la realizzazione di centri ricreativi e culturali e/o strutture ricettive (punti di sosta, centri didattici, centri di vendita e di degustazione a servizio delle aziende agricole
dell’area, ecc.)
realizzazione di punti attrezzati per osservazioni in aree archeologiche
iniziative di sostegno per il recupero, la valorizzazione e la divulgazione delle tradizioni locali, anche artigianali e/o agricole, quale elemento di identità dell’area, anche a fini turistici
AZIONE “B” – Qualificazione dei centri storici e dei centri abitati
recupero, riqualificazione e rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio dei centri urbani e dei
centri storici, per la realizzazione di contenitori da destinare a nuovi insediamenti residenziali, alla localizzazione di servizi collettivi carenti od assenti, anche di carattere sociale e culturale
interventi di riqualificazione e riordino urbanistico di aree turistiche, compreso l’arredo urbano
recupero, conservazione e riqualificazione di centri storici di particolare pregio e/o ricadenti
in aree di particolare rilievo, nonché di antichi sistemi abitativi, mediante programmi di riqualificazione urbana che prevedano anche il riuso a fini sociali (servizi) di strutture pubbliche
degradate e/o abbandonate con particolare riferimento al riuso per attività di spettacolo e di
animazione culturale
interventi intersettoriali ed integrati per la valorizzazione delle aree urbane centrali e della
loro rete commerciale, artigianale e di pubblico servizio
interventi per il riordino su area vasta delle zone territoriali compatibili con lo sviluppo di addensamenti commerciali e paracommerciali
sostegno alle amministrazioni comunali e alle unioni di comuni per la progettazione e la gestione di piani di riqualificazione urbana e commerciale”
AZIONE “C” – Sostegno alle imprese del commercio e dell’artigianato tipico
investimenti per l’ammodernamento strutturale e dotazione delle piccole imprese commerciali, anche in forma cooperativa e consortile
sostegno all’insediamento di nuove attività commerciali
sostegno alla creazione e allo sviluppo di nuove attività economiche ecocompatibili, in particolare nel settore delle attività artigianali tipiche e di valorizzazione degli antichi mestieri
96
sostegno agli investimenti di microimprese individuali e familiari nei settori della piccola ricettività turistica, della piccola ristorazione, dei servizi turistici, del turismo “verde” e del piccolo commercio, nei comuni ricadenti in tutto o in parte in aree protette e in aree SIC e ZPS.
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
AZIONE “A” – Interventi sul patrimonio storico-culturale
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale ritiene strategici gli interventi sul patrimonio storico-culturale indicati nella tabella della pagina seguente e riportati in ordine decrescente di priorità.
Le Parti economiche e sociali hanno presentato una serie di proposte, riportate
nell’allegato n. 3, ed in particolare nell’ambito del documento “Linee per gli interventi di
promozione territoriale della Riviera del Brenta”, l’asse d’intervento dedicato al tema “Identità forte dell’offerta ricettiva” rileva l’esigenza di coordinare le iniziative culturali per
creare un “Luogo-Evento” e di incentivi alle iniziative culturali quali mostre tematiche,
convegni internazionali, forum culturali.
97
Asse III – Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
Misura 2 – Valorizzazione del patrimonio culturale e qualificazione urbana
Azione A – Interventi sul patrimonio storico-culturale
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
1*
Comune di
Mira
Restauro Villa Contarini dei Leoni
2
Comune di
Stra
3
Altri Enti
Stato della
Costo
Risorse locali in €
Risorse da
Asse/Misura
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
Totale
Acquisire
In €
IPA
1
2
3
4 = 2+3
5
-
Preliminare
4.180.000,00
2.680.000,00
1.500.000,00
2.680.000,00
0,00
III.2.A
Risanamento e restauro di Villa Loredan
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
-
Preliminare
3.098.741,39
929.622,42
0,00
929.622,42
2.169.118,97
III.2.A
Comune di
Campolongo
Maggiore
Realizzazione di un parco archeologico - naturalistico
-
Preliminare
530.827,00
159.248,10
0,00
159.248,10
371.578,9
III.2.A
4
Provincia di
Venezia
Riqualificazione Barchessa Maggiore
di Villa Angeli a Dolo
-
Preliminare
1.500.000,00
450.000,00
0,00
450.000,00
600.000,00
III.2.A
5
Provincia di
Venezia
Restauro e riqualificazione del complesso di Villa Widmann a Mira
-
Preliminare
1.500.000,00
450.000,00
0,00
450.000,00
600.000,00
III.2.A
6
Comune di
Mira
Restauro Villa “Levi Morenos” – 1°
lotto
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
-
Preliminare
1.150.000,00
350.000,00
0,00
350.000,00
800.000,00
III.2.A
7
Comune di
Mira
Riqualificazione dell’ex Forte Poerio e
dei suoi giardini da destinare ad attività culturali
-
Studio fattibilità
150.000,00
50.000,000
0,00
50.000,00
100.000,00
III.2.A
12.109.568,39
5.068.870,52
1.500.000,00
5.068.870,52
4.640.697,87
TOTALE
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
* Intervento già finanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del bando 2004 della legge regionale 13/99.
98
AZIONE “B” – Qualificazione dei centri storici e dei centri abitati
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Nell’ambito di un più complessivo progetto di riqualificazione urbana, il partenariato istituzionale ed economico-sociale locale ritiene strategico realizzare le opere indicate
nella tabella della pagina seguente, riportate in ordine decrescente di priorità.
99
Asse III – Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
Misura 2 – Valorizzazione del patrimonio culturale e qualificazione urbana
Azione B – Qualificazione dei centri storici e dei centri abitati
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
Altri Enti
Stato della
Costo
Risorse locali in €
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
3
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
4 = 2+3
5
1
Comune di
Campolongo
Maggiore
Riqualificazione urbana piazza frazione di Boion
-
Definitivo
380.000,00
114.000,00
0,00
114.000,00
266.000,00
III.2.B
2
Comune di
Stra
Riqualificazione Piazza Marconi – 2°
e 3° lotto
-
Definitivo
826.331,04
413.165,52
0,00
413.165,52
413.165,52
III.2.B
3
Comune di
Dolo
Opere di urbanizzazione area centrale
dell’Isola Bassa – 2° stralcio
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
-
Preliminare
623.879,93
187.163,98
0,00
187.163,98
436.715,95
III.2.B
4
Comune di
Mira
Sistemazione Piazza Mira Porte
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
-
Preliminare
1.000.000,00
300.000,00
0,00
300.000,00
700.000,00
III.2.B
5
Comune di
Fiesso
d’Artico
Opere di arredo urbano aree prospicienti la SS 11 - zona centro
-
Preliminare
650.000,00
162.500,00
0,00
162.500,00
487.500,00
III.2.B
6
Comune di
Vigonovo
Riqualificazione del magazzino comunale da adibire a centro culturale
-
Preliminare
560.199,59
168.000,00
0,00
168.000,00
392.199,59
III.2.B
4.040.410,56
1.344.829,50
0,00
1.344.829,50
2.695.581,06
TOTALE
100
AZIONE “C” – Sostegno alle imprese del commercio e dell’artigianato tipico
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Le Parti economiche e sociali hanno presentato una serie di proposte, riportate
nell’allegato n. 3, sulla base delle quali sono state definite le azioni della presente Misura, ed in particolare:
la proposta relativa alla riqualificazione delle funzioni commerciali e distributive
il progetto “ARCHE’ – Animazione territoriale attraverso il recupero della tradizione
artigiana e agricola” con le seguenti finalità:
-
-
-
sostenere la costituzione, la sussistenza e lo sviluppo delle professioni agricole ,
artigiane ed artistiche locali;
ridimensionare le barriere che ostacolano la visibilità di alcune attività antiche e
dei prodotti tipici locali;
offrire nuovi strumenti volti a trasferire le conoscenze di base e le competenze
specifiche alle parti sociali motivate (associazioni artigiane ed agricole), per
semplice cultura personale o da ambizioni professionali, verso l’arte, l’artigianato
e l’agricoltura;
suggerire nuovi modelli e nuove politiche, aziendali e territoriali, volte a migliorare
la gestione delle botteghe tradizionali e l’organizzazione delle imprese agricole.
In questa fase si ipotizzeranno anche azioni di benchmarking fra gli operatori di
settore della tradizione dei diversi settori anche nel confronto con altre realtà simili presenti in altri paesi europei;
favorire lo sviluppo di nuovi strumenti, nonché nuove strategie e sinergie operative adatte ad un idoneo marketing territoriale.
101
ASSE III - Gestione sostenibile del territorio e delle risorse
naturali e culturali
MISURA 3 – Miglioramento della qualità della vita
OBIETTIVO STRATEGICO DI RIFERIMENTO
Aumentare il livello della qualità della vita in termini di disponibilità di servizi alla persona e per il
tempo libero e sviluppare il capitale sociale
RIFERIMENTO AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2003
Capitolo 1.1 “Le politiche sociali”
Capitolo 1.2 “La tutela della salute e le politiche sanitarie”
Capitolo 1.3 “La cultura e l’istruzione”, in particolare i prf. 1.3.1 “Il sistema formativo”, 1.3. 2
“L’università”, 1.3.4 “Lo sport”
OBIETTIVI SPECIFICI
⇒
migliorare le condizioni di vita sociali delle popolazioni residenti attraverso la realizzazione
di condizioni favorevoli per la soddisfazione in loco dei bisogni sociali legati alla domanda
di servizi scolastici, servizi sanitari, cultura, sport e tempo libero
⇒
adeguare e potenziare le strutture di istruzione e formazione presenti nel territorio e potenziare le infrastrutture tecnologiche e dei servizi di sostegno alla qualificazione del sistema locale di istruzione e formazione
⇒
creare nuova professionalità anche attraverso la trasformazione di quote del volontariato
sociale in occupazione innovativa e qualificata
⇒
creare o potenziare la gestione in forma associata dei servizi comunali
⇒
favorire e sostenere la logica di integrazione (tra Comuni e tra pubblico-privato) per
l’erogazione dei servizi di base e della gestione delle reti di pubblica utilità
AZIONE “A” – Infrastrutture sociali e per lo sport
realizzazione di infrastrutture sportive e ricreative a servizio dei residenti
creazioni di centri per il tempo libero, biblioteche, micronidi per l’infanzia e piccole ludoteche
creazione di una rete di servizi socio-assistenziali e sanitari, anche a carattere diurno
sostegno allo sviluppo di forme cooperative tra Enti Locali e con altri soggetti istituzionali e
sociali per la valorizzazione delle risorse locali.
servizi navetta per i collegamenti con i centri abitati e servizi di pubblica utilità dismessi (posta, assistenza anziani e portatori di handicap, biblioteca, giornali, ecc.)
102
AZIONE “B” – Infrastrutture per l’istruzione e la formazione
interventi di restauro e ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente e costruzione di nuovi edifici scolastici, in linea con gli obiettivi di inclusione scolastica e socio–culturale perseguiti dalla programmazione regionale e nazionale;
interventi di adeguamento degli edifici e di messa a norma degli impianti per garantirne la
sicurezza;
potenziamento della dotazione infrastrutturale relativa a tecnologie didattiche, laboratori
scientifici, tecnologici, artistici, multimediali, linguistici e biblioteche multimediali;
creazione di centri di formazione professionale.
ELENCO DEGLI INTERVENTI APPROVATI DAL TAVOLO DI CONCERTAZIONE
AZIONE “A” – Infrastrutture sociali e per lo sport
Proposte relative ad iniziative di competenza locale
Il partenariato istituzionale ed economico-sociale ritiene strategica la realizzazione degli interventi indicati nella tabella della pagina seguente e riportati in ordine decrescente di priorità.
103
Asse III – Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
Misura 3 – Miglioramento della qualità della vita
Azione A – Infrastrutture sociali e per lo sport
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
Altri Enti
Stato della
Costo
Risorse locali in €
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
3
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
4 = 2+3
5
1
Comune di Campagna
Lupia
Nuovo complesso polisportivo
comunale
-
Definitivo
3.207.997,30
1.988.364,30
0,00
1.988.364,30
1.219.633,00
III.3.A
2
Comune di Campolongo Maggiore
Riqualificazione ed ampliamento degli impianti sportivi di
Campolongo Maggiore e Liettoli
-
Definitivo
755.315,70
380.000,00
0,00
380.000,00
375.315,70
III.3.A
3
Comune di Mira
Adeguamento complesso sportivo Valmarana – II° Lotto
-
Preliminare
2.300.000,00
700.000,00
0,00
700.000,00
1.600.000,00
III.3.A
4
Comune di Dolo
Completamento Cittadella dello
sport
-
Preliminare
129.114,22
38.734,27
0,00
38.734,27
90.379,95
III.3.A
6.392.427,22
3.107.098,57
0,00
3.107.098,57
3.285.328,65
TOTALE
104
5. STIMA DELLE RISORSE FINANZIARIE OCCORRENTI
5.1. Piano finanziario
La pianificazione finanziaria indicativa del programma di sviluppo locale intende far combaciare
le risorse con i bisogni fondamentali dell’area: in un quadro di risorse finanziarie limitate, le decisioni sulla allocazione delle risorse riguardano, infatti, le scelte da farsi e le priorità da stabilirsi
Il piano finanziario indicativo riportato nella tabella della pagina seguente è costruito facendo riferimento esclusivamente alle opere pubbliche, rinviando al partenariato con la Giunta Regionale la definizione e la quantificazione degli eventuali regimi di aiuto per le imprese.
Il piano finanziario indicativo del programma di sviluppo locale è articolato per Asse prioritario,
Misure e, laddove presenti, Azioni.
Accanto al costo complessivo degli interventi strutturali pubblici proposti, sono indicate, innanzitutto le risorse disponibili a livello locale - già presenti nei bilanci annuali e pluriennali dei singoli
Enti proponenti o che tali Enti si impegnano a inserire in tali bilanci in tempo utile per
l’approvazione dell’IPA – e, in secondo luogo, le risorse necessarie per completare i singoli interventi, a prescindere dagli stanziamenti di bilancio (risorse da acquisire).
Le intensità di cofinanziamento sono state stabilite tenendo conto delle percentuali di cofinanziamento stabilite nei documenti regionali di programmazione degli interventi effettuati a titolo
dell’obiettivo n. 2 dei Fondi strutturali comunitari (DOCUP Obiettivo 2), dell’obiettivo n. 3 (POR
Obiettivo 3) e nell’ambito dello sviluppo rurale (Piano di Sviluppo Rurale) per il periodo 20002006.
105
Intesa Programmatica d’area 2005-2007 della Riviera del Brenta
Piano finanziario pluriennale
Assi, Misure e Azioni dell’IPA Riviera del Brenta
Costo
Totale
1
Risorse locali disponibili
Proponente
Altri Partecipanti
2
3
Totale
4 = 2+3
Risorse da
acquisire
5
Asse I
Competitività territoriale e imprenditorialità
514.641,20
141.477,36
0,00
141.477,36
373.163,84
Misura 3
Sviluppo delle infrastrutture per la competitività delle imprese
514.641,20
141.477,36
0,00
141.477,36
373.163,84
Azione A
Infrastrutture per la competitività delle imprese
514.641,20
141.477,36
0,00
141.477,36
373.163,84
Asse II
Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
11.083.595,62
2.837.229,10
1.437.817,76
4.275.046,86
6.808.548,76
Misura 1
Sviluppo delle reti dei trasporti
11.083.595,62
2.837.229,10
1.437.817,76
4.275.046,86
6.808.548,76
Azione A
Accessibilità
2.600.320,00
700.000,00
0,00
700.000,00
1.900.320,00
Azione B
Mobilità
8.483.275,62
2.137.229,10
1.437.817,76
3.575.046,86
4.908.228,76
Asse III
Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e
culturali
24.988.406,17
10.111.233,59
1.731.390,00
10.342.623,59
12.245.782,58
Misura 1
Tutela e valorizz. delle risorse nat. e amb. e assetto del territorio
2.446.000,00
590.435,00
231.390,00
821.825,00
1.624.175,00
Azione A
Aree naturali protette e difesa del suolo
2.446.000,00
590.435,00
231.390,00
821.825,00
1.624.175,00
Misura 2
Valorizzazione del patrimonio culturale e qualificazione urbana
16.149.978,95
6.413.700,02
1.500.000,00
6.413.700,02
7.336.278,93
Azione A
Interventi sul patrimonio storico-culturale
12.109.568,39
5.068.870,52
1.500.000,00
5.068.870,52
4.640.697,87
Azione B
Qualificazione dei centri storici e dei centri abitati
4.040.410,56
1.344.829,50
0,00
1.344.829,50
2.695.581,06
Misura 3
Miglioramento della qualità della vita
6.392.427,22
3.107.098,57
0,00
3.107.098,57
3.285.328,65
Azione A
Infrastrutture sociali e per lo sport
6.392.427,22
3.107.098,57
0,00
3.107.098,57
3.285.328,65
TOTALE
36.586.642,99 13.089.940,05
3.169.207,76 14.759.147,81 19.427.495,18
106
6. LE CONDIZIONI DI ATTUAZIONE
6.1. Il partenariato economico-sociale e istituzionale
Il programma di sviluppo della Riviera del Brenta è finalizzato alla richiesta di attivazione dell’intesa
programmatica d’area di cui all’articolo 25 della legge regionale n. 35/2001, la quale è strumento
della programmazione decentrata regionale.
In coerenza con il principio generale della “concertazione”, stabilito dall’articolo 2, comma 2 della
legge regionale n. 35/2001 con riferimento all’intero processo della programmazione regionale e
inteso quale metodo per la individuazione delle strategie e la condivisione delle forme di intervento,
nel rispetto delle reciproche competenze, il presente documento programmatico è frutto di un processo di concertazione locale che ha trovato fondamentale impulso ed attuazione nel “Tavolo di
concertazione”, espressione del partenariato istituzionale ed economico-sociale.
I Soggetti promotori dell’intesa programmatica d’area della Riviera del Brenta e partecipanti al Tavolo di concertazione, mediante propri rappresentanti debitamente delegati, sono i seguenti:
Provincia di Venezia
Comune di Campagna Lupia
Comune di Campolongo Maggiore
Comune di Camponogara
Comune di Dolo
Comune di Fiesso d’Artico
Comune di Fossò
Comune di Mira
Comune di Pianiga
Comune di Stra
Comune di Vigonovo
CCIAA di Venezia
Unindustria Venezia
ACRIB
Associazione Artigiani Città del Brenta
Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle PMI
Confederazione Italia Agricoltori
Unione Provinciale Agricoltori
Federazione Provinciale Coltivatori Diretti
CGIL Venezia
CGIL zonale
CISL Venezia
CISL zonale
UIL Venezia
UIL zonale
Confcommercio
Confesercenti
Associazione Albergatori Venezia
A.C.E.A.
Il Tavolo di concertazione ha approvato, all’unanimità, il nuovo “Regolamento del Tavolo di concertazione”, che costituisce l’allegato n. 4 del presente documento programmatico.
107
6.2. Gli impegni dei soggetti sottoscrittori e le modalità di cooperazione
Enti locali
Ai sensi dell’articolo 25, comma 4 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 “Nuove norme
sulla programmazione”, gli enti locali partecipanti si impegnano, innanzitutto, ad adeguare i propri
strumenti di pianificazione e di intervento a quanto previsto dalla programmazione decentrata del
PAS, partecipandovi anche significativamente con proprie risorse.
Gli Enti locali partecipanti, consapevoli della eccezionale rilevanza degli interessi pubblici connessi
al conseguimento degli obiettivi sottostanti all’Intesa Programmatica d’Area, si impegnano a mantenere rapporti di collaborazione improntati alla lealtà reciproca, svolgendo, per quanto di propria
competenza, ricognizioni delle procedure amministrative, per rendere operativi gli interventi previsti
nella presente intesa attraverso la massima semplificazione possibile.
Inoltre, per quel che riguarda l’attuazione dei singoli interventi, gli enti locali che hanno presentato
proposte di intervento strutturale si sono impegnati a cofinanziarle e a realizzarle nelle forme e nei
tempi previsti.
Infine, tutti gli enti pubblici partecipanti impegnano a promuovere e/o indire appositi accordi di programma, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” e dell’articolo 32 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 “Nuove norme sulla programmazione”, nonché a partecipare alle eventuali
conferenze di servizi, ai sensi e per gli effetti di cui agli articoli 14 e seguenti legge 7 agosto 1990
n. 241 e successive modifiche ed integrazioni.
Parti economiche e sociali
Gli impegni delle Parti economiche e sociali sono in particolare:
a) la partecipazione continuativa al tavolo di concertazione istituito a livello locale tra le medesime
Parti sociali e le Istituzioni pubbliche, per concorrere alla realizzazione degli obiettivi e delle azioni di sviluppo locale indicati nell’Intesa Programmatica d’Area;
b) l’attuazione, anche in concorso con gli Enti preposti, di una sperimentazione su modalità e
strumenti di lavoro tesi a:
-
snellire e razionalizzare gli adempimenti burocratici legati al mercato del lavoro;
-
sviluppare e promuovere forme innovative e migliorative di flessibilità, concordate fra le
Parti, finalizzate a risolvere difficoltà dell’area, dei settori specifici e delle imprese produttive, per rendere le azione competitive e in grado di adattarsi ai mutamenti economici, anche
nel breve periodo;
-
favorire la creazione di nuova occupazione, anche attraverso lo sviluppo di nuove imprese,
promuovendo l’inserimento dei giovani, delle donne, dei soggetti svantaggiati
con riferimento agli istituti della contrattazione nazionale e decentrata, in particolare per il settore turistico.
c) la individuazione di nuove forme di organizzazione del lavoro, che consentano di aumentare il
tasso di partecipazione dei lavoratori alle opportunità di riqualificazione professionale e di formazione continua lungo tutto l’arco della vita lavorativa;
d) la diffusione e l’utilizzazione, a livello locale, degli strumenti di politica attiva del lavoro, in particolare i “servizi all’occupazione” e la “formazione professionale”, finalizzati al miglioramento
della qualità e la produttività sul posto di lavoro, all’adeguamento continuo delle qualifiche professionali all’evoluzione del mercato del lavoro, all’inserimento dei giovani, delle donne e dei
soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro e al reinserimento dei disoccupati di lunga durata,
compresa la realizzazione di azioni preventive mirate alle persone con qualifiche professionali
modeste e il cui posto di lavoro è più a rischio;
108
e) la realizzazione di azioni finalizzate ad aumentare la competitività delle imprese, soprattutto di
dimensioni piccole e medie, favorendone l’accesso ai finanziamenti comunitari e nazionali, al
credito e al mercato dei capitali, alle fonti di informazione, ai risultati della ricerca e dello sviluppo tecnologico, alle opportunità di formazione professionale e imprenditoriale;
f)
la realizzazione di azioni di monitoraggio nel territorio al fine di mettere in relazione i sistemi di
istruzione e di formazione con l’evoluzione del mercato del lavoro locale, di promuovere le pari
opportunità tra uomo e donna nell’accesso al lavoro e alla carriera e nuove attività economiche
nei settori a maggiore impiego di manodopera, quali quelli dei servizi sociali, dell’ambiente e
della qualità della vita in generale;
g) l’attuazione di azioni in grado di anticipare i processi di ristrutturazione al fine di fornire risposte
mediante l’informazione e la consultazione dei lavoratori, favorendo la mobilità occupazionale e
lo spirito di autoimprenditorialità;
h) la realizzazione di azioni di informazione e sensibilizzazione rivolte agli imprenditori ed ai lavoratori in materia di sicurezza sul luogo del lavoro, di miglioramento dell’impatto sull’ambiente
delle attività produttive, compresi i nuovi sistemi di eco-gestione e di eco-audit;
i)
l’elaborazione e l’attuazione nell’area di iniziative e progetti integrati, da proporre per il finanziamento anche nell’ambito del Programma Operativo Obiettivo 3) della Regione Veneto
(2000-2006) e degli altri strumenti finanziari esistenti, al fine di attuare le azioni previste
nell’Asse I.
6.3. Il sistema di monitoraggio
Sulla base degli indirizzi e del coordinamento metodologico della Giunta Regionale, la quale, ai
sensi dell’articolo 27 comma 2 della legge regionale n. 35/2001, “stabilisce i contenuti e le modalità
dell'attività di monitoraggio”, il Soggetto responsabile del programma di sviluppo locale, anche per
il tramite delle Amministrazioni che ai vari livelli sono responsabili dell’attuazione degli interventi,
garantisce, fin dal momento dell’approvazione dell’Intesa Programmatica d’Area, l’attivazione e il
corretto funzionamento del sistema di monitoraggio e si impegna ad adottare le azioni necessarie
ad assicurarne la piena e completa operatività per tutto il periodo di programmazione.
Il sistema di monitoraggio del programma dovrà permettere di:
−
verificare costantemente lo stato di avanzamento finanziario, fisico e procedurale del programma e la sua regolare attuazione ed, eventualmente, individuare interventi correttivi o
modificativi che consentano il raggiungimento degli obiettivi specifici prefissati a livello di
Misure e prevengano la decadenza e il disimpegno d’ufficio dei finanziamenti regionali, prevista
dall’articolo 22, comma 2 della legge regionale n. 35/2001;
−
disporre di dati finanziari, procedurali e fisici affidabili e, ove possibile, aggregabili, sulla base
degli indicatori definiti nel programma;
−
fornire informazioni specifiche che eventualmente si rendessero necessarie (ad esempio, in
occasione di controlli).
Raccolta e flussi di dati
I dati vengono raccolti a livello di progetto e aggregati per Azione e per Misura, sotto la responsabilità del Soggetto responsabile del programma.
A tal fine, il soggetto attuatore del progetto trasmette i dati raccolti al Soggetto responsabile del
programma, che provvede alla loro trasmissione al sistema regionale di monitoraggio.
Nel caso in cui la Giunta Regionale istituisca un sistema informatizzato di monitoraggio, il Soggetto
responsabile del programma attiva tempestivamente un sistema di monitoraggio che preveda la
raccolta dei dati, la loro imputazione al sistema informativo, la verifica della qualità degli stessi.
La raccolta dei dati viene effettuata nel rispetto delle disposizioni regionali specifiche.
109
Monitoraggio finanziario
I dati finanziari vengono rilevati a livello di progetto e successivamente aggregati a livello di azione
e di misura. I dati si riferiscono agli impegni irrevocabili e alla spesa effettivamente sostenuta dai
beneficiari finali, nel rispetto delle definizioni di cui all’articolo 22 della legge regionale n. 35/2001. I
dati vengono confrontati, a livello di azione, misura e asse prioritario, al piano finanziario vigente
per il programma di sviluppo locale.
Monitoraggio fisico
I dati fisici vengono rilevati a livello di progetto e, ove possibile, aggregati sulla a livello di azione e
di Misura e, ove esistente, sulla base della griglia di indicatori comuni definiti dalla Giunta Regionale. Il monitoraggio viene effettuato sugli indicatori di realizzazione e, quando possibile e significativo, di risultato e di impatto indicati nel programma di sviluppo. In linea generale gli indicatori di risultato e di impatto sono stimati in sede di valutazione sulla base dei dati di monitoraggio resi disponibili a livello di progetto e di misura.
Monitoraggio procedurale
Il monitoraggio procedurale viene attivato per tutti i progetti definendo schede di rilevazione per tipologie di opere e modelli di aggregazione dei dati a livello di misura. Il monitoraggio procedurale è
attivato a livello di Azione e di Misura (procedure di attuazione e gestione dell’azione e della misura) fino alla fase di individuazione dei progetti. I dati procedurali vengono successivamente rilevati
a livello di progetto scegliendo una soglia dimensionale di significatività dei progetti e definendo il
percorso procedurale da monitorare.
Periodicità, codifica e trasferimento elettronico dei dati
La rilevazione dei dati finanziari, fisici e procedurali avviene secondo la periodicità decisa dalla
Giunta Regionale. In mancanza di indicazioni in proposito, i dati finanziari e procedurali vengono
aggiornati e diffusi con cadenza semestrale (30 giugno e 31 dicembre). I dati fisici vengono aggiornati e diffusi con cadenza annuale (31 dicembre di ogni anno).
Le modalità di trasmissione dei dati alla Giunta Regionale sono da questa stabilite, assieme alle
modalità di presentazione di eventuali relazioni annuali di esecuzione.
6.4. Valutazione
Il programma di sviluppo locale è oggetto di una valutazione in itinere ed ex-post, ai sensi degli articoli 28 e seguenti della legge regionale n. 35/2001, volte a determinare l'impatto rispetto agli obiettivi e le priorità e ad analizzarne le incidenze su problemi strutturali specifici.
Anche sulla base delle eventuali indicazioni regionali dettate al fine di assicurare metodologie, tecniche e procedure condivise e omogenee, la valutazione si indirizza in particolar modo sull'analisi
degli effetti prodotti sulla situazione economico-sociale, sull'equilibrio del mercato del lavoro, sul
miglioramento della competitività delle piccole e medie imprese, sulla situazione ambientale iniziale e finale.
Valutazione in itinere
L'efficacia degli interventi previsti dal programma è oggetto di una valutazione in itinere attraverso
l'esame dei primi risultati degli interventi, della loro pertinenza e del grado di conseguimento degli
obiettivi specifici.
Valutazione ex-post
La valutazione ex-post mira, una volta concluso il programma, a rendere conto dell'impiego delle
risorse, dell'efficacia degli interventi e del loro impatto e a consentire di ricavarne insegnamenti per
i successivi atti di programmazione.
La valutazione ex-post verte sui fattori di successo o insuccesso registrati nel corso dell'attuazione,
nonché sulle realizzazioni e sui risultati, compresa la loro prevedibile durata.
110
Essa, in particolare, misura:
−
l’efficacia del programma di sviluppo locale, cioè gli interventi che sono stati effettivamente realizzati in rapporto agli interventi programmati nel medesimo Piano;
−
l’efficienza del programma di sviluppo locale, cioè il rapporto tra le realizzazioni, i risultati ottenuti e le risorse finanziarie mobilitate;
−
il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati;
−
i primi effetti ex-post generati dagli interventi realizzati.
Impostazione dell’attività di valutazione
Il sistema di valutazione, le relative procedure e i soggetti sono stabiliti dalla Giunte Regionale.
111
Intesa Programmatica d’Area
della
Riviera del Brenta
Allegati
alla
Proposta di documento programmatico
2005-2007
112
Intesa Programmatica dell’area
della
Riviera del Brenta (VE)
Allegato n. 1
Elenco degli interventi strutturali pubblici
in ordine di priorità per Asse, Misura e Azione
Asse I – Competitività territoriale e imprenditorialità
Misura 3 – Sviluppo delle infrastrutture per la competitività delle imprese
Azione A – Infrastrutture per la competitività delle imprese
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
Altri Enti
Stato della
Costo
Risorse locali in €
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
3
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
4 = 2+3
5
1
Comune di
Fiesso d’Artico
Opere di urbanizzazione Città della Moda
-
Studio di fattibilità
258.300,00
64.575,00
0,00
64.575,00
193.725,00
I.3.A
2
Comune di
Dolo
Adeguamento
funzionale
e
riqualificazione area mercatale (piazza
Mercato)
-
Studio di fattibilità
256.341,20
76.902,36
0,00
76.902,36
179.438,84
III.2.B
514.641,20
141.477,36
0,00
141.477,36
373.163,84
TOTALE
Asse II – Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
Misura 1 – Sviluppo delle reti dei trasporti
Azione A – Accessibilità
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
di
Stato della
Costo
Risorse locali in €
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
3
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
4 = 2+3
5
1
Comune di
Vigonovo
Potenziamento
pubblico
trasporto
-
Studio di fattibilità
1.000.000,00
200.000,00
0,00
200.000,00
800.000,00
II.1.A
2
Comune di
Mira
Messa in sicurezza incroci S.S. 309
Romea/strade comunali e realizzazione
sottopasso Via Giare
-
Preliminare
1.600.320,00
500.000,00
0,00
500.000,00
1.100.320,00
II.1.A
2.600.320,00
700.000,00
0,00
700.000,00
1.900.320,00
TOTALE
servizi
Altri Enti
Asse II – Sviluppo delle reti e delle interconnessioni
Misura 1 – Sviluppo delle reti dei trasporti
Azione B – Mobilità
Numero
Prior.
Soggetto
proponente
1
Comune di
Mira
2
Comune di
Fossò
3
Comune di
Campolongo
Maggiore
Comune di
Fiesso d’Artico
Comune di
Stra
4
5
6
7
8
9
Comune di
Mira
Comune di
Fiesso d’Artico
Comune di
Mira
Comune di
Pianiga
TOTALE
Titolo dell’intervento
Passerella pedonale tra Mira Porte, il
percorso
ciclo-pedonale
e
parco
“Valmarana” (P.R.U.S.S.T. Riviera del
Brenta)
Adeguamento SP 17 e realizzazione pista
ciclabile tra via Castellaro e il confine con il
comune di Camponogara
Nuova viabilità di collegamento tra via
Durighello e via Villa
Riqualificazione viabilità comunale: via
Baldana
Realizzazione percorso ciclo-pedonale ed
impianto illuminazione pubblica lungo la SP
n. 21 Via Emilia – 1° e 2° lotto
Percorsi ciclo-pedonali di Via Risorgimento 2° lotto (da Via Valmarana a Forte Poerio)
Realizzazione pista ciclabile lungo la SP 12
- Via Piove
Riqualificazione strada comunale Via Argine
SX Novissimo di collegamento tra Porto
Menai (SP 22) e Mira Taglio (SR 11) - 1°
stralcio
Realizzazione rotatoria incrocio via di Rivale
con via Marinoni
Altri Enti
partecipanti
Definitivo
1
500.000,00
Risorse locali in €
Altri Enti
Totale
partecipanti
2
3
4 = 2+3
332.646,34
0,00
332.646,34
Provincia di
Venezia
Preliminare
720.000,00
129.000,00
413.166,00
542.166,00
177.834,00
II.1.B
-
Preliminare
760.000,00
228.000,00
0,00
228.000,00
532.000,00
II.1.B
-
Preliminare
1.600.000,00
400.000,00
0,00
400.000,00
1.200.000,00
II.1.B
Provincia di
Venezia
Preliminare
1.865.575,62
206.582,76
206.582,76
413.165,52
1.452.410,10
II.1.B
Provincia di
Venezia
Provincia di
Venezia
-
Preliminare
670.000,00
210.000,00
258.229,00
468.229,00
201.771,00
II.1.B
Preliminare
619.700,00
26.000,00
559.840,00
585.840,00
33.860,00
II.1.B
Studio di fattibilità
1.498.000,00
498.000,00
0,00
498.000,00
1.000.000,00
II.1.B
-
Studio di fattibilità
250.000,00
107.000,00
0,00
107.000,00
143.000,00
II.1.B
8.483.275,62
2.137.229,10
1.437.817,76
3.575.046,86
4.908.228,76
-
Stato della
Progettazione
Costo
Totale in €
Proponente
Risorse da
Acquisire
In €
5
167.353,66
Asse/Misura
IPA
II.1.B
Asse III – Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
Misura 1 – Tutela e valorizzazione delle risorse naturali e ambientali e assetto del territorio
Azione A – Aree naturali protette e difesa del suolo
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
Altri Enti
Stato della
Costo
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
3
1
Comune di
Fiesso d’Artico
Parco fluviale lungo il canale Serraglio
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
Stato
Preliminare
2
Comune di
Vigonovo
Parco fluviale Sarmazza – I stralcio
P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
Stato
Studio fattibilità
TOTALE
Risorse locali in €
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
4 = 2+3
5
2.096.000,00
524.000,00
102.840,00
626.840,00
1.469.160,00
III.1.A
350.000,00
66.435,00
128.550,00
194.985,00
155.015,00
III.1.A
2.446.000,00
590.435,00
231.390,00
821.825,00
1.624.175,00
Asse III – Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
Misura 2 – Valorizzazione del patrimonio culturale e qualificazione urbana
Azione A – Interventi sul patrimonio storico-culturale
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
1*
Comune di
Mira
Restauro Villa Contarini dei Leoni
2
Comune di
Stra
3
Altri Enti
Stato della
Costo
Risorse locali in €
Risorse da
Asse/Misura
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
Totale
Acquisire
In €
IPA
1
2
3
4 = 2+3
5
-
Preliminare
4.180.000,00
2.680.000,00
1.500.000,00
2.680.000,00
0,00
III.2.A
Risanamento e restauro di Villa Loredan
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
-
Preliminare
3.098.741,39
929.622,42
0,00
929.622,42
2.169.118,97
III.2.A
Comune di
Campolongo
Maggiore
Realizzazione di un parco archeologico naturalistico
-
Preliminare
530.827,00
159.248,10
0,00
159.248,10
371.578,9
III.2.A
4
Provincia di
Venezia
Riqualificazione Barchessa Maggiore di
Villa Angeli a Dolo
-
Preliminare
1.500.000,00
450.000,00
0,00
450.000,00
600.000,00
III.2.A
5
Provincia di
Venezia
Restauro
e
riqualificazione
complesso di Villa Widmann a Mira
-
Preliminare
1.500.000,00
450.000,00
0,00
450.000,00
600.000,00
III.2.A
6
Comune di
Mira
Restauro Villa “Levi Morenos” – 1° lotto
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
-
Preliminare
1.150.000,00
350.000,00
0,00
350.000,00
800.000,00
III.2.A
7
Comune di
Mira
Riqualificazione dell’ex Forte Poerio e dei
suoi giardini da destinare ad attività
culturali
-
Studio fattibilità
150.000,00
50.000,000
0,00
50.000,00
100.000,00
III.2.A
12.109.568,39
5.068.870,52
1.500.000,00
5.068.870,52
4.640.697,87
TOTALE
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
del
* Intervento già finanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del bando 2004 della legge regionale 13/99.
Asse III – Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
Misura 2 – Valorizzazione del patrimonio culturale e qualificazione urbana
Azione B – Qualificazione dei centri storici e dei centri abitati
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
Altri Enti
Stato della
Costo
Risorse locali in €
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
3
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
4 = 2+3
5
1
Comune di
Campolongo
Maggiore
Riqualificazione urbana piazza frazione
di Boion
-
Definitivo
380.000,00
114.000,00
0,00
114.000,00
266.000,00
III.2.B
2
Comune di
Stra
Riqualificazione Piazza Marconi – 2° e
3° lotto
-
Definitivo
826.331,04
413.165,52
0,00
413.165,52
413.165,52
III.2.B
3
Comune di
Dolo
Opere di urbanizzazione area centrale
dell’Isola Bassa – 2° stralcio
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
-
Preliminare
623.879,93
187.163,98
0,00
187.163,98
436.715,95
III.2.B
4
Comune di
Mira
Sistemazione Piazza Mira Porte
(P.R.U.S.S.T. Riviera del Brenta)
-
Preliminare
1.000.000,00
300.000,00
0,00
300.000,00
700.000,00
III.2.B
5
Comune di
Fiesso d’Artico
Opere di arredo urbano aree prospicienti
la SS 11 - zona centro
-
Preliminare
650.000,00
162.500,00
0,00
162.500,00
487.500,00
III.2.B
6
Comune di
Vigonovo
Riqualificazione del magazzino comunale
da adibire a centro culturale
-
Preliminare
560.199,59
168.000,00
0,00
168.000,00
392.199,59
III.2.B
4.040.410,56
1.344.829,50
0,00
1.344.829,50
2.695.581,06
TOTALE
Asse III – Gestione sostenibile del territorio e delle risorse naturali e culturali
Misura 3 – Miglioramento della qualità della vita
Azione A – Infrastrutture sociali e per lo sport
Numero
Soggetto
Prior.
proponente
Titolo dell’intervento
Altri Enti
Stato della
Costo
Risorse locali in €
partecipanti
Progettazione
Totale in €
Proponente
Altri Enti
partecipanti
1
2
3
Risorse da
Asse/Misura
Totale
Acquisire
In €
IPA
4 = 2+3
5
1
Comune di Campagna
Lupia
Nuovo complesso
comunale
polisportivo
-
Definitivo
3.207.997,30
1.988.364,30
0,00
1.988.364,30
1.219.633,00
III.3.A
2
Comune di Campolongo
Maggiore
Riqualificazione ed ampliamento
degli
impianti
sportivi
di
Campolongo Maggiore e Liettoli
-
Definitivo
755.315,70
380.000,00
0,00
380.000,00
375.315,70
III.3.A
3
Comune di Mira
Adeguamento complesso sportivo
Valmarana – II° Lotto
-
Preliminare
2.300.000,00
700.000,00
0,00
700.000,00
1.600.000,00
III.3.A
4
Comune di Dolo
Completamento Cittadella dello
sport
-
Preliminare
129.114,22
38.734,27
0,00
38.734,27
90.379,95
III.3.A
6.392.427,22
3.107.098,57
0,00
3.107.098,57
3.285.328,65
TOTALE
Intesa Programmatica dell’area
della
Riviera del Brenta (VE)
Allegato n. 2
Schede informative sugli
interventi strutturali pubblici
Intesa Programmatica dell’area
della
Riviera del Brenta (VE)
Allegato n. 3
Proposte delle Parti sociali
e delle Associazioni