Corso di Primo Soccorso - Lega Navale Italiana

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Corso di Primo Soccorso - Lega Navale Italiana
PRIMO SOCCORSO IN MARE
SCOPI PRINCIPALI DEL PRIMO SOCCORSO IN MARE
SALVAGUARDARE LA VITA
PREVENIRE UN ULTERIORE MALESSERE
ALLEVIARE IL DOLORE
RIPORTARE A TERRA L´INFORTUNATO VIVO
LIMITARE I DANNI E ALLEVIARE IL
DOLORE
CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO NAUTICA
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CONTENITORE RIGIDO A TENUTA STAGNA;
ASPORTABILE E GALLEGGIANTE
1 FLAC DISINFETTANTE PER USO ESTERNO
(a base di ammonio quaternario da 250 cc)
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1FLAC IN VETRO SCURO DI AMMONIACA
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5CONF DI BENDE IN VARIE MISURE
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GUANTI MONOUSO DI LATTICE
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1TERMOMETRO
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“STERI-STRIP ”
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SIRINGHE
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ACQUA OSSIGENATA
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METALLINA
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SOLUZIONE FISIOLOGICA
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GHIACCIO SECCO
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1 CONF DI CEROTTO ADESIVO
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1 CONF DI CEROTTI MEDICATI
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1 PACCO DA 250gr DI COTONE IDROFILO
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1 FORBICE COMUNE
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1CONF DI GARZA IDROFILA IN VARIE MISURE
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1 CONF DI GARZA VASELINATA
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1 LACCIO EMOSTATICO
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1 CONF DI STECCHE PER FRATTURE
ANTIPIRETICI (paracetamolo, ac acetilsalicilico)
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ANTIBIOTICI AD AMPIO SPETTRO
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ANTINFIAMMATORI (voltaren;oki,tora-dol)
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ANTIEMORRAGICI (tranex fiale)
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ANTIDIARROICI
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ANTISPASTICI
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ANTIACIDI
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ANTIEMETICI (plasil)
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ANTISTAMINICI
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CORTISONICI (bentelan; urbason)
●
POMATE AL CORTISONE; ANTIBIOTICO/CORTISONE
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POMATE PER USTIONI (sofargen)
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COLLIRIO DECONGESTIONANTE E ANTIBIOTICO
ATTENZIONE ALLE ALLERGIE
GUANTI MONOUSO DI LATTICE
●1TERMOMETRO
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“STERI-STRIP”
●
SIRINGHE
●
ACQUA OSSIGENATA
●
METALLINA
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SOLUZIONE FISIOLOGICA
●GHIACCIO SECCO
● ANTIPIRETICI (paracetamolo, ac acetilsalicilico)
●ANTIBIOTICI AD AMPIO SPETTRO (augmentin, macladin, ciproxin)
●ANTINFIAMMATORI (voltaren;oki,tora-dol)
●ANTIEMORRAGICI (tranex fiale)
●ANTIDIARROICI (dissenten. Imodium, diosmectal)
●ANTISPASTICI ( buscopan, rilaten)
●ANTIACIDI (maalox, riopan)
●ANTIEMETICI (plasil)
●ANTISTAMINICI (zirtec, aerius)
●CORTISONICI (bentelan)
●POMATE AL CORTISONE; ANTIBIOTICO/CORTISONE
●POMATE PER USTIONI (sofargen)
●COLLIRIO DECONGESTIONANTE E ANTIBIOTICO
●GOCCE AURICOLARI (anauran, otalgan)
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ATTENZIONE ALLE ALLERGIE
ABRASIONI E FERITE
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ABRASIONE-ESCORIAZIONE: asportazione degli strati piú superficiali della
cute. Possono essere estese con intenso bruciore dolore. Sanguinano
diffusamente ma poco. Raramente ledono organi profondi
FERITA DA TAGLIO: può essere superficiale ma anche molto profonda e
ledere organi vitali, vene e arterie
FERITA DA PUNTA: molto piccola sulla cute ma può essere molto profonda
e dare emorragia interna, peritonite anche a distanza di ore.
FERITA LACERA: é da escoriazione, a margini cutanei irregolari e
frastagliati. Si infettano facilmente
CONTUSIONI: apparentemente innocua ma se violenta può provocare
lesioni degli organi sottostanti: fratture, rotture di visceri ed emorragie,
commozione cerebrale.
COMPLICAZIONI DELLE FERITE
DOLORE
SANGUINAMENTO
INFEZIONI
LESIONE ORGANI INTERNI
Medicazione di una ferita
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Lavare con soluzione fisiologica abbondantemente la ferita
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Togliere con pinze pulite e disinfettate eventuali detriti
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Disinfettare la ferita con del disinfettante non alcolico
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Coprire con garze sterili e fasciare. Sulle ferite escoriate usare
una garza grassa.
Medicare ogni giorno e valutare se compaiono segni di
infezione: gonfiore, arrossamento, dolore, febbre, pus
Valutare vaccinazione contro il tetano
Lavarsi accuratamente le mani con acqua corrente e sapone neutro, se
disponibili indossare un paio di guanti sterili.
- Prendere una garza sterile, ripiegata fino a fare un tampone e bagnarla
con disinfettante tipo Betadine, Acqua Ossigenata, pulendola
accuratamente dal centro verso la periferia unidirezionalmente (non
riportare lo sporco sulla ferita) allo scopo può bastare anche liquido
sterile fisiologico o amuchina già diluita.
- L’acqua ossigenata, si presta bene nelle ferite con margini sollevati e
laceri, la liberazione di ossigeno porta in superficie polvere, sabbia,
pietrisco.
- Evitate l’uso del cotone idrofilo.
- Confezionate una medicazione definitiva con quadrati di garza sterile
chiusi sui quattro lati da cerotto anallergico.
- L’applicazione di garze grasse su ampie superfici cruentate, non
accelera la guarigione, ma evita lo strappamento del tessuto di
granulazione (di guarigione) durante i trattamenti successivi.
- Accertatevi che la profilassi antitetanica non sia scaduta, la comparsa di
arrossamento attorno alla ferita, calore al tatto, produzione di pus
eventuale comparsa di febbre, impongono una revisione da parte del
medico.
- In genere ogni ferita più profonda dello spessore della cute, richiede
una valutazione medica ed una sutura.
EMORRAGIA
Si ha un'emorragia quando il sangue esce dal vaso
sanguigno e va perduto.
La perdita di sangue può causare serie complicazioni
all'individuo, ad esempio stato di shock, lesioni irreversibili
agli organi principali e anche la morte.
- Emorragia arteriosa (arterie)
È il risultato della rottura di un'arteria. Il sangue fuoriesce a getti
discontinui in simultanea con ogni contrazione del cuore. Si tratta di
un'emorragia molto abbondante e difficile da controllare.
- Emorragia venosa (vene)
È il risultato della rottura di una vena. Il sangue fuoriesce in modo
regolare, con una leggera pressione ma anche in questo caso con
abbondanza. Non è drammatica come quella arteriosa ma può essere
fatale se non rilevata. È solitamente più facile da controllare.
- Emorragia capillare (vasi capillari venosi e arteriosi)
Si verifica a causa della rottura dei vasi capillari in una ferita. In questo
caso il sangue fuoriesce lentamente.
Queste emorragie sono facili da controllare e possono arrestarsi
spontaneamente.
Le emorragie, in base alla posizione, si possono suddividere in:
- Emorragia esterna
L'emorragia esterna è visibile e facilmente riconoscibile.
- Emorragia interna
Il riconoscimento di un'emorragia interna e la sua identificazione è più
difficile.
Questo tipo di emorragia può verificarsi a causa di traumi o malattie.
Le emorragie interne sono inoltre suddivise in:
- Visibili
Se il sangue fuoriesce attraverso gli orifizi naturali del corpo (bocca,
naso, orecchie, ano, vagina, ecc.).
- Invisibili
Quando il sangue non arriva all'esterno. Si può sospettare un'emorragia
interna in caso di infortuni o lesioni, in base ai segni e ai sintomi che
presenta la vittima.
Segni e sintomi di emorragie
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Sanguinamento;
Respirazione rapida, superficiale e difficoltosa;
● Pulsazioni deboli e rapide;
● Ipotermia;
● Ansia e irrequietezza;
● Pelle fredda;
● Sudorazione abbondante;
● Forte pallore e mucose scolorate;
● Sete;
● Capogiri e incoscienza (stato di shock).
●
Metodi di controllo delle emorragie
Pressione diretta
Detta anche compressione manuale diretta; è il metodo più
efficace per controllare un'emorragia.
Come agire:
Comprimere con una garza sterile o un panno pulito;
● Non rimuovere mai la prima garza;
● Porre altre garze sopra la prima.
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In caso di ferite o lesioni agli arti, il soccorritore deve
applicare una compressione ed elevare l'arto, se non ci
sono fratture.
La forza di gravità,contraria al flusso sanguigno, aiuta a
fermare il sanguinamento.
Pressione indiretta
Consiste nel comprimere digitalmente l´arteria che porta il sangue
alla lesione sanguinante, a monte in un punto superficiale.
Viene impiegata quando la pressione diretta non é sufficiente.
I punti di compressione a distanza hanno lo scopo di controllare
le gravi emorragie e non sono localizzati sul punto della ferita
stessa ma tra questa ed il cuore.
Solo così è possibile tentare di interrompere e quindi di bloccare
almeno temporaneamente il flusso di sangue pompato dal cuore
verso la zona lesa.
Laccio emostatico
Utilizzare i lacci emostatici solo in casi di amputazione o schiacciamento degli arti; possono essere
applicati solo sulle braccia e la coscia.
Utilizzare lacci emostatici solo quando gli altri metodi non sono efficienti, o se c'è un solo
soccorritore e la vittima richiede altre cure fondamentali.
Come si realizza un laccio emostatico?
1. Utilizzare un panno resistente e largo. Evitare di utilizzare cavi, corde o altri materiali sottili o stretti
che possono danneggiare la pelle.
2. Arrotolare il panno attorno al braccio o alla gamba, appena sopra la ferita.
3. Dare un mezzo nodo.
4. Inserire un piccolo pezzo di legno nel nodo centrale.
5. Realizzare un nodo completo sopra al legno.
6. Torcere il pezzo di legno per arrestare l'emorragia, tenendolo fermamente in posizione.
7. Con una matita, del rossetto o un pezzo di carbone, scrivere sulla fronte o in qualsiasi altra
posizione visibile sulla vittima la lettera "L" (laccio emostatico) e l'ora di applicazione.
8. Non coprire il laccio emostatico.
Sciogliere il laccio emostatico gradualmente, ogni 10 o 15 minuti. Se l'emorragia si è arrestata,
rimettere il laccio emostatico in posizione per poterlo stringere nuovamente se necessario.
Attenzione Se le estremità delle dita della vittima diventano fredde e violacee, allentare il laccio
emostatico abbastanza da ripristinare la circolazione. Stringerlo nuovamente in caso di emorragia
continua. Mentre si allenta il laccio emostatico, comprimere la fasciatura sulla ferita .
Emorragie interne
L'applicazione di basse temperature all'area interessata, unitamente alla
completa immobilizzazione, può ridurre il processo emorragico. Tuttavia, un
freddo eccessivo può danneggiare gravemente la pelle. Il soccorritore deve
prevenire ed aiutare situazioni di shock.
Evitare di somministrare bevande alla vittima, perché ciò potrebbe impedire il
trattamento immediato della vittima in ospedale.
Prestando la massima attenzione, trasportare la vittima all'ospedale più vicino
per evitare peggioramenti. Restare sempre accanto a questo tipo di vittime.
Verificare continuamente lo stato di coscienza, le pulsazioni, la ventilazione e, in
caso di incoscienza, tenere libere le vie respiratorie.
EPISTASSI
Come agire:
Fare sedere la vittima, con la testa in posizione normale, e premere le
narici per 5 minuti, evitando che il sangue entri in gola e venga
inghiottito, causando nausea;
● Comprimere la narice che sanguina e applicare garze fredde nell'area;
● Dopo pochi minuti, allentare lentamente la pressione e non consentire
alla vittima di soffiarsi il naso;
● Se il sanguinamento continua, inserire un pezzo di garza nella narice e
porre un asciugamano freddo sul naso. Se possibile, utilizzare una borsa
del ghiaccio;
●Se l'emorragia continua, potrebbe essere necessario l'intervento di
professionisti medici.
●
FRATTURE
Le fratture possono essere:
aperte: i monconi ossei perforano i piani muscolari e cutanei
aprendo così una ferita attraverso la quale si può avere la
contaminazione da parte di germi;
chiuse: non accompagnate da perforazione dei piani muscolari;
complicate: al danno osseo si aggiunge quello dei vasi (possibilità
di shock ipovolemico), dei nervi e degli organi interni.
Segni e Sintomi
- dolore
- deformità
- gonfiore
- ridotta capacità di movimento
COMPLICAZIONI DELLE FRATTURE
• emorragia, interna od esterna che nelle grandi ossa può essere
tale da alterare la funzione circolatoria,
• lesione di strutture vicine, vascolari o nervose, con ulteriore
perdita di sangue e possibili danni nervosi permanenti,
• alterazione della funzione circolatoria per riflesso nervoso
scatenato dal dolore della lesione,
• riduzione o abolizione dell’autonomia motoria della persona,
• rischi di infezioni, anche tetanica, nel caso delle fratture esposte.
Terapia
Immobilizzare provvisoriamente l'arto.
NON TENTARE DI RIPOSIZIONARE I MONCONI OSSEI.
l'immobilizzazione di un arto deve avvenire mediante il
bloccaggio delle articolazioni prossimale e distale;
arrestare l'emorragia in caso di frattura aperta e coprire la ferita
con garze sterili;
trasportare al centro ospedaliero più idoneo evitando
movimenti bruschi;
STECCHE
Per essere efficace una stecca deve bloccare il movimento delle
articolazioni sopra e sotto l’arto fratturato.
Si dovrà immobilizzare tutta la parte del corpo che ha subito il
trauma.
L’imbottitura della stecca è importante per prevenire i danni
provocati dalla pressione sull’arto.
In caso di gonfiore è importante applicare prima del ghiaccio in
sacchetto per almeno 60 minuti.
Verificare sempre che la fasciatura non stringa osservando il
colorito delle dita e non esitare a rifare il bendaggio se stringe
troppo o se è lenta.
Esistono vari dispositivi per l’immobilizzazione provvisoria
degli arti (steccobende) in plastica, in gomma gonfiabile,
appositamente sagomati o sagomabili per consentire una
migliore adattabilità ad ogni caso.
In assenza di questi presidi specifici si possono usare altri
materiali rigidi purchè imbottiti, soprattutto in corrispondenza
di protuberanze ossee, facendo attenzione a riempire gli
spazi vuoti con materiale morbido.
DISTORSIONI E LUSSAZIONI
Parliamo di distorsione quando una sollecitazione violenta
allontana per un attimo le due estremità ossee
dell’articolazione, producendo in genere una lacerazione della
capsula e dei legamenti di rinforzo.
Parliamo di lussazione quando i due capi ossei vengono
bruscamente spostati lacerando capsula e legamenti e rimangono
poi fuori posto, bloccati in una posizione anomala, che non
consente più alcun valido movimento .
Interventi di Primo Soccorso in caso di Distorsione:
• applicare del ghiaccio o dell’acqua fredda,
• non sollecitare oltre l’articolazione,
• immobilizzare.
Interventi di Primo Soccorso in caso di Lussazione
• non cercare di ridurla,
• immobilizzarla come possibile nella posizione più
comoda
per il soggetto.
:
COLPO DI SOLE E COLPO DI CALORE
COLPO DI CALORE: é provocato da un eccessivo innalzamento della
temperatura corporea legato ad insufficiente traspirazione
COLPO DI SOLE: é provocato dall´esposizione ai raggi di sole per un
lungo periodo senza adeguata protezione alla testa.
SINTOMI
AUMENTO DELLA TEMPERATURA CORPOREA
ARRESTO DELLA SUDORAZIONE E PELLE CALDA AL TATTO
MAL DI TESTA; NAUSEA; VOMITO
ARROSSAMENTO DEL VISO
DIFFICOLTA NEL RESPIRO
DEBOLEZZA; SENSAZIONE DI VERTIGINE
STATO CONFUSIONALE; PERDITA DI COSCIENZA;COMA
TRATTAMENTO
TRASPORTARE IL PZ IN UN LUOGO FRESCO ED AERATO
TOGLIERE GLI ABITI
APPLICARE IMPACCHI FREDDI SU CAPO; COLLO E INGUINE
PRATICARE SPUGNATURE FREDDE SUL CAPO E SUL TRONCO
SE COSCIENTE SDRAIARLO CON LE GAMBE SOLLEVATE E FAR
BERE BEVANDE FRESCHE E SALINE
USTIONE
LESIONE DELLA CUTE E DEI TESSUTI PROVOCATA DA CALORE, FUOCO,
LIQUIDI BOLLENTI; SOSTANZE CHIMICHE; ECCESSIVA ESPOSIZIONE AL
SOLE O FOLGORAZIONE.
LA GRAVITÁ DELL´USTIONE SI VALUTA SECONDO LA PROFONDITÁ E
SECONDO L´ ESTENSIONE DELLA ZONA COLPITA E VIENE ESPRESSA IN
PERCENTUALE DEL CORPO COLPITO: LA REGOLA DEL NOVE SERVE PER
UN CALCOLO VELOCE DELLA SUPERFICIE CORPOREA INTERESSATA:
.
Le ustioni di 1° grado sono caratterizzate da arrossamento della
cute, che appare gonfia e dolente con sensazione di bruciore
Sono in genere provocate o dalla prolungata esposizione ai raggi
del sole o dal fugace contatto con superfici arroventare.
Trattamento: lavare delicatamente con acqua fredda corrente o
con soluzione sterile per eliminare eventuali residui sporchi, quindi
applicare una pomata antiustioni (SOFARGEN), ricoprire con garza
sterile e fasciare.
Le ustioni di 2° grado sono invece caratterizzate dalla presenza
di bolle (flittene) ripiene di liquido color giallo chiaro.
Le bolle non vanno mai bucate perché a contatto con l´aria la
parte lesa rischia di infettarsi. Nel caso le bolle si buchino
spontaneamente bisogna disinfettare accuratamente e ricoprire
con garze sterili.
Nelle ustioni di 3° grado, la cute ha l’aspetto di una pergamena
marrone scuro, solcata da strie nerastre non dolente alla
palpazione per la distruzione delle terminazioni nervose. Si puó
arrivare alla carbonizzazione dei tessuti.
Nelle ustioni di 3°grado è necessario l'immediato ricovero in ospedale.
Se la superficie corporea colpita è superiore al 15%, il paziente deve
essere indirizzato ad un centro per ustionati. Fondamentale in questi casi
è la terapia delle complicanze.
Cosa fare:
• valutare grado ed estensione dell´ustione
• verificare la presenza di problemi respiratori causati da
inalazione di sostanze tossiche
• attenzione allo shock
• spogliare il paziente senza rimuovere le parti di vestiario a
contatto della cute lesa
• lavare con fisiologica
• coprire la parte lesa con telini sterili bagnati di fisiologica o con
telo ustioni
• controllare costantemente le funzioni vitali
Quando rivolgersi al medico:
Per tutte le ustioni di 3° grado.
Per le ustioni che interessano parti delicate del corpo, come il
viso o l'addome.
Se compare febbre elevata, sopra i 39° C.
In caso di ritardo nella guarigione nonostante gli interventi
effettuati.
In caso di infezione della parte ustionata.
Quando il paziente è anziano, è ammalato di diabete o è un
bambino al di sotto dei 3 anni di età.
CONGELAMENTO
Anche il freddo eccessivo può danneggiare le cellule del nostro
corpo.
Con il termine “congelamento” intendiamo una
lesione circoscritta provocata dal freddo.
Tali lesioni si producono in genere in zone periferiche
dell’organismo (al naso, alle orecchie, alle mani, ai piedi, ...) per
un rallentamento locale della circolazione sanguigna.
Se tale rallentamento si protrae a lungo le cellule della zona
interessata soffrono e si alterano fino anche a morire.
I danni vengono classificati analogamente a quelli prodotti dal
calore, e cioè:
a) congelamenti di I° grado: è presente un semplice arrossamento
e gonfiore della pelle;
b) congelamenti di II° grado: con presenza di vesciche e bolle;
c) congelamenti di III° grado: con morte delle cellule e perciò pelle
indurita, pallida o violacea, insensibile.
IL PRIMO SOCCORSO NEI CONGELAMENTI
1. migliorare la circolazione nelle parti colpite allentando i capi di
vestiario, rimuovendo lacci e stringhe;
2. ricoprire le parti con materiale sterile o pulito, abbondante cotone e
fasciare senza stringere;
3. somministrare liquidi caldi e ricoprire la vittima con coperte di lana.
Evitare un riscaldamento rapido delle parti congelate con frizioni, acqua
calda o esposizione a sorgenti di calore intenso; potrebbero danneggiare
ulteriormente le zone sofferenti.
IPOTERMIA
L'ipotermia o assideramento è una condizione clinica in cui la temperatura corporea di
un individuo scende significativamente al di sotto del suo valore normale al punto da
ostacolare il metabolismo
È una delle motivazioni di decessi in mare.
Le parti corporee più colpite dalla perdita di calore sono la testa, che non protetta può
perdere fino al 50% di tutta la produzione di calore del corpo, il collo, i fianchi, l'inguine.
Se possibile, proteggerli isolandoli dall'acqua, dal vento, dal contatto con ogni superficie
fredda.
Il corpo elimina in condizioni normali, il 95% del calore che crea. La sua reazione ad un
ambiente freddo si manifesta sotto due forme:
-La contrazione dei vasi sanguigni periferici per ridurre la circolazione sanguigna in
superficie e sotto la pelle, e progressivamente in tutti o in parte degli arti (pelle d'oca,
freddo ai piedi, alle mani…)
-Una produzione di calore più intenso facendo « vibrare » i muscoli (brividi) fino alla loro
completa tetanizzazione.
SINTOMI
Brividi (solo nello stadio iniziale)
Difficoltà motoria
Pelle secca, fredda
Battito cardiaco rallentato
Respirazione rallentata
Forte sonnolenza (può talvolta essere scambiata per
ubriachezza)
Tutte le normali funzioni dell'organismo sono depresse dal freddo:
cardiache, renale, epatiche, polmonari e centrali nervose; pertanto
meglio non supporre che un individuo in ipotermia sia morto: in
questo stato il corpo umano può resistere molto a lungo.
Proteggiti dal freddo :
-Non bere alcol.
-Mangia correttamente e cibi caldi.
-Dormi sufficientemente.
-Il mal di mare provoca una disidratazione che favorisce
l'ipotermia.
-Bevi molta acqua.
-Indossa un berretto di lana, includendo anche la nuca. Se
hai freddo ai piedi copriti la testa.
-Indossa degli indumenti di lana e/o in sintetico, ma non di
cotone (es : jeans) che, bagnati restano freddi.
-Per proteggerti bene dal freddo indossa più strati d'indumenti
(larghi) piuttosto che un maglione spesso.
-Riparati dal freddo e dall'umidità.
IN ACQUA
Da Solo : assumi la posizione fetale, rannicchiando le gambe e le
braccia, per diminuire la dispersione di calore
In gruppo : disponetevi a grappolo e state uniti. Metti i bambini e i feriti al
centro.
Queste posizioni aumentano del 50% il tempo di sopravvivenza
-Non nuotare : nuotare ti ucciderebbe (freddo + stanchezza).
-Attaccati a tutto ciò che galleggia, al bisogno ormeggiati ad un
galleggiante e se possibile tenta di salirci sopra per uscire il più possibile
dall'acqua.
TRATTARE L'IPOTERMIA :
Metti il naufrago in un posto riscaldato o al riparo dal vento. In caso di
necessità, avvolgi la persona in un sacco di plastica, in un sacco a pelo o
con delle coperte. Copri assolutamente la testa e la nuca.
-Non dare bevande alcoliche .
-Togli i vestiti bagnati, se necessario tagliali.
-Asciuga il naufrago tamponandolo con una asciugamano, carta
assorbente… ma senza strofinare.
-Metti delle borse d'acqua tiepida attorno alla testa, al collo e ai fianchi.
-Se la persona si regge facilmente in piedi, offrile una bevanda tiepida
zuccherata.
-Lascia che il naufrago si riscaldi tranquillamente, ci possono volere una
decina di ore.
Controlla polso, respirazione e stato di coscienza.
Attenzione: una persona in ipotermia può sembrare in uno stato di morte
apparente, ma può tornare in sé.
ANIMALI PERICOLOSI
La maggioranza delle lesioni da animali marini non sono pericolose
per la vita e provocano solo lievi disturbi, ma è indispensabile
imparare a identificare ed evitare le forme di vita marina
potenzialmente pericolose.
Meduse
Il sistema che permette alla medusa di pungere la pelle dell´uomo si
chiama nematocisti, il contatto provoca irritazione e arrossamento della
cute e si avverte una sensazione di dolore e prurito.
La reazione va da un lieve bruciore ed un arrossamento cutaneo, fino a
un dolore intollerabile con gravi lesioni cutanee e seria compromissione
dello stato generale della vittima ( con nausea, vomito, disturbi del
respiro, spasmi muscolari, ipotensione arteriosa).
Anche frammenti di tentacoli spiaggiati dal mare possono essere
pericolosi ed avere nematocisti ancora attive, anche dopo alcuni mesi e
non dovrebbero mai essere maneggiati a mani nude. Il decorso di queste manifestazioni può durare anche 20 giorni e
possono permanere discromie cutanee o esiti cicatriziali.
Cosa fare?
Sciacquare immediatamente l´area dolorante con acqua di mare, non
usare acqua dolce, che attiverebbe le cellule urticanti non ancora rotte.
Non sfregare la pelle. Alleviare il dolore sciacquando l´area con aceto,
ammoniaca (volendo anche urina) alcol denaturato.
Per rimuovere i tentacoli applicare uno strato di crema da barba, o di
sapone, e radere con un rasoio. Oppure si può applicare una pasta di
sabbia e acqua salata o di bicarbonato e acqua di mare e grattare via i
tentacoli con un coltello o uno strumento affilato.
A questo punto la zona va di nuovo lavata accuratamente con acqua di
mare.
Si possono somministrare antistaminici, crema al cortisone e antidolorifici.
Per ridurre il dolore applicate ghiaccio o un impacco freddo.
La tracina (pesce ragno)
È un pesce comune, si trova nei fondali sabbiosi sia in mare aperto
che vicino alla riva.
Il dolore acuto, profondo, frequentemente irradiato alla parte
prossimale dell´arto è la caratteristica principale della sua puntura.
Il dolore raggiunge l´acme di intensità entro 30 minuti dalla
puntura e poi lentamente diminuisce, ma una certa dolenzia della
parte interessata può persistere fino a 24 ore, a volte con residuo
di formicolii e altre alterazioni della sensibilità.
Possono verificarsi anche sintomi sistemici quali: lipotimia,
problemi di motilità dell'arto colpito, shock, tachicardia, dispnea.
.
Cosa fare?
La ferita va lavata con acqua dolce e detersa dalle eventuali impurità.
Successivamente la parte interessata deve essere immersa per 30-60
minuti nell´acqua più calda che il paziente riesce a sopportare; la tossina
responsabile della sintomatologia dolorosa viene, infatti, inattivata dal
calore.
Disinfettare e monitorare l’eventuale insorgenza di reazioni allergiche o
di infezione, in caso consultare un medico.
La razza- pastinaca
È un pesce che predilige i fondali sabbiosi sui quali si mimetizza
perfettamente,e trascorre, soprattutto nei mesi caldi, dei lunghi
periodi a basse profondità così da poter essere inavvertitamente
molestata.
La spina caudale, è il maggiore elemento di difesa, ed è
localizzata sulla superficie della coda.
Le ferite da razza sono tipiche essendo delle vere lacerocontusioni
sanguinanti.
Gli aculei della razza sono generalmente velenosi ed il veleno
viene iniettato profondamente nelle ferite.
Il dolore è forte ed è accompagnato da sanguinamento, debolezza,
vomito, cefalea, svenimenti, disturbi del respiro, paralisi, collasso
cardio-circolatorio.
La puntura, sia pure occasionalmente, può essere letale.
Cosa fare?
1. Lavare la ferita con acqua. Immergere immediatamente la parte
in acqua alla massima temperatura tollerabile per alleviare il
dolore. Può essere necessario prolungare l’immersione in acqua
anche da 30 a 90 minuti. Estrarre delicatamente ogni frammento
visibile di aculeo.
2. Lavare la ferita. Non cercare di chiuderla, per evitare di sigillarvi
dentro pericolosi batteri.
3. Applicare una medicazione e cercare assistenza medica. Se
sono necessarie più di 12 ore prima di raggiungere un medico,
iniziare un trattamento antibiotico (ciproxin o bactrim o bassado)
per combattere possibili infezioni da Vibrioni.
4. Somministrare analgesici secondo necessità.
Ricci di mare
Sono gli organismi marini piú diffusi sulle coste del
mediterraneo, per evitarli è utile calzare scarpe di gomma, in
spiaggia e in acqua.
La penetrazione degli aculei di un riccio di mare causa un
immediato e forte dolore urente, che può persistere per
alcune ore,cui segue arrossamento ed edema della parte.
Si possono osservare torpore, dispnea e dolori muscolari
distrettuali. Non sono rare le infezioni secondarie.
Cosa fare?
1. Sciacquare bene la parte colpita con acqua di mare e disinfettarla.
2. Rimuovere tutte le spine visibile, con cautela, utilizzando una pinzetta. Non
scavare intorno alle spine per rimuoverle. Il rischio è di romperle dentro alla
ferita, rendendone più difficile la rimozione. Non rompere le spine
intenzionalmente. Se la spina è in profondità si puó applicare aceto per
scioglierla.
La presenza di colore violaceo o nero, dopo una puntura di riccio, non indica
necessariamente la presenza di un frammento di spina. Il colore può essere
dovuto alla permanenza del pigmento della spina rimossa. In genere il pigmento
viene riassorbito nell’arco di 72 ore circa. Se il colore permane, la presenza di
un frammento di spina è probabile
.
3. Recarsi da un medico se le spine sono infisse profondamente nella mano, nel
piede o vicino ad un’articolazione. In alcuni casi può essere necessaria la
rimozione chirurgica, per prevenire ulteriori infezioni e danni vascolari o nervosi.
4. Se la ferita mostra segni di infezione, o se la spina è penetrata in profondità, è
necessario iniziare una terapia antibiotica.
Taglio da corallo
È la lesione da animali marini piú frequente.
La superficie del corallo e ricoperta di una parte organica viva, che
viene facilmente strappata via dalle strutture rigide ed abrasive
sottostanti e depositata sulla abrasione o nel taglio.
Questo prolunga notevolmente il tempo di cicatrizzazione e
provoca frequentemente infiammazione e, occasionalmente,
infezione.
Queste lesioni possono impiegare settimane ed anche mesi per
guarire.
Cosa fare?
1. Lavare bene con acqua e sapone e sciacquare accuratamente con
acqua dolce o soluzione salina.
2. Inondare di acqua ossigenata e quindi risciacquare con acqua dolce o
soluzione salina.
3. Applicare uno strato sottile di pomata antibiotica, o similari, e coprire
con medicazione sterile, non adesiva. In seguito, pulire e cambiare
medicazione due volte al giorno.
4. Se la ferita mostra segni di infezione (rossore intenso, pus,
rigonfiamento dei linfonodi),è necessario iniziare una terapia antibiotica.
L´intossicazione da corallo può avvenire se le lesioni sono estese o se si
tratta di una specie di corallo particolarmente tossica. I sintomi includono
ferite infette e purulente a lentissima guarigione, notevole gonfiore
intorno alla ferita, linfonodi ingrossati, febbre brividi e malessere
generale. In questi casi è necessario ricorrere immediatamente ad un
medico.
TRAUMA CRANICO
La commozione cerebrale è causata dallo scuotimento del cervello a seguito di un urto
e di solito comporta una perdita di conoscenza di breve durata: chi la subisce può sentirsi
stordito ed avere problemi di vista e di equilibrio per un breve periodo dopo il trauma.
La contusione cerebrale è una lesione del cervello, con versamento emorragico e
conseguente rigonfiamento.
La frattura del cranio comporta la rottura delle ossa della testa. Talvolta i bordi delle
ossa possono penetrare nel cranio causando un’emorragia o danni di altro tipo.
L´ematoma si ha quando un versamento emorragico nel cervello forma una massa di
dimensioni sensibili.
A volte gli ematomi possono restare asintomatici per un certo periodo, variabile da un
giorno a diverse settimane: per questo è importante avvisare un medico se qualcuno che
ha subito un trauma alla testa si sente poco bene o si comporta in modo strano, facendo
particolare attenzione se lamenta mal di testa, se è spesso confuso o distratto, ha
problemi di equilibrio o episodi di vomito.
SEGNI E SINTOMI
Anche se il cranio non è fratturato, il cervello può battere
contro il suo interno e può ferirsi (concussione).
La testa può risultare senza ferite, ma le complicazioni
potrebbero derivare dal sanguinamento all’interno del
cranio.
Breve stato di incoscienza
●Pz cosciente con peggioramento dello stato di salute nelle
ore successive al trauma
●Perdita di coscienza immediata e duratura
●
Altri sintomi :
●
Cefalea
●
Confusione mentale
●
Sonnolenza
●
Visione doppia, confusa, sensazione di occhi stanchi
●
Ronzio all´udito
●
Cambio del comportamento o dell´umore
●
Problemi con la memoria, concentrazione
Con il trauma cranico moderato o grave,
Perdita di coscienza, confusione o sonnolenza;
●Convulsioni; crisi epilettica
●Perdita di sangue da naso, bocca o orecchie;
●Forte mal di testa; persistente o ingravescente
●Irritabilità
●Agitazione, mancanza di coordinamento;
●Disfasia: voce alterata impastata, incomprensibile
●Debolezza, formicolio delle estremità
●Vomito ripetuto o nausea
●Midriasi, cioè dilatazione delle pupille, o anisocoria, cioè una
differenza del diametro pupillare, che indica un’erniazione
cerebrale, ed è un segno immediato di allarme.
●
Il vomito e il deficit neurologico sono importanti indicatori della
prognosi e la loro presenza richiede un immediato ricovero.
Un trauma cranico, anche se appare lieve, richiede
sempre accertamenti e controlli in ospedale.
Anche quando l'infortunato appare normale è bene
condurlo al pronto soccorso, le complicazioni possono a
volte sorgere anche dopo alcune ore e persino giorni.
Se il trauma è forte e il paziente ha perso coscienza,
presenta amnesie, afasia o confusione mentale, è bene
chiamare i soccorsi.
PRIMO SOCCORSO
Per un lieve trauma cranico, non è necessario nessun trattamento
specifico. Tuttavia, è importante tenere d’occhio la persona nelle 24
ore successive perché alcuni sintomi di un grave trauma cranico
possono essere ritardati.
Mentre la persona si sveglia, porre semplici domande per verificare lo
stato di allerta, come ad esempio “come ti chiami?”.
Antidolorifici (come paracetamolo) possono essere utilizzati per un
lieve mal di testa. Non prendere l’aspirina, in quanto può aumentare il
rischio di sanguinamento.
Da non fare assolutamente
Lavare una ferita profonda o molto sanguinante;
Rimuovere qualsiasi oggetto conficcato nella ferita;
Spostare la persona se non assolutamente necessario;
Scuotere la persona se sembra frastornata;
Bere alcolici entro le 48 ore dopo un grave trauma cranico.
IL TRAUMA VERTEBRALE
La colonna vertebrale rappresenta l'asse di sostegno del corpo.
E' costituita da 33-34 vertebre sovrapposte (suddivise in 7 cervicali, 12
dorsali, 5 lombari, 5 sacrali e 4-5 coccigee) tra loro articolate in maniera
tale da determinare al loro interno il cosiddetto Canale Vertebrale.
Il midollo spinale in esso contenuto contiene le fibre nervose ,sensitive e
motorie, connesse in entrambi i sensi con l'encefalo. E' quindi il punto di
connessione tra SNC e SNP.
Dai lati della colonna vertebrale fuoriescono 33 paia di nervi,detti nervi
spinali,diretti alle varie parti del corpo
Le lesioni della colonna vertebrale
Una lesione della colonna vertebrale può coinvolgere solo la
struttura ossea oppure può interessare il midollo spinale contenuto
all’interno del canale vertebrale.
Tutte le lesioni della colonna vertebrale sono, inizialmente, instabili
e capaci di passare da lesioni senza interessamento del midollo
spinale, a lesioni con interessamento del midollo spinale
(PARALISI).
Lesioni vertebrali senza lesioni midollari:
Le vie nervose che corrono nella colonna vertebrale
non sono state lese e la persona conserva normale
motilità e sensibilità in tutto il corpo fino agli arti
inferiori; però qualunque movimento inopportuno può
provocare lo spostamento delle parti
lese,danneggiando il midollo spinale in modo
irreversibile
Lesioni vertebrali con lesioni midollari:
I frammenti di vertebre fratturate hanno compresso o diviso il midollo spinale o
le radici nervose che da esso si dipartono, in modo parziale o totale.
Questo comporta paralisi e/o insensibilità in tutta la parte del corpo innervata
dalle fibre interrotte.
Le resezione completa del midollo spinale comporta la definitiva paralisi ed
insensibilità della parte del corpo sottostante al livello della lesione,perché viene
interrotta la via attraverso la quale il cervello riceve le sensazioni e invia impulsi
alla parte di corpo sottostante:
●Con una lesione a livello sacrale,lombare o dorsale potremo avere
formicolii,bruciore,insensibilità e paralisi degli arti inferiori e della parte
inferiore del busto (paraplegia);
●Con una lesione più alta,a livello cervicale,potremo avere questi danni estesi
anche a tutto il busto e le braccia (tetraplegia), ma la persona respira ancora
contraendo solo il diaframma (non i muscoli intercostali);
●Se la frattura è ancora più alta, alle prime vertebre cervicali, possiamo avere
un arresto respiratorio,causate dai danni al bulbo che controlla la
respirazione,oppure al nervo che fa contrarre il diaframma
LE LESIONI VERTEBRALI SONO SITUAZIONI
GRAVISSIME,MA NON URGENTI; DOBBIAMO
EVITARE QUALSIASI MOVIMENTO SCORRETTO
DELL’INFORTUNATO,PERCHE’ PUO’ PROVOCARGLI
UNA PARALISI IRREVERSIBILE O ANCHE LA MORTE.
Il 40% dei traumatizzati vertebro-midollari con deficit
neurologici concomitanti
hanno un danno che si verifica in fase di trattamento
preospedaliero e in Pronto Soccorso.
Si deve sospettare una lesione vertebrale se:
●
●
●
●
●
●
Se l’infortunato lamenta dolore alla schiena o al collo.
Se lamenta formicolio, scosse elettriche,insensibilità, senso di caldo o
freddo alle estremità
Se è caduto in piedi da un’altezza superiore ai 4 metri.
Se ha riportato trauma cranico e/o facciale al di sopra della clavicola.
L’Infortunato ha perso involontariamente urina o feci (segni di lesione
midollare).
L’assenza di dolore non esclude che vi possa essere una lesione della
colonna.
●
Al minimo sospetto di lesione vertebrale,osserviamo sempre queste
precauzioni:
Lasciamo il pz immobile nella posizione in cui si trova;
●
Impediamo che altri lo possano muovere scorrettamente;
●
Attendiamo se possibile,il soccorso qualificato;
●
Se ci sembra necessario per impedire movimenti,teniamogli ferma
la testa con le mani o con un collare di fortuna.
●
Da evitare:
Mai piegare l’infortunato;
●
●
Mai trascinarlo o sollevarlo scorrettamente;
●
●
Mai girargli la testa;
●
●
Mai caricarlo in un veicolo che non gli permetta di stare disteso
●
●
Mai metterlo a sedere.
●
MAL DI MARE
La causa di questo malessere dipende da una alterazione dei
centri nervosi che regolano l'equilibrio e avviene quando il nostro
occhio non è in sintonia con quello che registra il nostro orecchio.
La conseguenza è un senso di nausea cui spesso si accompagna
il vomito.
Che cosa si avverte:
Si può cominciare con uno stato di malessere generale,
accompagnato da pallore, sudorazione fredda, ansia.
In genere di seguito vengono anche la nausea e il vomito.
In qualche caso, si può arrivare anche ad un abbassamento della
pressione sanguigna con tachicardia (aumento della frequenza
cardiaca) compensatoria.
1)Anche se il mare è calmo non "affrontarlo" mai a stomaco vuoto; partire a
stomaco pieno, ma non dopo un pasto pesante e durante il viaggio mangiare di
tanto in tanto un grissino o un cracker o un pezzo di pane, evitando di bere;
2)Non suggestionarsi, ma cercare di pensare ad altro;
3)Coprirsi sempre molto bene, anche nei mesi estivi può fare freddo, soprattutto la
sera;
4)Se è gia sopraggiunto il mal di mare ingerire solo pane asciutto con molta mollica
e non bere nulla, quando il disagio sarà passato bere tè caldo;
5)É consigliabile limitare tutti i movimenti della testa e del corpo (la posizione
seduta è quella migliore); evitare di fissare le onde del mare o altri punti dotati di
movimento proprio;
6)Non restare a lungo in silenzio, poiché si tende a focalizzare il pensiero sulla
paura di star male;
7)Non scendere mai sotto coperta perché il rollio della barca è più evidente e anche
l'odore di nafta;
8)Se è sopraggiunta un po' di nausea, ci si distende "a pancia in su", all'aria, nel
punto più basso della coperta ad occhi chiusi, cercando di assecondare i movimenti
della barca con il corpo, mai irrigidirsi ma farsi cullare dal movimento;
9)Va bene anche guardare l'orizzonte se si è vicino alla costa, che essendo un
punto di riferimento fisso, metterà pace tra i vostri occhi e i centri dell'equilibrio;
10)i pescatori, quando soffrono il mal di mare, mangiano le alici.
Per la prevenzione ed il trattamento del mal di mare si possono usare farmaci a
base di scopolamina.
Ha effetti anti-nausea e anti-vomito.
La scopolamina è utilizzata sotto forma di cerotto transdermico (Transcop) che
va applicato dietro l'orecchio 2 ore prima di imbarcarsi e, all’occorrenza, può
essere applicato anche con il vomito in atto.
Un cerotto resta efficace fino a 72 ore e, in caso di necessità, trascorso tale
intervallo, è possibile applicare un nuovo cerotto in sostituzione di quello
esaurito.
I possibili effetti collaterali sono rappresentati da sonnolenza e confusione
mentale. La scopolamina non è indicata per i soggetti che soffrono di glaucoma
e/o d'ipertrofia prostatica.
E' importante evitare l'assunzione di bevande alcoliche o di altri farmaci insieme
con il cerotto.
Un'altra categoria di farmaci utilizzata per prevenire il mal di mare è
rappresentata dagli antistaminici (Xamamina). Questi farmaci
bloccano la nausea ed il vomito riducendo lo stimolo a livello
dell'orecchio interno e sono disponibili sia in forma di compresse o
supposte che di gomme da masticare.
L’efficacia è paragonabile a quella della scopolamina, ma in caso di
viaggi prolungati è opportuno ripetere la somministrazione ad
intervalli di 4-6 ore.
Vanno presi almeno 30 minuti prima della partenza.
Possono dare molta sonnolenza (prestare attenzione se si devono
guidare veicoli subito dopo l'arrivo), secchezza alla bocca, disturbi
alla vista, stitichezza, ritenzione urinaria, soprattutto in persone con
disturbi alla prostata.
E anche in questo caso è importante evitare l'assunzione
contemporanea di altri farmaci con effetti sedativi sul sistema
nervoso, per esempio quelli per trattare i sintomi del raffreddore e
quelli per l'insonnia. Per la stessa ragione vanno evitate le bevande
alcoliche.
L'ultimo tra i rimedi “medicali” alternativi, che si acquista in
farmacia, pur non essendo un farmaco, è il braccialetto antivomito che si basa su di un principio antico. E', infatti, una
modalità terapeutica che viene dall'antichissima medicina cinese
(agopuntura/digitopressione).
Il bracciale va applicato nel punto P6 dell'agopuntura che é posto "
2 pollici cinesi" sopra la linea distale del polso. Con la pressione di
questo punto, si ottiene una riduzione della nausea.
Questo metodo si è mostrato più gradito ed efficace per i bambini;
al termine del viaggio il bracciale si toglie senza alcuna
conseguenza particolare.
DIARREA
La diarrea è l'emissione di feci non formate o liquide con frequenza
superiore alla norma secondaria a contrazioni dell’'intestino più
frequenti del normale.
Le condizioni che possono determinare la comparsa di diarrea
durante una vacanza sono molteplici: ingestione di cibi avariati,
intolleranze alimentari, diarrea estiva, enterocolite,
parassitosi intestinali, colpo d'aria fredda, assunzione di alcuni
farmaci (per esempio gli antibiotici).
· Infezioni virali. Da ingestione di cibi e liquidi infetti, sono probabilmente la causa più
frequente. I virus danneggiano "fisicamente" la mucosa dell'intestino, alterandone
soprattutto la capacità di assorbire l'acqua.
Queste diarree virali nei Paesi occidentali sono solitamente benigne, durano pochi giorni
e si risolvono spontaneamente.
· Infezioni batteriche. Le tossine dei batteri contenuti in cibi o bevande inquinati
( tossinfezioni alimentari) non solo possono ridurre la capacità della mucosa intestinale di
assorbire acqua, ma possono anche stimolare la secrezione di acqua e sali da parte della
stessa mucosa (diarrea secretoria). Come per le diarree da causa virale anche queste nei
nostri Paesi tendono a risolversi spontaneamente in pochi giorni. Ben diversa è la
situazione nei Paesi sottosviluppati. L'esempio più eclatante è certamente il colera.
· Stress importanti. Uno stress oggettivamente importante, o soggettivamente percepito
come tale, può causare diarrea
.
· Assunzione di antibiotici. tutti gli antibiotici possono essere causa di diarrea. Motivo di
questa diarrea non è l'antibiotico in sé ma quasi sempre lo sviluppo di un germe (il
Clostridium difficile) che produce una
tossina capace di danneggiare la mucosa del colon.
· Bevande fredde, bagno in acque fredde. L'introito abnorme di bevande ghiacciate, di
gelati o anche un eccessivo e prolungato raffreddamento dell'addome (per esempio un
bagno nell'acqua troppo fredda di una piscina) può essere causa di diarrea acuta.
La principale complicazione della diarrea è la disidratazione,
causata dall’eccessiva perdita di liquidi.
Normalmente, gli attacchi di diarrea passano da soli: l'unica
precauzione da adottare è restare a digiuno e assumere molti
liquidi, così da mantenere idratato l'organismo: per 24
ore dieta idrica ( tè, bevande zuccherate, acqua di riso).
Quando sono trascorse 18 ore dall'ultima scarica, il paziente può
ricominciare ad alimentarsi con pasti frequenti e leggeri a base di
pane tostato, riso in bianco molto cotto, evitando vegetali, frutta,
latticini, alcool e caffè.
Non si devono assumere antidiarroici se si sospetta che la diarrea
sia di origine infettiva.
In questi casi la diarrea è una risposta difensiva dell'organismo,
che cerca di espellere il più rapidamente possibile le sostanze
irritanti e/o tossiche.
Bisogna tenere presente, infatti, che le scariche eliminano i
microrganismi nocivi, quindi non va ostacolata l’eliminazione
delle feci, anche se liquide, in attesa della formazione degli
anticorpi.
Gli antidiarroici agiscono in modo diverso per ridurre i sintomi, ma non intervengono
sulle cause del disturbo: in linea di massima andrebbero evitati, limitandosi alla sola
dieta.
Ne esistono di due tipi: antispastici e rigonfianti o adsorbenti.
Gli antipropulsivi come Imodium e Dissenten riducono le contrazioni dell'intestino, così
il passaggio delle feci risulta rallentato e quindi può essere assorbita una maggiore
quantità d'acqua.
Le sostanze rigonfianti o adsorbenti (carbone attivo) hanno invece la funzione di
assorbire l'acqua presente nell'intestino e, si sostiene, anche le sostanze irritanti che
provocano la diarrea.
Non si devono associare due antidiarroici diversi (antipropulsivo e una sostanza
rigonfiante) perché gli effetti delle due sostanze si sommano e possono provocare
un'ostruzione dell'intestino.
Anche gli antibiotici non sono di solito necessari nelle gastroenteriti semplici,
anche quando è sospettata una causa batterica, poiché il disturbo si risolve in genere in
modo rapido senza nessun trattamento.
Il Ciproxin è talvolta utilizzato per la prevenzione della diarrea del viaggiatore, ma il suo
uso routinario non è indicato.
Assistenza Medica in Mare
In caso si sospetti una grave patologia, rivolgersi sollecitamente al
CIRM.
Le richieste di assistenza, che pervengono al C.I.R.M. sono
ricevute da medici, in servizio 24 ore su 24, presso la sede del
centro.
I sanitari, avvalendosi in caso di bisogno dell’ausilio di consulenti
specialisti, prescrivono le opportune cure e si mantengono in
contatto con la nave e/o imbarcazione che ha richiesto assistenza,
seguendo il paziente fino alla guarigione o allo sbarco.
INDICAZIONI DA FORNIRE IN UNA RICHIESTA DI ASSISTENZA
MEDICA
INDIRIZZATA AL CIRM:
Nome della Nave / Imbarcazione e nominativo radio
Posizione della nave, porto di partenza e di destinazione
Tempo stimato di arrivo, rotta e velocità
Età del paziente, nazionalità
Sintomatologia, localizzazione e tipo dei dolori
Tutte le opportune notizie relative alla malattia, luogo e modalità dell’incidente
Respirazione, polso, temperatura e, se possibile, pressione arteriosa
Precedenti clinici del paziente
Medicinali disponibili a bordo
Medicinali eventualmente già somministrati
COME CONTATTARE IL C.I.R.M.
Centralino: +39-6-54 22 30 45
Cellulare GSM: +39-348-39 84 229
E-mail: [email protected]
VHF