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Ad Lucem - Verona
Ad Lucem - Verona
Sabato 1 ottobre, ore 11.30 – Studio La Città, Lungadige Galtarossa 21 – Verona. 2011. Inaugurazione della mostra
Ad Lucem. Arte contemporanea per Arvo Pärt a cura di Angela Madesani.
Fino al 19 Novembre - Nove artisti accomunati alla musica del grande compositore estone Arvo Pärt. Una selezione di
opere di Melotti, Morandi, Fontana, Manzoni, Calzolari, Castella, Paolini, Spalletti e Vimercati - nessuna realizzata
appositamente - il cui punto di incontro sono stati d’animo, emozioni, atmosfere. Musica, ma soprattutto silenzi. La
curatrice Angela Madesani, parla - mutuando Goethe - di “affinità elettive” tra gli artisti scelti e Arvo Pärt.
Ad affiancare l’appuntamento, Arvo Pärt, un ritratto di Roberto Masotti.
Un percorso fotografico interamente dedicato al compositore da parte dell’artista Roberto Masotti, che nel corso degli
anni ha intrattenuto con lui un rapporto di amicizia e collaborazione.
In mostra alcuni ritratti che il fotografo ha scattato a Pärt in Estonia e in giro per il mondo, unitamente ad un video
inedito dal titolo Ethos, concepito anni fa e rivisto per l’occasione. Fotografie e riprese video realizzate nella casa
berlinese di Arvo e Nora Pärt dove hanno abitato per anni e che ora hanno lasciato a malincuore, per tornare in
Estonia, in cui si inseriscono sequenze fotografiche realizzate a Laulasmaa, vicino a Tallinn, nell’inverno 2010, le
uniche dove compare il compositore. Un lavoro piuttosto astratto sia nella forma che negli intenti, che si sofferma
volutamente su ambienti, luci, oggetti, cercando di interpretare il possibile punto di vista degli ormai ex abitanti della
casa. Tra percezione e memoria potrebbe essere un sottotitolo.
Fino al 19 novembre 2011
Per l’occasione, il duo Trovesi-Coscia eseguirà il brano inedito Ukuaru Valss di Arvo Pärt .
Gianluigi Trovesi (clarinetto) e Gianni Coscia (fisarmonica)
Ingresso gratuito su prenotazione, scaricabile online dal link:
http://www.studiolacitta.it/adlucem/invito.php, fino ad esaurimento posti
Arvo Pärt nasce a Paide (Estonia Centrale) l’11 settembre 1935.
Arvo Pärt è nato a Paide, Estonia, nel 1935. Dopo aver studiato nella classe di composizione di Heino Eller a Tallinn,
ha lavorato come ingegnere del suono per la Radio Estone. È emigrato nel 1980 a Vienna con la sua famiglia e, dopo
un anno, si è spostato a Berlino, dove da allora è vissuto. Da un paio d’anni si è ristabilito in Estonia.
Come per i più radicali rappresentanti della cosiddetta Avanguardia Sovietica, il lavoro di Pärt ha attraversato un
profondo processo evolutivo. Il suo primo periodo creativo è iniziato con composizioni neoclassiche per pianoforte. Poi
sono seguiti dieci anni in cui ha fatto uso individuale delle più importanti tecniche compositive delle avanguardie:
dodecafonia, composizione con masse di suono, aleatorietà, tecniche a collage. Nekrolog (1960), il primo pezzo
dodecafonico scritto in Estonia, e Perpetuum Mobile (1963) procurarono al compositore il primo riconoscimento
dell’Occidente. Nei suoi lavori a collage “avanguardia” e “musica antica” si confrontano l’un l’altra, un confronto che
raggiunge la più estrema espressione nell’ultimo pezzo a collage Credo (1968). Nello stesso momento tuttavia tutti i
dispositivi sin qui usati da Pärt nel comporre hanno perso il loro fascino originale e hanno cominciato a risultare per lui
senza significato. La ricerca di una propria voce lo portò a un abbandono del lavoro creativo durato quasi otto anni,
durante i quali si dedicò allo studio del Canto Gregoriano, della scuola di Notre Dame e della polifonia vocale classica.
Nel 1976 la musica emerse da questo silenzio con il piccolo pezzo per pianoforte Für Alina. È’ evidente che con
questo lavoro Pärt abbia scoperto il proprio cammino. Il nuovo principio compositivo, qui usato per la prima volta, che
lui ha chiamato Tintinnabuli ( in latino “piccole campane”), ha definito il suo lavoro fino all’oggi. Il “principio Tintinnabuli”
non si sforza di andare verso un incremento di complessità, ma piuttosto verso una riduzione estrema dei materiali
sonori e una limitazione all’essenziale. Diversi sono stati i tentativi di etichettare Tintinnabuli come “nuova semplicità”,
“musica minimalista”. È chiaro che rimane difficile da analizzare e da classificare questo nuovo fenomeno secondo gli
standard musicologici esistenti. Pärt, con le sue composizioni, ha apportato uno slittamento paradigmatico all’interno
della musica moderna e il tentativo di analizzare questo slittamento ha generato, in risposta, il processo stesso di
scoperta creativa. La nascita di Tintinnabuli ha solide radici nella storia della musica europea. Si potrebbe vedere
questo stile come una sintesi di antico e moderno, con la polifonia vocale classica da un lato e la musica seriale
dall’altro. Il compositore, lontano dal copiare uno stile o l’altro, ha fatto propria l’essenza di entrambi, combinandola
tramite la propria tecnica compositiva che si potrebbe chiamare “nuova austerità”. Ne risulta un mondo sonoro
estremamente individuale marcato sia dall’impersonale che dal personale, sia dalla disciplina che dalla soggettività.
Nora Pärt, Saale Kareda
Vox Clamantis, ensemble estone nata nel 1996.
Formata da diversi musicisti - cantanti, compositori, strumentisti e direttori d’orchestra - con l’interesse comune del
canto gregoriano, esegue anche musica contemporanea e polifonica antica.
Molti compositori estoni, tra cui Arvo Pärt, Helena Tulve, Tõnis Kaumann e Erkki-Sven Tüür, hanno scritto per questo
gruppo, che si è esibito con vari organisti di fama internazionale - come Jean Boyer, Werner Jacob e Jon Laukvik - e
ha eseguito concerti assieme al soprano catalano Arianna Savall, il suonatore italiano di nyckelharpa Marco
Ambrosini, i pianisti francesi Brigitte Engerer e Jean-Claude Pennetier, l’ottetto di violoncelli Amsterdam, il gruppo di
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21/09/2011
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musica antica Hortus Musicus, gli NYYD Ensemble e il coro da camera filarmonico estone.
La continua collaborazione con diversi musicisti ha ispirato la nascita di programmi estemporanei basati
sull’improvvisazione. Nella primavera del 2007 viene premiato il nuovo programma “Voci Sacre” con il musicista e
cantante tunisino Dhafer Youssef.
I Vox Clamantis hanno inciso per la ECM Records, Mirare e Arion.
“Stella matutina”, cd che unisce canti gregoriani e polifonia antica alle improvvisazioni di chitarra del Weekend Guitar
Trio, ha ricevuto critiche internazionali molto positive.
I vari tour hanno portato l’ensemble in Finlandia, Norvegia, Lettonia, Repubblica Ceca, Belgio, Francia, Lussemburgo,
Portogallo, Polonia, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Italia, Ungheria, Russia, Grecia, Turchia, Canada, USA e
Libano. Stretta la collaborazione con Le Choeur Grégorien de Paris, che ha portato a numerosi concerti in giro per
l’Europa, in Marocco e in Giappone.
Cantanti: Mikk Üleoja, Endrik Üksvärav, Erik Salumäe, Mikk Dede, Sakarias Leppik, Taniel Kirikal, Tõnis Kaumann,
Kadri Hunt, Meelis Hainoo, Riivo Kallasmaa Jaan-Eik Tulve.
Direttore artistico e d’orchestra: Jaan-Eik Tulve.
Jaan-Eik Tulve è nato a Tallinn, in Estonia.
Dopo aver ottenuto il diploma in direzione di coro al Conservatorio di Tallinn nel 1991, impara a dirigere canti
gregoriani al Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse di Parigi (CNSM), dove ottiene il primo premio
nel 1993.
Lavora al CNSM come assistente di Louis-Marie Vigne, che ha un’influenza determinante sul suo percorso musicale,
insieme a Dom Daniel Saulnier dell’abbazia di Solemes per la formazione gregoriana.
Nel 1992 diventa direttore del coro gregoriano di Parigi con cui si è esibito in molti paesi europei e in Libano; molte
delle registrazioni eseguite con il coro hanno avuto grande successo di critica (Diapason d’Or).
Nel 1993 Jaan-Eik Tulve forma l’ensemble Lac et Mel a Parigi, per l’esecuzione di lavori polifonici medievali; nel 1994
costituisce la sezione femminile del coro gregoriano di Parigi; nel 1996 forma l’ensemle Vox Clamantis a Tallinn e
ottiene una cattedra in canto gregoriano alla National Music Academy in Estonia.
I Virtuosi Italiani, formazione nata nel 1989, è una delle più attive e qualificate nel panorama artistico internazionale.
I Virtuosi Italiani si sono esibiti per i più importanti teatri ed enti musicali italiani e stranieri, tra i quali il Teatro alla
Scala, il Teatro Dal Verme e la Sala Verdi a Milano; il Maggio Musicale Fiorentino; il Teatro La Fenice; l’Accademia
Nazionale di Santa Cecilia; il Teatro Comunale di Modena; il Teatro Regio di Parma, il Teatro Filarmonico di Verona;
l’Unione Musicale di Torino; il Teatro alla Pergola di Firenze e la Società Filarmonica di Roma.
La loro attività discografica è ricchissima, con più di 100 cd registrati per le maggiori case discografiche e oltre 400.000
dischi venduti in tutto il mondo.
Nel 2004 hanno conseguito con il loro leader Alberto Martini il prestigioso premio “Choc de la musique” assegnato da
Le Monde de la Musique per la superba interpretazione delle opere di F. A. Bonporti.
L’attenzione alla ricerca filologica li ha condotti a esibirsi nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali,
adottando le accordature e i temperamenti adeguati.
Nel segno della versatilità che contraddistingue la filosofia del gruppo, significativo è altresì l’interesse da sempre
dimostrato per il repertorio di confine, strada che I Virtuosi Italiani hanno seguito al più alto livello, collaborando con
artisti del calibro di Chick Corea, Goran Bregovic, Michael Nyman, Ludovico Einaudi, Franco Battiato, Giovanni Allevi,
Uri Craine, Paolo Fresu e Cesare Picco. L’impostazione artistica vede come figura cardine quella del Konzert
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