1 Titolo originale: Tsatsiki - Vänner för alltid Titolo internazionale

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1 Titolo originale: Tsatsiki - Vänner för alltid Titolo internazionale
Titolo originale: Tsatsiki - Vänner för alltid
Titolo internazionale: TSATSIKI – FRIENDS FOREVER
Titolo Italiano: L’AMICO DI TSATSIKI
Svezia, 2001, 89’
regia/director
Eddie Thomas Petersen
sceneggiatura/screenplay
Eddie Thomas Petersen
Jack Van Domburg
fotografia/director of photography
Svein Krøvel
montaggio/editor
Leif Axel Kjeldsen
scenografia/production designer
Jack van Domburg
costumi/costume designer
Ulrika Sjöö
musica/music
Anders Melander
interpreti/leading players
Samuel Haus (Tsatsiki)
Sara Sommerfeld (Tina)
Krister Henriksson (Morfar)
Eric Ericson (Göran)
Joakim Nätterquist (Niclas)
prodotto da/produced by
Anne Ingvar
produzione/ production
Felicia Film AB
Tsatsiki, dieci anni, vive con la sua mamma, la cantante rock Tina, e Göran, il
compagno di lei, un poliziotto. Il ragazzo sta attraversando un brutto periodo
perché ha litigato con la sua fidanzatina Maria e il suo amico Per. Inoltre il viaggio
che la famiglia stava per fare in Grecia, patria del suo padre naturale, rischia di
essere rimandato perché alla mamma è stata offerta la possibilità di un tour in
Giappone. Tuttavia il nonno materno decide di accompagnarlo in Grecia. La
vacanza sarà per Tsatsiki un’esperienza fondamentale. Nella terra di suo padre il
bambino compirà importanti scoperte sull’amore e sulla vita. Di ritorno a casa, sarà
pronto ad impegnarsi per recuperare il rapporto con i suoi amici e la sua famiglia.
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Eddie Thomas Petersen
Eddie Thomas Petersen è nato in Danimarca nel 1951. È uno sceneggiatore e
l’autore di molti delle più famose crime story della TV Danese. Come regista ha
diretto molto dei film tratti dai thriller di Åke Edwardson. Nel 2002 ha anche vinto
un importate premio per il suo primo romanzo Kiss. Nel 1999 si è occupato del
doppiaggio in danese del primo Tsatsiki della svedese Ella Lemhagen.
L’AMICO DI TSATSIKI è il seguito di TSATSIKI – UN SOGNO REALIZZATO. Tsatsiki,
ormai un ragazzo nel pieno dell’adolescenza, vive con la madre, Tina, una rock star
in ascesa, e con Göran, un poliziotto. Suo padre naturale è Yannis, un pescatore
greco con cui Tina ha avuto una breve storia.
Tsatsiki ha, da quando era piccolo, un amico del cuore, Per, e una fidanzatina,
Maria.
Verso la fine dell’anno scolastico, viene lasciato da Maria, messa in crisi dal divorzio
dei genitori, e litiga con Per.
In estate, Tsatsiki parte per la Grecia, dove la cugina Elena lo inizia ai misteri
dell’amore.
Dopo la morte del nonno paterno, torna a casa, dove si riconcilia prima con Per e
poi con Maria. Tina dà infine alla luce una bambina, Retsina.
Un film, soprattutto quando raggiunge un certo successo, può avere un seguito.
La storia raccontata nel primo film/capitolo può proseguire in uno o più
film/capitoli. Si entra così nell’ambito della serialità e - come nella serialità
letteraria - i diversi film/capitoli (=diverse fasi di un’evoluzione narrativa
progressiva) si reggono:
a. sugli stessi personaggi di base;
b. sui medesimi punti, schemi, topos narrativi ;
c. sui
rimandi
che
occupa no
e
impegnano
la
mente
e
la
partecipazione attiva dell o spettatore.
Il concetto di serialità è, naturalmente, applicabile anche ai telefilm nati proprio con
il cinema, con le serie degli anni ‘10 e ‘20, come Fantomas e Les Vampires, di
Louis Feuillade.
Il secondo capitolo della storia di Tsatsiki può essere visto, come accade spesso
per i seguiti dei film di successo, e meno spesso per i telefilm, anche
indipendentemente dal primo: una visione del secondo capitolo successiva al
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primo, tuttavia, arricchirà la ricezione dello spettatore di tutti quegli elementi che
riguardano la serialità e la conseguente fruizione non passiva.
Per quanto riguarda il punto a) – il ritorno degli stessi personaggi - va precisato
che può accadere che uno stesso personaggio:
sia interpretato, da un capitolo a un altro, dallo stesso attore
È il caso di Tsatsiki, del suo padre greco, della maestra, di Per e di Maria.
Questo significa che, soprattutto i personaggi bambini, vengono seguiti nella
loro crescita anche fisica. Si ha così un’identificazione profonda, corporea tra
personaggio e attore che rappresenta una sorta di sogno dichiarato di
rappresentazione per molti registi (anche se il secondo Tsatsiki non è diretto
dallo stesso regista del primo). Seguire i cambiamenti del personaggio-attore
è ancora più affascinante – ma anche complesso – quando si tratta di
personaggi/attori bambini o ragazzi e i cambiamenti fisici sono più veloci e
palesi. Pensiamo a Harry Potter & Co. oppure al personaggio Antoine Doinel
sempre interpretato da Jean-Pierre Léaud nei film del regista della nouvelle
vague François Truffaut. Questa possibilità è piuttosto rara nella storia del
cinema, ed è invece più consueta nelle serie televisive, in cui spesso vediamo
cambiare e crescere i personaggi-attori sotto i nostri occhi.
L’effetto più lampante è che la rappresentazione e lo spettatore entrano in
profondità nella vita del personaggio-attore: lo spettatore vive in un certo
senso insieme al personaggio, lo vede crescere mentre egli stesso cambia,
associa quindi più strettamente la propria vita a quella del personaggio.
sia interpretato da due attori divers i
E’ questo il caso di Tina, Göran e Niklas, personaggi presenti in entrambi i
capitoli ma interpretati da attori diversi. A chi ha visto il primo capitolo, questo
cambiamento causerà probabilmente uno smarrimento percettivo, una difficoltà
di identificazione.
Rispetto al primo capitolo, si aggiungono poi altri personaggi basilari, come il
nonno materno e il nonno paterno di Tsatsiki.
Più numerosi sono i cambiamenti psicologici che investono i personaggi presenti
anche nel primo capitolo.
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1) Tsatsiki resta il personaggio centrale del film - è chiaro già dal titolo - e
intorno a lui ruotano tutti gli altri personaggi. Nel primo capitolo Tsatsiki ha due
ossessioni tra loro connesse:
la ricerca del suo padre naturale, il pescatore greco mai conosciuto, e quindi
delle sue radici fortemente legate all’acqua (è ossessionato dal mare, dal
nuoto)
la ricerca di una figura paterna vicaria che troverà in Göran.
Nel secondo capitolo, dopo aver conosciuto il padre e aver acquisito la sicurezza
delle proprie origini, Tsatsiki - nonostante sogni ancora di tornare in Grecia e di
avere un paio di pinne nuove (l’acqua è ancora l’elemento che caratterizza i suoi
sogni) - ha nuove “magnifiche ossessioni”:
l’amicizia
l’amore
Amicizia e amore sono due sentimenti e due esperienze strettamente legate tra
loro, interdipendenti, complementari, che si oppongono alla solitudine: senza
amore, non c’è amicizia, e senza amicizia non c’è amore; senza amicizia-amore c’è
solo
solitudine.
L’insieme
amicizia-amore
costituisce
la
gioia
armoniosa
dell’apertura all’altro, che si oppone alla rigida e spenta chiusura in sé
rappresentata dalla solitudine.
Il tema della complementarietà tra amore e amicizia è enunciato dal nonno
paterno, che è la figura depositaria della funzione della memoria (umana, storica) e
della profondità del legame tra l’uomo e le sue origini naturali: si pensi alla Grecia,
la sede, il centro di un sogno di armonia tra l’uomo e l’ambiente che egli abita; e
poi c’è il mare, c’è la natura primigenia, incontaminata, scabra, che si oppone
all’ambiente cittadino, controllato, razionalizzato, dove pure può trovarsi la natura,
ma delimitata, circoscritta da confini e demarcazioni, come avviene nei giardini o
con le fontane.
La natura come figura di una libertà e di un’armonia primigenie è associata, come
spesso si vede accadere nel cinema sui ragazzi e per i ragazzi, all’infanzia (primo
capitolo) o all’adolescenza, alla pubertà (secondo capitolo). Il sogno principale di
Tsatsiki è diventato vivere nell’armonia dell’amore con Maria e dell’amicizia con
Per.
Il protagonista perde nel corso del film entrambe queste modalità di affermazione
dell’armonia: la riconquista di queste due forme d’armonia è il fine primario del
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percorso del film e di Tsatsiki. Una volta che Tsatsiki sarà riuscito a recuperare
l’amicizia e l’amore perduti, il suo percorso sarà coronato dalla nascita della
sorellina, successiva, e conseguente nella struttura tematica del film, alla morte del
nonno paterno.
La nascita rappresenta, proprio in relazione alla morte del nonno:
il segno del continuo, dell’eterno ritorno del ciclo della vita umana;
il segno della speranza di un essere che possa vivere in un mondo
contraddistinto dall’armonia dei rapporti umani, rappresentata nell’ultima
scena in cui viene risolto il tema della solitudine che si oppone all’amoreamicizia.
Il personaggio che fin dal prologo si afferma come figura della solitudine è Wille,
sempre emarginato dai compagni e alla ricerca costante di un rapporto di amoreamicizia. Alla fine, Tsatsiki si fa portatore del messaggio lasciato dal nonno paterno
prima di morire come testimonianza e testamento spirituali, si ferma ad aspettare
che Wille si unisca a lui e agli altri ragazzi, in un sogno d’armonia giovanile esaltato,
celebrato dal fermo immagine finale.
Il sogno è una delle architravi tematiche del film. Ognuno dei personaggi principali
ha un percorso dominato da un sogno.
Il sogno di Tsatsiki è, come si è detto, l’amicizia-amore;
il sogno di Tina è quello di conciliare famiglia e lavoro;
il sogno di Göran è quello di avere una famiglia unita;
il sogno del nonno materno di Tsatsiki, Anders, è la possibilità di ritornare
sugli errori commessi in passato.
Tornando sul personaggio di Tsatsiki, notiamo che il secondo capitolo è, come il
primo
strutturato su di lui e sulla seconda tranche del suo percorso di formazione,
di maturazione;
formato, come i primo, da siparietti che rappresentano lo scandirsi, lo
svilupparsi dei rapporti di Tsatsiki con gli altri personaggi, adulti o bambini.
Tsatsiki offre la traccia principale: da questa traccia si dipanano le tracce narrative
costituite dalla relazione di Tsatsiki con gli altri. La trama del racconto è costituita
dal continuo passaggio da un filo narrativo a un altro.
Come nel primo capitolo, Tsatsiki trova delle figure di guida e di sostegno con cui
confrontarsi e da cui imparare, in rapporto alle quali porsi nella posizione di
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discente. Rispetto al primo, però, nel secondo capitolo le parti docente-discente
sono meno disponibili al rovesciamento:
nel primo capitolo Tsatsiki è un discente pronto a trasformarsi, anche se
momentaneamente, in docente;
nel secondo capitolo, Tsatsiki è un discente con più docenti, dai quali impara
tanti lati e aspetti di un insegnamento che lo porta alla maturazione.
Le figure di riferimento di Tsatsiki sono:Tina; il nonno paterno; la cugina Elena (per
l’amore, la libertà e il mondo femminile).
Guardiamo agli altri personaggi principali: Tina, Göran e Anders.
2) Tina
nel primo capitolo è un’aspirante rock star imprigionata nella frustrazione di
un monotono lavoro;
nel secondo capitolo, ha raggiunto con il suo gruppo un certo successo, e si
divide faticosamente tra la musica (il lavoro, la carriera) e la famiglia (il
compagno, il figlio, il desiderio di essere di nuovo madre).
3) Göran
nel primo capitolo era padre putativo e guida per Tsatsiki, e figura
dell’ordine, dell’equilibrio e della tradizione;
nel secondo capitolo, in lui si smarrisce l’aspetto dell’ordine e dell’equilibrio,
e si accentua l’affezione per la tradizione (la famiglia unita, la donna
casalinga). Soprattutto Göran ha quasi completamente perso, nonostante
alcuni sforzi e tentativi, il legame padre-figlio con Tsatsiki, non è più il punto
di riferimento del ragazzo, il quale ha trovato un’altra guida nel nonno
materno.
4) Anders è nel secondo capitolo la principale figura di riferimento per Tsatsiki,
ed è anche il suo compagno di percorso. Il percorso, i sentimenti, gli stati d’animo
di Tsatsiki sono coincidenti e paralleli a quelli del nonno materno. Anders è un ex
musicista jazz che ha abbandonato i sogni artistici, ed è tormentato e rattristato
da molti rimpianti, che riguardano la musica e una donna, un personaggio
(fantomatico) di nome Sally. È spesso attaccato al telefono, è imprigionato in un
lavoro che non gli piace e che lo frustra (è una situazione simile a quella in cui si
trovava Tina nel primo capitolo). Il nonno è una figura che conferma l’importanza
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dell’amicizia (con il rapporto con il nipote, che è un rapporto tra docente-nonno e
discente-nipote, ma è allo stesso tempo paritario, basato cioè su una pari dignità),
dell’amore (Sally), dei sogni (la musica, l’arte).
Lo stile visivo del film è molto vici no a quello del prim o capitolo, ma
con
al cuni
significativi
sostanzialmente
cambiamenti
classico,
improntato
e
su
aggiunte.
È
proce dimenti
uno
stile
tradizionali
come il campo controcampo, e su inquadrature (inq) in prevalenz a
fisse,
dall’asse
stabile,
con
ra ri,
lievi,
funzionali
e
controllati
movimenti. Tali spostamenti sono l e cosiddette correzioni di campo, o
re-inquadrature (dal francese recadrage, o dall’i nglese refraiming):
sono m ovimenti della mdp che , rapportati a quelli di un attorepersonaggio che si sposta all’interno di uno spazio, hanno lo scopo di
mantenere l ’equilibrio e la centratura del piano. Nelle correzioni di
campo si può leggere l ’inte resse dedicato dal regista agli attoripersonaggi.
Un’altra caratteristi ca fondamenta le di questo secondo capitol o è
quella che punta a porre gli attori-personaggi, con i l oro corpi , o s olo
con i l oro volti, nel margine latera le dell’inquadratura. Questa scel ta
visiva:
contestualizza ambientalmente i personaggi nello spazio in cui
agiscono
mira
a
concretizzare
a
livello
visivo
la
doppia
attenzione
dedicata agli attori-pe rsonaggi e all’ambiente-paesaggio
nella sfera ambientale, spaziale, sottolinea la differenza tra la
razionalizzazione
del
paesaggio
urbano
e
la
primigenia
e
armonica purezza del paesaggio naturale greco, cui s ono dedica ti
molti più campi lunghi, nei quali le figure umane si stagliano
minute, spe rdute di f ronte a ve dute panoramiche immense. Non
si tratta solo del puro gusto della bellezza visiva delle vedute
greche, ma della ne cessità di evidenziare la distanza tra la ci viltà
urbanizzata, che te nde alla reificazione dell’umano, e la natura,
in cui l’essere umano può affermarsi nella sua libertà e purezza
originaria.
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Analisi testuale
Il film può essere diviso in 5 parti:
Prol ogo: si svolge a scuola e introduce il tema dell’opposizione tra amicizia
e solitudine.
Primo atto: dalla parte finale dell’anno scolastico, fino alle vacanze e alla
partenza di Tsatsiki e Anders per la Grecia (inizio estate).
Intermezzo: in Grecia prima della morte del nonno (estate).
Secondo atto: segue la morte del nonno paterno e inizia con il ritorno di
Tsatsiki a casa, rappresenta la riconciliazione di Tsatsiki con Per e Maria, e la
nascita della sorellina (estate, autunno, inverno).
Epilogo:
breve
celebrazione
idilliaca
del
trionfo
dell’amicizia-amore
(primavera, estate).
Il tema della ciclicità della vita umana si presenta con la morte del nonno paterno e
la susseguente nascita della sorellina di Tsatsiki, ma si afferma anche nella
successione delle stagioni: la prima parte è costituita dalla parte finale dell’anno
scolastico; il viaggio in Grecia si svolge durante l’estate ed è ancora estate quando
Tsatsiki partecipa alla gara di pesca; in seguito si ritorna a scuola; arrivano i primi
freddi, e poi l’inverno e la neve; nell’epilogo sembra di ritornare al caldo estivo.
Prol ogo
Su sche rmo ne ro, si sentono i suoni (rumori e voci) d’una scolaresca .
Attraverso i suoni ci formiamo un’i mmagine, ci creiamo mentalmente
l’immagine
che
il
regista
sta
per
mostra rci.
L’immagine
nera
accompagnata dai suoni può essere definita come un’inquadratura,
un’immagine sonora. L’immagine sonora, indipendente totalmente (o
quasi) si afferma con l’invenzione di un a tto puro di pa rola, di musica ,
di rum ore, o persino di silenzio: i suoni ci fanno senti re, ci di cono
quello che non ci viene mostrato nell’immagine (nel nostro caso:
quello
che
l’immagine
ancora
non
ci
m ostra,
ma
è
prossima
a
mostrarci). L’immagine sonora a cquista un b reve margine e lasso di
autonomia dall’immagine visiva.
La maestra chiede agli alunni chi sia l’uomo più solo al mondo. Si presentano così a
scuola, come accadeva nel primo capitolo, i principali personaggi tra i bambini:
Tsatsiki, Per, Maria e Wille, il quale afferma che l’uomo più solo è quello che non ha
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amici. Si enuncia la contrapposizione tra amicizia(-amore) e solitudine. La frase di
Wille e la conseguente preoccupazione di Tsatsiki aprono ai ti toli di
testa e a un temporaneo nuovo af fermarsi, sul ti tolo del film e sullo
schermo nero, dell’autonomia dell’i mmagine sonora, basata non più sui
suoni della scuola, ma su quelli della strada, su cui vediamo subito
dopo passare Tsatsiki, Per, Maria e Sara (amica di Maria), mentre tornano a
casa dopo la scuola.
Primo atto
Mentre i ragazzi fanno ritorno a casa, sentiamo una musica rock che
da
commento
over,
imposto
cioè
dal
regista-autore ,
dall’istanza
narrante, si fa musica “in”, cioè prodotta (ascoltata) dai pe rsonaggi
del film e con un origine localizzabile all’interno dell’inquadratura.
A suonare sono Tina e Niklas. Niklas è un musicista della band di Tina; frequenta la
casa di Tsatsiki. Tina lo vede come un amico, Göran invece come un intruso
nell’unità del nucleo familiare (ma in seguito tra i due si stabilirà un’armonia
amicale). Il sogno di Niklas è il successo nel lavoro, ma alla fine saprà valutare
l’importanza delle relazioni umane. Su
Tina
vediamo
una
delle
poche
inquadra ture sghembe, con asse sbilenca, del film: è un modo per
accompagnare visivamente la musica rock, a mo’ di vi deoclip (è
interessante il fatto che qui siano le immagini ad adeguarsi alla
musica:
la
dimensione
sonora
a rriva
al
suo
te rzo
m omento
di
supremazia sul visivo) .
La telefonata di un giornalista è l’espediente narrativo per presentare, tramite
Tsatsiki, i personaggi principali tra gli adulti: Tina, Niklas, e Göran (da notare
l’accento posto sulla modernizzazione dell’istituzione familiare: si parla di famiglia,
anche se Göran e Tina non sono sposati, ma sono una coppia di fatto). Tsatsiki
deve andare a pranzare a casa di Maria; Göran e Niklas gli elargiscono dei consigli
su ciò che bisogna fare nel caso si venga invitati a casa di una ragazza, e gli
suggeriscono di portare dei fiori. Tsatsiki non vorrebbe spendere i soldi che sta
raccogliendo per comprare delle pinne nuove (quelle vecchie sono diventate
troppo strette: sono un segno materiale della crescita di Tsatsiki, che le aveva
acquistate nel primo capitolo, a 8 anni); ma alla fine cede e compra dei fiori a
Maria, in “gesto d’amore”.
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Göran e Niklas sono qui le prime figure-guida del ragazzo. Maria è turbata dal litigio
dei genitori che sono sul punto di lasciarsi (litigio che noi sentiamo nelle voci
off, fuori campo: non vediamo nul la di questo litigio, ma le voci ci
aiutano a com prendere una situazione familiare, che è allo sfascio, e lo
stato d’anim o di Maria, sconvol to) e rifiuta il “gesto d’amore”, dice di non
credere più all’amore, giudica Tsatsiki infantile e lo lascia.
Per Tsatsiki arriva il primo momento di crisi, legato all’amore, e con esso la
solitudine. La prima persona con cui si confida è il nonno materno. Insieme a lui
guarda una foto di musicisti jazz: come nel primo capitolo la foto di Yannis era per
Tsatsiki un’immagine del sogno di conoscere suo padre, così in questo secondo
capitolo la foto (fissazione oggettiva del tempo) di un concerto jazz è l’immagine
dei sogni di Anders (la foto ferma il tempo, permette di tornare indietro nel
passato e di riviverlo, di riassaporarlo).
A casa di Tsatsiki, Tina presenta in tavola un’insalata che, a quanto il protagonista
ha detto al nonno nella scena precedente, è l’unico pasto che la donna si dedichi a
cucinare, con dispiacere di Göran, che vorrebbe una compagna simile alla propria
madre, tradizionalmente dedita alla famiglia e ai fornelli (Göran è un ragazzo di
campagna e nel primo capitolo affermava di non riuscire a comprendere le
complesse ragazze moderne e cittadine come Tina). Tina è invece divisa tra
famiglia e carriera, come la stessa sua casa consta di due ambienti principali, la
cucina (famiglia) e una sala per le prove (carriera). Questo contrasto emerge
quando Niklas spinge Tina ad affrettarsi perché devono presenziare a una
trasmissione televisiva, mentre Göran vuole che la sua compagna si sieda a
pranzare con la famiglia.
Tina è divisa tra le due spinte opposte di Göran (famiglia) e Niklas (lavoro); eppure
riesce a trovare il tempo per dedicarsi al primo dialogo a due con il figlio. Tsatsiki,
dopo essersi confrontato con il nonno, ora parla di Maria e dell’amore con la
madre. Il ragazzo non sa baciare e pensa che questo sia il motivo per cui Maria l’ha
lasciato; la madre gli spiega che saprà baciare nel momento in cui s’innamorerà
davvero, e che, fino ad allora, baciare una ragazza che non ama equivarrà a baciare
un cane o un parchimetro: queste indicazioni della madre riemergeranno in seguito
nella mente di Tsatsiki e nel film, con effetto comico.
Tsatsiki e Per vedono un manifesto per strada e scoprono così che per agosto è
stata indetta una gara di pesca il cui primo premio è di 5000 corone; Tsatsiki
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pensa di chiedere l’aiuto di Göran, che nel secondo capitolo ha una passione
assente nel primo film, quella per la pesca. Torna poi la location della piscina,
centrale nel primo capitolo, meno presente e importante nel secondo. Per si allena
a pescare, mentre Tsatsiki si rilassa su un lettino gonfiabile e paragona l’amore alla
pesca: come per avere dei buoni risultati nella pesca è necessario fare pratica, così
Tsatsiki pensa sarà anche per l’amore e per i baci, e ha l’idea di organizzare una
festa con altre due ragazze che possano, insieme a lui e a Per, esercitarsi nel
baciare.
I ragazzi invitano due compagne di scuola, Elina e Sara. Alla festa, con estrema
puntualità, arriva Elina, ma senza Sara, sostituita da Mona, una nuova amica di
Maria. Mona è molto aggressiva, e al momento di baciarla, Tsatsiki ricorda le parole
di sua madre sul cane e il parchimetro. Nella sua genuina e disarmante ingenuità, il
ragazzo comunica tutti i propri pensieri a Mona, che si offende e se ne va insieme
a Elina, mentre a Tsatsiki viene improvvisamente in mente di vedere i filmini
amatoriali della Grecia, nei quali appare anche la cugina Elena: nella mente di
Tsatsiki c’è ancora posto per la Grecia e per il mare.
Tsatsiki si reca a mangiare dal nonno, con cui parla della necessità dell’amicizia
nella vita dell’essere umano. Il ragazzo si rende conto che, pur avendo perso
l’amore, non è sprofondato completamente nella solitudine, perché gli resta
l’amicizia, gli resta Per. Resta a dormire a casa del nonno; di notte si sveglia
sentendo della musica jazz, e trova il nonno che si abbandona ai suoi sogni
artistici, fingendo di suonare la tromba: il film celebra la funzione dei sogni e della
fantasia, esplicitata, espressa e dispiegata nel mostrare, più volte, divertite,
spensierate e anche comiche, infantili finzioni mimiche da parte di diversi
personaggi (il nonno finge di suonare la tromba; Per finge di pescare; Göran finge
di nuotare).
Nel cortile della scuola, Maria e Mona stanno pubblicamente deridendo Tsatsiki,
descrivendolo come un ragazzo dai comportamenti puerili, fermatosi al livello
mentale di un bambino di 7 anni (l’età che Tsatsiki aveva nel primo capitolo: e in
un certo senso Tsatsiki è rimasto davvero molto legato a quella età).
Il proce dimento del campo controca mpo divide su due fronti opposti e
avversi Maria e Mona da una parte e Tsatsiki e Per dall’altra : ma i due
fronti non sono parita ri, perché Ma ria e Mona si trovano sulla cima di
una scalinata, in condizione di supe riori tà, mentre Tsatiki e Per sono ai
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piedi della rampa, in condizione di dileggiata inferiorità. Il dislivello tra
i due fronti è accentuato dalle i nclinazioni dell’asse delle inq, dal
basso verso l’alto sul gruppo Maria-Mona, dall’alto verso il basso sul
gruppo Tsatsiki-Pe r.
Tsatsiki ha la reazione istintiva e rabbiosa di rispondere all’umiliazione pubblica, e
di dileggiare anch’egli Maria, mettendo in piazza particolari intimi e imbarazzanti
per la ragazza, la quale reagisce rivelando una confidenza raccontatale da Tsatsiki
e riguardante Per. Per è mortificato e sconvolto e si allontana rompendo l’amicizia
con Tsatsiki. Il protagonista, dopo Maria e l’amore, ha perso anche Per e l’amicizia:
ora si sente sprofondato nella solitudine, e vede dappertutto attorno a sé coppie
di innamorati o di amici (l’effetto è accentua to dallo slow motion ): come a
dire che per l’individuo la condizione naturale non è la solitudine, bensì l’essere in
compagnia, l’essere in coppia.
A casa, Tina vuole venire incontro a Göran e soddisfarne le esigenze. Tenta perciò
di immedesimarsi nei panni della casalinga, e di preparare la marmellata fatta in
casa; orgogliosa, vuole far da sola, senza aiuti altrui, e soprattutto senza le
istruzioni della madre di Göran, dalla quale si sente surclassata. Ma finisce così per
non mettere lo zucchero nella marmellata, che le viene amara. Il fallimento culinario
spinge Tina a erompere in uno scoppio di rabbia per troppo tempo soffocata, che
la porta a liberarsi, a sfogare tutti i motivi della sua frustrazione e a rivelare infine
di essere incinta. La notizia dona felicità a Göran, che vede il crearsi di una vera
famiglia, e rafforza il senso di solitudine di Tsatsiki, che si confronta con la madre
sulla rottura tra Tsatsiki e Per, sull’amicizia. Ma Tsatsiki non confida tutto a Tina,
non le svela i suoi errori, come vedremo farà invece col nonno materno, con cui si
sente maggiormente a proprio agio, e in cui vede non solo una guida, ma anche un
amico (l’unico problema è dato dalla differenza d’età).
Il giorno dopo, Tsatsiki deve andare con Anders a visitare il Museo di Storia
Naturale, e decide di invitare Per. Nel cortile della scuola, Tsatsiki si trova al
centro, da solo, tra due fuochi, quello dell’amicizia (Per) e quello dell’amore
(Maria): vede da una parte Per che gioca a pallone con altri compagni e con cui egli
tenta invano di riconciliarsi; dall’altra parte Maria che, vessata da alcuni ragazzi,
dimentica il suo astuccio a terra. Mentre Tsatsiki si allontana con il nonno, Per si
ferma a guardarli: in realtà anche Per è solo, come lo sono sia Tsatsiki che Maria.
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Vediamo poi una lunga sequenza in ambito domestico, che ha un complesso arco
emozionale, oscillando tra toni da commedia e toni drammatici. Göran finge
comicamente di nuotare, suscitando un clima d’ilarità e divertimento; ma quando
Tsatsiki, scherzando con Göran, prende la chitarra di Tina, la donna si allarma
innervosita (la famiglia è sempre sul punto di entrare in conflitto con il lavoro). Il
momento di tensione viene superato quando i tre si siedono a tavola per pranzare;
quand’ecco sopraggiungere Niklas, il quale annuncia che la band è stata ingaggiata
per una tournée in Giappone. Göran è amareggiato, perché vede svanire la
possibilità del viaggio in Grecia, ma si calma subito perché potrà accompagnare la
compagna in Giappone; Tsatsiki invece reagisce con rabbia. Tina allora viene colta
dai dubbi, e vorrebbe rinunciare alla tournée per mantenere la promessa fatta al
figlio del viaggio in Grecia. Niklas e Anders cercano di convincerla a non lasciarsi
sfuggire l’occasione, a non commettere un errore che potrà causarle in seguito
solo rimpianti; ma alla fine è lo stesso Tsatsiki che, dimostrando il raggiungimento
di una certa maturità e il superamento di un egoismo infantile, persuade la madre
ad accettare la tournée in Giappone e propone di farsi accompagnare in Grecia dal
nonno.
Intermezzo (in Gre cia)
Giunto in Grecia, Tsatsiki incontra prima il padre e poi il nonno paterno. Segue una
festa di benvenuto per il ragazzo, con musiche e balli tradizionali, che porta nel
film una dimensione turistico-folclorica. Il film inizia ad aprirsi ai brulli, scabri,
pietrosi e marini paesaggi ellenici. La scena successiva rappresenta un incontro di
sguardi, a distanza, tra Tsatsiki ed Elena, e mostra lo sbocciare puberale della
cugina (che è allo stesso tempo una tensione all’autonomia, alla libertà, osteggiata
dalla madre di lei e dalla cultura, dalle tradizioni greche), in parallelo ai primi
turbamenti sessuali del protagonista. Tsatsiki, volgendo le spalle alla mdp, si ferma
dinanzi al paesaggio del mare con tramonto, dal tono ocra: l’immagine richiama
quelle della pittura romantica, che rappresentano spesso la figura
umana di spalle, di fronte all’immensa e spaurente grandiosità dei
paesaggi naturali; il tono luministico col or ocra sarà ripreso, come
traccia del ricordo e del legame con la Grecia, dalla lampada a
conchiglia che Tsatsiki porte rà in Svezia come souvenir.
13
Nella scena seguente, Tsatsiki cerca di indossare le nuove pinne, che sono però
troppo strette e piccole: si tratta di un chiaro simbolo del fatto che il mare e le
origini non sono più il centro assoluto dei pensieri del ragazzo. Quella fase è
conservata come patrimonio della memoria e dell’esperienza, ma è superata, è
passata con l’infanzia; ora, nell’età adolescenziale, il centro dei pensieri di Tsatsiki
è costituito dall’amore e dall’amicizia. Questi pensieri suscitano nel ragazzo
l’amarezza dei rimorsi e dei rimpianti, e la stessa amarezza traspare sul volto del
nonno: tornano il confronto e il parallelismo, già presenti nel primo capitolo, tra le
esperienze e gli stati d’animo dei ragazzi e degli adulti. Tsatsiki riceve cartoline
dalla Svezia (Sara le fa sapere che Per si è fratturato una gamba giocando a
pallone) e dal Giappone. La lentezza dell’andirivie ni dell’acqua del mare
sulla risacca provoca una bre ve sospensione, un rallentamento che
apre alla dimensione onirica, e appare Tina vestita da geisha: la
dimensione oni rica si collega, com e nel primo capitolo, all’acqua, al
mare.
Nella scena seguente, Elena, che vive in Grecia ma è nata in Svezia, è chiamata a
fare da intercessore, da traduttrice tra lingue e culture diverse: traduce le parole
del nonno paterno, il suo desiderio di far visitare agli ospiti le vicine montagne. Di
sera, Anders esce a suonare la tromba: non finge più di suonarla come nel primo
atto, la suona davvero, creando un legame più stretto e concreto con i suoi sogni.
Nella stanza di Tsatsiki entra Elena (dapprima camuffata da fantasma, forse per
evidenziare le paure e la puerilità di Tsatsiki, che però non abbocca allo scherzo).
Tra i due ragazzi si verifica un primo avvicinamento, un primo contatto. Vediamo la
lampada che Tsatsiki porterà con sé in Svezia e che Elena spregia: è il segno che
Elena non ama, come Tsatsiki, le proprie origini elleniche, è imprigionata dalle
tradizioni e costrizioni della vita in Grecia, si sente una ragazza moderna, vorrebbe
vivere in città, desidera aprirsi all’amore, alla libertà. Vediamo e capiamo tutto ciò
nella scena seguente, in cui Elena spinge Tsatsiki a porgerle la chiave per uscire di
casa. Tsatsiki, figura portatrice della modernità cittadina nell’arcaico mondo greco,
dà alla ragazza l’occasione per uscire dalla condizione di reclusione, per assaporare
la libertà che le manca. Tsatsiki ritrova Elena sulla scogliera dove i ragazzi del
posto si riuniscono per tuffarsi. Il protagonista, portatore della modernità, si sente
sperduto, smarrito nella natura primordiale. Elena lo raggiunge e i due si lanciano in
acqua, in un’inq in camera fissa e in slow motion che riafferma uno dei
14
punti
essenziali
del
primo
capitolo,
la
visione-percezione
liquida ,
fluida, che si può ritrovare nel cinema francese degli anni ‘30 e ‘40.
L’immersione marina di Elena e Tsatsiki ricorda da vicino una sce na del
film L’ATALANTE, di Jean Vigo, in cui l ’immersione e la pe rcezione
fluida del protagonista si correla no all’emersione e all’appa rizione
mentale,
oniri ca
della
sua
sposa fuggita
via,
quindi
all’immagine
dell’amata, all’amore. In TSATSIKI 2 (L’AMICO DI TSATSIKI), la visione
liquida,
segnata
da
una
perce zione
rallentata
e
vaporosa,
è
l’affermazione dello Spirito come fonte dell’amore e del sogno, il
sogno dell’armonia della gioventù. Dopo il mare , si resta nella natura ,
passando alle montagne (dal fresco dell’acqua al caldo della roccia).
È il giorno della gita in montagna, sulle orme delle esperienze del nonno paterno,
che illustra agli altri la memoria della Storia (la guerra, la resistenza) e delle storie
personali (l’amore con la nonna). È la testimonianza, il lascito testamentario che si
afferma alla fine di una lunga esistenza: il nonno è colui che avanza più lentamente
e con maggiore fatica di tutti perché è malato, ma anche perché è colui che porta
sulle spalle il maggior carico di esperienza, di vita vissuta. La presenza di un
serpente evidenzia il carattere selvaggio della natura primigenia. Da inq mosse e
dall’asse instabile (ancora macchi na a mano), si passa a una lenta
panoramica
che
e videnzia
la
solenne
maestosità
del
paesaggio
montuoso.
La sera, Elena litiga con il suo ragazzo, Georgios (rifiutando il sesso senza
romanticismo), e compie un ulteriore avvicinamento a Tsatsiki, iniziandolo a
guidare sulla strada dell’amore, insegnandogli i preliminari al bacio; ma non arriva a
baciarlo, perché viene interrotta dall’arrivo di un’ambulanza, a nticipa to da
un suono off, dal suono fuori campo della sire na (è, questo, un altro
punto in cui si afferma l’importanza del sonoro: in questo caso
abbiamo
immagine
sonora
e
im magine
visiva
come
com pone nti
autonome della stessa immagine audiovisiva) . Dall’immagine sonora
dell’ambulanza si passa alla sua immagine visiva.
Yannis dà notizia della morte del nonno paterno. Il funerale del nonno è
un’occasione per conoscere alcune tradizioni elleniche (il coperchio della bara
posto fuori della porta di casa). Elena dice di non credere al paradiso, come Maria
15
non crede (più) all’amore: le ragazze sembrano essere le portatrici dello
scetticismo.
Secondo atto
Il ritorno a casa, in Svezia, è introdotto da un’immagine dai toni
caliginosi, tristi , fune rei. È un’inq sull’acqua di un fiume che scorre
sotto un ponte: l’acqua ora è segno, simbolo non più di un sogno di
armonia,
gioventù
e
amore,
ma
di
cordoglio
e
dol ore,
resta ndo
comunque legata alla dimensione dello Spirito.
Göran vuole portare Tsatsiki alla gara di pesca, ma il ragazzo deve prima sistemare
una delle sue due principali incombenze: deve chiarire i rapporti con Per. Per è ora
ospite di una clinica, per la gamba fratturata. I due ragazzi si rappacificano, si
ritrovano, e Tsatsiki spinge la carrozzella su cui Per è costretto per raggiungere il
porto, Göran e il torneo di pesca. Tsatsiki, Göran e Per non vinceranno la gara, non
è quello che importa, non era quello il fine principale dei personaggi (o della storia,
del film).
A sera inoltrata, Tsatsiki esce di casa per sistemare la seconda incombenza, quella
del rapporto con Maria: vuole andare dalla ragazza e portarle in dono il souvenir
portato dalla Grecia, la lampada a conchiglia, desidera regalarle i propri ricordi
concentrati in un oggetto, in una luce, vuole in fondo donarle se stesso. Anders
raggiunge in auto Tsatsiki e lo accompagna da Maria. Mentre Tsatsiki si riconcilia
con Maria, mettendo in pratica gli insegnamenti amorosi di Elena (e la luce ocra
della lampada si attesta come segno visivo di armonia), il nonno, in attesa del
ragazzo, riceve una telefonata inattesa da Sally, la sua ex compagna, con cui fissa
un appuntamento e torna a legarsi: le esperienze, i sentimenti, gli stati d’animo di
nonno e nipote si rivelano ancora coincidenti e paralleli.
La neve che scende nel paesaggio cittadino alle spalle dell’abbraccio
tra Tsatsiki e Maria segna un pacificante cambio di stagione.
Nella scena seguente, Göran torna a casa dal lavoro. Si sente una palpabile
tensione tra lui e Niklas, che ora cerca però una conciliazione con Göran,
attraverso l’elemento che sa usare e padroneggiare meglio, la musica. La dolce
musica suonata da Niklas, l’inq vuota di figure umane sul corridoi o di
casa e la seguente immagine di Tsatsiki dormiente creano un clima di
sospensione,
di
attesa,
di
“cal ma
16
prima
della
tempesta”,
che
puntualmente si scatena quando Tina si presenta dinanzi alla porta
della cucina annunciando di essere in procinto di partorire.
Tina, Göran, Niklas e Tsatsiki si recano in ospedale sull’automobile di Niklas, che
però si ferma perché rimasta senza benzina. La
scena della corsa in
automobile è serrata e concita ta, e allo stesso tempo ha tocchi di
commedia (anche grazie alla musica rock di commento over): le inq
sono
di
durata
mol to
più
bre ve
che
nel
resto
del
film,
e
di
conseguenza gli stacchi da un’inq a ll’altra sono più veloci e numerosi,
e trasmettono un senso di incalzante agitazione. È arrivato l’inverno, e
con esso il freddo: Niklas copre Tsatsiki con la sua giacca e il suo cappello,
assumendo, sia pur per breve tempo, la funzione di guida protettiva nei confronti
del ragazzo. Alla fine Tina riesce a partorire in auto, con l’aiuto di Göran, e nasce
una bambina, Retsina.
Epilogo
Sembra tornato il caldo dell’estate. Tina siede al tavolo di un bar, e tiene accanto a
sé la carrozzina con la piccola Retsina. La raggiungono prima Niklas, poi Tsatsiki
con i suoi amici, infine Göran in moto, in una riunione finale di tutti i personaggi
principali del film. Wille chiama Tsatsiki da lontano per felicitarsi con lui della sua
neonata sorellina; Tsatsiki lo ringrazia, e, nell’allontanarsi, si ferma per permettere
a Wille, finora figura della solitudine, di unirsi a lui e agli altri ragazzi in una
celebrazione dell’apertura all’altro e dell’amicizia-amore, in un’allegra e danzante
passeggiata nel verde di un giardino (si vede anche una fontana): la natura e
l’acqua, pur circoscritte, delimitate, e non libere come in Grecia, rappresentano la
genuinità dell’animo della gioventù, del sogno di un’adolescenza che non termini,
che si ricordi per sempre.
Il sogno di fermare il tempo, già enuncia to da Tsatsiki in un dialog o
con Anders, è qui indicato visivamente, col fermo immagine finale, che
rimanda alla fissazione oggettiva (e senza movimento, al contra ri o
dell’immagine
cinematografica)
del
fotografica.
17
tempo
offerta
dall’immagine
IPOTESI PER UNA DISCUSSIONE IN CLASSE
Il protagonista e il suo ambiente
1) In che tipo di quartiere si svolge la storia?
2) Com’è l’appartamento in cui Tsatsiki vive con sua madre?
3) Tsatsiki ha una stanza tutta sua? Se sì, descrivila.
4) Come credi sia fatta la città di Tsatsiki?
5) Secondo te, quali sono le attività principali che vi si svolgono?
6) Hai mai visto una città come quella di Tsatsiki?
7) Qual è la cosa che ti ha colpito di più della sua città?
8) Credi che sia una città che ti piacerebbe visitare?
La psicologia del protagonista
9) Di cosa ha paura Tsatsiki?
10) Cosa si aspetta di diventare?
11) Cosa gli piace fare?
12) A che giochi partecipa?
13) Che tipo di ragazzo credi che sia?
14) Credi che Tsatsiki ti somigli in qualche modo?
Tsatsiki e la sua famiglia
15) Cosa credi che Tsatsiki pensi della madre all’inizio della storia?
16) Credi che il loro rapporto sia importante?
17) Secondo te cosa pensa Tsatsiki di sua madre alla fine?
18) Che cosa pensa all’inizio di Göran?
19) E alla fine?
20) E cosa pensa di Niklas?
21) Che significa secondo te essere gelosi di qualcuno?
22) Se mai stato geloso di qualcuno?
23) Ricordi cosa pensavi dei tuoi genitori a 6 anni? E a 8? Cosa pensi di loro adesso?
24) È cambiato il rapporto con i tuoi da quando avevi 6 anni?
25) Come sono i tuoi rapporti con tuo/a fratello/sorella?
26) Qual è la cosa più importante che ti aspetti da loro?
27) Cosa significa per te essere fratelli?
Tsatsiki e i suoi amici
28) Chi è il miglior amico di Tsatsiki?
29) Cosa divide con lui?
30) Cosa scopre con lui?
31) Cosa hanno in comune?
32) In che cosa sono diversi?
33) C’è una bambina speciale per Tsatsiki?
34) Perché Tsatsiki si ritrova solo?
35) Perché litiga con i suoi amici?
36) Tsatsiki crede nell’amore?
37) Tsatsiki crede nell’amicizia?
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38) Maria cosa pensa dell’amicizia e dell’amore?
39) Per cosa pensa dell’amicizia e dell’amore?
40) Quali sono le scoperte più importanti che hai compiuto con i tuoi amici?
41) Quali sono le scoperte più importanti che ti aspetti di compiere con loro?
42) Secondo te, a cosa servono gli amici?
43) Credi che avere degli amici speciali faccia bene a Tsatsiki? Perché?
44) Qual è la cosa più importante che Tsatsiki impara da lui?
45) C’è un bambino o una bambina che è stato/a particolarmente importante per te da piccolo?
46) Cosa ti aspetti dai tuoi amici dell’altro sesso?
Le tue opinioni
1) Scrivi un testo sul film
Cosa ne pensi nel suo complesso? Quali pensieri ti ha ispirato?
Quale elemento ti ha più colpito?
Quale scena ti è piaciuta di più?
2) Se dovessi consigliare ai tuoi amici di vedere il film, in che modo lo faresti?
IMMAGINI, PAROLE E SUONI
1) Descrivi la scena che più ti è piaciuta nel modo più dettagliato possibile.
2) Perchè hai scelto questa scena?
3) Cosa ti ha colpito di più? Un colore, la scenografia, la musica, il dialogo, la recitazione?
Qualcos’altro?
4) Come vestono i personaggi nella scena? Perché? Il loro modo di vestire ti aiuta a
comprendere qualcosa?
5) La scena è girata in interni (in una casa o un altro edificio) o in esterni (all’aperto, al mare, in
montagna)?
6) Di giorno o di notte?
7) C’è un colore dominante, un colore che hai notato più degli altri? Se sì, pensi che ci sia un
motivo?
8) C’è musica nella scena che hai scelto? Che sensazioni ti ha suscitato? Pensi che avresti scelto
una musica differente? Se sì, che musica avresti scelto?
9) Pensa alla scena e prova a immaginare dove era sistemata la macchina da presa rispetto agli
attori? Vicino agli attori? Lontano dagli attori? È un’immagine fissa? O pensi che la macchina
da presa si muova verso gli attori o allontanandosi da loro? Prova a ricordare e a ricostruire i
movimenti della mdp.
10) Nella scena che hai scelto, se fossi stato il regista, cosa avresti cambiato?
11) Il film ti ricorda un libro che hai letto?
12) Cosa hai provato alla fine del film?
13) Prova a immaginare un diverso finale per il film e disegnane lo story board.
14) Se dovessi scrivere un breve testo per pubblicizzare il film, che cosa scriveresti?
15) Prepara una tua locandina del film (usa matite e colori o il tuo computer).
FILM E LIBRI
Due film accostabili al secondo capitolo della storia di Tsatsiki per le tematiche
trattate (la pubertà, l’adolescenza, la famiglia, le vicende sentimentali, l’amicizia)
sono IL TEMPO DELLE MELE (LA BOUM, Francia 1980) e IL TEMPO DELLE MELE 2
(LA BOUM 2, Francia 1982), entrambi diretti da Claude Pinoteau e interpretati da
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Sophie Marceau. Ma anche l’ultimo capitolo di Harry Potter – HARRY POTTER E IL
CALICE DI FUOCO (Mike Newell, USA, 2005) tratto dal quinto libro della serie,
affronta il tema di come con l’età i rapporti di amicizia si complichino e l’amore
cominci a diventare un “problema”.
Alle prese con una nuova famiglia è anche Pauline in PAULINE AGENTE
MATRIMONIALE (di Andrea Katzenberger, Germania, 2001). Il difficile equilibrio tra
amicizia e amore compare anche in AIUTO SONO UN RAGAZZO di Oliver
Dommenget (Germania, 2002) e in FRATELLI DI SANGUE di Lars Berg (Svezia,
2001). Questi ultimi tre editi da Medusa nella collana dedicata al GFF.
Un capolavoro della storia del cinema che affronta l’età della prima adolescenza, i
rapporti dei ragazzi con la famiglia, con i genitori, con i nonni, e il tema del sogno,
è FANNY E ALEXANDER (FANNY OCH ALEXANDER, Svezia-Francia-RFT 1982), di
Ingmar Bergman.
Per il rapporto con il nonno, si veda UN GIORNO DA RICORDARE (TWO BITS, Usa
1995), di James Foley, con Al Pacino nella parte del nonno del piccolo
protagonista.
Un litigio tra due ragazzi amici del cuore come Tsatsiki e Per si ha in AMICI PER LA
PELLE (Italia 1955), di Franco Rossi.
Per quanto concerne la Grecia e i suoi paesaggi, ricordiamo i film di Théo
Anghelopulos, primo fra tutti LA RECITA (O THIASOS, Grecia 1975); oppure, in
relazione anche al tema dell’amicizia e dell’amore (seppure non tra adolescenti), si
può vedere MEDITERRANEO (Italia 1991), di Gabriele Salvatores.
Amicizia e amore li troviamo anche in alcuni libri editi di recente come: Pesche di
Jodi L. Anderson (Fabbri Editore), Reggiseni e manici di scopa di Sarah Mlynowski
(Sonzogno), i libri della serie, Quattro amiche e un paio di jeans di Ann Brashares
(Fabbri), È l'amore che non comprendiamo di Bart Moeyaert (Salani), Non mi piace
il fatto che sei bella, e Il Cuore sulla fronte di Loredana Frescura (Fabbri). Alle
prese con una madre rock star anche la protagonista di La fata delle tenebre di
Black Holly (Mondadori).
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