1 Titolo originale: Tsatsiki - Vänner för alltid Titolo internazionale
Transcript
1 Titolo originale: Tsatsiki - Vänner för alltid Titolo internazionale
Titolo originale: Tsatsiki - Vänner för alltid Titolo internazionale: TSATSIKI – FRIENDS FOREVER Titolo Italiano: L’AMICO DI TSATSIKI Svezia, 2001, 89’ regia/director Eddie Thomas Petersen sceneggiatura/screenplay Eddie Thomas Petersen Jack Van Domburg fotografia/director of photography Svein Krøvel montaggio/editor Leif Axel Kjeldsen scenografia/production designer Jack van Domburg costumi/costume designer Ulrika Sjöö musica/music Anders Melander interpreti/leading players Samuel Haus (Tsatsiki) Sara Sommerfeld (Tina) Krister Henriksson (Morfar) Eric Ericson (Göran) Joakim Nätterquist (Niclas) prodotto da/produced by Anne Ingvar produzione/ production Felicia Film AB Tsatsiki, dieci anni, vive con la sua mamma, la cantante rock Tina, e Göran, il compagno di lei, un poliziotto. Il ragazzo sta attraversando un brutto periodo perché ha litigato con la sua fidanzatina Maria e il suo amico Per. Inoltre il viaggio che la famiglia stava per fare in Grecia, patria del suo padre naturale, rischia di essere rimandato perché alla mamma è stata offerta la possibilità di un tour in Giappone. Tuttavia il nonno materno decide di accompagnarlo in Grecia. La vacanza sarà per Tsatsiki un’esperienza fondamentale. Nella terra di suo padre il bambino compirà importanti scoperte sull’amore e sulla vita. Di ritorno a casa, sarà pronto ad impegnarsi per recuperare il rapporto con i suoi amici e la sua famiglia. 1 Eddie Thomas Petersen Eddie Thomas Petersen è nato in Danimarca nel 1951. È uno sceneggiatore e l’autore di molti delle più famose crime story della TV Danese. Come regista ha diretto molto dei film tratti dai thriller di Åke Edwardson. Nel 2002 ha anche vinto un importate premio per il suo primo romanzo Kiss. Nel 1999 si è occupato del doppiaggio in danese del primo Tsatsiki della svedese Ella Lemhagen. L’AMICO DI TSATSIKI è il seguito di TSATSIKI – UN SOGNO REALIZZATO. Tsatsiki, ormai un ragazzo nel pieno dell’adolescenza, vive con la madre, Tina, una rock star in ascesa, e con Göran, un poliziotto. Suo padre naturale è Yannis, un pescatore greco con cui Tina ha avuto una breve storia. Tsatsiki ha, da quando era piccolo, un amico del cuore, Per, e una fidanzatina, Maria. Verso la fine dell’anno scolastico, viene lasciato da Maria, messa in crisi dal divorzio dei genitori, e litiga con Per. In estate, Tsatsiki parte per la Grecia, dove la cugina Elena lo inizia ai misteri dell’amore. Dopo la morte del nonno paterno, torna a casa, dove si riconcilia prima con Per e poi con Maria. Tina dà infine alla luce una bambina, Retsina. Un film, soprattutto quando raggiunge un certo successo, può avere un seguito. La storia raccontata nel primo film/capitolo può proseguire in uno o più film/capitoli. Si entra così nell’ambito della serialità e - come nella serialità letteraria - i diversi film/capitoli (=diverse fasi di un’evoluzione narrativa progressiva) si reggono: a. sugli stessi personaggi di base; b. sui medesimi punti, schemi, topos narrativi ; c. sui rimandi che occupa no e impegnano la mente e la partecipazione attiva dell o spettatore. Il concetto di serialità è, naturalmente, applicabile anche ai telefilm nati proprio con il cinema, con le serie degli anni ‘10 e ‘20, come Fantomas e Les Vampires, di Louis Feuillade. Il secondo capitolo della storia di Tsatsiki può essere visto, come accade spesso per i seguiti dei film di successo, e meno spesso per i telefilm, anche indipendentemente dal primo: una visione del secondo capitolo successiva al 2 primo, tuttavia, arricchirà la ricezione dello spettatore di tutti quegli elementi che riguardano la serialità e la conseguente fruizione non passiva. Per quanto riguarda il punto a) – il ritorno degli stessi personaggi - va precisato che può accadere che uno stesso personaggio: sia interpretato, da un capitolo a un altro, dallo stesso attore È il caso di Tsatsiki, del suo padre greco, della maestra, di Per e di Maria. Questo significa che, soprattutto i personaggi bambini, vengono seguiti nella loro crescita anche fisica. Si ha così un’identificazione profonda, corporea tra personaggio e attore che rappresenta una sorta di sogno dichiarato di rappresentazione per molti registi (anche se il secondo Tsatsiki non è diretto dallo stesso regista del primo). Seguire i cambiamenti del personaggio-attore è ancora più affascinante – ma anche complesso – quando si tratta di personaggi/attori bambini o ragazzi e i cambiamenti fisici sono più veloci e palesi. Pensiamo a Harry Potter & Co. oppure al personaggio Antoine Doinel sempre interpretato da Jean-Pierre Léaud nei film del regista della nouvelle vague François Truffaut. Questa possibilità è piuttosto rara nella storia del cinema, ed è invece più consueta nelle serie televisive, in cui spesso vediamo cambiare e crescere i personaggi-attori sotto i nostri occhi. L’effetto più lampante è che la rappresentazione e lo spettatore entrano in profondità nella vita del personaggio-attore: lo spettatore vive in un certo senso insieme al personaggio, lo vede crescere mentre egli stesso cambia, associa quindi più strettamente la propria vita a quella del personaggio. sia interpretato da due attori divers i E’ questo il caso di Tina, Göran e Niklas, personaggi presenti in entrambi i capitoli ma interpretati da attori diversi. A chi ha visto il primo capitolo, questo cambiamento causerà probabilmente uno smarrimento percettivo, una difficoltà di identificazione. Rispetto al primo capitolo, si aggiungono poi altri personaggi basilari, come il nonno materno e il nonno paterno di Tsatsiki. Più numerosi sono i cambiamenti psicologici che investono i personaggi presenti anche nel primo capitolo. 3 1) Tsatsiki resta il personaggio centrale del film - è chiaro già dal titolo - e intorno a lui ruotano tutti gli altri personaggi. Nel primo capitolo Tsatsiki ha due ossessioni tra loro connesse: la ricerca del suo padre naturale, il pescatore greco mai conosciuto, e quindi delle sue radici fortemente legate all’acqua (è ossessionato dal mare, dal nuoto) la ricerca di una figura paterna vicaria che troverà in Göran. Nel secondo capitolo, dopo aver conosciuto il padre e aver acquisito la sicurezza delle proprie origini, Tsatsiki - nonostante sogni ancora di tornare in Grecia e di avere un paio di pinne nuove (l’acqua è ancora l’elemento che caratterizza i suoi sogni) - ha nuove “magnifiche ossessioni”: l’amicizia l’amore Amicizia e amore sono due sentimenti e due esperienze strettamente legate tra loro, interdipendenti, complementari, che si oppongono alla solitudine: senza amore, non c’è amicizia, e senza amicizia non c’è amore; senza amicizia-amore c’è solo solitudine. L’insieme amicizia-amore costituisce la gioia armoniosa dell’apertura all’altro, che si oppone alla rigida e spenta chiusura in sé rappresentata dalla solitudine. Il tema della complementarietà tra amore e amicizia è enunciato dal nonno paterno, che è la figura depositaria della funzione della memoria (umana, storica) e della profondità del legame tra l’uomo e le sue origini naturali: si pensi alla Grecia, la sede, il centro di un sogno di armonia tra l’uomo e l’ambiente che egli abita; e poi c’è il mare, c’è la natura primigenia, incontaminata, scabra, che si oppone all’ambiente cittadino, controllato, razionalizzato, dove pure può trovarsi la natura, ma delimitata, circoscritta da confini e demarcazioni, come avviene nei giardini o con le fontane. La natura come figura di una libertà e di un’armonia primigenie è associata, come spesso si vede accadere nel cinema sui ragazzi e per i ragazzi, all’infanzia (primo capitolo) o all’adolescenza, alla pubertà (secondo capitolo). Il sogno principale di Tsatsiki è diventato vivere nell’armonia dell’amore con Maria e dell’amicizia con Per. Il protagonista perde nel corso del film entrambe queste modalità di affermazione dell’armonia: la riconquista di queste due forme d’armonia è il fine primario del 4 percorso del film e di Tsatsiki. Una volta che Tsatsiki sarà riuscito a recuperare l’amicizia e l’amore perduti, il suo percorso sarà coronato dalla nascita della sorellina, successiva, e conseguente nella struttura tematica del film, alla morte del nonno paterno. La nascita rappresenta, proprio in relazione alla morte del nonno: il segno del continuo, dell’eterno ritorno del ciclo della vita umana; il segno della speranza di un essere che possa vivere in un mondo contraddistinto dall’armonia dei rapporti umani, rappresentata nell’ultima scena in cui viene risolto il tema della solitudine che si oppone all’amoreamicizia. Il personaggio che fin dal prologo si afferma come figura della solitudine è Wille, sempre emarginato dai compagni e alla ricerca costante di un rapporto di amoreamicizia. Alla fine, Tsatsiki si fa portatore del messaggio lasciato dal nonno paterno prima di morire come testimonianza e testamento spirituali, si ferma ad aspettare che Wille si unisca a lui e agli altri ragazzi, in un sogno d’armonia giovanile esaltato, celebrato dal fermo immagine finale. Il sogno è una delle architravi tematiche del film. Ognuno dei personaggi principali ha un percorso dominato da un sogno. Il sogno di Tsatsiki è, come si è detto, l’amicizia-amore; il sogno di Tina è quello di conciliare famiglia e lavoro; il sogno di Göran è quello di avere una famiglia unita; il sogno del nonno materno di Tsatsiki, Anders, è la possibilità di ritornare sugli errori commessi in passato. Tornando sul personaggio di Tsatsiki, notiamo che il secondo capitolo è, come il primo strutturato su di lui e sulla seconda tranche del suo percorso di formazione, di maturazione; formato, come i primo, da siparietti che rappresentano lo scandirsi, lo svilupparsi dei rapporti di Tsatsiki con gli altri personaggi, adulti o bambini. Tsatsiki offre la traccia principale: da questa traccia si dipanano le tracce narrative costituite dalla relazione di Tsatsiki con gli altri. La trama del racconto è costituita dal continuo passaggio da un filo narrativo a un altro. Come nel primo capitolo, Tsatsiki trova delle figure di guida e di sostegno con cui confrontarsi e da cui imparare, in rapporto alle quali porsi nella posizione di 5 discente. Rispetto al primo, però, nel secondo capitolo le parti docente-discente sono meno disponibili al rovesciamento: nel primo capitolo Tsatsiki è un discente pronto a trasformarsi, anche se momentaneamente, in docente; nel secondo capitolo, Tsatsiki è un discente con più docenti, dai quali impara tanti lati e aspetti di un insegnamento che lo porta alla maturazione. Le figure di riferimento di Tsatsiki sono:Tina; il nonno paterno; la cugina Elena (per l’amore, la libertà e il mondo femminile). Guardiamo agli altri personaggi principali: Tina, Göran e Anders. 2) Tina nel primo capitolo è un’aspirante rock star imprigionata nella frustrazione di un monotono lavoro; nel secondo capitolo, ha raggiunto con il suo gruppo un certo successo, e si divide faticosamente tra la musica (il lavoro, la carriera) e la famiglia (il compagno, il figlio, il desiderio di essere di nuovo madre). 3) Göran nel primo capitolo era padre putativo e guida per Tsatsiki, e figura dell’ordine, dell’equilibrio e della tradizione; nel secondo capitolo, in lui si smarrisce l’aspetto dell’ordine e dell’equilibrio, e si accentua l’affezione per la tradizione (la famiglia unita, la donna casalinga). Soprattutto Göran ha quasi completamente perso, nonostante alcuni sforzi e tentativi, il legame padre-figlio con Tsatsiki, non è più il punto di riferimento del ragazzo, il quale ha trovato un’altra guida nel nonno materno. 4) Anders è nel secondo capitolo la principale figura di riferimento per Tsatsiki, ed è anche il suo compagno di percorso. Il percorso, i sentimenti, gli stati d’animo di Tsatsiki sono coincidenti e paralleli a quelli del nonno materno. Anders è un ex musicista jazz che ha abbandonato i sogni artistici, ed è tormentato e rattristato da molti rimpianti, che riguardano la musica e una donna, un personaggio (fantomatico) di nome Sally. È spesso attaccato al telefono, è imprigionato in un lavoro che non gli piace e che lo frustra (è una situazione simile a quella in cui si trovava Tina nel primo capitolo). Il nonno è una figura che conferma l’importanza 6 dell’amicizia (con il rapporto con il nipote, che è un rapporto tra docente-nonno e discente-nipote, ma è allo stesso tempo paritario, basato cioè su una pari dignità), dell’amore (Sally), dei sogni (la musica, l’arte). Lo stile visivo del film è molto vici no a quello del prim o capitolo, ma con al cuni significativi sostanzialmente cambiamenti classico, improntato e su aggiunte. È proce dimenti uno stile tradizionali come il campo controcampo, e su inquadrature (inq) in prevalenz a fisse, dall’asse stabile, con ra ri, lievi, funzionali e controllati movimenti. Tali spostamenti sono l e cosiddette correzioni di campo, o re-inquadrature (dal francese recadrage, o dall’i nglese refraiming): sono m ovimenti della mdp che , rapportati a quelli di un attorepersonaggio che si sposta all’interno di uno spazio, hanno lo scopo di mantenere l ’equilibrio e la centratura del piano. Nelle correzioni di campo si può leggere l ’inte resse dedicato dal regista agli attoripersonaggi. Un’altra caratteristi ca fondamenta le di questo secondo capitol o è quella che punta a porre gli attori-personaggi, con i l oro corpi , o s olo con i l oro volti, nel margine latera le dell’inquadratura. Questa scel ta visiva: contestualizza ambientalmente i personaggi nello spazio in cui agiscono mira a concretizzare a livello visivo la doppia attenzione dedicata agli attori-pe rsonaggi e all’ambiente-paesaggio nella sfera ambientale, spaziale, sottolinea la differenza tra la razionalizzazione del paesaggio urbano e la primigenia e armonica purezza del paesaggio naturale greco, cui s ono dedica ti molti più campi lunghi, nei quali le figure umane si stagliano minute, spe rdute di f ronte a ve dute panoramiche immense. Non si tratta solo del puro gusto della bellezza visiva delle vedute greche, ma della ne cessità di evidenziare la distanza tra la ci viltà urbanizzata, che te nde alla reificazione dell’umano, e la natura, in cui l’essere umano può affermarsi nella sua libertà e purezza originaria. 7 Analisi testuale Il film può essere diviso in 5 parti: Prol ogo: si svolge a scuola e introduce il tema dell’opposizione tra amicizia e solitudine. Primo atto: dalla parte finale dell’anno scolastico, fino alle vacanze e alla partenza di Tsatsiki e Anders per la Grecia (inizio estate). Intermezzo: in Grecia prima della morte del nonno (estate). Secondo atto: segue la morte del nonno paterno e inizia con il ritorno di Tsatsiki a casa, rappresenta la riconciliazione di Tsatsiki con Per e Maria, e la nascita della sorellina (estate, autunno, inverno). Epilogo: breve celebrazione idilliaca del trionfo dell’amicizia-amore (primavera, estate). Il tema della ciclicità della vita umana si presenta con la morte del nonno paterno e la susseguente nascita della sorellina di Tsatsiki, ma si afferma anche nella successione delle stagioni: la prima parte è costituita dalla parte finale dell’anno scolastico; il viaggio in Grecia si svolge durante l’estate ed è ancora estate quando Tsatsiki partecipa alla gara di pesca; in seguito si ritorna a scuola; arrivano i primi freddi, e poi l’inverno e la neve; nell’epilogo sembra di ritornare al caldo estivo. Prol ogo Su sche rmo ne ro, si sentono i suoni (rumori e voci) d’una scolaresca . Attraverso i suoni ci formiamo un’i mmagine, ci creiamo mentalmente l’immagine che il regista sta per mostra rci. L’immagine nera accompagnata dai suoni può essere definita come un’inquadratura, un’immagine sonora. L’immagine sonora, indipendente totalmente (o quasi) si afferma con l’invenzione di un a tto puro di pa rola, di musica , di rum ore, o persino di silenzio: i suoni ci fanno senti re, ci di cono quello che non ci viene mostrato nell’immagine (nel nostro caso: quello che l’immagine ancora non ci m ostra, ma è prossima a mostrarci). L’immagine sonora a cquista un b reve margine e lasso di autonomia dall’immagine visiva. La maestra chiede agli alunni chi sia l’uomo più solo al mondo. Si presentano così a scuola, come accadeva nel primo capitolo, i principali personaggi tra i bambini: Tsatsiki, Per, Maria e Wille, il quale afferma che l’uomo più solo è quello che non ha 8 amici. Si enuncia la contrapposizione tra amicizia(-amore) e solitudine. La frase di Wille e la conseguente preoccupazione di Tsatsiki aprono ai ti toli di testa e a un temporaneo nuovo af fermarsi, sul ti tolo del film e sullo schermo nero, dell’autonomia dell’i mmagine sonora, basata non più sui suoni della scuola, ma su quelli della strada, su cui vediamo subito dopo passare Tsatsiki, Per, Maria e Sara (amica di Maria), mentre tornano a casa dopo la scuola. Primo atto Mentre i ragazzi fanno ritorno a casa, sentiamo una musica rock che da commento over, imposto cioè dal regista-autore , dall’istanza narrante, si fa musica “in”, cioè prodotta (ascoltata) dai pe rsonaggi del film e con un origine localizzabile all’interno dell’inquadratura. A suonare sono Tina e Niklas. Niklas è un musicista della band di Tina; frequenta la casa di Tsatsiki. Tina lo vede come un amico, Göran invece come un intruso nell’unità del nucleo familiare (ma in seguito tra i due si stabilirà un’armonia amicale). Il sogno di Niklas è il successo nel lavoro, ma alla fine saprà valutare l’importanza delle relazioni umane. Su Tina vediamo una delle poche inquadra ture sghembe, con asse sbilenca, del film: è un modo per accompagnare visivamente la musica rock, a mo’ di vi deoclip (è interessante il fatto che qui siano le immagini ad adeguarsi alla musica: la dimensione sonora a rriva al suo te rzo m omento di supremazia sul visivo) . La telefonata di un giornalista è l’espediente narrativo per presentare, tramite Tsatsiki, i personaggi principali tra gli adulti: Tina, Niklas, e Göran (da notare l’accento posto sulla modernizzazione dell’istituzione familiare: si parla di famiglia, anche se Göran e Tina non sono sposati, ma sono una coppia di fatto). Tsatsiki deve andare a pranzare a casa di Maria; Göran e Niklas gli elargiscono dei consigli su ciò che bisogna fare nel caso si venga invitati a casa di una ragazza, e gli suggeriscono di portare dei fiori. Tsatsiki non vorrebbe spendere i soldi che sta raccogliendo per comprare delle pinne nuove (quelle vecchie sono diventate troppo strette: sono un segno materiale della crescita di Tsatsiki, che le aveva acquistate nel primo capitolo, a 8 anni); ma alla fine cede e compra dei fiori a Maria, in “gesto d’amore”. 9 Göran e Niklas sono qui le prime figure-guida del ragazzo. Maria è turbata dal litigio dei genitori che sono sul punto di lasciarsi (litigio che noi sentiamo nelle voci off, fuori campo: non vediamo nul la di questo litigio, ma le voci ci aiutano a com prendere una situazione familiare, che è allo sfascio, e lo stato d’anim o di Maria, sconvol to) e rifiuta il “gesto d’amore”, dice di non credere più all’amore, giudica Tsatsiki infantile e lo lascia. Per Tsatsiki arriva il primo momento di crisi, legato all’amore, e con esso la solitudine. La prima persona con cui si confida è il nonno materno. Insieme a lui guarda una foto di musicisti jazz: come nel primo capitolo la foto di Yannis era per Tsatsiki un’immagine del sogno di conoscere suo padre, così in questo secondo capitolo la foto (fissazione oggettiva del tempo) di un concerto jazz è l’immagine dei sogni di Anders (la foto ferma il tempo, permette di tornare indietro nel passato e di riviverlo, di riassaporarlo). A casa di Tsatsiki, Tina presenta in tavola un’insalata che, a quanto il protagonista ha detto al nonno nella scena precedente, è l’unico pasto che la donna si dedichi a cucinare, con dispiacere di Göran, che vorrebbe una compagna simile alla propria madre, tradizionalmente dedita alla famiglia e ai fornelli (Göran è un ragazzo di campagna e nel primo capitolo affermava di non riuscire a comprendere le complesse ragazze moderne e cittadine come Tina). Tina è invece divisa tra famiglia e carriera, come la stessa sua casa consta di due ambienti principali, la cucina (famiglia) e una sala per le prove (carriera). Questo contrasto emerge quando Niklas spinge Tina ad affrettarsi perché devono presenziare a una trasmissione televisiva, mentre Göran vuole che la sua compagna si sieda a pranzare con la famiglia. Tina è divisa tra le due spinte opposte di Göran (famiglia) e Niklas (lavoro); eppure riesce a trovare il tempo per dedicarsi al primo dialogo a due con il figlio. Tsatsiki, dopo essersi confrontato con il nonno, ora parla di Maria e dell’amore con la madre. Il ragazzo non sa baciare e pensa che questo sia il motivo per cui Maria l’ha lasciato; la madre gli spiega che saprà baciare nel momento in cui s’innamorerà davvero, e che, fino ad allora, baciare una ragazza che non ama equivarrà a baciare un cane o un parchimetro: queste indicazioni della madre riemergeranno in seguito nella mente di Tsatsiki e nel film, con effetto comico. Tsatsiki e Per vedono un manifesto per strada e scoprono così che per agosto è stata indetta una gara di pesca il cui primo premio è di 5000 corone; Tsatsiki 10 pensa di chiedere l’aiuto di Göran, che nel secondo capitolo ha una passione assente nel primo film, quella per la pesca. Torna poi la location della piscina, centrale nel primo capitolo, meno presente e importante nel secondo. Per si allena a pescare, mentre Tsatsiki si rilassa su un lettino gonfiabile e paragona l’amore alla pesca: come per avere dei buoni risultati nella pesca è necessario fare pratica, così Tsatsiki pensa sarà anche per l’amore e per i baci, e ha l’idea di organizzare una festa con altre due ragazze che possano, insieme a lui e a Per, esercitarsi nel baciare. I ragazzi invitano due compagne di scuola, Elina e Sara. Alla festa, con estrema puntualità, arriva Elina, ma senza Sara, sostituita da Mona, una nuova amica di Maria. Mona è molto aggressiva, e al momento di baciarla, Tsatsiki ricorda le parole di sua madre sul cane e il parchimetro. Nella sua genuina e disarmante ingenuità, il ragazzo comunica tutti i propri pensieri a Mona, che si offende e se ne va insieme a Elina, mentre a Tsatsiki viene improvvisamente in mente di vedere i filmini amatoriali della Grecia, nei quali appare anche la cugina Elena: nella mente di Tsatsiki c’è ancora posto per la Grecia e per il mare. Tsatsiki si reca a mangiare dal nonno, con cui parla della necessità dell’amicizia nella vita dell’essere umano. Il ragazzo si rende conto che, pur avendo perso l’amore, non è sprofondato completamente nella solitudine, perché gli resta l’amicizia, gli resta Per. Resta a dormire a casa del nonno; di notte si sveglia sentendo della musica jazz, e trova il nonno che si abbandona ai suoi sogni artistici, fingendo di suonare la tromba: il film celebra la funzione dei sogni e della fantasia, esplicitata, espressa e dispiegata nel mostrare, più volte, divertite, spensierate e anche comiche, infantili finzioni mimiche da parte di diversi personaggi (il nonno finge di suonare la tromba; Per finge di pescare; Göran finge di nuotare). Nel cortile della scuola, Maria e Mona stanno pubblicamente deridendo Tsatsiki, descrivendolo come un ragazzo dai comportamenti puerili, fermatosi al livello mentale di un bambino di 7 anni (l’età che Tsatsiki aveva nel primo capitolo: e in un certo senso Tsatsiki è rimasto davvero molto legato a quella età). Il proce dimento del campo controca mpo divide su due fronti opposti e avversi Maria e Mona da una parte e Tsatsiki e Per dall’altra : ma i due fronti non sono parita ri, perché Ma ria e Mona si trovano sulla cima di una scalinata, in condizione di supe riori tà, mentre Tsatiki e Per sono ai 11 piedi della rampa, in condizione di dileggiata inferiorità. Il dislivello tra i due fronti è accentuato dalle i nclinazioni dell’asse delle inq, dal basso verso l’alto sul gruppo Maria-Mona, dall’alto verso il basso sul gruppo Tsatsiki-Pe r. Tsatsiki ha la reazione istintiva e rabbiosa di rispondere all’umiliazione pubblica, e di dileggiare anch’egli Maria, mettendo in piazza particolari intimi e imbarazzanti per la ragazza, la quale reagisce rivelando una confidenza raccontatale da Tsatsiki e riguardante Per. Per è mortificato e sconvolto e si allontana rompendo l’amicizia con Tsatsiki. Il protagonista, dopo Maria e l’amore, ha perso anche Per e l’amicizia: ora si sente sprofondato nella solitudine, e vede dappertutto attorno a sé coppie di innamorati o di amici (l’effetto è accentua to dallo slow motion ): come a dire che per l’individuo la condizione naturale non è la solitudine, bensì l’essere in compagnia, l’essere in coppia. A casa, Tina vuole venire incontro a Göran e soddisfarne le esigenze. Tenta perciò di immedesimarsi nei panni della casalinga, e di preparare la marmellata fatta in casa; orgogliosa, vuole far da sola, senza aiuti altrui, e soprattutto senza le istruzioni della madre di Göran, dalla quale si sente surclassata. Ma finisce così per non mettere lo zucchero nella marmellata, che le viene amara. Il fallimento culinario spinge Tina a erompere in uno scoppio di rabbia per troppo tempo soffocata, che la porta a liberarsi, a sfogare tutti i motivi della sua frustrazione e a rivelare infine di essere incinta. La notizia dona felicità a Göran, che vede il crearsi di una vera famiglia, e rafforza il senso di solitudine di Tsatsiki, che si confronta con la madre sulla rottura tra Tsatsiki e Per, sull’amicizia. Ma Tsatsiki non confida tutto a Tina, non le svela i suoi errori, come vedremo farà invece col nonno materno, con cui si sente maggiormente a proprio agio, e in cui vede non solo una guida, ma anche un amico (l’unico problema è dato dalla differenza d’età). Il giorno dopo, Tsatsiki deve andare con Anders a visitare il Museo di Storia Naturale, e decide di invitare Per. Nel cortile della scuola, Tsatsiki si trova al centro, da solo, tra due fuochi, quello dell’amicizia (Per) e quello dell’amore (Maria): vede da una parte Per che gioca a pallone con altri compagni e con cui egli tenta invano di riconciliarsi; dall’altra parte Maria che, vessata da alcuni ragazzi, dimentica il suo astuccio a terra. Mentre Tsatsiki si allontana con il nonno, Per si ferma a guardarli: in realtà anche Per è solo, come lo sono sia Tsatsiki che Maria. 12 Vediamo poi una lunga sequenza in ambito domestico, che ha un complesso arco emozionale, oscillando tra toni da commedia e toni drammatici. Göran finge comicamente di nuotare, suscitando un clima d’ilarità e divertimento; ma quando Tsatsiki, scherzando con Göran, prende la chitarra di Tina, la donna si allarma innervosita (la famiglia è sempre sul punto di entrare in conflitto con il lavoro). Il momento di tensione viene superato quando i tre si siedono a tavola per pranzare; quand’ecco sopraggiungere Niklas, il quale annuncia che la band è stata ingaggiata per una tournée in Giappone. Göran è amareggiato, perché vede svanire la possibilità del viaggio in Grecia, ma si calma subito perché potrà accompagnare la compagna in Giappone; Tsatsiki invece reagisce con rabbia. Tina allora viene colta dai dubbi, e vorrebbe rinunciare alla tournée per mantenere la promessa fatta al figlio del viaggio in Grecia. Niklas e Anders cercano di convincerla a non lasciarsi sfuggire l’occasione, a non commettere un errore che potrà causarle in seguito solo rimpianti; ma alla fine è lo stesso Tsatsiki che, dimostrando il raggiungimento di una certa maturità e il superamento di un egoismo infantile, persuade la madre ad accettare la tournée in Giappone e propone di farsi accompagnare in Grecia dal nonno. Intermezzo (in Gre cia) Giunto in Grecia, Tsatsiki incontra prima il padre e poi il nonno paterno. Segue una festa di benvenuto per il ragazzo, con musiche e balli tradizionali, che porta nel film una dimensione turistico-folclorica. Il film inizia ad aprirsi ai brulli, scabri, pietrosi e marini paesaggi ellenici. La scena successiva rappresenta un incontro di sguardi, a distanza, tra Tsatsiki ed Elena, e mostra lo sbocciare puberale della cugina (che è allo stesso tempo una tensione all’autonomia, alla libertà, osteggiata dalla madre di lei e dalla cultura, dalle tradizioni greche), in parallelo ai primi turbamenti sessuali del protagonista. Tsatsiki, volgendo le spalle alla mdp, si ferma dinanzi al paesaggio del mare con tramonto, dal tono ocra: l’immagine richiama quelle della pittura romantica, che rappresentano spesso la figura umana di spalle, di fronte all’immensa e spaurente grandiosità dei paesaggi naturali; il tono luministico col or ocra sarà ripreso, come traccia del ricordo e del legame con la Grecia, dalla lampada a conchiglia che Tsatsiki porte rà in Svezia come souvenir. 13 Nella scena seguente, Tsatsiki cerca di indossare le nuove pinne, che sono però troppo strette e piccole: si tratta di un chiaro simbolo del fatto che il mare e le origini non sono più il centro assoluto dei pensieri del ragazzo. Quella fase è conservata come patrimonio della memoria e dell’esperienza, ma è superata, è passata con l’infanzia; ora, nell’età adolescenziale, il centro dei pensieri di Tsatsiki è costituito dall’amore e dall’amicizia. Questi pensieri suscitano nel ragazzo l’amarezza dei rimorsi e dei rimpianti, e la stessa amarezza traspare sul volto del nonno: tornano il confronto e il parallelismo, già presenti nel primo capitolo, tra le esperienze e gli stati d’animo dei ragazzi e degli adulti. Tsatsiki riceve cartoline dalla Svezia (Sara le fa sapere che Per si è fratturato una gamba giocando a pallone) e dal Giappone. La lentezza dell’andirivie ni dell’acqua del mare sulla risacca provoca una bre ve sospensione, un rallentamento che apre alla dimensione onirica, e appare Tina vestita da geisha: la dimensione oni rica si collega, com e nel primo capitolo, all’acqua, al mare. Nella scena seguente, Elena, che vive in Grecia ma è nata in Svezia, è chiamata a fare da intercessore, da traduttrice tra lingue e culture diverse: traduce le parole del nonno paterno, il suo desiderio di far visitare agli ospiti le vicine montagne. Di sera, Anders esce a suonare la tromba: non finge più di suonarla come nel primo atto, la suona davvero, creando un legame più stretto e concreto con i suoi sogni. Nella stanza di Tsatsiki entra Elena (dapprima camuffata da fantasma, forse per evidenziare le paure e la puerilità di Tsatsiki, che però non abbocca allo scherzo). Tra i due ragazzi si verifica un primo avvicinamento, un primo contatto. Vediamo la lampada che Tsatsiki porterà con sé in Svezia e che Elena spregia: è il segno che Elena non ama, come Tsatsiki, le proprie origini elleniche, è imprigionata dalle tradizioni e costrizioni della vita in Grecia, si sente una ragazza moderna, vorrebbe vivere in città, desidera aprirsi all’amore, alla libertà. Vediamo e capiamo tutto ciò nella scena seguente, in cui Elena spinge Tsatsiki a porgerle la chiave per uscire di casa. Tsatsiki, figura portatrice della modernità cittadina nell’arcaico mondo greco, dà alla ragazza l’occasione per uscire dalla condizione di reclusione, per assaporare la libertà che le manca. Tsatsiki ritrova Elena sulla scogliera dove i ragazzi del posto si riuniscono per tuffarsi. Il protagonista, portatore della modernità, si sente sperduto, smarrito nella natura primordiale. Elena lo raggiunge e i due si lanciano in acqua, in un’inq in camera fissa e in slow motion che riafferma uno dei 14 punti essenziali del primo capitolo, la visione-percezione liquida , fluida, che si può ritrovare nel cinema francese degli anni ‘30 e ‘40. L’immersione marina di Elena e Tsatsiki ricorda da vicino una sce na del film L’ATALANTE, di Jean Vigo, in cui l ’immersione e la pe rcezione fluida del protagonista si correla no all’emersione e all’appa rizione mentale, oniri ca della sua sposa fuggita via, quindi all’immagine dell’amata, all’amore. In TSATSIKI 2 (L’AMICO DI TSATSIKI), la visione liquida, segnata da una perce zione rallentata e vaporosa, è l’affermazione dello Spirito come fonte dell’amore e del sogno, il sogno dell’armonia della gioventù. Dopo il mare , si resta nella natura , passando alle montagne (dal fresco dell’acqua al caldo della roccia). È il giorno della gita in montagna, sulle orme delle esperienze del nonno paterno, che illustra agli altri la memoria della Storia (la guerra, la resistenza) e delle storie personali (l’amore con la nonna). È la testimonianza, il lascito testamentario che si afferma alla fine di una lunga esistenza: il nonno è colui che avanza più lentamente e con maggiore fatica di tutti perché è malato, ma anche perché è colui che porta sulle spalle il maggior carico di esperienza, di vita vissuta. La presenza di un serpente evidenzia il carattere selvaggio della natura primigenia. Da inq mosse e dall’asse instabile (ancora macchi na a mano), si passa a una lenta panoramica che e videnzia la solenne maestosità del paesaggio montuoso. La sera, Elena litiga con il suo ragazzo, Georgios (rifiutando il sesso senza romanticismo), e compie un ulteriore avvicinamento a Tsatsiki, iniziandolo a guidare sulla strada dell’amore, insegnandogli i preliminari al bacio; ma non arriva a baciarlo, perché viene interrotta dall’arrivo di un’ambulanza, a nticipa to da un suono off, dal suono fuori campo della sire na (è, questo, un altro punto in cui si afferma l’importanza del sonoro: in questo caso abbiamo immagine sonora e im magine visiva come com pone nti autonome della stessa immagine audiovisiva) . Dall’immagine sonora dell’ambulanza si passa alla sua immagine visiva. Yannis dà notizia della morte del nonno paterno. Il funerale del nonno è un’occasione per conoscere alcune tradizioni elleniche (il coperchio della bara posto fuori della porta di casa). Elena dice di non credere al paradiso, come Maria 15 non crede (più) all’amore: le ragazze sembrano essere le portatrici dello scetticismo. Secondo atto Il ritorno a casa, in Svezia, è introdotto da un’immagine dai toni caliginosi, tristi , fune rei. È un’inq sull’acqua di un fiume che scorre sotto un ponte: l’acqua ora è segno, simbolo non più di un sogno di armonia, gioventù e amore, ma di cordoglio e dol ore, resta ndo comunque legata alla dimensione dello Spirito. Göran vuole portare Tsatsiki alla gara di pesca, ma il ragazzo deve prima sistemare una delle sue due principali incombenze: deve chiarire i rapporti con Per. Per è ora ospite di una clinica, per la gamba fratturata. I due ragazzi si rappacificano, si ritrovano, e Tsatsiki spinge la carrozzella su cui Per è costretto per raggiungere il porto, Göran e il torneo di pesca. Tsatsiki, Göran e Per non vinceranno la gara, non è quello che importa, non era quello il fine principale dei personaggi (o della storia, del film). A sera inoltrata, Tsatsiki esce di casa per sistemare la seconda incombenza, quella del rapporto con Maria: vuole andare dalla ragazza e portarle in dono il souvenir portato dalla Grecia, la lampada a conchiglia, desidera regalarle i propri ricordi concentrati in un oggetto, in una luce, vuole in fondo donarle se stesso. Anders raggiunge in auto Tsatsiki e lo accompagna da Maria. Mentre Tsatsiki si riconcilia con Maria, mettendo in pratica gli insegnamenti amorosi di Elena (e la luce ocra della lampada si attesta come segno visivo di armonia), il nonno, in attesa del ragazzo, riceve una telefonata inattesa da Sally, la sua ex compagna, con cui fissa un appuntamento e torna a legarsi: le esperienze, i sentimenti, gli stati d’animo di nonno e nipote si rivelano ancora coincidenti e paralleli. La neve che scende nel paesaggio cittadino alle spalle dell’abbraccio tra Tsatsiki e Maria segna un pacificante cambio di stagione. Nella scena seguente, Göran torna a casa dal lavoro. Si sente una palpabile tensione tra lui e Niklas, che ora cerca però una conciliazione con Göran, attraverso l’elemento che sa usare e padroneggiare meglio, la musica. La dolce musica suonata da Niklas, l’inq vuota di figure umane sul corridoi o di casa e la seguente immagine di Tsatsiki dormiente creano un clima di sospensione, di attesa, di “cal ma 16 prima della tempesta”, che puntualmente si scatena quando Tina si presenta dinanzi alla porta della cucina annunciando di essere in procinto di partorire. Tina, Göran, Niklas e Tsatsiki si recano in ospedale sull’automobile di Niklas, che però si ferma perché rimasta senza benzina. La scena della corsa in automobile è serrata e concita ta, e allo stesso tempo ha tocchi di commedia (anche grazie alla musica rock di commento over): le inq sono di durata mol to più bre ve che nel resto del film, e di conseguenza gli stacchi da un’inq a ll’altra sono più veloci e numerosi, e trasmettono un senso di incalzante agitazione. È arrivato l’inverno, e con esso il freddo: Niklas copre Tsatsiki con la sua giacca e il suo cappello, assumendo, sia pur per breve tempo, la funzione di guida protettiva nei confronti del ragazzo. Alla fine Tina riesce a partorire in auto, con l’aiuto di Göran, e nasce una bambina, Retsina. Epilogo Sembra tornato il caldo dell’estate. Tina siede al tavolo di un bar, e tiene accanto a sé la carrozzina con la piccola Retsina. La raggiungono prima Niklas, poi Tsatsiki con i suoi amici, infine Göran in moto, in una riunione finale di tutti i personaggi principali del film. Wille chiama Tsatsiki da lontano per felicitarsi con lui della sua neonata sorellina; Tsatsiki lo ringrazia, e, nell’allontanarsi, si ferma per permettere a Wille, finora figura della solitudine, di unirsi a lui e agli altri ragazzi in una celebrazione dell’apertura all’altro e dell’amicizia-amore, in un’allegra e danzante passeggiata nel verde di un giardino (si vede anche una fontana): la natura e l’acqua, pur circoscritte, delimitate, e non libere come in Grecia, rappresentano la genuinità dell’animo della gioventù, del sogno di un’adolescenza che non termini, che si ricordi per sempre. Il sogno di fermare il tempo, già enuncia to da Tsatsiki in un dialog o con Anders, è qui indicato visivamente, col fermo immagine finale, che rimanda alla fissazione oggettiva (e senza movimento, al contra ri o dell’immagine cinematografica) del fotografica. 17 tempo offerta dall’immagine IPOTESI PER UNA DISCUSSIONE IN CLASSE Il protagonista e il suo ambiente 1) In che tipo di quartiere si svolge la storia? 2) Com’è l’appartamento in cui Tsatsiki vive con sua madre? 3) Tsatsiki ha una stanza tutta sua? Se sì, descrivila. 4) Come credi sia fatta la città di Tsatsiki? 5) Secondo te, quali sono le attività principali che vi si svolgono? 6) Hai mai visto una città come quella di Tsatsiki? 7) Qual è la cosa che ti ha colpito di più della sua città? 8) Credi che sia una città che ti piacerebbe visitare? La psicologia del protagonista 9) Di cosa ha paura Tsatsiki? 10) Cosa si aspetta di diventare? 11) Cosa gli piace fare? 12) A che giochi partecipa? 13) Che tipo di ragazzo credi che sia? 14) Credi che Tsatsiki ti somigli in qualche modo? Tsatsiki e la sua famiglia 15) Cosa credi che Tsatsiki pensi della madre all’inizio della storia? 16) Credi che il loro rapporto sia importante? 17) Secondo te cosa pensa Tsatsiki di sua madre alla fine? 18) Che cosa pensa all’inizio di Göran? 19) E alla fine? 20) E cosa pensa di Niklas? 21) Che significa secondo te essere gelosi di qualcuno? 22) Se mai stato geloso di qualcuno? 23) Ricordi cosa pensavi dei tuoi genitori a 6 anni? E a 8? Cosa pensi di loro adesso? 24) È cambiato il rapporto con i tuoi da quando avevi 6 anni? 25) Come sono i tuoi rapporti con tuo/a fratello/sorella? 26) Qual è la cosa più importante che ti aspetti da loro? 27) Cosa significa per te essere fratelli? Tsatsiki e i suoi amici 28) Chi è il miglior amico di Tsatsiki? 29) Cosa divide con lui? 30) Cosa scopre con lui? 31) Cosa hanno in comune? 32) In che cosa sono diversi? 33) C’è una bambina speciale per Tsatsiki? 34) Perché Tsatsiki si ritrova solo? 35) Perché litiga con i suoi amici? 36) Tsatsiki crede nell’amore? 37) Tsatsiki crede nell’amicizia? 18 38) Maria cosa pensa dell’amicizia e dell’amore? 39) Per cosa pensa dell’amicizia e dell’amore? 40) Quali sono le scoperte più importanti che hai compiuto con i tuoi amici? 41) Quali sono le scoperte più importanti che ti aspetti di compiere con loro? 42) Secondo te, a cosa servono gli amici? 43) Credi che avere degli amici speciali faccia bene a Tsatsiki? Perché? 44) Qual è la cosa più importante che Tsatsiki impara da lui? 45) C’è un bambino o una bambina che è stato/a particolarmente importante per te da piccolo? 46) Cosa ti aspetti dai tuoi amici dell’altro sesso? Le tue opinioni 1) Scrivi un testo sul film Cosa ne pensi nel suo complesso? Quali pensieri ti ha ispirato? Quale elemento ti ha più colpito? Quale scena ti è piaciuta di più? 2) Se dovessi consigliare ai tuoi amici di vedere il film, in che modo lo faresti? IMMAGINI, PAROLE E SUONI 1) Descrivi la scena che più ti è piaciuta nel modo più dettagliato possibile. 2) Perchè hai scelto questa scena? 3) Cosa ti ha colpito di più? Un colore, la scenografia, la musica, il dialogo, la recitazione? Qualcos’altro? 4) Come vestono i personaggi nella scena? Perché? Il loro modo di vestire ti aiuta a comprendere qualcosa? 5) La scena è girata in interni (in una casa o un altro edificio) o in esterni (all’aperto, al mare, in montagna)? 6) Di giorno o di notte? 7) C’è un colore dominante, un colore che hai notato più degli altri? Se sì, pensi che ci sia un motivo? 8) C’è musica nella scena che hai scelto? Che sensazioni ti ha suscitato? Pensi che avresti scelto una musica differente? Se sì, che musica avresti scelto? 9) Pensa alla scena e prova a immaginare dove era sistemata la macchina da presa rispetto agli attori? Vicino agli attori? Lontano dagli attori? È un’immagine fissa? O pensi che la macchina da presa si muova verso gli attori o allontanandosi da loro? Prova a ricordare e a ricostruire i movimenti della mdp. 10) Nella scena che hai scelto, se fossi stato il regista, cosa avresti cambiato? 11) Il film ti ricorda un libro che hai letto? 12) Cosa hai provato alla fine del film? 13) Prova a immaginare un diverso finale per il film e disegnane lo story board. 14) Se dovessi scrivere un breve testo per pubblicizzare il film, che cosa scriveresti? 15) Prepara una tua locandina del film (usa matite e colori o il tuo computer). FILM E LIBRI Due film accostabili al secondo capitolo della storia di Tsatsiki per le tematiche trattate (la pubertà, l’adolescenza, la famiglia, le vicende sentimentali, l’amicizia) sono IL TEMPO DELLE MELE (LA BOUM, Francia 1980) e IL TEMPO DELLE MELE 2 (LA BOUM 2, Francia 1982), entrambi diretti da Claude Pinoteau e interpretati da 19 Sophie Marceau. Ma anche l’ultimo capitolo di Harry Potter – HARRY POTTER E IL CALICE DI FUOCO (Mike Newell, USA, 2005) tratto dal quinto libro della serie, affronta il tema di come con l’età i rapporti di amicizia si complichino e l’amore cominci a diventare un “problema”. Alle prese con una nuova famiglia è anche Pauline in PAULINE AGENTE MATRIMONIALE (di Andrea Katzenberger, Germania, 2001). Il difficile equilibrio tra amicizia e amore compare anche in AIUTO SONO UN RAGAZZO di Oliver Dommenget (Germania, 2002) e in FRATELLI DI SANGUE di Lars Berg (Svezia, 2001). Questi ultimi tre editi da Medusa nella collana dedicata al GFF. Un capolavoro della storia del cinema che affronta l’età della prima adolescenza, i rapporti dei ragazzi con la famiglia, con i genitori, con i nonni, e il tema del sogno, è FANNY E ALEXANDER (FANNY OCH ALEXANDER, Svezia-Francia-RFT 1982), di Ingmar Bergman. Per il rapporto con il nonno, si veda UN GIORNO DA RICORDARE (TWO BITS, Usa 1995), di James Foley, con Al Pacino nella parte del nonno del piccolo protagonista. Un litigio tra due ragazzi amici del cuore come Tsatsiki e Per si ha in AMICI PER LA PELLE (Italia 1955), di Franco Rossi. Per quanto concerne la Grecia e i suoi paesaggi, ricordiamo i film di Théo Anghelopulos, primo fra tutti LA RECITA (O THIASOS, Grecia 1975); oppure, in relazione anche al tema dell’amicizia e dell’amore (seppure non tra adolescenti), si può vedere MEDITERRANEO (Italia 1991), di Gabriele Salvatores. Amicizia e amore li troviamo anche in alcuni libri editi di recente come: Pesche di Jodi L. Anderson (Fabbri Editore), Reggiseni e manici di scopa di Sarah Mlynowski (Sonzogno), i libri della serie, Quattro amiche e un paio di jeans di Ann Brashares (Fabbri), È l'amore che non comprendiamo di Bart Moeyaert (Salani), Non mi piace il fatto che sei bella, e Il Cuore sulla fronte di Loredana Frescura (Fabbri). Alle prese con una madre rock star anche la protagonista di La fata delle tenebre di Black Holly (Mondadori). 20