Con Sacmi-Defranceschi l`enologia italiana mette il

Transcript

Con Sacmi-Defranceschi l`enologia italiana mette il
Con Sacmi-Defranceschi l’enologia italiana mette il turbo
Grande successo per l’open day in azienda che ha visto la presenza di oltre 150 operatori del
settore. Protagonista la neonata Divisione Sacmi Wine&Spirits con cui il Gruppo di via Selice
Provinciale, dopo l’acquisizione di Defranceschi Italia, lancia la sfida al mercato mondiale delle
macchine e impianti per l’enologia
Imola, terra di viticoltori e meccanici. Una storia che, mai come oggi, si riattualizza e si proietta
nel futuro. Così Sacmi, Gruppo internazionale dell’impiantistica industriale che chiuderà
anche il 2016 con un fatturato sopra gli 1,4 miliardi di euro, presenta al mercato la nuova
Divisione Wine&Spirits che, all’indomani dell’acquisizione di Defranceschi Italia – storico
marchio della produzione di macchine e impianti per l’enologia con sede operativa nella vicina
Mordano – valorizza e mette a sistema le competenze del Gruppo nel mondo del vino.
L’occasione lo speciale open day di oggi che ha visto oltre 150 operatori – cantine, enologi,
designer, fino allo strategico mondo degli intermediari tecnologici – partecipare alla
presentazione della nuova Divisione in un percorso (la Defranceschi, si ricorderà, aveva
portato i libri in tribunale lo scorso gennaio, NdR) dal duplice significato: la rinascita e il rilancio
a tempo record di un’azienda che ha rappresentato il meglio dell’impiantistica Made in Italy
per l’enologia, da un lato; per Sacmi, primo fornitore al mondo di impianti per l’industria
ceramica ma anche leader nella produzione di macchine per tappi a corona e capsule in
plastica, una strategica opportunità di crescita e diversificazione del business partendo dalle
molteplici soluzioni già in portafoglio sviluppate per questo settore.
“Con questo progetto – ha spiegato il presidente di Sacmi, Paolo Mongardi – puntiamo a
entrare nel mondo del vino in maniera forte. Disponiamo già di una Divisione Beverage che
contribuisce a oltre 350 milioni di euro del volume d’affari complessivo del Gruppo, e di un
patrimonio di competenze e know how che ci dà tutte le carte in regola per lanciare la sfida a
questo settore mettendo in campo nuove sinergie, innovazioni sul processo e sul prodotto, e
tutta la solidità di un partner come Sacmi che opera in 30 Paesi con 80 società di produzione
e servizio”.
Riempitrici, etichettatrici modulari (su tutte la nuova gamma KUBE), soluzioni per l’imballaggio
primario e la pallettizzazione: già oggi Sacmi è ben posizionata nel settore vino, con soluzioni
ad alta automazione installate presso le più prestigiose cantine italiane e internazionali. Ma è
con il dinamismo e l’umiltà dei grandi protagonisti che il Gruppo ha atteso (e colto) l’occasione
Defranceschi per proporsi oggi come interlocutore a 360° per il settore: “Quello del vino –
spiega Vezio Bernardi, direttore generale Sacmi Beverage e ‘regista’ dell’operazione – è un
mondo complesso, nel quale a un buon dinamismo dei mercati, specie internazionali, si
affianca un’estrema specializzazione, di prodotto, servizio e soprattutto esigenza di
riconoscibilità del brand. L’innesto nel Gruppo delle strategiche competenze Defranceschi,
con la sua storia e la sua grande riconoscibilità nel settore, ha rappresentato la condizione
per un ingresso a tutto tondo di Sacmi nel settore vino”.
Vediamola, la “nuova” Defranceschi: accanto all’amministratore delegato, Daniele
Marastoni, siederanno due direttori commerciali, uno per la parte tecnologica e i business
storici dell’azienda, Laurent Guillemain, l’altro, Fabio Zardi, responsabile della parte
impiantistica, ossia delle molteplici sinergie con i business esistenti del Gruppo (Filling,
Labelling, Packaging, ma anche Automation e, in prospettiva, le Divisioni NIR e Sistemi
olfattivi) capaci in un futuro prossimo di portare sul mercato una vera e propria “cantina chiavi
in mano”, dal controllo qualità in campo alla lavorazione delle uve e la vinificazione,
dall'imbottigliamento all’etichettaggio e al packaging.
Non solo strategia, oggi, in via Selice Provinciale: ad essere proposta agli operatori e
potenziali clienti è stata una vera e propria gamma prodotti Defranceschi, già pronta per
essere immessa sul mercato e in questo modo (secondo “miracolo” dopo l’acquisizione a
meno di otto mesi dal fallimento) capace di restituire immediatamente visibilità e quote di
mercato all’azienda di Mordano, dove già era ubicato lo stabilimento più importante del
Gruppo e che rappresenterà il cuore produttivo della Sacmi-Defranceschi. Tra queste
soluzioni, che i visitatori hanno potuto toccare con mano durante uno speciale percorso
espositivo in azienda, la nuova serie di presse a membrana JP-CD, rinnovate nel design e
nella meccanica (zero maintance, sicurezza, risparmio energetico), accanto alla serie
MAGNUM (già certificata CIVC, organizzazione interprofessionale dei produttori e
commercianti di Champagne), e ai serbatoi di design in acciaio colorato, simbolo della
Defranceschi in tutto il mondo sia per le superiori caratteristiche qualitative sia e soprattutto
per avere trasformato il serbatoio da oggetto dal puro valore d’uso a elemento d’arredo delle
cantine, sempre più luogo non solo di produzione ma di visita esperienziale da parte del
cliente, da curare quindi nell’architettura, nell’identità, nel design.
Novità – alcune delle quali saranno presentate alle prossime fiere internazionali di settore
come il Vinitech-Sifel di Bordeaux – che consentono di moltiplicare i già importanti numeri
Defranceschi, 152 linee di ricezione uva, 1.078 presse a membrana, oltre 2.200 serbatoi
forniti negli ultimi 15 anni in tutto il mondo. Accanto, i visitatori hanno potuto apprezzare le già
affermate soluzioni Sacmi per il settore come la nuova KUBE prodotta in Sacmi Verona o la
rivoluzionaria LVS 360, che consente un controllo qualità totale del processo di produzione e
applicazione dell’etichetta, mentre è già allo studio degli ingegneri Sacmi una nuovissima
riempitrice dedicata al vino che affiancherà le soluzioni già sviluppate con successo per il
settore birra e bevande CSD.
E poi c’è l’energia. Le cantine sono un mondo particolare ove – come ha ricordato Laurent
Guillemain – in poco più di 30 giorni l’anno avviene il miracolo della trasformazione del
grappolo d’uva in una bottiglia di pregio. È in questa fase che si verifica un consumo abnorme
di acqua ed energia che la gamma prodotti Sacmi-Defranceschi promette di abbattere
radicalmente, grazie ad un’attenzione al risparmio energetico da anni protagonista in casa
Sacmi e a ulteriori innovazioni progettuali sviluppate, in questo ambito, anche in
collaborazione con i ricercatori dell’Università di Bologna. Tramogge vibranti, macchine a
cernita ottica (sviluppate insieme al partner PROTEC), sistemi integrati di pigiatura
completano il quadro, in un’unica direzione: la qualità del prodotto finito, coordinata e
governata dall’arte enologica (anche qui, già nero su bianco la prestigiosa partnership tra
Sacmi W&S e il laboratorio ENOSIS Meraviglia, diretto dal professor Donato Lanati).
“Siamo convinti – conclude Vezio Bernardi – che automazione e controllo di processo
possano portare al settore vino enormi vantaggi sotto il profilo della redditività, dell’efficienza
del processo e, in definitiva, della capacità di offrire al cliente un prodotto di qualità eccellente”.
L’automazione, in sostanza, che fa bene alla tradizione: così, nella direzione di Industry 4.0,
Sacmi-Defranceschi rinnova e proietta nel futuro le migliori vocazioni del nostro territorio.