discovering_brazil_2011.

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discovering_brazil_2011.
DISCOVERING
BRAZIL
Settori emergenti e aree di sviluppo
per le PMI del Lazio
A cura di
Sviluppo Lazio S.p.A.
Area Internazionalizzazione e Estero
www.sviluppo.lazio.it
www.sprintlazio.it
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INDICE
PREMESSA
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1 - INTRODUZIONE
2 - BRASILE: PERCHÉ?
3 - INDICATORI SOCIO ECONOMICI SUL BRASILE
3.1 - Aspetti geografici
3.2 - Il sistema istituzionale brasiliano
3.3 - Le macroregioni brasiliane
4 - LA POPOLAZIONE BRASILIANA
5 - L’ECONOMIA BRASILIANA CONTEMPORANEA
5.1 - Il Brasile e la recente crisi internazionale
5.2 - Il Commercio Estero
5.3 - Gli accordi commerciali del Brasile
5.4 - Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia
5.5 - Investire in Brasile
5.6- Politica commerciale di accesso al mercato
5.7 - SACE e SIMEST : gli strumenti pubblici di sostegno finanziario e assicurativo
5.8 - Gli investimenti diretti esteri bilaterali
6 - I PIANI DI SPESA PUBBLICA
6.1 - Il programma di crescita accellerata (PAC-1)
6.2 - L’Estensione del programma (PAC-2)
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7 - I GRANDI EVENTI SPORTIVI
7.1 - Mondiali di Calcio 2014
7.2 - Le Olimpiadi di Rio De Janeiro 2016
8 - I PRINCIPALI STATI BRASILIANI
8.1 - Lo Stato di Saò Paulo
8.2 - Lo Stato del Minas Gerais
8.3 - Lo Stato di Bahia
8.4 - Lo Stato di Rio de Janeiro
Allegato 1 - Partenariato strategico tra la Repubblica Federativa del Brasile
e la Repubblica Italiana
Allegato 2 - Aspetti pratici dell’internazionalizzazione
Allegato 3 - Introduzione alla Normativa del lavoro
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PREMESSA
UNA COLLANA DI STUDI PER LA CONOSCENZA
DEI MERCATI E DEI POPOLI
Lo studio “Discovering Brazil, settori emergenti e aree di sviluppo per le PMI
del Lazio” si inserisce all’interno di una collana curata da Sviluppo Lazio per diffondere conoscenze, informazioni e dati economici di paesi strategicamente rilevanti nel processo di internazionalizzazione delle PMI del Lazio.
Le pubblicazioni si collocano tra le attività che la Regione Lazio, attraverso
Sviluppo Lazio, promuove in materia di politiche di internazionalizzazione industriale e commerciale delle aziende laziali, con l’obiettivo di accrescerne la presenza sui mercati esteri ed aumentarne il grado di proiezione a livello internazionale.
Il successo delle imprese, infatti, passa attraverso l’economia della conoscenza
che permette di guardare “oltre” e di aprirsi ad altre realtà produttive ed a nuovi
mercati. E’ il caso del Brasile che, insieme agli altri paesi BRIC (Brasile, Russia,
India e Cina), sta assumendo sempre più il ruolo di “locomotiva” della futura economia mondiale. Un sistema economico emergente, dove il mix di materia prime,
risorse umane ed intellettuali, stanno traghettando il paese verso performance di
crescita estremamente interessanti.
Attraverso questo tipo di interventi regionali si punta a sostenere la competitività ed a valorizzare le specializzazioni laziali sul mercato mondiale, permettendo
nel contempo alle imprese di rimanere radicate sul territorio.
Della collana fanno parte:
Albania - Il mercato dell'energia, opportunità per le PMI del Lazio
Animazione - Il mercato internazionale del Settore. Quadro di riferimento, scenari evolutivi e opportunità per le PMI del Lazio
Cina - ICT, analisi di settore su opportunità e prospettive di collaborazione
Cina - Ambiente, fabbisogno ed opportunità nello sviluppo economico del
Paese
Cina - Comprendere la Cina, suggerimenti pratici per avvicinarsi al mercato
cinese
Estremo Oriente - Le economie emergenti dell’Estremo Oriente. Nuovi orizzonti per il sistema economico del Lazio
Giappone - Sviluppo socio-economico e analisi del settore delle Biotecnologie
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India - ICT, Agroindustria, Audiovisivo. Fattori di sviluppo ed elementi di
competitività del sistema economico indiano
Lituania - Fattori di sviluppo ed elementi di competitività del sistema economico lituano
Lituania - Il sistema di Comunicazione e la logistica in Lituania e nei paesi baltici
Lituania - ICT, analisi di settore su opportunità e prospettive di collaborazione
Nautica - Lazio. Il settore della Nautica. Analisi e prospettive del sistema produttivo della cantieristica navale e della nautica da diporto
Mediterraneo - I finanziamenti internazionali a favore dei Paesi dell’area mediterranea
Montenegro - Analisi di settore su trattamento delle acque
Romania - Il Paese ed i rapporti con il sistema Lazio
Romania - Aspetti normativi e legislativi
Tunisia - Studio paese ed analisi delle prospettive di Internazionalizzazione nel
settore dell’e-Government
Turchia - Il settore dell’elettronica industriale in Turchia
Design - DiiD, Design for Made in Italy – Sistema design nelle imprese di
Roma e del Lazio
Gli studi sono disponibili per il download sul sito di SprintLazio –Sportello
regionale per i Servizi all’Internazionalizzazione - www.sprintlazio.it
1 - INTRODUZIONE
L’attuale crisi economico-finanziaria mondiale, e più in generale le problematiche indotte dal processo di globalizzazione, stanno mettendo a dura prova la capacità delle imprese, soprattutto medio-piccole, ad operare con profitto sui mercati.
La presenza di nuovi competitors internazionali, che si distinguono per qualità e
quantità delle loro produzioni, e la crescente difficoltà a reperire le risorse finanziarie per fronteggiare la competizione, rendono indispensabili iniziative di
approccio verso mercati ad oggi non considerati.
Il tempo delle iniziative sporadiche e non strutturate legate a politiche di
aggressione di mercati esteri, sta terminando: è la stessa competitività dei mercati
internazionali ad imporre alle aziende italiane un approccio diverso.
Nell’ambito delle attività previste nel “Programma degli interventi di sostegno
all’internazionalizzazione delle PMI del Lazio - art.5 legge regionale Lazio
n.5/2008”, volte alla promozione della struttura produttiva laziale nel suo complesso, e di comparti specifici, in paesi identificati quali prioritari e di interesse,
Sviluppo Lazio ha avviato nell’estate del 2009 il progetto Discovering Brazil.
La scelta del Brasile nasce da una preventiva analisi volta alla ricerca di economie emergenti con le caratteristiche necessarie ad aprirsi positivamente alle aziende straniere, ossia mercato interno in crescita, dotazione di materie prime in loco,
interesse alla cooperazione con realtà internazionali di comprovata capacità tecnica attraverso accordi produttivi e commerciali.
Le grandi imprese italiane sono da tempo operative sul mercato brasiliano,
mentre le piccole e medie, per difficoltà di analisi e carenza di sostegno all’accesso della propria produzione, non hanno ancora colto le opportunità del grande
mercato brasiliano, caratterizzato peraltro dalla presenza di una forte comunità
italiana desiderosa di consumare prodotti del paese di discendenza.
Occorre inoltre considerare che, nell’ambito di una politica commerciale multilaterale, il Brasile è inserito in una serie di aree di libero scambio quali il
Mercosur (con Argentina, Paraguay, Uruguay, Venezuela) e all’ALCA, area di libero scambio delle Americhe (con Stati Uniti, Canada e Messico). L’ingresso con
unità produttive in Brasile consente l’operatività, nei paesi su menzionati, al riparo dai dazi posti verso paesi terzi. Tutte queste caratteristiche rendono il Brasile un
paese “obiettivo” anche per le piccole e medie aziende italiane che hanno desiderio di misurarsi con una realtà giovane e competitiva come quella dell’economia
brasiliana.
Il progetto Discovering Brasil sé articolato in una serie di fasi. Le prime volte ad
individuare i settori e le imprese maggiormente interessate all’iniziativa attraverso
attività di “road show” e di incontri di presentazione del progetto e di acquisizione di esigenze, programmi e manifestazioni di interesse da parte delle imprese.
Hanno fatto parte del progetto la concreta, preliminare ma circostanziata individuazione di opportunità di sviluppo del mercato brasiliano, siano esse sotto
forma di sviluppo semplicemente commerciale o produttivo. Ciò è stato possibi-
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le grazie a tutta una serie di attività che includono l’interfaccia ed il coinvolgimento di interlocutori istituzionali (Federazioni dell’Industria Locali, Banche
Regionali di Sviluppo, Agenzie di Promozione degli Investimenti, ecc.) e del
mondo imprenditoriale e professionale brasiliano.
L’iniziativa è stata comunicata ed illustrata agli interlocutori istituzionali e professionali brasiliani nei singoli Stati individuati (San Paolo, Minas Gerais e Bahia)
nel corso di una prima missione effettuata dai professionisti incaricati da Sviluppo
Lazio, nel corso dell’intero mese di agosto 2009, missione atta ad identificare preliminarmente concrete opportunità di business, a definire meglio gli ambiti operativi, nonché a preparare la successiva missione imprenditoriale.
È stata infine organizzata, nel corso dell’ottobre 2009, una missione imprenditoriale per valutare la sostenibilità delle opportunità in precedenza identificate ed
avere un confronto diretto con le controparti brasiliane istituzionali e private. Una
missione con una valenza operativa concreta.
In buona sostanza il Progetto ha consentito alle imprese che hanno aderito,
senza alcun aggravio di costi, di:
far emergere ed analizzare insieme a Sviluppo Lazio ed ai suoi consulenti e professionisti a tal fine incaricati le idee e le potenzialità di sviluppo del mercato brasiliano;
individuare e contestualizzare opportunità concrete di sviluppo del mercato
brasiliano;
confrontarsi con le criticità e le difficoltà relative al concreto sviluppo ed implementazione di tali opportunità.
2 - BRASILE: PERCHÉ?
Nella canzone “Italia bella, mostrati gentile” è espresso il sogno degli italiani
della fine dell’ XIX secolo che afflitti da una grave crisi interna erano attratti da
quella grande Nazione che dall’altra parte dell’Atlantico era diventata oggetto di
emigrazione.
Itália bela, mostre-se gentil
e os filhos seus não a abandonarão,
senão, vão todos para o Brasil,
e não se lembrarão de retornar.
Aqui mesmo ter-se-ia no que trabalhar
sem ser preciso para a América emigrar.
Italia bella, mostrati gentile
E i tuoi figli non ti abbandoneranno
Se no, tutti in Brasile andranno
E non si ricorderanno più di tornar
Anche qui dovrebbe esserci da lavorare
Senza andare in America a emigrare
Século presente já nos deixa,
O mil e novecentos se aproxima.
A fome está estampada em nossa cara
e para curá-la remédio não há.
A todo momento se houve dizer:
eu vou lá, onde existe a colheita do café
Il secolo presente già ci lascia
Il mille e novecento si avvicina
La fame è impressa nella nostra faccia
E medicina non c'è per curarla
Ogni momento si sente dire:
Io vado là, dove c'è la raccolta del caffè
È trascorso più di un secolo, l’Italia ha fatto passi da gigante collocandosi tra le
prime economie mondiali ma paradossalmente è di nuovo forte l’esigenza di emigrare, stavolta non da parte di singoli individui ma di un sistema economico fatto
di piccole e medie imprese che fatica a tenere il passo nel contesto dell’economia
in fase di globalizzazione.
Di nuovo paradossalmente la meta della nuova immigrazione è sempre quella,
il Paese dove c’è la raccolta del caffè.
Il Brasile rappresenta una delle principali economie del mondo e, considerata
l’estensione territoriale, la propria popolazione, peraltro particolarmente giovane,
la ricchezza di materie prime, l’autosufficienza petrolifera energetica ormai raggiunta ed ecceduta grazie alla recente scoperta dei giacimenti del Pre Salt, la più
alta percentuale al mondo di energia a matrice rinnovabile e la crescita e stabilità
economica, è destinato a giocare un ruolo di primo piano nello scenario politico
ed economico globale che si va delineando. Il tutto in un contesto di notevoli
opportunità per le imprese italiane, opportunità a tutt’oggi troppo spesso non percepite o non colte.
Il Paese presenta grandi potenzialità di crescita con indicatori molto rassicuranti ad esempio in materia di solidità bancaria, flusso di investimenti esteri e notevoli potenzialità di crescita di un mercato interno sempre più robusto. Ancora, il
Brasile negli ultimi anni presenta saldi di bilancia commerciale costantemente in
attivo, il proprio PIL dipende in modo limitato dall’export rispetto ad altre economie sviluppate, quali ad esempio quella italiana (il 14% circa del PIL rispetto al
27% dell’Italia), ha negli ultimi anni registrato una crescita costante e significativa.
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Si tratta quindi di un paese dove il potere di acquisto delle persone sta crescendo molto in fretta e con un numero elevato di soggetti che entrano ogni anno
nella fascia di potenziali consumatori, con richiesta di beni e servizi sempre più
sofisticati.
Ciò tra l’altro collegato ad una disponibilità enorme di materie prime che
molto spesso beneficerebbero di know-how sofisticati di trasformazione di cui
molte imprese italiane sono leader a livello mondiale, un esempio tra gli altri nell’agroalimentare.
Un paese che sta facendo del rinnovamento infrastrutturale in tutti i settori un
volano di sviluppo, in particolare attraverso il PAC (Programma di Accelerazione
della Crescita), ossia un programma articolato di investimenti finalizzato a sostenere e supportare la crescita e lo sviluppo del Paese, a cui Il Governo ha di recente
previsto un aumento di circa 130 miliardi di R$ in investimenti pubblici e privati.
A ciò si aggiunga l’opportunità costituita dai Mondiali di calcio 2014 laddove,
quando ancora mancano circa 1.800 giorni al calcio d’inizio degli stessi, già si
sono previsti e stimati da parte dell’ente organizzatore, tra aeroporti, stadi, acquedotti, hotel, trattamento rifiuti, e altri sistemi di mobilità urbana, investimenti
complessivamente pari ai 36 miliardi di euro. Da considerare inoltre a latere di
questo budget, gli investimenti da effettuare anche in altri settori, specie quello dei
servizi, quali ad esempio quelli relativi al rafforzamento delle misure di sicurezza
e la gestione di tutte le transazioni e ticketing che avranno luogo durante l’intera
kermesse.
Sorprendentemente, ma anche qui a comprova delle potenzialità e della fiducia
verso l’economia del Paese, ad arricchire il portafoglio di opportunità da cogliere
si è aggiunta il 2 ottobre 2009, l’aggiudicazione delle Olimpiadi del 2016 alla città
di Rio de Janeiro.
Anche a causa di questi due eventi significativi è stato annunciato un piano di
886 miliardi dollari di investimenti infrastrutturali. Il piano, la seconda fase del
Programma di Accelerazione della Crescita (PAC 2), aiuterà la più grande economia dell’America Latina a conseguire una crescita con una media del 5,5 percento all’anno fino al 2014. Il Ministro delle Finanze Guido Mantega ha detto che il
piano richiede investimenti pubblici e privati di 959 miliardi di reais (534 miliardi dollari) tra il 2011 e il 2014 e 632 miliardi di reais dopo il 2014.
In particolare, il PAC 2 ha in programma la costruzione di due milioni di case,
in aggiunta al milione case promesse dal PAC 1 nonché la realizzazione di una
linea ferroviaria ad alta velocità tra Rio e São Paulo.
La positività internazionale nei confronti del gigante sudamericano è stata
sugellata nel mese di aprile 2010 anche dall’italia, che facendo seguito a numerose missioni ed incontri svoltesi nell’ultimo anno ha definito con il Brasile un
Accordo di Partenariato Strategico fornito in allegato alla presente pubblicazione.
Oggetto dell’accordo è l’instaurazione di un processo di dialogo ad alto livello
per la trattazione di temi rilevanti e urgenti sul piano multilaterale. Si darà parti-
colare attenzione alle questioni relative alla lotta alla fame e alla povertà, al cambiamento climatico, all’ambiente e allo sviluppo sostenibile, al disarmo e non proliferazione, al mantenimento e al consolidamento della pace.
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3 - INDICATORI SOCIO ECONOMICI
SUL BRASILE1
Il panorama del Brasile è dominato da due
importanti fenomeni geografici, il Rio delle
Amazzoni, con il suo bacino di 4 milioni di
chilometri e le Alte Terre, un altopiano che
si innalza dal grande fiume verso sud.
Questo massiccio altopiano centrale è in
gran parte costituito da tavolieri la cui
altezza varia dai 300 ai 500 metri sul livello del mare, interrotti da numerose catene
montuose ed incisi da profonde valli.
L'altopiano presenta pareti molto ripide
sul versante orientale, ove s'innalzano
cime che superano i 2.500 metri di altitudine, per poi terminare in una stretta pianura lungo la costa atlantica. Un'alta catena montuosa, che si estende dal sud al
nord-est del Paese, fa da spartiacque tra
l'Oceano Atlantico e l'interno. Il monte
Neblina, che con i suoi 3.014 metri è la più
alta vetta del Brasile, si trova a nord, vicino al confine col Venezuela.
Clima
Nonostante il 90% del territorio brasiliano sia compreso nella zona tropicale,
più del 60% della popolazione vive in aree dove l’ altitudine, il vento del mare ed
il freddo fronte polare rendono il clima più temperato. Ci sono cinque regioni climatiche in Brasile: l’equatoriale, la tropicale, la semiarida, la tropicale delle Terre
Alte e la subtropicale. Le città situate nelle pianure, come San Paolo, Brasília e
Belo Horizonte, godono di un clima mite, con temperature intorno ai 19º, mentre quelle sulla costa, come Rio de Janeiro, Recife e Salvador hanno un clima
caldo, mitigato costantemente dai venti marini. Nelle città di Porto Alegre e
Curitiba, nel sud del Paese, il clima subtropicale è molto simile a quello di alcune
regioni degli Stati Uniti e dell’ Europa, con frequenti gelate e con temperature che
d’inverno possono scendere sotto zero.
Nonostante l’immagine largamente accreditata dell’Amazzonia come regione dal
caldo insopportabile, in quella regione le temperature superano raramente i 32º.
Infatti, nella regione amazzonica la temperatura annua media oscilla tra i 22º e i
26°, presentando soltanto una limitata escursione tra la temperatura più calda e
quella più fredda. La parte più calda del Brasile è quella nord orientale dove,
durante la stagione secca, tra maggio e la colonnina del mercurio supera spesso i
38°. Nella parte nord-est del Paese la temperatura presenta variazioni stagionali
molto più ampie di quelle della regione amazzonica. Lungo la costa atlantica, da
Recife a Rio de Janeiro, la temperatura media oscilla tra i 23°e i 27°, mentre nell’interno, sull’altopiano, varia tra i 18° e i 21º. A sud di Rio, le stagioni sono più
differenziate con un più ampia gamma di temperature nell’arco dell’anno. La temperatura media in questa parte del Paese varia tra i 17º e i 19º.
3.1 - ASPETTI GEOGRAFICI
Il territorio
Il Brasile è il più grande paese dell’America latina. Con una superficie di Kmq
8.511.965 copre quasi la metà del continente sudamericano e si colloca al quinto
posto tra i paesi più grandi del mondo, dopo la Federazione Russa, il Canada, la
Cina e gli Stati Uniti d’ America. Fatta eccezione per un piccolo numero di isole, il
Brasile è composto da un unico blocco compatto. L’equatore passa attraverso il nord
del Brasile, vicino a Macapà, mentre il Tropico del Capricorno passa a sud, vicino
San Paolo. La larghezza del Brasile, Km 4.319,4, è quasi uguale alla distanza che
corre tra il punto più a nord e quello più a sud del Paese, 4.394,7 chilometri.
Il Brasile confina con dieci paesi: con il Dipartimento della Guyana Francese,
il Suriname, la Guyana, il Venezuela e la Colombia a nord, con l’Uruguay e
l’Argentina a sud, con il Paraguay, la Bolivia e il Perù ad ovest. L’Ecuador e il Cile
sono gli unici paesi del continente sudamericano che non confinano con il Brasile.
L’Oceano Atlantico bagna tutta la parte orientale del paese, dando origine ad una
fascia costiera di Km 7.367.
Le Precipitazioni medie annue
Il livello più elevato di precipitazioni in Brasile lo si registra alla bocca del Rio
delle Amazzoni, vicino alla città di Belém, e nelle più alte regioni dell’Amazzonia,
dove cadono più di 2000 millimetri di pioggia all’anno. Un’altra regione dalle
intense precipitazioni si trova in prossimità del bordo del grande altopiano nello
stato di San Paolo. La maggior parte del Paese è caratterizzata da precipitazioni
abbastanza contenute, tra i 1.000 e i 1.500 millimetri all’anno, concentrate nel
periodo estivo, tra dicembre e aprile, mentre l’ inverno si presenta abbastanza
secco. La parte meno piovosa è quella a nord-est del Paese, il cosiddetto “poligono arido”, che comprende il 10% del territorio nazionale.
In questa regione, le piogge sono irregolari mentre il tasso di evaporazione è
molto elevato. Tutto ciò rende difficile la coltivazione della terra. Lungo la costa,
a sud di Recife, le montagne sono bagnate dalle piogge portate dai venti marini.
Al contrario, le regioni alle spalle delle montagne, come quella a sud di Salvador,
sono molto aride proprio a causa del fatto che quasi tutte le piogge cadono sulle
alture.
Fonte : sito ambasciata Brasiliana Italia (www.ambasciatadelbrasile.it)
La Vegetazione
La varietà del clima, le condizioni del suolo e delle acque si riflettono sulla vegetazione del Brasile. Nel bacino del Rio delle Amazzoni e nelle zone lungo la costa
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atlantica, dove le piogge sono abbondanti, cresce la lussureggiante foresta tropicale, costituita da piante sempre verdi dalle larghe foglie. La foresta tropicale, composta da una grande varietà di piante, può raggiungere le 3.000 speci per miglio
quadrato (circa kmq 2,6). Nelle pianure e sugli altopiani della costa orientale, laddove la pioggia è meno abbondante e la stagione è molto secca, si trovano delle
foreste semidecidue. Qui gli alberi sono più piccoli di quelli della foresta tropicale e perdono le foglie nella stagione secca. La caatinga, con vegetazione prevalentemente secca, predomina nella regione semiarida del nordest. La maggior parte
del Brasile centrale è invece ricoperto dalla savana, conosciuta con il nome di cerrado. La savana presenta una vegetazione nella quale coesistono pochissimi alberi, dai rami spogli, con erbe che resistono bene alla siccità. Nel sud, sugli altopiani, predominano i pini dalle foglie a forma di ago (pini del Paraná detti anche
Araucária), mentre le pianure a livello del mare sono coperte d’erba. Nelle terre
paludose del Mato Grosso (Pantanal Matogrossense), una piana che copre
230.000 chilometri quadrati nella parte occidentale del Brasile centrale, regnano
alte erbacce ed alberi sparsi. Questa regione è sommersa dalle acque durante tutta
la stagione delle piogge. La foresta amazzonica ospita la più vasta riserva di organismi viventi al mondo. Anche se nessuno sa esattamente quante siano le specie
presenti, gli scienziati le stimano tra le 800.000 e i 5 milioni, pari ad una percentuale che oscilla tra il 15 e il 30 per cento di tutte le specie esistenti al mondo.
I Fiumi
Il Brasile possiede una delle più estese reti fluviali del mondo, con ben otto
bacini idrografici. I bacini del Rio delle Amazzoni e del Tocantins Araguaia, al
nord, rappresentano da soli circa il 56 per cento dell’intero sistema idrografico del
Brasile. Il Rio delle Amazzoni, il fiume più grande del mondo per portata d’ acqua
e secondo in lunghezza soltanto al Nilo, scorre per 6.577 chilometri, dei quali
3.615 in territorio brasiliano. Il fiume è navigabile controcorrente da navi oceaniche per 3.885 chilometri sino a Ichitos in Perù. Il bacino idrografico del ParanáParaguai raccoglie le acque dalla zona sud occidentale dello stato di Minas Gerais,
verso sud, per sboccare poi nell’Atlantico vicino a Buenos Aires, in Argentina,
attraverso il Rio della Plata (Rio da Prata).
I due stati più a sud del Brasile sono bagnati dal fiume Uruguay, che pure si
getta nel Rio della Plata. Il San Francisco è il più lungo dei fiumi che scorrono
interamente in territorio brasiliano, dirigendosi per oltre 1.600 Km prima verso
nord e poi ad est, dove si getta nell’Oceano Atlantico.
quali localizzati nella catena montuosa di Carajás (Serra dos Carajás), nella parte
orientale dell’ Amazzonia. Le miniere di Carajás sono entrate in produzione nel
1985.
Oltre al ferro, il Brasile possiede depositi di manganese per oltre 208 milioni di
tonnellate, 2 miliardi di tonnellate di bauxite, 53 milioni di tonnellate di nickel,
ai quali, con la scoperta di un nuovo giacimento nello stato di Goiás, potrebbero
aggiungersi altri 400 milioni di tonnellate. Di notevole importanza è la recente
conferma dell’esistenza, negli stati di Minas Gerais e Goiás, di vaste riserve di uranio molto ricco (1,3%). Il Brasile ha inoltre riserve di potassio, fosfati, tungsteno
(usato nel processo di produzione dell’acciaio), cassiterite (da cui si ricava lo stagno), piombo, grafite, cromo, oro, alluminio, caulino, litio, niobio, quarzo, titanio e rocce ornamentali (marmo e granito), zirconio (un metallo forte e duttile,
dalle molteplici applicazioni nell’industria) e il thorium, un raro elemento radioattivo. Il Brasile detiene le maggiori province gemmologiche mondiali ed è uno
dei più importanti produttori mondiali di gemme preziose, come diamanti,
acquemarine, topazi, ametiste, tormaline e smeraldi.
3.2 - IL SISTEMA ISTITUZIONALE BRASILIANO
RR
AP
AM
AC
PA
MA
CE
PI
RO
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MT
BA
RN
PB
PE
AL
SE
DF
GO
La Repubblica del Brasile è composta dal Distretto
Federale di Brasilia e da altri 26 Stati, ognuno dei
quali con un proprio Governatore, capo del potere
esecutivo regionale, ed un’assemblea legislativa.
MG
MS
ES
SP
PR
RT
SC
RS
Risorse Minerali
Il Brasile è fra i paesi con maggior potenziale di risorse minerarie del mondo,
accanto a Federazione Russa, Stati Uniti, Canada, Cina e Australia. Con i suoi 8,5
milioni di Km2, il Brasile possiede numerose provincie minerarie estremamente
ricche, in cui si trovano riserve di varie sostanze minerarie di rilevanza internazionale. È noto che il Brasile possiede ricchi depositi di minerali, anche se non è stata
ancora realizzata una prospezione completa delle risorse del Paese, che può contare, inoltre, su riserve di ferro stimate intorno ai 48 miliardi di tonnellate, 18 dei
Il presidente della Repubblica
L’esecutivo, i cui poteri sono chiaramente definiti dalla Costituzione, è guidato
dal Presidente della Repubblica, che, così come il Vice Presidente, è eletto per un
periodo di quattro anni e non può essere rieletto per più di due mandati consecutivi. Come previsto dalla Costituzione, il Congresso può rimuovere il Presidente
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dal suo incarico. Nel caso in cui la carica di Presidente della Repubblica dovesse,
per una ragione qualsiasi, rimanere vacante, è il Vice Presidente che è chiamato a
ricoprirla per il periodo rimanente del mandato. Se quest’ultimo a sua volta non
fosse in grado di assumere o di proseguire nell’incarico, possono essere chiamati a
sostituirlo nell’ordine il Presidente della Camera dei Deputati, il Presidente del
Senato e il Presidente della Suprema Corte Federale. Il Presidente nomina i
Ministri di Stato, che a lui rispondono direttamente e dallo stesso possono essere
rimossi in ogni momento. Un Ministro può essere chiamato a presentarsi davanti alla Camera dei Deputati, al Senato e di fronte a qualsiasi commissione delle
due Camere.
3.3 - LE MACROREGIONI BRASILIANE
I singoli Stati sono poi raggruppati in 5 Macro Regioni
che, oltre ad avere alcune funzioni politico-amministrative, hanno anche una notevole valenza identificativa per meglio comprendere la suddivisione del
paese: Nord, Nordest, Sudest, Sud e Centro-Ovest.
Roraima
Amapá
Amazonas
Pará
Maranhão
Ceará
Piauí
Acre
Camera e Senato
L’Assemblea Legislativa Nazionale è costituita dal Congresso Nazionale
(Congresso Nacional) formato da due camere, la Camera dei Deputati (Câmara
dos Deputados) e il Senato Federale (Senado Federal).
I membri della Camera dei Deputati provengono dai singoli Stati e dal
Distretto Federale in numero proporzionale alla popolazione di questi. I deputati
sono eletti per un periodo di quattro anni, con votazioni dirette e segrete, nell’ambito del sistema a suffragio universale, adottato per tutte le elezioni alle cariche
pubbliche.
Ogni Stato, più il Distretto Federale, invia al Senato tre membri eletti per un
periodo di otto anni. Le elezioni senatoriali si tengono ogni quattro anni, in concomitanza con quelle dei Deputati, e ad ogni tornata elettorale viene eletto rispettivamente un terzo e due terzi dei senatori. Tanto i Senatori che i Deputati possono essere rieletti senza alcuna limitazione. Nel 1993, il Senato contava 81 senatori e la Camera dei Deputati 503 membri.
Stati e Distretto
Ciascuno dei 26 stati ha il proprio Governo, che riproduce la struttura di quello federale, e gode di tutti quei poteri (previsti dalla Costituzione) che non siano
specificamente rassegnati al governo federale o ai Consigli Comunali. Il capo dell’esecutivo è il Governatore dello Stato, eletto direttamente dal popolo, secondo il
dettato della Costituzione Federale. Il sistema legislativo dello Stato prevede una
sola Camera rappresentata dall’Assemblea Statale. Il sistema giudiziario statale
riproduce il modello federale e la sua competenza è definita in maniera tale da
evitare ogni forma di conflitto o di sovrapposizione con quella delle corti federali.
Tocantins
Rondônia
Mato Grosso
Bahia
Rio Grande
do Norte
Paraíba
Pernambuco
Alagoas
Sergipe
D.F
Goiás
Minas Gerais
Mato Grosso
do Sul
REGIONE NORD-EST
REGIONE CENTRO-OVEST
REGIONE SUD-EST
REGIONE SUD
Espírito Santo
São Paulo
REGIONE NORD
Rio de Janeiro
Paraná
Santa Catarina
Rio Grande
do Sul
La Regione Nord - Gli Stati di Amazonas, Pará, Acre, Rondônia, Roraima,
Amapá e Tocantins
La regione, quasi interamente compresa nell’ambito del bacino delle Amazzoni,
è in gran parte ricoperta da una lussureggiante foresta tropicale. Il Rio delle
Amazzoni, prima di gettarsi nell’Oceano Atlantico, l’attraversa da ovest ad est.
Quest’ area, bagnata anche da molti altri fiumi, costituisce la più alta concentrazione di acqua dolce del mondo, circa un quinto delle riserve della terra. Le due
principali città amazzoniche sono Manaus, capitale dello Stato di Amazonas e,
Belém, capitale dello Stato di Pará.
Fin dalla sua scoperta, il bacino del Rio delle Amazzoni ha rappresentato agli
occhi degli Europei l’immagine seducente di una ricchezza naturale a portata di
mano. Ma, sino alla metà del secolo scorso, la regione è vissuta in condizioni di
estrema arretratezza economica. È solo verso la fine del secolo diciannovesimo che
si assiste al boom dell’ economia amazzonica, come conseguenza della crescente
domanda di caucciù.
La popolazione aumentò di sei volte ed il reddito regionale di dodici tra il 1850
e il 1910. Tra gli anni ‘60 e ‘70 nasce un nuovo interesse per le ricchezze minerarie e il potenziale agricolo della regione amazzonica. Alcune modifiche alla legislazione che regolava le concessioni minerarie e la disponibilità delle società statali a
creare joint-ventures con quelle straniere stimolarono la prospezione mineraria. Il
governo si fece promotore di una serie di progetti di colonizzazione, pubblicizzati sulla base dell’idea che le zone spopolate della foresta amazzonica costituivano
un polmone in grado di accogliere i contadini del nordest sprovvisti di terra.
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Gli incentivi del Governo per promuovere lo sfruttamento agricolo della regione si tradussero in una serie di problemi ambientali che sembrarono minacciare
l’Amazzonia. Infatti, fra gli anni ‘70 e ‘80, i progetti di sviluppo e l’emigrazione
interna portarono alla deforestazione di oltre 400.000 chilometri quadrati della
regione. Il problema degli incendi delle foreste divenne una preoccupazione a
livello mondiale. Di conseguenza, le autorità governative brasiliane adottarono
una serie di misure per cercare di arginare il fenomeno. Furono soppressi gli incentivi fiscali e i finanziamenti pubblici ai progetti di sviluppo zootecnico ed agricolo della regione e fu proibita l’esportazione del legname. Dal 1989, nella regione
amazzonica il ritmo di deforestazione si è ridotto del 50%, lasciando così intatto
il 91,5% della foresta tropicale. Ai nostri giorni, la protezione della regione è
garantita da monitoraggio a mezzo satellite, mentre agli sforzi nazionali si aggiungono quelli della comunità internazionale, attraverso il Programma Pilota per la
Protezione della Foresta Tropicale brasiliana, sponsorizzato dall’Unione Europea,
dagli Stati Uniti e da una dozzina di altri paesi.
La Regione del NordEst - Gli Stati di Maranhão, Piauí, Ceará, Rio Grande do
Norte, Paraíba, Pernambuco, Bahia, Alagoas e Sergipe
Ampie zone di questa regione, che ospita circa il 30% dell’intera popolazione
del Brasile, sono afflitte da una siccità cronica. La regione presenta però notevoli
potenzialità economiche, compresi importanti giacimenti di petrolio. Negli ultimi anni, il Governo Federale, attraverso la Soprintendenza allo Sviluppo del
Nordest (SUDENE), ha dedicato sempre maggiore attenzione alla regione e le
notevoli risorse destinate al suo sviluppo hanno ottenuto risultati lusinghieri.
Pernambuco e Bahia sono stati i primi due maggiori centri del Brasile coloniale ed ancora oggi esercitano una forte influenza sulla cultura del Paese. La maggior
parte di ciò che è considerato tipico del Brasile in fatto di musica, folclore, cucina e abitudini proviene da questa regione. Recife e Salvador sono le due più grandi città del Nordest.
La Regione del Sudest - Gli Stati di Rio de Janeiro, São Paulo, Minas Gerais e
Espírito Santo
Le zone intensamente industrializzate intorno alle città di San Paolo, Rio de
Janeiro e Belo Horizonte costituiscono il fulcro dell’economia del Brasile. La maggior parte della popolazione del Paese è concentrata in questa regione. La zona è
ricca di risorse minerarie e la sua agricoltura, la più avanzata del paese, produce
caffè e cereali per l’esportazione, nonché alimenti freschi e lavorati, latte e carne
per il mercato interno.
La Regione del Sud - Gli Stati di Paraná, Santa Catarina e Rio Grande do Sul.
Anche questa regione è molto sviluppata e alla sua economia concorrono in
uguale misura tanto il settore agricolo che quello manifatturiero. Procedendo
verso sud, l’altopiano scivola nelle immense pianure, le pampas, dove la tradizionale attività dell’allevamento del bestiame è dominata dalla figura del gaúcho,
l’equivalente brasiliano del cow-boy. Ad occidente, ai confini tra Brasile e
Argentina, s’incontrano le Cascate dell’Iguaçu, una delle più straordinarie meraviglie naturali al mondo. A meno di 20 km di distanza, sulle rive del fiume Paraná,
che divide il Brasile dal Paraguay, c’è Itaipú, la più grande diga idroelettrica del
mondo. Porto Alegre, capitale del Rio Grande do Sul, lo stato più meridionale del
Brasile, è la città più importante della regione.
La Regione Centroccidentale - Gli Stati del Mato Grosso, Mato Grosso do
Sul, Goiás e il Distretto Federale.
Questa parte del Brasile, coperta di savane e di praterie tropicali è ancora scarsamente popolata. Un tempo considerata la più sperduta del Paese, regione in cui
è situata Brasília, la capitale fondata nel 1960, di recente ha registrato una rapida
crescita dell’economia agricola ed il sorgere di una serie di nuove industrie. Il
governo federale ha destinato vaste aree a riserva per le tribù indiane, che originariamente vivevano in queste zone. Sempre in questa regione si trova il paradiso
naturale delle paludi del Mato Grosso (Pantanal Matogrossense).
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4 - LA POPOLAZIONE BRASILIANA2
Gli autoctoni brasiliani erano indios localizzati con scarsa densità abitativa,
salvo che nel bacino amazzonico e nelle zone costiere, abbastanza fittamente
popolate. In seguito all’arrivo dei colonizzatori, che li sterminavano sistematicamente, molti gruppi di indios si ritirarono nell’entroterra. Si trattava di gruppi tra
loro imparentati, privi però di organizzazione statale. Ammontavano a circa un
milione, già nel 1980 erano ridotti a meno di 200.000. Oggi quelli dediti a varie
forme di vita tradizionale sono probabilmente non più di 50.000. Bianchi e
autoctoni nonostante tutto si sono ampiamente fusi nel periodo iniziale della
colonizzazione, non essendo il piccolo e scarsamente popolato Portogallo in grado
di assicurare un aumento sufficiente del numero di abitanti.
In seguito con la deportazione degli schiavi dall’Africa, soprattutto nelle regioni intorno al golfo di Guinea, vennero tollerate unioni miste anche con essi ed
oggi è difficile trovare in Brasile chi non abbia nelle proprie vene almeno qualche
goccia di sangue indio o africano. Durante i due secoli del commercio degli schiavi ne vennero deportati in Brasile almeno 5 milioni, adibiti al lavoro sui campi
(coltivazione della canna da zucchero e del caffè) e successivamente nelle miniere.
I gruppi di sangue misto più diffuso sono i cablocos, discendenti di bianchi ed
indios, i mulatti, con discendenti europei e negroidi, e i cafuzos, meticci di indios
e negri africani.
L’incremento demografico per la formazione del Brasile di oggi è stata il frutto
anche dell’immigrazione italiana, che si è verificata in particolare tra il 1870 ed il
1950, con picchi tra il 1880 ed il 1920. È stata un’immigrazione che si è per lo
più stabilita nelle Regioni Sud-Est e Sud del paese, tra il sud di Minas Gerais e il
Rio Grande do Sul e São Paulo, contribuendo significativamente allo sviluppo del
paese.
Attualmente circa 25 milioni di brasiliani sono discendenti da immigranti italiani, con significativa influenza su stile di vita e cultura, soprattutto nella parte
Sud Est e Sud del paese.
Il periodo della cosiddetta Grande Immigrazione in Brasile cominciò verso il
1885 e si concluse verso la fine degli anni Venti del secolo successivo.
Considerando il fenomeno migratorio da parte italiana, possiamo circoscrivere il
momento più intenso dell’emigrazione negli anni compresi tra il 1880 e la Prima
Guerra Mondiale, che segnò l’inizio del declino definitivo del flusso in uscita
dall’Italia.
Fino al 1888, anno dell’Abolizione della schiavitù, il Brasile era stato un paese
schiavista. Il lavoro nelle piantagioni veniva eseguito dai negri africani. Tuttavia,
Fonte : sito ambasciata brasiliana in Italia (www.ambasciatadelbrasile.it)
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dal 1850, con la pubblicazione della legge che impediva il commercio di negri, la
mano d‘opera schiava cominciò a scarseggiare e a diventare più cara. Inoltre, nel
corso del decennio successivo la campagna abolizionista si intensificò e le fughe e
le rivolte di schiavi si moltiplicarono. I fazendeiros parteciparono ad un ampio
dibattito, nel quale furono i sostenitori di una politica a favore dell’immigrazione
ad avere la meglio. La spinta definitiva fu data dai coltivatori di caffè delle nuove
aree inglobate nella coltura, a Ovest dello Stato di São Paulo; era proprio lì che si
faceva sempre più critica la mancanza di mano d’opera. Da lì erano arrivate le
pressioni più forti che avrebbero portato all’introduzione degli immigranti e alla
fine del traffico interno di schiavi. Oltre a decidere di passare alla mano d’opera
libera, i proprietari delle terre pensarono anche a quale potesse essere la zona
migliore in cui reclutare immigranti, e tra l’Europa e l’Asia la scelta cadde sulla
prima.
In Italia, gli ultimi decenni del Novecento furono caratterizzati da una sempre
più forte povertà nelle campagne, che colpì un grande numero di contadini.
Contribuirono all’aumento della povertà sia la crescente meccanizzazione dell’agricoltura, che portò ad una riduzione del salario agli agricoltori, sia il processo
di concentrazione delle terre, che penalizzava poco a poco i contadini. Allo stesso
tempo, cominciarono a incidere sulle entrate degli agricoltori tutta una serie di
tasse e di imposte di vario tipo, poiché il paese, da poco unificato, aveva nuove esigenze amministrative. Queste tasse, ogni volta più svariate e più pesanti, furono
causa di indebitamenti e anche di confische di proprietà. In queste condizioni,
interi villaggi vennero abbandonati e gli agricoltori si recarono ai porti per emigrare. Oltre alle motivazioni menzionate, è opportuno ricordare che i ceti rurali
poveri subirono anche gli effetti locali delle guerre e delle ribellioni che sconvolsero il paese durante la seconda metà del secolo per il processo di Unificazione.
Il Sud del Brasile presentava alcuni vantaggi indubbiamente importanti per
coloro che vi si stabilivano; in primo luogo, la possibilità di diventare proprietari
di un appezzamento di terra più grande di quello lasciato in Italia, in tempi abbastanza rapidi; in secondo luogo, il clima temperato, che permetteva la coltivazione di prodotti che già si conoscevano. Ciò che salta subito agli occhi è che questa
immigrazione fu quasi completamente di tipo agricolo: il 95% degli italiani che si
insediarono nel Sud del Brasile si dedicarono all’agricoltura, costituendo una
comunità estremamente omogenea da questo punto di vista, oltre che dal punto
di vista dell’origine regionale. Con il tempo la comunità si diversificò, andando a
costituire anche un gruppo urbano concentrato soprattutto nel piccolo commercio e nell’artigianato.
Le colonie italiane, essendo localizzate in vaste aree non ancora popolate e nelle
quali le comunicazioni erano estremamente difficili, furono caratterizzate dall’isolamento rurale. Questo fatto fu determinante per la conservazione della cultura,
degli usi e dei costumi della regione di origine. Un esempio evidente è la presenza dell’architettura veneta, case di legno con i tetti inclinati, costruiti in modo da
far scivolare la neve in inverno. Completamente inutili in territorio brasiliano,
questi elementi architettonici furono tuttavia conservati nelle colonie venete situate al Sud del paese, come simbolo di appartenenza culturale. Altri elementi si
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riscontrano nella struttura familiare stessa, di tipo patriarcale, che rispecchiava le
caratteristiche tradizionaliste e cattoliche della società veneta della fine del XIX
secolo. Inizialmente poco numerosa, la colonia crebbe rapidamente grazie all’alto
grado di fertilità che caratterizzava le famiglie che la componevano, mediamente
con 10 figli ciascuna. Riguardo all’alimentazione, oltre alla polenta, si mantenne
l’abitudine di mangiare il pane e il lardo; è opportuno, tuttavia, osservare
l’adozione di un’abitudine alimentare brasiliana, specialmente dei paesi del Sud
del Brasile, quale il consumo di carne la domenica sulle tavole degli immigrati.
Furono mantenuti alcuni divertimenti familiari come il gioco delle carte, le bocce
e la “morra”. Tra il 1890 e il 1929, entrarono in Brasile 3.523.591 immigranti.
Circa un terzo erano italiani, vale a dire 1.156.472.
Nel periodo che va dal 1880 al 1904, anni nei quali l’immigrazione era ancora
più significativa in termini di ingressi all’anno, la percentuale di italiani arrivò a
rappresentare il 57% del totale.
Il decennio di maggiore afflusso di immigranti è quello che va dal 1890 al
1900, con 1.205.703 ingressi. In questo decennio arrivò anche il maggior contingente proveniente da un’unica nazione: 690.375 italiani, più della metà del totale nel periodo. Sempre in termini numerici, il Brasile era il terzo paese prescelto
come destinazione dagli emigranti italiani in quel periodo, dopo gli Stati Uniti e
l’Argentina; tra l’altro, sono proprio questi paesi che ancora oggi ospitano il maggior numero di italiani all’estero.
La maggioranza dei contingenti italiani che arrivavano in Brasile si dirigevano
verso le fazendas e verso le città pauliste, ma non provenivano tutti dalla stessa
regione italiana. I veneti rappresentavano il gruppo più numeroso e raggiunsero il
35,2% degli arrivi in Brasile nel periodo dal 1878 al 1902. Nel 1881, insieme ai
lombardi, essi rappresentavano il 49,9% degli italiani già stabiliti in Brasile, ci
furono flussi migratori anche dall’Italia Meridionale, specialmente dalla
Campania e dalla Calabria (rispettivamente il 12,6% e il 7,7% nello stesso periodo 1878-1902). Se i veneti rimasero in un contesto rurale, avendo scelto come
destinazione principalmente le fazendas di caffè, gli italiani meridionali furono
invece presenti anche nell’immigrazione di tipo urbano. Nel 1902 venne promulgato in Italia il decreto Prinetti, che proibiva l’emigrazione sovvenzionata in
Brasile. Anche se il fenomeno dell’emigrazione spontanea rimaneva una realtà, il
periodo di grande flusso migratorio tra l’Italia e il Brasile finì con questo decreto.
5 - L’ECONOMIA BRASILIANA
CONTEMPORANEA3
Durante il periodo coloniale l’economia brasiliana è stata segnata dalla specializzazione in diversi prodotti che interessavano la madrepatria portoghese.
All’inizio la colonizzazione si concentrò nella produzione di pau-brasil; più tardi,
tra i il XVI e XVII secolo, nella produzione di canna da zucchero; e tra il XVII e
il XIX secolo nell’estrazione dell’oro. A partire dalla seconda metà del XIX secolo,
il paese diventò uno dei maggiori produttori di caffè del mondo.
La grande depressione del 1929 segnò un periodo importante per l’economia brasiliana. Diminuisce sensibilmente l’importanza del caffè e il processo
d’industrializzazione, già iniziato in precedenza, diventa più significativo per la svalutazione del cambio e per l’impianto di una politica di cambi differenziata.
Il periodo del dopoguerra è segnato da un rapido processo di sostituzione delle importazioni che ha inizio nel settore della produzione di beni di consumo e si sviluppa verticalmente all’indietro, arrivando alla produzione dei beni di capitale e dei fattori produttivi di base, in particolare negli ultimi anni della dittatura militare imposta dal
colpo di stato del 1964, quando viene attuato il Secondo Piano Nazionale di Sviluppo,
sotto la gestione dell’allora presidente Ernesto Geisel (1974-79).
Oggi, l’industria brasiliana rappresenta il 20% della produzione nazionale,
l’agricoltura un altro 20%, e il settore di servizi il 60%. La maggior parte della
popolazione brasiliana si concentra nelle aree urbane. L’indice di urbanizzazione
del paese è del 75%, in alcune regioni può arrivare al 93%, come avviene nello
stato di São Paulo. L’inflazione ha rappresentato il marchio distintivo dell’economia brasiliana, così come di quasi tutte le economie latino-americane. Da quando nel 1948 la Fondazione Getúlio Vargas cominciò a calcolare gli indici generali dei prezzi, l’inflazione brasiliana è sempre stata molto alta, sempre in crescita,
raggiungendo per la maggior parte del tempo valori superiori alle due cifre annuali. L’inflazione accelerò rapidamente negli anni 60, a partire dalla fine del governo
di João Goulart, successore del presidente Jânio Quadros, che rinunciò alla sua
carica dopo l’attuazione di un piano di riforme economiche che mise fine alle sovvenzioni alle importazioni e svalutò il cambio del 100%.
Nel 1964, il governo viene deposto da un colpo di stato militare e vengono
attuate una serie di nuove riforme. Tra le più importanti l’autonomia alle imprese statali, che cominciano ad organizzarsi per settori: elettrico, con Eletrobrás,
siderurgico con Siderbrás, del petrolio e petrolchimica con Petrobrás, e delle
comunicazioni con Telebrás. Il governo militare stabilisce una rigida politica salariale che abbatte il tasso d’inflazione e crea una legislazione che permette la correzione monetaria delle imposte e degli attivi finanziari e infine, a partire dal 1967,
le mini svalutazioni del cambio.
Fonte : sito ambasciata brasiliana in Italia (www.ambascitadelbrasile.it)
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L’economia brasiliana diventa un’economia altamente indicizzata e con tassi
decrescenti d’inflazione grazie al controllo dei salari e alla repressione del movimento sindacale. Nel 1974, con la crisi del petrolio, l’inflazione risale e il governo
militare annuncia l’inizio del processo di apertura politica. Il secondo choc del
petrolio, nel 1979, e la crisi del debito estero del 1982, segnano l’inizio di un
periodo abbastanza difficile per l’economia brasiliana, con la sospensione dei prestiti esteri e con la salita del tasso d’inflazione a livelli inediti anche per il Brasile.
Nel 1985, con la fine del governo militare e la fine della legge salariale, i lavoratori cominciarono a richiedere correzioni dei salari sempre più frequenti, con
l’immediata ripercussione sul tasso d’inflazione. A partire dal 1986 il Brasile passa
per diversi piani di stabilizzazione economica. Il primo di questi, il Piano Cruzado
(1986), mette fine alla correzione monetaria e all’indicizzazione, determinando un
congelamento generale dei prezzi. Il piano fallisce e vengono fatti altri tentativi:
Piano Bresser, nel 1987, il Piano Verão, nel 1988 e il Piano Collor, nel 1990.
Quest’ultimo si distinse dagli altri per la confisca dell’80% degli attivi finanziari,
compresi i depositi in contanti, gettando l’economia in un processo di recessione.
Nel marzo del 1994 venne rinegoziato il debito estero brasiliano sul modello di
rinegoziazione di altri paesi dell’America Latina. A luglio dello stesso anno fu lanciato il Piano Real che, liberalizzando i prezzi, abbatté il tasso d’inflazione e ridusse ancora di più le tariffe commerciali. Il cambio venne fissato a valori nominali
costanti e l’inflazione cadde sensibilmente. Dopo molti anni di surplus commerciali notevoli, l’economia brasiliana cominciò a presentare dei deficit.
Il governo federale nel 1995, con il presidente Fernando Henrique Cardoso, ebbe
come obiettivo principale quello di approvare al Congresso Nazionale un grande
complesso di riforme della Costituzione Federale del 1988. L’obiettivo era quello
di rielaborare e adattare la Costituzione brasiliana alle attuali caratteristiche dell’economia mondiale: grande mobilità di capitale, rapida crescita degli investimenti all’estero, deregolamentazione dei mercati e in particolare flessibilità delle
regole di contrattazione della manodopera. Tra le riforme spicca la fine del monopolio in settori come quello del petrolio e quello delle telecomunicazioni. Il governo è stato estremamente rapido ed efficace nella strategia della privatizzazione.
Tutto il settore siderurgico nazionale è passato nelle mani dell’iniziativa privata,
come il settore petrolchimico e quello dei fertilizzanti. Il settore dell’energia elettrica, per ciò che riguarda la distribuzione e produzione regionale, è stato privatizzato completamente. La crisi di energia del 2001 e il concordato della Enron negli
Stati Uniti hanno ridotto l’entusiasmo per la privatizzazione del settore. Tutto il
settore delle telecomunicazioni – la Telebrás e le varie aziende telefoniche statali,
sia la telefonia fissa che quella mobile – è stato privatizzato nella seconda metà del
1998. A gennaio del 1999, dopo aver perso una grande quantità di riserve di cambio a causa della crisi in Russia dell’ottobre del 1998, la Banca Centrale ha abbandonato il sistema dei tassi di cambio fissi che potevano oscillare entro fasce, dato
che rappresentava una grande minaccia per la stabilità del paese. Il cambio si è svalutato nei primi due mesi di quasi il 60% e poi ha consolidato svalutandosi attorno al 30% rispetto al tasso fisso ultimo del 1998.
I risultati sono stati sorprendentemente positivi – il tasso d’inflazione si è alza-
to, ma meno di quanto tutti s’aspettassero. Anche i flussi finanziari si sono ricomposti molto rapidamente. E la recessione proiettata a seguito della svalutazione è
minore di quanto tutti temessero. L’economia brasiliana si è liberata da un ostacolo che impediva le esportazioni e gli investimenti nella produzione di beni
esportabili e importabili, senza compromettere la stabilità del valore della moneta
e la salute del sistema finanziario. I tassi d’interesse si sono mantenuti a livelli alti
in termini reali, e hanno richiesto che il governo mantenesse alti surplus primari
(attorno al 3,3% del PIL).
L’era Cardoso si concluse con lo sganciamento del real dal dollaro, con una economia più aperta alla concorrenza internazionale e con un livello di inflazione che,
per quanto comunque elevato, assume la straordinarietà per un’economia come
quella brasiliana, di essere sotto controllo. La crescita sarebbe dipesa d’ora in avanti prevalentemente dalle capacità dell’attività dei diversi settori dell’economia.
Fonte: IBGE e Banca Centrale
* = valori stimati
A Cardoso, intellettuale progressista a capo di una coalizione di centro-destra,
è succeduto il leader sindacale Lula, il quale assume la direzione del Paese contestualmente all’accentuarsi del fenomeno che caratterizzerà i sistemi economicosociali per i prossimi decenni: la globalizzazione dell’economia di mercato. Per
un Paese ricco di materie prime, ambite da tutti i nuovi player economici mondiali, ciò significa avere una enorme chance per proporsi quale nuova economia
emergente.
Nel primo mandato Lula è riuscito a riequilibrare una situazione economica fallimentare ereditata dal precedente governo di Fernando Henrique Cardoso che
aveva aggravato ulteriormente la già cronica situazione di ingiustizia economica e
sociale del paese.
Lo sforzo più grande, che poi è stato premiato con una stabilità mai vista nel
paese, è stato quello di ridurre sotto controllo il debito pubblico e quello estero.
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Lula ha adottato una rigorosa politica di bilancio, inaspettata per un leader populista, agendo sul cosiddetto deficit primario (saldo tra entrate ed uscite del settore
pubblico al netto della spesa per interessi sul debito). Il valore del deficit primario si
è assestato intorno al 3% del PIL ponendo termine alla corsa del debito pubblico.
Fonte: Brasile - Banca Centrale - Ministero dell’Industria
* = valori stimati
Riguardo al debito estero l’aiuto insperato è venuto dalla forte domanda internazionale per le materie prime industriali del quale il Paese ha disponibilità rilevanti, che ha consentito l’afflusso nel paese di un alto livello di moneta estera con
il quale si è compensato il livello delle uscite.
Parallelamente la progressiva riduzione del tasso di inflazione, come sopra evidenziato, ha consentito valori più alti del tasso di interesse reale (tasso nominale
– tasso inflazione) che si sono riflessi in un alto livello di risparmio. Stabilità dei
conti dello stato, riduzione del tasso di inflazione e aumento del risparmio delle
famiglie hanno contribuito ad indurre un aumento degli investimenti con riflessi
positivi sull’economia e sull’occupazione.
Fonte: Fonte IBGE * = valori stimati
Rilevanti sono state alcune risposte concrete al problema della fame e dell’analfabetismo. In questa direzione si inquadra il primo dei programmi varati dal
governo, il programma Fame Zero, la cui finalità è la redistribuzione del reddito
ai settori più poveri della popolazione attraverso un piano di incentivi all’agricoltura familiare, credito ai piccoli e medi produttori, costruzione di cisterne nelle
regioni semi aride (che hanno portato finalmente servizi essenziali come energia
elettrica e acqua in vaste zone che ne erano sprovviste), creazione di ristoranti
popolari e distribuzione di prodotti alimentari per le situazioni d’emergenza.
Nei primi 4 anni di applicazione, il programma “Fame Zero” ha interessato 12
milioni di famiglie (circa 60 milioni di persone) ed è andato ad aggiungersi al programma “Bolsa Familia”, che prevede un sostegno economico mensile alle famiglie che assicurano la frequenza a scuola dei loro figli. Queste misure hanno contribuito ad incrementare del 22% circa il bilancio mensile dei nuclei più poveri.
Secondo i dati dell’IBGE, durante il primo mandato, sono stati creati 8,7 milioni posti di lavoro regolare ovviando, seppur parzialmente, al problema drammatico del lavoro nero (i dati del 2006 registrano 30 milioni di lavoratori regolari a
fronte di 49 milioni di lavoratori in nero), riducendo al 9% il tasso di disoccupazione; i redditi sono aumentati mediamente del 7,2% (con punte di oltre il 12%
nel Nordest) e ne hanno beneficiato soprattutto le fasce più povere: l’inserimento
di milioni di persone che non avevano accesso al consumo ha prodotto una crescita del mercato interno, sostenuto l’aumento della produzione e generato posti
di lavoro.
Fonte: Ministero dell’Industria – MTE/Caged * = valori stimati
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Vale la pena ricordare che per l´Agenzia Brasil (un’Agenzia di Stampa collegata
alla Presidenza della Repubblica Brasiliana), nel 2007 circa 20 milioni di brasiliani sono entrati in fasce di consumo dalle quali erano in precedenza esclusi. Si tratta di strati sociali che iniziano ad accedere ad un circuito di consumi ancora modesti e limitati ma tuttavia importanti per la crescita complessiva della domanda
interna.
Fonte: IBGE – Ministero dell’Industria * = valori stimati
All’inizio del suo secondo mandato Lula si è proposto al paese con un piano di
espansione fortemente orientato alla realizzazione di quelle opere infrastrutturali
che avrebbero consentito all’economia di consolidare la sua crescita con la forte
creazione di occupazione, soprattutto per la fascia marginale della popolazione,
comunque utilizzabile data la tipologia di posti di lavoro che sarebbero stati creati. Su tale programma si è abbattuta però, a meta del 2008, la crisi economica
internazionale che ha afflitto il Brasile soprattutto per le sue conseguenze negative sul commercio internazionale.
5.1 - IL BRASILE E LA RECENTE CRISI INTERNAZIONALE4
Tutti gli esperti in economia internazionale riconoscono che il mix di politiche
economiche e sociali adottate dal Governo brasiliano, volte anche all’inclusione
sociale delle classi più povere e tradizionalmente al margine dal circuito dei consumi e dell’accesso al credito, stia promuovendo una crescita da molto attesa del
gigante sudamericano. Nel 2008 la variazione annuale del prodotto interno lordo
ha raggiunto la soglia del 5,1%, facendo in modo che il Paese passasse ad occupare la posizione di nona maggior economia del mondo.
Anche in Brasile, come del resto in ogni angolo del pianeta, si sono sentite
ripercussioni generate dall’aggravarsi della crisi finanziaria internazionale.
Tuttavia, grazie all’eccezionale andamento della prima parte del 2008 e allo sforzo di assestamento dei parametri fondamentali dell’economia brasiliana, effettuato negli ultimi anni, si può affermare che la situazione sia migliore di quella della
maggior parte dei paesi appartenenti all’emisfero Nord.
Tra i vari canali di contagio, essa si è trasmessa all’economia brasiliana attraverso una forte contrazione della produzione industriale, legata alla marcata riduzione
dei flussi commerciali. L’industria brasiliana, infatti, è molto aperta al commercio
internazionale e ha pesantemente risentito del crollo di questo ultimo. Un recente
studio del Banco Nacional de Desenvolvimento (BNDES) mostra che oltre il 50 per
cento del calo della produzione industriale è attribuibile alla flessione delle esportazioni. Gran parte degli investimenti in capitale fisso, che prima della crisi erano
proprio volti ad ampliare la capacità produttiva per corrispondere alla crescente
domanda estera, sono venuti meno con l’aggravarsi del contesto internazionale.
La recessione nell’economia brasiliana è stata dunque di breve durata (due trimestri). Ciò è stato possibile anche grazie all’incisività e alla tempestività delle
azioni delle autorità di politica economica, in particolare:
1) Come già accennato, grazie alla dinamica controllata dell’inflazione la Banca
Centrale ha potuto tagliare in maniera aggressiva il tasso ufficiale durante i primi
mesi dell’anno. Il Banco Central do Brasil ha inoltre diminuito permanentemente
gli obblighi di riserva obbligatoria degli intermediari creditizi per un ammontare
superiore a 100 milardi di reais (quasi 40 miliardi di euro), ha garantito liquidità
a istituzioni finanziarie minori per oltre 40 miliardi di reais ed è intervenuta nel
mercato dei cambi per contrastare l’iniziale indebolimento del real;
2) Il Governo ha condotto la politica fiscale su un sentiero di espansione, con
un impatto misurabile dalla prevista riduzione del surplus primario per il 2009 di
oltre 2 punti percentuali di PIL. Con tali risorse il governo ha sostenuto i consumi delle famiglie, aumentato le spese correnti per stipendi a dipendenti pubblici
e per le pensioni, ha inoltre diminuito l’imposizione indiretta per l’acquisto di
alcune tipologie di beni di consumo durevole (automobili e elettrodomestici), ha
lanciato un piano (“minha casa minha vida”) per fornire sussidi all’edilizia popolare e ha fornito al BNDES un finanziamento di 100 miliardi di reais.
Fonte : Report ICE settembre 2009
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3) Un ulteriore fattore che ha aiutato l’economia è stata la crescita del credito
erogato dalle banche a capitale pubblico. Esse, a differenza di quelle del settore
privato, hanno mantenuto un tasso di espansione del credito vivace e costantemente superiore al 30 per cento, anche a scapito del peggioramento della qualità
del proprio portafoglio crediti. La quota sul totale del credito attribuibile a questo segmento è di conseguenza cresciuta a giugno al 38,6 per cento del portafoglio
complessivo, dal 34,2 del settembre 2008; le due principali banche pubbliche, il
Banco do Brasil e la Caixa Econômica Federal, rappresenterebbero oggi una quota
pari al 28 per cento del credito domestico.
I risultati delle politiche adottate hanno prodotto già nel breve periodo i frutti
positivi sperati. Dal lato della domanda i consumi privati hanno continuato a portare un contributo positivo alla crescita grazie sia alla dinamica complessivamente
favorevole del mercato del lavoro (vedi tabella sotto) soprattutto per quanto concerne il settore terziario, dove è impiegata la maggior parte della popolazione, sia
alla riduzione dei tassi di interesse, che ha consentito anche alle fascie deboli della
popolazione di resistere nella categoria dei consumatori per il tramite degli acquisti a rate, ora più convenienti.
Tasso di disoccupazione
Periodo (mese/anno)
8,5
9,0
8,9
8,8
8,1
8,0
8,1
7,7
7,5
7,4
crescita per questo periodo dell’anno dal 1985.
L’indice di borsa è cresciuto di oltre il 70 nel corso del 2009, ad oggi (agosto
2010) risulta inferiore del 10 per cento rispetto ai massimi registrati nel maggio
del 2008. La valuta brasiliana ha seguito un andamento analogo. Nei confronti del
dollaro il real si è apprezzato del 26 per cento circa dal gennaio 2009, passando da
2,40 a 1,77 R$/$; nell’estate del 2008 il cambio aveva raggiunto 1,60 R$/$ circa.
Il rischio paese, misurato dal differenziale di rendimento tra i titoli sovrani denominati in dollari e i corrispondenti titoli emessi dal tesoro americano, è diminuito significativamente rispetto al massimo (7 punti percentuali) registrato durante
le fasi più intense della crisi. Da maggio 2009 si assesta stabilmente su un livello
inferiore ai 3 punti percentuali.
I miglioramenti nella conduzione delle politiche macroeconomiche conseguiti
negli ultimi anni hanno consentito di controllare l’inflazione, ridurre il debito e
di raggiungere una posizione creditoria netta nei confronti dell’estero grazie al
contenimento del debito estero (oggi intorno al 15 per cento del PIL) e all’accumulo di riserve (oltre 220 miliardi di dollari).
6,8
02/09 03/09 04/09 05/09 06/09 07/09 08/09 09/09 10/09 11/09 12/09
Fonte: IBGE – Istituto Brasilano di Geografia e Statistica
Il settore pubblico, dal lato sempre dei consumi, ha dato il suo contributo
essendo parte attiva e propositiva delle suddette politiche. Le difficoltà sono venute dal calo delle esportazioni, come già evidenziato, e da quello degli investimenti, in ripresa graduale nel secondo semestre del 2009 a motivo del permanere di
spazi di capacità produttiva inutilizzata nell’industria. È lecito attendersi una
ripresa più robusta degli stessi nel corso del 2010, in ragione anche dell’atteso
miglioramento del quadro internazionale e del permanere di condizioni di finanziamento favorevoli e di inflazione sotto controllo. A tale riguardo l’inflazione nei
primi 6 mesi del corrente anno è stata pari al 3,09%, con andamenti mensili
decrescenti evidenziati da un valore pari a zero registrato nel mese di giugno.
Considerando il target annuale del 4,9 % la Banca Centrale ha interrotto la fase
di riduzione del tasso ufficiale (SELIC), passato dal 13,75 all’8,75 per cento tra
gennaio e fine luglio 2009 attuando una politica di graduale rialzo dello stesso con
un target di fine anno pari al 10,75% (a giugno 2010 il valore è salito al 10,66%).
Questo approccio aggressivo al problema dell’aumento dei prezzi ha avuto come
riflesso la riduzione del tasso di crescita dell’inflazione segnalata dal risultato del
suddetto mese di giugno. L’aumento dei prezzi segnala comunque uan sostenuta
ripresa economica evidenziata dai primi dati ufficiali sul PIL. Le previsioni degli
economisti per il 2010 sono di una crescita pari al 4%, nel primo trimestre dell’anno la crescita registrata è stata pari al 2,4%. A ciò si devono affiancare gli
importanti risultati in ambito di creazioni di posti di lavoro con un valore positivo pari a circa 1,47 milioni di nuovi posti nel primo semestre del 2010, maggior
Fonte: Banca Centrale - Ministero dell’industria * = valori stimati
A motivo dei continui miglioramenti nelle citate variabili, lo scorso anno due
delle principali compagnie di rating mondiali (Standard and Poor’s e Fitch) hanno
promosso il Brasile al primo gradino del cosiddetto “grado di investimento”, indicando che il paese è sicuro per gli investitori stranieri. La terza compagnia
(Moody’s) potrebbe seguirle a breve, probabilmente entro l’anno, in virtù del buon
comportamento dell’economia brasiliana durante la crisi. Infine, alla luce della
valutazione del rischio politico, economico, finanziario ed operativo del paese, il
Country Risk Rating complessivo assegnato da SACE è M2 (equivalente a 5 in una
scala da 1 a 9, dove 1 è il rischio minimo).
32
33
Brasile
Brasile
5.2 - Il Commercio Estero5
Una buona parte della robusta crescita economica degli ultimi anni è da ricondursi al boom delle esportazioni che ha tra l’altro fatto da volano ad una crescita
più generalizzata, inducendo un incremento dei consumi interni ed un’aumentata
capacità e propensione agli stessi, una maggiore disponibilità di credito ed un sensibile sviluppo degli investimenti diretti sia locali che esteri. Tuttavia, come visto,
l’incidenza dell’export sul PIL è solo del 12-14% (a differenza dell’Italia, dove
questa raggiunge il 27%) e, in momenti congiunturali quale questo, tale limitata
incidenza impatta positivamente sulla crescita.
Il Brasile ha iniziato ad aprirsi al commercio internazionale dopo la fine della
dittatura militare, e, in particolare, nel 1990 durante la presidenza di Fernando
Collor, che ha avuto il merito di consentire l’importazione di molti beni di largo
consumo, in primis le automobili.
Il processo di apertura dura quindi da relativamente pochi anni e risente ancora del fatto che molti settori della vita socio-economica brasiliana sono stati
influenzati largamente da impostazioni sostanzialmente protezionistiche. I settori
nei quali il Brasile ha maggiormente incrementato la propria competitività sono
quelli in cui maggiore è stata la liberalizzazione. Le venti più importanti aziende
multinazionali brasiliane hanno ormai una vera e propria struttura internazionale
con una presenza in almeno dieci Paesi con beni che sommano 56 miliardi di dollari, una vendita di beni e servizi per 30 miliardi e circa 77.000 impiegati. Circa
il 50% di questa presenza è in America Latina ma negli ultimi anni
l’internazionalizzazione ha assunto una dinamica più spinta e si orienta ormai
verso tutte le parti del mondo. I settori sono principalmente quello minerario
(Companhia Vale do Rio Doce), dell’acciaio (Gerdau), dell’aeronautica (Embraer)
e dell’energia (Petrobras); da segnalare che nel settore delle carni la JSB-FriBoi,
primo gruppo mondiale del settore, ha acquistato il 50% della Inalca, società italiana del gruppo Cremonini.
Ai tradizionali partner commerciali (Usa, Europa e Argentina) negli ultimi anni
si sono aggiunti Cina, Africa e Medio Oriente. La diversificazione non si limita ai
compratori, ma riguarda anche i prodotti che sono esportati, il cui valore aggregato negli ultimi anni è tra l’altro cresciuto costantemente. La maggiore presenza
brasiliana nei nuovi mercati è conseguenza sia dell’andamento della domanda
delle materie prime, sia della continua ricerca di nuovi accordi commerciali con
Paesi emergenti. Questo approccio economico diversificato, frutto anche delle
grandi trasformazioni che stanno avvenendo su scala globale, è una delle priorità
del Governo Lula per rendere il paese meno dipendente dai mercati europei ed
americani.
L’interscambio con il Mercosur, nel quale il Brasile è destinato naturalmente a
svolgere un ruolo di leadership, è in continua crescita e verso quest’area sono
orientate le produzioni industriali brasiliane. Il commercio tra i Paesi dell’area sta
Fonte : Rapporti congiunti ambasciate/uffici Ice estero – settembre 2009
5
peraltro risentendo della crisi in misura significativa e si registrano tentazioni protezionistiche, soprattutto da parte argentina, con particolare riferimento alle
esportazioni brasiliane di calzature, elettrodomestici, di televisioni e automobili o
altri beni. La situazione sembra destinata a perdurare e trae origine dal tentativo
dell’Argentina di ricostruire una propria industria nazionale dopo la crisi del 2001
e dal timore che il gigante brasiliano possa limitare la crescita del vicino con la sua
preponderanza economica.
5.3 - Gli accordi commerciali del Brasile6
Il Brasile ha perseguito una politica commerciale di natura prevalentemente
multilaterale, investendo molte aspettative sui negoziati WTO a cui il Brasile partecipa come leader del G20. Sicuramente in termini di apertura dei mercati, i
negoziati WTO non hanno portato i risultati sperati. È inoltre certamente corretta la considerazione che al momento il Brasile non è fortemente motivato, stante
la particolare salute della propria economia, ad ampliare i negoziati bilaterali o di
apertura commerciale in genere. Discorso a parte vale ovviamente per il Mercosur
per cui si veda infra.
Oltre al Mercosur, il Brasile partecipa anche all’ALCA o FTAA, ossia Area de
Livre Commercio das Americas o Free Trade Agreement of the America, ossia il tentativo di unire i vari paesi delle Americhe in un’unica area di libero scambio.
Tuttavia, tale tentativo non ha avuto grande successo e tale Accordo non ha particolare valenza pratica.
Il Mercosur è l’Unione Doganale finalizzata alla creazione di un mercato e di
una politica commerciale comune tra Argentina, Brasile, Paraguay ed Uruguay a
cui si è recentemente aggiunto il Venezuela che nel 2006 ha ratificato il Protocollo
di ingresso. Inoltre, al Mercosur partecipano la Bolivia, il Perù ed il Cile come
paesi associati.
È evidente che l’esistenza del Mercosur ha risvolti pratici significativi per
l’imprenditore che voglia sviluppare il mercato brasiliano, si pensi ad esempio alla
politica commerciale comune, alla Tariffa Estera Comune. La realizzazione di un
investimento produttivo in Brasile consentirebbe, infatti, l’accesso al più vasto
mercato del Mercosur. In termini di PIL complessivo il Mercosur, comprendendovi anche gli Stati Associati, vale all’incirca 3.000 miliardi di dollari, di cui quasi
il 50% rappresentato dal Brasile.
Gli scambi all’interno del Mercosur sono in costante aumento, anche se si registrano ricorrenti dispute commerciali soprattutto tra Brasile ed Argentina, quest’ultima nel tentativo di tutelare i propri prodotti e ricostruire la propria industria manifatturiera pesantemente danneggiata dall’ultima crisi che ha investito il
paese.
Fonte : ICE – Guida al mercato brasile – ottobre 2009
6
34
35
Brasile
2008
Mercosud
Argentina
Paraguai
Uruguai
Esportazioni
1.592
1.302
174
116
Importazioni
1.293
1..129
78
86
2009
Mercosud
Argentina
Paraguai
Uruguai
Esportazioni
796
643
86
67
Importazioni
711
608
31
71
Fonte: Segreteria del Commercio Estero – SECEX – valori in milioni di dollari
5.4 - Andamento dell’interscambio commerciale
con l’Italia7
Nel complesso, la turbolenza internazionale ha influenzato negativamente
anche l’andamento dell’interscambio commerciale del Brasile con l’Italia.
I dati mostrano che, prima del manifestarsi della crisi finanziaria internazionale, gli alti e bassi della nostra quota non erano dovuti tanto alle negative performance dell’Italia, le cui importazioni stavano aumentando in maniera più che soddisfacente da alcuni trimestri fino alla fine del 2008, quanto piuttosto all’eccezionale aumento delle importazioni dai paesi dell’Asia (Cina, Giappone, Corea del
Sud, India e Taiwan). Da notare, inoltre, che il nostro paese nel 2008 ha fatto addirittura meglio di paesi come Argentina e Cile, che per ragioni storiche, politiche,
culturali, sociali ed economiche hanno dei canali commerciali preferenziali.
Le esportazioni italiane in Brasile sono prevalentemente caratterizzate da pochi
settori robusti accompagnati da altri con volumi sostanzialmente più bassi. In particolare i macchinari e le attrezzature hanno concorso nel 2009 al 39% delle nostre
esportazioni, gli autoveicoli e similari per un 13%, i prodotti chimici per il 7%
così come la categoria altri mezzi di trasporto. Nel biennio centrale della crisi
internazionale le nostre esportazioni hanno subito un calo del 19% principalmente dovuto ai macchinari e attrezzature, per il 29%, agli autoveicoli, sempre per il
29%, e alle attività legate alla raffinazione del petrolio per il 13%.
Dal Brasile l’Italia nel 2009 ha acquistato prevalentemente prodotti agricoli e
della pesca, 25% del valore delle nostre importazioni, prodotti alimentari (15%),
materie prime industriali (15%) e articoli in pelle (15%). La forte caduta delle
importazioni italiane, pari al 37% del valore rispetto al 2008, è dovuta principalmente alla riduzione degli acquisti di materie prime industriali, che ha contribuito
per il 39% della caduta complessiva e per la riduzione delle altre voci suddette quali
prevalenti che hanno contribuito con un apporto negativo del 14% ciascuna.
Fonte : Rapporti congiunti ambasciate/uffici ICE estero – settembre 2009
7
Brasile
Codice
Interscambio Italia - Brasile: Esportazioni
AA
BB
CA10
CA11
CB13
CB14
CB15
CC16
CC17
CC18
CD19
CE20
CF21
CG22
CG23
CH24
CH25
CI26
CJ27
CK28
CL29
CL30
CM31
CM32
ZZ
Totale
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura
Prodotti delle miniere e delle cave
Prodotti alimentari
Bevande
Prodotti tessili
Articoli di abbigliamento
Articoli in pelle, escluso abbigliamento
Lego e prodotti in legno e similari
Carta e prodotti di carta
Prodotti della stampa e supporti registrati
Coke e prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio
Prodotti chimici
Prodotti farmaceutici
Articoli in gomma e materie plastiche
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
Prodotti della metallurgia
Prodotti in metallo esclusi macchinari e attrezzature
Computer e prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi
Apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettriche
Macchinari e apparecchiature
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
Altri mezzi di trasporto
Mobili
Prodotti delle altre industrie manifatturiere
Altri prodotti e attività
Codice
2009
%
11.151
2.329
53.496
21.030
27.968
14.634
9.867
2.383
28.874
845
25.617
196.361
116.125
55.128
37.749
86.352
117.186
122.808
140.385
1.009.873
361.267
168.979
8.400
74.659
4.815
2.698.281
-22%
20,8%
-1,0%
-17,1%
-27,5%
-27,9%
-46,6%
-49,6%
-3,9%
-51,5%
-77,3%
-22,9%
26,7%
-24,0%
-27,5%
-38,9%
-6,0%
-19,2%
-18,3%
-15,6%
-34,2%
38,3%
-21,0%
8,7%
-58,8%
-19,3%
2008
2009
%
AA
BB
CA10
CA11
CA12
CB13
CB14
CB15
CC16
CC17
CC18
CD19
CE20
CF21
CG22
CG23
CH24
CH25
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura
Prodotti delle miniere e delle cave
Prodotti alimentari
Bevande
Tabacco
Prodotti tessili
Articoli di abbigliamento
Articoli in pelle, escluso abbigliamento
Lego e prodotti in legno e similari
Carta e prodotti di carta
Prodotti della stampa e supporti registrati
Coke e prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio
Prodotti chimici
Prodotti farmaceutici
Articoli in gomma e materie plastiche
Altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
Prodotti della metallurgia
Prodotti in metallo esclusi macchinari e attrezzature
814.436
928.566
321.332
732
332
8.118
5.516
465.827
66.731
327.950
19
5.390
148.683
13.273
27.427
14.670
321.166
19.230
610.109
361.951
276.860
600
221
4.890
2.631
273.285
40.156
291.665
10
11.061
103.474
14.309
20.520
10.391
132.488
15.857
-25,1%
-61,0%
-13,8%
-18,0%
-33,4%
-39,8%
-52,3%
-41,3%
-39,8%
-11,1%
-47,4%
105,2%
-30,4%
7,8%
-25,2%
-29,2%
-58,7%
-17,5%
CI26
Computer e prodotti di elettronica ed ottica, apparecchi
elettromedicali, apparecchi di misurazione ed orologi
22.413
24.399
8,9%
30.992
178.920
85.455
11.251
2.570
12.807
10.313
3.844.119
32.278
92.774
53.763
9.266
1.164
12.073
6.658
2.402.853
4,1%
-48,1%
-37,1%
-17,6%
-54,7%
-5,7%
-35,4%
-37,5%
CJ27
CK28
CL29
CL30
CM31
CM32
ZZ
Totale
Interscambio Italia - Brasile: Esportazioni
2008
14.425
1.928
54.011
25.354
38.601
20.288
18.469
4.729
30.037
1.744
112.707
254.764
91.686
72.577
52.032
141.420
124.708
152.018
171.812
1.196.058
549.254
122.227
10.634
68.715
11.695
3.341.893
Apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettriche
Macchinari e apparecchiature
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
Altri mezzi di trasporto
Mobili
Prodotti delle altre industrie manifatturiere
Altri prodotti e attività
Fonte : Elaborazione ICE su dati Istat
36
37
Brasile
Brasile
5.5 - Investire in Brasile8
Le opportunità offerte dal mercato brasiliano sono piuttosto importanti; su una
popolazione di oltre 190 milioni di persone, sebbene vi siano ancora presenti neI
Paese vaste fasce di popolazione con un modesto potere d’acquisto, almeno 30
milioni dispongono di un reddito equiparabile a quello europeo.
Volendo identificare settori da considerarsi prioritari per le imprese italiane
intenzionate ad esportate in Brasile e/o delocalizzare la propria produzione, l’ICE
individua le opportunità sotto riportate:
• I settori più significativi in termini di penetrazione commerciale italiana nel
mercato brasiliano continuano ad essere quelli della meccanica e delle tecnologie. Tradizionalmente si tratta di tutte le varie tipologie di attrezzature e macchinari per l’industria manifatturiera leggera, in cui il nostro Paese è riconosciuto tra i leader mondiali. Si va quindi dalle macchine tessili, a quelle per la
lavorazione dei metalli, della ceramica, del legno, della pietra. In relazione alle
importazioni, è importante rilevare come queste presentino una forte correlazione con gli investimenti produttivi. Una buona percentuale dei beni importati è, infatti, rappresentata da macchinari e beni capitali e tale percentuale è in
costante aumento. Si segnalano gli aumenti nel corso del 2008 delle importazioni di macchinari nel settore dei veicoli (10,8%), del legno (40,5%), dell’elettricità (93,1%), del chimico-farmaceutico (62,4%).
Ciò è significativo della fiducia che gli imprenditori che operano in Brasile rivestono nel paese e nelle sue prospettive. Gli imprenditori brasiliani stanno,
infatti, approfittando dell’attuale forza del Real e della stabilità e salute dell’economia per rinnovare il proprio parco macchine ed attrezzature. Sotto un
profilo prospettico, certamente la meccanica leggera in generale potrà continuare a fare da volano in concomitanza con la crescita industriale brasiliana.
Esistono inoltre precise indicazioni di spazi potenziali per quanto riguarda i
macchinari e le attrezzature legate alla filiera dell’agro-industria, dell’alimentare e dell’imballaggio tuttora non sufficientemente presidiati.
In questi settori l’ICE e l’Ambasciata continuano a stimolare un rafforzamento degli interventi promozionali e della conoscenza del mercato da parte delle
PMI, attraverso le associazioni italiane di categoria e gli organi di promozione
di quelle regioni che hanno una forte presenza di aziende in questi comparti
industriali.
• Nel settore delle tecnologie ambientali, a partire da settembre 2006 il
Ministero per l’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare ha creato presso gli
Uffici di San Paolo dell’ICE un proprio “Desk” operativo dedicato a identificare progetti collegati al protocollo di Kyoto. Questa struttura si propone di
individuare modalità di sviluppo del Clean Development Mechanism in
ICE – Rapporti commerciali e opportunità di investimento – settembre 2009
8
Brasile, con conseguente disponibilità di significative quantità di “quote di carbonio”. Inoltre con la partecipazione del sistema Italia presso le edizioni 2008
e 2009 della Fiera FIMAI si è voluto dare un maggiore spazio al settore
ambientale e alla promozione dell’uso di energia solare in regioni remote.
Per il solare manca ancora in Brasile un quadro regolamentare favorevole allo
sviluppo di tale fonte di energia, che continua ad essere poco competitiva nei
confronti dell’idroelettrica. Esistono tuttavia interessanti proposte di legge in
parlamento che, se approvate, potrebbero rendere economicamente viabile la
diffusione dei pannelli fotovoltaici, facilitandone l’importazione e la produzione in loco, e rendendo commerciabile la produzione in eccesso.
Grandi potenzialità esistono inoltre nell’eolico, che tuttavia non rientra per il
momento nelle priorità del Piano Energetico Nazionale 2008-1017. Per far
partire il settore dell’energia eolica in Brasile occorre anche in questo caso una
riforma regolamentare che riduca l’indice di nazionalizzazione, cioè la percentuale di utilizzo delle attrezzature prodotte in Brasile, che per la costruzione di
centrali eoliche deve essere del 70%.
• Il settore delle infrastrutture, soprattutto viarie ed edilizie, ha in corso una stupefacente evoluzione in Brasile mosso dall’imminente svolgimento di due
eventi sportivi internazionali (i Mondiali di Calcio del 2014 e le Olimpiadi del
2016) e dai piani di spesa pubblica pluriennali, sotto descrittti, che il Paese utilizzerà come leva per superare antiche difficoltà e dotarsi di strutture in grado
di rafforzare la sua posizione di nuova economia emergente a livello mondiale.
Il settore ferroviario potrebbe essere particolarmente interessante. Infatti, a partire dal 2003, considerato il crescente volume del trasporto di merci, il governo federale ha cercato di dare nuovo slancio al trasporto su rotaia, ancora fortemente carente in Brasile, attraverso il Piano di Rivitalizzazione delle strade
ferrate. Con il “Programma di Recupero del Trasporto Ferroviario di
Passeggeri”, sono state individuate tre linee di azione: i treni turistici, i treni
regionali e i treni ad alta velocità. Il mercato delle infrastrutture del trasporto
ferroviario in Brasile presenta circa 44 miliardi di reais di investimenti (18
miliardi di euro) per il periodo 2008-2012, così distribuiti: 18 miliardi di reais
(7,5 miliardi di euro) per il trasporto merci e 26 miliardi di reais (11 miliardi
di euro) per i trasporti urbani su rotaia. È utile poi ricordare che entro il 2012
è previsto il rinnovamento della rete tramviaria in parecchie città brasiliane.
A tali cifre si aggiungono gli annunciati ingenti investimenti per la costruzione di un collegamento ad alta velocità tra Rio de Janeiro, San Paolo e
Campinas. Si tratta del più ambizioso progetto infrastrutturale attualmente
allo studio nel mondo, per un valore di circa 13 miliardi di euro. La documentazione di gara è reperibile sul sito www.tavbrasil.gov.br, sito nel quale sarà possibile seguire l’andamento della procedura ed interfacciarsi con l’autorità di
gestione del procedimento. Si fa presente che la tecnologia che verrà prescelta
è destinata ad essere applicata anche nelle successive tratte ad alta e media velocità non solo in Brasile, ma in America Latina.
Anche il settore della cantieristica presenta interessanti opportunità. Il Brasile,
38
39
Brasile
Brasile
infatti, dopo essere stato negli anni ’70 alla testa della seconda flotta commerciale mondiale e il secondo produttore mondiale di imbarcazioni, ha sofferto
una grave crisi del settore navale a partire dal 1989, a causa dell’apertura del
mercato nazionale. Attualmente, grazie alle recenti scoperte di enormi giacimenti petroliferi “offshore” nel golfo di Santos (c.d. “pre-sal”), sono aumentate in maniera molto significativa le esigenze del settore petrolifero e del trasporto marittimo. Pertanto, il mercato navale è in forte crescita e molti cantieri
hanno riaperto per stare dietro alla forte domanda.
La PETROBRAS, con il Piano di Ammodernamento e Rinnovamento della
Flotta (PROMEF), ha lanciato, attraverso la TRANSPETRO (la propria filiale per le attività di trasporto), gare d’appalto per la costruzione di 42 imbarcazioni in due fasi: la prima prevede la costruzione, in diversi cantieri del paese
per un valore totale di 8 miliardi di dollari, di 26 imbarcazioni da consegnare
entro il 2010, al fine di ammodernare la flotta della società; la seconda fase prevede il lancio nei prossimi mesi di una gara d’appalto per la realizzazione di
altre 16 imbarcazioni da consegnare entro il 2012. Il PROMEF beneficia di un
finanziamento della banca di sviluppo nazionale (BNDES), la quale esige che
queste imbarcazioni vengano fabbricate in Brasile e che includano almeno il
65% di componenti nazionali. Questa è la più importante commessa della storia navale brasiliana e rappresenta una opportunità unica per le numerose
imprese del settore.
Sono attivi in Brasile 26 cantieri navali tra cui menzioniamo Alkmer Promar,
Atlantico Sul, Brasfels, Eisa, Maua, Renave-Enavi. Nello stato di Rio de Janeiro
è concentrato l’80% della produzione navale brasiliana, la ragione più plausibile è da ricercare nel fatto che gli investitori sono stati attratti dalla soppressione dell’Imposta sulla Circolazione delle Merci e dei Servizi (ICMS) per questo settore in questo stato (imitato prontamente nel corso di quest’anno da altri
stati come Santa Catarina e San Paulo). Anche la Marina Militare brasiliana
prevede di rinnovare un certo numero di unità, in linea con le indicazioni della
Strategia Nazionale di Difesa adottata a dicembre 2008.
• Per quanto riguarda la produzione di energia, la storia del Brasile si lega indissolubilmente a quella della produzione di etanolo, le cui origini risalgono agli
anni ’20, epoca in cui comincia ad affermarsi l’automobile. Tuttavia, è solamente a partire dagli anni ’70, segnati dai due shock petroliferi, che il Brasile
si interessa seriamente a questo biocombustibile prodotto dalla canna da zucchero.
Dal 2007 il Brasile è divenuto il secondo produttore mondiale di etanolo,
immediatamente dietro agli Stati Uniti. La febbre dell’etanolo ha generato una
serie di forti investimenti. Le autorità locali ritengono che il Brasile sarà in
grado di produrre 25 miliardi di litri di etanolo a partire dal 2010 e ben oltre
30 miliardi di litri dal 2015. Alcuni esperti reputano che la produzione possa
raggiungere la cifra record di 200 miliardi di litri nel 2020, considerando
l’impegno in ricerca sui carburanti di seconda generazione come l’etanolo
estratto dalle biomasse (della canna da zucchero e del legno). Le fabbriche in
attività sono situate in gran parte negli Stati del regione Centro-Sud (59%): il
40% nello Stato di San Paolo ed il 30% nello Stato di Minas Gerais.
Sulla spinta di questo successo, il Brasile ha cominciato nel 2003 un programma di promozione del biodiesel. La soia, con una percentuale vicina al 90%, è
la principale materia prima utilizzata per la produzione nazionale, ma il Brasile
dispone di oltre 200 materie prime di origine vegetale ed animale per la produzione di biodiesel. Secondo l’Agenzia Nazionale del Petrolio (ANP), il
Brasile dispone attualmente di 41 fabbriche di biodiesel, distribuite su tutto il
territorio, con una capacità produttiva complessiva di 1,6 miliardi di litri
annui. Le principali imprese operanti nel settore sono nell’ordine di importanza: Brasil Ecodiesel, Granol, Bertin.
• Oltre alla “meccanica leggera”, che resta comunque sempre il “volano” in grado
di fare la differenza in concomitanza con la crescita della produzione industriale brasiliana, appare necessario rafforzare gli interventi, su alcuni settori di
nuove tecnologie, di interesse strategico per le istituzioni e per il mercato brasiliano, che potrebbero offrire grandi margini di rafforzamento e di valore
aggiunto della presenza italiana in Brasile.
Le possibilità in questo campo sono notevoli; esse possono riguardare sia campi
di azione tradizionalmente riferiti ad aziende di medio/grandi dimensioni,
come le telecomunicazioni e l’aerospazio, sia settori di intervento nei quali
anche le PMI italiane possono offrire le loro esperienze e le loro tecnologie, in
molti casi ai massimi livelli mondiali. Tra questi si possono citare senz’altro l’IT
(Information Technology – software e hardware), ed i numerosi comparti dell’elettronica, tra cui particolare rilevanza potrebbero avere quelli legati alla
gestione delle tematiche della sicurezza. Anche da sviluppare, in quanto sottodimensionata rispetto alle potenzialità, la presenza delle aziende italiane nel
settore delle tecnologie medicali, diagnostiche ed ospedaliere, sia in termini
strettamente commerciali che riguardo a possibili collaborazioni industriali e
produttive. Interessantissime possibilità si aprono anche nei settori delle nanotecnologie e delle biotecnologie, dai molteplici campi di applicazione industriale. A seguito della firma di un’intesa tra ASI e Agenzia Spaziale Brasiliana
AEB l’11 novembre 2008 a margine della visita di Lula in Italia si aprono inoltre nuove opportunità nel settore dell’industria aerospaziale.
Molto importanti sono anche i rapporti tra le Università ed i centri di ricerca
scientifico/industriale italiani e brasiliani, con l’obiettivo di sviluppare congiuntamente progetti che abbiano alto contenuto innovativo, ma anche utile
applicazione produttiva e commerciale. Particolare rilevanza hanno in questo
ambito i finanziamenti del progetto ICE/CRUI (Conferenza dei Rettori delle
Università Italiane), la missione in Italia nel giugno 2009 della ABRUEM
(Associazione dei Rettori delle Università Statali e Municipali Brasiliane) e le
attività di promozione svolte dall’Ufficio dell’addetto Scientifico
dell’Ambasciata.
• Settore estremamente interessante è quello dell’agrobusiness ove ben si sposa-
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no le potenzialità del mercato brasiliano con le capacità delle imprese italiane,
in particolare:
- il Brasile si sta avviando a diventare il Paese leader in ambito agricolo tra le
nazioni esportatrici;
- l’agrobusiness è strategico per l’apporto al reddito, l’occupazione e il nuovo
mercato di sbocco delle energie rinnovabili;
- presenta ampie zone potenzialmente utilizzabili come agricole ancora non coltivate (24% del totale complessivo);
- ha un clima diversificato che consente anche la diversificazione produttiva.
Alla luce di queste considerazioni è importante sottolineare che l’Italia è già
uno dei maggiori fornitori di macchine per l’industria alimentare, superata
solamente dagli stati Uniti e dalla Germania. L’evoluzione positiva dell’agribusiness brasiliano dovrebbe essere uno stimolo assolutamente positivo per le
nostre aziende già esportatrici o per quelle in difficoltà su altri mercati e desiderose di diversificare il proprio portafoglio ordini.
• Il settore della protezione ambientale in Brasile ha un mercato che nel 2007
ammontava a 5,2 miliardi di dollari. Lo sviluppo di tale settore, considerato
trainante dal governo brasiliano, ha comportato importazioni di tecnologie per
un valore di 1,08 miliardi di dollari, ossia circa il 21% del valore del mercato.
Qui rispetto ad altri fornitori l’Italia occupa una posizione marginale, decimo
posto, con una quota di mercato di appena il 3%.
Gli investimenti sono concentrati nel settore del trattamento delle acque e
effluenti (con prospettive di un mercato di 40 miliardi di dollari per i prossimi 5 anni con un tasso di crescita annuo del 5%), nei residui solidi urbani provenienti da fonti domestiche e industriali (anche qui con un tasso di crescita
del 5% annuo), nel trattamento dell’aria (con un tasso di crescita annuo stimato di almeno il 10%) e nei sistemi di generazione di energie rinnovabili. Forte
in questi ambiti è la domada di investimenti che proviene principalmente dalle
aziende statali di bonifica sanitaria, prefetture, enti ed aziende speciali, ma si
sta organizzando anche il settore privato e i comitati di gestione dei bacini
idrografici. Si richiedono in particolare i seguenti prodotti/servizi: sistemi di
fognatura e depurazione, potabilizzazione di acqua/acquedotti, discariche
comunali, riciclaggio/smaltimento rifiuti, bonifica terrreni degradati, gestione
acque reflue, sistemi di controllo dell’aria, monitoraggio atmosferico, sistemi
di esaustione, filtri, generazione/ cogenerazione di energia, impianti e sistemi
di energie rinnovabili.
• Altro settore interessante è quello della salute, che rappresenta l’8% del PIL e
ha un giro di affari vicino ai 60 miliardi di euro, con un occupazione della
forza lavoro pari al 10%. I principali comparti sono il farmaceutico, con un
giro di affari di 10 miliardi di euro, all’interno del quale si distingue per tecnologie il settore dei farmaci generici, quello dei prodotti medicali e quello delle
attrezzature (con un valore di mercato di 2,5 miliardi di euro). In tale mercato il Brasile importa apparecchiature, impianti e materiali di consumo in par-
ticolar modo per il campo odontoiatrico, per quello medicale ed ospedaliero,
quello radiologico e quello di laboratorio. Anche qui l’italia occupa un ruolo
marginale con appena il 2% del mercato potenziale.
• Quello brasiliano è un mercato con forte propensione al consumo e alla ricerca di prodotti nella fascia alta del mercato, dove il design e l’elevata qualità sono
elementi di fondamentale importanza. Gli stessi elementi costituiscono i punti
di forza della produzione italiana. Inoltre l’aumentata capacità di spesa può
garantire anche spazi di mercato interessanti ai tradizionali prodotti del lusso
del Made in Italy (moda, calzature, casa-arredo) ancora limitatamente presenti nel mercato e soprattutto indirizzati alla fascia alta del mercato in rapida
espansione. Per tali beni di consumo di alto livello, a parte le grandi griffe affermate internazionalmente, le nostre aziende soffrono però le alte tariffe e il
carattere ancora sostanzialmente protezionistico del mercato brasiliano, nonostante presentino un prodotto di qualità ineccepibile. Questo approccio vale
non solo nel campo della moda e del design, ma anche in quello del prodotto
agro-alimentare e delle bevande alcoliche, in cui negli ultimi tempi l’Italia sta
tentando di competere con la Francia sul mercato del vino di massimo livello
(e massimo prezzo) sulla base di una acquisita immagine di prodotto di alta
qualità. Sempre più numerose Regioni italiane (le ultime in serie Umbria,
Abruzzo e Molise) stanno manifestando interesse a realizzare iniziative a favore del settore agroalimentare (in particolare vino).
5.6 - Politica commerciale di accesso al mercato9
a) Barriere tariffarie
La legislazione brasiliana in materia non oppone particolari difficoltà alle importazioni di prodotti italiani. Tuttavia, oltre ad esistere problemi legati alle lungaggini burocratiche che incidono notevolmente su tempi e costi di gestione, esistono
altresì tariffe d’importazione sui prodotti stranieri spesso non convenienti per la
tipicità della produzione nazionale nostrana. Ci si riferisce in particolare alle imposizioni applicate ai beni di consumo ed ai prodotti alimentari ma anche nei confronti dei beni industriali. In questo ultimo settore vanno segnalate una serie di
agevolazioni fiscali introdotte con la facilitazione detta “ex-tariffaria” che prevede la
definizione (ogni sei mesi) di un elenco di beni tecnologici “non prodotti in
Brasile”, che possono godere di un dazio pari al 5% in luogo del comune 14%.
Si segnala che il Brasile, d’accordo con l’Argentina, nel corso del 2008 ha manifestato l’intenzione di innalzare l’imposta di importazione della TEC (Tariffa
Esterna Comune) in ambito Mercosur sull’importazione del vino, pesce, derivati
del latte, tessili, prodotti di cuoio, mobili di legno e “altri” prodotti non meglio
Fonte : Rapporti Paese congiunti ambasciate/uffici ICE estero – settembre 2009
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specificati. Fino ad ora non è stato dato seguito a tali intenzioni, ma non possono
escludersi sviluppi. È opportuno segnalare che, al contrario di altri paesi, il Brasile
non ha innalzato il livello delle barriere tariffarie in risposta alla crisi economica,
a conferma della vocazione liberista del Governo Lula.
b) Barriere non tariffarie
Le principali barriere al commercio sono di natura non tariffaria. Si registrano
casi di blocchi di importazione di generi alimentari italiani, peraltro sempre tempestivamente risolti con mirate azioni di sensibilizzazione di quest’Ambasciata
presso le Autorità locali. Recentemente è stato concordato un nuovo modello di
certificato sanitario con le autorità brasiliane che ha permesso di risolvere buona
parte dei problemi. L’importazione in Brasile di tutti gli insaccati con maturazione inferiore ai dieci mesi, come i salami e le mortadelle, è tuttora interdetta. In
quest’ultimo caso, la cottura oltre i 120 gradi per lungo tempo non è considerato
dalle autorità sanitarie pubbliche brasiliane un elemento di assicurazione circa
l’eliminazione del rischio di diffusione di malattie infettive. Le motivazioni addotte dalle autorità di salute pubblica brasiliane sono quelle della possibile diffusione, attraverso la libera circolazione del prodotto sul territorio brasiliano, di malattie infettive (in particolare, peste suina africana e malattia vescicolare del suino,
presenti in alcune circoscritte località italiane) da cui il Brasile sarebbe indenne.
L’Ambasciata è impegnata, insieme all’Unione Europea, in un’azione volta a ottenere il riconoscimento del principio di regionalizzazione delle malattie suine in
questione, per poter riattivare le esportazioni.
Va infine aggiunto che per i prodotti alimentari a base animale, in genere, ha
influito sulla riduzione delle esportazioni verso il Brasile anche il blocco delle visite ispettive veterinarie di autorizzazione. A seguito di intensi contatti diplomatici
e dell’esito positivo di una visita ispettiva brasiliana al sistema veterinario nazionale, l’Italia ha ottenuto a fine 2008 la prerogativa del Pre-listing, in base alla quale
le autorità italiane possono ora indicare le aziende autorizzate ad esportare in
Brasile senza attendere lo svolgimento di controlli individuali. Tale procedura si
applica sia ai prodotti di origine animale che a quelli a base di latte. Per quanto
riguarda i cosmetici, è stato riscontrato un allungamento delle procedure per la
certificazione sanitaria dei suddetti prodotti da parte dell’ente governativo ANVISA. Si tratta di forme protettive delle aziende locali e di quelle straniere ormai stabilmente insediate nel paese, come ad esempio le aziende francesi qui operanti con
propri impianti produttivi. Il Brasile, in questo settore è il terzo mercato mondiale dopo gli USA e il Giappone, per le aziende italiane quindi il potenziale di mercato è estremamente alto e giustificherebbe un investimento produttivo nel paese.
Analoghe difficoltà sono state riscontrate anche nel comparto dei macchinari
industriali; nonostante l’importatore locale possa ufficialmente adottare una procedura più semplificata per importare i macchinari esteri di cui necessita, le associazioni produttrici brasiliane del settore possono opporsi adducendo l’esistenza di
un prodotto nazionale simile avente le stesse caratteristiche del prodotto importato, rendendo quindi quanto mai complesse le procedure per l’importazione.
Per quanto concerne i vini, si segnala che è stata modificata in senso meno
restrittivo la legislazione brasiliana laddove prevedeva che un prodotto per essere
considerato vino non potesse eccedere i 13 gradi alcolici. Fino all’anno passato,
pertanto, questa misura arrecava un sensibile danno a molte nostre etichette,
soprattutto a quelle dei nuovi vini dell’Italia meridionale, che iniziano ad affacciarsi anche sul mercato brasiliano poiché, superato tale limite, il prodotto veniva
considerato “vino liquoroso” e pertanto veniva applicata una maggiore imposizione fiscale (27% per i vini contro il 40% dei vini liquorosi). Con la recente modifica, anche i prodotti che superino i 13 gradi alcolici vengono considerati vini qualora vengano ritenuti tali da un certificato rilasciato da un organo ufficiale del
paese d’origine.
La legislazione brasiliana prevede che al momento dell’importazione del vino
(che deve essere accompagnato da un certificato di analisi) possano essere prelevate due bottiglie per ogni partita per effettuare le analisi di controllo. Il prodotto
non può essere venduto sul territorio nazionale prima del risultato delle analisi. Si
sono registrati casi in cui il risultato delle analisi è tardato un anno, con evidenti
danni economici per l’esportatore.
Altro aspetto molto importante è l’assenza di una normativa che regoli
l’importazione in Brasile di campioni di prodotto, che si traduce in complessità
amministrative decisamente anomale e prive di trasparenza, dove l’applicazione
della normativa doganale viene spesso effettuata in maniera piuttosto arbitraria.
Infatti, è praticamente impossibile, per le aziende intenzionate a saggiare il mercato locale, introdurre campionature di prodotto senza prima aver ottenuto la preventiva autorizzazione del Ministero dell’Agricoltura, che deve essere tra l’altro
necessariamente richiesta per il tramite di un importatore locale.
Tra le barriere non tariffarie da citare il settore delle telecomunicazioni, in cui
il Brasile non consente la prestazione del servizio ad imprese di telecomunicazioni estere ed in particolare i servizi satellitari, nonostante tale servizio attualmente
sia fonte di importanti affari per le imprese del settore.
Nel settore medico-farmaceutico e diagnostico esistono ostacoli burocratici
dovuti all’eccessiva regolamentazione prevista dall’ANVISA (Agenzia Nazionale di
Vigilanza Sanitaria) per il rilascio di licenze di importazione, che tra l’altro richiede il certificato GMP – Good Manufacturing Practice ottenibile solo a seguito di
visite ispettive presso lo stabilimento esportatore.
Sono al vaglio del parlamento brasiliano proposte di appesantimento del processo di rilascio di certificati di sicurezza nel settore dei giocattoli, che si tradurrebbero in test complementari oltre ad etichette supplementari. Il settore del trasporto marittimo mantiene varie restrizioni tra cui imposte discriminatorie e
l’obbligo alle navi di crociera che operano lungo le coste brasiliane di impiegare
una percentuale minima del 25% di personale locale. Esistono restrizioni anche
nel settore delle riassicurazioni. Infatti, dal 2007, anno in cui è stato smantellato
il monopolio brasiliano di riassicurazione, le autorità brasiliane continuano a
rifiutare l’offerta internazionale di servizi di riassicurazione. Anche il mancato allineamento con le pratiche OECD (Organization for Economic Cooperation and
Development) in materia di prezzi di trasferimenti, profitti e regole fiscali infragruppo, combinato con il complesso sistema tributario interno (che include mol-
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teplici imposte a cascata), crea una serie di difficoltà alle imprese europee che
intendono operare in Brasile.
c) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale
Negli ultimi anni, il Brasile ha avviato un percorso di ammodernamento della
propria legislazione in materia di Proprietà Intellettuale ma non sempre
l’applicazione di queste misure ha prodotto risultati apprezzabili. Sulla spinta
all’adeguamento della propria legislazione agli standard internazionali, il Brasile
ha promulgato tre leggi relative alla protezione della proprietà intellettuale:
1) Legge sulla Proprietà Intellettuale, L. 9.279/96 del 14 maggio 1996.
2) Legge sul Diritto d’Autore, L.9.610 del 19 febbraio 1998.
3) Legge sulla Tutela del Software, L. 9.609 del 19 febbraio 1998.
Spinto, inoltre, dalla necessità di conformarsi alle regole del commercio internazionale, dal 2005 il Brasile si sta dotando di strumenti giuridici per la lotta alla
contraffazione.
Per una più completa assistenza alle imprese in questa importante tematica, dal
mese di aprile 2008, è operativo presso l’Ufficio ICE di San Paolo il “Desk per la
Tutela della Proprietà Intellettuale”. Il Desk, che viene indicato anche come IPR
Desk (Intellectual Property Right Desk), fa parte di una rete che, al momento,
consta di 13 uffici dislocati principalmente nei paesi asiatici presso le strutture
dell’ICE. L’obiettivo dei Desk si sostanzia nel fornire assistenza e consulenza, formazione ed informazione, monitoraggio del mercato. Per quanto riguarda
l’esperienza diretta del Desk di San Paolo, durante la prima fase di attivazione, si
è privilegiata l’assistenza alle aziende italiane fornendo loro le informazioni necessarie soprattutto per le varie forme di registrazione di brevetti e marchi.
Il fenomeno della contraffazione è presente in Brasile seppure in dimensioni
minori rispetto ad altri mercati, quali quelli asiatici. Le problematiche circa la
Proprietà Intellettuale che coinvolgono imprese italiane ed europee in Brasile
attengono soprattutto alla tipologia della concorrenza sleale. Sono frequenti in
particolare i casi in cui il distributore legale si appropria in maniera indebita del
marchio dell’azienda italiana. Di solito, buona parte di questi casi si risolvono con
una prima comunicazione di diffida da parte dello studio legale rappresentante la
ditta italiana danneggiata. Casi di contraffazione veri e propri di marchi Made in
Italy, con relativo avvio di azione legale, sono ancora limitati, sebbene anche in
Brasile stia prendendo sempre più piede il fenomeno dei venditori ambulanti di
imitazioni di griffe italiane.
Sono, invece, sotto osservazione prodotti enogastronomici, venduti come produzione italiana, ma di dubbia provenienza. Mentre per i beni di consumo contraffatti non sembra esserci una produzione locale, in quanto i maggiori canali della
contraffazione partono da paesi limitrofi come il Paraguay e l’Uruguay, i prodotti
enogastronomici, invece, sono spesso prodotti in loco, anche se non è facile risalire alla fonte, in quanto i riferimenti sulle etichette non sempre sono attendibili.
Bisogna, infine, osservare che la difesa della proprietà intellettuale comincia ad
essere percepita anche in Brasile come una tematica particolarmente importante,
visto il boom delle registrazioni di marchi e brevetti negli ultimi anni, tale da
indurre l’INPI (Istituto Nazionale per la Proprietà Industriale) ad indire concorsi
pubblici per reperire esaminatori al fine di poter far fronte al numero crescente di
deposito di marchi. Sul fronte brevetti, invece, non si assiste ad un analogo
aumento di depositi, anzi, negli ultimi anni si è addirittura registrato un lieve calo.
La scarsità di esaminatori di brevetti rispetto a quelli che si occupano di marchi,
dovuta anche al periodo di formazione relativamente lungo (in media di due anni),
è un altro fattore penalizzante. Gli studi legali, in particolare quelli di grandi
dimensioni, si stanno attivando per la costituzione al proprio interno di uffici dedicati esclusivamente alla Proprietà Intellettuale. Si stima che gli studi legali ricavino
dalle pratiche relative alla proprietà intellettuale l’8% circa del proprio fatturato
totale, mentre fino a 4 anni fa, questa percentuale si attestava intorno al 2%.
Non si sono registrati finora casi particolari di contenzioso. I marchi italiani più
esposti alla contraffazione rimangono quelli del sistema moda.
d) Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese
Non esistono particolari vincoli e difficoltà. La legislazione federale e dei singoli stati della Repubblica Federativa spesso prevede strumenti di attrazione di capitali esteri tramite agevolazioni fiscali, snellimenti burocratici e canali di finanziamento che già in passato hanno attratto diversi investitori stranieri, tra cui molte
aziende italiane. La stessa legislazione in materia di rilascio visti per investitori
stranieri in Brasile è stata modificata con l’introduzione della risoluzione n. 60 del
6 ottobre del 2004, per la quale è sufficiente un investimento iniziale di 50.000
USD, per la costituzione di una nuova azienda o capitalizzazione di una già esistente, aprendo altresì la possibilità anche ad investimenti inferiori a tale somma
agli stranieri che presentino progetti per la creazione di posti di lavoro di perlomeno 10 unità per 5 anni. Ciononostante, persistono resistenze di gruppi di pressione locali che temono l’insediamento in Brasile di aziende straniere in grado di
avvalersi di processi o di immettere sul mercato prodotti che minacciano le produzioni locali.
A supporto degli investitori, interni e stranieri, agisce la RENAI (rete nazionale di informazioni sugli investimenti) fornendo una copiosa e ben organizzata
messe di misure, federali e regionali, a sostegno dell’attività economica, sia a livello territoriale che settoriale.
È un organismo del Ministero per lo Sviluppo, l’Industria ed il Commercio
Estero.
Tutte le informazioni sono presenti sul sito:
http//: investimentos.desenvolvimento.gov.br
Inoltre attraverso il SIPRI-Sistema di Promozione di Investimenti e di
Trasferimento di Tecnologia per Aziende il Ministero delle Relazioni Estere punta
a favorire l’attrazione degli investimenti stranieri diretti in Brasile e promuove
l’internazionalizzazione delle imprese brasiliane e traniere favorendo il trasferimento di alta tecnologia nel Paese. L’accesso alla rete SIPRI può essere effettuato
attraverso il BrasilTradeNet, portale di promozione commerciale e di investimenti. Tutte le informazioni sono presenti sul sito:
www.braziltradenet.com
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5.7 - SACE e SIMEST: gli strumenti pubblici di sostegno
finanziario e assicurativo
La SACE è una società per azioni posseduta interamente dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze. Attraverso una gamma completa di prodotti per
l’assicurazione, il finanziamento e la gestione dei crediti garantisce la certezza di flussi di cassa stabili, trasformando i rischi dei partner in opportunità di sviluppo. Offre
inoltre soluzioni integrate di credit management quali la protezione di investimenti, le cauzioni e le garanzie finanziarie per operazioni commerciali, finanziarie e di
finanza strutturata su specifici progetti. Nell’ottica del suppporto all’internazionalizzazione delle imprese l’attività della società si riflette nelle seguenti azioni:
• Credito all’esportazione per forniture e progetti, utilizzando linee di credito a
tassi competitivi, con vantaggi agli usufruitori dati da dilazioni di pagamento
più lunghe, protezione dei crediti e progetti di finanziamento su misura;
• Copertura assicurativa del valore dell’investimento, contro la perdita o il mancato rimpatrio del valore investito per effetto di eventi di natura politica, consentendo all’impresa che investe all’estero di operare in paesi con presenza di
rischio politico e normativo e di ottenere migliori condizioni di finanziamento cedendo alla banca finanziatrice i diritti della polizza di copertura;
• Maggior eccesso al credito, fornendo garanzie sui finanziamenti richiesti per
l’accesso ai mercati internazionali o per il finanziamento di singoli progetti tramite accordi quadro con i principali intermediari finanziari;
• Assicurazione del fatturato conseguito all’estero o quello relativo a singoli progetti o a selezionati gruppi di clienti al fine di consentire miglioramenti nella
gestione complessiva dei crediti;
• Assicurazione dei rischi di costruzione di impianti ed opere civili e disposizione di polizze cauzionali richieste per legge e/o contrattualmente.
Il Brasile è l’ottavo paese nel ranking degli interventi globali della SACE, la
società ha un’esposizione complessiva di oltre USD 2 miliardi (+53% rispetto a
dicembre del 2009).
Con una pipeline di nuove operazioni in Brasile per oltre USD 1 miliardo nel
2010, SACE intende espandere le proprie attività nel paese, valutando anche possibili investimenti diretti. L’annuncio è stato fatto a San Paolo10 nel corso di un
seminario sulle nuove opportunità di sviluppo commerciale in Brasile, a cui
hanno partecipato oltre 150 rappresentanti delle principali aziende e banche brasiliane.
Dopo due anni di presenza diretta a San Paolo, la SACE è pronta ad incrementare il portafoglio di operazioni garantite nel paese, attualmente pari a 2 miliardi
di dollari, e a valutare opportunità d’investimento diretto anche in valuta locale.
L’organismo intende massimizzare il potenziale commerciale a disposizione degli
operatori economici italiani in Brasile, paese che ha mostrato una notevole capacità
di resistenza alla crisi con prospettive di ulteriore crescita a breve-medio termine.
Fonte : Ufficio stampa SACE do Saò Paulo, 5 agosto 2010
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Gli impegni assicurativi sono aumentati del 50% nel corso della prima metà del
2010 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi a 640 milioni
di dollari e la società sta valutando nuove transazioni per un valore di un miliardo di dollari, principalmente nei settori delle infrastrutture, del minerario, dell’edilizia e della meccanica.
Il settore bancario, le telecomunicazioni e il settore oil&gas rappresentano i settori di maggiore esposizione sul portafoglio di SACE.
Nell’ambito del più ampio programma di sostegno della presenza delle banche italiane all’estero e nell’ottica di generare ricadute positive sul Sistema Italia nel suo complesso, la SACE ha perfezionato nel corso del 2008 un accordo con Intesa San Paolo
e Banco do Brasil per la sottoscrizione di una linea di credito della durata di 3 anni a
favore dell’istituto di credito brasiliano. L’importo complessivo dell’operazione è pari a
75 milioni di euro. Con lo stesso obiettivo SACE ha, inoltre, concluso un’operazione
al fianco di Unicredit e BNL - New York per la garanzia del 25% di un investimento
pari a 400 milioni di dollari dei due istituti italiani a beneficio di Itaù BBA, primario
istituto di credito brasiliano che intermedia un valore significativo di business italiano.
I settori del petrolio, del gas e delle infrastrutture continuano ad offrire buone
opportunità di investimento per le aziende italiane che operano in Brasile, soprattutto a seguito della scoperta dei ricchi giacimenti di petrolio in acque profonde
(“pre-sal”). Dalla fine del 2008 le imprese italiane interessate a partecipare a gare
pubbliche in questi settori possono contare sul supporto locale della SACE.
Nel mese di maggio del 2009, la SACE ha concluso un accordo con il BNDES,
la banca di sviluppo brasiliana, con l’obiettivo precipuo di offrire una garanzia
internazionale in operazioni di interesse comune, denominate in moneta locale.
L’accordo intende offrire il supporto finanziario degli investimenti produttivi delle
sussidiarie delle imprese italiane in Brasile o di imprese brasiliane che vogliono
importare attrezzature italiane. Il finanziamento per attività d’impresa può arrivare
fino a 1,14 miliardi di dollari per un anno. È importante sottolineare che per avere
accesso a tale linea di credito congiunta BNDES/SACE, le imprese devono rispettare i criteri di eleggibilità di entrambe le istituzioni. Inoltre, nel primo semestre del
2009, la SACE ha effettuato, per la prima volta nel paese, un prestito diretto per il
“Banco do Brasil” del valore di 100 milioni di dollari della durata di cinque anni
finalizzato a facilitare la concessione di credito per progetti di interesse italiano.
Gli accordi sopra menzionati hanno consentito, tra le altre, la realizzazione
delle seguenti operazioni:
• Vale: SACE ha avviato trattative di negoziazione per una transazione di 450
milioni di dollari per favorire l’acquisto da parte di Vale di attrezzature e servizi italiani;
• Petrobras: garanzia da 500 milioni di dollari a sostegno della competitività
delle imprese italiane coinvolte nei progetti di sfruttamento dei nuovi giacimenti sulla costa atlantica;
• Ghella: garanzia sul finanziamento di circa 14 milioni di dollari concesso dal
Banco Itaú BBA al Gruppo Ghella per la costruzione del gasdotto di
Caraguatatuba-Taubaté (Gastau). L’operazione è la prima conclusa da SACE in
Brasile in valuta locale.
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Le opportunità che si potrebbero aprire nel settore delle grandi opere civili e
infrastrutturali, grazie anche ai piani di accelerazione della crescita economica,
potrebbero rappresentare un’opportunità per nuove modalità di intervento da
parte della SACE, la quale può garantire un’assistenza più diretta grazie alla presenza fisica “in loco” con un proprio Desk presso l’Ufficio ICE di San Paolo.
Responsabile per l’America Latina di SACE è Flávio Bertolossi
([email protected]). Per ulteriori informazioni: Bansen Associados Comunicação
Tel. 11 5539 2344 Email: [email protected]; [email protected]; [email protected]
Un altro importante strumento di sostegno per le nostre PMI è SIMEST, società per azioni con il 76% del capitale detenuto dal Ministero dello Sviluppo
Economico, che assiste finanziariamente la partecipazione azionaria di società italiane in società miste e le loro azioni di penetrazione commerciale, internazionalizzazione e radicamento.
I settori in cui sono attive le aziende italiane in Brasile, affiancate da SIMEST,
sono quelli tradizionali, in cui l’Italia è riconosciuta tra i leader a livello mondiale: il meccanico ed elettromeccanico (parti ed accessori per autoveicoli, macchine
per la lavorazione di materie plastiche e gomma, macchine utensili per la metallurgia, nonché macchine automatiche per la dosatura, la confezione e
l’imballaggio), il chimico-farmaceutico, il legno-arredamento, l’agro-alimentare, il
tessile abbigliamento.
Un ostacolo che spesso incontrano le aziende italiane, soprattutto le PMI, che
decidono di investire in Brasile, è quello dell’alto costo del denaro. SIMEST, per
venire incontro alle loro esigenze, grazie alla consolidata conoscenza di questo
mercato, ha cercato delle soluzioni idonee da offrire agli investitori italiani. Per
questo motivo nel 2006 ha siglato tre accordi: con il Banco Nacional de
Desenvolvimento (BNDES), controllato dal governo federale brasiliano, e con
due istituzioni finanziarie multilaterali – la Interamerican Investment
Corporation (IIC) e la Corporation Andina de Fomento (CAF). L’accordo con il
BNDES, controllato dal governo federale brasiliano, prevede la possibilità per le
imprese partner di accedere a finanziamenti per investimenti industriali a medio
termine molto diversificati ad un costo del funding inferiore alla media di sistema. Gli accordi con l’IIC e la CAF consentono di cofinanziare investimenti con
la partecipazione di SIMEST nei Paesi dell’America Centrale e Latina con una
attenzione particolare alle PMI in Brasile.
La presenza di Simest in Brasile si articola:
a) nella partecipazione a 50 progetti per un impegno di 63,5 milioni di euro, a
fronte di un volume complessivo di investimenti pari a 607 milioni di euro;
b) nella partecipazione ad ulteriori 10 progetti per il tramite del fondo di Venture
Capital;
c) in incentivi alle imprese in circa 190 progetti per un valore complessivo di 1,2
miliardi di euro;
d) in agevolazioni per crediti all’export in altri 44 progetti per la fornitura di macchinari ed impianti.
In occasione della recente missione italiana in Brasile (29/30 giugno 2010) la
Simest ha firmato un protocollo di intesa con il Banco do Brasil. L’accordo prevede la collaborazione ed il coordinamento delle rispettive attività per favorire gli
investimenti delle imprese italiane. Il protocollo si inquadra nell’ambito dell’accordo strategico firmato il 12 aprile 2010 a Washington dai due paesi. Simest e
Banco do Brasil concentreranno la loro collaborazione nel finanziamento del progetto per la creazione e lo sviluppo nell’area industriale di Manaus di un polo italiano per la produzione di motociclette.
Al termine dello scorso anno, con le Delibere CIPE n° 112 e 113 del 6.11.2009
si sono riformati le modalità di agevolazione relative a finanziare programmi di
inserimento sui mercati esteri e studi di fattibilità e si è introdotto uno strumento aggiuntivo, definibile di “patrimonializzazione”. Di conseguenza gli operatori
economici hanno a disposizione le seguenti linee di finanziamento:
1) Finanziamenti agevolati a sostegno dei programmi di inserimento sui mercati esteri
Finanziamento a tasso agevolato in favore delle imprese italiane per realizzare
programmi di inserimento in paesi extra-UE. I progetti devono essere finalizzati
al lancio ed alla diffusione di nuovi prodotti e servizi o all’acquisizione di nuovi
mercati tramite l’apertura di strutture tali da assicurare la presenza stabile sui mercati individuati. Sono finanziabili i costi di struttura, per azioni promozionali e
per interventi vari al tasso di interesse del 15% del tasso di riferimento UE,
comunque non inferiore allo 0,50%.
2) Finanziamenti agevolati per studi di fattibilità e programmi di assistenza
tecnica
Sono finanziabili gli studi di fattibilità e i programmi di assistenza tecnica realizzati da imprese italiane per investimenti in paesi extra-UE. I costi finanziabili
riguardano personale interno ed esterno, viaggi e soggiorni. L’importo del finanziamento è al max il 100% dei costi previsti e comunque pari a:
• € 100.000,00 per studi collegati ad investimenti commerciali
• € 200.000,00 per studi collegati ad investimenti produttivi
• € 300.000,00 per assistenza tecnica,
al tasso del 15% del tasso di riferimento UE, comunque non inferiore allo 0,50%.
3) Finanziamenti agevolati per la patrimonializzazione delle PMI esportatrici
Finanziamento a salvaguardia della solidità patrimoniale delle PMI esportatrici
strutturate come società di capitali, con un fatturato estero medio, nell’ultimo
triennio, almeno del 20% e che al momento dell’erogazione siano “SPA”.
L’obiettivo è migliorare il rapporto Patrimonio Netto/Immobilizzazione Nette, il
cui “livello soglia” è stato determinato in 0,65 in base all’esperienza decennale di
SIMEST nel campo delle valutazioni aziendali. Le imprese possono chiedere il
finanziamento qualunque sia il loro rapporto Patrimonio Netto/Immobilizzazioni
Nette rispetto al “livello soglia”. L’importo del finanziamento è al massimo pari al
25% del Patrimonio Netto della richiedente e comunque non oltre € 500.000. La
50
51
Brasile
Brasile
durata è, in linea di massima, di 7 anni, di cui 2 di pre-ammortamento e 5 di rimborso. Per le imprese che al momento della domanda presentano un rapporto
Patrimonio Netto/Immobilizzazioni Nette inferiore al “livello soglia” è richiesta
una fideiussione bancaria o assicurativa, per quelle posizionate su valori superiori
è richiesto l’impegno a non ridurli. Per le imprese che, alla fine del pre-ammortamento, hanno raggiunto/superato/mantenuto/migliorato il loro“livello soglia”, il
rimborso avviene in 5 anni ad un tasso pari al 15% del tasso di riferimento UE
ma comunque non inferiore allo 0,50% annuo e senza garanzia; per quelle che
non hanno raggiunto tale obiettivo il rimborso avviene in un’unica soluzione al
tasso di riferimento.
Completa questa gamma di novità la possibilità, da parte di SIMEST, di acquisire partecipazioni di minoranza (fino al 49%) nel capitale sociale di società italiane e/o loro controllate in UE, inclusa l’Italia, a condizioni di mercato e senza agevolazioni per sviluppare investimenti produttivi o sostenere i programmi di sviluppo tecnologico nelle aziende che investono in innovazione e ricerca applicata.
5.8 - Gli investimenti diretti esteri bilaterali
Il Brasile è un paese giovane, con una popolazione economicamente attiva di
90 milioni di persone e che offre un gran potenziale di business e di ritorno sugli
investimenti. Con un mercato competitivo, dotato di mano d’opera qualificata,
grande capacità di materie prime ed un quadro economico in costante miglioramento, il paese sta esercitando una grande attrazione per gli investimenti esteri.
In relazione agli IDE, mentre negli anni passati il Brasile rappresentava il fanalino di coda rispetto agli altri BRIC, nell’ultimo periodo si è registrata una sorta
di inversione di tendenza. I dati pubblicati dall’UNCTAD mostrano che nel 2007
il Brasile ha attratto il doppio degli IDE rispetto all’India e che gli stessi crescono
ad un tasso più rapido rispetto a Russia e Cina.
Il Brasile ha registrato nel corso dell’anno di 2008 un vero e proprio boom degli
investimenti diretti esteri con l’ingresso di 45 miliardi di dollari di nuovi investimenti a rappresentare più del doppio di quanto verificatosi nel 2006 (18,8 miliardi di dollari). Il dato è significativamente anche più alto di quanto verificatosi
all’inizio degli anni 2000, periodo in cui vi era stata una forte campagna di privatizzazioni.
Per quanto riguarda la destinazione per settore, è importante notare come ai
tradizionali settori delle materie prime (ad esempio nel settore dell’etanolo, dove
il Brasile vanta un primato globale in termini di esperienza e tecnologia e della
metallurgia e minerario), si è affiancato anche un considerevole e significativo
aumento nel manifatturiero, nell’intermediazione finanziaria e nell’attività immobiliare e turistica.
Per quanto concerne la provenienza occorre innanzitutto evidenziare che una
precisa identificazione della stessa è resa più complicata dal fatto che molto spesso tali investimenti vengono effettuati tramite veicoli holding situati in paesi come
l’Olanda o il Lussemburgo o addirittura tramite società offshore registrate in paesi
a fiscalità privilegiata. Si pensi che l’Olanda risulta essere il primo paese in assoluto in termini di investimenti diretti nel paese. Olanda, Lussemburgo e paradisi
fiscali a parte, ai primi posti tra i paesi investitori, si registrano Stati Uniti, di gran
lunga il più importante investitore nel paese, Spagna, Germania, Francia e
Giappone. Occorre infine sottolineare come nell’ultimo periodo siano fortemente aumentati anche gli IDE in uscita dal Brasile, a testimonianza del grado di salute dell’economia e dell’aumentato peso del Brasile e dell’imprenditoria brasiliana
nello scenario globale, in particolare nel settore minerario e metallurgico, ma non
solo (ad esempio nel settore Food and Beverage i principali produttori al mondo
di birra e di carne sono ora brasiliani).
Gli investimenti diretti italiani in Brasile presentano una forte eterogeneità sia
in termini di settori sia di dimensioni. Infatti, da una parte ci sono casi di grandi
imprese ormai storicamente presenti sul mercato; oltre alla Fiat, presente in Brasile
con la Fiat Automóveis da più di 50 anni e che rappresenta un caso di grande successo essendo leader nel mercato brasiliano, vi sono Magneti Marelli, Telecom,
Comau ed anche il produttore macchine agricole CNH. Dall’altra, una serie di
PMI presenti nei settori più diversi, da quello turistico, ai servizi, alla produzione
di semilavorati o vari prodotti finiti. Il totale degli investimenti italiani è arrivato
ora a circa 250 imprese registrando un aumento significativo in questi ultimi anni.
Per quanto riguarda il dato numerico, nel 2007 si sono registrati investimenti
per un totale di 260 milioni di dollari (undicesimo posto dell’Italia tra i paesi investitori). Tuttavia il dato difficilmente esprime la totalità degli investimenti italiani
in quanto molti transitano, come visto in precedenza, attraverso Olanda,
Lussemburgo e talvolta paesi a fiscalità privilegiata.
Altro dato importante riguarda le motivazioni che hanno indotto le imprese italiane a costituire una presenza stabile in Brasile. Se queste, infatti, sono state per
molti anni principalmente da ricondursi al basso costo della manodopera e di altri
fattori produttivi e quindi di natura “labour seeking” o “resources seeking”, ora
molto spesso le motivazioni sono di natura “market seeking”, considerando la
natura di mercato parzialmente “protetto” del Brasile e l’aumento della domanda
interna, nonché più in generale legate al fatto che il paese rappresenta una porta
di ingresso per il Mercosur.
La dislocazione territoriale degli investimenti italiani rappresenta un dato interessante, infatti ad una quasi esclusiva destinazione verso gli stati più sviluppati e
quelli di São Paulo e Rio Grande do Sul in particolare, si sta progressivamente assistendo ad una crescita degli investimenti anche in Stati meno sviluppati, nonostante il gap infrastrutturale e in termini di servizi reali alle imprese rimanga
comunque significativo.
Flussi IDE
2005
2006
2007
2008
Verso il Brasile
15.066
18.822
34.585
45.058
Verso Estero
2.517
28.202
7.067
20.457
Fonte: UNCTAD, World Investiment report 2009 – valori in milioni di dollari
52
53
Brasile
Brasile
6.0 - I PIANI DI SPESA PUBBLICA
L’economia brasiliana si sta rivelando tra i primi sistemi economici ad uscire
dalle turbolenze della crisi internazionale e quello che, nel medio periodo, raccoglie i favori degli economisti come previsioni di crescita futura. Parte fondamentale del successo è certamente dovuta all’accellerazione della globalizzazione del
sistema economico internazionale, dal quale il Brasile ha tratto vantaggio essendo
il detentore di numerose materie prime fondamentali per lo sviluppo economico.
A sostegno di questa crescita, inizialmente legata all’aumento delle espertazione di commodities, è successivamente intervenuta la capacità dei governi brasiliani nel sostenere lo sviluppo accompagnando nella fase di crescita il Paese attraverso politiche mirate alla diversificazione economica e alla redistribuzione del reddito attraverso principalmente un aumento dell’occupazione.
Lo strumento principe utilizzato per raggiungere questo scopo è stato il
Programma Accellerato di Crescita, articolato in un piano quadriennale (2007 –
2010) sostanzialmente a caratterizzazione keynesiana con l’intervento dello Stato
Federale a sostegno di una robusta politica di spesa pubblica per la realizzazione
di infrastrutture sociali e produttive volte a sopperire alle storiche carenze del sistema economico brasiliano.
6.1 – Il programma di crescita accellerata11 (PAC-1)
Nel 2007, anno di lancio del programma di investimento, il mondo attraversava un periodo di crescita al quale partecipava anche il Brasile, ma tale crescita, dato
l’enorme ritardo del Paese, era modesta. Il governo Federale decise di intervenire
con un piano strategico per crescere con un tasso maggiore e con un ritmo accellerato. Il Programma Accellerato di Crescita si proponeva in 4 anni di sostenere spese
in infrastrutture per un totale di 504 miliardi di reais. Il piano si articolava su tre
direttive: le infrastrutture della logistica, ossia il sistema viario, le infrastrutture
energetiche, funzionali alla produzione e al trasporto di energie da idrocarburi e
rinnovabili, e infrastrutture sociali, nella forma di edilizia per classi marginali.
Gli investimenti erano così ripartiti:
Regione
Nord
Nord Est
Sud Est
Sud
Centro Ovest
Nazionale
Totale
Logistica
6,3
7,4
7,9
4,5
3,8
28,4
58,3
Energia
32,7
29,3
80,8
18,7
11,8
101,7
274,8
Infrastrutture
11,9
43,7
41,8
14,3
8,7
50,4
170,8
Fonte : ICE, – Valori in miliardi di reais
Governo del Brasile - Ministero dell’Industria - Bilancio del PAC, febbraio 2010
11
Totale
50,9
80,4
130,5
37,5
24,1
180,5
503,9
Come parte della strategia per combattere gli effetti della crisi economica, il
Governo ha inoltre concesso un aumento di circa 130 miliardi di reais negli investimenti pubblici e privati del PAC da realizzarsi sempre entro il 2010.
Dal 2007 al 2009 gli investimenti realizzati sono stati pari a 403 miliardi di
reais, equivalente all’63% del valore previsto, comprensivo del suddetto incremento, tra questi quelli conclusi sono pari al 40,3% del totale. Dal 2006 al 2009 la
partecipazione degli investimenti al PIL è passata dal 16,45 al 18,7%, all’interno
della quale gli investimenti pubblici sono passati dal 1,65 al 2,9%. Da gennaio
2007 a febbraio 2010 sono stati creati 5,67 milioni di nuovi posti di lavoro, in
particolare forte è stata l’accellerazione dell’occupazione nel settore delle costruzioni autostradali e ferroviarie. Opere ferme da anni sono state completate, mentre aree abbandonate sono state inserite tra le priorità da recuperare. Il tutto si è
svolto rafforzando la collaborazione tra l’autorità federale, prevalentemente finanziatrice, e quelle locali, che hanno segnalato le priorità da realizzare.
L’acqua potabile è stata resa disponibile a 5,6 milioni di famiglie; le fognature
sono state costruite per 5,1 milioni di famiglie; le opere di drenaggio delle acque
hanno raggiunto 1,4 milioni di famiglie. L’infrastruttura logistica è in corso di
modernizzazione, con 52 miliardi già spesi, la rete ferroviaria è tornata ad essere
valorizzata, con 356 chilometri realizzati e 2.632 chilometri in corso di realizzazione. Riguardo ai porti 18 sono in fase di ammodernamento, 3 sono stati completati.
Relativamente alle spese per il settore energetico sono già operative 13 nuove
piattaforme di esplorazione, la rete di gasdotti è stata raddoppiata, la scoperta di
giacimenti “pre-sal” ha indotto investimenti nel settore navale anch’esso per anni
ridotto in fase stagnante.
In ambito di opere di urbanizzazione, risanamento ed infrastrutture sociali si
evidenzia che il piano “Luz para todos” ha conseguito il 75% del target raggiungendo 11 milioni di persone.
Al fine di garantire trasparenza a questo enorme piano di spesa, è positivo constatare che il Governo Federale ha aperto un sito internet nel quale è possibile
seguire l’andamento del programma comprensivo del dettaglio delle opere previste e di quelle realizzate.
6.2 – L’Estensione del programma12 (PAC-2)
Gli incoraggianti risultati conseguiti e la morsa della crisi hanno indotto il
Governo Federale a presentare la seconda fase del programma di accellerazione
della crescita (PAC-2), il maggior progetto realizzato in Brasile per pianificare e
realizzare investimenti con l’obiettivo di aumentare il ritmo di crescita dell’economia ed ottenere al contempo l’aumento dell’occupazione, una migliore distribuzione del reddito e relativa inclusione sociale. Il nuovo piano di investimenti, da
realizzarsi nel quadriennio 2011 - 2014, persegue una pluralità di obiettivi, tra cui
il miglioramento della qualità della vita nelle grandi città, attraverso la realizzazioComitato di gestione del PAC, pubblicazione di presentazione del 29 marzo 2010
12
54
Brasile
55
Brasile
ne di infrastrutture sociali ed urbane, come ad esempio l’urbanizzazione delle
favelas, il risanamento ambientale, la manutenzione delle coste, miglioramento
del trasporto pubblico e la pavimentazione di strade.
Voci di spesa - (in miliardi di reais)
Importi
Relativamente ai trasporti gli investimenti combineranno l’espansione della rete
ferroviaria e stradale con la loro integrazione con porti, aeroporti e idrovie al fine
di creare un forte sistema multimodale.
Voci di spesa - (in miliardi di reais)
2011-2014
2015
totale
Opere sanitarie
22,1
Autostrade
48,4
2,0
50,4
Prevenzione nelle aree di rischio
11,0
Ferrovie
43,9
2,1
46,0
Mobilità urbana
18,0
Porti
4,8
0,3
5,1
Idrovie
2,6
0,1
2,7
Aeroporti
3,0
3,0
Macchinari per costruzioni viarie
1,8
1,8
Pavimentazioni stradali
Totale
6,0
57,1
Saranno realizzate opere per fornire servizi essenziali quali, ad esempio, asili per bambini, punti di salute, posti di polizia, strutture sportive, biblioteche e intrattenimento.
Voci di spesa - (in miliardi di reais)
Importi
Unità di pronto soccorso
2,6
Unità di salute di base
5,5
Asili per bambini
7,6
Palestre nelle scuole
4,1
Piazze nei quartieri
1,6
Posti di polizia
Totale
1,6
23,0
Nell’ambito dell’edilizia urbana il programma “Minha casa, Minha vida” avrà
come target ulteriore la costruzione di 2 milioni di abitazioni entro il 2014, la
maggior parte delle quali per famiglie con reddito non superiore a 600 euro.
Queste abitazioni saranno dotate di impianti di produzione di energia solare per
aiutare la preservazione dell’ambiente. Parallelamente saranno concesi finanziamenti agevolati per l’acquisizione di case o loro ristrutturazione, nonchè si sosterranno costi per il recupero di aree marginali attraverso la loro urbanizzazione.
Voci di spesa - (in miliardi di reais)
Nuove case per redditi minimi
Finanziamenti all’acquisto e ristrutturazioni
Urbanizzazione di aree marginali
Totale
Importi
Totale
Estensione rete idrica
109,0
Voci di spesa - (in miliardi di reais)
Produzione di energia elettrica
Trasmissione di energia elettrica
Petrolio e gas naturale
Marina mercantile
2011-2014
2015
113,7
totale
22,9
136,6
26,6
10,8
37,4
281,9
593,2
875,1
36,7
0,1
36,7
Combustibili rinnovabili
1,0
1,0
Efficienza energetica
1,1
1,1
Ricerca mineraria
0,6
0,6
Totale
461,6
626,9
1.088,5
71,7
176,0
30,5
Nel contesto agricolo gli sforzi saranno tesi al miglioramento della produzione
nazionale di fertilizzanti al fine di ridurre la dipendenza dall’estero e i relativi costi.
278,2
Ulteriori risorse saranno dedicate all’estensione dell’uso generalizzato di energie
elettrica ed acqua potabile, principalmente nelle aree urbane marginali.
Estensione condutture elettriche
4,5
Al fine di garantire lo sviluppo economico saranno sostenuti programmi di rafforzamento della produzione energetica idroelettrica, nel più ampio contesto di utilizzo delle fonti sostenibili. Parallelamente saranno realizzate misure di efficientamento energetico con effetti sulla riduzione dell’effetto serra e dei costi dei consumatori. Ulteriori attenzioni saranno rivolte ai biocombustibili, già elementi centrali
della produzione di energia pulita brasiliana. Approfittando degli investimenti che
la Petrobras realizzerà nel contesto dell’esplorazione di giacimenti “pre-sal”, verrà rafforzata la filiera dell’industria del petrolio, sostenendo i settori navale, meccanico,
metallurgico, siderurgico, chimico e dell’ingegneria di precisione, tra gli altri.
Voci di spesa - (in miliardi di reais)
Voci di spesa - (in miliardi di reais)
104,5
Importi
5,5
13,0
Produzione risorse idriche
12,1
Totale
30,6
2011-2014
2015
totale
Sostegno industria fertilizzanti
9,1
2,1
11,2
Totale
9,1
2,1
11,2
Uno degli contributi del Pac al Paese è la qualificazione della gestione pubblica. Per sostenere questo aspetto il PAC-2 prevede la costruzione di una rete di
assistenza tecnica che sia di supporto agli enti pubblici, principalmente quelli più
piccoli. I mesi restanti del 2010 saranno utilizzati per la preparazione del dettaglio
delle parti del programma.
56
57
Brasile
Brasile
7.0 - I GRANDI EVENTI SPORTIVI
Nel giro di pochi mesi, e per la prima volta in epoca moderna, gli organismi
internazionali preposti hanno assegnato allo stesso Paese l’organizzazione di due
grandi eventi sportivi internazionali, i Mondiali di Calcio del 2014, assegnati al
Brasile, e le Olimpiadi del 2016 assegnati alla città di Rio de Janeiro.
Entrambi gli eventi muoveranno enormi interessi economici a favore di tutte le
imprese, a prescindere dalla nazionalità, in particola modo nei settori delle infrastrutture e del turismo.
7.1 - Mondiali di Calcio 2014
Secondo uno studio del Ministero dello Sport, la Coppa del Mondo 2014 produrrà 183 miliardi dollari per l’economia brasiliana in un periodo di dieci anni
(tra il 2010 e 2019) tra effetti diretti e indiretti. Gli impatti diretti comprendono
gli investimenti in infrastrutture, turismo, lavoro, tasse e consumi, mentre
l’impatto indiretto riguarda il reinvestimento di tutti i soldi investiti nel Paese.
Soltanto gli investimenti in infrastrutture raggiungeranno i 36 miliardi dollari,
compresi gli stadi, la mobilità urbana, i porti, gli aeroporti, le telecomunicazioni,
l’energia, la salute, la sicurezza e l’ospitalità.
Riguardo al turismo, si prevede che 600 mila turisti stranieri assisteranno la
Coppa del Mondo in Brasile e 3 milioni di turisti nazionali viaggeranno in patria,
con un impatto sull’economia di 9 miliardi di dollari.
Ci sarà anche un flusso di 5 miliardi dollari, causato dalle opere, che genereranno posti di lavoro e di conseguenza una massa salariale tra lavoratori permanenti
e temporanei. Si prevede infatti di creare più di 700.000 posti di lavoro tra permanenti e temporanei. Complessivamente da queste fonti il PIL dovrebbe
aumentare di 47,9 miliardi dollari.
Si è stimato che gli introiti in imposte saranno di 17 miliardi dollari, che rappresentano più di 30 volte i 500 milioni dollari in esenzioni fiscali concesse alla
Federazione Internazionale Football Association (FIFA) e alle società che realizzeranno le opere per i Mondiali. Solo in tasse federali saranno raccolti con la Coppa
11 miliardi dollari, un saldo attivo di 3,5 miliardi di dollari rispetto agli investimenti programmati. Gli impatti indiretti del torneo sull’economia del Paese con il
reinvestimento del denaro sono calcolati dallo studio, cinque anni dopo la Coppa
del Mondo, in 136 miliardi di dollari fino al 2019. Le 12 città ospitanti della coppa
del mondo saranno: Belo Horizonte, Brasilia, Cuiabá, Curitiba, Fortaleza e Natal,
Manaus, Porto Alegre, Recife, Rio de Janeiro, Salvador e Sao Paulo.
Ad oggi rispetto alle somme su indicate si sono assegnate somme per circa 8
miliardi di euro, dei quali circa 5 miliardi per la mobilità urbana e 3 per la costruzione e l’ammodernamento delle strutture sportive. I fondi sono stati messi a
disposizione dai principali enti pubblici.
Al duplice fine di assegnare le responsabilità e dettagliare le azioni da intraprendere è stata redatta la cosiddetta Matrice delle Responsabilità che lega ogni progetto ai fondi che lo sostengono e ai tempi della sua realizzazione. Tali informazioni sono riportate nel portale progettato per l’occasione e denominato portale
della Trasparenza (www.portaltransparencia.gov.br).
La seguente tabella riporta in sintesi le spese strettamente legate all’evento, ad
oggi stanziate, previste per ognuna delle città che ospiteranno la manifestazione:
Città - Stato
Investimenti
Città - Stato
Investimenti
Belo Horizonte - MG
1.948,10
Natal - RN
761,10
Brasilia - DF
1.109,30
Porto alegre - RS
524,70
Cuiabà - MT
935,40
Recife - PE
1.241,60
Curitiba - PR
630,60
Rio de Janeiro - RJ
2.210,00
Fortaleza - CE
1.185,00
Salvador - BA
1.159,40
Manaus - AM
2.051,90
Sao Paolo - SP
3.415,00
Fonte : Brasile – Presidenza della Republica – Portale della trasparenza – valori in milioni di Reais (R$)
Segue un elenco sintentico delle principali attività previste per ognuna delle
città coinvolte:
• Belo Horizonte (MG): Creata nel 1897 è la capitale dello stato del Minas
Gerais. È stata la prima grande città progettata in Brasile. Oggi ha 2,4 milioni
di abitanti. Le opere previste sono la ristrutturazione dello stadio “Mineiraò” e
il miglioramento del sistema dei trasporti, con l’ampliamento delle vie urbane
e la realizzazione di corsie esclusive per i mezzi pubblici;
• Brasilia fu costruita per essere la nuova Capitale Federale del Brasile, inizialmente la sua popolazione fu costituita da migranti di tutte le regioni del Paese,
attualmente conta 2,6 milioni di abitanti. Le opere previste sono, oltre alla
ristrutturazione dello stadio, il miglioramento del sistema viario che serve
l’aeroporto e la realizzazione di un’ampia rete di metropolitana di superficie per
il collegamento delle diverse zone nelle quali si articola la città;
• Cuiabà è la capitale dello stato del Mato Grosso, situata ai margini del fiume
omonimo, ed è la sede della coppa di calcio della regione del Pantanal. È stata
realizzata nel 1719 ed ha una popolazione di circa 550.000 abitanti. Le opere
previste attengono alla ricostruzione dello stadio “Josè Fragelli” e
l’ampliamento delle sistema dei trasporti con la costruzione di corridoi dedicati al collegamento dei diversi punti della città;
• Curitiba è la capitale dello stato del Parà, situata nel sud del Brasile, considerata il nucleo centrale di una più ampia regione metropolitana costituita da
circa 26 municipi. Anche qui al di là della ristrutturazione dello stadio, si realizzerà un sistema viario di trasporti con corridoi preferenziali per il collegamento dei municipi, che costituiscono l’aggregato metropolitano assistito da
un sistema integrato di monitoraggio;
• Fortaleza è la capitale dello Stato del Cearà, nel nord est del Brasile. Creata nel
1726 ha una popolazione di circa 2,5 milioni di abitanti. Le opere previste
58
59
Brasile
Brasile
•
•
•
•
•
•
•
contemplano la ristrutturazione dello stadio “Castelaò”, l’ampliamento della
rete metropolitana con due nuove stazioni aggiuntive e la realizzazione di una
metropolitana di superficie ;
Manaus, immersa nella foresta amazzonica è la capitale dello Stato di
Amazzonia. Fondata nel 1848 attualmente conta 1,7 milioni di abitanti. Sarà
ricostuito lo stadio “Vivaldaò” e creati corridoi dedicati per i mezzi pubblici ;
Natal è la capitale dello stato Rio Grande do Norte, all’estremo nord-est del
Brasile e conta circa 806.000 abitanti. La ricostruzione dello stadio “Arena das
dunas” sarà accompagnata dalla nuova progettazione viaria che lo collegherà
alla zona residenziale turistica e all’aeroporto ;
Porto Alegre è la capitale dello stato Rio Grande do Sul, con circa 1,6 milioni
di abitanti. Si ristrutturerà lo stadio “Beira Rio” e si amplierà la rete dei trasporti urbani con allargamento delle principali vie cittadine e la creazione di
corridoi dedicati ai mezzi pubblici;
Recife è la capitale dello stato del Pernambuco, nel nord-est, costruita su un
composito aggregato di isole, penisole, aquitrini e mangrovie, attraversato da
cinque fiumi. È circondata da un intero arco di colline, su una delle quali sorge
Olinda, un gioiello dell’architettura coloniale portoghese. Conta 1,5 milioni di
abitanti. Si realizzeranno uno stadio nuovo, un nuovo terminal della metropolitana ed una rete di corridoi esclusivi per mezzi pubblici ;
Rio de Janeiro, situata nella regione sud-est del Brasile, ha oggi circa 6,2 milioni di abitanti. Sarà interessata dalla ristrutturazione dello stadio “Maracanà” e
dalla creazione di corridoi dedicati per i mezzi pubblici ;
Salvador è la capitale dello stato di Bahia ed è anche stata la prima capitale
dello stato federale. Creata nel 1549 oggi è abitata da circa 3 milioni di persone. Anche qui le opere previste riguardano la ristrutturazione dello stadio
“Fonte Nuova” e la progettazione di corridio dedicati alla circolazione di mezzi
pubblici ;
Sao Paulo è situata all’altitudine di 860 metri sull’altopiano di Piratinga, nel
sud-est del Brasile. È la capitale dello stato più popoloso, è stata fondata nel
1554 e conta circa 11 milioni di abitanti. Saranno ristrutturati sia lo stadio
“Murumbi” che la rete viaria adiacente e sarà realizzata una nuova linea di
metropolitana lunga 23 chilometri che collegherà l’aeroporto di Congonhas con
la rete di mezzi pubblici cittadina. La linea sarà completamente sopraelevata;
Il Ministero dello Sport ha disposto su internet un questionario per le imprese
interessate a partecipare alla preparazione alla Coppa del Mondo 2014. Con la
base di dati creata sarà realizzato un archivio elettronico con il profilo operativo di
ogni impresa, i prodotti e i servizi offerti, l’esperienza per l’area per chi si propone e l’innovazione che si presenta in occasione dell’evento sportivo. Con il database creato si prospetta per gli organizzatori la possibilità di scegliere tra le alternative presenti sul mercato, il tutto sotto il controllo offerto dall’inserimento in
internet di tutte le informazioni. Le gare sono internazionali ed il formulario è
anche in lingua inglese. Secondo il Ministero dello Sport la preparazione dell’evento comporterà la creazione di 330.000 posti di lavoro stabili e 400.000 tem-
poranei. Si prevede un complessivo audience televisivo di 30 miliardi di spettatori.
Per presentare la domanda le imprese dovranno accedere al seguente sito:
http://copa2014.questionpro.com
Per avere informazioni aggiuntive si possono inviare e.mail al seguente indirizzo:
[email protected]
7.2 - Le Olimpiadi di Rio De Janeiro 2016
Per il Brasile ospitare le Olimpiadi e Paraolimpiadi nel 2016 richiederà il completamento di opere e progetti nella città di Rio de Janeiro, al fine di migliorare
gli aspetti, tra gli altri, degli impianti sportivi, della mobilità mobilità urbana e
della sicurezza. Le azioni saranno sviluppate attraverso una partnership dalle istituzioni federali, statali e comunali.
Secondo il Rio 2016 Bid Dossier sono già previsti oltre 12 miliardi di reais (R$)
di investimenti così ripartiti:
Settori di spesa
Importi Previsti
Edilizia
2.590,49
Impianti sportivi
1.518,36
Sicurezza
471,90
Tecnologia per comunicazioni
Trasporti
477,49
7.460,00
Totale
12.518,24
Fonte : Brasile – Presidenza della Republica – Portale della trasparenza – valori in milioni di Reais (R$)
RISPETTO
ALL’ALTRO EVENTO SPORTIVO, AD OGGI LUGLIO
2010,
SI È ANCORA
NELLA FASE DI SCELTA DEGLI INTERVENTI DA REALIZZARE, PER CUI NON SI DISPONE
DI ULTERIORI INFORMAZIONI UTILI AD INDIRIZZARE L’ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE
DEGLI OPERATORI ITALIANI.
60
61
Brasile
Brasile
8 - I PRINCIPALI STATI BRASILIANI
Al primo posto nella produzione di ricchezza del Brasile c’è lo Stato di Saò
Paolo, seguito da quello del Minas Gerais, al quale lo Stato di Rio de Janeiro cerca
di contendere la seconda posizione. Tra gli Stati emergenti c’è quello di Bahia, da
decenni ai margini dell’economia brasiliana, dopo aver contriibuito da protagonista alla realizzazione del reddito negli anni a cavallo del secolo scorso.
In questa pubblicazione si è deciso di aggiungere alcune considerazioni anche
sulle opportunità offerte dallo Stato di Rio De Janeiro che nei prossimi anni sarà
al centro delle dinamiche economiche della Federazione brasiliana in quanto compartecipante alla gestione dei Mondiali di Calcio e assegnatario esclusivo delle
Olimpiadi del 2016
8.1 - Lo Stato di Saò Paulo13
Capitale: San Paolo del Brasile
Superficie: 248.177 km²
Popolazione: 41.055.734 ab.
Densità: 165,4 ab./km²
Lo Stato di San Paolo, con i suoi quasi 40 milioni di abitanti, infrastrutture e
forza lavoro particolarmente qualificata, rappresenta il cuore economico e finanziario del Brasile, nonché la porta di ingresso per buona parte delle transazioni
commerciali. Si consideri che da solo lo Stato di San Paolo ha un PIL ed un numero di abitanti superiore a quello dell’intera Argentina.
Nello Stato di San Paolo e soprattutto nella sua capitale si concentra gran parte
della ricchezza del Paese. La città di San Paolo è, insieme a New York e Tokyo, la
città al mondo con il più alto numero di elicotteri in circolazione e l’unica al
mondo ad avere due boutiques di Bulgari e di Tiffany.
Oltre al comparto industriale, con una produzione fortemente caratterizzata da
elevato contenuto tecnologico, ha tra i propri punti di forza l’agricoltura e
l’allevamento di bestiame, nonché ovviamente l’economia dei servizi molto spesso di assoluto livello mondiale.
Vi è inoltre una forte presenza della comunità italiana che rappresenta la vera e
propria spina dorsale della comunità economico finanziaria del Paese. Dei circa 25
milioni di brasiliani che sono discendenti da immigranti italiani, buona parte è
proprio paulista, con significativa influenza su stile di vita e cultura dello Stato.
Fonte : sito dello stato di Saò Paulo – (www.saopaulo.sp.gov.br)
13
Economia
Lo Stato di San Paolo risalta nel contesto nazionale per la sua evidente partecipazione all’economia, contribuendo per circa il 34% alla formazione del prodotto interno lordo del Brasile. Robusta e diversificata, l’economia paulista possiede
il più grande parco industriale del paese e un mercato del lavoro caratterizzato
dall’elevato livello della manodopera.
L’industria paulista si poggia su una solida base tecnologica, producendo beni
ad alto valore aggiunto con risultati rimarchevoli soprattutto nei settori della
Tecnologia per l’Informazione, dell’Informatica, dell’Aereonautica e del settore
Automobilistico. Lo Stato riunisce il 30% delle strutture commerciali del Paese,
oltre che la più grande domanda e offerta di servizi, risultando di conseguenza
essere il polo del terziario più grande del Brasile. Di tutta evidenza è anche il settore agricolo che presenta alti margini di produttività.
Perchè investire a San Paolo
Lo stato di Sao Paulo è uno dei principali focolai di sviluppo nel sud del mondo.
La sua area di influenza supera di gran lunga i suoi confini e si estende alle altre unità
della Federazione e diversi paesi del Sud America. La regione metropolitana di São
Paulo, quinto più grande agglomerato urbano del mondo, è il centro delle attività
industriali, servizi e commercio del paese. Questo status privilegiato, insieme con il
peso di attività economica nello stato, forma un insieme di fattori che rendono São
Paulo un ambiente estremamente favorevole per tutti i tipi di investimenti.
Il movimento delle merci all’interno dello Stato di São Paulo, così come la sua
integrazione ad altre regioni del paese e all’estero, è effettuata attraverso gli aeroporti di Guarulhos e Viracopos, porti marittimi e fluviali, ferrovie e strade moderne, corsi d’acqua e gasdotto, che garantiscono la piena accessibilità e la competitività dell’economia.
Ambiente favorevole per gli investimenti e lo sviluppo
L’attuale Governo dello Stato di San Paolo del Brasile fin dal suo inizio è stato
caratterizzato da una forte propensione allo sviluppo. Quindi, ha investito molto
nelle infrastrutture, i trasporti urbani e le strade, per migliorare la qualità delle
azioni volte a promuovere gli investimenti privati, l’espansione del credito e creazione di occupazione.
Con l’intensificarsi della crisi globale ha dato il via ad un importante pacchetto di investimenti pubblici e incentivi per gli investimenti privati al fine di mantenere Sao Paulo nella sua traiettoria di crescita, da aggiungere agli investimenti
previsti per potenziare la città di Sao Paulo, come una delle principali sedi della
Coppa del Mondo 2014 che si terrà in Brasile.
L’industria si basa su forti basi tecnologiche
Nello Stato di Sao Paulo è concentrato circa il 43% del valore delle manifatture brasiliane nel 2007, che raggiunge un importo di circa 123 miliardi di dollari.
Fra i 23 settori dell’industria manifatturiera, quattro hanno contribuito più della
metà di tale importo. In termini assoluti, il settore chimico ha raggiunto una pro-
62
63
Brasile
Brasile
duzione di circa 17 miliardi dollari nel periodo, seguito dal settore alimentare e
delle bevande (16 miliardi di dollari), dall’automotive e dalla raffinazione di
petrolio e l’alcol, con circa 14 miliardi dollari per entrambi i settori.
L’elevata complessità tecnologica della struttura produttiva paulista spiega il
dinamismo dell’economia dello Stato rispetto ai valori nazionali. Questo quadro
è rafforzato dalla significativa partecipazione delle attività di imprese innovatrici e
dei servizi di informazione e conoscenza che occupano personale qualificato per
lo sviluppo di nuovi prodotti e più in generale per le attività di ricerca e sviluppo.
L’industria si basa su una solida base tecnologica, di produzione ad alto valore
aggiunto, in particolare per quei segmenti dell’ Information Technology - IT,
Computer, aerospaziale e automobilistico. Lo Stato raccoglie più del 30% di negozi nel paese, oltre ad una grande offerta e domanda di servizi che lo caratterizzano come un polo importante del settore terziario a livello nazionale. Il settore agricolo è significativo e mostra anche elevati livelli di produttività.
Produzione Industriale valore, secondo le divisioni dell’industria manifatturiera - Stato di Sao Paulo - 2007
Divisioni
Alimenti e Bevande
Importo
(in US $ milioni)
Stato di Sao Paulo/
Brasile (%)
16 223
33,8
39
1,8
Tessile
2628
44,5
Abbigliamento e accessori
2043
36,0
792
16,3
Fumo
Cuoio e Calzature
Legname
Cellulosa e Carta
Editoria, stampa, Registrazioni
Anche se non rappresentano significative porzioni, in termini di valori assoluti, i settori di materiale elettrico, l’editoria, la stampa e le registrazioni, gomma e
materie plastiche, attrezzature mediche, ottiche, automazione e precisione, cellulosa e carta anche degno di nota, hanno contribuito per oltre il 50% alla trasformazione industriale nelle rispettive aree di produzione.
Servizi
Lo stato è un grande polo di fornitura di servizi contribuendo al 42% del livello nazionale. Di questa percentuale il 60% è imputabile all’area della citta di San
Paolo. I legami esistenti tra la dinamica demografica, sociale e industriale si traducono in una grande offerta e domanda di servizi prestati alle imprese e ai consumatori con il settore pubblico quale player principale nei settori della salute,
dell’educazione e delle infrastrutture.
Nel 2007 sono stati prevalenti i servizi di informazione (comprendente i settori delle telecomunicazioni, le attività informatiche, i servizi audiovisivi, le agenzie
di notizie e i servizi di giornalismo), il trasporto (autostradale, ferroviario, idroviario, aereoviario e i relativi servizi ausiliari), i servizi prestati alle imprese (costituiti da servizi tecnico-professionali, selezione di manodopera, servizi di investigazione e sicurezza, vigilanza e trasporto valori, servizi di pulizia negli edifici).
Prodotto lordo dei servizi e loro ripartizione in Brasile, secondo Attività Stato di Sao Paulo 2007
Divisioni
686
17,6
Alimenti e Bevande
5.330
50,8
Fumo
Importo
(in US $ milioni)
Stato di Sao Paulo/
Brasile (%)
16 223
33,8
39
1,8
4.923
56,6
Tessile
2628
44,5
Raffinazione del petrolio ed etanolo
13.974
39,1
Abbigliamento e accessori
2043
36,0
Prodotti chimici
17.503
54,1
Cuoio e Calzature
792
16,3
Gomma e materie plastiche
5.697
55,0
Legname
686
17,6
Minerali non metalliferi
3.422
36,1
Cellulosa e Carta
Metallurgia di base
6.673
27,4
Totale
Prodotti in metallo - esclusi macchine e impianti
Macchine e Attrezzature
Macchine e attrezzature per ufficio
5.483
46,4
10.638
54,9
508
25,4
Materiale elettrico
4.267
57,5
Materiali elettronici e delle comunicazioni Equipment
2026
36,9
Attrezzature mediche, ottici, di automazione e di precisione
14356
54,5
Automotive
14.358
53,7
Altri mezzi di trasporto
2486
40,5
Mobili ed altre industrie
1710
33,6
129
42,3
122 993
42,5
Riciclaggio
Totale
Fonte: Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica - IBGE. Ricerca industriale annuale - PIA 2007
5.330
50,8
122 993
42,5
Fonte: Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica - IBGE. Indagine Annuale dei Servizi - PAS 2007.
Commercio
Il commercio dello Stato corrisponde ad un terzo di quello complessivo. Nel
2006 questo settore ha contribuito con 182 miliardi al PIL nazionale registrando
il 30% dell’occupazione complessiva. Le vendite al dettaglio sono il principale segmento delle vendite pauliste con la quota pari al 49% del valore dell’intero settore, mentre il commercio all’ingrosso ha una quota del 40%, completano il settore le attività di vendita di auto e moto con i relativi ricambi (11%).
Con circa 477 mila stabilimenti il settore del commercio nel 2006 ha impiegato circa 2,6 milioni di persone che hanno ricevuto 10,7 miliardi di dollari di sala-
64
65
Brasile
Brasile
rio, pensioni e altre remunerazioni. Il commercio al dettaglio impiega il 74% degli
occupati del settore.
Agroindustria
Il Brasile possiede la più grande mandria commerciale al mondo, essendo stato
responsabile nel 2009 per il 16% della produzione mondiale di carne bovina,
secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti - USDA. L’ente prevede che questa dominanza sarà mantenuta aprendo nuovi mercati per le esportazioni (Indonesia, Cile, Cina, Sudafrica e Iran), recuperando il mercato europeo
grazie al maggior numero di aziende agricole disposte ad impegnarsi nel programma di tracciamento e alla domanda interna costante, risultato di una ripresa economica interna.
Lo Stato di Sao Paulo risponde per il 16% degli abbattimenti del Paese, occupando il secondo posto nazionale, secondo il Ministero dell’Agricoltura,
dell’Allevamento e dell’Approvvigionamento. Tale partecipazione è superiore a
quello dei bovini allevati sul totale nazionale (6%), indicando che San Paolo
importa da altri Stati bestiame per la macellazione. Questa peculiarità è dovuta ad
una maggiore diversificazione del settore e il suo valore più alto, compresa le attività di disossamento e lavorazione delle carni, la produzione di cuoio, di articoli
di igiene, e di imballaggi, tra gli altri.
Sao Paulo è anche sede di una straordinaria rete di istituti di ricerca sui bovini
da carne e loro trasformazione. Ospita infatti la maggior parte delle università
pubbliche del Paese - USP, Unicamp, Unesp e UFSCar - che lavorano nella ricerca per la filiera produttiva delle carni bovine, ha inoltre cinque centri di ricerca
agricola (Corporation - Embrapa, e l’Agenzia per la Tecnologia Agroalimentare
Paulista - Fit, che ha circa 675 scienziati e mette insieme l’Istituto Agronomico di
Campinas - IAC, l’Istituto Biologico - IB l’Istituto di Tecnologia Alimentare ITAL, Istituto di Economia Agraria - SIA e l’Istituto di Scienze animali – IZ).
Oltre a questi istituti, la Fit ha 34 unità di ricerca e sviluppo suddivisi in 15 poli
regionali. Lo Stato ha individuato i principali certificatori e laboratori di taratura
del paese. Dei 364 laboratori che partecipano alla Rete Brasiliana di Calibratura,
200 si trovano a San Paolo.
La catena di produzione lattiero-casearia si presenta come una delle principali
attività agricole nello Stato di São Paulo. Secondo prodotto per valore della produzione agricola, superata solo dalla coltivazione della canna da zucchero. Le carni
bovine hanno rappresentato il 13% della VPA nel 2008, incidendo per 2,7 miliardi dollari sul totale di 20,6 miliardi dollari aggregati dello Stato, secondo l’Istituto
di Economia Agraria - IEA.
L’importanza del bestiame a San Paolo può anche essere misurata dal punto di
vista del commercio estero. Le carni congelate occupano il settimo posto tra le
esportazioni, che rappresentano oltre il 2% del totale dello Stato, pari a 876 milioni di dollari nel 2009.
Lo Stato di São Paulo si distingue per la produzione di bioenergia nel Paese. In
aggiunta alle caratteristiche favorevoli alla produzione, come il clima e il suolo,
nell’area si concentra la maggior parte della ricerca e sviluppo tecnologico, si riu-
niscono quasi tutte le industrie di produzione di beni strumentali alla bioenergia
e centri di formazione di professionisti in Scienze Agrarie, biologiche ed alimentari. A questi fattori si somma un grande mercato di consumatori e una logistica
eccellente.
Nel 2007 i biocarburanti rappresentavano circa il 31% dell’offerta totale nella
matrice di energia dello Stato. Data l’importanza strategica che assume questa produzione il Governo dello Stato ha creato il Comitato Speciale delle Bioenergie. Tra
i suoi obiettivi vi è la definizione di azioni governative per l’espansione della produzione di energia rinnovabile, in particolare quelle necessarie per lo sviluppo di
filiere produttive di biodiesel ed etanolo.
Per quanto riguarda la concessione di finanziamenti, la Fondazione per il sostegno della ricerca di São Paulo (FAPESP) ha un programma di ricerca in
Bioenergia - BIOEN. Questa linea è dedicata alla promozione e all’incentivazione di attività di ricerca e sviluppo in comune tra laboratori accademici e industriali per promuovere il progresso delle conoscenze e la sua applicazione in settori
connessi alla produzione di bioenergia in Brasile.
Nello Stato di San Paolo, così come in tutto il Paese, lo zucchero di canna è la
principale fonte di bio-prodotto in particolare San Paolo è il principale produttore nazionale.
L’industria di trasformazione della canna ha conseguito un vantaggio competitivo significativo grazie alla vicinanza del più grande centro di consumo del Paese,
alla possibilità di esportare zucchero e alcol e, più recentemente, alla possibilità di
alimentare il mercato della cogenerazione di energia.
La flessibilità di questi impianti industriali per la produzione di uno dei due
prodotti permette loro di regolare il mix di produzione in base alle fluttuazioni del
mercato internazionale. Nel 2009, l’industria dello zucchero ha prodotto
19.700.000 di tonnellate di zucchero e 16,7 milioni di metri cubi di alcol, che
rappresentano rispettivamente il 63% e il 61% della produzione totale in Brasile.
Tra il 2001 e il 2009, la produzione di zucchero è raddoppiata mentre quella di
alcol è cresciuta del 160%, spinta dal mercato dei biocarburanti per auto, dove il
consumo di alcol ha superato per la prima volta quello della benzina.
Le esportazioni della catena di produzione di zucchero di canna sono state di
6,67 miliardi di dollari nel 2009, corrispondenti al 68% delle esportazioni brasiliane in questo segmento. Il prodotto principale è stato lo zucchero, con 5,76
miliardi di dollari (69%).
La coltivazione della canna da zucchero occupa circa 4,5 milioni di ettari,
distribuiti in quasi tutto lo Stato di São Paulo, con particolare enfasi sulle regioni
di Ribeirao Preto e Piracicaba, oltre alle aree centrali (Jau), nord-ovest
(Catanduva) e più recentemente, ad ovest, verso il Mato Grosso do Sul.
La maggiore produttività realizzata in Sao Paulo dei campi di canna da zucchero è dovuta alla qualità del suolo e del clima e anche allo sviluppo di programmi
di miglioramento genetico, che hanno ottenuto nuove varietà di canna da zucchero adattate alle zone più svantaggiate e più resistenti a parassiti e malattie. Tra questi studi si distinguono quelli del Technology Center - CTC, che sviluppa progetti nel campo della biologia molecolare dal 1990 e già nel 1997 aveva varietà tran-
66
67
Brasile
Brasile
sgeniche. Un significativo passo avanti in questo settore è stato ottenuto con il
progetto Genoma finanziato dal FAPESP e Copersucar, coinvolgendo diversi
ricercatori presso importanti università in Brasile, che hanno portato, tra il 2000
e il 2003, all’ottenimento di quasi 300.000 sequenze genetiche di canna.
Maggiore produttore mondiale di arance, nel 2008, il Brasile ha raccolto 18,4
milioni di tonnellate di frutta, due volte gli Stati Uniti, il secondo più grande
produttore, di cui circa l’80% del totale prodotte nello Stato di Sao Paolo, per
un importo corrispondente a 2,18 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda il prodotto principale derivato dall’arancia – il succo industrializzato - la produzione mondiale è stata di 2,3 milioni di tonnellate, nel
2008/09 il raccolto del Brasile è stato di circa 1,3 milioni di tonnellate, seguito
dagli Stati Uniti, con poco più di 761 000 tonnellate di succhi di frutta, secondo
il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti - USDA. Lo Stato ha impianti
di trasformazione di succo d’arancia in 20 municipi.
Le esportazioni legate al settore delle arancie ammontano a 1,6 miliardi di dollari nel 2009 e il 96% di tale importo è composto da succo di arancia.
L’esportazione di succo d’arancia congelato occupa il nono posto tra i principali
prodotti esportati dall’economia paulistana.
Il consumo di prodotti sani, ricchi di minerali e vitamine, nuova tendenza del
mercato mondiale, ha aperto la possibilità di produzione di nuovi tipi di succhi
con forti caratterizzazioni mediche e di wellness. Lo stato di Saò Paolo, produttore più grande di succo del Paese, si candida a ricevere nuovi investimenti per sviluppare questo mercato.
Prodotto interno lordo
Il sistema produttivo dello Stato, diversificato e complesso, è il principale fornitore di beni di consumo, beni capitali, fattori produttivi e di servizi tecnici per
gli altri Stati del Brasile. Nel 2007, lo Stato di São Paulo ha partecipato con circa
il 34% del PIL brasiliano, ben al di sopra le altre unità della Federazione, mentre
il secondo e il terzo posto sono stati occupati dal Minas Gerais e da Rio De
Janeiro. La ricchezza prodotta dallo Stato ammonta a circa 12.000 dollari pro capite. Il PIL, secondo i settori di attività economica, ha mostrato una prevalenza del
settore dei servizi (68%) rispetto all’industria (30%) e agricoltura (2%). Lo Stato
produce più della metà del PIL brasiliano di prodotti e servizi finanziari, e rilevante è stato l’apporto per i servizi alle imprese (46%), servizi di informazione (44%),
salute e istruzione del mercato (42%).
La partecipazione al valore aggiunto lordo e prodotto interno lordo a prezzi
di mercato in Brasile, sulla base dei settori di attività economica - São Paulo 2007
Settori di attività economica
Stato di Sao Paulo/
Brasile (%)
Agricoltura e Foreste
14,7
Allevamento e pesca
5,3
Industria mineraria
1,1
Industria manifatturiera
44,4
Produzione e distribuzione di energia elettrica e il gas, acqua, fognature e Pulizia stradale
26,5
Costruzione
27,0
Commercio e Servizi di manutenzione e riparazione
33,0
Ricettività e Servizi alimentari
31,2
Trasporto, stoccaggio e Merci
35,1
Information Services
43,5
Intermediazione finanziaria, assicurazioni e fondi pensione
51,4
Affitti e attività immobiliari
33,9
Servizi alle imprese
45,7
Servizi forniti alle famiglie e collaboratori
36,6
Amministrazione, Sanità e Pubblica Istruzione
19,0
Salute e istruzione
42,0
Home Servizi
30,8
Prodotto interno lordo a prezzi di mercato
33,9
Fonte: Seade; Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica - IBGE.
Il Mercato del Lavoro
Nel 2008, il 36% degli occupati di São Paulo è stato concentrato nel settore
dei servizi, il 21% nell’industria e il 18% nel commercio, seguiti da costruzione e
attività agricole. Circa il 30% della popolazione economicamente attiva è concentrato nella regione metropolitana di Sao Paulo. Nel dicembre 2008, il reddito
medio per occupato era circa del 29% superiore alla media per tutte le aree metropolitane, interpellate dalla IBGE.
Il mercato del lavoro è caratterizzato dalla alta qualificazione della sua forza
lavoro. Circa il 54% della popolazione occupata dello Stato di Sao Paulo aveva
almeno 11 anni di studio nel 2008, contro il 41% della media nazionale. La percentuale di lavoratori con 15 o più anni di istruzione è stata del 30% superiore a
São Paulo che in tutto il paese. In particolare nella Regione Metropolitana di São
Paulo, la percentuale di lavoratori occupati con almeno 11 anni di scuola è passata dal 33% al 55% tra il 1995 e il 2008. Fundação Seade
Il Commercio Estero
Lo Stato di Sao Paulo ha esportato per 58 miliardi di dollari nel 2008, pari al
29% delle esportazioni brasiliane. Circa il 36% di questo valore viene generato per
15 prodotti, tra cui aerei, zuccheri (saccarosio e zucchero di canna), alcool, auto-
68
69
Brasile
Brasile
mobili, terminali mobili, carni bovine disossate e succo d’arancia. Del totale dei
prodotti esportati, l’88% sono industriali e destinati per i seguenti paesi: Mercosur
(19%), l’integrazione latinoamericana - ALADI, escluso il Mercosur (18%), UE
(18%), Stati Uniti compreso Porto Rico (18%) e l’Africa, escluso il Medio
Oriente (8%).
Valore delle esportazioni, secondo le principali prodotti Stato di São Paulo
2008
Prodotti principali
Valore
(milioni di US $)
Totale prodotti primari
Crescita 2008/07
Tasso (%)
20.824
15
Altri aeromobili e veicoli aerei
4.366
22,6
Zucchero di canna, grezzo
2.162
6,9
Metanolo denaturato
1.624
80,2
Autoveicoli
1.611
21,1
Terminali portatili per la telefonia mobile
1.568
14,9
Canna da zucchero, barbabietole, saccarosio
1.402
-12
Carni bovine disossate, congelate
1.354
22,4
Altri spiriti
1.071
-12,9
Succo d'arancia, congelati, non fermentati
1.063
-25,6
Altri aeromobili turbogetto
1.001
16,6
Petrolio greggio
859
117,3
Trattori stradali con semirimorchi
841
13
Alimenti preparati e conserve
664
17,3
Scocche e motori per veicoli
642
20,0
Altre parti di motori generatori
594
25,7
57.703
11,5
Totale
Fonte: Ministero dello Sviluppo, Industria e Commercio Estero.
Infrastrutture
Essendo il principale produttore e consumatore tra gli Stati brasiliani, San
Paolo è dotato di un ampio e completo sistema di infrastrutture. In un Paese che
dipende principalmente dal sistema autostradale la qualità delle strade rappresenta un vantaggio competitivo per lo Stato.
Le sue infrastrutture spingono le esportazioni; gli scambi multimodali permettono di integrare i trasporti stradali, con le ferrovie, e il sistema idroviario sino ai
porti di Santos e San Sebastiano e agli aereoporti Campinas e Guarulhos. La idrovia Tietê-Paraná, oltre a unire São Paulo ad altri quattro Stati brasiliani, porta
anche i prodotti paulisti nelle nazioni vicine come l’Argentina, il Paraguai,
l’Uruguai e la Bolívia. Nel porto di Santos, il più grande dell’America Latina ed
in quello di San Sebastiano partono le merci per tutto il mondo. Sia per il mercato interno che per quello esterno la infrastruttura dei trasporti garantisce a San
Paolo la funzionalità che la rende la maggiore potenza economica brasiliana, una
delle più grandi dell’America Latina.
Infrastrutture - energia
Il sistema economico di São Paulo è supportato da una potenziale matrice
energetica già in parte consolidata. In questo contesto è importante il ruolo delle
fonti rinnovabili, in particolare la canna da zucchero che concorre con il 30% alla
fornitura totale di energia prodotta nello stato, e l’energia idroelettrica con il 7,5
%, petrolio e prodotti petroliferi, gas naturale, carbone, legna da ardere e altre
fonti coinvolte con rispettivamente il 45%, 5%, 2%, 1% e 2%.
Anche se limitato, a San Paolo l’uso del gas naturale è cresciuto in modo significativo. In un periodo di 15 anni, il contributo di questa fonte del consumo finale di energia dello Stato è passato da 1% a 8%. Considerando le fonti di energia
idroelettrica e l’etanolo, la quota di produzione di Stato sul totale nazionale è
rispettivamente del 18% e 59%, e questo rende lo Stato un leader riconosciuto
nella produzione di energia pulita. Oltre ad un considerevole numero di impianti idroelettrici, São Paulo ha una rete di distribuzione del gas trasportato dal
gasdotto Bolivia-Brasile alla quale si è aggiunta di recente la scoperta di riserve di
petrolio nel bacino di Santos, estesa lungo tutta la costa. Entro il 2013, tutte le
riserve “pre-sale” dovrebbero fornire al mercato circa 7 milioni di metri cubi al
giorno di gas naturale e 219.000 barili di petrolio. Nel 2020, la sfida sarà raggiungere i 40 milioni di metri cubi / giorno e di 1,815 milioni di barili al giorno. Tra
gli anni 2009 e 2020, il valore degli investimenti sostenuti dalla Petrobras nel
bacino di Santos sarà di $ 98,8 miliardi. Titolare della tecnologia in questo settore, Sao Paulo è il maggiore produttore di etanolo da canna da zucchero, riconosciuto, da molti esperti in materia di energia e l’ambiente, come la più importante fonte di energia nei prossimi decenni. Fundação de Amparo à Pesquisa do
Estado de São Paulo - Fapesp Nel 2007 è stato avviato un vasto programma di
ricerca scientifica in tema di etanolo, con investimenti di circa 77,7 milioni dollari, metà dei quali finanziati dalla Fondazione per il sostegno della ricerca di São
Paulo - FAPESP. Inoltre, lo Stato sostiene una politica di incentivi per la cogenerazione di energia elettrica attraverso le biomasse.
Infrastrutture - Autostrade
Con circa 35 mila chilometri, le strade dello Stato di São Paulo sono tra le
migliori e più moderne del paese. Confederação Nacional do Transporte - CNT
Secondo una ricerca del 2009 della Confederazione Nazionale dei Trasporti CNT, il 75% di queste strade sono considerate in stato eccellente o buono.
Il legame tra lo Stato di San Paolo ad altre regioni del paese è organizzato da
diverse strade, in particolare il Presidente Dutra, in direzione di Rio de Janeiro,
Fernão Dias, verso Belo Horizonte, Minas attraverso meridionali e Régis
Bittencourt verso Curitiba.
Circonvallazione
Importante per la logistica dello Stato e del Paese, il raccordo “Mario Covas” si
propone di alleggerire il traffico nella capitale e facilitare i contatti tra le varie
autostrade nello Stato, deviando il traffico attraverso la regione metropolitana circostante San Paolo. Con una lunghezza totale prevista di 170 km e di strade che
70
71
Brasile
Brasile
collegano le dieci che arrivano a San Paolo, l’opera costituisce un anello essenziale nel collegare le città, il resto del Paese e il porto di Santos.
Infrastrutture - idrovie
Con 800 chilometri di corsi d’acqua lo Stato dispone di idrovie non del tutto
pienamente sfruttate. I prodotti principali trasportati sono soia, farina di soia,
prodotti di grano, sabbia, calce e fertilizzante. Nel 2008 sono stati trasportati nei
porti fluviali dello Stato di Sao Paulo, circa 3,9 milioni di tonnellate di merci,
equivalenti al 77% del movimento totale della via navigabile.
Infrastrutture - aeroporto
Lo Stato di Sao Paulo ha 36 aeroporti, cinque gestiti da Infraero (Congonhas,
Guarulhos, Campo de Marte, Viracopos e Sao Jose dos Campos) e 31 da Airway
Dipartimento di São Paulo - Daesp. Nello Stato di São Paulo si trovano due dei
principali aeroporti in termini di volume di passeggeri nel paese: il Congonhas
aeroporto nazionale della capitale, e l’aeroporto internazionale di Sao Paulo,
Guarulhos. Nel 2008, sono stati utilizzati da poco più di 34 milioni di passeggeri, pari al 30% del movimento registrato presso gli aeroporti gestiti da Infraero
nazionale. L’aeroporto internazionale di Sao Paulo, Guarulhos, è anche presente
in carico, accanto all’aeroporto internazionale “Viracopos” a Campinas. Nel 2008,
i due terminali insieme rappresentavano il 52% di tutte le movimentazione delle
merci negli aeroporti del paese (rispettivamente 425.900 e 233.700 tonnellate).
Instrastrutture - Porti
Nello Stato di São Paulo sono installati due dei principali porti marittimi del
paese: il Santos e São Sebastião. Nel 2008, il porto di Santos ha trasferito 91,9
miliardi di dollari in importazioni e le esportazioni del 25% dei flussi commerciali del Brasile. I porti fluviali sono importanti per la movimentazione di carichi di
volume elevato, di basso valore, per lo più semi di soia e derivati. Attraverso queste porte, la connessione può essere fatta con gli Stati del Mato Grosso, Goias e
Mato Grosso do Sul con il Paraná Tietê o la rete stradale e ferroviaria dello Stato
di São Paulo.
Porto di Santos: L’attività del porto di Santos, principale porto del Brasile, concentra una parte significativa della produzione agricola e l’esportazione dei poli
industriali in Brasile. Il suo bacino di utenza comprende gli Stati di São Paulo,
Minas Gerais, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Goiás e Paraná, e i paesi del
Mercosur. Servito da moderne autostrade, ferrovie completate da consentire
l’interconnessione con il Tietê Paraná, e intorno ai due principali aeroporti internazionali del Paese, il porto di Santos offre ottime condizioni per l’intermodalità.
L’infrastruttura è il più grande terminal container in America Latina, con 550
mila metri quadrati e 12 chilometri di lungomare, con i terminali specializzati per
il grano, il fertilizzante, liquidi sfusi e contenitori.
Porto di San Sebastian: Situato sulla costa nord di São Paulo, a 200 km dalla
capitale dello stato, il porto di San Sebastian è funzionale agli Stati di Rio de
Janeiro e Minas Gerais. Nel 2008, ha gestito oltre 833.000 tonnellate di carico nel
suo molo commerciale, in particolare soda, solfato di sodio, zolfo e il malto
d’orzo.
Misure di sviluppo - Aumento spesa pubblica
Al fine di sostenere l’economia locale stressata dalla crisi internazionale lo Stato
ha progettato ed ha in corso la realizzazione di un programma di investimenti, che
ad oggi ha generato 858.067 posti di lavoro a fronte di una spesa di 20,6 miliardi di dollari nel 2009. In particolare si sono sostenuti i seguenti settori:
- Metro CPTM +: R $ 4.217 milioni
- Trasporti: US $ 5.045 milioni
- Igiene: R $ 2.540 milioni
- Alloggio: $ 1.600 milioni
- Istruzione: US $ 807.000.000
- Sicurezza: US $ 1.029 milioni
- Altro: US $ 5.362 milioni
Incoraggiamento degli investimenti privati
Sono state implementate le seguenti misure:
- Stimolo agli investimenti in settori strategici, consentendo il differimento
dell’IVA versata per l’acquisto di beni strumentali, con particolare attenzione ai
settori che generano più posti di lavoro nello Stato di Sao Paulo. Periodo inizialmente stabilito: fino al 31/12/2009.
- Proroga di un’aliquota IVA ridotta dal 18% al 12% entro il 31/12/2009. I
prodotti trasformati: cuoio, vino, profumi, cosmetici, articoli da toeletta, strumenti musicali, giocattoli e prodotti alimentari.
Incoraggiamento e sostegno alle micro e piccole imprese
Le PMI pauliste hanno ottenuto l’istituzione dell’istituto di Nossa Caixa
Development, un’agenzia di sviluppo dedicata a finanziare gli investimenti e il
capitale circolante per progetti produttivi dello Stato, con un capitale di $ 1
miliardo. Per finanziare il capitale circolante sono state offerte la linea di credito
speciale Giro - LEG, e la linea speciale Parcel - LEP, con tassi di interesse che
vanno da 1,083% mensile e del 13,8% annuo. Sono candidate per queste linee di
credito, le imprese con ricavi medio lordo annuo tra i 240.000 $ e $ 100 milioni,
operative a Sao Paulo. Dal punto di vista del finanziamento per gli investimenti,
saranno offerte linee speciali di credito per l’acquisto di macchinari e attrezzature
per i progetti di distribuzione, l’ammodernamento e l’espansione di attività.
Espansione del credito
L’aFundo Estadual de Desenvolvimento Científico e Tecnológico - Funcetpertura
di una linea di credito, il fondo statale di sviluppo scientifico e tecnologico - Funcet,
e progetti di ricerca e innovazione con l’obiettivo di promuovere piccole e micro
imprese innovative, in particolare quelle situate in parchi tecnologici. Il primo
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annuncio è stato pubblicato nel giugno 2009 per un finanziamento fino a 200.000
dollari per azienda, periodo massimo di moratoria di 24 mesi, 36 mesi di ammortamento e pagamento a 60 mesi, con interessi al 6% annuo.
Posti di lavoro e imprenditorialità
Al fine di fare emergere il lavoro nero, fortemente presente nello Stato, e di
sostenere le piccole imprese sono state decise ed implementate le seguenti misure:
- Realizzazione dell’iniziativa Micro Imprenditori Individuali, indirizzata al
singolo imprenditore con ricavi fino a 36 mila dollari all’anno (3.000 dollari /
mese), il quale, con pagamenti mensili “flat” di importi variabili in funzione del
suo fatturato, sarà considerato in regola con le tasse e avrà diritto a tutte le prestazioni di sicurezza sociale, senza burocrazia.
Banco do Povo Paulista - BPP - Aumento del 56% dei fondi investiti in un programma di microcredito gestito da People’s Bank Paulista - BPP. Con il bilancio
pari nel 2009, a 120 milioni dollari, fornisce prestiti ai privati ($ 200 R $ 5.000)
e alle piccole imprese (da € 200 a € 7.500), con tassi di interesse dell’1% e prestiti fino a $ 25.000 per le cooperative.
- Programma per la Formazione Professionale di Stato 2009, che mette a
disposizione 20.000 posti per un corso di riqualificazione per i lavoratori, comprensivo di assicurazione contro la disoccupazione, il trasporto e il vitto gratis
gratuiti. Altri 40.000 posti sono stati resi disponibili in un corso di riqualificazione per i lavoratori che non hanno diritto all’assicurazione contro la disoccupazione, comprensivo di trasporto, aiuto alimentare e borse di studio.
8.2 – Lo Stato del Minas Gerais14
Capitale: Belo Horizonte
Superficie: 586.624 km²
Popolazione: 20.595.499 ab.
Densità: 30,40 ab./km²
15
Minas Gerais
Il Minas Gerais è uno stato ricco che rappresenta il 7% del territorio nazionale, dove si concentra il 10% della popolazione totale del paese e circa il 10% del
PIL nazionale, ossia, una quota molto significativa del mercato totale brasiliano.
Gli abitanti del Minas Gerais sono circa 19 milioni, sparsi su un’area totale di
588.384,6 km quadrati, con una densità demografica corrispondente a 30,31 abitanFonte : sito dello Stato di Minas Gerais (www.mg.gov.br)
Fonte : ICE – scheda paese Brasile/Minas Gerais
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ti per km quadrato, ed è lo stato con maggior numero di municipi del Brasile. Infatti,
trattasi di ben 853 comuni censiti dall’Istituto Brasiliano di Geografia e Statistiche IBGE, suddivisi in dodici regioni composte da micro regioni omogenee.
La capitale di questo Stato è Belo Horizonte, con 2,3 milioni di abitanti, che
sfiorano il totale di 4 milioni se sommati a quelli delle regioni metropolitane limitrofe, costituite da 34 municipi. Le infrastrutture esistenti fanno del Minas Gerais
un importante snodo ferroviario, in cui la logistica permette un rapido accesso al
mercato nazionale ed anche a quello internazionale, visto che dispone di cinque
punti di controllo doganale interno ed uno esterno presso l’aeroporto internazionale di Confins, sito nella regione metropolitana di Belo Horizonte. Sono presenti anche altre piste di atterraggio sparse all’interno di questo stato.
Nonostante non sia direttamente collegata al mare, la regione vanta un efficace
sistema di rete ferroviaria verso i tre principali porti brasiliani: Rio de Janeiro,
Vitória e Santos.
Minas Gerais possiede 1/5 del sistema ferroviario nazionale ed è dotato anche
di un’estesa rete stradale (265.898 km di strade, delle quali 19.266 sono pavimentate) ed è una rotta inevitabile dei grandi flussi commerciali nord-sud e est-ovest.
Possiede quattro grandi assi stradali che connettono strategicamente Belo
Horizonte a Rio de Janeiro, San Paolo, Vitória e la regione Centro Ovest, passando per il cosiddetto “Triângulo Mineiro”.
Lo Stato di Minas Gerais detiene, assieme allo Stato di Rio di Janeiro, il secondo posto nel paese, per importanza economica, dopo San Paolo. Di seguito, vengono evidenziate le informazioni economiche più significative.
Industria
Il settore industriale è responsabile del 10% del Prodotto Interno Lordo
Brasiliano (PIL) e si distingue nello scenario del paese in diversi settori: 30% della
produzione nazionale di automobili; 38% della produzione di acciaio; 53% della
produzione nazionale di ferro fuso; 25% della produzione di cemento.
Agricoltura e allevamento
Il settore dell’allevamento è rilevante per diversi aspetti. Minas possiede il maggior numero di bovini del Paese (22 milioni di capi, cioè il 13% del totale) ed è
anche il maggiore produttore di latte (32% della produzione nazionale).
Per quanto riguarda il settore agricolo, Minas dà origine a quasi la metà della
produzione nazionale di caffè e delle quantità particolarmente importanti della
produzione totale del Paese per altri prodotti agricoli quali ananas (34%), patate
(27%), aglio (21%), fagioli (12%) e mais (10%).
Regioni Economiche
Le regioni centrali, del Sud di Minas, del “Triângulo Mineiro”, del Rio Doce e
della Zona da Mata, sono quelle di maggiore rilevanza economica dello Stato,
essendo responsabili per il 76% del PIL di questo Stato. I municipi che partecipano in modo più rilevante alla composizione del PIL della regione sono: Belo
Horizonte (28,3%), Contagem (4,2%) e Betim (3,6%).
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Esportazioni
Le esportazioni dello Stato rappresentano il 13% circa sul totale nazionale. I
prodotti maggiormente esportati da Minas Gerais sono le automobili, i pezzi di
ricambio, il ferro, i prodotti dell’acciaio ed il caffè.
Infrastrutture - Strade
Minas Gerais ha il più grande sistema di strada in Brasile. Sono 24,9 mila
chilometri di strade asfaltate, pari al 13% di tutte le strade esistenti nel paese.
Questa rete stradale ampia facilita l’integrazione tra lo Stato e i più grandi centri
urbani del Brasile e anche con il Mercato comune del Sud (Mercosur).
Infrastrutture - Ferrovia
Minas Gerais ha una rete ferroviaria di 5.080 km, gestite da società di logistica
di grandi dimensioni operanti nello Stato, che è un punto di convergenza di ferrovie e strade che collegano il sud al nord del Brasile. Le ferrovie fanno il collegamento tra Minas Gerais e Espírito Santo, Rio de Janeiro, Bahia, Goiás, Distrito
Federal, Mato Grosso do Sul, Mato Grosso, Tocantins e São Paulo, permettendo
la vendita di prodotti minerari. Il complesso offre un accesso ferroviario per i prodotti dello Stato e del paese ai porti marittimi più importanti. Recentemente c’è
stata l’inaugurazione del Terminal intermodale di merci in Pirapora, nel nord
dello Stato, il cui scopo è quello di diventare un corridoio alternativo per
l’esportazione di grano nella regione nord-occidentale di Minas Gerais.
Infrastrutture - idrovie
Anche se ancora poco utilizzato, il sistema di trasporto nei corsi d’acqua sta
vivendo una fase di crescita sia nel Paese, come nel Minas Gerais. I porti fluviali
di Iturama (Rio Grande) e Santa Vitória (Rio Paraíba), nel Triangolo Minas e
Pirapora (Rio) possono diventare un’opzione per la distribuzione della produzione di una vasta regione, consentendo alle produzioni di raggiungere i paesi del
Mercato comune del Sud (Mercosur) e anche ad altre regioni.
Infrastrutture - aeroporto
L’infrastruttura aeroportuale dello Stato consiste di 70 aeroporti. Il principale
aeroporto in MS è l’Aeroporto Internazionale Tancredo Neves, a 30 km dalla capitale Belo Horizonte.
L’Aeroporto Internazionale Tancredo Neves è il primo aeroporto industriale in
Brasile, che offre spazio e attrezzature speciali per l’installazione di imprese esportatrici, l’importazione e la logistica.
Infrastrutture - Energia Elettrica e gas naturale
Nel Minas Gerais è presente la più grande società di energia del Sud America
Companhia Energetica de Minas Gerais (CEMIG) che serve oltre 18 milioni di
persone in 774 comuni del Minas Gerais. Con alcuni dei più grandi impianti
idroelettrici del paese, è responsabile del 17,74% della capacità di generazione di
energia in Brasile. Le riserve forestali di eucalipto e pino, disponibili per la produ-
zione di carbone di legna e altri usi, garantiscono la distribuzione di energia continua e di alta qualità. Il programma di espansione in corso rafforza la produzione di gas utilizzati già per l’approvvigionamento delle industrie. Nel 2008, la
Companhia de Gas de Minas Gerais (Gasmig) ha avviato il progetto per
l’espansione di tubazioni installate nello Stato, con investimenti pari a $ 1 miliardo.
Microimprese
Il Minas Gerais ha attualmente circa 750.000 piccole e micro imprese. Esse
sono distribuite in vari segmenti di mercato, con particolare intensità nel settore
commerciale (45,6%) e nei servizi (40,2%). I settori di industria e di costruzione
rappresentano quote del 10,5% e 3,7% rispettivamente. La legge a favore di
Micro e Piccole Imprese, in vigore da tre anni, vanta importanti benefici per il segmento, come la riduzione delle tasse, gli sgravi fiscali sui salari, una maggiore partecipazione agli appalti pubblici e la riduzione dell’informalità.
Questo strumento giuridico promuove un ambiente più favorevole per lo sviluppo del settore e dimostra l’impegno del governo per la crescita economica e sviluppo sociale dei comuni, il rafforzamento delle loro imprese, generano occupazione e reddito per la popolazione. La facilità nel partecipare alle procedure per
l’aggiudicazione degli appalti pubblici è una prospettiva interessante per i piccoli
imprenditori, che stimola in loro l’incremento degli investimenti in innovazione
e quindi migliorano la competitività delle imprese.
Acciaio
Il Minas Gerais realizza il 35,6% della produzione totale brasiliana di acciaio
grezzo. Il processo di ristrutturazione in molte aziende, riducendo i costi, ha permesso prezzi competitivi e la flessibilità di negoziazione. Nel 2008, la produzione
brasiliana è stata di 33,71 milioni di tonnellate, l’apporto del minas è stato di 11,9
milioni di tonnellate. Nello Stato vi sono cinque dei più grandi produttori di
acciaio in Brasile.
Industria
Minas Gerais dispone di un parco industriale moderno e diversificato; numerose sono le società con una tecnologia all’avanguardia in grado di soddisfare le
crescenti richieste dei mercati nazionali ed esteri.
Uno dei vantaggi per le industrie che si installano nello stato è l’ampia disponibilità di materie prime industriali. Minas Gerais è il maggior produttore di niobio, un metallo raro utilizzato per la realizzazione di leghe resistenti e di acciai
inossidabili speciali. Importanti sono anche le produzioni di minerali di ferro,
acciaio e cemento. Lo Stato ha anche il più grande polo delle biotecnologie e la
seconda più grande casa automobilistica nazionale nonchè importanti fonderie.
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INVESTIRE NEL MINAS GERAIS
Dal 2003 al settembre 2008, il Governo di Minas ha attratto investimenti privati e pubblici pari a 182 miliardi di reais, un record assoluto nella storia dell’economia “mineira”. I settori che hanno ricevuto più investimenti sono quello dell’acciaio, dell’estrazione mineraria, dell’agricoltura e dell’energia. L’aumento del
volume degli investimenti esteri è il risultato della politica adottata dal Governo
del Minas Gerais dal 2003, quando cominciarono ad essere messe in pratica le
azioni che aveva come obiettivo principale quello di rendere l’ambiente economico nello Stato favorevole per gli investitori.
Sono state adottate misure come il contenimento della spesa pubblica e il ridimensionamento della macchina amministrativa che hanno contribuito a salvare la
credibilità dello Stato con gli investitori e con le agenzie di finanziamento internazionali. Da allora si è manifestato un crescente interesse nella realizzazione di
grandi progetti nello Stato che generano occupazione e reddito e ne consolidano
lo sviluppo socio-economico.
Analogamente, le azioni per recuperare, ammodernare e ampliare le infrastrutture
dello Stato, con investimenti nel settore dei trasporti e dell’energia elettrica, hanno
anche destato l’interesse di gruppi imprenditoriali nazionali e internazionali.
I contributi che sono arrivati nel Minas 2010 stanno producendo benefici per
tutti i settori produttivi dell’economia e hanno aumentato la diversificazione
industriale in particolare nel settore minerario.
La redazione di una analisi per l’investitore, fornita dalla Banca di Sviluppo del
Minas Gerais (BDMG) e da altre agenzie governative, è stato un altro elemento
di differenziazione per attrarre investimenti.
Il Minas Gerais ha a livello mondiale una valutazione estremamente positiva,
come risulta dal rapporto pubblicato nel maggio 2007 dalla commissione per la
classificazione dei rischi Valutazione di Austin, specializzata nella valutazione dei
potenziali rischi per l’economia dei Paesi e dei singoli Stati.
Tale relazione ha attribuito al Minas Gerais la seconda migliore valutazione a
lungo termine.
Tra le ragioni che hanno determinato il giudizio positivo di questa agenzia si
evidenziano i seguenti punti:
1) Comunicazione trasparente delle informazioni finanziarie su entrate e spese,
periodicamente disponibili sul portale del governo su Internet, soprattutto negli
ultimi anni ;
2) Avanzamento nella realizzazione degli indicatori chiave della Legge di
Responsabilità Fiscale (LRF), dimostrando l’impegno di austerità fiscale, ponendo l’accento sulla riduzione delle spese del personale e il rapporto Debito Netto
Consolidato (DCL) e sulle entrate correnti nette (RCL) ;
3) Avanzi di bilancio primario che hanno comportato migliori condizioni per
il pagamento del debito;
4) L’espansione degli investimenti, notevole a partire dal 2003 ;
5) Buone prospettive delle industrie nel settore minerario e acciaio, con lo
sviluppo delle regioni periferiche e cittadine dei prodotti minerari interni.
Ad integrazione del giudizio favorevole espresso evidenziamo ora alcuni primati dello Stato o comunque situazioni di importanza relativa che contestualizzano
le potenzialità del Minas Gerais e successivamente una serie di peculiarità in grado
di costituire un vantaggio competitivo per le aziende intenzionate ad entrare nel
mercato “mineiro”. In particolare lo Stato è:
• Il più grande produttore ed esportatore di niobio;
• grande produttore di minerali di ferro;
• maggiore produttore ed esportatore di ghisa;
• il più grande produttore di latte e caffè;
• un grande produttore di acciaio;
• il più grande produttore di cemento;
• il secondo mercato automobilistico più grande;
• la seconda più grande fonderia del paese.
Negli ultimi decenni lo Stato di Minas Gerais ha costituito la meta preferita per
i nuovi investimenti in Brasile. Di seguito alcune delle principali ragioni per investire nello Stato:
• un grande mercato, con 20 milioni di abitanti;
• una posizione strategica nel sud-est del Brasile;
• l’equilibrio di bilancio;
• la diversificazione dell’economia;
• un ottimo per le infrastrutture dei trasporti, dell’energia e delle
telecomunicazioni;
• un sistema di sostegno degli investitori professionale ed efficace;
• una forza lavoro altamente qualificata e flessibile;
• uno Stato ricco di storia, risorse naturali e cultura;
• imprese dinamiche ed innovative;
• la presenza di professionalità nell’ambito della supervisione della qualità.
Tutte le evidenze sopra riportate sottendono la grande capacità potenziale dal
lato dell’offerta del territorio nonchè la enorme e latente domanda da suscitare
per stimolare uno sviluppo economico endogeno quanto sostenuto e duraturo.
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8.3 - Lo Stato di Bahia16
Capitale: Salvador de Bahia
Superficie: 564.273 km2
Popolazione: 13,9 milioni di ab.
Densità: 24,7 ab./km2
L’economia dello Stato di Bahia17
Negli ultimi anni l’economia dello Stato di Bahia si è sviluppata velocemente,
diversificando il suo profilo, inserendo e rinforzando settori industriali come quello automobilistico, bionenergetico, calzaturiero, informatico, carta e cellulose e
petrolchimico.
L’economia dello Stato di Bahia è la più grande della regione Nordest del
Brasile, rappresenta un terzo del PIL regionale ed è responsabile per il 50% dell’export del Nordest brasiliano.
Il governo dello Stato ha divulgato le principali opportunità d’investimento in
Bahia nel sito RENAI del Ministero per lo Sviluppo brasiliano, di seguito sinteticamente riportate:
vano in particolare nei seguenti segmenti del mercato:
1) Industria del marmo “Bege Bahia” – il distretto minerario-industriale, che
produce il marmo “Bege Bahia”, sarà ristrutturato in base al modello di “cluster”,
con lo scopo di sviluppare e consolidare la filiera produttiva. Nella regione Centro
Nord dello Stato ci sono riserve di materia prima stimate in 42 milioni di metri
cubi. I ricavi del settore minerario in Bahia hanno un fatturato lordo nell’ordine
del 18 milioni di reais (circa 7 milioni di euro) all’anno.
2) Argilla e componenti ceramici del “Recôncavo Baiano” – nella regione del
“Recôncavo”, che comprende i comuni di Simões Filho, Mata de São João,
Alagionhas, Entre Rios, Esplanada e Itanagra, la CBPM, compagnia baiana per la
ricerca minerale, controlla 43 zone di ricerca, totalizzando 27.305,50 ettari. In
queste zone sono state identificati e valutati degli importanti giacimenti di argilla, con caratteristiche chimico-fisiche eccellenti per l’impiego nell’industria ceramica. Le riserve riferite ammontano a circa 220 milioni di tonnellate e, a causa
delle vaste risorse di questo materiale, la regione che già ospita quattro industrie
del settore diverrà presto, con l’istallazione di altri impianti, il polo ceramico del
“Recôncavo Baiano”.
3) Argilla e componenti ceramici della Regione Sud – nella regione dei comuni di Santa Luzia e Mucuri, sono state evidenziate riserve naturali d’argilla nell’ordine di 632 milioni di tonnellate. I depositi in questa regione servono come materia prima per la fabbricazione di diversi tipi di ceramica: gres, porcellanato, sanitari, da cucina, da rivestimento e da copertura.
Settore energetico
Nell’ottica di inserire nel mix energetico dello Stato una sempre più forte componente di energie cosiddette verdi si evidenziano le capacità produttive dello
Stato di Bahia relativamente a:
Biodisel – Nello Stato c’è disponibilità di aree con condizioni climatiche favorevoli alla coltivazione di semi oleaginosi per la produzione di biodiesel, ad esempio la “mamona”, il cotone e il “dendê”.
Etanolo – Il Governo dello Stato svolge un programma per la promozione della
produzione e dell’industrializzazione dello zucchero da canna e dell’etanolo,
basandosi sull’ampliamento degli incentivi fiscali previsti nella politica industriale dello Stato. Ad esempio, il Governo permette lo sgravo fiscale fino al 75% del
ICMS (imposta sulla circolazione delle merci e dei servizi) per la produzione dello
zucchero e la riduzione del carico fiscale dell’ICMS per chi produce l’etanolo. Le
regioni dello Stato più attraenti per il settore privato sono il Sud, l’Ovest, il Baixio
de Irecê e il Recôncavo Baiano.
4) Roccia ornamentale/Graniti – lo Stato di Bahia è il terzo più grande produttore di rocce ornamentali in Brasile e possiede la più grande varietà cromatica di
questo tipo di pietra. Nella regione Nord sono lavorate anche diverse varietà di
marmo rosa, marmo sietti, marmo rosa pata muté e marmo rosa paglia. Inoltre, si
può trovare il marmo bianco Perla Bahia, uno dei più belli marmi bianchi prodotti in Brasile. La CBPM svolge lavori di ricerca al fine di identificare e analizzare
nuovi giacimenti di granito nello Stato. L’obiettivo è metterli a disposizione del
settore privato promuovendo gli investimenti nel settore di rocce ornamentali. In
più, ci sono opportunità d’investimenti per altri tipi di rocce ornamentali come
ad esempio l’esmeralda di Carnaíba, la nefelina sienito di Itarantim, il quarzo e il
feldspato di Castro Neves, il ferro titanio-vanadio di Campo Alegre de Lourdes,
la menita di Valença/Itacaré, il rame di Riacho Seco e l’oro di Jurema Leste.
Settore minerario
Importanza rilevante è assunta anche dal settore minerario che offre una serie
di risorse in grado di attirare gli interessi di investitori decisi a far uscire il settore
dal basso livello tecnologico in cui attualmente si trova. Alcune possibilità si tro-
Settore tessile
Ci sono delle opportunità d’investimento nella filiera tessile dello Stato, nei segmenti della coltivazione del cotone, nella produzione della fibra sintetica, nel tessile e nella produzione di abbigliamento.
Fonte : Sito del Governo dello Stato di Bahia (www.governador.gov.br)
Fonte : sito del consolato del Brasile a Milano (www.brasile.milano.it)
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Settore elettronico/informatica
A Ilhéus si trova il Polo Informatico dello Stato, che conta attualmente, con 61
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8.4 - Lo Stato di Rio de Janeiro18
aziende in funzionamento, una produzione molto variegata: pc, equipaggiamenti
di sicurezza, mini cineprese, schermi, stabilizzatori, torrette, notebook, smartcards, MP3, MP4, monitoraggio cardiaco, auditel, tastiere convenzionali ed intelligenti. La regione beneficia delle agevolazioni fiscali specifiche promosse dallo
Stato e, inoltre, il Governo sta studiando meccanismi per promuovere, oltre all’integrazione e alla qualificazione delle aziende, anche gli investimenti nella ricerca e
nello sviluppo di nuovi progetti e prodotti.
Settore caprino/ovino
La regione semi-arida dello Stato di Bahia comprende due terzi della sua estensione totale. Questo tipo di regione è favorevole all’allevamento di ovini e caprini
e, infatti, lo Stato dispone di uno dei più grandi allevamenti della regione Nordest
brasiliana. Gli investimenti in questo settore sono piuttosto bassi per quanto
riguarda le infrastruttura e l’acquisto di greggi che garantiscono subito il ritorno
del capitale. Le opportunità in questo settore riguardano soprattutto l’istallazione
di impianti per l’export della carne di questi animali, principalmente verso i mercati del Medio Oriente.
Settore del gas e settore petrolchimico
Nello Stato di Bahia questi segmenti si sono sviluppati a partire soprattutto
dalla scoperta del campo di Manati, localizzato nel Bacino di Camamu-Almada,
nella regione Sud dello Stato. La produzione giornaliera di gas naturale dei due
primi pozzi perforati dalla Petrobras e i suoi partners è attualmente pari a 800.000
metri³ e rappresentano un grande potenziale di autonomia di gas per lo Stato.
Settore nautico/navale
Nello Stato di Bahia si trova la più grande costa navigabile del Brasile, con
1.183 km d’estensione, comprende punti turistici internazionalmente conosciuti
quali quelli, ad esempio, dell’arcipelago di Abrolhos, dell’isola di Morro de São
Paulo, delle Baie di Camamu e di Todos os Santos. Le condizioni climatiche, eoliche e marine della costa baiana la rendono un posto attrattivo per le oltre 32 mila
barche che ora navigano per il mondo. Il Governo dello Stato intende creare un
polo industriale nautico per promuovere lo sviluppo e la formazione di mano
d’opera industriale specializzata del settore nautico. Il polo sarà sede di piccoli
impianti industriali, commerciali e di servizi legati al settore, offrendo spazio e
infrastruttura adeguata alle esigenze delle aziende che intendono investire nel segmento nautico/navale.
Superficie: 43.910 km2
Area% del Brasile: 0,52%
Popolazione: 15.561.720
% Della popolazione nazionale: 8,25%
Indice di sviluppo umano (HDI): 0,802 (2002)
Lo Stato di Rio de Janeiro è il secondo Stato federato brasiliano per popolazione,
dopo quello di San Paolo; conta 15 milioni di abitanti e 92 città. Lo Stato ha 8
regioni geografiche, quella della capitale Rio de Janeiro è la regione metropolitana.
Sino al 1975 lo stato non comprendeva la città di Rio de Janeiro, che dal 1960
costituiva il distretto federale (capitale dello stato) e dal 1960 al 1975, con lo spostamento della capitale a Brasilia, lo stato di Guanabara. La Capitale dal 1834 fu
posta a Niteroi, tranne dal 1894 al 1903, quando venne spostata a Petropolis. Nel
1975 i due stati si unirono per formare lo Stato come oggi strutturato.
Lo Stato di Rio de Janeiro si trova nella Regione sud-est, economicamente la
più importante del Paese; insieme agli Stati di São Paulo e Minas Gerais e Espírito
Santo, rappresenta oltre il 50% del prodotto interno lordo (PIL). Con una superficie totale di 43,766.6 km ², confina con il Minas Gerais, a nord e nord-ovest,
Sao Paulo, a ovest, Espírito Santo, nord-est e l’Oceano Atlantico, a sud, est, sudest e sud-ovest.
È uno dei principali porti di ingresso in Brasile. Ha una posizione privilegiata
sulla costa ed offre grandi opportunità per il commercio, l’industria, la cultura, il
settore nautico, la pesca e l’accesso alla ricchezza della piattaforma continentale,
rafforzato dalla estensione delle sue coste (636 km).
La dotazione infrastrutturale è sostanzialmente buona ma necessita di un
ammodernamento, in corso, che costituisce al contempo una opportunità di investimento e la base ineludibile dello sviluppo futuro, e riguarda in particolare:
La Rete viaria - L’ampia rete stradale collega funzionalmente la città di Rio de
Janeiro verso l’interno dello Stato e con gli altri Stati della federazione. Lo Stato
nazionale è stato il pioniere nella privatizzazione delle operazioni di strada e ora
raccoglie i benefici di un sistema in condizioni ottimali per la manutenzione;
I Porti - Sei porti sono situati nello Stato di Rio de Janeiro, Itaguaí, Niterói,
Arraial do Cabo, Angra dos Reis e Mangaratiba. Il Porto di Sepetiba, in esercizio
nel comune di Itaguai, per le loro caratteristiche particolari, quali la disponibilità
di area Retroporto e la profondità del canale di accesso mare, sta diventando l’unico
porto con hub logistico del continente sudamericano. La gestione è detenuta da
società private con costi paragonabili a quelli dei principali porti internazionali.
Fonte : sito del Governo dello Stato di Rio De Janeiro (www.governo.rj.gov.br)
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Gli Aeroporti - Nella città di Rio de Janeiro si trovano tre aeroporti, l’aeroporto
internazionale di Antonio Carlos Jobim, con una capacità di 15 milioni di passeggeri l’anno e con il più moderno e più grande Terminal merci in America Latina,
Santos Dumont per voli interni, situato nel cuore Città, e l’aeroporto di
Jacarepagua per piccoli velivoli.
Industrial Learning - SENAI offre consulenze di esperti, assistenza tecnica e tecnologica, ricerca, formazione e sviluppo delle risorse umane. Per la formazione e
qualificazione, ci sono nello Stato 22 unità operative Senai, oltre a diversi college.
PROSPETTIVE DI INVESTIMENTO
Il Gas e il petrolio - In possesso di quasi il 90% delle riserve accertate di petrolio del Paese, lo Stato è anche il suo produttore più importante, con un volume
corrente di oltre 1 milione di barili di petrolio al giorno, circa il 80% della produzione nazionale. Qui hanno sede la Petrobras, la National Petroleum Agency ANP, agenzia per la regolamentazione del settore, e tutte le compagnie petrolifere
multinazionali che operano in Brasile. Inoltre lo Stato detiene più della metà delle
riserve nazionali di gas, divenendo così settore altamente competitivo e allettante
per nuovi investimenti. Significativi investimenti da parte della Società Gas di
Stato - CEG, distributore di gas privato dello Stato, garantiranno l’uso diffuso di
gas come il carburante per veicoli e per fini industriali. Nello Stato circolano
intorno a 500.000 veicoli che utilizzano il gas naturale come combustibile.
L’Energia nucleare - Lo Stato di Rio de Janeiro è l’unico produttore brasiliano
di energia nucleare. Con l’entrata in funzionamento della centrale Angra 2, luglio
2000, il territorio ha compiuto un passo importante sulla via della autosufficienza energetica. Il governo federale sta concentrando gli sforzi per rendere possibile
la ripresa della costruzione della centrale Angra 3. Il funzionamento della terza
centrale nucleare in aggiunta agli impianti di Angra 1 e 2 e alle centrali termoelettriche in costruzione, trasformerà lo Stato da importatore ad esportatore di
energia.
Le Telecomunicazioni - Considerata la capitale brasiliana delle telecomunicazioni, Rio de Janeiro è la patria dei più grandi servizi di telecomunicazione mobile e fissa del paese: i vettori a lungo raggio - Embratel (MCI WorldCom) e
Intelligence (National Grid, France Telecom, Sprint), oltre agli operatori locali HI
(ex Telemar), VIVO (Telefonica, Il Portogallo Telecon, Nippon Telephone,
Itochu) e LIGHT (Algar Group / MG, Williams International, Corea del Sud
Telecom). Rio è anche la patria di Rede Globo, la quarta rete televisiva nel mondo
e prima in America Latina.
Livelli formativi - Rio de Janeiro ha la popolazione adulta con il più alto livello di istruzione del Paese che rappresenta una manodopera tra le più qualificate
grazie ad una grande concentrazione di università, centri tecnologici e istituti di
ricerca. Qui si trovano le principali facoltà di ingegneria con specializzazione nei
settori dell’informatica e delle telecomunicazioni. Sono presenti alcuni parchi tecnologici tra i più importanti in America Latina. Lo stato ha 110 istituti di istruzione superiore, che offrono 566 corsi di laurea e 190 corsi di specializzazione
riconosciuti a livello internazionale e centri di ricerca che formano tecnici altamente qualificati. Nella formazione professionale, il Servizio Nazionale di
Rio de Janeiro è rimasta la capitale del Brasile fino al 1960, sostituita da
Brasilia. I decenni successivi furono segnati da de-industrializzazione dell’area
metropolitana e dalla cessione del settore finanziario a Sao Paulo. Dopo quasi 50
anni di impoverimento economico e politico, Rio de Janeiro sta cercando di
ritrovare le vocazioni e le capacità, ridefinendo il suo ruolo nella federazione
brasiliana. Attualmente, lo Stato di Rio de Janeiro sta vivendo una fase di grandi
investimenti, che ammontano a quasi $ 100 miliardi.
È vero che molti di questi investimenti sono legati ad una naturale risorsa
importante, che è l'esistenza di riserve di petrolio abbondante nel bacino del
Campos nel Nord. Gli investimenti previsti sono di US $ 56 miliardi per
l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas in quella regione per i prossimi
quattro anni.
Sono previsti inoltre investimenti per 21 miliardi di dollari in raffinerie di
petrolio. Queste raffinerie forniranno gli input per altre industrie chimiche che
sono già o saranno realizzate in questa regione. L’innovazione tecnologica consentirà l'adeguamento alle nuove esigenze ambientali sulla qualità e la sicurezza. Le
raffinerie avranno anche uno standard internazionale, saranno caratterizzate da
una tecnologia in grado di raffinare il petrolio pesante nel bacino Campos e generare prodotti ad alto valore aggiunto. riguardo al settore dell'energia, si deve fare
menzione della costruzione del gasdotto-Cabiúnas Victoria, del valore di 4 miliardi di dollari, e l'installazione del terminal di gas naturale liquefatto nella Baia di
Guanabara, del valore di 300 milioni di dollari. La grande importanza di questi
investimenti è dare sicurezza energetica per l'investitore.
Lo Stato di Rio de Janeiro ha una consolidata tradizione anche come un polo
della produzione di acciaio, tra i più importanti in Brasile. Oltre alla presenza di
Companhia Siderurgica Nacional (CSN), Volta Redonda, sono anche previsti
investimenti di circa 13 miliardi dollari in tre nuove acciaierie. Il CSA
ThyrsenKrupp - Steel Company sta realizzando un impianto con capacità di trattamento di 5 milioni di tonnellate di acciaio all'anno, concentrandosi in questa
fase per l'esportazione. CSN sta discutendo con il Governo per realizzare un piano
di investimenti che prevede l'installazione di un nuovo impianto a Itaguai, oltre
ad aumentare il valore aggiunto dei prodotti di Volta Redonda. Votorantim è in
trattative per la creazione di un impianto non integrato a Resende, per agire nel
mercato di prodotti non piani. Il rafforzamento dell'industria siderurgica a Rio de
Janeiro è molto importante per dare attuazione ad altre industrie, quali il settore
automobilistico e delle costruzioni, che hanno grande legame con gli altri settori
produttivi.
Oltre a questi investimenti produttivi industriali, lo Stato di Rio de Janeiro
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inoltre dovrà stanziare circa 2 miliardi di dollari nella logistica. Lo Stato si trova
nel sud-est, la regione del paese geoeconomica più importante, che rappresenta
oltre il 50% del PIL brasiliano. La sua posizione privilegiata è rafforzata dalla portata della sua linea costiera di 636 km. Di conseguenza si investiranno 200 milioni di dollari per il dragaggio del Porto di Sepetiba, migliorando le condizioni per
l'esportazione di acciaio installate nella zona.
Un altro investimento importante è la costruzione del porto di Acu, del valore
di 700 milioni dollari, il che aumenterà il sostegno logistico alla produzione e al
commercio di petrolio nel bacino di Campos. Infine, sono stimati a 650 milioni
dollari i costi per la costruzione del Metropolitano Arco do Rio de Janeiro. L'arco
collegherà la Itaboraí Itaguaí, passando al di fuori della città di Rio de Janeiro e
sposterà il flusso di merci che attraversa la città per raggiungere la baia. Questo
lavoro fa parte della PAC, voluto dal Governo federale, per rispettare le vocazioni
locali e promuovere lo sviluppo dei comuni della Baixada Fluminense.
Un altro importante investimento, di R$ 2 miliardi, e in linea con il potenziale
turistico dello Stato è la costruzione di strutture alberghiere lungo la costa a Cabo
Frio e Marica. Questi sviluppi garantiranno occupazione e reddito. Già oggi Rio
de Janeiro è lo Stato più visitato in Brasile, avendo ricevuto nel 2006 circa 1,6 milioni di turisti stranieri, il 32% dei turisti stranieri che sono venuti in Brasile, e 4,5
milioni di turisti brasiliani.
Una nuova alternativa per generare occupazione e reddito è la recente
approvazione da parte del Legislativo dello Stato di Rio de Janeiro, del disegno di
legge che istituisce la Zona Ecologica Economica (ZEE) di Rio de Janeiro. La
nuova legge si propone la pianificazione e regolamentazione del settore forestale
nel territorio economico di Rio, per produrre ad esempio carta e legno per
l’industria del mobile. La nuova legge tiene conto delle diverse condizioni ambientali in ogni regione di Rio de Janeiro. Le imprese devono impiantare 20 ettari
di Foresta Atlantica per ogni 100 ettari di monocoltura impiegate. Queste percentuali dipendono dal livello di degrado del suolo esistenti in diverse regioni. La
percentuale più bassa richiesta sarà nelle regioni del Nord e del Nord-Ovest, che
soffrono un processo di desertificazione. In altre regioni come la montagna, ci
saranno requisiti più severi al fine di preservare le aree di foresta atlantica ancora
esistenti. Nelle aree di Parati, Angra dos Reis e Mangaratiba, dove ci sono grandi
concentrazioni di Foresta Atlantica, la nuova legge è ancora più severa della precedente già restrittiva.
Fortunatamente, Rio de Janeiro rimane il centro culturale del Brasile. La città
di Rio de Janeiro si è affermata come un generatore di cultura e di aggregatore di
artisti. Questa tendenza si è rafforzata negli anni grazie anche alla presenza di TV
Globo.
Oltre alla sfida di costruire nuove strategie, lo Stato di Rio de Janeiro sta cercando di dare una soluzione esemplare alle carenze strutturali nell’ambito dell'amministrazione pubblica e del sociale. Le favelas di Rocinha e Manguinhos riceveranno investimenti di R$ 1,2 miliardi per lo sviluppo del territorio e per la riorganizzazione ed integrazione con il tessuto urbano.
Il Governo cercherà di aumentare la propria capacità di investimento attraver-
so un programma di risanamento dei conti pubblici e una migliore qualità della
spesa pubblica. Si intende creare a Rio de Janeiro un contesto economico a favore
del mercato, contemplando la concessione di incentivi finanziari e fiscali per
attrarre nuove imprese e rafforzare quelle esistenti, sempre con la guida di tali
investimenti e con la responsabilità ambientale sociale. Il rafforzamento dell'economia dipende anche dalla capacità dello Stato di stimolare le aziende attraverso incentivi alle imprese che a Rio de Janeiro cercheranno i loro fornitori all'interno dello Stato. L'idea è di sostenere lo sviluppo regionale e locale creando una rete
o più reti di imprese interdipendenti.
Lo sviluppo di Rio de Janeiro, al di là del ciclo attuale del petrolio, dipende
anche dalla soluzione di questioni fondamentali come la sicurezza, l’istruzione, gli
alloggi e la disoccupazione. L'idea è che il rilancio dell'area metropolitana attraverso nuovi investimenti produttivi e nuove politiche sociali, sarà in grado di
trasformare la città in un luogo di grande e pacifica convivenza umana.
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Allegato 1 – Partenariato strategico tra la Repubblica
Federativa del Brasile e la Repubblica Italiana19
INTRODUZIONE
I buoni rapporti economici e politici tra Italia e Brasile, favoriti dalla forte presenza di immigrati italiani nel Paese sin dai primi anni dello scorso secolo, hanno
trovato una formalizzazione nella firma dell’accordo strategico di partenariato,
sotto riportato, avvenuta a Washington il 12 aprile 2010.
Il documento ha l’obiettivo di facilitare l’interscambio tra i due Paesi nonché le
rispettive opportunità di investimento. Nella recente visita di Berlusconi in
Brasile, iniziata il 28 giugno e protrattrasi per 3 giorni, si sono realizzate le prime
ricadute operative dell’intesa. In particolare:
1) Si è inaugurato, nello stato del Mato Grosso, il primo modulo di una fattoria agroenergetica per la produzione di biodiesel con semi di soia, girasole e cotone, realizzata dalla società C&T di ancona, nel quadro di un progetto più ampio
che prevede la produzione di energia rinnovabile nella regione e allevamento
intensivo zootecnico, con il sostegno economico della Simest ;
2) È stata prevista la creazione di Business Council italo-brasiliano per estendere ad altri settori i vantaggi fiscali, concordati con intese ad-hoc, per lo sviluppo
di un distretto del motociclo nel Distretto di Manaus, Stato di Amazzonia, già
operativo grazie alle aziende Piaggio ed Aprilia ;
3) Si sono gettate le basi per grandi commesse italiane verso il Brasile, stimate
in 10 miliardi di euro, riguardanti:
- il settore della difesa, con l’acquisto di fregate ed incrociatori prodotti da
Fincantieri e Finmeccanica;
- la partecipazione delle ferrobvie delo stato italiane e relative imprese fornitri
ci, tra le quali Ansaldo Breda e ansaldo Sps, alla realizzazione della linea ad
alta velocità Saò Paulo - Rio de Janeiro;
- il settore delle telecomunicazione con la partecipazione di Telecom Brasile, di
proprietà Telecom Italia, all’estensione della rete a banda larga brasiliana;
- il sistema dell’aeronautica, con Alenia:
- altre intese minori in ambito di infrastrutture ed energie alternative;
- il Presidente dell’Ice ha firmato una serie di accordi per collaborazioni in
ambito di formazione e ricerca su nuove tecnologie.
4) Si è aperto un tavolo, che sarà disciplinato anche da un accordo in corso di
negoziato tra Unione Europea e Mercosur, per la partecipazione delle aziende italiane alla realizzazione delle infrastrutture sportive necessarie agli eventi internazionali assegnati al Brasile.
5) La Simest, per mano del suo Presidente, ha firmato un intesa con il Banco
del Brasile per il supporto finanziario ad intraprese congiunte.
Fonte: Italia – Ministero degli Esteri
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PIANO D’AZIONE
Accordo Strategico di Partenariato
Il Presidente della Repubblica Federativa del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva,
e Il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Silvio
Berlusconi,
- considerando i solidi e tradizionali legami di amicizia che uniscono l’Italia e
il Brasile, rafforzati nel tempo dalla significativa presenza in Brasile di
un’ampia comunità di origine italiana;
- riaffermando la comune intenzione di lavorare in stretto collegamento in
favore della pace e della sicurezza internazionale, del rispetto ai diritti umani,
del rafforzamento del multilateralismo, della conservazione dell’ambiente, del
disarmo e non proliferazione e della promozione dello sviluppo con giustizia
sociale;
- riaffermando l’intenzione di approfondire il dialogo politico nell’ambito del
partenariato privilegiato tra l’Italia ed il Brasile, qui di seguito denominati
“Parti”;
- riaffermando l’impegno ad ampliare e diversificare il commercio Italia Brasile, la cooperazione industriale ed il flusso di investimenti bilaterali;
- consapevoli dei vantaggi e dei mutui benefici derivanti dalla cooperazione
delle rispettive industrie nazionali
hanno deciso di adottare il presente Piano d’Azione finalizzato all’approfondimento del partenariato strategico Italia - Brasile:
I - Dialogo Politico
Le Parti manterranno un dialogo ad alto livello per la trattazione di temi rilevanti e urgenti sul piano multilaterale. Le Parti daranno particolare attenzione alle
questioni relative alla lotta alla fame e alla povertà, cambiamento climatico,
ambiente e sviluppo sostenibile, disarmo e non proliferazione, mantenimento e
consolidamento della pace.
Le Parti riaffermano l’impegno a contribuire in maniera positiva ad una riforma omnicomprensiva delle Nazioni Unite, incluso il Consiglio di Sicurezza. Le
Parti si impegnano a dare continuità alle intese in materia nei fori appropriati.
Le Parti riaffermano l’importanza di un dialogo costruttivo, istituzionalizzato e
regolare tra Paesi in via di sviluppo e sviluppati per la costruzione di una nuova
architettura finanziaria internazionale. Le Parti salutano i risultati positivi dei
Vertici del G-20 a Washington, Londra e Pittsburgh e riconoscono, specificamente, l’alta rilevanza ed attualità del G-20 quale foro per la risposta alle questioni
economiche e di “governance” finanziaria internazionale. Le Parti salutano inoltre
l’esito del Vertice G8 dell’Aquila.
Sul piano bilaterale, le Parti si congratulano per il positivo e regolare svolgimento delle Riunioni del Consiglio Italo - Brasiliano per la Cooperazione Economica,
Industriale, Finanziaria e per lo Sviluppo e dei suoi Gruppi di Lavoro, e delle riunioni del Meccanismo di Consultazioni Politiche. Le Parti riaffermano il carattere complementare e reciprocamente costruttivo di ambedue gli strumenti.
Le Parti prendono nota, con soddisfazione, dell’esito della Riunione di
Consultazioni Politiche bilaterali avvenuta il 9 novembre 2009, a margine della
IV Riunione del Consiglio Italo – Brasiliano per la Cooperazione Economica,
Industriale, Finanziaria e per lo Sviluppo, e concordano di mantenere, con regolarità, strette consultazioni sui temi dell’agenda politica bilaterale e multilaterale.
Le Parti cercheranno di organizzare le riunioni di Consultazioni Politiche preferenzialmente a margine delle riunioni del Consiglio Italia – Brasile, così come
concordato nella IV Riunione del Consiglio del 9 novembre 2009, o, altrimenti,
in occasioni speciali per fini specifici, definite di comune accordo.
Le Parti si congratulano infine per l’operazione umanitaria congiunta tra Italia
e Brasile in Haiti, che testimonia dell’alto livello di integrazione operativa raggiunto dalle due Marine. Le Parti riconoscono il contributo di MINUSTAH alla fornitura di assistenza umanitaria ad Haiti e al mantenimento di un ambiente sicuro e stabile in condizioni di estrema avversità. Le Parti riaffermano il loro impegno nello sforzo internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo di Haiti, con
l’imprescindibile contributo delle Nazioni Unite e di MINUSTAH, in stretto
coordinamento con il Governo haitiano.
II - Cooperazione in materia giudiziaria
Le Parti reiterano il loro impegno al rafforzamento della cooperazione giudiziaria bilaterale, sulla base dei trattati multilaterali e bilaterali vigenti. Le Parti favoriranno, in questo ambito, l’intensificazione delle relazioni tra le amministrazioni
competenti.
III - Concertazione Interregionale
Le Parti sottolineano l’importanza del Partenariato Strategico tra il Brasile e
l’Unione Europea e riaffermano la sua rilevanza per la costruzione di un ordine
internazionale multipolare.
Le Parti riaffermano il loro impegno per la ripresa dei negoziati dell’Accordo di
Associazione tra il Mercosul e l’Unione Europea ed esprimono l’auspicio di poter
concludere un accordo ambizioso, equilibrato e omnicomprensivo.
IV - Cooperazione in materia tecnico-militare e di difesa
L’Italia ed il Brasile ricordano che la celebrazione congiunta, a Pistoia ed in altre
città d’Italia, nell’aprile del 2010, del sessantacinquesimo anniversario della campagna della Forza di Spedizione Brasiliana nel teatro italiano di operazioni durante la Seconda Guerra Mondiale, è emblematica dell’amicizia e solidarietà tra
l’Italia ed il Brasile e dell’attaccamento dei due Paesi ai valori della pace e della
democrazia.
Le Parti registrano la soddisfazione mutua per i risultati del Programma AM-X
di sviluppo, impianto e produzione di aeromobili ed i benefici derivanti dalla cooperazione tecnica e dall’ interscambio bilaterale del Programma per eventuali future collaborazioni nel settore aerospaziale. Le Parti sottolineano la rilevanza
dell’Accordo firmato dallo Stato Maggiore dell’Esercito Brasiliano con un’impresa
italiana per la produzione, in regime di partenariato con l’industria brasiliana, di
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duemilaquarantaquattro (2.044) veicoli blindati per il trasporto di personale, in
un periodo di venti (20) anni. Da tale accordo deriva un’aspettativa di collaborazione fra industrie italiane e brasiliane per successivi sviluppi nel campo dei mezzi
e dei sistemi terrestri.
Le Parti riaffermano la rilevanza, per un progressivo avvicinamento tra le
Marine dell’Italia e del Brasile, della pratica di riunioni biennali tra i rispettivi
Stati Maggiori delle Forze Armate, dello scambio regolare di visite di ufficiali e del
dialogo regolare tra le due Forze nel campo del controllo navale del traffico marittimo.
Alla luce di questa crescente cooperazione, le Parti decidono di sviluppare una
relazione privilegiata nel campo della difesa, basata su partenariati industriali e trasferimento di tecnologia. Questa relazione privilegiata tra i due Paesi nel campo
della difesa sarà oggetto di accordo specifico tra i rispettivi Ministeri della Difesa.
Essa dovrà attribuire priorità, in linea di principio, ai seguenti progetti di collaborazione:
• sviluppo e produzione di unità navali, specificamente pattugliatori oceanici,
fregate e navi di appoggio logistico, comprensivi di sistemi di combattimento, navigazione, armamento e contromisure elettroniche;
• scambio di esperienze e di tecnologia nel settore del trasporto terrestre e nello
sviluppo della produzione di veicoli blindati e sistemi per l’Esercito
Brasiliano;
• sistemi di protezione dello spazio terrestre e marittimo;
• manutenzione di motori per aeromobili e navi;
• sistemi radar per la difesa aerea (Radar 3D);
• aerei e sistemi di addestramento;
• applicazioni spaziali militari e di sicurezza in materia di: comunicazioni militari via satellite; o osservazione della terra via satellite radar e servizi basati sul
SAR (Radar ad Apertura Sintetica).
Le Parti potranno, inoltre, includere aree ulteriori di collaborazione nella lista
dei progetti prioritari sopra indicati, quali:
• sistemi per il Progetto “Amazônia Azul”;
• sistemi per la “Homeland Security”;
• digitalizzazione dei sistemi dell’Esercito Brasiliano (Soldato del Futuro,
“Battlespace Management System”, etc.)
V - Cooperazione in campo spaziale
Le Parti si impegnano ad approfondire la cooperazione tra le loro rispettive istituzioni nazionali di ricerca e sviluppo scientifico nel campo delle tecnologie spaziali e delle loro applicazioni industriali. In tale contesto, le Parti salutano la
comune intenzione di implementare il Protocollo d’Intenti tra l’Agenzia Spaziale
Italiana (ASI) e l’ “Agência Espacial Brasileira “ (AEB), firmato l’11 novembre
2008, relativo a iniziative in aree di comune interesse, quali l’osservazione della
Terra per la prevenzione e la gestione di disastri naturali e del cambiamento del
clima, le telecomunicazioni e la navigazione via satellite; così come alla cooperazione nelle tecnologie spaziali e nelle loro applicazioni.
Per dare seguito agli obiettivi concordati, le Agenzie Spaziali dei due Paesi proseguiranno l’esame congiunto delle opportunità di collaborazione e, in particolare, considereranno i punti qui di seguito, identificati preliminarmente, come
potenziali aree di cooperazione di chiaro interesse e rilevanza per le due Parti:
• utilizzazione e ricezione dei dati satellitari “COSMO–SkyMed” per applicazioni civili;
• osservazione della terra via satellite-radar e servizi basati sul SAR (Radar ad
Apertura Sintetica) per applicazioni civili;
• collaborazione nell’area dei palloni atmosferici;
• seminari e formazione congiunta.
VI - Cooperazione Economica, Commerciale, Industriale e Finanziaria
Brasile e Italia salutano l’insediamento, nel 2006, del Consiglio Italo-Brasiliano
di Cooperazione Economica, Industriale, Finanziaria e per lo Sviluppo, quale
meccanismo regolare per l’intensificazione dei flussi di investimento e
l’ampliamento dell’interscambio bilaterale.
Le Parti realizzeranno attività di promozione degli investimenti nei due sensi,
con enfasi specifica sulla preparazione della Coppa del Mondo del 2014 e dei
Giochi Olimpici del 2016 e sui progetti infrastrutturali del Programma di
Accelerazione della Crescita (PAC). Le Parti concordano quanto all’importanza
della conclusione dei negoziati per un Memorandum di Intesa nel settore delle
infrastrutture, nel cui ambito potranno svilupparsi utili scambi di esperienze riferite in particolare ai settori della sicurezza ferroviaria e dei sistemi di segnalamento. Nell’area dei trasporti le Parti promuoveranno inoltre possibili intese tra i principali porti dei due Paesi in modo da agevolare gli scambi commerciali con origine e destino nel Mediterraneo. Le Parti concordano altresì sulla necessità di una
revisione dell’Accordo aéreo in essere onde favorire l’aumento delle rotte e delle
frequenze dei voli, incrementando le possibilità di trasferimento tra i due Paesi.
Le Parti evidenziano l’importanza degli accordi di collaborazione tra la Società
di Servizi Assicurativi per il Credito all’Estero (SACE) e il Banco Nacional de
Desenvolvimento Economico e Social (BNDES) e tra la SACE e il Banco do Brasil,
per stimolare gli investimenti, la cooperazione industriale e il commercio bilaterale, con l’intesa che le risorse messe a disposizione da questi accordi potranno
aumentare in funzione dell’evolversi delle relazioni economiche tra i due Paesi. Le
Parti si impegnano a stimolare nuovi meccanismi finanziari per ampliare l’accesso
al credito e incrementare il commercio bilaterale. Italia e Brasile segnalano il ritmo
notevole di crescita dei flussi commerciali bilaterali fino al 2008 e si impegnano
affinché gli scambi tornino a crescere a partire dal 2010, in maniera da riflettere le
dimensioni e le potenzialità dei mercati italiano e brasiliano. In questo quadro,
salutano la creazione, a margine della IV Riunione del Consiglio Italia-Brasile, del
Meccanismo di Monitoraggio del Commercio e degli Investimenti Bilaterali, con
l’obiettivo di rafforzare le relazioni economiche bilaterali, mediante lo scambio di
informazioni e delle visioni rispettive tra i settori pubblico e privato dei due Paesi
su come migliorare l’ambiente degli affari, promuovere il commercio e gli investimenti e facilitare le transazioni commerciali bilaterali.
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In relazione al miglioramento dell’ambiente degli affari, è ritenuto di particolare importanza lo sviluppo di una struttura di cooperazione bilaterale nel campo
della politica della concorrenza e della protezione del consumatore, in vista della
condivisione delle migliori pratiche e esperienze tra le Autorità di difesa della concorrenza italiane e brasiliane. L’obiettivo è di favorire il miglioramento dell’ambiente economico a beneficio dei consumatori e delle imprese in entrambi i Paesi.
Tale struttura per la cooperazione e l’assistenza tecnica è progettata per comprendere un insieme di attività specifiche, in particolare la tutela della concorrenza,
l’attuazione della legislazione antitrust, la legislazione e l’attuazione della protezione del consumatore al fine di aumentare la competitività delle economie italiana
e brasiliana.
Le Parti stimoleranno, nell’ambito dell’Accordo tra l’Istituto del Commercio
Estero (ICE) e l’Agenzia Brasiliana di Promozione delle esportazioni (APEX), firmato il 10 novembre 2009 a San Paolo, attività di assistenza mutua per la promozione commerciale e lo scambio di informazioni in materia di proprietà intellettuale. Le Parti sottolineano, tra le aree di principale interesse, i settori delle nuove
tecnologie, delle industrie creative, ambiente, aerospazio, e biotecnologie, oltre a
quelli tradizionalmente contemplati. Tra le modalità di attuazione congiunta,
saranno promossi corsi di addestramento per il personale degli enti di sostegno al
commercio internazionale. Le Parti stimoleranno inoltre, nell’ambito del
Memorandum firmato tra la Società Italiana per le Imprese all’Estero (SIMEST)
e il Banco Nacional de Desenvolvimento Economico e Social (BNDES) attività
di ricerca di opportunità di investimento per le imprese dei due Paesi, con particolare riguardo per le piccole e medie imprese.
Le Parti si impegnano a ampliare la conoscenza reciproca dei sistemi di sicurezza sanitaria dei prodotti di origine animale e vegetale vigenti nei due Paesi. In questo senso, daranno seguito all’applicazione del “Memorandum di Intesa tra il
Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali della Repubblica Italiana e il
Ministero dell’Agricoltura, Allevamento e Approvvigionamento della Repubblica
Federativa del Brasile nell’Area della Sicurezza Sanitaria dei Prodotti di Origine
Animale e Vegetale”, firmato il 9 novembre 2009, con l’obiettivo di sviluppare
attività che migliorino l’interscambio commerciale (scambio di informazioni tecniche, visite di specialisti e esperti sanitari, ricerche congiunte, formazione di personale sanitario).
Le Parti si impegnano a concludere l’Accordo di Assistenza Mutua
Amministrativa per la Corretta Applicazione della Legislazione Doganale e la
Prevenzione, Constatazione e Repressione delle Infrazioni Doganali.
Le Parti concordano nel consolidare un partenariato privilegiato nel processo di
sviluppo industriale con enfasi sull’innovazione e le tecnologie avanzate. In questo senso, svilupperanno una cooperazione di lungo termine, basata sul trasferimento di tecnologia e capacità. A tal fine, esamineranno le possibilità di cooperazione nei settori, tra gli altri, navale, aeronautico, delle infrastrutture, energia e
telecomunicazioni, bonifiche e risanamento ambientale, impiantistica, agroindustria e meccanica. Avendo a mente tale obiettivo, avvieranno un negoziato su un
Piano di Cooperazione Industriale, che potrà, in base alle necessità, essere integra-
to da Gruppi di Lavoro settoriali. Sarà valutata, in questo contesto, l’opportunità’
di istituire un Comitato di Gestione delle attività e dei progetti concordati.
Italia e Brasile salutano le opportunità di crescita della cooperazione tra imprese dei due Paesi generate dalla grande missione imprenditoriale realizzata nel
novembre 2009 a San Paolo dal Ministero dello Sviluppo Economico italiano, con
il sostegno di Confindustria, del Ministero degli Affari Esteri italiano, della
Federazione delle Industrie dello Stato di San Paolo (FIESP), dell’Istituto per il
Commercio Estero (ICE) e dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI); e si impegnano a stimolare questo processo regolare di incontri iniziato nel 2006.
Le Parti riconoscono il ruolo fondamentale svolto da Confindustria e FIESP
che si concretizza in importanti iniziative imprenditoriali svolte sia in Italia che in
Brasile e si rallegrano del rinnovo dell’Accordo di collaborazione tra i due organismi in occasione della Missione di Sistema nel novembre 2009.
Le Parti si impegnano a rafforzare la collaborazione tra il Consiglio Nazionale
dell’Economia e del Lavoro (CNEL) dell’Italia ed il Conselho de Desenvolvimento
Economico e Social (CDES) del Brasile su temi di reciproco interesse.
VII - Cooperazione tra Piccole e Medie Imprese
Le Parti sottolineano l’importanza delle Piccole e Medie Imprese (PMI) nei tessuti produttivi di Italia e Brasile, nonché l’inestimabile ruolo svolto da queste nella
generazione di ricchezza e occupazione.
Le Parti risaltano la rilevanza del Forum Permanente d’Affari Italia-Brasile per
le Piccole e Medie Imprese, istituito nel giugno 2009 a San Paolo, come spazio di
convergenza delle associazioni imprenditoriali dei due paesi in favore dell’espansione del commercio, degli investimenti e di iniziative congiunte nel settore delle
PMI.
Consapevoli dell’elevata importanza e del dinamismo delle PMI di entrambi i
Paesi, le Parti rafforzeranno i meccanismi atti ad ampliare la corrente di commercio tra di esse, nel contesto del “Protocollo d’Intenti sulla Collaborazione tra il
Ministero dello Sviluppo Economico della Repubblica Italiana e il Serviço
Brasileiro de Apoio às Micro e Pequenas Empresas (SEBRAE)”, firmato il 10
novembre 2009, e del “Protocollo di Intesa tra il Ministero dello Sviluppo
Economico italiano della repubblica Italiana e il Ministero dello Sviluppo,
dell’Industria e del Commercio Estero della Repubblica Federativa del Brasile”,
firmato nel novembre 2008.
Alla luce dell’importanza della collaborazione tra le PMI di entrambi i Paesi, le
parti attueranno specifici progetti di collaborazione nel quadro istituzionale del
“Protocollo di Intenti tra il Ministero dello Sviluppo Economico della repubblica
Italiana ed il SEBRAE”, firmato nel novembre del 2009.
VIII - Turismo
Le parti promuoveranno attività nell’ambito dell’ “Accordo sulla Cooperazione in
Ambito Turistico”, firmato l’11 dicembre del 1991, con particolare enfasi sull’attuale
domanda di prevenzione dello sfruttamento sessuale di bambini ed adolescenti; di scambio di informazioni e statistiche; e di internazionalizzazione delle imprese turistiche.
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Le Parti daranno priorità al turismo sostenibile per la gestione dei patrimoni
ambientali, culturali e storici e si scambieranno informazioni ed esperienze in questo campo.
IX - Energia
L’Italia e il Brasile svilupperanno azioni e incentiveranno progetti di politica
energetica, in particolare in relazione alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico.
Italia e Brasile riconoscono le opportunità offerte dal Programma di
Accelerazione della Crescita per la promozione degli investimenti e la cooperazione tra imprese nel campo della generazione e trasmissione dell’energia elettrica.
Le Parti attribuiscono priorità allo sviluppo e all’utilizzo delle energie rinnovabili nei loro rispettivi sistemi elettrici, e riaffermano l’intesa comune di favorire la
diffusione delle tecnologie legate alle fonti rinnovabili, inclusi i biocombustibili.
Italia e Brasile, in qualità di co-presidenti della “Global Bioenergy Partnership”
(GBEP), ribadiscono il loro impegno a promuovere la creazione di un mercato
internazionale per i biocombustibili e sottolineano l’importanza di allargare il
numero di membri del GBEP.
Le Parti collaboreranno, nel quadro del GBEP, per lo sviluppo di criteri e indicatori di sostenibilità, volontari, rilevanti, pratici e scientificamente fondati al fine
di orientare gli studi della bioenergia a livello nazionale.
Le Parti lavoreranno ad un’iniziativa congiunta, utilizzando la struttura concordata nell’ambito del GBEP, per contribuire ad una metodologia comune di misurazione della riduzione delle emissioni di gas serra derivante dall’uso dell’etanolo
in sostituzione dei combustibili fossili.
Italia e Brasile lavoreranno insieme per promuovere lo sviluppo di progetti nell’ambito del Meccanismo di Sviluppo Pulito (MSP) del Protocollo di Kyoto, usando metodologie connesse ai biocombustibili, ivi inclusi progetti per incentivare
l’uso dell’etanolo da parte dei possessori di veicoli equipaggiati con tecnologia
“flex-fuel”.
Le Parti, in considerazione dell’importanza strategica del settore energetico,
concordano nel favorire la collaborazione tra aziende italiane e brasiliane nel settore degli idrocarburi.
X - Cooperazione Culturale e Accademica
Le Parti evidenziano l’importanza della cultura come strumento di promozione e rafforzamento delle reciproche relazioni, soprattutto in considerazione dei
profondi vincoli storico-culturali tra Italia e Brasile, forgiati dalla presenza in
Brasile della maggiore comunità di origine italiana fuori dall’Italia.
In questo contesto, i due Paesi esprimono soddisfazione per i negoziati ai fini
dell’elaborazione del Programma Esecutivo Culturale e per il lancio, da parte italiana, dell’ampio programma di eventi che avranno luogo in tutto il territorio brasiliano a partire dal 2011.
Italia e Brasile attribuiscono priorità al rafforzamento della cooperazione culturale e accademica come mezzo per favorire il continuo ravvicinamento e la cono-
scenza reciproca tra la società italiana e quella brasiliana.
Le Parti riaffermano che l’incremento della cooperazione culturale e accademica sarà promossa anche attraverso il coordinamento degli sforzi tra il settore pubblico e il settore privato.
Le Parti si impegnano a dare continuità alla realizzazione di corsi, conferenze e
cicli di seminari con particolare riguardo all’insegnamento delle rispettive lingue.
Alla luce di quanto disposto dal Piano d’Azione del Partenariato Strategico
Brasile-UE, l’Italia e il Brasile cercheranno di conseguire la creazione di reti, partenariati, iniziative congiunte e scambio di ricercatori tra le istituzioni universitarie italiane e brasiliane. In questo contesto, sarà promossa la conclusione dell’accordo in corso di negoziazione tra la Conferenza dei Rettori delle Università
Italiane (CRUI) e la Associaçao Brasileira de Reitores de Universidades Estaduais
e Municipais (ABRUEM), con lo scopo, tra gli altri, di favorire la mobilità degli
studenti di dottorato e post-dottorato.
XI - Cooperazione Scientifica e Tecnologica
Italia e Brasile si congratulano per il buon andamento del Programma Esecutivo
di Cooperazione Scientifica e Tecnologica Italia-Brasile, come attesta la recente
approvazione di nove (9) progetti in diverse aree, con particolare riguardo all’area
delle tecnologie di inclusione sociale.
Le due Parti si congratulano per la formalizzazione del nuovo Accordo tra il
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e il Conselho Nacional de
Desenvolvimento Cientifico e Tecnológico (CNPq), del Memorandum di Intesa
tra il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA) e la
Empresa Brasileira de Pesquisa Agropecuária (EMBRAPA), del rinnovo della
Convenzione tra l’Ambasciata d’Italia a Brasilia e il Conselho Nacional de
Secretários Estaduais para Assuntos de Ciência, Tecnologia e Inovação (CONSECTI), del Memorandum di Intesa tra l’Istituto Nazionale di Ricerca
Metrologica (INRIM) e l’Instituto Nacional de Meteorologia, Normalização e
Qualidade Industrial (INMETRO).
Le parti terranno nel 2010 la prima riunione della Commissione Mista
Permanente prevista nell’Accordo di Cooperazione Scientifica e Tecnologica tra
Italia e Brasile, nella quale saranno esaminate le iniziative bilaterali in corso e
saranno definite le prossime tappe della cooperazione bilaterale scientifica e tecnologica. I temi dell’agenda della prima Riunione della Commissione Mista
Permanente saranno concordati attraverso i canali diplomatici.
Italia e Brasile esploreranno le possibilità di partecipazione congiunta nei progetti di ricerca sviluppati nell’ambito del Settimo Programma-Quadro sulla
Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico dell’Unione Europea.
Le parti appoggeranno le attività derivanti dal rinnovo dell’Accordo tra
l’Ambasciata d’Italia a Brasilia e CONSECTI, avvenuto in occasione della IV
Riunione del Consiglio Italo-Brasiliano di Cooperazione Economica, Industriale,
Finanziaria e per lo Sviluppo, il 9 novembre del 2009. Le Parti riconoscono, in
questo ambito, l’interesse a proseguire le attività proficuamente realizzate, come i
seminari svolti nell’ambito dell’Accordo nei settori del design, dell’innovazione,
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dei parchi tecnologici e dell’inclusione sociale.
Italia e Brasile adotteranno, inoltre, azioni di cooperazione nei settori della
ricerca agraria nel quadro del Memorandum di Intesa tra il CRA e la EMBRAPA
firmato il 3 novembre del 2009.
Le Parti registrano con soddisfazione la cooperazione tra la Regione Piemonte
e lo Stato di Minas Gerais, promossa attraverso il “Programma Strategico di
Cooperazione Scientifica e Tecnologica”, il quale riguarderà le aree dei bio-combustibili di seconda generazione e per il settore automobilistico.
XII - Cooperazione Decentrata
Italia e Brasile, in linea con le politiche estere condotte dai due Governi, seguiranno, nell’ambito del Consiglio Italo-Brasiliano di Cooperazione Economica,
Industriale, Finanziaria e per lo Sviluppo, le azioni e le attività sviluppate dalla
Cooperazione Decentrata, anche per quanto riguarda le azioni della Commissione
Intersettoriale del Programma “Brasil Proximo”, istituita nel maggio del 2009, con
la partecipazione delle rispettive agenzie di cooperazione.
Con l’obiettivo di scambiare informazioni e rafforzare il potenziale economico
regionale di entrambi i Paesi, le parti appoggeranno iniziative, programmi e progetti nell’ambito della Cooperazione Decentrata tra Regioni e enti locali italiani e
Stati e Municipi brasiliani, riconducendo a livello nazionale il coordinamento
delle suddette iniziative, alla luce del “Protocollo Addizionale all’Accordo di Base
di Cooperazione Tecnica tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo
della Repubblica Federativa del Brasile sulla Cooperazione Decentrata” firmato il
17 ottobre del 2007.
XIII - Cooperazione triangolare
Sulla base delle positive esperienze di cooperazione bilaterale sviluppate in
diversi settori, le Parti si impegnano a coordinare e realizzare attività di cooperazione in Paesi terzi, a beneficio delle popolazioni locali nei settori, tra gli altri,
della protezione dell’ambiente e della lotta alla povertà urbana, nei termini del
“Memorandum d’Intesa tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Federativa del
Brasile per la Realizzazione di Attività di Cooperazione con Paesi Terzi” firmato il
27 marzo del 2007.
XIV - Salute
Le Parti consolideranno l’iniziativa, adottata nella III Riunione del Consiglio
Italo-brasiliano di Cooperazione Economica, Industriale, Finanziaria e per lo
Sviluppo, di includere il settore della salute tra le linee principali della cooperazione bilaterale, anche per quanto riguarda l’area della salute e sicurezza del lavoro.
Nel contesto della firma avvenuta a Roma, il giorno 11 novembre del 2008, del
“Memorandum d’Intesa sulla Cooperazione nel Settore della Salute e delle Scienze
Mediche”, le Parti definiranno le aree tematiche prioritarie nel campo della salute e adotteranno un programma di attività nel quadro istituzionale del
Memorandum, anche per quanto riguarda possibili collaborazioni nel settore della
telemedicina.
XV - Cooperazione Sportiva
Le Parti si congratulano per il rinnovo dell’Accordo di cooperazione tra il
Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e il Comité Olimpico Brasileiro
(COB) e per il negoziato su un nuovo strumento bilaterale di cooperazione sportiva che includa, tra le altre, le seguenti aree:
• preparazione atletica e sviluppo tecnico in discipline sportive ad alta
prestazione;
• medicina sportiva e anti-doping;
• promozione dello sport per persone diversamente abili;
• scienza, tecnologia e infrastrutture dello sport;
• inclusione sociale per mezzo dello sport;
• sport per la terza età;
• informatica applicata allo sport;
• promozione degli sport legati all’identità culturale;
• equipaggiamenti sportivi;
• costruzione e manutenzione di impianti e equipaggiamenti sportivi;
• preparazione e organizzazione di grandi eventi
XVI - Azioni a beneficio delle comunità italiana e brasiliana
Le Parti si impegnano a lavorare per una rapida conclusione dell’Accordo di
Riconoscimento Reciproco in Materia di Patenti di Guida Nazionali.
In sintonia con il Piano di Azione del Partenariato Strategico Brasile-Unione
Europea, le Parti ribadiscono il ruolo positivo della emigrazione come fattore di
interscambio umano ed economico nei Paesi di origine e di destinazione. Con
questo spirito, le Parti si impegnano a rafforzare il dialogo bilaterale regolare nelle
questioni consolari e migratorie, specialmente per quanto riguarda le prestazioni
di assistenza ai rispettivi cittadini in caso di detenzione in posti di polizia, aeroporti e posti di frontiera. Si impegnano inoltre a facilitare i flussi di circolazione
dei rispettivi cittadini tra i due Paesi.
Le Parti valuteranno la possibilità di stipulare un Memorandum d’Intesa per
l’istituzione di un meccanismo bilaterale di consultazione nelle questioni consolari e migratorie.
XVII - Azioni
La realizzazione delle attività menzionate nel presente documento sarà curata
dagli enti competenti di ciascun Paese sotto il coordinamento del Ministero degli
Affari Esteri italiano e del Ministerio das Relaçoes Exteriores brasiliano. Il monitoraggio dell’attuazione delle attività del Piano d’Azione sarà coordinato dal
Consiglio Italo-Brasiliano di Cooperazione Economica, Industriale, Finanziaria e
per lo Sviluppo, nell’ambito della sua sfera di competenza, che si riunirà annualmente in base all’ “Accordo-Quadro di Cooperazione Economica, Industriale e
per lo Sviluppo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della
Repubblica Federativa del Brasile”, firmato il 12 febbraio 1997, il quale istituirà
un Gruppo di Lavoro specifico con riunioni a cadenza periodica.
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Allegato 2 - Aspetti pratici dell’internazionalizzazione20
Gli investimenti stranieri in Brasile
La disciplina normativa degli investimenti stranieri in Brasile è basata sulla
legge 4.131 del 3.09.62 (conosciuta come Lei de Capitais Estrangeiros), modificata dalla legge 4.390 del 29.08.64; tali leggi sono state regolate attraverso il decreto 55.762 del 17.02.65 e successive modifiche. Ulteriori regole sono emanate
dalle autorità monetarie brasiliane.
In conformità a tali norme sono compresi nel concetto di capitale straniero:
“i beni, le macchine e gli impianti introdotti in Brasile senza una spesa valutaria iniziale, destinati alla produzione di beni o servizi, nonché le risorse finanziarie o monetarie introdotte nel Paese e destinate ad attività economiche, a condizione che, in entrambe le ipotesi, appartengano a persone fisiche o giuridiche residenti,domiciliate o con sede all’estero”.
La Costituzione Federale, in vigore dal 5.10.1988, conteneva delle restrizioni in
materia di investimenti stranieri in determinati settori, e cioè:
I) ricerca e lavorazione dei giacimenti di petrolio, gas minerale ed altri idrocarburi fluidi;
II) raffinamento di petrolio nazionale o straniero;
III) importazione ed esportazione di prodotti e derivati dalle attività previste sub
I e II;
IV) trasporto marittimo del petrolio grezzo di origine nazionale e dei derivati
prodotti nel Paese, nonché il trasporto, per mezzo di condutture, di petrolio
grezzo, dei derivati e gas naturale di qualsiasi origine;
V) ricerca, lavorazione, arricchimento, industrializzazione, commercio di minerali, minerali nucleari e loro derivati;
VI) trasporto ed utilizzazione di materiali radioattivi nel territorio nazionale;
VII) navigazione di cabotaggio;
VIII) servizi di telecomunicazione;
IX) servizi postali e posta aerea nazionale;
X) servizi di radiodiffusione sonora e televisiva;
XI) servizi ed installazioni di energia elettrica ed utilizzazione a fini energetici
delle risorse idriche;
XII) navigazione aerea, aerospaziale e infrastruttura aeroportuaria.
A partire dal 1995, a seguito di alcune revisioni costituzionali, sono state
ampliate le possibilità d’intervento degli investitori stranieri nelle materie sopra
indicate, essendo stata eliminata la differenziazione delle imprese costituite in
Brasile sulla base dell’origine, nazionale o straniera, del capitale.
In virtù di tali innovazioni costituzionali è stata, anche consentita la partecipazione straniera allo sfruttamento delle risorse minerarie ed idriche ed all’attività di
navigazione di cabotaggio.
Fonte : Appunti di business, Brasile – di Flavio Ramella e Elisabetta jacchia - ed. Italplanet – ottobre 2009
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È stato, inoltre, eliminato sia il monopolio pubblico nei settori delle telecomunicazioni e radiodiffusione sonora e televisive e della distribuzione del gas canalizzato, ora aperti all’iniziativa privata, sia nel settore della ricerca ed estrazione del
petrolio.
Un ulteriore intervento è stato effettuato dalla novella costituzionale n. 36, del
28.05.02, regolata dalla legge 10.610 de 20.12.02 che, modificando l’art. 222 della
locale Costituzione Federale, ha reso possibile la partecipazione, in via indiretta, di
investitori stranieri inimprese di giornalismo e di diffusione radiotelevisiva.
È, infatti, possibile, la partecipazione, sino al trenta per cento del capitale sociale, mediante una società costituita in conformità con le leggi brasiliane.
Permangono, infine, determinate restrizioni (oggetto di discussione e possibile
modifica) agli investimenti stranieri in Brasile, che proibiscono o limitano la partecipazione del capitale straniero nelle seguenti attività, tra l’altro:
a. svolgimento di attività relative ad energia atomica ed elettrica;
b. proprietà di aree rurali ed attività commerciali in zone di frontiera
internazionale;
c. trasporto aereo interno;
d. industria aerospaziale;
e. industria di pesca;
f. poste e telegrafi.
È importante evidenziare che in data 11 gennaio 2003, è entrato in vigore in
Brasile il Nuovo Codice Civile (NCC), approvato dalla Legge 10.406 del 10 gennaio 2002. Tale intervento legislativo ha unificato le normative che erano regolate in precedenza dal Codice Civile e dal Codice Commerciale, adottando un sistema unico per il Diritto Privato (alla stregua del Codice Civile Italiano del 1942).
Registrazione del capitale straniero
La normativa brasiliana relativa al trattamento degli investimenti stranieri in
Brasile è sempre stata improntata ad una regolamentazione specifica.
La locale Banca Centrale (Banco Central do Brasil) costituisce un organismo
con potere normativo e di controllo, in sede valutaria, inserito nell’ambito del
potere esecutivo, privo, quindi, della caratteristica di indipendenza, esistente in
vari altri Stati. Il capitale straniero deve essere registrato (mediante dichiarazione
elettronica, a partire dal settembre del 2000 - Circular BACEN nº 2.997 del
15.08.2000) presso il Registro Declaratório Eletrônico del Banco Central do
Brasil.
Il registro conterrà l’indicazione dei valori investiti in moneta straniera, il controvalore in moneta locale ed il numero di azioni o quote detenute dall’investitore. Tale registrazione costituisce quindi, il presupposto necessario per la rimessa
degli utili all’estero, per il rinvestimento degli stessi e per il rimpatrio del capitale
investito. Esistono varie modalità di registrazione in base al tipo di investimento:
a) Investimenti in denaro;
b) Investimenti in natura;
c) Investimento mediante conversione di crediti verso l’estero;
d) Investimento nel mercato di capitali
Conseguentemente, le operazioni di registrazione del capitale e dei finanziamenti provenienti da imprese con sede all’estero, sono oggi semplificate ed avvengono direttamente utilizzando lo specifico programma della locale Banca
Centrale(SISBACEN). Esistono, inoltre, regole specifiche da seguire correttamente in materia di prestiti internazionali e finanziamenti delle importazioni. Le
imprese che ricevono investimenti, o finanziamenti stranieri, sono sottoposte,
inoltre, ad ulteriori obblighi suppletivi (come ad esempio il censimento periodico
dei capitali stranieri, l’aggiornamento annuale dei dati di bilancio, ecc.).
Rimessa degli utili
In linea di principio non esistono limiti alla distribuzione di utili e conseguentemente alla rimessa degli stessi all’estero.
La rimessa degli utili, relativi ad esercizi successivi all’1/01/96 non è soggetta a
tributo.
Il Brasile è sottoscrittore di trattati contro le doppie imposizioni, in vigore con
i seguenti paesi: Africa Del Sud, Germania, Argentina, Austria, Belgio, Canada,
Cile, Cina, Corea del Sud, Danimarca, Equador, Spagna, Filippine, Finlandia,
Francia, Olanda (Paesi Bassi), Ungheria, India, Israele, Italia, Giappone,
Lussemburgo, Messico, Norvegia, Portogallo,Repubblica Ceca e Slovacchia,
Svezia ed Ucraina.
Tali trattati, determinano le regole per evitare l’incidenza tributaria nei due
paesi firmatari per le categorie di redditi indicate negli stessi. In particolare il trattato tra Italia e Brasile è stato sottoscritto il 3.10.78 ed è entrato in vigore il 1º
gennaio1982.
In base alle disposizioni vigenti, gli utili prodotti da imprese con sede in Brasile
e di titolarità di persone fisiche o giuridiche domiciliate o con sede all’estero, investiti nuovamente nella stessa impresa, od in altro settore interno dell’economia,
sono disciplinati specificamente a titolo di “reinvestimento de lucros”. In tale ipotesi deve essere effettuata la registrazione, affinché possano essere ottenuti gli stessi effetti garantiti dalla registrazione del capitale straniero inizialmente investito.
Tale registrazione sarà effettuata in moneta nazionale.
Non esiste alcuna restrizione, assoggettamento a tributi o necessità di autorizzazione per il rimpatrio totale del capitale investito e registrato presso il Banco
Central do Brasil.
Gli importi che eccedano i valori registrati sono considerati utili di capitale e
saranno soggetti ad imposizione tributaria prima della rimessa all’estero. Il Banco
Central analizza il patrimonio netto dell’impresa basandosi sui dati del bilancio
patrimoniale e potrà non autorizzare il rimpatrio totale degli importi registrati,
nell’ipotesi in cui la rimessa causi una perdita della liquidità patrimoniale della
società o l’impresa risulti essere insolvente.
Proprietà intellettuale ed industriale
La titolarità dei marchi, dei brevetti di invenzione, modelli o disegni industriali è concessa sulla base dell’anteriorità della richiesta di registrazione all’INPI
(Instituto Nacional da Propriedade Industrial).
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Deve evidenziarsi che il Brasile è parte dei più importanti trattati internazionali in materia di proprietà industriale, tra cui la Convenzione di Parigi del 14 luglio
1967, promulgata l’8 aprile 1975 con il Decreto n. 75.572. I contratti relativi alla
licenza per l’uso dei marchi, dei brevetti, al trasferimento di tecnologia ed all’assistenza tecnica, devono essere registrati presso l’INPI, come condizione per
l’opponibilità ai terzi, per la deducibilità fiscale e per la rimessa dei pagamenti a
titolo di royalties all’estero. Sulla rimessa di royalties e di pagamenti per la remunerazione di servizi tecnici, è prevista una ritenuta alla fonte del 15%, se a carico
dell’impresa straniera, o del 17,5%, se a carico dell‘impresa brasiliana, la cui recuperabilità è disciplinata dalle norme del trattato contro la doppia imposizione
eventualmente esistente con il paese di residenza dell’impresa beneficiaria.
Oltre alle trattenute antecedentemente citate, su tale rimessa di royalties incide
uno specifico contributo (CIDE Contribuição de Intervenção no Domínio
Econômico) del 10%.
Principali forme di organizzazione di impresa
Le società estere possono operare in Brasile sia in via diretta, per mezzo di
succursali o filiali, sia in via indiretta, per mezzo di affiliate o tramite joint ventures, costituite secondo una delle diverse forme previste dall’ordinamento giuridico. Le forme più comuni per effettuare investimenti nella Repubblica
Federativa del Brasile sono le seguenti:
Succursale di società estera
(art. 64 e seguenti del Decreto Legge n. 2.627 del26.09.40, art. 300 Legge 6.404 del 15.12.76, art. 84 comma della
Costituzione 1988, artt. 1.134/1.141 NCC ed Istruzione Normativa n. 81 del 25.09.1999)
Le prescrizioni del NCC confermano la necessità di un’autorizzazione da parte
del potere esecutivo, per il funzionamento di società estere in territorio nazionale.
La società estera che desideri ottenere tale autorizzazione per poter operare in
Brasile, dovrà presentare domanda al Departamento Nacional de Registro do
Comércio (DNRC), corredata da una specifica documentazione (art. 2º IN n.
81/99).
Il legale rappresentante della società deve essere obbligatoriamente residente nel
paese, e dovrà ricevere poteri per trattare qualsiasi problematica relativa alla società e per ricevere citazioni. (art. 2º, V IN 81/99 ed art. 1138 NCC).
Concessa l’autorizzazione di installazione e funzionamento, la società dovrà
depositare i propri documenti presso la Junta Comercial dell’unità federativa dove
verrà costituita la sede della succursale. Per sostituire il legale rappresentante è
necessario che i soci revochino i poteri e nominino contemporaneamente il sostituto.
Tutti gli atti o le operazioni eseguite in Brasile dalla società estera sono soggetti alla normativa ed alla giurisdizione brasiliana (art. 1137 NCC). La casa madre
deve procedere alla pubblicazione dei propri bilanci patrimoniali, conti economici e degli atti di amministrazione che devono essere pubblicati sulla base della
legge del proprio paese d’origine, nonché nel Diario Oficial del Governo Federale
e dello Stato dove sarà installata la sede (art. 1140 NCCe art. 6º IN 81/99).
La società estera, una volta installata in Brasile, deve operare in conformità alle
condizioni stabilite dal decreto di autorizzazione. In caso di modifiche di qualsiasi condizione, nonché in caso di modifica degli atti costitutivi della casa madre,
dovrà essere sollecitato un nuovo decreto autorizzativo (art. 1139 NCC e art. 7º
IN 81/99).
Per la scarsa flessibilità delle formalità descritte, le compagnie estere raramente
ricorrono a tale tipo d’intervento diretto.
Costituzione di società.
I tipi di società più comuni ed usati sono i seguenti:
- Società a responsabilità limitata (Sociedade Limitada – Ltda.);
- Società per azioni (Sociedade Anônima - S.A.);
- Società semplice (Sociedade Simples – S.S.).
Il NCC ha introdotto modifiche formali e sostanziali ai tipi di società sopra
indicati. Sulla base dell’art. 2.031, le società già costituite alla data di entrata in
vigore del NCC, hanno dovuto aggiornare le clausole sociali, adattandole alle
nuove regole entro il giorno11 gennaio 2007.
Società a Responsabilità Limitata
(Sociedade Limitada - Ltda.) (artt. 1.052/1.087 - NCC)
Il modello di società in questione costituisce la forma preferita dagli investitori
per la semplicità di struttura, organizzazione e funzionamento, che comporta
minori oneri e spese rispetto alla Sociedade Anônima (società per azioni). La
responsabilità dei soci è limitata alle quote di loro titolarità, ma sussisterà una
responsabilità solidale per il versamento integrale del capitale sociale.
Gli utili possono essere distribuiti in proporzione alle quote, od in conformità
a criteri stabiliti di comune accordo tra i soci. L’amministrazione può essere affidata ad uno o più amministratori, che siano o meno soci, residenti in Brasile, con
poteri specificamente regolati e descritti nel contratto sociale I soci residenti
all’estero devono nominare un procuratore residente in Brasile, responsabile
innanzi all autorità locali per la loro partecipazione, con poteri per ricevere citazioni. I soci stranieri non potranno esercitare l’amministrazione della società, ma
dovranno nominare a tal fine un amministratore, residente in Brasile. La società è
costituita, da due o più persone fisiche o giuridiche,
rappresentate eventualmente da procuratori, mediante un contratto, che dovrà
contenere la sottoscrizione di un avvocato, senza l’esigenza, in generale, di un
capitale minimo, né di versamenti anticipati, dovendosi indicare il termine per il
versamento dei conferimenti, i quali potranno essere espressi in denaro, in beni od
in diritti. Nell’ipotesi di conferimenti in natura da parte dell’investitore straniero,
è importante che i beni siano regolarmente importati. La Sociedade Limitada non
ha l’obbligo di pubblicare i propri bilanci patrimoniali e conti economici.
Il 28 Dicembre 2007 è stata pubblicata la Legge 11.638 che modifica e revoca
quanto disposto dalla Legge n°6.404/76 e dalla Legge n° 6.385/79 ed applica alle
società di grandi dimensioni, indipendentemente dal tipo societario, le disposizioni relative all’elaborazione ed alla divulgazione delle dimostrazioni contabili, così
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come revisione contabile indipendente a cura di revisori registrati presso la locale
“Comissão de Valores Mobiliários” (CVM), in conformità a quanto stabilito dalla
Legge societaria 6.404/76.
La nuova normativa definisce quali società di grandi dimensioni, quelle società
od insiemi di società gestite da un controllo comune, che presentino nell’esercizio
sociale anteriore, attivo totale superiore a R$ 240.000 o ricavi lordi annuali superiori a R$ 300.000. Il NCC ha previsto una disciplina maggiormente rigida per
quanto concerne i quorum deliberativi nelle società in oggetto. Le materie più
rilevanti, devono essere necessariamente approvate dalla maggioranza minima di
75% del capitale e cioè:
i) qualsiasi modifica del contratto sociale;
ii) incorporazione, fusione, scioglimento o scissione della società e termine
della liquidazione.
Il NCC stabilisce la necessità di una riunione od assemblea ordinaria dei soci,
da realizzarsi entro il quarto mese successivo alla chiusura dell’esercizio sociale, al
fine di verificare i conti dell’amministrazione e deliberare sul bilancio patrimoniale ed il conto economico.
Società per Azioni
(Sociedade Anônima - S.A.). (Legge n. 6.404 del 15.12.76 ed ulteriori modifiche – Legge 10.303 del 31.10.2001 artt. 1.088-9 NCC)
La S.A. brasiliana è assimilabile alla Corporation americana ed alla società per
azioni italiana. Tale tipo di società è la forma più idonea per medie e grandi imprese. I soci o azionisti devono essere come minimo due persone fisiche o giuridiche.
La loro responsabilità sarà limitata al prezzo d’emissione delle azioni sottoscritte
od acquisite.
Sulla base della possibilità che le azioni siano o meno ammesse alla negoziazione nella Borsa di Valori, la S.A. potrà essere “aperta” oppure “chiusa”. Le società
quotate in borsa sono sottoposte alla regolamentazione della CVM – Comissão de
Valores Mobiliários.
In occasione della sottoscrizione del capitale, gli azionisti devono versare in
denaro il 10% (dieci percento) del valore delle azioni sottoscritte; tale importo
sarà depositato presso un istituto bancario, e potrà essere prelevato soltanto dopo
la registrazione del verbale di costituzione della società presso la competente Junta
Comercial e la sua pubblicazione sulla stampa locale.
Le azioni potranno avere o no un valore nominale e devono essere nominative.
In base alla natura dei diritti e delle facoltà concesse ai loro titolari le azioni possono essere comuni, privilegiate od usufruttuarie. Il diritto di voto spetta solo agli
azionisti titolari di azioni comuni, ed a quelli titolari di azioni privilegiate in casi
specifici. Il numero delle azioni privilegiate senza diritto di voto, o con limitazioni di tale diritto (secondo quanto stabilito nello statuto), non può eccedere il 50%
delle azioni emesse.
A seguito della riforma della legge delle Società per Azioni (Legge n. 10.303 del
31 ottobre 2001) sono state introdotte maggiori tutele a favore dei soci minoritari.
È importante evidenziare che, a differenza delle società a responsabilità limita-
ta, il controllo potrà essere esercitato, sulla base della normativa, dal socio che
detenga la maggioranza assoluta delle azioni.
Procedimento di costituzione
Sulla base della locale normativa, le società straniere che siano o desiderino essere titolari di beni immobili, veicoli, imbarcazioni, aeronavi, partecipazioni societarie, conti correnti presso una banca od investimenti nel mercato finanziario,
sono obbligate ad ottenere l’iscrizione presso il locale fisco federale. Tale iscrizione (CNPJ/MF Cadastro Nacional de Pessoas Jurídicas del Ministério da Fazenda),
che è in ogni caso unica e relativa alla titolarità di qualsiasi bene in Brasile, dovrà
essere effettuata, a mezzo di un procuratore speciale, residente in Brasile, identificato come persona fisica responsabile.
In alternativa, per operazioni da registrare presso la Banca Centrale, il CNPJ
sarà emesso mediante l’iscrizione della società straniera presso il relativo Cadastro
de Empresa (Cademp), e successiva presentazione dei documenti. Le persone fisiche straniere che investano in Brasile, dovranno invece ottenere l’iscrizione innanzi il CPF/ MF – Cadastro Nacional de Pessoas Físicas del Ministério da Fazenda,
per essere identificate fiscalmente in Brasile. Dopo aver ottenuto il codice fiscale,
per entrambi i tipi societari esaminati, è necessario che gli atti costitutivi, dopo la
sottoscrizione, siano presentati per l’omologazione presso la Junta Comercial territorialmente competente.
Al termine di tale procedura (che dura circa 15 gg.) la società brasiliana appena costituita dovrà ricevere a sua volta il numero di iscrizione nel CNPJ (Cadastro
Nacional de Pessoas Jurídicas), cioè il proprio codice fiscale.
Per poter operare, la società dovrà richiedere le seguenti ulteriori iscrizioni:
- Iscrizione municipale (CCM - Cadastro Contribuintes Mobiliários) – al fine,
tra l’altro, di poter adempiere alla legislazione tributaria municipale.
- Alvará de localização e funcionamento - necessario per l’esercizio dell’attività
desiderata, e rilasciato dal Municipio di localizzazione.
- Iscrizione statale (I.E. - Inscrição Estadual) – (equivalente alla partita
IVA),necessaria alle imprese industriali e commerciali per le operazioni di circolazione dei prodotti.
- Iscrizione Sisbacen (Sistema del Banco Central) – necessaria per le registrazioni delle operazioni relative agli investimenti o finanziamenti stranieri. Tali attività
richiedono da 60 a 120 gg.
I costi di costituzione delle forme societarie sopra indicate dipendono normalmente dal valore dell’investimento e dal tipo di attività richiesta in base agli studi
di consulenza.
Società Semplice
(Sociedade Simples) (artt. 997/1038 NCC)
Questa società è caratterizzata dalla natura dei suoi obiettivi, non imprenditoriali. L’art. 966 NCC definendo il concetto
d’imprenditore ha escluso dallo stesso l’esercizio di attività di professioni intellettuali, di natura scientifica, letteraria
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od artistica, anche se condotte con ausiliari o collaboratori. Conseguentemente
sulla base dell’art. 982 NCC, lo svolgimento di tali attività non imprenditoriali
determinerà la natura societaria indicata, che potrà rivestire la forma che il NCC
specificamente disciplina, od anche una delle forme delle altre società.
La natura della società semplice dipende quindi dal tipo di attività che svolgerà, e non dalla sua forma. La normativa specifica della società semplice prevede
che la responsabilità dei soci è illimitata, nel senso che, se il patrimonio sociale
non é sufficiente per soddisfare i creditori, i soci, in via sussidiaria, risponderanno
con i loro beni in proporzione alla propria partecipazione al capitale sociale, fino
alla liquidazione totale dell’obbligazione. È inoltre possibile inserire nel contratto
sociale una clausola che preveda la responsabilità solidale.
È importante in ogni modo evidenziare, come anticipato, che la società potrà
anche adottare la forma della società a responsabilità limitata, con conseguente
modifica del regime di responsabilità dei soci. Il procedimento costitutivo della
Sociedade Simples è analogo a quello sopra indicato per le società a responsabilità limitata, ad eccezione dell’organo di registrazione, che, in questo caso, è il
Registro Civil de Pessoas Jurídicas.
Personalità Giuridica
Il NCC, basandosi su un’interpretazione costante e consolidata della locale giurisprudenza, ha disciplinato un importante istituto per la tutela dei terzi. L’art. 50
del NCC prevede, infatti, la responsabilità personale dei soci e degli amministratori nelle ipotesi di abuso della personalità giuridica, a causa del disvio di finalità
o confusione patrimoniale (disregard doctrine). Tale istituto permette la dichiarazione di inefficacia della personalità giuridica, coinvolgendo il patrimonio personale dei soci o degli amministratori in relazione agli effetti di determinate obbligazioni, in presenza dei requisiti sopraindicati.
Visti per attività lavorativa
La normativa brasiliana disciplina in maniera rigida la concessione del visto
d’ingresso in Brasile per stranieri che intendano svolgere attività lavorative remunerate.
Il visto di lavoro subordinato, rilasciato allo straniero assunto da una società
costituita in Brasile, potrà essere concesso per un periodo iniziale di uno o due
anni (rinnovabile) e sarà sottoposto alla normativa locale sul lavoro. Tra i presupposti per la concessione di tale visto, evidenziamo la proporzione tra lavoratori
brasiliani e stranieri, in base alla quale la società nazionale deve mantenere una
proporzione di 2/3 di funzionari nazionali ed 1/3 di manodopera straniera, sia in
numero di dipendenti che in valore di stipendi.
Un altro tipo di visto è quello denominato permanente, che potrà essere richiesto a favore dell’amministratore o direttore straniero inviato da un investitore straniero che dimostri di aver effettuato un investimento minimo equivalente a US$
200.000,00 nella società brasiliana. Recentemente, come risultato dell’entrata in
vigore delle nuove regole, è stata introdotta la possibilità di richiedere il visto permanente a favore dell’amministratore o direttore straniero di un investitore stra-
niero che dimostri di aver effettuato un investimento minimo equivalente a US $
50.000,00, con impegno a creare 10 nuovi posti di lavoro, nei successivi 2 anni
dall’istallazione della società brasiliana o dall’assunzione delle funzioni del candidato.
Un amministratore o direttore, che abbia ottenuto un visto permanente, potrà
amministrare anche altre società appartenenti allo stesso gruppo economico,
mediante rilascio di una specifica autorizzazione da parte del Ministero del
Lavoro. Il visto permanente potrà essere concesso anche ad una persona fisica straniera che effettui direttamente un investimento uguale o superiore a R$
150.000,00, in una società costituita od in fase di costituzione, sulla base della
recente Risoluzione Normativa del Consiglio Nazionale di Immigrazione pubblicata il 10.02.2009.
Tuttavia, è importante evidenziare che tale nuova Risoluzione prevede determinate esigenze, precedentemente non previste. La più rilevante consiste nell’obbligazione della presentazione di un Piano di Investimenti che specifichi dettagliatamente il progetto da sviluppare in Brasile. D’altro canto, il Consiglio Nazionale
dell’Immigrazione valuterà all’atto della richiesta del visto, l’interesse sociale,
caratterizzato dalla creazione di manodopera in Brasile, l’aumento della produttività, il trasferimento di tecnologia o la captazione di risorse per settori specifici.
Oltre alle modifiche summenzionate, la Risoluzione prevede che tale visto,
garantirà allo straniero una durata di soggiorno di 3 anni. In ultimo, la risoluzione prevede che potranno avvenire ispezioni in loco per verificare l`esercizio regolare delle attività da parte dello straniero, nonché l’adempimento del Piano di
Investimenti.
Infine, una terza categoria di visti è quella prevista per i tecnici. In caso
d’emergenza (situazione fortuita che metta in rischio la vita, l’ambiente, il patrimonio o che abbia occasionato l’interruzione della produzione o della prestazione
di un servizio), potrà essere concesso direttamente dalla ripartizione consolare
competente, un visto di 30 giorni, non prorogabile. Nelle altre ipotesi è possibile
richiedere il visto per un termine determinato ed improrogabile di 90 giorni,
oppure per 12 mesi (prorogabile per uguale periodo), essendo vietata espressamente la trasformazione in visto permanente.
Imposizione sui redditi delle Persone giuridiche
L’utile delle persone giuridiche è normalmente calcolato in conformità a bilanci trimestrali, rispettando le regole previste nella legislazione fiscale (il denominato lucro real, relativo agli utili netti dell’impresa, sottoposti ad alcuni aggiustamenti) Le imprese possono, d’altra parte, scegliere il sistema del lucro estimado,
in base al quale sarà calcolata l’imposta dovuta mensilmente sulla base di coefficienti, variabili in funzione del tipo di attività esercitata, da applicare al fatturato.
Alla fine dell’esercizio fiscale dovrà essere effettuata una dichiarazione dei redditi
finale con i conguagli necessari, a seguito del calcolo degli utili o perdite nel bilancio patrimoniale. Alla persona giuridica che opti per il regime tributario del lucro
estimado, è data facoltà di sospendere o ridurre il pagamento delle imposte se
dimostri che il valore delle imposte dovute, calcolato sulla base del lucro Real del
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periodo di riferimento, sia uguale od inferiore al valore dell’imposta sul reddito
effettivamente pagata “por estimativa” nello stesso periodo.
Una rilevante alternativa permette che le imprese optino per il sistema del lucro
presumido (che è una percentuale del ricavo lordo dell’impresa, maggiorato di
altri ricavi e capital gain), anche per società che abbiano una partecipazione straniera nel capitale, con alcune eccezioni (ricavi superiori a R$ 48.000.000,00, istituzioni finanziarie; società che ricevano dividendi dall’estero; società che godano
di esenzioni o riduzioni fiscali, tra l’altro). In quest’ipotesi, il pagamento delle
imposte sarà effettuato in conformità ad una percentuale del fatturato, utilizzando coefficienti che variano in virtù del tipo d’attività svolta, senza alcuna necessità di effettuare dei conguagli alla fine dell’esercizio. Tale scelta semplifica, ovviamente, la tenuta dei registri contabili.
L’aliquota dell’imposta sui redditi delle persone giuridiche è del 15%. Sulla
parte di utili eccedenti a R$ 240.000,00 per anno, R$ 60.000,00 per trimestre, o
R$ 20.000,00 per mese, è applicata un’aliquota addizionale del 10%. Esistono
ulteriori oneri, il cui obiettivo è il finanziamento della sicurezza sociale. In particolare va segnalata la Contribuição Social (CSLL), che è calcolata sugli utili delle
persone giuridiche nell’ipotesi di lucro real, o sugli utili determinati in base all’applicazione di coefficienti sul fatturato (12% quale regola generale, o 32% per le
imprese di servizi), applicandosi l’aliquota del 9%, con necessità di conguaglio
nell’ipotesi di lucro estimado, o senza conguagli nell’ipotesi di lucro presumido.
Sui ricavi lordi, è dovuta la Contribuição para Financiamento da Seguridade
Social (COFINS), calcolata
con l’aliquota del 3% (non recuperabile) sui ricavi per determinate categorie di
imprese tra cui quelle il cui utile fiscale è verificato in base al sistema del lucro presumido o arbitrado.
L’aliquota sarà del 7,6% (recuperabile) per le imprese, il cui utile fiscale sia
accertato sulla base del lucro real, in linea di principio. Infine, va segnalato il contributo per il Programa de Integração Social (PIS), calcolato normalmente con aliquota dello 0,65%(non recuperabile) sui ricavi per determinate categorie di
imprese, tra cui quelle il cui utile fiscale è verificato in base al sistema del lucro
presumido o arbitrado. L’aliquota sarà dell’1,65% (recuperabile) per imprese il cui
utile fiscale è accertato in base al sistema del lucro real, in linea di principio. Non
sono oggetto del PIS o COFINS i ricavi provenienti da servizi o vendita di beni
all’estero, ma tali contributi PIS e COFINS incidono sulle importazioni di beni e
servizi.
È importante evidenziare che le operazioni d’importazione ed esportazione di
beni, diritti e servizi, tra persone “vincolate”, o con persone fisiche o giuridiche
residenti o con sedi in paesi con imposizione tributaria inferiore al 20%, sono sottoposte alle regole del transfer pricing, introdotte dalla legge 9.430/96, entrata in
vigore in data 1.01.97. Sulla base di tali regole, i prezzi utilizzati tra le parti vincolate non potranno eccedere quelli praticati nel mercato brasiliano in operazioni
uguali o similari, utilizzando uno dei metodi di accertamento previsti nella legge
citata.
Imposizione sui redditi delle Persone fisiche
Per quanto concerne l’imposizione sui redditi delle persone fisiche, la normativa tributaria prevede che i soggetti residenti in Brasile siano assoggettati all’imposizione su tutti i redditi prodotti, anche all’estero (con i meccanismi previsti nei
trattati per evitare la doppia imposizione). L’imposizione sui redditi è calcolata
sulla base alla Tabella Progressiva sottostante in moneta brasiliana.
Scaglioni di reddito
Aliquote
Deduzioni
Fino a R$ 1.499,15 - -
0,0
0,0
Da R$ 1.499,16 fino a R$ 2.246,75
7,5
112,43
Da R$ 2.246,76 fino a R$ 2.995,70
15
280,94
Da R$ 2.995,71 fino a R$ 3.743,19
22,5
505,62
Oltre R$ 3.743,19
27,5
692,78
Tabella Progressiva Mensile per l’anno 2010 - Base di calcolo in (R$) Aliquota (%)
Rata da dedurre dalle tasse in R$
Titolari di visto
Per quanto concerne i titolari di visto temporaneo e di visto permanente, si
applicherà la normativa brasiliana tributaria in materia d’imposta sul reddito delle
persone fisiche, su tutti i redditi provenienti da qualsiasi fonte brasiliana o straniera. Per i titolari di visto tecnico tale obbligo scatterà dopo 183 giorni di residenza. In relazione agli investimenti italiani deve essere segnalato l’accordo per la promozione e protezione reciproca degli investimenti, sottoscritto dalla Repubblica
Federativa del Brasile e la Repubblica Italiana in data 3.04.1995, ratificato
dall’Italia ed in fase di finale ratifica da parte del Brasile.
Preliminarmente è essenziale chiarire che i contratti oltre a dovere essere conformi alla legge civile brasiliana, devono rispettare i principi generali di buona
fede, correttezza ed equità, in conformità a quanto stabilito specificatamente tra
le parti ed inoltre non devono contrastare con quanto stabilito dalle norme del
Codice dei Consumatori, nei casi in cui sia applicabile.
Contratto di Compravendita Internazionale
I contratti internazionali sono gli strumenti per eccellenza del commercio internazionale, che stanno assumendo sempre maggiore importanza a seguito della globalizzazione. Il contratto di compravendita è considerato senza ombra di dubbio
il più antico e il più importante per la sua funzione economica. Difatti, è il contratto che viene utilizzato da due o più soggetti per trasferire la proprietà di un
bene verso il pagamento corrispettivo di un prezzo in danaro od altro valore economico.
Agli stessi, oltre alla legge applicabile, si applicano sia gli usi e costumi internazionali sia la convenzione internazionale di Vienna, stipulata l´11 aprile del 1980,
anche se non ancora ratificata dal Brasile. È, inoltre, consigliabile verificare se la
legislazione locale brasiliana richieda autorizzazioni o registrazioni per
l’importazione dei beni.
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Contratto di agenzia e rappresentanza commerciale
Esistono due tipi di contratti per mezzo dei quali un’impresa straniera può
avvalersi di una collaborazione commerciale per la vendita diretta dei propri prodotti nel mercato brasiliano: l’agenzia e la rappresentanza commerciale. Il contratto di agenzia è stato introdotto dal codice civile in vigore a partire dal 2002
(NCC), mentre il contratto di rappresentanza commerciale è disciplinato esclusivamente dalla legge n. 4.886 del 9 dicembre 1965 modificata dalla legge n. 8.420
del 8 maggio del 1992.
È importante osservare la differenza tra i contratti sopra indicati, in base alla
quale il rappresentante commerciale realizzerà affari in nome e per conto della
società straniera, mentre l’agente è dotato, in linea di principio, soltanto di poteri per promuovere gli affari di una società terza, senza poteri per impegnare la stessa, realizzando pertanto soltanto un’attività preparatoria ed agevolatrice. In
entrambi i casi conviene porre in essere le opportune cautele per evitare che il rapporto possa essere caratterizzato come lavoro subordinato, con le conseguenze previste dalla legislazione locale.
Contratto di fornitura
L’attività di fornitura è regolata dal codice civile, ed ha per oggetto la vendita di
prodotti, merce od articoli acquistati dal fabbricante e distribuiti a terzi, commercializzati in una certa zona, regione od area.
La fornitura si caratterizza dalla circostanza che il fornitore ha la disponibilità
giuridica della merce da distribuire.
Contratto di trasferimento di tecnologia ed assistenza tecnica
I contratti di trasferimento di tecnologia ed assistenza tecnica devono rispettare la legge brasiliana ed essere sempre registrati presso l’Instituto Nacional da
Propriedade Industrial (INPI) per tutelarsi dal comportamento di terzi, per ragioni di deducibilità fiscale, ed infine per rendere possibile la rimessa di pagamenti di
royalties all’estero. I rapporti contrattuali con la Pubblica Amministrazione sono
regolati dalla Legge n. 8.666 del 21 giugno 1993 e successive modifiche.
La previsione legale prevede che la contrattazione dovrà essere preceduta da un
procedimento di appalto in ambito federale, statale o municipale, ad eccezione
delle ipotesi in cui tale formalità possa essere eliminata, (art. 24 comma I/XXI) o
non possa essere richiesta (art. 25). L’art. 3 prevede tra i principi generali che è
proibito stabilire un trattamento differenziato tra imprese brasiliane e straniere.
D´altra parte, è previsto che, a parità di condizioni, sarà data prevalenza ai beni e
servizi prodotti da società brasiliane.
La proposta vincente dalla società straniera è, comunque, assoggettata alla stessa incidenza tributaria prevista per la società nazionale (art. 42). Nell’ipotesi di
associazione tra una società straniera ed una nazionale, la società responsabile
dovrà necessariamente essere l’impresa locale (art. 33). Le società straniere devono nominare un procuratore residente in Brasile.
I sistemi di pagamento con l’estero21
I mezzi di pagamento impiegati in Brasile sono in linea con quelli più abitualmente utilizzati in tutto il mondo. Evidenzieremo, in particolare, quelli di seguito indicati
o cash on delivery;
o bonifico bancario;
o credito documentario;
o forfaiting.
Prima di decidere sulla modalità più opportuna, l’operatore deve prendere in
considerazione una serie di variabili che vanno dal grado di rischiosità che grava
sul compratore alla tempestività ed onerosità nell’esecuzione dell’operazione.
Il cash on delivery rappresenta la forma di pagamento che avviene contestualmente alla consegna delle merce. La forma più diffusa è, senza dubbio, il bonifico bancario via swift, in quanto tutte le principali banche che operano in Brasile
sono collegate a questo sistema. È sicuramente uno dei mezzi di pagamento che
più espongono a rischio il fornitore estero, soprattutto nei casi in cui la controparte acquirente è poco conosciuta.
Anche se poco utilizzato, dal momento in cui le garanzie richieste all’importatore brasiliano lo rendono piuttosto costoso e di difficile ottenimento, il credito
documentario (modalità in cui la banca con la quale opera il compratore, ovvero,
l’importatore, si impegna ad effettuare il pagamento all’esportatore - a vista o dilazionato - del valore della merce, sino alla concorrenza di una somma prestabilita
ed entro una scadenza fissata, contro la presentazione dei documenti richiesti e
l’ottemperanza di tutti i termini e le condizioni previste nel credito stesso) é uno
dei mezzi di pagamento verso l’estero più sicuri per l’esportatore. Non si riscontrano difficoltà per le banche italiane ad apporre la propria conferma - su richiesta - su crediti rilasciati da banche brasiliane di primaria importanza (Banco do
Brasil, Bradesco, Itau, Unibanco, ABN Amro Bank, HSBC ecc.). Il relativo costo
è pari al 2%-2,5% all’anno. Raramente si registrano richieste di crediti documentari con dilazione superiore a 12 mesi, poichè il Brasile non ha ancora raggiunto
uno stato di maturità tale da permettere alla banche da pianificare la loro attività
su un orizzonte temporale più lungo e quindi, di assumere il rischio di eventuali
oscillazioni economiche.
Il forfaiting é frequentemente utilizzato e consiste nello sconto di titoli di credito internazionali da parte di una istituzione bancaria, in modo tale da permettere all’esportatore di ricevere a vista ed all’importatore di parare in tempi dilazionati. Si tratta, pertanto, della smobilizzazione pro-soluto di titoli di credito fino a
5/8 anni sulle principali banche brasiliane, a tassi che vanno dal 4%-5% +Libor
al 5%-6%.
Si segnala, infine che secondo la legge nº 10.755 del 03 novembre 2003 le dilazioni di pagamento devono essere inferiori a 180 giorni oppure superiori a 360
giorni. Trasgressioni a tale disposizione sono punibili con sanzione di multa equivalente a fino il 100% del valore della merce importata.
Fonte : Report ICE, Guida al mercato, Brasile, ottobre 2009
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Fanno eccezione le importazioni:
o di petrolio e derivati;
o realizzate secondo il regime del draw back;
o il cui ammontare è inferiore all’equivalente a USD 10.000,00;
o realizzate da Uffici Governativi Brasiliani
(a livello Federale, Statale oppure Comunale).
Trasferire denaro in Brasile22
Trasferire soldi in Brasile è facile ma se il trasferimento non avviene in modo
corretto, può comportare un’attesa di giorni o addirittura settimane. Si possono
spedire dollari, euro o altre valute. È importante che il ricevente abbia tutti gli elementi necessari per assicurarsi l’accredito sul proprio conto. Le pratiche di chiusura del cambio posso richiedere anche due o tre giorni.
Per la formalizzazione del contratto di cambio avente ad oggetto i fondi inviati in
Brasile per l’acquisto di immobile, le istituzioni bancarie locali esigeranno tutta la
documentazione che possa comprovare l’acquisto dell’immobile, ovvero, in primis la
“Matricula” ed il contratto preliminare di compravendita a testimonianza della volontà delle parti di vendere/acquistare onde consta, tra l’altro, l’importo del prezzo stipulato a tal fine. Si precisa altresì, che le tariffe bancarie che incidono al momento della
contrattazione del cambio in Brasile, variano a seconda della banca chiamata ad operare. Inoltre, in tale operazione, incide l’imposta IOF (Imposta sulle Operazioni
Finanziarie) nella percentuale dello 0,38% sul valore della rimessa.
Il maggior inconveniente di queste operazioni è costituito dal rischio legato alla
chiusura del tasso di cambio. Cifre consistenti possono soffrire modifiche notevoli creando disagi. Infatti, la chiusura del cambio avviene in Brasile e non può essere prevista in modo preciso, poiché dal momento in cui viene inviato il denaro al
momento in cui viene ricevuto, ci possono essere variazioni sul tasso di cambio
utilizzato. Si consiglia quindi di valutare la possibilità di inviare una cifra leggermente superiore per ovviare a questo inconveniente. Data la forte variabilità delle
commissioni applicate per il trasferimento bancario, è consigliabile, consultare più
istituti bancari sia dal ricevente in Brasile che mandante estero. È quindi buona
norma contrattare la transazione prima di effettuarla.
Il cambista o la “Casa de Câmbio”23
Tra la banca brasiliana e la Banca Centrale del Brasile esistono le “Case de
Cambio”, veri e propri broker. Queste ultime sono riconosciute dalla Banca
Centrale per poter effettuare operazioni di cambio ed emettere i relativi contratti
necessari all’investitore.
Nell’ipotesi in cui si faccia ricorso ai servizi di un’agenzia di cambio e spesso utilizzando un tasso di cambio più favorevole, vi sarà da pagare anche la commissione di tali agenti che anch’essa è variabile ma di prassi si aggira attorno allo 0,15 %.
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Fonte : Promos (Azienda speciale della Camera di commercio di milano) e SECOM (settore di promozione commerciale del consolato generale del Brasile a Milano), Guida allinvestimento immobiliare in Brasile, ed. 2009
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Fonte : Promos (Azienda speciale della Camera di commercio di milano) e SECOM (settore di promozione commerciale del consolato generale del Brasile a Milano), Guida allinvestimento immobiliare in Brasile, ed. 2009
Il sistema bancario e finanziario24
L’attuale struttura del sistema bancario brasiliano è regolata dalla legge n. 4.595
del 31/12/64, che considera istituti finanziari tutti quegli enti, pubblici e privati,
che svolgano come attività principale o secondaria la valutazione, intermediazione o sottoscrizione di risorse finanziarie proprie o di terzi, in valuta brasiliana o
estera, così come la custodia di terzi.
Secondo la suddetta legge, il sistema bancario brasiliano è articolato come segue:
• Consiglio Monetario Nazionale (CMN): regola le politiche monetarie e di
credito mirate allo sviluppo economico e sociale del paese;
• Banca Centrale (BC): ha la funzione di far attuare e rispettare le disposizioni
stabilite dal CMN. Autorizza, in via esclusiva, la costituzione, le attività e le
cessazioni nel paese delle istituzioni finanziarie;
• Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (BNDES): è stata creata
con la finalità di implementare le politiche di investimento del Governo Federale;
• altre istituzioni finanziarie pubbliche e private: banche commerciali, banche di
investimento, società di credito, finanziamento ed investimento
(“Financeiras”), distributrici di titoli e valori mobiliari, società mediatrici, banche multiple, società di leasing mercantile, cooperative di credito, agenzie/filiali.
La costituzione delle istituzioni finanziarie private è soggetta ad alcune restrizioni come, per esempio, l’obbligatorietà della previa autorizzazione da parte della
Banca Centrale del Brasile per esercitare le proprie attività. Inoltre, l’articolo 52
dell‘Atto delle Disposizioni Costituzionali Transitorie (“ADCT”), allegato alla
Costituzione Federale del Brasile del 5.10.1988 e che detta la disciplina in tema
di incremento della partecipazione straniera al Sistema Finanziario Nazionale,
vieta l’aumento di tale partecipazione in Brasile la quale non si applica alle autorizzazioni risultanti da accordi internazionali, di reciprocità o di interesse del
governo brasiliano. Tuttavia, non esiste limitazione per quanto riguarda la costituzione di uffici di rappresentanza in Brasile.
Le prime 50 banche che operano in Brasile detengono oltre l’82% dell’attivo
totale del sistema bancario e raccolgono quasi il 93% dei depositi. Tra le principali si possono nominare: Bradesco, Itaú, Unibanco, ABN-Amro Bank, BanespaSantander, Safra e HSBC Bank. Tra le principali banche estere attualmente operanti in Brasile si possono citare: le spagnole Santander e Bilbao Viscaya, la portoghese Caixa Geral de Depósitos, l’inglesa HSBC (Hong Kong & Shangai
Banking Corporation), le americane Citicorp, American Express, JPMorgan e
Merryl Linch, la tedesca Deutsche Bank e la francese Société Générale.
Con riguardo agli istituti italiani, sono presenti, attraverso uffici di rappresentanza, l’Intesa San Paolo, l’Unione Banche Italiane e l’Unicredito.
25
Conto Bancario per i non residenti
In Brasile non sono ammessi, per legge, conti correnti intestati a non residenti
Fonte : Report ICE Guida al mercato, Brasile, ottobre 2009
Fonte: Report ICE, Guida al mercato, Brasile, ottobre 2009
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e questo può creare delle difficoltà. Il RMCCI – Regolamento del Mercato di
Cambio e Capitali, prevede che le persone fisiche o giuridiche residenti, domiciliate od aventi sede all’estero possono essere titolari di conti di deposito in moneta nazionale in Brasile, esclusivamente presso agenzie bancarie che possano effettuare operazioni di cambio, nell’osservanza di quanto previsto del succitato regolamento.
Trattasi di conti di deposito (e non correnti) che hanno specifiche caratteristiche e peculiarità. Gli stessi, difatti, sono registrati presso il sistema di Informazioni
della Banca Centrale (Sisbacem).
Altra opzione, invece, è data dalla possibilità attribuita a cittadini stranieri temporaneamente residenti in Brasile, mediante visto concesso dalle autorità locali, di
essere titolari di conti correnti in moneta straniera. Anche in tal caso, tali conti
sono subordinati ad una serie di regole e peculiarità e possono essere aperti soltanto presso agenzie autorizzate ad operare nel mercato di cambio. Nel caso in cui si
costituisca una società in Brasile (composta anche con capitale di maggioranza
straniero) invece, si può e si deve aprire un conto corrente.
Acquisto di immobile destinato a Uso Commerciale26
Nel caso in cui l’acquisto degli immobili sia subordinato a uso commerciale,
definito dall’oggetto dello statuto societario, si rende necessaria la Costituzione o
il subentro in una Società Brasiliana presentando i seguenti documenti:
- Codice Fiscale brasiliano (CPF), le cui modalità di richiesta sono presenti nel
sito www.brasilemilano.it (Servizi consolari – CPF Brasiliano nuova registrazione);
- Passaporto in corso di validità (con validità minima di sei mesi);
- L’estratto di nascita comprovante il nome di entrambi i genitori, riconosciuto
dalla Prefettura e legalizzato presso il Consolato brasiliano competente per giurisdizione, il certificato generale penale e/o dei carichi pendenti del tribunale riconosciuto dal procuratore della Repubblica e legalizzato presso il Consolato brasiliano competente per giurisdizione. Tra l’altro i documenti summenzionati
dovranno essere tradotti da traduttore giurato in Brasile;
- Procura ad hoc per la nomina di un procuratore residente in Brasile abilitato
a ricevere citazioni.
La Società da costituirsi o già costituita in Brasile, deve essere registrata come
persona giuridica presso l’ente competente, “Junta Comercial” e successivamente
iscritta al “Cadastro Nacional Pessoa Jurídica - CNPJ”, omologo alla Partita Iva
italiana. In seguito si procede all’apertura del conto corrente societario presso una
banca in Brasile.
Eventi fieristici
Il Paese presenta un alto numero di manifestazioni espositive, sia internazionali, che nazionali e regionali, che costituiscono ad oggi il mezzo più pervasivo di
diffusione delle informazioni sui prodotti e servizi offerte dalle imprese brasiliane.
Fonte: Promos (Azienda speciale della Camera di commercio di milano) e SECOM (settore di promozione commerciale del consolato generale del Brasile a Milano), Guida allinvestimento immobiliare in Brasile, ed. 2009
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Seguono una serie di siti, alcuni dei quali con utilizzo a pagamento, sui quali è
possibile trovare i calendari annuali delle principali manifestazioni fieristiche:
www.feirasdobrasil.com.br
www.feirasbrasil.com.br
www.ubrafe.org.br
www.brasilfeiras.com.br
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Allegato 3 - Introduzione alla Normativa del lavoro27
L’analisi del mercato del lavoro brasiliano inizia con una informazione inusuale per l’imprenditore/lavoratore italiano. Non è necessario infatti un contratto
scritto per l’assunzione di un dipendente, poiché la contrattazione verbale è assolutamente valida, essendo obbligatorio che vengano effettuate le dovute annotazioni nel libretto di lavoro e comunicato alla Previdenza Sociale. Il libretto, infatti, è obbligatorio per qualsiasi lavoratore dipendente brasiliano e straniero, compresi i dipendenti rurali. In realtà vige il principio dell’effettività della prestazione
lavorativa, utilizzato dalla locale giurisprudenza. In presenza di un rapporto di
lavoro, la normativa prevede diversi diritti ed obblighi inderogabili tra le parti, per
questo, non è necessario che siano specificati o ripetuti in un contratto scritto.
Come regola generale, il dipendente è assunto per un periodo indeterminato,
essendo necessario stabilire per scritto il periodo di prova (60/90 giorni a secondo
del sindacato); i contratti a tempo determinato costituiscono un’eccezione alla
regola e ricorrono nei casi in cui la natura del lavoro lo richieda, come avviene nei
lavori stagionali, oppure in quei casi in cui il datore di lavoro svolge un’attività
temporanea; oppure se si tratta di un apprendistato.
Esiste poi il contratto di formazione, che però non può superare il periodo di
novanta giorni. Alla scadenza del contratto di lavoro a tempo determinato, il datore di lavoro non è tenuto a pagare alcuna liquidazione al dipendente.
Diversamente, nel caso di licenziamento senza giusta causa da parte del datore di
lavoro, durante la decorrenza del contratto a tempo determinato, il dipendente
potrà richiedere un indennizzo, corrispondente alla metà del salario che avrebbe
percepito per la durata rimanente del contratto. Nel caso di una risoluzione del
contratto da parte del dipendente, sarà quest’ultimo a dover indennizzare il datore di lavoro per qualsiasi perdita a lui derivante dal mancato rispetto delle clausole contrattuali; ciò si verifica, comunque,molto raramente.
A seguito della legge n. 9.601/98, è stata riformata la disciplina del contratto di
lavoro a tempo determinato, le cui principali caratteristiche ora sono:
I) la durata massima viene fissata in 6 mesi e potrà essere rinnovato fino ad un
massimo di 3 volte;
II) sono previsti minori oneri per il datore di lavoro;
III) il datore di lavoro può assumere un numero limitato di persone con contratto a tempo determinato;
IV) non si può sostituire il personale assunto a tempo indeterminato con personale a tempo determinato.
La legge sulla disciplina del lavoro dipendente, denominata “Consolidação das
Leis do Trabalho”, comunemente chiamata “CLT”, garantisce ai lavoratori una
serie di diritti, tra i quali:
Fonte : Report ICE – Guida al mercato, Brasile, ottobre 2009
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a) Giornata di Lavoro
La giornata di lavoro nelle imprese private è fissata in 8 ore e la settimana prevede un massimo di 44 ore di lavoro. I contratti collettivi per alcune categorie stabiliscono in genere condizioni migliori per il lavoratore. Normalmente, gli operai
possono effettuare un massimo di 2 ore di straordinario al giorno, che devono
essere pagate con una maggiorazione del 50% rispetto al valore pagato per le ore
ordinarie lavorate. La maggiorazione nel caso di ore lavorate nei giorni festivi o
domenica è del 100%.
Per il lavoro notturno è dovuto al lavoratore almeno il 20% in più della paga
diurna. Per quanto riguarda le altre classi di lavoratori, il pagamento dello straordinario è soggetto a quanto previsto sul contratto di lavoro. Ai dirigenti ed amministratori non sono riconosciuti gli straordinari.
b) Salario e remunerazione
L’individuo che presta qualsiasi tipo di lavoro ha diritto ad una remunerazione
(salario) che può venire pagata mensilmente, ogni quindici giorni, settimanalmente o per tariffa oraria, a seconda delle condizioni stabilite nella contrattazione collettiva o nel contratto. Il salario pagato al dipendente non può, in nessuna ipotesi, essere inferiore al “salario minimo” od alla base salariale stabilita dalla contrattazione collettiva per ogni categoria professionale.
Nelle condizioni generali del contratto di lavoro, su accordo delle parti, potranno essere inclusi anche altri eventuali benefici accessori (buoni pasto, contributo
abitazione, ecc.); qualora questo avvenga, non potrà successivamente essere ritenuta valida ed efficace qualsiasi alterazione contrattuale che vada, pur con il consenso del lavoratore, a “peggiorare” la condizione economica del lavoratore.
Oltre alle spese per il fondo di liquidazione e l’INSS, di seguito indicate, sulla
base del settore di attività, il datore di lavoro dovrà pagare ulteriori tasse sul totale della busta paga a favore di una serie di organizzazioni sindacali o similari (Sesi,
Sesc, Sebrae, Senac, Incra) e del Governo stesso. Il regime dello straordinario nel
caso di un lavoratore dipendente, è previsto dall’articolo 58 del Testo Unico della
Legge del Lavoro che stabilisce che la durata normale del lavoro, per i lavoratori
di qualsiasi attività privata, non eccederà le 8 (otto) ore al giorno, a meno che non
sia diversamente fissato un altro limite.
Nonostante, la costituzione brasiliana del 1988 all’art. 7, comma 13, stabilisca che
il lavoratore avrà diritto alla durata della sua giornata non superiore alle 8 ore giornaliere o 44 ore settimanali, l’art. 59 del contratto collettivo del lavoro prevede l’ipotesi
della compensazione delle ore extra, dove viene previsto un limite massimo di 2 ore
giornaliere che potrà eccedere l’orario normale, senza oltrepassare il limite delle dieci
ore, purché sia mediante accordo collettivo o contratto collettivo di lavoro.
c) Riposo settimanale retribuito e le ferie
Tutti i dipendenti hanno diritto ad un giorno di riposo settimanale retribuito,
preferibilmente la domenica. Nel caso di salari pagati mensilmente, il pagamento
del riposo settimanale retribuito verrà inserito nel salario mensile.
Per quanto concerne la regolamentazione delle ferie del lavoratore dipendente
brasiliano, bisogna riferirsi agli artt. 129, 130 e 130/A della Consolidação das Leis
do Trabalho (Legge sul Lavoro).
Articolo 129 – Ciascun lavoratore ha diritto annualmente al godimento di un
periodo di ferie, senza pregiudicare la remunerazione.
Art. 130. Dopo un periodo di 12 (dodici) mesi di vigenza del contratto di lavoro, il lavoratore avrà diritto alle ferie, nella seguente proporzione:
I – 30 (trenta) giorni consecutivi, quando non sia mancato dal servizio più di
5 (cinque) volte.
II - 24 (ventiquattro) giorni consecutivi, quando sia mancato dal servizio dalle
6 alle 14 volte.
III - 18 (diciotto) giorni consecutivi, quando sia mancato dal servizio dalle 15
alle 23 volte.
IV - 12 (dodici) giorni consecutivi, quando sia mancato dal servizio dalle 24
alle 32 volte.
Art. 130-A. Nel caso del regime part-time, dopo un periodo di 12 (dodici) mesi
di vigenza del contratto di lavoro, il lavoratore avrà diritto alle ferie, nella seguente proporzione:
I - diciotto giorni, per un lavoro settimanale superiore alle ventidue ore, fino
alle venticinque ore.
II - sedici giorni, per un lavoro settimanale superiore alle venti ore, fino alle
ventidue ore.
III - quattordici giorni, per un lavoro settimanale superiore alle quindici ore,
fino alle venti ore.
IV - dodici giorni, per un lavoro settimanale superiore alle dieci ore, fino alle
quindici ore.
V - dieci giorni, per un lavoro settimanale superiore alle cinque ore, fino alle
dieci ore.
VI - otto giorni, per un lavoro settimanale uguale o inferiore alle cinque ore.
Pertanto, dopo aver completato un anno di lavoro, l’anno successivo il lavoratore avrà diritto – in un periodo deciso dal datore di lavoro – al godimento delle
ferie nei termini degli articoli di legge così come descritto sopra.
È facoltà del lavoratore, in base all’art. 143 del Testo Unico delle Leggi del
Lavoro, convertire un terzo (1/3) delle proprie ferie in denaro. Tale conversione
equivale a dieci giorni di ferie. Si fa notare, inoltre, che la legge brasiliana proibisce la conversione in denaro di un limite di giorni di ferie non godute superiore
ai dieci giorni, poiché, nel caso accadesse, il datore di lavoro sarà tenuto al pagamento di una somma pari al doppio del periodo di ferie lavorate e non godute.
Art. 143. È facoltà del lavoratore convertire 1/3 (un terzo) del periodo di ferie
a cui ha diritto in una somma di denaro, pari al valore della remunerazione dei
giorni corrispondenti che gli spetterebbe.
§ 1º L’abbuono delle ferie dovrà essere richiesto entro i quindici (15) giorni del
termine del periodo acquisitivo.
§ 2º Trattandosi di ferie collettive, la conversione in questione dovrà essere oggetto
tra il datore di lavoro e il sindacato rappresentativo della rispettiva categoria professionale, indipendentemente dalla richiesta individuale della concessione dell’abbuono.
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§ 3º Quanto esposto nel presente articolo, non si applica ai lavoratori nel regime di part-time. Come già detto art.143, comma 3 di cui sopra, il lavoratore in
regime part-time non avrà diritto all’abbuono di un terzo delle ferie. Le ferie
annuali dovranno essere pagate, conformemente a quanto stabilisce l’art.7, capitolo XVII della Costituzione Federale brasiliana, accresciute di 1/3 del salario normale.
za stabiliti dal Ministero del Lavoro, assicura una maggiorazione rispettivamente
del 40% (quaranta per cento), del 20% (venti per cento) e 10% (dieci per cento)
del salario minimo della regione, secondo la classificazione nei gradi massimo,
medio e minimo.
Le maggiorazioni di insalubrità e di pericolosità sono considerate parte integrante del salario, pertanto, sono soggette all’imposta di rendita in via ordinaria.
d) Tredicesima mensilità
Nel mese di dicembre di ogni anno, il datore di lavoro deve pagare al dipendente un salario aggiuntivo, noto come “gratifica natalizia”. Il dipendente può richiederne anticipatamente una parte proporzionale al momento delle ferie.
Va tuttavia notato, che il periodo delle ferie estive, per la maggioranza dei brasiliani, coincide con la fine di dicembre, per cui i valori degli stipendi,
l’addizionale delle ferie e la tredicesima potrebbero sommarsi tra loro.
g) Assicurazione contro gli Incidenti sul lavoro
Il datore di lavoro è obbligato a stipulare un’assicurazione contro gli incidenti
sul lavoro per i propri dipendenti presso l’Istituto Nazionale della Sicurezza
Sociale (INSS), nella misura del 2% sul totale della busta paga. Il premio di tale
assicurazione è fissato dal Ministero Brasiliano del Lavoro e della Sicurezza
Sociale. I direttori ed i soci delle imprese, sempre che non siano dipendenti, liberi professionisti o collaboratori domestici, non devono essere coperti obbligatoriamente da tale assicurazione.
e) Preavviso in caso di licenziamento
Nel caso il datore di lavoro voglia rescindere il contratto senza giusta causa, deve
concedere un preavviso al dipendente di almeno 30 giorni, se il pagamento del
salario è mensile o di 8 giorni se il pagamento è settimanale. Durante tale periodo, la giornata lavorativa dovrà essere ridotta di due ore o, in alternativa, il dipendente potrà essere dispensato dal lavoro per sette giorni consecutivi, senza danni
al proprio salario. Il mancato preavviso da parte del datore di lavoro garantisce al
dipendente il diritto di ricevere lo stipendio corrispondente a tale periodo.
f) Addizionale per lavoro pericoloso o insalubre
Il Testo unico delle Leggi del Lavoro stabilisce all’art. 193 quello che la Legge
classifica come lavoro pericoloso, ossia
sono considerate attività o operazioni pericolose, nella forma della regolamentazione approvata dal Ministero del Lavoro, quelle che, per la propria natura o
metodo di lavoro, implicano il contatto permanente con infiammabili o esplosivi
in condizioni di rischio accentuato. Conseguentemente, l’articolo su citato, al
comma 1, stabilisce la percentuale di addizionale che deve essere pagata ai lavoratori che lavorano in queste condizioni, ossia per il lavoro in condizioni di pericolosità, al lavoratore spetta un addizionale del 30% (trenta per cento) sul salario
non accresciuto da gratificazioni, premi o partecipazioni nei lucri dell’impresa.
Con relazione, inoltre, al lavoro svolto in condizioni di insalubrità, il Testo Unico
delle Leggi del Lavoro, dispone quanto segue:
Art. 189. Sono considerate attività o operazioni insalubri quelle che, per la loro
natura (condizioni o metodi di lavoro) determinano un’esposizione dei lavoratori
agli agenti nocivi alla salute, oltre i limiti di tolleranza fissati in ragione della natura e dell’intensità dell’agente e del tempo di esposizione ai suoi effetti.
D’altro canto, la stessa Legge del lavoro determina anche quali sono le percentuali sul salario che vanno corrisposte al lavoratore che svolge le proprie funzioni
in condizioni insalubri.
Art. 192. L’esercizio del lavoro in condizioni insalubri, oltre i limiti di tolleran-
h) Congedo per maternità
La gestante lavoratrice dipendente ha diritto ad astenersi dal lavoro per un
periodo di 120 giorni, che le saranno retribuiti sulla base del salario normale. Il
congedo può avere inizio, mediante la presentazione di apposito attestato medico,
in un intervallo compreso tra il 28º giorno antecedente il parto ed il giorno dello
stesso. Il periodo di licenza dal lavoro può essere aumentato di due settimane, tramite la presentazione di una dispensa medica.
i) Partecipazione dei dipendenti agli utili delle imprese
La legge n. 10.101/2000 ha stabilito la possibilità dei dipendenti di partecipare agli utili delle imprese. La legge proibisce qualunque anticipo o distribuzione a
titolo di partecipazione degli utili, in un periodo inferiore a 6 mesi (usualmente,
il pagamento viene fatto annualmente nel mese di marzo, all’approvazione del
bilancio e chiusura contabile dell’esercizio).
I pagamenti effettuati a tale titolo sono deducibili dall’Imposta sul Reddito
delle imprese e non hanno alcuna ripercussione su ferie, tredicesima, ecc..
l) Fondo di liquidazione (FGTS – Fondo di Garanzia per il Tempo di
Servizio)
Il Fondo di liquidazione è stato istituito dalla legge n. 5.107/66, che obbliga il
datore di lavoro a depositare su un conto corrente bancario vincolato, (presso la
Caixa Economica Federal) intestato al dipendente, entro il quinto giorno lavorativo del mese successivo a quello terminato, un importo corrispondente all’8,5%
della busta paga.
m) Previdenza Sociale
Ogni dipendente deve essere obbligatoriamente iscritto alla Previdenza Sociale.
La Sicurezza Sociale è finanziata in Brasile con i contributi mensili che provengono dallo Stato e dagli stipendi (in parte a carico del datore di lavoro e in parte a
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carico del lavoratore). Tali pagamenti danno diritto al dipendente a ricevere i
benefici che gli vengono assicurati dalla Previdenza Sociale in termini di pensione
per invalidità, anzianità, servizio speciale e durata di servizio.
Stipendio
A carico del lavoratore
A carico del datore
fino a R$ 840,55
7,65%
20%
da R$ 840,56 a R$ 1.050,00
8,65%
20%
da R$ 1.050,01 a R$ 1.400,91
9,00%
20%
da R$ 1.400,92 a R$ 2.801,82
11,00%
20%
oltre R$ 2.801,82
11,00%*
20%*
* da calcolarsi sull’intero stipendio
n) Estinzione del contratto di lavoro
L’estinzione del contratto di lavoro potrà avvenire, di regola, o per decisione del
datore di lavoro (licenziamento del dipendente, con o senza giusta causa) o del
dipendente (istanza di dimissioni).
Nel primo caso, può avvenire per giusta causa, o senza giusta causa (in quest’ultima ipotesi il datore di lavoro è tenuto al pagamento di una multa nei confronti
dell’impiegato pari al 50% dell’ammontare totale del Fondo di Liquidazione).
Tra i motivi che costituiscono giusta causa di licenziamento, possono essere
elencati:
I. comportamento indisciplinato;
II. negoziazione abituale per proprio conto o per conto di terzi se ciò costituisce
concorrenza all’impresa del datore di lavoro o se pregiudica la qualità del servizio;
III. condanna penale, se non vi è stata sospensione della stessa;
IV. negligenza nello svolgimento delle mansioni;
V. ubriachezza abituale o durante il lavoro;
VI. abbandono dell’impiego;
VII. atti di insubordinazione;
VIII. violazione dei segreti di impresa;
IX. ingiurie, diffamazione o aggressione nel luogo di lavoro contro qualunque
soggetto;
X. abituale gioco di azzardo;
XI. comportamento disonesto.
Se licenziato per giusta causa il lavoratore ha diritto al solo saldo del salario e
delle ferie maturate, aumentate di 1/3, oltre alla tredicesima in proporzione.
o) Lavoratori Stranieri
Come in molti altri paesi, anche in Brasile vengono adottate misure per preservare le opportunità di lavoro ai cittadini brasiliani. In questo senso la normativa
in vigore richiede che la richiesta del visto temporaneo a favore di un lavoratore
straniero possa essere presentata, tra l’altro, se l’impresa provi che almeno 2/3 del
proprio personale e del totale della propria busta paga sia composto da lavoratori
brasiliani. Tale proporzione potrà essere ridotta soltanto con un’autorizzazione
governativa ed in particolari e disciplinate circostanze.
Per concedere tale riduzione di proporzione, il Dipartimento del Lavoro ed il
Dipartimento di Statistica della Previdenza Sociale devono verificare l’ impossibilità di manodopera brasiliana idonea a svolgere il lavoro in questione. Ai fini di
cui sopra nel computo dei 2/3, possono essere inclusi gli stranieri che risiedono in
Brasile da più di dieci anni e che abbiano un coniuge o figli brasiliani. Esistono
attività ristrette ai nati nel Paese od ai cittadini brasiliani in genere (ad esempio, i
comandanti di navi mercantili battenti bandiera brasiliana).
Il lavoratore brasiliano ha, inoltre, diritto a ricevere un salario non inferiore a
quello pagato ad uno straniero che esegua la stessa mansione, eccetto in alcune circostanze particolari previste dalla legge.
Quando risulti necessario licenziare un lavoratore, lo straniero deve essere licenziato prima del brasiliano che esegua la stessa mansione. I cittadini portoghesi in
Brasile usufruiscono degli stessi diritti dei brasiliani, salvo per i posti di lavoro
riservati esclusivamente ai nati in Brasile.
p) La giustizia specializzata in Diritto di Lavoro
In Brasile la Giustizia del Lavoro è composta da un organo di previa conciliazione (praticamente una conciliazione stragiudiziale), seguito da una sezione specializzata di primo grado denominata tribunale regionale del lavoro e dal tribunale superiore del lavoro.
L’organo di previa conciliazione è costituito da poco tempo, a causa del gran
numero di azioni di lavoro intentate negli ultimi anni. Quest’organo non è composto da giudici, ma soltanto da conciliatori, che tentano di far addivenire le parti
ad un accordo, che poi sarà omologato in Tribunale. Va evidenziata la necessaria
organizzazione preventiva dei rapporti con i lavoratori, onde evitare vertenze, che
normalmente godono del favor nei confronti della parte considerata contrattualmente più debole.
q) Permessi di Soggiorno e di Lavoro
Lo straniero che abbia contratto di lavoro a tempo determinato con società brasiliana dovrà attestare la sua qualifica ed esperienza professionale, che devono essere compatibili con l’attività per la quale è stato designato. Tale attestazione sarà
presentata al Ministero del Lavoro brasiliano, dalla Società richiedente dell’emissione del visto, a mezzo di diplomi, certificati o attestazioni rilasciate da Enti o
società presso cui lo straniero abbia svolto la sua attività, rispettando i seguenti
requisiti:
1. pregressa esperienza biennale nello svolgimento di una professione qualificante, a partire dalla data di conclusione degli studi superiori che l’abbiano abilitato all’esercizio della sua professione;
2. pregressa esperienza triennale nello svolgimento di professione di media
importanza, con per lo meno 9 anni di scuola. I documenti redatti in lingua estera dovranno essere legalizzati presso gli Uffici Consolari brasiliani, ed in seguito
tradotti in Brasile da traduttore giurato.
La richiesta di manodopera straniera dovrà essere giustificata dalla società
richiedente.
CONTATTI
Sviluppo Lazio S.p.A.
Via V. Bellini, 22
00198 Roma - Italy
Tel: 06 845681
www.sviluppo.lazio.it
Ambasciata del Brasile in Italia
Ufficio di Promozione Commerciale e Investimenti
Piazza Navona 10/14
00186 - Roma
Tel: 06 683981
www.ambasciatadelbrasile.it
SprintLazio
Sportello Regionale per l’Internazionalizzazione
Via V. Bellini, 22
00198 Roma - Italy
Tel. 06 84568.266/367
www.sprintlazio.it
Finito di stampare
nel mese di gennaio 2011
presso la tipografia
ARTI GRAFICHE PASQUARELLI
Isola del Liri (FR)