PERCHE` SAPONE AUTOPRODOTTO: UN PO` DI CHIAREZZA ED

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PERCHE` SAPONE AUTOPRODOTTO: UN PO` DI CHIAREZZA ED
PERCHE’ SAPONE AUTOPRODOTTO:
UN PO’ DI CHIAREZZA ED INFORMAZIONE
Il sapone, almeno all’apparenza è tutto uguale
Proviamo a prendere una saponetta tra le mani, quella che abbiamo appena
comprato o quella che si sta sbocconcellando sul lavabo vanno benissimo.
Ora proviamo a far scorrere le mani sulla sua superficie liscia ed asciutta, quello
che stiamo accarezzando è il prodotto di una reazione chimica alla quale è stato
dato un nome che dovrebbe risvegliare una certa curiosità: SAPONIFICAZIONE.
Saponificazione: reazione magica? NO
Fare sapone significa innescare una reazione chimica tra ingredienti diversi per
ottenere un prodotto finale che non ha più nulla a che vedere, dal punto di vista
della composizione, con quanto si è mescolato all’inizio.
Alla voce “saponi” su dizionari scelti a caso si legge:
Sale alcalino di acidi grassi a elevato numero di atomi di carbonio, usato
specialmente come detergente. Il Nuovo Zingarelli, vocabolario della lingua italiana
ll sapone è generalmente un sale di sodio o di potassio di un acido carbossilico
alifatico a lunga catena; viene prodotto e usato per sciogliere le sostanze grasse
nei processi di pulizia.
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Si prepara per mezzo di un processo denominato saponificazione, ovvero per
idrolisi alcalina, di grassi di origine animale o vegetale che porta alla formazione
del sale carbossilico (il sapone)e un alcol (generalmente glicerina) Wikimedia Italia
In parole più semplici, ciò che chiamiamo sapone è il prodotto di una reazione
chimica tra una base alcalina forte ed uno o più acidi deboli che dà come risultato
un sale; quindi dal punto di vista chimico il sapone non è nient’altro che un sale.
Infatti se prendiamo il nostro pezzo di sapone e lo mettiamo a bagno in un
bicchiere di acqua vedremo che si scioglierà esattamente come il sale nella
pentola della pastasciutta!!!!
Anche se è un tipo di sale molto diverso dal cloruro di sodio che usiamo in cucina,
infatti si tratta di un sale del tutto speciale, e la reazione che lo produce è
talmente tipica da avere meritato un nome specifico : saponificazione
Da quanto fin qui affermato, abbiamo capito che per innescare la reazione
chimica di saponificazione servono tre elementi e dobbiamo tenere presente che
ogni volta che ci mettiamo a preparare o a comprare sapone abbiamo a che fare
con la chimica
I tre ingredienti usati per quello che si chiama sapone sono:
OLI O GRASSI (gli acidi deboli) di origine animale o vegetale
Gli oli o grassi di base sono quelli usati in maggiore quantità nelle ricette, sono
anche quelli meno costosi e più facili da reperire.
Un grasso di base molto usato in Italia ed in Europa è l’olio di oliva, altre categorie
convenzionali sono gli oli di girasole, di mais, di arachidi di soia.
Mentre sull’altra sponda dell’Atlantico si preferiscono oli di palmistro o di palma
oppure i grassi animali.
Col termine di oli nutrienti ci si riferisce invece ad oli più rari, più pregiati e più
costosi che possono dare al sapone stesso un carattere o delle proprietà
speciali. Tra questi olio di mandorle, olio di jojoba, olio di macadamia, olio di
nocciola, burro di karatè.
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ATTENZIONE: non dobbiamo illuderci che aggiungendoli al sapone esso acquisti
proprietà nutrienti, in quanto qualunque siano i grassi utilizzati l’unica funzione del
sapone è solo quella di detergere la pelle, non di nutrirla o di curarla: la funzione
principale di questa classe di ingredienti è quella di aumentare la percentuale di
acidi grassi liberi nel sapone per renderlo meno detergente e quindi più gentile
con la pelle.
ALCALI: (base alcalina forte) Idrossido di sodio (NaOH) o di potassio (KOH)
ACQUA ED ALTRI LIQUIDI: (solvente) latte animale o vegetale, birra, vino infusi e
decotti, succhi di frutta e di verdura, caffè…la fantasia non ha limiti!
Questi due ultimi ingredienti sono assolutamente indispensabili per avviare la
reazione di saponificazione ed insieme all’acqua danno inizio al processo di
trasformazione.
Tutto ciò comporta una riflessione importantissima. poiché la saponificazione è un
processo che trasforma alcune materie prime in qualcosa di nuovo e di
completamente diverso, ogni volta che combineremo oli e grassi con idrossido di
sodio (soda caustica) quello che otterremo alla fine sarà sempre un sale inerte,
dunque non caustico.
Per fare un parallelo con la cucina, è come se facessimo un sugo utilizzando e
mescolando pomodoro, cipolla, basilico ma a cottura avvenuta ci trovassimo una
torta al cioccolato: potrebbe sembrare una cosa che sa di magia, un’assurdità, ma
è proprio così! Ed è questo aspetto “magico” che per me, saponaia, rappresenta il
fascino inesauribile del creare in casa il propio sapone
MITI DA SFATARE - SAPONI SENZA SODA - SAPONI NEUTRI
E’ facile imbattersi in qualcuno che sostiene di vendere saponi senza soda
caustica: impossibile!!!
Il sapone senza alcali non si può fare, come non si può fare la salsa di pomodoro
senza usare il pomodoro!
Tutti i saponi si fanno con la soda, ma nessun sapone la contiene, perché come
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spiegato, gli alcali reagiscono coi grassi trasformandola in altro.
Solitamente i più convinti venditori li trovate nei mercatini, nelle fiere
dell’artigianato o in qualche fiera a sfondo ecologico: si ergono davanti a loro pile
e pile di saponette profumatissime, coloratissime avvolte in imballaggi rustici o
decorativi perfetti ed accattivanti.
Se si cerca di capire le etichette, nonostante siano bellissime, ci diranno ben poco
e, se vi verrà voglia di chiedere, è probabile che vi venga raccontata e data una
spiegazione bellissima, secondo la quale qualcuno detiene la ricetta
(assolutamente segreta) del sapone senza soda caustica grazie alla scoperta di
qualche antichissima ricetta che prevede l’uso di certe foglie, erbe, radici...
Questa ricetta non può essere condivisa in quanto “segreta”.
Un altro mito collegato a quello del sapone senza soda è quello del SAPONE
NEUTRO, inteso come avente pH simile a quello della pelle.
E’ vero che in commercio esistono miscele di tensioattivi che hanno valori pH
inferiori a 9, ma semplicemente non sono saponi!
Sono infatti syndet, una contrazione dell’inglese Syntetìhetic detergent ossia
detergenti sintetici.
La pubblicità di tanti cosmetici e prodotti per la pelle ci propina un sapone neutro
il cui pH oscilla tra 4,7 e 7, lo stesso pH della nostra pelle ed è a questo intervallo
di valori che si riferisce chi blatera di saponi neutri.
Ma pensare che ci possa essere e/o si possa produrre un sapone con “pH
neutro” è una vera stortura dal punto di vista chimico in quanto il sale ottenuto
dalla reazione tra una base alcalina (forte - soda caustica) ed un acido debole
(grassi) è basico, ossia alcalino, pertanto ha e deve avere un valore di ph non
inferiore a 9.
RIASSUMENDO
La forza lavante del sapone è a sua volta un fenomeno fisico-chimico, dovuto alla
capacità di formare le cosiddette micelle.
Nello specifico: il sapone si presenta con una “coda” idrofila, ossia amica
dell’acqua ed una “testa” liofila che è invece attirata dal grasso di cui lo sporco è
spesso costituito. Sciogliendosi in acqua le molecole tendono a formare strutture
sferiche, le micelle, nelle quali le code idrofile sono rivolte verso l’esterno mentre
le teste liofile imprigionano lo sporco all’interno della struttura favorendone la
rimozione.
Ciò è possibile perché Il sapone ha un’altra caratteristica chimica specifica: è un
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tensioattivo anionico, ossia una sostanza capace di abbassare la tensione
superficiale dell’acqua, rendendola capace e più efficiente nell’inglobare le
particelle di sporco e nel trascinarle via.
Un sapone è dunque un cosmetico detergente, ossia un prodotto che ha l’unica
funzione di lavare e che, per farlo bene, sottrae “qualcosa” allo strato
superficiale della pelle dove si trovano il sebo e lo sporco atmosferico. Da questo
punto di vista si utilizza l’espressione detergente rinse-off o wash-off per indicare
un prodotto che rimane sulla pelle solo per pochi secondi necessari ad
asportarne lo sporco e il grasso superficiale prima di essere sciacquato via.
A tal proposito non dobbiamo confonderlo con altri cosmetici come le creme e le
lozioni (leave-on) destinati a rimanere sulla pelle ed a contatto con essa per lungo
tempo, tanto che tipicamente ne sono assorbiti e restituiscono alla pelle
idratazione o nutrimento.
Ho riportato questi due concetti in quanto spiegano chiaramente la necessità di
diffidare di chi promuove e propone saponi “idratanti”, “emollienti” o addirittura
“nutrienti”, in quanto si tratta di invenzione del marketing cosmetico se non di
semplice ingenua ignoranza!!!!
PERCHE’ USARE UN SAPONE AUTOPRODOTTO
E’ necessario insistere sul concetto che il sapone é un detergente perché é
necessario per capire come non solo come funzione ma come dovrebbe essere
prodotto.
Va ricordato che è un detergente alcalino perché se tale valore fosse diverso…
allora non sarebbe più sapone.
Questa sua alcalinità così tanto demonizzata dalla pubblicità e da articoli
divulgativi dalle pretese “scientifiche”, non solo è normalmente ben tollerata dalla
pelle sana ma ha parecchi vantaggi che andiamo a scoprire.
La questione del pH neutro prima esposta è molto più complessa di quanto si
pensi in quanto non è possibile basarsi solo su un valore intermedio di una scala
astratta per determinare che cosa fa bene o male alla pelle.
Il pH indica semplicemente la posizione di un liquido sulla scala tra alcalino (basico)
e acido. La nostra pelle non tollera solo i valori estremi.
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E’ necessario quindi considerare che sono tanti i fattori determinanti l’acidità
della nostra epidermide, gli stessi variano non solo da persona a persona, ma
anche a seconda della zona del corpo, in base all’età al sesso ed al patrimonio
genetico.
Tutti i detergenti provocano una variazione
Gli stessi asportano insieme allo sporco anche lo strato di grasso superficiale film idrolipidico - ed il valore pH cutaneo si sposta verso l’estremità basica perché
la pelle resta priva, per un determinato periodo di tempo degli acidi deboli (la
sottile pellicola di grasso cutaneo) che costituiscono il suo naturale scudo di
protezione. Se consideriamo questa premessa, lavarsi col sapone alcalino che
viene sciacquato nel giro di pochi secondi, può facilmente provocare meno stress
alla pelle che non applicare uno strato abbondante di latte detergente.
La basicità del sapone rappresenta una naturale protezione da virus, spore e
batteri che proliferano invece negli ambienti acidi. Per questo, usato con cautela e
moderazione, il sapone naturale può essere adatto per la detersione intima,
perché il suo pH alcalino dà molto fastidio a funghi del tipo Candida Albicanis,
responsabile delle più comuni infiammazioni.
Non dobbiamo sottovalutare che l’azione gentilmente antimicrobica del sapone
non richiede additivi, come invece avviene nei detergenti neutri o a pH acido.
Questo piccolo dettaglio conferma i vantaggi del lavarsi col sapone naturale
autoprodotto: la sua bontà non dipende tanto da quello che contiene, ma da
piuttosto da quello che non c’è.
Nella sua semplicità il sapone resta l’alleato più affidabile per l’igiene della nostra
pelle in quanto i saponi autoprodotti a regola d’arte sono privi di una serie di
additivi, correttori, riempitivi che invece vengono aggiunti ai cosmetici industriali
per modificarne o alterarne le caratteristiche in modo del tutto innaturale.
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