CdT Euro-franco in mezzo al guado

Transcript

CdT Euro-franco in mezzo al guado
Corriere del Ticino
27
GIOVEDÌ 12 NOVEMBRE 2015
BORSA SVIZZERA SMI (+0,39%)
8990
8.884
USD/CHF (ore 18.00)
1,0038
8876
LU
MA
ME
GIO
VE
1,0733
1,0760
1,0038
1,0019
1,0796
0,9963
8849
EURO/USD (ore 18.00)
1,0869
1,0075
1,0063
VE
1,0776
1,0829
8970
8884
GIO
EURO/CHF (ore 18.00)
LU
MA
ME
GIO
VE
1,0783
1,0776
LU
1,0733
1,0737
1,0770
1,0689
MA
ME
GIO
VE
LU
MA
ME
ECONOMIA
1,12
GLI ULTIMI SEI MESI
NOTIZIEFLASH
EURO-FRANCO
ITALIA/1
Unicredit, scende l’utile
Tagli per 18.200 posti
1,10
1,08
1,06
1,0776
11/11
1,04
1,02
Mag
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
ITALIA/2
2015
P&G Infograph
Cambi Euro-franco in mezzo al guado
Dopo aver toccato quota 1,10 in settembre, la moneta unica europea è tornata a calare
Cribari (Veco): «A breve è possibile l’1,05» – Cecconi (Bär): «Ad un anno vediamo l’1,12»
VANNI CARATTO
❚❘❙ La ripresa dell’euro sul franco, iniziata a metà luglio, sembrava, fino a qualche settimana fa, promettente. Da un
livello intorno all’1,05 si era arrivati vicini all’1,10. Per molti era il segnale di
un possibile indebolimento più duraturo del franco. Ma poi già a settembre
era arrivato qualche segnale opposto.
Ora, alla vigilia di decisioni importanti
delle banche centrali, l’euro-franco dà
nuovi segnali di cedimento, tornando
sotto quota 1,08. Ieri in serata l’euro
saliva sul dollaro a 1,0733 e sul franco a
1,0776. Calava il dollaro sul franco svizzero a 1,0038.
«La mia aspettativa di lungo termine è
che si debba tornare all’1,20 – chiarisce
Mario Cribari di Veco Group –. Non mi
ha comunque sorpreso questa discesa
nel breve, viste le condizioni esterne.
Non escludo che si possa arrivare anche all’1,05. Quello che ha contribuito
più di tutto a questo movimento è stato
il rafforzamento del dollaro sia sull’euro che sul franco».
Il mese prossimo la Federal Reserve
americana dovrà decidere se alzare i
tassi (dando una spinta alle quotazioni
del dollaro) e la Banca centrale europea stabilirà se rafforzare e in che misura il piano di quantitative easing (favorendo l’indebolimento dell’euro):
questi due appuntamenti influiranno
in modo significativo sul rapporto di
cambio del franco con le altre principali valute.
«Non sono così convinto che la Fed alzerà i tassi a dicembre. Da questa parte
dell’oceano il presidente della BCE si
trova invece con un’inflazione molto
bassa e dati economici non brillantissimi: potrebbe quindi attuare politiche
monetarie più incisive – continua Cribari –. In ogni caso non mi aspetto la
parità tra euro e dollaro e tra euro e
franco».
«La nostra visione rimane inalterata:
euro-franco a 1,10 a tre mesi e a 1,12 a
un anno. – spiega Patrick Cecconi, investment advisor di Julius Bär –. Ci
aspettiamo un rialzo dei tassi da parte
della Fed, ma non è detto che sia a di-
❚❘❙ Il gruppo bancario italiano Unicredit chiude i 9 mesi con un utile di
oltre 1,5 miliardi di euro (–16,1%
sullo stesso periodo del 2014). Sui
conti pesano 400 milioni di svalutazione della controllata in Ucraina e
la conversione in euro dei mutui in
franchi svizzeri in Croazia. Il gruppo cancellerà circa 18.200 posti di
lavoro entro il 2018. Lo si legge
nell’aggiornamento del piano della
banca. Il dato – spiega l’istituto – include la riduzione di 6.000 lavoratori relativi alla cessione delle attività
in Ucraina e alla joint venture tra
Pioneer e Santander.
cembre. In ogni caso dovrebbe esserci
un solo ritocco e poi una pausa, perché
le dinamiche dei prezzi USA non necessitano di successivi ritocchi».
Per Cecconi l’attuale indebolimento
dell’euro (e la conseguente rivalutazione del franco) è più dovuta alle dichiariazioni di Mario Draghi della BCE che
alle aspettative sulle prossime mosse
della Fed.
«Siamo inoltre certi che la Banca nazionale svizzera interverrà prontamente
nel caso di un apprezzamento eccessivo del franco», conclude Cecconi.
Borse in chiaroscuro
Giornata contrastata sui principali listini, dopo l’ennesimo segnale (comunque previsto) di rallentamento in Cina.
Londra è salita dello 0,35%, Francoforte dello 0,70%, Zurigo dello 0,39%. Milano è scesa dello 0,26%. A New York
gli indici Dow Jones e Nasdaq sono
scesi entrambi dello 0,32%.
Rallenta la produzione industriale in
Cina: l’indice a ottobre ha segnato un
rialzo del 5,6% su base annua, dopo il
+5,7% di settembre. Il risultato è di poco inferiore alle stime degli economisti
che puntavano su una crescita del
5,8%. Diffusi anche i dati sulle vendite
al dettaglio che, sempre su base annua,
mostrano un consolidamento, segnando un aumento dell’11% a ottobre dopo il 10,9% di settembre.
In Germania i saggi economici hanno
presentato le loro stime sulla crescita
tedesca: +1,7% del PIL per il 2015 e
+1,6% per il 2017. Secondo i consulenti
indipendenti del Governo tedesco, la
Germania può affrontare e superare la
sfida dell’integrazione dei profughi,
con costi prevedibilmente sostenibili e
vantaggi nel lungo periodo. Le spese
potrebbero però aumentare, hanno
ammonito, se i procedimenti del diritto
d’asilo fossero lenti e l’integrazione nel
mercato del lavoro difficile.
Il calo del PIL russo invece potrebbe
raggiungere quest’anno il 5%: lo ha
detto il vicepremier Arkadi Dvorkovich. Dvorkovich ha aggiunto che
quest’anno l’import è diminuito di circa il 30%.
Yoox, con Net-a-Porter
ricavi in aumento del 32%
❚❘❙ Yoox approva i conti post fusione
con Net-a-Porter. Il gruppo ha registrato da solo ricavi nei 9 mesi per
439,4 milioni (+20%). Considerato
il giro d’affari di Net-a-Porter i risultati pro-forma evidenziano un balzo dei ricavi a 1,2 miliardi (+32,2%).
CINA
Alibaba, in un solo giorno
vendite per 14,3 miliardi
❚❘❙ Alibaba record. Il gigante cinese
dell’e-commerce ha realizzato vendite per 14,3 miliardi di dollari nel
«Singles Day», il Cyber Monday della Cina. La cifra è decisamente superiore ai 9 miliardi di dollari dello
scorso anno.
STATI UNITI
Partito democratico USA:
forti rischi nelle banche
❚❘❙ Le banche americane hanno in
portafoglio 10.000 miliardi di dollari di scommesse rischiose sui derivati. Lo afferma uno studio condotto dal Partito democratico USA, secondo il quale questo è il risultato
della bocciatura di una norma importante della riforma di Wall Street che avrebbe costretto le banche a
spostare gli swap in entità che non
sono assicurate dai soldi dei contribuenti.
Studio Valuta forte e concorrenza Tecnologie L’innovazione in ufficio
Molte sfide per l’industria MEM che rende il lavoro più «intelligente»
❚❘❙ L’industria svizzera guarda
con apprensione al futuro: l’89%
di 393 aziende interpellate, attive
nel comparto meccanico, elettrotecnico e metallurgico (MEM)
giudica negative le prospettive
per i prossimi dodici mesi. A pesare, rivela uno studio della società di consulenza Deloitte e
dell’istituto BAKBasel, sono la
forza del franco, la concorrenza e
la volatilità dell’economia globale. Il rafforzamento della moneta
elvetica ha spinto le imprese ad
agire: il 77% acquista all’estero, il
70% ha adottato misure di efficienza, il 69% ha abbassato i
prezzi e il 63% ha puntato di più
sull’innovazione, hanno indicato
i responsabili della ricerca. Altre
misure adottate sono il pagamento in euro in Svizzera (40%),
provvedimenti contro i rischi valutari (39%) e lo sbarco su nuovi
mercati (pure 39%). Secondo
Ralf Schlaepfer, specialista di industria presso Deloitte, misure
come la diminuzione dei prezzi
possono avere successo per
mantenersi concorrenziali nel
breve termine, ma sul lungo periodo riducono i margini e quindi le capacità di investimento. Le
aziende migliori devono invece
puntare su cambiamenti strutturali nei periodi difficili, garantendosi quindi un potenziale per il
futuro. Il sondaggio mostra come
sia in corso una delocalizzazione. Il 22% ha già spostato attività
nell’Eurozona e il 24% sta valutando o pianificando di farlo. A
medio e lungo termine le prospettive per il ramo MEM sono
comunque favorevoli, ha affermato Michael Grass di BAKBasel. Servono comunque strategie
di lungo respiro. Occorre pensare a fidelizzare e acquisire clienti
(l’83% degli interrogati prevede
di fare sforzi in tal senso), espandersi su nuovi mercati (67%), sviluppare le attività di servizio
(47%), innovare e ripensare i
processi produttivi (45%), nonché pensare a fusioni (24%) e
partenariati (40%).
❚❘❙ È sbarcata a Lugano la società
Noovle International che si prefigge di rendere più «intelligenti» i processi all’interno degli uffici attraverso innovazioni mirate nella gestione dei dati e dei
software.
La presentazione ieri dell’azienda, che si insedia ora anche a
Lugano, è stata l’occasione per
fare il punto sull’innovazione
digitale come motore di sviluppo all’interno delle imprese.
All’evento hanno infatti partecipato esponenti della Fondazione Agire – l’Agenzia per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico del Canton Ticino – di AITI,
l’Associazione industrie ticinesi
e di Google for Work. Questa
trasformazione digitale all’interno degli uffici va sotto l’etichetta di «open innovation» e
comprende l’impiego delle cosiddette tecnologie abilitanti
(mobile, IoT e Cloud) in diversi
ambiti, dallo smart working al
digital publishing, ai big data.
Durante l’evento di ieri all’albergo The View di Paradiso alcune
aziende hanno portato la testimonianza delle proprie sfide e
hanno messo a disposizione la
loro esperienza raccontando
come sia possibile cambiare i
processi grazie all’uso intelligente delle tecnologie. Tra queste soluzioni Noovle propone
una sorta di Google aziendale
che permette, all’interno di
un’impresa, di accedere facilmente e rapidamente a tutti i
dati disponibili in un dato ambito, proprio come avviene comunemente con il motore di ricerca Internet.
L’insediamento di Noovle a Lugano di Noovle risponde al progetto di espansione internazionale della società e si adatta al
modello svizzero di successo
costituito da piccole e medie
imprese innovative, da uno
spiccato orientamento alle
esportazioni e da un’economia
che, di fatto, vive di innovazione.