Salmo 27 Un`estate per fare cordoglio nella fede Questo messaggio

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Salmo 27 Un`estate per fare cordoglio nella fede Questo messaggio
Salmo 27
Un’estate per fare cordoglio nella fede
Questo messaggio avrebbe dovuto avere un’altra forma ed essere esposto in tutt’altra
situazione. La notizia della morte della sorella Kyra ha di fatto cambiato molto dell’uno e
dell’altra. Siamo tutti senza parole di fronte al dolore e al senso di perdita che avvertiamo
profondamente. Sarebbe più facile tacere e rimanere in silenzio davanti al Signore per
piangere e fare cordoglio davanti a Lui. Nel silenzio del nostro dolore, tuttavia, la parola di
Dio vuole raggiungerci. Non per fare dell’inutile retorica religiosa, ma per orientare il nostro
lutto e accompagnarci nel travaglio. “Anche nella valle dell’ombra della morte, tu, Dio, sei
con me” dice il salmo 23. Nell’immensità di questa tragedia, c’è una parola di Dio? Dio può
dire qualcosa in questa situazione? Sì, c’è una parola sommessa eppure potente, dolce
eppure forte, sussurrata eppure fortificante. La vogliamo sentire?
Nella battaglia più nera e dura, Davide aveva una parola di Dio a cui aggrapparsi. Nella
tragedia della morte della cara sorella Kyra anche noi abbiamo una parola di Dio con cui
farci toccare dal Signore.
1. Dio è il rifugio di chi crede, tra cui il caro Reid
Davide scrive questo salmo dopo aver affrontato tante battaglie e prima di affrontare
quella successiva. La vita è dura, da una battaglia all’altra. Chi vuole seguire il Signore sa
di essere in guerra. Vincitore in Cristo, ma in battaglia contro i colpi di coda del Nemico di
Dio e delle anime nostre. Il diavolo si serve di uomini malvagi per attaccare i figli di Dio,
talvolta assalendoli in modo improvviso e inaspettato (2), altre volte pianificando contro di
loro una serie di attacchi come se avesse un esercito schierato (3).
Questa volta si è servito di un ignaro e disperato autista di un camion rimorchio che, pur
avendo la responsabilità di condurre un bisonte della strada, era sotto l’effetto di
stupefacenti e quindi fuori controllo di sé e di tutto quello che gli era affidato. Fermatosi col
camion su una strada in salita, è sceso e non ha azionato il freno a mano. Il camion si è
quindi iniziato a muovere all’indietro invadendo la strada su cui Reid e Kyra stavano
passando. I nostri cari si sono trovati di fronte a un muro di lamiere contro cui sono andati
a schiantarsi. Kyra è morta sul colpo.
Cosa può dire un uomo di Dio come Davide che sta combattendo e che vede intorno a sé i
segni dolorosi della battaglia e le vittime lasciate sul campo? Cosa rimane da dire a un
uomo di Dio come Reid che perde così sua moglie? Sicuramente ci sono le lacrime e il
pianto. Sicuramente c’è il dolore lancinante da togliere il fiato. In questo tsunami di
cordoglio, c’è però il ritornello della vita di un credente. La vita è fatta di tante strofe, una
diversa dall’altra: una è gioiosa e trionfante, l’altra è dolorosa e difficile. Ma c’è un ritornello
che lega insieme l’una e l’altra. E il ritornello della vita del credente è: “Dio è la mia luce, la
mia salvezza, il baluardo della mia vita: di chi temerò? Di chi avrò paura?” (1).
Per un cristiano non cambiano le strofe della vita, cambia il ritornello. Càpiti quello che
càpiti, nella gioia e nel dolore, si può sempre cantare periodicamente, giornalmente,
ciclicamente: Dio c’è e io non ho paura! Qui sta la differenza: non ci sono risparmiate le
battaglie e anche le atroci sofferenze della perdita della vita nostra e altrui, ma ci è donata
la grazia di avere sempre un ritornello a cui aggrapparci. Dio è la mia luce e la mia
salvezza: non temerò. Certo, la morte è il re degli spaventi (Giobbe 18,14), ma Dio è più
grande della morte e chi crede in Dio può cantare questo ritornello sempre.
Per la grazia di Dio, Reid sta cantando questo ritornello anche in questi giorni tragici. Sì, è
un uomo forte, ma è forte perché è forte il Dio a cui ha affidato la sua vita, nella gioia e nel
dolore. Tu, tu puoi cantare lo stesso ritornello? Qual è il ritornello della tua vita? Forse non
hai nemmeno un ritornello: tutto passa e scorre via senza essere ricondotto a un tema di
fondo. Il tema di fondo della vita di chi crede è “Dio è la mia salvezza, non avrò paura”. È il
tuo ritornello?
2. Dio accoglie i suoi figli in casa, anche la cara sorella Kyra
Nel bel mezzo della battaglia si può cantare il ritornello della fede in Dio. Nel vivo del
combattimento, Davide ha anche un altro pensiero: un pensiero di futuro e di speranza. Ha
un progetto di vita che continua a pulsare in modo determinato. Una cosa cerca: abitare
nella casa del Signore tutti i giorni della sua vita (4). Lì, nella casa del Signore, troverà
vero rifugio, lì sarà custodito in piena sicurezza, lì sarà al sicuro fuori dalla mischia.
Cos’è la casa del Signore? Dov’è la casa del Signore? È il luogo dove Dio è al centro, è il
luogo dove Dio è presente. Davide aveva in mente il tempio che non c’era ancora in
quanto non era ancora stato costruito. Al suo tempo c’era il tabernacolo, un tempio di
tende, ma lui sognava il giorno in cui sarebbe stato nella casa del Signore di muratura. Già
poteva stare alla presenza del Signore nel tabernacolo, ma non poteva ancora stare nel
tempio. E sognava quel tempio e lo desiderava, proprio in mezzo alle battaglie della vita.
Dov’era la casa di Kyra? Dove voleva stare lei? Dove Dio l’aveva chiamata. Kyra
considerava Roma la sua casa. Dio l’aveva chiamata qui, tra di noi, in questa città, e lei
aveva accettato Roma come casa sua. Lei stava bene qui. Certo, non si nascondeva le
difficoltà di una città caotica e complessa, soprattutto per chi ha tre bimbi piccoli. Ma lei si
sentiva a casa, a suo agio. Non avrebbe cambiato Roma con nessun’altra città. Eppure,
noi sappiamo che Kyra ambiva a un’altra casa. Non perché ne volesse una più grande, ma
perché desiderava ardentemente stare col Signore, vicino al Signore, in una più piena
comunione con Lui. Lei sapeva che Roma era la sua casa terrena, ma sapeva anche che
Dio aveva una casa celeste per lei. Essendo contenta qui, desiderava abitare là. Servendo
il Signore qui, aveva lo sguardo teso verso la casa celeste.
La sua morte è stata una tragedia, ma guardiamo questa tragedia dalla prospettiva della
Parola di Dio: Kyra ora è a casa, quella casa dove voleva abitare per sempre. Nel
momento prima dello schianto, Kyra ha urlato. Dio ha preso quell’urlo disperato e lo ha
trasformato un attimo dopo in un canto. Dio ha preso la sua vita e l’ha portata a casa. Kyra
voleva tornare alla sua casa di Roma, ma Dio, per le sue ragioni a noi sconosciute, ha
voluto accoglierla nella sua casa celeste. Ora lei è là, nella casa del Signore.
Con il suo sorriso che allargava il cuore di chi la incontrava, Kyra già vedeva in lontananza
la casa celeste. Era chiaro che lei vedeva qualcosa di straordinario all’orizzonte; era chiaro
che lei gustava già qualcosa di unico: lei intravedeva Dio e la sua casa e il suo sorriso
trasmetteva qualcosa di questa visione. Dio ci ha donato questo sorriso per sei anni. Il suo
sorriso è stato una finestra aperta sulla casa di Dio dove ora Kyra abita.
Kyra sapeva che la porta per entrare nella casa di Dio è Gesù Cristo. Gesù dice: “io sono
la porta: se uno entra attraverso di me sarà salvo” (Giovanni 10,7-10). Lei, quando era
ancora piccola, aveva creduto in Gesù Cristo. Sapeva di essere fuori dalla casa a causa
del suo peccato e che solo la grazia di Dio avrebbe potuto salvarla. Ha creduto che
fidandosi di Gesù, morto e risorto anche per lei, sarebbe entrata dentro e lì sta. Dove ti
trovi oggi tu? Sei fuori o dentro? Se sei fuori, Gesù è l’unica porta per entrare.
3. Dio farà da madre a chi l’ha persa, comprese Nolyn, Ellie e Livia
C’è un’altra parola che dobbiamo ascoltare. Nel bel mezzo di questo salmo, Davide
esclama: “Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, il Signore mi accoglierà” (10).
Di fronte al pericolo e alla situazione difficile, Davide chiede al Signore di non essere
lasciato solo. Non abbandonarmi, non nasconderti, sii con me. Nell’aprire il suo cuore al
Signore, Davide sa di poter contare su di Lui al punto che anche se le persone più care
dovessero sparire, Dio continuerebbe ad essere lì. Più di un padre amorevole, più di una
madre affettuosa, Dio è Colui che si prende cura dei suoi figli.
Kyra non ha abbandonato le sue amate bambine. È stata portata via da un tragico
incidente che l’ha sottratta all’affetto delle sue piccole. Insieme a Reid, ha seminato nella
vita delle sue bambine le ricchezze dell’evangelo. Queste bimbe hanno ricevuto tanto,
tutto dalla loro mamma. Ora, non vedendola più attorno prendersi cura di loro e
prodigandosi per loro in mille modi, si chiederanno: chi ci aiuterà? Chi starà con noi? Chi
sarà il nostro punto di riferimento? Chi ci consolerà quando piangeremo? Grazie a Dio
Reid è stato risparmiato e continuerà ad essere per Nolyn, Ellie e Livia il buon padre che è
sempre stato e lo sarà ancor di più. Ma Dio si prende un impegno qui. Anche se Kyra non
c’è più, Dio c’è e ci sarà. Lui ascolterà ogni gemito di queste bimbe, asciugherà ogni
lacrima, le farà crescere e diventare donne e farà sì che l’eredità preziosa della mamma
prosegua nelle loro giovani vite. Noi pregheremo per loro. Possiamo avere fiducia perché
sappiamo che Dio non viene meno ai suoi impegni solenni.
Prima o poi i nostri riferimenti umani spariscono e siamo lasciati soli con noi stessi: padre,
madre, figli, mogli, mariti, famigliari, amici … prima o poi ci lasciano. Ma coloro che
credono in Dio non saranno mai soli. Gesù, il rifugio della nostra vita, la porta della nostra
salvezza, è anche l’Emanuele, Dio con noi. “Io sono con voi sino alla fine”, dice Gesù a
quelli che credono in Lui (Matteo 28,20). Nel bel mezzo della tragedia che stiamo vivendo,
questa è una buona notizia davvero. È la notizia a cui Kyra aveva creduto e che, da
quando era piccola, aveva riempito la sua vita tanto da spingerla a venire qui per
raccontarla anche a noi.
È scritto di Abele che benché morto, parla ancora (Ebrei 11,4). Perché aveva creduto in
Gesù Cristo, Kyra, benché morta, parla ancora con l’esempio della sua fede. Il suo
esempio faccia breccia nei nostri cuori e nella nostra città. Che questo esempio ispiri
ciascuno di noi a servire il Signore con lo zelo, la grazia, la dolcezza che sono stati di
Kyra.