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PERCORSO CLINICO ORGANIZZATIVO PER IL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA DELLA PROSTATA Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 1/24 INTRODUZIONE Il carcinoma della prostata rappresenta un problema oncologico e di sanità pubblica importante; esso è la terza causa di morte per tumore tra gli uomini. Ogni anno in Italia muoiono circa 9.000 uomini per un tumore della prostata (circa l’8% sul totale dei deceduti per tumore). La sua incidenza è in continuo aumento, in Italia come in molte altre parti del mondo, pur se la mortalità per tumore della prostata rimane sostanzialmente stabile nel tempo. Questo fenomeno, almeno nei Paesi industrializzati, è principalmente la conseguenza di una maggiore diffusione delle informazioni sul tumore che ha portato ad una diffusa pratica di screening opportunistico in assenza di studi che ne abbiano chiaramente dimostrato l’efficacia. Ciò ha avuto diverse implicazioni negative, in primo luogo quello di una sovradiagnosi del tumore, ovvero l’individuazione di una cospicua quota di tumori che, in assenza di screening, non sarebbero mai diventati clinicamente evidenti e che quindi non avrebbero mai portato a morte il soggetto (carcinomi “latenti”). La conseguenza di questa sovradiagnosi è quasi sempre il sovratrattamento dei pazienti; i trattamenti più spesso proposti (prostatectomia radicale, radioterapia, ormonoterapia), oltre ad avere costi rilevanti, si accompagnano spesso ad importanti effetti collaterali, che possono compromettere pesantemente la qualità di vita del paziente. Peraltro, le principali opzioni per il trattamento del carcinoma della prostata sono state molto raramente confrontate tra loro con studi sperimentali di disegno e dimensioni adeguate. La letteratura su alcuni di questi temi è scarsa o assente; su alcune questioni è abbondante ma non conclusiva. Ancora più che per altre neoplasie, dunque, per il tumore della prostata assume particolare importanza il coinvolgimento attivo del paziente nelle possibili scelte di ogni fase dell’iter diagnostico/terapeutico; il paziente che si rivolge a strutture del SSN (dal Medico di famiglia allo specialista) deve poter trovare adeguate e coerenti informazioni che lo aiutino a prendere parte attiva nelle scelte che gli si presentano. Nonostante la poca chiarezza sui comportamenti clinici da seguire, lo scopo del percorso è di definire le migliori modalità cliniche ed organizzative all'interno della ASL di Lanciano Vasto Chieti alla luce delle best practice ad oggi conosciute, a garanzia della sicurezza del paziente. Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 3/24 RAGIONAMENTO CLINICO Pazienti con sospetto carcinoma prostata Espl.Rett.,PSA,eco prost.trans rettale(in casi selezionati) E1 Controllo entro 1 anno + PSA+ espl. Rett. E2 Necessaria biopsia? S1 NO SI Biopsia(Gleason) E3 NO Rivalutazione PSA a 3 mesi+terapia al bis E5 SI Ha un ASAP/ PIN S3 Dubbio? NO Positivo? S2 NO SI SI Turp E4 Rischio basso S4 NO Rischio intermedio? S5 Identificazione classi di rischio ( Espl. Rett.PSA, Gleason) E6 Rischio alto/ molto alto? S6 NO SI SI Follow up/ Eco reni e vescica Si Osservazione E’ metastatico? S7 TAC Addome, Scintigrafia NO E’ selezionabile per RT S8 NO E’ selezionabile per chirurgia S9 si NO Si Si SI E’ possibile RT? S10 Espl. Rett, Eco PTR, TC mdc (RB/RI/RA) RMN Bob Endo rett. + scinti (RI/RA) Ecografia addominale: (RB/RI) NO SI No Eco Addome (RB/RI/RA) Espl. Rett, Eco PTR, Scinti /RA) Si Si RT +- OT E10 OT/osservazione E9 Intervento Chirurgico + istologia E7 FU Indicazioni radioterapia post op.? PSA E8 PSA dosabile? S11 LEGENDA RB= Rischio Basso RI= Rischio Intermedio RA= Rischio Alto Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata No FU Si RT/OT di salvataggio E11 Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 4/24 E1: Esplorazione rettale (DRE): è eseguita di norma in tutti i pazienti. Nella refertazione è utile siano riportati i seguenti aspetti: • valutazione del volume prostatico: può essere classificato in lieve, moderato o severo; • morfologia della ghiandola prostatica • consistenza del tessuto ghiandolare e presenza, dimensioni e sede di eventuali aree d’indurimento; • vescicole seminali (se apprezzabili); • caratteristiche della mucosa rettale (mobilità sui piani profondi, presenza di muco e/o sangue). PSA (Prostate-specific antigen) Il PSA (Antigene Prostatico Specifico) è una glicoproteina prodotta principalmente dal tessuto prostatico, e il dosaggio della sua concentrazione serica rappresenta il principale test proposto per lo screening del carcinoma prostatico. Il PSA è un marcatore organo-specifico, ed i suoi livelli sierici si possono trovare elevati in condizioni come le infezioni genitourinarie, la esplorazione rettale, la cateterizzazione vescicale e altre condizioni benigne. Ciononostante il PSA totale è un predittore robusto di rischio di cancro prostatico futuro. In passato un valore di 4ng/ml è stato frequentemente utilizzato negli screening come cut-off per l’esecuzione di una successiva biopsia [Catalona 1994]. Nel trial ERSPC, però, si osserva che per un range di PSA tra 4 e 10 ng/ml il valore predittivo positivo è pari al 26%, ovvero si individua un carcinoma prostatico alla biopsia ogni 4 soggetti positivi al test [Postma 2005]. Oggi si ritiene che non ci siano valori di PSA al di sotto dei quali si possa ritenere con certezza che non vi sia rischio di carcinoma prostatico. Nel Prostate CancerPrevention Trial [Thompson 2004] i soggetti con valori di PSA inferiore a 4ng/ml e DRE negativa nei 7 anni in studio (2.950 pazienti) sono stati sottoposti a biopsia a sé stante alla fine dello studio. La percentuale di carcinomi prostatici risultava essere di circa il 15%; dei 449 carcinomi osservati, il 15% aveva un Gleason score >=7. Sempre nell’ambito del Prostate CancerPrevention Trial, sono state calcolate le caratteristiche operative del PSA (sensibilità, specificità e curva ROC) [Thompson 2005]. Gli autori hanno concluso che non esiste un cut-point del PSA che abbia simultaneamente un’alta sensibilità ed un’alta specificità per lo screening del carcinoma prostatico, ma che piuttosto esiste un continuum di rischio a tutti i valori di PSA. Per migliorare la validità del PSA nell’individuazione precoce di carcinomi localizzati sono stati sviluppati altri metodi di misurazione del PSA (PSA libero, rapporto tra PSA libero e PSA totale, PSA density, PSA density nella zona di transizione, PSA età specifico, PSA velocity), ma nessuno di questi si è dimostrato chiaramente più accurato rispetto al PSA totale. Per il dosaggio del PSA va utilizzato un prelievo venoso. E' importante evitare, nei due giorni che precedono il prelievo, l’eiaculazione e un'attività fisica intensa che possa alterare la funzionalità della prostata. Il sangue, inoltre, dovrebbe essere prelevato prima di una eventuale esplorazione rettale o di una biopsia prostatica PCA3: marcatore nelle urine da utilizzare solo in casi selezionati a giudizio dello specialista urologo. Ecografia prostatica transrettale: L’ecografia prostatica transrettale è raccomandata dalle linee guida europee urologiche ed oncologiche come metodica da utilizzare come guida per le biopsie prostatiche. In casi selezionati l’ecografia transrettale può fornire ulteriori indicazioni: dimensioni dei principali diametri spaziali (AP, CC, LL ) e volume ghiandolare; caratteristiche ecogeniche del parenchima; Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 5/24 numero, dimensione e sede delle eventuali aree di alterata ecogenicità e loro rapporto con la capsula prostatica; stato della capsula prostatica; stato delle vescicole seminali E2: Se non si ritiene necessaria la biopsia si eseguono i succcessivi controli clinici (PSA totale, velocity, density, rapporto PSA libero /PSA totale, double time), esplorazione rettale entro 1 anno a giudizio del clinico. S1: La biopsia va eseguita su indicazione del clinico dopo valutazione adeguata dei seguenti parametri : reperto sospetto all’esplorazione rettale variazioni dei valori di PSA (totale, velocity, density, rapporto PSA libero /PSA totale, double time). Sono altresì da valutare parametri quali: la familiarità l’età l’aspettativa di vita (> 10 anni) il volume prostatico le comorbilità E3: L’agobiopsia deve essere eseguita ecoguidata, transrettale o transperineale a scelta dell’operatore. Come primo accertamento è preferibile eseguire 10 - 16 prelievi bioptici (preferibilmente ago 18 gauge) delle regioni prostatiche con campionamento delle porzioni più laterali delle zone periferiche. Si sconsiglia di effettuare biopsie di saturazione (prelievi > 20) alla prima biopsia. Le evidenze scientifiche non raccomandano l’effettuazione di biopsie mirate su aree ipoecogene o su zone sospette al color-power-doppler nel caso si adotti uno schema bioptico con un numero maggiore di 10 prelievi. Vi sono evidenze scientifiche a favore di schemi bioptici con un numero variabile di prelievi in funzione del volume prostatico. Le biopsie della zona di transizione non sono consigliate alla prima biopsia e vanno riservate ai soggetti con precedenti biopsie negative ed elevati livelli di PSA. Rebiopsia dopo prima biopsia: la re-biopsia deve essere eseguita con un elevato numero di prelievi, e deve comprendere anche la zona di transizione. Lo score di Gleason non può essere quantizzato nelle biopsie successive a quella diagnostica qualora sia stata effettuata terapia medica, ormonoterapia, radioterapia. Indicazioni su base anatomo-patologica della rebiopsia sono: inadeguatezza della prima biopsia (ad es. assenza di ghiandole prostatiche), frammenti piccoli o non leggibili (< 10 mm). Ripetizione a giudizio del clinico. ASAP: è consigliabile: rebiopsia a breve PIN alto grado: è consigliabile: rebiopsia a giudizio del clinico Il numero dei prelievi va aumentato rispetto alla prima serie e deve comprendere anche la zona di transizione. Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 6/24 Modalità di invio biopsia: La richiesta di esame deve contenetre le seguenti informazioni: identificazione del paziente, livelli di PSA, terapie effettuate, sospetto diagnostico , eventuale presenza di malattie uro-genitali pregresse. Ogni prelievo bioptico va inviato in Anatomia Patologica in “cassette” per istologia con la tecnica a sandwich, cioè ogni frustolo disteso tra spugnette, imbevute di fisiologica e immediatamente immerse in formalina al 10%. I frustoli ago bioptici (> 10 mm. di lunghezza) vanno identificati per lato e per sede per indirizzare la pianificazione del trattamento terapeutico. S2 Refertazione biopsia:qualora la biopsia risultasse positiva Il referto del patologo deve contenere tutto quanto possa avere rilevanza clinica o prognostica e quindi: A) su agobiopsia di tessuto interessato da carcinoma localizzazione neoplasia istotipo valutazione del grading istopatologico (score) secondo Gleason che va usato nei carcinomi acinari. n° dei campioni interessati e possibilmente la percentuale di compromissione neoplastica per campione o la lunghezza complessiva in mm. invasione perineurale e intravascolare eventuale coinvolgimento del tessuto adiposo periprostatico (pT3a) S3: B) su agobiopsia di tessuto prostatico interessato da precancerosi PIN L’acronimo PIN (Prostatic Intraepithelial Neoplasia), definisce la proliferazione di cellule epiteliali atipiche nel rivestimento di dotti, duttuli e acini prostatici. Sul referto anatomo-patologico viene riportato solo il PIN ad alto grado (HGPIN). ASAP Con l’acronimo ASAP [Atypical Small Acinar Proliferation], sono definite lesioni sospette per carcinoma. L’ASAP non è un’entità definita, quanto una categoria diagnostica, in cui non è possibile una valutazione certa della lesione che permetta di distinguerla da un vero carcinoma per la limitatezza del focolaio sospetto, oppure dal fatto che non vengono soddisfatti tutti i parametri morfologici necessari per la diagnosi di carcinoma. In ogni caso il patologo non è in grado di esprimere una diagnosi di certezza, nemmeno con il supporto delle tradizionali metodiche immunoistochimiche che comunque possono ridurre il numero delle diagnosi non conclusive. In aggiunta ai criteri morfologici tradizionali, le indagini immunoistochimiche che possono essere d’ausilio, in associazione tra loro, nella definizione delle lesioni prostatiche, soprattutto in volumi tissutali minimi, sono: la p63, proteina nucleare espressa dalle cellule basali e/o in le citocheratine ad alto peso molecolare (34ßE12) l’alfa-metil-CoA-racemasi (o P504S) , iperespressa nell’adenocarcinoma, in HG PIN e più raramente in altre patologie. Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 7/24 E4 TURP (Transurethral resection of the prostate) Campioni del peso di g. 12 o meno dovrebbero essere inclusi nella loro interezza, usualmente in 6-8 cassette. Per campioni > 12 g. ogni 5 g. in più è auspicabile 1 cassetta addizionale. In caso di diagnosi di carcinoma occulto i prelievi vanno inclusi in toto. Per la refertazione istologica si rimanda alle precedenti voci. E5: In caso di referto per ASAP o PIN viene richiesta una rivalutazione del PSA a tre mesi. Terapia al bisogno: antinfiammatorio + alfa litico per ridurre una potenziale infiammazione prostatica che può far alzare il PSA E6: CLASSIFICAZIONE DEL RISCHIO (Linee guida EAU 2009) In caso di biopsia positiva i pazienti sono stratificati per : Rischio basso: tumore primario T1a-T2a Gleason score </= 6 PSA <10 ng/ml Rischio intermedio: tumore primario T2b Gleason score 7 PSA 10-20 ng/ml Rischio alto: tumore primario T2cT3a Gleason score >7 PSA >20 ng/ml Rischio molto alto: T3b-T4 N0 M0 Carcinoma prostatico metastatico: T(1-4) N(0-1) M1 T (1-4) pN1 M0 INDAGINI DIAGNOSTICHE E SCELTA TERAPEUTICA PER CATEGORIE DI RISCHIO In caso di rischio basso, intermedio o alto ed a seconda della scelta terapeutica andranno eseguite per la stadiazione del tumore le seguenti indagini diagnostiche: S4-S9: Rischio basso : pazienti a basso rischio (T1a-T2a, Gleason score </= 6 e PSA <10 ng/ml) (devono essere presenti tutte e tre le condizioni sopra riportate): Scelta terapeutica possibili: Wait and see Osservazione attiva (PSA ogni 6 mesi +/- ER ogni 6 mesi; biopsia prostatica ogni 18 mesi se >/= di 10 prelievi alla prima biopsia, ogni 6 mesi se meno di 10 prelievi alla prima biopsia prostatectomia radicale radioterapia non raccomandata deprivazione androgenica come unico trattamento primario Indagini diagnostiche: Wait and see - Ecografia reni e vescica Chirurgia - Ecografia addominale (in particolare reni e vescica) Radioterapia - Esplorazione rettale ed Ecografia prostatica transrettale (caratteristiche morfologiche e volumetriche della ghiandola prostatica) - TAC addome con m.d.c. Terapia medica Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata - Ecografia reni e vescica Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 8/24 S5-S9: Rischio intermedio T2b, Gleason score 7 , PSA 10-20 ng/ml (basta una sola delle tre condizioni soprariportate) Scelta terapeutica: pazienti <75 anni in buone condizioni generali possono essere sottoposti a prostatectomia radicale o radioterapia con ormonoterapia per 6 mesi pazienti >75 anni: RT con ormonoterapia per 6 mesi; in pazienti selezionati può essere presa in considerazione la terapia chirurgica (previa valutazione del GICO) o il wait and see Indagini diagnostiche: Chirurgia - Ecografia addominale (in particolare reni e vescica) Radioterapia - Esplorazione rettale ed Ecografia prostatica transrettale (caratteristiche morfologiche e volumetriche della ghiandola prostatica) - TAC addome con m.d.c. - RMN con bobina endorettale a giudizio del clinico - Scintigrafia ossea se positività delle biopsie > 50% S6-S9: Rischio alto e molto alto: pazienti ad alto rischio( tumore primario T2cT3a, Gleason score >7, PSA >20 ng/ml) (basta una sola delle tre condizioni soprariportate): Scelta terapeutica: RT + ormonoterapia neoadiuvante/concomitante/adiuvante alla RT per 2-3 anni prostatectomia radicale in pazienti selezionati solo terapia ormonale in casi selezionati pazienti rischio molto alto (T3b-T4 N0 M0) RT + terapia ormonale neoadiuvante/concomitante/adiuvante alla RT per 2-3 anni prostatectomia radicale in pazienti selezionati solo terapia ormonale Indagini diagnostiche: Chirurgia - TAC addome con mezzo di contrasto -Scintigrafia ossea Radioterapia - (caratteristiche Esplorazione rettale ed Ecografia prostatica transrettale morfologiche e volumetriche della ghiandola prostatica) -TAC addome con m.d.c. -RMN con bobina endorettale a giudizio del clinico -Scintigrafia ossea Terapia medica - Esplorazione rettale ed Ecografia prostatica transrettale (caratteristiche morfologiche e volumetriche della ghiandola prostatica) -Scintigrafia ossaea nei pazienti sintomatici -ecografia addominale(in particolare reni e vescica) Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 9/24 S7 metastatici Scelta terapeutica: qualsiasi T e N1: ormonoterapia oppure RT + terapia ormonale neoadiuvante/concomitante/adiuvante alla RT per 2-3 anni qualsiasi T e N e M1: vedi paragrafo Terapia Medica +/- acido zoledronico +/radioterapia palliativa N.B. non vi sono dati di efficacia della chemioterapia in pazienti non metastatici che presentano l’incremento del PSA come unico segno di malattia ormono-refrattaria. Singoli casi possono essere portati all’attenzione del GICO. INDICAZIONI TERAPEUTICHE E7: INTERVENTO CHIRURGICO + ISTOLOGIA Prostatectomia radicale La procedura prevede l’asportazione l’intera prostata con entrambe le vescicole seminali. La tecnica routinaria nella maggioranza dei centri è quella retropubica. Altri approcci sono utilizzati (transperineale, transcoccigea) ma in misura percentualmente inferiore. Da alcuni anni diversi centri hanno acquisito esperienza nella via laparoscopica . Tale ultima metodica offre identici risultati oncologici ma non sembra offrire migliori risultati dal punto di vista dei risultati sulla continenza urinaria e sulla potenza sessuale. Possiede il vantaggio di un sanguinamento intraoperatorio inferiore e un decorso post operatorio migliore. La necessità di una anestesia generale e di un tempo operatorio ancora maggiore della open sono ancora oggi i suoi limiti. Per ultimo è stata introdotta la prostatectomia robotica. Tale metodica riproduce i risultati della open ma ha costi di apparecchiatura e di gestione ancora molto alti. Indicazioni alla linfoadenectomia Esistono ancora oggi dibattiti sul ruolo e sulla estensione della linfoadenectomia. Il ruolo principale è quello stadiativo e quindi prognostico. Nella pratica clinica la linfoadenectomia viene eseguita nella quasi totalità dei pazienti proprio per tali motivi. E’ indiscutibile che di fronte a rischi bassi e intermedi il rischio di metastasi linfonodale è abbastanza basso. Per esempio con PSA<10 ng/ml il rischio di metastasi linfonodali va dallo 0% al 10% in relazione al Gleason score bioptico. Se eseguire una linfoadenectomia limitata o estesa dovrebbe essere eseguita in relazione al rischio di linfonodi positivi nella valutazione preoperatoria ( PSA, Gleason score, stadio clinico). Indicazione all’intervento nerve sparing Dopo una attenta valutazione clinica e delle aspettative del paziente si potrebbe proporre un’intervento nerve sparing solo nei pazienti a basso rischio di malattia extracapsulare (T1c, Gleason score< 7, PSA< 10 ng/ml). Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 10/24 Complicanze della prostatectomia radicale Sicuramente le complicanze sono state abbattute negli ultimi anni grazie all’aumento delle conoscenze sulla materia. La mortalità pur se molto bassa non si è azzerata. Si sono stabilizzate nel corso degli ultimi anni le percentuali di incontinenza urinaria (incontinenza totale stabilizzata nelle casistiche mondiali intorno al 3%). Per quanto riguarda le statistiche sulla conservazione della potenza sessuale esistono tali disparità di valutazione in letteratura che non è possibile dare una giusta caratura. Si passa da conservazione della potenza sessuale nelle casistiche più ottimistiche dell’80% degli operati fino a quelle molto più probabili del 30%. Adenomectomia Quando l'adenomectomia é unica, indicare la superficie esterna del pezzo operatorio con spennellatura d'inchiostro di china (chinatura). E' consigliabile lasciare il pezzo a fissare in formalina per 24 ore. Campionamento: prelevare tutte le aree sospette. In ogni caso effettuare almeno 3 prelievi o più prelievi se il nodulo è molto grande. Descrizione Macroscopica: descrivere diametri, peso, superficie di taglio (noduli, neoplasia,ecc.). Per la refertazione istologica si rimanda alle precedenti voci Preparato Istologico da prostatectomia Il campione chirurgico va orientato e marcato con inchiostro di china, previa fissazione dell’intero campione per alcune ore oppure over-night. Si procede alla descrizione macroscopica: peso,dimensione del campione;organi presenti (vescicole seminali; vasi; linfonodi, ecc.), eventuali noduli. Viene effettuato il campionamento del margine distale (apicale): è eseguita una sezione a circa un centimetro superiormente all'apice ottenendo un cono che è sezionato (4- 8 sezioni) perpendicolarmente al margine di taglio (apice “a cono”). Vanno campionati, inoltre, i vasi deferenti, il margine prossimale (collo vescicale) se non inviato separatamente dal chirurgo, le vescicole seminali, la rimanente prostata suddivisa in quadranti (A: Anteriore destro; B: Posteriore destro; C: Posteriore sinistro; D: Anteriore sinistro) ed i linfonodi loco-regionali. L’esame in toto della prostata rimane la procedura consigliata in quanto il carcinoma è macroscopicamente evidente solo in una parte dei casi (26-40%) e non consente il campionamento selettivo, mirato del tumore. L’utilizzo di macrosezioni agevola l’esame e permette una visione panoramica e della prostata permettendo di localizzare topograficamente la lesione. Rimangono valide ai fini della diagnostica e della stadiazione le metodiche routinarie di riduzione. E’ comunque raccomandabile, quando si utilizzi il campionamento parziale dell’organo anche in assenza di lesione macroscopicamente identificabile l’utilizzo sistematico di un protocollo di campionamento che consenta la conservazione e l’orientamento del tessuto residuo qualora prelievi aggiuntivi si rendessero necessari. Refertazione prostatectomia radicale. Il referto anatomopatologico della prostatectomia radicale deve fornire le seguenti informazioni: - il grado di Gleason - lo stadio patologico della neoplasia (localizzazione intraprostatica vs estensione extraprostatica; infiltrazione delle vescicole seminali; metastasi linfonodali) Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 11/24 - lo stato dei margini chirurgici di resezione rispetto alla neoplasia - definire possibilmente il gruppo prognostico. E10 CRITERI DI RISPOSTA DOPO PROSTATECTOMIA RADICALE Il PSA è il mezzo più efficace per controllare l’attività biologica del tumore della prostata e quindi l’efficacia dell’intervento chirurgico. Entro il primo mese dalla prostatectomia radicale con malattia localizzata il PSA dovrebbe azzerarsi (<0,1 ng/ml). Follow up: In pazienti asintomatici è consigliabile quindi controllare il PSA a: 1,3,6,12 mesi. Successivamente semestrale per 3 anni e successivamente annualmente. E11 Dopo prostatectomia radicale un livello sierico di PSA >0,2 ng/ml ed in crescita è in genere associato a malattia residua o recidiva di malattia. La biopsia della loggia prostatica non è raccomandata prima di una seconda linea terapeutica. In pazienti asintomatici l’esecuzione di esami come la TAC/RMN addome e/o la Scintigrafia ossea non sono consigliate fino a valori di >10 ng/ml. La TAC/RMN addome viene richiesta in un programma di radioterapia di salvataggio. S8: RADIOTERAPIA Indicazioni della RT esclusiva - Pazienti a basso rischio - Pazienti a rischio intermedio (+ Ormonoterapia (OT) per 6 mesi come indicato in terapia medica) - Pazienti ad alto rischio (+ OT per 2/3 anni) Opzioni RT postoperatoria - Margini chirurgici positivi - Vescicole seminali infiltrate (T3b) - Estensione extraprostatica (T3a) *valore PSA, esame istologico, condizioni del paziente Indicazioni della RT per recidiva biochimica dopo chirurgia dopo 3 consecutivi aumenti del PSA ≥ 0.2 ng/ml (e possibilmente entro 0.5 ng/ml) +/- OT (per sei mesi) Controindicazioni alla RT - malattia infiammatoria intestinale cronica - diverticolite sintomatica - diverticoli ed ernie nel campo di radioterapia - processi infiammatori pelvici (ascessi, fistole) - scarsa compliance del paziente (per il mantenimento delle procedure di set up) Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 12/24 Radioterapia palliativa - metastasi osteolitiche su ossa portanti - metastasi ossee dolenti Le dosi somministrate possono essere 800 cGy in monofrazione oppure 2000cGy (400cGy per 5 sedute) oppure 3000 cGy (300 cGy per 10 sedute) Follow up dopo RT - Prima visita di controllo con dosaggio di PSA dopo circa 2 mesi per valutazione eventuali effetti collaterali da RT (valore relativo in quanto il nadir PSA dopo RT: 6 mesi) ed esami ematochimici generali - Controlli ogni 4 mesi per il primo anno e successivamente ogni 6 mesi per i successivi 4 anni ed a seguire 1 volta l’anno (eseguire dosaggio PSA). Monitoraggio della tossicità tardiva mediante scale di valutazione radioterapica RTOG. E8 PROCEDURE TECNICHE DEL TRATTAMENTO RADIANTE PREPARAZIONE PER SVUOTAMENTO RETTALE a Assunzione dalle h. 19 alle h. 20 della sera precedente la TC di 1 simulazione del preparato ottenuto sciogliendo una bustina di Isacolan 34,8 mg in 1 litro d’acqua. Cena leggera. Al mattino si fa eseguire al paziente 1 clistere medicato (circa 2-3 ore prima della simul-tc). PREPARAZIONE RIEMPIMENTO VESCICALE a 45 minuti prima di eseguire la TC di 1 simulazione il paziente viene invitato ad urinare per svuotare completamente la vescica. Subito dopo aver urinato deve iniziare a bere ¾ - 1 litro d’acqua che deve terminare prima di eseguire la TC. SIMUL-TC • Posizionamento del paziente: supino sul lettino TC, con le mani sul petto, supporto sotto la testa, bloccapiedi ed eventuale supporto per le ginocchia. • Allineamento del paziente sui laser mobili della TC. L’allineamento longitudinale è eseguito su sterno e ombelico; l’allineamento trasversale è a livello della metà della sinfisi pubica (per le prescrizioni di piccola pelvi) oppure 2 cm sopra la sinfisi (per le prescrizioni di grande pelvi); la profondità viene stabilita circa ad emispessore del paziente. • Si segnano i riferimenti cutanei provvisori in corrispondenza degli incroci laser della suddetta centratura e si posizionano tre reperi radiopachi in corrispondenza di essi (punti A, B, C). • Esecuzione della control scan e del topogramma anteriore. Sulla control scan vengono posizionati gli assi per valutare l’allineamento del pz (allineamento delle teste femorali, escludere rotazioni) e sul topogramma anteriore (lunghezza: 512) viene verificato che l’allineamento longitudinale del pz sia corretto (allineamento delle teste femorali e della colonna) Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 13/24 • Verificata la correttezza della posizione del paziente, si esegue la TC di pianificazione del trattamento (senza m.d.c.) secondo un protocollo che prevede l’esecuzione del topogramma laterale (lunghezza: 512) e di un pacchetto di scansioni da 5 mm per una lunghezza di circa 16 cm per le prescrizioni di piccola pelvi (limite sup: incisure ischiatiche + margini; limite inferiore: tuberosità ischiatiche + margini) oppure di circa 20 cm per le prescrizioni di grande pelvi (limite superiore: interspazio L5-S1 + margini; limite inferiore: tuberosità ischiatiche + margini). N.B. Al termine dell’acquisizione TC si controlla la corretta posizione dei 3 reperi sulla slice zero e lo stato di riempimento vescicole e di svuotamento rettale. • Si applicano cerotti di protezione sui punti A, B, C per rendere più prolungata la permanenza dei segni provvisori su cute • Trasferimento intranet delle immagini su Treatment Planning System. • Report in cartella del set-up del paziente CONTORNAZIONE • Importazione e registrazione dell’esame su TPS. • Contornazione: - outline - organi a rischio di tossicità (OARs): testa femore destro, testa femore sinistro, vescica, retto, porzione intestino - CTV1: prostata +/- vescicole seminali oppure letto tumorale se RT post-operatoria - Eventuale CTV2: linfonodi iliaci interni, iliaci esterni, otturatori, presacrali. - PTV1: CTV + 1,5 cm anteriormente, lateralmente e in direzione cranio-caudale, 0.8-1 cm posteriormente. - Eventuale PTV2: CTV2 + 1-1,5 cm anteriormente, lateralmente e in direzione craniocaudale, 0.8-1 cm posteriormente PIANO DI TRATTAMENTO • Elaborazione piano di trattamento con tecnica campi multipli conformati. • Dosi RT esclusiva: • • - PTV1: 74-76 Gy (2 Gy/die) - Eventuale PTV2: 44-50 Gy (2 Gy/die) Dosi RT post-operatoria: - PTV1: 64-66 Gy (2 Gy/die); 70-72(2 Gy/die) se R+ - Eventuale PTV2: 44-50 Gy (2 Gy/die) Dosi RT dopo recidiva biochimica: - • PTV1: 66-70Gy (2 Gy/die) Dosi RT dopo recidiva macroscopica: - PTV1: 66-76Gy (2 Gy/die) • Stampa report piano di trattamento da accludere alla cartella • Esportazione piano di trattamento via intranet su consolle LINAC Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 14/24 SIMULAZIONE DI VERIFICA O DEFINITIVA Posizionamento del paziente con lo stesso setup della simul-TC di centratura centrandolo mediante i laser sulle 3 croci (A, B, C) tracciate sui cerotti. Esecuzione degli spostamenti come da piano di trattamento per trovare l’isocentro di trattamento. Indicazione sulla cute con il pennarello dei 3 incroci laser. Essi corrisponderanno ai 3 tatuaggi dell’isocentro di trattamento. Quarta croce sul laser longitudinale in corrispondenza di un punto ad almeno 20 cm sopra l’isocentro definitivo, circa a livello dello xifoide (tatuaggio per l’allineamento longitudinale). Verifica della corrispondenza con il piano di trattamento di tutti i campi di trattamento e confronto del valore dell’FSD (Distanza Fuoco-Superficie cutanea) ottenuta con quella pianificata. Esecuzione dei quattro tatuaggi suddetti con inchiostro di china Compilazione dettagliata della cartella tecnica. Esecuzione calcoli di dose per stabilire unità monitor di trattamento. INIZIO TRATTAMENTO Posizionamento del paziente con il setup indicato e centratura mediante i laser sui 3 tatuaggi dell’isocentro controllando l’allineamento longitudinale con il quarto tatuaggio. Esecuzione Immagini Portali campi ortogonali Controllo Immagini Portali ed FSD di ciascun campo di trattamento • Esecuzione RT. CONTROLLI DURANTE IL TRATTAMENTO • Controllo FSD ogni giorno di trattamento. • 2-5 Immagini Portali durante il trattamento. • Visite in corso di trattamento con frequenza bisettimanale o di necessità-. E9:TERAPIA MEDICA 1) Ormonoterapia (deprivazione androgenica): la riduzione della concentrazione di testosterone circolante (< 20 ng%ml) rappresenta il trattamento di prima linea sia nei pazienti con malattia metastatica che nei pazienti con malattia localizzata in combinazione con terapie locoregionali oppure non candidabili a tali terapie. a. Prima linea: Analogo LHRH (+ antiandrogeno per almeno 7 giorni) o castrazione chirurgica. b. Seconda linea: Analogo LHRH + antiandrogeno c. Terza linea: dell’antiandrogeno; Sospensione/sostituzione cortisonici; estrogeni/progestinici. Casi particolari motivati vanno discussi nel GICO. 2) Chemioterapia: in pazienti refrattari alla castrazione sintomatici, in progressione di malattia. 3) Difosfonati: acido zoledronico in presenza di metastasi ossee e in progressione dopo ormonoterapia di I linea. Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 15/24 CRITERI DI RISPOSTA ALLA TERAPIA MEDICA: Risposta Biochimica (in due prelievi consecutivi a non oltre 4 settimane di intervallo): o Risposta Completa: PSA inferiore a 4 ng/ml o Risposta Parziale: riduzione del PSA di oltre il 50% del valore basale o Progressione: incremento del PSA di oltre il 25% in due successivi controlli a non oltre 4 settimane di intervallo o Stabilizzazione: tutte le altre condizioni Lesioni misurabile: applicare i criteri RECIST IN CORSO DI MALATTIA METASTATICA a. PSA ogni 3-6 mesi b. Esame obiettivo (per valutare la risposta al trattamento e i suoi effetti collaterali) c. Monitoraggio della creatinina, emoglobina e funzionalità epatica d. Durante ormono terapia, monitoraggio della densità minerale ossea (MOC) basandosi sul Tscore iniziale: ogni 2 anni se il T-score iniziale è < 1.0, o annualmente se tra 1.0 e 2.5, in assenza di fattori di rischio associati e. Monitoraggio delle complicanze metaboliche f. I pazienti, specialmente se M1b, dovrebbero essere informati di segni e sintomi sospetti di compressione del midollo spinale Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 16/24 Percorso Organizzativo Carcinoma della prostata DEA/altri reparti/ Ambulatorio Urologia Sospetto K della prostata Sospetto K della prostata Valutazione I° livello E1 Valutazione I° livello E1 Si conferma il sospetto? Si Radioterapia/Oncologia Biopsia positiva? BiopsiaE2 No F.U. 10 giorni 15 giorni No Esce dal percorso Valutazione collegiale GICO Case Manager E3 SI Stadiazione E4 Si 20 giorni Intervento? Ricovero: intervento chirurgico, istologico. E5 Rivalutazione collegiale GICO E6 No Si RT? Radioterapia con o senza oromonoterapia E7 No Ormonoterapia? Si Ormonoterapia E8 No FU Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 17/24 E1: valutazione I livello – esecuzione ecografia DEA/Ambulatorio Urologico Medico PS: richiede consulenza urologica. Medico Urologo: effettua la consulenza o se in ambulatorio la I visita. Richiede o prende visione degli esami di di I livello, esegue esame ecografico, referta l’esame. Qualora l’ Urologo evidenzi una urgenza clinica decide il ricovero c/o reparto di urologia ATTIVITA’ MEDICHE RISCHIO OBIETTIVI DOCUMENTI COSA CHI Medico radiologo: esegue esame ecografico e refertazione per i pazienti esterni e per reparti afferenti dall’urologia. Prende visione del PSA eseguito nel precedente episodio. ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE Supporta l’esecuzione degli esami ed assiste il medico. Archivia la documentazione. ESAMI ED INTERVENTI Valutazione clinica e del PSA se eseguito ed eventuali esami ematochimici, esplorazione rettale, ecografia transrettale, INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE AL PAZIENTE E FAMIGLIA Informazioni sullo stato di salute ed eventuale richiesta di consenso per ulteriori step. Informativa verbale sulle modalità di esecuzione dell’esame DIETA ED ATTIVITA’ FISICA Preparazione con piccolo clistere di pulizia, che il paziente acquista in farmacia, circa 2-3 ore prima dell’esame. Un’ora prima dell’esame deve bere 1 l di acqua DOCUMENTAZIONE CLINICA DA PRODURRE Referto dell’esame e della visita TRAGUARDI SANITARI Identificazione dei pazienti con possile K prostatico VALUTAZIONE DEL RISCHIO Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 18/24 E2: biopsia. Il prelievo viene eseguito in urologia ed inviato in anatomia patologica per lo studio istologico. Medico urologo: effettua il prelievo istologico per via transrettale o transperineale ecoguidato avendo concordato con il Case Manager gli appuntamenti per l’esecuzione dell’esame. ATTIVITA’ MEDICHE Anatomo patologo: effettua l’esame istologico e se necessario con integrazione immunomorfologica. Stila il referto. CHI Anestesista: assistenza qualora necessario ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE Il Case Manager supporta l’esecuzione dell’esame e provvede alla consegna del preparato istologico in Anatomia patologica ESAMI ED INTERVENTI Ecografia e biopsia guidata previa anestesia locale. Valutazione istologica. Antibiotico terapia con cefoxitina 2g o amoxicillina/ac.clavulanico 1g per os due ore prima dell’esame. FARMACI Clistere al mattino prima dell’esame. OBIETTIVI DOCUMENTI COSA Anestesia locale con lidocaina o similari INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE AL PAZIENTE E FAMIGLIA Consenso informato all’esecuzione dell’esame. Informazione su trattamento antibiotico di profilassi e uso clistere DOCUMENTAZIONE CLINICA DA PRODURRE Referto dell’esame istologico TRAGUARDI SANITARI Diagnosi RISCHIO VALUTAZIONE Complicazioni legate alla procedura DEL RISCHIO Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 19/24 E3-E4-E6: valutazione collegiale GICO/ stadiazione/rivalutazione ATTIVITA’ MEDICHE GICO: urologo, radioterapista oncologa, anatomo patologo, radiologo, oncologo: prende visione dei referti e prende una decisione collegiale sulla gestione del paziente compresa la stadiazione pre e post scelta terapeutica. GICO Il Gruppo Interdisciplinare delle Cure Oncologiche si riunisce per la discussione dei casi con cadenze concordate nelle sedi di Lanciano per i casi relativi ai paziente afferenti al Presidi ospedalieri di Lanciano e di Vasto ed a Chieti per i casi relativi ai pazienti afferenti all’Ospedale Clinicizzato. E’ comunque auspicabile la partecipazione di tutte le professionalità che hanno redatto il percorso alle riunioni di ambedue le sedi. ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE Supporta l’esecuzione dell’esame. CHI COSA DOCUMENTI OBIETTIVI Case manager: raccordo paziente GICO e gestione appuntamenti per stadiazione.e ritiro esami ESAMI ED INTERVENTI Esami previsti per la stadiazione nel ragionamento clinico INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE AL PAZIENTE E FAMIGLIA Eventuale Consenso informato all’esecuzione degli esami. Al fine di garantire l’esecuzione dell’esame TC, il case manager provvederà a far visionare gli esami richiesti al radiologo 2-3 giorni prima dell’appuntamento . DIETA ED ATTIVITA’ FISICA Digiuno 8 h prima dell’esame in caso di esamo contrastografici DOCUMENTAZIONE CLINICA DA PRODURRE Referto dell’esame TRAGUARDI SANITARI Stadiazione della neoplasia RISCHIO VALUTAZIONE Utilizzo del mdc DEL RISCHIO Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 20/24 E5: ricovero ed intervento chirurgico Medico urologo: programma e controlla l’esecuzione in preospedalizzazione di tutti gli esami. Compila la cartella di ricovero. Esegue l’intervento e redige referto operatorio. Redige dimissione. ATTIVITA’ MEDICHE Anatomo patologo esegue e referta l’esame istologico del preparato anatomico ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE Caposala Urologia: gestione della preospedalizzazione. ALTRI collaboratori Personale di sala operatoria: assiste l’intervento chirurgico ESAMI ED INTERVENTI Esami di routine e tutto ciò che è necessario per eseguire l’intervento in sicurezza FARMACI Antibiotico terapia e profilassi antitrombotica INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE AL PAZIENTE E FAMIGLIA Consenso informato all’intervento. DOCUMENTAZIONE CLINICA DA PRODURRE Cartella clinica di degenza; referto istologico TRAGUARDI SANITARI Trattamento chirurgico della prostata OBIETTIVI DOCUMENTI COSA CHI Infermiere: assistenza in reparto RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 21/24 E7: radioterapia ATTIVITA’ MEDICHE Radioterapista: effettua la prima valutazione, compila la relativa cartella radioterapica, acquisisce la documentazione dell’intervento, richiede ulteriori esami ritenuti necessari. Inserisce nella lista di attesa il paziente (dando precedenza alle urgenze cliniche) e prescrive ed imposta il trattamento. ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE Il Case Manager consegna alla Radioterapia quanto necessario per dare seguito alle indicazioni del GICO; il personale della radioterapia accetta il paziente, prepara e archivia le cartelle cliniche, presta assistenza al paziente ALTRI collaboratori Fisico Sanitario: elabora i piani di trattamento CHI COSA DOCUMENTI OBIETTIVI Tecnico: collabora all’impostazione del trattamento eseguendo con il medico la prima simulazione, TC di centraggio, seconda simulazione e esegue trattamento. Tecnico dosimetrista collabora con il fisico sanitario ESAMI ED INTERVENTI Radioterapia; markers tumorali FARMACI Mannitolo o cortisone, idratazione con gastroprotettore A/B INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE AL PAZIENTE E FAMIGLIA Consenso informato con esplicitazione di tutte le problematiche relative alla radioterapia DIETA ED ATTIVITA’ FISICA Dieta in base al distretto da irradiare ed alle relative condizioni del paziente DOCUMENTAZIONE CLINICA DA PRODURRE Cartella dedicata. TRAGUARDI SANITARI Trattamento del tumore, riduzione del rischio di recidive/controllo locale. Palliazione. Adeguato dosaggio di irradiazione nel trattamento del paziente RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 22/24 E8 Ormonoterapia Radioterapista/Urologo/oncologo: prescrive il trattamento ormonale riportandolo sulla scheda sanitaria del paziente. ATTIVITA’ INFERMIERISTICHE Accettazione del paziente, archiviazione e preparazione delle cartelle cliniche. Assistenza al paziente, prelievi per il PSA se in trattamento ormono/radioterapico ESAMI ED INTERVENTI PSA FARMACI Antiandrogeni, analoghi INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE AL PAZIENTE E FAMIGLIA Consenso informato verbale DOCUMENTAZIONE CLINICA DA PRODURRE Prescrizione del trattamento TRAGUARDI SANITARI Trattamento del tumore, riduzione del rischio di recidive/controllo locale. Palliazione. OBIETTIVI DOCUMENTI COSA CHI ATTIVITA’ MEDICHE RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 23/24 INDICATORI n. referti biopsia entro 20 giorni/n. biopsie eseguite (Lanciano vasto) target: 90% n. referti biopsia entro 10 giorni/n. biopsie eseguite (Chieti) target: 90% n. pazienti sottoposti a GICO con intervento chirurgico eseguito entro 45 giorni / n. pazienti sottoposti a GICO per intervento target: 90% n. pazienti con decisione GICO per radioterapia che iniziano il trattamento entro 180 gg/ n. pazienti con decisione GICO per radioterapia target: 90% n. pazienti irradiati con dose totale > = 74 Gy/ pazienti irradiati target > 60% Percorso clinico organizzativo carcinoma della prostata Rev. 0 08/02/2011 PCO 02 Pag. 24/24