arabo - Gruppo Ippico Area Berica
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IL MITO DIVENTA REALTA’ STORIA Leggende Beduine dicevano che il cavallo arabo era un dono di Dio, e che le sue origini derivavano dal vento del sud. Le tribù beduine che vivevano nella penisola araba e in tutto il medio-oriente, come tradizione, trattavano i cavalli come una parte integrante della loro famiglia. Il cavallo arabo, in realtà proviene da cavalli selvatici preistorici, che vivevano soprattutto nel medio-oriente. Probabilmente discende dall’Equus Gmelini (Tarpàn) forma preistorica.quaternaria di tipo elicometrico, rettilineo Gli scritti più antichi in cui vengono citati cavalli provenienti dall’ Arabia meridionale risalgono al 400 a.C. Nel corso dei secoli gli arabi hanno perfezionato questa razza selezionandoli per la loro natura affettuosa, lo spirito orgoglioso, l’enorme resistenza nei lunghi viaggi, la velocità e il coraggio ottenendo così un cavallo molto versatile. Quando gli europei hanno pensato di migliorare i cavalli da sella, i cavalli arabi sono stati importati per incrociarli con le razze europee e così è nato il fenomeno del miglioramento delle razze (soprattutto europee) con l’uso del sangue arabo. In conseguenza di ciò, oggi, i cavalli arabi si trovano in tutto il mondo e il sangue arabo scorre in tutte le attuali razze di cavalli. Nella storia araba-islamica, i Beduini hanno mantenuto gelosamente la purezza delle linee sanguinee dei loro cavalli,definiti perciò purosangue, linee che non si possono confondere nel riconoscimento della purezza di questa razza. ZOOGNOSTICA Il mantenimento di questa razza, legata anche a motivi tradizionali, ha favorito la costituzione di centinaia di famiglie di cavalli arabi, che si possono però suddividere in tre principali categorie: 1.Kohlian. tipo mascolino, simbolo di potenza e resistenza 2.Seglawi. tipo femmineo, simbolo di bellezza ed eleganza 3.Mungini. tipo corsa,simbolo di velocità e corsa Questa famiglia ha dato origine al purosangue inglese. Dal punto di vista genetico evolutivo, i criteri di allevamento delle tribù beduine le condizioni climatiche tanto difficili del deserto, consentivano la sopravvivenza solo ai soggetti più resistenti e coraggiosi e hanno contribuito favorevolmente alla costituzione del cosiddetto purosangue arabo (psa). Clima, alimentazione e una dura selezione (legata come già detto alla tradizione araba) hanno contribuito alla creazione di un cavallo dalle doti eccezionali. Infatti solo cavalli estremamente frugali, resistenti e veloci potevano sopravvivere alle condizioni di vita imposte dal clima e dalla convivenza con un uomo feroce ed aggressivo come il beduino. MORFOLOGIA E’ un cavallo di tipo meso-dolicomorfo con altezza al garrese compresa tra i 145 e i 155 centimetri ed un peso 350-400 chilogrammi. Ha una testa di inconfondibile bellezza, un profilo camuso, la fronte è larga e piana che dà un’idea di testa quadrata, gli occhi sono grandi ed espressivi, le orecchie sono ben piantate e distanziate fra loro: piccole ed appuntite nel maschio, sono invece un po’ più lunghe nella femmina. Caratteristica è una certa concavità della linea del dorso. Le narici sono grandi , sottili e ben distinti, con grande capacità di dilatazione. Il muso è piccolo con labbra sottili. Il profilo della zona del naso e delle labbra è triangolare in modo evidente e caratteristico: il primo angolo è formato dalla punta dell’orlo del naso, il secondo dalla punta del labbro superiore ed il terzo dalla punta del mento. Il labbro inferiore è più corto del superiore. Le ganasce, pur non essendo pesanti, sono robuste, soprattutto molto aperte da lasciare spazio alla respirazione. L’incollatura, la gola e il collo formano un altro insieme molto tipico di grande bellezza. Il garrese è piuttosto prominente. Il dorso è robusto e largo (17 vertebre toraciche, 5 vertebre lombari) mentre le reni sono corte e muscolose, la groppa è alta, lunga e orizzontale, il torace ampio e la coda è portata alta e arcuata ( 16 vertebre al posto di 18). La spalla è lunga e ben inclinata. L’omero è lungo e verticale, ben avvolto da muscoli potenti, le ginocchia larghe e piatte, gli stinchi sono forti e robusti con buona circonferenza. Il pastorale è relativamente corto ed elastico, lo zoccolo piccolo e rotondo ha un’unghia molto resistente. Il posteriore è ben conformato e costituisce un propulsore di prim’ ordine. I garretti sono netti, di bella forma, lunghi e fortissimi con tendini ben distaccati e legamenti solidi. Questo cavallo concentra in sé tutte le qualità ricercate in ogni razza e tipo di cavallo e per questa ragione viene considerato ed utilizzato come miglioratore. MANTELLO. Il suo mantello può presentare colori differenti: baio, grigio, sauro e morello. Il mantello morello è molto particolare: era preferito dai principi e dai re ed è sotto il controllo di due geni. E’veramente raro trovare un soggetto omozigote, non inquinato da altre sfumature. Il colore di base del mantello del cavallo deriva dalla presenza di due geni presenti nel pelo: l’eumelanina, che produce il nero ed in alcuni casi il marrone scuro, e la felumelanina, che produce il rosso, il marrone chiaro e il giallo. Il baio è il colore più comune ed è considerato dominante, anche se questi cavalli presentano punti neri, quali coda e criniera. La razza Araba presenta un certi tipo di marrone scuro che spesso nasconde il gene del nero. Il colore più raro è proprio il nero e la sua varietà più rara è un cavallo nero omozigote, cioè geneticamente puro. L’individuo nero eterozigote, sarà anch’esso nero ma portatore del gene recessivo del castano, che viene mascherato dal gene nero. L’Arabo nero omozigote produce spesso un puledro baio, ma è un baio molto scuro, con totale assenza delle sfumature rosse. IMPIEGHI PRINCIPALI Il psa viene utilizzato come riproduttore nei miglioramenti genetici, per show e per la corsa. Nella corsa, il psa mostra le sue caratteristiche naturali, soprattutto nell’endurance, disciplina. La disciplina sportiva che prevede gare di velocità e lunghe distanze, richiedendo cosi, pazienza, sopportazione, resistenza, che sono qualità già presenti geneticamente nel psa. Perciò in Italia il 70% dei soggetti che praticano l’endurance sono psa, la parte che rimane (30%) è data da cavalli di derivazione araba: anglo-arabo e anglo arabo sardi. La capacità che il psa ha di capire, sopportare sforzi, trasferendo le proprie sensazioni al suo cavaliere (gioie, dolori, paura) lo rendono unico in questo tipo di attività. Questi cavalli sono pronti a morire pur di eseguire gli ordini del proprio padrone.