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A002143, 1 A002143 FONDAZIONE INSIEME onlus. Da MENTE & CERVELLO, del 1/2/2011, pag. 24 <<NON CHIAMATELE CORNA>> di Paola Emilia Cicerone, giornalista e scrittrice. Per la lettura completa del pezzo si rimanda al periodico citato. Siamo proprio sicuri che un amore ci basti? Non sarebbe meglio intrecciare più relazioni in simultanea, invece che pretendere tutto -sesso e tenerezza, figli e vacanze avventura, sostegno pratico e condivisione di interessi culturalida un unico partner? Per poi colpevolizzarlo e colpevolizzarci -<<non ho trovato la persona giusta>>- se non riesce a darci quanto chiediamo. È su principi come questi che si basa il poliamorismo. Che non è il sogno di una generazione libertina, e neanche la traduzione pratica di una vecchia battuta attribuita a Zsa Zsa Gabor. Quella secondo la quale ogni donna avrebbe bisogno <<di un uomo comprensivo e tenero, un uomo appassionato un uomo che le paghi lo shopping. E che tutti questi uomini non si incontrino mai>>. Il poliamorismo -gli anglosassoni scrivono polyamory- è uno stile di vita, minoritario ma in rapida crescita. Che riunisce, si legge in uno dei siti storici del movimento, quanti <<hanno o desiderano avere una relazione d’amore -sessuale, emotiva, spirituale o tutto questo insieme- con più di una persona>>. <<Si può definire poliamore una relazione aperta non monogamica, in cui tutte le persone coinvolte sono a conoscenza di quanto avviene tra i diversi partner, e in cui uomini e donne hanno ruoli assolutamente paritari>>, sintetizza Elisabeth Sheff, la sociologa statunitense che è stata tra le prime a studiare il fenomeno. E qui cominciano i distinguo: a dispetto delle apparenze, il poliamorismo ha poco a che vedere con i classici triangoli lui/ lei/amante della tradizione borghese. Perché si cerca di essere leali fino in fondo. SONO SOLO FATTI MIEI. <<La parola chiave per definire questa relazione è franchezza -precisa un poliamorista statunitense- anche se il grado di coinvolgimento del proprio partner, e la quantità delle informazioni scambiate, possono variare>>. E non ha molto a che vedere neanche con il classico swapping, lo scambio di coppie, o con il semplice libertinaggio. Qui non si parla di avventure e non si tratta -solo- di sesso, ma di relazioni, di scambio emotivo. Poligamia? Quella islamica dovrebbe essere più correttamente definita poliginia, dato che la relazione è costituita da un uomo con più mogli, mentre tra i poliamoristi uomini e donne sono ugualmente liberi. Anzi tra i promotori del movimento, che ha mosso i suoi primi passi –senza definirsi così, i poliamoristi esistono da sempre- A002143, 2 nell’America hippy degli anni sessanta le donne sono in maggioranza. Come la psicologa Dossie Easton, autrice di The ethical slut La sgualdrina etica, il saggio che è diventato il manifesto <<poli>>. E come le prime a ufficializzare il termine negli anni novanta, la poetessa neopagana Morning Glory Zell Ravenheart e la creatrice dello storico gruppo alt.polyamory su Usenet, Jennifer L. Wesp. C’è anche chi usa termini diversi come polifedeltà, matrimonio di gruppo, nonmonogamia responsabile: tentativi di aggirare la rigidità delle nostre lingue, che faticano a definire nuclei formati da più di due persone. E chi semplicemente dice <<sono fatti nostri>>. Come ha risposto l’attrice Tilda Swinton a chi le chiedeva perché si fosse presentata a ritirare l’Oscar per Le cronache di Narnia con il suo giovane partner, il pittore Sandro Kopp, mentre John Byrne, suo compagno di vita da 18 anni, la aspettava nella tenuta in Scozia con i loro due gemelli di 10 anni. L’attrice inglese è una delle poche ad aver ammesso una relazione in contemporanea con due uomini. Ma gli esempi famosi non mancano, dalle fidanzate <<in tandem>> di Hugh Hefner, il fondatore di <<Playboy>>, alle due compagne del multimiliardario Warren Buffett. A personaggi come la pittrice Frida Kahlo, lo scrittore di fantascienza Robert Heinlein, ma anche Simone de Beauvoir e Lou Andreas Salomè. Scelte individuali, cui si aggiunge qualche esperienza collettiva, come gli storici falansteri di Fourier o esperimenti di matrimonio di gruppo come quello realizzato nel XIX secolo dalla Comune Oneida, negli anni settanta dalla Comune Kerista a San Francisco, e ancora oggi nella comunità Zegg in Germania e a Windward, nello Stato di Washington. A002143, 3 STORIE DI AMORI <<POLI>> AL CINEMA JULES et JIM di Francois Truffaut (1962) Una fascinosa Jeanne Moreau e i suoi due uomini si perdono e si ritrovano nella Parigi dei primi del Novecento. All’epoca il film fece scandalo e rischiò di non essere distribuito nel nostro paese, dove fu vietato ai minori di 18 anni. LOVIN’ MOLLY di Sydney Lumet (1974) Ambientata a partire dal 1925, è la storia di una donna che non riesce tra i suoi due amori –interpretati da Anthony Perkins e Beau Bridges- e riesce a costruire con entrambi un rapporto libero e duraturo. IL FUTURO È DONNA di Marco Ferreri (1984) La storia del rapporto tra una giocane donna incinta e una coppia senza figli che la salva da una aggressione e poi finisce con l’esserne attratta. Raccontato da Marco Ferreri con i consueti toni grotteschi a partire da un soggetto di Dacia Maraini. PECCATO CHE SIA FEMMINA (French Twist di e con Josiane Balsko (1995) Commedia francese che racconta un menage a trois tra una moglie casalinga frustrata, un marito fedifrago e una ragazza lesbica che arriva casualmente a casa della coppia. Y TU MAMA TAMBIEN di Alfonso Cuaron (2001) Due amici diciassettenni vivono con una donna più grande di loro una vacanza d’amore che si trasforma anche in un’occasione per riflettere sulla vita e sui rapporti umani. FAMIGLIE IN EVOLUZIONE. Il filosofo Jacques Attali si attribuisce il merito di essere stato il primo a teorizzare il poliamore, in un articolo apparso su <<L’Express>> in cui annunciava il crollo della famiglia tradizionale a favore di una pluralità di rapporti sentimentali e sessuali, ma è più probabile che la rivendicazione del poliamorismo come movimento nasca oltreoceano. Resta il fatto che il fenomeno è in netta crescita. Secondo un sondaggio promosso dal sito di Oprah Winfrey, sette americani su cento sarebbero coinvolti in relazioni aperte. Un numero probabilmente eccessivo, ma i poliamoristi sono sempre più visibili: hanno siti e riviste, gruppi di supporto e manuali per districarsi nell’intreccio di relazioni e anche un serial televisivo in cui identificarsi: Big Love, storia di un uomo che si divide tra tre donne, altrettante case e un gran numero di figli. Nel 2006 perfino una rivista come <<New Scientist>> ha dedicato un articolo all’argomento, intitolato Love unlimited. <<Oggi che un matrimonio su due finisce davanti ai giudici, è difficile cominciare una relazione con l’idea che sia per sempre>>, afferma Sheff. <<La famiglia, la coppia stanno cambiando, e l’idea di una vita di monogamia appare sempre più lontana dalla realtà>>. A002143, 4 Nel matrimonio, ricorda Easton, non si cerca più un supporto per la sopravvivenza, ma soprattutto una gratificazione emotiva. E se non si riesce a trovarla si cerca altrove. <<Una volta vivevamo nell’illusione di trovare una persona che corrispondesse a tutte le nostre esigenze e per tutta la vita>>, spiega la sessuologa Jole Baldaro Verde. <<È facile proiettare tutte le proprie aspettative sull’altro, senza rendersi conto che l’amore dovrebbe essere un giardino da coltivare in due, mantenendo spazi autonomi per i propri interessi. In passato le amicizie assolvevano a questo ruolo, e l’intimità sessuale rimaneva, almeno teoricamente in esclusiva per il partner>>. Ora le cose stanno cambiando: <<È però vero che storicamente la coppia eterosessuale monogamica è stata una costruzione culturale ai danni delle donne>>, precisa la sessuologa. <<Gli uomini hanno sempre mantenuto la loro libertà fino a pochi anni fa questo voleva dire, tra l’altro, separare il piacere del sesso dalla vita matrimoniale. Ed è forse comprensibile che oggi arrivi, soprattutto dalle donne, una spinta in senso opposto. La cultura sta cambiando e siamo alla ricerca di stili di vita che ci facciano stare il meglio possibile>>. E poi internet rende più facile lo scambio di informazioni: <<Molti dei soggetti che ho intervistato per le mie ricerche mi hanno detto di essersi stupiti, quando hanno scoperto di non essere un caso unico>>, racconta Sheff. <<Fenomeni come questi diventano visibili se ci sono attivisti che si rappresentano come identità sociale, cosa che nel nostro paese non è ancora successa>>, aggiunge la sociologa Daniela Danna. <<Certo, il poliamorismo non è per tutti, ma è una possibilità da esplorare per quanti non si trovano a proprio agio con un modello monogamico>>. A002143, 5 IN LIBRERIA Milan Kundera L’insostenibile leggerezza (Adelphi, 1989) Durante la primavera di Praga si intrecciano le vicende amorose e non di due donne e due uomini, Tomas con la sua compagna Tereza e la sua amante Sabine, e l’amante di quest’ultima Franz Marion Zimmer Bradley La torre proibita (TEA, 2003) La storia di un matrimonio di gruppo tra due sorelle gemelle e i rispettivi mariti, raccontata all’’interno del ciclo dedicato al pianeta Darkover- da una delle più celebri voci del fantasy. Laurell Hamilton Ciclo di Meredith Gentry, Ciclo di Anita Blake. (Nord edizioni). Anche in questo caso si tratta di fantasy, il genere che da più spazio alla sperimentazione amorosa: le eroine raccontate dalla Hamilton, la cacciatrice di vampiri Anita Blake, che vive relazioni simultanee Con un vampiro e una o più licantropi, e la regina delle fate/investigatrice Meredith gestiscono senza troppi problemi relazioni di gruppo. Melissa P. TRE (Einaudi, 2010) Un triangolo amoroso tra una poetessa e due ragazzi: una storia in parte autobiografica che nasce -è la scrittrice ad affermarlo- da una visione molto precisa del poliamore. Raccontata con dovizia di dettagli erotici. DECALOGO PER PSICOLOGI. Qualcosa però si sta muovendo, anche in Europa. In Francia nascono i Policaffè, in Italia fioriscono gruppi su Facebook. <<È il momento di superare il livello della discussione teorica, e affrontare questi problemi anche a livello emotivo>>, ci ha spiegato Serena Anderlini D’Onofrio, docente all’Università di Puerto Rico e ricercatrice sul poliamorismo e la transculturalità, nota per aver raccontato in diretta tv di aver capito che la monogamia le stava stretta, quando ha realizzato <<di non provare avversione, ma simpatia e affetto per gli amori dei suoi amori>>. Per lei il percorso verso il poliamorismo è stato anche un modo per riconciliarsi con la storia della sua famiglia: <<Mi sono resa conto d quanto sia difficile essere felici con una persona sola>>, spiega. <<D’altronde, non è difficile trovare affinità tra le persone che amano una stessa persona, se solo si riesce a superare la gelosia. I nostri problemi nascono dalla cultura, dalla tendenza alla competizione: anche la classica poligamia islamica, che pure è un’istituzione sessista, se ben praticata, con l’accordo di tutti i componenti della famiglia può creare una situazione armoniosa. E una delle regole del poliamorismo è proprio quella di coinvolgere i partner di lunga data nella decisione di inserire persone nuove, per non creare squilibri>>. Serena Anderlini definisce <<ecologica>> la A002143, 6 sua visione dell’amore:<<È un modo ottimale di gestire le risorse umane: una persona può avere qualcosa da offrire che a te non interessa; perché allora non condividerla con altri?>>. Poco romantico, forse, ma d’altronde è ormai poco sostenibile che la monogamia abbia basi <<naturali>> e <<biologiche>>. <<È in più non ti lascia vie d’uscita se il rapporto non funziona più: con quella persona chiudi>>, spiega una poliamorista statunitense <<Il poliamorismo non è la panacea, ma consente di non chiedere tutto a una persona sola. Cercando altrove ciò che il partner non ti può dare>>. Curiosamente, sono soprattutto i sociologi a studiare il poliamorismo, con il risultato che le variabili comportamentali sono più analizzate delle implicazioni emotive. <<Forse gli psicologi -suggerisce Jole Baldaro Verde- sono troppo impegnati nelle loro disquisizioni teoriche per accorgersi che il mondo sta cambiando, e che la società descritta da Freud non esiste più>>. Qualche eccezione c’è, come la californiana Geri D. Weitzman, che ha stilato una sorta di decalogo di quello che gli psicologi dovrebbero sapere sul poliamore: il punto di partenza è un’indagine realizzata nel 1982 da due psicologi americani, Hymer e Rubin, , che hanno chiesto a un gruppo di colleghi di immaginare il profilo psicologico dei poliamoristi. Con il risultato che, all’epoca, per il 24 per cento degli psicologi intervistati questo stile di vita indicherebbe un timore dell’impegno o dell’intimità, e per il 7 per cento potrebbe nascondere un problema di identità, mentre per il 15 per cento alla base c’è semplicemente un matrimonio insoddisfacente. La realtà, secondo altri studi condotti nello stesso periodo, è più banale: i poliamoristi non sembrano molto diversi dalla media della popolazione. <<Ne gli uni né gli altri sono particolarmente immaturi, promiscui, disadattati o patologici>>, spiega la psicologa. E il profilo di chi rifiuta la monogamia sembra essere quello di una persona individualista e creativa, non conformista, attenta al proprio sistema di valori ma poco interessata ai giudizi altrui. A002143, 7 LE REGOLE DELL’AMORE <<POLI>> Come si costruisce un poliamore? Difficile irreggimentare un mondo che ha scelto per definizione di vivere senza regole, <<ma nella realtà la situazione più comune è quella di una coppia che si concede la possibilità di avere altre relazioni>>, spiega Elisabeth Sheff. Almeno in teoria, deve trattarsi proprio di relazioni e non di avventure, anche se c’è chi ipotizza una gerarchia tra relazioni primarie -la coppia originaria, in qualche caso legalmente unita in matrimonio- e secondarie, in cui il legame affettivo esiste comunque, sia pur con diversa intensità, ed è considerato un arricchimento e non un rischio per la relazione. Esistono poi le cosiddette triadi, una relazione a tre in cui qualcuno vive due relazioni di pari intensità -e a volte anche una convivenza- con due persone, non legate tra loro. E poi ci sono le polifamiglie, in cui tra tutti i membri c’è una relazione affettiva importante che può o meno includere il sesso. In molti casi poi la geometria si complica, perché anche le due o più donne o raramente- gli uomini hanno una relazione sessuale tra loro. <<Almeno negli Stati Uniti, la componente bisessuale è frequente tra le donne, meno tra gli uomini>>, spiega Sheff. <<Ma tra i poliamoristi ci sono più coppie bisessuali che tra le coppie tradizionali>>. Una realtà ancora poco diffusa da noi: <<In Italia la bisessualità ha sempre avuto un ruolo marginale, anche rispetto all’omosessualità, forse a causa del retaggio cattolico>>, osserva Daniela Danna. Ma per alcuni è più facile accettare che il partner abbia un amante del proprio stesso sesso, altri si sentono più minacciati, hanno la sensazione di non poter competere. <<Alcuni uomini trovano molto eccitante l’idea di avere una relazione con due donne che sono anche amanti tra loro, perché si vedono al centro dell’attenzione. E possono trovarsi spiazzati se tra le due donne si crea un legame forte>>, osserva la sociologa. ABBASSO LA GELOSIA. <<Il problema semmai è lo stress che deriva dalla scelta di essere “poli” in una società monogamica -ricorda Weitzman- che può essere faticosa, proprio come è faticoso essere omosessuali o bisessuali in una società eterosessuale>>. Il che non vuol dire che le relazioni <<poli>> siano semplici da gestire. La gelosia resta un problema molto dibattuto, cui si dedicano chat e gruppi di auto-aiuto: <<Avere partner multipli è relativamente facile, accettare che una persona che amiamo stia con qualcuno oltre che con noi lo è molto meno>>, ammette Sheff. <<La gelosia esiste, la differenza è che non viene considerata una componente dell’amore, ma una manifestazione di inciviltà da tenere a bada: l’idea è che qualcosa che rende felice chi amiamo non può farci stare male>>, spiega Danna. <<Oggi può apparire strano, ma in passato ci sono state situazioni simili. Pensiamo all’istituzione del cavalier servente, l’accompagnatore di cui nel Settecento le signore della nobiltà potevano ufficialmente usufruire, senza scandalo>>. Ovviamente le zone d’ombra non mancano: <<L’amore e un’arte non un istinto e bisogna imparare a coltivarlo: anche la gelosia si può superare>> spiega Anderlini. <<Certo, serve molta sincerità, soprattutto con se stessi. Che è la cosa più difficile>>. A002143, 8 L’obiettivo è quello che i poliamoristi chiamano <<comprensione>>: <<Un termine creato dalla comunità Kerista per definire l’opposto della gelosia o meglio la sua sublimazione: la gioia che si prova quando la persona amata riceve amore da altri>> spiega Anderlini. <<È un percorso interiore che richiede anni di lavoro: ricevere comprensione è facile, viverla quando è il partner ad avere altre storie è più difficile>>. E la gelosia può colpire a vari livelli: si può essere turbati dalla giovinezza di un nuovo partner, o dal livello di intimità che qualcuno ha con la persona che amiamo. <<Sappiamo che può succedere di essere gelosi di un amico, o del lavoro cui il nostro partner si dedica con passione: essere felici per la felicità altrui fa parte di un sentimento materno più che amoroso>>, avverte Baldaro Verde. <<In più, quando si parla di sesso entra in gioco il confronto tra i corpi e se il nostro partner ama un’altra persona, a livello inconscio ci arriva il messaggio che noi non siamo adeguati. Una paura difficile da superare>>. A002143, 9 LE PAROLE PER DIRLO Corporate Marriage Un matrimonio di gruppo registrato come società per assicurarsi un minimo di tutela finanziaria o legale. Cowboy Un uomo che cerca più o meno consciamente di riportare la partner a una relazione di coppia. Il riferimento è all’azione di isolare un animale dal branco (cowgirl se si tratta di una donna). DADT Dont’ask don’t tell Mutuata dall’atteggiamento dell’esercito americano nei confronti dei militari omosessuali, la filosofia del <<non chiedere non dire>> è in aperta contraddizione con lo spirito di lealtà che caratterizza la filosofia <<poli>>, ma può essere una scorciatoia per evitare problemi. HBB Hot Bi Babe Definizione spesso ironica o dispregiativa di un’attraente donna bisessuale, che si lega a una coppia mantenendo in genere un ruolo secondario. NRE New Relationship Energy L’entusiasmo legato alla nascita di una nuova relazione. ORE Old Relationship Energy Il senso di comfort e stabilità dato da una relazione di lunga data. OSO Other Significant Other L’altro partner, proprio o del partner. Primary Partner La relazione fondamentale (anche Primary Relationship). Primary Partner La relazione fondamentale (anche Primary Relationship. Quad Una relazione a quattro. Anche N o Z. Safe Sex Circle. L’impegno a limitare le relazioni non protette a un gruppo ristretto (anche Condom Commitment o Fluid Bonding). Spice Plurale scherzoso di spouse (marito o moglie), termine che in inglese significa <<spezia>>. Triad Un gruppo di tre persone in relazione tra loro. Può essere FFM, FFF, MMF o MMM, a seconda del genere dei soggetti coinvolti. V Tre persone di cui solo una ha relazioni intime con gli altri due. A002143, 10 ALLENARSI È MEGLIO. Ma come si fa a decidere chi dorme con chi, e quando? È la domanda più comune, e molti poliamoristi si stupiscono <<nel vedere che si dà più importanza al sesso che agli intrecci emotivo-relazionali della vita “poli”>>. Che, comunque si vedano le cose, richiedono tempo, pazienza, una buona agenda e molto tempo a disposizione. <<Molti, specialmente uomini, esplorano il poliamorismo aspettandosi di fare un sacco di sesso. E finiscono col lamentarsi di farne meno di prima e di passare il tempo a fare esami per le malattie sessualmente trasmissibili>>, scherza Sheff. Un rischio nell’era dell’AIDS, che induce a riservare i rapporti più intimi -il cosiddetto fluid bonding- ai membri della famiglia allargata. <<Il poliamore porta a riscoprire che esistono gradi diversi di intimità>>, ricorda Anderlini. Di solito quando si parla di una relazione tra adulti ci si riferisce al rapporto sessuale, non alle coccole, <<mentre un effetto collaterale del movimento sono le feste di abbracci cuddle party- in cui ci si scambiano coccole tutti insieme su un grande materasso. Lasciando a ciascuno la libertà di decidere con chi desidera scambiarsi affettuosità>>. Serve una buona capacità negoziale, per adattare la situazione alle esigenze di tutti: <<Ci sono “poli” che organizzano riunioni agenda alla mano oppure tirano a sorte come o alla tombola, altri che dormono tutti assieme, o che fanno sesso mantenendo case separate, sottolinea un poliamorista statunitense. <<La risposta nasce da un insieme di dialogo, empatia e allenamento. A pensarci bene, un po’ come il sesso ben fatto>>. RELAZIONI FANTASCIENTIFICHE Per il grande pubblico: Robert A. Heinlein: l’autore di capolavori della fantascienza come Straniero in terra straniera o La luna è una severa maestra. Ma per í poliamoristi è un antesignano, tanto che molti considerano le sperimentazioni descritte nei suoi romanzi -comuni scambi di coppie, matrimoni di gruppo- il catalizzatore che li ha spinti a esplorare nuovi modi di intendere le relazioni amorose. Non si sa se Heinlein, sposato tre volte, abbia vissuto davvero il tipo di relazione che descrive nei suoi romanzi Ma e noto che lo scrittore considerava la monogamia <<un costrutto sociale che può essere funzionale a certi ordinamenti sociali, ma non ha niente a che vedere con la morale>>, aggiungendo —in una lettera all’editore che lo invitava a censurare i suoi romanzi- <<che in circostanze appropriate costrutti del tutto diversi possono essere più efficienti e assicurare maggiore felicità>>. I VANTAGGI DELLA LIBERTÀ <<Il poliamore può essere fantastico, ma anche un disastro assoluto>>, ammette Sheff. <<Richiede tempo, impegno e una A002143, 11 grande intimità emotiva: va bene per le persone che vogliono investire tempo ed energia nelle relazioni, non è sempre facile dare a tutti l’attenzione richiesta>>. E trovare il tempo per tutto per tutti. Anche perché può succedere che un partner abbia relazioni multiple, e un altro no. O che una coppia che sceglie di aprirsi a nuove relazioni debba decidere chi esce con un potenziale nuovo partner, e chi sta a casa con i bambini. Che rappresentano un ulteriore problema: sono in molti ad affermare che una relazione <<poli>> ben riuscita garantisce ai bambini, specie ai più piccoli, una dose extra di presenze adulte responsabili sui cui fare affidamento. Ma è certo che quando ci sono figli, l’inserimento di nuovi soggetti nel nucleo familiare richiede impegno. Senza contare il rischio di perdere l’affidamento a causa della propria scelta. Ma anche il lavoro, o parte del proprio nucleo familiare. Lo stigma sociale nei confronti dei poliamoristi è ancora pesante, più che per l’omosessualità: <<Il poliamore fa paura perché molti improvvisamente lo vedono come un possibilità>>, spiega Sheff. <<Molti pensano che l’omosessualità non li riguardi, ma chiunque viva in una relazione può sperimentare il fatto di essere attratto da qualcun altro>>. Anche per questo, molti scelgono di vivere una relazione multipartner senza farsi troppa pubblicità. <<O semplicemente non hanno mai sentito parlare di poliamorismo>>, osserva Sheff. <<D’altronde i gruppi “militanti” sono composti in genere da bianchi che appartengono a un ambiente di livello socioculturale medio-alto>>. Perciò sono meno timorosi di un possibile ostracismo sociale, e forse anche meno bisognosi di tutele legali. Anche per questo di matrimonio di gruppo si parla relativamente poco, a differenza di quanto avviene per i matrimoni omosessuali. <<Un riconoscimento formale -osserva Sheff- non è esattamente nello spirito di chi cerca soprattutto di vivere i propri desideri, negoziando spazi con un’altra persona in modo flessibile>>. E in effetti tra i vantaggi che i poliamoristi menzionano quando parlano della loro situazione <<c’è la libertà personale e la possibilità di veder emergere aspetti diversi della propria personalità attraverso la relazione con più persone e di esplorare la propria sessualità in un contesto non giudicante>>, spiega Weitzman. Oltre ai vantaggi pratici che derivano dalla possibilità di condividere incombenze domestiche e spese di casa. C’è chi pensa che una relazione multipla sia un modo per evitare un’intimità con il partner che spaventa. <<Per qualcuno può essere così -spiega Sheff- altri invece affermano di avere trovato proprio in questo tipo di relazione A002143, 12 vera intimità e l’opportunità per conoscere le proprie esigenze e quelle del partner>>. Alla ricerca di una felicità che non hanno trovato in modelli di relazione più tradizionali. <<Quello di desiderare solo gratificazioni da una relazione è comunque un atteggiamento infantile e di onnipotenza narcisistica>>, osserva Baldaro Verde. <<Darsi delle regole, vivere all’interno di un sistema di valori, è ciò che caratterizza la nostra specie. Non è scritto da nessuna parte che si debba avere tutto, si deve imparare che alcune cose semplicemente non si possono avere, e che per altre bisogna adattarsi>>. Ma anche per gestire un poliamore, in fondo, serve una buona dose di adattabilità. <<E poi -conclude Anderlini- non importa: quanti partner si abbiano, ogni relazione è a modo suo unica. C’è uno scambio di emozioni, di memorie, che possiamo avere solo con quella persona>>. I SIMBOLI DELL’AMORE INFINITO. Che c’entrano i pappagalli, scelti dal movimento <<poli>> come uno dei propri simboli? Il riferimento non è ai costumi sessuali di questi volatili, ma all’assonanza particolarmente percettibile nella pronuncia anglosassone- con il nome Polly spesso usato per ribattezzarli. Ma ci sarebbe da stupirsi se un movimento tanto libero si fosse raccolto sotto un unico simbolo, e infatti non è così. Tra i più usati, il simbolo matematico dell’infinito, inserito in un cuore o più raramente in una catena di cuori nei colori dell’arcobaleno, anche se alcuni usano come riferimento all’infinito un nastro di Moebius color porpora. Ci sono anche più tradizionali nastrini e bandiere, nei colori blu rosso e nero per rappresentare <<la lealtà nei confronti dei partner, la passione e la solidarietà con quanti faticano a far accettare il proprio stile di vita>>. Nell’immagine può essere inserito anche il pi greco, iniziale di polyamory, o la sigla ILIC- Infinite Love in Infinite Combinations, un riferimento alla filosofia vulcaniana proposta da Star Trek, in cui però si sostituisce l’originale Diversity con Love. A002143, 13 IN PIÙ EASTON D. e HARDY J.W., The Ethical Slut: A Practical Guide to Polyamory, Open Relationships & Other Adventures, Celestial Arts, 2009. Non ancora tradotto in italiano, La sgualdrina etica può essere considerato il manifesto del movimento poli. E la guida più dettagliata per chi voglia esplorare il mondo delle relazioni aperte. ANDERLINI D’ONOFRIO S., Gaia and the politics of love. Notes for a Poly Planet, NorthAtlaniic Books, 2009. Ecofemminismo e poliamore sono due facce di una stessa medaglia? L’autrice mette in relazione la liberazione sessuale con la salvaguardia del pianeta. Il manifesto di un nuovo modo di intendere le relazioni amorose e il rapporto con l’ambiente. BARASH D, P, e LIPTON J. E. Il limito della monogamia. Animali e uomini infedeli, Raffaello Cortina Editore, 2002. Partendo dall’osservazione del mondo animale, gli autori smontano le teorie sulla diffusione della monogamia, rarissima in natura anche tra specie, come i germani, considerate simbolo di fedeltà. Per non parlare degli umani, <<che però -notano gli autori- unici tra tutti gli esseri viventi, hanno l’opzione di non rispettare le leggi imposte dalla biologia>> BALLABIO L, La coppia flessibile. Le relazioni poligamiche tra libertà e responsabilità Franco Angeli. Una riflessione ante litteram sulla possibilità di costruire oggi una relazione poligamica rispettosa e creativa