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Periodico di informazione
del Comune di Mirandola
fondato nel 1877
Anno 18
Numero 14
Luglio 2013
MIRANDOLESE
Tra le produzioni finanziabili ci sono vino, ortofrutta, cereali, pomodoro e parmigiano
4 milioni per ricerca e innovazione
concerto di muti
Rivive in mostra
un grande evento
Bando regionale destinato a sostenere progetti agroalimentari nelle aree del sisma
Più forti e competitivi dopo il
terremoto grazie anche alla ricerca
e all’innovazione. Con questo obiettivo la Regione Emilia-Romagna
ha approvato un bando che stanzia
risorse per 4 milioni di euro destinati
a sostenere progetti di innovazione
delle produzioni agroalimentari
di maggiore importanza dell’area
colpita dal terremoto. Tra gli altri:
vino, ortofrutta, cereali, pomodoro
da industria, parmigiano reggiano,
allevamento.
Il bando, che scade il 12 agosto
prossimo, è rivolto a Università, enti
di ricerca pubblici e privati, sia nazionali che esteri, ma anche ad aziende
agricole, cooperative di trasformazione e commercializzazione e consorzi.
Le scosse di terremoto del 20 e
29 maggio 2012 hanno colpito severamente il settore agricolo regionale
e hanno interessato quasi 14 mila
aziende agricole (il 18,7% del totale
regionale) e oltre 1.200 allevamenti
comunità in festa
La buona stella
di Camurana
Torna dal 9 al 15 agosto "Comunità
in Festa", organizzata dalla Parrocchia di
Camurana. «È la volontà di mantenere
viva, attiva e accogliente la parrocchia, –
spiegano gli organizzatori – come punto
di riferimento e di aggregazione. Tra gli
appuntamenti più attesi, la Notte di San
Lorenzo con tante sorprese.
A pag. 20
(10% del totale). I danni specifici
per il settore agricolo e quello agroindustriale sono stati valutati in oltre
2,3 miliardi di euro.
Il bando regionale prevede contributi fino al 90% dell’investimento
previsto, per progetti, della durata
massima di 24 mesi, che potranno essere di studio e ricerca o di
sperimentazione e che dovranno
comunque prevedere anche attività
dimostrative e di primo trasferimento.
Tutte le informazioni sono reperibili
sul portale Internet regionale "Agricoltura e pesca". «Vogliamo accompagnare lo sforzo della ricostruzione
in agricoltura con un attivo sostegno
allo sviluppo della competitività
e della redditività delle principali
filiere agroalimentari dei comuni del
sisma. – spiega l’assessore regionale
all’agricoltura Tiberio Rabboni –
Per questo oltre ai 65 milioni destinati
a cofinanziare nei prossimi mesi investimenti aziendali e allo stanziamento
delle settimane scorse per abbattere il
costo del credito d’esercizio abbiamo
deciso di finanziare progetti di ricerca
applicata e di innovazione dei processi produttivi e dei prodotti agricoli ed
agroalimentari».
mirandola
In piazza Costituente e al Borgo
il mercatino serale del mercoledì
Mercoledì 17 luglio sono ripartiti
a Mirandola (in piazza Costituente e
al Borgo in viale Gramsci) i mercatini
serali aperti a tutti i commercianti mirandolesi. «Si tratta di iniziative partite un
anno fa – spiega l’Assessore all’Economia Roberto Ganzerli – per permettere
ai commercianti di riappropriarsi di
Mirandola. Oggi è un’ulteriore testimo-
nianza dell’attaccamento e dell’amore
dei nostri esercenti per la città. Oltre ai
banchi commerciali saranno presenti
diverse aree di custodia, gioco, ludoteca,
teatro improvvisato e favole animate per
bambini. L’iniziativa avrà una cadenza
settimanale, sempre il mercoledì. Il 31
luglio dalle ore 22 segnaliamo il concerto dei Polaroid al bar La Fenice.
Una foto del
mercato serale
nell'edizione
2012
Una mostra di foto di Vanni Calanca al bar La Fenice di Mirandola
fa rivivere il memorabile concerto con
Riccardo Muti. In settembre le opere
(autografate) saranno messe in vendita
ed il ricavato sarà interamente devoluto
alla Scuola materna di Quarantoli.
A pag. 24
2 · n. 14- luglio 2013
Tribuna
I lavori del Consiglio
comunale di Mirandola
nell’opinione
dei Capigruppo
CAVICCHIOLI-PD
«Stop a nuove
trivellazioni»
Continua la battaglia del Partito
Democratico di Mirandola e di tutta
l’Area Nord, per la tutela del nostro
territorio. Dopo le decine di ordini del
giorno presentati dal nostro partito
contro il progetto di stoccaggio del
gas a Rivara, del quale siamo riusciti
fino ad ora a bloccare l’insediamento, il Pd ha presentato il 13 Maggio
scorso in Consiglio dell’Unione, un
nuovo ordine del giorno, nel quale si
esprimeva «…la propria contrarietà a
progetti di ricerca di idrocarburi che
prevedano nuove trivellazioni nelle
zone interessate dal sisma 2012, e la
richiesta di elaborare un nuovo piano
energetico nazionale che miri a ridurre
l’utilizzo di combustibili fossili, promuovendo il risparmio energetico e le
fonti rinnovabili…».
La richiesta, motivata da evidenti
motivi di precauzione in mancanza di
risultanze scentifiche chiare ed inequivocabili sul rischio indotto da tali
attività, è stata accolta dall’Assemblea
Regionale dell’Emilia Romagna, che
nei giorni scorsi ha votato all’unanimità una risoluzione che impegna
la Giunta Regionale ad esprimere
la propria contrarietà a progetti che
prevedano nuove trivellazioni, fino a
che non sarà noto l’esito dello studio
della commissione tecnico-scientifica
internazionale, appositamente istituita. Il documento è stato trasmesso ai
ministeri competenti.
Un risultato che conferma una
linea politica di serietà ed attenzione
ai nostri territori, e che credo sia decisamente una buona notizia per tutti
i residenti dell’Area Nord.
è chiaro che questa è solo la prima tappa di un percorso che ci vedrà
ancora e sempre in campo per la tutela
della sicurezza e della salute di tutti
noi, e che continueremo a vigilare
perché il nostro territorio sia salvaguardato da interventi che mirano
esclusivamente all’interesse di pochi,
a discapito dell’intera comunità.
Intanto portiamo a casa questo
primo importante successo.
Maurizio Cavicchioli
Consigliere Comunale
Gruppo PD
degiuli-spm
bellodi-fd'i
«Ecco perché diremo sì
ai Piani di zona 2013-2014»
«Vorrei un angelo
ad ogni incrocio»
Entro il 31 luglio 2013 i
nove Comuni dell’Area Nord
ed il Consiglio dell’Unione
saranno chiamati ad esprimere il voto in merito ai Piani di
Zona per gli anni 2013 e 2014.
I Piani di Zona rappresentano un importante documento di programmazione delle
attività afferenti ai servizi
socio-sanitari del territorio,
che in questo momento, per
i nostri Comuni colpiti dal
sisma del 20 e 29 maggio 2012, hanno
una rilevanza fondamentale. I principali obiettivi che sono stati messi
a punto dalla Giunta dell’Unione e
riportati nel documento vanno nella
direzione di supportare le politiche
del lavoro; infatti, una delle particolari situazioni di difficoltà registrate
qui come altrove è la disoccupazione
ed in particolare la difficoltà a trovare
una collocazione lavorativa superata
una certa età. Nel nostro territorio
agli effetti della crisi economica si
sono aggiunti quelli determinati dagli
eventi sismici. Riteniamo importante evidenziare che i Piani di Zona
andranno a supporto delle politiche
per la tutela degli anziani. Proprio
in questa direzione congiuntamente
ai Piani di Zona si procederà anche
a votare il regolamento per “Le resi-
Succede a volte che gli Angeli si
siedano sugli incroci ed intervengano
a rimediare all’operato degli uomini
e salvino magari un ragazzino che
potrebbe essere il figlio di tutti. O forse
devo dire al mancato operato. Perché
la colpa non si ha solo quando si fa
qualcosa di sbagliato e di illegittimo
ma anche quando non si fa niente per
ciò che si è stati eletti e per ciò che i cittadini si aspettano come naturalmente
da farsi. Succede a volte che gli Angeli
non possano intercedere. All’Uomo è
stato dato il libero arbitrio ma non alle
Amministrazioni Comunali popolarmente elette. E succede spesso che ne
facciano le spese persone che magari
le avevano pure votate. Succede fin
troppo spesso che ci si nasconda dietro
a false o a comode giustificazioni, da
doversi ascoltare quasi come omelie
che non sono. A Mirandola abbiamo
ormai un piano traffico obsoleto (già
orrido in sé quando andato in vigore),
viabilità congestionata, incroci pericolosi non messi in sicurezza, segnaletica
orizzontale inesistente e non rinnovata
almeno negli ultimi 18 mesi, Polizia
Municipale che quando serve non c’è.
Ho presentato un Ordine del giorno
(che quando leggerete sarà già stato
discusso) sulla sicurezza della zona
via Tagliate-via Toti-via San Martino
Carano perché si metta fine una volta
per tutte ad un inutile scempio di vite
umane. Cittadini mirandolesi hanno
d’altra parte presentato una Petizione
Popolare riferita a tutta l’Area del
nuovo Polo Scolastico per tutelare la
sicurezza degli studenti che non sono
garantiti nell’accesso per mancanza di
interventi, sia strutturali che organizzativi. Vi assicuro che questo è purtroppo
un boccone amaro che l’Amministrazione attuale lascerà di buon grado
alla prossima. Non c’è volontà di
cambiamento. Nell’ultima variazione
di bilancio saranno stanziati per la
manutenzione stradale ben…50.000
Euro! Non destinarli sarebbe quasi
stato meglio. Almeno non ci saremmo
sentiti presi in giro. E non cercate di
convincermi che è stata tutta colpa del
terremoto, perché la gente continua
comunque a circolare ed è dovere
garantirne la sicurezza e l’integrità.
E allora spero che si prendano subito
provvedimenti senza se e senza ma e
non ci si adegui al “Governo del Fare”
la cui parola d’ordine è stata fino ad
ora solo quella dello “slittare”. E mi
auguro non succeda che gli Angeli
avviliti si arrabbino e lascino anche
loro definitivamente incustoditi gli
incroci di Mirandola...
Giulia Bellodi
Capogruppo Fratelli d’ItaliaCentrodestra Nazionale
di gioco in partite amichevoli con
altrettante squadre locali; nella stessa
sera lo stand gastronomico prevedeva
il menù abruzzese con arrosticini, vino,
formaggio e pane tipico. Fiore all’occhiello degli appuntamenti serali è
stata la manifestazione "Summer Girl"
gestita da "Notti Saponate" e Ant, che
ha visto sfilare, sul campo da calcetto
saponato, ragazze per la conquista di
vari titoli di Miss, dalla Miss Summer
Girl 2013 a Miss Mirandola, da Miss
Sorriso a Miss Sport, il tutto presentato
dagli animatori volontari Luca, Beppe,
Pamela ed Ivan. Inoltre, ospiti della
serata, il Premio Pico 2013 Marialuisa
Locatelli ed i Maniko Sport, che hanno
suscitato nel pubblico rispettivamente
forti emozioni e grande divertimento.
Ho voluto utilizzare lo spazio che ci
viene concesso come gruppo consigliare per i ringraziamenti: ai ragazzi
dello staff, ai volontari dell’area ristoro,
agli imprenditori che hanno creduto
nel nostro progetto, agli ospiti delle
varie serate, a tutti i ragazzi che hanno
partecipato al torneo, alla delegazione
Ant Mirandola, all’Amministrazione
comunale, al Principato di Franciacorta
e a tutti colori che hanno contribuito al
successo di questo evento. Abbiamo
faticato tanto in questi giorni, ma la
fatica è stata ripagata vedendo ogni sera
la piazza gremita di persone: giovani,
adulti e bambini divertirsi e stare in
compagnia. Grazie a tutti!
Rocco Prestia
Consigliere I Mirandolesi
denze di media intensità”,
che saranno un importante
luogo destinato a persone
(principalmente anziani,
ma non solo) che non sono
più auto-sufficienti per
rimanere presso le proprie
abitazioni ma non risultano
nemmeno affetti da patologie di una gravi tà tale
da essere collocati in casa
Protetta. Saranno pertanto
residenze dove le persone
potranno trovare maggior supporto e
controllo rispetto a quello che troverebbero a casa. Quelli sopra riportati
sono solamente alcuni esempi della
complessa attività pianificata nei
Piani di Zona; molte altri ambiti
sono presenti, quali le politiche per i
giovani, i percorsi per combattere le
dipendenze, le gravidanze difficili…
Come gruppo Sinistra per Mirandola
riteniamo che il lavoro svolto e
le soluzioni proposte nei Piani di
Zona siano condivisibili, in quanto
funzionali e volte a supportare le
situazioni di maggior difficoltà. Per
questo motivo riteniamo sin d'ora di
poter dichiarare che il nostro voto
in Consiglio Comunale ed in quello
dell’Unione sarà favorevole.
Fabio Degiuli, Capogruppo
Sinistra per Mirandola
prestia-i mirandolesi
«Un grazie a chi ha creduto
nelle Notti saponate»
Un momento
delle "Notti
Saponate". A
destra, Rocco
Prestia
Alle 23.30 del 15 luglio si è conclusa la terza edizione di "Notti Saponate".
Anche quest’anno, insieme al collega
Marian Lugli, con il patrocinio del
Comune di Mirandola ed uno staff di
giovani è stato possibile organizzare
una manifestazione che aveva come
fine quello di reperire e devolvere
fondi all’Ant (Associazione Nazionale
Tumori)-delegazione di Mirandola,
rappresentata degnamente da Mariagrazia Zagnoli ormai da oltre 35 Anni. Il
torneo ha visto la partecipazione di circa 40 squadre tra maschili e femminili,
che, divise per gironi, hanno consentito
la selezione sportiva giungendo alle
finali. Nel settore femminile si è aggiudicata il primo titolo la squadra “Mc
Sun”, mentre tra i giovani calciatori ha
vinto il “Ristobar 1° e 2°”. Ai vincitori
più premi per ordine di arrivo e per
meriti in campo. Si sono distinti i capo
cannonieri, giocatori rivelazione, miglior giocatore, miglior goal, fair play.
Quest’anno la manifestazione è stata
caratterizzata nella sera da ospiti che
hanno allietato e divertito il pubblico
presente, da esibizioni sportive, a balli
guidati da maestri professionisti, scuola
di trucco, animazioni per bimbi. Inoltre
l’area ristoro presente in tutte le serate e
gestita esclusivamente da volontari ha
confezionato prodotti per tutti i partecipanti in cambio di donazioni per l’Ant.
Periodico del Comune di Mirandola fondato nel 1877 - Autoriz. del Tribunale di Modena n. 1247
del 30-08-95 - Tiratura: 20.500 copie - Distribuzione gratuita
Dir. responsabile: Fabio Montella. Capo redattore: Luca Marchesi
Grafica: Ufficio Stampa Comune di Mirandola
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Segretaria di Redazione: Raffaella Girotti
Hanno collaborato: Giulia Bellodi, Alberto Bergamini, Paola Bonfante, Nunzio Borelli, Mirta
Braghiroli, Simonetta Calzolari, Maurizio Cavicchioli, Fabio Degiuli, Andrea Ferramola, Laura
Ferraresi, Daniela Garuti, Corrado Gatto, Guglielmo Golinelli, Sara Malavasi, Gino Mantovani,
Valter Merighi, Giovanni Moi, Paolo Neri, Giulio Oliani, Sergio Piccinini, Antonio Platis, Paolo
Redaelli, Oscar Reggiani, Remo Rinaldi, Matteo Silvestri.
Stampa: F.D.A. Eurostampa S.r.l. -Borgosatollo (Bs) - tel. 030/2701606
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fax 0535/29541 e-mail: [email protected]
Chiuso in redazione il 18 luglio 2013. Prossimo numero l'8 agosto 2013.
Un particolare momento di emozione si
è avuto il giovedì, quando in campo è
scesa una squadra abruzzese di Sulmona (Aquila) che si è scontrata sul campo
mirandola
Gli uffici di Comune e Unione
si trasferiscono in via Giolitti
G l i u ff i c i d e l C o m u n e d i
Mirandola e dell'Unione si trasferiscono a fine mese di luglio nella nuova sede di via Giolitti. Le operazioni
di trasloco comportano la chiusura al
pubblico secondo il calendario che
pubblichiamo qui sotto.
n. 14 - luglio 2013 ·
infrastrutture
«Le osservazioni della Commissione di Via? Normale dialettica»
«La Cispadana è d'interesse nazionale»
L'Assessore regionale Alfredo Peri ribadisce gli impegni per l'autostrada
La Cispadana va avanti, e le osservazioni della Commissione di Via
rientrano in una normale dialettica
di questa fase della procedura. Anzi,
il Governo Monti si è accordato
con il presidente Vasco Errani e in
uno dei suoi ultimi atti ha inserito
la Cispadana e la trasformazione
della Ferrara-Mare da superstrada in
autostrada tra le opere di "interesse
nazionale". Risponde così l'assessore
regionale al Trasporti, Alfredo Peri,
ai contenuti spesso perentori delle 28
pagine di richieste di integrazioni che
la Commissione presso il Ministero
dell'Ambiente ha inviato il 10 di giugno alla Regione, ad Arc (la società
del presidente Graziano Pattuzzi che
costruirà l'opera) e ai Comuni.
Assessore, i cittadini non sono
stati informati, neppure i consigli comunali. Una circostanza
che ha infastidito,
«Si tratta di una interpretazione
singolare, poiché non è prevista
questa comunicazione, e siamo nella
normale procedura di richiesta di integrazioni. Procedura che è pubblica.
Come noto, chiunque poteva porre
delle osservazioni e la Commissione
può chiedere delle integrazioni ad
Arc e alla Regione. Noi ad esempio
siamo stati ricevuti già 4 volte e devo
dire che ci hanno anche fatto i complimenti per le soluzioni che abbiamo
proposto e documentato».
Fatto sta che sono passati 30
giorni e ne restano 15 per le
integrazioni che vi sono state
richieste, A che punto siamo?
«Per quanto riguarda la Regione,
rispetteremo i tempi, senza bisogno
di proroghe»
E i prossimi passi quali saranno?
«Dovremo attendere la conclusione dei lavori della Commissione
di Via, che potrebbe accogliere le
controdeduzioni e disporre delle
prescrizioni. Di seguito il Ministro
dell'Ambiente emanerà il suo decreto.
A quel punto, con il progetto definitivo approvato dalla Commissione
di Via, convocheremo una ulteriore
conferenza dei servizi, a Bologna, per
le fasi conclusive».
A proposito, tra le osservazioni
ci sono quelle "risentite" dei
Sindaci. Avevano garantito ai
loro cittadini che nel progetto
definitivo ci sarebbero stati
tutti i correttivi ambientali e
stradali, e invece Arc non ne ha
minimamente tenuto conto nel
progetto inviato a Roma.
«Non è così. In fase di conferenza
di servizi sul progetto preliminare,
alcune indicazioni sono state accolte,
altre sono state accolte nella seconda
conferenza dei servizi che ha preceduto il progetto definitivo. Per quelle
restanti, l'intenzione era di accoglierle
dopo l'approvazione della Via, nella
conferenza dei servizi finale. I sindaci
hanno ritenuto di anticipare questa
fase, presentando le osservazioni,
penso per stare dalla parte del sicuro».
Tra le considerazioni critiche
sulla Cispadana c'è la convinzione che il trasporto su gomma sia da superare, che nella
politica regionale si predichi il
trasporto su rotaia ma poi nella
pratica si faccia il contrario.
Come nel caso dei collegamenti
Modena-Sassuolo: si spinge
per la Bretella, e ora si pensa
di sopprimere il collegamento
ferroviario.
«Io ho partecipato ad una discussione in Provincia su questo tema,
poiché in estate, con la riduzione
dell'utenza, si riducono i servizi e si
innescano le proteste.
La Regione parte dalla disponibilità a mantenere il servizio; a Modena
ho raccolto anche istanze diverse,
perché l'interazione con la viabilità su
strada provoca qualche coda e disagio.
Ho solo detto che siamo disponibili ad
una rimodulazione, da valutare assieme ad enti e comitati dopo le ferie».
Torniamo alla Cispadana, nelle 28 pagine c'è una densità
impressionante di rilievi critici
e di richieste, sull'impatto acustico, ambientale, trasportistico,
storico. Chi e quando farà tutti
i rilievi tecnici richiesti dalla
Regione?
«Molti li abbiamo già prodotti,
molti li dovrà produrre Arc, più che
la Regione. Faccio presente però che
il progetto della Cispadana non è
all'acqua di rose. Si compone di ben
7.000 elaborati, Parliamo di metri
cubi di carta, per intenderci».
La commissione chiede di modificare alcuni passaggi discussi,
come la tangenziale tra Massa
e Rivara.
«Se si convinceranno delle nostre
proposte bene, sennò ci adegueremo
alle eventuali prescrizioni».
L'autostrada attraversa la Bassa da Est a Ovest, ma il problema storico della Bassa è il
collegamendo Nord-Sud, verso
Modena. Che ne dice?
«Abbiamo previsto un adeguamento della viabilità connessa alla
Cispadana che potrà portare benefici
anche in tal senso, magari non fino a
Modena. Aggiungo però che siamo
ormai alla partenza dei lavori per la
terza corsia sull'A22 del Brennero
e che sulla Statale 12 sono previsti
progetti di riquallficazione».
Si dice che i soldi della Cispadana andrebbero spesi per la
ricostruzione o che non ci sono
affatto,
«Pensare di modificare la destinazione di fondi già stanziati nel
piano economico finanziario mi pare
arduo. Qui c'è poi un contratto già
sottoscritto con Arc: le eventuali
penali ci costerebbero di più dello
spostamento dei fondi. è previsto che
la Regione stanzi 200 milioni di euro,
e Arc un miliardo. Quei soldi ci sono,
così come quelli per la ricostruzione.
Che la Cispadana si faccia lo garantisce anche l'inserimento dell'opera
tra quelle di "interesse nazionale",
in base alla decisione del Governo
Monti, dopo le indicazioni in tal senso
di Errani».
Alberto Setti
Gazzetta di Modena
10 luglio 2013
il sindaco
«L'opera va fatta
e va fatta bene»
Sul tema Cispadana è intervenuto anche il Sindaco di Mirandola,
Maino Benatti: «Ci sono osservazioni e richieste di approfondimento
da parte della Commissione di Via?
La Commissione di Via accoglie le
osservazioni fatte dai Comuni? Queste sono le domande. Le osservazioni
che abbiamo presentato erano serie e
nell’interesse del nostro territorio e
non questioni preconcette. È giusto
che ora si affrontino i nodi sollevati,
perché i cittadini, la Regione e le
imprese vogliono che la Cispadana
venga fatta e fatta bene. Stiamo parlando di un’infrastruttura fondamentale per il futuro di questi territori e
per la crescita economica di un’area
offesa dal terremoto».
3
ministero dell'economia
«Nessun rischio
per i mutui»
«I cittadini dell'Emilia-Romagna, della Lombardia e del Veneto
che ricorrono ai prestiti previsti in
conseguenza degli eventi sismici
del 20 e 29 maggio 2012 coperti dal
credito di imposta per i danni alle
abitazioni e alle imprese e disciplinati dalla convenzione tra la Cassa
Depositi e Prestiti e l'Associazione
Bancaria Italiana non corrono alcun
rischio in merito alle condizioni dei
finanziamenti». è quanto si legge
in una nota del ministero dell'Economia. «Il Governo - prosegue il
comunicato - garantisce la stabilità
e la continuità del quadro normativo
e regolamentare vigente e livelli di
tutela per il beneficiario adeguati
per l’intero importo e durata del
finanziamento, senza alcun rischio
nel tempo. Impegno ribadito dalla
recente approvazione di una disposizione, contenuta nel decreto-legge
28 giugno 2013, n. 76, che assicura
la detassazione di contributi, indennizzi e risarcimenti a qualunque
titolo ottenuti in relazione al sisma».
«Il Governo ha chiarito in modo
netto che il contributo, per i cittadini
e le imprese è garantito dallo Stato
per tutto il periodo del mutuo, per
tutta la durata e per l’intera somma
riconosciuta dalla procedura. Questo
è un impegno chiaro e preciso che
risolve interrogativi che in queste
settimane si erano diffusi», hanno
commentato il Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani e
l’assessore regionale alle Attività
produttive Gian Carlo Muzzarelli.
ricostruzione
Oltre 2.700 domande Mude
e 235 richieste Sfinge
Ammontano complessivamente
a oltre 222 milioni di euro le risorse
relative alle richieste presentate per
i contributi alla ricostruzione di abitazioni ed imprese colpite dal sisma
del maggio 2012. Il dato si riferisce
a tutta l'0area del cratere.
Abitazioni
I dati estrapolati dal sistema
Mude (Modello unico digitale per
l’edilizia) registrano oltre 2.700 domande di contributo in lavorazione da
parte dei professionisti e dei Comuni.
Le ordinanze totali emesse presso
istituto bancari per il pagamento
sono 1.100.
I contributi concessi ammontano
a 88 milioni di euro (per un totale
di 966.877 mq di superfici), mentre
quelli in pagamento sono quasi 29
milioni (superfici totali 524.895 mq).
Nel totale è compresa anche una quota di 1.166 immobili a uso produttivo,
commerciale, uffici e depositi.
Le unità abitative coinvolte nelle pratiche accettate ammontano a
5.300, per un totale di circa 10 mila
abitanti interessati.
Imprese
Le richieste di contributo registrate dal sistema telematico Sfinge
sono 235, equivalenti a circa 126,3
milioni di euro.
Le richieste sul fondo Inail,
riguardanti le imprese che abbiano
carenze strutturali nei capannoni
e per le quali occorra intervenire
per aumentarne la sicurezza, sono
attualmente 489 per una cifra corrispondente a 18,1 milioni di euro.
Il centro di Cavezzo devastato dal sisma
(foto di Davide Zaccarelli)
area nord
A bordo il personale può anche intubare un paziente
La rivoluzione dell'automedica
Copertura sette giorni su sette come in un Pronto soccorso
Sette giorni su sette, 24 ore al
giorno, 365 giorni all’anno. L’automedica nella Bassa modenese è arrivata
a garantire una copertura completa,
analoga a quella di un pronto soccorso. Su Mike 2 (è questa la sigla
dell’automedica dell’ospedale di
Mirandola secondo il codice fonetico
internazionale della Nato per evitare
incomprensioni via radio) viaggiano
un medico e un infermiere, sempre
pronti ad intervenire come supporto
dell’ambulanza o, in casi eccezionali,
anche da soli.
«Fino a non molti anni fa, non
era previsto il trattamento fuori dalle
mura dell’ospedale – spiega il dottor
Luca Gelati, coordinatore del Pronto
Soccorso di Mirandola – poi è cambiato l’approccio. Del resto, prima
si interviene su un paziente, prima
si ottengono miglioramenti con un
conseguente abbassamento della mortalità. Così medici e infermieri si sono
“tolti gli zoccoli”, indossando giacconi e scarponi per trattare i pazienti
sul territorio, là dove c’erano bisogno,
effettuando interventi che prima erano
eseguiti solo in ospedale». Il personale
che viaggia sull’automedica può intubare un paziente come se fosse in sala
operatoria, risolvere pneumotoraci sul
posto, ventilare una persona come nel
reparto di pneumologia, somministrare farmaci via flebo, eseguire un
elettrocardiogramma, effettuare un
trattamento antidolorifico. Solo grazie agli interventi delle automediche
(ce ne sono tre in tutta la provincia:
Mirandola, Modena e Pavullo) si regge il sistema della rete centralizzata
degli ospedali, con poche strutture
dotate di grande tecnologia in cui
far confluire i pazienti stabilizzati e
trattati in modo adeguato.
«I medici che operano sull’automedica hanno un doppio mandato –
afferma Davide Mariani, medico del
118 – e possono operare sia nel Pronto
Soccorso che al di fuori dell’ospedale». Il personale dell’automedica è,
a rotazione, quello che lavora anche
al Pronto Soccorso e in questo modo
infermieri e medici acquisiscono
competenza ed esperienza per fronteggiare emergenze sul territorio, a casa
dei pazienti e in ospedale, diventano
sempre più capaci e preparati. Gli
interventi dell’automedica e delle
ambulanze (il cui codice radio è India)
sono coordinati dalla centrale 118 di
Modena che in futuro sarà integrata
dalla centrale di Bologna, anche se
per i cittadini non cambiarà nulla. In
alcuni casi eccezionali, l’automedica
della Bassa è intervenuta anche a Novi
e Carpi, visto che in quella zona non
c’è un analogo servizio.
automedica
Tante storie a lieto fine
ed un cinese chiamato... Irio
Da sinistra,
Luca Gelati,
Davide Mariani
e Irio Tassi
Sono tante le storie che potrebbero raccontare medici e infermieri
che tutti i giorni macinano chilometri sulle strade della Bassa per salvare le vite degli abitanti dell’Area
Nord. Vicende tristi e dolorose, ma
anche tanti episodi che si sono conclusi con un lieto fine, grazie proprio
alla professionalità degli operatori
del 118. Come il caso in cui medico
e infermiere dell’automedica si sono
precipitati a casa di una famiglia
di immigrati cinesi, aiutando un
piccolo a venire alla luce, al quale
i genitori, per gratitudine, hanno
dato il nome di Irio, che è quello
dell’infermiere accorso sul posto.
Nel 2009 sono stati 931 gli
interventi dell’automedica Mike 2
nella Bassa (con 228 codici 2 e 53
codici 3, ovvero pazienti gravi). Il
servizio veniva però svolto a spot,
cioè quando c’erano le risorse
disponibili. Poi il servizio si è
strutturato ed è arrivato a coprire
5 giorni su 7. Così nel 2010 gli
interventi sono saliti a 1.237 (255
codici 2 e 50 codici 3), diventati nel
2011 1.264 (225 codici 2 e 45 codici
3) e 1.248 nel 2012, anno del terremoto e quindi meno significativo
dal punto statistico, quando si sono
comunque registrati 198 codici 2 e
37 codici 3.
brevi
saldi e VENDITE
STRAORDINARIE
Fino al 31 dicembre 2014 nei
Comuni colpiti dal sisma sono prorogate le delocalizzazioni e, fino a tale
data, "le vendite straordinarie di cui
all'art. 15, co.1 del D.lgs 114/1998
(cioè vendite o saldi di fine stagione,
vendite di liquidazione e vendite
sottocosto) sono sempre ammesse e
non hanno l'obbligo di comunicazione al Comune. Sul sito del Comune
di Mirandola il link all'Ordinanza
n. 75 del 1/7/2013 del Commissario
Errani.
DIECI REGISTI
PER UN SISMA
"Sisma Emilia" è un progetto collettivo composto da registi provenienti dalla regione, che opereranno a zero
budget e senza alcun finanziamento
pubblico. L’obiettivo è arrivare a 10
autori, 10 storie, 10 cortometraggi
per raccontare il terremoto che ha
investito l’Emilia nel maggio 2012.
Il progetto Sisma Emilia raccoglie
lo sguardo di registi emiliani che si
riuniscono per descrivere “da dentro”
l’esperienza del terremoto.
L’idea è che il film sia il più
possibile eterogeneo: cortometraggi
completamente autonomi gli uni dagli
altri. Nella realizzazione, le opere
potranno avere in comune location,
attori e gruppi di lavoro ma regia e
soggetto devono essere distinti per
ogni progetto. Il film "Sisma Emilia"
verrà completato entro il 31 dicembre
2013. Questo significa che i corti
dovranno essere consegnati non oltre
questo termine, per permettere una
corretta finalizzazione del progetto.
Un eventuale ricavato di visione, di
vendita dvd, di diritti, ecc. sarà devoluto a favore delle zone terremotate.
Info Arkadin Pictures di Matteo Merli,
e-mail: [email protected].
medolla
In azione la "mandibola d'acciaio" dei Vigili del fuoco
Ex municipio, fotocronaca di un addio
cavezzo
La ricostruzione?
Tutta un'Alchimia
è stato abbattuto il palazzo che per oltre 100 anni ha ospitato gli uffici
Dall'alto a sinistra, in senso
orario, l'abbattimento dell'ex
municipio di Medolla (foto di
Adriano Forapani)
Si guarda in silenzio. Nessun
commento. Nessuna parola inutile
mentre le gigantesche mandibole della
benna si aprono e si chiudono sui muri
senza più tetto del vecchio municipio
di Medolla, gravemente lesionato dal
sisma, distruggendolo pezzo per pezzo. Implacabile. I negozi vicini sono
stati chiusi d’autorità, allontanati gli
abitanti degli edifici circostanti, recintato un ampio spazio di sicurezza. Il
paese sembra fermarsi. Si ode soltanto
lo sferragliare degli strumenti azionati
dai vigili del fuoco. Il “comune”,
come lo chiamava sbrigativamente
la gente, era già in pensione da anni.
Finestre e porte chiuse, silenzio, polvere e solitudine negli spazi interni,
un tempo uffici affollati dove il nostro
vivere si vestiva di burocrazia, con
documenti in cui si certificava o si
dichiarava, tra l’altro, che eri nato o
avevi, che so, adottato un cane. Era
disposto su tre piani: scale comode,
spazi ristretti, uffici contigui, atmosfera quasi familiare. Ma nel tempo si era
dimostrato del tutto inadeguato alle
esigenze di una nuova realtà sempre
più complessa e a una popolazione
sempre più numerosa. Dopo una lunga
vita durata più di un secolo, il vecchio
palazzo ritrovava ancora un guizzo
di vitalità una volta all’anno, durante
la celebrazione del 25 aprile, quando
tutte le scolaresche del paese si riunivano, al suono della banda, davanti
alla lapide murata nella facciata del
municipio che portava incisi i nomi
dei giovani medollesi morti in guerra.
Il palazzo di tutti noi aveva chiuso i
battenti e gli si era scelta una dignitosa
pensione in attesa di decidere sulla sua
sorte futura, senza poter immaginare
che per l’edificio non ci sarebbe stato
nessun futuro. La micidiale macchina
azionata dai vigili del fuoco continua
nella sua opera distruttiva: stacca
pezzi di muro che poi lascia cadere a
terra in una spessa nuvola di polvere
che i pompieri cercano di disperdere
con potenti getti d’acqua. Fra poco
la distruzione sarà ultimata, resterà
un grande cumulo di maceria che
verrà prontamente rimosso. Rimarrà
il vuoto. Domani, percorrendo la
strada di sempre, al posto del palazzo
ti troverai di fianco il vuoto che ti
disorienta e che per un attimo ti farà
credere di avere sbagliato strada. Ti
mancherà il vecchio municipio. In
seguito però subentrerà l’abitudine e
finirai col chiederti come quel vuoto
potrà essere colmato.
Mirta Braghiroli
Il terremoto non ha fermato il
laboratorio di restauro Alchimia di
Cavezzo. Nonostante i danni subiti,
Alchimia ha ripreso a pieno l'attività.
Simbolo di questa determinazione il
compimento della partnership con
lo scultore Massimo Sansavini nel
realizzare "Controcorrente", un'imponente opera di arte contemporanea.
L'autore, classe 1961, è un artista
eclettico la cui formazione risale agli
inizi degli anni Ottanta ed è legata
allo studio dell’utilizzo del legno
associato a lacche e resine industriali.
L'opera realizzata nei laboratori di
Alchimia è stata iniziata nel 2011 ed è
stata da poco terminata, dopo un anno
di sospensione a causa del sisma.
Ora è pronta per essere presentata al
pubblico, con un evento speciale che
si è tenuto sabato 20 luglio.
L’opera, che misura 6,90 per
1,90 metri, è ricca di elementi legati
alla simbologia del cristianesimo e
raffigura tre pesci che risalgono la
corrente cosi come fanno i salmoni
per depositare le uova e quindi creare
una nuova vita: da qui il titolo "Controcorrente", che ben rappresenta il
lavoro di coloro che sono stati coinvolti in questo progetto.
Realizzata a bassorilievo con la
tecnica degli incastri su tavola l'opera
“Controcorrente" ha la particolarità
di essere stata rivestita con differenti
granulometrie di Pastadipietredure,
un nuovo materiale "inventato" da
Alchimia: ogni frammento del puzzle
è stato ricoperto con materiali come
agata, lapislazzulo, fluoriti, pietra paesina e tante altre pietre semipreziose
rendendo particolarmente originale
l'effetto finale. Il laboratorio di restauro di Cavezzo, con il marchio Lavorato d’Artista, dal 1997 è alla ricerca di
nuovi materiali per le finiture murarie
e la creazione di manufatti. Pastadipietredure è un’esclusiva finitura di
pregio, totalmente naturale, ricavata
dalla macinazione di pietre dure. La
pasta si ottiene dalla frantumazione
e macinazione delle pietre, legate in
purezza con collanti naturali.
L'opera sarà poi a disposizione
del pubblico, presso la sede di Alchimia, fino al 20 agosto. In contemporanea nelle sale del laboratorio saranno
esposti anche una serie di opere di arte
contemporanea africana.
6 · n. 14- luglio 2013
ricostruzione
I metodi dell'solamento e della dissipazione d'energia
Così il terremoto non fa più paura
A San Prospero si è parlato di adeguamento antisismico degli edifici
l'allarme
«In aumento
i giocatori»
Si è tenuto lo scorso 15 giugno a
San Prospero il convegno dedicato
all'adeguamento sismico degli edifici. L'incontro è stato organizzato da
Enea (Ente nazionale per le nuove
tecnologie, l'energia e lo sviluppo
economico sostenibile), Glis (Associazione che mira a diffondere
le strategie di progettazione antisismica) e Comune di San Prospero.
Lo scopo? Promuovere le moderne
tecnologie antisismiche. Interessanti
i dati emersi. Ed anche un po’ inquietanti. Eccone uno: in Italia più
del 70 per cento degli edifici non è
in grado di reggere ai terremoti a
cui il territorio può essere soggetto.
Dato sottolineato da Alessandro
Martelli, Presidente della Glis. In
questo numero di strutture a rischio
rientrano abitazioni, ospedali ed
edifici pubblici. Per Martelli spesso
tali strutture sono vecchie o mal
costruite e per loro: «L'adeguamento
sismico è impossibile od eccessivamente costoso». In questi casi è
necessario spostare scuole ed altre
strutture strategiche in altri edifici.
Ma questi devono offrire le giuste
garanzie od essere ricostruiti ad hoc
con le migliori tecnologie. I metodi
che permettono la messa in sicurezza
degli edifici si basano su due tipi
d'approccio, uno tradizionale, basato
sul rinforzo della struttura, l'altro
consistente nel ridurre le azioni del
sisma sull'edificio. Riguardo al rinforzo si è parlato del Metodo Cam.
Esso è stato sviluppato in Italia ed
applicato per la prima volta a scopo
antisismico ad una palazzina di Sigillo, in provincia di Perugia, dopo
il terremoto del 1997. Può essere
applicato ad edifici sia in muratura,
sia in cemento armato. Parlando di
metodi di riduzione degli effetti del
terremoto sulle strutture, i principali
sono l'isolamento sismico e la dissipazione d'energia.
«L’isolamento sismico è stato
applicato in Italia prima che in
Giappone e negli Usa - ha detto Martelli - e consiste nell’inserimento,
normalmente in corrispondenza del
piano più basso, di dispositivi che
“filtrano” l’energia trasmessa dal
terreno. La sovrastruttura isolata si
muove sopra agli isolatori praticamente senza deformarsi e molto lentamente. I sistemi dissipativi, invece,
sono costituiti da dispositivi inseriti
all’interno dell’opera e praticamente
“disperdono” (trasformandola in calore) l’energia del sisma. Sono meno
efficaci dei sistemi d’isolamento,
ma questi ultimi non sempre sono
utilizzabili». Gli edifici italiani isolati sono oltre 400. Anche in Emilia
vi è già una scuola con isolamento
sismico: è la nuova primaria di
Marzabotto (Bo). L’isolamento può
interessare non solo per gli edifici
pubblici, ma anche quelli residenziali e per le nuove costruzioni il costo
aggiuntivo è assai limitato (se non
addirittura nullo). Si pensi che per la
scuola di Marzabotto il costo di costruzione aggiuntivo dell’isolamento
fu di soli 96 mila euro su totale di
circa 5 milioni di euro. «Rendere
sicuri gli edifici in caso di terremoto
è possibile - ha concluso Martelli Certo mettere in sicurezza l'esistente
costa. Ma ciò non giustifica l'inerzia
delle istituzioni».
Sergio Piccinini
Il gioco d'azzardo patologico è
in aumento nell'area del cratere, cosi
come del resto lo è stato a L’Aquila
(2009) ed in Giappone (2011). I medici di famiglia hanno ricevuto a suo
tempo una locandina dal titolo “Se il
gioco non è più un gioco c'è qualcuno
che può darti una mano”. “Se pensi si legge nella pubblicazione - di avere
un problema col gioco o che lo abbia
un tuo famigliare puoi collegarti al
sito www.giocaresponsabile.it o telefonare al numero verde 800.921.121
dalle ore 9 alle ore 22 dal lunedì al
sabato”. Quello che si rileva dal materiale informativo è che il servizio
oltre a fornire un supporto immediato,
orienta il richiedente a rivolgersi ad
una struttura competente che per l’
Area Nord è il Sert con la presenza
del medico Massimo Bigarelli, professionista esperto e disponibile. E'
lusinghiero sapere che oltre il 40 per
cento di chi si è collegato con il sito
o ha telefonato, lo ha fatto avendo indicazioni dal proprio medico curante.
Gli studi fatti in Giappone dopo il
sisma del 2011 hanno confrontato risonanze magnetiche cerebrali eseguite
su 42 studenti dalla Tohoku University
di Sendai, dalle quali è emerso che si
è modificata una zona del cervello
deputata alla reazione alla paura e
questo ha portato ad un aumento dei
comportamenti disinibiti tra i quali il
gioco d'azzardo patologico. A L'Aquila si è registrato un aumento del 30 per
cento che se applicato all’ Area Nord,
significa che dal migliaio di pazienti
si passa a 1.300 pazienti affetti da
gioco d'azzardo patologico, con un
rapporto maschio/femmina di 3 a 1
e un impatto sociale ed economico
devastante per le famiglie e l'intera
comunità.
Nunzio Borelli, presidente
Medibase Area Nord
carabinieri
Ritirate
tre patenti
Sembrerebbe un fenomeno di
minor interesse quello della guida in
stato di ebbrezza ma in realtà esiste un
programma nazionale di lotta alle stragi
del sabato sera, finalizzato a contrastare
gli incidenti stradali che provocano la
maggiore percentuale di morti, a causa
dell’abuso di alcolici. In virtù di questo
programma, i carabinieri della compagnia di Carpi effettuano periodicamente
servizi specifici di controllo agli automobilisti, che hanno determinato ben
25 denuncie dall’inizio dell’anno per
guida in stato di ebbrezza alcolica e
5 per guida sotto gli effetti di stupefacenti. Anche il fine settimana del 6 e 7
luglio scorsi sono stati svolti servizi di
controllo che hanno portato alla denuncia e ritiro della patente a 3 persone.
Il primo episodio è di Medolla,
dove i carabinieri della locale stazione,
verso la mezzanotte, hanno sorpreso
un 55enne di Finale alla guida della
propria Kia con un tasso alcolico di 1.8,
cioè quasi 4 volte superiore al limite
(0.50) e gli hanno ritirato la patente
e sequestrato la macchina. Il secondo
episodio è delle 2 di notte a Carpi, dove
un 43 enne è stato controllato mentre
guidava la propria Fiat Punto con un
tasso alcolico di 1 grammo/litro ed,
infine, il terzo episodio è di un 23enne
di Mirandola che dopo aver perso il
controllo della propria Ford Ka si è
ribaltato nella campagna circostante
(solo per mera fortuna non ha invaso
la corsia opposta scontrandosi con
un’altra vettura in transito). Portato
in ospedale ha evidenziato un tasso
alcolico pari a 5 volte il limite consentito. Oltre alle denuncie penali, sono
previste severe sanzioni in termini di
sospensione della patente e multe salate
da pagare per chi si mette alla guida in
stato d’ebbrezza.
brevi
NUOVA SEDE CUP
A CONCORDIA
È stato completato il trasferimento
del Poliambulatorio di Concordia presso la nuova sede al Parco Fiera, tra via
Martiri e via Pederzoli. Da martedì 9
luglio è attivo lo sportello Cup/Saub,
in questo periodo in funzione con gli
orari estivi dal lunedì al venerdì dalle
8 alle 13.45. Da martedì 16 luglio è
rientrato nella nuova sede il Centro
Prelievi, aperto al pubblico nei giorni
di martedì, giovedì e venerdì dalle ore
7 alle ore 8,30. Il Consultorio familiare ripartirà dal 22 luglio, il lunedì,
giovedì e venerdì dalle 8,30 alle 13,
il martedì sia mattina che pomeriggio
(14-16.30). Dal 24 luglio potrà quindi
tornare operativa anche la Pediatria di
Comunità. L’interruzione dei servizi
presso la struttura polivalente si è resa
necessaria per permettere il trasferimento delle attività nella sede rinnovata
presso il Parco Fiera di Concordia. La
sede temporanea allestita dopo il sisma,
presso il campo sportivo, è stata chiusa
in modo definitivo. Si ricorda che il
servizio di prenotazione per esami e
visite è disponibile anche presso le farmacie. È possibile chiamare, inoltre, il
servizio "Tele&Prenota" dell’Azienda
Usl di Modena (da telefono fisso lo 848
800 640, da cellulare il 059/2025050)
attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle
18, il sabato dalle 8 alle 13. Chi avesse
bisogno del Consultorio familiare può
rivolgersi alla sede di Mirandola, all’interno del Centro Servizi di via Smerieri
3, aperta da lunedì a venerdì dalle 8 alle
13; lunedì, mercoledì e giovedì anche
dalle 14,30 alle 17,30. La Pediatria
di comunità, sempre a Mirandola, è
attiva presso il Centro Servizi. Per
informazioni e prenotazioni è possibile
contattare il numero 0535/ 602821, il
giovedì dalle ore 11,30 alle 12,30, e nei
rimanenti giorni tramite segreteria telefonica attiva 24 ore su 24. Gli accessi al
servizio sono su appuntamento.
PROSECUZIONE CAS
AI COMPROPRIETARI
Il Comune di Mirandola rende
noto che nei giorni scorsi è arrivato
un importante chiarimento in merito
al nuovo Contributo autonoma sistemazione (Cas).
I cittadini che siano comproprietari, anche pro-quota e a qualsiasi
titolo, di abitazione nel Comune di
Mirandola o Comune confinante
occupata in seguito al sisma, sono
quindi pregati di prendere contatto con
l’ufficio Cas per la prosecuzione del
Contributo Autonoma Sistemazione
tassativamente entro il 31 luglio 2013
nei seguenti orari: martedì/giovedì
dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle
18.30 e sabato mattina dalle 9 alle
12.30. In attesa del chiarimento, era
stata fornita un'interpretazione più
restrittiva della norma.
n. 14 - luglio 2013 ·
mirandola
7
«Acquisizioni e joint venture nei mercati in forte crescita»
Bellco scommette su Cina e Brasile
Gli obiettivi del nuovo Chief Executive Officer Carlo Medici
Carlo Medici, nuovo
Chief Executive Officer di Bellco
Bellco annuncia l’ingresso in
azienda del nuovo Chief Executive
Officer (Ceo), Carlo Medici. L’azienda, leader nei sistemi per l’emodialisi
e la depurazione extracorporea del
sangue, punta su un manager dall’elevato profilo per dare un nuovo impulso
alla linea strategica dell’internazionalizzazione. Da aprile 2012, la maggioranza del capitale di Bellco è stata
acquistata dal fondo Charme II gestito
dalla Montezemolo & Partners Sgr,
che ha investito nella multinazionale
del biomedicale proprio con l’obiettivo di valorizzarne la leadership e
supportarne la crescita in Italia e sui
mercati internazionali. Anche grazie
al recente ingresso nel capitale di due
fondi internazionali come Amadeus,
il più importante fondo tecnologico in
Europa, e Capital Dynamics.
Il nuovo Chief Executive Officer
di Bellco, ha passato negli Usa gli ultimi 20 anni della sua vita professionale
ed ha maturato esperienze e successi
in aziende leader del biomedicale, tra
le quali Roche e Bracco Diagnostics.
«Il nostro obiettivo – spiega Carlo
Medici – è quello di mettere a disposizione di un numero sempre maggiore
di pazienti ed operatori quelle terapie
innovative che Bellco propone. Questo può essere raggiunto attraverso il
consolidamento del network internazionale con una serie di acquisizioni
e Joint Venture, dando la priorità a
quei mercati in forte crescita, come
la Cina o il Brasile. Sono convinto
di poter mettere a disposizione di
Bellco la mia esperienza maturata in
venti anni di lavoro fuori dall’Italia
proprio per perseguire con successo
tale strategia».
I sistemi prodotti da Bellco sono
già disponibili in Italia ed in più di 50
paesi in Europa, Nord e Sud America, ma la parola chiave dell’azienda
è oggi “internazionalizzazione”.
Tutto questo mantenendo prodotti
altamente differenziati, che riescono
a personalizzare la terapia con un
miglioramento dello stato generale del
paziente, la cui prima conseguenza,
da non sottovalutare in un periodo di
crisi, è quella di un’incisiva riduzione
dei costi sociali.
È stato proprio questo progetto
ambizioso di crescita a far sì che
l’azienda, invertendo la tendenza
generalizzata della “fuga di cervelli”
sempre più tipica dell’Italia, riuscisse
a riportare nel nostro Paese un manager da un alto profilo internazionale
come Medici. Questa non è l’unica
peculiarità di Bellco in controtendenza rispetto al resto del nostro Paese:
in un momento di spending review
e tagli al personale, Bellco è infatti
un’azienda che investe ed assume.
Con il supporto degli azionisti, è stato
deciso di raddoppiare l’area produttiva
con un investimento di 4 milioni di
euro in automazione, da completare
entro il 2013. Per quanto riguarda
infine le nuove assunzioni, su oltre 300
persone impiegate in Italia, sono state
più di 90 le persone entrate in Bellco
negli ultimi anni; di queste, un terzo
è composto da under 30, proseguendo
nell’impegno di puntare sui giovani
talenti.
«Sono contento ed orgoglioso
del fatto che Bellco abbia riportato
in Italia Medici», commenta il Presidente, Antonio Leone. «L’arrivo di
Medici non è solo una buona notizia
per l’azienda – prosegue – ma è un’ulteriore prova di quello che vogliamo
fare, cioè pensare in grande. Sono
infatti convinto che la sua comprovata esperienza potrà dare un forte
impulso alla crescita internazionale
dell’azienda, in particolare sui mercati
a maggiore potenziale di sviluppo».
bellco
confesercenti
Fatturato, il 50% «Sugli studi di settore
è sull'estero
una circolare deludente»
L'ingresso in azienda di Medici
completa la definizione della squadra manageriale di Bellco, ed è per
gli azionisti e per l’azienda motivo di
grande soddisfazione l’aver riportato
in Italia un talento manageriale come
il suo. «La scelta di Medici di unirsi
alla squadra Bellco – fanno sapere
dall'Azienda – dimostra la valenza
degli enormi sforzi che l’azienda ha
condotto per ripartire tempestivamente a seguito del terremoto.
Un manager del settore medicale
così importante e così internazionale
avrebbe infatti difficilmente deciso
di lasciare gli Stati Uniti se non avesse trovato ad accoglierlo un’azienda
sana, perfettamente funzionante e
dal grande potenziale».
Nonostante gli eventi sismici
del maggio 2012, Bellco ha chiuso il
2012 con ricavi consolidati superiori
ai 103 milioni ed un Ebitda di circa
15 milioni. Oltre il 50% del fatturato
viene già realizzato all’estero. In
particolare Bellco è oggi presente
in oltre 50 paesi, a testimonianza
dell’eccellenza del biomedicale
“made in Italy”. Ed è leader di
mercato in Canada. In quest'ultimo
Paese Bellco ha recentemente concluso l’acquisizione del rivenditore
canadese, che è stato trasformato
in filiale diretta “Bellco Canada”.
Oltre 1800 le macchine per dialisi
installate in Canada, di cui 500 per la
“home dialysis” che è uno dei trend
rilevanti del settore in linea con la
tendenza generale di sviluppo della
sanità domiciliare. In Italia è proseguita nel secondo trimestre 2013
l’opera di rafforzamento della struttura di vendita diretta di Bellco, a
partire dalla recente acquisizione del
distributore ligure Emac che è stato
trasformato in agenzia. è inoltre in
fase avanzata il progetto di realizzazione di importanti joint-venture
in alcuni mercati internazionali di
rilievo, come Cina e Corea.
Studi di Settore: la pubblicazione
della circolare annuale, secondo Confesercenti, ha chiarito ma è ben lungi
dal risolvere i problemi oggettivi delle
imprese dell’area colpita dal sisma.
«L’effetto terremoto infatti non è stato
inserito tra le condizioni per potere
rientrare nel "periodo di non normale
svolgimento dell’attività". – spiegano
all'Associazione di categoria – La
condizione che avevamo avanzato
unitamente alle altre Associazioni
imprenditoriali, era l’esclusione totale
e automatica dagli Studi di Settore
per le attività imprenditoriali con sede
nell’area del cratere. Nella circolare
dell’Agenzia tale condizione non è
stata accolta». Infatti viene ribadito
nuovamente che per poter rientrare
nelle cause di esclusione dagli Studi
di Settore, occorre dimostrare di essere
o in un "periodo di non normale svolgimento dell’attività in ragione della
specifica situazione soggettiva o aver
cessato l’attività o trovarsi in liquidazione volontaria". Di nuovo si rimanda
alle imprese così duramente provate
la responsabilità di dover dimostrare
che quanto accaduto nel maggio 2012
costituisce un evento straordinario e
gravemente penalizzante per le attività
imprenditoriali. Mentre è a tutti noto ed
evidente che la stragrande maggioranza
delle imprese non è stata oggettivamente in grado di condurre normalmente la
propria attività. «Rinnoviamo dunque il
nostro forte disappunto per la circolare
definitiva dell’Agenzia delle Entrate
che contrariamente a quanto avevamo
fermamente richiesto, non introduce
alcuna modifica migliorativa, rispetto
a quanto enunciato dal comunicato
stampa dell’Agenzia stessa del 3 luglio
scorso – rimarca Confesercenti – Ancora una volta il fisco mostra di non
tenere conto dell’oggettiva e pesante
situazione in cui versano le imprese
dell’aree del sisma».
paltrinieri
Ai mondiali di nuoto
il "cratere" tiferà Gregorio
Dal 28 luglio al 4 agosto prossimi Gregorio Paltrinieri (nato a
Carpi da una famiglia "mirandolese"
doc) sarà tra i 29 atleti che prenderanno parte alla 15esima edizione
dei campionati mondiali di nuoto,
in programma al Palau Sant Jordi
di Barcellona. Paltrinieri, campione
del mondo in vasca corta dei 1500
stile libero, si prepara al Mondiale
dopo aver superato l'altro grande
scoglio della sua estate, l'esame di
maturità. Davanti, invece, c'è ancora
da dimostrare di aver raggiunto la
maturità sportiva in un Mondiale che
per Paltrinieri (che ha ancora casa
inagibile) potrebbe rappresentare la
svolta in carriera.
8 · n. 14- luglio 2013
aziende/57
«Dopo il 29 maggio funzionava solo la macchina del caffè...»
Conad supera sisma e taccheggi
Fausto Luppi, gestore di quattro supermercati, racconta la ripresa
Il Conad di Mirandola
Mirandola, Bastiglia, Massa
Finalese e San Felice sul Panaro.
Fausto Luppi il terremoto lo ha
vissuto pericolosamente grazie ai
quattro supermercati che gestisce
per conto di Conad. Il punto vendita
che ha creato meno problemi è stato
Bastiglia, dove si è verificata un’interruzione del servizio per un solo
giorno in una zona che si è venuta a
trovare ai margini del cratere. Dopo
che era rimasto chiuso per quattro
giorni nel periodo intercorso fra le
due scosse del 20 e 29 maggio 2012,
a San Felice il Conad ha riaperto il
5 giugno. La cosa è stata particolarmente apprezzata dall’Amministrazione comunale sanfeliciana e dalla
popolazione in generale, visto che si
trattava di uno dei pochi supermercati in funzione non soltanto in città
ma nell’intera Bassa.
Non altrettanto fortunata è stata
la sede Conad di Massa Finalese:
l’edificio che la ospitava al primo
piano, è stato dichiarato inagibile a
causa dei gravi danni riportati dalla
struttura, in particolare il tetto di
copertura.
Il 3 luglio è giocoforza stata
inaugurata una tensostruttura in via
Monte Bianco, vicino alla Carrozzeria Calanca. Proprio qui si ha intenzione di costruire la nuova Conad,
per la quale è stato predisposto un
progetto che dovrebbe essere realizzato tra la fine del 2013 e l’inizio
del 2014. Stesso discorso riguarderà
il supermercato di Cavezzo, il più
lesionato insieme a quello di Massa,
che fa parte dei 30 punti vendita
Conad colpiti dal sisma.
Resta da dire di Mirandola la cui
chiusura si è protratta per 70 giorni,
fino al 9 di agosto quando è stato
ultimato l’intervento di ripristino che
ha richiesto l’istallazione di 6.800 fra
staffe e sostegni. «Dopo il 29 maggio
qui funzionava solo la macchinetta
del caffè» scherza Fausto Luppi.
In effetti il supermercato dentro è
rinnovato, compresi gli impianti
elettrici che sono stati rifatti da zero.
Il personale è stato fatto ruotare nelle
varie sedi per ridurre al minimo il
ricorso alle ore di Cassa Integrazione. Potenziato anche il sistema
di allarme e videosorveglianza che
intende scoraggiare il deprecabile
fenomeno del taccheggio, i furtarelli
in orario di apertura, che si calcola
facciano sparire dagli scaffali una
media dell’1 per cento dei prodotti
in vendita. Il sistema di sicurezza si
è rivelato particolarmente utile per
portare alla luce alcuni singoli episodi che si sono verificati dentro al
Conad nell’aprile scorso. I dipendenti si sono accorti che, in particolare
nei settori del caffè e dei formaggi,
venivano a mancare notevoli quantità
di merce che poi risultavano non
essere state vendute. è scattata una
denuncia e quindi un’indagine, ad
opera della Polizia di Mirandola e
Carpi, che ha portato all’arresto di 3
donne e un uomo, di origine moldava, specializzati in furti nella grande
distribuzione. Facevano parte di
un’organizzazione più ampia dedita
al taccheggio nei punti vendita, dove
venivano “prelevati” prodotti diversi
da supermercato a supermercato.
Giovanni Moi
in provincia
«In 6.000 soffrono
di gravi cefalee»
N e l
mondo,
secondo
le stime
dell’Organizzazione
Mondiale
della Sanità, ogni
anno più
della metà
della popolazione è vittima di almeno un attacco
di cefalea, o, secondo il linguaggio
comune, di mal di testa, tanto da far
collocare tra le dieci malattie più
invalidanti le forme croniche della
patologia. «Nella nostra provincia
almeno 6 mila persone soffrono di
forme di cefalea importanti, spesso
invalidanti in modo rilevante: nella
stragrande maggioranza dei casi si
tratta di situazioni legate ad un abuso
di farmaci», ha sottolineato il professor Luigi Alberto Pini (foto) direttore
del Centro e tra i maggiori esperti a
livello nazionale, in occasione della
inaugurazione dei nuovi spazi dedicati
all’attività svolta in Day Hospital dal
Centro per la Studio delle Cefalee
presso il Policlinico di Modena.
«Ogni anno visitiamo circa 3 mila
persone, molte delle quali, a conferma
della qualità del lavoro che svolgiamo, arrivano da fuori provincia, per
l’esattezza il 68,6% del totale. Spesso
siamo chiamati ad assistere pazienti
con patologie rare e particolarmente
complesse. Rispetto ai nuovi locali
dedicati all’attività di Day Hospital
mi preme evidenziare che sono
davvero molto importanti perché ci
consentono non solo di accogliere le
persone in ambienti più confortevoli,
ma anche di offrire risposte più mirate
ed adeguate alle centinaia di persone
che altrimenti avrebbero come unica
possibile risposta estemporanea il
ricorso al Pronto Soccorso».
n. 14 - luglio 2013 ·
AZIENDE/58
La ditta ha 11 punti vendita in Italia, uno a Londra e uno a Dubai
L'arredo bagno ha trovato casa
Bertani ha inaugurato un nuovo showroom in via Toti a Mirandola
Un momento dell'inaugurazione
del nuovo showroom
L’inaugurazione è avvenuta sabato 6 luglio in via Enrico Toti
n.109 a Mirandola alla presenza
della maggiori autorità cittadine e
dei titolari. Dopo i lavori di ristrutturazione iniziati a settembre del 2012,
lo Showroom Bertani cambia volto.
L’intervento di ripristino doveva essere compiuto comunque, per la messa
in sicurezza dell’intero edificio dopo
il sisma, ma si è colta l’occasione per
dotarsi di una struttura più moderna
e accattivante. Tutto ciò a 13 anni
dall’insediamento dello Showroom
a Mirandola, avvenuta nel 2000, e a
oltre un anno dal terremoto che aveva
fatto sbriciolare al suolo gli scaffali
e il materiale da esposizione. Ma
in via Enrico Toti non si sono mai
chiusi i battenti, nemmeno nei giorni
immediatamente successivi al 29
maggio 2012. Ciò ha permesso a chi
ne aveva necessità, sia privati che organizzazioni di soccorso (Protezione
Civile, Croce Rossa, Alpini ecc.), di
procurarsi i pezzi di ricambio per le
prime riparazioni.
Lo Showroom si occupa di progettazione e vendita dell’arredamento
da bagno, compresi le superfici (piastrelle) e i complementi (ad esempio
le porte).
Nella sede si trova il magazzino
che riguarda la parte «tecnica, tutto
quello che nel bagno non si vede
(tubazioni, raccordi) e che serve
all’installatore e all’idraulico», informa Matteo Venturini. Accanto
c’è invece il settore “estetico”, la
Sala Mostra gestita da Tamara Accorsi, che ha continuato a lavorare
tramite i “cataloghi”, anche quando
le scaffalature erano ancora in fase
di allestimento durante la ristrutturazione. I titolari, i cugini Giorgio
e Franco Bertani, hanno la sede
centrale a Reggio Emilia, possiedono 11 negozi in Italia, concentrati al
area nord
Nella complessità della vita
un aiuto dal Centro Famiglie
Nord, e 2 all’estero (Dubai e Londra).
«Dobbiamo essere grati alla proprietà
per aver continuato a investire su
Mirandola, con la scelta di rinnovare
e abbellire la struttura», commenta
Tamara Accorsi. Il sostegno non si è
limitato all’attività lavorativa, Giorgio e Franco Bertani hanno messo a
disposizione dei dipendenti 3 roulotte
acquistate di tasca propria.
L’attenzione e la sensibilità che
l’azienda ha dimostrato verso il proprio personale, colpito a Mirandola
da una tragedia che non si poteva
prevedere, è la stessa che si cerca di
riservare alla clientela. «Cerchiamo di
capire le reali esigenze di chi entra nei
nostri negozi mettendo a disposizione
la nostra competenza professionale»,
sostiene Tamara. Che aggiunge: «In
questo momento di crisi, ancora di
più sapremo accogliere i nostri clienti
e assisterli nelle scelte, proponendo
marchi di qualità che garantiscano
una durata nel tempo. La Bertani spa
è un azienda intraprendente attenta ai
continui cambiamenti del design e il
nuovo Showroom di Mirandola ne è
la dimostrazione».
Giovanni Moi
Da aprile 2013 le famiglie
dell'Unione dei Comuni Modenesi
Area Nord con figli da 0 a 18 anni,
possono trovare all’interno del centro
per le famiglie, una nuova possibilità
di affiancamento nella gestione delle
piccole e grandi complessità della vita
quotidiana. Offriamo informazioni sui
servizi e le risorse presenti sul territorio,
consulenze ai genitori ed uno spazio per
pensare e costruire insieme con le famiglie e la comunità piccoli progetti, per
accrescere la conoscenza e il legame tra
le famiglie, con la speranza di diminuire
la sensazione di solitudine. In questi
primi mesi stiamo investendo molte
energie nell’attività di promozione,
per far conoscere le opportunità che il
Centro offre ai cittadini e costruire una
rete di collaborazione con i diversi attori
dei servizi pubblici e del privato sociale
presenti sul territorio. Vorremmo creare
dei piccoli cantieri di lavoro dove i
protagonisti principali siano proprio
le famiglie con le loro risorse, dubbi,
aspettative, desideri, difficoltà, assieme
agli altri soggetti della comunità, dove
possa pian piano crescere la voglia di
coinvolgere altre famiglie, senza grandi
pretese, ma anche solo per riscoprire e
riprendere il gusto di ritrovarsi insieme,
vivendo e sentendo sempre più propri
gli spazi che ci circondano.
Ad oggi abbiamo incontrato alcune famiglie per fornire tutte quelle
informazioni che possono interessare
i genitori (dai campi gioco alle forme
di sostegno economico, diritti e doveri
in ambito familiare eccetera) e questi
momenti sono diventati per noi una
preziosa occasione di scambio e di
approfondimento delle difficoltà e
incertezze che vivono le nostre famiglie, un momento per dare ascolto a
genitori che si trovano ad affrontare in
solitudine preoccupazioni, che sono poi
preoccupazioni di tanti …. a volte anche
piccole e quotidiane. In questi primi
mesi le famiglie che si sono rivolte al
Centro per la consulenza genitoriale
hanno trovato uno spazio di ascolto e
riflessione (individuale e/o di coppia)
per affrontare eventi o cambiamenti che
quotidianamente si incontrano.
Il dialogo con i figli, la gestione
delle regole (in particolare quando il
figlio cresce, ed è più difficile prendere
le misure perché non è più un bambino
ma neanche un adulto), il rapporto con
la scuola, la comunicazione in famiglia,
sono tutti temi su cui un genitore può
sentire il bisogno di confrontarsi in
un percorso limitato nel tempo, in cui
cerchiamo insieme di definire il problema e trovare strategie per affrontarlo.
Alla Mediazione Familiare, invece, si
sono rivolti genitori separati o in via di
separazione, alle prese con i dubbi e le
perplessità legati alla vicenda separativa, in particolare rispetto alla vita dei
loro figli: «Come è meglio attuare la
separazione per far meno soffrire i figli?
Come dirglielo, da soli o insieme? Cosa
è meglio dire perché non sia un trauma
per loro? Dovremo andare in pizzeria
insieme per il bene dei figli?». Con il
supporto del mediatore, in un luogo
neutrale, i genitori hanno potuto affrontare i nodi conflittuali, confrontarsi e
parlare dei bisogni dei loro figli, delle
decisioni da prendere per riorganizzare
la quotidianità e individuare accordi
concreti, o ridefinirli, a seguito della
crescita dei figli o di altri cambiamenti.
Hanno trovato uno spazio di riflessione
anche le famiglie ricomposte, in cui
il nuovo partner si è trovato a gestire
la complessità legata alla convivenza
quotidiana dei ragazzi, o altri famigliari
(nonni, zii...) particolarmente coinvolti
nella vicenda separativa. Dal prossimo
anno sarà inoltre attivo un progetto di
sostegno alla genitorialità adottiva.
è già attivo, invece, lo sportello
informativo sull'affido e sull'adozione.
Pertanto, con piacere, vi aspettiamo al
Centro per le Famiglie non solo per
gli spazi di informazione, consulenza
e mediazione ma anche per ascoltare
e condividere idee e magari, provare a
costruire dei piccoli progetti insieme.
Tutti gli spazi che offriamo alle famiglie
sono gratuiti, ed in particolare per la
consulenza e la mediazione vi si accede
su appuntamento e senza la presenza
dei figli. Ci potete contattare al numero
di telefono 0535/29683, oppure alla e
mail: [email protected] o venire direttamente a trovarci presso la nostra sede a Mirandola
in via Castelfidardo 44, il mercoledì, il
giovedì, il venerdì dalle 10 alle 13, il
sabato dalle 9 alle 13, il mercoledì e il
giovedì anche dalle 15 alle 18.
Gli Operatori
del Centro per le Famiglie
9
popolazione
Gli stranieri
sono in calo
Al 1 gennaio 2013, la popolazione residente a Modena e provincia
raggiunge una consistenza pari a
705.809 residenti (+849 unità rispetto
alla stessa data dell’anno precedente).
Se si valuta l’andamento demografico rispetto al 1° luglio 2012, il
complesso della popolazione ed il
contingente straniero rilevano invece
un decremento sia pur contenuto, che
costituisce tuttavia una inversione di
tendenza rispetto al trend precedente
al terremoto. Alla fine del 2012, infatti, appaiono più evidenti, sotto il
profilo demografico, le conseguenze
delle numerose scosse sismiche che
hanno colpito i Comuni della pianura,
in cui si registra un decremento demografico complessivo pari a -1.299
unità, rispetto al 1° luglio 2012.
La dinamica demografica provinciale di medio periodo (2007-2012)
si è sempre mostrata crescente, sia
pur in progressivo rallentamento e
complessivamente sostenuta dalla
componente straniera, il cui numero
anche al 1° gennaio 2013 cresce di
2.315 unità rispetto alla stessa data
2012, raggiungendo la consistenza
di 96.546 cittadini stranieri (pari al
13,7% dei residenti). Poi, però, a
partire dalla data del 1° luglio 2012,
che demarca l’epoca post terremoto,
si assiste ad una progressiva riduzione
della popolazione residente, con particolare riferimento alle aree colpite dal
sisma. Rispetto a quella data, anche il
contingente straniero risulta in calo di
458 unità.
Quale conseguenza del sisma e
della revisione anagrafica postcensuaria, viene rilevata la diminuzione
di popolazione in tutti i Comuni della
Bassa (-1.357 unità, -1,4% rispetto
al 1 luglio 2012), che rappresenta il
decremento più consistente: a Novi di
Modena (-379 unità), a Finale Emilia
(-221), a San Possidonio (-177), a
Mirandola (-170), a San Felice sul
Panaro (-138), a Cavezzo (-135), a
Concordia (-92), a San Prospero (-36),
a Medolla (-6) e a Camposanto (-3).
L’incidenza percentuale degli stranieri, risulta più elevata nei Comuni
più piccoli: al 1 gennaio 2013, è straniero il 18,1% dei cittadini residenti
a Spilamberto, il 18% dei residenti di
Novi di Modena, il 17,6% di quelli di
Vignola, il 17,5% dei cittadini di San
Possidonio e il 17,1% di Camposanto.
Il dato, tuttavia, risulta in calo
in alcuni comuni della Bassa come a
Concordia, con una incidenza di stranieri sulla popolazione pari al 14,4%
(era il 14,7% all’inizio dell’anno), a
Cavezzo col 14,2% (era il 14,5%), a
Finale Emilia il 12,9% (era il 13,1%)
e in alcuni Comuni dell’area collina e
montagna come Palagano con un’incidenza pari all’11,3% (era il 12,2%
all’inizio dell’anno).
10 · n. 14- luglio 2013
MirandolaIN è il gruppo mirandolese nel social network di Linkedin, che promuove e
sviluppa i contatti professionali e culturali tra oltre 225 milioni di persone nel mondo
ed oltre 4 milioni in Italia
«Così scopriamo se un prodotto vende»
Stare Bene a Mirandola
Cecilia Luppi lavora in una grande azienda che aiuta a capire il mercato
Cecilia, qual è il tuo
un team di una trentina
lavoro e quali respondi Project Developer in
sabilità comporta?
Europa, Asia, Stati Uniti
«La divisione di “The
e America Latina. Le mie
Nielsen Company” in cui laresponsabilità, oltre che
voro (Bases) offre supporto
di gestione delle persone,
a grandi aziende multinasono garantire che gli
zionali nel largo consumo
standard del cliente siano
a cura di
(Unilever, P&G, Nestlé,
Andrea Ferramola rispettati costantemente a
Pepsico, Barilla, per citarne
58 anni, laureato in tutti i livelli, e assicurare
alcune) nel lanciare sul mer- Giurisprudenza e Con- che i dati raccolti dalle
cato nuovi prodotti. La mia sulente del Lavoro, fon- varie ricerche mantengano
azienda, attraverso ricerche datore di MirandolaIN, elevati standard qualitatidi mercato ad-hoc, testa le Ferramola ha esperienza vi. Da poco, inoltre, sono
nuove idee di prodotto in come dirigente d'azienda responsabile della Certifiquasi tutti i paesi del mondo, e oggi è coach profes- cazione di Qualità Iso del
e, con accurate analisi, for- sionista.
processo di raccolta dati
nisce all’azienda la visione
in 5 Paesi».
di come il nuovo prodotto si collocherà
Quando e come è nata la tua decisul mercato.
sione di fare questo lavoro?
All’interno di Nielsen lavoro nel
«Prima di Nielsen, ho lavorato per
reparto Client Consulting-Project DeNovartis, un’azienda farmaceutica,
velopment, dove si seguono gli aspetti
come Sales Support, una funzione
concettuali, tecnici e organizzativi della
di collegamento tra il marketing e la
raccolta dati per una ricerca di mercato:
divisione commerciale. All’epoca il
progettare la ricerca con il cliente, defimarketing stava lavorando al lancio di
nire i materiali del test (le pubblicità e i
un nuovo dispositivo medico. Per questo
questionari di raccolta dati), coordinare
era stata condotta un’importante ricerca
le agenzie esterne (nei vari Paesi in cui
di mercato. Quando l’istituto che aveva
si svolgono le raccolte dati) e i diparticondotto la ricerca venne in azienda per
menti interni (ad esempio di traduttori,
presentare i risultati, rimasi affascinata
di chi lavora i dati, di chi programma le
dalla presentazione di numeri e grafici
interviste on-line, etc...), e infine gestire
che indicavano quanto fosse piaciuto
gli aspetti finanziari (i preventivi e la fatil prodotto ai consumatori; dati che
turazione). La ricerca di mercato ha così
supportavano una importante decisione
inizio e, una volta avvenuta la raccolta
strategica, cioè se lanciare o non lanciare
dei dati, essi vengono trasmessi al nostro
il prodotto (per cui l’azienda avrebbe
team analitico per l’analisi.
dovuto fare un investimento importante).
Attualmente, sempre all’interno
I ricercatori ci mostrarono come questo
del dipartimento di Client Consulting,
prodotto avesse avuto successo tra i conricopro un ruolo globale e coordino
sumatori, quindi ...via libera al lancio!
Cecilia Luppi abita a Mirandola e lavora per una società multinazionale di informazioni di
marketing e rilevazione dati con sede italiana a Milano.
Studi: Liceo “G. Pico” di Mirandola; Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso
l’Università degli studi di Bologna; Master in Congress Management presso l’Università
degli studi di Bologna.
Età: 38 anni.
Ruolo professionale attuale: Client Consulting Director, Project Development.
Ruolo professionale precedente: Sales Support presso una multinazionale farmaceutica.
Le passioni di Cecilia: viaggi, fotografia
Grazie ad una ricerca di mercato, si è
in grado di conoscere non solo l’accettazione o meno del nuovo prodotto tra
i consumatori, ma anche i consumatori
stessi (chi sono, cosa vogliono, etc...),
gli aspetti dei prodotti da migliorare,
come impostare la comunicazione
(banalmente... "la pubblicità") e come
i prodotti competono con i concorrenti:
queste sono tra le cose che più mi hanno
interessato del mondo delle ricerche.
Proprio in quei giorni lessi un annuncio
che ricercava candidati per una posizione
di lavoro proprio nell’azienda che aveva
svolto la ricerca di mercato (che, oltretutto, stava valutando di aprire un ufficio
a Milano, essendo all’epoca presente
solo all’estero). Risposi speranzosa... e
proprio quest’anno festeggio i 10 anni
in azienda!».
Quali sono gli aspetti del tuo
lavoro che ti procurano vera soddisfazione?
«Una grande soddisfazione, legata al
mio ruolo attuale, è lavorare con un team
composito e vario. Per dare un’idea, i
Project Developer che coordino sono
in Europa (Oxford, Milano, Bruxelles,
Varsavia, Parigi e Istanbul), Stati Uniti
(Wilton - N.J.), America Latina (Buenos
Aires e San Paolo), Asia (Shanghai e
Bombay)... è davvero stimolante (e
divertente!) confrontarsi continuamente con culture così diverse tra loro, e
cercare di lavorare in modo efficace
con ciascuna, anche se non sempre è
possibile un incontro di persona. Altre
grandi soddisfazioni, legate questa volta
più specificatamente alle persone, le ho
avute quando ho selezionato e assunto,
per conto dell’azienda, collaboratori
che si sono poi dimostrati molto validi
(i cosiddetti "talent"). Selezionare il
personale è una delle responsabilità
che più mi ha spaventato in questi
anni. Tuttavia, ho creduto fortemente
in alcuni candidati in fase di colloquio,
e li ho cresciuti nel mio team. Oggi,
alcune di queste persone sono maturate
professionalmente e ricoprono ruoli di
responsabilità. Mi è anche capitato di
essere stata ringraziata per aver portato le
persone giuste in azienda! Infine, sempre
tra le soddisfazioni aggiungo il vedere
sugli scaffali dei supermercati prodotti
per cui ho contribuito (tramite ricerca
di mercato) al lancio».
Invece quali aspetti sono per te più
faticosi o affronti meno volentieri?
«L’altra faccia della medaglia del
lavorare con persone in tutto il mondo
sono gli orari. A volte la sveglia è mol-
to presto, per poter
partecipare a una
riunione telefonica
con l’Asia o l’Australia; o al contrario
la giornata lavorativa
finisce tardi, quando negli Stati Uniti
sono nel pieno della
giornata lavorativa.
Il mio capo è proprio negli Stati Uniti e
ci capita di parlare al telefono negli orari
più improbabili.
Infine, gli aspetti che affronto
meno volentieri sono quelli burocratici.
Anche nelle aziende multinazionali la
burocrazia a volte è eccessiva, data dalla
necessità di omologare i processi, per
gestirli al meglio e con coerenza. Ma che
fatica quando, per inviare una richiesta
interna, devo compilare moduli lunghi
e complessi, mentre basterebbe una
semplice email!».
Quali consigli dai a chi vuole arrivare a fare un lavoro come il tuo?
«Prima cosa, importante: imparare
l’inglese! In Nielsen, come in tante altre
aziende simili, non vengono nemmeno
prese in considerazione candidature
di persone che non parlano – fluentemente – l’inglese. Secondo: accettare e
adattarsi ai cambiamenti. Tutti abbiamo
una innata resistenza al cambiamento,
che a volte destabilizza e mette in
discussione tutte le certezze acquisite.
Raramente, nel mio lavoro, mi è capitato
di crogiolarmi nella sicurezza del mio
lavoro e ‘sedermi’. Nelle multinazionali
i cambiamenti sono continui: cambia un
processo perchè si è trovato un modo
migliore – o diverso – di farlo; cambia
il capo; cambia la strategia aziendale;
cambia il ruolo; cambia il team; cambia
il nome dell’azienda... I cambiamenti lì
per lì spaventano, ma sono quelli che poi
innescano la vera crescita professionale.
‘Change is good’ (‘Il cambiamento è
cosa buona’). Infine, consiglio di essere
curiosi e provare tutto, accettare anche
compiti apparentemente banali – si porta
a casa sempre una valida esperienza. E
anche di auto-proporsi – sempre: non
aspettare che siano le opportunità o le
persone a venirci incontro, ma andarle
a cercare avidamente!».
n. 14 - luglio 2013 ·
sisma
11
«Al Pma si è riscoperta una dimensione più umana del lavoro»
La gioia? Un riso freddo tifando Italia
Si conclude la pubblicazione del diario dell'emergenza nel reparto di Radiologia
si parla anche di delocalizzare tutto in
un’altra zona e questo clima di incertezza peggiora ulteriormente (come se
ce ne fosse bisogno) il nostro umore.
Tutti indistintamente si rendono ora
conto dell’importanza che l’ospedale
ha per la comunità, per la salute della
popolazione e per noi, che spesso ci
lamentiamo del lavoro, di quanto sia
fondamentale nelle nostre vite. Come
se non bastasse il caldo è davvero
opprimente e iniziamo a pensare come
sarà quando arriverà luglio o agosto.
Si conclude la pubblicazione
del diario dei giorni dell'emergenza
terremoto, scritto dal tecnico di
radiologia volontario Dario Cocchi
(puntate precedenti sui numeri 3, 4,
7 e 8 del 2013).
30 MAGGIO 2012
Nel corridoio si decide di allestire
la segreteria, inizialmente non presente, dividendo, per mezzo di una scrivania, il corridoio in due porzioni, quella
più prossima all’entrata riservata ad
un’ulteriore sala d’attesa. In questo
modo si utilizza la segreteria come
una zona di filtro per il passaggio dei
pazienti che accedono alle stanze più
lontane, riservate alla diagnostica e
alla refertazione. Inoltre diviene una
vera e propria accettazione, non solo
per i pazienti che accedono dal Pronto
Soccorso, ma anche per le persone
che si presentano munite di richiesta
redatta dal medico di medicina generale per eseguire esami urgenti. Mi sa
che non riusciremo a rientrare tanto
presto. A oggi sembra che dai primi
sopralluoghi dei vigili del fuoco alcuni padiglioni se non tutto l’ospedale
siano da abbattere completamente.
Intanto cerchiamo di lavorare al
meglio e tentiamo di recuperare tutto
ciò che può essere utile dai locali
ospedalieri con interventi quotidiani
e programmati con i vigili del fuoco.
La palazzina della direzione sanitaria
dove si trova l’ufficio del quale si
avvalevano il coordinatore tecnico
ed il direttore dell’unità operativa di
radiologia per le attività di propria
competenza, risulta lesionata, pertanto
si pone la necessità di incrementare
il numero di postazioni per computer
all’interno del modulo radiologico. Il
clima tutto sommato sereno che si era
creato nei giorni precedenti, è svanito.
Ora tutti abbiamo capito bene che il
futuro nei prossimi mesi sarà la tenda
e poi non si sa. Costruiranno un nuovo
ospedale? Metteranno a posto questo?
Nessuno sa nulla, nessuno sa cosa
rimarrà e se rimarrà questo ospedale,
4 GIUGNO 2012
In questi giorni sono stati effettuati svariati accessi programmati
supervisionati dai vigili del fuoco,
all’interno dei locali della struttura
ospedaliera, per recuperare materiali
ed apparecchiature utili al miglioramento della qualità lavorativa
all’interno della tensostruttura, tra
cui un’ulteriore postazione di refertazione, alcuni computer, un altro
apparecchio portatile, dispositivi di
protezione individuale, materiale
d’arredo come tavoli, scrivanie, sedie,
carta e, in ultimo, materiale farmaceutico. Il caldo non dà tregua ma per
fortuna sono stati donati innumerevoli
condizionatori per migliorare la temperatura nelle tende; in realtà si suda
lo stesso e tanto.
Ora per cercare di fare lavorare
tutti si è deciso di mettere in turno 3
tecnici, 2 medici e un’infermiera al
mattino. Stesso personale al pomeriggio e la notte rimangono solo un
tecnico e un medico. Inoltre si è deciso
di recuperare a Cup gli esami di ossea
ed Eco per gli esterni sia al mattino
che al pomeriggio, per cui il carico
di lavoro aumenterà notevolmente,
anche perché la maggior parte degli
“esterni” sono i controlli ortopedici
dei traumi del sisma. Tutto sommato,
a parte il caldo, la vita di tutti al Pma
è ricominciata normalmente ogni
giorno la Protezione civile porta una
quantità incredibile di piatti con ogni
prelibatezza sigillati singolarmente
e oramai il pranzo e la cena sono
diventati un rito in ospedale: ognuno
si accampa dove può e, con sedie e
tavolini improvvisati, tutti si trovano
per mangiare a gruppetti. Gli alpini
hanno costruito un tavolo con pianali
e assi di legno al riparo dei rami di
un albero del giardino di fronte alla
Radiologia: si sta benissimo al fresco! Altri si arrangiano con fantasia
alla meno peggio, cercando un po'
d’ombra. Spesso noi della Radiologia
usiamo una barella. L’unica cosa positiva del terremoto è che tra tutti quelli
del Punto Medico Avanzato (Pma) si è
creata un’amicizia bellissima, magari
persone delle quali hai sempre sentito
solo il nome finalmente vengono associate ad un volto e soprattutto non
importa a nessuno se sei un medico,
un tecnico o un volontario: si sta
insieme, si ride e si scherza! Per cui
non c’è da stupirsi se un giorno ti trovi
a mangiare fianco a fianco con il tuo
primario, qualche ortopedico e i tuoi
colleghi per di più su una barella. Incredibile. Non esistono praticamente
più i reparti, tutti conoscono tutti e
spesso ci si dà del tu. Certo i piatti
che ci portano non sono da ristorante
a cinque stelle e con questo caldo la
fantasia delle cuoche non è un granché
ma va benissimo così: l’importante è
stare insieme, fermarsi un attimo e
fare due chiacchiere. Il più delle volte
il menù è a base di insalatona, prosciutto cotto, mozzarelle, pomodori,
frutta fresca e l’immancabile insalata
di riso. La Lavazza ha inviato il suo
contributo mandando 10.000 cialde di
caffè per il Pma. Molto ben accette!
14 GIUGNO 2012
Oggi pomeriggio c’è la partita
Italia-Croazia degli Europei. è imperativo vederla, almeno per tutti gli
uomini del Punto Medico Avanzato
indipendentemente dal ruolo sanitario.
Ieri pomeriggio io e Massimo, un collega, siamo andati a prendere un’antenna da campeggio. Ben 20 euro!
Deve funzionare assolutamente! Oggi
pomeriggio ho portato una prolunga,
l’antenna e un piccolo televisore per
cercare di guardare la partita, tanto
sappiamo benissimo che, terremoto o
no, tutti in Italia oggi si fermeranno
per guardarla. Il pomeriggio, sotto un
sole cocente, a turno tutti gli organizzatori (io, Gaetano il gessista, Antonio
l’ortopedico, Massimo Tsrm e uno
degli Alpini), cerchiamo di girare
l’antenna in tutti i modi possibili per
ricevere la trasmissione e finalmente
poco prima dell’inizio ci riusciamo
e anche in hd! La tv che ho portato
è un 22 pollici ma visto l’afflusso di
spettatori alcuni medici sono andati
a “prendere in prestito” una tv 40
pollici dalla casa di riposo deserta.
La partita prima di tutto! Sistemata la
barella/ripiano e i cavi siamo pronti!
Fantastico.. Alla fine si è creato un
gruppetto di circa venti persone e
persino qualche paziente si è fermato.
Dario Cocchi
(fine)
12 · n. 14- luglio 2013
Contributo di 4.000 euro alla Fondazione Scuola di Musica
solidarietà
Una mano di Colors sulla ripresa
La band di Sondrio a Mirandola per un concerto ed una donazione benefica
of Man”) e gli amatissimi Coldplay
(su tutte “Fix You” con le sue tessituri vocali, ma anche l'esaltante
“Viva la Vida” che apre a suon d'archi, “Christmas Lights” e “Lovers
in Japan”). E poi le composizioni
originali, tra cui spicca “Colori”,
firmata da Consuelo Orsingher e
Giovanni Campia, inclusa nel secondo cd, appena uscito. Finalone
con il rap potente dei Limp Bizkit
di “Take a Look Around”. Oggi la
formazione ha un punto di forza nelle
ottime doti vocali di Lara Rogantini
(una cantante capace di passare da
registri melodici al rock con assoluta
indifferenza) e gli intrecci con Alice
Romeri (una scoperta) e Chiara Varenna (pure violinista e tastierista).
Ma in generale è tutto il gruppo ad
offrire una prova d'insieme eccellente, con la sezione ritmica formata
dal duttile batterista Andrea Ghelfa
e dal bassista Davide Ambrosini,
le chitarre di Astrid Schiappadini
(ottima solista, tra semiacustica ed
elettrica), Cecilia Rossi e Daniele
Marveggio (anche alle percussioni),
il violoncello di Giovanni Volpe e le
tastiere di Alessandro De Maestri.
Dieci giovani musicisti diretti
(anche negli spostamenti sul palco)
da un maestro capace e motivatore
come Campia, che hanno offerto uno
show di tutto rispetto, meritandosi
applausi e richiesta di bis. Al di là
dell'esibizione, comunque, il dato
importante resta che un gruppo
musicale valtellinese sia stato capace di aprire così i suoi orizzonti,
andando ad esibirsi a 300 chilometri
di distanza, portando un messaggio
di speranza e di felicità ad una terra
colpita dal terremoto. Hold on,
Mirandola.
Paolo Redaelli
musica
Per il Microfono d'Oro
giovani talenti da tutta Europa
Chiamalo tour de force, ma
quando sei giovane tutto si può
fare. I Colours hanno effettuato una
trasferta micidiale per chiunque,
Sondrio-Mirandola e ritorno in giornata, sabato 15 giugno, per portare
la loro musica sul palco della piazza
modenese, ma anche per consegnare
un consistente assegno di oltre 4 mila
euro raccolto nell'iniziativa benefica
di marzo al Polo Fieristico di Morbegno (Sondrio) a favore della Fondazione Scuola di Musica “Andreoli” e
ricevuto da Matteo Carletti, responsabile del servizio promozione del
territorio del Comune e da Daniele
Roggiani, presidente dell'associa-
zione genitori della scuola. Una
missione importante, condotta grazie
al supporto del Consorzio Porte di
Valtellina e della Comunità Montana
di Morbegno e di genitori ed amici.
Successo pieno in Emilia, dunque,
per la piccola orchestra diretta da
Giovanni Campia, che ha conquistato il pubblico assiepato in piazza
Costituente, davanti al municipio
cittadino purtroppo danneggiato dal
terremoto del maggio 2012, e inagibile, come tutto il centro storico.
Una bella cittadina emiliana che sta
ricominciando faticosamente a vivere (cinquemila persone sono tuttora
ospitate nei “moduli abitativi”) e
mirandola
lo fa proprio attraverso la musica,
segnale di rinascita e stimolo per il
futuro. Una bella realtà, quella della
scuola di musica che esiste da più
di un secolo e insegna anche ad una
quarantina di diversamente abili. I
Colours hanno dimostrato crescita
e maturazione, offrendo il consueto
viaggio attraverso paesi e climi
musicali (i colori, appunto) diversi,
tra autori come Fabrizio De Andrè
(una bellissima versione di “Creuza
de Ma”), i Tazenda (un’intensa
“Madre Terra”) i Rem (“Everybody
Hurts”, sempre toccante con la sua
esortazione esistenziale, “hold on”,
tieni duro), Noa (una ritmata “Child
Il 5 e 6 luglio scorsi si è svolta
a Carpi in piazzale Re Astolfo la
XXI edizione del Microfono d’Oro,
organizzata dall’Associazione
Giovani Artisti di Mirandola, in
collaborazione con Avis di Carpi
e con il patrocinio di Comune di
Carpi, Regione Emilia Romagna,
Provincia di Modena, “Resto del
Carlino”
Ancora una volta e ricca e qualificata la partecipazione di ragazzi
dai 6 ai 25 anni, arrivati da diverse
parti d’Italia e d’Europa.
scuola elementare
Storia ed evoluzione dei numeri Gli avversari della Stadium
in un progetto per gli alunni
sono solidali con gli alunni
Si è conclusa, con ricadute formative assai positive, l’esperienza didattica
di narrazione animata della storia ed
evoluzione dei numeri, dalla preistoria
alla nascita della stampa, proposta alle
classi prime della Scuola primaria
“Dante Alighieri” di Mirandola nel
corso del corrente anno scolastico. La
curatrice del progetto, Silvia Golinelli,
ha utilizzato oggetti e materiali in uso
nelle varie epoche per contestualizzare
le vicende narrate, mostrando nel corso
delle lezioni e facendo poi sperimen-
tare ai bambini (con la preziosa collaborazione delle insegnanti delle varie
classi) modalità di scrittura di simboli
e cifre su sassi, ossi, creta, papiro, cera
e pergamena. Il percorso, che coniuga
la storia antica con la matematica, è
stato ideato con il competente supporto
della professoressa Stefania Neri,
collaboratrice dell’Invalsi, che sta
svolgendo un corso di aggiornamento
sul curricolo verticale di matematica,
per docenti delle Direzioni Didattiche
di Mirandola e Cavezzo.
La scuola elementare “Renato
Serra” di Villanova di Prata (Pordenone), l’anno scorso, ha aderito ad
un’iniziativa benefica che prevedeva
l’invio di materiale scolastico per
mezzo della Croce Rossa, ai paesi
terremotati dell’Emilia. A settembre,
gli scolari friulani hanno ricevuto
una mail dalla scuola elementare di
Mirandola nella quale si ringraziava
per il materiale inviato ed inoltre si
coglieva l’occasione per proporre
un rapporto di corrispondenza a di-
stanza tra gli alunni dei due istituti.
Gli alunni di Mirandola a distanza di
tempo hanno inviato le loro prime lettere e il 25 maggio scorso, cogliendo
l’occasione dell’incontro di pallavolo
che vedeva rivali le due cittadine, gli
alunni di Villanova che in buona parte
erano presenti al palazzetto, hanno
consegnato ai dirigenti della squadra
mirandolese le letterine di risposta.
Il 28 maggio, una delegazione della
Stadium, capitanata dallo schiacciatore Michele Dombrovski, ha reca-
pitato la corrispondenza nelle mani
della Vice Preside Rossella Calzolari
(foto), onorando così la sensibilità e
la grande sportività di questi splendidi
avversari.
Paolo Neri
n. 14 - luglio 2013 ·
13
«E alla fine sono stati loro a ringraziare noi...»
mirandola
«Ricordando amici davvero speciali»
La solidarietà degli alunni di San Giorgio di Livenza verso i coetanei di Mirandola
I bambini della seconda
"A" della Scuola elementare di Mirandola
insieme ai "colleghi" di
San Giorgio di Livenza,
lo scorso 14 aprile. In
alto a destra, l'edificio
della delegazione comunale della frazione
di Caorle
Pubblichiamo, di seguito, il racconto di un'amicizia speciale nata
dopo il terremoto tra alunni delle
scuole elementari di Mirandola e di
San Giorgio di Livenza.
Un rappresentante di classe di un
paesino veneto chiede ad una sua amica maestra se conosce colleghe della
zona colpita dal terremoto; lei pensa
ad una insegnante di Carpi che contatta la maestra Cristiana Mambrini;
quest’ultima parla alla maestra della
mia bimba, Angela Spelta…
Così, per caso e per fortuna, nasce
un’amicizia. La seconda classe della
scuola elementare di San Giorgio
di Livenza, frazione di Caorle, vorrebbe conoscere alunni coetanei di
Mirandola, per portare una donazione
in materiale scolastico, per far sentire
che non siamo soli e per iniziare uno
scambio didattico che perduri nel
tempo. Noi pensiamo commossi, ma
anche un po’ impreparati dall’attenzione di questi estranei e dalla promessa
di un aiuto concreto. Il 25 novembre
vengono a trovarci: siamo emozionati
mentre li aspettiamo nell’atrio della
nostra scuola; poi scendono dal bus
con dei grandi e schietti sorrisi ed i
nostri bambini intonano per loro un
canto di benvenuto. Mentre si svolgono le presentazioni tra Walter, il
loro rappresentante di classe, la nostra
dirigente scolastica ed i rappresentanti
della nostra associazione genitori, le
loro mamme distribuiscono sui tavoli
prelibatezze ed in un minuto ci organizzano un aperitivo con tartine ed il
loro ottimo vino; nel frattempo, i loro
papà scaricano “la piccola donazione”
che si è trasformata in tre carrelli di
quaderni, carta, cartelloni e tanto altro
possa servire alle nostre classi. Tutto
quello che chiedono sono... tigelle, che
abbiamo assaporato insieme. Al pomeriggio li accompagniamo in centro
ed ascoltano le nostre storie, attenti e
rispettosi del nostro dolore. Ahinoi la
giornata finisce in fretta e ci lasciamo
con la promessa di rimanere in contatto
e rivederci presto. Questo è accaduto lo
scorso 14 aprile, quando siamo andati
noi. In una giornata di sole abbiamo
ammirato il mare, lo splendido centro
di Caorle e ricevuto un maxi assegno
di 5 mila euro per la nostra scuola.
Di seguito ci siamo spostati in San
Giorgio di Livenza dove, mangiando
panini con la porchetta e torte salate,
abbiamo trascorso un pomeriggio di
chiacchiere, risate e festosi brindisi.
Tutto è nato dalla voglia di far capire
ai nostri bambini che gli altri ci aiutano
e che, a nostra volta, noi dobbiamo
aiutare chi è nel bisogno; ma stranamente l’esperienza si è conclusa con
gli ospiti che, fra abbracci e sorrisi ci
dicono: «Grazie». Ma perchè? Perché
loro dicono grazie a noi? Poi ho capito.
E lo voglio dire a tutti i miei amati mirandolesi: perché sono semplicemente
speciali! Quindi grazie a voi cari amici,
per la vostra generosità, per il vostro
affetto e per averci strappato sorrisi!
Laura Ferraresi, II A
Scuola elementare Mirandola
centro fauna selvatica
Dai pipistrelli ai cinghiali:
volontari salvano 2.200 animali
Sono oltre 2.200 gli animali soccorsi nei primi sei mesi del 2013 dai
volontari del Centro fauna selvatica
"Il Pettirosso" di Modena; 350 sono
state le richieste di intervento da parte
di enti pubblici e forze dell'ordine, oltre alle centinaia di chiamate da parte
dei cittadini. Tra gli animali salvati 30
sono piccoli caprioli tuttora in allatta-
mento o svezzamento nella struttura;
poi 45 pipistrelli ospiti nell'apposita
nursery, 270 ungulati, tra caprioli
adulti, cervi, daini e cinghiali, poi decine di uccelli. L'ultimo salvataggio
è avvenuto il 14 luglio a Modena
dove i volontari sono intervenuti per
recuperare e restituire al proprietario
uno splendido pappagallo esotico.
istituto "galilei"
Gli ex studenti del "Corni"
saldano tutto, anche l'amicizia
Un gruppo di ex studenti dell’istituto tecnico "Fermo Corni" di Modena (esattamente
la classe quinta "A" diplomati nel 1964), soliti ad incontrarsi tutti gli anni per trascorrere
alcune ore piacevoli insieme, ha scelto, con
l’"aggancio" del mirandolese Alberto Campi
(a sinistra nella foto) di visitare Mirandola e
fare una donazione alla città.
In giugno il gruppo di amici
(quasi tutti di Modena) ha
visitato il centro storico e si
è reso conto dei gravi danni
causati dal terremoto, ha
poi continuato la visita fino
al laboratorio tecnologico
dell’istituto tecnico "G. Galilei", dove il prof. Franco
Golinelli (a destra) ha raccontato le traversie vissute
dall’istituto nel post-terremoto; insieme è stato scelto,
fra un elenco di cose utili al
laboratorio, di acquistare
cinque saldatrici. La consegna ufficiale è avvenuta il 10
luglio con la presenza della
preside professoressa Milena Prandini (al centro)
Franco Golinelli ed il rappresentante del gruppo di
amici Alberto Campi. Questo l'elenco dei donatori:
Franco Bellei, Vittorio Bertolani, Alberto Campi,
Egeo Cortelloni, Franco Fini, Giorgio Olivieri, Natalino Pelloni, Riccardo Rebegoldi, Imer Rovatti,
Renzo Saccani ed Enrico Silingardi.
riqualificazione
Writers di fama nazionale
ridipingono Camposanto
Da venerdì 5 a domenica 7 luglio
la zona della stazione ferroviaria
e del Circolo Arci Fermata 23 di
Camposanto è stata interessata da un
intervento di riqualificazione attraverso la realizzazione di opere d’arte
da parte di writers di fama nazionale
e internazionale che hanno aderito
all’iniziativa proposta dall’Associazione Fuori Orario e dalla Galleria
D406 di Modena. Sono stati graffitati
tre piloni del ponte ferroviario in tre
giorni e domenica 7, si è svolto il concerto dei Flexus che insieme al Coro
delle Mondine di Novi hanno cantato
De André. Due erano gli intenti: ridurre l’impatto visivo dei piloni della
linea ferroviaria abbellendoli con
opere d’arte e impiegare ancora una
volta un linguaggio capace di parlare
ai giovani per sensibilizzarli sulla
tutela dei beni comuni. Gli artisti
che sono intervenuti a Camposanto
sono stati Mr. Fijodor, Corn 79,
Ericailcane, Mantide, El Euro e
Reser. Grazie alla loro disponibilità
e alla collaborazione del Circolo
Arci Fermata 23, sono state inoltre
oggetto di intervento anche le pareti
esterne del Centro Giovani, sulle
quali opereranno Laurina Paperina
e Tatiana Festi. «Abbiamo voluto,
con questo appuntamento – spiega il Vicesindaco di Camposanto
Luca Gherardi – mantenere viva
l'attenzione sul terremoto e sulla ricostruzione, attraverso un linguaggio
visivo d’impatto e capace di parlare
alle giovani generazioni. Per Camposanto si è trattato di un altro passo
avanti verso la ricostruzione poiché
è stata l'occasione per mantenere
viva l’attenzione sui problemi del
post terremoto». La rassegna è stata
realizzata in collaborazione con Rete
Ferroviaria Italiana. «Ai giovani del
nostro Centro Giovanile che ci hanno
aiutato in tutto – prosegue Gherardi
– va il nostro ringraziamento per
il loro prezioso ed imprescindibile
apporto, così come al Comune e
alla Provincia di Modena che hanno
voluto promuovere questo evento ed
estenderlo ai Comuni della Bassa.
Ringraziamo anche Aimag spa che
ha voluto concederci un contributo
per aiutarci a sostenere le spese di
realizzazione e tutti gli sponsor e le
aziende che non hanno fatto mancare
il loro sostegno all’intera rassegna
anche attraverso la concessione di
materiali e attrezzature per la realizzazione delle opere: Cps Color
Equipment di San Felice sul Panaro,
il Colorificio Modenese Francesco
Righi di Modena, Serteco di Medolla
e Baschieri srl di Sassuolo. Un grazie
inoltre ai volontari della nostra Anpas Croce Blu che hanno garantito
l’assistenza durante tutte le fasi della
realizzazione delle opere e che anche
questa volta non hanno fatto mancare
la loro disponibilità all’Amministrazione e alla cittadinanza».
14 · n. 14- luglio 2013
il progetto
Il futuro passa anche attraverso la multiculturalità
I luoghi plurali di Mirandola
mirandola
Il Ctp è presso
le scuole medie
Grandi consensi per il laboratorio di narrazione orale del Ctp
Un momento del
laboratorio del Ctp
Da novembre 2012 a maggio 2013
in due classi del Ctp (Centro territoriale permanente) di Mirandola è stato
realizzato un laboratorio di narrazione
orale, un progetto per adulti e tra adulti
finalizzato a favorire una più profonda
relazione tra soggetti attraverso la
pratica dell’ascolto e della condivisione
dei propri vissuti: “Mirandola, i luoghi
plurali. Voci e memorie dal terremoto”.
Condotta dalle docenti Clara Vaccari
e Giuliana Borsari del gruppo di
narrazione orale di Modena, l'attività
ha fatto parte integrante della programmazione curriculare di tutti i docenti del
Ctp. Il tema principale, naturalmente
il terremoto, è stato affrontato tramite
quattro argomenti: la malanotte, cioè
il ricordo dei primi momenti, con le
voci, i rumori, i pensieri, le emozioni; lo
spaesamento, cioè come ci si sente alla
perdita improvvisa degli oggetti e dei
luoghi della quotidianità; la nostalgia,
cioè i sentimenti legati ai ricordi di
come erano le cose, i luoghi, i paesi,
le persone prima...; infine la speranza,
cioè riflessioni e proposte su come ciascuno di loro vorrebbe che Mirandola
tornasse ad essere, specialmente in
riferimento ai luoghi più frequentati
e amati. Gli studenti del Ctp con cui è
stato svolto il laboratorio di narrazione
orale, sono persone così straordinariamente ricche di umanità ed esperienze
di vita, che è stato un onore lavorare
con loro. Al termine del percorso è
stato realizzato un ipertesto con le
riflessioni più toccanti e significative,
corredate da immagini scelte da tutti i
“neo narratori”.
il progetto
Il lavoro
Educazione
alla con-vivenza di gruppo
La narrazione orale spesso definita anche "cerchio narrativo" si basa
sulla narrazione di ricordi personali,
sul rispetto reciproco, sull’educazione
all’ascolto. I ragazzi o gli adulti, sulla
base di un input dato dall'insegnante
o dal conduttore, raccontano a turno
frammenti della propria storia personale, mentre gli altri ascoltano senza
dare giudizi. La narrazione può dare
spazio al racconto del dolore, del lutto, della nostalgia, della lontananza,
dell’abbandono. Tra adulti fa affiorare
lo stupore di una relazione viva. Fa
emergere le differenze di cultura, di
religione, di età che stanno dietro alla
nostra esperienza vissuta. Quando
la storia di ognuno viene “regalata”
al gruppo e ascoltata da tutti, quella
storia diventa patrimonio comune.
La sperimentazione diretta del
laboratorio di narrazione tenuto
dal gruppo della narrazione di
Modena, attivo con continuità da
una decina di anni e attualmente
costituito da venticinque-trenta
insegnanti di scuole dell’infanzia,
elementari, medie e superiori è per
tutti i partecipanti un'esperienza
di elevata crescita personale e
professionale. La metodologia di
lavoro del gruppo degli insegnanti
consiste nello sperimentare l’attività prima con il gruppo degli
insegnanti stessi e poi con i ragazzi
o con gruppi di adulti. È seguita da
Franco Lorenzoni da una decina
di anni e trova riscontri in altre
realtà (Firenze e Palermo) del
circuito nazionale.
Il Centro Territoriale Permanente
(Ctp) si trova presso la scuola secondaria di 1° grado “Montanari”, via
Dorando Pietri 4, Mirandola, telefono:
0535/21187; e mail: [email protected]; web:http://www.scuolamontanarif.it/info/. Il Ctp organizza
corsi di alfabetizzazione linguistica
(corsi lingua italiana), rivolti ad un
pubblico adulto, e corsi serali di scuola
media. Si occupa in sostanza di erogare
un servizio di formazione, riferito ai
primi due livelli dell’istruzione di base
obbligatoria. Al Ctp si possono iscrivere italiani e stranieri dai 16 anni in poi.
I corsi si svolgono prevalentemente in
orario pomeridiano dalle ore 16 alle ore
20, dal lunedì al venerdì, a Mirandola,
ma anche a Finale Emilia, Concordia,
San Felice. Per chiarimenti è possibile
rivolgersi alla segreteria della scuola,
secondo i seguenti orari di apertura:
mattino dal lunedì al venerdì, dalle ore
11 alle ore 13; pomeriggi martedì e
giovedì dalle ore 15 alle ore 17 (dopo
il 23 settembre 2013); sabato dalle ore 9
alle ore 13. Si comunica che dal giorno
dal 9 al 13 settembre 2013 si svolgerà la
settimana dell’accoglienza per dare avvio alle attività programmate per l’anno
scolastico 2013/2014. Le lezioni avranno inizio lunedì 23 settembre 2013, alle
ore 16 e finiranno il 6 giugno 2014. Il
calendario dei corsi (giorni ed orari),
oltre alla pubblicazione sul sito http://
www.scuolamontanarif.it/scuola/, sarà
affisso presso le medie il 20 settembre
2013. Il termine ultimo per le iscrizioni
è il 30 ottobre 2013.
n. 14 - luglio 2013 ·
mirandola
La docente Cristina De Matteo ha illustrato la ripresa della città
Giovani sindaci, grande cuore
15
finale emilia
La coop Albatros
spicca il volo
La solidarietà della comunità di Gazzaniga suggellata nel Consiglio dei Ragazzi
Lo scorso 9 giugno un gruppo di
ragazzi e genitori della scuola media
di Gazzaniga è venuto in visita a
Mirandola ed ha consegnato al Consiglio comunale dei Ragazzi (Ccr) la
somma di 2.225 euro che saranno utilizzati per progetti ed iniziative didattiche
dedicati agli alunni della Scuola Media
“F. Montanari”. Lucia Battaglia, in
qualità di vice sindaco dei ragazzi, ha
fatto da padrona di casa e, assieme alla
docente Cristina De Matteo, referente
e coordinatrice del Ccr, ha parlato dei
problemi in cui stanno versando i giovani che con il sisma hanno perso molti
punti di aggregazione, ha illustrato le
attività della scuola relative al Ccr e
ringraziato per la solidarietà e il generoso contributo che Gazzaniga e i suoi
ragazzi hanno voluto offrire.
Tutta la scuola vuole esprimere gra-
titudine per questa bellissima iniziativa.
Gli alunni del Ccr della scuola media
di Gazzaniga, coordinati dalla docente
Quintina Crespino, hanno raccolto
questa somma importante attraverso
diverse iniziative, ed hanno devoluto
l’intero importo ai ragazzi mirandolesi.
Grazie a Simone Masserini, sindaco
del Ccr di Gazzaniga che ha consegnato
alla sua “collega” Lucia l’assegno simbolico; grazie a tutti i docenti, ai genitori
e agli alunni che hanno contribuito a
questa raccolta. Grazie all’ Assessore
alla Pubblica Istruzione Luisa Dal
Bosco, agli esponenti del Comitato
Genitori e agli Alpini. Grazie a Luca
David che ha curato i contatti e l’incontro. Grazie a tutti, soprattutto per essere
venuti a Mirandola e avere espresso di
persona la partecipazione e l’abbraccio
del paese di Gazzaniga.
al calvi di finale emilia
Diploma da 100 per Andrea
"abbonato" alla pagella d'oro
Si è diplomato con 100 all’Istituto Calvi di Finale Emilia il mirandolese Andrea Valtulini (foto), concludendo in questo modo una carriera scolastica eccezionale che gli era
valsa per quattro anni consecutivi,
la “pagella d’oro”, il riconoscimento
che va allo studente con la media
scolastica più alta dell’istituto. Andrea proseguirà gli studi iscrivendosi
all’università al corso di laurea in
“Tecniche di produzione animale”,
per completare la sua formazione
professionale ed essere in questo
modo pronto per entrare nell’azienda
familiare. Comprensibilmente molto
orgogliosi di questo figlio studente
modello, sono i genitori Apostolo
e Sabina Ferrara, dipendente del
Comune di Mirandola. Ad Andrea
gli auguri di un futuro radioso dalla
redazione dell’Indicatore.
salute
Campagna nazionale contro
gli infortuni alle mani dei bimbi
“Un bambino deve sapere
dove il diavolo mette la coda”.
Questo lo slogan di “Mani sicure”, la campagna nazionale
di prevenzione degli infortuni
alla mano del bambino, ideata
dalla Società Italiana di Chirurgia
della Mano (Sicm) e coordinata,
quest’anno, dalla Struttura complessa di Chirurgia della Mano
dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, in qualità
di centro d’eccellenza nella cura
di questo tipo di traumi, diretto
da Antonio Landi. La campagna prevede una serie di momenti
pubblici di sensibilizzazione nei
luoghi potenzialmente più rischiosi:
a casa, sui banchi di scuola, mentre
si pratica uno sport o si gioca: sono
solo alcune delle situazioni che, per
i più piccoli, possono nascondere
potenziali pericoli.
Nel 2012 il pronto soccorso della
Chirurgia della mano del Policlinico
di Modena ha registrato 777 accessi
di bambini tra zero e tredici anni, il
15% del totale degli accessi (5.376).
Il 58% dei traumi registrati ha riguardato bambini di età compresa tra
10 ai 13 anni. In media, per quattro
bambini su cento è stato necessario
un intervento chirurgico. A livello
nazionale gli infortuni più frequenti
sono ustioni, cadute, ferite da taglio
e schiacciamenti. Forni troppo bassi,
fornelli incustoditi, prese di corrente,
oggetti appuntiti come aghi, forchette, coltelli, ma anche compassi,
matite e acqua bollente. Sono questi
alcuni dei pericoli più comuni nei
quali un bambino potrebbe incorrere
a casa o a scuola. Ma anche l’attività sportiva ha i suoi rischi. Basti
pensare alla catena della bicicletta
o ai bocchettoni che nelle piscine
riciclano l’acqua. A questi, poi, si
aggiungono i petardi inesplosi che si
possono trovare in casa e per strada,
ad esempio dopo Capodanno.
Il terremoto l'ha fatta restare senza
sede ma, paradossalmente, le ha consentito di lavorare di più. Il 2012 è stato
un anno speciale per Albastros, l'unica
cooperativa sociale di Finale Emilia, nata
nel 1999 e specializzata nell'inserimento
lavorativo di persone svantaggiate attraverso la gestione di servizi ambientali
nell'Area Nord. A seguito agli eventi
sismici del 20 e 29 maggio 2012, Albatros è stata chiamata a gestire i servizi
ambientali all'interno dei campi allestiti
per gli sfollati, con un ampliamento
degli orari delle stazioni ecologiche e
un impegno straordinario nel servizio di
raccolta differenziata porta a porta. Considerando l’attività straordinaria dovuta
al sisma, rispetto al 2011 il fatturato è
cresciuto del 60 per cento, arrivando a
sfiorare i 400 mila euro, ma anche senza
l’emergenza terremoto il volume d'affari
sarebbe aumentato comunque del 28 per
cento. L'utile di esercizio ha consentito
di ristornare una quota ai soci. «Abbiamo raggiunto il nostro scopo sociale,
che consiste nel creare e consolidare
opportunità di lavoro per i nostro soci.
– commenta Pierpaolo Bergamini, presidente di Albatros – L'obiettivo è stato
raggiunto grazie all'impegno di tutti i
lavoratori della cooperativa. Attualmente
la nostra base sociale è composta da 14
soci tra lavoratori e volontari; diamo
lavoro a dieci persone, quattro delle
quali svantaggiate». Albatros, aderente
a Confcooperative Modena, cura la
pulizia delle caditoie, sanificazione
dei cassonetti, pulizia delle piazzole e
dei bidoncini dell'organico, gestisce la
raccolta rifiuti porta a porta e l'apertura
di stazioni ecologiche in diversi Comuni
della Bassa. «Ci ispiriamo al principio
della territorialità, ovvero vogliamo
avere un forte legame con le comunità e
le istituzioni locali. – spiega Bergamini
– I risultati raggiunti l'anno scorso non
sarebbero stati conseguiti senza la stretta
collaborazione con il Comune di Finale
Emili. Diciamo grazie anche a Geovest
e Aimag».
n. 14 - luglio 2013 ·
mirandola
«E Biagio Antonacci ha inviato un messaggio: Non arrendetevi»
A Gavello i giovani sono protagonisti
17
bonifica e scuola
Il Burana punta
sulla didattica
Un successo oltre le aspettative per la manifestazione dei ragazzi della frazione
La forza di un paese sta nell’unione tra i suoi abitanti. Gavello lo sa
bene e ne ha dato prova anche con la
terza edizione del Gavello Summer
Party. Un successo inaspettato: si potrebbe definire così questa ennesima
riproposizione della manifestazione.
Da giovedì a domenica il numero
di visitatori è aumentato esponenzialmente: in centinaia ogni sera
sono accorsi a guardare il torneo di
calcetto saponato vinto dai Fecolosi
di Mortizzuolo e dalle Duomo 2,
ad ammirare la sfilata realizzata
in collaborazione con Capponi
Abbigliamento, Benetton, Cose di
Donna e Acconciature Nara Equipe,
a divertirsi a ritmo di zumba e step
con Pantheon Club e a ballare con
l’orchestra di Renato Tabarroni e
lo staff del Latino Selvaggio. Anche
i bambini non sono rimasti delusi:
per loro oltre a gonfiabili e giostre
ad intrattenerli due fantastiche ani-
matrici, Sara e Federica.
Hanno raccolto moltissimi
consensi anche la gara di
motocross e l’esibizione di
tiro con l’arco, realizzata
da un gruppo di arcieri
conosciuti un anno fa, in
occasione del post sisma.
Ad impreziosire l’evento
il messaggio inviato da
Biagio Antonacci ai gavellesi, in cui il cantante ha
esortato a non arrendersi.
Una menzione speciale
meritano lo staff del bar,
realizzato in collaborazione
col Flammery Bar e PulPet
Organization, e quello della cucina:
ogni sera ha saziato centinaia di persone con gnocchi fritti, tortelloni di
zucca e grigliate da leccarsi i baffi.
Una quattro giorni all’insegna del divertimento e della spensieratezza: il
Gavello Summer Party 2013 è stato
un successo reso ancor più significativo dal fatto che volutamente è
stato realizzato nella stessa location
che un anno fa ospitò la tendopoli
autogestita dopo il sisma. E il merito
della buona riuscita dell’evento è
dello staff che da mesi l’ha preparato
e delle oltre quaranta persone che
vi hanno lavorato in questi giorni,
con quell’armonia e quello spirito
di collaborazione che sono risultati
vincenti. A tutti loro va un immenso
grazie!
Giulio Oliani
«171 classi tra scuole elementari,
medie e superiori, che corrispondono
ad oltre 3.400 ragazzi a cui abbiamo
parlato di bonifica»: questi sono i numeri che cita il presidente Francesco
Vincenzi alla luce dell’anno scolastico
appena concluso, che hanno visto la
Bonifica Burana tenere lezioni nelle
scuole di ogni ordine e grado, da Pievepelago al basso mantovano. «Mai
come quest’anno - prosegue Vincenzi abbiamo investito in cultura di bonifica
per i giovani. Vogliamo che i ragazzi di
oggi capiscano il lavoro fatto dai loro
nonni senza il quale, il territorio in cui
vivono, sarebbe un’immensa palude.
E che la bonifica oggi non è più fatta
di badili e carriole, ma di telecontrollo,
di impianti azionati in remoto, oltre
all’apporto umano imprescindibile
fatto di sorveglianza, manutenzione,
progettazione, coordinamento della
macchina complessa di canali e impianti che governano il territorio dal
punto di vista idraulico». Da sempre,
infatti, l’acqua condiziona fortemente
il destino di un territorio, intrecciandosi
con la storia della sua popolazione
e non chiede permesso quando, con
una forza brutale, travalica gli argini
e distrugge tutto. Vincenzi aggiunge:
«L’acqua va controllata, ma è anche
una risorsa preziosa. Senza irrigazione
non avremmo tutti i prodotti agricoli
che sono l’eccellenza del nostro territorio: ciliegie, pere, meloni, angurie, per
dirne qualcuno». Bambini e ragazzi,
inoltre, accanto alle lezioni in classe,
sono potuti entrare negli impianti del
Burana per toccare con mano il lavoro
della bonifica: impianti come il Camurana di Mirandola, che hanno visitato
il giorno della premiazione del concorso regionale Urber, che pompano
l’equivalente di 700 “bottiglie d’acqua
al secondo” per distribuirla in modo
capillare nelle campagne.
«È questo che vorremmo far capire meglio: marzo e aprile sono stati
estremamente piovosi e noi abbiamo
scolato, solo a Bondeno, che è un
punto nevralgico di confluenza delle
acque, oltre 70 milioni di metri cubi
d’acqua tra pompe e gravità, orchestrando i flussi di acqua tra i nostri
2.500 chilometri di canali. Che sono
73mila milioni di metri cubi di acqua,
un’enormità – dice il direttore del
Burana Claudio Negrini – ma che per
noi sono ordinaria amministrazione».
18 · n. 14- luglio 2013
i "classici" giovani/1
Studenti in trasferta a Bologna, Poggio Rusco e Verona
La musica classica va a scuola
è proseguita nonostante il sisma la collaborazione tra Amici della Musica e "Luosi"
Nonostante le difficoltà che scuole
e associazioni hanno dovuto affrontare
in quest’anno, è proseguita la stretta
collaborazione tra l’Associazione degli
Amici della Musica e l’Istituto Superiore "Luosi" di Mirandola.
I ragazzi hanno potuto conoscere il
magico mondo della musica classica e
della lirica al Teatro Comunale di Bologna il 6 ottobre, assistendo a Pagliacci
e Cavalleria Rusticana, a Poggio Rusco
il 29 settembre in un incontro con la
musica di Schubert, conoscendo il
Macbeth di G.Verdi al Teatro Filarmonico di Verona l’11 dicembre, e
concludendo con l’incantevole Elisir
d’amore di Gaetano Donizetti (in
alto a destra), del 20 aprile, sempre
al Filarmonico (nella foto qui sopra di
Sara Luppi). Una collaborazione proficua, che vede protagonisti i giovani
e la loro freschezza, tanto necessaria al
mondo del teatro per poter perdurare.
Uno speciale merito va, oltre
all’Associazione per l’energia che
sempre mette a disposizione di simili progetti, al dirigente scolastico
Giorgio Siena, che ha permesso agli
Amici della Musica di poter unire le
conoscenze scolastiche al grande patrimonio della musica, nella speranza
che ciò che quest’anno è stato novità,
presto diventi tradizione.
L’amore è come un bivio: una strada può nascondere insidie e ostacoli,
sembrare vuota, o rivelarsi luminosa.
Sta a noi percorrerla e non
arrendersi alle difficoltà per
coronare il nostro sogno.
L’opera buffa di Gaetano
Donizetti “Elisir d’amore”
cela dietro una prima lettura
comica della storia d’amore
un messaggio più profondo,
che ha viaggiato attraverso le
epoche, arrivando al presente. Il protagonista maschile,
Nemorino, è il modello di
ragazzo insicuro e sognatore
che s'innamora di una ragazza
che non lo considera: Adina, ammaliatrice sprezzante.
Nella disperazione per le imminenti nozze della giovane
con il sergente Belcore, suo
principale antagonista, Nemorino si affida alla sapienza
ingannevole del fattucchiere
Dulcamara. Solo il destino
darà al giovane la possibilità
di conquistare l’amata e vivere con lei
il resto dei suoi giorni. Nei personaggi
che sono presentati, lo spettatore può
immedesimarsi ed è questa la vera
forza dell’opera: raccontare storie
comuni, elevandole grazie alla potenza
della musica e della lirica.
Grazie all’associazione Amici
della Musica, i ragazzi del Liceo Pico
hanno potuto apprezzare la straordinaria interpretazione dei cantanti al
Teatro Filarmonico di Verona, che ha
conferito un valore aggiunto a questa
splendida opera. Gli spettatori sono
rimasti vittime a loro volta dell’elisir
(della lirica), che ha fatto loro sfuggire
una “furtiva lacrima”.
Sara Malavasi
i "classici" giovani/2
Un trio di giovani talenti
per un finale con il botto
L’ultimo concerto della stagione 2012/2013 organizzata dall'associazione Amici della Musica di
Mirandola si è svolto domenica 5
maggio a Villa Tagliata. Un numeroso
pubblico ha assistito all'esibizione,
tenuta magistralmente dal trio Mascagna, Pianelli e Fierro.
Il trio violino, violoncello e pianoforte ha incantato gli spettatori, nella
prima parte, con Il trio degli spettri,
opera 70 numero 1 di Beethoven,
formata da tre movimenti, il primo e
l'ultimo brillanti, che fanno da cornice
al secondo, sicuramente più lugubre,
contenente oscuri e cattivi presagi,
ma comunque il movimento con più
emozioni: sembra quasi infatti che gli
strumenti si lamentino, proprio come
degli spettri. Tuttavia il finale frizzante riesce a scacciare la malinconia che
aveva generato il secondo movimento
riportando l'allegria.
Una piccola pausa basta per fare
un salto di quasi un secolo, arrivando
al Trio opera 50 in la minore di Tchaikovsky, come lo stesso compositore
affermava, la combinazione violino,
violoncello e pianoforte non poteva
legarsi e formare un corpo armonioso,
ma aprì una sfida personale e riuscì a
comporre un'opera strabiliante, che i
tre musicisti sono riusciti a interpreta-
re alla perfezione. Infatti, i tre ospiti
di quest’ultimo concerto, nonostante
la loro giovane età, hanno ottenuto
importanti riconoscimenti, e sono
riusciti a donare un pomeriggio di
bellezza musicale.
La stagione si è così conclusa,
nonostante tutte le difficoltà iniziali e
le tante preoccupazioni dovute al sisma che ha colpito la nostra terra. Ma
questo ha dimostrato ancora una volta
che la musica non si può fermare, nessuna barriera, nessun ostacolo la potrà
bloccare e come il vento varca ogni
confine della terra, anche la musica
resterà una delle tante consolazioni
nascoste di questo mondo.
Matteo Silvestri
n. 14 - luglio 2013 ·
L'iconografia cristiana rimanda chiaramente alle loro virtù
curiosità
Contro il terremoto, in campo i Santi
19
MIRANDOLA
«Gli incanti
di Magheia»
Francesco Solano predisse un sisma in Perù, Emidio protesse Ascoli Piceno
Nell’autunno del 2009 tenni un corso serale a San Felice dedicato all’iconografia dei santi. Trascorsi così l’estate
precedente a raccogliere il materiale
iconografico visitando parecchie chiese
e musei civici locali. Presso il Museo
civico di Mirandola rimasi colpita da
un’iconografia particolare che ricorreva in ben due dipinti. Raffigurava un
santo in abito francescano che con una
mano impugnava un crocifisso e con
l’altra indicava una città nel paesaggio
retrostante; le torri e i campanili della
città erano in atto di abbattersi violentemente al suolo come sotto l’effetto
di un improvviso terremoto. Facendo
le mie ricerche scoprii che si trattava
del santo spagnolo Francesco Solano
(1549-1610) che nacque a Montilla,
vicino Cordova. In giovane età entrò a
far parte dell'ordine francescano e nel
1576 fu ordinato sacerdote. Divenuto
un famoso predicatore in Spagna, nel
1589 partì alla volta del Perù dove era
richiesta la presenza di padri missionari.
La sua faticosa missione nel Sud
America durò più di vent'anni nei quali
si distinse nell'evangelizzazione delle
regioni del Perù ma anche dell’Argentina e del Paraguay, e durante i quali compì viaggi avventurosi in luoghi selvaggi
apprendendo i molti idiomi parlati dagli
Indios. Oltre ad occuparsi attivamente
dell'opera di evangelizzazione, ricoprì
la carica di rettore dei conventi del
suo ordine e fu eletto successivamente
Superiore del monastero francescano di
Lima in Perù. Negli anni trascorsi nella
capitale non mancò di bacchettare lo
stile di vita libertino dei ricchi coloni
spagnoli. Gli venne riconosciuto il dono
della profezia. Infatti nel 1610 mentre
pregava a Trujillo dichiarò che una calamità avrebbe colpito quella città. Otto
anni dopo fu distrutta da un terremoto
e la maggior parte della popolazione
morì a causa dei crolli. Da questo
episodio fu derivata l’iconografia che
lo associa al terremoto (ma può essere
raffigurato anche in atto di battezzare
un indio) anche se non è propriamente
un santo protettore contro i terremoti,
viene anzi invocato contro la siccità.
Il suo successo come missionario gli
valse l'appellativo di Taumaturgo del
Nuovo Mondo ed è patrono di molte
città dell’America Latina.
Sant’Emidio è invece direttamente
associato al terremoto in quanto protesse la città di cui era vescovo, Ascoli
Piceno, da un violento sisma che colpì
le Marche nel 1703. Emidio nacque a
Treviri nel 273 da una nobile famiglia
pagana. La sua conversione al Cristianesimo avvenne grazie alla predicazione
San Francesco Solano che indica la distruzione di una città per effetto del terremoto e
Sant'Emidio che sorregge le mura di Ascoli
dei santi Nazario e Celso: fu battezzato
e si dedicò allo studio delle Sacre Scritture. Entrato in conflitto con la famiglia
che tentò in tutti i modi di ricondurlo
al paganesimo, partì per l'Italia dove
giunto a Milano fu consacrato sacerdote dal vescovo Materno. In questo
periodo la sua attività di predicatore fu
particolarmente feconda ed ebbe come
risultato la conversione di molti dei suoi
ascoltatori. In seguito alla persecuzione
di Diocleziano dovette fuggire a Roma
dove trovò rifugio presso un certo
Graziano. Qui gli vennero attribuite
molte guarigioni miracolose, tanto che
il popolo lo credette la reincarnazione
del dio Esculapio. La fama del sacerdote ben presto destò l'interesse di papa
Marcellino che ordinò Emidio vescovo
di Ascoli e gli affidò la difficile missione
di diffondere il cristianesimo nell'importante centro Piceno (ancora quasi
completamente pagano).Ad Ascoli
era prefetto Polimio, autore di dure
repressioni contro i cristiani. Anche ad
Ascoli Emidio si prodigò nella guarigione dei malati, cosa che gli consentì di
convertire un gran numero di cittadini.
Polimio lo credette la reincarnazione
del dio Esculapio, e gli chiese di offrire
sacrifici agli dei, promettendogli inoltre
in matrimonio Polisia, sua figlia. Il
santo non solo rifiutò di offrire agli
dei, ma addirittura convertì Polisia alla
fede cristiana e la battezzò nelle acque
del fiume Tronto. Polimio avvertito di
questo, ordinò l'arresto di Emidio e lo
condannò alla pena capitale. Il vescovo
fu decapitato nel 303 o nel 309, mentre
Polisia, fatta ricercare dal padre, fuggì
sul monte Ascensione e scomparve in
un crepaccio (nei pressi del quale in
seguito nacque il paese di Polesio).
Del terremoto si parla nell’agiografia
del santo in connessione al crollo improvviso di un tempio pagano avvenuto
quando vollero costringerlo a sacrificare agli dei, oppure alla distruzione
istantanea che coinvolse tutti i templi
pagani non appena varcò le mura della
città picena che era venuto a convertire.
Viene abitualmente raffigurato in atto
di sorreggere le mura di Ascoli scosse
dal terremoto o con un modellino della
città tra le mani.
Simonetta Calzolari
città turrita. Alla staticità della
composizione ovviano la figura di
Santa Lucia che entra da destra e si
volta verso lo spettatore copiando
la posa della Santa Maddalena nella
pala bolognese dell’Estasi di Santa
Cecilia di Raffaello,
modello elevato del
Rinascimento maturo,
ma tuttavia piuttosto
vecchio per l’epoca,
risalendo quasi ad un
secolo prima, e la Santa
Caterina all’estrema
sinistra che si discosta
dalle altre sante raffigurate, per una dolcezza
del viso non stereotipata e la posa aggraziata,
la cui origine si potrebbe ricercare in ambito
reniano o carraccesco.
Quindi, in questo caso,
non sembra che il Beccanulli abbia guardato
ai dipinti che ornavano
le chiese finalesi al
suo tempo, che pure
potevano vantare opere
di qualità. Per concludere nella parte alta è
raffigurata la Madonna
in adorazione del Bambino secondo l’iconografia della così
detta Madonna della Ghiara, e ha il
merito di rappresentare una delle
testimonianze più antiche di questa
devozione (iniziata a Reggio Emilia
nel 1596). Il secondo quadro presenta
Grande successo di pubblico alla
prima edizione di "Magheia", organizzata dal Circolo culturale "Morandi"
con il patrocinio del Comune e il
contributo della Fondazione Cassa di
Risparmio di Mirandola. L'Assessore
all'Urbanistica Roberto Ganzerli
commenta: «Ringrazio per primi i volontari del Circolo che con tantissima
passione e competenza hanno lavorato
sodo per una iniziativa straordinaria.
Si è trattato di un evento di altissima
qualità, che ha visto tra gli assoluti
protagonisti Alessandro Bergonzoni
e Philippe Daverio, ma ci sono state
anche tante altre iniziative di spessore, che hanno portato un'attenzione a
Mirandola molto particolare. Il tema
di questa edizione, "Immaginare per
fare", si è sposato perfettamente con il
tema della ricostruzione post terremoto
ed è stata, per certi versi, anche propedeutica al concorso internazionale
di idee "immaginaMirandola" per la
ricostruzione del centro storico, fatto
in collaborazione con l'Urban Center di Torino. Credo importante che
"Magheia" diventi un appuntamento
fisso che si possa ripetere ogni anno,
affrontando di volta in volta i temi
culturali pregnanti della nostra città e
del nostro territorio».
MIRANDOLA
«Calcetto
avanti così»
Lunedì 15 luglio si è concluso il
tradizionale torneo di calcetto in piazza
Marconi a Mirandola. «Ringrazio
tutti i volontari che hanno realizzato
questo importante evento», commenta
l'assessore al centro storico Roberto
Ganzerli. «Credo che sia stata una
delle edizioni più belle e partecipate di
sempre. Tantitssimi i ragazzi presenti e
anche tante famiglie con bambini, che
per 10 giorni hanno trovato un riferimento sano e divertente. A Marian e
Rocco, i creatori di questa iniziativa,
va il mio plauso personale. Il torneo
purtroppo l’anno scorso per motivi
legati alla sicurezza del centro storico
dopo il terremoto non si è potuto svolgere e ci auguriamo tutti che questo
non succeda più».
artisti della bassa
Finale non aveva pittori, anzi sì
L'opera del dimenticato Beccanulli
Quando cominciai a raccogliere
informazioni sulla rubrica dedicata
agli artisti della Bassa non sapevo
di quale artista finalese scrivere non
conoscendone alcuno, mi rivolsi
così ad un mio conoscente chiedendogli notizie al riguardo. Egli
mi inviò un messaggio telegrafico
con alcuni nomi tra i quali c’era
quello del Beccanulli. Cominciai a
lavorare attorno a questo nome per
ricostruirne la storia. Purtroppo non
ho potuto raccogliere molto, poiché
di questo artista si è scritto ben poco
e le ricerche archivistiche risultano
difficoltose per la situazione di emergenza in cui si trovano gli archivi
e le biblioteche locali. Mi limiterò
alle considerazioni che si possono
ricavare da un’osservazione delle
opere. Giovanni Battista Beccanulli
è l’unico pittore finalese antico ad
oggi ricordato. Nato a Finale Emilia
nel 1580 da Francesco e Anna, non
se ne conosce la data della morte. Un
dipinto di grandi dimensioni è certamente suo, essendo firmato e datato
ai primi anni del ‘600: proviene dalla
chiesa cittadina dell’Annunziata e
si trovava fino al terremoto nell’anticamera della Sala consiliare, in
Municipio. Raffigura la Madonna
della Ghiara seduta su nubi vaporose
e nella parte bassa in primo piano i
santi Caterina, Agata, Geminiano,
Nicola, Lucia e Apollonia. Un'altra
tela gli viene attribuita e rappresenta
la Madonna con il Bambino in cielo,
due Sante in un paesaggio e in primo
piano il ritratto del committente a
mezzo busto; prima del terremoto
questo quadro faceva mostra di sé
nella Chiesa del Seminario. Iniziamo
dal dipinto firmato: Beccanulli non
si rivela un artista carico di inventiva e particolarmente sciolto, le
figure dei santi in primo piano sono
disposte in due gruppi piramidali,
i vescovi Biagio e Nicola e le due
sante alle loro spalle sono rigide ed
impacciate, sullo sfondo si scorge
un paesaggio montuoso più toscano
che emiliano, punteggiato di scuri
cipressi e in cui si intravvede una
qualche punto in più specialmente
per quanto riguarda la composizione più articolata. Nella parte alta
appare la Madonna col Bambino in
braccio, seduta su nubi che scendono
a V verso il centro del dipinto, dove
sono Santa Caterina d’Alessandria
e una Santa monaca, inserite in un
paesaggio collinare piuttosto simile
a quello dell’altra tela. Entrambe le
sante portano una mano al petto in
un atteggiamento devoto, mentre in
primo piano compare il ritratto del
committente, che guarda verso lo
spettatore secondo un modello tipico
della fine del XVI secolo, e che il
Beccanulli potrebbe aver ripreso dal
dipinto dello Scarsellino che si trovava in duomo, il Battesimo di Cristo
con il committente. Riassumendo:
l’arte di Giovan Battista Beccanulli si
esplica in una pittura devozionale che
per la semplicità della composizione
e dei soggetti raffigurati poteva ben
inserirsi nell’ambito della pittura
controriformata dei primi anni del
XVII secolo, riservandosi qualche
nota di eleganza, (una certa ricercatezza nelle vesti e nei gioielli),
ancora tipica del manierismo, senza
mancare di guardare a qualche esempio famoso.
Simonetta Calzolari
20 · n. 14- luglio 2013
amarcord
Proseguono le curiose avventure dei "castellani doc"
«I palloni? Non bastavano mai»
dal 9 al 15 agosto
è grande festa
a Camurana
«Tutti i pomeriggi giocavamo in piazza Marconi, fino all'arrivo del vigile Malavasi...»
(segue)
I fratelli Dario e Lino Bergamini avevano avviato un’attività in
proprio costituita nella realizzazione
di zerbini di gomma (“pedane”). Per
questo lavoro non serviva una grande
attrezzatura, bastava una taglierina
per tagliare le gomme in strisce di
14 ml l’una, una foratrice per bucare
in misura le strisce, ferri e gommini.
All’inizio l’azienda era in via Luosi e
ci lavoravamo in cinque: i due fratelli
titolari, io, Fausto Crespi e Silvano
Gavioli. Dopo poche settimane ci
misero a contratto dicendo: «Fate 10
metri di zerbini al giorno e poi siete
liberi di andare a casa». D’estate c’era
meno lavoro, così in giugno quando
era pronto il frumento, andavamo ad
aiutare il genero di Dario in campagna, in un piccolo podere denominato
“La Purcara”, situato sulla strada di
Cividale. Un giorno i fratelli Bergamini ci dicono che il signor Piovanelli, un loro fornitore con un’azienda a
Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia), ci
ha invitato tutti per una settimana nel
suo stabilimento, con vitto e alloggio
gratuiti, per mostrarci e testare un
moderno macchinario per la foratura
totale dell’intera striscia. L’edificio
era immenso e c’erano anche diverse
palle di gomma che chiedo al signor
Piovanelli, pensando di utilizzarle in
piazza Marconi, dove tutti i pomeriggi
facevamo una partitella a calcio tra
castellani. «Prendine fin che vuoi»
mi dice Piovanelli.
I palloni non bastavano mai.
Quando infatti era di turno il vigile
Malavasi, un uomo molto robusto
che pesava sui cento chili, correva
subito lì da noi e pretendeva di farsi
consegnare la palla. Allora cominciavamo a passarci il pallone, mentre
lui correva di qua e di là cercando
di prenderlo, mentre gridava «Sav
ciap, av port subit in galera» («Se vi
prendo vi porto subito in galera»). In
realtà noi lo facevamo per lui, per la
sua salute, facendolo correre perché
dimagrisse. Qualche volta però riusciva a prenderci la palla e la portava
in ufficio presso il corpo di guardia.
Di sera smontava dal servizio alle
19. Aspettavo che Malavasi si allontanasse e andavo in ufficio che allora
era sotto il portico del Municipio.
Bussavo. «Avanti» diceva il signor
Guido «Cosa è successo?». Fingevo
di piangere, raccontandogli della
palla. Poi lui me ne mostrava una: «E’
questa?» chiedeva, poi me la passava,
ci giocava un po’ e alla fine mi dava
anche altre palle. «Toli tuti, a sperem
il graffio del gatto
Separati
in casa
Il muro portante dell'immobile si
è distaccato dalla struttura orizzontale.
Fanno parte della stessa casa, ma il
terremoto ha causato questo divorzio.
Corrado Gatto
che in tuta l’istaa agh la cavadi a farag calar 20 chilo». («Prendile tutte,
speriamo che in tutta l’estate riusciate
a farlo calare 20 chili»). Scoppiava a
ridere e io contento, me ne tornavo a
casa con quattro o cinque palle.
Quirino Mantovani
Nelle foto, dall'alto a sinistra in
senso orario, alcuni "castellani doc":
Francesco ed Ettore Gavioli, Guglielmo e Quirino Mantovani, Franco
Rebecchi e Guido Lana
sullo scaffale
Nuova collana sugli emiliani
nella prima guerra mondiale
È uscito nei giorni scorsi il
primo volume di una nuova collana dell’editore Gaspari di Udine
intitolata “Storia degli emiliani e
romagnoli nella grande guerra”. Il
libro che dà il via alla serie si intitola
Il calvario degli emiliani. L’attacco al
Podgora del giugno 1915. A scriverlo
è Giacomo Bollini (Bologna 1986),
laureato in Storia contemporanea
all’Università di Bologna e redattore
del Museo Virtuale della Grande
Guerra di Redipuglia, sorto sotto
l’Alto patronato del Presidente della
Repubblica. All’alba della dichiarazione di guerra, i soldati italiani varcarono entusiasti il confine all’oscuro
di cosa li stesse aspettando: Gorizia
era lì, aldilà del fiume, nascosta solo
da una bassa collina. Quella collina
si chiamava Podgora e sarà la prima
tomba della Grande Guerra per i fanti
bolognesi, che fra l’8 e il 10 giu¬gno
1915 furono mandati all’assalto. Nel
volume è ricostruita la loro storia, tra
testimonianze dirette e documenti
d’archivio, con l’obiettivo di riportare alla luce un importante episodio
per troppo tempo rimasto sepolto nei
faldoni.
Comunità in Festa, organizzata
dalla Parrocchia di Camurana, giunge
quest’anno alla 26esima edizione.
«Questo traguardo - spiega Ivano Calciolari - è sinonimo della volontà di un
numeroso gruppo di persone eterogenee
che vivono l’unione della parrocchia,
che organizzano sia le cerimonie
religiose che le occasioni ricreative e
che gioiscono nel vedere radunate le
persone nel contesto comunitario. È
la volontà di mantenere viva, attiva e
accogliente la parrocchia, perché questa
sia un punto di riferimento e di aggregazione. Dopo la sosta forzata dello scorso anno, l’edizione 2013 è organizzata
con l’impegno e la tenacia della ripresa,
nella convinzione che il lavoro svolto
sia gradito ancora una volta». La Festa
inizierà venerdì 9 agostoalle ore 20.30
con l'iscrizione alla passeggiata presso
la canonica; alle 21 si proseguirà con
la "Notte di San Lorenzo a Camurana:
il più grande spettacolo del mondo"
con leoni, tigri, animali rari, clowns e
mangiafuoco, abili giocolieri a ributtare
in alto, su nel cielo, tutte le stelle cadute
l’anno scorso... invano! Camminata
notturna in campagna adatta a tutte
le età, accompagnati dal cantastorie
mantovano Wainer Mazza. Al ritorno,
maccheronata per tutti i partecipanti.
Sabato 10 agosto la kermesse prevede
alle 19.30 l'apertura dello stand gastronomico con specialità gnocco fritto
e frittelle, alle 21.30 “Gli animali ci
guardano”, psicologia, parapsicologia,
occultismo e... bubbole!, convegno
semiserio di esperti e non (dopo cena).
Interverranno come relatori e per rispondere alle domande del pubblico
Katia Barelli, comportamentalista
veterinaria, Antonio Gelati, dirigente
dell'ufficio veterinario di Mirandola,
Mauro Bellodi, veterinario, giudice
Enci di prove di lavoro dei cani da
caccia, Tancredi Veronesi, aiuto cuoco e
assaggiatore nel ristorante Ganzerli “Da
Saul”. Domenica 11 agosto alle 19.30
apertura dlelo stand gastronomico
con specialità risotto alla mantovana;
alle 21.30 la compagnia “Quelli delle
Roncole 2” presenta “An n'è mai cum i
disan”, commedia dialettale brillante in
due atti di Giovanna Ganzerli.
Giovedì 15 agosto alle 19.30
apertura dello stand gastronomico con
specialità tortelloni di zucca; alle 21.30
serata di musica dal vivo con il gruppo
“I Muppets”.
n. 14 - luglio 2013 ·
area nord
Conosciuto da due millenni, è diventato Igp nel 2007
Il balsamico, da conservante a oro nero
21
BREVI
NUOVO TIR DI AIUTI
è GIUNTO A BUTEA
Tante curiosità nell'affascinante storia del prodotto tradizionale di Modena
Walter Merighi in
occasione della chiusura
dell'anno sociale del
Circolo medico "Mario
Merighi" e dell'Ammi di
Mirandola
La tecnica produttiva del Balsamico tradizionale Dop è molto complessa: si parte dal mosto d’uva, che
viene cotto a cielo aperto per 10-14
ore, sottoposto prima a fermentazione
alcoolica, ad opera dei lieviti, poi a
biossidazione acetica, ad opera degli
acetobatteri. Il prodotto ottenuto serve per alimentare batterie di almeno
cinque barili, di legni diversi e dimensioni decrescenti, all’interno dei quali
subisce un processo di maturazione
enzimatica, di invecchiamento, e di
progressiva concentrazione. Dopo almeno 12 anni (25 per l’extra vecchio!)
si ottiene un prodotto finale di giusta
densità, bruno carico intenso, limpido,
con profumi e sapori inimitabili, e giusto equilibrio tra zuccheri ed acidi, che
appaiono fra di loro amalgamati. Un
prodotto che tutto il mondo ci invidia.
La storia del Balsamico è affascinante
e risale a molto lontano: oltre 2000
anni fa! Gli antichi Romani, che avevano imparato dai Greci a coltivare la
vite, facevano largo uso di aceto, sia in
cucina, sia come conservante. Soprattutto il popolo ed i soldati bevevano
regolarmente l’acetoso, una bevanda
fresca, acidula, disinfettante, ottenuta
mescolando aceto di vino ed acqua (la
stessa bevanda che il soldato, ai piedi
della croce, porse con una spugna al
Cristo assetato). Gli antichi Romani
inoltre cuocevano il mosto, per ottenere prodotti ad alta concentrazione
zuccherina: il defrutum, e la sapa,
quest’ultima giunta fino ai giorni
nostri (saba). Queste pratiche erano
diffuse soprattutto nelle nostre zone:
Virgilio nelle Georgiche descrive una
donna della Padania che in autunno
“cuoce sul fuoco il dolce succo del
mosto e con una frasca di foglie ne
toglie la schiuma…”. Apicio, famoso
cuoco romano del 1° secolo d.C., nota
per primo le favorevoli modificazioni
del mosto cotto quando viene lasciato,
per uno o più anni, nelle botti di legno!
Insomma siamo già sulla strada giusta
per ottenere il Balsamico, prodotto
con solo mosto cotto, fermentato,
acetificato ed invecchiato in botte.
(Immaginiamo qualcuno che abbia
dimenticato qualche botte di mosto
cotto nel sottotetto per anni…). Nei
secoli successivi l’uomo ha sempre
cercato di modificare il semplice
aceto di vino, per renderlo sempre più
pregiato per la cucina, mescolandolo
con mosto cotto, sapa, e nel Medioevo
anche con droghe e spezie. Nel Rinascimento vi sono molte testimonianze
di aceti pregiati, prodotti soprattutto
nelle nostre zone e chiamati: aceti alla
modenese. Nel sottotetto della torre
ovest del palazzo ducale di Modena
ebbe dimora per secoli un’acetaia
pregiata, alimentata con solo mosto
“purgato e ridotto secondo la pratica”,
denominato inizialmente “Aceto del
Duca”. Solo nel 1747 compare per la
prima volta sui registri del palazzo la
dizione: “Aceto Balsamico”. Ai Duchi Estensi va il merito di aver fatto
conoscere a tutte le corti d’Europa il
pregiato prodotto. L’arrivo di Napoleone (1796) coincide con la cacciata
degli Estensi, i cui beni vengono
sequestrati e messi all’asta, compresa
l’acetaia, che tuttavia non andò perduta e divenne patrimonio delle famiglie
nobili e benestanti del tempo. Nel
1862 Vittorio Emanuele contribuì
alla rovina definitiva dell’acetaia
ducale, requisendo le botti rimaste
ed inviandole a Moncalieri, dove si
estinsero per esaurimento. Ma fino a
quel periodo la tradizione Balsamica
resta gelosamente custodita nelle soffitte delle famiglie nobili e benestanti,
tramandata di padre in figlio. Soltanto
verso la metà del 1800 compaiono i
primi due documenti “antichi” (Giorgio Gallesio e Francesco Agazzotti)
nei quali viene descritto, in maniera
puntuale e minuziosa, il procedimento da seguire per ottenere l’aceto
Balsamico, partendo dal solo mosto
cotto. Da allora sono numerosissime
le testimonianza scritte (documenti
notarili, donazioni, inventari, mostre
ed esposizioni) della presenza di vecchie acetaie pregiate nelle nostre zone.
Il dopoguerra ed il boom economico
portano ad una progressiva diffusione
dell’aceto Balsamico Tradizionale
(Abtm) cui viene attribuita inizialmente la Doc, e successivamente la
prestigiosa Dop. Nasce nel ’67 la Consorteria di Spilamberto, per la tutela
del prodotto, e nel ’79 il Consorzio
Produttori. Ma la produzione resta
necessariamente limitata, sia per i
costi, sia per il lungo invecchiamento.
Nel 1965 nasce ufficialmente anche
l’Aceto Balsamico di Modena (Abm),
prodotto industrialmente mediante
miscela di aceto di vino, mosto cotto
e caramello, cui è stata attribuita nel
2007 l’Igp. Grazie ai rapidi tempi di
produzione ed al basso costo, l’Abm
raggiunge rapidamente livelli di
sviluppo commerciale tali da rappresentare una risorsa per l’economia di
tutta la provincia, pur essendo privo
di quei profumi e di quei sapori che
sono tipici del solo prodotto della
tradizione secolare.
Valter Merighi
area nord
Nella Bassa modenese
a cavallo tra ricordi e realtà
Il Sindaco di Camposanto
Antonella Baldini durante la manifestazione (foto
di Roberto Gatti)
Dal 13 al 16 giugno scorsi si è
svolta nella Bassa modenese un’iniziativa mai realizzata in precedenza
denominata “A cavallo tra ricordi e
realtà”, ovvero una lunga cavalcata
attraverso campagne e argini del
nostro territorio, che ha anche dato
la possibilità ai cavalieri di ammirare
il patrimonio storico che racchiudono i paesi dell’Area Nord. Lo
sbattere di tanti zoccoli sull’asfalto,
un vero e proprio concerto equestre,
ha richiamato tante persone che
hanno osservato stupite e ammirate
i bellissimi animali che hanno fatto
la gioia soprattutto dei bambini. In
quattro giorni cavalli e cavalieri hanno
toccato i Comuni dell’Area Nord di
Finale Emilia, Camposanto, Medolla,
Cavezzo, Concordia, San Possidonio,
Mirandola e San Felice, facendo tappa
anche a Rovereto di Novi .
Sabato 15 giugno si è raggiunto
il numero massimo di partecipanti
alla manifestazione con la presenza
di quasi 50 cavalli. Proprio sabato il
Un nuovo Tir di aiuti di Happy
Children è arrivato a destinazione in
Romania. «Carissimo Iago Fregni e
benefattori tutti, – ha scritto suor Elisabetta Barolo di Butea – anche questa
volta abbiamo notato la vostra nobiltà
e generosità d'animo per quello che ci
avete fatto giungere. Con sentimenti
di vera riconoscenza, ringraziamo.
Bambini, ammalati ed anziani, ogni
sera, innalzano preghiere secondo le
vostre intenzioni. Ogni giorno siamo a
tavola un centinaio di persone, quindi
gli alimenti che ci avete mandato sono
veramente una provvidenza. Anche i
solleva ammalati sono molto utili per
le 30 persone in carrozzella.
TZU CHI TAIWAN
PER FINALE EMILIA
corteo equestre, arrivando da Concordia, è giunto a Mirandola scortato
dalla polizia municipale. La sosta per
il pranzo è stata gestita e organizzata
dall’associazione “Francia Corta”
che, con la consueta disponibilità, ha
allestito un “ranch da campo” dove
è stato possibile ristorare cavalli e
cavalieri in tutta tranquillità. Nel
primo pomeriggio, poi, sotto il sole
cocente, il gruppo è stato scortato nel
cuore del centro storico di Mirandola
gravemente danneggiato dal terremoto dello scorso anno. Questi quattro
giorni hanno sicuramente divertito
e allietato cavalieri e pubblico ma in
realtà il motivo promotore dell’iniziativa, oltre a quello benefico, è stato
di concentrare l’attenzione su un
territorio che possiede infinite risorse
materiali, naturali e umane, che non
esita a rimboccarsi le maniche ma ha
ancora bisogno di aiuto per riappropriarsi delle proprie ricchezze.
Romina
del comitato organizzatore
In un clima di grande cordialità e
amicizia è stato firmato un protocollo
d’intesa tra la Fondazione Tzu Chi,
nata a Taiwan nel 1966 e ora presente
in tutto il mondo, il Comune di Finale
Emilia e la locale sezione della Croce
Rossa Italiana. Presente a Finale Emilia
già a dicembre 2012, la Fondazione Tzu
Chi ha voluto aggiungere altri aiuti oltre
a quelli già attivati, impegnandosi a
finanziare quattro progetti: libri di testo
per gli studenti della scuola secondaria
di 1° e 2° grado: erano 30 i beneficiari, nel prossimo anno scolastico si
stima saranno 45. L’abbonamento del
trasporto scolastico per il percorso
casa-scuola-casa, che ha interessato
32 famiglie. Buoni pasto per i più
bisognosi, anche qui in aumento: per
il prossimo anno scolastico si prevede
saranno 40 gli esonerati e 95 avranno
una riduzione della retta. Il quarto
progetto riguarda anziani e disabili in
condizioni di particolare indigenza e
non autosufficienti, ai quali saranno
affiancati badanti in grado di aiutare
per le necessità primarie.
n. 14 - luglio 2013 ·
biblioteca "garin"
Un aiuto concreto per la rinascita della "casa dei libri"
Il grande cuore di Les Arts
23
corsi e cultura
A Camposanto
si sperimenta
La scuola di ballo ha donato 3.060 euro, ricavati dallo spettacolo al Palasport
La scuola di ballo “Les Arts” ha
donato di recente 3.060 euro, ricavato
di uno spettacolo effettuato in maggio
al palazzetto dello sport, alla Biblioteca
comunale di Mirandola. La somma è
stata consegnata al Sindaco Maino Benatti nel corso di una iniziativa che si è
svolta nei giorni scorsi. L’Amministrazione comunale ringrazia sentitamente
“Les Arts” per l’interesse e l’affetto
dimostrato per la Biblioteca.
nuova sede
L'Ufficio della Biblioteca
trasloca in via Giolitti
Entro i primi giorni di agosto l’Ufficio Biblioteca del Comune si sposterà
dalla sede attuale (via Pietri 4, casetta
di legno) alla sede provvisoria del municipio, in via Giolitti, nella quale troveranno posto tutti gli uffici comunali.
il libro del mese
l'autore del mese
Nasceva cento anni fa
lo scrittore Vittorio Sereni
Nasceva cento
anni fa a Luino, il 27
luglio 1913, lo scrittore
e poeta Vittorio Sereni.
Luino e Brescia,
luoghi nei quali da
ragazzo vive e studia,
ispirano la sua vena poetica. A Brescia legge
Ungaretti ed in seguito sarà ricordato
come il capostipite della corrente che
si rifà alla Linea Lombarda (lo stesso
nome di un’antologia poetica pubblicata nel 1952 da Luciano Anceschi).
Nel 1933 si trasferisce a Milano dove
frequenta prima Giurisprudenza poi
Lettere, dove si laurea con una tesi su
Guido Gozzano che, per l’innovativa
impostazione, raccoglie il plauso di artisti come Salvatore Quasimodo e Aligi
Sassu. Con Quasimodo, Anceschi,
Alfonso Gatto e Giancarlo Vigorelli
stringe rapporti di amicizia e grazie a
loro pubblica le sue prime poesie nel
1937 sulla rivista Frontespizio. Nello
stesso anno, dopo aver collaborato a
Letteratura e Campo di Marte, entra
nella redazione della rivista Corrente,
che lascia quasi subito e che, divenuta
casa editrice, pubblicherà le sue poesie.
Allo scoppio della guerra è insegnante
di latino e greco a Modena.
Richiamato alle armi viene fatto prigioniero nel 1943 e trascorre
due anni in Algeria. Tornato a casa,
pubblica Diario in Algeria, lascia
l’insegnamento e inizia a lavorare
presso l’ufficio stampa della Pirelli, e
nel 1958 entra alla Mondadori come
direttore letterario e dove diverrà
direttore della collana I Meridiani. In
questi anni pubblica numerose opere,
fra le quali Gli immediati dintorni e
Gli strumenti umani. Nel 1972 vince
il premio dell’Accademia dei Lincei.
Inizia a viaggiare in numerosi Paesi
stranieri e comincia a tradurre opere
di poesia presso Einaudi (fra i quali Pound,
Apollinaire, Camus,
Wlliams, Corneille).
Nel 1982 per tale lavoro
riceve il Premio Bagutta. La sua opera Stella
variabile, pubblicata da
Garzanti, vince il Premio Viareggio per la poesia. Sereni è
anche critico letterario, collaboratore
e redattore di diverse riviste. Il 10
febbraio 1983 muore a Milano per
un aneurisma. Escono postumi Gli
immediati dintorni-primi e secondi,
presso Il Saggiatore e Tutte le poesie
presso Mondadori.
Le opere di Sereni che si possono
trovare nel Polo delle Biblioteche modenesi e sono richiedibili con prestito
interbibliotecario dall’Ufficio Biblioteca del Comune di Mirandola sono:
La casa nella poesia, Diario d’Algeria, Frontiera, La giovinezza che non
trova scampo (con Antonia Pozzi), Il
grande amico, Gli immediati dintorni,
Gli immediati dintorni: primi e secondi, Letture preliminari, Il musicante
di Saint-Merry, L’opzione e allegati,
Poesie scelte, Un posto di vacanza,
Il sabato tedesco, Senza l’onore delle
armi, Stella variabile, Gli strumenti
umani, Una lunga amicizia (carteggio
Sereni-Bertolucci), Un tacito mistero
(carteggio Sereni-Parronchi), La tentazione della prosa, Tutte le poesie.
Traduzioni: Angelopoulos: La
recita, Apollinaire: La chiamavano
Lu e altre poesie, Da Alcools, Char:
Fogli d’Ipnos, Ritorno sopramonte,
Corneille: L’illusione teatrale, Firbank:
Il cardinal Pirelli, Green: Leviatan,
Kabaphes: Poesie erotiche, Ritsos:
Trasfusione, Valery: Tre dialoghi,
Williams: Poesie.
Il prestito interbibliotecario sarà sospeso
nei giorni di trasloco e risistemazione
dell’ufficio, che verranno comunicati
sul sito del Comune ed in Facebook. Rimarranno identici il numero di telefono
(0535/29781), la mail [email protected], e gli orari di apertura
al pubblico: tutte le mattine dalle 8,30
alle 13 ed i pomeriggi di lunedì e giovedì
dalle 14,30 alle 17,30.
Sotto l'ombrellone
con i gialli Sellerio
Autori vari, Ferragosto in giallo, Sellerio,
2013
L’editore Sellerio, con
questa operazione editoriale, che la caratterizza
in momenti particolari
dell’anno (Natale, Capodanno ecc.) offre ai lettori
un’antologia di racconti di
prestigiosi scrittori italiani
e stranieri di gialli, questa
volta ambientati nei giorni
del Ferragosto. Così sotto
l’ombrellone o in montagna potremo
leggere Camilleri, Costa, GiménezBartlett, Malvaldi, Manzini, Recami,
ed ovviamente le imprese dei loro protagonisti più famosi, quali Montalbano,
il Barrista ed i vecchietti del BarLume,
Delicado e Garzon, Baiamonte, Schia-
vone, De Angelis. Nel
racconto di Camilleri,
“Notte di ferragosto”
Salvo e Livia si trovano a
Vigàta dove la metà degli
abitanti usa trascorrere
sulla spiaggia la notte tra
il quattordici e il quindici
di agosto. Insuperabile
la descrizione dello spostamento delle famiglie
dal paese al mare, nella
quale l’autore richiama usi e costumi in vita
fino alla metà degli anni
Sessanta: “Era ‘na speci di migrazioni
momintania, Vigàta ristava diserta,
proprietari ‘nni addivintavano cani e
gatti, i latri di case non si pirdivano
l’occasioni e s’arricampavano macari
dai paìsi vicini. Evidentementi si erano
passati la parola”.
«Scusi sa dove posso iscrivermi
a un corso di yoga?». «Devo andare
all'estero per lavoro il prossimo anno
e vorrei approfondire l'inglese...». «Voria imparar a usar chela machina lì, el
computer, ti set dove i me insegna?». In
biblioteca sempre più frequentemente
si sentono domande di questo tipo; la
gente ha sempre voglia di imparare
e durante la crisi c'è anche voglia di
sperimentare, di approfondire nuove
passioni. Ecco perché l'Assessorato
alla Cultura del comune di Camposanto intende proporre per il prossimo
autunno una serie di corsi che rispondano alle esigenze dei cittadini. «Non
si tratterà di una Università della Terza
età – spiega Luca Gherardi (foto),
assessore alla Cultura – ma piuttosto
di una proposta di formazione varia e
attenta alle esigenze di tutti, da svolgere in orario serale o preserale, in modo
da poter essere accolta anche da chi
lavora. Stiamo raccogliendo proposte
e richieste: chi volesse offire il proprio
contributo o delle idee nuove, può
rivolgersi in biblioteca». Biblioteca
comunale: biblio.camposanto@cedoc.
mo.it. Orario estivo (fino al 16 settembre), al mattino dal martedì al venerdì
9-13, sabato 9-12; al pomeriggio: martedì e giovedì 14.30-18.30. Chiusura
estiva: dal 10 al 31 agosto.
Paola Bonfante
poi sarà a medolla
A San Prospero la mostra di foto
"Ricordare è tenere nel cuore"
La mostra fotografica itinerante
"Ricordare è tenere nel cuore", realizzata dal Coordinamento Pedagogico
Provinciale, con il contributo della
Provincia di Modena e della Regione
Emilia Romagna, arriva a San Prospero. Questa mostra, molto toccante
e significativa, raccoglie alcune delle
più belle immagini che raccontano
l'enorme lavoro svolto la scorsa estate
dai Nidi dei Comuni dell'Area Nord,
sia nelle strutture agibili sia in sedi
provvisorie ed improvvisate, dentro
e fuori dalle tendopoli. I bambini
dagli zero ai tre anni hanno avuto la
possibilità, nonostate i terribili giorni
vissuti, di avere garantita ed assicurata
l'attività educativa. Già dai primissimi
giorni del giugno dello scorso anno in
tutti i Comuni dell'Area Nord e del
cratere del sisma sono riprese le attività
educative con i bambini, per supportare le famiglie, ma soprattutto per
dare ai bambini stessi quella parvenza
di "normalità" che solo il rivedere le
proprie tate ed i propri coetanei in un
contesto di gioco gioioso poteva dare.
La mostra rimarrà a San Prospero fino
al 26 luglio 2013, esposta nell'atrio
dell'ex Biblioteca di Via Chiletti, ora
sede temporanea del Municipio. La
mostra è visibile dal lunedì al sabato,
dalle 8 alle 14, il martedì ed il giovedì
dalle 8 alle 18.
Il prossimo Comune che la ospiterà sarà Medolla, che la esporrà dall'1
al 15 settembre 2013.
24 · n. 14- luglio 2013
In settembre si terrà un'asta benefica per l'asilo di Quarantoli
mirandola
Il concerto di Muti nelle foto di Vanni
In mostra al Bar La Fenice le immagini di Calanca che documentano il grande evento
Il grande evento che ha visto
protagonista a Mirandola Riccardo
Muti rivive nelle immagini di Vanni
Calanca. Il fotografo Leica espone
infatti al bar La Fenice di Mirandola
"Tutti Muti", una mostra con suggestivi scatti dell'evento.
«Il 4 luglio a Mirandola - commenta il Sindaco Maino Benatti - si
è vissuta una giornata memorabile,
all’insegna della musica, della solidarietà e dell’orgoglio di essere stati
protagonisti di un evento eccezionale:
il concerto del Ravenna Festival con
la direzione musicale del Maestro
Muti. Un’iniziativa bellissima perché
nel nome di Giuseppe Verdi e della
cultura i Mirandolesi hanno ricevuto
un regalo che non dimenticheranno.
Vanni Calanca, con la sua Leica, ha
colto con maestria i momenti significativi che intrecciano, legano, l’evento, il concerto al contesto di una città
ferita, ma che si sta rialzando e che ha
gente provata ma mai vinta. I preziosi
scatti di quella serata - conclude Benatti - hanno immortalato momenti di
felicità e di speranza, indispensabili
per proseguire nel nostro cammino
di rinascita».
LA POESIA
Un abbraccio verdiano
alle popolazioni del "cratere"
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una poesia di Nino Vicenzi
sul concerto di Riccardo Muti.
All’illustre Direttore
che ci ha dato lo stupore
di una splendida serata
che mai più sarà scordata.
Ogni pezzo una bravura,
arte, musica, cultura,
ci animava con passione
pure in tanta distruzione.
Commovente in modo vero,
dal Nabucco il “Va Pensiero”
che in silenzio religioso
ci riempiva il cuor gioioso.
E qiù tutti abbiam capito
che l’amore è sempre un mito,
se vissuto in senso buono
che la vita è un grande dono.
Con un cielo più sereno
palcoscenico strapieno,
da qualunque punto dato
il nostro Verdi ha dominato.
Nella forma a noi più vera
la città può esser fiera,
gli episodi ci son stati
non ci hanno abbandonati.
Le parole del Maestro
ci accompagnano con estro,
rincuorandoci di certo
con autentico rapporto.
Giusto il tempo non cancella
una serata tanto bella,
che trascorsa in gran letizia
sotto il simbolo “Amicizia”.
Certi che il Maestro Muti,
con umiltà ha tutti uniti,
e nel modo più squisito
fu per tutti un vero amico.
Anche se noi siamo ignari
più di cento volontari
in silenzio han lavorato
col migliore risultato.
Concludendo quindi il tutto
la serata ha dato frutto,
ed impresso alla memoria
un evento che fa storia.
Nino Vicenzi
Le foto di questa pagina
sono di Vanni Calanca
n. 14 - luglio 2013 ·
mirandola
«Rude, fiero, gagliardo: impersonò il Risorgimento italiano»
Com'eran Verdi quegli anni
L'importanza del compositore nell'analisi di un appassionato cultore mirandolese
musica
Il decalogo per ascoltare
il Cigno di Busseto
Giuseppe Verdi
Chi è stato Giuseppe Verdi? Per
quale motivo a lui sono stati dedicati
teatri, vie e piazze cittadine in Italia
e nel mondo? Perché la sua musica
raggiunge le regioni più intime della
sensibilità di ogni uomo nei confronti
della vita che va incontro ad un destino che l’individuo non può determinare. Da ciò la pietà di Verdi per la
condizione umana compresa la sua
che, quando gli fu possibile, pilotò da
dominatore spinto da una fortissima
ambizione unita a un grande senso
pratico e ad una potente personalità.
Ebbe acuto senso di osservazione,
istintiva passione per la musica, la salute e il possesso della maggior parte
delle virtù capitali: condizioni che gli
permisero di svolgere un cammino
artistico solitario e originale e di avere
una vita eccezionale.
Uomo di teatro nato, si metteva
sempre dalla parte del pubblico: sua
cura primaria era quella di non essere
prolisso o noioso. «Brevità e concisione» raccomandava ai librettisti. Da
parte sua, fin dalle prime opere, introdusse inserti di elevato sentimento nel
mezzo di scene triviali o truculente
con immaginabili, sorprendenti effetti.
La sua musica si distingue per
semplicità e discorso diretto alle
coscienze che sempre fa raggiungere
un’emozione e, non di rado, la catarsi, cioè l’azione purificatrice che
esercita l’arte tragica sullo spettatore.
Non si spiegherebbero altrimenti i
suoi brevi preludi densi di toccante
struggimento, rapportati ai drammi a
cui assistiamo, se non a causa del suo
innato pessimismo, al senso tragico
per il quale i buoni e i giusti sono
sacrificati.
Rude, fiero, gagliardo, Verdi
impersonò il Risorgimento italiano.
L’arte verdiana è fatta di pura e semplice potenza di sentimento espressa
per le vie più immediate. Egli non si
preoccupò di finezze letterarie ma, attraverso un infallibile senso drammatico e un’eccezionale maestria nella
caratterizzazione musicale, seppe dar
voce ai sentimenti appassionati dei
suoi personaggi.
Diventò più esigente nella scelta
dei soggetti acquisendo via via maggior raffinatezza pur mantenendo
intatti gli elementi primordiali della
sua arte. Nelle ultime opere consolidò
e intensificò la struttura drammatica e
usò l’orchestra in modo più sinfonico
ma sempre personale. In una lettera
del 1873 al pittore Domenico Morelli,
Verdi scrive tra l’altro: «A me piace
nelle arti tutto quello che è bello. Io
non ho esclusività; io non credo alla
scuola e mi piace il gaio, il serio, il
terribile, il grande, il piccolo, ecc...
ecc... Tutto tutto, purché il piccolo sia
piccolo, il grande sia grande, il gaio
sia gaio ecc... ecc... Insomma, che tutto sia come deve essere: Vero e Bello».
Dice bene Gustavo Marchesi, uno dei
fondatori dell’Istituto Nazionale di
Studi Verdiani: «Giuseppe Verdi prelevò il glorioso melodramma italiano
dalle mani di Rossini per portarlo ad
incredibili vertici di grandezza artistica, culturale, morale, nazionale».
Oscar Reggiani
1. Una fortissima ambizione in una giovinezza sottoposta a durissime prove.
«Sono mai stato giovane?».
Una primadonna febbricitante partecipa al trionfo
di Nabucco che conquista
i maggiori teatri italiani ed
europei.
2. Gli “anni di galera”
(1843-49), mentre quella
donna lo seguiva col pensiero e lo aiutava in vari
modi: Giuseppina Strepponi. «Il pubblico mi può
voltare le spalle, la terra
mai!». I lombardi alla Prima Crociata, Ernani, I Due
Foscari, Giovanna d’Arco,
Alzira, Attila, Macbeth, I
Masnadieri, Jerusalem, Il Corsaro,
La Battaglia di Legnano. La nuova
condizione economica e sociale.
3. Gli affetti privati. Il rapporto
padre-figlia: Luisa Miller, Stiffelio.
Rigoletto: per equilibrio tra musica,
canto e dramma: un diseredato dalla
vita colpito nell’unico affetto rimastogli. Lo sfratto ai genitori. Un’emblematica lettera al suocero.
4. Il rapporto madre-figlio: Il
Trovatore. Il desiderio di vendetta
e un odio atroce consumano la vita
di una donna. «Cos’è la vita se non
morte?». Amore e morte: La Traviata,
ossia l’amore sacrificato alla morale
borghese. Un mito vivente di 40 anni.
Il periodo più felice si accompagna
alla pietà per la condizione umana.
5. Una lunga “vacanza” a Parigi.
Frequentazione dell’ambiente teatrale
e cura dei propri interessi. Il rapporto padre-figlio: I Vespri Siciliani.
L’acquisto di arredi per casa di S.
Agata. Il ritorno in Italia. L’indagine
introspettiva dei sentimenti: Simon
Boccanegra, Aroldo, Un Ballo in
Maschera, La Forza del Destino.
6. Gli effetti della “scapigliatura
milanese. La revisione di Macbeth:
dramma dell’ambizione spietata, del
rimorso e della rovina. La ricerca di
nuove espressioni nella più “wagneriana” delle sue opere: Don Carlos.
Anime dilaniate e sogni irrealizzabili.
La debolezza del sovrano e la sovrastante autorità della Chiesa nella Spagna del 16° secolo. Chiusa la carriera?
verdi
I suoi capolavori
al Teatro Nuovo
Presentiamo, di seguito, anno e
titolo delle opere di Giuseppe Verdi
rappresentate al Teatro Nuovo di
Mirandola. Affissi alle pareti sud
e ovest del palcoscenico esistono
ancora i manifesti originali degli
spettacoli.
1907: Aida
1909: Otello
1912: Rigoletto
1920: Rigoletto
1938: Il Trovatore
1955: Rigoletto
1956: Il Trovatore
1958: La Traviata
1964: Otello
1965: Rigoletto
1965: La Traviata
7. Aida: opera eccezionalmente
felice. La gelosia, l’invidia e l’odio
hanno ragione su due puri innamorati.
La Messa da Requiem: il pessimismo
sulla probabilità di una trascendenza si
rivolge sgomento pur sempre all’oggetto di quella trascendenza. Forse le
pagine musicalmente più alte di Verdi.
8. Il programmato incontro con
Arrigo Boito. Il rifacimento di Boccanegra, il “Boris italiano”: dramma del
rimorso e dell’espiazione. Il progetto
“cioccolatte”. Il superamento della
romanza “chiusa” a favore di un discorso musicale unico che raggiunge
spesso una forza drammatica e lirica
senza precedenti: la tragedia di Otello,
dramma della differenza razziale e
della gelosia. Carriera finita?
9. L’approdo alla commedia lirica:
Falstaff. Non l’ultima opera dell’800
ma la prima del ’900. Vecchio musicista o musicista vecchio? Il dialogo
musicale. L’aggancio alla musica
europea. Una visione superiore della
commedia umana. Una sonora poiché
«Tutto nel mondo è burla». L’addio
al teatro, venato di malinconia. Lo
sgomento per l’inarrestabile cammino
della vita.
10. I Quattro Pezzi Sacri. La
chiusura della vita “leggendaria” di un
lottatore formidabile riuscito a vivere
alla massima espressione. La Casa di
Riposo per Musicisti: la sua “opera
più bella”. Il testamento. La morte di
un Grande, anzi, di un Pari d’Italia.
O.R.
25
1966: Il Trovatore
1967: Nabucco
1984: La Traviata
1986: Rigoletto
1987: Il Trovatore
26 · n. 14- luglio 2013
"Il Ducato Estense nella cartografia antica e nella ritrattistica"
eventi
In mostra a Spilamberto quadri dei Pico
Esposto anche un inedito dipinto di Alfonso IV d'Este attribuito a Sustermans
Dal 20 al 24 giugno presso le Sale
della Rocca Rangoni di Spilamberto,
in occasione della Fiera di San Giovanni, si è tenuta la mostra “Il Ducato
Estense nella cartografia antica e nella
ritrattistica di corte: due secoli di storia
modenese”. L’evento è stato promosso
dall’architetto Sergio Bianchi, della
Galleria d’Arte Ossimoro, in collaborazione con il Comune di Spilamberto,
il Comune di Mirandola, la Fondazione
Cassa di Risparmio di Mirandola, la
Banca popolare dell’Emilia Romagna,
ed alcuni collezionisti privati. Sono stati esposti preziosi dipinti ad olio su tela
raffiguranti ritratti dei Duchi Estensi
realizzati tra il XVII ed il XVIII secolo.
Alcuni dipinti del Museo Civico di
Mirandola, tra cui il ritratto di Alfonso
IV d’Este adolescente opera di Justus
Sustermans (1597-1681), sono stati
esposti in riproduzione e inseriti in pre-
ziose cornici. Inoltre sono stati esposti
dipinti della collezione di arte antica
della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, e di collezionisti privati, tra cui
modena
L'Istituto storico si prepara
al 70° della Resistenza
«L’Istituto storico di Modena
è impegnato da alcuni anni in uno
sforzo di riorganizzazione della propria attività e di razionalizzazione
delle spese e degli investimenti che
ha consentito una sostanziale tenuta,
funzionale e finanziaria, anche negli
anni della “crisi”. Ora, per realizzare
appieno la missione culturale, formativa e civile che gli è propria, spetta
all’Istituto un compito più difficile
ma forse anche più gratificante: svolgere in toto il ruolo di collante e di
veicolo di contaminazione di mondi
anche molto diversi e distanti che
esso, di fatto, già riveste a Modena,
nella provincia e all’interno della rete
nazionale degli istituti storici della
Resistenza per tutto quanto attiene alla
storia e alla memoria del Novecento».
Sono le parole di Giuliano Albarani,
rieletto presidente dell'Istituto storico
di Modena il 15 giugno scorso, in
occasione dell'annuale assemblea dei
soci svoltasi nel palazzo comunale di
Modena. Il nuovo direttivo ha confermato anche Giulia Bondi nel ruolo di
vicepresidente. L'assemblea quest'an-
un ritratto inedito di Alfonso IV d’Este,
regnante, anch’esso attribuito a Sustermans, della Galleria d’Arte Ossimoro.
Particolarmente interessante, data la
no ha ospitato una tavola rotonda dei
rappresentanti delle istituzioni e del
mondo della cultura (l'Onorevole Manuela Ghizzoni, il Senatore Stefano
Vaccari, gli Assessori Roberto Alperoli e Elena Malaguti, il presidente
della Fondazione Fossoli Lorenzo
Bertucelli) in vista dell'imminente
settantesimo anniversario della caduta
di Mussolini (25 luglio 1943). Da luglio 2013, in provincia di Modena e in
molte parti del paese fino al 25 aprile
2015, prenderà il via un percorso biennale di iniziative e progetti sui temi
della Seconda guerra mondiale, del
Fascismo e della Resistenza. Obiettivo
dell’Istituto storico per il 70° della
Resistenza è avviare una riflessione
profonda e articolata sulla costruzione
della sua memoria dal 1945 ad oggi.
Modena, come del resto buona parte
preziosità e l’unicità delle opere, è
stato lo spazio dedicato alla cartografia
estense antica, con l’esposizione di carte dal XVI al XVIII secolo di proprietà
della Fondazione Cassa di Risparmio
di Mirandola, che documentano l’evoluzione territoriale del ducato estense
dalla devoluzione di Ferrara a Napoleone. Nel corso dell’inaugurazione,
dopo l’introduzione del Sindaco di
Spilamberto, Francesco Lamandini,
l’architetto Giovanni Benatti e il professor Piercarlo Cintori hanno tenuto
una conferenza dal titolo: “Il Ducato
Estense nella Cartografia antica”. La
storica dell’arte Graziella Martinelli
Braglia ha parlato di Iconografia
estense nell’ancien régime. Nelle serate della Fiera Giovanni Benatti, ha
accompagnato i visitatori in interessanti
visite guidate.
Gino Mantovani
dell’Emilia-Romagna, è un punto di
osservazione privilegiato sia per ogni
riflessione sulle modalità celebrative
e di ricordo della lotta partigiana, sia
per la centralità che la memoria della
Resistenza ha avuto nelle diverse fasi
politiche e sociali che si sono succedute fino ai giorni nostri.
Daniela Garuti
sottoscritto, durante la festa sociale,
un documento di gemellaggio con
l'Avis di Fontanelice e di Borgo Val
Sugana, presso i quali siamo stati ospi-
ti durante la loro festa sociale per il
39esimo ed il 60esimo di fondazione.
Le visite sono state contraccambiate con la partecipazione alla nostra
festa sociale del 22 giugno scorso, per
il 62esimo di fondazione, durante la
quale sono state consegnate le medaglie (da argento dorato a oro con diamante) a decine di nostri donatori; da
anni non vedevamo la presenza di un
così folto pubblico e di numerose delegazioni (15), confermate dai labari.
L'ufficialità dei gemellaggio è
stata convalidata con le firme dei
rappresentanti delle istituzioni (foto): i
Sindaci di Mirandola Maino Benatti e
di Fontanelice Vanna Verzelli, ospiterelatrice della nosta festa sociale, e dal
Presidente del consiglio comunale di
Borgo Val Sugana.
Caterina Liotti e
Claudio Silingardi
durante l'assemblea
L'Avis ufficializza il gemellaggio
con Fontanelice e Borgo Val Sugana
ditte e privati cittadini.
Tutte le sezioni Avis del "cratere"
hanno avuto conferma di questa solidarietà da decine di consorelle che
hanno raccolto fondi indirizzati a interventi sul ripristino delle nostre sedi.
A consolidare questa vicinanza
l'Avis di Mirandola, già nel 2012, ha
avviato uno scambio di incontri con
l'Avis di Fontanelice, di Borgo Val
Sugana, di Savona, di Albisola e di
Soave, che hanno portato allo scambio
di prodotti e all'acquisto di tonnellate
di formaggio terremotato.
Facendo seguito ad una conferma
di più stretta collaborazione, espressa
anche dal nostro consiglio, abbiamo
Piace la pittura
all'aria aperta
I due incontri di “Pittura all’Aria
Aperta” del 26 maggio e 16 giugno
organizzati dal Centro socio-educativo per disabili adulti “La Nuvola”
hanno riscosso un grande successo,
testimoniato dai 130 dipinti che sono
stati realizzati. All’evento hanno partecipato grandi e bambini che hanno
saputo cogliere l’occasione di condividere un momento di creatività e socialità, con disinvoltura e spontaneità.
L’iniziativa rientra in un progetto di
integrazione delle persone diversamente abili nella comunità. Il gesto
creativo che si esprime liberamente
si rivela ancora una volta un mezzo
privilegiato per evidenziare ciò che
accomuna le persone, con e senza
disabilità. Tutti i 130 quadri sono
stati esposti nelle giornate del 12, 13
e 14 luglio in piazza Costituente di
Mirandola in occasione del “Festival
delle Arti” e saranno successivamente visibili presso il Centro Diurno
Socio-educativo “La Nuvola” in via
Trentini, 6 a Mirandola. Dopo l’esposizione ogni autore potrà recuperare
la propria opera presso il Centro.
L’iniziativa è stata promossa da Domus Assistenza Società Cooperativa
Sociale e patrocinata dal Comune
di Mirandola, dall’Unione Comuni
Modenesi Area Nord e dall’Ausl del
Distretto n. 2 di Mirandola. Per info:
0535/ 22462 (Centro diurno Nuvola).
mirandola
Dopo l'assemblea comunale del 16
marzo scorso, che ha visto riconfermato il consiglio uscente, sono continuati
i contatti e gli incontri con le sezioni
consorelle, con cui abbiamo avviato
un rapporto di collaborazione dopo
gli eventi sismici.
Il terremoto è stato per tutti noi
un'esperienza drammatica, ma che
ha visto anche un aspetto di grande
rilevanza sociale ovvero la solidarietà,
con la presenza di 25.000 volontari e
l'arrivo di contributi da associazioni,
la manifestazione
n. 14 - luglio 2013 ·
3^ puntata
Prosegue il romanzo storico a puntate sulla famiglia Pico realizzato da Remo Rinaldi, già nostro collaboratore e studioso di storia contemporanea. Nato a Mirandola, Rinaldi ha operato nei settori della
formazione professionale e dell'amministrazione del personale. Come autore di saggi ha indagato su
importanti e trascurati avvenimenti socio-religiosi accaduti nel Modenese nel dopoguerra.
I Duchi della Mirandola e il frate
(segue)
La famiglia Pico
aveva una
devozione per la
chiesa di
San Lodovico
Che fosse un giardino di virtù magari era
vero, ma è altrettanto
vero che, per non disperdere il patrimonio
della casata, tanti figli
cadetti o spuri dei nobili
abbracciavano, volenti o nolenti, la carriera
ecclesiastica o la vita
conventuale. La famiglia
Pico aveva una predilezione per la chiesa di S.
Lodovico con annesso
monastero delle clarisse,
sito tra le attuali vie Focherini, Andreoli, Savonarola.
Al duca piaceva dimostrarsi devoto. La sua pratica religiosa era senz’altro sincera, ma era anche molto ostentata, faceva parte dell’esercizio e del
rafforzamento del potere. Le autorità
civili e religiose si sostenevano a vicenda, con reciproco vantaggio. Gli attriti
tra le une e le altre potevano essere seri,
ed erano quasi sempre dovuti a motivi
di interesse o allo sconfinamento delle
une nelle competenze delle altre. A
Mirandola, però, tutto filava liscio.
L’alleanza, le complicità dell’organizzazione ecclesiale con i poteri dominati
erano un fenomeno diffuso e pervasivo
della società. Il duca abbelliva le chiese, aveva in simpatia i Cappuccini e i
Gesuiti, portava a termine la chiesa del
Gesù con annesso enorme collegio dei
padri della Compagnia di Gesù fondata
da Ignazio di Loyola. Sorvegliava
ecclesiastici e chiostri con discrezione.
I prevosti della Mirandola godevano di
buone rendite, indossavano le insegne
vescovili, abitavano una casa con quattordici stanze, avevano pure il tempo
di dedicarsi a svaghi letterari.
L’autoritarismo di Alessandro II,
il pugno di ferro con cui faceva amministrare la giustizia sui suoi territori,
specie a tutela del diritto di proprietà,
erano, in effetti, una difesa a oltranza
dei suoi affari, dato che la maggior
parte dei beni economici era nelle sue
mani e in quelle della modesta nobiltà
locale.
La guerra della Repubblica di Venezia contro i turchi durava da parecchi
anni, precisamente dal 1645 e il duca
vi partecipò proprio nell’anno della
sua conclusione, nell’estate del 1669:
una guerra che durava da ventiquattro
anni! A combinare questo interminabile
dispendiosissimo pandemonio, tra la
Serenissima e la Sublime Porta, che da
secoli commerciavano pacificamente,
con profitto reciproco, intrattenendo
buone relazioni diplomatiche - come confidò il
duca -, fu il fanatismo dei
Cavalieri di Malta, dei cui
numerosi atti di pirateria
contro navi turche alla
fine il gran Sultano si
stancò, credendo avvenissero con la copertura,
se non con la complicità,
della flotta veneziana. In
realtà, i veneziani non
erano d’accordo con le
anacronistiche crociate dei Cavalieri contro
i turchi e gli ebrei, che
disturbavano assai i loro
vantaggiosi commerci
con il Levante. Le navi
dei Cavalieri di Malta erano il terrore
della pirateria barbaresca e delle navi
ottomane, erano una spina nel fianco
dell’impero turco e una realtà sgradita
alla Repubblica veneta. Quando i veneziani protestarono energicamente per
delle molestie a navigli turchi, il gran
maestro dei Cavalieri fu tanto insolente
da non degnarsi di rispondere. Allora
il Senato veneto ordinò il sequestro
dei beni dell’Ordine nei territori della
Serenissima.
Nell’ottobre del 1644 i Cavalieri,
con inaudito atto corsaro, avevano
attaccato una flottiglia
turca, catturando e depredando un galeone,
carico di merci pregiate,
che portava alla Mecca
la favorita del Sultano
con un seguito di molte
dame di compagnia e alti
dignitari, tra cui il cadì
del Cairo e un anziano
capo degli eunuchi del
sultano. Ritornando alla
base maltese, per evitare
una tempesta, le navi dei
Cavalieri aggravarono la
situazione rifugiandosi
nella baia incustodita
di Kalismene nell’isola
di Creta, e vi restarono ancorati per
alcune settimane. A Istambul, il sultano
Ibrahim andò su tutte le furie, si convinse che solo eliminando la presenza
militare veneziana dal centro strategico
e commerciale dell’isola, che i veneziani possedevano da qualche secolo,
avrebbe potuto assicurarsi il controllo
dei traffici navali nel Mediterraneo
orientale. La diplomazia del re di Francia soffiava sul fuoco. L’aristocrazia
locale greca era stanca di sopportare i
soprusi della colonizzazione veneziana. I rappresentanti della Serenissima
nell’isola, pensavano ad arricchirsi e se
ne impipavano dei loro doveri militari.
Questo stato di cose costituiva un’ottima occasione per espugnare l’isola,
attesa da tempo dai turchi, perché mai
avevano visto di buon occhio questa
presenza della Repubblica veneta in
un mare che ritenevano loro proprietà.
La situazione li convinse che l’impresa
sarebbe stata facile.
Il Pico diede la stura al racconto
della sua avventura di condottiero. Il
duca della Mirandola, col suo sguardo
terrificante, scrutò la faccia dei commensali, fece una pausa per riordinare
i ricordi. Le carni di pavone cucinate
con abbondanti spezie e le anguille
grigliate con molti aromi, gli avevano
messo sete. Un rutto superò le barriere dell’autocontrollo. Prontamente
il collega di Bozzolo, invitandolo a
continuare, gli versò nel calice vino
spillato dalla botticella donata.
Da che punto dobbiamo iniziare? - si chiedeva il duca che, anche
parlando tra sé usava il plurale maiestatico - da dove iniziare? Ah!, il sultano
decise dunque di attaccare i veneziani
nell’isola di Creta. Il 25 giugno del
1645, un esercito di cinquantamila
turchi armati fino ai denti sbarcò da
una flotta di quattrocento navi, nei
pressi di Cànea, sulla spiaggia di Gognà, nella parte occidentale dell’isola,
cogliendo i veneziani di
sorpresa. Infatti la flotta
turca aveva manovrato
e navigato in modo da
dare l’impressione di
dirigersi alla conquista di Malta. Mentre
l’esercito turco sbarcava, le milizie mandate
dal comandante militare
dell’isola Andrea Corner, invece di contrastare le truppe turche nel
momento critico dello
sbarco, scapparono a
gambe levate. Non fu
un buon inizio. I turchi
si attestarono e, con un
continuo ampliamento
e trinceramento del fronte, conquistavano terreno. I veneziani si ripresero, la
guerra diventò interminabile, con alterne vicende, episodi di eroico coraggio
e altri di codardia. I turchi pensavano a
una facile conquista dell’isola, ma dovettero ricredersi. Se le loro forze erano
superiori a terra, non lo erano sul mare.
Le galee veneziane, egregiamente spalleggiate dai navigli maltesi, intercettavano, sconfiggevano e affondavano di
continuo le flottiglie turche, impedendo
i rifornimenti alle truppe terrestri del
sultano, costrette all’inazione, anche
Le navi dei
Cavalieri
di Malta
erano il
terrore della pirateria
barbaresca
sarla. Aiutò il suo signore
a infilare la lunga camicia
da notte di pannetto, a
sistemarsi sulla comoda
alzandogli il lembo della
camicia - la patàja - dal
fondoschiena. Il serenissimo della Mirandola
s’infilò sotto le coltri. Negli orecchi gli rimbombava l’eco delle cannonate a
salve sparate per salutare
il suo arrivo a Candia,
la capitale dell’isola. Il
cameriere tese le pesanti
cortine che pendevano
dal baldacchino del letto
e il duca restò isolato nel
tepore.
Al vertice ducale del mattino arrivò
pure padre Marco, più accasciato del
solito. Si lasciò cadere su uno degli
scranni posti davanti al camino acceso,
come se avesse appena terminato uno
dei suoi viaggi estenuanti. Il cappuccino era sempre in viaggio, eseguiva a
puntino quanto gli era comandato, con
un incessante sforzo della volontà tesa
a superare la sua natura di flemmatico.
A volte, però, si accasciava, come
per una resa stanca al suo bisogno di
assestarsi nell’indolenza. I due duchi
si angustiarono per la sua salute, ma
il frate minimizzò: non si preoccupassero, gli accadeva spesso di essere
colto da queste crisi di
spossatezza. Il regime
di vita cappuccino, d’una
sobrietà spietata, non
era il più indicato per
reggere alle fatiche cui
si sottoponeva padre
Marco. Un domestico
gli portò, su un vassoio d’argento, un po’ di
biancomangiare e vino
rosso caldo, addolcito
con miele, aromatizzato
con cannella e chiodi
di garofano. Il duca di
Bozzolo ordinò pure di
preparare un pediluvio di
vino bianco bollito con
legno e bacche di ginepro per i piedi del
frate, nei quali s’era introdotta troppa
intemperie fredda.
Il Gonzaga attaccò subito, accennando alla promessa del Pico di
raccontare la sua avventura contro i
turchi a Candia, ossia l’isola di Creta.
Il cappuccino ebbe un sussulto di
vitalità. Si era fatto frate a diciassette
anni, fuggendo dal collegio dei gesuiti
di Gorizia, proprio per desiderio di
martirio nella lotta ai turchi. Non erano
scomparse dalla memoria della sua
gente le scorribande degli ottomani
nel Friuli, tra il 1472 e il 1479, passati
tra le gole montane del Goriziano e del
Carso dopo essere risaliti dai Balcani.
Come cappuccino veneto, non ignorava l’impegno del grande confratello
Lorenzo da Brindisi durante la guerra
austro-turca, che nell’ottobre 1601 in
Ungheria, nella battaglia di Albareale,
aveva incitato alla vittoria l’esercito
imperiale contro gli ottomani che tentavano di invadere l’Europa.
I cappuccini veneti partecipavano come cappellani alla guerra dei
veneziani contro i turchi a Creta.
Ne andavano parecchi: non avevano
solo compiti di assistenza religiosa,
ma svolgevano anche opera di sanità
militare, assistendo ammalati, curando feriti, seppellendo morti. Durante
le battaglie infondevano nei soldati
“costanza e cuore ad intrepidamente
impegnare la vita per servizio di Dio,
della fede e della patria”. Molti cappuccini morirono di fatiche, di stenti,
di malattia “desiderosi e del bene del
prossimo e di dare la vita per Dio”.
Della guerra di Venezia a Creta, allora chiamata Candia dal nome della
capitale -, padre Marco sapeva tutto,
pure della partecipazione del duca
mirandolese. Tutta la sua vita nascosta
di frate l’aveva trascorsa a Venezia,
proprio mentre era in corso la guerra.
Nel convento della Giudecca, a fianco
della basilica palladiana del Redentore,
nei momenti di ricreazione i frati non
parlavano d’altro. L’argomento era
all’ordine del giorno per tutta Venezia, del resto. Qui a Bozzolo, però, il
padre Marco ne parlò solo quel tanto
che bastava per far capire d’essere
perfettamente informato. Avrebbe voluto portare il discorso su un tema più
importante, quello del pericolo turco.
Il duca di Bozzolo invece lo dribblò,
stuzzicò il mirandolese
a parlare. Alessandro II
avvolse i suoi interlocutori dall’alto in basso
con la sua occhiata terrificante. Una pausa di
silenzio. Raccontò la
sua partecipazione alla
guerra. In realtà, più che
una guerra era la descrizione di un cerimoniale
di corte. Proprio nell’anno 1669 in cui la figlia
Catterina abbracciava
la vita religiosa, disse
rivolto al padre Marco; e
dopo aver dato inizio “a
selciar di sassi vivi” le
strade della Mirandola,
disse rivolto al Gonzaga,
gli si offrì l’occasione di “sostenere
il grande edifizio di tutta la religione
cattolica che nel regno di Candia era
pericolante”. L’allusione, senza un
briciolo di ritegno, al sogno di San
Francesco, fu colta al volo dal padre
Marco e interpretata come qualcosa
di sacrilego. Ebbe solo un lieve tremito delle mani, non notato. Il papa
Innocenzo XI, con non poca fatica,
era riuscito a formare una coalizione
di principi cristiani contro i turchi, alla
quale partecipava addirittura una forza
di ottomila soldati francesi. Il cardinale
Mazarino aveva convinto re Luigi, per
non fargli perdere la faccia di fronte a
tutta l’Europa, a inviare truppe scelte,
tra le quali militavano parecchi giovani
nobili, che si coprirono di gloria in
imprese temerarie e poco produttive, al
limite della follia, tanto che moltissimi
ci lasciarono la vita. Molto coraggio
accanto a scarsissima preparazione militare. A capo della coalizione cristiana
era il generalissimo don Vincenzo
Rospigliosi nipote del papa.
Appena ricevuto il breve pontificio
con la nomina a tenente generale, il
duca della Mirandola, preso dalla bramosia di sacrificarsi per l’affermazione
della fede, non si lasciò dissuadere né
dal timore dei pericoli descritti efficacemente dalla duchessa, né dall’amore
che nutriva per la propria famiglia.
La sua prima preoccupazione fu di
scegliersi “una riguardevole corte di
gentiluomini” - un centinaio di persone
-, più duecento combattenti. La corte
comprendeva, tra l’altro, un maggiordomo, quattro gentiluomini, quattro
paggi, una quindicina di guardie del
corpo con capitano comandante, alcuni
aiutanti di camera con maestro di casa,
il medico, il cerusico, lo speziale, il
guardarobiere, il credenziere, il cuoco,
gente di servizio ecc., più tre confessori
per la corte e i soldati: i padri cappuccini Romualdo da Modena, Cherubino
da Mirandola, Felice da Quarantoli.
Compiute le sue devozioni nella
chiesetta della Madonnina, partì per
Concordia il 6 giugno. Di lì, per via
d’acqua raggiunse Venezia. Dopo aver
preso possesso della sua carica, non
essendo ancora pronto il convoglio di
navi, ritornò a Mirandola il 27, dove
trovò la cognata Margherita contessa
di Guastalla col marito duca Ferdinando, accorsi a consolare sua moglie.
Partì di nuovo per Venezia il 3 luglio,
dopo aver assistito devotamente alla
messa ed essersi comunicato. Giunto
a Pontelagoscuro sul Po, ricevette in
omaggio, dall’eminentissimo legato
di Ferrara cardinale Corsini, un servizio di mangiare e dormire: un letto di
damasco cremisi, due sedie, un tappeto
e una tavoletta da rinfresco. A Venezia
furono consegnate a Sua Altezza il
duca nove navi da guerra su ciascuna
delle quali furono imbarcati 250-300
soldati, più una flottiglia di legni carichi di vettovaglie. Salito sulla nave
ammiraglia “con il contante”, rimorchiato all’imboccatura del mare, partì
il 16 luglio.
Remo Rinaldi
Alessandro
II avvolse
i suoi interlocutori
con la sua
occhiata
terrificante
Rappresentazione del 1651 raffigurante
Candia protetta dal Leone di San Marco
perché l’esercito ottomano, a un certo
punto, era impegnato pure sul fronte
austriaco - ungherese.
Proprio mentre Venezia, la Cristianità e poi l’Impero, erano impegnati
nelle gravi vicende che, nella seconda
metà del Seicento, sconvolgevano
l’Europa ad opera dell’aggressività
dell’Impero Ottomano, anche in Emilia
c’erano problemi e preoccupazioni.
Tanto che il cardinale Farnese, legato
a latere di Bologna, fu costretto a
emanare nel 1661 un bando contro i
produttori disonesti di mortadelle, che
usavano in parte carni di
manzo, con grave pregiudizio del pubblico,
e particolarmente della
dote, che gode ab antiquo la città di fabbricar
mortadelle d’isquisita
perfezione. Accanto alle
pene severissime per i
trasgressori, il cardinale
emanò norme altrettanto
severe per i candidati
all’arte di lardarolo, affinché fossero ammessi
a esercitarla in materia
di salami e mortadelle
solo coloro che erano
in possesso dei requisiti
previsti dagli statuti dell’arte. Le pene
previste per i trasgressori potevano
essere maggiorate ad arbitrio di Sua
Eminenza. Risolto una volta per tutte
il problema della mortadella, restava
il problema dell’espansionismo turco.
Al duca di Mirandola non interessava esporre le vicende della guerra
di Candia, che del resto conosceva in
modo molto approssimato. Voleva far
colpo sul duca di Bozzolo, dimostrargli
la sua autorevolezza, la sua superiorità. La sua esperienza, la sua autorità
morale, le sue benemerenze, il suo
denaro, avrebbero facilitato le trattative
per il matrimonio, e avrebbero avuto
buon gioco delle intenzioni dilatorie
del giovane duca, che aveva sempre
bisogno di soldi per il suo guardaroba
e per i regali favolosi ai suoi amici. Si
accingeva dunque a raccontare la sua
partecipazione a questa guerra, che costava un mare di soldi sia a Venezia sia
a Istambul. Le due capitali avevano ormai le casse statali svuotate dalle spese
belliche, che dovevano essere rifornite
con espedienti non sempre onorevoli.
Anche il mirandolese sostenne una spesa astronomica pur di coprirsi di gloria
in questa impresa. Per non parlare delle
crudeltà e degli innumerevoli morti di
una parte e dell’altra.
A questo punto, il duca Alessandro
non riuscì a trattenere uno sbadiglio.
Chiese scusa con la sua vocina stridula,
avrebbe proseguito l’indomani, alla
presenza del padre Marco d’Aviano,
cointeressato alla vicenda.
Il duca Gian Francesco accompagnò l’ospite sino al limitare della sua
stanza. Un domestico, comandato dal
cameriere personale del duca, tolse dal
letto il trabiccolo con lo scaldino di
rame colmo di braci ardenti coperte di
cenere. Il cameriere fu lesto a ricevere
nelle mani la parrucca ducale e a po-
La guerra
costava
un mare
di soldi
sia a Venezia sia a
Istanbul
27
(continua)
28 · n. 14- luglio 2013
mirandola
La seconda vita di Martino Razzaboni si chiama "Non solo Bowling"
Due belle favole di sport e terremoto
Spazio Fitness, riaperto il 4 giugno 2012, è stato un fondamentale punto di ritrovo
Uno scorcio del Bowling di
Mirandola. A destra, Martino
Razzaboni. Sotto, due immagini di Spazio Fitness
Due storie di ordinario terremoto
che ci raccontano che cosa sia cambiato
a Mirandola nel mondo dello sport e
del tempo libero da un anno a questa
parte. Giorgio Bellodi e Martino
Razzaboni gestiscono due locali che,
per dimensioni e importanza, potrebbero tranquillamente non sfigurare
in qualche grande città capoluogo di
provincia. Bellodi è titolare, assieme
ad altri tre soci, di Spazio Fitness
in via Maestri del Lavoro n. 14, un
club che raccoglie attualmente oltre
1.150 soci (630 sono donne) che, nel
periodo invernale, possono arrivare
anche a 1.350. Il locale dispone di una
superficie complessiva di 1.100 mq
dove, oltre alla palestra, trovano posto
un centro benessere con annessi bagno
turco e sauna, un centro estetico e una
“sala corpo libero” dove si svolgono
corsi di yoga, pilates, zumba ecc.. Ma
non mancano anche un piccolo punto
vendita di materiale sportivo e una
piscina per acquagym, riabilitazione
funzionale e avviamento al nuoto per
bambini e anziani. «Il nostro miglior
veicolo pubblicitario è la soddisfazione
del cliente che viene seguito dai personal trainer (8 dipendenti tutti diplomati
Isef) su appuntamento nelle prime tre
sedute» racconta Bellodi. Che lavora
da sempre nel settore del fitness fin da
quando, a soli 23 anni, ha fondato la
prima palestra in uno spazio sopra la
piscina comunale di Mirandola. Poi,
una decina di anni fa, il trasferimento
in via Maestri del Lavoro dove, nella
costruzione dello stabile, si è tenuto
conto del tipo di attività che sarebbe
andato a ospitare. Anche per questo
l’edificio ha retto l’onda d’urto del
terremoto, riportando solo lievi danni.
Tanto è vero che Bellodi e soci hanno
potuto tenere aperto dopo la prima
scossa del 20 maggio 2012. Con la
seconda invece del 29, il locale, pur
avendo subito lesioni solo alla parte in
cartongesso, è stato dichiarato inagibile
in attesa dei lavori di adeguamento alla
nuova normativa antisismica.
I titolari di Spazio Fitness non si
sono dati per vinti. Hanno tirato fuori
le attrezzature da ginnastica e le hanno
collocate sotto quattro tende (da 25
mq ciascuna) poste nel parcheggio
davanti alla palestra. Il 4 giugno, a
tempo di record, l’attività è ripresa,
con la difficoltà di non avere le docce
e lo spogliatoio. Chi veniva in quei
giorni? «Più che i patiti del fitness era
gente comune, desiderosa di stare in
compagnia, tra cui molte ragazze che
così cercavano di superare l’insicurezza del momento» spiega Bellodi. Che
aggiunge: «Io e il mio socio di notte
dormivano nelle tende per fare la guardia agli attrezzi. E’ capitato qualche
sera che, con i clienti, si organizzasse
una serata a base di pizza o melone tutti
insieme». Ecco che la tensostruttura di
Spazio Fitness è diventata, nei primi
mesi del post-sisma, una sorta di punto
di ritrovo in un contesto in cui la maggior parte degli edifici erano invece
chiusi o danneggiati. Dopo i lavori di
ristrutturazione, il 21 agosto il club ha
riaperto i battenti e oggi il numero dei
soci è equivalente al periodo pre-sisma.
Emergenza finita? Bellodi è fiducioso:
«Abbiamo voluto riaprire l’anno scorso
in agosto perché sappiamo bene che è
settembre il periodo dell’anno in cui
si decide quale palestra frequentare.
Vogliamo riprendere il trend positivo
che ha sempre accompagnato la nostra
crescita negli ultimi anni» conclude.
Nel giugno 2012, mentre dalle parti
di via Gramsci si cercava di ripartire
dalle tensostrutture, per Martino Razzaboni, titolare del negozio di accessori
“Hobby auto”, si poneva il problema,
comune a tutti gli esercenti della zona,
di quale scelta compiere. Continuare
con l’attività di prima, svolta per quasi
30 anni, ma in una nuova sede visto che
il locale in via Fulvia era stato dichiarato inagibile e destinato a una sicura
demolizione? Oppure voltare pagina e
dedicarsi a un lavoro diverso sulla base
di un esigenza che Razzaboni aveva
manifestato già prima del terremoto?
Probabilmente i fatti tragici dovuti al
sisma hanno accelerato una decisione
che era già nell’aria da tempo. Sta di
fatto che Razzaboni a settembre 2012
abbandona la vendita di ricambi e
diventa titolare di “Non solo bowling”
in via 2 giugno. Erano passati neanche
quattro mesi dalle scosse che avevano
cambiato il volto della Bassa, il locale
di 1.600 mq (più altrettanti di parcheggio esterno) non aveva danni particolari
ma necessitava della “messa in sicurezza”. Poi naturalmente c’è stata tutta la
parte burocratica fatta di permessi e
autorizzazioni. Razzaboni un po’ se ne
intende, ha sempre lavorato in proprio.
Ma ben presto si accorge che l’iter da
seguire non è neanche lontanamente
paragonabile a quello che serviva per
il negozio di accessori. Gli dico che
c’è voluta una buona dose di coraggio
ad intraprendere un’ attività così impegnativa in un periodo di piena crisi. Risponde che è una «sfida, e che in quanto
tale, deve essere vinta». Sfida che, per
la cronaca, ha avuto inizio ufficialmente il 1° dicembre, con l’inaugurazione
della nuova gestione. Per la prima volta
Martino Razzaboni si trova ad avere dei
dipendenti: ne ha quattro che si alternano al bar, alla tavola calda da 40 posti
a sedere, alla sala delle slot machine.
Oltre naturalmente al bowling che a
Mirandola ha quasi un’importanza storica. In primo luogo perché fu il primo
locale di questo genere ad essere aperto
dalle famiglie Galavotti e Pizzetti, a
metà degli anni ’80 del secolo scorso,
nella Bassa. E poi perché conserva
ancora le piste da bowling in legno,
molto più apprezzate dagli appassionati
rispetto a quelle sintetiche che sono
oggi molto più diffuse. Al titolare di
“Non solo bowling” manca il termine
di confronto con la precedente gestione ma è comunque soddisfatto per
l’andamento della stagione invernale.
Ribadisce che «Nei fine settimana di
dicembre, gennaio e febbraio avevo
dalle 200 alle 300 persone a serata».
Per il periodo estivo è stata predisposto
all’esterno un tendone di 100 mq dove
verrà servito il pranzo. Per Razzaboni,
che farebbe volentieri a meno della
burocrazia («per adempiere a tutti gli
obblighi arrivo a casa a metà notte»),
la sfida continua. Anzi, per certi aspetti,
è appena cominciata.
Giovanni Moi
n. 14 - luglio 2013 ·
sport
Soddisfatti gli organizzatori dei dieci giorni di gare
Al Palasport 840 campioni sui pattini
Bilancio più che positivo per i campionati italiani formula Uisp a Mirandola
Sopra, la presentazione dell'evento. Sotto e in alto, alcuni momenti delle premiazioni
Un bilancio più che positivo quello
dei Campionati Italiani di Pattinaggio
Artistico Formula Uisp, che si sono
chiusi a Mirandola, dopo dieci giorni
di gare. Sul parquet del Palazzetto
dello Sport a darsi battaglia ben 840
atleti, in rappresentanza di quattordici
regioni, cui va aggiunta la squadra di
venticinque tra giudici, commissari di
gara e persone che hanno svolto lavoro
di segreteria, garantendo il regolare
svolgimento della competizione. Oltre
ai titoli assegnati, da ricordare anche
una dimostrazione del settore Corsa
Online dell'Invicta Skate di Modena,
specialità che nella Bassa modenese
aveva negli anni scorsi un punto di
riferimento a Finale Emilia. Gli organizzatori del settore pattinaggio della
Polisportiva G.Pico hanno calcolato
che quasi cinquemila persone tra tecnici, dirigenti e accompagnatori siano
arrivati a Mirandola in questi dieci
giorni di gare. Una festa per tutta la
città, con l'area intorno al palazzetto
arricchita di stand e area giochi per i
più piccoli. Particolarmente emozionante la cerimonia di chiusura, con
la consegna della "Coppa Solidarietà
Uisp", che era partita da Mirandola
all'inizio dei Campionati, e che vi ha
fatto ritorno dopo aver toccato, in un
abbraccio ideale, diverse manifestazioni Uisp in Emilia Romagna, segno di
quella vicinanza che ha contraddistinto
tutta la delicata fase post terremoto.
A consegnarla a Leonardo Valentini
(Comandante del presidio di Mirandola
della Polizia Municipale dell'Area
Nord), a Sauro Prandi (Assessore
alla Sicurezza e alla Qualità Urbana
del Comune di Mirandola) e a Stefano
Baraldi (Presidente della Polisportiva G.Pico), in rappresentanza delle
istituzioni mirandolesi che non hanno
mai fatto mancare il loro supporto
per la riuscita della manifestazione,
il presidente della Uisp Regionale
Mauro Rozzi e il presidente nazionale
della lega pattinaggio Uisp Raffaele
Nacarlo. Presente per tutta la durata
della manifestazione anche l'associazione "Yuri, una vita che continua",
particolarmente vicina in questo anno
al mondo del pattinaggio mirandolese.
Grande soddisfazione da parte di tutti
gli organizzatori della Pico, con la
speranza di poter tornare a ospitare
a Mirandola i Campionati Italiani di
Pattinaggio Uisp, prima manifestazione sportiva di livello nazionale in città
dopo il terremoto del 2012.
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30 · n. 14- luglio 2013
Consegnato alla Folgore un assegno di 5.120 euro
calcio
Roccabruna si è messa a nudo
Simpatica iniziativa pro terremotati dei giovani calciatori del Comune cuneese
“Dove non c’è umorismo non c’è
umanità” questo è lo slogan di una simpatica iniziativa promossa dai giovani
calciatori di Roccabruna in provincia
di Cuneo che, per raccogliere fondi da
devolvere alle popolazioni terremotate
dell’Emilia, nel settembre 2012 hanno realizzato un calendario dove da
protagonisti mettevano ironicamente
a “nudo” le attività di una squadra di
calcio. Successivamente hanno promosso la vendita del calendario sul
loro territorio con l’impegno di consegnare direttamente a un Comune o a
un’associazione colpita dal terremoto
il ricavato ottenuto.
L’iniziativa si è concretizzata sabato 29 giugno 2013 allo stadio “Lolli” di
Mirandola con un simpatico incontro
amichevole tra le squadre della Asd Val
Maira e della Folgore Mirandola e al
termine della gara è stato consegnato
il ricavato della loro iniziativa ovvero
due ruote
La Ciclistica Mirandolese
vince, si diverte e chiede aiuto
5.120 euro, di cui 1.000 alla Scuola
Calcio Folgore e 4.120 alla Croce Blu
di Mirandola alla presenza del Sindaco
di Roccabruna Claudio Garnero e
del Vicesindaco di Mirandola Enrico
Dotti (foto in alto). L'iniziativa si è poi
in russia
Bellodi e la nazionale di apnea
pronti per i mondiali di Kazan
Nella bellissima
città russa di Kazan,
dove si sono appena
svolte le universiadi
e sono programmati
i mondiali di nuoto
2014, si svolgeranno
nel prossimo mese di
agosto i campionati mondiali di apnea
2013.
All’ importante
manifestazione prenderà parte anche la squadra nazionale italiana
di apnea diretta dal commissa-
rio tecnico Maurizio
Bellodi, (foto) docente
al Liceo “G. Pico” di
Mirandola, che ha convocato i seguenti otto
atleti azzurri: Alessia
Zecchini (Roma), Monica Barbero (Torino),
Ilaria Bonin (Lodi),
Andrea Vitturini (Torino), Aldo Stradiotti
(Bergamo, Cosimo
Garofalo (Bari), Michele Fucarino
e Gaspare Battaglia (Varese). Dopo
lo stage di raduno collegiale di luglio
conclusa secondo le migliori tradizioni
emiliane a tavola per un simpatico gemellaggio fra le due società calcistiche
suggellato da brindisi a base di Lambrusco molto apprezzato dai simpatici
amici della Val Maira.
svoltosi negli impianti dell’isola
di Kalymnos (Grecia), gli azzurri
saranno impegnati nella difficile
trasferta iridata dal 3 al 13 agosto
dove affronteranno la concorrenza
di ben 14 nazioni: Austria, Croazia, Cuba, Francia, Hong Kong,
Italia, Korea del
Sud, Messico,
Russia, Serbia,
Spagna,Turchia,
Ucraina, Venezuela.
Nelle modernissime piscine
del Palace of
Water Sport di
Kazan le specialità in programma
saranno quattro:
due di apnea dinamica con monopinna e a stile
rana-subacquea, nel tentativo di
percorrere in apnea la massima distanza possibile; apnea speed con
monopinna sui 100 mt a cronometro,
nel tentativo di stare sotto i 40”; apnea statica sempre a crono, cercando
di resistere oltre gli 8’.
Tutte queste specialità sono
praticate anche nel Centro Nuoto
di Mirandola dagli studenti dell’Iss
“Luosi-Pico-Cattaneo” nel corso
delle attività pomeridiane del Centro
Sportivo Scolastico che è anche su
You Tube al link: http://www.youtube.com/watch?v=AcWFcVyPHb0.
Divertimento e risultati: è questa la formula "da esportazione"
della società ciclistica Mirandolese,
che nella gara di Solara ha messo in
fila il gusto di stare insieme con gli
ottimi piazzamenti. Questi i risultati
degli atleti (nella foto): Katuscia 1°
posto, Mintaka 1° posto, Cristian
8° posto, Roberto 8° posto, Denis
3° posto, Federico 5° posto e
Alessandro 8° posto. La Ciclistica
Mirandolese è arrivata in quarta
posizione generale a punti. Alla fine
tutti si sono ritrovati alla Sagra della
tagliatella. «Ringraziamo - spiega
il dirigente Michele Bianchini - la
società organizzatrice di Sozzigalli»
La sede provvisoria della storica società mirandolese (che nel
2013 compie 110 anni) è in via Giolitti
(tel. 0535/20553, info@scmirandolese.
it www.scmirandolese.it e pagina Facebook), grazie alla disponibilità di Ad99.
La Ciclistica Mirandolese svolge
attività sportiva dilettantistica per
bambini e bambine di età compresa tra
i 7 e i 16 anni. è regolarmente iscritta
alla Federazione Ciclistica Italiana e
al Coni. Il sodalizio è nato nel 1903 ed
è una delle poche società centenarie
italiane riconosciute dall'Unasci. Ha
ottenuto la "Stella d' Oro al Merito
Sportivo", consegnata direttamente dal
Presidente della Repubblica. «Essendo
una società no-profit e sostenendosi
mirandola
Sulla Nuvola con lo shiatzu:
cronaca di un sabato qualunque
Sabato 8 giugno a Mirandola,
presso la sede del centro diurno “La
Nuvola” in via Trentini, un gruppo di
massaggiatori Shiatzu, dalle nove di
mattina fino alle 17 del pomeriggio,
ha massaggiato gratuitamente persone diversamente abili, ospiti delle
strutture di tutti i Comuni dell'Area
Nord (Tandem Finale, Centro residenziale Il Picchio, Arcobaleno 1 e 2)
e i loro familiari, con grande dolcezza
e disponibilità. Sotto riportiamo il
resoconto dell’iniziativa che ci è stato
inviato in redazione.
Sabato 8 giugno a Mirandola,
presso la se
grazie a volontari e sponsor - dice
ancora Bianchini - siamo alla ricerca
costante di aziende e singoli donatori
in grado di dare una mano ai nostri
bimbi. Quest'anno la situazione è ancora più critica per le mancate entrate
dei nostri abituali sostenitori, a causa
del terremoto. Le donazioni serviranno
all'acquisto di materiale e attrezzature
andate perdute durante il terremoto (la
sede che è in centro storico ha subìto
gravi danni strutturali e la perdita di
parecchio materiale e attrezzature) e
per effettuare interventi di immagine,
funzionali e di sicurezza per i nostri
giovanissimi atleti.
Ore 6.30, suona la sveglia. Apro un
occhio e cerco di capire che giorno è;
è sabato! Quindi posso dormire! Ah!
No! E’ vero, devo alzarmi e andare a
Mirandola per fare shiatsu con “quella
associazione” che conosce Frida! Accidenti, forse avevano ragione i miei
ieri sera quando mi dicevano: «Ma
dove vai? Chi te lo fa fare di alzarti così
presto per andare a fare dei massaggi?».
Si però dentro di me c’era e c’è
ancora una vocina che mi spinge ad
andare perché un motivo esiste, anche
se non l’ho ancora afferrato. Mi lavo e
mi vesto in fretta (come al solito sono
in ritardo!) e poi mi fiondo fuori con
tutto il mio equipaggiamento: tatami,
cuscini, coperte e maglietta d’ordinanza. Si parte. Il viaggio scorre tranquillo
in compagnia di Urbano e Luciano
(altri due shiatsuka spinti dalla mia
stessa misteriosa molla) ed eccoci arrivati a destinazione. Arrivano i primi
titubanti e curiosi uke (che nello Shiatsu
è la persona massaggiata o “trattata”)
e cominciamo a trattare e solo allora
capisco perché sono qui e perché sono
così felice di esserci. Tutte le paure che
avevo fino ad un attimo prima («Sarò
in grado? – riuscirò a trasmettere qualcosa di positivo?») passano in secondo
piano: mi sento veramente me stessa
ed il contatto con il mio uke mi rilassa
e mi fa stare bene. Poi mi basta guardarmi intorno ed osservare i volti dei
miei compagni: Frida, che è come una
meringa, dolce ma leggera allo stesso
tempo, con il suo sorriso disarmante che
rende tutto facile e piacevole; Urbano il
sornione del gruppo che riesce a mettere a proprio agio chiunque; Luciano
(l’unico navigatore che racconta anche
barzellette senza perdere d’occhio la
strada!) e la sua particolare attenzione
nel trattare; Simone “Faccetta Buffa”
dolcissimo con i più incerti; Roberta
decisa e delicata allo stesso tempo; e
poi Marcello, che a prima vista sembra
un Calippo appena uscito dal freezer
e poi appena comincia a trattare fa
trapelare (suo malgrado) il suo ripieno
alla fragola, come con quella piccola
uke che gli ha preso la mano all’inizio
del trattamento e non gliela ha più
restituita fino alla fine! Insomma tutti
i miei compagni di viaggio, con i quali
condivido questa bella esperienza che
mi fa tornare a casa stanca ma con
qualcosa in più nel mio bagaglio personale: la consapevolezza che anche un
piccolo contatto con chi non si conosce,
genera uno scambio e provoca l’inizio
dello sgretolamento di tutti quei massi
di preconcetti, paure, diffidenze e altri
sentimenti negativi che tutti ci portiamo
dentro. E’ solo un inizio, ma basta per
dire che ne vale la pena! Ciao Frida,
al prossimo incontro e grazie!
Nicoletta