Cerca - Comune di Mirandola
Transcript
Cerca - Comune di Mirandola
Periodico di informazione del Comune di Mirandola fondato nel 1877 Anno 18 Numero 14 Luglio 2013 MIRANDOLESE Tra le produzioni finanziabili ci sono vino, ortofrutta, cereali, pomodoro e parmigiano 4 milioni per ricerca e innovazione concerto di muti Rivive in mostra un grande evento Bando regionale destinato a sostenere progetti agroalimentari nelle aree del sisma Più forti e competitivi dopo il terremoto grazie anche alla ricerca e all’innovazione. Con questo obiettivo la Regione Emilia-Romagna ha approvato un bando che stanzia risorse per 4 milioni di euro destinati a sostenere progetti di innovazione delle produzioni agroalimentari di maggiore importanza dell’area colpita dal terremoto. Tra gli altri: vino, ortofrutta, cereali, pomodoro da industria, parmigiano reggiano, allevamento. Il bando, che scade il 12 agosto prossimo, è rivolto a Università, enti di ricerca pubblici e privati, sia nazionali che esteri, ma anche ad aziende agricole, cooperative di trasformazione e commercializzazione e consorzi. Le scosse di terremoto del 20 e 29 maggio 2012 hanno colpito severamente il settore agricolo regionale e hanno interessato quasi 14 mila aziende agricole (il 18,7% del totale regionale) e oltre 1.200 allevamenti comunità in festa La buona stella di Camurana Torna dal 9 al 15 agosto "Comunità in Festa", organizzata dalla Parrocchia di Camurana. «È la volontà di mantenere viva, attiva e accogliente la parrocchia, – spiegano gli organizzatori – come punto di riferimento e di aggregazione. Tra gli appuntamenti più attesi, la Notte di San Lorenzo con tante sorprese. A pag. 20 (10% del totale). I danni specifici per il settore agricolo e quello agroindustriale sono stati valutati in oltre 2,3 miliardi di euro. Il bando regionale prevede contributi fino al 90% dell’investimento previsto, per progetti, della durata massima di 24 mesi, che potranno essere di studio e ricerca o di sperimentazione e che dovranno comunque prevedere anche attività dimostrative e di primo trasferimento. Tutte le informazioni sono reperibili sul portale Internet regionale "Agricoltura e pesca". «Vogliamo accompagnare lo sforzo della ricostruzione in agricoltura con un attivo sostegno allo sviluppo della competitività e della redditività delle principali filiere agroalimentari dei comuni del sisma. – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – Per questo oltre ai 65 milioni destinati a cofinanziare nei prossimi mesi investimenti aziendali e allo stanziamento delle settimane scorse per abbattere il costo del credito d’esercizio abbiamo deciso di finanziare progetti di ricerca applicata e di innovazione dei processi produttivi e dei prodotti agricoli ed agroalimentari». mirandola In piazza Costituente e al Borgo il mercatino serale del mercoledì Mercoledì 17 luglio sono ripartiti a Mirandola (in piazza Costituente e al Borgo in viale Gramsci) i mercatini serali aperti a tutti i commercianti mirandolesi. «Si tratta di iniziative partite un anno fa – spiega l’Assessore all’Economia Roberto Ganzerli – per permettere ai commercianti di riappropriarsi di Mirandola. Oggi è un’ulteriore testimo- nianza dell’attaccamento e dell’amore dei nostri esercenti per la città. Oltre ai banchi commerciali saranno presenti diverse aree di custodia, gioco, ludoteca, teatro improvvisato e favole animate per bambini. L’iniziativa avrà una cadenza settimanale, sempre il mercoledì. Il 31 luglio dalle ore 22 segnaliamo il concerto dei Polaroid al bar La Fenice. Una foto del mercato serale nell'edizione 2012 Una mostra di foto di Vanni Calanca al bar La Fenice di Mirandola fa rivivere il memorabile concerto con Riccardo Muti. In settembre le opere (autografate) saranno messe in vendita ed il ricavato sarà interamente devoluto alla Scuola materna di Quarantoli. A pag. 24 2 · n. 14- luglio 2013 Tribuna I lavori del Consiglio comunale di Mirandola nell’opinione dei Capigruppo CAVICCHIOLI-PD «Stop a nuove trivellazioni» Continua la battaglia del Partito Democratico di Mirandola e di tutta l’Area Nord, per la tutela del nostro territorio. Dopo le decine di ordini del giorno presentati dal nostro partito contro il progetto di stoccaggio del gas a Rivara, del quale siamo riusciti fino ad ora a bloccare l’insediamento, il Pd ha presentato il 13 Maggio scorso in Consiglio dell’Unione, un nuovo ordine del giorno, nel quale si esprimeva «…la propria contrarietà a progetti di ricerca di idrocarburi che prevedano nuove trivellazioni nelle zone interessate dal sisma 2012, e la richiesta di elaborare un nuovo piano energetico nazionale che miri a ridurre l’utilizzo di combustibili fossili, promuovendo il risparmio energetico e le fonti rinnovabili…». La richiesta, motivata da evidenti motivi di precauzione in mancanza di risultanze scentifiche chiare ed inequivocabili sul rischio indotto da tali attività, è stata accolta dall’Assemblea Regionale dell’Emilia Romagna, che nei giorni scorsi ha votato all’unanimità una risoluzione che impegna la Giunta Regionale ad esprimere la propria contrarietà a progetti che prevedano nuove trivellazioni, fino a che non sarà noto l’esito dello studio della commissione tecnico-scientifica internazionale, appositamente istituita. Il documento è stato trasmesso ai ministeri competenti. Un risultato che conferma una linea politica di serietà ed attenzione ai nostri territori, e che credo sia decisamente una buona notizia per tutti i residenti dell’Area Nord. è chiaro che questa è solo la prima tappa di un percorso che ci vedrà ancora e sempre in campo per la tutela della sicurezza e della salute di tutti noi, e che continueremo a vigilare perché il nostro territorio sia salvaguardato da interventi che mirano esclusivamente all’interesse di pochi, a discapito dell’intera comunità. Intanto portiamo a casa questo primo importante successo. Maurizio Cavicchioli Consigliere Comunale Gruppo PD degiuli-spm bellodi-fd'i «Ecco perché diremo sì ai Piani di zona 2013-2014» «Vorrei un angelo ad ogni incrocio» Entro il 31 luglio 2013 i nove Comuni dell’Area Nord ed il Consiglio dell’Unione saranno chiamati ad esprimere il voto in merito ai Piani di Zona per gli anni 2013 e 2014. I Piani di Zona rappresentano un importante documento di programmazione delle attività afferenti ai servizi socio-sanitari del territorio, che in questo momento, per i nostri Comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, hanno una rilevanza fondamentale. I principali obiettivi che sono stati messi a punto dalla Giunta dell’Unione e riportati nel documento vanno nella direzione di supportare le politiche del lavoro; infatti, una delle particolari situazioni di difficoltà registrate qui come altrove è la disoccupazione ed in particolare la difficoltà a trovare una collocazione lavorativa superata una certa età. Nel nostro territorio agli effetti della crisi economica si sono aggiunti quelli determinati dagli eventi sismici. Riteniamo importante evidenziare che i Piani di Zona andranno a supporto delle politiche per la tutela degli anziani. Proprio in questa direzione congiuntamente ai Piani di Zona si procederà anche a votare il regolamento per “Le resi- Succede a volte che gli Angeli si siedano sugli incroci ed intervengano a rimediare all’operato degli uomini e salvino magari un ragazzino che potrebbe essere il figlio di tutti. O forse devo dire al mancato operato. Perché la colpa non si ha solo quando si fa qualcosa di sbagliato e di illegittimo ma anche quando non si fa niente per ciò che si è stati eletti e per ciò che i cittadini si aspettano come naturalmente da farsi. Succede a volte che gli Angeli non possano intercedere. All’Uomo è stato dato il libero arbitrio ma non alle Amministrazioni Comunali popolarmente elette. E succede spesso che ne facciano le spese persone che magari le avevano pure votate. Succede fin troppo spesso che ci si nasconda dietro a false o a comode giustificazioni, da doversi ascoltare quasi come omelie che non sono. A Mirandola abbiamo ormai un piano traffico obsoleto (già orrido in sé quando andato in vigore), viabilità congestionata, incroci pericolosi non messi in sicurezza, segnaletica orizzontale inesistente e non rinnovata almeno negli ultimi 18 mesi, Polizia Municipale che quando serve non c’è. Ho presentato un Ordine del giorno (che quando leggerete sarà già stato discusso) sulla sicurezza della zona via Tagliate-via Toti-via San Martino Carano perché si metta fine una volta per tutte ad un inutile scempio di vite umane. Cittadini mirandolesi hanno d’altra parte presentato una Petizione Popolare riferita a tutta l’Area del nuovo Polo Scolastico per tutelare la sicurezza degli studenti che non sono garantiti nell’accesso per mancanza di interventi, sia strutturali che organizzativi. Vi assicuro che questo è purtroppo un boccone amaro che l’Amministrazione attuale lascerà di buon grado alla prossima. Non c’è volontà di cambiamento. Nell’ultima variazione di bilancio saranno stanziati per la manutenzione stradale ben…50.000 Euro! Non destinarli sarebbe quasi stato meglio. Almeno non ci saremmo sentiti presi in giro. E non cercate di convincermi che è stata tutta colpa del terremoto, perché la gente continua comunque a circolare ed è dovere garantirne la sicurezza e l’integrità. E allora spero che si prendano subito provvedimenti senza se e senza ma e non ci si adegui al “Governo del Fare” la cui parola d’ordine è stata fino ad ora solo quella dello “slittare”. E mi auguro non succeda che gli Angeli avviliti si arrabbino e lascino anche loro definitivamente incustoditi gli incroci di Mirandola... Giulia Bellodi Capogruppo Fratelli d’ItaliaCentrodestra Nazionale di gioco in partite amichevoli con altrettante squadre locali; nella stessa sera lo stand gastronomico prevedeva il menù abruzzese con arrosticini, vino, formaggio e pane tipico. Fiore all’occhiello degli appuntamenti serali è stata la manifestazione "Summer Girl" gestita da "Notti Saponate" e Ant, che ha visto sfilare, sul campo da calcetto saponato, ragazze per la conquista di vari titoli di Miss, dalla Miss Summer Girl 2013 a Miss Mirandola, da Miss Sorriso a Miss Sport, il tutto presentato dagli animatori volontari Luca, Beppe, Pamela ed Ivan. Inoltre, ospiti della serata, il Premio Pico 2013 Marialuisa Locatelli ed i Maniko Sport, che hanno suscitato nel pubblico rispettivamente forti emozioni e grande divertimento. Ho voluto utilizzare lo spazio che ci viene concesso come gruppo consigliare per i ringraziamenti: ai ragazzi dello staff, ai volontari dell’area ristoro, agli imprenditori che hanno creduto nel nostro progetto, agli ospiti delle varie serate, a tutti i ragazzi che hanno partecipato al torneo, alla delegazione Ant Mirandola, all’Amministrazione comunale, al Principato di Franciacorta e a tutti colori che hanno contribuito al successo di questo evento. Abbiamo faticato tanto in questi giorni, ma la fatica è stata ripagata vedendo ogni sera la piazza gremita di persone: giovani, adulti e bambini divertirsi e stare in compagnia. Grazie a tutti! Rocco Prestia Consigliere I Mirandolesi denze di media intensità”, che saranno un importante luogo destinato a persone (principalmente anziani, ma non solo) che non sono più auto-sufficienti per rimanere presso le proprie abitazioni ma non risultano nemmeno affetti da patologie di una gravi tà tale da essere collocati in casa Protetta. Saranno pertanto residenze dove le persone potranno trovare maggior supporto e controllo rispetto a quello che troverebbero a casa. Quelli sopra riportati sono solamente alcuni esempi della complessa attività pianificata nei Piani di Zona; molte altri ambiti sono presenti, quali le politiche per i giovani, i percorsi per combattere le dipendenze, le gravidanze difficili… Come gruppo Sinistra per Mirandola riteniamo che il lavoro svolto e le soluzioni proposte nei Piani di Zona siano condivisibili, in quanto funzionali e volte a supportare le situazioni di maggior difficoltà. Per questo motivo riteniamo sin d'ora di poter dichiarare che il nostro voto in Consiglio Comunale ed in quello dell’Unione sarà favorevole. Fabio Degiuli, Capogruppo Sinistra per Mirandola prestia-i mirandolesi «Un grazie a chi ha creduto nelle Notti saponate» Un momento delle "Notti Saponate". A destra, Rocco Prestia Alle 23.30 del 15 luglio si è conclusa la terza edizione di "Notti Saponate". Anche quest’anno, insieme al collega Marian Lugli, con il patrocinio del Comune di Mirandola ed uno staff di giovani è stato possibile organizzare una manifestazione che aveva come fine quello di reperire e devolvere fondi all’Ant (Associazione Nazionale Tumori)-delegazione di Mirandola, rappresentata degnamente da Mariagrazia Zagnoli ormai da oltre 35 Anni. Il torneo ha visto la partecipazione di circa 40 squadre tra maschili e femminili, che, divise per gironi, hanno consentito la selezione sportiva giungendo alle finali. Nel settore femminile si è aggiudicata il primo titolo la squadra “Mc Sun”, mentre tra i giovani calciatori ha vinto il “Ristobar 1° e 2°”. Ai vincitori più premi per ordine di arrivo e per meriti in campo. Si sono distinti i capo cannonieri, giocatori rivelazione, miglior giocatore, miglior goal, fair play. Quest’anno la manifestazione è stata caratterizzata nella sera da ospiti che hanno allietato e divertito il pubblico presente, da esibizioni sportive, a balli guidati da maestri professionisti, scuola di trucco, animazioni per bimbi. Inoltre l’area ristoro presente in tutte le serate e gestita esclusivamente da volontari ha confezionato prodotti per tutti i partecipanti in cambio di donazioni per l’Ant. Periodico del Comune di Mirandola fondato nel 1877 - Autoriz. del Tribunale di Modena n. 1247 del 30-08-95 - Tiratura: 20.500 copie - Distribuzione gratuita Dir. responsabile: Fabio Montella. Capo redattore: Luca Marchesi Grafica: Ufficio Stampa Comune di Mirandola Fotografie: Archivio Indicatore, P. Bellesia, A. Buoli, V. Calanca, O. Fontana, Foto Attualità Marchi, M. Secchi Segretaria di Redazione: Raffaella Girotti Hanno collaborato: Giulia Bellodi, Alberto Bergamini, Paola Bonfante, Nunzio Borelli, Mirta Braghiroli, Simonetta Calzolari, Maurizio Cavicchioli, Fabio Degiuli, Andrea Ferramola, Laura Ferraresi, Daniela Garuti, Corrado Gatto, Guglielmo Golinelli, Sara Malavasi, Gino Mantovani, Valter Merighi, Giovanni Moi, Paolo Neri, Giulio Oliani, Sergio Piccinini, Antonio Platis, Paolo Redaelli, Oscar Reggiani, Remo Rinaldi, Matteo Silvestri. Stampa: F.D.A. Eurostampa S.r.l. -Borgosatollo (Bs) - tel. 030/2701606 Pubblicità: Gruppo RPM Media S.r.l. - v. Agnini 47 - Mirandola (Mo) pubblicità tel. 800 047999, fax: 0535/609721, e-mail: [email protected] Le lettere al giornale (con firma verificabile) vanno indirizzate a L’Indicatore Mirandolese, via Dorando Pietri, 2 Mirandola 41037 tel. 0535/29519, fax 0535/29541 e-mail: [email protected] Chiuso in redazione il 18 luglio 2013. Prossimo numero l'8 agosto 2013. Un particolare momento di emozione si è avuto il giovedì, quando in campo è scesa una squadra abruzzese di Sulmona (Aquila) che si è scontrata sul campo mirandola Gli uffici di Comune e Unione si trasferiscono in via Giolitti G l i u ff i c i d e l C o m u n e d i Mirandola e dell'Unione si trasferiscono a fine mese di luglio nella nuova sede di via Giolitti. Le operazioni di trasloco comportano la chiusura al pubblico secondo il calendario che pubblichiamo qui sotto. n. 14 - luglio 2013 · infrastrutture «Le osservazioni della Commissione di Via? Normale dialettica» «La Cispadana è d'interesse nazionale» L'Assessore regionale Alfredo Peri ribadisce gli impegni per l'autostrada La Cispadana va avanti, e le osservazioni della Commissione di Via rientrano in una normale dialettica di questa fase della procedura. Anzi, il Governo Monti si è accordato con il presidente Vasco Errani e in uno dei suoi ultimi atti ha inserito la Cispadana e la trasformazione della Ferrara-Mare da superstrada in autostrada tra le opere di "interesse nazionale". Risponde così l'assessore regionale al Trasporti, Alfredo Peri, ai contenuti spesso perentori delle 28 pagine di richieste di integrazioni che la Commissione presso il Ministero dell'Ambiente ha inviato il 10 di giugno alla Regione, ad Arc (la società del presidente Graziano Pattuzzi che costruirà l'opera) e ai Comuni. Assessore, i cittadini non sono stati informati, neppure i consigli comunali. Una circostanza che ha infastidito, «Si tratta di una interpretazione singolare, poiché non è prevista questa comunicazione, e siamo nella normale procedura di richiesta di integrazioni. Procedura che è pubblica. Come noto, chiunque poteva porre delle osservazioni e la Commissione può chiedere delle integrazioni ad Arc e alla Regione. Noi ad esempio siamo stati ricevuti già 4 volte e devo dire che ci hanno anche fatto i complimenti per le soluzioni che abbiamo proposto e documentato». Fatto sta che sono passati 30 giorni e ne restano 15 per le integrazioni che vi sono state richieste, A che punto siamo? «Per quanto riguarda la Regione, rispetteremo i tempi, senza bisogno di proroghe» E i prossimi passi quali saranno? «Dovremo attendere la conclusione dei lavori della Commissione di Via, che potrebbe accogliere le controdeduzioni e disporre delle prescrizioni. Di seguito il Ministro dell'Ambiente emanerà il suo decreto. A quel punto, con il progetto definitivo approvato dalla Commissione di Via, convocheremo una ulteriore conferenza dei servizi, a Bologna, per le fasi conclusive». A proposito, tra le osservazioni ci sono quelle "risentite" dei Sindaci. Avevano garantito ai loro cittadini che nel progetto definitivo ci sarebbero stati tutti i correttivi ambientali e stradali, e invece Arc non ne ha minimamente tenuto conto nel progetto inviato a Roma. «Non è così. In fase di conferenza di servizi sul progetto preliminare, alcune indicazioni sono state accolte, altre sono state accolte nella seconda conferenza dei servizi che ha preceduto il progetto definitivo. Per quelle restanti, l'intenzione era di accoglierle dopo l'approvazione della Via, nella conferenza dei servizi finale. I sindaci hanno ritenuto di anticipare questa fase, presentando le osservazioni, penso per stare dalla parte del sicuro». Tra le considerazioni critiche sulla Cispadana c'è la convinzione che il trasporto su gomma sia da superare, che nella politica regionale si predichi il trasporto su rotaia ma poi nella pratica si faccia il contrario. Come nel caso dei collegamenti Modena-Sassuolo: si spinge per la Bretella, e ora si pensa di sopprimere il collegamento ferroviario. «Io ho partecipato ad una discussione in Provincia su questo tema, poiché in estate, con la riduzione dell'utenza, si riducono i servizi e si innescano le proteste. La Regione parte dalla disponibilità a mantenere il servizio; a Modena ho raccolto anche istanze diverse, perché l'interazione con la viabilità su strada provoca qualche coda e disagio. Ho solo detto che siamo disponibili ad una rimodulazione, da valutare assieme ad enti e comitati dopo le ferie». Torniamo alla Cispadana, nelle 28 pagine c'è una densità impressionante di rilievi critici e di richieste, sull'impatto acustico, ambientale, trasportistico, storico. Chi e quando farà tutti i rilievi tecnici richiesti dalla Regione? «Molti li abbiamo già prodotti, molti li dovrà produrre Arc, più che la Regione. Faccio presente però che il progetto della Cispadana non è all'acqua di rose. Si compone di ben 7.000 elaborati, Parliamo di metri cubi di carta, per intenderci». La commissione chiede di modificare alcuni passaggi discussi, come la tangenziale tra Massa e Rivara. «Se si convinceranno delle nostre proposte bene, sennò ci adegueremo alle eventuali prescrizioni». L'autostrada attraversa la Bassa da Est a Ovest, ma il problema storico della Bassa è il collegamendo Nord-Sud, verso Modena. Che ne dice? «Abbiamo previsto un adeguamento della viabilità connessa alla Cispadana che potrà portare benefici anche in tal senso, magari non fino a Modena. Aggiungo però che siamo ormai alla partenza dei lavori per la terza corsia sull'A22 del Brennero e che sulla Statale 12 sono previsti progetti di riquallficazione». Si dice che i soldi della Cispadana andrebbero spesi per la ricostruzione o che non ci sono affatto, «Pensare di modificare la destinazione di fondi già stanziati nel piano economico finanziario mi pare arduo. Qui c'è poi un contratto già sottoscritto con Arc: le eventuali penali ci costerebbero di più dello spostamento dei fondi. è previsto che la Regione stanzi 200 milioni di euro, e Arc un miliardo. Quei soldi ci sono, così come quelli per la ricostruzione. Che la Cispadana si faccia lo garantisce anche l'inserimento dell'opera tra quelle di "interesse nazionale", in base alla decisione del Governo Monti, dopo le indicazioni in tal senso di Errani». Alberto Setti Gazzetta di Modena 10 luglio 2013 il sindaco «L'opera va fatta e va fatta bene» Sul tema Cispadana è intervenuto anche il Sindaco di Mirandola, Maino Benatti: «Ci sono osservazioni e richieste di approfondimento da parte della Commissione di Via? La Commissione di Via accoglie le osservazioni fatte dai Comuni? Queste sono le domande. Le osservazioni che abbiamo presentato erano serie e nell’interesse del nostro territorio e non questioni preconcette. È giusto che ora si affrontino i nodi sollevati, perché i cittadini, la Regione e le imprese vogliono che la Cispadana venga fatta e fatta bene. Stiamo parlando di un’infrastruttura fondamentale per il futuro di questi territori e per la crescita economica di un’area offesa dal terremoto». 3 ministero dell'economia «Nessun rischio per i mutui» «I cittadini dell'Emilia-Romagna, della Lombardia e del Veneto che ricorrono ai prestiti previsti in conseguenza degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 coperti dal credito di imposta per i danni alle abitazioni e alle imprese e disciplinati dalla convenzione tra la Cassa Depositi e Prestiti e l'Associazione Bancaria Italiana non corrono alcun rischio in merito alle condizioni dei finanziamenti». è quanto si legge in una nota del ministero dell'Economia. «Il Governo - prosegue il comunicato - garantisce la stabilità e la continuità del quadro normativo e regolamentare vigente e livelli di tutela per il beneficiario adeguati per l’intero importo e durata del finanziamento, senza alcun rischio nel tempo. Impegno ribadito dalla recente approvazione di una disposizione, contenuta nel decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, che assicura la detassazione di contributi, indennizzi e risarcimenti a qualunque titolo ottenuti in relazione al sisma». «Il Governo ha chiarito in modo netto che il contributo, per i cittadini e le imprese è garantito dallo Stato per tutto il periodo del mutuo, per tutta la durata e per l’intera somma riconosciuta dalla procedura. Questo è un impegno chiaro e preciso che risolve interrogativi che in queste settimane si erano diffusi», hanno commentato il Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani e l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli. ricostruzione Oltre 2.700 domande Mude e 235 richieste Sfinge Ammontano complessivamente a oltre 222 milioni di euro le risorse relative alle richieste presentate per i contributi alla ricostruzione di abitazioni ed imprese colpite dal sisma del maggio 2012. Il dato si riferisce a tutta l'0area del cratere. Abitazioni I dati estrapolati dal sistema Mude (Modello unico digitale per l’edilizia) registrano oltre 2.700 domande di contributo in lavorazione da parte dei professionisti e dei Comuni. Le ordinanze totali emesse presso istituto bancari per il pagamento sono 1.100. I contributi concessi ammontano a 88 milioni di euro (per un totale di 966.877 mq di superfici), mentre quelli in pagamento sono quasi 29 milioni (superfici totali 524.895 mq). Nel totale è compresa anche una quota di 1.166 immobili a uso produttivo, commerciale, uffici e depositi. Le unità abitative coinvolte nelle pratiche accettate ammontano a 5.300, per un totale di circa 10 mila abitanti interessati. Imprese Le richieste di contributo registrate dal sistema telematico Sfinge sono 235, equivalenti a circa 126,3 milioni di euro. Le richieste sul fondo Inail, riguardanti le imprese che abbiano carenze strutturali nei capannoni e per le quali occorra intervenire per aumentarne la sicurezza, sono attualmente 489 per una cifra corrispondente a 18,1 milioni di euro. Il centro di Cavezzo devastato dal sisma (foto di Davide Zaccarelli) area nord A bordo il personale può anche intubare un paziente La rivoluzione dell'automedica Copertura sette giorni su sette come in un Pronto soccorso Sette giorni su sette, 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno. L’automedica nella Bassa modenese è arrivata a garantire una copertura completa, analoga a quella di un pronto soccorso. Su Mike 2 (è questa la sigla dell’automedica dell’ospedale di Mirandola secondo il codice fonetico internazionale della Nato per evitare incomprensioni via radio) viaggiano un medico e un infermiere, sempre pronti ad intervenire come supporto dell’ambulanza o, in casi eccezionali, anche da soli. «Fino a non molti anni fa, non era previsto il trattamento fuori dalle mura dell’ospedale – spiega il dottor Luca Gelati, coordinatore del Pronto Soccorso di Mirandola – poi è cambiato l’approccio. Del resto, prima si interviene su un paziente, prima si ottengono miglioramenti con un conseguente abbassamento della mortalità. Così medici e infermieri si sono “tolti gli zoccoli”, indossando giacconi e scarponi per trattare i pazienti sul territorio, là dove c’erano bisogno, effettuando interventi che prima erano eseguiti solo in ospedale». Il personale che viaggia sull’automedica può intubare un paziente come se fosse in sala operatoria, risolvere pneumotoraci sul posto, ventilare una persona come nel reparto di pneumologia, somministrare farmaci via flebo, eseguire un elettrocardiogramma, effettuare un trattamento antidolorifico. Solo grazie agli interventi delle automediche (ce ne sono tre in tutta la provincia: Mirandola, Modena e Pavullo) si regge il sistema della rete centralizzata degli ospedali, con poche strutture dotate di grande tecnologia in cui far confluire i pazienti stabilizzati e trattati in modo adeguato. «I medici che operano sull’automedica hanno un doppio mandato – afferma Davide Mariani, medico del 118 – e possono operare sia nel Pronto Soccorso che al di fuori dell’ospedale». Il personale dell’automedica è, a rotazione, quello che lavora anche al Pronto Soccorso e in questo modo infermieri e medici acquisiscono competenza ed esperienza per fronteggiare emergenze sul territorio, a casa dei pazienti e in ospedale, diventano sempre più capaci e preparati. Gli interventi dell’automedica e delle ambulanze (il cui codice radio è India) sono coordinati dalla centrale 118 di Modena che in futuro sarà integrata dalla centrale di Bologna, anche se per i cittadini non cambiarà nulla. In alcuni casi eccezionali, l’automedica della Bassa è intervenuta anche a Novi e Carpi, visto che in quella zona non c’è un analogo servizio. automedica Tante storie a lieto fine ed un cinese chiamato... Irio Da sinistra, Luca Gelati, Davide Mariani e Irio Tassi Sono tante le storie che potrebbero raccontare medici e infermieri che tutti i giorni macinano chilometri sulle strade della Bassa per salvare le vite degli abitanti dell’Area Nord. Vicende tristi e dolorose, ma anche tanti episodi che si sono conclusi con un lieto fine, grazie proprio alla professionalità degli operatori del 118. Come il caso in cui medico e infermiere dell’automedica si sono precipitati a casa di una famiglia di immigrati cinesi, aiutando un piccolo a venire alla luce, al quale i genitori, per gratitudine, hanno dato il nome di Irio, che è quello dell’infermiere accorso sul posto. Nel 2009 sono stati 931 gli interventi dell’automedica Mike 2 nella Bassa (con 228 codici 2 e 53 codici 3, ovvero pazienti gravi). Il servizio veniva però svolto a spot, cioè quando c’erano le risorse disponibili. Poi il servizio si è strutturato ed è arrivato a coprire 5 giorni su 7. Così nel 2010 gli interventi sono saliti a 1.237 (255 codici 2 e 50 codici 3), diventati nel 2011 1.264 (225 codici 2 e 45 codici 3) e 1.248 nel 2012, anno del terremoto e quindi meno significativo dal punto statistico, quando si sono comunque registrati 198 codici 2 e 37 codici 3. brevi saldi e VENDITE STRAORDINARIE Fino al 31 dicembre 2014 nei Comuni colpiti dal sisma sono prorogate le delocalizzazioni e, fino a tale data, "le vendite straordinarie di cui all'art. 15, co.1 del D.lgs 114/1998 (cioè vendite o saldi di fine stagione, vendite di liquidazione e vendite sottocosto) sono sempre ammesse e non hanno l'obbligo di comunicazione al Comune. Sul sito del Comune di Mirandola il link all'Ordinanza n. 75 del 1/7/2013 del Commissario Errani. DIECI REGISTI PER UN SISMA "Sisma Emilia" è un progetto collettivo composto da registi provenienti dalla regione, che opereranno a zero budget e senza alcun finanziamento pubblico. L’obiettivo è arrivare a 10 autori, 10 storie, 10 cortometraggi per raccontare il terremoto che ha investito l’Emilia nel maggio 2012. Il progetto Sisma Emilia raccoglie lo sguardo di registi emiliani che si riuniscono per descrivere “da dentro” l’esperienza del terremoto. L’idea è che il film sia il più possibile eterogeneo: cortometraggi completamente autonomi gli uni dagli altri. Nella realizzazione, le opere potranno avere in comune location, attori e gruppi di lavoro ma regia e soggetto devono essere distinti per ogni progetto. Il film "Sisma Emilia" verrà completato entro il 31 dicembre 2013. Questo significa che i corti dovranno essere consegnati non oltre questo termine, per permettere una corretta finalizzazione del progetto. Un eventuale ricavato di visione, di vendita dvd, di diritti, ecc. sarà devoluto a favore delle zone terremotate. Info Arkadin Pictures di Matteo Merli, e-mail: [email protected]. medolla In azione la "mandibola d'acciaio" dei Vigili del fuoco Ex municipio, fotocronaca di un addio cavezzo La ricostruzione? Tutta un'Alchimia è stato abbattuto il palazzo che per oltre 100 anni ha ospitato gli uffici Dall'alto a sinistra, in senso orario, l'abbattimento dell'ex municipio di Medolla (foto di Adriano Forapani) Si guarda in silenzio. Nessun commento. Nessuna parola inutile mentre le gigantesche mandibole della benna si aprono e si chiudono sui muri senza più tetto del vecchio municipio di Medolla, gravemente lesionato dal sisma, distruggendolo pezzo per pezzo. Implacabile. I negozi vicini sono stati chiusi d’autorità, allontanati gli abitanti degli edifici circostanti, recintato un ampio spazio di sicurezza. Il paese sembra fermarsi. Si ode soltanto lo sferragliare degli strumenti azionati dai vigili del fuoco. Il “comune”, come lo chiamava sbrigativamente la gente, era già in pensione da anni. Finestre e porte chiuse, silenzio, polvere e solitudine negli spazi interni, un tempo uffici affollati dove il nostro vivere si vestiva di burocrazia, con documenti in cui si certificava o si dichiarava, tra l’altro, che eri nato o avevi, che so, adottato un cane. Era disposto su tre piani: scale comode, spazi ristretti, uffici contigui, atmosfera quasi familiare. Ma nel tempo si era dimostrato del tutto inadeguato alle esigenze di una nuova realtà sempre più complessa e a una popolazione sempre più numerosa. Dopo una lunga vita durata più di un secolo, il vecchio palazzo ritrovava ancora un guizzo di vitalità una volta all’anno, durante la celebrazione del 25 aprile, quando tutte le scolaresche del paese si riunivano, al suono della banda, davanti alla lapide murata nella facciata del municipio che portava incisi i nomi dei giovani medollesi morti in guerra. Il palazzo di tutti noi aveva chiuso i battenti e gli si era scelta una dignitosa pensione in attesa di decidere sulla sua sorte futura, senza poter immaginare che per l’edificio non ci sarebbe stato nessun futuro. La micidiale macchina azionata dai vigili del fuoco continua nella sua opera distruttiva: stacca pezzi di muro che poi lascia cadere a terra in una spessa nuvola di polvere che i pompieri cercano di disperdere con potenti getti d’acqua. Fra poco la distruzione sarà ultimata, resterà un grande cumulo di maceria che verrà prontamente rimosso. Rimarrà il vuoto. Domani, percorrendo la strada di sempre, al posto del palazzo ti troverai di fianco il vuoto che ti disorienta e che per un attimo ti farà credere di avere sbagliato strada. Ti mancherà il vecchio municipio. In seguito però subentrerà l’abitudine e finirai col chiederti come quel vuoto potrà essere colmato. Mirta Braghiroli Il terremoto non ha fermato il laboratorio di restauro Alchimia di Cavezzo. Nonostante i danni subiti, Alchimia ha ripreso a pieno l'attività. Simbolo di questa determinazione il compimento della partnership con lo scultore Massimo Sansavini nel realizzare "Controcorrente", un'imponente opera di arte contemporanea. L'autore, classe 1961, è un artista eclettico la cui formazione risale agli inizi degli anni Ottanta ed è legata allo studio dell’utilizzo del legno associato a lacche e resine industriali. L'opera realizzata nei laboratori di Alchimia è stata iniziata nel 2011 ed è stata da poco terminata, dopo un anno di sospensione a causa del sisma. Ora è pronta per essere presentata al pubblico, con un evento speciale che si è tenuto sabato 20 luglio. L’opera, che misura 6,90 per 1,90 metri, è ricca di elementi legati alla simbologia del cristianesimo e raffigura tre pesci che risalgono la corrente cosi come fanno i salmoni per depositare le uova e quindi creare una nuova vita: da qui il titolo "Controcorrente", che ben rappresenta il lavoro di coloro che sono stati coinvolti in questo progetto. Realizzata a bassorilievo con la tecnica degli incastri su tavola l'opera “Controcorrente" ha la particolarità di essere stata rivestita con differenti granulometrie di Pastadipietredure, un nuovo materiale "inventato" da Alchimia: ogni frammento del puzzle è stato ricoperto con materiali come agata, lapislazzulo, fluoriti, pietra paesina e tante altre pietre semipreziose rendendo particolarmente originale l'effetto finale. Il laboratorio di restauro di Cavezzo, con il marchio Lavorato d’Artista, dal 1997 è alla ricerca di nuovi materiali per le finiture murarie e la creazione di manufatti. Pastadipietredure è un’esclusiva finitura di pregio, totalmente naturale, ricavata dalla macinazione di pietre dure. La pasta si ottiene dalla frantumazione e macinazione delle pietre, legate in purezza con collanti naturali. L'opera sarà poi a disposizione del pubblico, presso la sede di Alchimia, fino al 20 agosto. In contemporanea nelle sale del laboratorio saranno esposti anche una serie di opere di arte contemporanea africana. 6 · n. 14- luglio 2013 ricostruzione I metodi dell'solamento e della dissipazione d'energia Così il terremoto non fa più paura A San Prospero si è parlato di adeguamento antisismico degli edifici l'allarme «In aumento i giocatori» Si è tenuto lo scorso 15 giugno a San Prospero il convegno dedicato all'adeguamento sismico degli edifici. L'incontro è stato organizzato da Enea (Ente nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), Glis (Associazione che mira a diffondere le strategie di progettazione antisismica) e Comune di San Prospero. Lo scopo? Promuovere le moderne tecnologie antisismiche. Interessanti i dati emersi. Ed anche un po’ inquietanti. Eccone uno: in Italia più del 70 per cento degli edifici non è in grado di reggere ai terremoti a cui il territorio può essere soggetto. Dato sottolineato da Alessandro Martelli, Presidente della Glis. In questo numero di strutture a rischio rientrano abitazioni, ospedali ed edifici pubblici. Per Martelli spesso tali strutture sono vecchie o mal costruite e per loro: «L'adeguamento sismico è impossibile od eccessivamente costoso». In questi casi è necessario spostare scuole ed altre strutture strategiche in altri edifici. Ma questi devono offrire le giuste garanzie od essere ricostruiti ad hoc con le migliori tecnologie. I metodi che permettono la messa in sicurezza degli edifici si basano su due tipi d'approccio, uno tradizionale, basato sul rinforzo della struttura, l'altro consistente nel ridurre le azioni del sisma sull'edificio. Riguardo al rinforzo si è parlato del Metodo Cam. Esso è stato sviluppato in Italia ed applicato per la prima volta a scopo antisismico ad una palazzina di Sigillo, in provincia di Perugia, dopo il terremoto del 1997. Può essere applicato ad edifici sia in muratura, sia in cemento armato. Parlando di metodi di riduzione degli effetti del terremoto sulle strutture, i principali sono l'isolamento sismico e la dissipazione d'energia. «L’isolamento sismico è stato applicato in Italia prima che in Giappone e negli Usa - ha detto Martelli - e consiste nell’inserimento, normalmente in corrispondenza del piano più basso, di dispositivi che “filtrano” l’energia trasmessa dal terreno. La sovrastruttura isolata si muove sopra agli isolatori praticamente senza deformarsi e molto lentamente. I sistemi dissipativi, invece, sono costituiti da dispositivi inseriti all’interno dell’opera e praticamente “disperdono” (trasformandola in calore) l’energia del sisma. Sono meno efficaci dei sistemi d’isolamento, ma questi ultimi non sempre sono utilizzabili». Gli edifici italiani isolati sono oltre 400. Anche in Emilia vi è già una scuola con isolamento sismico: è la nuova primaria di Marzabotto (Bo). L’isolamento può interessare non solo per gli edifici pubblici, ma anche quelli residenziali e per le nuove costruzioni il costo aggiuntivo è assai limitato (se non addirittura nullo). Si pensi che per la scuola di Marzabotto il costo di costruzione aggiuntivo dell’isolamento fu di soli 96 mila euro su totale di circa 5 milioni di euro. «Rendere sicuri gli edifici in caso di terremoto è possibile - ha concluso Martelli Certo mettere in sicurezza l'esistente costa. Ma ciò non giustifica l'inerzia delle istituzioni». Sergio Piccinini Il gioco d'azzardo patologico è in aumento nell'area del cratere, cosi come del resto lo è stato a L’Aquila (2009) ed in Giappone (2011). I medici di famiglia hanno ricevuto a suo tempo una locandina dal titolo “Se il gioco non è più un gioco c'è qualcuno che può darti una mano”. “Se pensi si legge nella pubblicazione - di avere un problema col gioco o che lo abbia un tuo famigliare puoi collegarti al sito www.giocaresponsabile.it o telefonare al numero verde 800.921.121 dalle ore 9 alle ore 22 dal lunedì al sabato”. Quello che si rileva dal materiale informativo è che il servizio oltre a fornire un supporto immediato, orienta il richiedente a rivolgersi ad una struttura competente che per l’ Area Nord è il Sert con la presenza del medico Massimo Bigarelli, professionista esperto e disponibile. E' lusinghiero sapere che oltre il 40 per cento di chi si è collegato con il sito o ha telefonato, lo ha fatto avendo indicazioni dal proprio medico curante. Gli studi fatti in Giappone dopo il sisma del 2011 hanno confrontato risonanze magnetiche cerebrali eseguite su 42 studenti dalla Tohoku University di Sendai, dalle quali è emerso che si è modificata una zona del cervello deputata alla reazione alla paura e questo ha portato ad un aumento dei comportamenti disinibiti tra i quali il gioco d'azzardo patologico. A L'Aquila si è registrato un aumento del 30 per cento che se applicato all’ Area Nord, significa che dal migliaio di pazienti si passa a 1.300 pazienti affetti da gioco d'azzardo patologico, con un rapporto maschio/femmina di 3 a 1 e un impatto sociale ed economico devastante per le famiglie e l'intera comunità. Nunzio Borelli, presidente Medibase Area Nord carabinieri Ritirate tre patenti Sembrerebbe un fenomeno di minor interesse quello della guida in stato di ebbrezza ma in realtà esiste un programma nazionale di lotta alle stragi del sabato sera, finalizzato a contrastare gli incidenti stradali che provocano la maggiore percentuale di morti, a causa dell’abuso di alcolici. In virtù di questo programma, i carabinieri della compagnia di Carpi effettuano periodicamente servizi specifici di controllo agli automobilisti, che hanno determinato ben 25 denuncie dall’inizio dell’anno per guida in stato di ebbrezza alcolica e 5 per guida sotto gli effetti di stupefacenti. Anche il fine settimana del 6 e 7 luglio scorsi sono stati svolti servizi di controllo che hanno portato alla denuncia e ritiro della patente a 3 persone. Il primo episodio è di Medolla, dove i carabinieri della locale stazione, verso la mezzanotte, hanno sorpreso un 55enne di Finale alla guida della propria Kia con un tasso alcolico di 1.8, cioè quasi 4 volte superiore al limite (0.50) e gli hanno ritirato la patente e sequestrato la macchina. Il secondo episodio è delle 2 di notte a Carpi, dove un 43 enne è stato controllato mentre guidava la propria Fiat Punto con un tasso alcolico di 1 grammo/litro ed, infine, il terzo episodio è di un 23enne di Mirandola che dopo aver perso il controllo della propria Ford Ka si è ribaltato nella campagna circostante (solo per mera fortuna non ha invaso la corsia opposta scontrandosi con un’altra vettura in transito). Portato in ospedale ha evidenziato un tasso alcolico pari a 5 volte il limite consentito. Oltre alle denuncie penali, sono previste severe sanzioni in termini di sospensione della patente e multe salate da pagare per chi si mette alla guida in stato d’ebbrezza. brevi NUOVA SEDE CUP A CONCORDIA È stato completato il trasferimento del Poliambulatorio di Concordia presso la nuova sede al Parco Fiera, tra via Martiri e via Pederzoli. Da martedì 9 luglio è attivo lo sportello Cup/Saub, in questo periodo in funzione con gli orari estivi dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13.45. Da martedì 16 luglio è rientrato nella nuova sede il Centro Prelievi, aperto al pubblico nei giorni di martedì, giovedì e venerdì dalle ore 7 alle ore 8,30. Il Consultorio familiare ripartirà dal 22 luglio, il lunedì, giovedì e venerdì dalle 8,30 alle 13, il martedì sia mattina che pomeriggio (14-16.30). Dal 24 luglio potrà quindi tornare operativa anche la Pediatria di Comunità. L’interruzione dei servizi presso la struttura polivalente si è resa necessaria per permettere il trasferimento delle attività nella sede rinnovata presso il Parco Fiera di Concordia. La sede temporanea allestita dopo il sisma, presso il campo sportivo, è stata chiusa in modo definitivo. Si ricorda che il servizio di prenotazione per esami e visite è disponibile anche presso le farmacie. È possibile chiamare, inoltre, il servizio "Tele&Prenota" dell’Azienda Usl di Modena (da telefono fisso lo 848 800 640, da cellulare il 059/2025050) attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18, il sabato dalle 8 alle 13. Chi avesse bisogno del Consultorio familiare può rivolgersi alla sede di Mirandola, all’interno del Centro Servizi di via Smerieri 3, aperta da lunedì a venerdì dalle 8 alle 13; lunedì, mercoledì e giovedì anche dalle 14,30 alle 17,30. La Pediatria di comunità, sempre a Mirandola, è attiva presso il Centro Servizi. Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 0535/ 602821, il giovedì dalle ore 11,30 alle 12,30, e nei rimanenti giorni tramite segreteria telefonica attiva 24 ore su 24. Gli accessi al servizio sono su appuntamento. PROSECUZIONE CAS AI COMPROPRIETARI Il Comune di Mirandola rende noto che nei giorni scorsi è arrivato un importante chiarimento in merito al nuovo Contributo autonoma sistemazione (Cas). I cittadini che siano comproprietari, anche pro-quota e a qualsiasi titolo, di abitazione nel Comune di Mirandola o Comune confinante occupata in seguito al sisma, sono quindi pregati di prendere contatto con l’ufficio Cas per la prosecuzione del Contributo Autonoma Sistemazione tassativamente entro il 31 luglio 2013 nei seguenti orari: martedì/giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 e sabato mattina dalle 9 alle 12.30. In attesa del chiarimento, era stata fornita un'interpretazione più restrittiva della norma. n. 14 - luglio 2013 · mirandola 7 «Acquisizioni e joint venture nei mercati in forte crescita» Bellco scommette su Cina e Brasile Gli obiettivi del nuovo Chief Executive Officer Carlo Medici Carlo Medici, nuovo Chief Executive Officer di Bellco Bellco annuncia l’ingresso in azienda del nuovo Chief Executive Officer (Ceo), Carlo Medici. L’azienda, leader nei sistemi per l’emodialisi e la depurazione extracorporea del sangue, punta su un manager dall’elevato profilo per dare un nuovo impulso alla linea strategica dell’internazionalizzazione. Da aprile 2012, la maggioranza del capitale di Bellco è stata acquistata dal fondo Charme II gestito dalla Montezemolo & Partners Sgr, che ha investito nella multinazionale del biomedicale proprio con l’obiettivo di valorizzarne la leadership e supportarne la crescita in Italia e sui mercati internazionali. Anche grazie al recente ingresso nel capitale di due fondi internazionali come Amadeus, il più importante fondo tecnologico in Europa, e Capital Dynamics. Il nuovo Chief Executive Officer di Bellco, ha passato negli Usa gli ultimi 20 anni della sua vita professionale ed ha maturato esperienze e successi in aziende leader del biomedicale, tra le quali Roche e Bracco Diagnostics. «Il nostro obiettivo – spiega Carlo Medici – è quello di mettere a disposizione di un numero sempre maggiore di pazienti ed operatori quelle terapie innovative che Bellco propone. Questo può essere raggiunto attraverso il consolidamento del network internazionale con una serie di acquisizioni e Joint Venture, dando la priorità a quei mercati in forte crescita, come la Cina o il Brasile. Sono convinto di poter mettere a disposizione di Bellco la mia esperienza maturata in venti anni di lavoro fuori dall’Italia proprio per perseguire con successo tale strategia». I sistemi prodotti da Bellco sono già disponibili in Italia ed in più di 50 paesi in Europa, Nord e Sud America, ma la parola chiave dell’azienda è oggi “internazionalizzazione”. Tutto questo mantenendo prodotti altamente differenziati, che riescono a personalizzare la terapia con un miglioramento dello stato generale del paziente, la cui prima conseguenza, da non sottovalutare in un periodo di crisi, è quella di un’incisiva riduzione dei costi sociali. È stato proprio questo progetto ambizioso di crescita a far sì che l’azienda, invertendo la tendenza generalizzata della “fuga di cervelli” sempre più tipica dell’Italia, riuscisse a riportare nel nostro Paese un manager da un alto profilo internazionale come Medici. Questa non è l’unica peculiarità di Bellco in controtendenza rispetto al resto del nostro Paese: in un momento di spending review e tagli al personale, Bellco è infatti un’azienda che investe ed assume. Con il supporto degli azionisti, è stato deciso di raddoppiare l’area produttiva con un investimento di 4 milioni di euro in automazione, da completare entro il 2013. Per quanto riguarda infine le nuove assunzioni, su oltre 300 persone impiegate in Italia, sono state più di 90 le persone entrate in Bellco negli ultimi anni; di queste, un terzo è composto da under 30, proseguendo nell’impegno di puntare sui giovani talenti. «Sono contento ed orgoglioso del fatto che Bellco abbia riportato in Italia Medici», commenta il Presidente, Antonio Leone. «L’arrivo di Medici non è solo una buona notizia per l’azienda – prosegue – ma è un’ulteriore prova di quello che vogliamo fare, cioè pensare in grande. Sono infatti convinto che la sua comprovata esperienza potrà dare un forte impulso alla crescita internazionale dell’azienda, in particolare sui mercati a maggiore potenziale di sviluppo». bellco confesercenti Fatturato, il 50% «Sugli studi di settore è sull'estero una circolare deludente» L'ingresso in azienda di Medici completa la definizione della squadra manageriale di Bellco, ed è per gli azionisti e per l’azienda motivo di grande soddisfazione l’aver riportato in Italia un talento manageriale come il suo. «La scelta di Medici di unirsi alla squadra Bellco – fanno sapere dall'Azienda – dimostra la valenza degli enormi sforzi che l’azienda ha condotto per ripartire tempestivamente a seguito del terremoto. Un manager del settore medicale così importante e così internazionale avrebbe infatti difficilmente deciso di lasciare gli Stati Uniti se non avesse trovato ad accoglierlo un’azienda sana, perfettamente funzionante e dal grande potenziale». Nonostante gli eventi sismici del maggio 2012, Bellco ha chiuso il 2012 con ricavi consolidati superiori ai 103 milioni ed un Ebitda di circa 15 milioni. Oltre il 50% del fatturato viene già realizzato all’estero. In particolare Bellco è oggi presente in oltre 50 paesi, a testimonianza dell’eccellenza del biomedicale “made in Italy”. Ed è leader di mercato in Canada. In quest'ultimo Paese Bellco ha recentemente concluso l’acquisizione del rivenditore canadese, che è stato trasformato in filiale diretta “Bellco Canada”. Oltre 1800 le macchine per dialisi installate in Canada, di cui 500 per la “home dialysis” che è uno dei trend rilevanti del settore in linea con la tendenza generale di sviluppo della sanità domiciliare. In Italia è proseguita nel secondo trimestre 2013 l’opera di rafforzamento della struttura di vendita diretta di Bellco, a partire dalla recente acquisizione del distributore ligure Emac che è stato trasformato in agenzia. è inoltre in fase avanzata il progetto di realizzazione di importanti joint-venture in alcuni mercati internazionali di rilievo, come Cina e Corea. Studi di Settore: la pubblicazione della circolare annuale, secondo Confesercenti, ha chiarito ma è ben lungi dal risolvere i problemi oggettivi delle imprese dell’area colpita dal sisma. «L’effetto terremoto infatti non è stato inserito tra le condizioni per potere rientrare nel "periodo di non normale svolgimento dell’attività". – spiegano all'Associazione di categoria – La condizione che avevamo avanzato unitamente alle altre Associazioni imprenditoriali, era l’esclusione totale e automatica dagli Studi di Settore per le attività imprenditoriali con sede nell’area del cratere. Nella circolare dell’Agenzia tale condizione non è stata accolta». Infatti viene ribadito nuovamente che per poter rientrare nelle cause di esclusione dagli Studi di Settore, occorre dimostrare di essere o in un "periodo di non normale svolgimento dell’attività in ragione della specifica situazione soggettiva o aver cessato l’attività o trovarsi in liquidazione volontaria". Di nuovo si rimanda alle imprese così duramente provate la responsabilità di dover dimostrare che quanto accaduto nel maggio 2012 costituisce un evento straordinario e gravemente penalizzante per le attività imprenditoriali. Mentre è a tutti noto ed evidente che la stragrande maggioranza delle imprese non è stata oggettivamente in grado di condurre normalmente la propria attività. «Rinnoviamo dunque il nostro forte disappunto per la circolare definitiva dell’Agenzia delle Entrate che contrariamente a quanto avevamo fermamente richiesto, non introduce alcuna modifica migliorativa, rispetto a quanto enunciato dal comunicato stampa dell’Agenzia stessa del 3 luglio scorso – rimarca Confesercenti – Ancora una volta il fisco mostra di non tenere conto dell’oggettiva e pesante situazione in cui versano le imprese dell’aree del sisma». paltrinieri Ai mondiali di nuoto il "cratere" tiferà Gregorio Dal 28 luglio al 4 agosto prossimi Gregorio Paltrinieri (nato a Carpi da una famiglia "mirandolese" doc) sarà tra i 29 atleti che prenderanno parte alla 15esima edizione dei campionati mondiali di nuoto, in programma al Palau Sant Jordi di Barcellona. Paltrinieri, campione del mondo in vasca corta dei 1500 stile libero, si prepara al Mondiale dopo aver superato l'altro grande scoglio della sua estate, l'esame di maturità. Davanti, invece, c'è ancora da dimostrare di aver raggiunto la maturità sportiva in un Mondiale che per Paltrinieri (che ha ancora casa inagibile) potrebbe rappresentare la svolta in carriera. 8 · n. 14- luglio 2013 aziende/57 «Dopo il 29 maggio funzionava solo la macchina del caffè...» Conad supera sisma e taccheggi Fausto Luppi, gestore di quattro supermercati, racconta la ripresa Il Conad di Mirandola Mirandola, Bastiglia, Massa Finalese e San Felice sul Panaro. Fausto Luppi il terremoto lo ha vissuto pericolosamente grazie ai quattro supermercati che gestisce per conto di Conad. Il punto vendita che ha creato meno problemi è stato Bastiglia, dove si è verificata un’interruzione del servizio per un solo giorno in una zona che si è venuta a trovare ai margini del cratere. Dopo che era rimasto chiuso per quattro giorni nel periodo intercorso fra le due scosse del 20 e 29 maggio 2012, a San Felice il Conad ha riaperto il 5 giugno. La cosa è stata particolarmente apprezzata dall’Amministrazione comunale sanfeliciana e dalla popolazione in generale, visto che si trattava di uno dei pochi supermercati in funzione non soltanto in città ma nell’intera Bassa. Non altrettanto fortunata è stata la sede Conad di Massa Finalese: l’edificio che la ospitava al primo piano, è stato dichiarato inagibile a causa dei gravi danni riportati dalla struttura, in particolare il tetto di copertura. Il 3 luglio è giocoforza stata inaugurata una tensostruttura in via Monte Bianco, vicino alla Carrozzeria Calanca. Proprio qui si ha intenzione di costruire la nuova Conad, per la quale è stato predisposto un progetto che dovrebbe essere realizzato tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. Stesso discorso riguarderà il supermercato di Cavezzo, il più lesionato insieme a quello di Massa, che fa parte dei 30 punti vendita Conad colpiti dal sisma. Resta da dire di Mirandola la cui chiusura si è protratta per 70 giorni, fino al 9 di agosto quando è stato ultimato l’intervento di ripristino che ha richiesto l’istallazione di 6.800 fra staffe e sostegni. «Dopo il 29 maggio qui funzionava solo la macchinetta del caffè» scherza Fausto Luppi. In effetti il supermercato dentro è rinnovato, compresi gli impianti elettrici che sono stati rifatti da zero. Il personale è stato fatto ruotare nelle varie sedi per ridurre al minimo il ricorso alle ore di Cassa Integrazione. Potenziato anche il sistema di allarme e videosorveglianza che intende scoraggiare il deprecabile fenomeno del taccheggio, i furtarelli in orario di apertura, che si calcola facciano sparire dagli scaffali una media dell’1 per cento dei prodotti in vendita. Il sistema di sicurezza si è rivelato particolarmente utile per portare alla luce alcuni singoli episodi che si sono verificati dentro al Conad nell’aprile scorso. I dipendenti si sono accorti che, in particolare nei settori del caffè e dei formaggi, venivano a mancare notevoli quantità di merce che poi risultavano non essere state vendute. è scattata una denuncia e quindi un’indagine, ad opera della Polizia di Mirandola e Carpi, che ha portato all’arresto di 3 donne e un uomo, di origine moldava, specializzati in furti nella grande distribuzione. Facevano parte di un’organizzazione più ampia dedita al taccheggio nei punti vendita, dove venivano “prelevati” prodotti diversi da supermercato a supermercato. Giovanni Moi in provincia «In 6.000 soffrono di gravi cefalee» N e l mondo, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno più della metà della popolazione è vittima di almeno un attacco di cefalea, o, secondo il linguaggio comune, di mal di testa, tanto da far collocare tra le dieci malattie più invalidanti le forme croniche della patologia. «Nella nostra provincia almeno 6 mila persone soffrono di forme di cefalea importanti, spesso invalidanti in modo rilevante: nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di situazioni legate ad un abuso di farmaci», ha sottolineato il professor Luigi Alberto Pini (foto) direttore del Centro e tra i maggiori esperti a livello nazionale, in occasione della inaugurazione dei nuovi spazi dedicati all’attività svolta in Day Hospital dal Centro per la Studio delle Cefalee presso il Policlinico di Modena. «Ogni anno visitiamo circa 3 mila persone, molte delle quali, a conferma della qualità del lavoro che svolgiamo, arrivano da fuori provincia, per l’esattezza il 68,6% del totale. Spesso siamo chiamati ad assistere pazienti con patologie rare e particolarmente complesse. Rispetto ai nuovi locali dedicati all’attività di Day Hospital mi preme evidenziare che sono davvero molto importanti perché ci consentono non solo di accogliere le persone in ambienti più confortevoli, ma anche di offrire risposte più mirate ed adeguate alle centinaia di persone che altrimenti avrebbero come unica possibile risposta estemporanea il ricorso al Pronto Soccorso». n. 14 - luglio 2013 · AZIENDE/58 La ditta ha 11 punti vendita in Italia, uno a Londra e uno a Dubai L'arredo bagno ha trovato casa Bertani ha inaugurato un nuovo showroom in via Toti a Mirandola Un momento dell'inaugurazione del nuovo showroom L’inaugurazione è avvenuta sabato 6 luglio in via Enrico Toti n.109 a Mirandola alla presenza della maggiori autorità cittadine e dei titolari. Dopo i lavori di ristrutturazione iniziati a settembre del 2012, lo Showroom Bertani cambia volto. L’intervento di ripristino doveva essere compiuto comunque, per la messa in sicurezza dell’intero edificio dopo il sisma, ma si è colta l’occasione per dotarsi di una struttura più moderna e accattivante. Tutto ciò a 13 anni dall’insediamento dello Showroom a Mirandola, avvenuta nel 2000, e a oltre un anno dal terremoto che aveva fatto sbriciolare al suolo gli scaffali e il materiale da esposizione. Ma in via Enrico Toti non si sono mai chiusi i battenti, nemmeno nei giorni immediatamente successivi al 29 maggio 2012. Ciò ha permesso a chi ne aveva necessità, sia privati che organizzazioni di soccorso (Protezione Civile, Croce Rossa, Alpini ecc.), di procurarsi i pezzi di ricambio per le prime riparazioni. Lo Showroom si occupa di progettazione e vendita dell’arredamento da bagno, compresi le superfici (piastrelle) e i complementi (ad esempio le porte). Nella sede si trova il magazzino che riguarda la parte «tecnica, tutto quello che nel bagno non si vede (tubazioni, raccordi) e che serve all’installatore e all’idraulico», informa Matteo Venturini. Accanto c’è invece il settore “estetico”, la Sala Mostra gestita da Tamara Accorsi, che ha continuato a lavorare tramite i “cataloghi”, anche quando le scaffalature erano ancora in fase di allestimento durante la ristrutturazione. I titolari, i cugini Giorgio e Franco Bertani, hanno la sede centrale a Reggio Emilia, possiedono 11 negozi in Italia, concentrati al area nord Nella complessità della vita un aiuto dal Centro Famiglie Nord, e 2 all’estero (Dubai e Londra). «Dobbiamo essere grati alla proprietà per aver continuato a investire su Mirandola, con la scelta di rinnovare e abbellire la struttura», commenta Tamara Accorsi. Il sostegno non si è limitato all’attività lavorativa, Giorgio e Franco Bertani hanno messo a disposizione dei dipendenti 3 roulotte acquistate di tasca propria. L’attenzione e la sensibilità che l’azienda ha dimostrato verso il proprio personale, colpito a Mirandola da una tragedia che non si poteva prevedere, è la stessa che si cerca di riservare alla clientela. «Cerchiamo di capire le reali esigenze di chi entra nei nostri negozi mettendo a disposizione la nostra competenza professionale», sostiene Tamara. Che aggiunge: «In questo momento di crisi, ancora di più sapremo accogliere i nostri clienti e assisterli nelle scelte, proponendo marchi di qualità che garantiscano una durata nel tempo. La Bertani spa è un azienda intraprendente attenta ai continui cambiamenti del design e il nuovo Showroom di Mirandola ne è la dimostrazione». Giovanni Moi Da aprile 2013 le famiglie dell'Unione dei Comuni Modenesi Area Nord con figli da 0 a 18 anni, possono trovare all’interno del centro per le famiglie, una nuova possibilità di affiancamento nella gestione delle piccole e grandi complessità della vita quotidiana. Offriamo informazioni sui servizi e le risorse presenti sul territorio, consulenze ai genitori ed uno spazio per pensare e costruire insieme con le famiglie e la comunità piccoli progetti, per accrescere la conoscenza e il legame tra le famiglie, con la speranza di diminuire la sensazione di solitudine. In questi primi mesi stiamo investendo molte energie nell’attività di promozione, per far conoscere le opportunità che il Centro offre ai cittadini e costruire una rete di collaborazione con i diversi attori dei servizi pubblici e del privato sociale presenti sul territorio. Vorremmo creare dei piccoli cantieri di lavoro dove i protagonisti principali siano proprio le famiglie con le loro risorse, dubbi, aspettative, desideri, difficoltà, assieme agli altri soggetti della comunità, dove possa pian piano crescere la voglia di coinvolgere altre famiglie, senza grandi pretese, ma anche solo per riscoprire e riprendere il gusto di ritrovarsi insieme, vivendo e sentendo sempre più propri gli spazi che ci circondano. Ad oggi abbiamo incontrato alcune famiglie per fornire tutte quelle informazioni che possono interessare i genitori (dai campi gioco alle forme di sostegno economico, diritti e doveri in ambito familiare eccetera) e questi momenti sono diventati per noi una preziosa occasione di scambio e di approfondimento delle difficoltà e incertezze che vivono le nostre famiglie, un momento per dare ascolto a genitori che si trovano ad affrontare in solitudine preoccupazioni, che sono poi preoccupazioni di tanti …. a volte anche piccole e quotidiane. In questi primi mesi le famiglie che si sono rivolte al Centro per la consulenza genitoriale hanno trovato uno spazio di ascolto e riflessione (individuale e/o di coppia) per affrontare eventi o cambiamenti che quotidianamente si incontrano. Il dialogo con i figli, la gestione delle regole (in particolare quando il figlio cresce, ed è più difficile prendere le misure perché non è più un bambino ma neanche un adulto), il rapporto con la scuola, la comunicazione in famiglia, sono tutti temi su cui un genitore può sentire il bisogno di confrontarsi in un percorso limitato nel tempo, in cui cerchiamo insieme di definire il problema e trovare strategie per affrontarlo. Alla Mediazione Familiare, invece, si sono rivolti genitori separati o in via di separazione, alle prese con i dubbi e le perplessità legati alla vicenda separativa, in particolare rispetto alla vita dei loro figli: «Come è meglio attuare la separazione per far meno soffrire i figli? Come dirglielo, da soli o insieme? Cosa è meglio dire perché non sia un trauma per loro? Dovremo andare in pizzeria insieme per il bene dei figli?». Con il supporto del mediatore, in un luogo neutrale, i genitori hanno potuto affrontare i nodi conflittuali, confrontarsi e parlare dei bisogni dei loro figli, delle decisioni da prendere per riorganizzare la quotidianità e individuare accordi concreti, o ridefinirli, a seguito della crescita dei figli o di altri cambiamenti. Hanno trovato uno spazio di riflessione anche le famiglie ricomposte, in cui il nuovo partner si è trovato a gestire la complessità legata alla convivenza quotidiana dei ragazzi, o altri famigliari (nonni, zii...) particolarmente coinvolti nella vicenda separativa. Dal prossimo anno sarà inoltre attivo un progetto di sostegno alla genitorialità adottiva. è già attivo, invece, lo sportello informativo sull'affido e sull'adozione. Pertanto, con piacere, vi aspettiamo al Centro per le Famiglie non solo per gli spazi di informazione, consulenza e mediazione ma anche per ascoltare e condividere idee e magari, provare a costruire dei piccoli progetti insieme. Tutti gli spazi che offriamo alle famiglie sono gratuiti, ed in particolare per la consulenza e la mediazione vi si accede su appuntamento e senza la presenza dei figli. Ci potete contattare al numero di telefono 0535/29683, oppure alla e mail: [email protected] o venire direttamente a trovarci presso la nostra sede a Mirandola in via Castelfidardo 44, il mercoledì, il giovedì, il venerdì dalle 10 alle 13, il sabato dalle 9 alle 13, il mercoledì e il giovedì anche dalle 15 alle 18. Gli Operatori del Centro per le Famiglie 9 popolazione Gli stranieri sono in calo Al 1 gennaio 2013, la popolazione residente a Modena e provincia raggiunge una consistenza pari a 705.809 residenti (+849 unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente). Se si valuta l’andamento demografico rispetto al 1° luglio 2012, il complesso della popolazione ed il contingente straniero rilevano invece un decremento sia pur contenuto, che costituisce tuttavia una inversione di tendenza rispetto al trend precedente al terremoto. Alla fine del 2012, infatti, appaiono più evidenti, sotto il profilo demografico, le conseguenze delle numerose scosse sismiche che hanno colpito i Comuni della pianura, in cui si registra un decremento demografico complessivo pari a -1.299 unità, rispetto al 1° luglio 2012. La dinamica demografica provinciale di medio periodo (2007-2012) si è sempre mostrata crescente, sia pur in progressivo rallentamento e complessivamente sostenuta dalla componente straniera, il cui numero anche al 1° gennaio 2013 cresce di 2.315 unità rispetto alla stessa data 2012, raggiungendo la consistenza di 96.546 cittadini stranieri (pari al 13,7% dei residenti). Poi, però, a partire dalla data del 1° luglio 2012, che demarca l’epoca post terremoto, si assiste ad una progressiva riduzione della popolazione residente, con particolare riferimento alle aree colpite dal sisma. Rispetto a quella data, anche il contingente straniero risulta in calo di 458 unità. Quale conseguenza del sisma e della revisione anagrafica postcensuaria, viene rilevata la diminuzione di popolazione in tutti i Comuni della Bassa (-1.357 unità, -1,4% rispetto al 1 luglio 2012), che rappresenta il decremento più consistente: a Novi di Modena (-379 unità), a Finale Emilia (-221), a San Possidonio (-177), a Mirandola (-170), a San Felice sul Panaro (-138), a Cavezzo (-135), a Concordia (-92), a San Prospero (-36), a Medolla (-6) e a Camposanto (-3). L’incidenza percentuale degli stranieri, risulta più elevata nei Comuni più piccoli: al 1 gennaio 2013, è straniero il 18,1% dei cittadini residenti a Spilamberto, il 18% dei residenti di Novi di Modena, il 17,6% di quelli di Vignola, il 17,5% dei cittadini di San Possidonio e il 17,1% di Camposanto. Il dato, tuttavia, risulta in calo in alcuni comuni della Bassa come a Concordia, con una incidenza di stranieri sulla popolazione pari al 14,4% (era il 14,7% all’inizio dell’anno), a Cavezzo col 14,2% (era il 14,5%), a Finale Emilia il 12,9% (era il 13,1%) e in alcuni Comuni dell’area collina e montagna come Palagano con un’incidenza pari all’11,3% (era il 12,2% all’inizio dell’anno). 10 · n. 14- luglio 2013 MirandolaIN è il gruppo mirandolese nel social network di Linkedin, che promuove e sviluppa i contatti professionali e culturali tra oltre 225 milioni di persone nel mondo ed oltre 4 milioni in Italia «Così scopriamo se un prodotto vende» Stare Bene a Mirandola Cecilia Luppi lavora in una grande azienda che aiuta a capire il mercato Cecilia, qual è il tuo un team di una trentina lavoro e quali respondi Project Developer in sabilità comporta? Europa, Asia, Stati Uniti «La divisione di “The e America Latina. Le mie Nielsen Company” in cui laresponsabilità, oltre che voro (Bases) offre supporto di gestione delle persone, a grandi aziende multinasono garantire che gli zionali nel largo consumo standard del cliente siano a cura di (Unilever, P&G, Nestlé, Andrea Ferramola rispettati costantemente a Pepsico, Barilla, per citarne 58 anni, laureato in tutti i livelli, e assicurare alcune) nel lanciare sul mer- Giurisprudenza e Con- che i dati raccolti dalle cato nuovi prodotti. La mia sulente del Lavoro, fon- varie ricerche mantengano azienda, attraverso ricerche datore di MirandolaIN, elevati standard qualitatidi mercato ad-hoc, testa le Ferramola ha esperienza vi. Da poco, inoltre, sono nuove idee di prodotto in come dirigente d'azienda responsabile della Certifiquasi tutti i paesi del mondo, e oggi è coach profes- cazione di Qualità Iso del e, con accurate analisi, for- sionista. processo di raccolta dati nisce all’azienda la visione in 5 Paesi». di come il nuovo prodotto si collocherà Quando e come è nata la tua decisul mercato. sione di fare questo lavoro? All’interno di Nielsen lavoro nel «Prima di Nielsen, ho lavorato per reparto Client Consulting-Project DeNovartis, un’azienda farmaceutica, velopment, dove si seguono gli aspetti come Sales Support, una funzione concettuali, tecnici e organizzativi della di collegamento tra il marketing e la raccolta dati per una ricerca di mercato: divisione commerciale. All’epoca il progettare la ricerca con il cliente, defimarketing stava lavorando al lancio di nire i materiali del test (le pubblicità e i un nuovo dispositivo medico. Per questo questionari di raccolta dati), coordinare era stata condotta un’importante ricerca le agenzie esterne (nei vari Paesi in cui di mercato. Quando l’istituto che aveva si svolgono le raccolte dati) e i diparticondotto la ricerca venne in azienda per menti interni (ad esempio di traduttori, presentare i risultati, rimasi affascinata di chi lavora i dati, di chi programma le dalla presentazione di numeri e grafici interviste on-line, etc...), e infine gestire che indicavano quanto fosse piaciuto gli aspetti finanziari (i preventivi e la fatil prodotto ai consumatori; dati che turazione). La ricerca di mercato ha così supportavano una importante decisione inizio e, una volta avvenuta la raccolta strategica, cioè se lanciare o non lanciare dei dati, essi vengono trasmessi al nostro il prodotto (per cui l’azienda avrebbe team analitico per l’analisi. dovuto fare un investimento importante). Attualmente, sempre all’interno I ricercatori ci mostrarono come questo del dipartimento di Client Consulting, prodotto avesse avuto successo tra i conricopro un ruolo globale e coordino sumatori, quindi ...via libera al lancio! Cecilia Luppi abita a Mirandola e lavora per una società multinazionale di informazioni di marketing e rilevazione dati con sede italiana a Milano. Studi: Liceo “G. Pico” di Mirandola; Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli studi di Bologna; Master in Congress Management presso l’Università degli studi di Bologna. Età: 38 anni. Ruolo professionale attuale: Client Consulting Director, Project Development. Ruolo professionale precedente: Sales Support presso una multinazionale farmaceutica. Le passioni di Cecilia: viaggi, fotografia Grazie ad una ricerca di mercato, si è in grado di conoscere non solo l’accettazione o meno del nuovo prodotto tra i consumatori, ma anche i consumatori stessi (chi sono, cosa vogliono, etc...), gli aspetti dei prodotti da migliorare, come impostare la comunicazione (banalmente... "la pubblicità") e come i prodotti competono con i concorrenti: queste sono tra le cose che più mi hanno interessato del mondo delle ricerche. Proprio in quei giorni lessi un annuncio che ricercava candidati per una posizione di lavoro proprio nell’azienda che aveva svolto la ricerca di mercato (che, oltretutto, stava valutando di aprire un ufficio a Milano, essendo all’epoca presente solo all’estero). Risposi speranzosa... e proprio quest’anno festeggio i 10 anni in azienda!». Quali sono gli aspetti del tuo lavoro che ti procurano vera soddisfazione? «Una grande soddisfazione, legata al mio ruolo attuale, è lavorare con un team composito e vario. Per dare un’idea, i Project Developer che coordino sono in Europa (Oxford, Milano, Bruxelles, Varsavia, Parigi e Istanbul), Stati Uniti (Wilton - N.J.), America Latina (Buenos Aires e San Paolo), Asia (Shanghai e Bombay)... è davvero stimolante (e divertente!) confrontarsi continuamente con culture così diverse tra loro, e cercare di lavorare in modo efficace con ciascuna, anche se non sempre è possibile un incontro di persona. Altre grandi soddisfazioni, legate questa volta più specificatamente alle persone, le ho avute quando ho selezionato e assunto, per conto dell’azienda, collaboratori che si sono poi dimostrati molto validi (i cosiddetti "talent"). Selezionare il personale è una delle responsabilità che più mi ha spaventato in questi anni. Tuttavia, ho creduto fortemente in alcuni candidati in fase di colloquio, e li ho cresciuti nel mio team. Oggi, alcune di queste persone sono maturate professionalmente e ricoprono ruoli di responsabilità. Mi è anche capitato di essere stata ringraziata per aver portato le persone giuste in azienda! Infine, sempre tra le soddisfazioni aggiungo il vedere sugli scaffali dei supermercati prodotti per cui ho contribuito (tramite ricerca di mercato) al lancio». Invece quali aspetti sono per te più faticosi o affronti meno volentieri? «L’altra faccia della medaglia del lavorare con persone in tutto il mondo sono gli orari. A volte la sveglia è mol- to presto, per poter partecipare a una riunione telefonica con l’Asia o l’Australia; o al contrario la giornata lavorativa finisce tardi, quando negli Stati Uniti sono nel pieno della giornata lavorativa. Il mio capo è proprio negli Stati Uniti e ci capita di parlare al telefono negli orari più improbabili. Infine, gli aspetti che affronto meno volentieri sono quelli burocratici. Anche nelle aziende multinazionali la burocrazia a volte è eccessiva, data dalla necessità di omologare i processi, per gestirli al meglio e con coerenza. Ma che fatica quando, per inviare una richiesta interna, devo compilare moduli lunghi e complessi, mentre basterebbe una semplice email!». Quali consigli dai a chi vuole arrivare a fare un lavoro come il tuo? «Prima cosa, importante: imparare l’inglese! In Nielsen, come in tante altre aziende simili, non vengono nemmeno prese in considerazione candidature di persone che non parlano – fluentemente – l’inglese. Secondo: accettare e adattarsi ai cambiamenti. Tutti abbiamo una innata resistenza al cambiamento, che a volte destabilizza e mette in discussione tutte le certezze acquisite. Raramente, nel mio lavoro, mi è capitato di crogiolarmi nella sicurezza del mio lavoro e ‘sedermi’. Nelle multinazionali i cambiamenti sono continui: cambia un processo perchè si è trovato un modo migliore – o diverso – di farlo; cambia il capo; cambia la strategia aziendale; cambia il ruolo; cambia il team; cambia il nome dell’azienda... I cambiamenti lì per lì spaventano, ma sono quelli che poi innescano la vera crescita professionale. ‘Change is good’ (‘Il cambiamento è cosa buona’). Infine, consiglio di essere curiosi e provare tutto, accettare anche compiti apparentemente banali – si porta a casa sempre una valida esperienza. E anche di auto-proporsi – sempre: non aspettare che siano le opportunità o le persone a venirci incontro, ma andarle a cercare avidamente!». n. 14 - luglio 2013 · sisma 11 «Al Pma si è riscoperta una dimensione più umana del lavoro» La gioia? Un riso freddo tifando Italia Si conclude la pubblicazione del diario dell'emergenza nel reparto di Radiologia si parla anche di delocalizzare tutto in un’altra zona e questo clima di incertezza peggiora ulteriormente (come se ce ne fosse bisogno) il nostro umore. Tutti indistintamente si rendono ora conto dell’importanza che l’ospedale ha per la comunità, per la salute della popolazione e per noi, che spesso ci lamentiamo del lavoro, di quanto sia fondamentale nelle nostre vite. Come se non bastasse il caldo è davvero opprimente e iniziamo a pensare come sarà quando arriverà luglio o agosto. Si conclude la pubblicazione del diario dei giorni dell'emergenza terremoto, scritto dal tecnico di radiologia volontario Dario Cocchi (puntate precedenti sui numeri 3, 4, 7 e 8 del 2013). 30 MAGGIO 2012 Nel corridoio si decide di allestire la segreteria, inizialmente non presente, dividendo, per mezzo di una scrivania, il corridoio in due porzioni, quella più prossima all’entrata riservata ad un’ulteriore sala d’attesa. In questo modo si utilizza la segreteria come una zona di filtro per il passaggio dei pazienti che accedono alle stanze più lontane, riservate alla diagnostica e alla refertazione. Inoltre diviene una vera e propria accettazione, non solo per i pazienti che accedono dal Pronto Soccorso, ma anche per le persone che si presentano munite di richiesta redatta dal medico di medicina generale per eseguire esami urgenti. Mi sa che non riusciremo a rientrare tanto presto. A oggi sembra che dai primi sopralluoghi dei vigili del fuoco alcuni padiglioni se non tutto l’ospedale siano da abbattere completamente. Intanto cerchiamo di lavorare al meglio e tentiamo di recuperare tutto ciò che può essere utile dai locali ospedalieri con interventi quotidiani e programmati con i vigili del fuoco. La palazzina della direzione sanitaria dove si trova l’ufficio del quale si avvalevano il coordinatore tecnico ed il direttore dell’unità operativa di radiologia per le attività di propria competenza, risulta lesionata, pertanto si pone la necessità di incrementare il numero di postazioni per computer all’interno del modulo radiologico. Il clima tutto sommato sereno che si era creato nei giorni precedenti, è svanito. Ora tutti abbiamo capito bene che il futuro nei prossimi mesi sarà la tenda e poi non si sa. Costruiranno un nuovo ospedale? Metteranno a posto questo? Nessuno sa nulla, nessuno sa cosa rimarrà e se rimarrà questo ospedale, 4 GIUGNO 2012 In questi giorni sono stati effettuati svariati accessi programmati supervisionati dai vigili del fuoco, all’interno dei locali della struttura ospedaliera, per recuperare materiali ed apparecchiature utili al miglioramento della qualità lavorativa all’interno della tensostruttura, tra cui un’ulteriore postazione di refertazione, alcuni computer, un altro apparecchio portatile, dispositivi di protezione individuale, materiale d’arredo come tavoli, scrivanie, sedie, carta e, in ultimo, materiale farmaceutico. Il caldo non dà tregua ma per fortuna sono stati donati innumerevoli condizionatori per migliorare la temperatura nelle tende; in realtà si suda lo stesso e tanto. Ora per cercare di fare lavorare tutti si è deciso di mettere in turno 3 tecnici, 2 medici e un’infermiera al mattino. Stesso personale al pomeriggio e la notte rimangono solo un tecnico e un medico. Inoltre si è deciso di recuperare a Cup gli esami di ossea ed Eco per gli esterni sia al mattino che al pomeriggio, per cui il carico di lavoro aumenterà notevolmente, anche perché la maggior parte degli “esterni” sono i controlli ortopedici dei traumi del sisma. Tutto sommato, a parte il caldo, la vita di tutti al Pma è ricominciata normalmente ogni giorno la Protezione civile porta una quantità incredibile di piatti con ogni prelibatezza sigillati singolarmente e oramai il pranzo e la cena sono diventati un rito in ospedale: ognuno si accampa dove può e, con sedie e tavolini improvvisati, tutti si trovano per mangiare a gruppetti. Gli alpini hanno costruito un tavolo con pianali e assi di legno al riparo dei rami di un albero del giardino di fronte alla Radiologia: si sta benissimo al fresco! Altri si arrangiano con fantasia alla meno peggio, cercando un po' d’ombra. Spesso noi della Radiologia usiamo una barella. L’unica cosa positiva del terremoto è che tra tutti quelli del Punto Medico Avanzato (Pma) si è creata un’amicizia bellissima, magari persone delle quali hai sempre sentito solo il nome finalmente vengono associate ad un volto e soprattutto non importa a nessuno se sei un medico, un tecnico o un volontario: si sta insieme, si ride e si scherza! Per cui non c’è da stupirsi se un giorno ti trovi a mangiare fianco a fianco con il tuo primario, qualche ortopedico e i tuoi colleghi per di più su una barella. Incredibile. Non esistono praticamente più i reparti, tutti conoscono tutti e spesso ci si dà del tu. Certo i piatti che ci portano non sono da ristorante a cinque stelle e con questo caldo la fantasia delle cuoche non è un granché ma va benissimo così: l’importante è stare insieme, fermarsi un attimo e fare due chiacchiere. Il più delle volte il menù è a base di insalatona, prosciutto cotto, mozzarelle, pomodori, frutta fresca e l’immancabile insalata di riso. La Lavazza ha inviato il suo contributo mandando 10.000 cialde di caffè per il Pma. Molto ben accette! 14 GIUGNO 2012 Oggi pomeriggio c’è la partita Italia-Croazia degli Europei. è imperativo vederla, almeno per tutti gli uomini del Punto Medico Avanzato indipendentemente dal ruolo sanitario. Ieri pomeriggio io e Massimo, un collega, siamo andati a prendere un’antenna da campeggio. Ben 20 euro! Deve funzionare assolutamente! Oggi pomeriggio ho portato una prolunga, l’antenna e un piccolo televisore per cercare di guardare la partita, tanto sappiamo benissimo che, terremoto o no, tutti in Italia oggi si fermeranno per guardarla. Il pomeriggio, sotto un sole cocente, a turno tutti gli organizzatori (io, Gaetano il gessista, Antonio l’ortopedico, Massimo Tsrm e uno degli Alpini), cerchiamo di girare l’antenna in tutti i modi possibili per ricevere la trasmissione e finalmente poco prima dell’inizio ci riusciamo e anche in hd! La tv che ho portato è un 22 pollici ma visto l’afflusso di spettatori alcuni medici sono andati a “prendere in prestito” una tv 40 pollici dalla casa di riposo deserta. La partita prima di tutto! Sistemata la barella/ripiano e i cavi siamo pronti! Fantastico.. Alla fine si è creato un gruppetto di circa venti persone e persino qualche paziente si è fermato. Dario Cocchi (fine) 12 · n. 14- luglio 2013 Contributo di 4.000 euro alla Fondazione Scuola di Musica solidarietà Una mano di Colors sulla ripresa La band di Sondrio a Mirandola per un concerto ed una donazione benefica of Man”) e gli amatissimi Coldplay (su tutte “Fix You” con le sue tessituri vocali, ma anche l'esaltante “Viva la Vida” che apre a suon d'archi, “Christmas Lights” e “Lovers in Japan”). E poi le composizioni originali, tra cui spicca “Colori”, firmata da Consuelo Orsingher e Giovanni Campia, inclusa nel secondo cd, appena uscito. Finalone con il rap potente dei Limp Bizkit di “Take a Look Around”. Oggi la formazione ha un punto di forza nelle ottime doti vocali di Lara Rogantini (una cantante capace di passare da registri melodici al rock con assoluta indifferenza) e gli intrecci con Alice Romeri (una scoperta) e Chiara Varenna (pure violinista e tastierista). Ma in generale è tutto il gruppo ad offrire una prova d'insieme eccellente, con la sezione ritmica formata dal duttile batterista Andrea Ghelfa e dal bassista Davide Ambrosini, le chitarre di Astrid Schiappadini (ottima solista, tra semiacustica ed elettrica), Cecilia Rossi e Daniele Marveggio (anche alle percussioni), il violoncello di Giovanni Volpe e le tastiere di Alessandro De Maestri. Dieci giovani musicisti diretti (anche negli spostamenti sul palco) da un maestro capace e motivatore come Campia, che hanno offerto uno show di tutto rispetto, meritandosi applausi e richiesta di bis. Al di là dell'esibizione, comunque, il dato importante resta che un gruppo musicale valtellinese sia stato capace di aprire così i suoi orizzonti, andando ad esibirsi a 300 chilometri di distanza, portando un messaggio di speranza e di felicità ad una terra colpita dal terremoto. Hold on, Mirandola. Paolo Redaelli musica Per il Microfono d'Oro giovani talenti da tutta Europa Chiamalo tour de force, ma quando sei giovane tutto si può fare. I Colours hanno effettuato una trasferta micidiale per chiunque, Sondrio-Mirandola e ritorno in giornata, sabato 15 giugno, per portare la loro musica sul palco della piazza modenese, ma anche per consegnare un consistente assegno di oltre 4 mila euro raccolto nell'iniziativa benefica di marzo al Polo Fieristico di Morbegno (Sondrio) a favore della Fondazione Scuola di Musica “Andreoli” e ricevuto da Matteo Carletti, responsabile del servizio promozione del territorio del Comune e da Daniele Roggiani, presidente dell'associa- zione genitori della scuola. Una missione importante, condotta grazie al supporto del Consorzio Porte di Valtellina e della Comunità Montana di Morbegno e di genitori ed amici. Successo pieno in Emilia, dunque, per la piccola orchestra diretta da Giovanni Campia, che ha conquistato il pubblico assiepato in piazza Costituente, davanti al municipio cittadino purtroppo danneggiato dal terremoto del maggio 2012, e inagibile, come tutto il centro storico. Una bella cittadina emiliana che sta ricominciando faticosamente a vivere (cinquemila persone sono tuttora ospitate nei “moduli abitativi”) e mirandola lo fa proprio attraverso la musica, segnale di rinascita e stimolo per il futuro. Una bella realtà, quella della scuola di musica che esiste da più di un secolo e insegna anche ad una quarantina di diversamente abili. I Colours hanno dimostrato crescita e maturazione, offrendo il consueto viaggio attraverso paesi e climi musicali (i colori, appunto) diversi, tra autori come Fabrizio De Andrè (una bellissima versione di “Creuza de Ma”), i Tazenda (un’intensa “Madre Terra”) i Rem (“Everybody Hurts”, sempre toccante con la sua esortazione esistenziale, “hold on”, tieni duro), Noa (una ritmata “Child Il 5 e 6 luglio scorsi si è svolta a Carpi in piazzale Re Astolfo la XXI edizione del Microfono d’Oro, organizzata dall’Associazione Giovani Artisti di Mirandola, in collaborazione con Avis di Carpi e con il patrocinio di Comune di Carpi, Regione Emilia Romagna, Provincia di Modena, “Resto del Carlino” Ancora una volta e ricca e qualificata la partecipazione di ragazzi dai 6 ai 25 anni, arrivati da diverse parti d’Italia e d’Europa. scuola elementare Storia ed evoluzione dei numeri Gli avversari della Stadium in un progetto per gli alunni sono solidali con gli alunni Si è conclusa, con ricadute formative assai positive, l’esperienza didattica di narrazione animata della storia ed evoluzione dei numeri, dalla preistoria alla nascita della stampa, proposta alle classi prime della Scuola primaria “Dante Alighieri” di Mirandola nel corso del corrente anno scolastico. La curatrice del progetto, Silvia Golinelli, ha utilizzato oggetti e materiali in uso nelle varie epoche per contestualizzare le vicende narrate, mostrando nel corso delle lezioni e facendo poi sperimen- tare ai bambini (con la preziosa collaborazione delle insegnanti delle varie classi) modalità di scrittura di simboli e cifre su sassi, ossi, creta, papiro, cera e pergamena. Il percorso, che coniuga la storia antica con la matematica, è stato ideato con il competente supporto della professoressa Stefania Neri, collaboratrice dell’Invalsi, che sta svolgendo un corso di aggiornamento sul curricolo verticale di matematica, per docenti delle Direzioni Didattiche di Mirandola e Cavezzo. La scuola elementare “Renato Serra” di Villanova di Prata (Pordenone), l’anno scorso, ha aderito ad un’iniziativa benefica che prevedeva l’invio di materiale scolastico per mezzo della Croce Rossa, ai paesi terremotati dell’Emilia. A settembre, gli scolari friulani hanno ricevuto una mail dalla scuola elementare di Mirandola nella quale si ringraziava per il materiale inviato ed inoltre si coglieva l’occasione per proporre un rapporto di corrispondenza a di- stanza tra gli alunni dei due istituti. Gli alunni di Mirandola a distanza di tempo hanno inviato le loro prime lettere e il 25 maggio scorso, cogliendo l’occasione dell’incontro di pallavolo che vedeva rivali le due cittadine, gli alunni di Villanova che in buona parte erano presenti al palazzetto, hanno consegnato ai dirigenti della squadra mirandolese le letterine di risposta. Il 28 maggio, una delegazione della Stadium, capitanata dallo schiacciatore Michele Dombrovski, ha reca- pitato la corrispondenza nelle mani della Vice Preside Rossella Calzolari (foto), onorando così la sensibilità e la grande sportività di questi splendidi avversari. Paolo Neri n. 14 - luglio 2013 · 13 «E alla fine sono stati loro a ringraziare noi...» mirandola «Ricordando amici davvero speciali» La solidarietà degli alunni di San Giorgio di Livenza verso i coetanei di Mirandola I bambini della seconda "A" della Scuola elementare di Mirandola insieme ai "colleghi" di San Giorgio di Livenza, lo scorso 14 aprile. In alto a destra, l'edificio della delegazione comunale della frazione di Caorle Pubblichiamo, di seguito, il racconto di un'amicizia speciale nata dopo il terremoto tra alunni delle scuole elementari di Mirandola e di San Giorgio di Livenza. Un rappresentante di classe di un paesino veneto chiede ad una sua amica maestra se conosce colleghe della zona colpita dal terremoto; lei pensa ad una insegnante di Carpi che contatta la maestra Cristiana Mambrini; quest’ultima parla alla maestra della mia bimba, Angela Spelta… Così, per caso e per fortuna, nasce un’amicizia. La seconda classe della scuola elementare di San Giorgio di Livenza, frazione di Caorle, vorrebbe conoscere alunni coetanei di Mirandola, per portare una donazione in materiale scolastico, per far sentire che non siamo soli e per iniziare uno scambio didattico che perduri nel tempo. Noi pensiamo commossi, ma anche un po’ impreparati dall’attenzione di questi estranei e dalla promessa di un aiuto concreto. Il 25 novembre vengono a trovarci: siamo emozionati mentre li aspettiamo nell’atrio della nostra scuola; poi scendono dal bus con dei grandi e schietti sorrisi ed i nostri bambini intonano per loro un canto di benvenuto. Mentre si svolgono le presentazioni tra Walter, il loro rappresentante di classe, la nostra dirigente scolastica ed i rappresentanti della nostra associazione genitori, le loro mamme distribuiscono sui tavoli prelibatezze ed in un minuto ci organizzano un aperitivo con tartine ed il loro ottimo vino; nel frattempo, i loro papà scaricano “la piccola donazione” che si è trasformata in tre carrelli di quaderni, carta, cartelloni e tanto altro possa servire alle nostre classi. Tutto quello che chiedono sono... tigelle, che abbiamo assaporato insieme. Al pomeriggio li accompagniamo in centro ed ascoltano le nostre storie, attenti e rispettosi del nostro dolore. Ahinoi la giornata finisce in fretta e ci lasciamo con la promessa di rimanere in contatto e rivederci presto. Questo è accaduto lo scorso 14 aprile, quando siamo andati noi. In una giornata di sole abbiamo ammirato il mare, lo splendido centro di Caorle e ricevuto un maxi assegno di 5 mila euro per la nostra scuola. Di seguito ci siamo spostati in San Giorgio di Livenza dove, mangiando panini con la porchetta e torte salate, abbiamo trascorso un pomeriggio di chiacchiere, risate e festosi brindisi. Tutto è nato dalla voglia di far capire ai nostri bambini che gli altri ci aiutano e che, a nostra volta, noi dobbiamo aiutare chi è nel bisogno; ma stranamente l’esperienza si è conclusa con gli ospiti che, fra abbracci e sorrisi ci dicono: «Grazie». Ma perchè? Perché loro dicono grazie a noi? Poi ho capito. E lo voglio dire a tutti i miei amati mirandolesi: perché sono semplicemente speciali! Quindi grazie a voi cari amici, per la vostra generosità, per il vostro affetto e per averci strappato sorrisi! Laura Ferraresi, II A Scuola elementare Mirandola centro fauna selvatica Dai pipistrelli ai cinghiali: volontari salvano 2.200 animali Sono oltre 2.200 gli animali soccorsi nei primi sei mesi del 2013 dai volontari del Centro fauna selvatica "Il Pettirosso" di Modena; 350 sono state le richieste di intervento da parte di enti pubblici e forze dell'ordine, oltre alle centinaia di chiamate da parte dei cittadini. Tra gli animali salvati 30 sono piccoli caprioli tuttora in allatta- mento o svezzamento nella struttura; poi 45 pipistrelli ospiti nell'apposita nursery, 270 ungulati, tra caprioli adulti, cervi, daini e cinghiali, poi decine di uccelli. L'ultimo salvataggio è avvenuto il 14 luglio a Modena dove i volontari sono intervenuti per recuperare e restituire al proprietario uno splendido pappagallo esotico. istituto "galilei" Gli ex studenti del "Corni" saldano tutto, anche l'amicizia Un gruppo di ex studenti dell’istituto tecnico "Fermo Corni" di Modena (esattamente la classe quinta "A" diplomati nel 1964), soliti ad incontrarsi tutti gli anni per trascorrere alcune ore piacevoli insieme, ha scelto, con l’"aggancio" del mirandolese Alberto Campi (a sinistra nella foto) di visitare Mirandola e fare una donazione alla città. In giugno il gruppo di amici (quasi tutti di Modena) ha visitato il centro storico e si è reso conto dei gravi danni causati dal terremoto, ha poi continuato la visita fino al laboratorio tecnologico dell’istituto tecnico "G. Galilei", dove il prof. Franco Golinelli (a destra) ha raccontato le traversie vissute dall’istituto nel post-terremoto; insieme è stato scelto, fra un elenco di cose utili al laboratorio, di acquistare cinque saldatrici. La consegna ufficiale è avvenuta il 10 luglio con la presenza della preside professoressa Milena Prandini (al centro) Franco Golinelli ed il rappresentante del gruppo di amici Alberto Campi. Questo l'elenco dei donatori: Franco Bellei, Vittorio Bertolani, Alberto Campi, Egeo Cortelloni, Franco Fini, Giorgio Olivieri, Natalino Pelloni, Riccardo Rebegoldi, Imer Rovatti, Renzo Saccani ed Enrico Silingardi. riqualificazione Writers di fama nazionale ridipingono Camposanto Da venerdì 5 a domenica 7 luglio la zona della stazione ferroviaria e del Circolo Arci Fermata 23 di Camposanto è stata interessata da un intervento di riqualificazione attraverso la realizzazione di opere d’arte da parte di writers di fama nazionale e internazionale che hanno aderito all’iniziativa proposta dall’Associazione Fuori Orario e dalla Galleria D406 di Modena. Sono stati graffitati tre piloni del ponte ferroviario in tre giorni e domenica 7, si è svolto il concerto dei Flexus che insieme al Coro delle Mondine di Novi hanno cantato De André. Due erano gli intenti: ridurre l’impatto visivo dei piloni della linea ferroviaria abbellendoli con opere d’arte e impiegare ancora una volta un linguaggio capace di parlare ai giovani per sensibilizzarli sulla tutela dei beni comuni. Gli artisti che sono intervenuti a Camposanto sono stati Mr. Fijodor, Corn 79, Ericailcane, Mantide, El Euro e Reser. Grazie alla loro disponibilità e alla collaborazione del Circolo Arci Fermata 23, sono state inoltre oggetto di intervento anche le pareti esterne del Centro Giovani, sulle quali opereranno Laurina Paperina e Tatiana Festi. «Abbiamo voluto, con questo appuntamento – spiega il Vicesindaco di Camposanto Luca Gherardi – mantenere viva l'attenzione sul terremoto e sulla ricostruzione, attraverso un linguaggio visivo d’impatto e capace di parlare alle giovani generazioni. Per Camposanto si è trattato di un altro passo avanti verso la ricostruzione poiché è stata l'occasione per mantenere viva l’attenzione sui problemi del post terremoto». La rassegna è stata realizzata in collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana. «Ai giovani del nostro Centro Giovanile che ci hanno aiutato in tutto – prosegue Gherardi – va il nostro ringraziamento per il loro prezioso ed imprescindibile apporto, così come al Comune e alla Provincia di Modena che hanno voluto promuovere questo evento ed estenderlo ai Comuni della Bassa. Ringraziamo anche Aimag spa che ha voluto concederci un contributo per aiutarci a sostenere le spese di realizzazione e tutti gli sponsor e le aziende che non hanno fatto mancare il loro sostegno all’intera rassegna anche attraverso la concessione di materiali e attrezzature per la realizzazione delle opere: Cps Color Equipment di San Felice sul Panaro, il Colorificio Modenese Francesco Righi di Modena, Serteco di Medolla e Baschieri srl di Sassuolo. Un grazie inoltre ai volontari della nostra Anpas Croce Blu che hanno garantito l’assistenza durante tutte le fasi della realizzazione delle opere e che anche questa volta non hanno fatto mancare la loro disponibilità all’Amministrazione e alla cittadinanza». 14 · n. 14- luglio 2013 il progetto Il futuro passa anche attraverso la multiculturalità I luoghi plurali di Mirandola mirandola Il Ctp è presso le scuole medie Grandi consensi per il laboratorio di narrazione orale del Ctp Un momento del laboratorio del Ctp Da novembre 2012 a maggio 2013 in due classi del Ctp (Centro territoriale permanente) di Mirandola è stato realizzato un laboratorio di narrazione orale, un progetto per adulti e tra adulti finalizzato a favorire una più profonda relazione tra soggetti attraverso la pratica dell’ascolto e della condivisione dei propri vissuti: “Mirandola, i luoghi plurali. Voci e memorie dal terremoto”. Condotta dalle docenti Clara Vaccari e Giuliana Borsari del gruppo di narrazione orale di Modena, l'attività ha fatto parte integrante della programmazione curriculare di tutti i docenti del Ctp. Il tema principale, naturalmente il terremoto, è stato affrontato tramite quattro argomenti: la malanotte, cioè il ricordo dei primi momenti, con le voci, i rumori, i pensieri, le emozioni; lo spaesamento, cioè come ci si sente alla perdita improvvisa degli oggetti e dei luoghi della quotidianità; la nostalgia, cioè i sentimenti legati ai ricordi di come erano le cose, i luoghi, i paesi, le persone prima...; infine la speranza, cioè riflessioni e proposte su come ciascuno di loro vorrebbe che Mirandola tornasse ad essere, specialmente in riferimento ai luoghi più frequentati e amati. Gli studenti del Ctp con cui è stato svolto il laboratorio di narrazione orale, sono persone così straordinariamente ricche di umanità ed esperienze di vita, che è stato un onore lavorare con loro. Al termine del percorso è stato realizzato un ipertesto con le riflessioni più toccanti e significative, corredate da immagini scelte da tutti i “neo narratori”. il progetto Il lavoro Educazione alla con-vivenza di gruppo La narrazione orale spesso definita anche "cerchio narrativo" si basa sulla narrazione di ricordi personali, sul rispetto reciproco, sull’educazione all’ascolto. I ragazzi o gli adulti, sulla base di un input dato dall'insegnante o dal conduttore, raccontano a turno frammenti della propria storia personale, mentre gli altri ascoltano senza dare giudizi. La narrazione può dare spazio al racconto del dolore, del lutto, della nostalgia, della lontananza, dell’abbandono. Tra adulti fa affiorare lo stupore di una relazione viva. Fa emergere le differenze di cultura, di religione, di età che stanno dietro alla nostra esperienza vissuta. Quando la storia di ognuno viene “regalata” al gruppo e ascoltata da tutti, quella storia diventa patrimonio comune. La sperimentazione diretta del laboratorio di narrazione tenuto dal gruppo della narrazione di Modena, attivo con continuità da una decina di anni e attualmente costituito da venticinque-trenta insegnanti di scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori è per tutti i partecipanti un'esperienza di elevata crescita personale e professionale. La metodologia di lavoro del gruppo degli insegnanti consiste nello sperimentare l’attività prima con il gruppo degli insegnanti stessi e poi con i ragazzi o con gruppi di adulti. È seguita da Franco Lorenzoni da una decina di anni e trova riscontri in altre realtà (Firenze e Palermo) del circuito nazionale. Il Centro Territoriale Permanente (Ctp) si trova presso la scuola secondaria di 1° grado “Montanari”, via Dorando Pietri 4, Mirandola, telefono: 0535/21187; e mail: [email protected]; web:http://www.scuolamontanarif.it/info/. Il Ctp organizza corsi di alfabetizzazione linguistica (corsi lingua italiana), rivolti ad un pubblico adulto, e corsi serali di scuola media. Si occupa in sostanza di erogare un servizio di formazione, riferito ai primi due livelli dell’istruzione di base obbligatoria. Al Ctp si possono iscrivere italiani e stranieri dai 16 anni in poi. I corsi si svolgono prevalentemente in orario pomeridiano dalle ore 16 alle ore 20, dal lunedì al venerdì, a Mirandola, ma anche a Finale Emilia, Concordia, San Felice. Per chiarimenti è possibile rivolgersi alla segreteria della scuola, secondo i seguenti orari di apertura: mattino dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle ore 13; pomeriggi martedì e giovedì dalle ore 15 alle ore 17 (dopo il 23 settembre 2013); sabato dalle ore 9 alle ore 13. Si comunica che dal giorno dal 9 al 13 settembre 2013 si svolgerà la settimana dell’accoglienza per dare avvio alle attività programmate per l’anno scolastico 2013/2014. Le lezioni avranno inizio lunedì 23 settembre 2013, alle ore 16 e finiranno il 6 giugno 2014. Il calendario dei corsi (giorni ed orari), oltre alla pubblicazione sul sito http:// www.scuolamontanarif.it/scuola/, sarà affisso presso le medie il 20 settembre 2013. Il termine ultimo per le iscrizioni è il 30 ottobre 2013. n. 14 - luglio 2013 · mirandola La docente Cristina De Matteo ha illustrato la ripresa della città Giovani sindaci, grande cuore 15 finale emilia La coop Albatros spicca il volo La solidarietà della comunità di Gazzaniga suggellata nel Consiglio dei Ragazzi Lo scorso 9 giugno un gruppo di ragazzi e genitori della scuola media di Gazzaniga è venuto in visita a Mirandola ed ha consegnato al Consiglio comunale dei Ragazzi (Ccr) la somma di 2.225 euro che saranno utilizzati per progetti ed iniziative didattiche dedicati agli alunni della Scuola Media “F. Montanari”. Lucia Battaglia, in qualità di vice sindaco dei ragazzi, ha fatto da padrona di casa e, assieme alla docente Cristina De Matteo, referente e coordinatrice del Ccr, ha parlato dei problemi in cui stanno versando i giovani che con il sisma hanno perso molti punti di aggregazione, ha illustrato le attività della scuola relative al Ccr e ringraziato per la solidarietà e il generoso contributo che Gazzaniga e i suoi ragazzi hanno voluto offrire. Tutta la scuola vuole esprimere gra- titudine per questa bellissima iniziativa. Gli alunni del Ccr della scuola media di Gazzaniga, coordinati dalla docente Quintina Crespino, hanno raccolto questa somma importante attraverso diverse iniziative, ed hanno devoluto l’intero importo ai ragazzi mirandolesi. Grazie a Simone Masserini, sindaco del Ccr di Gazzaniga che ha consegnato alla sua “collega” Lucia l’assegno simbolico; grazie a tutti i docenti, ai genitori e agli alunni che hanno contribuito a questa raccolta. Grazie all’ Assessore alla Pubblica Istruzione Luisa Dal Bosco, agli esponenti del Comitato Genitori e agli Alpini. Grazie a Luca David che ha curato i contatti e l’incontro. Grazie a tutti, soprattutto per essere venuti a Mirandola e avere espresso di persona la partecipazione e l’abbraccio del paese di Gazzaniga. al calvi di finale emilia Diploma da 100 per Andrea "abbonato" alla pagella d'oro Si è diplomato con 100 all’Istituto Calvi di Finale Emilia il mirandolese Andrea Valtulini (foto), concludendo in questo modo una carriera scolastica eccezionale che gli era valsa per quattro anni consecutivi, la “pagella d’oro”, il riconoscimento che va allo studente con la media scolastica più alta dell’istituto. Andrea proseguirà gli studi iscrivendosi all’università al corso di laurea in “Tecniche di produzione animale”, per completare la sua formazione professionale ed essere in questo modo pronto per entrare nell’azienda familiare. Comprensibilmente molto orgogliosi di questo figlio studente modello, sono i genitori Apostolo e Sabina Ferrara, dipendente del Comune di Mirandola. Ad Andrea gli auguri di un futuro radioso dalla redazione dell’Indicatore. salute Campagna nazionale contro gli infortuni alle mani dei bimbi “Un bambino deve sapere dove il diavolo mette la coda”. Questo lo slogan di “Mani sicure”, la campagna nazionale di prevenzione degli infortuni alla mano del bambino, ideata dalla Società Italiana di Chirurgia della Mano (Sicm) e coordinata, quest’anno, dalla Struttura complessa di Chirurgia della Mano dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, in qualità di centro d’eccellenza nella cura di questo tipo di traumi, diretto da Antonio Landi. La campagna prevede una serie di momenti pubblici di sensibilizzazione nei luoghi potenzialmente più rischiosi: a casa, sui banchi di scuola, mentre si pratica uno sport o si gioca: sono solo alcune delle situazioni che, per i più piccoli, possono nascondere potenziali pericoli. Nel 2012 il pronto soccorso della Chirurgia della mano del Policlinico di Modena ha registrato 777 accessi di bambini tra zero e tredici anni, il 15% del totale degli accessi (5.376). Il 58% dei traumi registrati ha riguardato bambini di età compresa tra 10 ai 13 anni. In media, per quattro bambini su cento è stato necessario un intervento chirurgico. A livello nazionale gli infortuni più frequenti sono ustioni, cadute, ferite da taglio e schiacciamenti. Forni troppo bassi, fornelli incustoditi, prese di corrente, oggetti appuntiti come aghi, forchette, coltelli, ma anche compassi, matite e acqua bollente. Sono questi alcuni dei pericoli più comuni nei quali un bambino potrebbe incorrere a casa o a scuola. Ma anche l’attività sportiva ha i suoi rischi. Basti pensare alla catena della bicicletta o ai bocchettoni che nelle piscine riciclano l’acqua. A questi, poi, si aggiungono i petardi inesplosi che si possono trovare in casa e per strada, ad esempio dopo Capodanno. Il terremoto l'ha fatta restare senza sede ma, paradossalmente, le ha consentito di lavorare di più. Il 2012 è stato un anno speciale per Albastros, l'unica cooperativa sociale di Finale Emilia, nata nel 1999 e specializzata nell'inserimento lavorativo di persone svantaggiate attraverso la gestione di servizi ambientali nell'Area Nord. A seguito agli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, Albatros è stata chiamata a gestire i servizi ambientali all'interno dei campi allestiti per gli sfollati, con un ampliamento degli orari delle stazioni ecologiche e un impegno straordinario nel servizio di raccolta differenziata porta a porta. Considerando l’attività straordinaria dovuta al sisma, rispetto al 2011 il fatturato è cresciuto del 60 per cento, arrivando a sfiorare i 400 mila euro, ma anche senza l’emergenza terremoto il volume d'affari sarebbe aumentato comunque del 28 per cento. L'utile di esercizio ha consentito di ristornare una quota ai soci. «Abbiamo raggiunto il nostro scopo sociale, che consiste nel creare e consolidare opportunità di lavoro per i nostro soci. – commenta Pierpaolo Bergamini, presidente di Albatros – L'obiettivo è stato raggiunto grazie all'impegno di tutti i lavoratori della cooperativa. Attualmente la nostra base sociale è composta da 14 soci tra lavoratori e volontari; diamo lavoro a dieci persone, quattro delle quali svantaggiate». Albatros, aderente a Confcooperative Modena, cura la pulizia delle caditoie, sanificazione dei cassonetti, pulizia delle piazzole e dei bidoncini dell'organico, gestisce la raccolta rifiuti porta a porta e l'apertura di stazioni ecologiche in diversi Comuni della Bassa. «Ci ispiriamo al principio della territorialità, ovvero vogliamo avere un forte legame con le comunità e le istituzioni locali. – spiega Bergamini – I risultati raggiunti l'anno scorso non sarebbero stati conseguiti senza la stretta collaborazione con il Comune di Finale Emili. Diciamo grazie anche a Geovest e Aimag». n. 14 - luglio 2013 · mirandola «E Biagio Antonacci ha inviato un messaggio: Non arrendetevi» A Gavello i giovani sono protagonisti 17 bonifica e scuola Il Burana punta sulla didattica Un successo oltre le aspettative per la manifestazione dei ragazzi della frazione La forza di un paese sta nell’unione tra i suoi abitanti. Gavello lo sa bene e ne ha dato prova anche con la terza edizione del Gavello Summer Party. Un successo inaspettato: si potrebbe definire così questa ennesima riproposizione della manifestazione. Da giovedì a domenica il numero di visitatori è aumentato esponenzialmente: in centinaia ogni sera sono accorsi a guardare il torneo di calcetto saponato vinto dai Fecolosi di Mortizzuolo e dalle Duomo 2, ad ammirare la sfilata realizzata in collaborazione con Capponi Abbigliamento, Benetton, Cose di Donna e Acconciature Nara Equipe, a divertirsi a ritmo di zumba e step con Pantheon Club e a ballare con l’orchestra di Renato Tabarroni e lo staff del Latino Selvaggio. Anche i bambini non sono rimasti delusi: per loro oltre a gonfiabili e giostre ad intrattenerli due fantastiche ani- matrici, Sara e Federica. Hanno raccolto moltissimi consensi anche la gara di motocross e l’esibizione di tiro con l’arco, realizzata da un gruppo di arcieri conosciuti un anno fa, in occasione del post sisma. Ad impreziosire l’evento il messaggio inviato da Biagio Antonacci ai gavellesi, in cui il cantante ha esortato a non arrendersi. Una menzione speciale meritano lo staff del bar, realizzato in collaborazione col Flammery Bar e PulPet Organization, e quello della cucina: ogni sera ha saziato centinaia di persone con gnocchi fritti, tortelloni di zucca e grigliate da leccarsi i baffi. Una quattro giorni all’insegna del divertimento e della spensieratezza: il Gavello Summer Party 2013 è stato un successo reso ancor più significativo dal fatto che volutamente è stato realizzato nella stessa location che un anno fa ospitò la tendopoli autogestita dopo il sisma. E il merito della buona riuscita dell’evento è dello staff che da mesi l’ha preparato e delle oltre quaranta persone che vi hanno lavorato in questi giorni, con quell’armonia e quello spirito di collaborazione che sono risultati vincenti. A tutti loro va un immenso grazie! Giulio Oliani «171 classi tra scuole elementari, medie e superiori, che corrispondono ad oltre 3.400 ragazzi a cui abbiamo parlato di bonifica»: questi sono i numeri che cita il presidente Francesco Vincenzi alla luce dell’anno scolastico appena concluso, che hanno visto la Bonifica Burana tenere lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado, da Pievepelago al basso mantovano. «Mai come quest’anno - prosegue Vincenzi abbiamo investito in cultura di bonifica per i giovani. Vogliamo che i ragazzi di oggi capiscano il lavoro fatto dai loro nonni senza il quale, il territorio in cui vivono, sarebbe un’immensa palude. E che la bonifica oggi non è più fatta di badili e carriole, ma di telecontrollo, di impianti azionati in remoto, oltre all’apporto umano imprescindibile fatto di sorveglianza, manutenzione, progettazione, coordinamento della macchina complessa di canali e impianti che governano il territorio dal punto di vista idraulico». Da sempre, infatti, l’acqua condiziona fortemente il destino di un territorio, intrecciandosi con la storia della sua popolazione e non chiede permesso quando, con una forza brutale, travalica gli argini e distrugge tutto. Vincenzi aggiunge: «L’acqua va controllata, ma è anche una risorsa preziosa. Senza irrigazione non avremmo tutti i prodotti agricoli che sono l’eccellenza del nostro territorio: ciliegie, pere, meloni, angurie, per dirne qualcuno». Bambini e ragazzi, inoltre, accanto alle lezioni in classe, sono potuti entrare negli impianti del Burana per toccare con mano il lavoro della bonifica: impianti come il Camurana di Mirandola, che hanno visitato il giorno della premiazione del concorso regionale Urber, che pompano l’equivalente di 700 “bottiglie d’acqua al secondo” per distribuirla in modo capillare nelle campagne. «È questo che vorremmo far capire meglio: marzo e aprile sono stati estremamente piovosi e noi abbiamo scolato, solo a Bondeno, che è un punto nevralgico di confluenza delle acque, oltre 70 milioni di metri cubi d’acqua tra pompe e gravità, orchestrando i flussi di acqua tra i nostri 2.500 chilometri di canali. Che sono 73mila milioni di metri cubi di acqua, un’enormità – dice il direttore del Burana Claudio Negrini – ma che per noi sono ordinaria amministrazione». 18 · n. 14- luglio 2013 i "classici" giovani/1 Studenti in trasferta a Bologna, Poggio Rusco e Verona La musica classica va a scuola è proseguita nonostante il sisma la collaborazione tra Amici della Musica e "Luosi" Nonostante le difficoltà che scuole e associazioni hanno dovuto affrontare in quest’anno, è proseguita la stretta collaborazione tra l’Associazione degli Amici della Musica e l’Istituto Superiore "Luosi" di Mirandola. I ragazzi hanno potuto conoscere il magico mondo della musica classica e della lirica al Teatro Comunale di Bologna il 6 ottobre, assistendo a Pagliacci e Cavalleria Rusticana, a Poggio Rusco il 29 settembre in un incontro con la musica di Schubert, conoscendo il Macbeth di G.Verdi al Teatro Filarmonico di Verona l’11 dicembre, e concludendo con l’incantevole Elisir d’amore di Gaetano Donizetti (in alto a destra), del 20 aprile, sempre al Filarmonico (nella foto qui sopra di Sara Luppi). Una collaborazione proficua, che vede protagonisti i giovani e la loro freschezza, tanto necessaria al mondo del teatro per poter perdurare. Uno speciale merito va, oltre all’Associazione per l’energia che sempre mette a disposizione di simili progetti, al dirigente scolastico Giorgio Siena, che ha permesso agli Amici della Musica di poter unire le conoscenze scolastiche al grande patrimonio della musica, nella speranza che ciò che quest’anno è stato novità, presto diventi tradizione. L’amore è come un bivio: una strada può nascondere insidie e ostacoli, sembrare vuota, o rivelarsi luminosa. Sta a noi percorrerla e non arrendersi alle difficoltà per coronare il nostro sogno. L’opera buffa di Gaetano Donizetti “Elisir d’amore” cela dietro una prima lettura comica della storia d’amore un messaggio più profondo, che ha viaggiato attraverso le epoche, arrivando al presente. Il protagonista maschile, Nemorino, è il modello di ragazzo insicuro e sognatore che s'innamora di una ragazza che non lo considera: Adina, ammaliatrice sprezzante. Nella disperazione per le imminenti nozze della giovane con il sergente Belcore, suo principale antagonista, Nemorino si affida alla sapienza ingannevole del fattucchiere Dulcamara. Solo il destino darà al giovane la possibilità di conquistare l’amata e vivere con lei il resto dei suoi giorni. Nei personaggi che sono presentati, lo spettatore può immedesimarsi ed è questa la vera forza dell’opera: raccontare storie comuni, elevandole grazie alla potenza della musica e della lirica. Grazie all’associazione Amici della Musica, i ragazzi del Liceo Pico hanno potuto apprezzare la straordinaria interpretazione dei cantanti al Teatro Filarmonico di Verona, che ha conferito un valore aggiunto a questa splendida opera. Gli spettatori sono rimasti vittime a loro volta dell’elisir (della lirica), che ha fatto loro sfuggire una “furtiva lacrima”. Sara Malavasi i "classici" giovani/2 Un trio di giovani talenti per un finale con il botto L’ultimo concerto della stagione 2012/2013 organizzata dall'associazione Amici della Musica di Mirandola si è svolto domenica 5 maggio a Villa Tagliata. Un numeroso pubblico ha assistito all'esibizione, tenuta magistralmente dal trio Mascagna, Pianelli e Fierro. Il trio violino, violoncello e pianoforte ha incantato gli spettatori, nella prima parte, con Il trio degli spettri, opera 70 numero 1 di Beethoven, formata da tre movimenti, il primo e l'ultimo brillanti, che fanno da cornice al secondo, sicuramente più lugubre, contenente oscuri e cattivi presagi, ma comunque il movimento con più emozioni: sembra quasi infatti che gli strumenti si lamentino, proprio come degli spettri. Tuttavia il finale frizzante riesce a scacciare la malinconia che aveva generato il secondo movimento riportando l'allegria. Una piccola pausa basta per fare un salto di quasi un secolo, arrivando al Trio opera 50 in la minore di Tchaikovsky, come lo stesso compositore affermava, la combinazione violino, violoncello e pianoforte non poteva legarsi e formare un corpo armonioso, ma aprì una sfida personale e riuscì a comporre un'opera strabiliante, che i tre musicisti sono riusciti a interpreta- re alla perfezione. Infatti, i tre ospiti di quest’ultimo concerto, nonostante la loro giovane età, hanno ottenuto importanti riconoscimenti, e sono riusciti a donare un pomeriggio di bellezza musicale. La stagione si è così conclusa, nonostante tutte le difficoltà iniziali e le tante preoccupazioni dovute al sisma che ha colpito la nostra terra. Ma questo ha dimostrato ancora una volta che la musica non si può fermare, nessuna barriera, nessun ostacolo la potrà bloccare e come il vento varca ogni confine della terra, anche la musica resterà una delle tante consolazioni nascoste di questo mondo. Matteo Silvestri n. 14 - luglio 2013 · L'iconografia cristiana rimanda chiaramente alle loro virtù curiosità Contro il terremoto, in campo i Santi 19 MIRANDOLA «Gli incanti di Magheia» Francesco Solano predisse un sisma in Perù, Emidio protesse Ascoli Piceno Nell’autunno del 2009 tenni un corso serale a San Felice dedicato all’iconografia dei santi. Trascorsi così l’estate precedente a raccogliere il materiale iconografico visitando parecchie chiese e musei civici locali. Presso il Museo civico di Mirandola rimasi colpita da un’iconografia particolare che ricorreva in ben due dipinti. Raffigurava un santo in abito francescano che con una mano impugnava un crocifisso e con l’altra indicava una città nel paesaggio retrostante; le torri e i campanili della città erano in atto di abbattersi violentemente al suolo come sotto l’effetto di un improvviso terremoto. Facendo le mie ricerche scoprii che si trattava del santo spagnolo Francesco Solano (1549-1610) che nacque a Montilla, vicino Cordova. In giovane età entrò a far parte dell'ordine francescano e nel 1576 fu ordinato sacerdote. Divenuto un famoso predicatore in Spagna, nel 1589 partì alla volta del Perù dove era richiesta la presenza di padri missionari. La sua faticosa missione nel Sud America durò più di vent'anni nei quali si distinse nell'evangelizzazione delle regioni del Perù ma anche dell’Argentina e del Paraguay, e durante i quali compì viaggi avventurosi in luoghi selvaggi apprendendo i molti idiomi parlati dagli Indios. Oltre ad occuparsi attivamente dell'opera di evangelizzazione, ricoprì la carica di rettore dei conventi del suo ordine e fu eletto successivamente Superiore del monastero francescano di Lima in Perù. Negli anni trascorsi nella capitale non mancò di bacchettare lo stile di vita libertino dei ricchi coloni spagnoli. Gli venne riconosciuto il dono della profezia. Infatti nel 1610 mentre pregava a Trujillo dichiarò che una calamità avrebbe colpito quella città. Otto anni dopo fu distrutta da un terremoto e la maggior parte della popolazione morì a causa dei crolli. Da questo episodio fu derivata l’iconografia che lo associa al terremoto (ma può essere raffigurato anche in atto di battezzare un indio) anche se non è propriamente un santo protettore contro i terremoti, viene anzi invocato contro la siccità. Il suo successo come missionario gli valse l'appellativo di Taumaturgo del Nuovo Mondo ed è patrono di molte città dell’America Latina. Sant’Emidio è invece direttamente associato al terremoto in quanto protesse la città di cui era vescovo, Ascoli Piceno, da un violento sisma che colpì le Marche nel 1703. Emidio nacque a Treviri nel 273 da una nobile famiglia pagana. La sua conversione al Cristianesimo avvenne grazie alla predicazione San Francesco Solano che indica la distruzione di una città per effetto del terremoto e Sant'Emidio che sorregge le mura di Ascoli dei santi Nazario e Celso: fu battezzato e si dedicò allo studio delle Sacre Scritture. Entrato in conflitto con la famiglia che tentò in tutti i modi di ricondurlo al paganesimo, partì per l'Italia dove giunto a Milano fu consacrato sacerdote dal vescovo Materno. In questo periodo la sua attività di predicatore fu particolarmente feconda ed ebbe come risultato la conversione di molti dei suoi ascoltatori. In seguito alla persecuzione di Diocleziano dovette fuggire a Roma dove trovò rifugio presso un certo Graziano. Qui gli vennero attribuite molte guarigioni miracolose, tanto che il popolo lo credette la reincarnazione del dio Esculapio. La fama del sacerdote ben presto destò l'interesse di papa Marcellino che ordinò Emidio vescovo di Ascoli e gli affidò la difficile missione di diffondere il cristianesimo nell'importante centro Piceno (ancora quasi completamente pagano).Ad Ascoli era prefetto Polimio, autore di dure repressioni contro i cristiani. Anche ad Ascoli Emidio si prodigò nella guarigione dei malati, cosa che gli consentì di convertire un gran numero di cittadini. Polimio lo credette la reincarnazione del dio Esculapio, e gli chiese di offrire sacrifici agli dei, promettendogli inoltre in matrimonio Polisia, sua figlia. Il santo non solo rifiutò di offrire agli dei, ma addirittura convertì Polisia alla fede cristiana e la battezzò nelle acque del fiume Tronto. Polimio avvertito di questo, ordinò l'arresto di Emidio e lo condannò alla pena capitale. Il vescovo fu decapitato nel 303 o nel 309, mentre Polisia, fatta ricercare dal padre, fuggì sul monte Ascensione e scomparve in un crepaccio (nei pressi del quale in seguito nacque il paese di Polesio). Del terremoto si parla nell’agiografia del santo in connessione al crollo improvviso di un tempio pagano avvenuto quando vollero costringerlo a sacrificare agli dei, oppure alla distruzione istantanea che coinvolse tutti i templi pagani non appena varcò le mura della città picena che era venuto a convertire. Viene abitualmente raffigurato in atto di sorreggere le mura di Ascoli scosse dal terremoto o con un modellino della città tra le mani. Simonetta Calzolari città turrita. Alla staticità della composizione ovviano la figura di Santa Lucia che entra da destra e si volta verso lo spettatore copiando la posa della Santa Maddalena nella pala bolognese dell’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, modello elevato del Rinascimento maturo, ma tuttavia piuttosto vecchio per l’epoca, risalendo quasi ad un secolo prima, e la Santa Caterina all’estrema sinistra che si discosta dalle altre sante raffigurate, per una dolcezza del viso non stereotipata e la posa aggraziata, la cui origine si potrebbe ricercare in ambito reniano o carraccesco. Quindi, in questo caso, non sembra che il Beccanulli abbia guardato ai dipinti che ornavano le chiese finalesi al suo tempo, che pure potevano vantare opere di qualità. Per concludere nella parte alta è raffigurata la Madonna in adorazione del Bambino secondo l’iconografia della così detta Madonna della Ghiara, e ha il merito di rappresentare una delle testimonianze più antiche di questa devozione (iniziata a Reggio Emilia nel 1596). Il secondo quadro presenta Grande successo di pubblico alla prima edizione di "Magheia", organizzata dal Circolo culturale "Morandi" con il patrocinio del Comune e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola. L'Assessore all'Urbanistica Roberto Ganzerli commenta: «Ringrazio per primi i volontari del Circolo che con tantissima passione e competenza hanno lavorato sodo per una iniziativa straordinaria. Si è trattato di un evento di altissima qualità, che ha visto tra gli assoluti protagonisti Alessandro Bergonzoni e Philippe Daverio, ma ci sono state anche tante altre iniziative di spessore, che hanno portato un'attenzione a Mirandola molto particolare. Il tema di questa edizione, "Immaginare per fare", si è sposato perfettamente con il tema della ricostruzione post terremoto ed è stata, per certi versi, anche propedeutica al concorso internazionale di idee "immaginaMirandola" per la ricostruzione del centro storico, fatto in collaborazione con l'Urban Center di Torino. Credo importante che "Magheia" diventi un appuntamento fisso che si possa ripetere ogni anno, affrontando di volta in volta i temi culturali pregnanti della nostra città e del nostro territorio». MIRANDOLA «Calcetto avanti così» Lunedì 15 luglio si è concluso il tradizionale torneo di calcetto in piazza Marconi a Mirandola. «Ringrazio tutti i volontari che hanno realizzato questo importante evento», commenta l'assessore al centro storico Roberto Ganzerli. «Credo che sia stata una delle edizioni più belle e partecipate di sempre. Tantitssimi i ragazzi presenti e anche tante famiglie con bambini, che per 10 giorni hanno trovato un riferimento sano e divertente. A Marian e Rocco, i creatori di questa iniziativa, va il mio plauso personale. Il torneo purtroppo l’anno scorso per motivi legati alla sicurezza del centro storico dopo il terremoto non si è potuto svolgere e ci auguriamo tutti che questo non succeda più». artisti della bassa Finale non aveva pittori, anzi sì L'opera del dimenticato Beccanulli Quando cominciai a raccogliere informazioni sulla rubrica dedicata agli artisti della Bassa non sapevo di quale artista finalese scrivere non conoscendone alcuno, mi rivolsi così ad un mio conoscente chiedendogli notizie al riguardo. Egli mi inviò un messaggio telegrafico con alcuni nomi tra i quali c’era quello del Beccanulli. Cominciai a lavorare attorno a questo nome per ricostruirne la storia. Purtroppo non ho potuto raccogliere molto, poiché di questo artista si è scritto ben poco e le ricerche archivistiche risultano difficoltose per la situazione di emergenza in cui si trovano gli archivi e le biblioteche locali. Mi limiterò alle considerazioni che si possono ricavare da un’osservazione delle opere. Giovanni Battista Beccanulli è l’unico pittore finalese antico ad oggi ricordato. Nato a Finale Emilia nel 1580 da Francesco e Anna, non se ne conosce la data della morte. Un dipinto di grandi dimensioni è certamente suo, essendo firmato e datato ai primi anni del ‘600: proviene dalla chiesa cittadina dell’Annunziata e si trovava fino al terremoto nell’anticamera della Sala consiliare, in Municipio. Raffigura la Madonna della Ghiara seduta su nubi vaporose e nella parte bassa in primo piano i santi Caterina, Agata, Geminiano, Nicola, Lucia e Apollonia. Un'altra tela gli viene attribuita e rappresenta la Madonna con il Bambino in cielo, due Sante in un paesaggio e in primo piano il ritratto del committente a mezzo busto; prima del terremoto questo quadro faceva mostra di sé nella Chiesa del Seminario. Iniziamo dal dipinto firmato: Beccanulli non si rivela un artista carico di inventiva e particolarmente sciolto, le figure dei santi in primo piano sono disposte in due gruppi piramidali, i vescovi Biagio e Nicola e le due sante alle loro spalle sono rigide ed impacciate, sullo sfondo si scorge un paesaggio montuoso più toscano che emiliano, punteggiato di scuri cipressi e in cui si intravvede una qualche punto in più specialmente per quanto riguarda la composizione più articolata. Nella parte alta appare la Madonna col Bambino in braccio, seduta su nubi che scendono a V verso il centro del dipinto, dove sono Santa Caterina d’Alessandria e una Santa monaca, inserite in un paesaggio collinare piuttosto simile a quello dell’altra tela. Entrambe le sante portano una mano al petto in un atteggiamento devoto, mentre in primo piano compare il ritratto del committente, che guarda verso lo spettatore secondo un modello tipico della fine del XVI secolo, e che il Beccanulli potrebbe aver ripreso dal dipinto dello Scarsellino che si trovava in duomo, il Battesimo di Cristo con il committente. Riassumendo: l’arte di Giovan Battista Beccanulli si esplica in una pittura devozionale che per la semplicità della composizione e dei soggetti raffigurati poteva ben inserirsi nell’ambito della pittura controriformata dei primi anni del XVII secolo, riservandosi qualche nota di eleganza, (una certa ricercatezza nelle vesti e nei gioielli), ancora tipica del manierismo, senza mancare di guardare a qualche esempio famoso. Simonetta Calzolari 20 · n. 14- luglio 2013 amarcord Proseguono le curiose avventure dei "castellani doc" «I palloni? Non bastavano mai» dal 9 al 15 agosto è grande festa a Camurana «Tutti i pomeriggi giocavamo in piazza Marconi, fino all'arrivo del vigile Malavasi...» (segue) I fratelli Dario e Lino Bergamini avevano avviato un’attività in proprio costituita nella realizzazione di zerbini di gomma (“pedane”). Per questo lavoro non serviva una grande attrezzatura, bastava una taglierina per tagliare le gomme in strisce di 14 ml l’una, una foratrice per bucare in misura le strisce, ferri e gommini. All’inizio l’azienda era in via Luosi e ci lavoravamo in cinque: i due fratelli titolari, io, Fausto Crespi e Silvano Gavioli. Dopo poche settimane ci misero a contratto dicendo: «Fate 10 metri di zerbini al giorno e poi siete liberi di andare a casa». D’estate c’era meno lavoro, così in giugno quando era pronto il frumento, andavamo ad aiutare il genero di Dario in campagna, in un piccolo podere denominato “La Purcara”, situato sulla strada di Cividale. Un giorno i fratelli Bergamini ci dicono che il signor Piovanelli, un loro fornitore con un’azienda a Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia), ci ha invitato tutti per una settimana nel suo stabilimento, con vitto e alloggio gratuiti, per mostrarci e testare un moderno macchinario per la foratura totale dell’intera striscia. L’edificio era immenso e c’erano anche diverse palle di gomma che chiedo al signor Piovanelli, pensando di utilizzarle in piazza Marconi, dove tutti i pomeriggi facevamo una partitella a calcio tra castellani. «Prendine fin che vuoi» mi dice Piovanelli. I palloni non bastavano mai. Quando infatti era di turno il vigile Malavasi, un uomo molto robusto che pesava sui cento chili, correva subito lì da noi e pretendeva di farsi consegnare la palla. Allora cominciavamo a passarci il pallone, mentre lui correva di qua e di là cercando di prenderlo, mentre gridava «Sav ciap, av port subit in galera» («Se vi prendo vi porto subito in galera»). In realtà noi lo facevamo per lui, per la sua salute, facendolo correre perché dimagrisse. Qualche volta però riusciva a prenderci la palla e la portava in ufficio presso il corpo di guardia. Di sera smontava dal servizio alle 19. Aspettavo che Malavasi si allontanasse e andavo in ufficio che allora era sotto il portico del Municipio. Bussavo. «Avanti» diceva il signor Guido «Cosa è successo?». Fingevo di piangere, raccontandogli della palla. Poi lui me ne mostrava una: «E’ questa?» chiedeva, poi me la passava, ci giocava un po’ e alla fine mi dava anche altre palle. «Toli tuti, a sperem il graffio del gatto Separati in casa Il muro portante dell'immobile si è distaccato dalla struttura orizzontale. Fanno parte della stessa casa, ma il terremoto ha causato questo divorzio. Corrado Gatto che in tuta l’istaa agh la cavadi a farag calar 20 chilo». («Prendile tutte, speriamo che in tutta l’estate riusciate a farlo calare 20 chili»). Scoppiava a ridere e io contento, me ne tornavo a casa con quattro o cinque palle. Quirino Mantovani Nelle foto, dall'alto a sinistra in senso orario, alcuni "castellani doc": Francesco ed Ettore Gavioli, Guglielmo e Quirino Mantovani, Franco Rebecchi e Guido Lana sullo scaffale Nuova collana sugli emiliani nella prima guerra mondiale È uscito nei giorni scorsi il primo volume di una nuova collana dell’editore Gaspari di Udine intitolata “Storia degli emiliani e romagnoli nella grande guerra”. Il libro che dà il via alla serie si intitola Il calvario degli emiliani. L’attacco al Podgora del giugno 1915. A scriverlo è Giacomo Bollini (Bologna 1986), laureato in Storia contemporanea all’Università di Bologna e redattore del Museo Virtuale della Grande Guerra di Redipuglia, sorto sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica. All’alba della dichiarazione di guerra, i soldati italiani varcarono entusiasti il confine all’oscuro di cosa li stesse aspettando: Gorizia era lì, aldilà del fiume, nascosta solo da una bassa collina. Quella collina si chiamava Podgora e sarà la prima tomba della Grande Guerra per i fanti bolognesi, che fra l’8 e il 10 giu¬gno 1915 furono mandati all’assalto. Nel volume è ricostruita la loro storia, tra testimonianze dirette e documenti d’archivio, con l’obiettivo di riportare alla luce un importante episodio per troppo tempo rimasto sepolto nei faldoni. Comunità in Festa, organizzata dalla Parrocchia di Camurana, giunge quest’anno alla 26esima edizione. «Questo traguardo - spiega Ivano Calciolari - è sinonimo della volontà di un numeroso gruppo di persone eterogenee che vivono l’unione della parrocchia, che organizzano sia le cerimonie religiose che le occasioni ricreative e che gioiscono nel vedere radunate le persone nel contesto comunitario. È la volontà di mantenere viva, attiva e accogliente la parrocchia, perché questa sia un punto di riferimento e di aggregazione. Dopo la sosta forzata dello scorso anno, l’edizione 2013 è organizzata con l’impegno e la tenacia della ripresa, nella convinzione che il lavoro svolto sia gradito ancora una volta». La Festa inizierà venerdì 9 agostoalle ore 20.30 con l'iscrizione alla passeggiata presso la canonica; alle 21 si proseguirà con la "Notte di San Lorenzo a Camurana: il più grande spettacolo del mondo" con leoni, tigri, animali rari, clowns e mangiafuoco, abili giocolieri a ributtare in alto, su nel cielo, tutte le stelle cadute l’anno scorso... invano! Camminata notturna in campagna adatta a tutte le età, accompagnati dal cantastorie mantovano Wainer Mazza. Al ritorno, maccheronata per tutti i partecipanti. Sabato 10 agosto la kermesse prevede alle 19.30 l'apertura dello stand gastronomico con specialità gnocco fritto e frittelle, alle 21.30 “Gli animali ci guardano”, psicologia, parapsicologia, occultismo e... bubbole!, convegno semiserio di esperti e non (dopo cena). Interverranno come relatori e per rispondere alle domande del pubblico Katia Barelli, comportamentalista veterinaria, Antonio Gelati, dirigente dell'ufficio veterinario di Mirandola, Mauro Bellodi, veterinario, giudice Enci di prove di lavoro dei cani da caccia, Tancredi Veronesi, aiuto cuoco e assaggiatore nel ristorante Ganzerli “Da Saul”. Domenica 11 agosto alle 19.30 apertura dlelo stand gastronomico con specialità risotto alla mantovana; alle 21.30 la compagnia “Quelli delle Roncole 2” presenta “An n'è mai cum i disan”, commedia dialettale brillante in due atti di Giovanna Ganzerli. Giovedì 15 agosto alle 19.30 apertura dello stand gastronomico con specialità tortelloni di zucca; alle 21.30 serata di musica dal vivo con il gruppo “I Muppets”. n. 14 - luglio 2013 · area nord Conosciuto da due millenni, è diventato Igp nel 2007 Il balsamico, da conservante a oro nero 21 BREVI NUOVO TIR DI AIUTI è GIUNTO A BUTEA Tante curiosità nell'affascinante storia del prodotto tradizionale di Modena Walter Merighi in occasione della chiusura dell'anno sociale del Circolo medico "Mario Merighi" e dell'Ammi di Mirandola La tecnica produttiva del Balsamico tradizionale Dop è molto complessa: si parte dal mosto d’uva, che viene cotto a cielo aperto per 10-14 ore, sottoposto prima a fermentazione alcoolica, ad opera dei lieviti, poi a biossidazione acetica, ad opera degli acetobatteri. Il prodotto ottenuto serve per alimentare batterie di almeno cinque barili, di legni diversi e dimensioni decrescenti, all’interno dei quali subisce un processo di maturazione enzimatica, di invecchiamento, e di progressiva concentrazione. Dopo almeno 12 anni (25 per l’extra vecchio!) si ottiene un prodotto finale di giusta densità, bruno carico intenso, limpido, con profumi e sapori inimitabili, e giusto equilibrio tra zuccheri ed acidi, che appaiono fra di loro amalgamati. Un prodotto che tutto il mondo ci invidia. La storia del Balsamico è affascinante e risale a molto lontano: oltre 2000 anni fa! Gli antichi Romani, che avevano imparato dai Greci a coltivare la vite, facevano largo uso di aceto, sia in cucina, sia come conservante. Soprattutto il popolo ed i soldati bevevano regolarmente l’acetoso, una bevanda fresca, acidula, disinfettante, ottenuta mescolando aceto di vino ed acqua (la stessa bevanda che il soldato, ai piedi della croce, porse con una spugna al Cristo assetato). Gli antichi Romani inoltre cuocevano il mosto, per ottenere prodotti ad alta concentrazione zuccherina: il defrutum, e la sapa, quest’ultima giunta fino ai giorni nostri (saba). Queste pratiche erano diffuse soprattutto nelle nostre zone: Virgilio nelle Georgiche descrive una donna della Padania che in autunno “cuoce sul fuoco il dolce succo del mosto e con una frasca di foglie ne toglie la schiuma…”. Apicio, famoso cuoco romano del 1° secolo d.C., nota per primo le favorevoli modificazioni del mosto cotto quando viene lasciato, per uno o più anni, nelle botti di legno! Insomma siamo già sulla strada giusta per ottenere il Balsamico, prodotto con solo mosto cotto, fermentato, acetificato ed invecchiato in botte. (Immaginiamo qualcuno che abbia dimenticato qualche botte di mosto cotto nel sottotetto per anni…). Nei secoli successivi l’uomo ha sempre cercato di modificare il semplice aceto di vino, per renderlo sempre più pregiato per la cucina, mescolandolo con mosto cotto, sapa, e nel Medioevo anche con droghe e spezie. Nel Rinascimento vi sono molte testimonianze di aceti pregiati, prodotti soprattutto nelle nostre zone e chiamati: aceti alla modenese. Nel sottotetto della torre ovest del palazzo ducale di Modena ebbe dimora per secoli un’acetaia pregiata, alimentata con solo mosto “purgato e ridotto secondo la pratica”, denominato inizialmente “Aceto del Duca”. Solo nel 1747 compare per la prima volta sui registri del palazzo la dizione: “Aceto Balsamico”. Ai Duchi Estensi va il merito di aver fatto conoscere a tutte le corti d’Europa il pregiato prodotto. L’arrivo di Napoleone (1796) coincide con la cacciata degli Estensi, i cui beni vengono sequestrati e messi all’asta, compresa l’acetaia, che tuttavia non andò perduta e divenne patrimonio delle famiglie nobili e benestanti del tempo. Nel 1862 Vittorio Emanuele contribuì alla rovina definitiva dell’acetaia ducale, requisendo le botti rimaste ed inviandole a Moncalieri, dove si estinsero per esaurimento. Ma fino a quel periodo la tradizione Balsamica resta gelosamente custodita nelle soffitte delle famiglie nobili e benestanti, tramandata di padre in figlio. Soltanto verso la metà del 1800 compaiono i primi due documenti “antichi” (Giorgio Gallesio e Francesco Agazzotti) nei quali viene descritto, in maniera puntuale e minuziosa, il procedimento da seguire per ottenere l’aceto Balsamico, partendo dal solo mosto cotto. Da allora sono numerosissime le testimonianza scritte (documenti notarili, donazioni, inventari, mostre ed esposizioni) della presenza di vecchie acetaie pregiate nelle nostre zone. Il dopoguerra ed il boom economico portano ad una progressiva diffusione dell’aceto Balsamico Tradizionale (Abtm) cui viene attribuita inizialmente la Doc, e successivamente la prestigiosa Dop. Nasce nel ’67 la Consorteria di Spilamberto, per la tutela del prodotto, e nel ’79 il Consorzio Produttori. Ma la produzione resta necessariamente limitata, sia per i costi, sia per il lungo invecchiamento. Nel 1965 nasce ufficialmente anche l’Aceto Balsamico di Modena (Abm), prodotto industrialmente mediante miscela di aceto di vino, mosto cotto e caramello, cui è stata attribuita nel 2007 l’Igp. Grazie ai rapidi tempi di produzione ed al basso costo, l’Abm raggiunge rapidamente livelli di sviluppo commerciale tali da rappresentare una risorsa per l’economia di tutta la provincia, pur essendo privo di quei profumi e di quei sapori che sono tipici del solo prodotto della tradizione secolare. Valter Merighi area nord Nella Bassa modenese a cavallo tra ricordi e realtà Il Sindaco di Camposanto Antonella Baldini durante la manifestazione (foto di Roberto Gatti) Dal 13 al 16 giugno scorsi si è svolta nella Bassa modenese un’iniziativa mai realizzata in precedenza denominata “A cavallo tra ricordi e realtà”, ovvero una lunga cavalcata attraverso campagne e argini del nostro territorio, che ha anche dato la possibilità ai cavalieri di ammirare il patrimonio storico che racchiudono i paesi dell’Area Nord. Lo sbattere di tanti zoccoli sull’asfalto, un vero e proprio concerto equestre, ha richiamato tante persone che hanno osservato stupite e ammirate i bellissimi animali che hanno fatto la gioia soprattutto dei bambini. In quattro giorni cavalli e cavalieri hanno toccato i Comuni dell’Area Nord di Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Cavezzo, Concordia, San Possidonio, Mirandola e San Felice, facendo tappa anche a Rovereto di Novi . Sabato 15 giugno si è raggiunto il numero massimo di partecipanti alla manifestazione con la presenza di quasi 50 cavalli. Proprio sabato il Un nuovo Tir di aiuti di Happy Children è arrivato a destinazione in Romania. «Carissimo Iago Fregni e benefattori tutti, – ha scritto suor Elisabetta Barolo di Butea – anche questa volta abbiamo notato la vostra nobiltà e generosità d'animo per quello che ci avete fatto giungere. Con sentimenti di vera riconoscenza, ringraziamo. Bambini, ammalati ed anziani, ogni sera, innalzano preghiere secondo le vostre intenzioni. Ogni giorno siamo a tavola un centinaio di persone, quindi gli alimenti che ci avete mandato sono veramente una provvidenza. Anche i solleva ammalati sono molto utili per le 30 persone in carrozzella. TZU CHI TAIWAN PER FINALE EMILIA corteo equestre, arrivando da Concordia, è giunto a Mirandola scortato dalla polizia municipale. La sosta per il pranzo è stata gestita e organizzata dall’associazione “Francia Corta” che, con la consueta disponibilità, ha allestito un “ranch da campo” dove è stato possibile ristorare cavalli e cavalieri in tutta tranquillità. Nel primo pomeriggio, poi, sotto il sole cocente, il gruppo è stato scortato nel cuore del centro storico di Mirandola gravemente danneggiato dal terremoto dello scorso anno. Questi quattro giorni hanno sicuramente divertito e allietato cavalieri e pubblico ma in realtà il motivo promotore dell’iniziativa, oltre a quello benefico, è stato di concentrare l’attenzione su un territorio che possiede infinite risorse materiali, naturali e umane, che non esita a rimboccarsi le maniche ma ha ancora bisogno di aiuto per riappropriarsi delle proprie ricchezze. Romina del comitato organizzatore In un clima di grande cordialità e amicizia è stato firmato un protocollo d’intesa tra la Fondazione Tzu Chi, nata a Taiwan nel 1966 e ora presente in tutto il mondo, il Comune di Finale Emilia e la locale sezione della Croce Rossa Italiana. Presente a Finale Emilia già a dicembre 2012, la Fondazione Tzu Chi ha voluto aggiungere altri aiuti oltre a quelli già attivati, impegnandosi a finanziare quattro progetti: libri di testo per gli studenti della scuola secondaria di 1° e 2° grado: erano 30 i beneficiari, nel prossimo anno scolastico si stima saranno 45. L’abbonamento del trasporto scolastico per il percorso casa-scuola-casa, che ha interessato 32 famiglie. Buoni pasto per i più bisognosi, anche qui in aumento: per il prossimo anno scolastico si prevede saranno 40 gli esonerati e 95 avranno una riduzione della retta. Il quarto progetto riguarda anziani e disabili in condizioni di particolare indigenza e non autosufficienti, ai quali saranno affiancati badanti in grado di aiutare per le necessità primarie. n. 14 - luglio 2013 · biblioteca "garin" Un aiuto concreto per la rinascita della "casa dei libri" Il grande cuore di Les Arts 23 corsi e cultura A Camposanto si sperimenta La scuola di ballo ha donato 3.060 euro, ricavati dallo spettacolo al Palasport La scuola di ballo “Les Arts” ha donato di recente 3.060 euro, ricavato di uno spettacolo effettuato in maggio al palazzetto dello sport, alla Biblioteca comunale di Mirandola. La somma è stata consegnata al Sindaco Maino Benatti nel corso di una iniziativa che si è svolta nei giorni scorsi. L’Amministrazione comunale ringrazia sentitamente “Les Arts” per l’interesse e l’affetto dimostrato per la Biblioteca. nuova sede L'Ufficio della Biblioteca trasloca in via Giolitti Entro i primi giorni di agosto l’Ufficio Biblioteca del Comune si sposterà dalla sede attuale (via Pietri 4, casetta di legno) alla sede provvisoria del municipio, in via Giolitti, nella quale troveranno posto tutti gli uffici comunali. il libro del mese l'autore del mese Nasceva cento anni fa lo scrittore Vittorio Sereni Nasceva cento anni fa a Luino, il 27 luglio 1913, lo scrittore e poeta Vittorio Sereni. Luino e Brescia, luoghi nei quali da ragazzo vive e studia, ispirano la sua vena poetica. A Brescia legge Ungaretti ed in seguito sarà ricordato come il capostipite della corrente che si rifà alla Linea Lombarda (lo stesso nome di un’antologia poetica pubblicata nel 1952 da Luciano Anceschi). Nel 1933 si trasferisce a Milano dove frequenta prima Giurisprudenza poi Lettere, dove si laurea con una tesi su Guido Gozzano che, per l’innovativa impostazione, raccoglie il plauso di artisti come Salvatore Quasimodo e Aligi Sassu. Con Quasimodo, Anceschi, Alfonso Gatto e Giancarlo Vigorelli stringe rapporti di amicizia e grazie a loro pubblica le sue prime poesie nel 1937 sulla rivista Frontespizio. Nello stesso anno, dopo aver collaborato a Letteratura e Campo di Marte, entra nella redazione della rivista Corrente, che lascia quasi subito e che, divenuta casa editrice, pubblicherà le sue poesie. Allo scoppio della guerra è insegnante di latino e greco a Modena. Richiamato alle armi viene fatto prigioniero nel 1943 e trascorre due anni in Algeria. Tornato a casa, pubblica Diario in Algeria, lascia l’insegnamento e inizia a lavorare presso l’ufficio stampa della Pirelli, e nel 1958 entra alla Mondadori come direttore letterario e dove diverrà direttore della collana I Meridiani. In questi anni pubblica numerose opere, fra le quali Gli immediati dintorni e Gli strumenti umani. Nel 1972 vince il premio dell’Accademia dei Lincei. Inizia a viaggiare in numerosi Paesi stranieri e comincia a tradurre opere di poesia presso Einaudi (fra i quali Pound, Apollinaire, Camus, Wlliams, Corneille). Nel 1982 per tale lavoro riceve il Premio Bagutta. La sua opera Stella variabile, pubblicata da Garzanti, vince il Premio Viareggio per la poesia. Sereni è anche critico letterario, collaboratore e redattore di diverse riviste. Il 10 febbraio 1983 muore a Milano per un aneurisma. Escono postumi Gli immediati dintorni-primi e secondi, presso Il Saggiatore e Tutte le poesie presso Mondadori. Le opere di Sereni che si possono trovare nel Polo delle Biblioteche modenesi e sono richiedibili con prestito interbibliotecario dall’Ufficio Biblioteca del Comune di Mirandola sono: La casa nella poesia, Diario d’Algeria, Frontiera, La giovinezza che non trova scampo (con Antonia Pozzi), Il grande amico, Gli immediati dintorni, Gli immediati dintorni: primi e secondi, Letture preliminari, Il musicante di Saint-Merry, L’opzione e allegati, Poesie scelte, Un posto di vacanza, Il sabato tedesco, Senza l’onore delle armi, Stella variabile, Gli strumenti umani, Una lunga amicizia (carteggio Sereni-Bertolucci), Un tacito mistero (carteggio Sereni-Parronchi), La tentazione della prosa, Tutte le poesie. Traduzioni: Angelopoulos: La recita, Apollinaire: La chiamavano Lu e altre poesie, Da Alcools, Char: Fogli d’Ipnos, Ritorno sopramonte, Corneille: L’illusione teatrale, Firbank: Il cardinal Pirelli, Green: Leviatan, Kabaphes: Poesie erotiche, Ritsos: Trasfusione, Valery: Tre dialoghi, Williams: Poesie. Il prestito interbibliotecario sarà sospeso nei giorni di trasloco e risistemazione dell’ufficio, che verranno comunicati sul sito del Comune ed in Facebook. Rimarranno identici il numero di telefono (0535/29781), la mail [email protected], e gli orari di apertura al pubblico: tutte le mattine dalle 8,30 alle 13 ed i pomeriggi di lunedì e giovedì dalle 14,30 alle 17,30. Sotto l'ombrellone con i gialli Sellerio Autori vari, Ferragosto in giallo, Sellerio, 2013 L’editore Sellerio, con questa operazione editoriale, che la caratterizza in momenti particolari dell’anno (Natale, Capodanno ecc.) offre ai lettori un’antologia di racconti di prestigiosi scrittori italiani e stranieri di gialli, questa volta ambientati nei giorni del Ferragosto. Così sotto l’ombrellone o in montagna potremo leggere Camilleri, Costa, GiménezBartlett, Malvaldi, Manzini, Recami, ed ovviamente le imprese dei loro protagonisti più famosi, quali Montalbano, il Barrista ed i vecchietti del BarLume, Delicado e Garzon, Baiamonte, Schia- vone, De Angelis. Nel racconto di Camilleri, “Notte di ferragosto” Salvo e Livia si trovano a Vigàta dove la metà degli abitanti usa trascorrere sulla spiaggia la notte tra il quattordici e il quindici di agosto. Insuperabile la descrizione dello spostamento delle famiglie dal paese al mare, nella quale l’autore richiama usi e costumi in vita fino alla metà degli anni Sessanta: “Era ‘na speci di migrazioni momintania, Vigàta ristava diserta, proprietari ‘nni addivintavano cani e gatti, i latri di case non si pirdivano l’occasioni e s’arricampavano macari dai paìsi vicini. Evidentementi si erano passati la parola”. «Scusi sa dove posso iscrivermi a un corso di yoga?». «Devo andare all'estero per lavoro il prossimo anno e vorrei approfondire l'inglese...». «Voria imparar a usar chela machina lì, el computer, ti set dove i me insegna?». In biblioteca sempre più frequentemente si sentono domande di questo tipo; la gente ha sempre voglia di imparare e durante la crisi c'è anche voglia di sperimentare, di approfondire nuove passioni. Ecco perché l'Assessorato alla Cultura del comune di Camposanto intende proporre per il prossimo autunno una serie di corsi che rispondano alle esigenze dei cittadini. «Non si tratterà di una Università della Terza età – spiega Luca Gherardi (foto), assessore alla Cultura – ma piuttosto di una proposta di formazione varia e attenta alle esigenze di tutti, da svolgere in orario serale o preserale, in modo da poter essere accolta anche da chi lavora. Stiamo raccogliendo proposte e richieste: chi volesse offire il proprio contributo o delle idee nuove, può rivolgersi in biblioteca». Biblioteca comunale: biblio.camposanto@cedoc. mo.it. Orario estivo (fino al 16 settembre), al mattino dal martedì al venerdì 9-13, sabato 9-12; al pomeriggio: martedì e giovedì 14.30-18.30. Chiusura estiva: dal 10 al 31 agosto. Paola Bonfante poi sarà a medolla A San Prospero la mostra di foto "Ricordare è tenere nel cuore" La mostra fotografica itinerante "Ricordare è tenere nel cuore", realizzata dal Coordinamento Pedagogico Provinciale, con il contributo della Provincia di Modena e della Regione Emilia Romagna, arriva a San Prospero. Questa mostra, molto toccante e significativa, raccoglie alcune delle più belle immagini che raccontano l'enorme lavoro svolto la scorsa estate dai Nidi dei Comuni dell'Area Nord, sia nelle strutture agibili sia in sedi provvisorie ed improvvisate, dentro e fuori dalle tendopoli. I bambini dagli zero ai tre anni hanno avuto la possibilità, nonostate i terribili giorni vissuti, di avere garantita ed assicurata l'attività educativa. Già dai primissimi giorni del giugno dello scorso anno in tutti i Comuni dell'Area Nord e del cratere del sisma sono riprese le attività educative con i bambini, per supportare le famiglie, ma soprattutto per dare ai bambini stessi quella parvenza di "normalità" che solo il rivedere le proprie tate ed i propri coetanei in un contesto di gioco gioioso poteva dare. La mostra rimarrà a San Prospero fino al 26 luglio 2013, esposta nell'atrio dell'ex Biblioteca di Via Chiletti, ora sede temporanea del Municipio. La mostra è visibile dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 14, il martedì ed il giovedì dalle 8 alle 18. Il prossimo Comune che la ospiterà sarà Medolla, che la esporrà dall'1 al 15 settembre 2013. 24 · n. 14- luglio 2013 In settembre si terrà un'asta benefica per l'asilo di Quarantoli mirandola Il concerto di Muti nelle foto di Vanni In mostra al Bar La Fenice le immagini di Calanca che documentano il grande evento Il grande evento che ha visto protagonista a Mirandola Riccardo Muti rivive nelle immagini di Vanni Calanca. Il fotografo Leica espone infatti al bar La Fenice di Mirandola "Tutti Muti", una mostra con suggestivi scatti dell'evento. «Il 4 luglio a Mirandola - commenta il Sindaco Maino Benatti - si è vissuta una giornata memorabile, all’insegna della musica, della solidarietà e dell’orgoglio di essere stati protagonisti di un evento eccezionale: il concerto del Ravenna Festival con la direzione musicale del Maestro Muti. Un’iniziativa bellissima perché nel nome di Giuseppe Verdi e della cultura i Mirandolesi hanno ricevuto un regalo che non dimenticheranno. Vanni Calanca, con la sua Leica, ha colto con maestria i momenti significativi che intrecciano, legano, l’evento, il concerto al contesto di una città ferita, ma che si sta rialzando e che ha gente provata ma mai vinta. I preziosi scatti di quella serata - conclude Benatti - hanno immortalato momenti di felicità e di speranza, indispensabili per proseguire nel nostro cammino di rinascita». LA POESIA Un abbraccio verdiano alle popolazioni del "cratere" Riceviamo e volentieri pubblichiamo una poesia di Nino Vicenzi sul concerto di Riccardo Muti. All’illustre Direttore che ci ha dato lo stupore di una splendida serata che mai più sarà scordata. Ogni pezzo una bravura, arte, musica, cultura, ci animava con passione pure in tanta distruzione. Commovente in modo vero, dal Nabucco il “Va Pensiero” che in silenzio religioso ci riempiva il cuor gioioso. E qiù tutti abbiam capito che l’amore è sempre un mito, se vissuto in senso buono che la vita è un grande dono. Con un cielo più sereno palcoscenico strapieno, da qualunque punto dato il nostro Verdi ha dominato. Nella forma a noi più vera la città può esser fiera, gli episodi ci son stati non ci hanno abbandonati. Le parole del Maestro ci accompagnano con estro, rincuorandoci di certo con autentico rapporto. Giusto il tempo non cancella una serata tanto bella, che trascorsa in gran letizia sotto il simbolo “Amicizia”. Certi che il Maestro Muti, con umiltà ha tutti uniti, e nel modo più squisito fu per tutti un vero amico. Anche se noi siamo ignari più di cento volontari in silenzio han lavorato col migliore risultato. Concludendo quindi il tutto la serata ha dato frutto, ed impresso alla memoria un evento che fa storia. Nino Vicenzi Le foto di questa pagina sono di Vanni Calanca n. 14 - luglio 2013 · mirandola «Rude, fiero, gagliardo: impersonò il Risorgimento italiano» Com'eran Verdi quegli anni L'importanza del compositore nell'analisi di un appassionato cultore mirandolese musica Il decalogo per ascoltare il Cigno di Busseto Giuseppe Verdi Chi è stato Giuseppe Verdi? Per quale motivo a lui sono stati dedicati teatri, vie e piazze cittadine in Italia e nel mondo? Perché la sua musica raggiunge le regioni più intime della sensibilità di ogni uomo nei confronti della vita che va incontro ad un destino che l’individuo non può determinare. Da ciò la pietà di Verdi per la condizione umana compresa la sua che, quando gli fu possibile, pilotò da dominatore spinto da una fortissima ambizione unita a un grande senso pratico e ad una potente personalità. Ebbe acuto senso di osservazione, istintiva passione per la musica, la salute e il possesso della maggior parte delle virtù capitali: condizioni che gli permisero di svolgere un cammino artistico solitario e originale e di avere una vita eccezionale. Uomo di teatro nato, si metteva sempre dalla parte del pubblico: sua cura primaria era quella di non essere prolisso o noioso. «Brevità e concisione» raccomandava ai librettisti. Da parte sua, fin dalle prime opere, introdusse inserti di elevato sentimento nel mezzo di scene triviali o truculente con immaginabili, sorprendenti effetti. La sua musica si distingue per semplicità e discorso diretto alle coscienze che sempre fa raggiungere un’emozione e, non di rado, la catarsi, cioè l’azione purificatrice che esercita l’arte tragica sullo spettatore. Non si spiegherebbero altrimenti i suoi brevi preludi densi di toccante struggimento, rapportati ai drammi a cui assistiamo, se non a causa del suo innato pessimismo, al senso tragico per il quale i buoni e i giusti sono sacrificati. Rude, fiero, gagliardo, Verdi impersonò il Risorgimento italiano. L’arte verdiana è fatta di pura e semplice potenza di sentimento espressa per le vie più immediate. Egli non si preoccupò di finezze letterarie ma, attraverso un infallibile senso drammatico e un’eccezionale maestria nella caratterizzazione musicale, seppe dar voce ai sentimenti appassionati dei suoi personaggi. Diventò più esigente nella scelta dei soggetti acquisendo via via maggior raffinatezza pur mantenendo intatti gli elementi primordiali della sua arte. Nelle ultime opere consolidò e intensificò la struttura drammatica e usò l’orchestra in modo più sinfonico ma sempre personale. In una lettera del 1873 al pittore Domenico Morelli, Verdi scrive tra l’altro: «A me piace nelle arti tutto quello che è bello. Io non ho esclusività; io non credo alla scuola e mi piace il gaio, il serio, il terribile, il grande, il piccolo, ecc... ecc... Tutto tutto, purché il piccolo sia piccolo, il grande sia grande, il gaio sia gaio ecc... ecc... Insomma, che tutto sia come deve essere: Vero e Bello». Dice bene Gustavo Marchesi, uno dei fondatori dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani: «Giuseppe Verdi prelevò il glorioso melodramma italiano dalle mani di Rossini per portarlo ad incredibili vertici di grandezza artistica, culturale, morale, nazionale». Oscar Reggiani 1. Una fortissima ambizione in una giovinezza sottoposta a durissime prove. «Sono mai stato giovane?». Una primadonna febbricitante partecipa al trionfo di Nabucco che conquista i maggiori teatri italiani ed europei. 2. Gli “anni di galera” (1843-49), mentre quella donna lo seguiva col pensiero e lo aiutava in vari modi: Giuseppina Strepponi. «Il pubblico mi può voltare le spalle, la terra mai!». I lombardi alla Prima Crociata, Ernani, I Due Foscari, Giovanna d’Arco, Alzira, Attila, Macbeth, I Masnadieri, Jerusalem, Il Corsaro, La Battaglia di Legnano. La nuova condizione economica e sociale. 3. Gli affetti privati. Il rapporto padre-figlia: Luisa Miller, Stiffelio. Rigoletto: per equilibrio tra musica, canto e dramma: un diseredato dalla vita colpito nell’unico affetto rimastogli. Lo sfratto ai genitori. Un’emblematica lettera al suocero. 4. Il rapporto madre-figlio: Il Trovatore. Il desiderio di vendetta e un odio atroce consumano la vita di una donna. «Cos’è la vita se non morte?». Amore e morte: La Traviata, ossia l’amore sacrificato alla morale borghese. Un mito vivente di 40 anni. Il periodo più felice si accompagna alla pietà per la condizione umana. 5. Una lunga “vacanza” a Parigi. Frequentazione dell’ambiente teatrale e cura dei propri interessi. Il rapporto padre-figlio: I Vespri Siciliani. L’acquisto di arredi per casa di S. Agata. Il ritorno in Italia. L’indagine introspettiva dei sentimenti: Simon Boccanegra, Aroldo, Un Ballo in Maschera, La Forza del Destino. 6. Gli effetti della “scapigliatura milanese. La revisione di Macbeth: dramma dell’ambizione spietata, del rimorso e della rovina. La ricerca di nuove espressioni nella più “wagneriana” delle sue opere: Don Carlos. Anime dilaniate e sogni irrealizzabili. La debolezza del sovrano e la sovrastante autorità della Chiesa nella Spagna del 16° secolo. Chiusa la carriera? verdi I suoi capolavori al Teatro Nuovo Presentiamo, di seguito, anno e titolo delle opere di Giuseppe Verdi rappresentate al Teatro Nuovo di Mirandola. Affissi alle pareti sud e ovest del palcoscenico esistono ancora i manifesti originali degli spettacoli. 1907: Aida 1909: Otello 1912: Rigoletto 1920: Rigoletto 1938: Il Trovatore 1955: Rigoletto 1956: Il Trovatore 1958: La Traviata 1964: Otello 1965: Rigoletto 1965: La Traviata 7. Aida: opera eccezionalmente felice. La gelosia, l’invidia e l’odio hanno ragione su due puri innamorati. La Messa da Requiem: il pessimismo sulla probabilità di una trascendenza si rivolge sgomento pur sempre all’oggetto di quella trascendenza. Forse le pagine musicalmente più alte di Verdi. 8. Il programmato incontro con Arrigo Boito. Il rifacimento di Boccanegra, il “Boris italiano”: dramma del rimorso e dell’espiazione. Il progetto “cioccolatte”. Il superamento della romanza “chiusa” a favore di un discorso musicale unico che raggiunge spesso una forza drammatica e lirica senza precedenti: la tragedia di Otello, dramma della differenza razziale e della gelosia. Carriera finita? 9. L’approdo alla commedia lirica: Falstaff. Non l’ultima opera dell’800 ma la prima del ’900. Vecchio musicista o musicista vecchio? Il dialogo musicale. L’aggancio alla musica europea. Una visione superiore della commedia umana. Una sonora poiché «Tutto nel mondo è burla». L’addio al teatro, venato di malinconia. Lo sgomento per l’inarrestabile cammino della vita. 10. I Quattro Pezzi Sacri. La chiusura della vita “leggendaria” di un lottatore formidabile riuscito a vivere alla massima espressione. La Casa di Riposo per Musicisti: la sua “opera più bella”. Il testamento. La morte di un Grande, anzi, di un Pari d’Italia. O.R. 25 1966: Il Trovatore 1967: Nabucco 1984: La Traviata 1986: Rigoletto 1987: Il Trovatore 26 · n. 14- luglio 2013 "Il Ducato Estense nella cartografia antica e nella ritrattistica" eventi In mostra a Spilamberto quadri dei Pico Esposto anche un inedito dipinto di Alfonso IV d'Este attribuito a Sustermans Dal 20 al 24 giugno presso le Sale della Rocca Rangoni di Spilamberto, in occasione della Fiera di San Giovanni, si è tenuta la mostra “Il Ducato Estense nella cartografia antica e nella ritrattistica di corte: due secoli di storia modenese”. L’evento è stato promosso dall’architetto Sergio Bianchi, della Galleria d’Arte Ossimoro, in collaborazione con il Comune di Spilamberto, il Comune di Mirandola, la Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, la Banca popolare dell’Emilia Romagna, ed alcuni collezionisti privati. Sono stati esposti preziosi dipinti ad olio su tela raffiguranti ritratti dei Duchi Estensi realizzati tra il XVII ed il XVIII secolo. Alcuni dipinti del Museo Civico di Mirandola, tra cui il ritratto di Alfonso IV d’Este adolescente opera di Justus Sustermans (1597-1681), sono stati esposti in riproduzione e inseriti in pre- ziose cornici. Inoltre sono stati esposti dipinti della collezione di arte antica della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, e di collezionisti privati, tra cui modena L'Istituto storico si prepara al 70° della Resistenza «L’Istituto storico di Modena è impegnato da alcuni anni in uno sforzo di riorganizzazione della propria attività e di razionalizzazione delle spese e degli investimenti che ha consentito una sostanziale tenuta, funzionale e finanziaria, anche negli anni della “crisi”. Ora, per realizzare appieno la missione culturale, formativa e civile che gli è propria, spetta all’Istituto un compito più difficile ma forse anche più gratificante: svolgere in toto il ruolo di collante e di veicolo di contaminazione di mondi anche molto diversi e distanti che esso, di fatto, già riveste a Modena, nella provincia e all’interno della rete nazionale degli istituti storici della Resistenza per tutto quanto attiene alla storia e alla memoria del Novecento». Sono le parole di Giuliano Albarani, rieletto presidente dell'Istituto storico di Modena il 15 giugno scorso, in occasione dell'annuale assemblea dei soci svoltasi nel palazzo comunale di Modena. Il nuovo direttivo ha confermato anche Giulia Bondi nel ruolo di vicepresidente. L'assemblea quest'an- un ritratto inedito di Alfonso IV d’Este, regnante, anch’esso attribuito a Sustermans, della Galleria d’Arte Ossimoro. Particolarmente interessante, data la no ha ospitato una tavola rotonda dei rappresentanti delle istituzioni e del mondo della cultura (l'Onorevole Manuela Ghizzoni, il Senatore Stefano Vaccari, gli Assessori Roberto Alperoli e Elena Malaguti, il presidente della Fondazione Fossoli Lorenzo Bertucelli) in vista dell'imminente settantesimo anniversario della caduta di Mussolini (25 luglio 1943). Da luglio 2013, in provincia di Modena e in molte parti del paese fino al 25 aprile 2015, prenderà il via un percorso biennale di iniziative e progetti sui temi della Seconda guerra mondiale, del Fascismo e della Resistenza. Obiettivo dell’Istituto storico per il 70° della Resistenza è avviare una riflessione profonda e articolata sulla costruzione della sua memoria dal 1945 ad oggi. Modena, come del resto buona parte preziosità e l’unicità delle opere, è stato lo spazio dedicato alla cartografia estense antica, con l’esposizione di carte dal XVI al XVIII secolo di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola, che documentano l’evoluzione territoriale del ducato estense dalla devoluzione di Ferrara a Napoleone. Nel corso dell’inaugurazione, dopo l’introduzione del Sindaco di Spilamberto, Francesco Lamandini, l’architetto Giovanni Benatti e il professor Piercarlo Cintori hanno tenuto una conferenza dal titolo: “Il Ducato Estense nella Cartografia antica”. La storica dell’arte Graziella Martinelli Braglia ha parlato di Iconografia estense nell’ancien régime. Nelle serate della Fiera Giovanni Benatti, ha accompagnato i visitatori in interessanti visite guidate. Gino Mantovani dell’Emilia-Romagna, è un punto di osservazione privilegiato sia per ogni riflessione sulle modalità celebrative e di ricordo della lotta partigiana, sia per la centralità che la memoria della Resistenza ha avuto nelle diverse fasi politiche e sociali che si sono succedute fino ai giorni nostri. Daniela Garuti sottoscritto, durante la festa sociale, un documento di gemellaggio con l'Avis di Fontanelice e di Borgo Val Sugana, presso i quali siamo stati ospi- ti durante la loro festa sociale per il 39esimo ed il 60esimo di fondazione. Le visite sono state contraccambiate con la partecipazione alla nostra festa sociale del 22 giugno scorso, per il 62esimo di fondazione, durante la quale sono state consegnate le medaglie (da argento dorato a oro con diamante) a decine di nostri donatori; da anni non vedevamo la presenza di un così folto pubblico e di numerose delegazioni (15), confermate dai labari. L'ufficialità dei gemellaggio è stata convalidata con le firme dei rappresentanti delle istituzioni (foto): i Sindaci di Mirandola Maino Benatti e di Fontanelice Vanna Verzelli, ospiterelatrice della nosta festa sociale, e dal Presidente del consiglio comunale di Borgo Val Sugana. Caterina Liotti e Claudio Silingardi durante l'assemblea L'Avis ufficializza il gemellaggio con Fontanelice e Borgo Val Sugana ditte e privati cittadini. Tutte le sezioni Avis del "cratere" hanno avuto conferma di questa solidarietà da decine di consorelle che hanno raccolto fondi indirizzati a interventi sul ripristino delle nostre sedi. A consolidare questa vicinanza l'Avis di Mirandola, già nel 2012, ha avviato uno scambio di incontri con l'Avis di Fontanelice, di Borgo Val Sugana, di Savona, di Albisola e di Soave, che hanno portato allo scambio di prodotti e all'acquisto di tonnellate di formaggio terremotato. Facendo seguito ad una conferma di più stretta collaborazione, espressa anche dal nostro consiglio, abbiamo Piace la pittura all'aria aperta I due incontri di “Pittura all’Aria Aperta” del 26 maggio e 16 giugno organizzati dal Centro socio-educativo per disabili adulti “La Nuvola” hanno riscosso un grande successo, testimoniato dai 130 dipinti che sono stati realizzati. All’evento hanno partecipato grandi e bambini che hanno saputo cogliere l’occasione di condividere un momento di creatività e socialità, con disinvoltura e spontaneità. L’iniziativa rientra in un progetto di integrazione delle persone diversamente abili nella comunità. Il gesto creativo che si esprime liberamente si rivela ancora una volta un mezzo privilegiato per evidenziare ciò che accomuna le persone, con e senza disabilità. Tutti i 130 quadri sono stati esposti nelle giornate del 12, 13 e 14 luglio in piazza Costituente di Mirandola in occasione del “Festival delle Arti” e saranno successivamente visibili presso il Centro Diurno Socio-educativo “La Nuvola” in via Trentini, 6 a Mirandola. Dopo l’esposizione ogni autore potrà recuperare la propria opera presso il Centro. L’iniziativa è stata promossa da Domus Assistenza Società Cooperativa Sociale e patrocinata dal Comune di Mirandola, dall’Unione Comuni Modenesi Area Nord e dall’Ausl del Distretto n. 2 di Mirandola. Per info: 0535/ 22462 (Centro diurno Nuvola). mirandola Dopo l'assemblea comunale del 16 marzo scorso, che ha visto riconfermato il consiglio uscente, sono continuati i contatti e gli incontri con le sezioni consorelle, con cui abbiamo avviato un rapporto di collaborazione dopo gli eventi sismici. Il terremoto è stato per tutti noi un'esperienza drammatica, ma che ha visto anche un aspetto di grande rilevanza sociale ovvero la solidarietà, con la presenza di 25.000 volontari e l'arrivo di contributi da associazioni, la manifestazione n. 14 - luglio 2013 · 3^ puntata Prosegue il romanzo storico a puntate sulla famiglia Pico realizzato da Remo Rinaldi, già nostro collaboratore e studioso di storia contemporanea. Nato a Mirandola, Rinaldi ha operato nei settori della formazione professionale e dell'amministrazione del personale. Come autore di saggi ha indagato su importanti e trascurati avvenimenti socio-religiosi accaduti nel Modenese nel dopoguerra. I Duchi della Mirandola e il frate (segue) La famiglia Pico aveva una devozione per la chiesa di San Lodovico Che fosse un giardino di virtù magari era vero, ma è altrettanto vero che, per non disperdere il patrimonio della casata, tanti figli cadetti o spuri dei nobili abbracciavano, volenti o nolenti, la carriera ecclesiastica o la vita conventuale. La famiglia Pico aveva una predilezione per la chiesa di S. Lodovico con annesso monastero delle clarisse, sito tra le attuali vie Focherini, Andreoli, Savonarola. Al duca piaceva dimostrarsi devoto. La sua pratica religiosa era senz’altro sincera, ma era anche molto ostentata, faceva parte dell’esercizio e del rafforzamento del potere. Le autorità civili e religiose si sostenevano a vicenda, con reciproco vantaggio. Gli attriti tra le une e le altre potevano essere seri, ed erano quasi sempre dovuti a motivi di interesse o allo sconfinamento delle une nelle competenze delle altre. A Mirandola, però, tutto filava liscio. L’alleanza, le complicità dell’organizzazione ecclesiale con i poteri dominati erano un fenomeno diffuso e pervasivo della società. Il duca abbelliva le chiese, aveva in simpatia i Cappuccini e i Gesuiti, portava a termine la chiesa del Gesù con annesso enorme collegio dei padri della Compagnia di Gesù fondata da Ignazio di Loyola. Sorvegliava ecclesiastici e chiostri con discrezione. I prevosti della Mirandola godevano di buone rendite, indossavano le insegne vescovili, abitavano una casa con quattordici stanze, avevano pure il tempo di dedicarsi a svaghi letterari. L’autoritarismo di Alessandro II, il pugno di ferro con cui faceva amministrare la giustizia sui suoi territori, specie a tutela del diritto di proprietà, erano, in effetti, una difesa a oltranza dei suoi affari, dato che la maggior parte dei beni economici era nelle sue mani e in quelle della modesta nobiltà locale. La guerra della Repubblica di Venezia contro i turchi durava da parecchi anni, precisamente dal 1645 e il duca vi partecipò proprio nell’anno della sua conclusione, nell’estate del 1669: una guerra che durava da ventiquattro anni! A combinare questo interminabile dispendiosissimo pandemonio, tra la Serenissima e la Sublime Porta, che da secoli commerciavano pacificamente, con profitto reciproco, intrattenendo buone relazioni diplomatiche - come confidò il duca -, fu il fanatismo dei Cavalieri di Malta, dei cui numerosi atti di pirateria contro navi turche alla fine il gran Sultano si stancò, credendo avvenissero con la copertura, se non con la complicità, della flotta veneziana. In realtà, i veneziani non erano d’accordo con le anacronistiche crociate dei Cavalieri contro i turchi e gli ebrei, che disturbavano assai i loro vantaggiosi commerci con il Levante. Le navi dei Cavalieri di Malta erano il terrore della pirateria barbaresca e delle navi ottomane, erano una spina nel fianco dell’impero turco e una realtà sgradita alla Repubblica veneta. Quando i veneziani protestarono energicamente per delle molestie a navigli turchi, il gran maestro dei Cavalieri fu tanto insolente da non degnarsi di rispondere. Allora il Senato veneto ordinò il sequestro dei beni dell’Ordine nei territori della Serenissima. Nell’ottobre del 1644 i Cavalieri, con inaudito atto corsaro, avevano attaccato una flottiglia turca, catturando e depredando un galeone, carico di merci pregiate, che portava alla Mecca la favorita del Sultano con un seguito di molte dame di compagnia e alti dignitari, tra cui il cadì del Cairo e un anziano capo degli eunuchi del sultano. Ritornando alla base maltese, per evitare una tempesta, le navi dei Cavalieri aggravarono la situazione rifugiandosi nella baia incustodita di Kalismene nell’isola di Creta, e vi restarono ancorati per alcune settimane. A Istambul, il sultano Ibrahim andò su tutte le furie, si convinse che solo eliminando la presenza militare veneziana dal centro strategico e commerciale dell’isola, che i veneziani possedevano da qualche secolo, avrebbe potuto assicurarsi il controllo dei traffici navali nel Mediterraneo orientale. La diplomazia del re di Francia soffiava sul fuoco. L’aristocrazia locale greca era stanca di sopportare i soprusi della colonizzazione veneziana. I rappresentanti della Serenissima nell’isola, pensavano ad arricchirsi e se ne impipavano dei loro doveri militari. Questo stato di cose costituiva un’ottima occasione per espugnare l’isola, attesa da tempo dai turchi, perché mai avevano visto di buon occhio questa presenza della Repubblica veneta in un mare che ritenevano loro proprietà. La situazione li convinse che l’impresa sarebbe stata facile. Il Pico diede la stura al racconto della sua avventura di condottiero. Il duca della Mirandola, col suo sguardo terrificante, scrutò la faccia dei commensali, fece una pausa per riordinare i ricordi. Le carni di pavone cucinate con abbondanti spezie e le anguille grigliate con molti aromi, gli avevano messo sete. Un rutto superò le barriere dell’autocontrollo. Prontamente il collega di Bozzolo, invitandolo a continuare, gli versò nel calice vino spillato dalla botticella donata. Da che punto dobbiamo iniziare? - si chiedeva il duca che, anche parlando tra sé usava il plurale maiestatico - da dove iniziare? Ah!, il sultano decise dunque di attaccare i veneziani nell’isola di Creta. Il 25 giugno del 1645, un esercito di cinquantamila turchi armati fino ai denti sbarcò da una flotta di quattrocento navi, nei pressi di Cànea, sulla spiaggia di Gognà, nella parte occidentale dell’isola, cogliendo i veneziani di sorpresa. Infatti la flotta turca aveva manovrato e navigato in modo da dare l’impressione di dirigersi alla conquista di Malta. Mentre l’esercito turco sbarcava, le milizie mandate dal comandante militare dell’isola Andrea Corner, invece di contrastare le truppe turche nel momento critico dello sbarco, scapparono a gambe levate. Non fu un buon inizio. I turchi si attestarono e, con un continuo ampliamento e trinceramento del fronte, conquistavano terreno. I veneziani si ripresero, la guerra diventò interminabile, con alterne vicende, episodi di eroico coraggio e altri di codardia. I turchi pensavano a una facile conquista dell’isola, ma dovettero ricredersi. Se le loro forze erano superiori a terra, non lo erano sul mare. Le galee veneziane, egregiamente spalleggiate dai navigli maltesi, intercettavano, sconfiggevano e affondavano di continuo le flottiglie turche, impedendo i rifornimenti alle truppe terrestri del sultano, costrette all’inazione, anche Le navi dei Cavalieri di Malta erano il terrore della pirateria barbaresca sarla. Aiutò il suo signore a infilare la lunga camicia da notte di pannetto, a sistemarsi sulla comoda alzandogli il lembo della camicia - la patàja - dal fondoschiena. Il serenissimo della Mirandola s’infilò sotto le coltri. Negli orecchi gli rimbombava l’eco delle cannonate a salve sparate per salutare il suo arrivo a Candia, la capitale dell’isola. Il cameriere tese le pesanti cortine che pendevano dal baldacchino del letto e il duca restò isolato nel tepore. Al vertice ducale del mattino arrivò pure padre Marco, più accasciato del solito. Si lasciò cadere su uno degli scranni posti davanti al camino acceso, come se avesse appena terminato uno dei suoi viaggi estenuanti. Il cappuccino era sempre in viaggio, eseguiva a puntino quanto gli era comandato, con un incessante sforzo della volontà tesa a superare la sua natura di flemmatico. A volte, però, si accasciava, come per una resa stanca al suo bisogno di assestarsi nell’indolenza. I due duchi si angustiarono per la sua salute, ma il frate minimizzò: non si preoccupassero, gli accadeva spesso di essere colto da queste crisi di spossatezza. Il regime di vita cappuccino, d’una sobrietà spietata, non era il più indicato per reggere alle fatiche cui si sottoponeva padre Marco. Un domestico gli portò, su un vassoio d’argento, un po’ di biancomangiare e vino rosso caldo, addolcito con miele, aromatizzato con cannella e chiodi di garofano. Il duca di Bozzolo ordinò pure di preparare un pediluvio di vino bianco bollito con legno e bacche di ginepro per i piedi del frate, nei quali s’era introdotta troppa intemperie fredda. Il Gonzaga attaccò subito, accennando alla promessa del Pico di raccontare la sua avventura contro i turchi a Candia, ossia l’isola di Creta. Il cappuccino ebbe un sussulto di vitalità. Si era fatto frate a diciassette anni, fuggendo dal collegio dei gesuiti di Gorizia, proprio per desiderio di martirio nella lotta ai turchi. Non erano scomparse dalla memoria della sua gente le scorribande degli ottomani nel Friuli, tra il 1472 e il 1479, passati tra le gole montane del Goriziano e del Carso dopo essere risaliti dai Balcani. Come cappuccino veneto, non ignorava l’impegno del grande confratello Lorenzo da Brindisi durante la guerra austro-turca, che nell’ottobre 1601 in Ungheria, nella battaglia di Albareale, aveva incitato alla vittoria l’esercito imperiale contro gli ottomani che tentavano di invadere l’Europa. I cappuccini veneti partecipavano come cappellani alla guerra dei veneziani contro i turchi a Creta. Ne andavano parecchi: non avevano solo compiti di assistenza religiosa, ma svolgevano anche opera di sanità militare, assistendo ammalati, curando feriti, seppellendo morti. Durante le battaglie infondevano nei soldati “costanza e cuore ad intrepidamente impegnare la vita per servizio di Dio, della fede e della patria”. Molti cappuccini morirono di fatiche, di stenti, di malattia “desiderosi e del bene del prossimo e di dare la vita per Dio”. Della guerra di Venezia a Creta, allora chiamata Candia dal nome della capitale -, padre Marco sapeva tutto, pure della partecipazione del duca mirandolese. Tutta la sua vita nascosta di frate l’aveva trascorsa a Venezia, proprio mentre era in corso la guerra. Nel convento della Giudecca, a fianco della basilica palladiana del Redentore, nei momenti di ricreazione i frati non parlavano d’altro. L’argomento era all’ordine del giorno per tutta Venezia, del resto. Qui a Bozzolo, però, il padre Marco ne parlò solo quel tanto che bastava per far capire d’essere perfettamente informato. Avrebbe voluto portare il discorso su un tema più importante, quello del pericolo turco. Il duca di Bozzolo invece lo dribblò, stuzzicò il mirandolese a parlare. Alessandro II avvolse i suoi interlocutori dall’alto in basso con la sua occhiata terrificante. Una pausa di silenzio. Raccontò la sua partecipazione alla guerra. In realtà, più che una guerra era la descrizione di un cerimoniale di corte. Proprio nell’anno 1669 in cui la figlia Catterina abbracciava la vita religiosa, disse rivolto al padre Marco; e dopo aver dato inizio “a selciar di sassi vivi” le strade della Mirandola, disse rivolto al Gonzaga, gli si offrì l’occasione di “sostenere il grande edifizio di tutta la religione cattolica che nel regno di Candia era pericolante”. L’allusione, senza un briciolo di ritegno, al sogno di San Francesco, fu colta al volo dal padre Marco e interpretata come qualcosa di sacrilego. Ebbe solo un lieve tremito delle mani, non notato. Il papa Innocenzo XI, con non poca fatica, era riuscito a formare una coalizione di principi cristiani contro i turchi, alla quale partecipava addirittura una forza di ottomila soldati francesi. Il cardinale Mazarino aveva convinto re Luigi, per non fargli perdere la faccia di fronte a tutta l’Europa, a inviare truppe scelte, tra le quali militavano parecchi giovani nobili, che si coprirono di gloria in imprese temerarie e poco produttive, al limite della follia, tanto che moltissimi ci lasciarono la vita. Molto coraggio accanto a scarsissima preparazione militare. A capo della coalizione cristiana era il generalissimo don Vincenzo Rospigliosi nipote del papa. Appena ricevuto il breve pontificio con la nomina a tenente generale, il duca della Mirandola, preso dalla bramosia di sacrificarsi per l’affermazione della fede, non si lasciò dissuadere né dal timore dei pericoli descritti efficacemente dalla duchessa, né dall’amore che nutriva per la propria famiglia. La sua prima preoccupazione fu di scegliersi “una riguardevole corte di gentiluomini” - un centinaio di persone -, più duecento combattenti. La corte comprendeva, tra l’altro, un maggiordomo, quattro gentiluomini, quattro paggi, una quindicina di guardie del corpo con capitano comandante, alcuni aiutanti di camera con maestro di casa, il medico, il cerusico, lo speziale, il guardarobiere, il credenziere, il cuoco, gente di servizio ecc., più tre confessori per la corte e i soldati: i padri cappuccini Romualdo da Modena, Cherubino da Mirandola, Felice da Quarantoli. Compiute le sue devozioni nella chiesetta della Madonnina, partì per Concordia il 6 giugno. Di lì, per via d’acqua raggiunse Venezia. Dopo aver preso possesso della sua carica, non essendo ancora pronto il convoglio di navi, ritornò a Mirandola il 27, dove trovò la cognata Margherita contessa di Guastalla col marito duca Ferdinando, accorsi a consolare sua moglie. Partì di nuovo per Venezia il 3 luglio, dopo aver assistito devotamente alla messa ed essersi comunicato. Giunto a Pontelagoscuro sul Po, ricevette in omaggio, dall’eminentissimo legato di Ferrara cardinale Corsini, un servizio di mangiare e dormire: un letto di damasco cremisi, due sedie, un tappeto e una tavoletta da rinfresco. A Venezia furono consegnate a Sua Altezza il duca nove navi da guerra su ciascuna delle quali furono imbarcati 250-300 soldati, più una flottiglia di legni carichi di vettovaglie. Salito sulla nave ammiraglia “con il contante”, rimorchiato all’imboccatura del mare, partì il 16 luglio. Remo Rinaldi Alessandro II avvolse i suoi interlocutori con la sua occhiata terrificante Rappresentazione del 1651 raffigurante Candia protetta dal Leone di San Marco perché l’esercito ottomano, a un certo punto, era impegnato pure sul fronte austriaco - ungherese. Proprio mentre Venezia, la Cristianità e poi l’Impero, erano impegnati nelle gravi vicende che, nella seconda metà del Seicento, sconvolgevano l’Europa ad opera dell’aggressività dell’Impero Ottomano, anche in Emilia c’erano problemi e preoccupazioni. Tanto che il cardinale Farnese, legato a latere di Bologna, fu costretto a emanare nel 1661 un bando contro i produttori disonesti di mortadelle, che usavano in parte carni di manzo, con grave pregiudizio del pubblico, e particolarmente della dote, che gode ab antiquo la città di fabbricar mortadelle d’isquisita perfezione. Accanto alle pene severissime per i trasgressori, il cardinale emanò norme altrettanto severe per i candidati all’arte di lardarolo, affinché fossero ammessi a esercitarla in materia di salami e mortadelle solo coloro che erano in possesso dei requisiti previsti dagli statuti dell’arte. Le pene previste per i trasgressori potevano essere maggiorate ad arbitrio di Sua Eminenza. Risolto una volta per tutte il problema della mortadella, restava il problema dell’espansionismo turco. Al duca di Mirandola non interessava esporre le vicende della guerra di Candia, che del resto conosceva in modo molto approssimato. Voleva far colpo sul duca di Bozzolo, dimostrargli la sua autorevolezza, la sua superiorità. La sua esperienza, la sua autorità morale, le sue benemerenze, il suo denaro, avrebbero facilitato le trattative per il matrimonio, e avrebbero avuto buon gioco delle intenzioni dilatorie del giovane duca, che aveva sempre bisogno di soldi per il suo guardaroba e per i regali favolosi ai suoi amici. Si accingeva dunque a raccontare la sua partecipazione a questa guerra, che costava un mare di soldi sia a Venezia sia a Istambul. Le due capitali avevano ormai le casse statali svuotate dalle spese belliche, che dovevano essere rifornite con espedienti non sempre onorevoli. Anche il mirandolese sostenne una spesa astronomica pur di coprirsi di gloria in questa impresa. Per non parlare delle crudeltà e degli innumerevoli morti di una parte e dell’altra. A questo punto, il duca Alessandro non riuscì a trattenere uno sbadiglio. Chiese scusa con la sua vocina stridula, avrebbe proseguito l’indomani, alla presenza del padre Marco d’Aviano, cointeressato alla vicenda. Il duca Gian Francesco accompagnò l’ospite sino al limitare della sua stanza. Un domestico, comandato dal cameriere personale del duca, tolse dal letto il trabiccolo con lo scaldino di rame colmo di braci ardenti coperte di cenere. Il cameriere fu lesto a ricevere nelle mani la parrucca ducale e a po- La guerra costava un mare di soldi sia a Venezia sia a Istanbul 27 (continua) 28 · n. 14- luglio 2013 mirandola La seconda vita di Martino Razzaboni si chiama "Non solo Bowling" Due belle favole di sport e terremoto Spazio Fitness, riaperto il 4 giugno 2012, è stato un fondamentale punto di ritrovo Uno scorcio del Bowling di Mirandola. A destra, Martino Razzaboni. Sotto, due immagini di Spazio Fitness Due storie di ordinario terremoto che ci raccontano che cosa sia cambiato a Mirandola nel mondo dello sport e del tempo libero da un anno a questa parte. Giorgio Bellodi e Martino Razzaboni gestiscono due locali che, per dimensioni e importanza, potrebbero tranquillamente non sfigurare in qualche grande città capoluogo di provincia. Bellodi è titolare, assieme ad altri tre soci, di Spazio Fitness in via Maestri del Lavoro n. 14, un club che raccoglie attualmente oltre 1.150 soci (630 sono donne) che, nel periodo invernale, possono arrivare anche a 1.350. Il locale dispone di una superficie complessiva di 1.100 mq dove, oltre alla palestra, trovano posto un centro benessere con annessi bagno turco e sauna, un centro estetico e una “sala corpo libero” dove si svolgono corsi di yoga, pilates, zumba ecc.. Ma non mancano anche un piccolo punto vendita di materiale sportivo e una piscina per acquagym, riabilitazione funzionale e avviamento al nuoto per bambini e anziani. «Il nostro miglior veicolo pubblicitario è la soddisfazione del cliente che viene seguito dai personal trainer (8 dipendenti tutti diplomati Isef) su appuntamento nelle prime tre sedute» racconta Bellodi. Che lavora da sempre nel settore del fitness fin da quando, a soli 23 anni, ha fondato la prima palestra in uno spazio sopra la piscina comunale di Mirandola. Poi, una decina di anni fa, il trasferimento in via Maestri del Lavoro dove, nella costruzione dello stabile, si è tenuto conto del tipo di attività che sarebbe andato a ospitare. Anche per questo l’edificio ha retto l’onda d’urto del terremoto, riportando solo lievi danni. Tanto è vero che Bellodi e soci hanno potuto tenere aperto dopo la prima scossa del 20 maggio 2012. Con la seconda invece del 29, il locale, pur avendo subito lesioni solo alla parte in cartongesso, è stato dichiarato inagibile in attesa dei lavori di adeguamento alla nuova normativa antisismica. I titolari di Spazio Fitness non si sono dati per vinti. Hanno tirato fuori le attrezzature da ginnastica e le hanno collocate sotto quattro tende (da 25 mq ciascuna) poste nel parcheggio davanti alla palestra. Il 4 giugno, a tempo di record, l’attività è ripresa, con la difficoltà di non avere le docce e lo spogliatoio. Chi veniva in quei giorni? «Più che i patiti del fitness era gente comune, desiderosa di stare in compagnia, tra cui molte ragazze che così cercavano di superare l’insicurezza del momento» spiega Bellodi. Che aggiunge: «Io e il mio socio di notte dormivano nelle tende per fare la guardia agli attrezzi. E’ capitato qualche sera che, con i clienti, si organizzasse una serata a base di pizza o melone tutti insieme». Ecco che la tensostruttura di Spazio Fitness è diventata, nei primi mesi del post-sisma, una sorta di punto di ritrovo in un contesto in cui la maggior parte degli edifici erano invece chiusi o danneggiati. Dopo i lavori di ristrutturazione, il 21 agosto il club ha riaperto i battenti e oggi il numero dei soci è equivalente al periodo pre-sisma. Emergenza finita? Bellodi è fiducioso: «Abbiamo voluto riaprire l’anno scorso in agosto perché sappiamo bene che è settembre il periodo dell’anno in cui si decide quale palestra frequentare. Vogliamo riprendere il trend positivo che ha sempre accompagnato la nostra crescita negli ultimi anni» conclude. Nel giugno 2012, mentre dalle parti di via Gramsci si cercava di ripartire dalle tensostrutture, per Martino Razzaboni, titolare del negozio di accessori “Hobby auto”, si poneva il problema, comune a tutti gli esercenti della zona, di quale scelta compiere. Continuare con l’attività di prima, svolta per quasi 30 anni, ma in una nuova sede visto che il locale in via Fulvia era stato dichiarato inagibile e destinato a una sicura demolizione? Oppure voltare pagina e dedicarsi a un lavoro diverso sulla base di un esigenza che Razzaboni aveva manifestato già prima del terremoto? Probabilmente i fatti tragici dovuti al sisma hanno accelerato una decisione che era già nell’aria da tempo. Sta di fatto che Razzaboni a settembre 2012 abbandona la vendita di ricambi e diventa titolare di “Non solo bowling” in via 2 giugno. Erano passati neanche quattro mesi dalle scosse che avevano cambiato il volto della Bassa, il locale di 1.600 mq (più altrettanti di parcheggio esterno) non aveva danni particolari ma necessitava della “messa in sicurezza”. Poi naturalmente c’è stata tutta la parte burocratica fatta di permessi e autorizzazioni. Razzaboni un po’ se ne intende, ha sempre lavorato in proprio. Ma ben presto si accorge che l’iter da seguire non è neanche lontanamente paragonabile a quello che serviva per il negozio di accessori. Gli dico che c’è voluta una buona dose di coraggio ad intraprendere un’ attività così impegnativa in un periodo di piena crisi. Risponde che è una «sfida, e che in quanto tale, deve essere vinta». Sfida che, per la cronaca, ha avuto inizio ufficialmente il 1° dicembre, con l’inaugurazione della nuova gestione. Per la prima volta Martino Razzaboni si trova ad avere dei dipendenti: ne ha quattro che si alternano al bar, alla tavola calda da 40 posti a sedere, alla sala delle slot machine. Oltre naturalmente al bowling che a Mirandola ha quasi un’importanza storica. In primo luogo perché fu il primo locale di questo genere ad essere aperto dalle famiglie Galavotti e Pizzetti, a metà degli anni ’80 del secolo scorso, nella Bassa. E poi perché conserva ancora le piste da bowling in legno, molto più apprezzate dagli appassionati rispetto a quelle sintetiche che sono oggi molto più diffuse. Al titolare di “Non solo bowling” manca il termine di confronto con la precedente gestione ma è comunque soddisfatto per l’andamento della stagione invernale. Ribadisce che «Nei fine settimana di dicembre, gennaio e febbraio avevo dalle 200 alle 300 persone a serata». Per il periodo estivo è stata predisposto all’esterno un tendone di 100 mq dove verrà servito il pranzo. Per Razzaboni, che farebbe volentieri a meno della burocrazia («per adempiere a tutti gli obblighi arrivo a casa a metà notte»), la sfida continua. Anzi, per certi aspetti, è appena cominciata. Giovanni Moi n. 14 - luglio 2013 · sport Soddisfatti gli organizzatori dei dieci giorni di gare Al Palasport 840 campioni sui pattini Bilancio più che positivo per i campionati italiani formula Uisp a Mirandola Sopra, la presentazione dell'evento. Sotto e in alto, alcuni momenti delle premiazioni Un bilancio più che positivo quello dei Campionati Italiani di Pattinaggio Artistico Formula Uisp, che si sono chiusi a Mirandola, dopo dieci giorni di gare. Sul parquet del Palazzetto dello Sport a darsi battaglia ben 840 atleti, in rappresentanza di quattordici regioni, cui va aggiunta la squadra di venticinque tra giudici, commissari di gara e persone che hanno svolto lavoro di segreteria, garantendo il regolare svolgimento della competizione. Oltre ai titoli assegnati, da ricordare anche una dimostrazione del settore Corsa Online dell'Invicta Skate di Modena, specialità che nella Bassa modenese aveva negli anni scorsi un punto di riferimento a Finale Emilia. Gli organizzatori del settore pattinaggio della Polisportiva G.Pico hanno calcolato che quasi cinquemila persone tra tecnici, dirigenti e accompagnatori siano arrivati a Mirandola in questi dieci giorni di gare. Una festa per tutta la città, con l'area intorno al palazzetto arricchita di stand e area giochi per i più piccoli. Particolarmente emozionante la cerimonia di chiusura, con la consegna della "Coppa Solidarietà Uisp", che era partita da Mirandola all'inizio dei Campionati, e che vi ha fatto ritorno dopo aver toccato, in un abbraccio ideale, diverse manifestazioni Uisp in Emilia Romagna, segno di quella vicinanza che ha contraddistinto tutta la delicata fase post terremoto. A consegnarla a Leonardo Valentini (Comandante del presidio di Mirandola della Polizia Municipale dell'Area Nord), a Sauro Prandi (Assessore alla Sicurezza e alla Qualità Urbana del Comune di Mirandola) e a Stefano Baraldi (Presidente della Polisportiva G.Pico), in rappresentanza delle istituzioni mirandolesi che non hanno mai fatto mancare il loro supporto per la riuscita della manifestazione, il presidente della Uisp Regionale Mauro Rozzi e il presidente nazionale della lega pattinaggio Uisp Raffaele Nacarlo. Presente per tutta la durata della manifestazione anche l'associazione "Yuri, una vita che continua", particolarmente vicina in questo anno al mondo del pattinaggio mirandolese. Grande soddisfazione da parte di tutti gli organizzatori della Pico, con la speranza di poter tornare a ospitare a Mirandola i Campionati Italiani di Pattinaggio Uisp, prima manifestazione sportiva di livello nazionale in città dopo il terremoto del 2012. 29 30 · n. 14- luglio 2013 Consegnato alla Folgore un assegno di 5.120 euro calcio Roccabruna si è messa a nudo Simpatica iniziativa pro terremotati dei giovani calciatori del Comune cuneese “Dove non c’è umorismo non c’è umanità” questo è lo slogan di una simpatica iniziativa promossa dai giovani calciatori di Roccabruna in provincia di Cuneo che, per raccogliere fondi da devolvere alle popolazioni terremotate dell’Emilia, nel settembre 2012 hanno realizzato un calendario dove da protagonisti mettevano ironicamente a “nudo” le attività di una squadra di calcio. Successivamente hanno promosso la vendita del calendario sul loro territorio con l’impegno di consegnare direttamente a un Comune o a un’associazione colpita dal terremoto il ricavato ottenuto. L’iniziativa si è concretizzata sabato 29 giugno 2013 allo stadio “Lolli” di Mirandola con un simpatico incontro amichevole tra le squadre della Asd Val Maira e della Folgore Mirandola e al termine della gara è stato consegnato il ricavato della loro iniziativa ovvero due ruote La Ciclistica Mirandolese vince, si diverte e chiede aiuto 5.120 euro, di cui 1.000 alla Scuola Calcio Folgore e 4.120 alla Croce Blu di Mirandola alla presenza del Sindaco di Roccabruna Claudio Garnero e del Vicesindaco di Mirandola Enrico Dotti (foto in alto). L'iniziativa si è poi in russia Bellodi e la nazionale di apnea pronti per i mondiali di Kazan Nella bellissima città russa di Kazan, dove si sono appena svolte le universiadi e sono programmati i mondiali di nuoto 2014, si svolgeranno nel prossimo mese di agosto i campionati mondiali di apnea 2013. All’ importante manifestazione prenderà parte anche la squadra nazionale italiana di apnea diretta dal commissa- rio tecnico Maurizio Bellodi, (foto) docente al Liceo “G. Pico” di Mirandola, che ha convocato i seguenti otto atleti azzurri: Alessia Zecchini (Roma), Monica Barbero (Torino), Ilaria Bonin (Lodi), Andrea Vitturini (Torino), Aldo Stradiotti (Bergamo, Cosimo Garofalo (Bari), Michele Fucarino e Gaspare Battaglia (Varese). Dopo lo stage di raduno collegiale di luglio conclusa secondo le migliori tradizioni emiliane a tavola per un simpatico gemellaggio fra le due società calcistiche suggellato da brindisi a base di Lambrusco molto apprezzato dai simpatici amici della Val Maira. svoltosi negli impianti dell’isola di Kalymnos (Grecia), gli azzurri saranno impegnati nella difficile trasferta iridata dal 3 al 13 agosto dove affronteranno la concorrenza di ben 14 nazioni: Austria, Croazia, Cuba, Francia, Hong Kong, Italia, Korea del Sud, Messico, Russia, Serbia, Spagna,Turchia, Ucraina, Venezuela. Nelle modernissime piscine del Palace of Water Sport di Kazan le specialità in programma saranno quattro: due di apnea dinamica con monopinna e a stile rana-subacquea, nel tentativo di percorrere in apnea la massima distanza possibile; apnea speed con monopinna sui 100 mt a cronometro, nel tentativo di stare sotto i 40”; apnea statica sempre a crono, cercando di resistere oltre gli 8’. Tutte queste specialità sono praticate anche nel Centro Nuoto di Mirandola dagli studenti dell’Iss “Luosi-Pico-Cattaneo” nel corso delle attività pomeridiane del Centro Sportivo Scolastico che è anche su You Tube al link: http://www.youtube.com/watch?v=AcWFcVyPHb0. Divertimento e risultati: è questa la formula "da esportazione" della società ciclistica Mirandolese, che nella gara di Solara ha messo in fila il gusto di stare insieme con gli ottimi piazzamenti. Questi i risultati degli atleti (nella foto): Katuscia 1° posto, Mintaka 1° posto, Cristian 8° posto, Roberto 8° posto, Denis 3° posto, Federico 5° posto e Alessandro 8° posto. La Ciclistica Mirandolese è arrivata in quarta posizione generale a punti. Alla fine tutti si sono ritrovati alla Sagra della tagliatella. «Ringraziamo - spiega il dirigente Michele Bianchini - la società organizzatrice di Sozzigalli» La sede provvisoria della storica società mirandolese (che nel 2013 compie 110 anni) è in via Giolitti (tel. 0535/20553, info@scmirandolese. it www.scmirandolese.it e pagina Facebook), grazie alla disponibilità di Ad99. La Ciclistica Mirandolese svolge attività sportiva dilettantistica per bambini e bambine di età compresa tra i 7 e i 16 anni. è regolarmente iscritta alla Federazione Ciclistica Italiana e al Coni. Il sodalizio è nato nel 1903 ed è una delle poche società centenarie italiane riconosciute dall'Unasci. Ha ottenuto la "Stella d' Oro al Merito Sportivo", consegnata direttamente dal Presidente della Repubblica. «Essendo una società no-profit e sostenendosi mirandola Sulla Nuvola con lo shiatzu: cronaca di un sabato qualunque Sabato 8 giugno a Mirandola, presso la sede del centro diurno “La Nuvola” in via Trentini, un gruppo di massaggiatori Shiatzu, dalle nove di mattina fino alle 17 del pomeriggio, ha massaggiato gratuitamente persone diversamente abili, ospiti delle strutture di tutti i Comuni dell'Area Nord (Tandem Finale, Centro residenziale Il Picchio, Arcobaleno 1 e 2) e i loro familiari, con grande dolcezza e disponibilità. Sotto riportiamo il resoconto dell’iniziativa che ci è stato inviato in redazione. Sabato 8 giugno a Mirandola, presso la se grazie a volontari e sponsor - dice ancora Bianchini - siamo alla ricerca costante di aziende e singoli donatori in grado di dare una mano ai nostri bimbi. Quest'anno la situazione è ancora più critica per le mancate entrate dei nostri abituali sostenitori, a causa del terremoto. Le donazioni serviranno all'acquisto di materiale e attrezzature andate perdute durante il terremoto (la sede che è in centro storico ha subìto gravi danni strutturali e la perdita di parecchio materiale e attrezzature) e per effettuare interventi di immagine, funzionali e di sicurezza per i nostri giovanissimi atleti. Ore 6.30, suona la sveglia. Apro un occhio e cerco di capire che giorno è; è sabato! Quindi posso dormire! Ah! No! E’ vero, devo alzarmi e andare a Mirandola per fare shiatsu con “quella associazione” che conosce Frida! Accidenti, forse avevano ragione i miei ieri sera quando mi dicevano: «Ma dove vai? Chi te lo fa fare di alzarti così presto per andare a fare dei massaggi?». Si però dentro di me c’era e c’è ancora una vocina che mi spinge ad andare perché un motivo esiste, anche se non l’ho ancora afferrato. Mi lavo e mi vesto in fretta (come al solito sono in ritardo!) e poi mi fiondo fuori con tutto il mio equipaggiamento: tatami, cuscini, coperte e maglietta d’ordinanza. Si parte. Il viaggio scorre tranquillo in compagnia di Urbano e Luciano (altri due shiatsuka spinti dalla mia stessa misteriosa molla) ed eccoci arrivati a destinazione. Arrivano i primi titubanti e curiosi uke (che nello Shiatsu è la persona massaggiata o “trattata”) e cominciamo a trattare e solo allora capisco perché sono qui e perché sono così felice di esserci. Tutte le paure che avevo fino ad un attimo prima («Sarò in grado? – riuscirò a trasmettere qualcosa di positivo?») passano in secondo piano: mi sento veramente me stessa ed il contatto con il mio uke mi rilassa e mi fa stare bene. Poi mi basta guardarmi intorno ed osservare i volti dei miei compagni: Frida, che è come una meringa, dolce ma leggera allo stesso tempo, con il suo sorriso disarmante che rende tutto facile e piacevole; Urbano il sornione del gruppo che riesce a mettere a proprio agio chiunque; Luciano (l’unico navigatore che racconta anche barzellette senza perdere d’occhio la strada!) e la sua particolare attenzione nel trattare; Simone “Faccetta Buffa” dolcissimo con i più incerti; Roberta decisa e delicata allo stesso tempo; e poi Marcello, che a prima vista sembra un Calippo appena uscito dal freezer e poi appena comincia a trattare fa trapelare (suo malgrado) il suo ripieno alla fragola, come con quella piccola uke che gli ha preso la mano all’inizio del trattamento e non gliela ha più restituita fino alla fine! Insomma tutti i miei compagni di viaggio, con i quali condivido questa bella esperienza che mi fa tornare a casa stanca ma con qualcosa in più nel mio bagaglio personale: la consapevolezza che anche un piccolo contatto con chi non si conosce, genera uno scambio e provoca l’inizio dello sgretolamento di tutti quei massi di preconcetti, paure, diffidenze e altri sentimenti negativi che tutti ci portiamo dentro. E’ solo un inizio, ma basta per dire che ne vale la pena! Ciao Frida, al prossimo incontro e grazie! Nicoletta