Luglio 2014 - Crescere Insieme Onlus
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Luglio 2014 - Crescere Insieme Onlus
RASSEGNA STAMPA LUGLIO 2014 - NUMERO 1 ONLUS CRESCERE INSIEME LA CONSULENZA È GRATUITA! CONOSCERCI È UNA BELLA COSA! Ti aspettiamo a Lissone in via Cappuccina 22 Siamo aperti da lunedi a venerdì dalle 9 alle 19 e anche il sabato mattina dalle 9 alle 13 Crescere Insieme Onlus 5x1000 CONFERENZA EUROPEA – ADOPTION FOR THE RIGHT REASONS FAVELAS, SCUOLA E PALLONE PER FUGGIRE “IO SONO MEGLIO DEGLI ALTRI” ECCO L’ITALIA DEI DIFFIDENTI IL PASSAGGIO DELLA MATURITA’ TELEVISIONE: MAESTRA CATTIVA O FIDATA BABY-SITTER? Alcune foto della Festa di Crescere Insieme Onlus CI TROVI ANCHE QUI: Pagina Facebook: CRESCERE INSIEME ONLUS Account Skype: Ccrescere.insieme Comunicazioni ai sensi dell’art. 130 D.Lgs 30 giugno 2003 n. 196 (c.d. codice privacy) I dati personali dei destinatari del presente programma sono stati comunicati dai destinatari della presente ovvero sono stati rinvenuti in pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque. Tali dati sono trattati come strumenti informatici, nel pieno rispetto delle norme del D.Lgs. 196 del 2003. Il trattamento dei ricordati dati è finalizzato alla comunicazione delle principali notizie dei giornali, nonché alla comunicazione delle iniziative di Crescere Insieme, Studio Corno e Cis Centro Studi d’impresa. Il conferimento di tali dati è facoltativo. In ogni caso, essi non saranno resi disponibili a terzi. Il soggetto al quale i dati si riferiscono potrà esercitare i diritti di cui all’articolo 7 del citato decreto, previa verifica di compatibilità con la normativa eventuale riguardante la singola iniziativa nell’ambito della quale i dati sono stati raccolti e vengono conservati. Contitolari del trattamento dei dati forniti sono Crescere Insieme, CIS centro studi d’impresa S.r.l. e Giacomo Corno. Comunicazione ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70 (commercio elettronico). Il presente messaggio è volto a promuovere, in modo diretto e indiretto, i servizi offerti da Crescere Insieme, CIS centro studi d’impresa e da Studio Corno e costituisce comunicazione commerciale ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70. comunicazione, preferibilmente per iscritto, al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]. www.crescereinsiemeonlus.org E-mail: [email protected] Tel:039/9350124 - Fax:039/9350125 LA CONSULENZA E’ GRATUITA VIA CAPPUCCINA 22, LISSONE Corsi Pre idoneità Pre e Post adozione Gruppo Adolescenti Corso di Lingua: UCRAINO Corsi di sensibilizzazione scolastica Corso di lingua Russo e Ucraino Cene a Tema Progetto Ippico “Un Cavallo per Denis” Cineforum ESTERO Favelas, scuola e pallone per fuggire Un pallone, spesso salva dalle pallottole della favela. Ed è per questo che negli ultimi anni, dopo il processo di pacificazione avviato dal governo nelle favelas di Rio de Janeiro e San Paolo, anche i campioni del calcio brasiliano hanno intensificato la loro azione di mutuo soccorso in favore dei più deboli, i più piccoli. In principio è stata “Gol de letra”, la fondazione messa in campo nel 1998 in Francia dal fratello di Socrates, Raì campione del mondo con la Seleçao a Usa 94 nella finale vinta ai rigori contro gli azzurri di Sacchi. Un’idea quella della Fundaçao, nata nella vita agiata trascorsa nei boulevard parigini, quando Raì e il suo compagno di squadra nel Paris Saint Germain il poliglotta Leonardo, decisero che era tempo di fare qualcosa di concreto per i bambini di San Paolo. Così è nata la “Gol de letra” che oggi è uno dei fiori all’occhiello dell’Unesco, premiata dall’Unicef nel 2013 per la sua “straordinaria capacità pedagogica di unire calcio ed educazione”. Una parte dei guadagni di Raì e Leonardo e dei calciatori amici che hanno coinvolto, è andato a costituire il fondo che, a partire dalla Comunità di Vila Albertina a San Paolo consente di seguire ogni stagione scolastica oltre mille ragazzi in età compresa tra i 7 e i 24 anni ai quali oltre al calcio, vengono organizzati corsi di informatica, arti visive, teatro, musica e samba. «Mia figlia maggiore, Raissa, a Parigi Fonte: Avvenire ha potuto studiare alla Sorbona e beneficiato di tutti quei servizi e dell’assistenza garantita ai giovani che nelle favelas non sanno neppure cosa siano», racconta Raì che con “Gol de letra”, ha portato palloni e libri fino al bairro Caju di Rio. Una delle 344 favelas della “cidade maravilhosa” che alla fine dei Mondiali conta di averne pacificate almeno quaranta per raddoppiare al termine dei Giochi di Rio 2016. Appena dietro il lungomare della Barra la “pacificazione da futebol” ha una sigla messianica che ormai tutti riconoscono, “Cfz”: Centro futebol Zico. L’ha creata proprio lui, Arthur Antunes Coimbra, in arte Zico, l’uomo del vecchio Maracanà. A due passi dalla spiaggia della Barra sta la sede centrale del Cfz, ma Zico ha moltiplicato per venticinque le succursali dei suo college, sparsi per tutto il Paese, allo scopo di consentire al maggior numero di adolescenti in stato di emarginazione di entrare a far parte di un progetto che è di vita, prima che sportivo. «Però, chi non è in regola con la scuola e porta agli istruttori delle pagelle con voti bassi, non può continuare a giocare con noi», è la prima regola ferrea stabilita dal “preside” Zico che come “Gol de Letra” sta trovando sponsor e amici in Europa disposti a finanziare Cfz per permettere ai ragazzi di uscire dal Brasile per dei periodi di scambio culturale. PSICOLOGIA Televisione: maestra cattiva o fidata baby-sitter? ‘Cattiva maestra televisione’? Secondo una ricerca riportata dal Censis e condotta in dieci paesi europei su un campione di minori tra i 9 e i 16 anni, i ragazzi dedicano quattro ore e un quarto al giorno al consumo dei media. E la televisione, nell`era di facebook, la fa ancora da padrone. “Ecco perché i genitori dovrebbero scegliere, accuratamente, i programmi televisivi ed evitare che il mezzo crei dipendenza nei piccoli telespettatori”, spiega aSalute24 Gianni Biondi, direttore dell`unità operativa di psicologia pediatrica presso l’ospedale ‘Bambino Gesù’ di Roma. A quale età è consigliabile iniziare a vedere la tv? Più tardi possibile. Nei primi anni di vita è preferibile che la televisione venga usata con molta moderazione. Va sempre verificato che il bambino mantenga l’attenzione al programma proposto, evitando che lo schermo diventi uno strumento ‘da compagnia’, proprio per impedire una possibile forma di dipendenza dal mezzo. Quindi è altrettanto importante che i genitori non facciano giocare i figli con la tv accesa: un’abitudine molto presente nei preadolescenti durante lo svolgimento dei compiti e che può rappresentare una minaccia per la concentrazione, con conseguenze sull’apprendimento. Da abolire la televisione in cameretta? Forse potrebbe Fonte: Il Sole 24 ore - salute 24 essere più rassicurante e costruttivo sostituire la tv in camera con la lettura di fiabe. Ma anche inventare racconti e fantasticare assieme potrebbe trasformarsi in uno dei momenti in cui il bimbo riesce ad esprimere le proprie esperienze. O magari potrà raccontare un episodio spiacevole o la paura che, diversamente, non avremmo mai conosciuto. Le tipologie di immagini da evitare? Tutto quello che riguarda la violenza diretta e indiretta. Ad esempio le forti o drammatiche liti tra coniugi, tra genitori e figli o le storie di bambini vittime di violenze. In generale non si tiene conto che la televisione viene osservata, con più attenzione di quanto si immagini, dai bimbi al disotto dei 6/8 anni, con una capacità di elaborazione di immagini, emozioni e significati ancora in fase di formazione. E i programmi più adatti? I documentari. Alcuni ricercatori hanno segnalato come gli adulti scelgano poco questo tipo di programma che può essere, invece, un ottimo strumento di conoscenza e di curiosità, specialmente se è poi possibile parlarne con mamma e papà. Tutti i cartoni animati sono appropriati per i piccoli? Innanzitutto non è vero che la parola ‘cartone animato’ significhi, di per sé, ‘per l’infanzia’. Numerosi cartoons trasmessi dal piccolo schermo sono dedicati ad adolescenti e adulti. Ma molti genitori danno per scontato che qualunque cartone sia adatto ai bambini. In alcuni, non di rado, vi è un linguaggio volgare e violento. Con il conseguente pericolo di una confusione tra lecito ed illecito e scarsa attenzione ai valori, come ad esempio il rispetto per l’altro. Ascoltare il tg durante i pasti potrebbe rivelarsi dannoso per i giovanissimi? Assolutamente sì. Infatti tolto il tg della Rai dedicato ai ragazzi, non esiste un’attenzione dei telegiornali nel trasmettere immagini adatte. Occorre denunciare il grossolano errore di ritenere che i telespettatori interessati siano solo i preadolescenti e gli adolescenti. In realtà anche i più piccoli, apparentemente in modo distratto, sono attenti all’immagine, pur avendo difficoltà a comprendere. CRESCERE 5X1000 EVENTI CRESCERE INSIEME ONLUS EVENTI CRESCERE INSIEME ONLUS Associazione per le adozioni internazionali con “Associazione AGBARiabilitazione Equestre” in collaborazione con il Circolo Equestre Luratese INAUGURANO IL Progetto Ippico “Un cavallo per Denis” La Terapia per Mezzo del Cavallo (TMC) permette, attraverso la pratica di un’attività ludica, avente come mezzo il cavallo, il miglioramento globale delle capacità motorie, le competenze cognitive, le facoltà intellettive, l’aspetto sociale, promuovendo l’autonomia personale e l’autostima dell’individuo. Per aderire o per informazioni chiamaci allo 039-9350124 o scrivi a [email protected] GRUPPO ADOLESCENTI Incontro con i genitori Sabato 27 Settembre 2014 dalle ore 15.00 alle 17.00 la nostra Psicologa e Psicoterapeuta Dott.ssa Cristina Paiocchi terrà un incontro per i genitori dei ragazzi che parteciperanno al gruppo adolescenti Per informazioni contattaci allo 039-9350124 o scrivici a [email protected] INCONTRI INFORMATIVI GRATUITI Venerdì 26 Settembre dalle 14.00 alle 18.00 Venerdì 31 Ottobre dalle 14.00 alle 18.00 Venerdì 28 Novembre dalle 14.00 alle 18.00 Venerdì 19 Dicembre dalle 14.00 alle 18.00 Gli incontri saranno tenuti dalla Responsabile Isabella Cerri Veronique Per informazioni contattaci allo 039-9350124 o scrivici a [email protected] SCUOLA ITALIA “Io sono meglio degli altri” Ecco l’Italia dei diffidenti Il passaggio della maturità Quando divenne premier,Tony Blair dichiarò che il suo governo aveva tre priorità: istruzione, istruzione, istruzione. Nei diciassette anni che sono passati da allora, quello che era nel 1997 un programma sorprendente e uno slogan ben trovato si è trasformato in una verità lapalissiana. Nessuno è oggi tanto sprovveduto da non accorgersi che la ricchezza delle nazioni, presente e futura, consiste e soprattutto consisterà nel livello culturale dei cittadini, nella loro utensileria mentale. Nel capitale umano, certo, ma in un capitale coltivato. […] Quel che i diciassette anni trascorsi hanno dimostrato - tra diffusione delle tecnologie digitali, apertura e globalizzazione dei mercati, voracità nell’apprendimento è che su questi temi siamo usciti dal quadro otto-novecentesco ispirato al progressismo umanitario. Siamo alla struggle for life, alla lotta per la sopravvivenza. E la sopravvivenza (spesso, pudicamente, chiamata occupazione), per strano che possa parere, passa primariamente dall’istruzione. Ora, il perno del nostro sistema scolastico è lo snodo tra l’apprendimento preuniversitario e quello universitario. È un rendiconto finale, la somma di tutte le somme. È una conclusione - di un ciclo più che decennale - ed è un inizio. È una selezione, tra chi vuole e può proseguire e chi no. È un coming of age , un passaggio e un rito di passaggio, dalla adolescenza alla giovinezza, l’ingresso nella vita adulta. Tutto questo è quel che, antiquatamente ma appropriatamente, chiamiamo maturità. E siccome si tratta di un perno delicatissimo dell’intero sistema, dalle sue condizioni si può dedurre agevolmente lo stato di salute del tutto.In via preliminare occorre però decidere se l’esame di maturità abbia ancora un senso. Se infatti singole facoltà di singole università pubbliche amministrano propri esami d’ammissione è chiaro che l’esame di maturità perde ogni significato. Meglio eliminarlo, con risparmio di fatica, tempo e denaro. Nessuno scandalo, gli altri grandi Paesi europei non ce l’hanno o non ce l’hanno così tardi, a diciannove anni. Se invece si Fonte: Corriere della sera eliminano gli esami di ammissione, l’intero sistema scolastico deve essere radicalmente rifatto. […] Partendo dal principio, materialistico ma lodevole, «intanto che non ci piova dentro» il governo ha per il momento affrontato l’edilizia scolastica . C’è ben altro. C’è un corpo insegnante umiliato, un personale non insegnante assai folto, un’università burocratica, sindacati riottosi. Ma il peggior di tutti i mali sta al centro, nella normativa, pedante sulle inezie e cieca di fronte al senso effettivo delle cose. Una normativa che negli anni si è particolarmente esercitata, con una sorta di voluttuosa insistenza, proprio sull’esame di maturità. Cambiandogli nome e connotati, azzoppandolo, lentamente sfregiandolo e sfigurandolo. […] L’anno prossimo giungerà a compimento (!) l’ultima tranche della riforma del 2010, cioè di tre governi fa. Nel frattempo gli indefessi normatori si occupano di aspetti essenziali per il futuro del Paese. Per nostra consolazione, il 19 maggio il ministero ha emanato l’Ordinanza n.37 che all’Articolo 21, «ai sensi del Decreto Ministeriale 16 dicembre 2009, n.99, articolo 3, comma 2» si preoccupa di stabilire i criteri a cui le commissioni degli esami di maturità si devono attenere per conferire il voto supremo di cento e lode. Ciò chiarito, sembra di capire, il perno su cui ruota tutto il nostro sistema scolastico tornerà all’antico splendore… La sfera privata dei valori e quella pubblica non sono perfettamente speculari nell’immaginario degli italiani. Come se fossimo affetti da una sorta di dissonanza fra i riferimenti soggettivi e quelli che ispirano i comportamenti dei nostri conterranei. […] La narrazione dei cambiamenti culturali dell’Italia che l’indagine LaST (realizzata da Community Media Research in collaborazione con Intesa Sanpaolo, per La Stampa) è legata ai valori ritenuti più importanti dalla popolazione, sia a livello soggettivo che per la comunità nazionale. Agli interpellati è stata proposta una lista, equamente divisa fra aspetti privati e civici, all’interno della quale era necessario operare una graduatoria con tre livelli d’importanza. La classifica finale evidenzia una significativa diversità. A livello soggettivo sul podio mettiamo, in ordine d’importanza, la famiglia (35,5%), la gestione responsabile della cosa pubblica (24,0%) e la lotta alle diseguaglianze sociali (15,1%). Se poteva essere facilmente prevedibile il ruolo preponderante assegnato al valore della famiglia, sicuramente meno scontato è il peso attribuito alle due virtù pubbliche: sono probabili segni degli anni della crisi e soprattutto della necessità di un maggiore senso di Fonte: La Stampa responsabilità nella guida dei beni collettivi. Spostandoci sul versante della comunità nazionale, la classifica muta di segno. Al primo posto viene di gran lunga il successo economico (40,3%), ben distanziati la gestione responsabile della cosa pubblica (26,4%) e quindi la famiglia (18,4%). […]Soffermando l’analisi sul primo aspetto più importante a livello soggettivo, possiamo individuare alcune differenziazioni interessanti. La famiglia è un valore centrale in particolare per la componente femminile (41,2%), le casalinghe (69,0%), i residenti nel Mezzogiorno (41,8%) e chi ha un titolo di studio basso (55,5%). La gestione responsabile della cosa pubblica, invece, ha i maggiori sostenitori nella parte maschile (28,3%), i più anziani (30,8%, oltre i 65 anni), i residenti del Nord Est (27,0%). Infine, la lotta alle disuguaglianze sociali vede in prima linea i più giovani (30,0%, fino a 24 anni), gli studenti (30,7%), gli abitanti del Centro (19,7%). Il questionario proponeva di scegliere fra tre dimensioni in ordine d’importanza. Una misura di sintesi, che considera assieme le diverse risposte offerte, delinea 4 profili degli italiani rispetto agli orientamenti di valore, sia a livello soggettivo che collettivo. Come in precedenza, e in misura ancor più accentuata, emerge una differenziazione tra privato e pubblico. Dal punto di vista soggettivo, è largamente prevalente l’indirizzo «civico-privato» (43,9%), ovvero di chi sceglie per sé soprattutto i valori civici sebbene non in modo esclusivo. A questo gruppo seguono parimenti gli «universalisti» (24,5%), che scelgono esclusivamente valori civici e pubblici, e i «personalisti-civici» (23,8%) orientati maggiormente alle dimensioni private. Infine, troviamo i «personalisti» (7,8%), cioè gli ispirati solo da aspetti privati. Dunque, in generale l’universo simbolico degli italiani, a livello soggettivo, appare composto in prevalenza da valori di carattere civico, mentre quelli più di natura privata paiono posti in secondo piano. […] FOTO FESTA Conferenza Europea - adoption for the right reasons Alcune foto della festa .... ... CRESCERE INSIEME ONLUS Associazione per le adozioni internazioanli e Associazione AGBA in collaborazione con il Circolo Equestre Luratese .... ... hanno inaugurato il Progetto di Ippoterapia: Un cavallo per Denis” ADOZIONI Dalla fine degli anni 1970 un piccolo numero di organizzazioni europee che operano nel settore delle adozioni internazionali si sono incontrate regolarmente per discutere argomenti di interesse comune. Furono i paesi nordici ad iniziare l’attuale cultura della condivisione delle diverse esperienze, che venne poi regolarizzata nel 1991. […] Il momento decisivo poi avvenne con l’introduzione della convenzione dell’Aja nel 1993 e la sua successiva ratifica nel 1994. Attualmente i membri di EurAdopt provengono da 12 Paesi: Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna e Svezia. Ogni anno queste organizzazioni seguono l’adozione internazionale di circa 4.000 bambini. L’attenzione in questa edizione 2014 di EurAdopt è stata focalizzata sui seguenti temi: Identità e radici, i diritti dei minori, l’affido e le possibili alternative all’adozione. Laura Martinez-Mora, la commissario legale alla HCCH Permanent Bureau all’Aja, ha parlato dei vent’anni della Convenzione dell’Aja sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione e ha posto un’importante domanda: “La Convenzione è uno strumento efficace nell’implementare un sistema d’adozione etico e trasparente? Quali sono le attuali sfide?”. Nel cercare di rispondere a queste domande, Martinez- Mora ha menzionato che i prossimi obiettivi sono quelli di stabilire un quadro giuridico dove i responsabili di ogni passo siano identificabili e dove si ponga particolare attenzione al consenso durante il processo di adozione. Bisogna lavorare sia per una migliore informazione e consulenza per i genitori biologici che approcciano l’adozione internazionale sia sulla conservazione delle informazione per il figlio adottato. […] Nel corso dei due giorni si è parlato anche molto dei servizi del post-adozione e si sono confrontati i diversi modelli in Europa. Per l’Italia Paola Crestani ha presentato il modello italiano e i servizi offerti suscitando domande tra i presenti sull’alto numero di famiglie italiane che decidono di adottare Fonte: italiadozioni.it bambini con bisogni speciali. Per la Svezia la rappresentante dell’autorità centrale ha spiegato che le famiglie adottive e le famiglie affidatarie beneficiano degli stessi servizi. Il post-adozione è gestito dallo stesso gruppo di assistenti sociali e dall’autorità locale che hanno gestito il processo di adozione. Viene anche fornita consulenza per il delicato momento della ricerca delle informazioni e delle origini. Quest’ultimo è cresciuto d’importanza negli ultimi anni, ed è stato riscontrato che addirittura le seconde generazioni cercano i contatti per conoscere il passato dei loro genitori adottati. Angelo Moretto, CHAIR di EurAdopt ha concluso queste intense giornate con delle riflessioni molto stimolanti. Si è chiesto quali siano i problemi che l’adozione internazionale sta fronteggiando in questo momento. Sembrerebbero due gli aspetti cruciali: da un lato ci sono troppi enti accreditati e dall’altro invece sono ancora troppo pochi i paesi che hanno ratificato la convenzione dell’Aja. Chi sopravvive quindi? Purtroppo il rischio è che a sopravvivere siano i truffatori. Una maggiore collaborazione tra le autorità centrali dei diversi paesi garantirebbe un maggior controllo. Quello che secondo Moretto deve accomunare tutti è innanzitutto il desiderio di fronteggiare le sfide dell’etica nell’adozione, secondariamente la consapevolezza che c’è bisogno di più ricerca per influenzare i miglioramenti nella legislazione, ed infine il potenziare la cura e il perfezionamento dei servizi pre e post adozione.