Luglio 2014 - Crescere Insieme Onlus

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Luglio 2014 - Crescere Insieme Onlus
RASSEGNA STAMPA
LUGLIO 2014 - NUMERO 1
ONLUS
CRESCERE INSIEME
LA CONSULENZA È GRATUITA!
CONOSCERCI È UNA BELLA COSA!
Ti aspettiamo a Lissone in via Cappuccina 22
Siamo aperti da lunedi a venerdì dalle 9 alle 19 e anche il sabato mattina
dalle 9 alle 13
Crescere Insieme Onlus 5x1000
CONFERENZA EUROPEA – ADOPTION FOR THE RIGHT REASONS
FAVELAS, SCUOLA E PALLONE PER FUGGIRE
“IO SONO MEGLIO DEGLI ALTRI” ECCO L’ITALIA DEI DIFFIDENTI
IL PASSAGGIO DELLA MATURITA’
TELEVISIONE: MAESTRA CATTIVA O FIDATA BABY-SITTER?
Alcune foto della Festa di Crescere Insieme Onlus
CI TROVI ANCHE QUI:
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Ccrescere.insieme
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conoscibili da chiunque. Tali dati sono trattati come strumenti informatici, nel pieno rispetto delle norme del D.Lgs. 196 del 2003. Il trattamento dei ricordati dati è finalizzato alla
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ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70. comunicazione, preferibilmente per iscritto, al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected].
www.crescereinsiemeonlus.org
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Tel:039/9350124 - Fax:039/9350125
LA CONSULENZA E’ GRATUITA
VIA CAPPUCCINA 22, LISSONE
Corsi
Pre idoneità
Pre e Post adozione
Gruppo
Adolescenti
Corso di
Lingua:
UCRAINO
Corsi di
sensibilizzazione
scolastica
Corso di lingua
Russo e Ucraino
Cene a
Tema
Progetto Ippico
“Un Cavallo per
Denis”
Cineforum
ESTERO
Favelas, scuola e pallone per fuggire
Un pallone, spesso salva dalle pallottole della favela.
Ed è per questo che negli ultimi anni, dopo il processo di pacificazione avviato dal governo nelle favelas
di Rio de Janeiro e San Paolo, anche i campioni del
calcio brasiliano hanno intensificato la loro azione di
mutuo soccorso in favore dei più deboli, i più piccoli. In principio è stata “Gol de letra”, la fondazione
messa in campo nel 1998 in Francia dal fratello di
Socrates, Raì campione del mondo con la Seleçao a
Usa 94 nella finale vinta ai rigori contro gli azzurri di
Sacchi. Un’idea quella della Fundaçao, nata nella vita
agiata trascorsa nei boulevard parigini, quando Raì e
il suo compagno di squadra nel Paris Saint Germain
il poliglotta Leonardo, decisero che era tempo di fare
qualcosa di concreto per i bambini di San Paolo. Così
è nata la “Gol de letra” che oggi è uno dei fiori all’occhiello dell’Unesco, premiata dall’Unicef nel 2013 per
la sua “straordinaria capacità pedagogica di unire calcio ed educazione”. Una parte dei guadagni di Raì e
Leonardo e dei calciatori amici che hanno coinvolto, è
andato a costituire il fondo che, a partire dalla Comunità di Vila Albertina a San Paolo consente di seguire
ogni stagione scolastica oltre mille ragazzi in età compresa tra i 7 e i 24 anni ai quali oltre al calcio, vengono organizzati corsi di informatica, arti visive, teatro,
musica e samba. «Mia figlia maggiore, Raissa, a Parigi
Fonte: Avvenire
ha potuto studiare alla Sorbona e beneficiato di tutti
quei servizi e dell’assistenza garantita ai giovani che
nelle favelas non sanno neppure cosa siano», racconta
Raì che con “Gol de letra”, ha portato palloni e libri
fino al bairro Caju di Rio. Una delle 344 favelas della
“cidade maravilhosa” che alla fine dei Mondiali conta
di averne pacificate almeno quaranta per raddoppiare al termine dei Giochi di Rio 2016. Appena dietro
il lungomare della Barra la “pacificazione da futebol”
ha una sigla messianica che ormai tutti riconoscono,
“Cfz”: Centro futebol Zico. L’ha creata proprio lui, Arthur Antunes Coimbra, in arte Zico, l’uomo del vecchio Maracanà. A due passi dalla spiaggia della Barra
sta la sede centrale del Cfz, ma Zico ha moltiplicato
per venticinque le succursali dei suo college, sparsi
per tutto il Paese, allo scopo di consentire al maggior
numero di adolescenti in stato di emarginazione di
entrare a far parte di un progetto che è di vita, prima
che sportivo. «Però, chi non è in regola con la scuola
e porta agli istruttori delle pagelle con voti bassi, non
può continuare a giocare con noi», è la prima regola
ferrea stabilita dal “preside” Zico che come “Gol de
Letra” sta trovando sponsor e amici in Europa disposti
a finanziare Cfz per permettere ai ragazzi di uscire dal
Brasile per dei periodi di scambio culturale.
PSICOLOGIA
Televisione: maestra cattiva o fidata baby-sitter?
‘Cattiva maestra televisione’? Secondo una ricerca riportata dal Censis e condotta in dieci paesi europei
su un campione di minori tra i 9 e i 16 anni, i ragazzi
dedicano quattro ore e un quarto al giorno al consumo dei media. E la televisione, nell`era di facebook, la
fa ancora da padrone. “Ecco perché i genitori dovrebbero scegliere, accuratamente, i programmi televisivi ed evitare che il mezzo crei dipendenza nei piccoli
telespettatori”, spiega aSalute24 Gianni Biondi, direttore dell`unità operativa di psicologia pediatrica presso l’ospedale ‘Bambino Gesù’ di Roma. A quale età è
consigliabile iniziare a vedere la tv? Più tardi possibile.
Nei primi anni di vita è preferibile che la televisione
venga usata con molta moderazione. Va sempre verificato che il bambino mantenga l’attenzione al programma proposto, evitando che lo schermo diventi
uno strumento ‘da compagnia’, proprio per impedire
una possibile forma di dipendenza dal mezzo. Quindi è altrettanto importante che i genitori non facciano
giocare i figli con la tv accesa: un’abitudine molto presente nei preadolescenti durante lo svolgimento dei
compiti e che può rappresentare una minaccia per la
concentrazione, con conseguenze sull’apprendimento.
Da abolire la televisione in cameretta? Forse potrebbe
Fonte: Il Sole 24 ore - salute 24
essere più rassicurante e costruttivo sostituire la tv in
camera con la lettura di fiabe. Ma anche inventare racconti e fantasticare assieme potrebbe trasformarsi in
uno dei momenti in cui il bimbo riesce ad esprimere
le proprie esperienze. O magari potrà raccontare un
episodio spiacevole o la paura che, diversamente, non
avremmo mai conosciuto. Le tipologie di immagini
da evitare? Tutto quello che riguarda la violenza diretta e indiretta. Ad esempio le forti o drammatiche
liti tra coniugi, tra genitori e figli o le storie di bambini vittime di violenze. In generale non si tiene conto
che la televisione viene osservata, con più attenzione
di quanto si immagini, dai bimbi al disotto dei 6/8
anni, con una capacità di elaborazione di immagini,
emozioni e significati ancora in fase di formazione. E
i programmi più adatti? I documentari. Alcuni ricercatori hanno segnalato come gli adulti scelgano poco
questo tipo di programma che può essere, invece, un
ottimo strumento di conoscenza e di curiosità, specialmente se è poi possibile parlarne con mamma e
papà. Tutti i cartoni animati sono appropriati per i
piccoli? Innanzitutto non è vero che la parola ‘cartone
animato’ significhi, di per sé, ‘per l’infanzia’. Numerosi
cartoons trasmessi dal piccolo schermo sono dedicati
ad adolescenti e adulti. Ma molti genitori danno per
scontato che qualunque cartone sia adatto ai bambini.
In alcuni, non di rado, vi è un linguaggio volgare e
violento. Con il conseguente pericolo di una confusione tra lecito ed illecito e scarsa attenzione ai valori, come ad esempio il rispetto per l’altro. Ascoltare
il tg durante i pasti potrebbe rivelarsi dannoso per i
giovanissimi? Assolutamente sì. Infatti tolto il tg della Rai dedicato ai ragazzi, non esiste un’attenzione dei
telegiornali nel trasmettere immagini adatte. Occorre
denunciare il grossolano errore di ritenere che i telespettatori interessati siano solo i preadolescenti e gli
adolescenti. In realtà anche i più piccoli, apparentemente in modo distratto, sono attenti all’immagine,
pur avendo difficoltà a comprendere.
CRESCERE 5X1000
EVENTI
CRESCERE INSIEME
ONLUS EVENTI
CRESCERE INSIEME ONLUS
Associazione per le adozioni internazionali
con
“Associazione AGBARiabilitazione
Equestre”
in collaborazione con
il Circolo Equestre Luratese
INAUGURANO IL
Progetto Ippico
“Un cavallo per Denis”
La Terapia per Mezzo del Cavallo
(TMC) permette, attraverso la pratica
di un’attività ludica, avente come mezzo il cavallo, il miglioramento globale
delle capacità motorie, le competenze
cognitive, le facoltà
intellettive, l’aspetto sociale,
promuovendo l’autonomia personale
e l’autostima dell’individuo.
Per aderire o per informazioni
chiamaci allo 039-9350124 o scrivi a
[email protected]
GRUPPO ADOLESCENTI
Incontro con i genitori
Sabato 27 Settembre 2014
dalle ore 15.00 alle 17.00
la nostra Psicologa e Psicoterapeuta
Dott.ssa Cristina Paiocchi terrà un incontro per i genitori dei ragazzi
che parteciperanno al gruppo adolescenti
Per informazioni contattaci allo
039-9350124 o scrivici a
[email protected]
INCONTRI INFORMATIVI
GRATUITI
Venerdì 26 Settembre dalle 14.00 alle 18.00
Venerdì 31 Ottobre dalle 14.00 alle 18.00
Venerdì 28 Novembre dalle 14.00 alle 18.00
Venerdì 19 Dicembre dalle 14.00 alle 18.00
Gli incontri saranno tenuti dalla
Responsabile Isabella Cerri Veronique
Per informazioni contattaci allo
039-9350124 o scrivici a
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SCUOLA
ITALIA
“Io sono meglio degli altri”
Ecco l’Italia dei diffidenti
Il passaggio della maturità
Quando divenne premier,Tony Blair dichiarò che il
suo governo aveva tre priorità: istruzione, istruzione, istruzione. Nei diciassette anni che sono passati da allora, quello che era nel 1997 un programma
sorprendente e uno slogan ben trovato si è trasformato in una verità lapalissiana. Nessuno è oggi tanto
sprovveduto da non accorgersi che la ricchezza delle nazioni, presente e futura, consiste e soprattutto
consisterà nel livello culturale dei cittadini, nella loro
utensileria mentale. Nel capitale umano, certo, ma in
un capitale coltivato. […] Quel che i diciassette anni
trascorsi hanno dimostrato - tra diffusione delle tecnologie digitali, apertura e globalizzazione dei mercati, voracità nell’apprendimento è che su questi temi
siamo usciti dal quadro otto-novecentesco ispirato
al progressismo umanitario. Siamo alla struggle for
life, alla lotta per la sopravvivenza. E la sopravvivenza (spesso, pudicamente, chiamata occupazione), per
strano che possa parere, passa primariamente dall’istruzione. Ora, il perno del nostro sistema scolastico è
lo snodo tra l’apprendimento preuniversitario e quello universitario. È un rendiconto finale, la somma di
tutte le somme. È una conclusione - di un ciclo più
che decennale - ed è un inizio. È una selezione, tra chi
vuole e può proseguire e chi no. È un coming of age ,
un passaggio e un rito di passaggio, dalla adolescenza
alla giovinezza, l’ingresso nella vita adulta. Tutto questo è quel che, antiquatamente ma appropriatamente,
chiamiamo maturità. E siccome si tratta di un perno
delicatissimo dell’intero sistema, dalle sue condizioni
si può dedurre agevolmente lo stato di salute del tutto.In via preliminare occorre però decidere se l’esame
di maturità abbia ancora un senso. Se infatti singole
facoltà di singole università pubbliche amministrano
propri esami d’ammissione è chiaro che l’esame di maturità perde ogni significato. Meglio eliminarlo, con
risparmio di fatica, tempo e denaro. Nessuno scandalo, gli altri grandi Paesi europei non ce l’hanno o non
ce l’hanno così tardi, a diciannove anni. Se invece si
Fonte: Corriere della sera
eliminano gli esami di ammissione, l’intero sistema
scolastico deve essere radicalmente rifatto. […] Partendo dal principio, materialistico ma lodevole, «intanto che non ci piova dentro» il governo ha per il momento affrontato l’edilizia scolastica . C’è ben altro. C’è
un corpo insegnante umiliato, un personale non insegnante assai folto, un’università burocratica, sindacati riottosi. Ma il peggior di tutti i mali sta al centro,
nella normativa, pedante sulle inezie e cieca di fronte
al senso effettivo delle cose. Una normativa che negli
anni si è particolarmente esercitata, con una sorta di
voluttuosa insistenza, proprio sull’esame di maturità.
Cambiandogli nome e connotati, azzoppandolo, lentamente sfregiandolo e sfigurandolo. […] L’anno prossimo giungerà a compimento (!) l’ultima tranche della
riforma del 2010, cioè di tre governi fa. Nel frattempo
gli indefessi normatori si occupano di aspetti essenziali per il futuro del Paese. Per nostra consolazione,
il 19 maggio il ministero ha emanato l’Ordinanza n.37
che all’Articolo 21, «ai sensi del Decreto Ministeriale
16 dicembre 2009, n.99, articolo 3, comma 2» si preoccupa di stabilire i criteri a cui le commissioni degli
esami di maturità si devono attenere per conferire il
voto supremo di cento e lode. Ciò chiarito, sembra
di capire, il perno su cui ruota tutto il nostro sistema
scolastico tornerà all’antico splendore…
La sfera privata dei valori e quella pubblica non sono
perfettamente speculari nell’immaginario degli italiani. Come se fossimo affetti da una sorta di dissonanza
fra i riferimenti soggettivi e quelli che ispirano i comportamenti dei nostri conterranei. […] La narrazione dei cambiamenti culturali dell’Italia che l’indagine
LaST (realizzata da Community Media Research in
collaborazione con Intesa Sanpaolo, per La Stampa)
è legata ai valori ritenuti più importanti dalla popolazione, sia a livello soggettivo che per la comunità
nazionale. Agli interpellati è stata proposta una lista,
equamente divisa fra aspetti privati e civici, all’interno
della quale era necessario operare una graduatoria con
tre livelli d’importanza. La classifica finale evidenzia
una significativa diversità. A livello soggettivo sul
podio mettiamo, in ordine d’importanza, la famiglia
(35,5%), la gestione responsabile della cosa pubblica
(24,0%) e la lotta alle diseguaglianze sociali (15,1%).
Se poteva essere facilmente prevedibile il ruolo preponderante assegnato al valore della famiglia, sicuramente meno scontato è il peso attribuito alle due virtù
pubbliche: sono probabili segni degli anni della crisi
e soprattutto della necessità di un maggiore senso di
Fonte: La Stampa
responsabilità nella guida dei beni collettivi. Spostandoci sul versante della comunità nazionale, la classifica muta di segno. Al primo posto viene di gran lunga il
successo economico (40,3%), ben distanziati la gestione responsabile della cosa pubblica (26,4%) e quindi la
famiglia (18,4%). […]Soffermando l’analisi sul primo
aspetto più importante a livello soggettivo, possiamo
individuare alcune differenziazioni interessanti. La famiglia è un valore centrale in particolare per la componente femminile (41,2%), le casalinghe (69,0%), i
residenti nel Mezzogiorno (41,8%) e chi ha un titolo
di studio basso (55,5%). La gestione responsabile della
cosa pubblica, invece, ha i maggiori sostenitori nella
parte maschile (28,3%), i più anziani (30,8%, oltre i 65
anni), i residenti del Nord Est (27,0%). Infine, la lotta
alle disuguaglianze sociali vede in prima linea i più
giovani (30,0%, fino a 24 anni), gli studenti (30,7%),
gli abitanti del Centro (19,7%). Il questionario proponeva di scegliere fra tre dimensioni in ordine d’importanza. Una misura di sintesi, che considera assieme le
diverse risposte offerte, delinea 4 profili degli italiani
rispetto agli orientamenti di valore, sia a livello soggettivo che collettivo. Come in precedenza, e in misura ancor più accentuata, emerge una differenziazione
tra privato e pubblico. Dal punto di vista soggettivo,
è largamente prevalente l’indirizzo «civico-privato»
(43,9%), ovvero di chi sceglie per sé soprattutto i valori civici sebbene non in modo esclusivo. A questo
gruppo seguono parimenti gli «universalisti» (24,5%),
che scelgono esclusivamente valori civici e pubblici, e
i «personalisti-civici» (23,8%) orientati maggiormente alle dimensioni private. Infine, troviamo i «personalisti» (7,8%), cioè gli ispirati solo da aspetti privati.
Dunque, in generale l’universo simbolico degli italiani, a livello soggettivo, appare composto in prevalenza
da valori di carattere civico, mentre quelli più di natura privata paiono posti in secondo piano. […]
FOTO FESTA
Conferenza Europea - adoption for
the right reasons
Alcune foto
della festa
....
... CRESCERE INSIEME
ONLUS Associazione per
le adozioni internazioanli
e
Associazione AGBA
in collaborazione con il
Circolo Equestre Luratese
....
... hanno inaugurato il
Progetto di Ippoterapia:
Un cavallo per
Denis”
ADOZIONI
Dalla fine degli anni 1970 un piccolo numero di organizzazioni europee che operano nel settore delle adozioni internazionali si sono incontrate regolarmente
per discutere argomenti di interesse comune. Furono
i paesi nordici ad iniziare l’attuale cultura della condivisione delle diverse esperienze, che venne poi regolarizzata nel 1991. […] Il momento decisivo poi
avvenne con l’introduzione della convenzione dell’Aja
nel 1993 e la sua successiva ratifica nel 1994. Attualmente i membri di EurAdopt provengono da 12 Paesi: Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania,
Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia,
Spagna e Svezia. Ogni anno queste organizzazioni seguono l’adozione internazionale di circa 4.000 bambini. L’attenzione in questa edizione 2014 di EurAdopt è
stata focalizzata sui seguenti temi: Identità e radici, i
diritti dei minori, l’affido e le possibili alternative all’adozione. Laura Martinez-Mora, la commissario legale
alla HCCH Permanent Bureau all’Aja, ha parlato dei
vent’anni della Convenzione dell’Aja sulla protezione
dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione e ha posto un’importante domanda: “La Convenzione è uno strumento efficace nell’implementare un
sistema d’adozione etico e trasparente? Quali sono le
attuali sfide?”. Nel cercare di rispondere a queste domande, Martinez- Mora ha menzionato che i prossimi
obiettivi sono quelli di stabilire un quadro giuridico
dove i responsabili di ogni passo siano identificabili e
dove si ponga particolare attenzione al consenso durante il processo di adozione. Bisogna lavorare sia per
una migliore informazione e consulenza per i genitori
biologici che approcciano l’adozione internazionale
sia sulla conservazione delle informazione per il figlio
adottato. […] Nel corso dei due giorni si è parlato anche molto dei servizi del post-adozione e si sono confrontati i diversi modelli in Europa. Per l’Italia Paola
Crestani ha presentato il modello italiano e i servizi
offerti suscitando domande tra i presenti sull’alto numero di famiglie italiane che decidono di adottare
Fonte: italiadozioni.it
bambini con bisogni speciali. Per la Svezia la rappresentante dell’autorità centrale ha spiegato che le famiglie adottive e le famiglie affidatarie beneficiano degli
stessi servizi. Il post-adozione è gestito dallo stesso
gruppo di assistenti sociali e dall’autorità locale che
hanno gestito il processo di adozione. Viene anche
fornita consulenza per il delicato momento della ricerca delle informazioni e delle origini. Quest’ultimo
è cresciuto d’importanza negli ultimi anni, ed è stato riscontrato che addirittura le seconde generazioni
cercano i contatti per conoscere il passato dei loro genitori adottati. Angelo Moretto, CHAIR di EurAdopt
ha concluso queste intense giornate con delle riflessioni molto stimolanti. Si è chiesto quali siano i problemi che l’adozione internazionale sta fronteggiando
in questo momento. Sembrerebbero due gli aspetti
cruciali: da un lato ci sono troppi enti accreditati e
dall’altro invece sono ancora troppo pochi i paesi che
hanno ratificato la convenzione dell’Aja. Chi sopravvive quindi? Purtroppo il rischio è che a sopravvivere siano i truffatori. Una maggiore collaborazione tra
le autorità centrali dei diversi paesi garantirebbe un
maggior controllo. Quello che secondo Moretto deve
accomunare tutti è innanzitutto il desiderio di fronteggiare le sfide dell’etica nell’adozione, secondariamente la consapevolezza che c’è bisogno di più ricerca
per influenzare i miglioramenti nella legislazione, ed
infine il potenziare la cura e il perfezionamento dei
servizi pre e post adozione.