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GLI SP ONSALI
DI GALEAZZO hl. SFORZA
ARCH. LUCA BELTRAMI
GLI SPONSALI
DI
GALEAZZO MARIA SFORZA
MCCCCL - MCCCCLXVIII
MILANO
MDCOOXClll
Francesco Siorza, riedificando nel 1480 il Castelle
di Milano sulle rovine della rocca viscontea. volle
assicurare la conquista del Ducato contro i nemici
interni ed. esterni. Galeazzo Maria, seguendo la naturale sua inclinazione, assecondata dalle tendenze
dell'epoca nella quale visse, volle temperare la severità di quella costruzione militare, con tutta la grazia dell'arte del quattro?ento.
Nel giorno in cui il Castello di Milano, dopo quattro secoli di vicende militari, ridiventa sede dell'arte,
ed asilo delle memorie cittadine, il mio pensiero al
volge a Galeazzo Maria , e - pur riepeWmdo il severo giudizio che di lui ha pronunciato la Storia si compiace di ricostituire un episodio della sua vita,
per disperdere l'accusa di un delitto, che ancora
grava sulla di lui memoria.
Milano, 26 ottobre 1893.
LUCA BEL.TRAMI.
Francesco Sforza, compiuta nel 1450 la conquista. dcl
Ducato di Milano, si affrettava a ricercar e per il primogenito s~o. Galeazzo Maria - benchè questi avesse soli
sei anni - qualche cospicuo parentado cbe gli procurasse
una. valida. alleanza. per far fronte ai nemici della casa
Sforzesca. La maggiore minaccia alla sicurezza del ducato
veniva, a quel tempo dalla Repubblica VeI}eta, cosicchè
l'assicurarsi con vincoli di famigliri. l'alleanza del ma1•chese di Mantova, significa.va per Francesco Sforza stabilire una sentinella avanzata a difesa del troppo incerto
confine fra le due potenze rivali, Milano e Venezia:
d'altra. parte il marchese di Mantova era fra. i capitani
che, nel periodo delle lotte per la successione di Filippo
Maria Yiscooti, avevano maggiormente giovato allo Sforza ; era quindi un debito di riconoscenza per questi il rinforzare i vincoli stretti sui campi di battaglia col promettere il primogenito ad una delle figlie di Lodovico
Gonzaga. Cosi fu che nel 1450 si stabili il contratto matrimoniale fra Galeazzo M. Sforza e Susanna. Gonzaga,
-
10 - ·
ratificato però da ambo le parti solo nel 1454 ai 20 di dicembre 1 coll'avvertenza che, qualora la figlia Susanna
pervenuta alla età di quattordici anni, non fosse, per
qualche difetto fisico, idonea al matrimonio, le nozze si
sarebbero fatte coll'altra figlia, di minore età, chiamata
Dorotea, che allora aveva soli cinque anni. Il contratto
venne appunto modificato, secondo questa previsione,
tre anni dopo, 2 essendosi in Susanna verificato il difetto
di gibbosità: e per una precauzione che - data questa
circostanza - era più che giustilbata, il nuovo contratto
matrimoniale portò la clausola condizionale, che Dorotea
a\l' epoca del matrimonio non avesse a mostrare « in
suam personam aliqualem gibositatem vel alium consimilem defectum. »
Fu Antonio Guidobono, ambasciatore di Fr. Sforza a
Mantova, colui che ai 9 di settembre del 1457 firmò il
nuovo istrumento di contratto nel nome di Dorotea,3 dopo
che sul conto di questa ebbe ad inviare alla Corte Ducale di Milano
seguenti Informazioni, colle quali la.·
figura di Dorotea entra nel dominio della storia: « ha.
più bellezze che non porti el comunale, grande per
l'età, bella carne, bel colorito, de bona ayra et bene
membruda. Gli ochi però sono bianchi et la bocha un
poco largheta. • »
Un anno dopo l'istrumento di matrimonio, Galeazzo
Maria ebbe occasione di incontrarsi per la prima volta
colla futura sua sposa, e fu quando la marchesa Barbara
colla figlia Dorotea si recò a Ct•emona per condurre
Gabriela, figlia naturale del marito Lodovico, incontro
al promesso sposo Corrado di Fogliano, fratello uterino
di Fr. Sforza, accompagnato da Bianca Maria e dal figlio
Galeazzo Maria. Durante più di quindici giorni, dal 14.
novembre al 3 dicembre 1458, 5 Galeazzo e Dorotea si trovarono assieme a Cremona, e fu una continua festa fra
loro. Ritornata a Mantova, Dorotea sentì il bisogno di
scrivere al suo promesso sposo, per dare sfogo al do-
le
- ii-
lore provato · p er il ùistacco. Gli archivi di Milano non
ci conservarono quella lettera, che forse Galeazzo portò
a lungo sotto il suo giustacuore, per rilegg~rla. più volte
come pegno d'amore: l'archivio ùi Mantova invece ci
conservò la risposta di Galeazzo :
e Illustre et suvavissima. la. mia. sposa. La littera. de
la S. V. qualti G:o. dli. Milano me ha portato, me è stata.
gratissima. per ogni rispecto, ma spelialmente perchè
per averla. lecta. et relecta. più de cento volle, me è
parso di parlare assai con la. S. V., del che ninna cosa
mi po' essere più iocunda. ne piacevole, et in tal modo
mi si è levato \all'ano alquanto, quale invero ha.veva.
preso grandissimo de sua partita da. mi. De la qual cosa.
credo seria. restato privo in tuto, se per essa littera non
bavesse inteso quella essere in dolore, el quale dando
a mi non mediocre passione, se per la presente non gli
intervenisse giù. di poter levare per essere di mancho
efficatia che la sua, pregola altnancho che per mio respecto, quale non haverò mai l'animo quieto finchè non
intenda che la habia. caciato el suo dolore, si voglia..
ralegrare e vivere de bono animo, et confortare con
quello rimedio che anchora mi facio, cioè credere chio
sia con la mente seco, corno per certo sono e sarò fin
che la vita me basta, corno creùo cho essa sia con mi,
el quale me è il megliore conforto che me habia, e cos\
prego la S. V. che anche lei, se non per allro, pur per
amor mio sei toglia. Le ambasate ùe la S. V. ho facto.,
si che piaza ad quella. de recomandarme a. quelli 111Sig. patre e matre, et a li comuni fratelli et sorelle
nostre, et a vui dolce mio bene sempre me recomando.
Cremona, die XI decembris McccoLvnr.
Il vostro Galcazomaria se racomanda al anima sua. bella..•
(fuori) Ill. ac Ex. domine sponsc mee precordialissim&
domine Dorothec Sfortie Vicecom. comitisse etc. 6 >
Dorotea aveva allora nove anni.
-
12-
Tre anni dopo Galeazzo ripassava a Mantova, dopo
esser stato a caccia col marchese Lodovico nel Ducato
di .Modena, e rivide la. sua Dorotea: 7 la rivide nel 1462
e nel 1463. Di quest'ultima. visita la marchesa Barbara
da.va qualche notizia al tiglio Francesco, che aveva.allora
diciannove anni, e già. da due anni era cardinale.
e • . . Lo Ili. conte Galeaz an~or si trova. qui e monstra stargli molto voluntiera, e fa molle demonstrazione
e signi de bon amor verso la Dorothea. Bagli donato
un zogliello <le va.Iuta de circa VIII ducati, e quasi ogni
zorno la vole cum se a desenare, o a cena, e certo non
poria al parer nostro monstrarli de vederla più de
bona voglia de quello se facia, nè fargli magior feste
ne pii1 acarezarla. • . • . s »
Si avvicinava intanto lepoca stabilita. per il matrimonio, fissata ai 7 di dicembre del 1463, giorno nel
quale Dorotea. compiva i 14 anni. Sul finire dell'agosto
di quell'anno, Vince11zo Scalona, ambasciatore ilei l\farchese ùi Mantova a Milano, avvisa questi come alla
Corte Sforzesca. già si facessero i preparati vi per il
matrimonio, e come, per prendere gli opportuni accordi,
Francesco Sforza inviasse alla corte di Mantova Giacomo
ùa Gallarate. 0 La. stessa notizia si affretta a comunicare
Galeazzo a. Dorotea.
e !Il. consors mea precordialissima. Jacomo de Galerà.
viene da quelli 111. Sig. patrP. et matre, et anchora. da.
la S. V. circha la conclusione de le noze nostre, le quale
so certamente me pareno looge come a vui. Cara la mia
sposa, pregove gli voglia credere quanto a. mi proprio,
èhe per cento mille volte me vi recomando, pregandove
che vogliate stare <Je bona. voglia, et fare le usate mie
recomandatione. Mediolani, die xvu septembris 1463. 10
Il vostro caro Galeazomaria de manu propria. >
Ai 27 di settembre il Gallarate era in Mantova, ed alla
- 13-
marchesa Barbara - essendo assente Lodovico - espone
l'ambasciata di Fr. Sforza, e cioè che il Duca di Milano era
ben lieto di stringere il parentado, ed era persuaso che
Dorotea. non avesse alcun difetto; pure - ad abu11dantem
catdelani - intendeva. valersi della clausola del contratto
per far visitare da due de' suoi medici la promessa
sposa. Sdegnata per tale richiesta, l!he considerava. come
un disonore per la. sua casa, e vergogna. per Dorotea, l;i.
marchesa. Ba1·bara scrisse tosto al marito, 11 il quale ap·
provò la rip\\lsa data. da. Barbara, ordinando che Dorotea
sospendesse ogni corrispondenza. epistolare con Galeazzo.12 Bianca Maria, informata. dello sdegno di Barbara,
cercò di persuadere questa come la richiesta del Duca
non fosse da e pigliare se non in bona parte et per bono ef·
fecto 13 » ma non fu così tacile il calmare la Corte di Man·
tova. Fin qui la. richiesta di Fr. Sforza corrispondeva.
rigorosamente. alla clausola già citata del contratto di
matrimonio: nè doveva. sembrare strano che il Duca sentisse la. necessità. di assicurarsi che la donna, destinata
a. continuare la. dinastia. degli Sforza, fosse scevra da
difetto fisico: ma. lo svolgimento dei fatti non tardò a tra·
dire il vero movente della. richiesta, e cioè il propo·
sito in Fr. Sforza di sfruttare quella clausola per scio·
gliersi da ogni vincolo di parentela. colla ca.sa Gonza·
ga, e potere così rivolgere le sue mire a :tien piu co·
spicuo parentado. E si comprende: assodata ormai con
tredici anni di governo la conquista del Ducato, rassicura.lo abbastanza dalla. parte della Repubblica Veneta.
Fr. Sfona. sentiva. quanto avrebbe giovato alla sua casa
l'ottenere una parentela colla casa di Francia, la quale
non dimenticava. vecchi diritti sul Ducato di Milano. Di
qnl il proposito di spingere le cose per modo da rag·
giungere tale intento, sottoponendo alla fredda ragione
Ji stato, ogni sentimento di convenienza. e di riguardo:
cosl egli attende che il termine dcl contratto sia pros·
simo a. scadere, per inviare a Ma11tova. frate Agostino
- il-
da. Crema, perchè avesse a dichiarare alla. marchesa Barbara come egli e uoleuache Madona. Dorotea fosse veduta.
per magistro de .Norsa, et in caso che refudassero che
non fosse veduta da elio, che al tempo debito li manderebe a protestare 1• >.E tanto ò impaziente il Duca. di rom.
pere ogni legame che, senza. aspettare la rispo~ta. di
frate Agostino, imparte istruzioni ancor pi il precise al suo
ambasciatore Gerardo de' Colli, il qua.le doveva a nome
·del Duca dichiarare al Marchese come e hauendo nui
hauuto alcuna noticia che la dieta Madonna Dorothea
ha pur certo signo per lo quale ne fa dubitare, habiamo
-deliberato di far uedere da dui medici periti et intendenti dieta Madona Dorothea ~ : solo ad attenuare la crudezza della proposta. aggiunge che alla visita possono
assistere due medici del Marchese, dichiarando « che
la Ili. Madona Dorotl1ea non si ha ad uedere in parte
men che honesta, et che molto ben servato el pudore
· uirginale, non se possa demonstrare.is >
Le informazioni sulle quali si basava il Duca per dubitare di Dorotea, si limita.vano a quelle ch'egli si era procurato inviando appositamente a. Mantova, per vedere
-da vicino Dorotea, certo Giovanni Matteo, il quale aveva
·dichiarato e haverla veduta a. cavallo, a pede, vestita,
in mantelli no et etiam in camorra; che! è bella e fatta
grande, et che !altezza della spalla è poca, che chi non
lo sapesse non se acorzeria, et ba vendola. ben examina.ta, non ha compreso che! habia la. spalla grossa, 16 >
Il Marchese di Mantora, alla richiesta perentoria di
Gerardo de' Colli, risponde di esser disposto a mostrare
la sua flglinoh~ «in quello che honestamente se possa
et debi a monstrare 17 ,, alla quale risposta, che sconcer. tava il piano del Duca, l'ambasciatore mostrò di prestare ben poca. fede, scrivendo a. Fr. Sforza« credo però,
: per quanto ho potuto comprendere, non la. voia mon- stra.re nuda, perchè non auendo poy loco questi spon. salitii, mai non trouerebbe marito, come da voi refutata..18 »
-1:> -
E lo sposo Galeazzo, quale intere3se prendeva a tutte
queste pratiche i Bianca Maria, avute le relazioni di frate
Agostino e del Colli, le aveva comunicate al figlio, che
era a Vigevano, e questi , dopo aver risposto alla madre, scriveva al padre e così me è anche parso scrivere
a V. E. cioè che in tuto me remeto a quello fara vo·
stra Ex.a e la Sua: faciano mo loro quanto li pare et
piace, che se a mi stesse di rispondere, non respoudel'ia
se non quello che loro me consiliassero et così de quello
che loro farano restarò sempre contento 19 >.Curiosa rassegnazione di sposo: ma è troppo evidente come Francesco Sforza avesse già. convinto il primogenito della
opportunità di sciogliersi da ogni legame colla casa
Gonzaga, e di ostentare quindi una grande sottomissione.
Eppure erano trascorsi soli cinque mesi daccbè Galeazzo aveva scritto da .Mantova ai suoi genitori:« per·
che so veruna cosa non possere fare qui che più piaza
a la Ex. v.ra quanto di portarme con mia mo(Jliera honestamente, e farle careze az-0 ognuno comprenda ch'io
la amo et voglio bene de bon core, come debitamente
voglio, et de questa V. E. ne sia più che certo, avisandolo che quanto più la pratico tanto pii1 me ne contento et merita altro tanto per el piasero et contentamento del S.0 padre et dc la S. V. to >.
Il Marchese, sollecitato a chiarire in qual modo awebbe
mostrato la figliola ai medlci del Duca, dopo aver nuovamente sfogato il suo sdegno, dichiarava: e nondimeno
sapendo e cognoscendo per la gratia di Dio la prefata
Dorothea se troua. in tale sauitade e tale proportione
de membri che per lo aduenire secundo judicio humano
de lei non se habia. a dubitare, de bona voglia spogliata
e nuda ge la mostraressimo, rese1·uando solamente
quelle parte che a se stessa debono esser veliate a venga
crediamo che questo aù alcuno non paresse eonveniente ne honesto de mostrar una zouall"e de q~esta
etad~ de nm anni, ne a questo ne siamo obbljgati!l •.
-
16 -
Nel fatto ridusse le sue concessioni a questi termini :
siamo contenti lassar uedere ad essi medici et examinare la. pref•l.ta Dorothea nostra fiola, vogliano in
zuppa o camorra ben sgoldrita, ouer in quella medesima zuppa che pur questo septembre proximo passato
gli mandò la. prefala 111.a Madona f:lcta. per mano del
sarto, a.fioche non se potesse presumere che curo bombace o altro, se gli volesse usar cautela. alcuna. ~e
hauesse a darle altra forma da quella gli habia dato
la natura.2'l "
Erano intanto arrivati a Mantova i due medici del
Duca, i quali convennero coi due medici del .Marchese
per precisare le modalità. della visita; l'ambasciatore
tli Fr. Sforza cosl riferisce tale convegno: «••.• dopo a
doe hore uenero li medici del prefato S.' Marchexe'
l\l ro Johan ne da GrignlJ.no et M.0 Arrivabeno et dissero
chel prefato s.r Marchese voluntera sapria quelli Joci
et parii della persona.. dessa l\P Dorothea voleuano ue0
dere: adlora. li pt'efati dottori M.1° Benedicto e M.' Antonio dissero como era necessario vedere tutti li spondili, incoinenzando dal collo sino ad os· caude exclusivc,
et cossi tutte doe le spalle et lo pecto donante occul tando pero le ma mille. A <lieti medici del S.' Marchese
non piacque diete parole, anzi se sforzareno dargli ad
23
intendere che basteria vederle <le la corexa in suxo ».
Era quindi troppo manifesto come la. visita medica
non fosse altro che un cavillo per rompere il contratto,
e come l'accordo sui limiti della. visita. non avrebbe
egualmente condotto ad un risulta.te qualsiasi, per cui
le trattati ve fra. i medici rimasero interrotte < et alhora
i:> Gerardo - si afTrett~ a. concludere l'ambasciatore curo debita. reverentia feci tradurre uno instrumento da.
lo Ambrosio cancelero u ».
Malgrado tutto ciò, l'ambasciatore mantovano alla.
Corte ducale non perdeva coraggio, ed assicura.va Galeazzo Maria che Dorotea non Meva. alcu11 difetto t:.: e Oa-
<
-17-
leazzo protestando di essere sempre disposto a sposare
Dorotea che amava, e dichiarando che non poteva a
meno di .obbedire ai genitori, proponeva unn. p1;orog •
al matrimonio. li marchese Lodovico nc;n volle saperne
di tale proroga, e dichiarò di voler troncare ogni pratica
di matrimonio, manifestando la. ferma volontà. di sciogliersi anche dalla condotta. militare che pochi mesi in·
nanzi aveva rinnovato col Duca. M
Tale risoluzione, comunicata dall'ambasciatore mantovano alla Corte Sforzesca, produs~e in questa una grande
sorpre>a. Galeazzo « comenzoe a lacrima1·e et restò ile
mala voglia. 27 > scrive l'Ambasciatoro al Marchese: Fr.
Sforza, respingendo ogni proposta <li svim:olo dalla condotta militare, dichiarava. ch'egli aveva pur sempre l'intenzione di stringere il contratto colla. casa Gonzaga, e
protestando contro l'accusa. eh' egli avesse già. iniziato
pratiche per un matrimonio colla casa di Francia e principioe a sacramentare et sconzururo che mai non )lebbe
altra intentione, trovandosi Dorotea sana et senza diffecto, ni mai fin qui fece pratica alcuna <li dare altr ~
donna ad esso conte, ot che se per altri ge ne stato
facto ambassata., sempre ha. recusato de metterli ONCchie ts ».
Nel fatto però da. più di tre anni correvano pratiche
fra lo Sforza e il Duca. di Savoia, poichè fin dal dicem ·
bre del 1460 Francesco Gonza.ga., fratello di Doroten,
aveva scritto da Pavia al padre per notificargli a.lcunu
rivelazioni avute e da. persona. degnissima, la quale
per niente vuole essere nominata -., secondo le quali ~i
trattava di dare la. figlia del Duca di Savoia. a Galeazzo, anzichè a Filippo cui era. stata promessa, la~ciando
così il parenta lo di casa Gonzaga, e percbè da quest,1
donne nate de sangue de gobbi, nasse altri gobbi, o de
leprosi, come dice Avil)enna~ >.
Bianca Maria, che per tale controversia più di tutti
soffri va, nutrendo sincero atretlo per B~rbara. e per
2
-18-
Dorotea, volle tentare una. soluzione, proponendo a Barbara. un convegno a Cremona, dove ella. avrebbe potuto
visitare Dorotea. M" Galeazzo in questa circostanza
tradì, non solo la cieca sottomissione al padre, ma la sna
malevolenza verso la madre, dichiarando: e lo voglio
che Dorotea sia veùuta da ogni canto, como è slato rigiesto, e se non ge fosso lrovato più difetuzo come è
una pulice, che sia dicto ùa. chi se ne intende sia da
furne caso, non la voglio, e in questo me perJonera mia
ma.tre, non me voglio fidare de lei perchè non se ne
intende 30 >.
Intanto non era piu possibile a Fr. Sforza di tenere
piu lunga.mento celate le pratiche in corso per un parentado colla casa. di Savoia: ed ei:tli stesso notificava.
all'ambasciatore mantovano, come Francesco Nori fosse
giunto alla Corte ducale con lettere ciel re di Fi'ancia e tlel
Duca di Savoia, per trattare il matrimonio di una. delle
due figlie di questi con Galcazzo31 : ad attenuare però
la sconvenienza di questo procedere, metteva. innanzi
l'idea di dare Dorote:1 in moglie a Filippo Sforza fratello
di Galeazzo, idea che avrebbe trovato un fautore nello
stesso Re di Francia.
La duchessa Bianca :\!aria, ammirabile per la sua costanza. nel volere i mpetlire tale ,soluzione, cpntinua va ad
invitare la. marchesa Barbara al convegno di Cremona:
ma Blrbara al messo Manuele, speditole dalla Duchessa,
risponde : « Galeaz ne foce pnro un gran torto ad usar par ole in dispregio di Dorotea, la quale etiam si sa lo amore
gli ha portato, vitu perandol.i. e dicendo ma.le di lei, o in
casa e fuor di casa, e a la presentia de forestieri, cosa
certo che non ni pareva haver meritato. Se havessimo
compresa la mente del conte Galeaz essere sincera o
buona, non se baveri:i. facto caso lassarla vedere a
quella. Ili. !\la.donna, a la q11al eliam altre volte se lassarono veder le altre a Casalmaggiore, ricordandoli che
la S. V. era. stata la prima che aveva. facto previste le
-
19 -
Ex. Sue de la Susanna, ma hora, vedendo manifesLamente
la indisposizione del conte Galeaz, che se ne mostra in
tucto alieno de volerla, non sapemo a che se dovesse
ritornare de nuovo suxo quella novella, e mettersi al
dubbio, ultra il danno, de l'icever anco carico e vergogna.32 »
E fu appunto mentre il messo Manuele cercava di
persuadere Barbara della buona fede di Bianca Maria,
che sopraggiunse Dorotea. la quale «inanti se trovava
in scola, et intrò ne !a camera, pur cussi in un guarnello bianco a la domestica. Subito esso l\Ianuele cominciò a guardarla, nè gli baleva li ochi da dosso, monstrando
farsi una gran meraviglia che la fusse cussi bella e ben
proportionata, dicendo che mai non haveva e~timato la
fosse · cussi facta, et che paga.ria un gran facto quella
Ili. Madonna la potesse vedere 33 >·
Tutto ciò non valse ad arrestare il corso fatale degli
avvenimenti : le due madri si incontrarono nel febbraio
del l465 a Cremona: invano Bianca M1.1ria rinnovò la
preghiera di voler vedere Dorotea.31 li marchese Lodovico fu nobilmente irremovibile , dichiarando che non
volev<1. « per alcun modo mettere in questione l'honore
de casa no.;;tra., ed alle vaghe promesse che Francesco
Sforza gli faceva per indurlo a non sciogliersi dalla condotta militare, rispose coll'ordinare al suo incaricato
«che, per non moltiplicare inconvenienti, egli prendesse
buona licenza da Sua Celsitudine, da Madonna e da Galeazzo, e senz'altro se ne tornasse a Mantovas:; >.
Il destino, così crudele per Dorotea, non si appagò di
queste lunghe e dolorose vicende, ma volle incrudelire
sulla infelice Gonzaga. Nel maggio di quell'anno Ippo lita, figlia di Fr. Sforza andava sposa ad Alfonso, primogenito del re di Napoli. Bianca Maria volle accompa ·
gnare la. figlia sino a Castel bolognese: passando per
Parma e Reggio : ed il marchese di Mantova, che era. in
buoni rapporti col re di Napoli, si sentì in dovere di
- 20 -
mandare il figlio primogenito, colla sposa sua e Dorotea.,
ed una scorta di 350 cavalieri, a salutare gli sposi di
passaggio a Reggio. 36
La marchesa, sapendo che nella. comitiva. che accompagnava Ippolita si trovava. Galeazzo, fu mossa dal materno orgoglio a disporre le cose per modo che Dorotea
in quell'incontro figurasse bene : si affrettò quindi a
dare al figlio primogenito le islruzioni sul cerimoniale
da seguire nell'incontro col corteo Sforzesco: prescrive
che debbano scendere da. cavallo, appena sa.ranno in
vista degli sposi, stringere la mano a questi, e fare riverenza senza però «meter el zenocchio a terra> quindi
stringere la mano a Filippo eù a Lodo>ico Sforza. Aggiunge: « sel conte Galcaz ge sara e che lui se mo va a
venir a tochare la mano, la. Dorotea ge la debe tocharo
facendogli reverenlia, m<t se lui non se move, ossa. non
deve movere a tochargela.37 >. Consiglia. a Dorotea di
mettere e il mantellino brocha.to da.rzento morello, o il
cremesino, over el recamato, qual piit ge pia.cera. de
questi tri >. Conclude le istruzioni col dire al primogenito « vedi a.dunque de tor un poco de carico do questa faconda, et far intendere molto ben el tuto a la
Dorotea , a cio che la non pigliasse qualche sca.puzono. 38 »
Dell'incontro la Marchesa. fu soddisfatta., tanto che pochi giorni dopo scrisse al figlio Cardinale e la Dorothea
certo è cvmparsa molto bene e per quanto se inteso da
canto, le è molto piaciuta. ad ognuno et maxime a questi napoletani, i quali la. comandano assai, et a. la. magior parte de lor la. preponeno de bellezza. a. la. m.ma
madonna la Duchessa de Calabria> sorella di Galeazzo. 39
L'amor proprio di madre può avere accentuata questa
impressione così favorevole , ma sla il fatto che Galeazzo si mostr.ò molto premuroso verso Dorotea, la.sciando ancora credere e che se la cosa spectasse a
lui, non se ne fa.ria tante parole > per stringere il
matrimonio"°. Ma non furono che vane lusinghe. li Duca
- 21-
<tEste, che in quella circostanza. si intromise per riannodare le trattative del parentado, dovette scrivere a.
Barbara che «non si potè venire a costrutto alcuno> .•1
Pocbi mesi dopo Francesco Sforza moriva, mentre Galeazzo si trova,·a in Francia. in soccorso di Luigi Xl: la.
Repubblica. Veneta. non indugiava a mosb·are le sue intenzioni bellicose, e Galeazzo, ritornato sollecita.mente
a Milano per difendere il Ducato, sentì il bisogno di
chiedere l' aiulo dcl marchese di Mantova. Bartolomeo
Colleoni, già. minacciava il contlne, •2 cosicchè il marchese
Lodovico, slrelto fra le due potenze rivali, stava. per
mettersi sotto la protezione della. Serenissima, quando
il re di Napoli intervenne ad assoldarlo per conto anche
del Ducato di lllila110, assicurandolo così contro le mosse
del Colleoni. Questa circostauza. pareva favorevole a.
Lodovico per ritentare il parentado colla casa Sforzesca. Barbara, recatasi a Milano e trovandosi a cena con
Galeazzo, c.:bbe da questi la confessione che« cognosceva
come facendo cl pa1·entado de Fra.nza el saria casone de
la morte de la Ill.ma Madonna. sua madre, et cbel deli·
berava ad ogni modo farla contenta. •3 » Così per alcuni
giorni tenne Barbara. a. bada. con lusinghe: poscia flnl
col dichiarare che le trattative colla casa di Francia
erano ormai troppo innoltrale per poter retrocedere.
Barbara in una lunga lettera informa. il marito di queste lungaggini e dubbiezze di Galeazzo, e della indifferenza di questi verso Bianct\ Maria e parendoge che a.
bon ora Galeazzo el comenci a far pocha. extima. della
madre•• >. li lungo documento, pieno di particolari im·
portanti p er la. sorte del tanto sospirato parentado ,
così finisce e mandovi alcuni pochi artichiochi che me
ha mandato la. Gabriella da Zenova >.
Narra la storia, nella sua inesoi·abile sint.isi, come
Galeazzo già p1·omesso sposo a Dorotea, volendo contrarre matrimonio con Bona di S:l.voia., abbia avvelenato Dorotea per liberarsi dall'impegno: i documenti
- 2~ -
venuti recentemente in luce danno a questo dram ma
domestico uno scioglimento pili umano. Ai primi di aprile del J 467 il duca. Galeazzo recavasi a Parma. per trattare di alTari politici col duca. di :Modena.·~ Il marchese
Lodovico, informato di tale viaggio, si portava a Parma
allo scopo di sconsigliare Galeazzo dal troncare i rapporti col ro di Napoli.4G
tllar.silio Anùreasi che accompagnava il Marchese.
scrivo ai 12 di aprile a Dorotea: e Adesso che la S. V.
doYel'ia star alegra. et di bona voglia, praLicaudose al
presente per lo Ili. S. voslro patre, che quello che già.
tanto tempo è stato desillerato per essa voslra s.111. e
per tu ti li suoi servitori, habia elfecto et optato fine,
come se tene tìrmamente qui per cadauno, intendo che
quella se h\ssa haver malo, cho me rincresce troppo .
Perhò la prego che la voglia confortarsi et attendere
a farsi gagliarda, ne per alcun modo lassar.si pitt haver
male, perchè a la venuta de lo III. S. vostro patre, essa
V. S. intenderà. cosa che gli piacerà., et ne rimarà. ben
contenta e satisfacla. Nè dubito, se gli scrivessi tuto
quello che so, la non sta.ria un hora in lecto. 47 >
Qualche nuova speranza di stringere il matrimonio
era d n nq ue sorta : forse Galeazzo, non fidando troppo
nel pa1·ontado colla casa di Savoia, vinto forse -dalle
insistenze della. madre, o dalla necessità. di assicurarsi
stabilmente l'appoggio di Mantova, accennò a risolversi
detlnilivamente per Dorotea: ma la lettera. dell'.\ndreasi
giungeva a :llantova quando la malattia cii Dorotea, cui
già alludeva quella lettera., si era _aggravata. Barbara.
inf<ttti scriveva. al marito in quei giorni : « la Dorothea.
sta gravissimamente, e in questi dl è stata pezo da le
hore xx fin a le 5 o 6 de nocte: baria pur caro cho ella
la vedesse e cognoscesse prima che mancasse, maxime
ba.vendo tanto nominata e desiderata essa V. S. in questo sno alTanno.48 >
Lodovico informa tosto Galeazzo della malattia di Do-
-23..::.
rotca.~ 9
e quegli si affretta a dichiarare al marchese;
e circa el ~tare de la Ilt.m• madonna Dorothea vostra
figliola bavemo preso gr,rn<l.m 0 <lespiacere > e chiede
notizia, e per;:hè non potressimo intendere cosa che più
ne content:.\sse che la. bona convale3cientia dessa lii."'
?lfa<lonna. Dorothea .so »
A nulla valsero le cnre aITettnose della fa;niglia.: Dorotea a soli lB anni spirava, cbie1le11tlo e sospirando il
pa.•lrc suo a.~scnte. Bi~lnca Maria. alla. funebre notizh\
e cominciò a. piangere molto dirotta.mente non a.ltramcnti che sel fosse morta una de le tlole sneM ». Galeazzo, a.llol'qna.ndo l'An1lt'easi gli comunicò lannuncio
di morte e volle veder la littera e mostrò riceverne
affanno assai e con quelli er,rno in camera se ne dolst>,
et de novo volse re,·e<ler la littera.st >
Fu vero dolore , o insperato sollievo di essere per
sempre disciolto da ogni legame 1
In quei giorni, giungeva alla Corte Sforzesca. la procura rilasciata ai 7 di aprile da Bona. di Savoia al conte
di Longueville, per stabilire le condizioni del matrimonio con Galcazzo.;3
Le trattative di matrimonio con Rona di Savoia, iniziate oramai da. sette anni, E1ntrano, colla morte di Do·
rotea, in una fa.se decisiva. Nel maggio del 1467 viene
concordata la dotazione che la corte Sforzesca assegna.va a Bona, in quindicimila ducati d'oro all'anno, da
pagare anche se Rona fosse rimasta vedova di Galeazzo.
e nel caso che e ad secnnda. et nlteriore vita. transire
contiogerit$ 1 • . Questa dote era assicurata sulle entrate
di Pavia, Piacenza, Parma e Como : dal canto suo, Bona.
doveva. portare una. dote di 100.000 scudi, da riscuotere
e sul Stato et casa di Sa voya. ss >
A compisre tutte le formalilà. del matrimonio, Galeazzo Maria aveva spedito alla Corte di Francia Tri<>tano
Sforza, uno <lei dieci figli naturali che si conoscono di
Francesco Sforza : di pi il aveva inviato il pittore Zanetto
-
24-
Bugatti perchè e gli portasse retracto dal naturale la.
Jll.m• .Bona di Savoya.~ »
Il pittore ritornava ai prim'. dcl marzo 1108 e G:i.feazzo, veduto il ritratto di Bona, scrive tosto alla. madre e che me pare non solo bella ma belli~sima, et per
obscrvare Li. promessa alla S. V. non delibero mandar·
glielo perchè lo voglio p<'r mi 57 > . Infatti egli ave' a promesso a Bianca Maria che le avrebbe im·iato il ritratto
di Bona, se questi non gli fosse piaciuto ; cosicchè la
madre, con certa filosofia. rispondeva a Galeazzo e vi
vogliamo confortare che non atterrete la Yoslra. promessa et essendo bello - il ritratto - non vi piaccia
p er vostra consolazione de mandarmelo, rendendone
certa che !lOn debia essere allro che <l<'gna cosa.~ >
Dal canto suo Tristano completò il ritratto con no tizie più positive sul conto di Bcna: e da Amboise scrive
fo data 23 marzo al Duc:i:
« Due fiata ch'io l'ho veduta la me parsa al mio in dilio de queste fateze: prima a mi me pare che l'habia.
nna bela et apti persona a portare fioli, el volto non
lungo ne curto, belli occhi, poriano esser pili nigri, bel
na~o, bela. bocha, belissima gola, belli denti e belle mani,
et che pili l'h:\ dolcissime maynere et sa>ie.~ >
Galeazzo, a queste notizie, prende coraggio e si impegna. ad includere nel contratto di nozze l'obbligo di
assicurare come dimora a Bona, quando fosse per rimaner e vedova e Caslrum seu Palatium condecens et honestum, ornatum et munitum utensilibus et ornamentis
necessariis suo statuì condccentibusG0 » e questo palazzo
·viene precisato: sarà il Castello di Abbiategrasso e loco
che è propinquo ad i\lilano et più piacevole et tlelectevofe61 >.Malgrado queste promesse, non manca.vano alla
Corte di Francia le diffidenze verso Galeazzo, fomentate
dal re Renato e dagli Angioini, poco entusiasti di quel
matrimonio fra casa Savoia. e casa Sforza.Gt
Finalmente ogni difficoltà. ;iene rimossa, e verso la.
-
25 -
tlne di aprile si comincia a fissare l' itinerario che dovrà seguire la. sposa. per venire a Milano : da Amboise,
Bona si sarebbe recata a Lione, e di là. per imbarcar3i
a.Ila volta. di Genova, avrebbe evitato di andare a Marsiglia, infetta di peste, recandosi invece ad Aigues
MortcsG3 : il Duca dà. tosto gli ordini per il corredo
della. sposa. G• Secondo le llSanze, prima. che Bona. si sta.ceasse da.li!\. famiglia. reale, venn~ in Amboise celebrato il
matrimonio, per procura, con Tristano. 6:;
. Galeazzo impaziente di aver notizie scriveva a questi
ai primi di maggio: < celerum expeclamo de hora in
hora intendere per vostra littera. dcl ordine baverile
preso colla Maestate del signore Re circa el partire
vostro con essa illustre nostra consorte per venire da
nuy, et de la compagnia. eh' Ella meneria con se et del
numero et conditione de le persone et cavalli, de la
via et zornate cha farete et del di ve partirete, et
quando zonzerete ad Marsilia, percl!e possiamo provedere ad tempo. ro
Aggiunge < benchè bavessimo deliberato de fare le
noze honorevole , nondimeno essendo pure ad Milano
anchora suspicione de peste et lo simile quasi per
tutta Italia., per non mettere ad pericolo la. prefata
nostra. consorte et nuy et Io Stato nostro lasseremo
stare, percbe non voreremo farlo meza.no no far vergogna alla Maicstate soa et ad nuy.a1 >
E in data 10 maggio, Tristano cosl descriveva al
Duca la cerimonia. nuziale:
e lntra.rono - il Re e Bona. col seguito - in la dieta.
sala con gran pompa. et triumpho et sopra el limite
del uscio della dieta cappella, come è costume, solennemente me ha facto desponsa.re la prefala Maeslà.
ma.damisella Bona, et io datogli l'anello: poi entrati
nela dieta capella, se è <lieta. e celebrata la. Messa con
tutte le altre solennità e cerimonie che se ricbiedono.
Et al punto de dare la pace, la. prefata Maestà volse
che la. me basasse et cosi fece molto alegramente.
-2Ge La. prefata. Maestà. vole che questa. mattina. desina
qua. in Castello con quella, poi se fara.no alcune altre
cerimonie solite qui. GS >
Al che Galeazzo rispondeva ai 21 maggio:
e In questo dì havemo havnto la desyderata et expectata. novella. per vostra lettera del IO del presente
de l:i. felice conclusione del parentado contracto et ilrmato, con tante feste et solennità de cerimonie secundo
el costume de qnella. serenissima. casa regale.
e Et certamente non hebbymo mai novella. alli dl nostri, che pi(1 ne allargasse il core et l'animo nostro che
questa. A la rn.ma noslra cara. et dulcissima consorte
direte che nny non baveressimo possuto ha.vere novella
che piì1 ne fosse piaciuto, et che quando sarà de qua se
troverà ben contt-nta dc nuy. G9 »
Intanto sopraggiungeva l'altra lettera. di Tristano la
quale specificava le « altre cerimonie solite q 11i > cui
aveva alluso nella precedente lettera., e che risultano
dalla lettera scritta in risposta. dal Duca, la quale merita di essere trascritta integralmente:
« Alla parte che la dieta. nostra. mogliera vi habbi
basato et vvi ley, secnndo che ne seri veli è de costume
in quello rea.me in simile cose, restiamo etiandio contenti, et cossì che li habiati tocchato la. gamba. nuda
con la gamba. vostra similiter nuda, et corrigato suso el
lecto voy da uno lato e lei da. l'altro, secondo el costume pre<licto, in signo de vero matrimonio, dicemo
che ne piace et siamo ben contenti: et quando gli fosti
ben stato più presso et in lecto con epsa, siamo certi
che non haveresti facto se non de bono fratello, et così
ve la fidaressimo in la. mane, et ogni altra nostra cosa.,.
ma a limita.re tale eccessiva confidenza aggiunge tosto
« excepto Baptista de Mons.re a l quale sapiamo non usare_ste quella. continentia, si che nuy ve lo fideressiroo
in le mane per niente. 10 .,.
Avuto l'annuncio che Bona. era sulle mosse di partire
-2i-
per l'Italia, il Duca. si atrretlò ad organizzare il rice\-imento della sposa. Già. si trornva. a Genova Visconte
Sagramoro, per inviare una nave incontro a Bona, e il
Sagramoro il 30 maggio informa il Duca. dei prepara.ti vi: dice che ha. allestito e una Galeaza. la quale è
una cosa magnifica et li sarà. ca mare XllII ve! X V bo ne
et li sarà. di,po logiamento per la Ili.ma Madona vostra
consorte >. Aggiunge che la Galeaza porterà« piil cli 300
persone ad sla.re larghi» e sarà scortata. da otto navi
con 300 o 400 marinari perchè altrimenti «se qualche
fusta di corsari se imbattesse in dicti liuti, non se poteriano difendere». E poichè il Duca lo aveva autorizzato a spendere sei mila. ducati, e questa somma. non ba.stava - occorrendone 3000 per la Galeazza sola.- mentre
i genovesi non volevano dare di più di quanto avevano
stabilito per le foste, così il Sagra.moro consiglia al
Duca di mandare qualcuno autorizzato a spendel'o «per
non haver vergogna. ne manchamento. 71 >
Intanto Bona. era. giunta a Lione il 1.0 di giugno, e di
quì Giov. Antonio Moneta informa il Duca. delle feste:
e cum la gratia de Dio giunse qui beri a. bore XXII la
nostra Ili.ma :\ladona. per la quella se mosse tuta. la terra.
andarli incontra. cum mazore honore, o così noi tnti milanesi li andasemo in contra in compagnia. cum el signor Tristano con grandi trionfi come se reche<le a. una.
tanta. dama, la quale è de lo bele creature che vedesse
mai; e Dio per questa. sua li doni gratia a lei o al nostro lll.m0 Signore, de scampare anni cento in bona sanitade e in grande prosperitate, che sonno el pilt bello
pairo che sia. in cristianitato 72 >:aggiunge qualche particolare sul ricevimento fatto dai milanesi :
«A zascheduno li misemo lo suo giocho: chi gioca.va.
a tavole, chi a carte, chi stava in a lo de sposare una.
fia, chi in ato de inamorarse. > Anche i fiorentini fecero
delle rappresentazioni,« ma el nostro - osserva il Moneta. - è stato u110 de li piu belli pcrsona.gi che fosse
mai facto in su la terra. T.J >
-28-
Lodovico Sforza - il futuro Duca - incaricato dal
fratello di recarsi a Genova per ricevere Bona allo
sbarco, prima. di partire domanda denaro alla madre
Hianca Maria e per pagare li debiti miei, e da spendere
a ciò che andando a Genova. non sia senza denari » e
poichè la madre gli aveva. già dato pochi giorni prima
dei fondi, aggiunge di averli < in parte consumati in
farne fare una zornea et uno zuppone di panno d'oro
et in altre spese necessarie. 74 »
Alla Corte Ducale intanto si lavorava alacremente apreparare le gioie da regalare alla sposa «un hornamento
de testa con el monte con l'aquila, el !ione de la balla,
el lion de le segie, l'arco con li diamanti, l'arco con li
rubini.» E il Duca. ordina al cameriere suo Anguissola.
da Piacenza di versare « doamillia ducati d'oro per ornamento dell'Jll.m:i. Duchessa nostra consorte. 15 »
Agli otto di giugno la Galeazza è pronta per partire:
lo annuncia il Sagmmoro, che scrive di avere «fornite
le ca.mare de dodici straponti coperte et piumazi > ed
aggiunge, particolare curioso, che« in fare l'ornamento
per la popa de la Galeaza. si adoperara el brochalo d'argento mandalo qui per V. S. facendo un poco de gionta
de pede » essendo troppo scarso. 76 Il giorno dopo la Galeazza partiva. e benissimo ad ordine» e Jacopo Bona velli
scrive al Duca che «a.Ili patroni de la Galeatia se li è
ordinato e imposto che debano fare scalla a le Acque
Morte per rispecto de schiITare e Vignone e Marsilia
per la peste», aggiunge che Genova e è sana, che è più
giorni che non s'è a.mallato ne morto persona. de simile
contagione. n »
Giungevano intanto noi porto di Genova « doe galee
de la maestà del signor Re Ftlrdinando, che hanno por·
tato alcune veste d"estate per la 111.m" ~Jadona Duchessa.
di Calabria> Ippolita, sorella del Duca, Yenuta a. Milano
per assistere al matrimonio: ed arnndo il Re di ~apoli
fatte le scuse di non aver mandato maggior numero di
- 29-
navi per festeggiare l'arrivo di Bona, « perchè aveva.
inteso da Tunisi esser fora. multe fuste de mori per damnificare el regno de Napoli et Sicilia. », così il Duca ri spondeva al capitano delle ùne triremi inviate e vi credemo et ne siamo certi che sua maestà. l' babia. facto
per questo respecto. 78 »
Una brutta notizia. dava a Galeazzo, il 16 giugno, Giovanni Giapano cameriere ducale : due casi di peste si
erano veriHcati in Milano e uno a.costo a l'hosteria del
Capello, l'altro nel borgo: de pY VC;rieli na 79 » e poichè
egli era stato incaricato di organizzare il corteo delle
dame che, montate a cavallo, dovevano ricevere Bona,
aggiungeva « non sera mancho difflcultate ad havere
donne che siano honoreNle, perchè trovo che la mitade
de quelle donne che sonno mandate in lista a V. S. ùa
qui, sonno de fuora et più et de queste che sonno qui
gli ne sonno poche che habiano cavalli. Pur anco in
questo se dara ogni opra possibile p er satisfare al desiderio de V. S. >
Queste preoccupazioni però non distolgono il tldo cameriere dalle cure minori, per cui finisce così la lettera: « mando a V. S. uno cesto di ma.giostre secondo
l'usato. so»
Il giorno dopo, il Consiglio segreto ticrive al Duca,
dissuadendolo ùal celebrare le nozze a Milano per la peste «la quale da tre dì in qua. è assai pegiorata » facendo notare come per le nozze «hanno ad concorrere
molte miglia.re de persone, che eiiam molte persohe se
re~caldano in simili acti et se relaxano in cibi e conviti. si » Storia. di tutti i tempi I
Anche il Vescovo di Parma arrivato a. Milano per
assistere alle nozze, assieme a Federico Gonzaga, fra ·
tello di Dorotea, e gli ambasciatori ,,eneti, si lamenta
che le nozze si facciano a Milano e per la peste che fa
progresso. si >
A Genova, mentre si attendeva l'arrivo di Bona di
-
30-
cui non si aveva alcuna notizia « poichè li venti sono
contrari a venire da. Provenza. in qua, 83 » si facevano i
preparativi per lo sbarco ed Ant. Meraviglia, ai 23 giu·
gno, scrive al Duca: « non potondose accostare la Oaleaza. si è fatto un pontile di cento braccia. qua.le ponte
non essendo ornalo, seria una cosa non honorevole, è
parso al magn. Vicegubernatore et anche a my che, parendo a V. S, si dovesse spalùare di panno bianco e
morello a la divisa di V. E. et perchè dubitiamo smontata. la prelibata. ma.dona, dicto pano non sia sachezato
come si solle fare a simile feste, non siamo voluti intrare in dieta. spexa. di ducati 100 e più senza. licentia.
da V. E.84 »
Invece il Sagra.moro, che a Genova era. ridotto alla.
funzione di economo ducale, trova. una. soluzione e scrive
al Duca.: «et perchè a coprire t utto questo ponte seria.
più grossa spesa., ho pensato eh' el sia bene de coprire
lo fondo de herba et le spalle solamente de panno. s5 >
Si organizzava altresì il corteo e già si delinea.vano
le gelosie fra le varie rappresentanze che dovevano
ricevere la sposa: così Cieco Simonetta consiglia. al Duca.
di ordinare che gli ambasciatori genovesi lascino la. precedenza. ai florenlini, avver tendo come questi e se non
si facesse altrimenti, pigliariano qualche sdegno, che
de sua natura sonno sdegnosi. 8ò >
Finalmente da Savona Andrea Grifo, ai ~6 di giugno,
con un corriere 1·aplissime, - come sareùbe a <lire oggi
un dispaccio con urgenza - manda le prime notizie di
Bona, arri \'ala a San Remo dopo aver superato una
violenta tempesta. la. quale aveva scompigliato tutte le
navi che la acl!ompagnavano : il Grifo, che si era recato
incontro a Bona. a. San Remo, si affretta. a. scrivere al
Duca: « I ll.mo mio signore, mi è parso di vedere una.
bella creatura e degna. di un grande signore, ha opt.iroi
gusti e una oplima. venustà. che pare cosa incredibile
in una e tate cosi j uvenile. s1 > Due giorni dopo Bona giun-
-31-
geva a Genova, e grande dovette essere la meraviglia
dei genovesi nel vedere che non era. arrivata colla galeazza spedii.agli incontro: il Buna vello infatti seri ve :
~ ozi a le ventidoe è giunta la nosira Ex.a Ma.dona sula
Galeaza franzese benissimo aù ordine et <lui galee del
re Ferrando: la Galeaza cola quale anùò incontro Piero
da Pusterla, dom. Filippo Visconti e Zenon Coso, non
s'è scontrata inseme."> Egli pure si crede in dovere di
comunicar e la impressione avuta dalla sposa: e è una
bella et gentile chreatura, pare una maistà et da tutti
è stata laudata et comendata gratamente.s9 » Allre lettere informano il duca della cerimonia dello sbarce>:
« heri sera sua m.ru" Sig."' giunse a Genova a ore XXI
dentro del porto: fecesse sua Sig.a. condurre a riva da
uno leguto (anche il pontile, come la galeazza, non servi
a nulla) e messo che l'ebe el pede in terra fu li lo lll. 0
Sig. Ludovicho vostro fratello e basola per mezzo la bo·
chaoo : ~ più tardi l'infelice Bona, perseguitata da Lodovico, dovette ricordare amaramente q_uel primo bacio
ricevuto mettendo il piede in Italia. Altre lettere descrivono il cerimoniale dell'andata di Bona, sotto il baldacchino, dal porto al palazzo, col seguito delle donne a cavallo, la consegna delle chiavi della fortezza fatta dal Castellano, ecc. Ognuno gareggia nel fare al Duca gli elogi
della bellezza di Bona. L'uno scrive: e Vostra Ex."' ha
stare de bona voglia che è una degnissima e bellissima
madona, 91 > oppure «è la sua signoria, per vostra consolazione, bellissima quanto dire se possa.9 2 :o Corrado Bigurro invece osserva che la eposa si è e facta un pocho magrolina, si per li caldi et la faticha del lungo
camino et de le montagne, si anche . del mare: tamen
è sanissima. 91 >
Il Duca però, ansioso di avere ipformazioni più precise sulla bellezza della sposa, aveva incaricato Giovanni Borromeo e Guido da Parati di r ecarsi a Genova
incontro a Bona; entrambi la sera stessa dell'arrivo in-
-
.'
•
3!-
formarono il Duca. Il Borromeo così si espresse: « per
obedire et per notificare ad essa vostra Ex.• cosa che
li piaza, !'a.viso cum infinita alegrezza et consolatione
como la prefata ill.m~ sua consorte veramente è belis ·
sima quanto dire e pensare se potesse. Et tra l' altre
sue inextimabile bellezze ha quattro cose che certamente non se potriano formare più degne nè belle. La
prima è la bocca a la quale certamente per bellezza
non se troveria parangone, deinde lo mentozo, la gola
et le mane, quale non se potriano megliorare, ricor·
dando a vostra exc.• <:he, per aver mane deli<!ate et
belle, la stara molto bene a parangone de la prefata
vostra exc." Appresso le inaudite sue bellezze ba una
condecento grandezza. et ò piutosto majore che altramente de la Ili.ma madonna duchessa soa sorella.• Conclude cosi: « et in tuto veramente stimo ha.vere dicto
la verità a V. E. ne mo ba.storia l'animo dirli la bosia
per conditione del mondo, et del medesimo parere che
sono, io è Cleofe mia mogliere che se ne intende pur
ancora Iey. w •
Guido da. Parati, maggiormente libero nel suo giudizio, non a vendo ai fianchi la Cleofe, scrisse:
« ••. benchè io sa.pia essere superfluo el scriver mio
delle bellezze de la Ili... ' madonna vost1·a consorte, poiche da infiniti cauti a. vostra signoria. ne è dato a.viso,
nienteùemanco per obeùir q:.iela ne scriverò qualche
cosetta, avisando V. ~. che quella è la piu bella madona et de piu belo mn.niere che mai vedessi. Et se a
vostra signoria, comoncia.ndo a. vertice usque ad piantam pedi bus la non piacerà. summa.mente et cosl le ma·
nine et deporta.menti suoi, non me creda mai cosa. al·
cuna. Li p1u belli occhi non furono mai veduti, ne più
signorile et bonestamente governati : bellissima fronte
naso, bocca., colo et pecto cu m ad mirabile bianchezza.,
strectissima. nella. centura cum doi pomi sopra. che non
se toccano l'un l'altro al costume nostro, ma. distanti
-33-
un buon palmo: le mani bianchissime, simili a quelle
de V. S. denti belli : eh' io prego Iddio a V. S. dagba.
tanta forteza che la possa aspectar la benedizione de
Milano, che son certissimo che non sarà. niente.
e De la pinctura de magistri Zanneto V. S. ne po fare
un presente, perchè nou attinge a questa viva, e mostra.
piU tempo assai che questa <5 >.
In pari tempo, Giacomo da Seregno, spedito espres•
sa.mente dal Duca per conoscere i gusti della sposa~
scriveva : « l'er satisfare a ciò me comisse vostra. Ill.m'"
Sig." quando me partii da Pavia che fu de intendere diii·
gentemente quello che più agra.diva et apetiva più per
mangiare a la V. Ili. consorte a.viso quela. como io me
parti da Buzala et andai a Gienova.. Trovo che da presente sua Sig.& mangia voluntera legoratini novelli, pernicboni, conilli e noce novelle, siche V. S. de facile li
po provedereoo >.
La sera del 29 giugno, Bona lascia.va. Genoya per recarsi, secondo le disposizioni di Galeazzo, a Busalla per
la cena.
A Milano intanto, malgrado le preoccupazioni della
peste, continuavano i preparativi per le nozze, e i camerieri di Galeazzo si rivolgevano a Bianca Maria per
avere da lei a prestito degli arazzi, poichè quelli del
Duca erano stati impiega.ti per l'addobbo della galeazza.
spedita. incontro alla sposa. e per il palco eretto sulla.
piazza. del Duomo : avver tendo come e ùe le tapeze·
rie cbe habiano i gentiluomini e i cittadini non se ne
possono valere de niente, parche tutt.i sono in villa
per lo suspecto de la peste, et senza tapezerie non possiroo fare, che oltremodo sa.riamo vergogna.tiW >; di pili
notificano di avere per le feste imminenti e concluso
certo mercbato cum ma.gistro Ant. 0 da Peroso spetiaro
de cera. confecti et spetiarie, per fornimento de queste
noze98 >. Merita di essere menzionato il dono fatto allo
sposo dalla. Signoria. di F'irenze: fin dai primi di giugno
3
-31-
Princivallo da. Lampugnano annunciava da Piacenza al
Duca, il passaggio di certo Simone di Jacomo mandatario
della. Mago.a Comunità. di Fiorenza < con due peze ùe
drapo d'oro r izato cremisi Ile per donare alla vostra. lii."
Signoria a nome della comunità predicta99 » e riferisce,
come, dietro dichiarazione del messo e non essere stato
in loco suspecto de peste, mi è parso più presto lassarlo
passare che tenirlo qui in posto. 100 > Pare che alla Corte
Ducale non si fosse data sufficiente importanza al dono,
perchè ai 2 di luglio, Nicodemo, incaricato ducale a Firenze, scrive da questa città per far rilevare a. Galeazzo
l'invio e il valore delle < due pezze ùe brocato d' oro
larghe bracia uno e mezo, et lunghe l'una. braccia 34:
l'altra. 36, quale intendo costano circa di dµe mila duca.ti - il che equivale a 250 ducati il braccio,» che sa·
rebbe in moneta d'oggi L. 3000 al metro. 101
Dopo di che aggiunge questa osservazione, abbastanza
curiosa: e et perchè in simili casi è de consuetudine
donare qualcosa. a.I donzello che porta simili presenti ,
el qual poi ha. ad partecipare cum li altri donzelli de
questa signoria, sono stati ad me tucti questi donzelli
et pregatomi gli racomanda a vostra sublimità, rccordando a quello che, quando fosti qui ultimamente non
donaste cosa. alcuna ne a loro ne a. li altri de la fa.mi·
glia. de questa signoria, che fu però mia colpa perchè non
vel r ecorday 1~ >.
Il Duca, che da molti giorni si trovava in Pavia «in
grande expectatione et non senza affanno de la vennta
ad Genova de la M.'- Ma.dona Bona 103 > tosto che ebbe notizia dell'arrivo di questa, mosse verso Tortona ed Alessandria, poi a Novi, dove finalmente s'incontrò il 2 luglio con Bona. Ed ecco come al Panigarola, incaricato
presso il Re di Francia, Galeazzo descrive, il giorno dopo,
l'incontro e il matrimonio consumato e et venendo
Bona, nui gli andassimo incontro fino a. Nove et dove
la trovassimo et le fechno la prima visitalione, in la.
l
- 35-
quale essa ne fece tante demonstractione in vista et
belli modi che ne parse cosa tropo degna: suces -ive
venissimo ad Salle et beri gionsimo qui in Vigevano:
et parendone questo logo comodo et stantia molto ad
proposito, facte le prime sponsalie per nui personalmente per verba de presenti et le altre cose cne se
rechiedono per l'ordine della. sancta chiesa, in questo
di ne siamo coniuncti insieme et legitimamente consumato el matrimonio. Et per certo quanto più l'bavemo
praticata et conversato con lei, tanto più ne ba sa.tisfacto et satisfa all'animo et gusto nostro, parche ultra
ch'ella è bella et formosa, l'havemo trovata de tanta
virtute et costumi et de tanta huma.nita et mansuetudine.... 104 »
Da ormai quattordici anni Galeazzo l\laria era promesso sposo, ed otto anni erano trascorsi dalle prime
trattative per il matrimonio con Bona: non erano però
trascorse ancora ventiquattro ore dall'istante in cui
aveva veduto per la prima. volta Bona, e già Galeazzo
aveva e legitimamente consumato il matrimonio > e incaricava il Panigarola di ringraziare il Re di Francia
« perchè questo matrimonio è il majore dono et benefitio che mai sua. maestà ne ha.vessa potuto fare 1M >. Nello
stesso giorno il Duca ordina.va. ad Antonio da Piacenza.
<li sborsare duca.ti mille per alcuni bisogni della duchessa, usando l'espressione « volemo tu esborsi ducati
mille d'oro in oro et la valuta di quelli in moneta 10& >.
Anche a. quell'epoca l'oro faceva. aggio l
Il giorno dopo il Duca annuncia anche ai sudditi come
« facto quello bisognava per l'ordine de sancta ecclesia
in el nostro castello di Vigevano, ne coniunxemo con
Bona et consumassimo el matrimonio 107 >: fa il suo ingresso in .Milano colla sposa, e - come riferi.>ce l'atto di
roatl'iroonio - «super uno tribunali ante et apud ecclesia.m majorem desponsavit Jll.• dominam Bonam in ejus
legitimam uxorem curo anulis tribus 1os » ordinando che
- a;coloro e se trovano detenuti per debiti di priva.ti citt~ ­
dini debiano essere liberati per allegreza. de la felice
et jocond~ noze.1w > Cosl debitori e creditori poterono,
almeno nel pagare le spese delle feste, affratellarsi.
E qui finisce la lunga istoria degli sponsali del Duca..
Galeazzo. Ma. due documenti mi sia concesso ancora. di
citare come epilogo.
Passata la. festa, gabbato lo santo - doveva essere
proverbio ancbe a. qnei tempi in voga. Durante le feste
di Milano - cui aveva. preso parte Jppolila, sorella. di
e Galeazzo, duchessa di Calabria - era.no rimasti a. Genova i famigli di q nesta. Antonio Mera viglia., ai 23 di
luglio, scrive da Genova a.Ila Duchessa madre, come
«quelli famigli et cani banno facto debito qui in suxo
la Hostaria del FalcoM per ftn a questo di de ducati
36 d'oro;,. e aggiunge e ho ricordato el vicegubernatoru
che volesse operare che questi cittadini pagassero dieta
spesa, et me ha risposto che non voleva.no fare altra
provvisione.no> La storia non ci dice se i buoni sudditi
genovesi si siano lasciati - secondo la. frase del Mera.viglia - operare in favore dei fa.migli e dei cani della.
Duches:;a. di Calabria.
l<'u a. Pavia che Bona mutò l'abito francese nell'abito
lombardo, e tale cerimonia fornì argomento per una.
delle sei composizioni che Galeazzo ordinò fossero dipinte sulle pareti della sala della. Duchessa., nel Ca.stellodi Pavia. 111 Ed è da questa città che è datata la prima.
lettera, che noi troviamo scritta da Bona in Italia. È
una lettera. degna. di formare la chiusa a questa. ormai
troppo lunga narrazione; alla. tlne di luglio la. duchessa.
di Calabria. aveva dovuto accomiatarsi dalla. Corte Sforzesca per tornare a. Napoli: il distacco dovette essere
ben doloroso per liL povera. Bianca. Maria, che vedova,
e tra~curata dal primogenito, si sentiva sempre piu iso·
lata, e già. prevedeva. tutte le ingratitudini di Galeazzo.
Bona. così seri ve va a Bianca. :\Iaria. ai 4 di agosto, per con-
- 37-
solarla: « insema cum vostra signoria non bo potuto
contenermi de pianti et lacrime reducendo in memoria
la partita de la rn.a vostra filia et mia sorella ducessa
de Calabria, la cui conversatione a mi era tanto jocunda
et suave et che mi è stato molto doloroso esser lei
così subito da mi separata. Essa erami di singolari conforti de la privatione di miei e·t de la mia patria per
lo immenso amore mi dimostrava in ogni suo acto.
Ma pur cognoscendo che questo suo viagio ad ogni
modo bisognava prender principio, et da my col corpo
solamente alongarsi, parerne che vostra signoria. debba
alquanto capace de questo affanno.
« Io per Dio gratia sto bene et de giorno in giorno
mi trovo pii.i contento del I11.m 0 signor Vostro filio et
mio consorte. 112 »
Quanto sentimento in questo conforto, offerto da una.
donna che aveva da pochi giorni abbandonato patria
e famiglia, per legare la propria esistenza a quella di
Galeazzo!
Fu veramente una sorte ben cruda: dopo pochi anni
dì mahimonio, certo non felice, per la vita dissoluta del
marito, Bona rimaneva vedova, sola, priva di ogni ap·
poggio, in lott.a coi consiglieri che le rivoltarono contro il figlio minorenne: spodestata prima, poi esiliata,
spiata continuamente, sopravvive al primogenito Giovanni Galeazzo, che misteriosamente si spegne nel castello di Pavia. Si direbbe che il destino abbia voluto,
colla sventura di Bona, vendicare la memoria dell'infelice Dorotea.
documenfi cifofi
{l} i45t - 20 dicembre - Coittractus atfinitatis inter Ill. D.
Comitem Galeazma1·iam et Ili. D. Sua:anam aut D.
Dorotheam, cum ad legitimam etatem pervenire/,
(llanto\"a - Archivio Gonzaga. D. Ili. i7}.
(2) 1451 - 2 luglio - Contractus afflnitalis inter Ili. Comitem Galeannar·arn et Do,·otheam.
(Mantova - Arch. Goozaga. D. III. 18).
(3) 1451 - 9 settembre - Controctus atfinitatis, etc.
{Mantova - Arch. Oonzaga).
(4) i457 - fO agosto - Lettera di Antonio Ouidobono al Duca
Francesco.
{Milano -Arch. di Stato - Potenze Estere: Mantova).
(5) 1158 - 14 novembre al 3 dicembre.
{Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere ed F. H. 6).
(6) H 58 - 11 dicembre - Lettera di Galeazzo .M. a Dorotea.
(~Iantova - Arch. Oonzaga. E. XLIX, 2).
(7) 1161 - agosto.
{llantova - Arch. Gonzaga, copialettere lib. 48).
(8) 1461 - novembre.
{Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 48).
I
-40(9) 1463 - 31 agosto - Lettera di Vincenzo Scalona alla Corte
di Mantova.
(Mantova - Arch. Oonzaga).
(lO) 1463 - i7 settembre - Lettera di Oaleauo M. a Dorotea.
(Mantova - Arch. Oonzaga. D. III. 18).
{li) 1463 - U settembre - Lettera della .Marchesa al Marchese
Lod. Oonzaga.
(M11ntova - Arch. Oonzaga).
(l2) 1403 - 24 settembre - Lettera di Lod. Gonzaga alla Marchesa.
(Mantova - Arch. Oon1.ag:1).
(l3) 1463 - 25 settembre - Lctt )ra di Bianca Maria, dal Castrum Melegnani, alla Marchesa Barbara.
(Mantova - Arch. Go1ozaga. E. XLIX. 2).
( 11) 1463 - novembre - lstruz. del Duca a Gerardo de Colli.
(Parigi - Biblioteca Nazionale. MSS ital. Cod. 1589,
fol. 2i9).
(15) Idem.
(16) 1403 - 13 giugno - Lettere di Vine. Scalona alla ì\farchesa Gonzaga.
(Mantova - Arch. Oonzaga).
(l 7) 1463 - 23 novembre - Lettera di Gerardo de' Colli al Duca.
(Parigi - Biblioteca Nazionale. MSS il.al. Cod. 15S9,
fol. 292;.
(lSl Idem.
(1!}) U G3 - 27 novembre - Lettera di Galeazzo M. al padre
Fr. Sfor1.a.
Pari gi - Biblioteca Nazionale. MSS ital. Cod. 185),
fui. 296).
{20) 1463 - 13 giugno - Lettera di Galeazzo M. al padre Fr.
Sforza.
(Milano - Arch. di Stato - Castello Oaleazo )faria).
(21) f 163 - dicembre - Responsio et protestalio secunda 111.0
Dom. l\1arch. l\lantua.
(Pa rigi - Biblioteca Nazionale. ì\ISS ital. Cod. 1589,
fui. 303).
(22) Idem.
(23) j 163 - 5 dicembre - Lettera di Gerardo de' Colli al Duca.
(Parigi - Biblioteca nazionale. MSS ital. C0tl 1539,
fol. 309)
-41(24) Idem.
9 dicembre - Lettera di Vine. Scalona alla Mar·
cbesa Barbara.
{Mantova - Arch. Oo01:ag11).
{26) 146'3 - H dicembre - Istruzioni di Lod. Gonzaga a Giacomo da Palazz.o.
{Mantova - Arcb. di Stato. D. lii. 18).
{27) 1463 - 17 dicembre - Lettera di Vincenzo Scalona alla
Marchesa Barbara.
(Mantova - Arch. Oonzaga).
{28) Idem.
{29) 1460 - il dicembre - Lettera ciel Protonotario apostolico
Fr. Gonzaga al padre Marchese Lodovico.
(Mantova - Arch. Oonzaga).
{30) 146-1 - i I febbraio - Lettera di Giacomo da Palazzo alla
Marchesa Barbara.
(Mantova - Arch. Ooniaga).
{31) 1461 - 3 giugno - Lettera di Vine. Scalona alla Marchesa
Barbara.
(Mantova - Arch. Oonzaga).
{32) 1461 - 27 agosto - Lettera di Lod. Gon1.aga alla Marchesa Barbara.
(Mantova - Arcb. Oonzag11).
(33) 1461 - 28 agosto - Lettera della Marchesa Barbara.
(Mantova - Arch. 0001,aga).
(34) 1465 - 20 febbraio - Lettera di Lod. Gonzaga alla moglie.
(Mantova - Arch. Gonzaga).
(35) 1465 - 13 aprile - Lettera di Locl. Oonzaga a Giacomo
da Palazzo.
(Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 52).
(3ò) 1465 - 26 giugno - Le ttera della Marchesa Barbara al
Cardinale Oonzaga.
(Mantova - Arcb. Oonzaga, copialettere lib. 54).
{37) 1465 - 14 giugno - Lettera della Marchesa. Barbara al
.figlio Federico.
(Mantova - Arch. Oonzaga).
(38) Idem.
(39) i465 - 26 giugno - Lettera della Marchesa Barbara al
.figlio Francesco.
(Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 54).
{25) 1463 -
f
- 42 -
'
(40) Idem.
(41) 1405 - 17 giugno - Lettera della Marchesa Barbara a
Lod. Oonzaga.
(Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 54).
(42) 1466 - 15 marzo - Lettera della Marchesa Barbara a Maraiglio AndreasL
(Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 55).
(43) 1466 - 23 aprile - Lettera della Marchesa Barbara a Lodovico Gonzaga.
(Mantova - Arch. Oonzaga).
(44) Idem.
(45) 1457 - aprile - Lettera di Marsilio Andreasi al Marchese.
(Mantova - Arch. Gonzaga, copialettere lib. 59).
(46) 1467 - aprile - Lettera di Lod. Gonzaga alla Marchesa.
(Mantova - Arch. Gonzaga. F. Il. 6).
(47) 1467 - 12 aprile - Lettera di Marsilio Andreasi a Dorotea.
(Mantova - Arch. Oonzaga).
(48) 1467 - 14 aprile - Lettera della Marchesa Barbara a Lodovico Oonzaga.
(Mantova - Arch. Oonzaga).
(49) 1467 - 17 aprile - Lettera di Lod. Oonzaga a Galeazzo M.
(Mantova - Arch. Oonzaga, copialettere lib. 56).
(50) 14:17 - 15 aprile - Lettera •li Galeazzo M. al )larchese
Oonzaga.
(Mantova - Arch. Oonzaga. E. XLIX. 2).
(51) 1467 - 22 aprile - Lett. di Marsilio Andreasi al Marchese.
(Mantova - Arch. Gonzaga).
(52) Idem.
(53) 1467 - 7 aprile - Procura di Bona di Savoia al conte di
Longueville.
(Milano - Arch. di Stato - Carteggio dei principi).
(5-i) 1467 - 4 maggio - Capitulorum per instrumentum contraendorum, ecc.
(Milano - Arch. di Stato).
(55) 1468 - gennaio - .Memoriale super agendis pi·o ea;peditione inst1·umento1·um /lendorum .Afediolmii,pro matrimonio Jzt.mt D. Galeatii, etc.
(Milano - Arch. di Stato).
(56) 1468 - 7 marzo - Lettera da Vigevano, di Oaleazio Maria alla madre.
(Milano - Arch. di Stato).
-43-
(57) Idem.
8 marzo - Lettera di Bianca MaTia a Galeazzo.
(Milano - Arch. di Stato).
(5!l) 1468-23 - marzo - Lettera di Tristano Sfona al Duca
Galeazo M. Sforza.
(Milano - Arch. di Stato).
(60) i468 - 2ll aprile - Adjunctione rle li capituli che si domandano per la maestà del Signore re di FranUI, ecc.
(Milano - Arch. di Stato).
(6l) Idem.
(62) i468 - 9 aprile - Lettera da Tours di Giov. Pietro Panigarola al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(63) 1468 - 28 aprile - Lettera da Genova di Sagramoro Visconti al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(61) 1168 ·- maggio - Lista de cose se faranò per Mad." Ducissa.
(Milano - Arch. di Stato).
(65) H68 - 10 maggio - Lettera da Amboise, di Tristano a
Galeazzo.
(Milano - Arch. di Stato).
(6G) i 168 - maggio - Lettera di Galeazzo M. a Tristano.
{Milano - Arch. di Stato).
(67) Idem.
(68) 1 lGS - iO maggio - Lettera di Tristano a Galeazzo succitata.
\69) il iS - 21 maggio - Lettera da Pavia, di Galeazzo a Tristano.
(Milano - Arch. di Stato).
(58) 1468 -
(iO) !clero.
\91) 1468 -
30 maggio - Lettera da Genova, di Visconti Sagramoro al Duca.
(~Jilano - Arch. di Stato).
(i2) 1168 - 2 giugno - Lettera. da Lione, di Giov. Ant. Moneta al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(73) Idem.
(7~} 1168 - 5 giugno - Lettera di Lodovico M. Sforza alla
madre Bianca M.
(Milano - Arch. di Stato - Carteggio dei principi).
-4l-
(i5) 1463 - 7 giugno - Letter:i da Milano, di Frane. Pagnano
al Duca.
(Milano - Areh. di Stato).
(70) 1468 - 8 giugno - Lettera da Genova, di Sagramoro Viseon ti al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(77) f.168 - 9 giugno - Lettera da Genova, di Giacomo Bonarcllo al nuca.
(Milano - Arch. di Stato).
(78) 1468 - 14 giugno - Lettera da Pavia del Duca a Giovan
Paolo pa ro>10 dual"um trirtmtim ser.m• dom.• 1·egis
•
Ferdiwtndi.
(Milano - Arch. cli Stato).
16 giugno - Lettera da Milano, di Giov. Giapano
cameriere duCAle a Galeazzo M. Sf.
(Milano - Areh. di Stato).
(8(\) Idem.
(81) 1468 - 17 giugno - Lettera del Consiglio Segreto al Duca.
(~1ilano - Arch. <li Stato).
(82) 1408 - 2!3 giugno - Lettera da Milano, di Giov. Simonetta
al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(83) 1. 166 - 23 giugno - Lettera da Oenova, di Ant. Meraviglia
e Lodovico Beccaria al Duca.
(:\lilano - Areh. di Stato).
(Sl) Idem.
(85) 1468 - 23 giugno - Lettera da Genova di Yisconti Sa gramoro al Duca. Pei· voscas cito cito et t;Olantissime die
noctuque.
(Milano - Areh. di Stato).
(86) 1468 - 25 giugno - Lettera da Pavia, di Cieco Simonetta
al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(87) 1468 - 26 giugno - Lettera da Savona, di Andrea Grifo
al Duca - raptissime.
(l\lilano - Arch. <li Stato).
(83) 1468 - 23 giugno - Lettere da Oenova, di Giacomo Bonavello al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(89) Idem.
(79) 1468 -
-
\
- 45 -
(90} 1468 - 2\1 giugno - Lettera di Giacomo da Seregno al
Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(91) 1468 - 28 giugno - Lettera di Leonardo da Saratico al
Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(92) 1468 - 29 giugno - Lettera di Giacomo da Seregno al
Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(93) 1468 - 28 giugno - Lettera da Genova, di Corrado Bigurro al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(94) 1468 - 28 giugno - Lettera da Genova, di Giovanni Borromeo al Duca.
(i\lilano - Arch. di Stato).
(95} i 168 - 28 giugno - Lettera da Genova, di Guido Parati
al Duca.
(Milano - Arch. di Stato - Carteggio generale).
(96) 1468 - 29 giugno - Lettera cli Giacomo da Seregno al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(97) 1468 - 29 giugno - Lettera di Oiov. Castronovate e Giov.
Oiapano alla Duchessa Bianca Maria.
(Milano -· Arcb. di Stato).
(98) Idem.
(9'.l) il68 - 9 giugno - Lettera da Piacenza, di Lampugnano
Princivallo al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(100) Idem.
(iOi) 1468 - 1.0 e 2 luglio - Lettera da Firenze, di Nicodemo
al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(102) Idem.
(103) 1468 - 3 luglio - Lettera del Duca a Giov. Pietro Panigarola.
(Milano - Arch. di Stato).
(104) Idem.
(105} Idem.
(106) 1468 - S luglio - Lettera del Duca ad Ant. di Piacenza,
tesoriere ducale.
(Milano - Arch. di Stato}.
/
-
46-
(107) 1468 - 5 luglio - Lettera del Duca, domini$ de i'troquc1
consilio, potestali et capitaneo justitia!
(Milano - Arch. di Stato).
(108) 1468 - 7 luglio - Atto di matrimonio.
(Milano - Arch. di Stato}.
(109) 1468 - 5 luglio - Lettera del Consiglio Segreto al Duca.
(Milano - Arch. di Stato).
(110) 1468 - 23 luglio - Lettera da Genova, di Ant. Meraviglia
alla Duchessa Bianca Maria.
(Milano - Arch. di Stato).
( I ti) 1468 - 4 agosto - Lette ra da Pavia, di Bona diSavoja a
Bianca Maria.
(Milano - Arch. di Stato - Carteggio dei principi).
(112) 1469 - 3 giugno - Ordine secundo el quale el nostro
• Ill.n>o Signore vole se depinga li infrascripti lochi del
Castello di Pavia.
..
•
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2 4 L O'G. 1~8