la rivista Buon lavoro

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la rivista Buon lavoro
IP MAG012011
buonlavoro
‹ n. 1/2011 ›
STORICAMENTE_Family feeling_2
ECO-ATTITUDINI_Riciclo virtuoso_16
SPRING-TIME_Scelte in boccio_42
Family feeling...
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Quante sono le aziende storiche italiane? Buffetti è tra queste. Riguardando le antiche carte aziendali, scopriamo che fu fondata prima dell’Unità d’Italia, nel 1859, che partecipò attivamente al processo di unificazione della
penisola, passò attraverso le due Grandi Guerre, fu tra i protagonisti del boom economico, e così fino ai giorni nostri, sempre all’avanguardia per lo spirito d’innovazione e la ricerca incessante di servizi e soluzioni per il cliente...
storicamente //
family feeling_pag 2
ritorno al modulo_pag 6 se la carta vince_pag 8
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SOMMARIO
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strumenti //
business solution_pag 10
eco-attitudini//
riciclo virtuoso_pag 16
pubblicità on-line//
squali da rete_pag 24
L’intervista //
software utility_pag 26
cambiamenti //
videonoleggio_pag 30
all inclusive//
carte tuttofare_pag 36 password ok_pag 37
ricordare //
memoria digitale_pag 38
spring-time //
scelte in boccio_pag 42
playground//
cruciverba, sudoku e altro ancora_pag 46
la recensione//
scrivendo s’impara_pag 48
DA BUFFETTI
NOVITÀ pag 14 SPIRITO ECOLOGICO pag 22 DALLA A ALLA Z pag 34
MEMORIE DIGITALI pag 41 HAPPY COLOR pag 44
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2
storicamente
½
LENDINARA, VENETO, È DA QUI CHE PARTE L’INCREDIBILE
AVVENTURA DELLA FAMIGLIA BUFFETTI,
UNA STORIA IN CUI IMPEGNO POLITICO E CIVILE, INTUIZIONE E
PRAGMATISMO SI INTRECCIANO INESORABILMENTE CON LA STORIA D’ITALIA. OLTRE
CENTOCINQUANT’ANNI AL FIANCO DEL PAESE E DELLE AZIENDE, TRA GUERRE, BOOM ECONOMICO,
CRISI E RISALITE, SEMPRE CON LA STESSA TENACIA E LA VOGLIA DI OFFRIRE SOLUZIONI CONCRETE
FAMILY
FEELING
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primavera 2011
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buonlavoro
primavera 2011
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storicamente
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mandati, dei timbri, di tutto quanto era indispensabile per la vita
amministrativa e fiscale ordinaria. Tutto veniva pensato in modo da
essere conforme alle esigenze di legge, allo scopo di facilitare gli
obblighi dei clienti” (Buffetti editore, Buffetti un’azienda italiana,
pag.37). Nel 1935 fu costituita la Luigi Buffetti società anonima, le
cui azioni furono sottoscritte in quota parte da tutti i figli di Giovanni Battista, Giuseppe ne divenne il presidente. Nel 1936 venne realizzato un catalogo di ben 100 pagine, una cosa straordinaria per
l’epoca, in cui comparivano, accanto alla ricchissima offerta di modulistica, anche moltissime attrezzature per ufficio: schedari, scaffatore in Lendinara (Veneto)”, già nel lontano 1859, era un pun- lature, stampanti. Nel 1940 la Buffetti tornò anche all’attività tipoto di ritrovo e un riferimento in cui acquistare i libri editi dal- grafica con la costruzione di una piccola stamperia che vedrà una
l’editore, ma anche tutte le principali pubblicazioni italiane e “sen- forte crescita con la fine della seconda guerra mondiale.
Nel catalogo del 1948, l’Azienda,
za aumento di prezzo”. Alla sua
in una nota introduttiva, spemorte, avvenuta nel 1884, il ficificava la propria politica di
glio Giovanni Battista prese in
servizio e di supporto non conmano l’azienda, dando ampio
FIN DALLE SUE ORIGINI L’AZIENDA
HA
correnziale: “… la Casa Bufspazio alla pubblicistica milifetti non fa servizio di assistentante del mondo cattolico, atAVUTO UN FORTE IMPEGNO NELLA VITA ECONOMICA
za alle aziende per non invatività che gli consentì di entradere la sfera d’azione dei prore in contatto col mondo del
DEL PAESE, DIVENENDO LEADER ASSOLUTA E INDISCUSSA NELLA
fessionisti (ndr. ovvero i comcredito cooperativo cattolico.
mercialisti), i quali hanno nel
Per le Casse Rurali iniziò a reaFORNITURA DI
materiale Buffetti una fonte
lizzare riviste, manuali, pubbliestremamente ricca di strumencazioni professionali e tecniche
PER PROFESSIONISTI E IMPRESE. NEL TEMPO
ti di organizzazione pronti”.
riguardanti l’amministrazione,
ed ebbe l’intuizione geniaHA SAPUTO MANTENERE SEMPRE VIVA LA VOCAZIONE INIZIALE,
La Buffetti fu anche la prima
Quante sono le aziende storiche italiane? Buffetti è tra queste.
Riguardando le antiche carte aziendali, scopriamo che fu fondata
prima dell’Unità d’Italia, nel 1859, che partecipò attivamente al
processo di unificazione della nostra penisola, passò attraverso le
due Grandi Guerre, fu tra i protagonisti del boom economico, e
così fino ai giorni nostri, sempre all’avanguardia per lo spirito
d’innovazione e la ricerca incessante di servizi e soluzioni per il
cliente. Laboratorio di stampa di manifesti, buste, opuscoli, stampe illustrate, libri su richiesta, ma anche negozio di cancelleria, libreria, casa editrice, la “tipografia e libreria Luigi Buffetti edi-
BUFFETTI
SOLUZIONI PRONTE
le di creare una modulistica
specifica, prima di allora
inesistente: registri per bilan-
INTERPRETANTO E ANTICIPANDO
L’EVOLUZIONE DEI
MERCATI
TECNOLOGIE.
azienda ad avere l’intuizione
di creare dei sottocataloghi
monotematici riservati a specifici ambiti lavorativi, per
ordini a distanza che poteva-
ci, libri soci, libri mastri per deE DELLE
positi e inventari, cambiali, timbri in gomma. Verso la fine del
no essere effettuati per posta o
1919, l’azienda si spostò a Rotelefonicamente. Inutile dire che
ma. Reggeva le sorti aziendali il figlio di Giovanni Battista, Ferdi- fu un enorme successo. Nel 1950 venne creata la Soccom, la Sonando Buffetti, che aveva una posizione di primo piano nell’am- cietà dei Registri Buffetti che si occupava della gestione dei negobito del movimento cooperativo cattolico. Iniziava l’ascesa del fa- zi di proprietà, all’inizio i due punti vendita di Roma e Milano. Nel
scismo che da principio avversò le organizzazioni politiche, sinda- 1952 la Buffetti venne trasformata in una Snc. Nel 1953, la sociecali e le cooperative, e poi ne circoscrisse i margini operativi, spin- tà si allargò ulteriormente, specializzandosi nella cartotecnica e
gendo anche la Buffetti a muoversi in ambito sempre più tecnico. nella grafica, con la Buffetti Contografica SpA. Nel suo organico
Fu in questo periodo che l’Azienda si specializzò nel ramo della sedeva la terza generazione dei Buffetti. Le riforme fiscali e giuricontabilità e dell’amministrazione. Nel 1925, la carta intestata diche che si avvicendarono dalla seconda metà degli anni ‘50 rapne evidenziava la specializzazione: “Registri Buffetti. Manua- presentarono una nuova opportunità di sviluppo. “In tutta Italia
li d’amministrazione”. Ogni società divenne un punto di riferi- il marchio Buffetti si guadagnò stima per l’utilità, l’efficienza
mento per l’azienda, e viceversa: “erano tutti potenziali clienti per e la qualità dei suoi prodotti.” Attorno alla metà degli anni sesla produzione di registri obbligatori e ausiliari, dei bollettari, dei santa, con la quarta generazione dei Buffetti si ebbe la creazione
Quest’anno cade il centocinquantesimo anniversario dell’Italia
unita: un secolo e mezzo di storia ricco di cambiamenti politici, economici, sociali e tecnologici.
della prima rete di franchising in Italia. L’azienda aveva ormai raggiunto dimensioni industriali sia per qualità che per ampiezza. Il grande valore aggiunto offerto alla clientela veniva espresso all’unanimità, come testimoniano queste parole: “la peculiarità dell’attività
consiste da un punto di vista redazionale nel tenersi sempre aggiornati (…), da un punto di vista industriale (…) la tipografia Buffetti non
lavora su ordinazione del cliente, ma tiene sempre pronte serie degli articoli di sua produzione. Per quanto riguarda la redazione dei
modelli, la Luigi Buffetti Snc dispone di una équipe di esperti in campo tributario, contabile, organizzativo del lavoro e inoltre nei singoli settori economici destinatari degli articoli prodotti: agricoltura, artigianato, alberghi, trasporti, banche, scuole.” (Buffetti editore, Buffetti un’azienda italiana, pag.48). Il forte sviluppo degli anni sessanta e settanta spinse l’azienda a cambiare radicalmente la propria filosofia distributiva: venne costituita una rete di concessionari monomandatari, con esclusiva di zona e a volte di città intere. Buffetti
assunse una nuova immagine e ampliò il proprio posizionamento: da azienda industriale a “fornitrice di servizi”. Il marchio divenne “immagine di servizio”, prerogativa dei punti
vendita Buffetti: “Il concessionario Buffetti non è solo un distributore di prodotti, ma anche il portatore di questa disponibilità al servizio al cliente impresa” (Bilancio d’esercizio 1982-83). Nel 1973 la
Luigi Buffetti divenne una SpA. Nello stesso anno venne ripresa l’attività
editoriale, con il preciso scopo di inserire l’azienda nel panorama
degli editori specializzati: vennerro stampati tra i centocinquanta e i
duecento titoli l’anno con un piano di opere estremamente articolato nei settori del diritto, dell’amministrazione e dell’economia. Nel
1976 usciva inoltre il primo numero di “Consulenza”, il periodico,
edito ancora oggi, rivolto agli imprenditori, ai dirigenti, ai funzionari d’impresa, ai consulenti aziendali e agli operatori economici. Negli anni ottanta la Buffetti era gruppo costituito da ben otto realtà
aziendali tra SpA e Srl, con precisi compiti che spaziavano dalla gestione e la produzione del settore grafico, alla produzione di materiali per l’archivio, la produzione di software gestionale specializzato per l’azienda, fino ai corsi di qualificazione, l’assistenza e, naturalmente, l’editoria professionale. Al centro c’era la Holding Luigi
Buffetti SpA che “esprime e coordina la strategia e la direzione del
Gruppo”. Fin qui è la storia di una grande azienda a conduzione familiare. Negli anni novanta tutto cambiò nell’assetto societario: la
famiglia Buffetti uscì definitivamente di scena per una serie di scelte
aziendali e familiari. Negli ultimi vent’anni, il Gruppo non è mai venuta meno alla sua mission originaria. Oggi Buffetti è una realtà capace di pensare in modo nuovo per soddisfare bisogni nuovi e tradizionali, impegnata nell’implementazione di prodotti e servizi con
funzionalità innovative e integrate, un punto di riferimento per i clienti lungo l’intero ciclo di vita e di utilizzo di qualsiasi prodotto. I
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Res non verba
›
Nell’immagine, il logo della Registri Luigi Buffetti
con sede a Roma in Via Banco di Santo Spirito.
Il pay off aziendale recitava l’emblematica frase:
“Fatti non parole”.
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CENTOCINQUANTA.
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storicamente
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RITORNO AL MODULO
... BUFFETTI
FOTO: © Stefano Segati
Buffetti è stato il primo in Italia a realizzare prodotti di modulistica
certificati, in grado di rispondere correttamente ai dettami normativi.
Ma la vera differenza rispetto ad altri prodotti simili in distribuzione
sul mercato, sta nel rigoroso utilizzo di materie prime di elevata qualità e nella scrupolosa attenzione a tutti i processi produttivi. Potrebbe sembrare a prima vista irrilevante, ma non lo è affatto se si pensa che abbiamo a che fare con moduli che hanno il valore di documenti che devono essere conservati e durare nel tempo. Per la produzione dei blocchi, quali ad esempio le ricevute fiscali, Buffetti utilizza la migliore carta chimica in commercio. Questo significa garantire a chi ne fa uso un processo copiativo sicuro: tra la prima copia e la terza o quarta, la leggibilità rimane eccellente. Altra sicurezza è rappresentata dalla rilegatura che avviene con l’utilizzo di colla, punti metallici e infine dorsetto in tela. Questa tipologia di assemblaggio garantisce la conservazione perfetta dei documenti per tut-
to il tempo previsto dalla legge. Capitolo a parte è la categoria registri, inventati proprio dalla famiglia Buffetti agli inizi del secolo, per
una corretta tenuta della contabilità. Da allora tante leggi si sono
succedute lasciando spazio ad altri registri non solo contabili, ma di
estrema delicatezza per la compilazione e la conservazione. Oggi,
Buffetti continua a vantare la più ampia gamma in commercio, confermando, ad oltre un secolo di distanza, il suo ruolo di punto di riferimento unico e insostituibile per le scritture contabili e specifiche,
come ad esempio infortuni, antiquariato, trattamenti terapeutici e
molte altre ancora. Dalle prime produzioni fino ad oggi, Buffetti ha
sempre conservato inalterato il principio qualitativo della realizzazione. Il tutto è studiato per utilizzare e mantenere il registro sempre in
perfette condizioni. Le copertine sono in cartoncino ultraresistente;
l’esclusiva rilegatura in tela consente un’elevata foliazione e agevola la compilazione, spesso su colonne che prendono due pagine con-
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secutive; la carta utilizzata per gli interni è tra le più pregiate ed antisgualcimento affinché le scritture rimangano nitide e inalterate per
l’intero arco di utilizzo. Altre categorie di prodotto storiche e inalterate nella qualità sono quelle delle rubriche e degli scadenzari. Sebbene le moderne tecnologie abbiano tentato di soppiantarne l’utilizzo,
Buffetti continua a realizzarne una grande varietà per tutti coloro che
preferiscono supportare la loro attività con prodotti tradizionali ed
estremamente funzionali, senza rinunciare all’aspetto estetico. Anche
questi prodotti sono destinati a durare nel tempo e perciò realizzati
con la massima cura, attraverso un’attenta ricerca e selezione della
materia prima e degli accessori di rifinitura. Tanto per fare un esempio: le linguette divisorie, mensili o alfabetiche, delle rubriche e degli scadenzari Buffetti, sono rivestite di uno speciale materiale ancora oggi di importazione americana, il mylar. È per questo che si mantengono integre nonostante l’intenso utilizzo! I
Come erano...
Nel 1936, i registri della Buffetti si presentavano a fogli fissi o a fogli mobili. Quelli a fogli fissi, particolarmente adatti alle scritture cronologiche, erano prodotti con 3 tipi diversi di legatura: quella economica, in cartone e tela; quella normale, in mezza tela; quella di lusso, in piena tela o in
panno e dermoide.
I registri a fogli mobili erano progettati con due diversi meccanismi di chiusura: a cinghie, “che mediante manovella si
allungano e si accorciano secondo lo spessore dei fogli”, e a
viti allungabili, in cui “lo spessore si ottiene aggiungendo o
togliendo segmenti di vite”. Le legature potevano essere in
bachelite, in presspann e in pelle e dermoide.
Già nel 1969, i settori di specializzazione della modulistica Buffetti erano estremamente vasti. Si andava dai registri obbligatori, formulari, titoli azionari per le cooperative ai prodotti per l’organizzazione aziendale, come la contabilità a ricalco, le schede perforate, i plannings e quadri
di controllo. L’amministrazione alberghiera includeva materiale per tutti i rami dell’attività, come la contabilità, la
cassa, la segreteria, la contabilità, fino alla cucina, la cantina e il ristorante.
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storicamente
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SE LA
CARTA
VINCE...
Difficile immaginare quanto fosse complesso lavorare fino a qualche tempo fa. Oggi
l’informatica e Internet ci hanno abituati a una
gestione più semplice dei processi organizzativi
e a uno snellimento dei tempi incredibili. Anche
le aspettative sono cresciute, secondo l’equazione
“più mezzi, più efficienza”. Tuttavia ci sono degli strumenti di lavoro ai quali non possiamo rinunciare e che comunque, a conti fatti, continuano a essere più semplici e accessibili di qualsiasi alternativa hi-tech. Parliamo della modulistica. Questo settore è antichissimo e nasce ovviamente dalla necessità di annotare alcune attività, rispondere ad adempimenti di legge ben
precisi, accompagnare le merci, conservare una
memoria di determinate funzioni: tutte le comunicazioni verso e da fornitori, clienti o autorità
hanno una loro specifica modulistica di settore
che risponde a esigenze molto precise. Proprio
la modulistica ha rappresentato il maggior settore di business della società Buffetti ai suoi albori. Non esisteva nulla di simile sul mercato. Le aziende, i professionisti, le piccole e medie imprese annotavano su grandi libri tutto il
necessario, o dovevano far preparare dalla tipografia di turno strumenti personalizzati, poiché non era disponibile alcuna modulistica
prestampata. Non era insomma come oggi, che basta entrare in punto vendita e chiedere un blocco per le bolle d’accompagnamento
o le fatture, o addirittura un registro somministrazione medicinali per trattamenti terapeutici/zootecnici, o un passaporto delle piante per produttore originario. Oggi,
da Buffetti, esistono moduli pronti per tutto, sta solo al cliente scegliere quale sia,
per la propria area di business, la metodologia più corretta e funzionale da seguire. Spesso avviene che la tecnologia non sostituisca strumenti più tradizionali, ma
semplicemente ne rappresenti un duplicato. Molti esercizi commerciali, ad esempio,
tengono una prima nota sia sull’apposito quaderno che su fogli Excel. Quante volte capita poi di entrare in un ristorante e di ricevere la ricevuta in formato tradizionale! Non tutti sono disposti a investire in un POS e in un software gestionale in grado di gestire tutti i diversi processi, compresa l’emissione dei documenti cartacei. Per
farla breve, i due sistemi convivono e chi sceglie, per dimensioni, economicità, resistenza culturale o altro, la tradizione, sa che nelle soluzioni Buffetti potrà trovare
una gamma di modulistica completa, di alta qualità e resistente nel tempo. Fattore
questo non trascurabile, visto che su molti dei documenti che produciamo abbiamo
l’obbligo di conservazione per anni e anni. Chiaro che l’avvento di Internet ha modificato profondamente il mercato della modulistica. C’è anche chi, pur non convertendosi a strumenti tecnologici più sofisticati, sceglie di scaricare in formato elettronico se non tutta, quasi tutta la modulistica che gli occorre. Ma attenzione, occorre assicurarsi che la modulistica scaricata dalla rete provenga da siti certificati,
sempre che poi sia stata aggiornata. Rimane comunque il problema della conservazione: rispetto al nostro comodo blocco, dovremo stampare fogli singoli, raccoglierli e conservarli in un apposito faldone in cui avremo apposto un’etichetta per
specificarne il contenuto. Alla fine dov’è il risparmio? Sicuramente non nel tempo,
ma neanche nella praticità o nel conto economico. I
FOTO: © Mark Ahn - istockphoto.com
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BUSINESS
SOLUTION
primavera 2011
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buonlavoro
FOTO: © Robert Redelowski - istockphoto.com
Che cos’è un catalogo, a cosa serve e perché ne abbiamo tanto bisogno? Innanzi tutto partiamo dalla definizione del verbo catalogare: disporre in un catalogo, appunto, ordinare, organizzare qualcosa stabilendo e applicando norme e leggi per rendere più facile,
poi, qualsiasi ricerca. Sulla libera enciclopedia Wikipedia leggiamo
inoltre: “Il catalogo è un elenco ordinato e sistematico di più oggetti della stessa specie, come per esempio libri, opere d'arte, prodotti
artigiani o industriali, con le indicazioni atte a individuarli e talora,
come nei cataloghi di vendita, con il prezzo segnato. Il termine deriva dal greco, e già nell'antichità classica veniva applicato a un elenco di cose o di persone. Gli antichi grammatici indicarono con la parola catalogo l'elenco delle truppe achee fornito da Omero nell'Iliade, mentre Senofonte indicò come quelli del catalogo i cittadini ricchi e importanti”. Troviamo “cataloghi” nelle più antiche biblioteche
del mondo - Babilonia, Ninive, Atene, Cartagine, Alessandria d'Egitto
- e negli antichi monasteri medioevali. Ma occorre aspettare l’Umanesimo
per intravedere una vera e propria nascita dell’arte della catalogazione. Con la secolarizzazione della cultura, la nascita della stampa,
la diffusione dei commerci, nasce l’esigenza di una maggiore siste-
maticità. Nel Seicento nacquero i primi cataloghi ragionati, legati ai
libri, completi di note biografiche, descrizioni, spiegazioni e commenti. Intorno alla fine dell'Ottocento si diffuse in Inghilterra anche il catalogo di vendite, sempre in ambito artistico. E sempre in Inghilterra,
alla metà dell'Ottocento l’italiano Antonio Panizzi stabilì novantuno
regole di catalogazione per il British Museum che poi diventarono la
base per la creazione di tutti i sistemi futuri, tradizionali e in formato
elettronico. Catalogare è un’azione quindi innanzitutto necessaria.
Prendiamo il caso di un catalogo di vendita. Esso rappresenta una
guida per il cliente nella scelta del prodotto giusto, ma anche uno stimolo nella soluzione di esigenze e problematiche a cui, in quel momento, non si stava pensando. Quante volte, d’altra parte, è capitato a ognuno di noi di esclamare di fronte a una soluzione inaspettata: “non ci avevo pensato!”. Un catalogo offre “a portata di mano” tutto quello che stiamo cercando e di cui potremo avere bisogno. E la scelta non è emozionale, soprattutto se parliamo di cataloghi che riguardano oggetti e strumenti per il nostro lavoro, ma molto razionale. L’offerta del mercato è talmente ampia e spesso ci fossilizziamo sui nostri acquisti consuetudinari. La ripetizione è la nostra
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strumenti
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regola. Il catalogo rompe questa nostra tendenza a fossilizzarci, mostrandoci come il mercato cambia, come le cose migliorino e, migliorando, come anche la nostra attività possa trarne grandi benefici. Il
catalogo, in quest’ottica
diventa uno strumento di
lavoro strategico e un servizio sia per chi vende che
Il catalogo è uno strumento fondamentale sia per chi vende che per chi compra.
per il cliente che compra.
Più un catalogo è ben fatEsso infatti, rappresenta una guida per orientarsi e scegliere, per avere soluzioni a
to, più facile sarà per chi
vende mostrare la propria
cui non avevamo pensato prima, ma anche per aumentare il fatturato.
gamma di prodotti e servizi e per chi compra scegliere e cogliere suggerimenti e idee, anche in assenza del vendito- rapporto, se già conosciamo una marca, se il bravo venditore farà
re. Certo, un catalogo non potrà mai sostituire il rapporto consulen- riferimento al catalogo, potremo poi portarne uno in ufficio e utilizziale diretto, che si stabilisce sul punto vendita. Ma se esiste già un zarlo come base per un rapporto duraturo e di fiducia.
Catalogo Buffetti...
Mettiamolo al lavoro!
Il Catalogo Buffetti contiene oltre 12.000 articoli per l’ufficio. Tutti i prodotti sono subito disponibili grazie all’organizzazione del sistema logistico ad alta tecnologia e grazie ad una rete di distribuzione che alimenta continuamente tutti i punti vendita Buffetti, distribuiti capillarmente sull’intero territorio nazionale.
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Utilizzo di un fornitore di fiducia
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Certezza di ricevere il giorno dopo tutti i prodotti presenti
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Rapporto consulenziale con il personale di vendita
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Migliori condizioni e omaggi grazie a Buffetti Club
Proviamo a metterci dall’altra parte della barricata. Come venditore il mio primo obiettivo sarà quello di offrire ai miei clienti il mio catalogo e indurli a sfogliarlo più e più volte per conoscerlo a fondo.
Tra quelle pagine ci sono innumerevoli soluzioni che potrebbero tornare utili ai miei clienti più affezionati, ma anche a quelli occasionali. Ogni contatto può trasformarsi in un’occasione di un business più
consolidato. Certo il venditore dovrà essere il primo a conoscere bene questo importante strumento di lavoro, e naturalmente i suoi clienti, possibilmente attivando promozioni particolari sulle soglie di acquisto. Come venditore dovrò sapere che attività svolge il mio cliente, le dimensioni della sua azienda, chi è il responsabile d’acquisto,
quali sono le sue esigenze di consumo e se potrebbe acquistare di
più da me. Dovrò anche saper mostrare le potenzialità della mia offerta, conoscere le caratteristiche tecniche dei prodotti riportate an-
che nel catalogo, saper offrire valide alternative, ad esempio tra un
prodotto di marca e un marchio proprio. Sul punto vendita il cliente
potrà fare la prima esperienza del prodotto. Dopo l’acquisto, se lo
avremo persuaso e la performance sarà più che soddisfacente, tornerà da noi, magari solo ed esclusivamente attraverso il catalogo.
Esso, infatti, può diventare un “venditore autonomo”. Per questo come venditore è importante spingere il cliente ad averne uno sempre
a portata di mano, possibilmente con i prezzi. Un catalogo senza
prezzi, infatti, è come un negozio chiuso di cui vediamo solo i prodotti nelle vetrine illuminate. Il catalogo prezzato, al contrario, dà la
possibilità di confrontare diversi prodotti simili e di selezionare quelli col miglior rapporto qualità prezzo. Ovvio poi che ogni cliente potrà avere degli sconti, ognuno saprà che quelli riportati a catalogo
sono solo prezzi indicativi, che fanno riferimento ad un listino base,
suscettibile di scontistica o variazioni nel corso dell’anno e a seconda di quanto acquisterà. I
FOTO: © Rosemarie Gearhart - istockphoto.com
Dal punto di vista
del venditore.
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touch a un’elegante rifinitura patinata. Grazie alle sue piccole dimensioni e a
un peso complessivo di appena 190 grammi, è particolarmente indicato per la
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cavo per il collegamento USB è inserito e avvolto intorno al rivestimento stesso per garantire sempre la disponibilità del collegamento. Grazie all’utilissimo
software in dotazione One Touch Backup, è possibile effettuare in un istante il
backup di tutti i tipi di file semplicemente premendo l’apposito pulsante presente sul case esterno. Un indicatore LED mostra quando il dispositivo è connesso
e quando sta lavorando per la lettura o la scrittura dei dati.
0610HD500
Plug antitorsione ›
Quante volte avete alzato la cornetta del telefono e il filo era improvvisamente diventato troppo corto per rispondere? Il problema si risolve facilmente con
questo utilissimo dispositivo che previene gli attorcigliamenti del cavo che va
dall’apparecchio telefonico alla cornetta. Da utilizzare con apparecchi dotati
di cornetta modulare. La spina e il connettore sono di tipo RJ-10 4P4C (4 Pin
& 4 Connessioni).
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Cavi per PC ›
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porte con standard USB 3.0, con velocità di trasferimento dati SuperSpeed fino a 5
Gbit/s che garantiscono maggiore velocità di trasferimento e di ricarica delle batterie degli apparecchi collegati. Nel rispetto dello standard 3.0, sono blu come le porte.
I connettori USB 3.0 sono compatibili solo in parte con i formati 2.0/1.1. I cavi di rete sono cat. 6 sia di tipo S/FTP schermato, che UTP non schermati.
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NELLA DIFFERENZIATA, FINO AI GIORNALI ANCORA NEL CELLOPHAN E COSÌ VIA, SONO
TANTISSIMI I RIFIUTI CHE, A FINE GIORNATA, FINISCONO
NEL CASSONETTO SBAGLIATO... CON UN COSTO ALTISSIMO.
RICICLO
VIRTUOSO
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primavera 2011
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primavera 2011
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buonlavoro
FOTO: © malerapaso - istockphoto.com
SPAZZATURA SOTTERANEA.
Nel futuro i materiali riciclabili e organici arriveranno direttamente in discarica attraverso una rete di condotte sotterranee. Succederà già nel 2012 in Canada, a Montreal.
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eco-attitudini
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Gli italiani sembrano essere sempre più sensibili alla sostenibilità ambientale e cresce il numero di persone che ogni giorno
sceglie di fare la raccolta differenziata. Secondo un sondaggio Ipsos- Comieco, infatti, ormai 8 cittadini su 10 separano quotidianamente i rifiuti in casa mentre l’Istat, attraverso una ricerca sugli
indicatori Ambientali Urbani, ha reso noto che nel 2009 la raccolta differenziata ha rappresentato il 30,4% della produzione di
rifiuti urbani, quasi due punti percentuali in più in un anno.
Quanti però potrebbero mettere la mano sul fuoco e giurare di
aver rispettato tutte le regole del caso e di non aver inforcato, seppure involontariamente, un errore dopo l’altro?
cartati nel cellophane e il 17% butta anche i fazzoletti usati nella
campana della carta. L'elenco delle azioni incriminate potrebbe
essere ancora lunghissimo e riguarda soprattutto alcuni scarti ordinari che generano grande confusione: il cartone della pizza, i
vasetti dello yogurt, le confezioni di shampoo e saponi, le buste
delle patatine. Per non parlare poi di quei rifiuti meno comuni,
ma molto insidiosi. È il caso, per esempio, delle lampadine a risparmio energetico, che non sono riciclabili come le altre perché
contengono una piccola quantità di mercurio. In questo caso
l’unica via è affidarsi a consorzi, presenti in molte città con una
serie di punti di raccolta. In ogni caso ecco un vademecum da
cui partire, per aggiustare il tiro e non vanificare tutti gli sforzi.
La carta. Regola numero uno, che stupirà molti: gli scontrini non
vanno mai nel cestino della carta, così come alcuni fogli da
regalo dai colori molto forti.
Molti meno. Spesso, infatti, nei cassonetti della differenziata finiscono materiali non riutilizzabili, ma a spezzare una lancia in favore dei cittadini ci pensano i
consorzi che ogni giorno lavorano nel settore e che assegnano parte della responsabiUN’AZIONE
In generale, la carta trattata
lità alla poco chiara informacon tintura o sostanze chizione diffusa dalle amministraRESPONSABILE PER AIUTARE IL NOSTRO AMBIENTE SEMPRE
miche non può essere mai
zioni locali.
messa nella differenziata.
Secondo uno studio di AstraPIÙ MALATO. MA ATTENZIONE! NON BASTA SEPARARE
Eppure il sondaggio Ipsos - CoRicerca commissionato dal conmieco svela che quasi il 50 %
sorzio Coreve specializzato nel
degli italiani inciampa in queTUTTA LA CARTA, DAL VETRO, L’ALLUMINIO, L’UMIDO
riciclo del vetro, ben il 59 %
sto errore. I cartoni della pizza
delle persone ha ammesso di
usati son troppo grassi per poBISOGNA RICONOSCERE
avere le idee piuttosto confuter essere riciclati, i fazzoletti di
se sul da farsi. “Gli italiani ce
carta usati vanno destinati al
E COSA DESTINARE AL CASSONETTO
la mettono tutta per fare la raccompostaggio e i contenitori
colta differenziata - ammette
per le bevande rivestiti di carDELLA SPAZZATURA INDIFFERENZIATA:
il presidente del consorzio Cotone meritano un discorso a
reve, Enzo Cavalli - i nostri daparte. Per loro, infatti, vale la
ti evidenziano un incremento
ferrea regola che ogni prodotdel 3,6 % nel 2009 per la racto riciclabile riporta un contrascolta del vetro, ma non basta.
segno sulla confezione (quello
Quasi un camion su cinque è poi tornato in discarica perché la che hanno per esempio alcune aziende come la Tetra pack). Se
qualità del prodotto raccolto non era buona”. La cifra complessi- manca non è riciclabile e seppure con rammarico, dovrete rasseva è rilevante: quasi il 16 % del vetro ritirato lo scorso anno è an- gnarvi all’idea che per quel rifiuto non c'è futuro.
dato perso. Anche per questo, ne è convinto Cavalli, “ È diventa- La plastica. È uno dei materiali in assoluto più difficile da ricito urgente spiegare bene ai cittadini che cosa devono fare”.
clare, anche per questo gli errori sono all’ordine del giorno.
BUTTARE BENE:
ECC.
COSA PUÒ ESSERE
RICICLATO
I RIFIUTI
NON SONO TUTTI UGUALI!
Cambiare rotta, dunque, sembra essere la missione da centrare in questo 2011 e il primo passo da fare è individuare i
comportamenti sbagliati più ricorrenti.
Un indizio su dove intervenire subito arriva dai dati del 2009 secondo i quali il 27% di italiani getta nei cassonetti per la carta
anche residui sporchi di cibo, il 25% elimina i giornali ancora in-
Anche qui vale il meccanismo del contrassegno col simbolo
magico. Per il resto bisogna tener presente che le posate usa e
getta non si possono riciclare e vanno gettate nell’indifferenziata. Al massimo i prodotti in bioplastica biodegradabile si possono destinare al compostaggio, mentre i sacchetti di plastica vanno
nell’indifferenziata.
Ogni prodotto ha un suo ciclo di vita. Prima di acquistare, pensiamo a
quali risorse energetiche sono utilizzate per produrlo, a quale sarà il suo
futuro e a quanto tempo ci vorrà per smaltirlo. Ci renderà più saggi.
FOTO: © Andrew Rich - istockphoto.com
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FOTO: © Doug Nelson - istockphoto.com
L’alluminio. In questo caso i risultati di oggi sono buoni: nel
2009, infatti, del totale imballato immesso sul mercato si è arrivati a recuperarne ben il 56,1%. Eppure il valore potrebbe salire
ancora se si riuscisse ad abbattere la quota di impuro presente
nei contenitori della differenziata. Come? “Uniformando i sistemi
di raccolta su tutto il territorio nazionale - sostiene il presidente
del Consorzio dell’alluminio Cial, Gino Schiona - Ci vogliono regole chiare e valide per tutti”.
In effetti, se fino ad alcuni anni fa uno dei problemi da risolvere
era la scarsa sensibilità della cittadinanza verso il riciclo, oggi sembra piuttosto urgente arrivare a un’organizzazione unitaria, a un
sistema valido in tutto il Paese e a una maggiore informazione
verso i consumatori perché adottino i comportamenti corretti e
non sbaglino più a separare i materiali in casa.
Il fatto è che non esiste un sistema di regole che vale a Torino come a Viterbo o a Lecce. Tutto cambia non solo da un comune all’altro ma addirittura tra i quartieri della stessa città,
come succede a Roma. In alcune zone della Capitale, infatti, esiste un sistema di ritiro della spazzatura sotto casa diviso in giorni
e orari in base ai diversi materiali, in altri quadranti metropolitani è rimasto invece il vecchio sistema dei cassonetti per la carta,
la plastica, il vetro e l’indifferenziata mentre mancano ancora quelli dedicati all’umido. In altri quartieri, ancora, è stato introdotto
un sistema per cui i rifiuti - preventivamente separati - devono essere consegnati direttamente dal cittadino agli operatori ecologici in determinati punti raccolta sparsi nella zona in questione. Se
si sbaglia a differenziare, in questo caso, si può essere multati.
C’è un’altra questione ancora di cui i cittadini hanno poca percezione: una differenziata non utilizzabile è un problema non
solo per l’ambiente, ma si trasforma anche in un danno economico per le casse comunali. Le amministrazioni locali, infatti, ricevono contributi sostanziosi da parte delle società che si occupano di riciclo per poter raccogliere la spazzatura. Sono versamenti calcolati in proporzione alla quantità di materiale e, soprattutto, vengono corrisposti a patto che la percentuale dell’impuro
si mantenga al di sotto di alcuni limiti.
Un ultimo avvertimento che vale la pena tenere sempre a mente:
ad oggi i cassonetti per il riciclo in media contengono un 12% di
materiale non riutilizzabile. Per incrementare la differenziata “buona” può essere utile sapere che davanti a ogni dubbio il referente giusto per avere chiarimenti è sempre l’ufficio di settore del proprio Comune. Se poi proprio non sapete cosa fare, piuttosto che
sbagliare “è meglio gettare nell’indifferenziato - sostiene il presidente di Corepla Giuseppe Rossi - La differenziata è infatti un mezzo, non un fine. Il vero fine è il riciclo”. I
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SCELTE RESPONSABILI.
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Consumatori, all’attacco!
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Giocattoli velenosi, bolle di sapone tossiche,
elettrodomestici trasformati in possibili killer, passeggini
pericolosi e mozzarelle blu. Sarà forse per i ritmi di
produzione sempre più serrati o perché gli stabilimenti
delle grandi marche sono ormai sparsi in tutto il mondo
e questo non facilita un controllo approfondito, sta
di fatto che gli anni Duemila hanno visto un impennarsi
di errori di fabbrica. È ora di ribellarsi!
Negli ultimi sei anni, infatti, si sono quadruplicati
i prodotti mal fabbricati e ritirati dal mercato dalle stesse
aziende oppure scovati durante le operazioni europee
anti-frode. La società contemporanea, che ha ostentato
il mito dell’efficienza a tutti i costi e del progresso portato
allo spasimo, si ritrova a fare i conti con scarti indesiderati
sempre più numerosi. Ecco allora che perfino alcune
barbie diventano velenose, che automobili di ultima
generazione all’improvviso non frenano, passeggini
progettati per essere supersicuri diventano delle trappole
ed elettrodomestici difettosi possono spedirci addirittura
in ospedale. Secondo il Rapex, organo europeo a tutela
dei consumatori, nel 2009 si sono registrati 1.993 casi, di
cui il 60% riguarda oggetti confezionati in Cina.
A detenere il primato negativo è il settore dei giocattoli
con 500 modelli, segue l’abbigliamento, le automobili
e i piccoli elettrodomestici. Come difendersi? Intanto
è bene sapere che, secondo il codice dei consumatori,
la responsabilità della sostituzione spetta a chi immette
il prodotto sul mercato. E per non farsi cogliere
impreparati si può sempre effettuare un controllo
preventivo, basta cliccare sul sito della Rapex per avere un
elenco aggiornato di tutti i casi segnalati.
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eco-attitudini
{}
he
20
nic
alluminio
15%
2%
domestico
ec che
frazioni
10%
ioni s
o rga
carta
fraz
30%
15%
altro
plastica
20%
potature
8%
vetro
linea di selezione del secco
impianto di compostaggio
composti di qualità
secco pulito
scarti
UTILIZZO IN AGRICOLTURA
CDR*
scarti
CONSORZI-RICICLAGGIO RETE
ECOPRODUTTIVA ISOLE DI SCAMBIO
Il CDR è un combustibile solido ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi urbani, raccolto generalmente in blocchi cilindrici denominati ecoballe.
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Ogni materiale si decompone.
Ma in quanto tempo e con quale costo ambientale?
Ecco alcuni esempi:
busta in carta
calzini in lana
lattina
pannolini
mese successivo
anno successivo
50 anni
550 anni
busta in plastica
plastica
vetro
polistirolo
1.000 anni
1.000.000 di anni
1.500.000 di anni
7.500.000.000 di anni
Riciclaggio e compostaggio in Europa
Germania
64%
62%
Belgio
Olanda
49%
Austria
59%
Svezia
49%
44%
41%
Italia
Danimarca
Inghilterra
0%
34%
100%
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eco-attitudini
{}
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RISPARMIARE L’80% DI ELETTRICITÀ CON LE LAMPADE BUFFETTI
Rispetto a una comune lampadina a incandescenza, una lampadina a basso consumo (CFL, fluorescente compatta) consuma fino all'80% di energia elettrica in meno. Costa un po' di più, ma ha una durata notevolmente superiore.
Se sostituiamo anche solo 3 lampadine a incandescenza da 100 W con 3 lampadine CFL a basso consumo da 20 W,
possiamo ridurre del 7% i nostri consumi annui totali di energia elettrica, con un risparmio di circa 45 euro. Iniziamo
a sostituirle nelle stanze in cui restano accese più a lungo. Una lampadina a incandescenza da 100 watt (W) illumina
come una lampadina fluorescente compatta da 20 W: questo significa che le due lampadine emettono un flusso luminoso simile (misurato dal lumen, lm). Il rapporto lumen/watt esprime l'efficienza luminosa della lampada: mentre le
lampade a incandescenza da 100 W sono caratterizzate da un'efficienza luminosa modesta (14 lm/W), perché circa
l'80% dell'energia elettrica è trasformata in calore e solo il restante 20% in luce, le CFL da 20 W hanno un'efficienza
luminosa ben più elevata (60 lm/W).
Il meccanismo di funzionamento più efficiente consente di ridurre fino all'80% i consumi di energia elettrica a parità di flusso luminoso. Una lampadina a basso consumo costa circa 10 euro, ma ha una vita media notevolmente superiore a quella di
una lampadina tradizionale (10.000 ore, rispetto a 1.000 ore della lampadina a incandescenza). Sostituire le lampadine a incandescenza risulta molto vantaggioso: il maggior costo legato al loro acquisto si recupera infatti in tempi molto brevi.
Le lampade per il risparmio energetico a marchio Buffetti sono ideali sia per la casa che per applicazioni professionali.
Realizzate secondo comprovati standard qualitativi, forniscono una luce morbida e non abbagliante. Sono disponibili in
quattro forme diverse, tutte dal design elegante: tubo, spirale o classica candela e globo, per soddisfare ogni esigenza e coniugare aspetto estetico e risparmio energetico. Le forme classiche sono utilizzate soprattutto quando è necessario mettere le lampade a vista o si abbia l’esigenza di creare particolari giochi di luce, ad esempio in hotel, ristoranti, negozi.
Rispetto alle lampade tradizionali a incandescenza di pari flusso luminoso, le lampade a basso consumo Buffetti consentono di risparmiare fino all’80% sulle spese di elettricità e durano fino a 10.000 ore!
0631T2G15
Lampada T2 HS E27
W15
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0631TGG11
Lampada Globo E27
W11
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0631TGP11
Lampada a Globo E14
W11
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0631T2P11
Lampada T2 HS E14
W11
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0631TCP09
Lampada Candela E14
W9
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0631T3G15
Lampada T3 3U E27
W15
da buffetti: accendiamo lo spirito ecologico!
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‹ Consumabili compatibili Buffetti
Stampe perfette e salvaguardia dell’ambiente! Acquistare un compatibile non è solo garanzia di un’efficiente gestione dei
costi ma significa anche optare per materiali di consumo a basso impatto ambientale. Un accurato processo di
ricondizionamento permette di recuperare e riutilizzare tutte le parti ancora integre mentre la sostituzione dei
componenti soggetti a usura garantisce la massima qualità di stampa dalla prima all’ultima pagina. Milioni di cartucce
di inchiostro e toner vengono buttati via ogni anno, finendo nelle discariche di tutto il mondo: materie plastiche e metalli
che impiegano migliaia di anni a decomporsi. Il riciclaggio e il corretto smaltimento di tutti i componenti non
riutilizzabili aiuta a prevenire questo disastro ecologico e contribuisce a proteggere il nostro ambiente. La certificazione
ISO 14001 attesta che Buffetti presta particolare attenzione a tutte le attività che potrebbero avere un negativo impatto
ambientale. Questo significa il non utilizzo di sostanze nocive nella formulazione degli inchiostri, nelle polveri dei toner
e nei coloranti, riducendo i rifiuti e il consumo di energia e materie prime in tutti i suoi cicli produttivi.
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pubblicità on-line
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SQUALI
DA
RETE
primavera 2011
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FOTO: © Chuck Schmidt - istockphoto.com
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buonlavoro
Quando la pubblicità ci perseguita...
Cliccare una pubblicità qualsiasi su un sito e poi ritrovarsela in tutte le pagine
successive. A ogni passaggio sempre la stessa immagine al punto da sentirsi perseguitati. Non è un incubo, è quello che è successo a una blogger canadese che
poi ha raccontato la sua spiacevole avventura sulle pagine del suo sito.
Julie Matlin aveva cliccato il banner di un paio di scarpe nel corso di un’incursione di e-shopping. Niente di strano, all’apparenza, salvo che poi la sventurata ha
cominciato a notare che in ogni sito che apriva, dai blog ai quotidiani fino ai social network, ad attenderla c’era sempre la stessa pubblicità. Una sorta di persecuzione, ha raccontato piuttosto infastidita sul suo blog dove ha spiegato che, proprio per questo motivo, ha deciso di non comprare più quelle scarpe.
La vicenda ha avuto una certa eco tanto che il New York Times ha dedicato un articolo a questa nuova frontiera del marketing online, aprendo una volta per tutte il
dibattito su un fenomeno sempre più diffuso e poco conosciuto dagli utenti.
Da anni, infatti, gli internauti di tutto il mondo, se poco interessati a un prodotto
reclamizzato in rete, hanno imparto a non farci troppo caso, a “bypassare” lo spot
per arrivare alla pagina desiderata. Di certo non hanno mai pensato che il messaggio pubblicitario potesse inseguirli da un sito all’altro. Sicuri di questo, magari, hanno cliccato su un messaggio pubblicitario solo per curiosità senza sapere che
il marketing d’ultima generazione, il cosiddetto “retargeting”, ha imparato a catturare quel clic e a mappare i nostri movimenti.
Il meccanismo è semplice: aprendo un banner, l’utente viene associato al prodotto attraverso i cookie, i file di testo salvati dal browser capaci di conservare una
memoria dei siti visitati. Un El Dorado per chi fa pubblicità nel web perché, seppure i cookie non danno alcuna informazione sulle generalità della persona (età, sesso e via dicendo), identificano l’utente come interessato a un certo tipo di prodotto e permettono di riproporre il messaggio in tutte le pagine successive. Così, si
può agganciare il consumatore “indeciso”, quello che sbircia, tocca, si lascia incuriosire da una proposta ma alla fine non compra e passa oltre. In più il retargeting è una forma di marketing bilaterale dal momento che il rapporto non è più tra
il prodotto e l’universo di possibili consumatori ma tra il marchio e un utente specifico. Un bel vantaggio, il tutto con un semplice clic e, quindi, con poco sforzo.
Sarà anche per questo che il fenomeno si sta diffondendo sempre più: da pochi
mesi, per esempio, anche il motore di ricerca video Blinkx ha lanciato il suo programma di retargeting, facendo precedere i propri video da messaggi pubblicitari
selezionati in base alle tendenze dei navigatori del motore di ricerca, precedentemente divisi in base al profilo psicologico, dalle gossip girls, agli infonauti passando per i single e i pantofolai.
Mancano, però, da analizzarne gli effetti reali e gli scettici sostengono che l’effetto
psicologico sarà una variabile fondamentale. Tanto per capirci, il fastidio manifestato dalla blogger canadese potrebbe essere la peggiore pubblicità possibile al
prodotto e allontanare, anche definitivamente, l’utente. Se il navigatore si sente
spiato, inseguito, vede in quella rincorsa su internet un’invasione della propria privacy e un atteggiamento ai limiti dello stalking, la frittata è fatta. Senza considerare che ogni utente può sempre disattivare i cookie e far perdere le proprie tracce,
anche al banner più ostinato. I
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l’intervista
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26
SOFTWARE
UTILITY
La Primavera, per chi opera nel settore turistico alberghiero, è
un momento importante di riflessione sulle decisioni da pren-
La Primavera è la stagione durante la
quale l’industria ricettiva e turistica fa le prove generali in vista dell’Estate. Da giugno
dere per il futuro. Come, ad esmpio, dotarsi di un sistema gein poi la macchina dell’accoglienza sarà in
piena corsa e diventerà più difficile intervestionale evoluto che permetta di aumentare la qualità del
nire con correzioni di rotta. La Primavera è
dunque il momento delle analisi delle staservizio offerto agli ospiti...
gioni trascorse e delle decisioni destinate
ad incidere su quelle future. Abbiamo rivolto qualche domanda su questi temi a Catia Chiarelli, una imprenditrice con una lunga esperienza del settore e che gestisce attualmente un albergo con ristorante aperti tutto l’anno, la Locanda del Passo Pomposa, in una zona prettamente turistica, nel Parco del Delta del Po, ma con
una forte incidenza di soggiorni business.
Come vede il futuro dell’industria dell’accoglienza nel nostro paese?
›
Credo che il cambiamento non riguardi solo l’Italia, ma sia
generalizzato. La crisi economica ha cambiato un po’ di cose. Alcuni cambiamenti
sono sotto gli occhi di tutti e, comunque, facilmente intuibili: la gente, in Italia, ma
non solo, ha meno soldi da spendere e fa vacanze mediamente più brevi. Di altri
aspetti ti accorgi osservando i tuoi clienti e prendendoti cura di loro. Un tempo la
vacanza era uno status symbol, la dimostrazione che si erano raggiunti dei risultati
importanti. Ora, al contrario, sempre più persone vedono la vacanza come un momento per fare i conti con tanti malesseri. Le vacanze sono diventate un trattamen-
Catia Chiarelli
primavera 2011
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buonlavoro
to di benessere, una cura antistress, persino un investimento culturale per se stessi e i propri figli. E così se prima il prestigio di una
situazione poteva aiutare a nascondere qualche difetto nel servizio, adesso le aspettative del cliente sono molto più alte e siamo
chiamati ad un’offerta qualitativamente persino superiore al numero delle “stelle” che abbiamo accanto al nome. Devi essere
pronto ad organizzare nei minimi dettagli il breve soggiorno dei
tuoi Ospiti, senza far mancare loro nulla.
La crisi, però, ha colpito l’industria turistica meno che altri settori.
›
Senza dubbio, la vocazione turistica dell’Italia non è stata intaccata dalla crisi. Però questo ha anche significato che l’azienda Italia conta più che in passato su di noi per il suo
successo. E questo ci ha caricati di responsabilità fornendoci un ulteriore stimolo per migliorare costantemente e continuamente la nostra offerta in un mondo che certo non ci risparmia la concorrenza.
più spesso si va e si torna con i TAV in una sola giornata, senza
pernottamenti, sempre per ridurre i costi. Però la tecnologia è anche una sfida e soprattutto un’opportunità, se la si sa cogliere.
I paesi turistici emergenti?
Un po’ come in tutte le attività economiche di oggi.
Certamente, ma non solo. Le aziende turistiche sono in concorrenza anche con le tecnologie della comunicazione, con internet e persino con i treni ad alta velocità. Dopo internet, le videoconferenze e chi più ne ha più ne metta, i viaggi di lavoro sono molto calati e quelle poche volte che si viaggia, sempre
Catia Chiarelli
Catia Chiarelli
Catia Chiarelli
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FOTO: © Luminis - istockphoto.com
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Esattamente. Un albergatore, un ristoratore e chiunque si occupi di accoglienza deve concentrarsi sulla qualità dei servizi che offre, sulla soddisfazione della clientela, comprendendone le esigenze, anzi anticipandole: gli aspetti gestionali, che sono sempre più invadenti, distraggono noi
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l’intervista
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FOTO: © Jan-Willem Kunnen - istockphoto.com
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operatori e ci tolgono energie che potrebbero essere meglio spese nel nostro
compito principale: vedere un cliente a cui dispiace fare le valige e lasciare la
nostra stanza, e anzi non vede l’ora di tornare a trovarci, magari dopo aver parlato bene di noi ai suoi amici, appena tornato a casa sua. In particolare questo
vale per chi gestisce un’azienda piccola, magari a conduzione familiare, che deve valorizzare il proprio “alto artigianato”, che è poi uno dei caratteri più famosi
del nostro paese e uno di quelli di cui andare più fieri. Allora la tecnologia ci aiuta a concentrarci su questo aspetto, ed è tantissimo.
Questa è proprio una delle caratteristiche di Cube “Alberghi”, il software gestionale di Buffetti personalizzato per le esigenze dell’industria alberghiera.
›
Catia Chiarelli
Volevo arrivare proprio a questo. Se tiriamo le somme delle analisi della situazione che ho fatto in precedenza, delle nuove necessità del
cliente, della forte esigenza di puntare sulla qualità dei servizi che offriamo, ecc.,
è automatico concludere che uno degli aspetti sui quali possiamo intervenire con
maggiori garanzie di successo per migliorare il nostro lavoro è proprio quello gestionale. Un software gestionale integrato come Cube, studiato specificatamente
sui nostri bisogni, per la gestione informatizzata delle aziende alberghiere, risponde proprio alle nostre necessità attuali. Partiamo ad esempio dall’aumento vertiginoso delle vacanze brevi. Questo ha comportato la crescita esponenziale della quantità di dati e di informazioni che ci piovono addosso: crescono le prenotazioni, gli arrivi, e dobbiamo fare più assegnazioni di camere, abbiamo più gruppi per i quali stilare la rooming-list, più conti del ristorante da addebitare, e tanto altro ancora da organizzare senza errori che potrebbero rovinare il soggiorno
del cliente e compromettere il rapporto con lui.
E Cube “Alberghi” soddisfa queste vostre esigenze?
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Catia Chiarelli
Queste e molte altre. Ci sono anche una serie di lunghe e
complesse procedure burocratiche, ad esempio i tabulati ISTAT e gli adempimenti di Pubblica Sicurezza, che Cube “Alberghi” ci aiuta ad espletare senza fatica.
Per non parlare poi della contabilità e del magazzino, e anche della preparazione del mailing con il quale possiamo fidelizzare la clientela. Cube alberghi gestisce tutto questo con grande efficienza, anche con una rete di PC, in modo semplice e immediato, economizzando risorse anche dal punto di vista della formazione del personale, perché è semplice e intuitivo. E questo è comodo per le turnazioni, perché impariamo presto ad usarlo e possiamo avvicendarci con i turni
che d’Estate sono massacranti. Noi lo teniamo al computer della Reception e ci
gestiamo anche il centralino telefonico.
Quindi si può dire che lei giudica Cube “Alberghi” un sistema gestionale veramente completo?
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Catia Chiarelli
Anche qualcosa di più di “completo”, per come dialoga con
gli altri pacchetti software appartenenti alla stessa famiglia Cube di Buffetti compreso Cube “Ristoranti”, con il quale gestisco il ristorante del mio albergo. I
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buonlavoro
SOFTWARE
CUBE Alberghi e Ristoranti
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Buffetti CUBE Alberghi
È la soluzione software su misura per gestire un’attività alberghiera. È personalizzabile, modulare e implementabile in qualsiasi momento. Buffetti CUBE Alberghi è una
piattaforma 32 bit, basata sugli standard Windows, multitasking, multiuser, con database indipendente. Facile da utilizzare: autoinstallante, con guida vocale. Tableau
e booking: clienti in arrivo, in casa e in partenza; prenotazioni, conferme, check-in e
check-out, cambi camera; addebiti... tutto in un’unica schermata. Emissione conto:
check-out immediato con gestione e verifica degli addebiti. Gruppi: gestione delle
rooming-list con check-in e check-out raggruppato o scaglionato. Allotment: gestione dei contratti di affidamento vendita camere alle agenzie. Gestione centralino:
addebito delle chiamate telefoniche sulla camera. Schedine PS e tabulati ISTAT: gestione degli adempimenti di legge obbligatori.
Mailing list: estrazione e stampa etichette adesive. Quick booking: il modulo di Cube Alberghi che permette le prenotazioni on line in
8 diverse lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, ceco, rumeno, russo). Il sistema è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Gestisce prenotazioni, convenzioni, listini, disponibilità e fornisce statistiche precise e puntuali. Si interfaccia al sito dell’albergo, ai portali GDS (Sabre, Worlspan, Galileo, Amadeus) e ai principali siti web di Hotel Booking Service (hotel.de, expedia.com, booking.com, venere.com, initalia.it, MBeTravel.com, itwg.com, Traveleurope.net, HRS.com, ecc...).
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Buffetti CUBE ristoranti
È la soluzione software su misura per il Ristorante, la Pizzeria, il Pub. È una piattaforma 32 bit, basata sugli standard Windows, multitasking, multiuser, con database indipendente, autoinstallante, facile da apprendere e utilizzare grazie alla
grafica intuitiva e di facile lettura. Touch screen: mouse, tastiera, ma anche con
un dito se si ha uno schermo touch screen. Gestione sale: tavoli prenotati, liberi
e occupati, unione e separazione tavoli, situazione pasti, comande e conto. Con la
funzione “sale grafiche” è possibile riprodurre su pc la planimetria del locale.
Piatti e bevande: descrizioni in quattro lingue, per la creazione di menu stampabili e personalizzabili. Prenotazioni: prenotazioni con “avviso di scadenza”.
Comande: impostazione rapida tavolo e coperti con selezione di menu e piatti. Variazione veloce della comanda, possibilità di
inserimento note (molto cotto, al sangue, ecc…). Con stampantine dedicate, la comanda può essere inviata in cucina, alla pizzeria, al bar. Emissione conti: conti semplici o separati; fattura, ricevuta o scontrino; contanti, carta di credito o ticket restaurant.
Riepilogo della situazione casse per la quadratura di fine giornata. E con la Fidelity Card, gestione punti e sconti per la clientela
top. Take away: gestione piatti da asporto con nome e orario della comanda e stampa del conto o dello scontrino. Collegamenti
ad hardware dedicati: può collegarsi ai registratori di cassa per la stampa dello scontrino, ai terminalini orderman mod. Don e
ai Pocket Pc per la presa della comanda. Installabile anche sui più diffusi sistemi pcpos.
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30
cambiamento
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ABBIAMO ANCORA NEL PORTAFOGLIO
LA VECCHIA TESSERA DEL VIDEONOLEGGIO?
SPESSO È TOTALMENTE INUTILIZZABILE, POICHÉ L’ESERCIZIO COMMERCIALE CHE OFFRIVA TALE SERVIZIO HA CHIUSO
PER SEMPRE, ALTRE VOLTE SEMPLICEMENTE PERCHÉ È MOLTO PIÙ COMODO SCARICARE UN FILM DA INTERNET.
ANCHE IL COSTO DEI DVD OGGI È MOLTO COMPETITIVO,
AL PUNTO CHE TRA L’AFFITTO E L’ACQUISTO CI SOLO POCHISSIMI EURO DI DIFFERENZA.
VIDEO
NOLEGGIO
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FOTO: © Christine Glade - istockphoto.com
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Il passaggio dal vhs al dvd fu un cambiamento epocale. Abbiamo visto i nuovi supporti compatti e meno ingombranti guadagnare sempre più spazio sugli scaffali, accanto a quelle videocassette di cui molti hanno faticato a disfarsi, fin quando il nuovo ha
spinto definitivamente in un angolo il vecchio per poi farlo scomparire. Pochi, però, avrebbero detto che nel giro di qualche anno
a traballare sarebbe stato addirittura un simbolo del videonoleggio globale come Blockbuster che, suo malgrado, ha mostrato le
fragilità di una realtà che sembrava intramontabile. Dopo 25 anni d’oro e di quasi monopolio con il 45% del mercato del videonoleggio mondiale, il colosso texano lotta con debiti talmente pesanti che a settembre la società è stata costretta a portare i libri in
tribunale e chiedere l’amministrazione controllata per sfuggire ai
creditori. In quell’occasione ha presentato un piano di rilancio,
l’ultima spiaggia per evitare il peggio, che prevede la conversione
di parte dei debiti in azioni e si ripromette di aprire una nuova fase in cui si punterà tutto sul noleggio online. Quello che, secondo
molti osservatori, Blockbuster avrebbe dovuto fare già da diversi
anni. La cronaca, invece, ci racconta di una discesa verticale e apparentemente inarrestabile: creditori esposti per 920 milioni di dollari, perdite nel 2008 esorbitanti pari a 900 milioni, la chiusura di
mille negozi su 6000 (e il taglio di altri 800 secondo il piano di ristrutturazione) e un valore in Borsa che fa apparire la società texana poco più di una formica: 24 milioni di dollari contro gli 8,4 miliardi che valeva a metà anni Novanta.
Il caso di Blockbuster la dice molto lunga sulle forze che agitano il
mercato del noleggio di film. Un settore in fase di enormi cambiamenti dovuti a variabili diversissime, ma che di certo non hanno nulla a che fare con un calo di interesse per l’universo dei film, che anzi sembra vivere una nuova scintillante stagione. Il fatto è che quindici anni fa l’unico modo per vedere la pellicola desiderata, senza
comprarla o senza andare al cinema, era il negozio di videonoleggio. Oggi non c’è che l’imbarazzo della scelta: si possono scaricare film da internet o vederli in modalità streaming direttamente dal
web, e soprattutto non siamo più vincolati alla TV o al solo PC, possiamo scegliere tra una gamma di supporti sempre più vasta tra cui
l’iPad e l’iPhone. Tempo di commistioni, perché a ben vedere la
maggior parte delle ultime novità hi-tech, anche se non sono nate
per rivoluzionare l’approccio ai film, hanno finito per farlo con crescente successo e aprendo prospettive del tutto nuove.
Blockbuster, in questi anni di ricerca e innovazione, sembra non aver
capito la portata del cambiamento, continuano a ripetere molti osservatori. Eppure oggi i dati parlano chiaro. Nel mercato USA metà degli acquisti ormai si fa online e a prezzi bassissimi: con un abbonamento di 6 euro al mese si può scaricare liberamente in streaming tra migliaia di titoli oppure, in alternativa, acquistarli via inter-
net e vederseli recapitare via posta in un paio di giorni al massimo.
è esattamente la strada imboccata da Netflix, nome prima del 2000
sconosciuto e oggi concorrente diretto e incubo numero uno di
Blockbuster. Il paragone tra i due, numeri alla mano, è impietoso.
Ma non solo: leader nel settore della distribuzione via posta per la
sua capacità di recapitare a casa entro un giorno il dvd scelto, Netflix è pronta ad affacciarsi in quello che sembra il mercato di domani: la distribuzione digitale che appare assai meno impegnativa
a livello di costi. Anche perché, come sottolineano in molti, l’aumento
delle tasse di spedizione potrebbe alla lunga affossare il successo
della Netflix. Proprio in quest’ottica la società sta lavorando a una
serie di accordi commerciali con vari produttori di lettori Blu ray e
televisori per garantire lo streaming su qualsiasi dispositivo, con
aziende proprietarie di console, dalla Sony per PlayStation 3, alla
Nintendo per la Wii e con Microsoft per la Xbox 360. I margini di
crescita ci sono, a quanto pare, soprattutto se si considera che al
momento la Netflix opera solo negli Stati Uniti e in Canada: con la
distribuzione digitale potrebbe invece muoversi a livello mondiale
nel settore dell’entertainment e ai suoi 15 milioni di utenti nel mercato nordamericano potrebbero aggiungersene altri 10 nel 2011
e altrettanti nel 2012. Di certo sarebbe in buona compagnia perché il settore della distribuzione digitale fa gola a molti anche fra i
colossi di hi-tech e internet, a partire dalla Apple passando per Amazon, che in Europa ha già un nome, fino ad arrivare a Google che
può già contare su YouTube come maggior contenitore di video di
ogni tipo. Un esperimento nel campo del “noleggio” a pagamento di video online, YouTube lo ha già fatto nei mesi scorsi: ha proposto sul sito in streaming, a 3,99 dollari l’uno, cinque film presentati in concorso al Festival del cinema indipendente di Sundance.
Le cinque pellicole sono rimaste disponibili per dieci giorni ottenendo un incasso complessivo di 11mila dollari. Non tantissimo, ha
commentato qualcuno, ma neanche poco considerando che il pubblico in questione era piuttosto di nicchia. Intanto, in Italia, iTunes
Store ha lanciato online un catalogo di film da noleggiare o da
comprare anche in formato HD, compatibili con Apple TV a prezzi
che vanno dai 2.99 euro ai 3.99 per il noleggio.
Il videonoleggio in negozio, in ogni caso, resiste, ma in forme diverse. Attraverso piccoli negozi specializzati con un pubblico affezionato e di nicchia, ma anche con politiche altamente appetibili come quelle messe in atto negli Usa dal concorrente low cost
di Blockbuster, Redbox, capace di offrire ai suoi clienti dvd a un
dollaro al giorno e penali assai ridotte in caso di consegna ritardata. Dunque, per chi non vuole rinunciare al rito di andare di
persona a scegliere il film della serata, magari lasciandosi andare a una chiacchierata con l’esperto negoziante di turno, non tutto sembra perduto. I
Nasce a metà anni ‘50. Il suo nome deriva da “Divorzio all’italiana” di P. Germi. Oggi, il genere torna ad attirare il grande
pubblico, scalando classifiche e registrando incassi da record.
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FOTO: © selimaksan - istockphoto.com
Me lo vedo sull’iPad!
Una delle cose più divertenti e anche un po’ sconcertanti, quando si inizia a prendere confidenza con iPhone e iPad, è
l’altissimo numero di applicazioni che si possono scaricare. Per capire quali sono quelle più amate dai nuovi utenti è sufficiente farsi un bel giro sui vari blog dedicati. Molti dei consigli, delle spiegazioni e dei commenti riguardano proprio la possibilità di scaricare e vedere film. Le opzioni sono diverse, c’è chi per esempio consiglia, se si ha una connessione veloce,
imobile cinema, un’app che permette di vedere le pellicole in streaming, a cui si aggiunge, per i veri appassionati, iwatchit
mobile, che contiene i link per quasi tutte le serie disponibili, senza dimenticare poi l’amatissimo DCMC che contiene moltissimi link agli ultimi film in streaming.
Per scaricarli invece, si può utilizzare il plug-in safari download manager, se poi il film cercato è disponibile solo in .avi o in formato dvix, niente paura, il consiglio che va per la maggiore è scaricare yxflash, un lettore adatto a tutti i formati disponibili.
Sempre per iPhone e iPad, poi, ora si può utilizzare anche il noleggio attraverso iTunes. Di fatto il film viene scaricato temporaneamente online: il titolo che avete scelto rimarrà sul vostro dispositivo esattamente il tempo per il quale l’avete pagato per poi
scomparire il giorno della riconsegna. E la scelta è già molto ampia: centinaia di titoli sono disponibili fra quelli più premiati di
Hollywood, dai classici alle ultime novità in italiano. Per le nuove uscite il prezzo parte dai 3,99 euro, un euro in meno per quelli
in catalogo. Un clic, e il gioco è fatto.
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COMMEDIA ALL’ ITALIANA.
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Emtec movie cube T800 theater ›
Docking Station Multimediale N200 ›
Tre in uno: decoder digitale terrestre, hard disk multimediale e videoproiettore per registrare, archiviare e riprodurre. Abbina alle classiche funzionalità, la
videoproiezione su parete o schermo fino a 42”, riproduce foto, video, audio da
dispositivi esterni (USB pendrives, HDD, SD cards). Registra dai canali del digitale terrestre grazie al sintonizzatore integrato. Archivia su hard disk 2,5” integrato (500 GB). Lampada led con durata superiore a 10.000 ore.
Versione Full HD per riprodurre direttamente sul televisore immagini, film,
files audio e video contenuti su flashdrive, memorie oppure hard disk. Facile
da collegare, trasforma il televisore in un dispositivo multimediale. Grazie
all’ HDMI potrete beneficiare di un qualità audio video ottimale. Design
minimale e dimensione compatta per essere collocata ovunque e trasportata con facilità.
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0631DEC00
063741171/2
Decoder digitale terrestre (videoregistrazione) ›
Cavo HDMI ›
Per la ricezione dei canali digitale terrestre TV e radio. Porta USB e card reader
per la riproduzione di filmati MPEG4, Divx, MP3, JPG. Permette la videoregistrazione dei programmi su USB con possibilità di programmazione. Fino a 3000
canali memorizzabili, presa Scart TV e pratico supporto per l’installazione verticale. Televideo integrato, menu OSD multilingue, loop per antenna e telecomando. Dimensioni 13x8,5x2,7 cm.
I cavi HDMI Buffetti sono di elevata qualità, con connettori HDMI Tipo A (19
poli) Maschio/Maschio, a schermatura totale, HDMI 1.3b e 1.4 CAT2 compatibile; supportano risoluzioni Full-HD 1080p e superiori. Compatibili con gli
standard HDTV e HDCP (High-Bandwidth Digital Content Protection) per la
trasmissione di segnali video digitali ad alta definizione.
Garantiti 10 anni.
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da buffetti: quello che serve dalla a alla z!
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Blocchi notes e ricambi Fantasy ›
Linea completa di articoli per la scuola composta da: blocco collato da 40 fogli con 4 fori per archiviazione. Formato A4, carta interna da 90 gr in pura cellulosa
bianca con trattamento antisbavatura. Disponibile in 4 rigature: 1R (righe), Q4 (quadri 4mm), Q5 (quadri 5mm), Q10 (quardri 10 mm). Ricambi per quaderni
ad anelli, formato A4. carta di pura cellulosa bianca da 90 gr con trattamento antisbavatura. Disponibile in 4 rigature: 0C (righe con margine), 1R (righe), 4
(quadri 4 mm) e Q5 (quadri 5 mm). Entrambi gli articoli sono dotati di una banda trasparente plastificata rinforzata antistrappo (rinforzafori).
Cartelline Fantasy ›
Una linea di prodotti realizzata in polipropilene dai colori accesi
e brillanti. Le cartelle a 4 anelli sono disponibili nella versione diametro 30 ( la classica cartella ad anelli con un dorso più importante dove è presente una tasca portaetichette per la personalizzazione) e diametro 15 (dorso ridotto, copertina flessibile quindi più
adatta alla scuola; da non sottovalutare infatti l’effetto “risparmia
spazio all’interno degli zaini”).
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7815F - 7646F
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all inclusive
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CARTE
TUTTOFARE
FOTO: © Leah-Anne Thompson - istockphoto.com
Nel 1495 fu Leonardo da Vinci a disegnare il primo modello di automa meccanico, nel 1945 nacque il primo robot industriale, nel
2025 i robot sostituiranno in Giappone 3,5 milioni di persone.
Nella stanza di un albergo di lusso non lontano da un aeroporto degli
Stati Uniti, George Clooney, nei panni del protagonista del film “Tra le nuvole”, esibisce orgoglioso la sua collezione di carte di credito e carte clienti. E lo fa snocciolando, uno per uno, tutti i servizi esclusivi e i vantaggi che
ne conseguono. Certo Clooney ne aveva un bel mazzetto, ma anche senza
arrivare al suo livello molti di noi ne hanno ormai diverse nel portafoglio.
Nel tempo, oltre a usarle per fare ogni genere di acquisto, abbiamo imparato a conoscere una serie di piacevolissime agevolazioni, insospettabili ad
occhi frettolosi. È quello che potremmo definire l’uso più nascosto delle carte di credito, che apre le porte a sconti, agevolazioni, premi e assistenze varie. Ma andiamo per ordine: l’accumulo punti è, forse, fra i vantaggi più tradizionali, anche se sempre più le banche stanno lavorando per fidelizzare il
cliente con gratifiche di ultima generazione. Se non sapete come fare, nell’incertezza, quando prenotate un viaggio o quando siete in un negozio, chiedete se la vostra carta prevede la raccolta punti e il gioco è fatto.
Mettiamo poi che siate all’estero, e che vi abbiano smarrito un bagaglio, prima di pensare che senza aver fatto l’assicurazione al momento dell’acquisto del biglietto non potrete venirne fuori, controllate se la vostra carta ha,
come molte, un programma di assistenza ad hoc tramite un comodo numero verde. Lo stesso che, in altri casi, potrebbe offrirvi gratuitamente il soccorso stradale, l’invio di pezzi di ricambio dell’automobile all’estero, l’assistenza
legale o sanitaria e perfino un interprete.
Fra la lista delle convenzioni tra banche e altri soggetti, poi, non ci sono solo servizi di emergenza. Per esempio alcune carte di credito offrono sconti
per riservare alberghi, noleggiare auto, per prenotare soggiorni benessere,
eventi, biglietti di concerti, ristoranti e visite guidate. Altre, addirittura, offrono consulenze per organizzare viaggi aziendali e per affittare case, per comprare e inviare vino e regali di vario genere. Il trucco sta, se non l’avete ancora fatto, nel farsi dare tutte le informazioni, ma proprio tutte, sulle offerte
previste dalla vostra banca.
Ma il bello deve ancora venire, perché le nuove carte di credito, con il sistema multifunzionale delle Smart Card con microchip, avranno più memoria
e maggiori capacità. Questo vuol dire che con le carte di domani, per esempio, potremo effettuare acquisti attraverso televisori connessi a internet o da
telefoni cellulari dove saranno inserite le nuove Card con i quali potremo pagare perfino le bollette. Le nuove tesserine potranno sostituire addirittura gli
abbonamenti su autobus e tram, come succede già in alcune città europee,
dove il biglietto viene pagato tramite il chip della card senza neanche il bisogno di esibirla. Non finisce qui: diventeranno anche memorie digitali, potranno contenere e conservare dati come il codice fiscale, la tessera sanitaria, il passaporto diventando strumenti di riconoscimento anche grazie alle
nuove tecnologie biometriche per la lettura delle impronte digitali del titolare, già in via di sperimentazione in alcune banche. In attesa che tutto questo diventi la norma, se avete un telefono d’ultima generazione, uno smarthpone o un iPhone, potreste avere a disposizione già ora un’applicazione
per visualizzare, con un semplice touch, la lista dei negozi più vicini a voi dove ottenere sconti riservati alla vostra carta. Niente male. I
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Password
Lettere, numeri e ancora lettere. Quante password dobbiamo ricordare? Molte, da quelle
dei vari account di posta elettronica, del servizio online del conto bancario, dei social network a cui siamo registrati, di servizi di prenotazione online di aerei e noleggio auto.
La tentazione di mantenere un codice simile,
cambiando solo l’ordine degli elementi – le iniziali di un nome o di una città, i numeri della
nostra vita – è tanta. E se non cediamo è solo
per il diktat della sicurezza informatica: cambiare, cambiare e ancora cambiare la password
e sceglierla il più originale possibile perché il
rischio di essere intercettati è alto. Sempre di
più, come mostrano i risultati di uno studio
dell’università della Georgia negli Stati uniti,
secondo cui una password di sette cifre (o lettere) non è più sicura.
Gli hacker, complici il potenziamento della capacità di calcolo dei pc portatili e l’enorme diffusione di schede grafiche di ultima generazione, in meno di 20 minuti possono indovinare una password del genere. Almeno in questo caso, lo sviluppo tecnologico non gioca proprio a nostro favore.
Secondo la ricerca statunitense, una password
a prova di furto deve essere composta almeno
da 12 caratteri, possibilmente miscelando minuscole, maiuscole, numeri e simboli. Se proprio non avete intenzione di appuntare, su agende e file, l’elenco di incomprensibili password,
potete anche optare per la cosiddetta “passphrase”. Questa è una vera e propria frase di sicurezza, intervallata da tanto di punteggiatura,
comoda da ricordare e decisamente molto sicura perché, sostiene l’analisi, è quasi impossibile da individuare non essendo formulata in
maniera casuale: un piccolo stratagemma per
guadagnare un po’ di vantaggio sui pirati informatici, anche di ultima generazione.
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IO ROBOT.
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MEMORIE
DIGITALI
Tecnologia dalle potenzialità strabilianti, applicazioni dal sapore avveniristico, connessioni perenni al resto del mondo. E soprattutto memorie incredibili dal peso quasi inesistente che ci permettono di incamerare sempre più dati, dalle immagini al testo passando dalla musica per arrivare ai film. Crediamo di avere tra le mani un archivio personale enorme per il solo fatto di salvare, di tanto in tanto, quest’universo
di file, ricordi e testimonianze. Non ci preoccupiamo, però, di come conservarlo e il
fatto è tutt’altro che irrilevante perché i problemi ci sono, e qualcuno sta già venendo al pettine. Basta pensare che gli hardware, per esempio, hanno vantaggi innumerevoli ma sono deperibili, che i software attraverso cui costruiamo la nostra memoria di domani non saranno facilmente utilizzabili una volta superati da decine di
evoluzioni che li renderanno vetusti assai più velocemente della vecchia cellulosa.
E mentre i supporti di oggi come i cdRom e dvd hanno vite brevissime che non su-
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buonlavoro
FOTO: © Photobvious - istockphoto.com
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perano in media i 5 anni, il numero di dati che produciamo cresce in maniera esponenziale.
Secondo uno studio di Imatiom, un’azienda americana specializzata in sistemi di memorizzazione digitali, nel 2003 a livello mondiale si sono contati dati per decine di ExaByte, una misura a 20 cifre
decimali. Si pone così una questione centrale per il futuro dei nostri archivi, come ha sottolineato Goffredo Haus, professore di informatica all’Università Statale di Milano, che di archivi se ne intende avendo curato quelli digitali della Scala e del Bolshoi. “Già oggi, a meno di non ricorrere a costosi sistemi di ripristino – ha sottolineato Haus - abbiamo forti difficoltà a leggere i dati su supporti
re queste tracce del tempo. Il tutto mentre i diretti interessati, i proprietari dei dati, scompaiono e qualcuno, al posto loro, dovrà
scegliere se investire o meno sempre più denaro per mantenere
quei ricordi. Se in teoria abbiamo la possibilità di archiviare tutto, in pratica il fattore della complessità e del costo rende la conservazione assai meno appetibile. L’illusione di poter conservare
senza bisogno di spazio e in luoghi che ci sembrano inespugnabili finisce per stordire, offuscando ogni dissonanza. Un fattore
con cui nessuno dei nostri antenati e parenti ha mai dovuto fare
i conti, e che a ben guardare, ci trova impreparati. Aveva ragione, forse, lo scrittore Paolo Rumiz quando in uno dei suoi libri,
di carta, ha ricordato che
c’è più distanza tra noi e
i nostri nonni di quanta ce
ne sia tra loro e un uomo
Crediamo di avere tra le mani un archivio personale enorme per il solo
del Rinascimento.
Il fatto è che la tecnologia
fatto di salvare, di tanto in tanto, quest’universo di file, ricordi e testimonianze.
appare invincibile, più forte delle abitudini, di tradiNon ci preoccupiamo, però, di come conservarlo...
zioni anche secolari che
sembra spazzare via con
una scrollata di spalle, senmagnetici di 20-30 anni fa, quindi siamo costretti a decidere qua- za alcun affanno. Rivoluziona la cultura, i tempi di vita, la perceli informazioni di ieri devono essere perse e quali salvare”. Inoltre, zione dello spazio. E, soprattutto, sembra non avere controindila possibilità di riprodurre potenzialmente all’infinito i documenti cazioni, se non l’incubo contemporaneo di rimanerne esclusi. Epcrea una sorta di confusione diffusa, non aiuta nel procedimento di pure, abbandonandoci senza precauzioni a questo presente così
archiviazione e annienta la percezione dell’unicità del ricordo. Il li- stimolante, rischiamo di compromettere una parte del nostro dobro, la cartolina, la foto che era stata sviluppata a un’ora di un gior- mani. Non solo per quanto riguarda i ricordi privati, ma anche,
no preciso, e da quel momento aveva iniziato la sua vita d’archivio, potenzialmente, per il mondo dell’editoria sempre più proiettata
sembra appannaggio del passato. Non avremo più pezzi unici ma verso il digitale. Prendiamo ad esempio i libri: secondo un’indatante copie, modificate decine di volte, che dopo un po’ di tempo gine dell’Istat, nel 2010 in Italia i titoli di e-book sono più che trinon sapremmo neanche riconoscere. Il risultato è che oggi i nostri plicati e sempre più persone sono affascinate dal nuovo modo di
archivi sono a rischio: quelli digitali e quelli tradizionali. Una comu- leggere. In questa fase vengono trasportati sul digitale titoli cartacei, ma non è da escludere che un domani si decida di pubbline condizione che ha, però, origini opposte.
Quelli cartacei sono fatti di elementi, foto, libri, documenti di car- care solo in digitale: a quel punto il tema dell’archiviazione torta, che hanno un alto costo di produzione e che oggi sembrano in- nerà con tutta la sua forza.
teressare a pochi, ma che di contro richiedono una manutenzione Il digitale ci proietta verso il domani e ci offre possibilità incrediin moltissimi casi irrisoria rispetto alla capacità di resistere all’usura bili insomma, ma allo stesso tempo ci ancora a un presente asdel tempo. L’elenco dei casi che lo dimostrano è lungo come la sto- soluto, annienta ogni prevenzione del domani che esiste solo coria della scrittura e dei documenti incredibili arrivati, attraverso i se- me nuova frontiera da abbattere. Se vogliamo assicurare un futucoli, da altre mani alle nostre. Pezzi dal valore inestimabile che, no- ro alla nostra memoria un modo c’è: affidare i nostri dati a socienostante la loro unicità, non si sono persi, nei luoghi e nel tempo. tà specializzate, accettando comunque il rischio, seppure minore,
Al contrario, produrre documenti digitali ha il vantaggio di avere che nel tempo qualcosa vada perduto. Oppure, in attesa che la
costi infinitesimali, ma richiede manutenzioni assai più dispendio- tecnologia risolva anche questo problema, mantenere, accanto
se. Il costo della conservazione, fra l’altro, cresce in maniera pro- alle memorie virtuali, qualche “pezzo di carta” come traccia deporzionale con il passare del tempo, e la cosa non aiuta. Via via gli aneddoti del nostro passato. Magari come quella foto di inizio
che trascorrono gli anni si ha bisogno di esperti con competenze del secolo dai colori sbiaditi, ma ancora riconoscibile capace semtecnologiche specifiche e sempre più aggiornate per non perde- pre di ricordarci chi eravamo. I
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da buffetti: nontiscordardiniente!
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Memorie Digitali USB Buffetti ›
Classiche, mini, colorate, fashion o dalle forme improbabili, senza mettere da parte le doti tecniche, le nuove pen drive USB Buffetti non sono solamente un supporto di
archiviazione, ma un amico inseparabile di chi usa il computer. Ormai non c’è luogo in cui andare senza portare con sè la propria amata “pennetta”. Grazie alla quale
è possibile avere un’infinità di programmi pronti all’uso, i propri dati sempre a portata di mano o trasportare e condividere file di grosse dimensioni senza problemi. Le
portiamo sempre con noi, le appendiamo al cellulare o al portachiavi, ma sono anche una simpatica idea da regalare agli amici in tutte le occasioni importanti.
Schede di Memoria Secure Digital
e MicroSD Buffetti ›
Indispensabili per essere utilizzate come memorie aggiuntive nei telefoni cellulari, fotocamere e videocamere digitali, palmari, MP3/MP4
e qualsiasi altro dispositivo compatibile con i formati SD, SDHC o
MicroSD o per salvare foto, video, musica e dati. Tutte le memorie
Buffetti sono dotate di pratico astuccio per la protezione e il trasporto della memoria. La MicroSD è anche dotata di due adattatori che
consentono di avere 3 card in 1. Il primo adattatore trasforma la
Micro SD in una Mini SD mentre il secondo adattatore la trasforma in una normale SD Card.
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SCELTE
IN
BOCCIO
La chiamano mezza stagione, quasi fosse un periodo di attesa, in sospeso tra un
prima e un dopo, niente di impegnativo, insomma. Invece la Primavera, per migliaia
di persone è un momento delicatissimo e carico di decisioni per niente facili. Lo sanno bene tutti quei ragazzi che, concentrati sugli esami di maturità sempre più vicini, si
interrogano sulla strada da intraprendere con il diploma in mano.
Per chi sa già che nel proprio futuro c’è l’università, inizia la fase della scoperta, della
valutazione, delle indagini per conoscere quali siano gli atenei e le facoltà migliori, in
sintesi quali siano i corsi di studio che offrono maggiori possibilità di entrare nel mercato del lavoro. Non c’è tempo da perdere: durante le settimane primaverili vengono
effettuate delle prime sessioni dei test di ingresso per le università a numero chiuso, come ad asempio alla Luiss di Roma a alla Bocconi di Milano, o in alcune facoltà private con posti limitati, dove il numero di candidati può essere anche 10 o 20 volte maggiore dei posti disponibili. Come scegliere allora? Di certo non solo attraverso i canali
di una volta, il passaparola e le conversazioni con chi, magari anni prima, ha frequentato questo o quel corso. Internet ha rivoluzionato anche questo e l’orizzonte si allarga.
Ecco allora che con un paio di clic si possono scorrere le classifiche internazionali sui
migliori corsi di ogni latitudine. Secondo quanto emerge dall’ultimo studio realizzato
dalla rivista statunitense “The”, l’Italia non esce molto bene: nei primi 200 posti, infatti, non compaiono più atenei dello Stivale. Sono stati esclusi da poco, a causa della
modifica di alcuni criteri di verifica della qualità, anche l’università di Bologna e La Sapienza di Roma. Per chi pensa che sia meglio migrare, non resta che l’imbarazzo della
scelta. Non solo verso i prestigiosissimi e ultranoti college statunitensi come Harvard e
Yale oppure verso quelli europei come Oxford, Cambridge, il Trinity College. Nel terzo
millennio la migliore formazione viene sempre più dall’Asia: nelle prime 200 università, infatti, dieci sono cinesi, a cui si aggiungono istituti coreani, di Taiwan, giapponesi.
In ottime posizioni anche l’università egiziana di Alessandria, la Bilkent University in Turchia e quella di Cape Town in Sudafrica. Per chi resta in Italia, e vuole scegliere senza
trascurare proprio nulla, può essere interessante sapere che, secondo un’indagine effettuata da alcuni enti di ricerca italiani, i migliori cervelli dello Stivale sono nelle strutture pubbliche, dai diversi istituti del Cnr alla Statale di Milano passando per l’università
di Padova fino alla Sapienza di Roma. Soprattutto, può essere utilissimo fare un clic su
AlmaOrièntati, una piattaforma informativa promossa dal Consorzio Interuniversitario
AlmaLaurea che offre consulenza nella delicata fase di orientamento grazie alla collaborazione di un team di esperti e ai suggerimenti di migliaia di diplomati. Una specie
di guida privilegiata per scoprire il sistema universitario e il mercato del lavoro. I
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FOTO: © Joe Biafore - istockphoto.com
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da buffetti: il mondo a colori!
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Calcolatrice da tavolo da 12 cifre con grande display LCD, contrasto elevato dall'ottima risoluzione. Quattro simpatici colori: lilla, celeste, verde fluorescente,
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Blocchi notes spiralati Happy Color ›
Blocchi notes con spirale in testa e retro in cartoncino rigido. Carta da 60 gr,
60 fogli. Formato A4, rigature disponibili: righe 8 mm, quadri da 4 mm e
quadri da 5 mm. Le copertine sono realizzate con una grafica semplice e
lineare in 4 varianti colore: blu, rosso, verde e arancio.
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buffetticlub.it
connettersi
per credere
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Riparte il nuovo programma fedeltà!
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½ Il club fidelity del Gruppo Buffetti è diverso dagli altri. Addio alle interminabili raccolte di schede, bollini, adesivini: c’è la carta
di credito punti, che rende la raccolta completamente automatizzata e gli obiettivi di vincita facilmente raggiungibili. Il nuovo programma è appena partito, sempre più ricco di premi straordinari! Partecipare è semplicissimo, è sufficiente richiedere la card al
punto vendita di fiducia. Inoltre, con Buffetti Club sei sempre aggiornato! Per conoscere la situazione punti e tutte le informazioni
utili per la partecipazione al programma basta accedere all’area riservata ai titolari di card Buffetti Club. Qui, basterà digitare nelle
caselle “username” e “password”, il codice stampato sul retro della tua card e potrai verificare:
U
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il saldo punti maturato; U il dettaglio degli acquisti effettuati; U i premi prenotati nell’ambito della raccolta a punti;
le fantastiche promozioni Buffetti riservate ai titolari della card.
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0rizzontali
1. Popolano la Groenlandia - 8. Fanno... peccare di gola - 15. La sigla di Caserta - 17. Pablo, famoso poeta cileno - 18. Si frena calmandosi - 19.
Il "de" degli olandesi - 20. L'ultima lettera dell’alfabeto greco - 21. Fa tutto con troppa flemma - 23. Un esperto di codici - 25. L'imperatore romano
che succedette a Vespasiano - 26. Comprende le isole Hawaii - 27. La Hobbes avvocatessa di "Sex and the City" - 28. Prestigioso istituto di istruzione superiore dei funzionari di stato della Francia - 29. Trattore per demolizioni - 30. Si firmava Merlin Coccajo - 31. Sigla di Cagliari - 32. Lo porta
il cane - 33. Un discorso dell'avvocato - 35. Lo è Edward Cullen - 37. Mangiate pantagrueliche - 38. Azienda petrolifera britannica protagonista nel
2010 del disastro ecologico nel Golfo del Messico - 39. Tempesta di vento - 40. Quelle attuali sono a risparmio energetico - 42. Colpevoli - 43. I
più giovani di tutti - 44. È famosa quella del Linus dei Peanuts - 45. Regione della Germania al confine con Francia e Lussemburgo - 46. Il nome del
ministro delle infrastrutture e trasporti Matteoli - 47. La regione di Bengasi - 48. Sono variabili nei lunatici - 49. Il personaggio centrale della trilogia
di Matrix - 50. Lo stile floreale - 51. Scrisse "La Recherche" - 52. Il Pio delle Guarentige - 53. Membrana intestinale - 54. Lo porta la notte.
Verticali
1. Raccolta di vini pregiati - 2. Un'operazione agricola - 3. La plasma lo scultore - 4. Scrisse "I Miserabili" - 5. Il nome della Di Benedetto - 6. Lo dice il
dubbioso - 7. Aprire la busta senza lacerarla - 8. Il cognome della Jennifer cantante e attrice ispano-americana - 9. La residenza del presidente della
Repubblica francese - 10. Cognome d'arte usato dal regista francese René Chomette - 11. Si consuma a sera - 12. Metallo prezioso - 13. Il Dio-Sole di
Eliopoli nell'antico Egitto - 14. Relativo, concernente - 15. In Estate provoca disagio - 16. Il figlio di Anchise - 18. Le imbarcazioni dei pellerossa - 19.
La usa il contadino - 21. In Primavera provocano allergie - 22. Vino ricavato dalle mele - 23. Il nome della regista Cavani - 24. Il fiume sacro agli Indù - 26. Vi sale il predicatore - 27. Si ricava dall'oppio - 29. Antiche artiglierie d'assedio - 30. Bagnato fino alle ossa - 32. Non è gradita al vegetariano - 33. I superiori dei conventi - 34. Arguzia, umorismo - 35. Assolutamente privo di contenuto - 36. Sfuggono agli attori - 37. Nebulizzatore - 38. Deliziarsi, gioire - 39. Sistema di telecomunicazioni commerciali reso obsoleto da Internet - 40. La bella Sophia - 41. Fa parte della faccia - 42. Il nome
dell'attore Bova - 43. I sette amici di Biancaneve - 44. Lo riduce chi è a dieta - 45. Forma di inquinamento atmosferico - 47. Compagnia Italiana Turismo - 48. Antichi bovini - 50. La sigla di Livorno - 51. La sigla di Pesaro.
La soluzione dei giochi è disponibile
sul nostro sito: www.buffetti.it
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SOLUZIONI.
Parole intrecciate
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Coccoina
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Nastro
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Removibile
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difficile
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medio
Scopo del gioco è riempire le caselle vuote con numeri da 1 a 9, in modo che in ognuna delle 9 righe, colonne e riquadri siano presenti tutte
le cifre da 1 a 9, senza ripetizioni.
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la recensione
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SCRIVENDOS’IMPARA
“Manuale di scrittura per l’assistente di direzione” comunicare: come, quando, quanto
a cura di Secretary.it, Buffetti Editore, euro 25,00.
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Come comunicare i valori dell’impresa per cui lavoriamo?
Forse non lo sappiamo, o non ce ne accorgiamo, ma lo facciamo ogni volta che
scriviamo un’ e-mail, un contratto, una nota per un fornitore. Lo sa bene chi lavora come Assistente di Direzione, un ruolo a volte semplificato nel nostro immaginario, ma nella realtà sempre più complesso e strategico.
L’Assistente di Direzione supporta i vertici aziendali con le tipiche mansioni della segreteria, ma soprattutto preparando testi, presentazioni, report, traduzioni, interagendo con clienti e fornitori, gestendo la comunicazione interna ed
esterna. Saper scrivere non solo correttamente, ma anche in maniera efficace, è
fondamentale. Spesso una laurea non basta. La scrittura, come afferma Dacia
Maraini in Amata scrittura “è progetto, scienza, costruzione”. Sbagliatissimo affidarsi all’improvvisazione. Il business writing s’impara. Ecco allora che il Manuale
di scrittura per assistenti di direzione diventa uno strumento indispensabile, da
tenere sempre a portata di mano, con modelli di scrittura professionale che spaziano dalla comunicazione interna - con esempi di comunicati della segreteria
rivolti a dipendenti e di documenti per la gestione del personale - alla comunicazione esterna rivolta a clienti e fornitori. E ancora, biglietti di auguri, ringraziamenti, lettere di presentazione, di dimissioni, esempi di curriculum. Un intero capitolo è dedicato alla scrittura professionale in lingua inglese.
Oltre a consigli pratici, esempi, nuove idee e spunti di approfondimento, il manuale contiene un pratico CD-Rom con tutti i documenti di testo, personalizzabili e adattabili ad esigenze specifiche.
Un volume unico nel suo genere, realizzato con il contributo di professionisti della formazione, specialisti della comunicazione e assistenti di direzione. Da non perdere!
editoriale
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Vogliamo dedicare queste poche righe
all’Italia! Non capita tutti gli anni di festeggiare il centocinquantesimo anniversario della propria Patria Unita. Era
il 17 marzo 1861! Ma in fondo che sono centocinquant’anni nella vecchia,
saggia Europa. In realtà la percezione di un’identità nazionale, da noi, nacque molto prima. Anche se per secoli siamo stati divisi in diversi stati, molti dominati dallo “straniero”, una nazione “culturale” esisteva già nel XIII secolo.
Oggi la definiremmo una patria virtuale e non meno reale o meno importante per il fatto di non esistere sulle carte geografiche. Immaginiamola come una “community” ante litteram, le idee riuscivano a oltrepassare gli stretti confini regionali, anche in assenza di vie di comunicazione, e non c’erano internet e
neanche l’A1! Eppure esisteva una comunanza di spiriti e un’unità linguistica letteraria d’eccellenza. Quell’Italia è quest’Italia, tanto divisa, tanto invidiata, tanto discussa, da sempre tanto amata e odiata. La stessa che ha dato vita a moltissime personalità, in tutti i campi. Per celebrare, nel nostro piccolo, l’Unità del
nostro Paese, vogliamo ripercorrere la storia della Buffetti, una delle tante aziende nate proprio a metà
ottocento, testimoni e protagoniste dei principali eventi degli ultimi centocinquant’anni. Un racconto
con cui vogliamo guardare la storia da un punto di vista inedito e diverso da quello dei libri di storia.
Non i macroeventi, ma le piccole grandi idee del quotidiano che hanno contribuito alla crescita dell’Italia.
Prendi la tua copia gratuita e inviaci i tuoi commenti su [email protected] Buona lettura!
art direction e impaginazione: Bets srl - www.betsdesign.com
È vietata la riproduzione, anche solo parziale, dei testi e delle immagini contenuti in questo Magazine. Tutti i nomi delle aziende e dei prodotti citati sono marchi di fabbrica e/o marchi registrati e appartengono ai rispettivi proprietari.
UN NUMERO TIRA L’ALTRO ›
Non perdere gli appuntamenti con i quattro
numeri annuali di Buonlavoro e Shoppingbag!
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FOTO: © Stefano Segati
Buonlavoro è il magazine gratuito che trovi in tutti i punti vendita Buffetti
ricco di informazioni, approfondimenti, notizie e curiosità riguardanti il
mondo del lavoro, il costume, la società, le tecnologie che cambiano la nostra vita.
Shoppingbag è l’appuntamento imperdibile con i prodotti che trovi da Buffetti, le novità e le occasioni del momento. Non farteli sfuggire!