- Lanificio Subalpino

Transcript

- Lanificio Subalpino
tessile
aziende
Subalpino,
da lanificio a
della moda
brand
di Debora Ferrero
In basso. La nuova collezione
di abbigliamento Subalpino
Uno dei grandi temi su cui gli attori del distretto tessile biellese dibattono
da molto tempo è legato al completamento della filiera di
produzione, ovvero arrivare alla confezione di abbigliamento
Sotto. La collezione di tessuti
del Lanificio Subalpino
ciò che hanno sempre fatto, sostenendo che non hanno il know how necessario
per avviare la produzione di capi finiti, che gli investimenti sono troppo ingenti,
che il rischio per imporsi con un nuovo brand sul mercato già iperaffollato
dell’abbigliamento è troppo alto. Il dibattito è ancora aperto, non risolto, ma ora
arriva un nuovo spunto su cui riflettere.
D
Da conoscitori del mercato, i produttori di filati e
di tessuti, che sono dei semilavorati, sanno che i
margini di guadagno più consistenti si realizzano
nella vendita dei prodotti finiti, ovvero arrivando
a intercettare direttamente il consumatore finale.
Non mancano gli esempi di aziende biellesi che
hanno compiuto questo passo con successo: da Zegna a Loro Piana, da Cerruti
a Piacenza, per arrivare alle relativamente “new entry” di Angelico e Lanificio di
Tollegno. Quel che è certo, è che molte imprese si sono concentrate a fare bene
26
techno
fa s h i o n
settembre 2013
Un nuovo brand per l’uomo
La storia che sta vivendo il Lanificio Subalpino, una piccola realtà aziendale di
Cerreto Castello, 23 dipendenti, 4 milioni e mezzo di euro di fatturato, il 70%
del quale realizzato all’estero, è perfetta per capire meglio
cosa sta succedendo nel mondo dell’abbigliamento e di
quale potrà essere uno dei trend futuri del settore. A luglio
2012, infatti, in gran segreto, l’azienda di proprietà di Nicolò
Zumaglini, Monica e Paolo Zanone, ha firmato un accordo di
partnership con il South Asia Group, uno dei giganti asiatici
della manifattura, con interessi anche nel tessile. Oggetto del
contratto è la cessione dell’utilizzo del marchio “Subalpino”
per la creazione di un nuovo brand di moda e quindi di
una collezione di abbigliamento maschile di alta gamma,
realizzata soprattutto con i tessuti del lanificio biellese,
destinato in primis al mercato orientale ma con l’ambizione
di diffondersi in tutto il mondo. Il debutto della prima
collezione è avvenuto a Shanghai lo scorso 13 maggio con
la sfilata nel nuovo showroom in Ju Men Road, mentre il
primo negozio monomarca verrà aperto nella stessa città il
24 settembre prossimo. Ma in programma ci sono aperture
in altre metropoli asiatiche, a cui seguiranno, nelle intenzioni, aperture in altre
mecche dello shopping, compresa Milano, sulla quale il gruppo sta già lavorando
per trovare una location prestigiosa nel quadrilatero della moda.
«Siamo entusiasti di questo progetto – spiega uno dei tre soci, Nicolò Zumaglini
– che per noi è nato per caso. Avevamo ricevuto una delegazione del South
Asia Group interessata ad acquistare i nostri tessuti e, chiacchierando, ci hanno
raccontato che erano in cerca di un brand italiano di piccole dimensioni da
lanciare sul mercato asiatico. Avevano già una rosa di nomi e di contatti da
incontrare e, scherzando, abbiamo detto loro che, nel caso in cui non avessero
concluso con nessuno, noi saremmo stati disponibili. Sei mesi dopo eravamo
davanti all’avvocato per firmare il contratto col quale il gruppo acquisiva il diritto
sul marchio Subalpino per sbarcare nel mondo della moda internazionale».
I termini dell’accordo
I termini dell’accordo e come esso si è sviluppato sono decisamente interessanti
ed è probabile che prefigurino una via di accesso dei colossi asiatici al Made
in Italy. Il South Asia Group, attraverso la sua branca tessile South Glamour
Fashions Garment Ltd, produrrà abbigliamento utilizzando primariamente i tessuti
del Lanificio Subalpino (a cui ha garantito una commessa di tessuti per cinque
anni, rinnovabile di altri cinque) e lanciando un brand italiano. «Ma non è solo
un’operazione di facciata – precisa Zumaglini – la confezione avviene in Italia,
più precisamente a Torino, da una ditta specializzata. Nella promozione del nuovo
marchio, viene valorizzata la storia del lanificio, tant’è che i giornalisti invitati al
debutto della collezione maschile hanno ricevuto un libro che racconta con testi
e immagini il percorso dell’azienda dalla sua fondazione a oggi, con tanto di foto
dei genitori di Monica e Paolo Zanone. In Cina i prodotti italiani sono apprezzati
per il loro stile, la loro tradizione, per l’immagine di qualità e di saper vivere ed è
questo che, stile della nuova linea di abiti a parte, verrà “venduto” con Subalpino,
così come accade per i principali marchi italiani».
Non è quindi un caso che negli ultimi giorni dello scorso giugno i vertici del
gruppo asiatico siano sbarcati a Cerreto Castello con una troupe del principale
canale televisivo economico cinese, China Business Network, riprendendo
l’azienda, intervistando i lavoratori e i titolari e poi trasferendosi a casa loro per
filmare i più piccoli dettagli del modo di vivere italiano. Che viene considerato,
nell’immaginario cinese, come lo stile di vita perfetto, come il non plus ultra.
A disegnare la collezione, per ora solo maschile ma che nelle intenzioni dovrebbe
poi presto ampliarsi alla moda femminile, è Lily L. H. Ta, che proviene dal gruppo
Zegna e che ha quindi molta esperienza nell’adattare i tessuti italiani ai gusti
asiatici. «Il target a cui è diretta la collezione – aggiunge Nicolò Zumaglini, che è
marito di Monica Zanone, rendendo quindi il Lanificio Subalpino una vera azienda
famigliare – è quello dei ricchi cinesi tra i trenta e quarant’anni. Per il nuovo
brand abbiamo creato una serie di tessuti dedicati, dai colori molto rigorosi, quasi
tutti tinta unita. Unica concessione, qualche lavorazione operata direttamente
sui tessuti. Perché nel gusto cinese non c’è ancora spazio per i colori, che è la
Sopra. Uno dei
tre proprietari del
Lanificio Subalpino,
Nicolò Zumaglini, che
si occupa della parte
amministrativa e
produttiva
peculiarità per cui la nostra azienda si è fatta
conoscere. Abbiamo usato lana stretch, lana
organica e cotone misto a cellophane, una delle
novità degli ultimi anni per rendere i tessuti,
specialmente per le giacche, particolarmente
“croccanti” e con una particolare vestibilità.
Ma sono stati acquistati anche tessuti da
altri produttori per completare la collezione
con lo stile che Lily desiderava. E il gruppo ha
stretto accordi con pellettieri italiani per la
produzione di scarpe e accessori che vanno così
a completare il total look Subalpino».
Espansione internazionale
Ma quali sono i cambiamenti che questa
In alto, a sinistra.
partnership internazionale ha introdotto in
I fratelli Paolo e Monica
Zanone, responsabili
azienda? «Dal punto di vista produttivo poco
della parte creativa
o nulla – dice Zumaglini – nel senso che noi
dell’attività
continuiamo a sfornare tessuti nuovi ogni sei
In alto, a destra.
mesi cercando di proporre sempre qualcosa
Taglio del nastro per lo
di nuovo, di particolare, di accattivante
showroom Subalpino a
soprattutto sul fronte dei colori. Di nuovo c’è la
Shanghai
grandissima soddisfazione nel vedere il marchio
di un’azienda così piccola essere al centro di
un progetto di sviluppo internazionale nell’abbigliamento, significa che abbiamo
lavorato bene, che siamo stati visti come partner affidabili, onesti e in grado di
garantire l’alta qualità al giusto prezzo di cui il gruppo era in cerca. Monica e
Paolo hanno partecipato all’inaugurazione dello showroom e della collezione
a Shanghai e sono stati trattati come delle vere star, intervistati da televisioni
e giornali, per cui abbiamo anche ottenuto una grande visibilità in termini di
internazionalizzazione».
Pur realizzando infatti il 70% del suo fatturato all’estero, il lanificio «ha ancora
ampi margini di miglioramento nell’ampliare la clientela estera. Non avendo una
rete di agenti, per noi sono fondamentali le fiere. Partecipiamo a Milano Unica
in Italia e in Cina, alle edizioni di Première Vision di Parigi e New York, a Messe
Frankfurt in Germania e a Jitac in Giappone. Ci piacerebbe ampliare la nostra rete
di clienti alla Russia, al Brasile, ai nuovi paesi emergenti. A piccoli passi, e con
in più la sicurezza di avere comunque una solida base di commesse per il brand
Subalpino, siamo convinti che ce la faremo. Noi ci crediamo». E con i venti di crisi
che spirano di questi tempi, non è affatto poco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
27
techno
fa s h i o n
settembre 2013