AMARE ANCHE I NEMICI Preghiamo
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AMARE ANCHE I NEMICI Preghiamo
VII DOMENICA T.O. anno A ( Lv 19, 1-2.17-18; 1 Cor 3,16-23; Mt 5,38-48) AMARE ANCHE I NEMICI È frequente sentire che la novità del messaggio cristiano rispetto all’A.T. sta precisamente nel comandamento dell’amore verso i nemici. Così dicendo, si arriva a parlare di un’opposizione tra etica dell’amore (N.T.) ed etica della giustizia (A.T.). ma è proprio questo modo di pensare che le letture odierne della liturgia ci invita ad evitare mettendoci davanti i due testi: ambedue riguardano l’amore del prossimo. L’apparente contrapposizione contenuta nella formula evangelica «Fu detto … ora io vi dico» ha valore di spiegazione: Gesù fa la retta esegesi dell’etica proposta dall’A.T. , legando ogni norma morale alla sua persona. La «novità» cristiana sta precisamente in questo nesso tra la norma morale e la persona di Gesù. Amerai il tuo prossimo Il Levitico propone come sintesi etica, l’amore del «prossimo», ma è evidente che prossimo e fratello indicano rispettivamente «un membro della stessa tribù» e «un connazionale». Si parla di stranieri e di lavoratori ospiti, anche verso questi vale la legge dell’amore, perché anche voi siete stati forestieri in Egitto. Leggiamo in Es 23, «Quando incontrerai il bue o l’asino dispersi del tuo nemico, gli ricondurrai l’animale, se viene meno sotto il suo carico, lo aiuterai …». Qui si propone una solidarietà disinteressata: aiutare un nemico senza chiedere nulla e senza sperare ricompense. Non esiste la formula «amore del nemico». Differenza di linguaggio, ma non di contenuti, rispetto il N.T. Alla domanda del primo dei comandamenti Gesù non fa che rimandare, sia per l’amore di Dio che per l’amore del prossimo, ai testi classici di Dt 6,5 e Lv 19,18. Nell’A.T. il termine «giustizia» equivale alla formula «amore del prossimo». Amate i nemici Chi sono i destinatari del discorso della montagna? Gesù interpella la comunità dei suoi discepoli che accettano di vivere come egli ha vissuto. Gesù propone un’etica possibile e praticabile, pur con le debite eccezioni, soltanto dentro la comunità di fratelli e sorelle che vivono comunitariamente la fede, che si aiutano e sostengono a vicenda, in mezzo ai quali è in mezzo Gesù stesso che dona loro la forza del suo Spirito. Gesù porta a compimento l’etica dell’A.T. La legge del taglione non era esigenza di vendetta, ma il principio dell’equo risarcimento del male fatto. Non devi fare più male di quanto ne hai ricevuto. Gesù chiede di rinunciare ai propri diritti per amore dell’uomo, del fratello, anche quando è avversario o nemico. Egli chiede di servire come egli ha servito. È in questa prospettiva che Gesù dice: «Porgi l’altra guancia, lascia anche il tuo mantello, … ». É come dire: rinuncia di far valere i tuoi pretesi diritti. S. Paolo dirà: «Vinci il male con il bene» (Rm 12,21). Questa è la legge nuova che deve attenersi la comunità dei suoi discepoli, che deve distinguersi dai pagani. I discepoli imitando Gesù imitano il Padre celeste: «Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».La violenza è la radice di ogni peccato. Gesù invita i suoi discepoli a «pregare» per i loro persecutori, come egli ha fatto sulla croce. Il tempio di Dio Anche il brano paolino è incentrato sull’amore che edifica la comunità cristiana, perché l’egoismo minaccia di distruggerla. La comunità cristiana è chiamata «tempio di Dio» perché «lo Spirito abita in voi». L’egoismo conduce alla violenza, alla contrapposizione, alla lotta degli uni contro gli altri. Preghiamo O Gesù, non è facile amare come il Padre celeste, anzi è letteralmente impossibile se tu non illumini la nostra mente e non sostieni la nostra volontà con la tua grazia. Solo così è possibile amare e tendere alla perfezione del Padre. Vieni in noi Gesù e aiutaci perché il tuo invito diventi realtà nella vita di ogni giorno. Amen.