furti - Osservatorio per la legalità e la sicurezza

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furti - Osservatorio per la legalità e la sicurezza
FURTI BARI
3 giugno
GEORGIANI IN AFFARI CON I BARESI
Non una novità nella storia infinita dei furti in appartamento. Eppure, stando ad alcune indiscrezioni
che trapelano su una recente inchiesta della Procura di Bari nella quale sarebbero una trentina gli
indagati, quasi tutti stranieri, ci sarebbero ulteriori particolari sia sul modus operandi, sia su presunti
accordi tra georgiani e baresi. Decisive, in questo senso, sarebbero state alcune perquisizioni
eseguite di recente, in particolare nel quartiere Libertà, dagli agenti della Squadra mobile. Hanno la
«mano leggera» neanche fossero chirurghi; qualsiasi serratura, anche la più sofisticata, sembra alla
loro portata; prendono di mira una zona e, dopo avere colpito, cambiano città spostandosi con
facilità da un capo all’altro dell’Italia; il loro bottino preferito sono oggetti in oro. Caratteristiche
comuni a quella che forse è prematuro definire una vera propria organizzazione, ma che non è
azzardato paragonare ad una autentica scuola. Scuola di ladri. Partendo dall’analisi delle
caratteristiche comuni ad alcuni furti in abitazioni avvenuti in città, gli investigatori della Squadra
mobile avrebbero chiuso il cerchio su una trentina di persone. I georgiani, questa è l’ipotesi emersa
da una indagine che, nel settembre 2012, sfociò in una decina di arresti, svaligiavano gli
appartamenti; gruppi di baresi ricettavano la merce rubata che finiva anche in gioiellerie e «compro
oro» nel quartiere Libertà. E quando i preziosi non venivano piazzati in città, ciascun gruppo
inviava la merce rubata in Campania, a Marcianise e Torre del Greco, dove poi veniva venduta in
centri commerciali. Agiscono di giorno, sfruttano basisti, hanno attrezzature tecniche sofisticate.
Caratteristiche che sarebbero state riscontrate dagli agenti anche in questa seconda inchiesta,
praticamente conclusa. L’arresto in flagranza eseguito nei giorni scorsi dai Carabinieri nei confronti
di due georgiani accusati di un tentato furto sarebbe solo un tassello del quadro complessivo. In
quel caso il presunto «colpo», per il quale i due uomini, già noti alle forze dell’ordine per reati
analoghi, sono stati condannati a due anni il giorno dopo l’arresto al termine di un processo per
direttissima, sarebbe stato commesso intorno alle 10 di mattina, in un giorno lavorativo, nella
centralissima via Sparano.
5 giugno
SPACCATA CON BOMBA ALLA BANCA
Ignoti fanno esplodere un ordigno dinanzi alla filiale della Banca di credito cooperativo di
Alberobello e Sammichele, nella frazione Coreggia della città dei trulli. In frantumi la vetrata,
danneggiate suppellettili all’ingresso, I banditi erano in due, stando a diversi testimoni oculari che
hanno assistito alla scena da alcune abitazioni. Si pensa al tentativo di furto con scasso della
cassaforte del bancomat. La coppia di malviventi, appena piazzato e fatto esplodere l’ordigno, non
ha prelevato la cassaforte. Hanno desistito forse perché disturbati. I due sarebbero fuggiti a bordo di
una Fiata Stilo. Sull’episodio, intanto, indagano in modo serrato i Carabinieri della compagnia di
Monopoli e i militari della stazione di Alberobello. Nessuna ipotesi viene esclusa al momento.
Secondo una prima ricostruzione intorno all’1,50 del 4 giugno il violento boato scuote in residenti
della frazione Coreggia, 800 abitanti circa a due chilometri da Alberobello. I testimoni dell’episodio
sono ancora in preda allo spavento, dopo la nottata trascorsa in bianco per la tensione. Chiedono
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l’anonimato. Una donna, madre di un bambino di 10 anni, racconta: <<Eravamo al primo sonno. Ci
è sembrato un fulmine. Abbattuto sulla nostra casa>>. Il marito, anche lui svegliato di soprassalto,
ha osservato la scena in diretta, racconta che subito dopo l’esplosione i banditi sono scappati via.
Un’altra residente indica che i due erano incappucciati, uno faceva da palo e attendeva con il
motore acceso a bordo dell’auto, il secondo avrebbe piazzato la bomba e, ancora, ha osservato che
uno dei due ha perso il passamontagna sull’asfalto.
21 giugno
CASE SACCHEGGIATE DALLA MAFIA GEORGIANA
La mafia georgiana mette le mani nelle tasche dei baresi. L’assalto dei «topi
d’appartamento»,espressione di una criminalità predatoria emergente dall’Est, avviene a Bari con la
benedizione di organizzazioni malavitose nate dall’altra parte dell’Europa, in città come Tblisi,
Rustavi, Kutaisi. L’inchiesta si chiama «Skhodkà», dal nome russo utilizzato per indicare le grandi
riunioni dei capimafia convocate per appianare le liti tra i clan e nominare i nuovi boss, i nuovi
«ladri in legge». La Squadra mobile di Bari ha sgominato una grossa organizzazione criminale
composta in particolare da cittadini georgiani, russi, lituani e armeni, che aveva messo radici a Bari
e i cui componenti risultano affiliati a tre grosse famiglie di mafia russofona georgiana. Sono state
17 le ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite con l’accusa di omicidio e associazione per
delinquere aggravata dalla transazionalità, finalizzata a commettere furti, estorsioni, riciclaggio,
corruzione e uso di documenti falsi. La comunità criminale di origine georgiana che ha messo le
proprie radici a Bari è regolata da leggi interne non scritte ma rigidamente osservate. Leggi imposte
da una mafia che fornisce protezione sociale ed economica ai propri affiliati ed è in grado di
controllare e arginare altre forme criminali «da strada» gestite da immigrati che per esercitare il
malaffare devono pagare un tributo etnico ai propri boss, ai propri «ladri in legge». Insomma un
parte dei bottini racimolati dai «topi d’appartamento» che ogni giorno saccheggiano le case dei
baresi (il numero totale dei furti in appartamento, tra quelli denunciati a Polizia e Carabinieri, nel
corso del 2012 nella provincia di Bari ha raggiunto la cifra di 4.212, ovvero 338 razzie ogni
100mila abitanti con una crescita del 19,05%), finisce nelle tasche dei «ladri in legge» referenti sul
territorio della cupola mafiosa che ha la testa in Georgia ed i tentacoli che raggiungono le grandi
capitali e gli angoli più remoti del continente europeo. Nella cassa comune, detta «obshak», di
questa mafia dell’Est finiscono soprattutto i denari estorti alle agenzie di spedizioni gestite sempre
da georgiani e le tangenti rastrellate tra le bande di ladri di case. Oro e gioielli finiscono nelle mani
dei ricettatori che pagano meglio; personal computer, macchine fotografiche, play station, tablet,
lettori mp3, telefonini (tecnologia ricercatissima) vengono spediti in madrepatria per alimentare il
mercato nero georgiano; il denaro contante viene utilizzato per pagare la tassa, il tributo alla
«propria» mafia che è esigente, potente, crudele e spinge i «piccoli ladri» a produrre sempre di più.
Più furti per soddisfare la fame insaziabile dei boss.
2 luglio
L’ULTIMA MODA PER IL FURTO D’AUTO
Tamponamento con furto d’auto. È presto per parlare di allarme generalizzato. Ma i fatti, più d’uno,
ci sono. E gli automobilisti tremano. Perché ad agire sarebbe una banda veri professionisti del furto
che confidano sulla buona fede delle loro vittime e puntano dritto ad anziani e donne. Gli episodi,
sempre più ravvicinati nel tempo, continuano ad aumentare. C’è chi denuncia. Chi invece non se la
sente perché sopraffatto dallo sconforto e dalla paura. E i furti, ma forse sarebbe più corretto parlare
di rapine, avvengono anche in pieno centro e in pieno giorno. «Qualche giorno fa - racconta il
signor Pietro, 70 anni -, intorno alle 11,30, stavo percorrendo via Galileo Galilei in direzione di via
Baccarini, (a due passi da corso Umberto e dalla stazione ferroviaria, ndr.). Ero alla guida della mia
“Pol o”. In prossimità dell’incrocio sono stato tamponato da uno scooter di grossa cilindrata. L’auto
è nuova e quindi ho accostato. D’altra parte anche la persona che era alla guida dello scooter mi ha
invitato ad accostare. Sono sceso dall’auto per constatare l’ammontare del danno. Non ho pensato a
togliere le chiavi dal quadro. A partire da quel momento - continua il signor Pietro - è successo tutto
in un attimo. Un individuo che viaggiava su un’auto che seguiva lo scooter è sceso dall’abitacolo, si
è introdotto nella mia vettura ed è partito a tutta velocità, seguito dallo scooter. Non ho avuto
neppure il tempo di rendermi conto di quello che stava accadendo – si dispera ancora -. Ho provato
a chiedere aiuto ma è stato tutto inutile. Non possono succedere queste cose. Mi hanno rubato l’auto
sotto i miei occhi. Ho presentato la denuncia ai Carabinieri. Non so se riavrò più la mia “Polo” ma
la rabbia che mi è rimasta dentro e la paura di essere seguito – conclude - non ancora non mi
abbandonano». Il signor Pietro non è l’unica vittima della banda del tamponamento. In città, a denti
stretti, c’è chi sussurra (ma in questo caso non ci sono conferme ufficiali) di episodi analoghi,
rimasti nell’ombra, e risolti con il pagamento di una somma di denaro, un cavallo di ritorno di
ultima generazione, per riottenere l’auto. Anche perché i balordi motorizzati oltre a preferire anziani
e donne come vittime puntano anche a utilitarie nuove, auto di famiglia che hanno «mercato» e
sono in ottime condizioni. Sta di fatto che, d’ora in avanti, anche in presenza di un tamponamento,
prima di scendere dall’auto per constatarlo è conveniente togliere le chiavi dal quadro.
15 luglio
RUBATI UN CALICE D’ORO, UNA CROCE CANDELIERI D’ARGENTO
Un furto commesso da una banda di scriteriati o su commissione? Se dovesse essere confermata
quest’ultima ipotesi, i ladri hanno agito per rivendere la refurtiva a qualche antiquario oppure,
eventualmente, per «approvvigionare» qualche setta satanica? Questi gli interrogativi che ci si pone
all’indomani della scoperta del furto sacrilego avvenuto la settimana scorsa nella chiesa dei Padri
Sacramentini intitolata a Sant’Ottavio, al quartiere Piscina dei Preti. I ladri, presumibilmente di
giorno, negli orari di apertura al culto, si sono introdotti nella chiesa e hanno sradicato dalla parete
in fondo, accanto alla porta, e da quella laterale sinistra, 6 delle 14 immagini sacre, in bronzo,
raffiguranti le stazioni della Via Crucis. Dopo avere preso i ritratti pregiati, non contenti, i
malviventi si sono diretti sotto l’altare e, forse con chiavi false, hanno aperto i locali dove pregano i
«Catecumeni». Da lì sono spariti un calice d’oro, una croce a stile e diversi candelieri d’argento. A
denunciare il furto sono stati i sacerdoti, il parroco, padre Paolo Polci, e il suo confratello, padre
Adriano Pedrone. Per prevenire altri gesti del genere, i sacerdoti hanno rimosso dalle pareti le
restanti 8 icone raffiguranti il calvario di Cristo. Commenta padre Adriano, giunto in città da circa
due anni: «È stato un atto inqualificabile, compiuto da gente senza scrupoli e, quasi certamente,
senza timore di Dio». Sull’accaduto indagano i Carabinieri della compagnia cittadina. Intanto, tra i
parrocchiani crescono il disagio e lo sconcerto, soprattutto al pensiero che - ipoteticamente- quegli
oggetti sacri possano essere utilizzati in modo improprio da qualche setta.
16 luglio
SGOMINATA LA BANDA DEL RAME
Otto persone arrestate dai Carabinieri con l’accusa di traffico illecito di rifiuti. Sui documenti che
accompagnavano e descrivevano la merce contenuta in quei grossi camion carichi di rame lavorato
ed altri metalli (i Carabinieri della stazione di Carbonara e della Compagnia San Paolo, (ne hanno
bloccati 6 sulla strada tra l’agosto del 2011 e il gennaio del 2012) era riportata nello spazio dedicato
al fornitore, impresa individuale specializzata nel recupero e preparazione per il riciclaggio di
cascami e rottami metallici. I militari hanno scoperto che il «riciclaggio dei cascami» sarebbe
avvenuto in un deposito privo di qualsivoglia autorizzazione, peraltro rintracciato e posto sotto
sequestro nel febbraio del 2012 dagli uomini del Nucleo operativo del San Paolo in collaborazione
con i colleghi del Nucleo operativo ecologico nelle campagne di Carbonara. Quella stessa discarica
abusiva che si estendeva per mille metri quadrati e che solo 16 mesi fa traboccava di rame, motorini
di avviamento, bobine, rifiuti elettrici ed elettronici, pezzi meccanici ed idraulici, batterie al piombo
esauste, cavi elettrici di varie sezioni, trasformatori, lastre di coibentazione, lampioni, per un peso
complessivo di 129 quintali è stato sequestrato per la seconda volta ieri mattina. Il reato ipotizzato è
aver messo in piedi un’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, compreso rame la cui
provenienza non è stata certificata e per questo ipotizzato anche come frutto di razzie. Stando alla
ricostruzione dei militari nell’officina finivano quintali di cavi di rame, frutto di razzie, che
venivano liberati dalle guaine in plastica e poi fusi, per essere rivenduti ad industrie pugliesi e non
pugliesi. Questo aspetto è rimasto ancora materia di indagine, in quanto l’obiettivo perseguito è
stato risalire a quelle industrie che lavorano il rame e che acquistavano la materia prima dalla
«Metal Ricicle». Ultima annotazione. L’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere
dove l’uomo si trova rinchiuso dalla fine di giugno. Sul suo capo pesa l’accusa di aver gestito in
maniera occulta la società di pulizie la «Futura Servizi» che avrebbe curato i servizi di vigilanza in
due discoteche di Bari sotto lo schiaffo della famiglia malavitosa degli Strisciuglio, «mettendo a
disposizione» parcheggiatori e buttafuori. Non finisce qui. Secondo l’Antimafia si sarebbe anche
adoperato per organizzare i servizi di accompagnamento dei parenti dei detenuti, presso le carceri,
anche le più lontane.
16 luglio
CAPURSO PROFANATE 40 TOMBE
I «vampiri» del rame colpiscono ancora. Nella notte tra domenica e lunedì, ignoti si sono introdotti
nel locale cimitero ed armati di martelli e altri attrezzi hanno letteralmente fatto razzia di manufatti
in metallo, soprattutto rame. Il principale obiettivo dei «mercanti di metalli» sono stati i portafiori,
assicurati alla lapide marmorea con un supporto in rame. La tecnica è semplice e collaudata. Si
tolgono i fiori ed il vasetto in plastica gettandoli per terra, quindi, con un colpo secco di martello (o
altro utensile simile) si trancia il supporto dal bicchiere ed il gioco è fatto. Certo, i «colpi» da
baseball non sempre sono «chirurgici» e l’entità dei danni è anche colpa della dea bendata. Se viene
assestato bene, si perde solo l’accessorio in metallo, ma se il supporto porta via con sé anche la
lapide, allora l’intera lastra marmorea si danneggia, lasciando il loculo scoperto con la sola soletta
grezza in bella vista. Uno spettacolo raccapricciante e indecente nello stesso tempo. I malfattori
hanno preso di mira un lotto della parte vecchia del cimitero dove un intero isolato è composto da
loculi sovrapposti. L’area è illuminata da un lampione ma non si è capito da dove si siano introdotti,
anche se non risulta particolarmente complicato superare un muretto di recinzione in calcestruzzo,
basso e senza protezioni, al di là del quale ci sono per lo più campi. Da un conteggio iniziale, il cui
elenco dettagliato è stato affisso all’ingresso del cimitero, i sepolcri interessati sono una quarantina,
di cui solo la metà danneggiati. Da un punto di vista economico i danni non dovrebbero essere di
grande valore.
31 luglio
LADRI DI GASOLIO
Altri due furti di automezzi che trasportano gasolio, con sequestro lampo dell’autista. Ladri di
gasolio scatenati hanno colpito con analoghe tecniche: quando l’autocisterna rallenta uno di loro,
pistola in pugno e con il volto coperto sale, si siede accanto all’autista e lo costringe a seguire strade
secondarie secondo uno schema studiato nei minimi particolari. Dopo un paio d’ore l’autista viene
rilasciato, mentre il camion viene ritrovato vuoto, a distanza di qualche giorno.
7 agosto
TURISTI AGGREDITI E DERUBATI
Colpi che riguardano ancora una volta i turisti o comunque gli stranieri che approdano a Bari anche
solo di passaggio e che lasciano anche solo per poco tempo le proprie vetture per strada. L’ultimo in
ordine di tempo: una coppia di francesi che avrebbe dovuto imbarcarsi su un traghetto ha lasciato la
macchina vicino al lungomare, non distante dal porto. Quando sono tornati hanno trovato il vetro
infranto: dall’auto avevano portato via tutto, anche tremila euro che avevano lasciato nella valigia e
i documenti. Un colpo che per i turisti ha significato la fine della vacanza con un ritorno a Roma per
ottenere un duplicato del passaporto. Un’altra auto, invece, è stata danneggiata all’interno del porto:
ancora una volta i ladri hanno mandato in frantumi il vetro della vettura per rubare una borsa. E altri
casi simili sono stati segnalati dall’inizio dell’estate. Furti che preoccupano anche e soprattutto per
il danno di immagine che il capoluogo pugliese subisce.
13 agosto
SPACCATA IN PROFUMERIA ARRESTATI IN CINQUE
I banditi questa volta erano in 5, tutti rumeni e senza fissa dimora che hanno preso di mira, una
profumeria nel pieno centro di Monopoli. Gli impianti di allarme hanno funzionato perfettamente
ma è stata la chiamata al 113 di un cittadino di passaggio a «bruciare» tutti i tempi e a rivelarsi poi
fondamentale per l’esito dell’operazione di recupero della refurtiva e dell’arresto dei malviventi.
19 agosto
FARMACI CONTRO I TUMORI RUBATI IN OSPEDALE
Maxi furto di confezioni di medicinali alla farmacia dell’ex ospedale San Michele in Monte
Laureto, a tre chilometri da Putignano. I ladri hanno agito indisturbati. Sono state asportate intere
casse contenenti medicinali per malati oncologici e farmaci biologici. Sono farmaci dal prezzo
elevato. Si va da un minimo di 500 euro a confezione ad un massimo di 1500 euro. Ma non si può
escludere che il mercato nero sia diffuso anche sul territorio nazionale.
21 agosto
SRADICATO IL BANCOMAT DALLA STAZIONE DI SERVIZIO
In ore notturne un commando composto da almeno quattro persone ha divelto con una pala
meccanica la colonnina del servizio bancomat di una stazione di servizio in territorio di
Bitonto,Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, il commando è arrivato nottetempo nella
con un’auto di grossa cilindrata e con una pala meccanica, necessaria per sradicare il bancomat che
nella sua pancia di metallo custodiva alcune migliaia di euro.
4 settembre
FURTO IN PIENO CENTRO SVALIGIATA UNA CASA
Lei va al cimitero sulla tomba del marito, scomparso da qualche mese, i ladri le ripuliscono
l’abitazione. Furto al terzo piano di un appartamento a Gioia del Colle. I ladri hanno prima sondato
il terreno e compreso da subito che in casa non c’era nessuno, decidono di agire. Una volta superata
la porta d’ingresso dello stabile, arrivati al pianerottolo, sono entrati servendosi di una chiave
universale. Monili d’oro, gioielli, ciotole e cornici d’argento e persino alcune centinaia di euro in
contanti, conservati nel portafoglio del marito della donna e nascosti in un comodino.
1 ottobre
LADRI IN CORSIA
Un computer nel reparto di Otorinolaringoiatria. Due portafogli dentro lo spogliatoio della banca
del sangue. Un cellulare nel reparto di Ortopedia e tre biciclette nei viali che costeggiano i
dipartimenti universitari. In pochi giorni c'è stata una raffica di furti al Policlinico. Questi sono
soltanto gli ultimi episodi denunciati alla polizia. Continua dunque l'emergenza sicurezza nel
principale ospedale della città. In meno di una settimana, sono una decina i colpi messi a segno. Dai
reparti di degenza e dalle segreterie sono stati rubati portafogli, cellulari e computer. Mentre dai
parcheggi dei viali spariscono ogni giorno le biciclette che gli studenti pendolari noleggiano grazie
ad una convenzione con la Regione Puglia.Il presidio di polizia all'interno dell'ospedale ha raccolto
una serie di denunce in questi giorni. Ha già individuato i responsabili. Nei reparti ad agire
indisturbate sarebbero due giovani donne, residenti a Bari vecchia, che approfittando dell' assenza
dei pazienti, si intrufolano nelle stanze e rovistano in cassetti e armadietti. Si spacciano per parenti,
controllano le stanze in quel momento vuote e rubano tutto quello che riescono a prendere. Colgono
il momento preciso in cui l'ospite della stanza esce per fare analisi, controlli o semplicemente per
andare a prendere un caffè. Poi escono dalla porta di ingresso e con disinvoltura si allontanano a
piedi. I furti delle biciclette sono invece riconducibili ad un uomo, anche lui di giovane età,
segnalato qualche giorno fa nel quartiere Picone, mentre era intento a rubare uno scooter. Gli agenti
del Policlinico, guidati dall'ispettore capo Nicola Catacchio, sono da giorni sulle tracce dei ladri. Ma
non è facile incastrarli. Le due donne sono le più scaltre. Si muovono con grande abilità all'interno
dell'ospedale e cambiano ogni giorno orario di ingresso per non destare sospetti. Non si muovono
mai in coppia per non attirare troppo l'attenzione, ma secondo gli agenti, sono tra loro complici. Per
facilitare le indagini nei prossimi giorni sarà diffuso un identikit che girerà in tutto l'ospedale.
Le segnalazioni e le denunce portano tutte nella stessa direzione. La descrizione fisica fornita da
infermieri e medici dei reparti è sempre la stessa. Motivo per il quale i poliziotti sono convinti che
si tratti sempre della stessa mano. Due giorni fa si è verificato il furto di un computer dalla
segreteria del reparto di Otorinolaringoiatria. Qualcuno è riuscito ad entrare nella segreteria del
reparto, intorno all'ora di pranzo, e a portare via il pc. Furti di portafogli sono stati invece segnalati
dalla banca del sangue. I ladri sono entrati negli spogliatoi e hanno spaccato gli armadietti per
impossessarsi del denaro. La seconda pista che i poliziotti stanno seguendo riguarda i furti di
biciclette subite dagli studenti pendolari. In due ieri si sono presentati nel posto fisso di polizia per
sporgere denuncia. Si tratta dei mezzi che gli universitari noleggiano a lungo termine grazie ad una
convenzione con la Regione Puglia. Ma non sono le uniche due biciclette ad essere state portate via
dai parcheggi. Il ladro è stato già segnalato. Una volta preso il mezzo, ci sale e finge di esserne il
proprietario. Si allontana così in sella alla bici approfittando della confusione dovuta ai tanti cantieri
che continuano a rendere complicata in questo periodo la viabilità all'interno dell'ospedale.
6 ottobre
FURTI IN CASA
I baresi riciclavano il bottino accumulato dagli stranieri Le tesi dei difensori hanno fatto breccia nel
giudizio dei magistrati. Il gup del Tribunale di Bari, ha condannato a pene comprese tra 3 anni e
6mesi e 13 mesi di reclusione sette persone, tra ladri e ricettatori, appartenenti ad una banda italogeorgiana specializzata in furti in appartamento. Stando alle indagini realizzate dalla Polizia
Stradale e dalla Squadra Mobile della Questura, gli autori dei furti avrebbe messo a segno una
quarantina di colpi in Puglia e Molise tra agosto del 2011 e febbraio del 2012.
10 ottobre
BAR SVALIGIATO
In pieno centro a Bitonto, un altro gruppo di malviventi ha assaltato un noto bar. La serratura è stata
forzata con una fiamma ossidrica, tecnica usata in più occasioni, nei mesi scorsi, per svaligiare di
notte diversi esercizi commerciali. I ladri sono così riusciti ad entrare nel bar e a fare man bassa dei
soldi contenuti nelle slot machines. Il bottino, a quanto pare, ammonta a 4 mila euro, a cui si
aggiungono i danni alla porta d’ingresso.
15 ottobre
SGOMINATA BANDA DEI TIR
Una «batteria», specializzata negli assalti ai Tir, composta da 5 vecchie conoscenze delle forze
dell’ordine, tutti di Bitonto, è stata smantellata dagli agenti della polizia autostradale di Porto
San Giorgio che sono riusciti a fermarli dopo un inseguimento di quasi 20 chilometri sulla A14.
Processati per direttissima, sono finiti in carcere,. Secondo la ricostruzione della Polstrada, i
cinque, avevano messo a segno un colpo ai danni di un autotrasportatore polacco, in sosta sulla
A14, nell’area di servizio Chienti Ovest, nella zona di Civitanova Marche. La «batteria» avrebbe
agito con la classica tecnica del taglio del telone, approfittando del sonno del camionista:
affiancando un proprio mezzo pesante al tir preso di mira, i rapinatori incidono il telone,
valutano quando trafugare, caricano la merce sul loro mezzo e poi la destinano al mercato della
ricettazione. Ingente il colpo messo a segno: 19 televisori, da 55 pollici, per un valore
complessivo di 40mila euro.
2 Novembre
PREDONI DEL RAME BLOCCANO I TRENI
Treni bloccati, corse saltate e disagi per i passeggeri che hanno dovuto attendere fino a 30 minuti
per poter tornare a casa o raggiungere il luogo di lavoro. Ennesimo furto ai danni della
Ferrotramviaria. Tra il 30 e il 31 ottobre sono state rubate otto casse induttive a servizio del
blocco elettrico automatico tra le stazioni di Bitonto e Terlizzi: si tratta di un meccanismo che
consente il distanziamento dei treni. Questo ha causato il mancato funzionamento dei convogli,
che sono stati interrotti per questioni di sicurezza. I lavori per ripristinare i collegamenti sono
durati tutta la notte e hanno portato quindi la Ferrotramviaria ad attivare un piano di emergenza:
in un primo momento sono stati ripristinati i treni in direzione Bari, gli altri sono stati accorpati e
hanno accumulato ritardi di oltre mezz'ora. I passeggeri sono stati fatti salire sui convogli
disponibili e hanno dovuto viaggiare ammassati proprio a causa dei pochi treni in
circolazione. Non è la prima volta che la Ferrotramviaria viene presa di mira dai ladri: due
settimane fa sono stati rubati cavi di rame che hanno impedito il transito dei treni e i motorini di
alcuni passaggi a livello. Questi ultimi sono stati presidiati per ore per evitare incidenti e
attraversamenti.
8 novembre
BANDA DEI TIR PUGLIESE ARRESTATA A PARIGI
Da Bari a Parigi a caccia di tir. Sono 38 i colpi accertati dalla polizia francese messi a segno da otto
pregiudicati pugliesi. Da febbraio del 2012 la gendarmeria d’oltralpe ha registrato, tra Parigi, Lione
e Orleans, la commissione di rapine e furti di tipo seriale: elettrodomestici, compu-ter, sigarette,
componenti hifi, capi di abbigliamento, attrezzature sportive, scarpe e strumenti musicali per 10
milioni di euro. Un gruppo armato di non meno di 10 persone assaltava tir fermi di notte nelle aree
di sosta autostradali. Mentre l’autista dormiva in cabina, i banditi asportavano il carico per poi,
velocemente, sistemarlo su furgoni e mezzi pesanti con targhe italiane. Quando l’autista si svegliava
per i rumori, veniva bloccato sotto la minaccia delle pistole. La polizia francese è riuscita a risalire
agli otto dai numeri di targa, rilevati dalle videocamere di sorveglianza, e alle utenze cellulari attive
nelle aree di sosta autostradali al momento dei colpi. Ieri gli otto, tra i 30 e i 40 anni, di Bitonto,
Palo del Colle, Bari e Modugno sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Bari.
10 novembre
2 ASSALTI AI BANCOMAT
Hanno abbattuto la parete esterna della banca, hanno devastato gli uffici, hanno sventrato il palazzo
fin quasi a buttare giù i balconi del primo piano. Con una maxi ruspa hanno tentato il colpo grosso;
l’arrivo dei carabinieri li ha messi in fuga .Avevano provato a scardinare e portar via il bancomat di
un istituto di credito a Modugno. Alla vista dei lampeggianti, però, i banditi hanno aperto il fuoco. I
militari hanno risposto con pistole e mitragliette.. Non c’è stata partita e i criminali sono riusciti a
scappare. Il bottino, però, è rimasto a bordo di un furgone abbandonato per strada insieme
all’escavatrice utilizzata per abbattere pareti e porte della banca. Sarebbe opera della stessa banda,
infatti, il colpo sventato, sempre dai carabinieri, a Molfetta tre ore prima. Intorno alle due un gruppo
di banditi, a bordo di una Audi A8, aveva provato a scardinare la cassa continua dell’agenzia Intesa.
Con una fiamma ossidrica i ladri avevano fatto un buco nel bancomat per immettere all’interno del
gas in maniera tale da farlo esplodere e poter prelevare le banconote. Ma l'allarme scattato in tempo
aveva fatto arrivare i carabinieri. La banda, così, era scappata a bordo dell'Audi lasciando sul posto
le bombole di gas che sono state sequestrate.
13 novembre
SVENTATO FURTO IN UN MOBILIFICIO
Credevano di averla fatta franca e di poter tornare nelle loro abitazioni con il «bottino» al sicuro. Ed
invece i carabinieri Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Modugno
sono intervenuti ed hanno arrestato per furto aggravato un 47enne ed un 31enne, entrambi di Bari e
noti alle Forze dell’Ordine. I due sono stati intercettati e bloccati A bordo di un’utilitaria avevano
caricato due divani appena rubati in un mobilificio alla periferia di Bitritto, stavano tentando di far
perdere le loro tracce.
20 novembre
FURTO DI RAME A PUNTA PEROTTI
27 novembre
RUBANO ESCAVATORE SUBITO DOPO STANATI
A Conversano si è risolto in tempi davvero record il furto messo a segno in un’azienda. Sulla
strada provinciale per Putignano, poco dopo l’una di notte è stato messo a segno un furto ai
danni di una impresa specializzata in scavi e movimento terra. Un automobilista, di passaggio,
ha sorpreso i ladri e allertato gli agenti del Consorzio di vigilanza che subito hanno lanciato
l’Sos.
12 dicembre
LADRI AL «SELF SERVICE» DI UNA STAZIONE DI SERVIZIO
Ladri hanno forzato la colonnina di un self Service di Mola di Bari e rubato 5mila euro. I
malviventi, hanno aperto con un flessibile il cassetto nel quale finiscono le banconote inserite
dai clienti del distributore «fai da te» e lo hanno svuotato
.
13 dicembre
LADRI MESSI IN FUGA. SVENTATO MEGA FURTO DI OLIVE
Sventato un mega furto di olive nelle campagne di Mariotto, frazione di Bitonto . Le guardie
del consorzio hanno messo in fuga una squadra di ladri, in azione in un terreno. Sul posto sono
stati recuperati sei quintali di olive appena raccolte, già stipate in sacchi.
15 dicembre
TENTA DI RUBARE RAME SUL TRALICCIO. MUORE FOLGORATO
È caduto da un traliccio della Telecom ed è morto sul colpo. A ritrovare il suo corpo, ieri
mattina, è stato un agricoltore che stava andando in un terreno di sua proprietà, ha visto il
cadavere e ha dato l’allarme. È un pregiudicato rumeno di 33 anni che, molto probabilmente,
stava cercando di rubare rame. Si era arrampicato infatti sul traliccio avvolto da un’imbragatura
artigianale. Accanto al corpo c’erano anche delle cesoie che forse voleva usare per tagliare i
cavi e prenderne il rame. Il ritrovamento è avvenuto nelle campagne di contrada San Michele
tra Mola di Bari e Conversano.
21 dicembre
RUBATI AMBULANZA E FURGONE ALL’ASS. DISABILI
Un’ambulanza e un furgone per il trasporto dei disabili. È il bottino di un furto messo a segno
nella sede di una cooperativa di Ceglie del Campo. I ladri sono entrati nel garage e hanno
portato via l’ambulanza Fiat Ducato completa di attrezzature mediche e un furgoncino Fiat
Doblò per il trasporto dei disabili.
24 dicembre
BABY GANG SCATENATE NELLA CITTA’ VECCHIA
L’ultimo bottino segna nell’ordine 5 presepi, diversi pacchi di taralli e qualche gadget.
Agiscono in gruppo ma anche da soli, convinti di farla franca data la giovane età. Baby gang
scatenate in questi giorni tra i vicoli di Bari vecchia. Teatro di numerosi furti con destrezza il
mercatino natalizio allestito nelle centralissima piazza del Ferrarese. Basta un po’ di confusione
generale o la presenza dei clienti davanti alle baite per lasciare campo libero ai ragazzini
terribili. L’ultima scena quando una commerciante ha sfilato il cappellino a un 12enne sorpreso
a rubare un pacco di snack: “Ti do il tuo berretto ma tu riconsegnami la mia merce. Se me
l’avessi chiesta te l’avrei persino regalata”. Il ragazzino per nulla intimorito è scappato via e
solo grazie all’intervento di due agenti allertate da una passante, è stato fermato.
24 dicembre
LA BANDA DELLA RUSPA COLPISCE ANCORA
Un commando, con tanto di ruspa, ha sradicato la colonnina del bancomat di una stazione di
servizio di Bitonto, portando così via l’incasso dell’intera giornata. Si tratta di un colpofotocopia: il 20 agosto scorso, la stessa stazione di servizio subì un identifico furto, con la
colonnina del bancomat sradicata da una pala meccanica e altri ingenti danni alla struttura.
28 dicembre
RUBATI AL CTO 300 PC NUOVISSIMI
Al Cto, da dove, nei giorni del Natale, tra la notte della vigilia e Santo Stefano, la banda dei
«soliti ignoti» ha portato via (si presume nottetempo) via 300 personal computer destinati alla
evoluzione tecnologica di uffici, ambulatori, medicherie della Asl. Da una prima e parziale
ricostruzione di quanto accaduto, risulta che i ladri hanno raggiunto il luogo dove erano
accatastate le «macchine» intrufolandosi nei seminterrati deserti.