scuola città pestalozzi - Eduscienze.progettotrio.it

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SCUOLA CITTÀ PESTALOZZI
Scuola sperimentale statale - Centro Risorse per la formazione docenti
Via delle Casine, n.1 50122 FIRENZE tel. 055-2340825 fax 055-2261070
e-mail: [email protected]
URL: http://www.bdp.it/pestalozzi
nome di chi redige la scheda…Stefania Cotoneschi……………………………………………….
TITOLO….ATTIVITA'…PERCORSO.…PROGETTO……TIPO DI LAVORO
Il compasso e il gioco del RE
CONDUTTORI DELL'ESPERIENZA (nome e cognome, qualifica, area disciplinare)
…………………………………………………………………………………………………..
Stefania Cotoneschi, docente matematica e scienze nella secondaria di I° grado e Roberta Milli
insegnante elementare, area matematico-scientifica
MODALITA' DI LAVORO (in compresenza, da soli, in piccolo gruppo….)
In compresenza nel progetto continuità del terzo biennio (quinta e prima)
Può essere condotta anche da un solo docente in tal caso necessita di un tempo maggiore perché
alcuni lavori vanno seguiti in piccolo gruppo mentre il resto della classe svolge una parte di lavoro
che può essere portata avanti in modo autonomo.
ANNO/I SCOLASTICO 2005-06 ma è stata ripetuta più volte sempre in classi quinte
Durata in ore..circa 12 ore circa
CLASSI COINVOLTE Quinta elementare
SPAZI e TEMPI (dove si svolge l'attività e in quali momenti della giornata…..)
Prevalentemente in aula, durante le ore di matematica, può essere usato il laboratorio di
falegnameria ma non è indispensabile
MATERIALI PRODOTTI (es. registrazioni, disegni, grafici, testi…..)
Lavori sul quaderno, e un gioco del RE per ogni alunno
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Descrizione del lavoro:
IDEA E TEMA CENTRALE, gli aspetti più interessanti dell'esperienza, accenni alla fase di
preparazione, conclusione.
Questa esperienza didattica può essere considerata un “ambiente di apprendimento” ossia un
contesto di attività strutturate, intenzionalmente predisposto dall'insegnante, in cui si organizza
l'insegnamento affinché il processo di apprendimento che si intende promuovere avvenga secondo
le modalità attese: ambiente, perciò, come "spazio d'azione" creato per stimolare e sostenere la
costruzione di conoscenze, abilità, motivazioni, atteggiamenti. In tale "spazio d'azione" si
verificano interazioni e scambi tra allievi, oggetti del sapere e insegnanti, sulla base di scopi e
interessi comuni, e gli allievi hanno modo di fare esperienze significative sul piano cognitivo,
affettivo/emotivo, interpersonale/sociale.
I contenuti principali sono l’uso del compasso, la costruzione , l’osservazione di triangoli
equilateri e la progettazione per costruire un gioco da tavolo per due giocatori.
Preparazione
In quinta la motivazione ad usare il compasso è assai forte nei bambini, ed è possibile fare molto
esercizio sul suo uso utilizzando il disegno geometrico, copiando immagini o componendo figure
di fantasia.
Riteniamo che sia il momento giusto per esercitare questo tipo di manualità fine (mobilità del polso
e delle dita) che difficilmente si potrebbe recuperare in momenti successivi.
Se vogliamo che gli alunni non incontrino difficoltà alla scuola secondaria di primo grado quando
svolgono attività di disegno tecnico, è opportuno che certe abilità sull’uso degli strumenti da
disegno, (in particolare riga e compasso) siano acquisite alla fine della scuola primaria.
In conseguenza di quanto detto, abbiamo cercato un’attività che potesse dare un senso all’uso del
compasso e che potesse essere di validità cognitiva nell’ambito della geometria.
Lo spunto è venuto dalla conoscenza di un gioco che molti anni fa era stato comprato da una delle
insegnanti negli stati uniti. Si tratta di una sorta di filetto tridimensionale e piuttosto complesso con
grande potenzialità, a nostro avviso, nello sviluppo di capacità di visione e rappresentazione
spaziale. Nell’immagine sottostante si vede il gioco così come viene realizzato durante l’attività.
Svolgimento (come si è svolta l'esperienza, cosa "in concreto" è stato fatto).
1° fase - il compasso e il suo uso consapevole
Esplorazione libera dello strumento e sua descrizione;proviamo a capire perché è fatto così.
Lasciamo il tempo di tracciare cerchi grandi e piccoli, di fare qualche composizione che sia
gradevole da vedere. I bambini diventano gradualmente più sicuri nel tracciare circonferenze e le
linee sono sempre più precise e disegnate con la giusta pressione della mina.
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2° fase Insegniamo la nomenclatura minima necessaria per parlare del cerchio e delle sue
caratteristiche (circonferenza, centro, raggio, diametro, corda, settore circolare, arco).
Sul quaderno etichettiamo le figure e scriviamo le “definizioni” concordate.
3° fase A questo punto passiamo ad una nuova fase geometrico-artistica
Mostriamo immagini dal libro “Animali Compassati” e proponiamo di copiare dalla lavagna:
Mentre disegniamo col compasso da lavagna facciamo notare dove puntiamo il compasso di volta
in volata e di quanto lo apriamo. Facciamo notare che ogni volta l’apertura del compasso
corrisponde al raggio del cerchio.
Adesso in rete è presente il seguente sito
http://www.compasses-zoo.net/animali-compassati/materiali-didattici.php
che può sostituire o integrare il libro.
(in caso l’insegnante non sia in grado di rifare il disegno si trova un’ottima scheda guida su carta
millimetrata in internet http://www.compasses-zoo.net/materials/02_pantera.pdf )
All’indirizzo indicato si trova una interessante scheda insegnante che guida anche all’utilizzo di
geogebra.
Noi in quinta ci siamo limitate a disegnare alla lavagna
Tutti i bambini riescono a rifare il disegno della pantera e molti sono stimolati a copiare anche altri
animali.
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4° fase
Costruzione del triangolo equilatero con riga e compasso.
Facciamo notare che se riportiamo il raggio di un cerchio sulla sua circonferenza e uniamo con la
riga i punti individuati alternando uno sì e uno no, otteniamo un triangolo equilatero inscritto
(usiamo pure questo termine spiegandolo con “scritto dentro”, e facciamo notare che i punti di
contatto con la circonferenza sono tre).
A questo punto portiamo in classe il RE, raccontiamo la leggenda e osserviamo l’artefatto.
Leggenda del RE
Il gioco del RE fu trovato durante scavi archeologici in Toscana alla fine del XVII secolo.
Sulla costa del Tirreno, i re etruschi costruivano imponenti templi, su piattaforme sormontate da
colonne, con tre “stanze” che si raggiungevano con gradini (presumibilmente 27).
Il gioco del RE si dice era il passatempo degli DEI. Le nove colonne rappresentavano nove muse e
il colore delle “bocce” era diverso per rappresentare i maschi e le femmine.
Le regole del gioco sono simili a quelle del forza 4, ma il punto viene fatto ogni volta che ci sono
tre palline dello stesso colore o in verticale, o in orizzontale, o in diagonale su ogni Parete delle tre
“stanze” ma anche ogni volta che si forma un triangolo al primo, secondo o terzo piano.
Sopra i triangoli che formano un punto ai diversi piani
Raccogliamo le osservazioni di tutti gli alunni e poi impariamo a giocare: l’insegnante può sfidare
gruppetti successivi di alunni finche tutti abbaino interiorizzato le regole.
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Scriviamo collettivamente le regole e proponiamo di costruire un gioco ciascuno per poterci
giocare tutti a coppie.
Chiediamo di fare un progetto di costruzione attraverso il disegno.
Indirizziamo i progetti affinché via via diventino disegni precisi con misure reali e realizzati con il
compasso.
Una volta che i progetti sono pronti osserviamo la figura alla ricerca di caratteristiche del triangolo
equilatero. Abbiamo disegnato le tre altezze, queste si incontrano nel centro e qualcuno può
osservare anche che la parte di altezza che va dal centro al vertice è il doppio dell’altro pezzo.
Possiamo passare alla realizzazione degli artefatti. Noi insegnanti ci siamo procurati del legno alto
1,5 cm e lo abbiamo fatto tagliare sulla base del progetto che è venuto fuori dai bambini per
risolvere il problema del minor consumo. Abbiamo posto questa domanda: come si dovrebbero
disegnare i triangoli per consumare meno legno?
Questa richiesta dà modo di stabilire attraverso la discussione che i triangoli equilateri possono
tassellare. ( In quarta sono state fatte alcune tassellazioni quando si è introdotto il concetto di area).
Osservando la figura, cercheremo di capire che misura deve avere la nostra tavola di legno per
poter contenere 20 (gli alunni sono 20) triangoli equilateri interi con il lato di 15 cm. (Abbiamo
misurato il modello).
A lavoro finito sarà interessante cercare di capire quanto è venuto a costare ogni gioco completo.
Questo problema di costo non è stato affrontato ogni volta che si è ripetuta l’esperienza, ma
decisamente è molto interessante e per niente banale perché è necessario ripercorrere le diverse fasi
per fare un elenco dei materiali e spesso è necessario stimare la quantità utilizzata. (Ad esempio i
colori a tempera per la decorazione o i pennarelli, vanno considerati ma non possiamo considerare
il costo di un tubetto o di un pennarello perché il consumo non è totale.) MNel caso del legno poi
c’è un po’ di spreco anche se si procede con la tassellazione infatti le misure del legno da
acquistare non si decidono noi ma sono pezzi standard.
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Materiali necessari per la costruzione del gioco:
legno alto 2 cm
Spiedini di legno
Palline di legno bucate (vanno bene quelle recuperate da vecchi copri sedili per auto)
Colla vinilica
Strumenti
Compasso, carta carbone, carta vetrata, trapano a mano più i normali strumenti da disegno.
La costruzione è avvenuta in classe, abbiamo fatto tagliare le basi da un falegname, ogni alunno ha
lavorato sulla sua base riportando il disegno del progetto utilizzando la carta carbone.
Poi con il trapano a mano ha realizzato i buchi nei quali incollare gli spiedini con colla vinilica
dentro il buchino. Quando gli spiedini sono stati ben fermi e la colla secca, sono state inserite le
paline di due colori e tagliati gli spiedini a misura giusta in modo che le colonnine risultassero tutte
uguali.
Ogni gioco viene poi lisciato con la carta vetrata e rifinito con il colore. Questo fa sì che ogni
bambino personalizzi il suo gioco del re.
L’ultima fase di lavoro è il gioco a coppie, si può pensare anche ad un torneo ma i bambini erano
diventati molto bravi in questo gioco e sfidavano volentieri anche gli adulti.
Questa fase è estremamente importante per sviluppare visione spaziale.
Tutti i giochi realizzati in classe e diverse fasi di
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Con il compasso si prepara il progetto
Si riporta il disegno della base sul legno
Si preparano i segni per fare i buchi
Si fanno i buchi con il trapano a mano
Si incollano le colonnine
Si tagliano le colonnine per farle tutte della
stessa lunghezza
Indicazioni pedagogiche e didattiche sul lavoro svolto.
È molto importante la fase esplorativa in cui ciascuno può osservare come è fatto il gioco che nella
fase successiva andrà a costruire.
Durante il lavoro è importante di volta in volta richiedere cosa abbiamo imparato di geometria,
perché deve essere chiaro agli alunni perché si fa questo tipo di attività.
Anche nella fase di gioco sarà importante soffermarsi su strategie eventuali che vengano fuori, sia
per condurre al meglio il gioco sia per contare i punti una volta finita la partita.
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Osservazioni sui risultati
I risultati sono stati molto buoni anche nel seguito della secondaria, tutti questi alunni hanno
dimostrato competenze nel disegno geometrico e tecnico e competenze di visione e
rappresentazione spaziale molto buone.
La motivazione si è mantenuta molto alta per tutto il tempo.
L’esperienza è stata ripetuta più volte anche se qualche anno per motivi contingenti legati alla
programmazione di classe è stata ridotta in alcune parti.
Condizioni di trasferibilità dell'esperienza
L’esperienza è completamente trasferibile, se i bambini non sono abituati ad “usar le mani” ci
vorrà solo più tempo; in tal caso è ancora più raccomandabile questo percorso che associa in
modo decisamente positivo, competenze di tipo geometrico con competenze tecnico pratiche.
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