le notizie di gennaio 2016 - Associazione Avvocato in Famiglia

Transcript

le notizie di gennaio 2016 - Associazione Avvocato in Famiglia
ri
ione Consum
z
a
i
c
at
so
o
s
A
A V V O C ATO
I N FA M I G LI A
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
LE NOTIZIE
DI GENNAIO 2016
www.associazioneaif.it [email protected]
ri
PROCESSO IMMAGINARIO
AL SISTEMA BANCARIO:
ECCO I REATI !
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
Partiamo facendo una precisazione: si definiscono reati
quelle azioni, commesse od
omesse, vietate dall’ordinamento giuridico a cui si ricollegano
delle sanzioni e delle pene. In un
immaginario processo al sistema bancario questi che seguono sono i reati che si potrebbero
evidenziare e per i quali le banche potrebbero/dovrebbero subire una punizione esemplare.
INDUZIONE AL FALSO IN BILANCIO.
Ebbene, l’induzione al falso in bilancio commesso dalle banche (oltre al falso nel bilancio delle stesse) è un
reato.
Vendere ad aziende polizze assicurative, diamanti, gestioni fiduciarie sapendo che sono solo escamotage
per permettere all’imprenditore di accantonare denaro frutto di evasione non è induzione al falso in bilancio?
EVASIONE FISCALE E USURA.
Inoltre, l’evasione fiscale diventa reato quando supera determinate soglie e prevede, in certi casi, una reclusione fino a sei anni. E poi c’è l’usura, anch’essa un reato, punita dall’articolo 644 del codice penale che
prevede una reclusione fino a 10 anni.
Ma le banche, in particolare i loro dipendenti, hanno mai realmente pagato penalmente qualcosa?
No, neanche quando colti in castagna. Al massimo gli istituti sono stati costretti a risarcire la vittima.
ESTORSIONE.
E ancora: l’estorsione è sancita con l’articolo 629 del codice penale ed è commessa da chi, con violenza o
minaccia, costringa uno o più soggetti «a fare o a non fare qualche atto al fine di trarne un ingiusto profitto
con altrui danno».
Anche in questo caso la pena prevista è la reclusione fino a 10 anni.
È esagerato chiamare estorsione quella esercitata della banca quando utilizza la minaccia della segnalazione in sofferenza alla Centrale rischi per ottenere il pagamento di somme non dovute?
Somme in cui figurano: anatocismo (interessi sugli interessi), tassi usurari, spese non contemplate, commissioni di massimo scoperto oggi camuffate come Dif e Civ.
Quante volte il cliente, proprio per scongiurare questa segnalazione, ha pagato cifre rilevanti e non giustificate come accertato spesso in fase processuale? Tante, tante volte. Ma nessuno della banca ha mai pagato
penalmente.
VIOLENZA PRIVATA.
E poi: il reato di violenza privata si configura, invece, secondo l’articolo 610 del codice penale, quando
«chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa».
La pena prevista è la reclusione fino a quattro anni.
Quante volte un cliente, pressato psicologicamente per il rinnovo degli affidamenti, si è visto costretto a firmare e sottoscrivere atti e contratti che altrimenti non avrebbe accettato?
Anche il “semplice” acquisto di un televisore o di una polizza potrebbe rientrare in questo meccanismo perverso?
Attenzione, perché la violenza privata non va confusa con l’estorsione: per commettere la prima non è necessario che il soggetto «abbia procurato a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno».
CORRUZIONE.
Nelle storie affrontate e denunciate è emersa anche corruzione: costantemente al centro del dibattito politico
e parlamentare e grande male del Paese.
Quei privilegi ottenuti dal bancario attraverso i clienti; quei «favori» ricevuti sfruttando l’attività professionale
dell’imprenditore, spesso costretto a dire di sì per la sua posizione di svantaggio rispetto alla banca, non
profilano un reato simile?
Sentenza: ergastolo.
Ma anche le Pmi condannate ai servizi sociali. E allora perché ciò che è sancito come illecito da parte della
giustizia civile (basta andare sul web e digitare «sentenze usura» per capire quante sconfitte hanno subito
le banche che hanno dovuto “semplicemente” restituire il maltolto) non trova mai, per la lobby bancaria, un
responsabile che paghi una pena?
I GIUDICI VANNO AIUTATI.
Arrivati a questo punto del processo immaginario, così come già ripetuto su queste pagine web, non dobbiamo accettare per principio ideologico l’idea di una magistratura asservita e poco coraggiosa; i giudici vanno
aiutati anche con il nostro coraggio: quello di chi denuncia.
Ma anche con la determinazione al cambiamento che soprattutto le piccole imprese devono necessariamente realizzare nei loro criteri di gestione.
E allora, al termine di questo processo sui generis, dopo aver dato la parola all’accusa e alla difesa, tutti in
piedi.
CONFISCA DEI BENI IMMEDIATA.
Il giudice con tono enfatico inizia a leggere: «In nome del popolo italiano le banche dovrebbero ricevere una
sanzione proporzionale al danno cagionato all’ordine economico e all’intensità della colpa e quindi soltanto
il linciaggio potrebbe essere una pena equa in quanto sanzione che nella fase esecutiva postula il pieno
coinvolgimento del popolo.
Ma non essendo tale pena prevista nel nostro ordinamento, gli istituti di credito, per la sommatoria degli
anni di reclusione previsti dai vari reati ascritti - usura, induzione al falso in bilancio, induzione alla evasione
fiscale, violazione della privacy, estorsione, violenza privata - sono condannate all’ergastolo e soprattutto alla
confisca allargata e per equivalente dei beni dei vertici degli istituti in misura non inferiore ai profitti illecitamente ricavati».
Urla di gioia da parte dei parenti delle vittime, abbracci con gli avvocati della difesa, ma il giudice zittisce
tutti subito replicando: «Signori, non ho ancora terminato...» e continua, nel silenzio assoluto…………. «Le
imprese certamente non concorrono con previsione e volontà alla realizzazione dei misfatti che gli istituti di
credito perpetrano in loro danno. Certamente può dirsi però che gli imprenditori colposamente cooperano al
processo di determinismo causale che conduce al conseguimento degli scopi di massimizzazione dei profitti
delle banche. Facendo ricorso al credito “istituzionale” e a metodi gestionali ormai superati e anacronistici, le
imprese furbastre immaginano di tenere al riparo i patrimoni personali dei capitani d’impresa.
E invece, così facendo, con le loro mani, si scavano la fossa dove le seppellirà la ferocia degli istituti. Anche l’azienda è quindi colpevole perché spesso quei reati si consumano con la cooperazione colposa della
vittima. Condanno pertanto le piccole imprese a due anni intensi di servizi sociali attraverso un percorso di
formazione in cultura aziendale finanziato, questo sì, dalle banche».
L’udienza è tolta. Meraviglioso Processo da cui si evince una impressionante verità. La Responsabilità del Nostro SILENZIO di fronte all’arroganza bancaria.
INFORMAZIONI TRATTE DA PUBBLICAZIONI DI “LETTERA 43”
ri
LA GRANDE TRUFFA
ione Consum
ciaz
at
o
s
o
As
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
Ecco la GRANDE TRUFFA !
Non e’ una crisi casuale ma organizzata.
L’automazione e la tecnologia hanno certamente sottratto numerosi posti di lavoro ai Cittadini , pensavamo e ci dicevano anni addietro che con la tecnologia avremmo lavorato di meno.
Ma di questa tecnologia , ne hanno beneficiato in pochi, ovvero i grandi gruppi industriali e le multinazionali nonché le banche che grazie all’automazione hanno triplicato, o forse decuplicato la produttività,
riducendo i costi. Ma davvero siamo di fronte ad un desolante arricchimento alle spalle degli schiavi moderni
? Come mai tanta tecnologia non ha migliorato la qualità della vita?
Ma il problema non è solo questo. Le grandi aziende hanno spostato le produzioni laddove il costo del lavoro
è basso, trasformando il tempo libero in disoccupazione .
Comincio a sentire qualcuno affermare che dietro la migrazione nord-africana ci sia una strategia delle multinazionali , con l’intento di ridurre il costo del lavoro in Italia, in Grecia , in Spagna. Le aziende che hanno
delocalizzato, oltre ad avere lasciato persone senza lavoro, hanno posto fuori mercato le aziende rimaste,
che non possono competere con chi produce dove il costo del lavoro e le tasse sono tre/quattro volte inferiori.
Molte piccole aziende, quelle che da sempre hanno costituito l’ossatura dell’economia italiana, sono
chiuse, o stanno chiudendo perché non hanno la forza di investire all’estero. Insomma, i piccoli devono
scomparire a favore dei grandi marchi i cui maggiori azionisti sono spesso le banche .
Ed il fenomeno delle delocalizzazioni non è cessato: quasi ogni settimana apprendiamo di qualche azienda
che lascia a casa decine, centinaia, talvolta migliaia di lavoratori per andarsene verso altri lidi, dove aumentare i margini di guadagno.
Infine, la grande distribuzione: il commercio ormai è nelle mani dei grandi gruppi, i commercianti hanno chiuso, uno dopo l’altro. Ne sono rimasti pochissimi. Centri commerciali che vendono le sopracitate merci
prodotte nel terzo mondo, e che spesso hanno le sedi centrali nei paradisi fiscali lasciando de facto solo Noi
a pagare le tasse o super-tasse come definite da qualcuno nel BELPAESE ITALIA.
A quanto descritto sopra, dobbiamo sommare la spirale del debito pubblico, che si aggrava di anno in anno,
attualmente ammonta a circa 2.150 miliardi, e sottrae alla nostra economia qualcosa come 100 miliardi di
euro solo a titolo di interessi.( gli interessi che paghiamo alle banche ! )
Chi conosce la questione signoraggio bancario e sovranità monetaria sa bene a cosa mi riferisco.
Chi non la conosce, si informi urgentemente, guardano un semplice ed esaustivo filmato sul signoraggio
bancario : https://www.youtube.com/watch?v=QoxA4gcabUU.
E’ senza dubbio la principale causa della crisi, ma media e politici non ne parlano, preferendo inveire contro
il macellaio, che a causa alla concorrenza dei centri commerciali, che riescono a praticare prezzi più bassi, e
alla crisi dei consumi, per sopravvivere è costretto, di fatto, ad elude qualche scontrino.
In un contesto come questo, pensare che la crisi sia “qualcosa di temporaneo ”, come una perturbazione meteorologica, è pura illusione.
O meglio, può essere voluta ignoranza in materia (dovuta al fatto che di certi temi – come il funzionamento
del sistema monetario – i libri scolastici, come media e politici, non ne parlano generando un vero e proprio
incredibile buco nero) oppure, nel caso delle persone informate sulla questione, parlare della crisi come qualcosa di passeggero significa disinformare e truffare il popolo.
Politici , smettetela di dire che la crisi è passata, abbiamo anni davanti a noi prima che la stessa finisca e
finirà quando le banche stamperanno più denaro , o magari , volesse il Cielo, la stampa avvenisse direttamente dallo STATO SOVRANO ( quindi senza generare interessi e debito pubblico).
Signori, come pensate che tutto possa tornare “a posto”, in un contesto come questo, dove le aziende delocalizzano o chiudono, una dopo l’altra? Pensate che torneranno mai in Italia ?
E’ chiaro che questi sconvolgimenti non sono facilmente reversibili. Ed è chiaro che non sono stati certo casuali, ma orchestrati da una regia sovranazionale che ha trovato facile sponda in una classe politica marcia
e corrotta. Gradualmente, anno dopo anno, ci hanno impoverito e ci stanno impoverendo sempre di più.
Questa è la realtà dei fatti, evidente a chiunque analizzi la situazione in modo razionale, guardando i fatti ed
i trend, non la propaganda.
Cosa è l’emendamento n° 11110 ?
private?
Cosè il sognoraggio bancario? Possiamo fare a meno delle banche
https://www.youtube.com/watch?v=dvwE2W7eCME
https://www.youtube.com/watch?v=8m0xf-LZ8P0
https://www.youtube.com/watch?v=pEpxq2dUF44
https://www.youtube.com/watch?v=smG53JRT6AE
La presidenza pro tempore
Andrea Fisco
ri
IL REDDITO DI CITTADINANZA /
REDDITO MINIMO GARANTITO
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
Lo Stato italiano non tutela affatto i disoccupati involontari cioè coloro che pur essendo disponibili
al lavoro non riescano a trovarlo anche per lunghi periodi.
Infatti, malgrado i continui solleciti della Comunità Eropea, l’Italia ancora latita nell’istituzione di un reddito
minimo a favore di coloro che si trovano in condizioni disagiate e senza lavoro. Considerate che per l’anno
2016 è stato in ogni caso definito il minimo vitale che dovrebbe essere garantito pari a 536 euro mensili.
In realtà, alcune regioni e località hanno già attivato degli esperimenti in tal senso stanziando fondi per lo più
regionali e dando ai cittadini la possibilità di accedervi presentando apposita domanda e la documentazione
che dimostri la sussistenza dei requisiti minimi richiesti. I requisiti variano da territorio a territorio e mirano
giustamente ad evitare che le risorse non vengano assegnate a chi non ne abbia veramente bisogno o stia
già beneficiando di altri ammortizzatori sociali. Si tratta tuttavia di un movimento ancora disarmonico e soprattutto non orchestrato come dovrebbe a livello nazionale.
Per questo motivo l’Associazione scende in campo per sostenere quei cittadini italiani che versano in
gravi condizioni di povertà in quanto disoccupati al disotto della soglia minima di povertà ovvero titolari di un
reddito annuo di poco superiore a 11mila euro e non possano ancora godere di risorse disposte appositamente dalla regione di residenza come accade ad altri più fortunati.
Come può aiutarvi l’Associazione? In molti modi.
Innanzitutto con la costante operatività in tutta Italia a sostegno della legalità e del rispetto dei principali diritti di noi cittadini e consumatori; nel caso specifico poi l’Associazione vi affianca nel verificare
l’eventuale sussistenza di iniziative locali volte a istituire un reddito di cittadinanza per i residenti come
descritto sopra e vi guida dunque nella presentazione della domanda; laddove invece l’Associato sia
completamente abbandonato a sè stesso dalle istituzioni, l’Associazione è in grado di attuare una modalità
di intervento del tutto nuova e totalmente legale ovvero offrendo tutta la consulenza e l’aiuto necessari ad
ottenere il gratuito patrocinio dello stato. Grazie al gratuito patrocinio l’Associato potrà sostenere i costi
legali della causa da intraprendere per tentare di ricevere l’assegno di 536 euro mensili e ritrovare un
poco della serenità perduta.
Come funziona questa rivoluzionaria procedura?
E’ molto semplice. Se vi trovate senza lavoro e in stato di bisogno, non esitate ad iscrivervi all’Associazione
dal sito accedendo alla sezione “Iscrizione online” e provvedendo come spiegato. Ad iscrizione avvenuta
sarete presto contattati da un legale abilitato e domiciliato presso il comune di residenza; entro 7 giorni vi
giungerà un documento da consegnare c/o il tribunale a Voi più vicino; entro 45 giorni sarete invitati a firmare
l’istanza gratuita che sarà prontamente depositata.
Non esiste giurisprudenza in materia, ma la giurisprudenza si fa insieme non rinunciando a combattere
piccole battaglie che, messe sommate una all’altra, nel tempo possono addirittura trasformarsi in leggi consolidate.
Visita anche la pagina facebook e il blog dedicati a questa iniziativa:
Fb: https://www.facebook.com/ilredditodicittadinanza/
Blog: https://ilredditodicittadinanza.wordpress.com/
ri
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
NULLITA’ DEL CONTRATTO
DI CONTO CORRENTE
Una recente sentenza del Tribunale di Lanciano ( 7 – 9 ottobre 2015, n. 394 ) ha dichiarato nullo un contratto di conto corrente in quanto la banca, costituitasi in giudizio, non è stata in grado di produrre copia
del contratto, ma solo gli estratti conto. La banca ha dunque perso il giudizio per difetto di prova in
quanto pur essendo tenuta a conservare copia del contratto non l’avrebbe fatto.
Il titolare del conto è stato così liberato dall’obbligo di restituire i soldi alla banca ( intendendo linee di
credito, interessi passivi, ecc.. ). Inoltre, nel caso in questione il giudice si è spinto oltre sentenziando che “vanno restituiti al correntista anche tutti i versamenti non dovuti, compresi quelli fatti sul conto per ripristinare il fido
concessogli dall’Istituto di Credito”.
D’altra parte non sono solo i correntisti a non archiviare con ordine e costanza i documenti contrattuali, specie
quelli bancari spesso dando per scontato di potersi fidare della propria banca. Anche le banche infatti hanno
ottimizzato le procedure di archiviazione ottica documentale solo da alcuni anni spesso perdendo traccia dei
documenti nei meandri degli archivi.
Nel caso di specie, il correntista aveva contestato alla banca l’applicazione di condizioni non pattuite (
giorni valuta, commissione di massimo scoperto, spese, ecc. ), nonché gli interessi ultra-legali addebitati.
Poichè la legge prescrive che tutti i contratti bancari ( conto corrente, mutuo, prestito, leasing, ecc )
devono essere necessariamente stilati essere in forma scritta, l’assenza del documento determina la nullità
del contratto stesso per difetto di forma e, di conseguenza, anche la nullità dell’eventuale apertura di credito ad
esso connesso ( il cosiddetto “fido” ).
ri
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
CONSIGLI PER UNA CORRETTA
VALUTAZIONE DELLE PROPOSTE
FATTE DALLA BANCA
Non lasciamoci prendere in giro dal nostro istituto bancario. Anche una proposta di mutuo/finanziamento/conto corrente apparentemente vantaggiosa può nascondere insidie che finiremmo prima o
poi per pagare salate.
Se vi accingete alla stipula di un mutuo a tasso variabile.
E’ questa la tipologia più consigliata oggi dai mediatori in quanto ci troviamo in una fase di tassi ai minimi
storici. La banca, per non rischiare diperderci del guadagno, in genere fissa solo il tasso minimo tralasciando quello massimo. Di logica dovrebbe quindi mettere un tetto per evitare i danni derivanti da un aumento
smisurato dei tassi o almeno dare la possibilità in questi casi di rescindere il contratto.
Ecco come comportarsi:
- attenti alle penali addebitate per rescissione anticipata del contratto (vietata dalla legge);
- attenti alle spese di chisura del contratto in genere altissime e calcolate in base al debito residuo
- quanto alla polizza antincendio sull’ immobile chiedete al vostro assicuratore di fiducia che meglio di ogni
altro conosce il vostro profilo di rischio
- attenti alle assicurazioni e agli altri prodotti aggiuntivi che vi vengono proposti ( azioni, obbligazioni...)
inclusi i beni di largo consumo che spesso accompagnano il contratto (tablet, smartphone, cellulare...); il
vostro prestito è già stato autorizzato e non richiede l’acquisizione di nessun prodotto aggiuntivo.
Se siete titolari di conto corrente.
Le banche attuano “manovre massive”; si tratta di iniziative che hanno la finalità di alzare di qualche decimale
di punto i tassi applicati alla clientela. Gli aumenti vengano generalmente comunicati solamente attraverso
l’estratto conto scalare quindi entro i primi 20 giorni del trimestre successivo a quello di applicazione dell’aumento. Come accorgersene allora?
Ecco come comportarsi:
- controllate il conto ogni tre/sei mesi efate un confronto con quelli del precedente trimestre.
Se titolari di vari prodotti finanziari.
Prestate attenzione soprattutto alle spese di cui venite sovraccaricati. Esse possono determinare il superamento del tasso soglia stabilito trimestralmente da Banca d’italia cioè del tasso massimo che una banca può
applicare al correntista determinando usura. L’usura è frequente ed è un grave reato. Che fare?
- controllate tutte le spese che vi vengono addebitate
- fate verificare i contratti in essere per l’eventuale presenza di usura
- fate controlli periodici sia per evitare improvvisi e inattesi crolli sia per scoprare, magari, che è la banca
dovervi dei soldi.
Per effettuare verifiche e controlli in modo professionale e affidabile, non affidatevi a chiunque. Rivolgetevi alla nostra Associazione o ad un’altra associazione consumatori che possa guidarvi e accompagnarvi in tutte le fasi della procedura.
ri
RESPONSABILITA’ IN CASO
DI FURTO O CLONAZIONE
DI BANCOMAT
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
Regolarmente, quando accade che la carta Bancomat ci viene risucchiata dall’apposita macchina posta
all’esterno della banca e disgraziatamente clonata, il direttore ci accusa di non essere stati tempestivi o
attenti nel segnalare l’accaduto.
D’altra parte come possiamo sapere che la carta ci è stata clonata prima di avere effettivamente
subito il danno?
E come possiamo intervenire tempestivamente se, per esempio la carta ci viene risucchiata di notte per un
semplice guasto? Se davvero si trattasse di un guasto non succede nulla, ma se si trattasse di manomissione i responsabili avrebbero tutto il tempo per prelevare il vostro denaro all’insaputa vostra e della banca.
Non è così raro che malintenzionati riescano a mettere mano a questi apparecchi rubando denaro
ad ignari correntisti. Addirittura alcuni criminali più esperti sono in grado di creare una struttura di copertura che viene adagiata sullo stesso bancomat; il cliente così, inserisce la tessera in una fessura che non
è quella effettiva consegnandola senza saperlo direttamente nelle mani dei criminali.
Non trattandosi di eventi isolati, si è già prodotta della giurisprudenza sino alla Cassazione.
La banca, in casi simili, si difende sostenendo che il cliente ha l’obbligo di bloccare subito la tessera bancomat, chiamando al numero verde della propria banca. Oltre a ciò, al fine di rendere impossibile la conoscenza del proprio Pin, deve avere cura a digitarlo lontano da occhi indiscreti. Ma, come detto, alcune di
queste precauzioni potrebbero non essere sufficienti. Al contrario l’orientamento della Corte Suprema
è quello di riconoscere, sempre e in ogni caso, al correntista il diritto al risarcimento delle somme
illecitamente prelevate da ignoti.
La banca è, infatti, tenuta alla manutenzione delle apparecchiature, evitando già a monte che possano
verificarsi difetti di funzionamento o manomissioni. Secondo la Corte, è contrattualmente responsabile la
banca nel caso in cui lo sportello trattenga il bancomat del cliente durante un’operazione e successivamente si verifichi un prelievo ad opera di ignoti. L’istituto di credito deve adottare un comportamento secondo i
parametri della diligenza professionale e adottare idonee misure per garantire la sicurezza del servizio da
eventuali manomissioni.
La prima sezione civile ricorda che “Ai fini della valutazione della responsabilità contrattuale della banca per il
caso di utilizzazione illecita da parte di terzi di carta bancomat trattenuta dallo sportello automatico, non può
essere omessa, a fronte di un’esplicita richiesta della parte, la verifica dell’adozione da parte dell’istituto bancario delle misure idonee a garantire la sicurezza del servizio da eventuali manomissioni,
nonostante l’intempestività della denuncia dell’avvenuta sottrazione da parte del cliente e le contrarie
previsioni regolamentari; infatti, la diligenza posta a carico del professionista ha natura tecnica e deve essere
valutata tenendo conto dei rischi tipici della sfera professionale di riferimento ed assumendo quindi come
parametro la figura dell’accorto banchiere”.
ri
DI CHI SONO I SOLDI:
CRISI ECONOMICA, LA TRUFFA
DELLA BCE E SOVRANITA’
MONETARIA DEL POPOLO
By Cristian Maggiolo
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
Per chi si fosse dimenticato ….
“Con L’euro lavoreremo un giorno in meno, guadagnando come se lavorassimo un giorno in più” (Romano
Prodi)
“L’euro è un pericolo per la democrazia, sarà fatale per i Paesi più poveri. Devasterà le loro economie”(Margaret Thatcher )
« L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. » (Art.1 della
Costituzione Italiana)
Questa non è una crisi economica, ma è uno strumento, un processo voluto e pianificato per arrivare a sostituire la zootecnia alla politica, ossia per poter governare la popolazione terrestre con la padronanza e prevedibilità con cui si governa il bestiame nella stalla o i polli in batteria. E per arrivarci con la collaborazione della
gente, convincendola che le riforme siano tutte scelte scientifiche razionali e magari anche democratiche .La
forza operante nei rapporti tra i Paesi europei, accettata e consacrata dietro la retorica europeista, è ormai
con tutta chiarezza quella dei costi e dei ricavi, dei mercati, della competizione, dello sfruttamento, della prevalenza del più forte, non della coesione organica e solidale, non della co-appartenenza o della solidarietà o
della cultura o dei sentimenti o delle “radici comuni”; quindi dire che si deve lavorare e fare sacrifici e rinunciare alla sovranità nazionale perché così si realizza l’ideale europeo, è una balla colossale , anzi una euroballa.
L’unione europea e l’euro vennero spacciati come strumento per unificare i paesi europei. L’effetto è opposto.
I paesi mediterranei, pieni di debiti e di disoccupati, dopo aver ceduto gli asset migliori, vengono spinti verso
il Terzo Mondo, mentre il Terzo Mondo, sui barconi, viene spinto dentro di essi; a questi si aggiungono negli
ultimi mesi un gigantesco flusso migratorio di disperati che fuggono dal Medioriente devastato dalle guerre.
La separazione tra nord e sud d’Europa viene resa sempre più dura e insuperabile. Zero solidarietà e zero
veduta d’insieme.
Menefreghismo totale e compiaciuto: la classe elitaria costituita da lobby di banchieri e corporazioni si stanno
costruendo il loro subcontinente coloniale per trarne mano d’opera e lavorazioni a buon mercato.
“Il peggio è passato “, “siamo usciti dal tunnel “,”c’è la ripresa e l’Italia torna a correre”, altre balle che ci rifilano quotidianamente i tg di regime e Renzi ,“il non eletto da nessuno” (comunque non dal popolo), che spara
cifre assurde e inverosimili sui dati dell’occupazione ,delle assunzioni, sul PIL, puntualmente smentite da sindacati e CGIA di Mestre. Attualmente il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni è abbondantemente sopra
il 40% ,quasi 1 su 2. Il Jobs Act non ha portato un solo posto di lavoro in più, c’è stato solo un rimpiazzo di
migliaia di licenziati con nuova “carne fresca” a basso costo e defiscalizzata,i nuovi schiavi salariati ;al contrario ha innescato in molte aziende una sorta di caccia ai contratti a tempo indeterminato ,soprattutto quelli con
più lunga militanza in azienda, inducendoli al licenziamento con ogni mezzo possibile ,dal demansionamento
al mobbing,bossing,straining ,insomma trasformando la loro vita lavorativa in un inferno ; in tanti altri casi
l’azienda proponeva un incentivo all’esodo volontario unito alla mobilità, l’anticamera della disoccupazione.
Questo processo è stato avviato dalla metà degli anni 70, mediante una serie di precise scelte: un preciso modello economico, una serie di riforme legislative, di lungo respiro (soprattutto la deregolamentazione
del settore bancario, l’indipendenza delle banche centrali, la privatizzazione del rifinanziamento del debito
pubblico), che si sapeva benissimo che cosa avrebbero prodotto, ossia una società e un’economia reale
permanentemente in balia dei mercati e degli speculatori finanziari. Una crescente concentrazione di quote
di reddito, quote di ricchezza, quote di potere, nelle mani dei pochi che decidono. Tutti gli altri soggetti, cioè
Stati, imprese, famiglie, pensionati, disoccupati, permanentemente con l’acqua alla gola, impoveriti, costretti
ad obbedire, ad accettare, come condizione per una boccata d’aria, dosi ulteriori di quelle medesime riforme.
Dosi ulteriori di concentrazione di ricchezza e potenza, di oligarchia tecnocratica irresponsabile e senza partecipazione dal basso, senza controllo democratico. Era tutto intenzionale. Infatti, nessuno dei meccanismi
finanziari che hanno prodotto e mantengono l’apparente crisi è stato rimosso.
Non è un incidente, una crisi, bensì un’operazione di potenziamento e razionalizzazione tecnologica del
controllo sociale; non mira banalmente al profitto economico, il quale ormai è un concetto superato da quando la ricchezza si produce con metodi contabili ed elettronici nel gioco di sponda tra banche e governi, che
possono creare tanto denaro quanto vogliono. Non è una crisi, e soprattutto non è una crisi economica, non
è qualcosa di accidentale, non si sta cercando di uscirne, è un processo guidato verso un obiettivo preciso
e già ampiamente conseguito.
Ma qual’è la soluzione, come il popolo può ribaltare questa meschina condizione ?
A questo punto è necessario capire l’importanza del concetto di sovranità monetaria. Possedere sovranità
monetaria significa essenzialmente essere l’organo o la struttura appositamente creata ad emettere moneta
o a crearne semplicemente digitando delle cifre al computer. Ma soprattutto significa essere il proprietario dei
valori che si andranno a creare. Ora è facile comprendere l’importanza fondamentale di tale diritto autoritario. Oggi, e già da molto tempo, succede che questa sovranità appartiene alle banche centrali. Se prendiamo
come esempio la BCE si scopre che la sua proprietà appartiene in percentuale alle banche nazionali degli
stati di cui ne fanno parte. Bankitalia ha la sua percentuale e cosi le altre banche nazionali degli stati aderenti
alla moneta unica. Ma….TUTTE LE BANCHE NAZIONALI CHE PARTECIPANO ALLA BANCA CENTRALE
EUROPEA SONO PRIVATE !!!
Sono aziende il cui lavoro consiste nella produzione di carta stampata o nella digitazione di somme per via
telematica. Sono aziende che guadagnano la differenza tra tutto l’ammontare nominale creato detratto del
costo della carta, degli addetti alla tipografia e del personale che lavora al computer. Tutto ruota intorno alla
proprietà della ricchezza creata dal nulla. Spesso si sente dire che la sovranità monetaria deve tornare di
proprietà del popolo. Ora è importante fare una ulteriore distinzione. C’è chi pensa che sovranità del popolo
e sovranità dello stato siano la stessa cosa. Ma non è così. Già sappiamo, attraverso le ultime scoperte, che
tutti gli stati in realtà sono corporation. Quindi dire che dobbiamo tornare alla sovranità dello stato sarebbe
come dire trasferire la sovranità da una corporation ad un’altra, quindi per il popolo nulla cambierebbe se non
gli attori della truffa. Se infatti oggi noi diciamo di voler uscire dall’euro, in realtà non stiamo dicendo nulla di
concreto. Uscire dall’euro per tornare alla lira potrebbe solo significare cambiare il sovrano monetario. Cioè
passare da una banca centrale privata ad una banca nazionale anch’essa privata. Al popolo non andrebbe nemmeno l’1 % della proprietà della moneta creata dal nulla sia essa in euro o in lire. Per avere effetti
reali, per fermare il debito pubblico, per rilanciare l’economia, per tornare al benessere e riappropriarsi del
nostro valore ha senso solo parlare di sovranità del popolo. Anche inseguire la politica come strumento di
cambiamento di sovranità è un’idea folle. Gli stessi politici sono collusi con le banche private, ne sono parte
essenziale nel processo di schiavizzazione del popolo. Appoggiarli o infondere su di loro le nostre speranze
equivale a darsi da soli delle martellate nei denti. Nessun partito si è mai espresso in termini di sovranità
del popolo, qualcuno si è limitato a dire di voler proporre di tornare alla lira, ma non ha spiegato che non è il
tipo di moneta utilizzata il problema. Per cui già è chiaro che vogliono creare un’altra illusione e magari poi
dire che non era l’euro il problema ma che siamo come al solito noi cittadini. Diffidate da tutti coloro che non
parlano espressamente di SOVRANITA’ MONETARIA DEL POPOLO.
Sovranità monetaria del popolo significa che il proprietario della ricchezza creata dal nulla è il popolo. Quindi
nessun debito pubblico, nessun organismo giuridico privato che detta le regole, nessun sacrificio, nessuna
legge finanziaria lacrime e sangue. La moneta creata, di qualsiasi tipo sia appartiene a tutti. Se la moneta è
del popolo significa che il popolo ne è il proprietario e quindi non è possibile in alcun modo addebitargliela.
La moneta che in origine è stata creata per sostituire il baratto e che ha un valore puramente nominale (es.
se una caramella costa uno,con una moneta di valore due compro fino a due caramelle) è stata trasformata
in un mezzo di controllo e schiavitù .
La BCE immette nel mercato denaro contante. Tale denaro non è preesistente ma viene creato dal nulla
senza corrispettivo in oro o argento. E’come se avesse prodotto beni per un valore corrispondente al valore
nominale di emissione. L’importo nominale stampato attraverso le banconote è un vero e proprio profitto creato dal nulla e praticamente a costo zero. Ora ha bisogno di un altro soggetto per camuffare il profitto e farla
passare per una semplice operazione finanziaria. Trovato il soggetto si comporta come se quella disponibilità
di denaro fosse già nelle sue casse. La corporation Italia, accettando il prestito, si indebita con la BCE. A
questo si aggiungono gli interessi che matureranno sul debito i quali vanno ad aggiungersi agli interessi sui
debiti contratti precedentemente. Quando si emettono banconote si aumenta la massa monetaria circolante.
Se nella massa monetaria circolante vi sono solo le banconote che costituiscono il debito da dove vengono
prese quelle per pagare anche gli interessi? Semplice, non esistono! Quindi il debito più gli interessi è impagabile anche se non vi fosse più una banconota in giro. Schiavi in eterno!
Bene, ora la BCE invece di registrare il profitto creato dal nulla e pagarci le tasse cosa fa? Mette tra i creditori
la corporation Italia (giustamente) poi crea al passivo una voce che dice essere transitoria e che verrà stornata solo a restituzione del debito. Questo è folle. Per chi ha studiato ragioneria e per chi ha un po’ di pratica
con la contabilità sa benissimo che la BCE ha omesso di scrivere una voce tra i RICAVI che poi andranno a
far parte della base imponibile su cui pagare le imposte. Questo è PENALE!!!
La corporation Italia è così indebitata da riuscire a malapena a pagare gli interessi sul debito pubblico che di
pubblico non ha nulla. Quindi sarà sempre nelle condizioni di dover continuamente richiedere prestiti. Questo è il motivo per cui il debito pubblico non può che aumentare. Finchè non verrà fermata questa colossale
truffa non può che essere sempre così. Ora dovrebbe essere chiaro il perché si sente dire in continuazione
“ce lo chiede l’europa “. Ci stanno chiedendo il sangue con una truffa colossale, una trappola in cui uno stato
sovrano con cittadini sovrani proprietari della moneta non sarebbero mai caduti. Ora la corporation Italia a chi
chiede gli interessi sul debito e questo e quello e quell’altro che non ha e mai avrà una lira? Mi sembra ovvio
,sempre perché “ce lo chiede l’europa”!
Cosa succede quando i nostri soldi entrano nelle casse della BCE? Come detto prima non deve apparire profitto… quindi mettono in pratica quello che avevano detto : stornano quella voce fittizia creata nel passivo che
sarebbe invece dovuta andare tra i RICAVI. Fanno questo contabilmente in maniera truffaldina, ma quella
ricchezza fisica creata dal nulla e ritornata solo in parte dopo che il popolo è stato spremuto per bene dove
va a finire ? Viene investita per dare lavoro ? O per cercare fonti pulite di energia ? Oppure finisce in conti
cifrati, paradisi fiscali, Clearstream ed Euroclear ? Siccome non vi è più l’obbligo di depositare in garanzia
oro o argento quando si stampa moneta, chi o cosa sostituisce questa garanzia ?
SIAMO NOI LA GARANZIA, IL NOSTRO SAPER LAVORARE PER GLI ALTRI, LA NOSTRA ACCETTAZIONE AD ESSERE SCHIAVI CONSENZIENTI, LA NOSTRA REMISSIONE, LA NOSTRA FIDUCIA NELLE
ISTITUZIONI, LA NOSTRA OBBEDIENZA, IL NOSTRO MASOCHISMO, LE NOSTRE FALSE CREDENZE,
IL NOSTRO CERVELLO RETTILE, IL NOSTRO IGNORARE L’EVIDENZA, TUTTO QUELLO CHE IL PADRONE VUOLE TU SIA.
20/01/2016 Cristian Maggiolo
Approfondimento : ordine esecutivo n° 11110
ri
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
USURA SU CARTELLE
EQUITALIA?
E’ POSSIBILE?
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
SE ESISTONO TERMINI DI DECADENZA PER L’IMPUGNAZIONE DELLE CARTELLE ESATTORIALI, LA
STESSA REGOLA NON VALE PER LA REVISIONE DELLE STESSE E PER LA RESTITUZIONE DELLE
SOMME INDEBITAMENTE PAGATE
TUTTE le cartelle notificate da Equitalia sono SEMPRE suscettibili di eventuale revisione senza nessun
termine di decadenza a prescindere dal tipo di debito riportato nella cartella esattoriale perciò anche in caso
di imposte, sanzioni ed accertamenti fiscali. Questa circostanza può ridurre in maniera sensibile il debito.
Sottoponendo a revisione le cartelle anche oltre i 60 giorni previsti per l’impugnazione infatti rimane possibile verificare un’ampia serie di illegittimità sulle quali sussiste la giurisdizione del giudice ordinario. Soprattutto quando gli interessi sembrano spropositati è consigliabile farne verificare la natura da consulenti esperti
in materia che sono in grado di rinvenire, ove presenti, una varia serie di “difetti” per nulla trascurabili quali:
anatocismo tributario, errori nel calcolo delle ulteriori somme aggiuntive e interessi di mora su contributi e
premi, illegittimo calcolo degli interessi di mora e dell’aggio sulle sanzioni effettuato contra legem, utilizzo
per il rateizzo del piano di ammortamento alla francese anziché all’italiana, indeterminatezza del tasso di
dilazione utilizzato per il rateizzo. ll ricorso può essere fatto davanti al tribunale ordinario qualunque sia il
tipo di debito con l’ente esattore e ben oltre il termine dei sessanta giorni dalla notifica della cartella stessa.
E’ importante naturalmente sottolineare che la richiesta di accertamento e il ricorso al giudice ordinario non
deve avere ad oggetto le pretese tributarie dello stato ma le somme aggiuntive dovute per gli interessi di
mora, per l’aggio e altre spese derivanti dalla procedura di riscossione.
Una recente sentenza del Tribunale di Potenza ha sposato proprio questa interpretazione su cartelle riferite
ad un arco temporale che andava dal 2005 al 2014 ottenendo il risultato della restituzione al contribuente
delle somme indebitamente dovute.
L’ordinanza rappresenta un’importante novità e rende possibile la contestazione delle somme pretese da
Equitalia a titolo di interessi di mora, aggio ed altre spese, svincolandola dalla impugnazione della cartella
esattoriale dando così la possibilità ai contribuenti che non intendano contestare il tributo o il contributo
dovuto, di tutelare le proprie ragioni anche in sede civile. Equitalia può dovervi dei soldi anche quando “ha
ragione”. State in campana e prima di soggiacere ad una pretesa di pagamento rivolgetevi all’Associazione
Consumatori Avvocato in famiglia o ad un’altra Associazione Consumatori per sottoporre il vostro presunto
debito ad una valutazione seria e professionale.
ri
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
LA RICCHEZZA
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
Scriviamo e proponiamo ai nostri lettori questo articolo
come suggerito dall’Avv Mori da cui attingiamo gran parte
dei contenuti e che ringrazioamo fin d’ora.
“Il tgcom del 18 gennaio 2016 , ma anche altre testate,
hanno riportato la notizia che l’Oxfam (federazione che
raggruppa varie associazioni che lottano contro le diseguaglianze e le ingiustizie sociali) ha stimato che il divario tra super ricchi e poveri è in netto aumento e che “l’economia è al servizio dell’1% della popolazione”. In Italia
l’1% della popolazione possiede il 23,4% della ricchezza
nazionale.
Nel mondo 62 persone detengono addirittura il 50% della ricchezza complessiva e se estendiamo l’esame sempre all’1% delle famiglie più ricche arriviamo ad un dato surreale: esse posseggono il 99% delle ricchezze planetarie.
Trattasi di dati drammatici, che evidenziano il totale ed oggettivo fallimento di un modello economico, quello neoliberista. Falsamente ci raccontano, ormai da decenni, che i mercati, se lasciati liberi, garantiscono la migliore
distribuzione delle risorse umanamente possibile. La falsità di tale affermazione è già dimostrata dalla realtà in
cui viviamo.
Nella stessa italia, da quando si è dimenticato il modello costituzionale, aderendo ai trattati europei e dunque
ad un’economia di mercato libera dagli Stati e fortemente competitiva, la diseguaglianza tra ricchi e poveri è
letteralmente esplosa.
Purtroppo la macchina della disinformazione è dura a morire e nelle università si continua a screditare Keynes
( andate a vedere i suoi video su youtube e rimarrete esterrefatti) per abbracciare le idiozie del neoliberismo.
I mercati non si equilibrano da soli, ma al contrario, se la competizione non è frenata, se lo Stato non coordina, controlla e disciplina l’economia a fini di interesse pubblico e di giustizia sociale, facendo una vera
redistribuzione dei redditi, la ricchezza si accumula sempre più nelle mani di pochissimi.
Nel liberismo assoluto un “competitor” alla fine vincerà ed avrà tutto, è solo questione di tempo.
Nell’ambito del controllo dello Stato sull’economia si possono valutare vari livelli d’intervento, ma cionondimeno essi devono essere tali da riportare equilibrio nella distribuzione delle risorse, altrimenti la povertà
dilagherà ovunque e sfocerà, come sempre nella storia, nella violenza.
Un grande eroe ( andate a leggere cosa era l’ordine esecutivo n° 111110 , che de facto toglieva potere alle
banche ) ha donato la vita . Basta capire che sarebbe scomparso il debito pubblico ed i banchieri ridotti a
normali commerciali quali sono a tutti gli effetti.
Alcuni elementi dello Stato sono poi irrinunciabili, ad esempio il potere d’imperio sul proprio territorio.
Infatti da quando gli Stati non hanno più sovranità monetaria ed economica, i poteri finanziari sono diventati
più forti delle democrazie e l’attività redistributiva è divenuta impossibile e le conseguenze sono ovviamente
quelle che ha ben evidenziato l’Oxfam. Nulla potrebbe essere più ovvio, solo riscattando la nostra sovranità
i mercati potranno tornare nei loro ranghi.
Peraltro per evidenziarvi la demenzialità del neoliberismo, non serve scomodare grandi del passato o i Padri
Costituenti, che già consideravano superato questo modello durante i dibattiti svolti nel redigere il progetto
della Costituzione.
Basta pensare anche semplicemente al Monopoli, che rappresenta l’esempio di un mercato completamente
libero e senza controlli di sorta. Avete mai finito in parità una partita? No, vero? Alla fine vince solo un giocatore, tutti gli altri falliscono.
Questo è esattamente ciò che accadrà nella
vita reale proseguendo queste politiche, con
la differenza che non si tratterà più di un gioco ma della distruzione di intere generazioni
a cui resterà solo miseria, disperazione e
sangue.
Herbert Spencer (1820-1903): “La funzione
del liberalismo in passato fu quella di porre un limite ai poteri del re. La funzione del
vero liberalismo in futuro sarà quella di porre un limite al potere del Parlamento”.
Chi ha la conoscenza diviene anche facile
profeta. Grazie all’amico Dario Zamperin,
uno dei tanti giovani che fa sperare nel nostro futuro, per la preziosa segnalazione di
questa splendida citazione.”
Cosa dire ? Riflettete ogni volta che entrate in banca , è davvero nostra Amica o davvero dobbiamo cominciare a dubitare di ogni sorriso del caro direttore ?
Per una migliore comprensione dell’articolo suggeriamo questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=x933ACGd0KU
La presidenza pro tempore Andrea Fisco
ri
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
COME CANCELLARSI
DALLA BANCA DATI
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
IMPARIAMO A CONOSCERE
BENE IL NOSTRO DIRITTO ALLA
TUTELA DELLA PRIVACY. IMPEDIAMO CHE CI SEGNALINO COME
CATTIVI PAGATORI ERRONEAMENTE E SENZA LE DOVUTE RPOCEDURE GARANTITE PER LEGGE.
TROPPO SPESSO L’IGNORANZA CI
CONDANNA A SOPPORTARE DANNI DURATURI E INGIUSTI.
Debiti, segnalazioni per i cattivi pagatori, tempi di conservazione dei dati: quali sono le conseguenze
della segnalazione alla Crif?
La Crif, Experian Cerved e Ctc, sono Sic, ossia Sistemi di informazione creditizia: si tratta di banche dati detenute da soggetti privati (che nulla, quindi, hanno a che fare con lo Stato!!) in cui confluiscono i dati relativi alle
esposizioni debitorie nei confronti delle banche o qualsiasi altro intermediario di credito.
Non si tratta, quindi, di banche dati pubbliche, ma di soggetti privati che forniscono un servizio alle
banche.
Esiste anche una banca dati detenuta da banca d’Italia (anch’essa società privata ! ). Nella centrale rischi di
Banca d’Italia sono censiti tutti i crediti concessi sopra i 30mila euro (se in sofferenza anche i crediti inferiori
a 30mila euro). Nelle Sic privatissime, invece, gli istituti finanziari possono segnalare volontariamente tutti i
dati relativi ai prestiti concessi.
Ora impariamo ad identificarle. Tra i più famosi e temuti ci sono Crif (www.crif.it), Experian (www.experian.
it), Ctc (www.ctconline.it) e Assilea (www.assilea.it), con quest’ultima, in particolare, che censisce tutti i clienti
leasing delle associate.
I dati contenuti in Crif attengono solo a rapporti di credito (vengono esclusi, quindi, eventuali protesti di
assegni o cambiali) e sono consultabili dalle banche per poter verificare l’affidabilità del potenziale cliente al
momento in cui questi presenta una richiesta di finanziamento.
Non si tratta, quindi, di dati necessariamente “negativi”, come nel caso di mancato o ritardato pagamento
di un mutuo, ma anche di informazioni “neutre”, come la richiesta di un prestito, o addirittura “positive”,
come la regolarità nei pagamenti di un finanziamento.
Tali dati, raccolti dalle banche e dalle finanziarie, servono a capire il livello di indebitamento complessivo della
persona, consentendo così di evitare situazioni di sovraindebitamento e il rischio di default del soggetto.
Allo stesso modo consentono di attribuire un grado di affidabilità positiva al cliente in regola con precedenti
prestiti, in tal modo agevolando e accelerando l’istruttoria per ulteriori finanziamenti.
Poi impariamo le regole a cui loro debbono attenersi.
Le Sic sono regolate da un codice deontologico che è un allegato al famoso decreto sulla privacy del
2003.
Quali mancati pagamenti vengono segnalati in Crif?
Come detto, oltre alle informazioni neutre o positive, nella banca dati vengono anche iscritte le segnalazioni
di morosità o ritardi di pagamento (secondo i tempi che a breve indicheremo). In particolare, le operazioni di
finanziamento oggetto di segnalazione sono solo mutui, prestiti, leasing, carte di credito, fidi di conto corrente.
Solo le banche o le società finanziarie hanno la possibilità di segnalare ai sistemi di informazioni creditizie i
cattivi pagatori.
Ma veniamo alle ragioni della loro esistenza.
Si rischia di essere iscritti nella banca dati anche per morosità nel rimborso della carta di credito, a saldo o
revolving, o quando si emettono assegni non coperti (in questo caso si finisce nel registro dei protestati, con
le stesse conseguenze di chi viene segnalato come cattivo pagatore).
Banche e società finanziarie, comunque, possono segnalare ai Sic soltanto i ritardi o i mancati pagamenti di
almeno due rate (o due mesi) consecutive.
Se non si paga la bolletta della luce, del telefono o del gas non si viene iscritti in Crif. Nel caso, però,
della bolletta del telefono si viene iscritti in Crif se, nella fattura, è compreso anche la rata per l’acquisto di un
cellulare (pratica ormai assai diffusa). La segnalazione scatta, però, solo per il mancato pagamento di due
rate consecutive. Non si viene iscritti in Crif neanche nel caso di mancato pagamento delle tasse o di una
cartella di pagamento di Equialia.
Che succede se si paga in ritardo un finanziamento?
In base al codice di autoregolamentazione, la prima informazione negativa che viene raccolta su un determinato rapporto di credito viene inserita nella banca dati solo dopo 60 giorni, in modo da non mettere troppo
stress sul debitore e consentirgli di regolarizzare la propria posizione. Pertanto, prima di suddetti due mesi le
banche non potranno conoscere tale irregolarità. In pratica, la mora di una singola rata o di un solo mese non
viene iscritta. A partire dal secondo, però, se l’inadempimento prosegue, scatta la segnalazione.
Come deve avvenire la notifica per essere regolare.
È necessaria una comunicazione scritta prima della segnalazione?
Prima di inserire tale iscrizione negativa, la banca o la finanziaria deve inviare al cliente una comunicazione
scritta: si tratta di un preavviso da spedire 15 giorni prima della segnalazione, in cui si ricorda il consumatore del ritardo nel pagamento. Se questi paga, l’informazione su quel ritardo non verrà mai vista da nessuno.
Ma secondo voi la hanno mandata per raccomandata? Quanti conoscono tale obbligo di notifica?
Se manca tale comunicazione scritta, il consumatore può chiedere la cancellazione del proprio nome dal
registro della Crif e il risarcimento per i danni conseguenti a una eventuale mancata apertura di conto
corrente o concessione di un finanziamento.
Quali sono i tempi di conservazione dei dati in Crif?
Per ogni tipo di segnalazione sono previsti tempi differenti di conservazione dei dati in Crif:
– richieste di finanziamento: 6 mesi se l’istruttoria lo richiede o per 1 mese in caso di rifiuto della richiesta o
di rinuncia;
– morosità di 1 rata o di un solo mese, poi sanata: non viene mai iscritta in Crif;
– morosità di 2 rate o due mesi, poi sanate: 12 mesi dal momento del pagamento;
– morosità di 3 o più rate o di oltre due mesi, poi sanate: 24 mesi dal momento del pagamento;
– morosità non pagate: 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto dell’ultimo aggiornamento.
È possibile cancellarsi dalla Crif prima dei termini?
Così come oltre i suddetti termini i dati non possono essere più conservati in Crif, dall’altro lato, però, non è
possibile ottenere la cancellazione delle informazioni negative prima del tempo, neanche se il debitore
rispetta, in seguito, le scadenze dei pagamenti.
Sono quindi false le informazioni che spesso forniscono determinate società che millantano la cancellazione
dai Sic, spesso chiedendo in cambio delle cifre molto alte per qualcosa che è tecnicamente impossibile.
La cancellazione anticipata può essere richiesta e ottenuta solo per i dati positivi, mentre la cancellazione anticipata dei dati negativi può avvenire solo in caso di errore o mancato aggiornamento da parte
dell’istituto di credito. Dunque, la cancellazione anticipata delle informazioni neutre o positive non migliora,
ma può solo danneggiare la situazione del consumatore.
Quali sono le conseguenze in caso di segnalazione alla Crif?
La segnalazione a un Sic come cattiva pagatore comporta:
– l’impossibilità a ottenere un mutuo, un prestito, un fido di conto corrente o una carta di credito
– se si ha già un fido bancario o una carta di credito, la banca potrebbe decidere di revocare il fido e di chiedere la restituzione della carta (deve essere previsto nelle condizioni contrattuali);
– la banca potrebbe decidere di non aprire un nuovo conto corrente al consumatore, ma non può chiudergli
forzatamente quello già aperto in precedenza.
È possibile conoscere la propria posizione dentro Crif?
Certo; il consumatore può chiedere di accedere ai propri dati registrati in un sistema di informazioni creditizie
al gestore del Sic o all’intermediario, che devono rispondere tempestivamente, per ottenere aggiornamento,
rettifica o cancellazione dei dati. La richiesta può essere presentata tramite internet.
In particolare, per inviare l’istanza bisogna compilare il modulo online presente sul sito della Crif (www.crif.
it). Il riscontro verrà dato entro 15 giorni dalla ricezione della documentazione completa (modulo di richiesta
firmato e documenti identificativi). Per l’esercizio del diritto di accesso, Crif ed Experian richiedono un importo di 4 euro (!).
Si può chiedere la rettifica delle informazioni errate?
Chi è stato iscritto in Crif ha sempre diritto, oltre che a richiedere l’accesso ai propri dati, anche a ottenere la
rettifica di inesattezze. Il tipico esempio è quello per cui la segnalazione non avrebbe dovuto essere effettuata
per insussistenza della morosità. In tal caso la rettifica va chiesta sia alla propria banca che alla Crif.
Un altro esempio è il furto di identità e la frode. Si pensi al caso di un soggetto cui viene clonata o sottratta
la carta d’identità per chiedere un prestito, che poi non viene onorato, sicché questi si ritrova, di punto in
bianco, segnalato in Crif. In tal caso occorre denunciare la frode alla polizia e prendere contatto con la banca
o con il gestore del Sic.
INFORMATEVI BENE SUL CONTENUTO DELL’ARTICOLO N° 6 del Provvedimento del Garante COMMA
7 ED 8 del 16 novembre 2004, Gazzetta Ufficiale 23 dicembre 2004, n. 300. SCARICATE IL PDF QUI SOTTO PER LEGGERLO NEL DETTAGLIO.
L’ARTICOLO TUTELA UN VOSTRO PRECISO DIRITTO.
CONOSCETELO PER IMPARARE A DIFENDERLO E PRETENDERE IL RISPETTO DELLA VOSTRA PRIVACY.
ri
USURA: CONTINUA
LA LOTTA CONTRO
L’ARROGANZA BANCARIA
e Consu
azion
ma
oci
to
s
s
A
AVVOCATO
IN FAMIGLIA
In continuo aumento le vittorie dei cittadini, che risvegliati all’esercizio del Diritto, decidono di ribellarsi all’arroganza delle istituzioni bancarie che ormai ha raggiunto limiti intollerabili, e picchi di
scelleratezza mai visti primi con l’introduzione del bail-in.
Tutto questo nell’assordante silenzio dei mass-media asserviti ai poteri forti e alle lobby dei banchieri
che, per ovvie ragioni, hanno tutto l’interesse che non venga raggiunta la percezione e la consapevolezza del grande pubblico dell’ampiezza di queste vittorie.
Con la sentenza n. 350/2013, la Suprema Corte di Cassazione va a minare in modo molto significativo tutto
il sistema bancario! Molti cittadini, da allora, hanno deciso di combattere l’odioso delitto di usura! La legge
anti-usura 108/96, ha definito chiaramente i parametri del tasso soglia, superato il quale si commette il reato di usura oggettiva, indicando che per effettuare il calcolo devono concorrere le varie spese, le penali, il
tasso di mora, tutte devono essere sommate agli interessi pagati. la Corte di Cassazione con la sentenza
n. 350/2013 del 9 gennaio, esprime il concetto di Usura “contrattualizzata”, ossia, se anche solo nella forma
contrattuale l’indicazione del T.A.N. sommata all’indicazione del tasso di mora evidenziasse il superamento
del tasso soglia, il contratto relativo ai mutui ipotecari è da considerarsi nullo!
A rafforzare la sentenza della Suprema Corte di Cassazione Si aggiunge la sentenza della Corte d’Appello
di Venezia n° 342 del 18 Febbraio 2013: “L’articolo 1815, comma 2 c.c. esprime un principio giuridico valido
per tutte le obbligazioni pecuniarie e pertanto la previsione di nullità della clausola di debenza degli interessi
è applicabile a qualsiasi somma richiesta a tale e quindi anche nel caso d’interessi moratori. La conseguenza
della violazione dell’art. 1815, comma 2, c.c. è la conversione forzosa del mutuo usurario in mutuo gratuito.”
Si prospetta quindi una serie di possibilità:
A. Recuperare gli interessi versati.
B. Recuperare gli interessi versati e vedersi annullare quelli ancora da versare
C. Rinegoziare le rate mensili del piano di ammortamento
D. In caso di contratto Chiuso/Concluso, al recupero di tutti gli interessi versati
Si vince contro le banche? Basta andare sul web e digitare “sentenze usura” per capire quante sconfitte hanno subito gli istituti di credito che hanno dovuto restituire il maltolto. Le ultime sentenze a
favore della nullità del mutuo sono state emesse dalla Cassazione, il Tribunale di Venezia, il Tribunale di
Cagliari, il Tribunale di Lodi, ecc..
Io dico sempre una cosa: la Banca vince perché non la contestiamo. La maggior parte dei Mutui e conto
correnti contengono illegittimi di vario tipo, oggi si parla molto di usura, in realtà ci sono anche altri illeciti che
danno la possibilità di ricevere risarcimenti come l’anatocismo, l’indeterminatezza del tasso ed altri.
Inoltre, il Tribunale di Firenze con una recente sentenza ha stabilito che il mutuo è nullo se l’importo erogato
supera l’80% del valore dell’immobile (ipotecario e non di mercato). La sentenza in commento, spezzando
una lancia in favore di tutti quei consumatori ai quali è stato accordato un finanziamento superiore rispetto
a quanto previsto dalla legge all’art. 38 del Tub e delibera 22 aprile 1995 del Comitato interministeriale per
il credito e il risparmio, Cicr.. La pratica è molto diffusa nelle banche perché spesso il cliente che non ha la
somma necessaria per far fronte all’acquisto di un immobile, chiede alla banca il finanziamento per l’intero
importo, e la banca assieme al suo perito a volte o spesso, sovrastima il valore del bene con il solo scopo di
aumentare la quota rimborsabile e di conseguenza il calcolo degli interessi, il primo vero business della ban-
ca ma non l’unico. La pronuncia del Tribunale di Firenze, che di seguito spiegheremo, potrà essere utilizzata
per porre nel nulla l’intero mutuo erogato dalla banca e, conseguentemente, anche l’obbligo di pagamento
delle relative rate che dovranno essere ricalcolate decurtando tutti gli interessi a seguito di gratuità, sia quelli
già pagati che quelli da pagare.
Secondo i giudici toscani il limite di finanziabilità dell’80% non può essere derogato dalle parti, in quanto
norma imperativa, volta cioè a garantire “regolare andamento dell’attività bancaria” essenziale all’economia
italiana. L’ordinanza dei giudici toscani è importante perché sottolinea che il valore degli immobili su cui calcolare l’80% non è quello di mercato (Mv, Market value) ma quello ipotecario o cauzionale (Mlv, Mortgage
lending value), così come definito dalle direttive europee (Direttiva n. 2000/12/Ce e 2006/48/Ce.)
Come ci dobbiamo muovere contro la banca? Come procurarsi le prove?
Servono due elementi fondamentali: l’identificazione soggettiva di chi commette il reato e le prove. Il consiglio
è quello di denunciare la persona con cui si ha il contatto in banca fosse anche l’ultimo degli impiegati, in
maniera che se interrogato, inizi lo scaribarile delle responsabilità fino ad arrivare all’individuazione di uno o
più responsabili.
Le prove: l’usura (ma anche tutti gli altri illeciti bancari), come qualsiasi altro reato, va provata con una perizia
seria, professionale fatta da periti bancari iscritti in appositi albi, per dimostrare il comportamento estorsivo
nei Vostri confronti e quando possibile anche la violenza privata (munitevi di un registratore).
“a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”, e quindi CONTROLLATE I VOSTRI MUTUI,
FINANZIAMENTI E CONTO CORRENTI!
22/01/2016
Cristian Maggiolo