tra aspettative e delusioni una CittÀ PiÙ Volte traDita!

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tra aspettative e delusioni una CittÀ PiÙ Volte traDita!
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tra un Passato DiMentiCato
e un Futuro inCerto!
Socrate, con felice intuizione, affermava che la città, per poter vivere, aveva
costantemente bisogno di rigenerarsi moralmente, senza però perdere i
“contatti” con il proprio vissuto.
In questa ottica, l’importanza della
“memoria collettiva”, affiancata ad una
educazione permanente, alla scoperta e alla riscoperta di una responsabilità personale e comunitaria,
all’evitare il riflusso nel privato, ad una partecipazione
sociale e ad una valorizzazione della memoria collettiva, diventava, e lo è ancora di più oggi, un’urgenza…
quasi etica e… quasi quotidiana.
Un sentire condiviso, nelle concrete specificità, per
sconfiggere ogni atteggiamento di indifferenza o di
rassegnazione, era dunque e ancora di più dovrà diventare, passo dopo passo, possibile e quasi naturale
ed è auspicabile che il tutto si “riscopra” nel difficile
tempo presente nel quale viviamo.
in seconda...
anCora FerMi i laVori Di
restauro Del Palazzo sPinelli
di ERCOLE SERRA
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Anno XVI - n° 4
Luglio-Agosto 2012
Da Bergamo a Basile… tra aspettative e delusioni
una CittÀ PiÙ
Volte traDita!
di NANDO MANCO
Negli ultimi 50 anni, abbiamo avuto amministratori comunali che, tutto sommato, hanno dimostrato un briciolo di sensibilità e in parte sono riusciti a “sentire”
i diversi problemi che attanagliavano il
territorio e la popolazione.
Sarà stata piaggeria, atteggiamento di
facciata, paura di essere messi al “rogo”
della critica, amor proprio, pensatela
come meglio credete, però qualcosa è
stato messo in pratica…e bene o male si
è amministrato.
Anche un politico tanto votato nel recente passato (spesso grandi vittorie
possono generare “delirio di onnipotenza” e possono far perdere l’obiettivo prefissato), chiacchierato e criticato
come Mario Russo, sindaco di Scalea dal
2000 al 2010, con migliaia di consensi ottenuti nei due mandati, non è che avesse
il grande dono dell’ascolto: però, con i
suoi difetti, sapeva far politica. Si ritornò
a respirare una ventata di aria nuova e
come accade spesso, sulle ali dell’entusiasmo, in molti si illusero per rimanere,
poco più tardi, delusi da certi suoi giochetti politici perversi.
Ma quale sindaco non è mai stato criticato e non è finito nell’occhio del ciclone? Dario Bergamo, sindaco di Scalea dal
1960 al 1980, da alcuni è ricordato come
il sindaco degli errori, legati alla speculazione edilizia, all’argilla della Sogene,
all’ospedale mai… partito, ai terreni
“regalati” ai vari notabili dell’epoca che
si “affacciavano”, in quei tumultuosi ed
agitati anni, su Scalea, allo sventramento
della Baia del Carpino e alle costruzioni
sul promontorio più bello della nostra
costa, alla “casa albergo”.
Torre di Giuda
simbolo del tradimento
di Scalea
in seconda...
sPeriaMo Che a salVarCi sia la MoDerata “inVasione” russa
di GIAN ENRICO ZAMPROTTA
Dello storico Palazzo dei Principi Spinelli (sec. XIII) si
parla da quasi sessant’anni e, comunque, sin dal 1952,
quando il maniero fu dichiarato monumento nazionale
e, quindi, sottoposto al totale e particolare vincolo di
tutela insieme al terreno sottostante. In una mia lettera pubblicata nel lontano 1964 sul settimanale “CRONACA” segnalai il potenziale pericolo di deturpazione
che poteva, sin da allora, subire il monumento con
la costruzione di fabbricati nell’area circostante così
come, nel corso degli anni, purtroppo, è avvenuto.
Lo scorso anno, scrivendo sulle pagine del “Diogene”,
ebbi modo di prevedere un profondo, radicale, cambiamento nelle abitudini dei visitatori della nostra bella Scalea ed anche un altrettanto, purtroppo, radicale
cambiamento nelle aspettative degli esercenti attività
connesse al turismo. Puntualmente, questa stagione
turistica, ha portato con se i cambiamenti, tutti negativi ahimé. Le strade che in passato erano un gioioso e
chiassoso viavai fino a tarda notte, ora sono deserte,
le finestre che come fiori che sbocciano, iniziava ad
illuminarsi già da giugno, oggi restano inesorabilmente
chiuse e siamo a fine luglio. È senza meno superfluo
fare un’analisi dei perchè di questa situazione, la risposta viene data per scontata da tutti: “C’è la crisi”.
in undicesima...
in quarta...
Grandi eventi: inContro MaGiCo al Metastasio Con alessanDro CeCChi Paone
di SARA SILVESTRI
un intervento che ha deliziato la
numerosa e divertita platea
Ottima la conduzione affidata al
nostro direttore nando Manco
La serata con Alessandro Cecchi Paone, giornalista,
docente universitario, conduttore televisivo, politico,
scrittore ecc., in via Rimoli, nella piazzetta antistante
il ristorante “Il Metastasio”, sabato 28 luglio 2012, per
la presentazione del suo libro “Il Campione Innamorato”, nonostante la concomitanza di uno spettacolo
folk nei pressi (una mannaia sul collo che ha condizionato, oltre il dovuto, l’inizio e la fine della serata)
si è rilevata, senza dubbio, una kermesse azzeccata
e spumeggiante, sotto tutti i punti di vista. Segno che
la professionalità non è acqua…
in ottava...
Primo Piano
Luglio - Agosto 2012
...dalla prima
...dalla prima
l’italia tra un Passato
una CittÀ PiÙ Volte traDita!
di NANDO MANCO
DiMentiCato e un Futuro inCerto!
di GIOVANNI CELICO
La comunità, pertanto, poteva, può e potrà aspirare a
diventare corpo più attivo, conservando e trasmettendo la memoria della sua storia, non solo la remota ma
anche la più recente, perché non vi era e non vi può
essere soluzione di continuità tra “i due tempi”.
Di conseguenza, se adesso non bisogna essere degli
sciocchi “laudatores temporis acti”, del passato, è necessario, però e comunque, saper discernere quanto
di positivo, ormai, può considerarsi acquisito, per richiamarlo e indicarlo alla attenzione collettiva, in modo
che nulla abbia a perdersi, ma tutto possa concorrere a
costruire “il bene comune” dell’oggi e del domani.
Invece, questo è il cruccio, viviamo, a causa di una diffusa mediocrità e superficialità, soprattutto avvertibili
nelle classi dirigenti, in una “attualità incerta, critica e
povera”, in tutte le direzioni, un tempo “oscuro” che
non solo non si “lega”, o non riesce a legarsi, al passato
ma che non fa intravedere alcuna luce… alla fine del
lungo, interminabile tunnel nel quale siamo stati o ci
siamo cacciati.
È primaria, in questa ottica, ed è forse l’unico “valore”
rimasto, cui aggrapparsi, l’esigenza che si documenti il
tempo trascorso che sembra essere, altrimenti, condannato a sprofondare in una nebbia senza fondo: la
scuola e la famiglia, in ciò, dovrebbero fare da battistrada.
Tra le case, le vie e le piazze, le chiese, gli alberi e i monumenti, c’è la storia comune che può ancora formare
il cittadino, che forse così si potrà interrogare su quale
agorà potrà e dovrà vivere e trasmettere, se ne immagina o ne costruisce una, alle generazioni future.
Quando le pietre e le strade diranno niente all’anima di
ognuno e non creeranno un collegamento tra il passato e il futuro, attraverso un presente concreto, la città,
o la nazione, sarà abitata ma non sarà vissuta, non sarà
amata e, perciò, non sarà goduta (quello che, oggi e
domani, bisogna evitare).
Essa sarà forse soltanto terreno di competizione, luogo
di scambi e di calcoli economici, stazione di transito,
spazio da usare e sfruttare, perchè priva di memoria da
preservare, non luogo “da vivere”.
Bisogna fare in modo dunque che i “muri della memoria” delle nostre città, dei nostri grandi e piccoli centri,
delle campagne, delle colline, dei monti, dei fiumi e
dei laghi, non si tramutino tragicamente in muri di un…
pianto nuovo!
Un tempo, con la città e lo stato, si costruiva l’uomo:
l’etica pubblica obbligava ogni cittadino e, in modo
speciale, coloro che si mettevano, con competenza e
dedizione, al servizio degli altri, a “ costruire il bene
comune”, non, per esempio, ad arricchirsi individualmente.
Noi siamo padroni di nulla e dobbiamo recuperare, tra
l’altro e subito, il senso vero e profondo che è il dedicarsi, specie nel servizio della cosa pubblica, imitando,
per esempio e anche, le esemplari figure del passato:
necessità, dunque, di riscoprirlo, ricostruirlo, trasmetterlo, questo nostro passato!
L’ethos può e potrà ancora condurre la classe dirigente
a svolgere una funzione di servizio, libera e trasparente, se ci si richiama e si centra tutto sul valore, sperimentato, oltre che della gratuità, anche della esperienza, che rende credibili i compiti che si assumono o ai
quali si è delegati.
Il superamento, tra l’altro, di ogni individualismo potrà
o potrebbe rigenerare un rinnovato spirito di partecipazione, libero dal sospetto, cosa che oggi non sembra possa avvenire, elevandolo a criterio di relazione
sociale e di discernimento, così come, senza mistificare, era o è stato in parte nel tempo andato.
La città è opera dell’uomo, a cui Dio ha affidato la “materia prima”, perché Lui ha creato un… giardino… non
una città, alla cui costruzione specifica deve dedicarsi
la creatura!
Don Fabrizio, nel Gattopardo, parlando con padre Pirrone, diceva: «Ho fatto importanti scoperte politiche:
sapete che succede nel nostro paese? Niente… solo
un’inavvertibile sostituzione di ceti! Capite, padre? Il
nostro è il paese degli accomodamenti».
Infatti, oggi, cosa succede… nel nostro paese ed esempio paradigmatico in politica?... Niente! Si è piegati ed
assuefatti ad un nichilismo assoluto, in uno smarrimento nevrotico, con la solitudine che attanaglia e il dolore che abbraccia tragicamente tutto, in una situazione
economica così grave che probabilmente ha “intontito” gli attori veri, cioè i lavoratori, e in questo “quadro”
tutto cambierà… perché nulla cambi anche se, per superare questa fase, ci vorranno forse decenni!
La mancanza di stabilità, la distruzione sistematica di
continuità, la babelizzazione della “civitas”, la povertà galoppante, fanno da scenario ad una sostituzione,
quasi teatrale, dei ceti sociali, culturali e politici dominanti, forse, e speriamo, ancora solo per poco, quelli
attuali, secondo la legge del più forte e del più furbo,
secondo un istinto quasi tribale di sopravvivenza (l’unica percezione… di continuità con il passato).
È solo un sussulto epocale o si tratta di qualcosa di più
tragico e profondo? Speriamo che non si stia costruendo il futuro, prossimo e remoto, sulla sabbia e non sulla
roccia e che ci sia un domani in parte diverso, se non
migliore, o almeno accettabile per i più giovani.
Però saremmo ingiusti nell’elencare solo le negatività di
quella amministrazione perché quegli stessi furono periodi anche di importanti scelte, in un contesto territoriale non facile, e quella era un’altra Scalea, era la comunità
dei contadini e dei marinai, di un popolo che ancora
avvertiva forte i danni e la fame lasciata dal secondo conflitto bellico.
Era un paese che, possedendo un’immensa pianura e
incomparabili bellezze naturali, non poteva certamente
rimanere con “quattro case e un forno”: dopo una prima fase di stasi (si pensava solo a garantire alcuni servizi
primari), sul finire degli anni ’60, si diede l’avvio all’indovinato insediamento di piccole e medie imprese manifatturiere come la camiceria (I.C.M.) e quella della lavorazione
del marmo (Vitanza) che dettero lavoro a parecchie famiglie, mentre nel secondo decennio di amministrazione
Bergamo, si scelse, anche sulla spinta di tanti palazzinari che avevano puntato su Scalea per creare un grande
polo turistico, di dare l’avvio alle grandi costruzioni.
Su Scalea, all’improvviso, spuntò il sole della ricchezza:
per molti le cose cambiarono in un breve lasso di tempo.
Addio sacrifici e ristrettezze, a Scalea incominciarono a
girare tanti quattrini. Certo, tutto ciò ebbe un prezzo da
pagare che fu quello di rinunciare e dire addio per sempre a tante bellezze naturali e paesaggistiche ma il gioco,
per molti, valeva la candela. Gli altri comuni della costa,
addirittura, ci invidiavano e cercavano di imitarci.
Nel 1980 Dario Bergamo, probabilmente stanco del lungo ventennio precedente, decise di non ripresentarsi più
ritenendo, forse, che il suo ciclo era finito e a sorpresa,
sulla scena comunale, si affacciò un giovane e rampante
sindaco, Franco Zito, con l’idea di abbellire e cambiare
Scalea in modo da renderla sempre più appetibile agli
occhi dei turisti e trasformarla in un ordinato ed accattivante salotto all’aperto.
Piazza Caloprese, per la prima volta nella sua storia, diventò isola pedonale e Zito risolse, dopo decenni, grazie
anche all’incisivo interessamento del parlamentare cosentino della DC Riccardo Misasi (era un periodo florido
per la politica nazionale), il problema dell’acqua potabile e della rete fognaria e su questa scia furono realizzate
opere pubbliche come le scuole elementari e medie,
l’asilo nido (attuale Idea ’90), il Palazzo di Città, il Palazzo
di Giustizia, l’impianto di illuminazione, di depurazione e
la condotta sottomarina, inoltre fu acquistato il Palazzo
dei Principi e, da lì a poco, fu rifatto il tetto e consolidato. In vista dei mondiali del 1990, si riuscì, inoltre, ad
ottenere un finanziamento di un miliardo e 50 milioni per
avviare i lavori del nuovo stadio in località Fiume Lao.
Insomma l’amministrazione Zito fece cose apprezzabili
dando un senso alla città che nel frattempo, però, continuava a subire un processo inarrestabile di cementificazione selvaggia. Nel secondo quinquennio, da tanto
sfacelo non si salvò nemmeno il Convento Francescano
(sec. XIV) accerchiato da mastodontici fabbricati che
offuscarono per sempre questo importante sito storicoarcheologico di patrimonio pubblico, e poco lontano,
anche la collinetta verde del “monticello” sparì del tutto
per far posto all’ennesima colata di cemento. Il cemento,
utilizzato in modo maldestro e smisurato, come è stato
fatto a Scalea, può avere gli stessi effetti devastanti di un
vulcano in piena eruzione.
Per capirci, si immagini Pompei, Ercolano e tutti i paesi
vesuviani invasi dalla lava: a Scalea “colò” la “lava del cemento” che tanti danni ha arrecato all’intero comprensorio.
Per la grande pianura, per il mare e le spiagge amene,
Scalea avrebbe avuto nel suo destino un grande futuro,
se si fosse puntato soprattutto a una forte espansione
ricettiva, seguendo un criterio diverso e attuando alla
lettera uno scrupoloso piano di fabbricazione.
Dopo Zito, una breve parentesi di Sandro Bergamo, figlio
del compianto Dario, che portò una ventata di gioventù
e freschezza e un plausibile risveglio culturale ma, nonostante ciò, quella dirigenza fu sopraffatta da una serie
di lotte intestine che contrassegnarono quei due anni e
mezzo, con una popolazione divisa tra “zitiani” e “bergamiani”.
Nel 1993 arrivò, a Scalea, l’ex generale Pezzotti, una persona intelligente, preparata e determinata che diede uno
scossone a molti dei metodi di gestione del passato.
Con raziocinio, riuscì a mettere un certo ordine nell’apparato burocratico, in pratica negli uffici comunali, e ad
eliminare alcune forme di indolenza e talune prassi di
lassismo che prima albergavano e, con la sua indiscussa esperienza, quando dovevano essere prese decisioni
importanti a favore di Scalea, non esitava a mettere in
evidenza tutto il suo acume professionale e decisionista.
Non mancarono provvedimenti, anche clamorosi, come
quello della deviazione del traffico a motore dalla Superstrada 18 verso le “pedemontane” per motivi di sicurezza. Nel migliore periodo amministrativo, contro Francesco Pezzotti fu architettata, da parte dell’opposizione e
dei poteri forti, una manovra per farlo cadere: il progetto
riuscì a metà!
Pezzotti, nel 1996, tra polemiche e scetticismo, si ripre-
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sentò e tornò a vincere, a sorpresa, e governò Scalea
fino al 2000, pur non raggiungendo i livelli del suo primo
mandato.
Dell’ex sindaco e consigliere provinciale Mario Russo abbiamo già detto sopra.
In questo excursus abbiamo riassunto, velocemente, 50
anni di storia politico-amministrativa fatta di luci ed ombre, di alti e bassi, di aspettative e delusioni tenendo
sempre conto dei periodi e degli avvicendamenti delle
varie fazioni politiche sulla scena locale.
La vera anomalia, perchè senza punti di riferimento,
però, è stata toccata con la coalizione “strana” che da
due anni dovrebbe… guidare la città!
Un sindaco, l’attuale, ineccepibile sul piano personale
ma impenetrabile su quello politico. Pasquale Basile, già
dai primi giorni del suo insediamento, ha impostato la sua
azione amministrativa su una inspiegabile e sconcertante
assenza di empatia: nessun contatto o filo diretto si è instaurato tra primo cittadino e popolo. Puoi parlare, dire
e proporre le cose più interessanti e intelligenti del mondo… ma non caverai mai un ragno dal buco anche con
tematiche e problematiche riguardanti la città di Scalea!
La risposta di Basile, da oltre 50 mesi, è sempre la stessa:
«non ci sono soldi…»! Eppure, per la Coop. Soc. onlus
“Artemisia” di Buonvicino, che fa capo a una certa Chiara
Benvenuto, pare siano stati deliberati, in data 30 luglio
2012, euro 17.500 da spalmare in tre mesi di cooperazione e di supporto tecnico sul già “pingue” ufficio tributi
comunale, allestito alla grande dopo la rottura anticipata
con la Censum.
Eppure, tanti cittadini e proprietari di seconde case stanno regolarmente pagando l’IMU: quello di Scalea, insieme a Rende, è uno dei comuni record, per questa entrata, della Provincia di Cosenza. Ricchissima la quota che
spetta al comune di Scalea, centro di mare, ricco quindi
di seconde case e realtà commerciali e imprenditoriali:
2.101.101 euro, 1.074.866 al Comune e 1.026.235 allo
Stato.
Sicuramente, i problemi di carattere economico esistono
e sono sul tappeto, però questo demoralizzante “motivo” va cambiato: non ci si può trincerare dietro uno
scudo di… monotone parole, mentre si continua a mettere sulla… graticola “carne viva”, tagliando anche l’indispensabile e il necessario, magari per affrontare con
una certa serenità e tranquillità, periodi dell’anno come
la stagione estiva, unica fonte di guadagno per buona
parte degli scaleoti che già pensano, preoccupati, alle
prime scadenze del prossimo autunno.
Nelle ultime stagioni, sarà bene ricordare, il turismo ha
più volte vacillato: nel 2009 (amministrazione Russo) in
piena estate abbiamo avuto le acque del mare comletamente impraticabili.
Un anno fa in pieno agosto cumuli di spazzatura sparsi
per Scalea hanno fatto il giro del mondo e, anche qui per
Basile, non ci può essere una giustificazione per tutto o
colpe da scaricare su altri.
Anche il neo sindaco di Praia a Mare, a come si dice,
avrebbe ereditato una situazione economica non proprio florida, però tutti possono notare, arrivando a Praia,
di trovarsi al cospetto di una città attiva, dove regna un
incoraggiante ordine e tanta attenzione, che si presenta
decorosa, pulita e vivibile, al punto di poterla paragonare ad una piccola Rimini del sud.
Evidentemente, la volontà di ben amministrare è tanta.
A proposito, a fine luglio, organizzato dai f.lli De Rosa,
con il patrocinio del comune di Praia a Mare, ha richiamato una marea di gente, ottenendo un grandissimo successo, l’atteso ed entusiasmante torneo di Beach Soccer
che ha visto fronteggiarsi le agguerrite nazionali di Spagna, Brasile, Argentina e Italia, nelle cui fila erano schierati
famosi ex calciatori, come Pagliuca, Di Livio, Ganz, Del
Vecchio, Tonetto ed altri ancora che, oltretutto, sono
stati davvero bravi ad aggiudicarsi la difficile finale contro
il Brasile.
A Scalea, invece, si vive, da più di due anni, una situazione in bilico senza una mirata programmazione valida, di
disordine e di stallo, di non ascolto, di non entusiasmo.
Negli occhi degli attuali amministratori comunali non si
riscontra alcuna voglia di cambiare rotta per dare a questa città, tanto premiata dal buon Dio, con straordinarie
bellezze naturali, ma, allo stesso tempo, tanto danneggiata e martoriata dalla mente e dalla mano dell’uomo,
una sospirata rinascita proiettata verso il nuovo e verso
il bello.
Punti vendita:
SCALEA - Via Lauro, 240/264b
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Luglio - Agosto 2012
Primo Piano
“OSPEDALE”: COS’È CAMBIATO DAL 2007 AD OGGI?
Sul numero scorso del Diogene avevamo ampiamente
trattato tutto il travagliato iter dell’ospedale di Scalea
mai partito, dagli albori al 2007, ripercorrendo le varie
fasi con l’ausilio di articoli già pubblicati sulle colonne
del nostro giornale.
Ora, per dovere e rispetto di informazione, perché in
molti ci hanno chiesto di fare il punto della situazione
attuale su un argomento così importante, come la salute,
che riguarda e sta a cuore indistintamente a tutti, cercheremo di esporre tutte le novità frattanto intervenute.
In questi cinque anni, cioè dal 2007 ad oggi, la struttura sanitaria di località Petrosa si è arricchita di specialità
importanti, diventando un centro di riferimento dei tanti
utenti scaleoti e dei paesi limitrofi.
È in funzione l’ambulatorio di Neurologia che si è arricchito del servizio di Neurofisiopatologia con l’esecuzione
di esami elettromiografici (per la diagnostica di importanti patologie del sistema nervoso periferico-NeuropatieRadicolopatie-Plessopatie-Patologia della giunzione neuromuscolare e del muscolo) e da qualche mese è stato
attivato anche il servizio dei Potenziali evocati acustici
e visivi.
Tre giorni la settimana è possibile usufruire dell’ambulatorio di Urologia ed effettuare esami diagnostici di tipo
funzionale: uroflussometria, esame urodinamico completo con elettromiografia e ecografia dell’apparato urinario
e genitale maschile.
Fiore all’occhiello è l’Ambulatorio di Uroriabilitazione,
Unico Centro Convenzionato in tutta la Regione Calabria,
in cui si effettua la Riabilitazione del Pavimento Pelvico
per tutte le disfunzioni minzionali urologiche, neurourologiche, uro-ginecologiche e disfunzioni pediatriche
(incontinenza e ritenzione vescicale e tutte le disfunzioni fecali). Inoltre vengono effettuate terapie riabilitative
anche per soggetti con disfunzioni erettili (impotenza).
Unitamente alle terapie riabilitative convenzionali si effettuano anche programmi di tipo innovativo (terapia
neuro-cognitiva, stimolazione nervo tibiale, agopuntura/
auricoloterapia).
È attivo, inoltre, un servizio ambulatoriale rivolto al
paziente portatore di “stomia” (nuovo organo posto
sull’addome che raccoglie all’esterno feci e urine), come
risultato di interventi chirurgici per asportazione di tumori dell’apparato intestinale o urinario. Si intuisce come la
presa in carico di tale paziente non sia esclusivamente di
tipo sanitario ma anche di tipo psicologico/assistenziale
globale. È presente, anche un ambulatorio di Ecografie
munito di Doppler, per la diagnosi di patologie venosearteriose agli arti superiori e a quelli inferiori. Si eseguono
doppler TSA e Aorta addominale.
Inoltre si eseguono, periodicamente, oltre alle specialità
già esistenti, corsi di preparazione al parto, di acquaticità neonatale e di prevenzione della depressione post
partum, corsi di prevenzione ai disturbi psichici legati
alla menopausa; e da settembre, corsi di acquaticità per
donne in menopausa.
All’interno del Poliambulatorio si possono effettuare,
inoltre, visite specialistiche di Angiologia, Cardiologia
(con l’aggiunta di ecocardiogramma); Dermatologia; Diabetologia; Neurologia, Endocrinologia (con l’esecuzione
di ecografie tiroidee), odontoiatria, oculistica, diabetologia, fisiatria, ortopedia, otorino, ecografie.
Da marzo del 2009 si effettua la Riabilitazione Adulti,
motoria e neuromotoria, rivolta a pazienti con postumi
d’ictus - Morbo di Parkinson - Sclerosi multipla - Ernia discale).
Un altro ambulatorio esclusivo è quello in cui si pratica
il linfodrenaggio, rivolto a donne con linfedema agli arti
superiori ed inferiori, per postumi di mastectomia o isterectomia. È stato anche messo in funzione un percorso
vascolare per l’Idrokinesiterapia.
Infine, le vaccinazioni, che fino a qualche anno fa si effettuavano presso uno studio medico cittadino privato,
adesso si eseguono nel Poliambulatorio nei giorni di
mercoledì e venerdì.
Alla luce di quanto riportato e da un sopralluogo effettuato, gli spazi “sfruttati” al primo piano, vista la mole delle attività svolte, appaiono alquanto insufficienti.
A questo punto, con una spesa irrisoria, potrebbero essere utilizzati i locali comunicanti che si trovano al piano terra (nella foto) e che, sicuramente, darebbero un
trattenere la perdita di urina. Fughe urinarie, anche di
tipo minimo, costituiscono un problema di disagio personale, relazionale, psicologico, sociale, di igiene publica, di COSTI. Pur non essendo una patologia in grado
di pregiudicare la sopravvivenza del paziente, (salvo in
rari casi), essa influenza negativamente l’aspetto globale
dell’individuo determinando una seria alterazione della
qualità della vita.
PERCHÉ DOBBIAMO PARLARNE?
In questo momento particolare, di crisi economica, dobbiamo pensare a soluzioni innovative, consapevoli che
uno dei tanti aspetti clinici dove coniugare risparmio e
qualità, sia proprio quello relativo alla prevenzione delle
Incontinenze sfinteriche e delle cause che determinano
tale sintomo.
Tutto ciò anche e soprattutto in considerazione di tante criticità emergenti: l’invecchiamento progressivo della
popolazione, l’aumento delle malattie croniche, la crescita della domanda di salute e benessere, la scarsità
“relativa” delle risorse, le carenze organizzative di alcuni
servizi, gli alti volumi di spesa farmaceutica, l’inadeguatezza di molte prestazioni ospedaliere, ecc...
EPIDEMIOLOGIA. RISVOLTO ECONOMICO:
L’incontinenza urinaria è un problema importante per
molte persone; è colpita una donna su tre dopo i 60
anni; 40% delle donne tra i 30 e 50 anni e 20% prima dei
30 anni. Nella popolazione maschile è presente nel 2 10%. Enuresi = 10 - 15% dei bambini fra i 6 -7 anni.
In Italia si calcolano almeno 3 - 4 milioni di incontinenti
(dato ancora sottostimato a causa di una imbarazzante
inibizione da parte di circa il 50% dei pazienti che difficilmente ne parla al proprio medico).
Patologie sommerse: I.U. associata a Dolore Vescicale e a
Dolore Pelvico Cronico, nell’anziano fragile, nel pz. neurologico.
È da segnalare che negli U.S.A. la spesa sanitaria per i
pazienti incontinenti ammonta a circa 8 miliardi di dollari,
in Italia a circa 600.000,00 di €, nel nostro territorio (già
ASL n. 1 di Paola) sono stimati 2.400 pazienti circa con
una spesa sanitaria annua di circa € 1.400,00.
Diagnosi: quando il paziente arriva dal medico è già a
metà strada nell’affrontare il problema. Il M.M.G. E lo
Specialista sapranno consigliare gli esami diagnostici da
effettuare e successivamente la terapia più adeguata.
Terapia: ci sono diversi tipi di terapia a seconda del tipo
e grado del problema e a seconda del paziente.
TIPI DI INCONTINENZA E CAUSE:
L’incontinenza urinaria può essere causata da più fattori:
Negli uomini: Malattia prostatica
Nelle donne: legate a gravidanze, parto, menopausa.
1. Da Sforzo: Incontinenza che si manifesta in caso di
aumento della pressione addominale (tosse, starnuto,
risata, movimento o sforzo fisico).
Cause: Indebolimento PAVIMENTO PELVICO, indebolimento SFINTERE VESCICALE, patologie neurologiche, Stipsi, IATROGENA (farmaci, int. Chirurgici), Tumori, Fistole,
Malattie cardiovascolari, diabete.
2. Da urgenza: provocata da contrazioni involontarie del
muscolo vescicale (detrusore).
Cause: Malattie neurologiche, IDIOPATICA, (senza un motivo preciso), Int. Chirurgici, condizioni ostruttive croniche.
3.Mista: (entrambi i tipi).
4.Da rigurgito: (Ipertrofia prostatica).
5.Altre cause: incontinenza funzionale, infezioni urinarie.
TERAPIA:
• Prevenzione: modifiche dello stile di vita: prevenzione
e/o correzione di: obesità, fumo, stipsi, infezione urinaria.
• Prevenzione oncologica/screening.
• Riabilitazione Perineale. Pre e post-partum.
La Consapevolezza dei problemi è la chiave che apre la
porta alle possibili soluzioni
L’incontinenza urinaria e fecale, il prolasso degli organi
pelvici che venivano considerati eventi ineluttabili o episodi di cui vergognarsi, se affrontati in modo adeguato, si
possono e si devono curare, trattare, gestire al meglio.
PARLANE SEMPRE AL TUO MEDICO CURANTE
Il nostro obiettivo prioritario mediante questo progetto
che associa RISPARMIO E QUALITÀ è quello di effettuare
una opera di informazione ed educazione del pubblico
e delle figure professionali del settore sanitario al fine di
migliorare la consapevolezza dei problemi, abbattendo
pregiudizi e tabù (oltre che… liste di attesa!!!!!).
grande aiuto e un notevole sollievo al personale tutto
ma, soprattutto, renderebbero un grande servizio alla
cittadinanza di Scalea e ai tanti abitanti dei comuni vicini
che si appoggiano a questa, nonostante tutto, importante struttura.
Realizzato ciò, come più volte, segnalato sul nostro
giornale, si dovrebbe e potrebbe, al più presto, trovare
un’adeguata sistemazione alla strada a doppio senso di
circolazione che si trova all’interno dell’area del Poliambulatorio che dovrebbe, invece, correre a senso unico
per evitare antipatici e spiacevoli ingorghi che spesso
provocano tamponamenti e incidenti con conseguenze
anche abbastanza gravi.
Che cos’è l’incontinenza urinaria?
L’incontinenza urinaria è la incapacità di controllare e
Rivolgiti a: Indirizzo Ambulatorio: C/da Petrosa
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Resp. Medico: Dr.ssa Agnese R. MOLLO
URORIABILITATORI: Dr. O.G. GUARAGNA - I.G. LUCCHESE
RESP. ASP SCALEA: Dr.ssa Clelia RANDISI
GIORNI DI APERTURA
AMBULATORIO:
MARTEDI: Pom. - UDM Completo
GIOVEDI: Mattino - Visite
GIOVEDI: Pom. - Uroflussometrie - Ecografie
RIABILITAZIONE:
LUNEDI: Mattino - Pomeriggio
MERCOLEDÌ: Mattino - Pomeriggio
VENERDÌ: Mattino - Pomeriggio
3
Luglio - Agosto 2012
DUE FERMATE IN PIÙ DI INTERCITY
MA BAGNI ANCORA CHIUSI.
COSI NON VA PROPRIO!
«Con l’entrata in vigore del nuovo orario di Trenitalia che
prevede due coppie di intercity tra Milano e la Calabria
Scalea riacquista due importanti fermate». L’assessore al
Turismo Giuseppe Forestieri è soddisfatto per le nuove
fermate degli Intercity che riportano l’importanza che
merita ad un centro turistico e balneare come Scalea
meta di vacanze ed anche centro di snodo per le altre
località della costa. Importanza che viene però sminuita
se pensiamo ai servizi essenziali che non vengono garantiti. Vogliamo parlare del perché ancora i bagni pubblici
siano chiusi? È possibile che anche in estate la stazione
principale dell’alto Tirreno debba presentare queste clamorose inefficienze? E di questo Forestieri parla nella
sua uscita ufficiale «Ora però - aggiunge Forestieri - chiediamo alle società che gestiscono le Ferrovie di fare un
ulteriore sforzo ponendo attenzione alle strutture della
stazione ferroviaria alla problematica già nota dei bagni
pubblici, alla pulizia. Si rinnova la richiesta della possibilità di aprire in quella struttura un ufficio informazioni che
possa garantire ai turisti adeguato sostegno per il soggiorno in questo territorio. Siamo sicuri che la sensibilità
dimostrata nel ripristinare due importanti fermate, potrà
essere confermata anche in piccoli accorgimenti che in
un Comune turistico come Scalea diventano importanti e in taluni casi necessari. Dialogare con le istituzioni
può essere un punto di forza sia per l’amministrazione
comunale che per Trenitalia e le altre società connesse. E proprio da questa attenzione riservata alla nostra
cittadina mi attendo un ulteriore sforzo di Trenitalia per
garantire la fermata a Scalea di altri treni importanti in
modo da favorire la presenza di viaggiatori in un punto
strategico di collegamento per i paesi dell’alto Tirreno».
Si spera che la stazione di Scalea venga potenziata, curata e calcolata nella giusta maniera, perché è la via di
accesso principale dei collegamenti e non si può rischiare di perdere questo ruolo per negligenza, superficialità
o altri atteggiamenti poco responsabili.
Se poi, questo deleterio trend dovesse perdurare e favorire sempre più il traffico nazionale ed estero a mezzo
autobus, come sta succedendo da circa 10 anni a discapito di Trenitalia, i dirigenti delle ferrovie di Stato dovranno prendere atto che il quasi fallimento-passeggeri
a mezzo treno, oltre all’aumento dei costi sempre più
eccessivi è causato da carenze e defaillance grossolane
come quelle sopra descritte. (V.M.)
RIFIUTI NEI CASSONETTI
Multe a chi non rispetta
le ordinanze emesse
Controlli serrati nel periodo estivo in tema di ambiente e di rifiuti. La Polizia locale di Scalea, con il servizio
ambiente coordinato da Adriano Serra, ha intensificato i pattugliamenti. «L’amministrazione Comunale ricorda Serra - ha tra i suoi obiettivi prioritari la tutela
dell’ambiente, finalizzata alla salvaguardia della salute
intesa sia come eliminazione di vulnus rappresentato
da rifiuti pericolosi che e soprattutto da abbandoni
di rifiuti o comportamenti illeciti che compromettono
il decoro del paesaggio e ostacolano il normale ciclo
della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Per raggiungimento di tale obiettivo sono state emanata apposite
ordinanze che integrano la normativa vigente in particolare il Testo unico sull’Ambiente».
È necessario ricordare anche gli importi delle sanzioni
amministrative relative a violazioni in materia di ambiente:
per il conferimento di rifiuti solidi urbani negli appositi cassonetti al di fuori dell’orario consentito (dal 1
luglio al 30 settembre dalle ore 21.00 alle ore 01.00
con esclusione del sabato) 50,00 euro;
conferimento di rifiuti derivanti da attività commerciali
nei cassonetti per i rifiuti solidi urbani 50,00 euro;
conferimento di imballaggi terziari nel normale circuito di raccolta rifiuti solidi urbani 600,00 euro; abbandono di rifiuti ingombranti nei pressi di cassonetti o
sul territorio 600,00 (detti rifiuti devono essere conferiti presso le isole ecologiche site in località Piano
dell’acque e La bruca zona industriale).
Primo Piano
4
SPERIAMO CHE A SALVARCI SIA LA MODERATA “INVASIONE” RUSSA
di GIAN ENRICO ZAMPROTTA
Comoda risposta atta a giustificare tutte le situazioni
negative ma, se facciamo un piccolo e sincero esame
di coscienza, scopriamo che una grossa parte delle
colpe è anche nostra.
Cosa abbiamo fatto per invogliare il turista a venire a
Scalea?
Cosa abbiamo predisposto per offrire una stagione
turistica più appetibile?
Mio malgrado, dobbiamo risponderci: “Nulla”.
Anzi, certamente, abbiamo peggiorato la situazione;
non sono stati predisposti eventi, nè per giovani, nè
per anziani e nemmeno per famiglie, non sono stati
migliorati i servizi, la viabilità, l’arredo urbano ecc.
In compenso abbiamo trascorso un lungo inverno a
discutere di “Porto, si, Porto, no”, senza pensare che
la stagione estiva sarebbe stata incombente e che chi
veniva da noi avrebbe voluto un poco di relax dopo i
quotidiani “bollettini di guerra” del governo dei tecnici diramati dai media.
Abbiamo ridotto le spiagge libere ed incrementato i
lidi a pagamento, miraggio per molti di facili guadagni,
risultato? Gli ombrelloni occupati si contano in ogni
lido sulle dita di una mano.
Certo, arriverà la settimana clou di ferragosto, con migliaia di persone, in un caos che farà loro dire: “L’anno prossimo andrò altrove”, quei pochi giorni però,
non saranno sufficienti ad ammortizzare le spese ed
a creare un utile reale per affrontare l’inverno e il risultato sarà, un’ulteriore contrazione per la prossima
stagione.
Ci stiamo lentamente avviando a diventare una “Ghost
city” con migliaia di unità abitative, sempre più vuote,
con una fioritura di multicolori cartelli “vendesi” ma,
senza potenziali acquirenti (russi a parte, sparsi lungo
tutta la penisola italica, non sappiamo quanto durerà
e quanto basterà questo anomalo fenomeno di grande esodo verso investimenti stranieri di questi nuovi
ricchi provenienti in gran parte dalla opulenta Mosca
dove si fa tanto business e non c’è ombra di crisi) e
conseguente calo del valore, artatamente portato alle
stelle.
Tanto a giustificare tutto c’è la crisi.
Non sarebbe il caso, invece, di fare un umile “mea
culpa” e cercare di rimediare per il futuro?
Offriamo a chi ci viene a trovare, motivi di interesse,
investiamo nella risorsa turistica. Abbiamo un mare
meraviglioso, luoghi impareggiabili, ma soprattutto
voglia di fare meglio, e allora perchè sprecare queste
risorse che la natura ci ha donato? Dobbiamo metterci al passo con i tempi, non offrire la desolazione che
si vede in giro, senza nessun tipo di richiamo alla gioia
di godere una vacanza.
Chi viene a Scalea, desidera dimenticare le ambasce
di un anno…
Perché non sensibilizzare giovani, associazioni ed
organismi vari, comunali e sovra comunali, ad organizzare cose amene? Ricordo che in passato veniva
pubblicato un opuscolo intitolato “Vivi l’estate a Scalea”, negli ultimi tempi è diventato: prima un semplice
dépliant ed ora è quasi sparito del tutto.
Nel frattempo “l’Azienda Scalea” si avvia al fallimento
e come una bomba ad orologeria attende di esplodere con tutta la sua potenza.
È urgentissimo reperire un ottimo artificiere in grado
di disinnescare questa bomba e riportare Scalea verso
traguardi più rosei, con più finestre aperte, più turismo per un tempo più lungo, più cuore e meno attaccamento a mire personali. Non si può sperare (crisi o
non crisi in atto) lavorando solo dieci o quindici giorni
nel periodo di maggiore calca, di ricavare il necessario
per un anno intero.
AL MIGLIOR OFFERENTE
di MATTEO CAVA
Il mercato coperto, che negli ultimi anni, al suo interno non ha svolto tale funzione per la fatiscenza della
struttura, verrà venduto al “miglior offerente”. Salta
così un luogo simbolo di Scalea che probabilmente
diventerà un anonimo supermercato o un negozio di
chincaglieria. Una struttura che anziché sottostare alla
“solita” legge del dio “denaro”, del guadagno a tutti
i costi, avrebbe potuto essere recuperata anche per
un simbolo di cultura. Un teatro coperto o all’aperto,
una biblioteca più accessibile, un centro per le mostre, un luogo di ritrovo per iniziative di vario genere.
Ma queste cose vengono messe da parte o fanno la
fine di strutture come l’Ecomuseo, oggetto dei “soliti”
predatori che lo hanno spogliato. Un furto che è stato
consumato nel silenzio di tutti.
L’Ecomuseo mirava a raccogliere la cultura, la storia, la
tradizione dei paesi dell’alto Tirreno cosentino. Video,
testi conservati in supporti informatici e digitali per instradare i visitatori, gli scolari a conoscere il territorio,
per invogliare i villeggianti ad approfondire le escursioni. Un museo che doveva crescere insieme al territorio e che invece è finito nel nulla, laddove la cultura
si racchiude nel solo cerchio della “presentazione di
libri” più o meno anonimi. Ora anche il mercato coperto verrà ceduto per una base d’asta di poco superiore al milione di euro. Così il Comune potrà colmare
una infinitesimale parte del debito. Negli anni passati
l’opposizione aveva contestato la possibile vendita
per case popolari del vecchio Comune.
La sede del vecchio municipio di via Roma, è ora
popolata da “spiriti”. Si è scelto di non cederla ed
è diventata sede di numerose associazioni che hanno inserito la via e l’indirizzo forse senza mai mettere
piede in quel Palazzo. Forse nei prossimi giorni le sale
verranno aperte per una mostra. Un primo segnale.
L’alienazione del “mercato coperto” comporterà lo
spostamento di ciò che da anni avviene attorno, il
mercato della frutta. C’è chi chiede di rivedere le scelte e di pensare, magari anche a cedere la struttura,
lasciando una destinazione obbligata, ben precisa,
che possa garantire uno spiraglio ai futuri cittadini di
Scalea che non dovranno e potranno vivere di sole
“opere” commerciali.
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Luglio - Agosto 2012
Palmiro Manco: «Con la spending
review il dissesto è inevitabile»
«L’UNICA VIA D’USCITA PER LA
RINASCITA DI SCALEA»
L’allarme lo aveva già lanciato il consigliere di opposizione Palmiro Manco.
In occasione della riunione della commissione comunale al bilancio - area
finanziaria - dello scorso 28 giugno, lo
stesso indicava il dissesto quale strada
da percorrere in quanto vanno stralciati dal conto di bilancio (nei residui attivi) i crediti inesigibili come i circa 14 milioni di Tributi Italia. Anticipava
anche il parere sfavorevole sul bilancio. Tutto questo
prima che fosse introdotta la norma sulla spending
review.
In effetti le alternative non ci sono o, meglio, prospettare altre soluzioni, significherebbe affossare ancora
di più la nostra città. Dichiarare il dissesto - afferma
il consigliere di opposizione appartenente al gruppo
“Scalea Libera” Palmiro Manco - non è una vergogna
ma un atto di responsabilità che dovrebbe invogliare
a ripartire per il bene di Scalea. Diverse città italiane,
molte di queste del Meridione, sono costrette a dichiarare il dissesto, il conseguente scioglimento del
Consiglio e l’entrata in campo della Corte dei conti.
L’ormai nota spending review, introdotta da Monti,
che punta “all’armonizzazione dei sistemi contabili e
degli schemi di bilancio, impone di svalutare del 25%
i residui attivi accumulati sino ad oggi; si tratta di entrate contabilizzate ma non ancora incassate, come
possono essere i proventi sulle multe o le tasse sui
rifiuti. Cifre importanti, che servono a ‘fare’ il bilancio
di un ente che spesso, per prassi, gonfia queste voci
pur sapendo di non riuscire a poter incassare il 100%
degli importi”. Questa situazione ha di fatto innalzato
vertiginosamente il tasso di incidenza di fallimento per
le amministrazioni comunali; basti pensare all’incremento dei commissariamenti registratosi nell’ultimo
biennio, da due casi a venticinque.
Il dissesto - conclude il consigliere Palmiro Manco dopo gli sforzi già richiesti ai cittadini con le imposte
arrivate ai massimali storici, è l’unica via d’uscita per
pensare ad una rinascita di Scalea. Veder morire anno
dopo anno il nostro paese è un colpo al cuore. Ormai
c’è poco da salvare e non c’è più tempo da perdere.
Dichiarare il dissesto oggi, per un domani migliore...
CHI FA DA SE FA PER TRE…!
Primi risultati concreti dell’attività di riorganizzazione
dell’Ufficio Tributi del Comune di Scalea.
Come è noto tutta la gestione dei tributi è stata riportata all’interno dell’Ente e l’ufficio stesso è stato
potenziato al fine di poter operare sull’impianto della
nuova banca dati. L’ufficio, che ha come responsabile
l’avvocato Giuseppe Sangiovanni, è ora interessato dal
processo di elaborazione e gestione di tutti i tributi.
In particolare, è in atto un intenso lavoro rivolto all’attività di ricostruzione della banca dati ICI e IMU, volto
ad assicurare la massima affidabilità dei dati relativi
all’imposta. Durante questa fase, operando in modo
da ottimizzare le risorse, sono stati effettuati i primi
riscontri relativi agli anni di imposta ICI 2010 e 2011,
pur nelle difficoltà oggettive derivanti dalla mancata
trasmissione della banca dati aggiornata da parte della società di gestione precedente.
Nelle prossime settimane saranno quindi inviati agli
utenti gli accertamenti per il mancato pagamento
dell’ICI relativo ai due anni citati per un ammontare
complessivo di circa 2 milioni di euro.
«L’azione - fanno sapere in una nota il consigliere
Franco Di Giorno e il sindaco Pasquale Basile - tende
ad evitare che gli effetti della crisi finanziaria in cui
versa il Comune di Scalea ricadano sui cittadini onesti che hanno corrisposto quanto dovuto per l’ICI. È
chiaro che vanno colpiti da subito coloro che hanno
evaso l’ICI senza attendere l’avvicinarsi delle scadenze
delle prescrizioni. Solo in tal modo si può sperare in
una giustizia sociale, per quanto riguarda le imposte e
i tributi, evitando di colpire coloro che pagano puntualmente le imposte e i tributi. Tra l’altro, la gestione
interna dei tributi ha già dato risultati di evidente efficienza sul fronte della tassa di occupazione del suolo
pubblico sia relativamente al mercato settimanale che
alle fiera in occasione della festività della Madonna del
Carmelo. Questo va a tutto merito dell’ufficio tributi e
delle azioni di controllo della Polizia Locale e testimonia la bontà della scelta dell’Amministrazione.
C’è anche da dire che, proprio a causa della mancata
trasmissione degli atti da parte delle gestioni tributarie
precedenti saranno possibili, purtroppo, disguidi per i
quali ci scusiamo anticipatamente nei confronti di tutti
i cittadini. Ci sentiamo però di poter affermare senza
ombra di dubbio che siamo, finalmente, sulla strada
corretta e che tali disguidi saranno risolti, col tempo,
una volta per tutte».
Economia e Politica
5
L’ITALIA E LA CRISI
DEBITO DELLE PROVINCE
In quest’estate dai porti italiani sono sparite 30.000
barche, è anche qui dobbiamo dire grazie al governo
dei professori tecnici. Un peccato perché, di questa
situazione si stanno avvantaggiando altre nazioni
che ci accolgono a braccia aperte.
Un popolo di bravissimi creativi e lavoratori che,
loro malgrado, trovano campo fertile altrove. Basta
con questa esasperazione della paura e delle tasse
a getto continuo, bisogna defiscalizzare, basta con
questa repressione che ha mandato in fumo anche
l’ultima estate. Ma in mano a chi siamo finiti?
L’Italia è diventata il discount della Germania!
Le 10 meno virtuose
Cosenza, indebitamento 432.712.162 (Ind. pro capite 591,10)
Catanzaro, indebitamento 207.691.900 (Ind. pro capite 564,90).
Seguono nell’ordine: Vibo Valentia, Crotone, Pisa,
Brescia, Biella, Verb-Cus-Ossola, Nuoro, Ravenna.
Le 10 più virtuose
Napoli, indebitamento 2.115.006 (Ind. pro capite
0,70).
Seguono nell’ordine: Olbia-Tempio, Cagliari, Piacenza,
Bari, Agrigento, Livorno, Avellino, Taranto, Trapani.
Fonte: Il Sole 24 Ore, dati 2010 (dati in euro)
Spesa pubblica regionalizzata
Analisi dei pagamenti del bilancio dello Stato per aggregati economici al netto di interessi passivi e redditi
da capitale
(2010, dati in euro).
Calabria al terzo posto, preceduta da Basilicata e
Abruzzo. Campania quarta.
È TORNATA DI MODA L’AUSTERITY
Monti uccide mari e monti
Tasse, blitz fiscali, burocrazia: i prof. hanno demolito
il turismo (in calo del 30%). Sei italinani su dieci non
fanno vacanze.
E i nostri vicini fanno festa:
in Croazia, Spagna e Corsica c’è il tutto esaurito. In
Italia stabilimenti balneari semi vuoti. Nella prima settimana d’agosto sulla A4 direzione Slovenia c’erano
7 km di fila.
Ibiza rimane una delle mete turistiche più frequentate
in Europa, dove il mare cristallino si abbina ad una vita
notturna senza pari con gli stabilimenti balneari che si
trasformano in discoteche a cielo aperto fino all’alba.
ESTATE FALCIATA
Se il Governo vede la fine del tunnel, la gente teme
invece altri balzelli.
Poche prenotazioni
Un pieno di gasolio mediamente, costa 12 euro in più
rispetto all’anno scorso.
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Spiritualità e bussiness
IL TURISMO RELIGIOSO
REGISTRA NUMERI RECORD
Mancano i soldi e i fedeli tornano a Dio. È l’estate in
corso a segnare il boom del turismo religioso, gente
che invece di scegliere le mete più à la page opta per
i santuari. «Più si aggrava la crisi economica e aumenta
la disoccupazione, con conseguente riduzione pure
dei soldi destinati alle cure sanitarie, maggiore diventa
nell’uomo la necessità di trovare dei riferimenti altrove. E si trovano solo nella fede», dice Mons. Danilo Zanella, parroco di Monteortone, nel Comune di Abano
Terme, il cui omonimo Santuario ha registrato finora
2000 presenze in più rispetto ai 15mila della scorsa
estate. La sorgente ha fatto miracoli. L’eco delle guarigioni è arrivato in particolare in Lombardia, grazie
anche alla testimonianza di una fedele di Vigevano
miracolata.
E giu pellegrini...
È uscita l’attesa e imperdibile
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Luglio - Agosto 2012
50 ANNI DI SACERDOZIO…
VOLATI IN UN BALENO!
Il nostro caro e amato don Antonio
Niger, domenica 8 luglio 2012, con
adeguata manifestazione, ha ricordato, con animo sempre riconoscente, i
suoi 50 anni di sacerdozio e ha invitato, la comunità locale, alla solenne
celebrazione eucaristica, presieduta
dal Vescovo della Diocesi, Mons. Leonardo Bonanno, svoltasi nella Chiesa della SS. Trinità di
Scalea. Tra le Autorità religiose e civili, erano presenti
i sindaci di Scalea, Santa Domenica Talao e San Nicola
Arcella.
Dopo la bella funzione religiosa e le parole toccanti
pronunciate da quanti sono intervenuti e, in particolar
modo, quelle pronunciate da don Antonio Niger che,
con animo commosso e felice, si è rivolto alla marea di
gente stipata che affollava, oltre la parte centrale, le
ampie navate della chiesa e il piazzale circostante, ha
sottolineato: «Elevo a te, Gesù, la mia lode, per avermi
chiamato ad essere testimone del tuo amore tra tanti
fratelli e tante sorelle, in questi 50 anni di sacerdozio.
Esprimo la mia gratitudine a quanti mi hanno accompagnato in questo cammino, chiedendoti ancora la sapienza necessaria ed il sostegno che mi occorrono nel
donare agli altri quanto a mia volta ho ricevuto».
A conclusione della sentita funzione, in onore di don
Antonio Niger, i presenti, dopo aver fatto capannello
intorno all’amato e caro don Antonio per porgergli auguri, sono stati invitati dal “padrone di casa” a intrattenersi per gustare l’assortito e grande buffet di catering
preparato sapientemente e magnificamente dalla ditta
Astorino di Roma.
In sintesi pubblichiamo l’importante iter religioso di
don Antonio, in questi “primi” 50 anni di sacerdozio
che, a detta del festeggiato, sono volati via in un attimo.
Per 24 anni (1964-1987) è stato rettore della comunità parrocchiale di Santa Domenica Talao-Tremoli, in
origine borgo annesso al comune di Scalea. Come un
predestinato, è entrato ed ha chiuso quella bellissima esperienza con la ricorrenza della Madonna del
Rosario al Piano che si festeggia la prima domenica di
ottobre.
L’anno dopo passò al seminario diocesano, come direttore spirituale. Dal 1989 al 2002 svolse la sua missione sacerdotale come cappellano all’ospedale civile di
Praia a Mare e, in contemporanea, dal 1995 al 1999 è
stato parroco di San Nicola Arcella.
Terminato l’incarico a Praia a Mare, ha ricevuto in custodia la Chiesa della SS. Trinità di Scalea che, dopo
la natale Cassano allo Ionio, da anni è diventata la sua
città d’adozione.
Questa moderna Chiesa di frontiera, grazie all’amore,
all’impegno e alla passione profusi da don Antonio è
migliorata ogni giorno di più, sia sotto l’aspetto architettonico (mancava il campanile) che nei suoi interni,
diventati sempre più confortevoli, richiamando e accogliendo, pur trovandosi in piena periferia (a sud di
Scalea), fedeli provenienti da ogni zona della città e
dalle zone limitrofi.
Alcuni passaggi del discorso di Giovanni Le Rose (Presidente della Pro Loco):
«… Non posso non ricordare gli anni in cui ti ho conosciuto (fine anni ’70 dello scorso secolo) quando parroco di Santa Domenica Talao ti adoperavi per avvicinare i giovani a Dio e quando concedesti alle comunità
neocatecumenali l’uso della chiesetta di Tremoli, con
annessa canonica, segno di un animo aperto al vento
dello Spirito Santo che stava rinnovando la sua Chiesa
coi frutti del Concilio. Il quel tempo incominciavi ad
insegnare religione al Liceo di Scalea e chi ti ha avuto
come docente sa come moderno fosse il tuo approccio al discorso di fede, con quale apertura di vedute
e con quale propensione all’ascolto ti ponevi di fronte
alle diverse posizioni che incontravi nei giovani, anche
le più critiche nei confronti di Dio e della Chiesa.
Il tempo è passato, sei venuto, finalmente, definitivamente a Scalea, ed hai ricevuto in custodia la Chiesa
della Trinità, dalle linee architettoniche moderne ed
innovative che rispecchiano il tuo carattere e le tue
idee. Qui hai continuato la tua opera, sempre con lo
stesso spirito fresco, giovanile e moderno, ed hai apportato il tuo contributo in una realtà, come quella
di Scalea, in continua evoluzione, dove a causa delle
immigrazioni dei paesi limitrofi, si mescolano genti e
culture diverse che toccano il clou nei mesi estivi. Un
territorio difficile che ha subito una “invasione” turistica non sempre accettata che ha rischiato di farle perdere l’identità e l’unità del tessuto sociale, aprendola a
problemi di integrazione e di devianza giovanile…».
Nella Nostra Città
6
*Nozze*
*Laurea*
Giorno 26 maggio 2012,
Giancarlo Formica e Gioia
Zenaro, circondati dal caloroso affetto delle rispettive
famiglie e da quello di parenti ed amici, hanno coronato
il loro sogno d’amore pronunciando il sospirato si sull’altare della chiesa di San
Nicola in Plateis. A celebrare le nozze nel monumentale complesso ecclesiastico, situato tra la “Marina“ e il
Centro storico, è stato il sempre disponibile ed affabile don Giacomo Benvenuto, rettore della menzionata
chiesa e del Santuario della Madonna del Lauro. Gli
sposi dopo la cerimonia religiosa e le tantissime foto
di rito, tra gli anfratti più belli e caratteristici di Scalea
vecchia, si sono trasferiti insieme ai tanti festanti invitati,
al Santa Caterina Hotel, di cui Giancarlo è amministratore unico, per assaporare e deliziarsi con le infinite
prelibatezze preparate sapientemente dall’eccellente
chef Dino Cauteruccio e dalla sua omogenea squadra di cappelli bianchi, per passare poi, alla musica dal
vivo e alle danze, in attesa del taglio della mega torta.
Da sottolineare che il momento clou dell’emozione è
stato nel momento dell’entrata degli sposi in albergo,
dove a sorpresa era schierato lo stuolo al completo e
in grande uniforme della cucina e della sala che ha sorpreso e meravigliato lo stesso Giancarlo che non era al
corrente della sorpresa e dall’interminabile scroscio di
applausi che ha salutato tra cori di giubilo i due “colombini”, con Giancarlo che non è riuscito a trattenere
le lacrime di gioia e di stupore.
A Giancarlo e Gioia, alle famiglie ed in particolare al
caro e fraterno Dino Formica, amico della prima ora
e papà dello sposo vanno i più sentiti auguri da parte
del Direttore e della Redazione del Diogene, per una
vita serena e ricca di soddisfazioni
Presso l’Istituto Europeo di
Design (IED) di Milano, il 7 giugno 2012, si è brillantemente
laureato in Industrial/Product
Design, Daniele Formica, figlio del nostro caro e sempre
disponibile Gianni Formica e
della signora Antonietta Posco. La tesi, presentata dal
neo laureato Daniele, aveva per titolo: “L’eccellenza ai
fornelli”. Azienda produttrice T.V.S.
A Daniele va un caloroso e caro abbraccio e l’augurio
di una luminosa e gratificante carriera costella da grandissimi successi professionali.
*Nozze*
Il 30 giugno 2012, nel corso
di una cerimonia sontuosa
e con la spensieratezza della loro giovane età, si sono
uniti in matrimonio Salvatore
Sarmiento e la bella e solare
Eugenia Pandolfi. Gli sposi,
per dichiarare il loro “si”, hanno scelto la maestosa e
monumentale chiesa di San Nicola in Plateis, incastonata nella parte bassa del meraviglioso Centro Storico
di Scalea. Le fedi sono state benedette dal gentilissimo don Giacomo Benvenuto. Conclusa la toccante
cerimonia religiosa, gli sposi hanno dato spazio alle
foto e ai filmati, per ricordare i luoghi e gli scorci più
suggestivi della nostra bella città, per passare poi al
grande pranzo nuziale che ha avuto luogo nei saloni
del Santa Caterina Hotel, gremiti da tantissimi parenti
ed amici che hanno fatto sentire il loro calore ai novelli
sposi, giunti, tra scroscianti applausi nel piazzale della
struttura ricettiva più famosa di Scalea, a bordo di una
fiammante “testa rossa” Ferrari.
A Salvatore, alla giovanissima e splendida moglie Eugenia, alle rispettive famiglie e in particolar modo a Gino
Sarmiento (Gino Fish per gli amici e gli affezionati
clienti), nostro amico e gancio, vanno i più sinceri e
cordiali auguri del Diogene.
*Fiocco Azzurro*
Circondato dal comprensibile affetto e dalla gioia incontenibile di papà Francesco e mamma Barbara, il
giorno 5 luglio 2012, presso l’ospedale di Lagonegro
(Pz), è venuto alla luce il piccolo Riccardo Bruno, primogenito attesissimo del nostro sempre affettuoso,
affabile e disponibile Francesco Bruno e della giovane moglie Barbara Botzari. Ai neo genitori, ai nonni
paterni e materni e alle rispettive famiglie vanno i più
sinceri auguri da parte del direttore e della redazione
del Diogene.
PISCINA IN DIRITTURA DI ARRIVO
Procedono a ritmo serrato i
lavori di completamento della
mega struttura ricettiva “AIAS
Village” - Sport e relax con
annessa piscina, equitazione, e centro benessere. Il
complesso che si trova sulla
statale 18 a sud di Scalea, dovrebbe aprire al pubblico
da un momento all’altro. L’apertura di questo gioiellino, aumenterà sicuramente, l’offerta di servizi per gli
abitanti di Scalea, dei paesi limitrofi e dei turisti che
avranno a disposizione un ventaglio più variegato per
il loro tempo libero e per il benessere del loro corpo.
MUSEUM
Visitate il “Museum” di Salvatore Monachello
Gli antichi mestieri della “Scalea di Ieri”
20 emozionanti location datate da incanto
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L’8 agosto 2012, con allegria e originalità, si sono
uniti in matrimonio, nella
suggestiva grotta del Santuario della Madonna di
Praia a Mare, il simpatico
ed elegante Fabio Giuttari e la bella e raggiante
Iride Luongo. Dopo la cerimonia religiosa, gli sposi hanno festeggiato insieme a
parenti e amici, al resort “Il Borgo di Fiuzzi” con vista
mozzafiato sulla suggestiva Isola Dino.
A Iride affezionata nipote del nostro direttore Nando
Manco, al marito e alle rispettive famiglie, vanno gli auguri cari e infiniti per una vita costellata di gioie, soddisfazioni e, soprattutto, di un mondo di bene e felicità,
da parte della redazione del Diogene ed in particolare
della zia Loredana.
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Luglio - Agosto 2012
MORTE IMPROVVISA DI UN UOMO
GENEROSO DALLE MILLE RISORSE
A soli 58 anni di età, ci ha lasciato improvvisamente, Franco Misiano. Imprenditore
rampante, negli anni ’70, dopo aver prestato il proprio lavoro di bravo artigiano
ebanista alle falegnamerie di Scalea e della
vicina Praia (ancora prima, poco più che ragazzino, aveva tentato fortuna all’estero, in
una miniera di carbone a Marcinelle, in Belgio, facendo
una breve e brutta esperienza da deportato, da dove,
fortunatamente scappò via una settimana prima della
famosa tragedia, diretto, stavolta, in Francia) scalpitava
e vedeva già molto lontano. Erano gli anni della grande espansione edile per Scalea e Franco, da ragazzo
intelligente e vivace quale era, non poteva restare a
guardare. Inizialmente aprì una falegnameria in via Vittorio Emanuele che immediatamente si impose all’attenzione di costruttori e privati. La clientela aumentava
sempre di più e Franco pensò giustamente di costruire
e aprire una grossa azienda di infissi in legno in un terreno donato alla moglie dai genitori. Pian pianino, la
richiesta di infissi cresceva e Franco riuscì a dare vita
alla T.I.M. (Tirrenica Infissi Misiano), una azienda con la
A maiuscola, una fabbrica di infissi attrezzatissima e in
grado di “sfornare” giornalmente decine e decine di
infissi, la prima azienda specializzata cittadina di porte
e finestre. Misiano non solo dava lavoro a tante famiglie
del luogo (nei giorni di paga ai più bravi e volenterosi
dipendenti, spesso arrotondava in eccesso il dovuto)
e delle località limitrofe ma finanziava e sponsorizzava
qualsiasi iniziativa protesa alla crescita culturale e sociale cittadina. Partecipò anche alla costruzione e alla
realizzazione della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore donando a mons. Antonio Didona le tre grosse
porte centrali d’entrata. Era diventato, un punto di riferimento per tutti, anche per persone in forti difficoltà, una sorta di mecenate, con i suoi pregi e difetti è
stato un personaggio importante e in vista per Scalea
e l’Alto Tirreno, un Berlusconi in formato scaleota . In
piena attività lavorativa, in uno stabile di sua proprietà,
adiacente la fabbrica, decise di aprire Telescalea e di
dare lavoro ad altra gente. Soldi ne ha meritatamente guadagnati tanti, però, in egual misura tanti ne ha
spesi. Viaggi in America (Canada), un moderato lusso,
auto, barche, mondiali in Spagna, campagne elettorali,
una vita a mille all’ora… Andata in crisi l’industria del
mattone, dopo anni di ampia produzione, Misiano incominciava ad avvertire, come un po’ tutti la crisi che
aumentava sempre più. Logicamente una fabbrica con
tanti dipendenti non poteva reggere questa improvvisa e allarmante situazione economica. Da lì a qualche
anno, Franco Misiano svendette la TIM e la rete televisiva e comprò un bar-rosticceria nei pressi dello stadio
comunale. Il passo a ritroso fu brusco, oltretutto quello
intrapreso non era il suo mestiere. Bisognava alzarsi le
maniche e ripartire. Ma non era facile in quel preciso momento di fermo economico… neanche per un
uomo dalle mille risorse come lui. Per Misiano le cose
non funzionarono più come prima. La sua vita cambiò
radicalmente. Gli ultimi 10-15 anni, sono stati per il ragazzo lungimirante di un tempo, bui e tristi a tutti i livelli. Ormai il mecenate che apriva le porte a tutti e che
nei locali pubblici offriva “wisky per tutti”, non esisteva
più. I falsi amici gli voltarono le spalle e sparirono tutti.
Franco rimase da solo, con i suoi tanti problemi e la solitudine che lo divorava ogni giorno sempre più. A tutto
ciò, si aggiunsero preoccupanti problemi di salute che
lo intaccarono nel fisico e psicologicamente. Franco fin
da piccolo era appassionato di letture (ha scritto anche alcuni libri di poesie) e di politica (esponente di
spicco del PSDI, ha vestito i panni di segretario della locale sezione e avuto rilevanti ruoli a livello regionale e
nazionale), si presentò in varie competizioni elettorali
e più volte, non fu eletto alla Provincia per pochissimi
voti. Memorabili restano i suoi tanti seguitissimi e divertenti comizi. La sera, una volta chiusi i battenti della sua
avviata e rinomata falegnameria, si spostava al ristorante “Il Timone”, il suo risaputo quartier generale, dove
sotto campagna elettorale, curava le pubbliche relazioni e dava appuntamento a politici di spicco e suoi
estimatori davanti a mega tavole imbandite. Dal 1985 al
1990 coprì l’importante carica di assessore comunale
al Turismo, Sport e Spettacolo con il gruppo Zito. La
vita di Franco, è stata costellata da grande lavoro e da
grandissime soddisfazioni, sia in campo professionale
che in quello politico e personale, fino ad arrivare agli
anni sopradescritti tristi del declino. Qualche mese fa,
però, dopo anni di attesa, finalmente, gli furono riconosciute delle spettanze arretrate che per qualche settimana gli fecero ritrovare quella dignità perduta di un
tempo. Comprò un auto e riprese a guidare apparendo
in pubblico con un look sobrio ed elegante, quello dei
migliori anni del suo splendore, inoltre, pare avesse
comprato addirittura una barchetta a motore (altra sua
grande passione) per dilettarsi nel mare di Scalea che
tanto amò. In conclusione, ci ha lasciati un’uomo generoso dalle mille risorse.
Alla signora Erminia, ai figli e all’intera famiglia vanno le
più sentite condoglianze da parte del Direttore e della
Redazione del Diogene, di cui Franco era un grande
estimatore e lettore. Negli ultimi anni di vita, spesso si
è cimentato a scrivere articoli e lettere interessanti su
problematiche cittadine, con occhio critico e importanti suggerimenti.
Nella Nostra Città
MARIA LUIGIA FIERRI
Una brava maestra buona e
premurosa come una mamma
Nell’ospedale di Praia a Mare, il 6 giugno 2012, dopo
lunga malattia, è venuta a mancare la signora Maria
Luigia Fierri Alampi. Nata nel 1920 a Pietragalla (Pz),
frequentò gli studi Magistrali e si diplomò a Potenza.
Dopo qualche anno, si trasferì con il marito ins. Demetrio Alampi e con i figli Michele, Tonino e Alfredo
e la nonna paterna, nel 1956 a Scalea dove insegnò
alle scuole elementari fino al 1984. Raggiunta la meritata pensione, festeggiò con parenti ed amici, l’addio
a tantissimi anni dedicati con tanta passione e amore
all’insegnamento e alla formazione di tanti ragazzini
dell’epoca che ancora la ricordano vivamente con tanto affetto e nostalgia, come me appunto, che fui uno
dei suoi prediletti scolaretti e capoclasse. Pochi anni
fa, mi fece dono gradito di un suo giudizio, su un foglio
manoscritto sul mio profitto alle elementari.
«È un ragazzo abbastanza vivace, ma educato. Ha una
grande devota fiducia nell’insegnante; molto si può attendere da lui sia come studio che come disciplina.
È di buona intelligenza e volontà. Nelle composizioni
scritte di lingua rivela ricchezza di vocaboli, fantasia
e idee originali, al punto che in terza elementare ha
vinto il premio “Lettera a Gesù Bambino” arrivando
primo su tutti; per l’aritmetica non è tanto portato. Si
diletta molto a disegnare e riesce molto bene anche
nel canto. Ha uno spiccato interesse per le attività di
movimento. In complesso promette bene. Al marito
Demetrio, nostro socio e prezioso collaboratore, ai
figli Tonino e Alfredo, il direttore e la redazione del
Diogene si associano sentitamente al dolore che ha
colpito la famiglia Alampi per la dipartita della cara signora Maria Luigia.
A MICHELE D’ESPOSITO
Papà, il 10 giugno 2012 te ne sei andato: troppo presto, perchè io ancora mi sento piccolo. All’improvviso, in
un attimo, senza lamentarti e senza
troppo disturbare, come era nel tuo
carattere. Alla tua nipotina Alessia che
mi chiede quando tornerai dal cielo
ho risposto che un pezzetto di cielo è
nel cuore di ognuno di noi… Sergio.
Papà chissà se mi vedi e mi senti…Se ascolti le mie
preghiere e vedi le mie lacrime… Sei in paradiso e, di
certo, sei uno degli angeli più belli e simpatici di lassù!
Mi manca tutto di te: soprattutto le tue parole e i tuoi
sorrisi, la mattina appena mi svegliavo… Ci rincontreremo papà, ti voglio bene, Adelaide.
Anche noi del Diogene vogliamo ricordare il povero
Michele con affetto e nostalgia, quando giovanissimo
prestava lavoro presso la nostra tipografia. Sempre
educato, gentile e garbato con tutti. Sempre in quel
periodo, militava con grande profitto (era un ottimo
centrocampista) nella compagine della Talao Scalea,
antagonista in quegli anni dell’U.S. Scalea, davvero
memorabili e irripetibili quegli infuocati e combattuti
derby. Ciao Michele!
RICORDO CAPPARELLI
Un anno fa ci ha lasciato la nobile figura del dott.
REMO CAPPARELLI che a Scalea ha diretto per anni la
filiale della Cassa di Risparmio della Calabria e Lucania. Successivamente, trasferito a Rende, e svolse l’alto
incarico di direttore del centro meccanografico dello
stesso Istituto di credito. Il direttore Capparelli lo ricordano in tanti soprattutto per la sua umanità, onesta
e correttenza, sia nella vita privata e sia in quella professionale. Alla moglie ed ai figli la nostra redazione
esterna questo ricordo con tanto affetto. (E.S.)
7
PRAIA A MARE, RECUPERATA
L’ANCORA ROMANA
È stata recuperata l’antica ancora trovata nei fondali
dell’Isola di Dino, a Praia a Mare. All’operazione hanno
partecipato i subacquei del Diving center “Dino Sub”,
guidati da Giorgio Chiappetta, che è anche lo scopritore del manufatto, con l’assistenza del Diving center
“Deep Inside”, presieduto da Stefano Gallico.
Al coordinamento delle operazioni hanno preso parte
anche Ciriaco Astorino e Piero Di Giuseppe, rispettivamente presidente e direttore del Parco regionale marino “Riviera dei Cedri”, Rosa Ceglie, consigliere delegato all’Ambiente del Comune di Praia a Mare, Gregorio
Aversa direttore archeologico della Soprintendenza
per il Beni Archeologici della Calabria, nonché il personale della Capitaneria di porto di Maratea. L’ancora
individuata sui fondali potrebbe appartenere ad una
nave, probabilmente, commerciale, di epoca romana.
A quei tempi, infatti, l’isola forniva un riparo naturale e
uno scalo importante alle navi in navigazione nel mar
Tirreno. Dopo il ritrovamento, il manufatto è stato preso in custodia dalla Soprintendenza per il Beni Archeologici, che effettuerà tutti gli studi del caso presso la
sede distaccata di Scalea.
Turismo e Spettacolo
Luglio - Agosto 2012
...dalla prima
inContro MaGiCo Con alessanDro CeCChi Paone
di SARA SILVESTRI
Le undici domande a Cecchi Paone, mirate e concise,
sono state formulate dal nostro direttore Nando Manco,
come un anno fa, in occasione della manifestazione di
presentazione del piatto tipico scaleota e, qualche settimana fa, al “Seminario sull’olio extravergine”.
Gli interrogativi non hanno annoiato i tanti presenti, neanche per un attimo, al punto che, a fine serata, hanno trovato il gradito plauso dello stesso Cecchi Paone,
dell’agente Alfonso De Rose e dei colleghi giornalisti
presenti.
L’argomento cardine non era facile e le spigolature, tratte e contenute nel libro, potevano diventare un’arma a
doppio taglio, un argomento scontato, di poco interesse e, allo stesso tempo, irritante e contraddittorio per il
pubblico in piazza.
Ma così non è stato, tutto è filato liscio e alla grande, al
punto che, le divertite persone presenti, alla fine delle
quasi due ore di presentazione, hanno condiviso con noi
la piacevole e interessante serata di fine luglio, sicuramente, da non dimenticare.
Un grazie di vero cuore va a Solidea Corcione del ristorante “Il Metastasio” che ha avuto la felice intuizione e
la lungimirante idea di invitare un personaggio famoso,
singolare, aperto, travolgente, scomodo, ma pur sempre
amato come Alessandro Cecchi Paone, gentile e disponibile con tutti, un gentiluomo che non si è sottratto
nemmeno di fronte alle domande più pungenti, insidiose
e pepate, un vero protagonista e grande personaggio
dello spettacolo.
Come si diceva un tempo… un vero mattatore.
Nell’accogliente salottino allestito per l’occasione, oltre
ai citati Cecchi Paone e Manco, hanno preso posto il presidente degli “Arcigay” di Salerno, il simpatico agente Alfonso De Rosa e l’assessore alla cultura Fabio Ferrara che
ha salutato e ringraziato l’organizzatrice, il protagonista,
i relatori e il folto pubblico presente.
l’intervista
sposato con una bellissima ragazza spagnola, come hai
vissuto il sesso in quei 7 anni? hai mai avuto pause di
riflessioni o ripensamenti? Ti sei accorto che qualcosa
non funzionava?
sono stati 7 anni bellissimi e pieni d’amore e di passione. Con Chiara, la mia ex, c’è tuttora un rapporto di
grande stima e tantissimo affetto. siamo rimasti grandi amici e ci vediamo spesso e volentieri per parlare e
consigliarci a vicenda. Questa splendida donna è rimasta per me un importantissimo punto fermo.
è vero che da prima ti sei dichiarato bisessuale e dopo,
definitivamente omosessuale?
Non ricordo bene… Pensandoci bene ad essere bisessuato, non si va mai in bianco. Acchiappi il sabato e la
domenica. E ride…
ognuno è libero di vivere la propria sessualità come
meglio crede. Forse proprio questa tua esagerata platealità e ostentazione nel manifestarla ti è costata molto cara in termini di copertine e tv. Condividi?
Sarà anche così, però sono ugualmente contento di questa mia platealità e ostentazione. Mi sento libero. Sono
me stesso, senza sotterfugi e misteri. Con il mio libro, appunto, invito tutte le persone come me ad esternare la
propria sessualità senza inibizioni.
La mia spiattellata condizione omosessuale, penso che
mi abbia danneggiato relativamente perché, in un modo
o nell’altro, continuo a lavorare. Certo anche negli ambienti Tv esistono ancora tanti pregiudizi, ma, nonostante certe chiusure mentali, non posso lamentarmi. E poi,
come hai potuto notare nel corso della bellissima serata,
il grande pubblico continua a seguirmi e ad amarmi, anche se certe signore mi vorrebbero etero. Ma indietro è
impossibile tornare.
non trovi che sarebbe più opportuno rispettare la scelta di chi - pur non vergognandosi della propria sessualità - decide di non ostentarla pubblicamente, senza
per questo dover diventare oggetto di critiche com’è
accaduto a Dalla?
Dalla è stato un grandissimo artista, però non sopportavo quella sua ambiguità sessuale. Ora non c’è più e non
dovremmo parlare male dei morti ma, secondo me, ha
sbagliato tacendo e non è stato onesto né con se stesso
né con gli altri che gli stavano accanto silenziosamente.
Cosa ha lasciato dopo la sua improvvisa scomparsa al suo
compagno…? Un bel niente. Questo perché non aveva
regolarizzato nulla.
Cosa ti è rimasto delle tue molteplici esperienze come
docente universitario?
Sono rimasto profondamente legato all’ambiente universitario e tuttora lo frequento volentieri. È il mio habitat
naturale. È una vita che amo profondamente e che riesce
a darmi grandi emozioni. Il contatto diretto con gli studenti è qualcosa di veramente magico e fantastico, a cui
non potrei mai rinunciare.
Con la tV (in rai) sei partito nel 1977 con un telegiornale, per ragazzi. Poi, “uno mattina”, l’indovinata “test” e
l’edizione del telegiornale delle 13 su tg2.
nel 1996 tante trasmissioni sulle reti Mediaset. su tut-
te la fortunata “Macchina del tempo” e ancora collaborazioni con i quotidiani “il Giornale” e “il Giorno”. a
proposito preferisci la carta stampata o la tv?
La carta stampata, pur conservando il suo grande fascino,
già da un po’ di tempo sta segnando il passo. Anche se,
ancora per qualche anno, i giornali tireranno, ribadisco
che, il futuro, sta nel digitale. Ci sono giovanissimi che
non hanno mai sfogliato un giornale o acceso la Tv. Ogni
giorno, tante riviste e giornali spariscono. I giovani sono
solo appassionati di internet.
“test”, trasmissione cult del tempo cosa ti ha lasciato
e quanto innovativa era?
Quelli erano periodi floridi e di grande risveglio culturale.
C’era una gran voglia di cambiamento e di creare un format nuovo e moderno che raccogliesse e avvicinasse un
pubblico più giovane alla televisione. La sola nota stonata di quella indovinata e fortunata trasmissione era rappresentata dalla presenza stantia di Emilio Fede, ancora
troppo legato a certi sistemi gestionali vecchi e superati.
nel 2007 hai partecipato all’isola dei Famosi, per farci
ritorno nel 2012. reality che hai sempre criticato duramente. Cosa ti ha spinto a parteciparvi? lo hai fatto per
soldi? ripeteresti questa esperienza?
Sono posti bellissimi a contatto con la natura. A parte
qualche screzio con il solito imbecille di turno, tutto
sommato si stava bene. I luoghi sono da sogno e ci hanno trattato come principi, cibo a parte, però si dimagriva.
C’era una gran fame… E poi era tutto gratis… E ci pagavano profumatamente. Sono scappato perché mi mancava
molto la connessione a internet, l’uso del palmare e, lo
voglio ripetere, il cibo al quale non riesco proprio a rinunciare. Non so se ripeterei l’esperienza fatta. Dopo la
seconda partecipazione, mai dire mai.
Infine la politica, tanta politica e ripensamenti e, anche
una partecipazione elettorale con circa 40.000 preferenze. non ti sei fatto mancare proprio nulla.
È vero non mi sono fatto mancare nulla. Mi piace il lavoro
ma anche divertirmi da pazzo, fare baldoria, discutere e
fare l’amore per nottate intere. Sono un grande amatore.
Politicamente parlando sono un liberale e per pochissimi
voti sono rimasto fuori a favore della Zanicchi. Ho detto
«io non so cantare allora non sarò mai eletto». Però se
penso che il turismo tedesco ha superato di gran lunga
quello italiano, mi viene tanta rabbia e voglia di ritentare.
Ma vi siete chiesti cosa ci sarà mai da visitare in Germania?
Una volta il turismo italiano non aveva rivali. Assistere oggi
a questa Italia che crolla sempre più fa male e tanto… Se
vado a Pompei, oltretutto, pago anche quello che non
dovrei pagare, è una ruberia continua. E poi, il disordine,
la sporcizia… La Germania si sceglie, principalmente, per
l’ordine, la sicurezza, l’organizzazione e la pulizia.
rosy Bindi con le sue affermazioni contro i matrimoni
gay, non si smentisce mai e continua a spaccare una
certa sinistra bacchettona e bigotta.
La Bindy si commenta da sola. Basta guardarla. La sua è
solo invidia. È come certi preti che, invece di pensare alla
chiesa pensano ai letti della gente!!!
Per chiudere ti chiedo che tv vorresti fare per avvicinare i diffidenti e delusi giovani.
Ma già la faccio! Da prima con MT Channel, rete telematica, e ora per Sky. Capisco, non si fanno milioni di ascolti,
come in Rai o sui canali Mediaset, però, con questi chiari
di luna, anche 15.000-20.000 ascolti possono andare
bene.
Infine, la serata è terminata con lo “spazio al dibattito
con i fans di Cecchi Paone”, tra cui due stupende giovani
creature che, oltre la loro travolgente e avvenente bellezza, hanno deliziato i presenti per la domanda rivolta
a Cecchi Paone. «Volevo sapere se la differenza tra eterosessuali e gay è di 6 birre o è solo un modo di dire».
Pronta la risposta del protagonista della serata.
«Non è un modo di dire, è la grande strizza delle donne,
perché se i vostri fidanzati o mariti dopo 6 birre se ne
vengono con me o con lui (rivolgendosi al compagno)
capisco che siete preoccupate ma la bisessualità si annida in ognuno di noi… e, quindi, le famose 6 birre possono fare il resto».
Il simpatico e piccante “siparietto” improvvisato candidamente dalle fantastiche e meravigliosamente spiritose
ragazze tra il divertimento del pubblico e dello stesso
Cecchi Paone, è poi finito in tripudio.
Nel salutare, Alessandro Cecchi Paone ha aggiunto: «in
questi tre giorni di permanenza a Scalea, mi sono trovato
benissimo e già in settembre conto di farvi ritorno. E poi,
da Solidea al “Metastasio” si mangia da Dio! A presto!!!».
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Che noia Questo
“turisMo” Da PenDolari
di MATTEO CAVA
Sul Tirreno la stagione estiva fatica a far intravedere
i spiragli positivi di un tempo mentre l’autunno che
bussa alla porta spaventa un po’ tutti. La situazione
attuale è da addebitare in gran parte ai problemi dovuti alla crisi che ha colpito l’italiano medio basso che,
probabilmente, più che scialacquare come avveniva
nei tempi d’oro, preferisce tenere da parte qualche
risparmio per questo futuro sempre più incerto. Ma,
secondo alcuni operatori turistici, la falsa partenza
di luglio è anche dovuta ad una scarsa promozione
da parte degli enti come la Regione Calabria. Afferma
un albergatore: «Si insegue in modo disomogeneo e
quasi mai oculato l’iter che porta da un po’ di anni
alla solita Borsa internazionale del turismo di Milano,
poi quasi niente nel corso dell’anno. Puntualmente, a
inizio stagione, vengono risollevati i problemi di sempre. Incontrano il presidente Scopelliti, in gran segreto, senza coinvolgere le categorie, per discutere di
questioni che purtroppo sono già note e che, lo ripetiamo ormai troppo spesso, andrebbero affrontate
nei mesi invernali con forza e decisione. Eppure, ad
ogni avvio di stagione quando tutti dovremmo essere pronti con il nastrino rosa sulla linea di partenza,
spuntano come funghi, i problemi della spazzatura,
del mare sporco, della carenza d’acqua della viabilità». C’è grande delusione da parte degli operatori
economici che cercano spiragli positivi per rilanciare
il turismo, una delle poche fonti di guadagno per la
popolazione dell’intero Tirreno cosentino. Ma la scarsa attenzione ai temi del turismo che, effettivamente,
dovrebbero essere affrontati nei mesi invernali per
non ritrovarsi impreparati, è uno dei problemi sollevati da chi con l’industria del turismo ci lavora. «Il mare
sporco, la qualità dell’acqua - sostiene l’operatore
turistico di turno - è una questione ormai ripetitiva
ed atavica, discussa e quasi mai affrontata in termini
risolutivi. Eppure basterebbe lavorare con attenzione
nel ricercare le cause che possono essere individuate
in poche “fonti”: o nei corsi d’acqua o negli impianti di
depurazione, o, ancora, in entrambi. Se il problema è
dovuto invece alle correnti che trasportano materiale,
anche in questo caso sarebbe necessario effettuare
uno studio mirato». Ci sono poi questioni già note:
la carenza idrica e la spazzatura. Anche in questo
caso l’ormai non giovane territorio dal punto di vista
turistico, che ha conosciuto il boom nei lontani anni
Settanta ed Ottanta, potrebbe interrogarsi e risolvere
seriamente le problematiche. L’aumento della spazzatura è proporzionalmente legato al numero di turisti
e villeggianti che frequentano la zona. «Tutti fattori
- sostiene l’albergatore - facilmente prevedibili che,
potrebbero essere scritti e studiati, nei lunghi e noiosi
periodi invernali nei quali, invece, ci si perde in sterili
discussioni. Non ci sono dubbi, nel nostro territorio conclude - manca la programmazione, manca l’idea di
voler portare avanti con forza e determinazione determinate tematiche che hanno bisogno di uno studio
complesso, ma che possono trovare soluzione». In
luglio, Scalea più che una località turistica, una città
energica e attiva, ha dato l’impressione, vedendo la
sera i tanti locali completamente vuoti di un territorio
evacuato, un sonnolento dormitorio che si riprende
e impenna leggermente solo nei fine settimana… per
intenderci, un “turismo da pendolari”.
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Luglio - Agosto 2012
Turismo e Spettacolo
9
DA VISITARE CON L’ARRIVO DELL’AUTUNNO LE TOP 10 DELLE CITTÀ D’ARTE D’EUROPA
VIENNA (Austria)
Ricca e preziosa in palazzi
e bellezze artistiche. All’interno della Ringstrasse, in
centro, si percorrono bellissime vie pedonali verso
Stephansdom, la cattedrale, vero fulcro della città, al
cui interno vi sono le spoglie della famiglia degli Asburgo. Karlskirche è una splendida chiesa barocca del
‘700, ringraziamento per la conclusione della peste.
Il complesso dell’Hofburg, è il centro del potere austriaco per più di sei secoli, di cui oggi molti palazzi
sono stati adibiti a museo. Nei suoi giardini una statua
dedicata a Mozart. Il Palazzo del Parlamento e il Palazzo del Municipio, Neues Rathaus, che, con la sua torre
principale raggiunge i 98m. Votivkirche, è una chiesa
del XIX secolo che imponente in mezzo a splendidi
giardini. Nella zona sud-est i due Palazzi del Belvedere
e i Giardini e la splendida Ambasciata francese. Prima
di lasciare Vienna, non si può non visitare il Teatro in cui
ogni Capodanno si celebra il famoso concerto.
BERLINO (Germania)
La visita di questa meravigliosa città parte certamente dal Brandeburger
Tor, l’arco neoclassico della Porta di Brandeburgo,
simbolo di Berlino, che separa il centro storico dal Parco del Tiertgarten. Unter
den Linden, è la via centrale, di 1.2 km, tracciata da
Federico Guglielmo, ampliata da Federico il Grande.
Deutsche Staarsoper, l’Opera, è in stile corinzio, e la
St. Hedwigs, la Cattedrale cattolica è costruita come il
Pantheon romano, ma la leggenda racconta che fu ispirata ad un tazza capovolta. Check Point Charlie, punto
di frontiera era il passaggio tra il settore americano e
orientale, ora vi è un centro d’affari con 4 mostre per
ricordare il Muro di Berlino. Lo Schloss Charlottenburg
è il più grande palazzo storico, mentre il Tiergarten è il
polmone verde con i suoi 25 km, ex riserva di caccia.
Reichstag, il Parlamento è una commistione di stili, neoclassico, rinascimentale e barocco: da vedere! Musei
da visitare sono il Pergamon Museum coi reperti della
civiltà ellenica e dell’Asia Minore, e il Libeskind dedicato alla storia degli ebrei.
MADRID (Spagna)
Destinazione culturale, vivace metropoli, rilassante
località, Madrid è una città
con uno stile e una classe
unici. La piccola Madrid del
XVI secolo è cresciuta per
regalarci oggi preziosi gioielli del suo tempo: musei tra
i più importanti del mondo, tra cui i magnifici 3: Prado, Thyssen e Reina Sofia. Il suo centro è caratteristico:
Puerta del Sol, la porta del sole, simbolo della vecchia
Madrid cuore e anima della città; Plaza Mayor, la stravagante Plaza de Cibeles. I luoghi culto Calle Mayor e
Calle del Arenal, sono ancora i simboli della tradizione
o il bohémien Barrio Chueca, il Palacio Real, o lo splendido parco di El Retiro. Il grande boulevard madrileno
di Paseo del Prado è un ottimo luogo per passeggiare,
sin dai tempi di grandi maestri come Goya e Velásquez.
I visitatori che arrivano per ammirare i monumenti, si
lasciano sedurre camminando per le strade, respirandone l’atmosfera, altri in cerca dei tapas bar, poi rimangono sorpresi dalla varietà della cucina, e inondati
dalla colorata movida, infatti i madrileni sono soprannominati gatos , gatti, per questa inclinazione alla vita
notturna!
AMSTERDAM (Paesi Bassi)
Il cuore della città batte
nella Piazza Dam, dove i
turisti vengono ad assistere
agli spettacoli degli artisti
di strada e visitare il Koninlijk Paleis, Palazzo Reale e la Nieuwe Kerk, Chiesa
Nuova. Obbligatorio un tuffo nella grande storia dell’arte, attraverso illustri musei: il Van Gogh Museum, con
centinaia di quadri, disegni e acquerelli del Maestro, il
Rikjsmuseum, il più grande in Olanda, e lo Stedelijk Museum con opere d’arte contemporanea. Un altro polo
d’interesse da visistare è l’Ermitage Amsterdam, satellite
di quello di San Pietroburgo, aperto nel 2009. Il modo
ideale per vedere Amsterdam è osservarla dall’acqua,
percorrendone i canali con il Canal Bus, o con crociere
notturne al ritmo della musica dal vivo, oppure noleggiando le barche a pedali. La vita notturna si concentra
a Leidseplein, animata dai caffé, pub, cinema, teatri, e
dai musicisti da strada, mentre per il più classico degli
shopping c’è l’arcinoto mercatino delle pulci di Waterlooplein, dove si trova anche ottimo abbigliamento
vintage.
LONDRA (Gran Bretagna)
È la città dalle mille opportunità. Si può visitare Buckingham Palace, dove vive
la Regina e vedere il cambio
della guardia, che si rinnova dal 1660. London Eye è la grande ruota panoramica,
icona della città. La Torre di Londra Patrimonio Mon-
diale dell’Umanità, è uno dei monumenti più antichi.
Tower Bridge è il celebre ponte levatoio e Kensington
Palace, Palazzo dimora dei Principi William e Kate, è
stato recentemente restaurato. Castello Windsor, invece è il più grande castello abitato al mondo. Hampton
Court Palace, coi suoi incantevoli giardini, è uno dei
palazzi reali più belli. Temple Church custodisce la misteriosa storia dei Cavalieri Templari, e Greenwichè una
zona dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità per i
musei e l’Osservatorio Prime Meridian. City of London
e Westminster, un tempo separate dalla campagna, furono le origini della grande Londra. Il cimitero di Highgate, oltre ad ospitare personaggi illustri come Marx, è
luogo di mistero. Camden Town è uno dei quartieri più
trasgressivi coi suoi negozi alternativi. I parchi sono immensi, bellissimi e occupano quasi l’11%, per un totale
di circa 180 kmq.
ATENE (Grecia)
Culla di tutte le civiltà da
visitare almeno una volta
nella vita. Una delle prime
tappe è l’Agorà, piazza
principale, centro della vita
sociale e del pensiero antico; essa fa parte dell’Acropoli, la collina su cui sorgevano gli edifici più importanti, come il Partenone, tempio simbolo del V secolo.
Dall’Acropoli si può inoltre godere una spettacolare
vista dalle montagne fino al mare. Tra gli edifici più antichi c’è il Tempio di Erecthion, ornato dal famoso gruppo scultoreo delle Cariatidi, ora conservato nel Museo
dell’Acropoli, un’altra tappa fondamentale della visita
di questa città. Assolutamente da non perdere il Museo Archeologico che custodisce meravigliosi reperti,
statue e testimonianza di quest’epoca dorata. Proseguendo verso il quartiere della Plaka, si trovano la maggior parte degli edifici di epoca medievale e bizantina,
oltre a numerose botteghe artigiane e a ristoranti tradizionali dove assaporare qualche delizia locale.
PARIGI (Francia)
La ville lumière, culla del
romanticismo, e della storia
d’Europa. L’Arco di Trionfo
è uno dei più noti monumenti, eretto per celebrare
le vittorie napoleoniche, in Place de l’Etoile dove convergono 12 strade coi nomi di grandi generali. Sotto si
trova la tomba de Soldat Inconnu, simbolo dei morti
della prima guerra mondiale. Da visitare Notre Dame de
Paris, la cattedrale una delle più grandi neo-gotiche al
mondo, e Opera Garnier, teatro dal lusso sfrenato eretto da Napoleone III . La Tour Eiffel, alta 300 metri, da
dove contemplare un panorama magnifico, monumento faro di Parigi, costruita per l’esposizione universale
del 1889. Montmartre è una delle chiese più magiche
con il famoso Sacro Cuore. Bellissima e meno conosciuta dai turisti è Saint Pierre. La Reggia di Versailles uno
dei più grandi palazzi al mondo, simbolo di potenza e
di grande sfarzo, fatta costruire da Luigi XIII per il periodo di caccia, comprende: il Castello, il Parco ed il
Trianon. Tra i musei: il Palais du Louvre, palazzo dei Re
di Francia, il Musee D’Orsay, antica stazione ferroviaria
tipico della Belle Epoque, consacrato a tutte le forme
d’espressione artistica.
ROMA (Italia)
Migliaia di anni di storia,
gloriosi imperi, le hanno
consegnato un’eredità artistica impareggiabile. Il
Colosseo, Anfiteatro Flavio
è l’arena costruita dall’imperatore Vespasiano, al cui
interno si tenevano battaglie tra gladiatori e animali
selvaggi. I Fori Imperiali, piazze monumentali al centro della città, simbolo dell’impero. Il Pantheon, tempio costruito in onore degli dei di grande maestosità.
Piazza Navona, meravigliosa dalla caratteristica forma di
teatro, la cui attrazione artistica al centro è la Fontana
dei Quattro Fiumi. Piazza di Trevi, al cui centro spicca
la splendida omonima fontana, simbolo della città eterna. Piazza di Spagna, aveva la funzione di incanalare
i numerosi pellegrini che giungevano in città diretti al
Vaticano: i suoi simboli sono la famosa scalinata che
conduce alla chiesa Trinità dei Monti e la Fontana della
Barcaccia del Bernini. Città del Vaticano, sede della religione cattolica e del Papa, Stato autonomo comprende sul territorio molti monumenti d’interesse turistico,
tra cui: la Basilica di San Pietro, la maggiore chiesa di
Roma, i Musei Vaticani e Castel Sant’Angelo, mausoleo
costruito dall’imperatore Adriano, prima fortezza, poi
sede di prigioni, infine residenza papale, oggi sede di
manifestazioni culturali.
PRAGA (Repubblica Ceca)
La città della pietra, è una
città magica, e moderna
metropoli europea, che si
specchia da più di dieci secoli nelle acque del fiume
Moldava. Il Ponte Carlo, Karluv Most, una delle mete
principali, è un ponte in pietra in stile gotico che collega la Città Vecchia al Piccolo Quartiere. Si dice fosse
costruito in arenaria impastata a tuorli d’uovo per rafforzarne la struttura, infatti è sopravvissuto a molte alluvioni, la più recente nell’agosto del 2002, la peggiore
degli ultimi 500 anni. Alle due estremità vi sono delle
torri su cui è possibile godere una spettacolare vista. Il
Borgo del Castello, Hradcany, quartiere costruito come
alloggio per i funzionari del castello. La parte gotica
scomparve nel 1400 per le guerre ussite e per il grande
incendio del 1541. Questo quartiere, come del resto
anche Malá Strana, ha mantenuto intatto il suo aspetto
rinascimentale e barocco non accettando l’intrusione
del Moderno.
La decima è stata dimenticata…! Poteva essere inserita Venezia come Firenze (tanto per rimanere in Italia),
così come Sanpietroburgo o Stoccolma, bellissime città
europee.
Un lettore scrive: «Bello sforzo… Insomma, se volete
parlare di perle da far scoprire alla gente metteteci un
po’ di impegno e fantasia e trovate qualcosa di meno
scontato e blasonato… ma ugualmente bello, importante e da non perdere!!!».
Oltre il turismo
FIUME LAO: TRA GOLE PROFONDE
E CASCATE IMPONENTI
In primo piano il noto attore di fiction Alberto Gimigliani
Immaginate di essere sulla riva di un fiume placido e
lento. Immaginate di salire su un gommone inaffondabile (raft) insieme ai vostri amici o parenti con tutta
l’attrezzatura del caso. C’è la guida che vi spiega come
si è formato il canyon alto 200 metri che state per violare. Passano i primi chilometri, calmi e lenti, tra natura
selvaggia di luoghi nascosti e inviolati.
All’improvviso iniziano le rapide che si susseguono tra
salti e strettoie, tra gole profonde e cascate imponenti.
Immaginate di percorrere un fiume per circa 25 chilometri. Dopo 6 ore di adrenalina allo stato puro piazzate la tenda a pochi metri dall’acqua, c’è una grigliata
che andrà avanti per tutta la notte ad aspettarvi e che
vi farà compagnia sotto le stelle. Se siete stanchi di
immaginare soltanto un’esperienza del genere è arrivato il momento di scoprire e vivere le emozioni che il
fiume Lao può regalarvi.
Il tracciato
Il punto più spettacolare è senza dubbio quello che
da Laino Borgo conduce alla Grotta del Romito.
La parte del tracciato che va dalla Grotta del Romito
fino a Papasidero è uno dei più suggestivi. Siamo nelle gole intermedie che si affrontano in circa due ore.
Sono 12 chilometri selvaggi dove rapide continue e
molto tecniche si susseguono a ripetizione.
Il tratto che da Papasidero conduce a Orsomarso è
il più tranquillo ed è adatto anche ai meno temerari.
Si naviga in un ambiente incontaminato dove il fiume
scorre con meno veemenza.
Il Lao nasce in Basilicata, a circa 1600 metri di quota sul
Serra del Prete (2182 metri s.l.m.), una delle vette più
alte del Pollino. Le sue acque affiorano in superficie a
Viggianello, dopo un esteso percorso sotterraneo. È
lungo circa 50 chilometri e sfocia nel mar Tirreno nel
territorio di Scalea, dopo aver attraversato i paesi di
Laino Borgo, Laino Castello, Papasidero e Orsomarso.
Vittorio Sgarbi grande appassionato di Rafting
Il rafting è una disciplina sportiva praticabile da tutti,
basta scegliere il livello di difficoltà che si vuole affrontare. Il fiume Lao con i suoi 25 chilometri navigabili può
soddisfare qualsiasi esigenza da marzo a novembre.
E anche Vittorio Sgarbi, alla sua sesta
venuta a Scalea, si è cimentato, ancora una volta, a bordo di un gommone, nell’affascinante e fantastica
discesa tra le acque di questo magico
fiume.
Diretto da Nando Manco
Direttore responsabile, Giovanni Celico
Direttore editoriale, Nando Manco
Impaginazione elettronica, Loredana Marsilli
Collaborazione Tecnica, City Walk
Segr. di redazione, Maria Cirimele - Biagio Moliterni
Foto, Archivio Diogene - Daniele Arieta - Foto Time - Pino De Biase
Registrazione Tribunale di Paola n° 55 del
21/07/90 Mutamenti annotati il 24/02/97
Il presente numero viene chiuso in tipografia
alle ore 23,30 dell’8/08/2012
I testi e le foto inviati alla redazione non si restituiscono
Focus
Luglio - Agosto 2012
san nicola arcella
Cent’anni Di autonoMia e… seMBra ieri!
di BIAGIO MOLITERNI
Una cornice e un evento: ecco l’insieme di due elementi che può fare di una serata qualsiasi una occasione particolare ed irripetibile!
Il Comune di S. Nicola Arcella, un’affacciata, un balcone sul golfo di Policastro, con una veduta più unica
che rara dell’azzurro Tirreno calabro-lucano, ha festeggiato, il 6. luglio.2012 ed in maniera egregia, i suoi
primi cento anni di vita amministrativa autonoma da
Scalea, dopo essere stato, per secoli, “il Casale”, o il
“Casalicchio”, appunto della cittadina del Caloprese,
cugino del grande Gian Vincenzo Gravina…il “maestro” del Metastasio, tant’è che i suoi abitanti sono
ancora oggi chiamati comunemente “casalicchiari”!
Presenti i familiari o, di persona se viventi, gli ex sindaci, susseguitisi alla guida del Comune dal 1912, tutti
i primi cittadini della “fascia costiera” da Cetraro ad
Aieta, il Vescovo della Diocesi, autorità civili e militari,
gli impiegati, anche in pensione, i Vigili Urbani, radio
e Tv locali, e, soprattutto, un numeroso ed attento
pubblico.
Fu una personalità del circondario a indirizzare e
“risolvere” le “sorti” del piccolo centro calabrese, là
dove un tempo era fiorito il culto di S. Nicola Magno,
almeno dal 1065, e dove, poi, si era “installato” quello
di S. Nicola da Tolentino, che si festeggia il 10 settembre di ogni anno.
Si chiamava Fedele De Novellis, di Belvedere Marittimo,
nato nel 1854 e morto nel 1930, dottore in giurisprudenza, prima diplomatico di carriera, addetto di legazione a Belgrado, Lisbona, Costantinopoli e Berlino, fu
eletto deputato nel 1892, nel collegio di Verbicaro,
per la XVIII legislatura, superato, quando ripresentò la
sua candidatura, nel 1895, da Angelantonio Carlomagno, altissimo magistrato nato appunto e proprio a
Verbicaro, la cui elezione comunque fu annullata.
Fedele De Novellis rientrò, in quell’anno, in Parlamento e fu riconfermato per altri quattro mandati: liberale, sedette al centro sinistra e durante la lunga permanenza alla Camera si interessò di viabilità, filossera,
pubblica sicurezza, ferrovie, ecc.
A lui si deve la proposta, divenuta legge il sei luglio
del 1912, di costituire il Comune di S. Nicola Arcella:
probabilmente, l’onorevole che “amava estivare a S.
Nicola” fu indotto a questo passo, oltre che dall’amore per il “posto”, soprattutto e anche per la “ passione” che, forse, lo “legò” ad una bellissima popolana
sannicolese, come svelato, in un precedente articolo,
da Barbara Mele e Giovanni Celico!
Nel corso, proprio, della XXIII legislatura Fedele De
Novellis si dimise da deputato essendo stato nominato ambasciatore a Cristiana: le dimissioni furono accettate il 26. 11.1912, era stato fino a quel momento
anche uno dei nove segretari dell’Ufficio di Presidenza
della Camera e il 30.dicembre.1924 fu nominato senatore a vita.
Ma ritorniamo alla “serata” dei ricordi e delle “commemorazioni”, svoltasi in piazza Alessandro Siciliano
di S. Nicola Arcella: anche il nome della “piazza” ha
rievocato “ un personaggio” di spicco della cronaca
locale.
Il cav. uff. Alessandro Siciliano, nato a S. Nicola nel
1860, “emigrato” giovanissimo in Sud America, in po-
chi anni, divenne uno degli uomini più facoltosi del
Brasile del tempo ed un industriale di grande intuito
per gli affari.
Non avendo dimenticato il “paese natio”, nel 19101911, in vista dell’autonomia di S. Nicola che anch’egli
“sognava”, aveva “costituito”, di passaggio presso il
Consolato d’Italia a Londra, un “fondo” di circa mille
lire i cui interessi, per i primi trenta anni, dovevano
“andare” a sopperire i bisogni pratici del Comune e,
per i successivi venti, avrebbero dovuto essere destinati ai ragazzi poveri locali ma “dotati”, per dare loro
la possibilità di studiare, o per la dote da assegnare a
ragazze nubili disagiate!
Un benefattore che contribuì, a spese proprie, finanche a dotare S. Nicola Arcella dei primi “lumi a petrolio” e a far selciare le strade interne!
A seguire le sue orme, un nipote, con lo stesso nome,
che nel 1914 “inviò” al neo-costituito Comune di S.
Nicola Arcella un “bonifico” di ben 14.000 lire!
Ebbene…la serata: ha “sentito” la Fanfara dei Bersaglieri di Crotone intonare, quando è stata scoperta
la “targa” commemorativa di De Novellis, da parte
del Sindaco sig.ra Barbara Mele, l’inno di Mameli ed
ha registrato gli interventi sia del primo cittadino che
dell’assessore alla cultura oltre che una “relazione storica” di notevole spessore da parte del prof. Giovanni
Celico.
Il prosieguo ha “sentito” le belle parole pronunciate
dal Vescovo Leonardo Bonanno, titolare della sede di
S. Marco-Scalea, e dall’assessore regionale calabrese
on.le Pino Gentile, che ha…annunciato e per iscritto...
alla comunità locale un concreto sostegno in rapporto alle necessità, scuole, viabilità, ecc., prospettategli
dagli amministratori.
Hanno poi voluto porgere un loro personale “ricordo” gli ex primi cittadini, Fernando Errigo e Domenico
Donadio.
A conclusione, il Sindaco sig.ra Barbara Mele ha consegnato agli ex amministratori una targa-ricordo ed
una medaglia a tutti gli ex dipendenti comunali.
La “folla”, infine, si è trasferita nella sala-museo, “aperta ed inaugurata” la mattina, dove sono stati raccolti,
in una “mostra” che resterà disponibile al pubblico
fino al 10 settembre, tutti i “cimeli” sia della donazione del sopra ricordato cav. Siciliano e sia, soprattutto,
i documenti amministrativi della “divisione” del territorio tra S. Nicola e Scalea, con una saletta, a parte,
dove sono state “collocate”, insieme alle foto di tutti
gli ex Sindaci, anche le riproduzioni più antiche del
“borgo”!
Un successo, dunque, e lo si può affermare senza
tema di smentita, questa giornata rievocativa del 6
luglio, ben organizzata, ben articolata e, soprattutto,
ben condotta: auguri dunque all’attuale primo cittadino, sig.ra Barbara Mele, a tutta la Giunta, al Consiglio
Comunale e, innanzi tutto, ai cittadini, vicini e lontani,
del Comune di S. Nicola Arcella.
La lunga giornata, è poi continuata tra
gli stand gastronomici e i forni all’aperto, con “pizza per tutti”, a cura della
“Team Matellicani” di Tortora e con il
gran concerto dell’intramontabile e
sempre bravo Alan Sorrenti che ha richiamato tantissima gente.
GianCarlo ForMiCa
nuoVo PresiDente Dello sCalea
Quadri dirigenziali dell’u.s. scalea 1912
Giancarlo Formica, presidente
Domenico introini, v. presidente
Giacomo Perrotta, segretario
Gigi Fazio, team manager
Gino oliva e Mario Bloise, dirigenti accompagnatori
antonio Passalacqua, dir. sportivo coadiuvato da Giuseppe Mingrone
Consiglieri:
achille tenuta, nicola Biondi, Marco De Cesare, alessandro Bergamo,
nicola anastasio, Daniele Pisano ed altri ancora.
Logicamente, in questi giorni, la lista dei nomi potrebbe allungarsi.
10
Quinto Gran Prix Moto d’acqua
una tre Giorni Varia,
entusiasMante e seGuita
di SARA SILVESTRI
Si è svolta presso la Nautica “Lo
Scoglio” della famiglia Passalacqua, il 5° Gran Prix - Moto d’Acqua “Città di Scalea”. Una tre
giorno entusiasmante e divertente che ha visto l’affluenza di
tanto pubblico. Si è partiti con
un Boat Party, per arrivare nei
giorni successivi, all’esibizione
dei campioni europei e mondiali di moto d’acqua diurna e
notturna. In conclusione della
riuscita e seguita manifestazione, Roberto Mandarano ha presentato il Concorso di bellezza
con elezione della Reginetta del
Mare “Miss Gran Prix Moto d’Acqua”.
La kermess ha visto sfilare sulla passerella 16 bellissime
e giovanissime ragazze (con un’età media che oscillava dai 15 ai 25 anni), tra le quali, una ucraina e una
russa. Ad aggiudicarsi la fascia di bellissima è stata la
diciassettenne Desirèe Marino (nella foto), proveniente dalla vicinissima Marcellina. Riconoscimenti anche
per le scaleote Emanuela Palma e Denise Gullo. Da notare anche la bellezza sconvolgente dell’ucraina Natalia Karpycheva (15 anni) e della stupenda gemellina
(sfilava insieme alla sorella) di Montevarchi Jessica Susini. La giuria era formata tra gli altri, dall’assessore allo
spettacolo e turismo del comune di Scalea Giuseppe
Forestieri, dal nostro direttore Nando Manco, dalla
giovane Antonietta Damiano e da Giuseppe Galiano.
Nel corso della serata ha dato prova della sua bravura
e originalità “ù snake”, Giuseppe Candia con il suo trascinante Rep popolare.
La sfilata è stata curata dal titolare del negozio di Abbigliamento “Freesby” di Pino Manco.
tre sCaleoti a “reazione a Catena”
Giuseppe Galiano e i fratelli Pino e orlando Manco,
l’11 agosto 2012 hanno partecipato al programma
a premi di rai uno “reazione a Catena” condotto
da Pino insegno. la squadra, la prima calabrese a
parteciare a questo noto programma, era denominata “i tre scalini” come omaggio a scalea.
Voli aerei di linea e low cost
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Biglietteria autobus (Simet, La Valle, Eurobus)
Storia e Cultura
Luglio - Agosto 2012
...dalla prima
anCora FerMi i laVori Di
restauro Del Palazzo sPinelli
di ERCOLE SERRA
Dello storico Palazzo dei Principi Spinelli (sec. XIII)
si parla da quasi sessant’anni e, comunque, sin dal
1952, quando il maniero fu dichiarato monumento
nazionale e, quindi, sottoposto al totale e particolare vincolo di tutela insieme al terreno sottostante. In
una mia lettera pubblicata nel lontano 1964 sul settimanale “CRONACA” segnalai il potenziale pericolo di
deturpazione che poteva, sin da allora, subire il monumento con la costruzione di fabbricati nell’area circostante così come, nel corso degli anni, purtroppo,
è avvenuto. Non intendo soffermarmi sulla storia di
questo importante e maestoso edificio, ma vorrei ricordare che, nel 1990, esso fu acquistato dal comune
di Scalea, prima amministrazione comunale ZITO (La
CAMPANA), che si prodigò per un primo intervento di
restauro conservativo e di ristrutturazione statica che
fu iniziato ma rimase incompiuto per circa vent’anni.
Prima dell’estate del 2011 si è aperto un nuovo cantiere per eseguire altri lavori di restauro e di manutenzione statica con un finanziamento regionale di circa
un milione e quattrocentomila euro. Nel mio articolo
pubblicato nel numero di dicembre 2011 del DIOGENE MODERNO, ho segnalato la sospensione dei lavori,
per cui in questi giorni se ne discute anche a seguito
di una interrogazione del consigliere Gennaro Licursi
rivolta al sindaco Basile, il quale in una nota ha dato
una plausibile giustificazione al fermo. In sostanza, egli
informa che «è stata fatta una prima tranche di lavori
ed è stato chiesto il primo stato di avanzamento e,
quindi, l’acconto». Quando si è appreso che «il denaro non era disponibile, l’Amministrazione ha deciso
per il fermo per non indebitare ulteriormente il Comune di Scalea avviando cause inutili».
Per vari motivi, non intendo entrare nelle pastoie burocratiche e nelle motivazioni del mancato finanziamento che ha bloccato i lavori, ma vorrei soffermarmi
su alcuni aspetti che emergono dall’interrogazione
sopra citata. Mi sembra di capire che la preoccupazione del Consigliere interrogante sia, fra l’altro, la
permanenza dell’impalcatura che risulta dannosa per
il Centro storico e che impedisce l’utilizzo della piazza. All’amico Licursi, decano del Consiglio comunale,
vorrei sottolineare, non per polemica, che ai cittadini
di Scalea interessa, principalmente, la ripresa immediata dei lavori per porre fine alle opere di restauro
del palazzo monumentale, altrimenti aggiungeremmo
un’altra “cattedrale nel deserto” a quelle già esistenti
e non portate a termine. Apprendo con molto piacere che il consigliere Licursi ricorda che «chi intende amministrare ed ha a cuore le sorti della Città di
Scalea deve volgere lo sguardo alla valorizzazione del
Centro storico». Intanto, non soltanto bisogna volgere lo sguardo verso il nostro secolare borgo antico,
ma anche e soprattutto viverlo e frequentarlo per
constatare di persona le gravi carenze che aleggiano
nel millenario tessuto urbano da dove provengono le
nostre radici; casi di tetti secolari diventati terrazze,
fregi antichi scomparsi, intonaci non compatibili con
l’antico ambiente circostante e quant’altro, compresa
la eventuale presenza di qualche mini discarica. In 60
anni è passata “tanta acqua sotto i ponti”, ma quasi
nulla è stato fatto per valorizzare e tutelare il nostro
pregevole Centro storico, anzi spesso si è operato in
senso contrario. Per concludere, mi chiedo se saranno
salvati gli affreschi settecenteschi nel salone del palazzo Spinelli che continuano a sfarinarsi e se, nel corso
dei recenti lavori di restauro, siano state rispettate le
antiche linee architettoniche e sia rimasto integro il
terrapieno dell’antico e suggestivo giardino, a quanto
pare, già esageratamente cementificato (foto sopra),
tanto per rispettare e riconfermare quel maledetto
trend in voga da più di 50 anni a Scalea. Ritengo, quindi, che l’interrogazione vada integrata.
FanatisMo reliGioso
di VITTORIO SERSE
Apprendo, con piacere, che la rivista nazionale “Plein
air” descrive, nelle sue pagine, la festività in onore della
Beata Vergine del Carmelo di Scalea, il cui culto risale ai tempi delle Crociate e, comunque, fu consacrato
ufficialmente dal popolo scaleota nel 1855 con atto
pubblico e con la prima incoronazione del Santo Simulacro. Certamente, non per polemica ma per intavolare
un dialogo costruttivo, ritengo dover ricordare che,
sulla secolare festa della Madonna del Carmine nella
nostra Città, altri scrittori hanno pubblicato ricerche
storiche in prestigiose riviste e in libri che sono fonti
preziose di notizie che arricchiscono il nostro patrimonio culturale. Da Attilio Pepe, Mario Manco, Carmine
Manco, Vincenzo Napollillo, allo stesso scrivente, negli
anni, sono numerosi gli scritti pubblicati sull’evento.
Ovviamente, tutti questi scritti sono sempre attuali, per
cui “nessuno scopre l’acqua calda” e certe esaltazioni appaiono fuori luogo. Ribadisco, comunque, che è
certamente positivo che si continua a diffondere con i
mezzi di comunicazione la festa in onore della nostra
Protettrice, il cui Simulacro settecentesco, durante le
processioni del 16 luglio e del 21 novembre, suscita
tanta commozione e suggestione nei fedeli. Purtroppo, in questi ultimi trent’anni, si sono inseriti alcuni riti
che non appartengono alle nostre tradizioni: applausi,
spari di fuochi artificiali nei rioni della “nuova” Scalea
e altre manifestazioni che, a mio parere, forse rasentano una forma di fanatismo religioso ed esulano da
quelle provenienti dalla mera e genuina fede popolare:
la distribuzione del basilico, la processione delle cinte
votive e gli antichi canti che vengono intonati nel corso
della processione che parte dalla Chiesa di Santa Maria d’Episcopio dove ritorna intorno alla mezzanotte.
La B.V. di Medjugorje (la Gospa) da oltre trent’anni nei
suoi messaggi ai veggenti chiede sempre la preghiera,
la conversione e la penitenza, non gli applausi ed i fuochi d’artificio (rito pagano per allontanare gli spiriti malevoli), ma la fede in suo Figlio Gesù, invitando i fedeli
a non peccare. Per concludere, una nota sul “rito del
basilico”: è una pianta regale (basilikos, erba del re)
collegata alla tradizione che fa riferimento a Sant’Elena
-madre dell’imperatore Costantino- la quale, trovata la
pianta sul luogo della crocifissione di Cristo, l’avrebbe
diffusa per tutto l’impero. Ecco il motivo per cui, verosimilmente, il basilico viene distribuito in occasione della
processione della B.V. del Carmelo, in segno di devozione verso la Regina del Cielo e, quindi, altre leggende
non trovano alcun fondamento storico.
Per Don Mazzillo i PriMi
Quaranta anni Di saCerDozio!
di GIOVANNI CELICO
La comunità parrocchiale di Tortora paese ha festeggiato, il 16 luglio c.a., uno dei suoi figli migliori, il parroco
Don Giovanni Mazzillo, che ha “tagliato” un traguardo
importante: quaranta anni di sacerdozio!
Presente l’intero presbiterio locale, con l’intervento
anche del rev. Don Biagio Russo di Aieta, che peraltro
“ricordava” ben sessantadue anni di sacerdozio, vi è
stata una solenne celebrazione nella Chiesa Matrice di
Tortora paese, con il concorso di un folto numero di
fedeli e di “amici” provenienti da ogni parte della Calabria e della vicina Lucania.
A conclusione, è stato offerto un “buffet”, con specialità rigorosamente “paesane”, ricco di sapori tortoresi!
Il Rev. Don Giovanni Mazzillo, nato nel 1948 a Tortora,
ha studiato a Catanzaro, a Napoli (Posillipo) e Wurzburg (Germania), conseguendo il “dottorato” presso
Elmar Klinger, con una dissertazione dal titolo in italiano “Essere soggetto dei poveri nella Chiesa come
popolo di Dio”.
Dopo aver “svolto”, per lunghi anni, un intenso e attivo
apostolato al servizio dei “lavoratori emigranti” nei paesi di lingua tedesca, Don Giovanni Mazzillo è rientrato
già da tempo nella sua terra di origine ed oggi, insieme
all’impegno per e nella parrocchia, insegna Teologia
Fondamentale, Ecclesiologia e Scienza delle Religioni
presso l’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro e collabora con la Pax Christi Italia.
Autore proficuo, ha dato alle stampe, tra gli altri testi,
“La teologia come prassi di pace” e “Gesù e la sua prassi di pace”, impegnandosi nella pubblicazione di una
“Sistematica”, prevista in ben cinque volumi, dei quali il
più recente, “Dio sulle tracce dell’uomo”, segue quello
del 2004 dal titolo “L’uomo sulle tracce di Dio”.
E’ un sacerdote “a tutto tondo” Don Giovanni Mazzillo:
ancorato a saldi principi e a profonde convinzioni ha
sperimentato e sperimenta, nel quotidiano, i fondamentali della “sua” fede rivolta soprattutto agli ultimi
ed ai bisognosi.
La comunità di Tortora paese, dopo essere stata “curata”, negli ultimi decenni, da diversi “santi” apostolicattolici, ultimo, in ordine di tempo, Don Antonio Rossi, il prete-operaio, già “impegnato” alla ex Rivetti, poi
Marlane, di Praia, è approdata e “finita” nelle “mani” di
un “figlio prediletto”, appunto Don Giovanni Mazzillo,
al quale anche noi, con gli auguri per il traguardo “tagliato”, auspichiamo lunga vita e ancora tantissimi anni
di proficuo impegno pastorale.
11
la Festa Del CarMelo nelle
PaGine Di Plein air
La rivista nazionale per i camperisti, Plein air, descrive la
festa della Madonna del Carmelo Patrona di Scalea. La
processione, i ceri, i luoghi, l’atmosfera hanno attratto
il giornalista del giornale che si occupa di turismo secondo natura, camper, caravan, tenda ed escursioni.
La festa della Madonna è il momento clou per gli scaleoti e per chi ha scelto di vivere in questa comunità.
La pubblicazione di un articolo su questo evento rappresenta per la comunità un motivo di vanto.
L’assessore al Turismo, Giuseppe Forestieri, ha commentato positivamente la pubblicazione dell’articolo.
«La rivista Plein air, fra l’altro, pubblicizzata su emittenti come Sky nei canali tematici del turismo, individua
uno dei momenti principali dell’estate scaleota. Una
fusione di misticità e tradizione collegate al momento
più intenso del turismo, al massimo delle presenze di
villeggianti e di cittadini di Scalea che, in molti casi,
preferiscono tornare proprio per onorare la Madonna
del Carmelo. L’articolo in questione coglie i vari aspetti, non tralasciando elementi importanti come la tradizione delle “Cinte” realizzate dalle donne del paese
con tutta l’atmosfera di festa che si coglie nel centro
storico e lungo le vie del paese moderno».
La rivista Plein air commenta nella didascalia fotografica: “Una visita di Scalea in occasione della festività
della Madonna del Carmelo, che si tiene ogni anno
dal 14 al 16 luglio, non può tralasciare i monumenti del vecchio borgo, né Torre Talao, risalente al XVI
secolo».
Le aree di sosta, la pista ciclabile, i suggerimenti ai
camperisti completano l’articolo che invita a scoprire
“uno dei borghi più antichi e suggestivi dell’alto tirreno cosentino”. (M.C.)
Storia e Cultura
Luglio - Agosto 2012
LA STATUA DELLA MADONNA DELLA GROTTA TRAFUGATA NEL 1979
ANCORA NON FA RITORNO IN SEDE
di GIOVANNI CELICO
Dopo ben 36 anni di “servizio”, nella
Parrocchia di Praia a Mare, “lasciano”
i Padri Figli di Maria, che, appunto nel
lontano 1976 assunsero la titolarità
dell’incarico, e la responsabilità “ritorna” ai secolari diocesani.
Nei giorni scorsi, il Vescovo di San
Marco Argentano-Scalea, Mons. Leonardo Bonanno, ha infatti nominato
parroco locale il sac. Don Franco Liporace, originario del comprensorio, al quale, ovviamente, si fanno giungere, dalle colonne di questo giornale, gli auguri migliori per l’impegno che si troverà di
fronte: la formale immissione… in possesso avverrà il 15
luglio c.a. (sarà affiancato da un giovane sacerdote per
le incombenze specifiche proprie del Santuario della
Grotta).
Al neo-parroco, al quale certamente non mancheranno
di pervenire sollecitazioni le più disparate, vorremmo
comunque, sotto voce, sottolineare, come pro-memoria, un solo punto, con la speranza, anzi con la certezza, che si impegnerà nella direzione che si indicherà,
facendone… tesoro.
C’è una grande assente, infatti, in queste giornate di festa, religiosa e civile, ed è la Statua della Madonna della
Grotta, venerata in Praia da circa sette secoli, trafugata misteriosamente nel 1979 dal Santuario omonimo e
fino ad ora mai più ritrovata.
D. Franco Liporace dovrà, se naturalmente avvertirà
come fondato questo pressante invito, riannodare “i
fili” di questa vicenda e sollecitare le forze dell’ordine ad ogni livello, soprattutto il settore dei Carabinieri
che si occupa proficuamente del recupero delle opere
d’arte rubate, di “togliere la polvere” accumulatasi sopra il faldone della Madonna della Grotta e “rilanciare”,
in ogni direzione, le indagini, per giungere ad una felice conclusione.
Per i nostri lettori, ripercorriamo alcune tappe storiche
di questo Sacro Simulacro anche per “rinverdirne” il ricordo!
Nell’agosto dell’anno 1326, un veliero, partito dai lidi
d’oriente, con ciurma turca, al cui comando vi era un
cristiano, mentre doppiava l’isola Dino, diretto probabilmente ai porti campani, si “bloccò”.
I marinai ed il comandante fecero ogni tentativo per
farlo ripartire ma tutto si mostrò inutile e né si individuò una qualche causa logica per spiegare lo strano
fenomeno.
Una voce, subito seguita da altre, “denunciò”, come
origine del “fermo inspiegabile”, una statua di legno di
cedro che il Comandante custodiva, da tempo, nella
sua cabina: una Madonna, fattezze di popolana orientale, alla quale il buon uomo era devoto e che, in origine, era stata venerata dagli Schiavoni o Slavoni.
Il Comandante, temendo che qualcuno avesse potuto
“gettare in mare la statuetta della Vergine”, propose,
essendo vicina la costa, una soluzione: sarebbe “sceso
a terra” e lì avrebbe abbandonato il Simulacro.
E così avvenne: giunti alla marina d’Aieta, un tempo il
mare lambiva le pendici del Vingiolo, videro delle grotte e il Comandante vi si diresse e posò la Statua sopra
un grande masso, rotondeggiante, situato all’ingresso
del cavo più grande e “promise che al prossimo viaggio
si sarebbe fermato e avrebbe ripreso la Madonnina”.
Dopo tre anni, navigando lungo la costiera tirrenica calabrese, infatti, fece scalo alla Marina d’Ajeta e salì alle
grotte del Vingiolo: vi trovò costruiti una cappella, ove
era custodita la Madonnina, e un altare.
Un giovanetto raccontò di essere un pastore “miracolato” dalla Vergine della Grotta: era muto e avendo visto,
il 14 agosto del 1326, sul masso “una bella Signora che
gli aveva parlato” era corso ad Aieta, il centro più vicino, per cercare di “avvertire” quel popolo dell’incontro straordinario.
Ma appena giunto in paese…gli era inspiegabilmente
“apparsa” la voce e una folla festante si era diretta alle
pendici del Vingiolo.
Essendo risultati vani i tentativi di trasportare la statua
dalla marina al paese, perché ogni volta la Vergine ritornava nel posto originario, si decise di lasciarla nella
grotta.
Da quell’anno in poi, ogni 15 di agosto, ricorrenza
dell’Assunta, si “festeggiò” la Madonna di Praja d’Ajeta,
poi di Praia a Mare.
Forse, la Grotta di Praia, già prima dell’arrivo della Statua di Maria, era un luogo di incontro per i tanti eremiti
della zona e potrebbe aver ospitato una “chiesa” e relativo monastero.
La Cappella della Madonna della Grotta che, successivamente, diventerà Santuario e che ebbe forse anche
il nome anche di “S. Maria della Grazia o delle Grazie”,
fu per tutto il Medioevo di “patronato” dei signori di
Ajeta, ultimi i marchesi Cosentino.
Nel 1520, Leone X diede parere favorevole alla fondazione del Convento di S. Maria della Grotta di Aieta,
di cui divenne “guardiano” Nicola de Loria, minore os-
servante.
Mentre nel 1543 Papa Paolo III assegnò la stessa chiesa
a Don Ranuccio de Natali e nel 1560 a Don Antonello
Pagano.
Don Tiberio Cosentino, che era stato procuratore di S.
Maria della Grotta e, poi, arciprete a Lauria e infine Vescovo di Lavello, nel 1578 fece erigere nella grotta di
Praia una cappella con il titolo di Madonna della Neve.
Don Matteo Cosentino, vescovo di Anglona-Tursi nel
1667, era prima stato rettore della Chiesa di S. Maria
della Grotta di Aieta, e, nel 1742, ne fu custode l’oblato Lorenzo Nappi, al quale seguì Giovanni Barletta e,
nel 1749, ne fu “procuratore” il sacerdote don Scipione Bonadies.
Probabilmente la denominazione di Santuario della
Madonna della Grotta di Praja d’Ajeta si potrebbe far
risalire al 1837e tre anni dopo vi era già una gradinata
che agevolava l’accesso alla grotta dei visitatori e dei
fedeli.
Fu proprio in quegli anni che il vescovo di Cassano,
mons. Michele Bombini, nominò Emanuele Lomonaco Cosentino amministratore del Santuario: si devono
all’impegno di questo benemerito molte delle opere
in muratura che ancora oggi si utilizzano (scale, mura
di contenimento, ampliamento della chiesa, sacrestia,
arredi per il culto, realizzazione di due stanze che saranno la prima casa del parroco, ecc.).
Emanuele Lomonaco cessò di vivere nel 1860 e i cittadini, riconoscenti, nel 1861 posero al lato del portone
d’entrata una lapide a futuro ricordo dell’opera svolta.
Nel 1888 fu nominato amministratore della Grotta il
Reverendo Don Nicola Moliterni che fece costruire un
pregevole altare di marmo, con nicchia soprastante, e
che avviò un comitato locale per la incoronazione della Statua della Madonna della Grotta.
Mons. Antonio Maria Bonito, vescovo di Cassano dal
1899, dopo una visita in loco, nel 1902 decretò l’incoronazione: determinante per le successive decisioni
vaticane in merito l’opera svolta dal cardinale Casimiro
Gennari, originario di Maratea.
La festa dell’Incoronazione si svolse il 14 ed il 15 di
maggio del 1905 e Don Raffaele Giugni-Candia, che
sarà il primo parroco della nascente parrocchia di S.
Maria della Grotta di Praia, scrisse la “Novena alla Vergine SS. Della Grotta”.
Le due corone d’oro, realizzate con il concorso di tutta la popolazione di Ajeta, Praja e paesi vicini, nonché
di tanti emigrati, furono opera di Vincenzo Catello di
Napoli.
A Don Raffaele Giugni-Candia, subentrò il Rev. Don
Domenico Petroni che ha guidato la Parrocchia fino al
“passaggio” delle relative responsabilità, nel 1976, ai
Figli di Maria, precisamente a padre Fausto Bartocci e a
padre Michele Tomaiolo.
Si ricordano, ovviamente, per l’opera svolta, tutti i padri che si sono succeduti in questi anni fino agli ultimi
due: padre Mario e padre Vincenzo.
Non si possono trascurare quanti, specialmente tra i religiosi, come per esempio i Padri Maristi, hanno contribuito, nel secondo dopoguerra, alla crescita spirituale
della comunità locale: per tutti, si richiama alla memoria
il ricordo di padre Mattesini.
Coraggio, dunque, caro Don Franco Liporace: è necessario, urgente, indispensabile ritornare a “cercare” la
Statua della Madonna della Grotta di Praia e che da
lassù qualcuno assista e porti a felice conclusione questo percorso.
Via dei Sibariti, 23
Tel/Fax: 0985 920534
12
DA SAPRI A PAOLA GUIDA DA
LEGGERE E CONSULTARE CON
GRANDE ATTENZIONE
ED INTERESSE
Alla presenza della stampa, dell’editore Falco, dell’assessore Giuseppe Forestieri, del presidente della Pro
Loco di Scalea e del consorzio delle Pro Loco “Riviera
dei Cedri, è stato presentato nella sala polifunzionale
del comune di Scalea l’interessante guida turistica “Da
Sapri a Paola”, luoghi da visitare e bellezze da scoprire, a cura di Gianfranco Cioni. La rivista, nelle sue 172
pagine illustrate tocca e spazia tra le regioni a confine
di: Campania, Basilicata e Calabria. Un lavoro editoriale, quello di Cioni, sicuramente, impegnativo e di non
facile realizzazione che, però, grazie ad una esplorazione e ad una ricerca minuziosa e certosina sui luoghi
è stato possibile realizzare e diffondere. Il libro-guida
alla scoperta della “Riviera dei Cedri” e dei peperoncini
piccanti, parte da Sapri (Campania) soffermandosi sulla
Spigolatrice e sul racconto della spedizione di Carlo
Pisacane del 1857 nella città di Sapri che rievoca uno
degli episodi risorgimentali che maggiormente suggestionarono l’animo e la fantasia popolare, per arrivare
a Paola, città che ospita il Santuario di San Francesco,
patrono della Calabria. Nel suo minuzioso e appassionante escursus informativo, Gianfranco Cioni dedica
una pagina anche all’informazione calabrese citando
tra i quattro giornali calabresi più presenti e conosciuti,
il nostro Diogene fondato nel lontano 1947. Colpisce
tra l’altro, una bella illustrazione grafica intitolata: “alla
ricerca delle tipicità in Calabria” che mette in risalto
il cedro di Santa Maria, il peperoncino di Diamante e
dell’intera costa, la cicoria squisita delle nostre colline,
il vino di Verbicaro e i fichi di Scalea e dei paesi vicini, la
cipolla di Tropea e la varietà di pomidoro (tondo liscio,
a grappolo, ciliegino, San Marzano, cuore di bue) e patate a pasta rossa e gialla della Sila, coltivati con grande
maestria e accuratezza nel nostro circondario, l’ottimo
e quasi niente acido olio extravergine di oliva del nostro falsopiano e tantissime altre delizie della terra.
L’incontro culturale, alla presenza di un pubblico numeroso e attento, è stato coordinato e presentato da
Antonello Grosso La Valle, attivo esponente delle Pro
Loco del Cedro, sempre presente e sensibile a manifestazioni dove è possibile portare avanti e far conoscere
sempre più i nostri magnifici e suggestivi luoghi, spesso,
purtroppo, trascurati e poco pubblicizzati.
Questo magazine illustra e racconta questo meridione
d’Italia, ricco di colori, sapori, profumi, opere d’arte,
monumenti, tradizioni, paesaggi e vedute che si animano e trasformano al contatto diretto in qualcosa di
veramente unico e magico merita un’attenta esplorazione delle sue pagine per meglio capire i posti descritti (circa 50) ed avere così, un’infarinatura non di
poco conto, una volta che, si decide di visitare questo
straordinario paradiso naturalistico da scoprire e da
scolpire indelebilmente nella mente. (N.M.)
Parola ai Lettori
Luglio - Agosto 2012
13
La posta di Nando Manco: [email protected]
Figlio della gallina bianca, Consigli gratuiti..., In nome e per conto della verità, Ielpa ordinato Diacono
FIGLIO DELLA GALLINA BIANCA
Evidentemente…c’è chi può e chi non può! Una volta
si diceva per rendere meglio l’idea: “figlio della gallina
bianca o figlio della gallina nera”. A Scalea, l’assessore
al commercio, Franco Galiano, pare che stia dando sostanza a queste frasi. E vengo al dunque. A Scalea, da
due anni circa, è stata individuata l’area fiera alimentare, per intenderci quella che si trova ai piedi della
Torre Talao (lato nord). Senza batter ciglio, gli ambulanti del posto, già dall’anno scorso, si sono accomodati disciplinatamente nella zona preposta a questo
tipo di commercio. L’unico ambulante che già dall’anno scorso ha rumoreggiato e scalpitato, dando segni
di impazienza, è stato quello del torrone: dovrebbe
trattarsi di un siciliano che già da alcuni anni, in estate,
mette tende a Scalea. Un anno fa, dopo una serie di
“schermaglie” e di tergiversazioni con l’assessorato al
commercio, si accontentò, alla fine, di spostarsi dalla sede storica (inizio Piazza Aldo Moro - Via Lido) in
Corso Mediterraneo (piazzale ex “Bar Turista”), per
sistemarsi poi a settembre nell’abituale sito vincendo
a metà la sua battaglia. Quest’anno, pare che abbia
vinto anche la guerra ritornando in pianta stabile nei
pressi di Piazza Aldo Moro, tra i mugugni delle altre
bancarelle alimentari. E ciliegina sulla torta, non contento, ha fatto l’en plein, ottenendo anche un postoparcheggio, permanente (notte e giorno) invasivo e
brutto per un furgone-deposito rosso, “abbandonato”
di fronte la sua bancarella di torrone.
Franco Russo
Dopo questa esposizione dei fatti, vorremmo chiedere
all’assessore al commercio e a quello alla viabilità, il
perché di questa macroscopica e ingiusta preferenza.
Non è la prima volta che succedono fatti simili. Spiacevoli sia sotto l’aspetto decoroso che sottoforma di
equità generale. Noi del Diogene, preventivamente,
avevamo sollecitato Franco Galiano, assessore comunale, a far spostare, quantomeno, l’orrendo furgone
rosso da uno dei posti più belli e frequentati di Scalea.
La bancarella del torrone, abbellita decorosamente,
in modo scenografico e caratteristico, tutto sommato, può inserirsi in un contesto artigianale tradizionale
consolidato nel tempo, anche se i perché, per molti,
restano…
Ricordiamo che ad inizio del 2000, primo mandato
Russo, il sito della bancarella del torrone, venuta da
lontano, traballò varie volte perché non rientrava nei
piani programmatici commerciali di quella maggioranza governativa ma che, alla fine, la perseveranza del
titolare, di questi prodotti dolciari tipici, ebbe, non si
sa come, la meglio su il gruppo dei contrari.
EUGENIO IELPA È STATO ORDINATO
DIACONO PERMANENTE
Carissimi,
con immensa gioia, vi annuncio che il Vescovo della
Diocesi S. Marco-Scalea, Mons. Leonardo Bonanno, mi
ha ordinato Diacono Permanente, insieme ad altri sei
confratelli nella fede, il giorno 29 giugno scorso, presso la Cattedrale di San Marco Argentano.
Sono certo che mi sosterrete con le vostre preghiere, affinchè riesca a servire il Signore, con spirito di
carità.
Con affetto. Eugenio Ielpa
Con infinita gioia apprendiamo della nomina del nostro
fraterno amico e socio Eugenio Ielpa, al quale facciamo i più sentiti auguri e al quale formuliamo tantissimi
complimenti.
CONSIGLI GRATUITI DA ATTUARE
Siamo dei cittadini e vorremmo fare qualche segnalazione riguardante alcune anomalie riscontrate sul
nostro territorio sempre più abbandonato e maltrattato. I nostri “bravi” amministratori comunali dovrebbero darci delle risposte, soprattutto nei fatti, ai blocchi di eternit, di ingombranti, di erbacce e di cumuli
di spazzatura che svettano lungo le vie principali di
Scalea e del perché le ditte, impegnate a tali compiti, oltre a non espletare al meglio queste mansioni,
percepiscono sempre più soldi, per poi, dopo poco
tempo, lasciare, senza un motivo plausibile, i servizi
e gli impegni assunti. Addirittura, da voci fuorvianti,
pare che l’ultima ditta arrivata dovrebbe percepire il
40% in più della precedente. Naturalmente, più soldi,
meno servizi…? Come stiamo accogliendo i villeggianti? Sembra di essere tornati agli anni ’80: zero differenziata. A proposito che fine hanno fatto i bidoni
della differenziata? E il servizio porta a porta tanto
sbandierato? Per non parlare della pulizia delle spiagge e del Centro storico ritornata al minimo storico.
Bidoni inadeguati e puzzolenti vecchi e con su scritto
nomi di altri comuni. Ma cosa sta succedendo? Ma ci
troviamo a Scalea o in qualche posto sperduto e abbandonato del terzo mondo? Alla luce di tutti questi
disservizi ci domandiamo ancora, ma dove vanno a
finire i tanti quattrini pagati dagli scaleoti per avere in
cambio una città decorosa?
L’ultimo appalto prevedeva anche la pulizia di tutti gli
immobili comunali da parte della ditta prescelta che
doveva e poteva recuperare anche una notevole forza lavoro e dare così, un po’ di respiro a tante famiglie
bisognose e in crisi. Chi coordina i servizi mostra tante
anomalie e favoritismi lasciando forti dubbi di integrità
morale per come viene condotto l’intero servizio per
il mantenimento della nostra comunità, sia in centro
che in periferia. Importanti strade cittadine come via
B. Vergine del Carmelo, restano ancora, vergognosamente, chiuse al traffico, mentre via Covello, De Curtis
(nei pressi del Liceo Scientifico) sono zeppe di ingombranti, di eternit e sporcizie varie. Così si presenta
oggi Scalea: città moderna votata al turismo sempre
più precario e discutibile. Speriamo di avere qualche
risposta nel concreto e buone vacanze a tutti.
Un gruppo di cittadini in cerca di risposte
Certamente chi ha scritto queste cose è molto amareggiato e deluso per come viene gestito l’apparato
pubblico a Scalea. I servizi sono carenti e non giocano a favore della città. Nell’accorata lettera traspare
pure tanta rabbia per come sono gestite le ditte di
servizio che con l’amministrazione Basile non trovano
continuità e stabilità. Certo così non si può andare
avanti e tante cose vanno riviste e messe su canali più
giusti in modo da portare Scalea a livelli accettabili di
vivibilità e civiltà.
L’avv. ANNA MANCO RISPONDE
matrimonialista e specializzata
in diritto di famiglia
Devo iniziare una separazione giudiziale e vorrei anche
chiedere il risarcimento dei danni che mio marito mi
ha provocato col suo comportamento assolutamente
non corretto durante il nostro matrimonio . Posso richiedere ambedue le cose con uno stesso atto?
Premetto innanzitutto che bisogna vedere in cosa consista questa condotta non proprio ortodossa di suo
marito. Se, ad esempio, si tratta di un rapporto extra
coniugale, questo non rientra tra le cause per cui potrebbe richiedersi il risarcimento dei danni.
Le preciso che la Corte di Cassazione, con sentenza
n. 8862 del 01.06.2012, ha stabilito che in una causa di separazione la pronuncia di addebito e quella
di risarcimento del danno possono coesistere, “considerati i presupposti, i caratteri, le finalità radicalmente
differenti”.
Tuttavia, secondo la Cassazione, il risarcimento va chiesto non solo per la commissione di reati (e l’adulterio,
come già specificato, dopo le note pronunce della
Consulta non lo è più), ma anche per “la violazione dei
diritti fondamentali della persona costituzionalmente
garantiti… incidendo su beni essenziali della vita”. In
questi casi (che integrano la violazione della privacy,
salute, rapporti relazionali) via libera al risarcimento dei
danni non patrimoniali.
Secondo il nuovo orientamento “rileva proprio la qualità di coniuge e la violazione
di obblighi nascenti dal matrimonio che, da un lato è
causa di intollerabilità della convivenza, giustificando la
pronuncia di addebito, con gravi conseguenze, com’è
noto, anche di natura patrimoniale, dall’altro, si configura come comportamento (doloso o colposo) che,
incidendo su beni essenziali della vita, produce un
danno ingiusto, con conseguente risarcimento, secondo lo schema generale della responsabilità civile”.
IN NOME E PER CONTO
DELLA VERITÀ
Ancora una volta il Sindaco e l’amministrazione hanno
dimostrato la loro incapacità politica e la più assoluta
miseria di idee, programmazione e gestione ordinaria della vita pubblica, ridotta ad una triste tutela di
interessi privati dei propri assessori e consiglieri comunali.
Il 12 luglio, nel pieno di una attività investigativa coordinata dall’antimafia di Catanzaro, probabilmente
legata proprio alla necessità di far luce su detti interessi, il Sindaco ha convocato la Giunta Comunale
(che da diversi mesi a questa parte risulta monca in
ogni seduta) per destinare 9.000,00 euro complessivi
alla nipote della Consigliera Riccetti, ossia alla solita
Cooperativa “The Dream”, già beneficiaria di numerosi
altri contributi economici, ed al collaboratore di Studio della Consigliera De Bonis, ossia alla associazione
T.L.Bassi, pure questa già beneficiaria, circa un anno
fa, di altri 5.000 euro.
Alla Madonna del Carmelo, Patrona di tutta la Città,
va la somma di Euro 8.000,00, mille in meno rispetto
alle regalìe destinate, più o meno indirettamente, a
persone riconducibili ai Consiglieri comunali.
Sempre nella seduta del 12 luglio, il Sindaco ha regalato ad un’associazione di Benevento (!) la sede
dell’ex Giudice di Pace, ossia la più ambita e quella
potenzialmente più remunerativa: e invece di darla in
fitto, in favore dell’Ente, ha scelto inopinatamente di
darla in comodato gratuito a detta associazione.
Sempre in questi giorni è stato deciso, dall’assessore
ai LLPP, di concedere, nuovamente e con l’ennesima
proroga in assenza di gara di appalto, il servizio spurgo. Sempre alla stessa ditta di Santa Maria del Cedro
che dal 2010 ad oggi ha ricevuto ben oltre 50.000,00
euro, ossia il corrispettivo di un mezzo nuovo.
Questa è l’idea degli interessi collettivi di questo Sindaco e (di metà) della sua Giunta.
Poi non paga gli operai, non paga i dipendenti, non
paga i fornitori (tra cui la Sorical), con la conseguenza
che manca l’acqua in tutta la Città e dice che non ci
sono soldi.
Però poi approva ben 2 bilanci (consuntivi) con un
avanzo di amministrazione di 52.000 euro, e regala i
soldi pubblici nel modo vergognoso suesposto.
Rivolgiamo infine un saluto e un pensiero carico di affetto ai 12 dipendenti della Censum, 12 capi famiglia
che oggi si trovano senza lavoro per colpa di questo
Sindaco ed un saluto agli operai dei servizi ambientali
che hanno passato la festività della Madonna senza
soldi e con 3 stipendi arretrati. A loro e a tutta la Città
di Scalea, rimasta senz’acqua e col terrore di rivivere
l’incubo - spazzatura di un anno fa, diciamo di stringere i denti un altro po’, anche perché da Catanzaro
avremo presto notizie…
Gruppo Consiliare Scaleadesso
Questi provvedimenti economici restrittivi hanno colpito anche il nostro bravo collega Matteo Cava, già
addetto stampa di Mario Russo e, a singhiozzo, dal
marzo 2010, anche dell’amministrazione guidata da
Basile, che pare ne abbia deciso, qualche giorno fa,
l’accantonamento definitivo. A detta di Cava, pare
che i motivi reali di questa epurazione vadano ricercati nella pubblicazione di un articolo da lui firmato
legato alla pubblicazione della lunga e farraginosa
indagine dei carabinieri effettuata su alcuni fascicoli
“scottanti” che si trovavano all’interno del Palazzo di
via Plinio il Vecchio. Speriamo che questi tagli diano gli
effetti sperati e che portino nelle casse comunali una
boccata di ossigeno, in modo da vedere al più presto sistemate arterie cittadine importanti come la più
volta segnalata via Oreste Dito, diventata ormai quasi
impraticabile e come la massacrata e pericolosa strada che porta alla zona PIP, raggiungibile ormai solo in
elicottero. Apprendiamo però, che il posto dell’ormai
ex addetto stampa, è stato ricoperto immediatamente
da un altro collega che dovrebbe tramite il suo girnale
online il nome di Scalea e che a farne le spese, con la
scusa dei fantomatici tagli sia stato il solo Cava, l’unico
e vero “tagliato” della situazione.
Le Vie del Gusto
Luglio - Agosto 2012
14
PANUOZZO E PEPERONCINO INSIEME APPASSIONATAMENTE
Panuozzo e peperoncino stanno tracciando
un percorso che dovrà
portare lontano in un
prossimo futuro.
L’edizione 2012 del
Panuozzo, infatti, si è
avvalsa della grande collaborazione e dell’esperienza dell’Accademia del Peperoncino presieduta
dal lungimirante giramondo prof. Enzo Monaco (nella
foto) che crede fermamente a questo connubio e, in
particolar modo, al cibo di strada che da un po’ di anni
sta prendendo letteralmente piede, fino a diventare un
trend, una moda che richiama e raggruppa persone di
tutte le fasce di età e di ogni estrazione sociale. Le
quattro giornate del “Panuozzo e Peperoncino” che
hanno attirato un pubblico moderatamente numeroso,
dal 19 al 22 luglio, puntualmente hanno viaggiato insieme presentando, agli intervenuti, oltre gli stand (una
nota di rilievo meritano quelli, logicamente, con la colorata scenografia del peperoncino piccante calabrese, di prodotti tipici pugliesi e quelli di alta pasticceria
siciliana di Castrofilippo (Ag), una vera attrazione per
buongustai e golosi), attrazioni musicali e spettacoli vari, culminati con il clou di “Komikamente”, musica
e cabaret direttamente da Zelig. Nelle quattro serate,
hanno trovato il favore di un pubblico appassionato,
attento e compiaciuto, le interessanti e mai scontate
lezioni con protagonista, come da copione, il peperoncino. La prima, quella di apertura, nell’area servizio del ristorante “Metastasio” introdotta con dovizia
di causa da Enzo Monaco, ha visto presentare, nella
rubrica lezione di gusto, il peperoncino in cucina, chef
Vincenzo Grisolia, in piatto Tapas e bruschette. Nella
seconda si è parlato di come salare i cibi e sono state
proposte Tartare con quattro tipi di sale. Nella terza,
invece, è stato toccato l’argomento salute e i benefici
che si possono trarre con l’introduzione del peperoncino in cucina. Ospite della serata il prof. Bruno Amantea, Università della Magna Grecia di Catanzaro. Nella
quarta, quella conclusiva, l’instancabile esperto prof.
Enzo Monaco ha ampiamente divagato sul Panuozzo illustrando alla perfezione le sue proprietà nutrizionali e
di gusto, soffermandosi sulla lievitazione naturale, sulla
doppia cottura e la farcitura che rendono eccellente
ed estremamente gustoso e sfizioso questo alimento
che nasce a Gragnano, per intenderci, la patria della
pasta italiana nel mondo. Le varietà del panuozzo sono
molteplici e spaziano da quello classico (pancetta e
mozzarella) a quello all’arrabbiata (pancetta, mozzarella, pomodoro, funghi e peperoncino piccante) e,
ancora, da quello alla “Ciccillo” (prosciutto crudo,
provola, melanzane arrostite o a funghetto e salsiccia), fino ad arrivare a quota 9. Altre farciture sono:
peperoni, crema ai 4 formaggi, porcini, rucola, pomodorini, scaglie di parmigiano, bietola, salame, chiodini,
olive ecc. Logicamente, il prof. Monaco ha abbattuto
tutti gli steccati regionali e di campanile parlando di
alimento mediterraneo diffuso da abbracciare ed accogliere perché la cucina oggi non conosce frontiere
e l’esempio più lambante arriva proprio dal peperoncino che sta spopolando in tutto il mondo. Nel 2012,
senza un’oculata e sapiente operazione di marketing,
non si può parlare di gusto e maggiormente, di cucina. Quindi la strada intrapresa da Enzo Monaco è un
bene per tutti e porta a certe contaminazioni culinarie
e alimentari che possono espandersi a macchia d’olio,
con tutte le positività che ne derivano, anche se, per
portare questa manifestazione a grandi livelli, ci vorrà
tempo, lavoro e pazienza. Un altro argomento toccato,
da Monaco, è stato quello del cibo da strada, dove
in Campania ha la sua forza con “il muso di maiale”, la
pizza fritta e, appunto, “il panuozzo”. In Calabria e, in
particolare a Scalea, come nel Lazio ed altre località
del Centro, sta spopolando da un po’ di anni il panino
riscaldato sulla piastra con la porchetta e la salsiccia,
accompagnato, a scelta, da peperoni, zucchine e melanzane fritte, da peperoni e patate e da broccoletti
al peperoncino piccante, da sott’oli ed altre specialità
rigorosamente meridionali. A Scalea nell’area fiera alimentare, ai piedi di Torre Talao, puoi trovare davvero
tutto, anche alici fritte, pizza e squisite frittelline di fiori
di zucca, crespelle e gaimelle che possono essere accompagnate con vino rosso sfuso locale. Con 3 euro,
vino e bevande escluse, puoi mangiare bene e al volo e
proseguire la passeggiata-shopping morsicando…morsicando. Questa cucina di strada o cucina da campo,
non deve scoraggiare e fare inquietare i ristoratori perché sono divagazioni culinarie esistenti in ogni regione
d’Italia, in particolare all’estremo sud, principalmente,
per una questione climatica (anche l’estero, nonostante il clima rigido, però, fa la sua parte) che risalgono a
tempi remoti (a Scalea ad inizio degli anni’60 esistevano già i ristoranti ma anche le baracche coperte di
lamiere dove si cucinavano trippa, spezzatino, soffritti
di carne e interiori speziate “mazzacorde”) che, tutto
sommato, si riallacciano a certe tradizioni. Ricordiamoci che mangiare è pur sempre una questione culturale,
un’acquisizione…mangiando si impara! Il ristorante, la
trattoria e tutto ciò che ne consegue, economicamente parlando, subiscono danni solo apparenti. L’offerta
è varia ed ognuno può decidere come meglio crede, in
base al gusto e alla tasca. Importante è regolamentare
bene le cose e rispettare certe basilari forme d’igiene,
spesso carenti. E poi, per dirla tutta, spesso il panino
è uno sfizio di prima serata o di notte inoltrata, quindi,
a completamento di serata o di nottata, si finisce quasi
sistematicamente in un accogliente ristorante.
Enzo Monaco, in conclusione, ha ringraziato e salutato
i presenti per l’attenzione prestata nel corso di queste
quattro serate dando appuntamento al “Peperoncino
Festival” di Diamante che quest’anno festeggia 20 anni
di passione (1992-2012) con una cinque giorni che va
dal 5 al 9 settembre.
Consigliati dal Diogene
Linguine con melanzane e pesce spada
Gr. 350 di linguine o taglierini; 2 melanzane, gr. 200 di
pesce spada; in un’unica fetta; filetti di pomodoro freschi
o pelati; aglio; origano; basilico; olio di frantoio; sale.
Fate imbiondire l’aglio nell’olio, quindi toglietelo e versate le melanzane ed il pesce ridotti a dadi. Salate e
dopo una decina di minuti completate con i pomodori.
Spolverate di origano, insaporite con le foglie di basilico.
Versate il tutto sulla pasta, cotta al dente in abbondante
acqua salata; rimestate e servite con qualche altra foglia
di basilico.
Tagliolini con la razza
Gr. 350 di tagliolini; gr. 200 di filetti di razza; aglio; prezzemolo; vino bianco secco; olio di frantoio; pepe bianco; sale.
Spezzettate il pesce e passatelo in una padella con l’aglio
e il prezzemolo grossolanamente tritato. Dopo 5 minuti
sfumate con il vino ed eliminate l’aglio. A parte, cuocete
la pasta al dente in abbondante acqua salata, scolatela
e mantecatela con il pesce e il liquido di cottura. Macinate sul tutto il pepe e cospargete di prezzemolo crudo
prima di servire.
Spaghetti alle verdure grigliate
Ingredienti per 4
Spaghetti, 300 gr; melanzana di media grandezza, 1;
peperone giallo grosso, 1; pomodori maturi ma sodi, 2;
timo, 3 rametti; aglio, 1 spicchio; olio d’oliva, 2 cucchiai;
sale, pepe.
Pulite le verdure, lavatele e asciugatele. Affettate sottilmente la melanzana a fette rotonde, le zucchine a fettine verticali e i pomodori a filetti. Eliminate i semi dei
pomodori lasciando solo la polpa. Tagliate a metà il peperone, eliminate i semi e i filamenti bianchi interni, poi
tagliatelo a falde di 1,5 cm di larghezza. Tritate finemente
l’aglio sbucciato.
Fate grigliare le fette di melanzana, di zucchina, di peperone e di pomodori, su una piastra ondulata molto calda.
Distribuita la verdura grigliata a raggiera su un piatto da
portata, mescolando i diversi tipi, lasciando vuoto il centro del piatto. Salate.
Fate lessare gli spaghetti in abbondante acqua bollente
salata, poi scolateli al dente. In un tegame antiaderente
fate scaldare l’olio con l’aglio tritato, versatevi dentro gli
spaghetti, cospargeteli con foglioline di timo staccate dai
rametti, e fate insaporire per 1 minuto, mescolando.
Versate gli spaghetti al centro del piatto da portata e servite subito a tavola.
Facile - preparazione 20 minuti + cottura 20 minuti = 40
minuti (calorie 353)
Baccalà alla griglia con peperoni
Gr. 500 di baccalà non eccessivamente spesso, già spugnato; 5-6 peperoni a cornetto; aglio; prezzemolo; olio
di frantoio; sale.
Cuocete alla griglia il baccalà, spellatelo, diliscatelo, sfaldatelo e mettetelo in una ciotola o in una insalatiera bagnandolo d’olio. A parte arrostite i peperoni, sempre alla
griglia, puliteli, filettateli, quindi uniteli al baccalà. Salate
moderatamente, aromatizzate con l’aglio e il prezzemolo, irrorate d’olio. Lasciatelo riposare convenientemente
prima di servire.
Pesce spada alla bagnarese
4-6 fette di pesce spada; olive verdi snocciolate e capperi sotto aceto a piacere; succo di limone; prezzemolo;
pepe nero; olio di frantoio; sale.
Tritate olive, capperi, prezzemolo e distribuite il tutto
sulle fettine di pesce spadadisposte in una teglia e preventivamente salate (con moderazione), pepate, bagnate di succo di limone, irrorate di poco olio. Passate in
forno già caldo per una ventina di minuti.
Librerie
Basile
di G. Basile
Scripta: Via M. Bianchi, 43 • Scalea
La Moderna: C.so Mediterraneo, 136 • Scalea
Tel. 0985.272148 • Tel. 0985.21239
Basile: P.zza XI Febbraio • Diamante
Cell. 346.7300201
Risparmio Intelligente
Luglio - Agosto 2012
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laVatriCe: astuzie Per sCeGlierla Bene e riDurre i ConsuMi
di CHIARA CASABLANCA
Protagonista assoluta in casa, tra gli elettrodomestici,
è certamente la lavatrice, responsabile però di bollette salatissime: il consumo elevato dipende soprattutto
dal riscaldamento dell’acqua per il lavaggio. Solo una
piccola percentuale serve ad azionare il motore: è opportuno, quindi, scegliere modelli che possano essere
collegati direttamente all’acqua calda.
L’alimentazione è fornita da pannelli solari? Ancora meglio: eliminando il riscaldamento elettrico si risparmia e
si dimezzano i tempi di lavaggio. Con alcuni accorgimenti è possibile ottimizzare l’utilizzo della lavatrice,
consumare meno energia e salvaguardare l’ambiente
senza intaccare la qualità del bucato.
Acquisto.
Controllate sempre l’etichetta che attesta l’efficienza energetica. Prima si passava dalla classe G, meno
performante, alla A (diventata oggi qualità standard).
Esistono, infatti, nuove classi energetiche: A+, A++ e
A+++. Quest’ultima promette una riduzione dei consumi elettrici del 30% rispetto ad una semplice classe A e
del 60% rispetto a una classe C.
L’etichetta è identica per tutti i paesi dell’Unione Europea e indica, inoltre, la capacità di carico in Kg., il consumo di energia e acqua all’anno, l’efficacia di asciugatura e le emissioni sonore (durante il funzionamento e
in fase di centrifuga).
Per orientarsi nella scelta della lavatrice ideale, comunque, ogni consumatore deve pensare a come e quanto
utilizza effettivamente l’elettrodomestico, visto che i
consumi dichiarati in etichetta sono il risultato di misu-
razioni scientifiche ma pur sempre generiche.
Utilizzo.
Attivate la lavatrice quasi a pieno carico, scegliendo accuratamente il programma di lavaggio, con preferenza
per le basse temperature: il ciclo a 90° consuma il doppio rispetto ad uno di 40°, tenetene conto per il bucato frequente. Inoltre, fate attenzione al programma di
mezzo lavaggio, perché riduce i consumi solo del 20%
circa. Per alleggerire la bolletta cercate di concentrare
i lavaggi di notte e imparate a dosare il detersivo in
base alla durezza dell’acqua, per non sprecarlo e non
rischiare di rendere difficoltoso il risciacquo.
L’acqua di casa è troppo dura? Gli esperti consigliano
di installare un addolcitore nelle tubature di adduzione: un piccolo investimento iniziale per risparmiare poi
nel lungo periodo.
Idee alternative.
Abitate in condominio? C’è un modo per ridurre le
spese di acquisto e manutenzione della lavatrice: acquistare uno o più apparecchi multiproprietà suddividendo il costo tra tutti i condomini che scelgono di avvalersene. In Francia è stata creata addirittura una rete,
chiamata “La Machine du Voisin” organizzata come un
social network, che offre a chiunque l’opportunità di
cercare una “lavatrice in prestito”: grazie a un motore
di ricerca e una mappa s’individua l’apparecchio più
vicino a casa, si contatta il proprietario e si prende appuntamento per fare il bucato (con un costo che varia
dai 2€ ai 6€).
Chi voglia mettere a disposizione la propria lavatrice, può aprire un profilo personale, caricare la foto
dell’elettrodomestico, indicare programmi e funzioni
disponibili, specificare gli orari del servizio e il prezzo.
L’era del collaborative consuption (= consumo condiviso) è arrivata: soluzione geniale, non trovate?
tutto per la casa...
Risparmio e rispetto per l’ambiente
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Via Lauro (angolo via Borsellino) - SCALEA
Luglio - Agosto 2012
Ultima Pagina
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oCCasione PerDuta
Tra i monti e la calma dell’incontaminata e verde
valle del Fiume Lao, a pochi chilometri dal mare di Scalea
vi aspetta:
C.da Sant’Andrea, Santa Domenica Talao (Cs)
info: 337 875306
La staffetta ciclistica “a Ruota Libera”, per ricordare il
giudice Borsellino, è partita da Breno (Bs) e ha fatto
tappa a Scalea, sabato 14 luglio, per concludersi, giorno 19, a Palermo. Organizzata dalla Polisportiva Disabili
di Valcamonica e da LIBERA, la tappa a Scalea si è conclusa in serata nei pressi di Torre Talao. Alle ore 21.00,
in Piazza Aldo Moro, “A RUOTA LIBERA… INCONTRIAMOCI”, dopo i saluti di rito del sindaco Pasquale Basile
sono seguiti gli Interventi di Sabrina Garofalo, Tita Raffetti e degli atleti di “A Ruota Libera”, Angela Riccetti,
Salvatore Colosimo.
La manifestazione che ha lo scopo di ricordare tutte le
vittime delle stragi mafiose del 1992, ha visto gli atleti
della Polisportiva impegnarsi in una staffetta ciclistica
che ha attraversato tutta l’Italia per concludersi a Palermo il 19 luglio, in occasione del 20° anniversario della
strage di via D’Amelio, in cui morirono il giudice Borsellino e i suoi cinque agenti di scorta.
Il percorso totale effettuato dai ciclisti disabili è stato
di circa 1850 km. Ogni tappa ha oscillato tra i 140/170
km.
La carovana, insieme alle associazioni locali dei sindacati e di tantissimi cittadini, ha percorso pure la strada
per Capaci spaventoso scenario dove furono trucidati
il giudice Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre
uomini della scorta e fatto visita pure a Villagrazia di
Carini dove una stele ricorda l’omicidio di Ida e Nino
D’Agostino, i due giovani sposi ai quali è intitolato il
Presidio di Libera Valcamonica, per arrivare a piedi, in
bicicletta, in handibike o con qualunque mezzo, nei
pressi dei “cento passi” che separano la casa di Peppino Impastato da quella del boss Tano Badalamenti.
Gli atleti sono stati assistiti da 8 automezzi, tra camper
e furgoni, da un medico ed un meccanico e da altre
persone, ognuno con un preciso compito, in totale 24
partecipanti.
I centri d’Italia toccati, oltre alla nostra Scalea, sono stati: Castiglione delle Stiviere; San Giovanni in Persiceto;
Scandicci; Abbadia San Salvatore; Formello; Pomezia;
Sessa Aurunca; Eboli; Scalea; Vibo Valentia; Milazzo;
Pollina; Aspra; Palermo; Capaci e Villagrazia di CariniCinisi.
Peccato che questa importantissima manifestazione,
che poteva essere di grande richiamo, per turisti e gente del posto, sia passata quasi inosservata per la carente pubblicità e il mancato inserimento nel programma
estivo 2012 che con l’annuncio del “20° Anniversario di
fondazione della Polisportiva Disabili Valcamonica e del
20° anniversario della strage di Via D’Amelio” poteva
essere impinguito e impreziosito per avere una valenza
rilevante. Per capirci, una grande occasione perduta
per fare da cassa di risonanza per la nostra Scalea che
sta vivendo momenti non facili e felici turisticamente ed
economicamente parlando.
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