Nessun titolo diapositiva - Società della Salute di Firenze

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Nessun titolo diapositiva - Società della Salute di Firenze
Progetto Home Visiting:
il caso di Lia
Dott.ssa Linda Mannucci ‐ Psicologa, Psicoterapeuta
Operatrice Home Visiting
PROGETTO “HOME VISITING”.CONSULTORI IN RETE E PERCORSI DI SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ . Socializzazione dell’esperienza.
Firenze, 14 dicembre 2012
Segnalazione
Data: 13/04/2012
Lia, sedicenne di etnia cinese alla 36esima settimana di gravidanza, viene segnalata dall’equipe del Centro di Consulenza Giovani delle Piagge. La minore infatti si è recata al CCG accompagnata dai genitori che vorrebbero farla abortire subito.
Progetto “Home visiting”: il caso di Lina
SEMINARIO PROGETTO “HOME VISITING” Firenze, 14 dicembre 2012
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Eventi di vita significativi
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Lia nasce in una provincia rurale della Cina Meridionale nel 1996. Ha una sorella maggiore di 23 anni ed un fratello di 13 anni.
Poiché secondogenita femmina, appena nata viene data dai genitori a balia ad una famiglia cinese che la tiene con sé e la cresce fino all’età di 8 anni.
Lia a questa età arriva in Italia per ricongiungersi alla sua famiglia che nel frattempo si era trasferita
per motivi lavorativi (entrambi i genitori lavorano per una ditta di borse).
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Eventi di vita significativi
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Lia descrive la mamma come molto autoritaria e violenta, sia verbalmente che fisicamente; il padre spesso è assente poiché lavora giorno e notte; i rapporti con la sorella sono abbastanza buoni, mentre col fratello minore pressoché assenti.
La ragazza al momento della segnalazione ha interrotto da circa un mese la frequenza al primo anno di un Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turistici. Il suo rendimento scolastico è sempre stato molto buono.
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La gravidanza
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Lia rimane incinta in seguito ad un unico rapporto occasionale con un diciottenne cinese conosciuto in
chat che appena sa della gravidanza chiude i rapporti con la ragazza e non ne vuole sapere del bambino.
Lia ha scoperto di essere incinta al 4°mese. La gravidanza, soprattutto per il volere dei genitori, è stata tenuta nascosta a tutti, tanto che nemmeno i compagni di scuola e i professori ne sono venuti a conoscenza. La ragazza non ha mai eseguito gli esami e le ecografie di routine durante la gravidanza.
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L’Equipe del CCG
Attiva la mediatrice culturale, poiché i genitori di Lia non parlano italiano.
Segnala la situazione ai Servizi Sociali
(chiusura sociale delle famiglia e timore per l’incolumità di Lia e del nascituro).
Contatta l’ Ospedale Nuovo San Giovanni di Dio per poter far seguire Lia dall’ambulatorio “gravidanze a rischio”.
Attiva il Progetto “Home Visiting” per il sostegno alla genitorialità (segnalazione).
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Presentazione dell’intervento di
Home Visiting
Fattori di rischio
‐ Giovane età della ragazza.
‐Assenza del partner.
‐Adolescente immigrata.
‐ Storia materna caratterizzata da maltrattamenti.
‐ Elevata conflittualità madre‐figlia.
‐ Chiusura sociale dei genitori.
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Obiettivi dell’intervento
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• Sostenere Lia nel ruolo materno, valorizzando le sue competenze.
• Tutelare la coppia madre‐bambino.
• Permettere a Lia il proseguimento degli studi.
• Accrescere la conoscenza dei servizi e delle risorse territoriali e favorirne l’utilizzo autonomamente.
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1°incontro con operatrice
“Home Visiting”
Quando: Lia incinta alle 36esima settimana (2 giorni prima del parto).
Dove: Centro di Consulenza Giovani presso Le Piagge (FI).
Modalità: oltre all’operatrice, Lia, la madre e la sorella maggiore della ragazza è presente tutta l’equipe
multidisciplinare del Centro di Consulenza Giovani (ginecologa, ostetrica, psicologa, assistente sociale e
psicopedagogista) e la mediatrice culturale.
INTERVENTO: contratto con Lia e i familiari
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Il parto
Data: 15 aprile 2012
Lia ha scelto di andare in sala parto da sola. Quando esce non riceve nessun gesto di affetto da parte dei genitori che esprimono la loro felicità solo dopo aver visto che il nipote è maschio.
Lia arriva in ospedale senza la valigetta dell’occorrente per lei e il bimbo. I genitori e la sorella si recano a trovarla solo in due occasioni e rimangono con lei solo per pochi minuti.
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INTERVENTI FASE POST PARTUM
Sostegno empatico ma soprattutto pratico alla madre nei primi giorni dopo il parto (presenza dell’operatrice in ospedale) in collaborazione con l’ostetrica del CCG e la mediatrice culturale, interfacciandosi con le Ostetriche del reparto e del Progetto Visita Puerperale Domiciliare.
Sostegno nelle pratiche amministrative‐giuridiche‐legali di riconoscimento del bambino (Lia avendo già compiuto 16 anni ha potuto riconoscere il bimbo alla nascita).
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Il 1°mese
• Appena rientrata in casa dall’ospedale sospende allattamento al seno ed inizia quello artificiale.
• Lia, insieme al figlio, rimane in casa senza mai uscire per 40 giorni dopo il parto come vuole la tradizione cinese.
• Il bambino sta bene, mangia e dorme regolarmente.
• Iniziano gli incontri domiciliari di 3h ciascuno con frequenza settimanale.
•Episodio del Partner che interviene una sera a casa di Lia esprimendo con minacce la volontà di prendere con sé il bambino (conseguente segnalazione agli organi competenti per la tutela del bimbo e di Lia, anchʹessa minore). •Rapporti interfaccia con lʹAssistente Sociale del Siast di riferimento.
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La relazione con
l’operatrice
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Lia è una ragazzina timida ed introversa, ma ha fin da subito accolto favorevolmente la figura dell’operatrice, si è contemporaneamente “affidata” e “fidata”.
Difficile accesso da parte dell’operatrice alle emozioni e ai vissuti di Lia (risposte bravi, monosillabiche).
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L’intervento sulla relazione
madre-bambino (1)
Lia appare competente nell’accudimento del figlio anche se, come lei riferisce, la sua famiglia la considera “piccola”, “inadeguata” e molto spesso si sostituisce a lei in questo compito.
Durante gli incontri domiciliari infatti in casa è presente la sorella che si occupa del bambino escludendo Lia dal suo ruolo.
INTERVENTO: l’operatrice sostiene e rinforza le competenze materne e la sensibilità di Lia e la stimola a prendersi cura in
prima persona del proprio figlio. La incoraggia a riconoscere l’importanza della sua influenza sullo sviluppo del figlio. Progetto “Home visiting”: il caso di Lina
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Il 1°mese
INTERVENTI
Incontri domiciliari, indicazioni pratiche di cura del bambino (in collaborazione con ostetrica del Centro Consulenza Giovani).
Colloquio informativo con il preside della scuola della minore (garantendo il massimo riserbo alla famiglia in quanto preoccupata della diffusione della notizia all’interno della comunità cinese). Progetto “Home visiting”: il caso di Lina
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Osservazioni
•In casa non è stato organizzato uno spazio per il bimbo e mancano oggetti utili per lui (fasciatoio, culla, carrozzina, indumenti…)
•Il neonato dorme nel letto matrimoniale insieme ai nonni mentre Lia, insieme alla sorella, dorme nell’altra stanza.
• Nonni non collaboranti.
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Il 2°mese e il 3°mese
- Lia è pronta per ricominciare ad uscire di casa.
- Desidera conoscere l’esito dell’anno scolastico poiché è
molto interessata a proseguire gli studi.
- Emergono alcune questioni “burocratiche” da risolvere
(permesso di soggiorno e passaporto del bimbo,
assegnazione pediatra..), ma Lia è sola in tutto questo.
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Il 2°mese e il 3°mese
INTERVENTI
Contatto continuo tra operatrice ed equipe del Centro Consulenza Giovani per aggiornamenti situazione.
L’operatrice si reca a scuola insieme a Lia per colloquio con coordinatrice di classe, la quale preannuncia alla ragazza la promozione al nuovo anno scolastico e le consegna materiale per prepararsi durante il periodo estivo.
Contatto dell’operatrice con Centro di Aiuto alla Vita di Firenze presso Chiostro Laurenziano per fornitura occorrente per il bimbo (tutine, culla, carrozzina,
fasciatoio).
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Il 2°mese e il 3°mese
INTERVENTI
Contatto dell’operatrice con la psicologa del Centro Consultorio Giovani (che già conosce Lia) e attivazione di percorso di supporto psicologico (all’inizio settimanale poi ogni 15 gg) presso il CCG delle Piagge.
Accompagnamento di Lia e del bimbo da parte dell’operatrice al Consultorio pediatrico cinese presso Le Piagge per i primi controlli e vaccino.
Accompagnamento di Lia presso la questura per pratiche relative al permesso di soggiorno del bimbo.
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Il 2°mese e il 3°mese
INTERVENTI
Attivazione del pediatra di base e contatto telefonico da parte dell’operatrice per spiegazione della situazione.
Uscite all’aperto con Lia e il bimbo (una volta a settimana) per far sì che la giovane madre possa passare del tempo da sola insieme al figlio senza “interferenze”da parte dei familiari. Progetto “Home visiting”: il caso di Lina
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Il 4° e il 5° mese
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• Lia riferisce di aver subito maltrattamenti sia fisici che psicologici da parte della madre (sia durante che dopo la gravidanza).
• La ragazza esprime la volontà di recarsi in una casa di accoglienza insieme al figlio, ma poi cambia idea e decide di rimanere in casa.
• Il bambino sta bene, cresce regolarmente e appare tranquillo.
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Il 4° e il 5° mese
INTERVENTI
Segnalazione al Tribunale Ordinario da parte dell’operatrice e dell’ equipe del CCG (per presunti maltrattamenti) e rapporto di interfaccia con lʹ Assistente Sociale del Siast di riferimento per la presa in carico già attivata di entrambi i minori .
Continuano gli incontri domiciliari durante i quali l’operatrice dà indicazioni a Lia sulla disposizione dell’ambiente dedicato al bimbo. Progetto “Home visiting”: il caso di Lina
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Il 4° e il 5° mese
INTERVENTI
L’operatrice si incontra con Lia presso il CCG e l’aiuta nello svolgimento dei compiti scolastici in vista del suo rientro a scuola. L’operatrice, in collaborazione con l’assistente sociale, si attiva per l’inserimento all’asilo nido del bambino anche in prospettiva del rientro a scuola della ragazza.
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L’intervento sulla relazione
madre-bambino (2)
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Il rapporto di fiducia che si sta creando con l’operatrice, mai sperimentato prima da Lia, sembra avere un effetto compensativo delle difficoltà relazionali vissute, facilitando a sua volta la capacità di prendersi cura e sostenere il figlio.
Grazie all’ascolto attivo e non giudicante da parte dell’operatrice Lia ha iniziato a vedersi come un individuo meritevole di sostegno e cura e, di conseguenza, si è rappresentata allo stesso modo anche il bambino e se stessa come caregiver.
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L’intervento sulla relazione
madre-bambino (3)
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L’operatrice, si è affiancata alla mamma, ha stimolato le sue risorse, ha facilitato la sua relazione con il bambino e la
comprensione dei suoi segnali comunicativi, osservando insieme l’evoluzione delle sue competenze, stimolando la costruzione di un ambiente progressivamente più accogliente e a misura della sua crescita.
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Il 6°mese
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• Il bimbo dorme nel suo lettino accanto alla mamma.
• Lia ha ricominciato a frequentare regolarmente la scuola.
• Il bimbo sta effettuando il periodo di inserimento
all’asilo nido.
• Il bimbo sta iniziando lo svezzamento.
• L’assistente sociale, in prospettiva della conclusione del
progetto Home Visiting, attiva una educatrice
domiciliare per Lina ed un’altra per aiuto nello
svolgimento dei compiti scolastici.
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Conclusione dell’intervento di
Home Visiting
Colloquio da parte dell’operatrice con le due figure introdotte dall’assistente sociale per raccordo sul proseguimento del sostegno a Lia dopo il termine del progetto Home Visiting.
Incontro presso l’abitazione di Lia da parte dell’operatrice per la presentazione delle due nuove educatrici a tutta la famiglia.
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Risultati raggiunti
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• Potenziamento della sensibilità materna di Lia.
• Rafforzamento dell’autostima della madre e valorizzazione delle sue risorse.
• Miglioramento delle capacità materne di comunicazione e di ascolto del bambino.
• Lia sta proseguendo il suo percorso scolastico come desiderava.
• In casa è presente ora uno spazio sicuro dedicato alle esigenze del bambino e a misura della sua crescita.
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Risultati raggiunti
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•Il bimbo è stato inserito al nido, luogo sicuro, stimolante e rispettoso dei suoi bisogni di cura, di sicurezza e rassicurazione.
•Lia è in grado ora di utilizzare autonomamente i servizi e le risorse dell’ambiente (es. si reca da sola al Chiostro Laurenziano, dal pediatra, ecc…).
•Il CCG continua ad essere per Lia un punto di riferimento per il sostegno dei suoi processi di crescita e di individuazione adolescenziali.
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Osservazioni:
risorse
INDIVIDUALI: capacità materna di chiedere aiuto e di seguire le indicazioni date; determinazione e maturità di Lia.
NELLA RETE SOCIO ‐ SANITARIA TERRITORIALE: raccordo continuo e collaborazione tra operatrice, CCG, Servizi Sociali e risorse del territorio.
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Osservazioni:
criticità rilevate
• Conoscenza poco approfondita da parte dell’operatrice
di alcuni aspetti relativi alla cultura cinese.
• Aspetto culturale influente e di ostacolo per la
realizzazione di alcuni interventi.
• Chiusura totale dei genitori verso l’operatrice e gli
operatori con conseguente non collaborazione.
• Per una prevenzione ancora più efficace sarebbe stato
necessario operare fino al primo anno di vita del
bambino.
• Non sono stati somministrati test standardizzati per la
valutazione degli esiti.
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Grazie per l’attenzione!
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