London Art Week. Paolo Scheggi e la

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London Art Week. Paolo Scheggi e la
http://www.artribune.com/2014/10/london-art-week-paolo-scheggi-e-la-retrospettiva-da-robilantvoena/
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Francesca Pola, può spiegarci le ragioni di
tanta attenzione per l’arte del secondo
dopoguerra italiano?
Sicuramente l’attenzione è cresciuta, anche se
parlerei piuttosto di continuità. Certo i risultati
sempre più sorprendenti delle aste e le vendite
private nelle gallerie fanno crescere l’interesse dei
collezionisti intorno all’arte italiana degli Anni
Sessanta e Londra è indubbiamente una piazza
guida per le tendenze del mercato.
Per fortuna l’aspetto mercantile è supportato da un
serio lavoro di studio sulle avanguardie e ricerca
Paolo Scheggi in mostra a Londra
curatoriale a livello internazionale. Basti pensare
all’imminente mostra al Guggenheim di New York, Zero: the countdown to tomorrow o Azimut/h al
Guggenheim di Venezia, dove oltre a Lucio Fontana, padre spirituale di tutta una generazione, sono
presenti autori come Bonalumi, Scheggi, Castellani, Manzoni, Dadamaino e Colombo.
Quale considera sia stata la vera forza del movimento?
Indubbiamente un bisogno di innovazione e ricerca, poi la specificità di un linguaggio. È evidente che non
ci sono stati altri pittori in Europa o in America che in quegli anni si fossero avventurati in maniera così
spinta nella ricerca spaziale. Dietro a questi autori e alle loro tele c’è tutta la riconoscibilità di un “brand”.
Non dimentichiamo inoltre il grande fermento mercantile che si respirava nell’Italia di quegli anni: la prima
mostra di Pollock in Europa fu proprio nella Galleria del Naviglio di Cardazzo nel 1950 e poi Jasper Johns
nel 1959. è in questi stessi spazi che Scheggi avrà la fortuna di muoversi.
Come si posiziona Scheggi al suo arrivo a
Milano?
Paolo Scheggi erediterà dalla formazione toscana
un gran distillato di razionalità e di sensibilità
cromatico-spaziale che tradurrà in forme più
contemporanee. Dopo la prima frequentazione delle
gallerie fiorentine, si sposta nel 1961 a Milano dove
verrà ospitato da Germana Maruccelli, la sarta
intellettuale, famosa nel circolo degli artisti in città,
per le sue sfilate d’avanguardia e per la quale lo
stesso Scheggi creerà gli interni della sua casa di
moda.
Paolo Scheggi in mostra a Londra
L’artista si identifica da subito con una linea non
figurativa e non farà fatica a trovare da subito a Milano i suoi interlocutori grazie alla proficua
collaborazione con Renato Cardazzo. Di qualche anno più giovane dei suoi contemporanei del gruppo
Azimut, verrà considerato da subito con grande stima e affetto.
Si susseguono le mostre milanesi e le prime attenzioni internazionali, anche se la prima più importante
personale di Scheggi sarà al Cavallino di Venezia nel 1965 con la mostra Intersuperfici Curve.
La consacrazione arriva poi con la Biennale…
Il 1966
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vede approdare Scheggi, al fianco di Bonalumi, nella sezione Gruppi di opere:Oct
pitture,
sculture
e MDT
12, 2014
09:50:57AM
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Il 1966 vede approdare Scheggi, al fianco di Bonalumi, nella sezione Gruppi di opere: pitture, sculture e
grafiche alla Biennale del 1966 e i primi grandi collezionisti oltreoceano – pensiamo a Roland Gibson –
iniziano a comprare le sue opere. Scheggi, come Manzoni, muore giovanissimo ed era molto lucido sulle
sue precarie condizioni di salute, sente dunque forte l’esigenza di compiere una visione completa del suo
lavoro in tempi brevi.
Questa mostra è la prima monografica dall’ultima
grande retrospettiva del 1976 alla Galleria d’Arte
Moderna di Bologna. Qual è la lettura dei suoi quadri
a quasi quarant’anni di distanza?
L’idea della mostra londinese è cogliere la varietà del
lavoro di Scheggi che, trovando una connotazione cosi
forte con il concetto di intersuperficie, rischia spesso di
appiattirsi. L’intersuperficie rappresenta il suo modo di
andare oltre il supporto del quadro dipinto e creare una
ricerca spaziale che avvia già tra il 1959 e il 1960 con le
lamiere dal sapore Neodada.
La prima sala della mostra con i bianchi e i neri si
Paolo Scheggi in mostra a Londra
concentra sull’idea della nascita e evoluzione
dell’intersuperficie, una soluzione pittorica composta da tre tele sovrapposte, dove il fulcro è quella
centrale che, con le sue aperture, genera le ombre e dialoga con lo spazio. La monocromia diventa una
scelta obbligata e le aperture grandi e organiche del primo periodo tendono a regolarizzarsi e trovare un
loro ritmo attraverso calcoli e funzioni matematiche.
La seconda sala della galleria è dedicata ai rossi, grazie ai quali si può leggere tutta l’espansione di un
corpo all’interno di un altro. Scheggi può essere definito un pittore rinascimentale sia per la cura tecnica e
la ricerca cromatica dei pigmenti che per la scansione razionale dello spazio. La cromia nella seconda
parte degli Anni Sessanta trova una sintesi sempre meno tonale e più artificiale.
Avete anche ricreato l’Intercamera del 1967.
L’Intercamera, che l’artista realizza nel 1967 per la galleria del Naviglio, è andata distrutta. Questa è la
ricostruzione del 2007, fatta realizzare dall’Associazione Scheggi in occasione dei quarant’anni dell’opera
e ora conservata al Museo Pecci di Prato. Qui l’intersuperficie trova una dimensione architettonica e
ambientale. Lo spazio in cui il visitatore si può muovere è lo spazio intermedio, il luogo tra due luoghi,
quello che Scheggi definiva lo spazio del pensiero, della meditazione e della non azione.
Dopo i più rigorosi bianchi, neri e rossi, al secondo piano degli spazi della Galleria Robilant + Voena c’è la
serie delle intersuperfici in colori più naturali, terrosi, organici ma anche neon come nella serie degli
inter-ena-cubi del 1969, cubi in carta montati su plexiglas dove si vede tutta la precisione del taglio non più
manuale ma meccanico degli ultimi lavori tridimensionali su carta.
E dopo questa retrospettiva?
L’Associazione Paolo Scheggi sta preparando un catalogo ragionato curato da Luca Massimo Barbero.
Barbara Martorelli
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Oct 12, 2014 09:50:57AM MDT
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Bruno Munari al Museo del
Novecento. In anteprima le
immagini degli allestimenti
della grande ...
Paolo Scheggi dall’asta in
galleria. Da Ronchini, a
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Ci
pensa
la
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Guggenheim.
A
Venezia
una
bella
Sotheby’s e le mostre. Conmostra La pittura? Un oggetto
Paolo Scheggi e Ada
per
Ardessi
valorizzare
cinque
...
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Paolo Scheggi alla
conquista di Londra.
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personale alla Ronchini ...
La galleria Mazzoleni apre
la sua sede a Londra.
Dove? A Mayfair, of course.
Inaugurazione nella ...
Bonalumi. Una retrospettiva
postuma, suo malgrado
Oct 12, 2014 09:50:57AM MDT