Leggi il primo capitolo
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LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 1 23/05/12 10:09 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 2 23/05/12 10:09 v - l’ultima battaglia LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 3 23/05/12 10:09 Illustrazioni interne di Paolo Barbieri www.ragazzi.mondadori.it © 2012 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano “La Ragazza Drago” e il relativo logo sono un marchio registrato da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Prima edizione maggio 2012 Stampato presso Mondadori Printing S.p.A. Stabilimento N.S.M., Cles (TN) Printed in Italy ISBN 978-88-04-61669-6 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 4 23/05/12 10:09 Prologo T utto era buio e silenzio. Una notte nera era scesa sul lago di Albano, e sotto la sua superficie gelida non filtrava la luce della luna. La creatura avrebbe rabbrividito, se il suo corpo metallico fosse stato in grado di provare freddo. Ma non c’era carne a rivestire i suoi meccanismi, non c’erano nervi intorno alle sue ossa d’acciaio. «Sono stanco di questo buio. Fai luce» disse. L’uomo, dietro di lui, schioccò le dita. Una fiaccola fluttuante comparve tra le sue mani e accese una luce opaca sulla distesa che li circondava. Era una piana brulla e dilavata, arsa dal fuoco di un’antica catastrofe. In alto, sulle loro teste, il guscio d’acqua che li racchiudeva rifletteva quel fioco bagliore. Erano immersi nelle profondità del lago, eppure potevano respirare. La creatura avanzò per prima, con passo lento e trascinato. Uno stridio di meccanismi imperfetti, il gemito del metallo 5 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 5 23/05/12 10:09 La Ragazza Drago che tagliava il silenzio. Ormai abitava quel corpo meccanico da settimane, ma ancora non si era abituato. I suoi movimenti erano lenti e scattosi. «Volete che vi aiuti?» si offrì l’uomo, tendendo una mano. La creatura lo respinse con un gesto sprezzante. Odiava sentirsi debole. L’uomo abbassò gli occhi e si ritrasse. Avanzarono piano, finché non giunsero sull’orlo di un profondo avvallamento. Laggiù, nel punto più basso, si ergeva una costruzione appena distinguibile nella penombra. Una fila di colonne sgretolate dal tempo sorreggeva una cupola fatiscente: un tempio in rovina. «Non ricordo questo posto» disse l’uomo. «Non puoi» gracchiò la creatura. «Eravate tutti già morti quando venne costruito da Lung, il primo dei Draconiani.» L’uomo fece una smorfia di disgusto, quindi sputò a terra. «Io ero già sepolto nelle viscere della terra, allora» continuò la creatura «ma dall’oscurità della mia prigione li sentivo muoversi, ripopolare la superficie e invaderla con le loro orribili costruzioni… Stirpe maledetta, traditori! Loro erano miei, miei!» «Lo saranno di nuovo» disse l’uomo. Scese per primo lungo il dirupo, e questa volta l’essere non rifiutò il suo aiuto. Gli sarebbe stato impossibile percorrere una discesa tanto ripida con quell’umiliante caricatura di corpo che era costretto ad abitare. 6 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 6 23/05/12 10:09 Prologo Giunti sul fondo, entrarono nel tempio. L’oscurità oltre la soglia era rischiarata da una luce pulsante. L’uomo rabbrividì. La creatura non poteva dargli torto: il potere che promanava da quel luogo era così intenso e puro che faceva persino scricchiolare le giunture del suo misero corpo. Lo assaporò fino in fondo. «Vai» sussurrò. L’uomo avanzò. Al centro del piccolo tempio si ergeva una lastra di pietra larga una decina di centimetri, lucida e calda. Dalla sua superficie trasudava un sangue nero, violaceo, la fonte di quella tetra luminosità. Lento e viscoso, scorreva a rivoli per il pavimento, scoppiando di tanto in tanto in pigre bolle. L’uomo evitò accuratamente di calpestarlo e, giunto vicino alla pietra, si accovacciò. Indossò un paio di guanti di pelle, poi estrasse qualcosa da una sacca di velluto: era un globo luminoso, che brillava di una guizzante luce verde. «Aspetta!» L’uomo si fermò. L’essere ripercorse in un istante tutto quel che era accaduto dal momento in cui era stato imprigionato nel sigillo. I secoli, i millenni consumati al buio e al freddo, il rancore come unico compagno e il desiderio di vendetta così urgente da farlo impazzire. Ma adesso tutto stava per finire. Erano gli ultimi istanti di schiavitù. «Il tuo sacrificio non è servito a nulla, Thuban» sibilò con 7 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 7 23/05/12 10:09 La Ragazza Drago disprezzo. «E nemmeno la tua progenie ti è stata d’aiuto… È stato così facile sopraffarla! I tuoi sforzi sono stati inutili.» Guardò l’uomo, quindi annuì. Quello sollevò il globo e lo sbatté con violenza contro la pietra nera. La sfera si ruppe in tre pezzi, e per un istante la sua luce si diffuse tutt’intorno. Ma fu soltanto un attimo. La pietra iniziò a creparsi, prima quasi impercettibilmente, poi sempre più a fondo. Il sangue eruppe violento, un terremoto squassò il tempio fino alle fondamenta. Infine la pietra venne divelta del tutto dalla sua sede, e sopra il frastuono si alzò una risata raggelante. Il tempio si sgretolò, la piana fu invasa da un’accecante luce violacea. L’uomo fu costretto a coprirsi il volto, mentre gli occhi cominciavano a lacrimargli. Una sagoma immensa emerse dal pavimento. Il profilo di un corpo lungo e sinuoso come quello di un serpente distese le sue spire oltre lo squarcio nella cupola, ali mastodontiche e membranose si spalancarono di scatto, sferzando la superficie in un unico, possente battito. Il rosso di un ghigno irto di zanne baluginò nel buio, e due occhi accesi di una malvagità senza pari scintillarono feroci. L’uomo si prostrò fronte a terra. «Mio Signore, mio Signore, mio Signore!» urlò. La viverna si erse in tutta la sua vertiginosa altezza: il capo, sul collo coperto di spine, sfiorava il tetto d’acqua. Mosse ancora le ali, quindi ruggì al cielo. Da ultimo, guardò il 8 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 8 23/05/12 10:09 Prologo corpo metallico, abbandonato in un canto come un involucro vuoto. Lo incenerì con un’unica, densa fiammata. Quando ebbe finito, rimase solo una pozza di metallo fuso. «Mio Signore!» urlò ancora l’uomo. La viverna lo guardò con alterigia. «Sì, sono il tuo Signore, di nuovo nel pieno del suo vigore, proprio come un tempo.» Mosse gli artigli piano, quasi a saggiarne la forza. «È come se non fosse passato neppure un istante da quando ancora regnavo su questo mondo, da quando questo corpo era un perfetto strumento di morte» tuonò. L’uomo sorrise, commosso. «E per te, che non mi hai mai tradito, che mi hai atteso per tutti questi anni, il più prezioso dei doni.» Allungò un artiglio e incise a fondo il petto dell’uomo, che urlò di dolore. Il suo sangue si mescolò a quello della viverna, e dalla ferita eruppe una sostanza scura e metallica, simile a mercurio. Un istante, e guizzò fino a coagularsi in un’armatura nera come la notte, che avvolse completamente il suo corpo. «Nessun uomo ha mai ottenuto in dono il mio sangue» disse la viverna. «Solo a te spetta questo privilegio, Ofnir, solo al mio leale servo.» Ofnir chinò il capo. «Non vi deluderò.» «No» mormorò la viverna, e la sua voce fece tremare la terra. «Non lo farai.» «E ora, mio Signore?» 9 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 9 23/05/12 10:09 La Ragazza Drago Le fauci della viverna si aprirono in un ghigno malizioso. «E ora ci riprenderemo ciò che ci appartiene.» Ruggì al cielo, e l’acqua che li sovrastava ribollì, trasformandosi in un’immensa nube di vapore nero. Poi tracimò dalla caldera del lago, ne percorse rapida le pendici e si diffuse su tutta Roma, e giù ancora, oltre la città, oltre il mare e i suoi confini, inarrestabile. La viverna rise, e rise ancora, di una risata folle e selvaggia. Poi batté le ali, pronta per il grande balzo. «È tempo di tornare a casa.» Un’esplosione d’acqua ruppe la superficie del lago, e la viverna fu fuori, all’aria aperta. Si innalzò nel cielo con un urlo lacerante e si diresse verso la sua antica dimora. Era tornato. Nidhoggr era tornato. 10 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 10 23/05/12 10:09 1 Un amaro risveglio S ofia si svegliò di soprassalto. Una sensazione di terrore la prese alla gola non appena aprì gli occhi. “Un incubo. Devo aver fatto un altro incubo.” Si tirò su piano, scrutò il buio. Era nella sua stanza, al sicuro, in una notte come le altre. Ma un senso di inquietudine le stringeva il petto. Forse aveva sognato un’altra volta il frutto, non riusciva a ricordare. Nelle ultime settimane era stata tormentata dalle visioni. Ogni volta che sembrava delinearsi un luogo preciso, un’altra immagine ne mostrava uno diverso, confondendola. Se continuava così, rischiava di impazzire. Appena appoggiò i piedi nudi a terra avvertì un fremito, come un lungo brivido che saliva dal pavimento. “Forse quelle visioni mi stanno dando alla testa” si 11 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 11 23/05/12 10:09 La Ragazza Drago disse. Andò alla finestra, aprì i vetri e le imposte. Un’aria gelida invase la stanza. Sofia alzò gli occhi e trasalì: il cielo era di un nero compatto, innaturale. Non era semplicemente nuvoloso: era come se qualcuno avesse steso una pennellata di vernice sulle stelle e sulla luna. Non era buio: semplicemente la luce non esisteva più. Eppure il bosco intorno al lago di Albano era illuminato da un bagliore spettrale. Sembrava di essere in un film horror di serie B. “È successo qualcosa… qualcosa di orribile” pensò. Scattò verso la porta, ma non fece in tempo a raggiungerla, perché quella si aprì di colpo e sulla soglia comparve il professor Schlafen. «Prof, cos’è successo?» chiese d’un fiato Sofia, indicando la finestra spalancata. C’era un freddo che ghiacciava le ossa. Lui non rispose. Per qualche istante rimase immobile davanti alla porta, il capo chino e le braccia abbandonate lungo i fianchi. «Prof… va tutto bene?» Il professore alzò lentamente la testa. Era pallido come un cencio, gli occhi chiusi. Quando li aprì, Sofia sentì braccia e gambe pietrificarsi dalla paura. Erano rossi, e scintillavano come braci nel buio della stanza. Schlafen aprì la bocca in un ringhio sibilante, e sulle 12 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 12 23/05/12 10:09 Un amaro risveglio spalle gli esplosero due enormi ali metalliche, nere come la pece e lucenti come lame. Sofia non credeva ai propri occhi. Quei segni portavano un solo, inconfondibile marchio: Nidhoggr. Ma non aveva tempo per porsi domande. Il neo sulla sua fronte brillò fulgido e le mani si trasformarono negli artigli di Thuban. Sulle spalle comparvero due maestose ali di drago, e il suo corpo fu pronto alla battaglia. Ma prima che Sofia potesse reagire, il professore si avventò su di lei. Il metallo delle ali ora aveva ricoperto anche le braccia, formando due guanti dotati di rostri affilatissimi. Sofia li scansò per un pelo. «Prof, svegliati!» urlò, ma era come parlare al vento. Il professor Schlafen si gettò ancora su di lei, e i rostri si allungarono fino a sfiorarle la carne della spalla. Sofia percepì l’agghiacciante sensazione del metallo che graffiava la pelle. «Professore!» urlò ancora, ritratta in un angolo, ma lui insisteva ad attaccarla, il volto deformato in una smorfia di furore cieco. Sofia si limitava a schivare i colpi, senza tuttavia osare aggredirlo. Era il prof, non poteva fargli del male! Un istante, e un artiglio sciabolò a un nulla dal suo viso, recidendole una ciocca di capelli. Sofia si acquattò a terra, rotolò di lato e si precipitò giù per le scale. Dietro 13 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 13 23/05/12 10:09 La Ragazza Drago di sé, sentiva il sibilo delle lame che fendevano l’aria, sempre più vicine. Quando giunse all’ultimo gradino, si voltò e vide che i rostri avevano scavato lunghi solchi bianchi nel tronco del grande albero che troneggiava al centro della villa, nella casa che ormai da quasi due anni condivideva con il professore e Lidja. “Lui non farebbe mai del male alla quercia della villa” si disse, ma la creatura che incombeva su di lei non aveva più nulla di Georg Schlafen. «Lidja!» gridò a squarciagola. «Dove sei finita?» Non ricevette risposta. L’unico rumore che sentiva era lo stridio degli artigli ormai vicini. Si distrasse un istante, sufficiente a far sì che il professore le balzasse addosso, stringendole il collo in una presa ferrea e inchiodandola a terra. I suoi occhi fiammeggianti incrociarono lo sguardo sperduto di Sofia per lunghi secondi. In fondo a quelle pupille non si scorgeva che rabbia e follia. Alzò un pugno e glielo portò davanti agli occhi, pronto a sferrare il colpo mortale. Sofia strinse i denti e si risolse a fare l’unica cosa possibile. Abbracciò il professore con tutte le forze che aveva, e dalle mani le eruppero lunghe liane di un verde acceso che lo avvolsero completamente, bloccandone i movimenti. Si concentrò, quindi mosse le liane in modo da esplorare la zona del collo, dove in 14 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 14 23/05/12 10:09 Un amaro risveglio genere si annidava l’impianto che permetteva l’assoggettamento. Doveva capire in che modo Nidhoggr fosse riuscito a ridurlo in quello stato, ma non trovò nulla. Di nuovo rimase incerta per una frazione di secondo, e di nuovo il professore ne approfittò. Spezzò le liane con uno strattone, si sciolse dall’abbraccio e spalancò le ali, riguadagnando distanza. Sofia si trovò chiusa all’angolo, ansimante. Scosse la testa e cercò di riportare la mente alla realtà: ora il professore era un nemico, e se voleva salvarlo doveva combatterlo esattamente come avrebbe fatto con qualsiasi creatura di Nidhoggr. Si fece forza e gli lanciò contro un secondo fascio di liane, ma lui si muoveva da un lato all’altro della stanza rapido come una freccia, tranciandole di netto. Sofia tese allora l’altro braccio e scagliò contro le sue ali nere un viluppo di liane. Finalmente il professore cadde a terra, dibattendosi come un pazzo, ringhiando e graffiando il pavimento. Lei lo strinse ancora più forte e volò intorno all’albero. Una decina di giri, e Schlafen venne ridotto all’immobilità. Sofia si concentrò un’ultima volta e trasformò le liane in saldi rami di legno. Non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che un urlo giunse dal piano di sopra. Lidja. Sofia spiegò le ali di Thuban e volò in direzione del rumore, gettan- 15 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 15 23/05/12 10:09 La Ragazza Drago dosi nella stanza dell’amica. La scena che le si presentò aveva dell’incredibile: Lidja, le ali di Rastaban spiegate, tendeva gli artigli verso un uomo, all’altro capo della stanza, mezzo sepolto da una catasta di mobili. Era Thomas, eppure non era lui. Urlava, il volto deformato, gli occhi rosso sangue. Sulla sua schiena erano esplose ali metalliche identiche a quelle del professore, come identici erano gli artigli che puntava contro Lidja. «Sof, non ce la faccio, dammi una mano!» Sofia si riscosse all’istante. «Fai volare il lenzuolo!» gridò. Lidja non se lo fece ripetere, e con i suoi poteri telecinetici gonfiò la stoffa fino a farla veleggiare sopra la testa di Thomas. Sofia la intercettò con una liana, quindi la strinse più forte che poteva intorno al corpo del maggiordomo. Poi, come aveva fatto con il professore, trasformò la liana in legno. Si piegò in due, esausta, le mani sulle ginocchia, il fiato corto. «Stai bene?» chiese Lidja appoggiandole una mano sulla schiena. Sofia annuì, rossa in viso. «Il prof… anche lui… è stato assoggettato» riuscì a dire tra gli ansiti. Lidja la guardò incredula e rimase in silenzio qualche istante. 16 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 16 23/05/12 10:09 Un amaro risveglio «Non è possibile… Sof… cosa sta succedendo?» «Non lo so, Lidja. Non lo so.» Trascinarono Thomas giù per le scale e assicurarono anche lui al tronco dell’albero. Lidja corse nello studio a prendere la pozione che il professore aveva usato per addormentare Effi, la madre adottiva di Karl, a Monaco, quando le avevano estratto dal corpo l’embrione di viverna che l’aveva posseduta. Costringerli a berla fu un’impresa. Pur avendo gambe e braccia immobilizzate, muovevano la testa come furie e mordevano l’aria, tentando di affondare i denti nelle mani di Lidja e Sofia. Ma bastò far scivolare loro una sorsata tra le labbra, ed entrambi persero subito conoscenza. Sofia rimase immobile a osservarli, incapace di credere a ciò che aveva appena fatto. Volse lo sguardo alla casa. Per tanto tempo era stata un rifugio, un luogo sicuro in cui proteggersi da Nidhoggr. Ma adesso era stata violata e portava i segni di una terribile battaglia. Profondi tagli avevano messo a nudo il legno chiaro sul tronco dell’albero intorno al quale si sviluppavano i muri. Alcuni gradini della scala che conduceva al piano di sopra erano sfondati, e la carta da parati che rivestiva le pareti era lacerata in più punti. Parte della 17 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 17 23/05/12 10:09 La Ragazza Drago mobilia era andata distrutta, e una credenza antica cui il professore era molto affezionato giaceva a terra, con le ante sventrate. «Non capisco» disse Lidja riportando Sofia alla realtà. «Non hanno l’innesto degli Assoggettati.» «Lo so, l’ho già cercato. Sembra che abbiano creato un nuovo sistema di assoggettamento.» Ispezionarono i corpi con più attenzione, ma non trovarono alcuna traccia del ragno metallico tipico degli Assoggettati, che affondava le zampe nel collo per insinuarsi dentro la colonna vertebrale. Le ali, cui erano connessi gli artigli, si innestavano sulle scapole e il metallo penetrava direttamente nella carne. «Forse l’innesto ha cambiato forma» disse Sofia. «Tu pensi che gli abbiano messo le ali così, sulle spalle? E come abbiamo fatto a non accorgercene prima?» obiettò Lidja, poco convinta. «Questo varrebbe anche nel caso dell’innesto a forma di ragno. Ieri sera il prof e Thomas erano tranquilli, non avevano nessun segno di assoggettamento. È successo stanotte.» «Impossibile. Siamo protetti dalla barriera della Gemma.» «Forse la sua efficacia è diminuita. Ti ricordi? È già successo in passato, quando Karl era morto.» 18 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 18 23/05/12 10:09 Un amaro risveglio Lidja la guardò intensamente. «Io sono stata nel dungeon ieri sera, ed era tutto a posto. E comunque non avrebbe senso. Se le viverne sono entrate qui dentro, perché hanno perso tempo ad assoggettare il professore e Thomas? Avrebbero potuto ucciderci nel sonno.» Sofia si morse il labbro, nervosa. Lidja aveva ragione. Che diavolo stava succedendo? Quella terribile sensazione di paura continuava a stringerle le tempie, inesorabile. Quanto avrebbe voluto che Fabio fosse lì con lei. Scacciò subito con rabbia quel pensiero. Fabio era l’unica cosa a cui non doveva pensare in quel momento. Da quando si erano lasciati, a Edimburgo, il loro rapporto era diventato ancora più difficile, e ogni volta che lo vedeva le mancava la terra sotto i piedi. Senza contare che scompariva per giorni e rispuntava solo quando ne aveva voglia. Almeno, da quando lei aveva iniziato ad avere quelle strane visioni, si era degnato di farsi vivo e ora si trovava con Karl a Isola Farnese, un piccolo borgo nei dintorni di Roma, alla ricerca del frutto. Ewan e Chloe invece erano rimasti a casa loro. Avevano trovato un piccolo appartamento a Castel Gandolfo, e si erano stabiliti lì con Gillian. «Karl si è portato via tutta l’attrezzatura, stasera?» chiese Sofia. «Non lo so… È uscito con un bel po’ di roba» rispose 19 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 19 23/05/12 10:09 La Ragazza Drago Lidja. «D’altra parte era il minimo che potesse fare, visto che non saresti andata con loro a cercare il frutto.» Negli ultimi giorni Sofia aveva spremuto tutte le energie nel tentativo di sintonizzarsi con il frutto di Thuban, l’ultimo e il più importante dei cinque frutti che avrebbero fatto risplendere di nuova vita l’Albero del Mondo. Ma un’energia di segno opposto sembrava corrompere le sue visioni, e ogni volta che partiva alla ricerca tornava esausta e senza aver trovato nulla. L’ultima sera, mentre cercava nei dintorni di Roma, era svenuta. «Un altro giorno e sarei morta» sospirò. «Mi sento completamente prosciugata. Karl non ha portato con sé il draconoscopio, giusto?» «No, penso di no. Che hai in mente?» «Voglio andare in fondo a questa faccenda.» Trovare il draconoscopio non fu facile. Karl si era ritagliato un angolo nel dungeon sotto la villa: aveva preso possesso di una stanzetta e l’aveva riempita di tutte le sue cianfrusaglie. La confusione regnava sovrana. Quel posto era uno strano miscuglio di antico e moderno: c’erano computer – da quelli vecchi, dei primi anni Ottanta, a un MacBook Air nuovissimo – ma anche alambicchi e strumenti in ottone, e poi tubi di gomma, cavi di ogni diametro e lunghezza, un paio di televisori e un oscilloscopio che sembrava aver fatto la 20 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 20 23/05/12 10:09 Un amaro risveglio guerra. Dovettero frugare un bel po’ prima di riuscire a trovare lo strumento capace di rilevare l’essenza dei Draconiani. Del resto, dopo il viaggio a Edimburgo non avevano più avuto occasione di usarlo. Lo tirarono fuori, faticarono un po’ a rintracciare il paio di spessi occhiali e il computer che vi dovevano collegare e portarono tutto al piano di sopra. Thomas e il professore dormivano ancora. «Tu sai come funziona? Io non ne ho idea» ammise Sofia. «Diciamo che ho guardato con attenzione Karl quando lo usava» rispose Lidja inforcando gli occhialoni da aviatore. «E spero che basti.» Accese lo strumento, e Sofia appoggiò sul petto del professore e di Thomas una serie di piccole ventose. Sullo schermo si accese un tracciato che mostrava un intrico di linee verdi, simili a vene. Sofia rimase interdetta. «Queste non si dovrebbero vedere… Solo i Draconiani hanno un simile potere.» Lidja tacque a lungo, regolando una serie di manopole. Di riflesso, le linee sullo schermo si ispessivano o diventavano più sottili. Poi toccò un interruttore e le linee divennero viola, così brillanti da riempire quasi tutto lo schermo. «Cos’hai fatto?» 21 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 21 23/05/12 10:09 La Ragazza Drago Lidja non rispose. Si sfilò gli occhiali e guardò Sofia. Aveva un’espressione sgomenta. «Ho cambiato lo spettro. Se ho capito quel che mi ha spiegato una volta Karl, ho sintonizzato il draconoscopio su emissioni simili a quelle dell’embrione di viverna che abbiamo trovato dentro Effi.» «Il potere di Nidhoggr…» Lidja annuì grave, e Sofia sentì una morsa di terrore stringerle il petto. «Vuoi dire che…» «È nel loro sangue, Sof, ovunque. Sono infettati dal sangue di Nidhoggr.» 22 LA RAGAZZA DRAGO 5 DEF 2ok.indd 22 23/05/12 10:09