L`intervista a Sportweek - La Gazzetta dello Sport

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L`intervista a Sportweek - La Gazzetta dello Sport
copertina
marco simoncelli
che
cosa
ti sei
messo
in
testa?
44 SPORTWEEK 20 SETTEMBRE 08
«Una capigliatura
che è un marchio
di fabbrica
e un’idea
meravigliosa:
vincere con
la Gilera il
Mondiale 250».
Parla l’uomo
nuovo della
moto che in
allenamento
(qualche volta)
batte anche Rossi
che criniera
Marco Simoncelli,
romagnolo, 21
anni, leader del
Mondiale 250, in
una doppia posa
scherzosa.
Testo di Carlo Canzano
Foto di Emanuela Gambazza
20 SETTEMBRE 08 SPORTWEEK 45
N
on ditegli che potrebbe
essere il nuovo
Valentino. Lui non
ritiene corretto che si
facciano confronti di questo
tipo: vuole essere solo Marco
Simoncelli, anche se del
campionissimo è amico, oltre
che estimatore e, spesso,
compagno di allenamento.
Eppure il leader del Mondiale
della classe 250 ha più di un
punto in comune con
Valerossi, specie quello dei
46 SPORTWEEK 20 SETTEMBRE 08
primi anni. Anche Marco è
velocissimo e spumeggiante in
pista, istintivamente
simpatico, identificato con i
soprannomi («Quello di
Superpippo mi è stato
affibbiato dai telecronisti di
Italia 1 a causa della mia
andatura ciondolante che
ricorda quella del “supereroe”
della banda di Topolino; io ho
scelto SuperSic, utilizzando
l’abbreviazione che mi
identifica nelle classifiche sui
monitor del cronometraggio»).
E poi la capigliatura… Rossi,
in verità, la cambiava (anche
nel colore) con una certa
frequenza, lui ha solo lasciato
crescere i capelli a dismisura
e quella sua criniera alla
Branduardi è diventata
– come talvolta accade
nello sport – una sorta di
marchio di fabbrica.
«Proprio così, ma non mi sono
ispirato a nessuno. Tenevo i
capelli abbastanza corti, però
non trovavo un taglio che mi
rendesse giustizia, così li ho
fatti crescere».
Però un paio di anni fa
l’abbiamo vista rasato a zero.
«Avevo perso una scommessa:
era il mio primo anno in 250 e
io dicevo che avrei fatto un
podio entro dieci gare. Non fu
così e il mio sfidante, uno
parecchio scuro di carnagione
che forse sperava di perdere,
oltre che per amicizia, per farsi
barba e capelli color platino,
pegno in caso di sconfitta,
rimase moro».
Il suo parrucchiere di fiducia
non sarà molto contento.
Sito ufficiale
■
www.marcosimoncelli.it
gigi soldano
LA SCHEDA
“europeo” nel 2002
Nome Marco Simoncelli.
Nato a Cattolica (Rn)
il 20 gennaio 1987.
Carriera Prima gara nel ’96 con
le minimoto di cui è campione
italiano nel ’98 e 2000, anno in
cui è vicecampione d’Europa.
Dal 2001 è in gara con le moto
(125): è campione d’Europa nel
2002 quando disputa il primo GP
iridato a Brno. Sino al 2005 in
125 (50 GP, 2 vittorie, 7 podi), poi
in 250 su Gilera (foto) 45 GP (3
vittorie, 8 podi, 4 pole, tutti nel
2008). Guida il Mondiale con 26
punti su Kallio e 27 su Bautista.
legatissimi
Nei campi dietro
la casa di Coriano
(Rn) dove vive con
la famiglia che
con lui divide, in
camper, i viaggi ai
GP: papà Paolo,
“baciato” da Max,
la sorella Martina,
sua prima tifosa,
mamma Rossella.
Marco è fidanzato
con una ragazza
di Bergamo, Katy.
Gilera corse
■
«Non ne ho: al taglio pensa
mia zia, che ci si diverte.
E se sbaglia, di capelli ce ne
sono così tanti che il danno
non si nota».
Una vera criniera: vuole
sembrare un leone?
«No. Il mio simbolo è il
giaguaro. I felini mi piacciono
e nel giaguaro un po’ mi
identifico. Te lo vedi nella
savana, steso con la lingua di
fuori che non vuole fare
niente… Poi, però, quando è il
momento della caccia, sente la
preda e si mette a correre».
Ma non è scomodo quel
casco di capelli?
«Un po’ sì. Più che altro è una
bega quando fa caldo e anche
quando si indossa il casco.
Quest’anno ho dovuto
prenderne uno con la calotta
di misura più grande. Ci
guadagno in altezza: sono 183
cm, i capelli me ne regalano
quattro o cinque in più».
Altra caratteristica estetica,
la carnagione bianco latte,
non proprio il colore
del vitellone romagnolo.
«Vitellone non lo sono. Certo
non faccio belle figure in
spiaggia. Ho trovato persino le
vecchiette che mi prendevano
www.it.gilera.com/it_IT/gilera_racing/default.aspx
predestinato
Marco era capellone già a pochi mesi,
subito in sella sulla moto di papà e
campione “gigante” con le minimoto.
in giro. “Ehi, in moto andrai
anche forte, ma al mare…”.
Quest’anno ho esordito in
spiaggia prima della gara del
Sachsenring, ne sono tornato
quasi “rosso Gilera”, solo un
po’ più chiaro».
Capelli a parte, che cosa si è
messo in testa quest’anno?
«L’idea meravigliosa. Quella
del Mondiale. Ci penso, ma
non mi metto a fare calcoli,
cerco solo di fare il meglio
possibile. Ho iniziato il
campionato dopo essere stato
veloce in prova su tutte le
piste. Ma non pensavo “vinco
io”, e dopo le prime due gare
(un doppio ritiro), mi sono
detto “altro che titolo: pensa
a prendere punti”».
Stoner, Dovizioso, Lorenzo,
Bautista, Talmacsi, Locatelli,
già titolati, e poi Barbera,
Kallio, Pasini. Tutta gente che
ha corso con lei in 125: lei però
a essere in lizza per il
Mondiale ci è arrivato solo
quest’anno. Un po’ tardi?
«Il pilota è una persona e ogni
persona è diversa dalle altre, si
comporta a modo suo. Stoner,
per esempio: qualsiasi cosa ha
avuto sotto il sedere è sempre
andato forte ma ha picchiato
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anche grandi legnate. Io di
andare forte appena salito su
una moto non me la sono
sentita, preferisco fare le cose
in sicurezza. Poi ci sono le
coincidenze, le storie diverse.
Guardate Bautista: qualche
bella gara nel 2004 poi un
anno disastroso con la Honda;
pareva dovesse smettere.
Ma è arrivato Jorge Martinez,
lo ha tirato fuori dal bidone
dell’immondizia e nella sua
squadra Bautista ha dominato
il Mondiale. Io il primo anno
in 250 non mi sono trovato
in sintonia con la squadra, sul
piano umano. Ho cambiato
formazione e l’anno scorso
nel team diretto da Aligi
Deganello ho trovato
l’ambiente ideale».
E ora è protagonista del
derby Italia-Spagna: loro
giocano con tante punte,
noi con due – lei e Pasini –
e i gol li fa Simoncelli.
«Siamo partiti con il gruppo
Piaggio (Aprilia e Gilera) che
puntava sugli spagnoli. E a noi
non ci filava nessuno. Ma alla
fine sono riuscito a stargli
davanti più volte, agli spagnoli,
prima con la moto standard
poi, da quando ho avuto
la moto ufficiale al
Sachsenring, anche con quella.
E confesso: ci ho provato
proprio tanto gusto».
Non sono mancate le scintille,
con Barbera soprattutto,
e con Bautista.
«L’incidente con Barbera al
Mugello, per il quale mi sono
preso un’ammonizione, è
purtroppo una cosa che può
capitare, soprattutto all’ultimo
giro. Gli spagnoli mi hanno
accusato di essere troppo
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arrembante, però quando
stanno davanti loro non
ci fanno molto caso. Si
arrabbiano quando prendono
paga, e si arrabbiavano molto
soprattutto quando li battevo
con la moto non ufficiale.
Per quanto riguarda Barbera,
a Misano, una volta di più,
si è visto di che pasta è fatto:
è uno suonato».
Tanti incontri troppo
ravvicinati, in pista, poi vi
ritrovate vicini anche nel
paddock. Al Mugello, per
andare via col camper ha
dovuto aspettare che il vicino,
Barbera, spostasse il suo…
«Per fortuna a Misano non è
stato così: sarebbe stato
complicato. Ma nel paddock,
dove passo molto tempo, sono
abituato, sin da quando
correvo con le minimoto, a
condividere gli spazi sia con
quelli antipatici sia con quelli
simpatici. Vado d’accordo con
Pasini (correvamo assieme con
le minimoto di suo padre),
con Valentino e con De Rosa
con cui ci vediamo anche
fuori dalle piste. Con altri,
anche se non ci parlo non
cambia molto».
Valentino Rossi: è vero
che in allenamento con la
moto da cross lei lo batte?
«Lo scorso inverno io ero più
allenato e gli davo paga spesso,
poi lui ha iniziato a scaldarsi
e mi ha superato. Anzi, a un
certo punto mi ha dato una
paga così forte che avevo le
orecchie basse e non riuscivo
a capire come avesse fatto.
Diciamo che quella volta ha
Motomondiale
■
www.motogp.com
«Non ho un
parrucchiere
di fiducia:
al taglio
pensa mia zia.
E se sbaglia…
pazienza,
tanto il danno
non si vede»
celebri acconciature
quando nello sport il capello è d’autore
ruud gullit
Uno degli assi olandesi del
grande Milan, inconfondibile
con le sue nerissime treccine.
atletico
Marco si esibisce
in qualche piccola
acrobazia. Ama
giocare (da punta)
a calcio, tifa
Milan, si
appassiona alle
gare di
mezzofondo
dell’atletica, ma
solo da spettatore:
«Perché», dice,
«sono troppo
faticose».
News sul Motomondiale
■
ANDREA LUCCHETTA
voluto fare il Rossi».
Era il suo idolo, sognava di
fare il pilota già da bambino?
«Prima no. Ricordo che mio
nonno mi raccontava che
volevo fare l’ingegnere. Ma ero
troppo piccolo per capire.
Quando ho intuito che cosa
significava fare l’ingegnere
ho cambiato idea. Prima
ancora di andare in moto – ho
cominciato a sette anni grazie
a mio padre – volevo già fare il
pilota. Sì, Vale era il mio idolo.
Io correvo con le minimoto
e lui era già un campione».
www.gpone.com
Carlos valderrama
Capelli a spazzola in diagonale. È stato il più celebre calciatore
Anche per questo il campione di colombiano, anche per la sua
volley fu chiamato Crazy Lucky. capigliatura. Oggi ha 47 anni.
Per fare il pilota ha lasciato
la scuola?
«No. E a scuola rendevo anche
piuttosto bene: mai bocciato.
Poi, però, finita la quarta
scientifico con qualche debito,
quando non riuscivo più a
conciliare corse e studio,
volevo mollare. Per fortuna,
mamma ha insistito. Ho
cambiato e ho preso il diploma
alla scuola di dirigente di
comunità. Non chiedetemi di
preciso che cosa si possa fare
DON KING
Il più grande e celebre manager
della boxe da sempre ha una
capigliatura più che originale.
con questo diploma, ma almeno
se a 40 anni vorrò iscrivermi
all’università, potrò farlo».
A fine stagione non lascerà
la 250. Perché?
«Ho avuto più offerte per la
MotoGP, ma ho preferito
restare qui in 250 e con questa
squadra. Mi sembra giusto.
Mi trovo bene, vado forte
e mi diverto: voglio sfruttare il
momento e concedermi
un’altra chance. Se non
vincerò il titolo potrò
riprovarci, se lo conquisterò
potrò tentare il bis».
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