miriam leone

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miriam leone
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dal mondo
Marilab
Trimestrale di informazione medico-scientifica_anno VI_n. 2_ aprile/giugno 2010_ distribuzione gratuita
PERIODICO DI SALUTE E BENESSERE
ALIMENTAZIONE
Alitosi: le cause
e i rimedi naturali
PSICHIATRIA
Come evitare
di distruggersi
con gratta-e-vinci
e videpoker
PEDIATRIA
Pubertà,
come comportarsi
se la “signorina”
non arriva
A TU PER TU CON
MIRIAM LEONE
“La salute è uno stato dell’animo:
in forma volendoci bene e prevenendo”
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Sommario
aprile/giugno2010
Dica 33 - Il personaggio
Political screening
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MIRIAM LEONE
“La salute è uno stato d’animo”
di Chiara Albi
La prevenzione e la lotta
agli sprechi al centro
della mia sanità
Mali e beni di stagione
Sane letture
10
Tanto sole e buone vacanze:
la cura migliore per la psoriasi
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Se l’arcobaleno
colora la speranza
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Quel fiore primaverile
con qualche spina...
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Tutta da rifare...
anche per amore
Bene a sapersi
La salute vien mangiando
13
Acqualuce,
partorire come a casa
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14
Reni, alti e bassi
tra asparagi e limoni
Novità salutari
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Ecocolordoppler, il “regolo”
dello spessore delle carotidi
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Pubertà,
se la “signorina” è in ritardo
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E ora tutti al lavoro!
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Patch-test, il disco che rivela
come “suona” la pelle
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Autodistruggersi
con i gratta-e-vinci
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Alitosi:
le cause e i rimedi naturali
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Piacere maschile,
istruzioni per l’uso
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Contraccezione d’emergenza:
la parola all’esperto
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Avere cinquemila anni
e non dimostrarli
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Se la cola si trasforma
in sassolini
È primavera: rigenerarsi
tra mare, calore e coccole
A quattro zampe
34
Caldo: i consigli
per proteggere i nostri amici
Rubriche
Anno VI - numero 02 - aprile/giugno 2010
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Filo diretto
Finito di stampare nel mese di APRILE 2010
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Editoriale
a cura di Luca Marino
Un numero con due protagoniste quello che state per sfogliare. Miriam Leone, ex
Miss Italia e sempre più convincente conduttrice televisiva, ribadisce come testimonial il valore della salute ottenuta anche attraverso uno stato d’animo positivo
e ottimista. Renata Polverini, 47 anni, sposata, ex segretario generale del sindacato Ugl, è invece il nuovo Governatore del Lazio. Due donne protagoniste, abbiamo
detto, alle quali abbiamo aggiunto una terza sulla quale è giusto puntare i riflettori: si tratta di Giorgia Würth, scrittrice esordiente che ha pubblicato un appassionante romanzo - “Tutta da rifare” - incentrato su un tema di strettissima attualità
filosofico-sanitaria, quello della chirurgia plastica esagerata.
La primavera, insomma, per noi di VIVENDI ha un animo principalmente femminile. E non è un caso che per esaltare questa identità armoniosa, leggiadra, delicata, ribadiamo il valore di una pausa immersi nell’ambiente, nelle coccole e nei
trattamenti di bellezza della Victoria SPA, in riva al mare di Ostia. E si sposa bene
con il periodo anche la trascorsa Festa della Donna che per noi è l’occasione di
verifica su come funziona l’unica casa per il parto naturale del Centro-Sud Italia,
la “Acqualuce” dell’ospedale “G. B. Grassi” di Ostia.
Su questo numero della rivista troverete anche molte curiosità salutari, molti articoli di specialisti che aiutano a interpretare situazioni e sintomi, come curare o
cercare soluzione a talune patologie. I segreti per fronteggiare l’alitosi, per esempio, sono perle di saggezza popolare ma anche scientifica. Oppure l’allarme un po’
misconosciuto sui rischi renali nell’eccessivo consumo di cola. O anche il sempre
più crescente credito nell’ambito medico della tecnica dell’agopuntura. Curiosità
e conoscenze che con grande competenza e piacere nella divulgazione sono a vostra disposizione da parte dei nostri specialisti.
DICA 33 - IL PERSONAGGIO
Quattro chiacchiere
con Miriam Leone,
Miss Italia 2008
e ormai affermato
volto della Rai
VIVENDI
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La salute
è uno stato d’animo
“Bevo un bicchiere d’argilla ogni mattina
e faccio prevenzione:
dobbiamo volerci bene”
di Chiara Albi
“S
e sorridi alla vita, la vita ti sorride”.
Parola di Miriam Leone.
E a vederla, dal vivo e in televisione, non puoi che darle ragione.
Quando indossò la corona di Miss Italia, gli
occhi di questa ragazza di origine siciliana
emanavano un’energia tutta particolare.
Sapeva di aver realizzato un sogno ma non
di essere appena all’inizio di un’avventura:
quella che, a due anni dall’incoronazione,
la porta ad essere uno dei volti più genuini
delle reti Rai.
Ecco perché sceglierla come testimonial del
nuovo numero di Vivendi è stato naturale.
Il suo entusiasmo, l’idea di benessere che
comunica, l’instancabilità che diffonde catturerebbero chiunque e tutte quelle energie le abbiamo volute manifestare senza
remore anche perché, parlando di salute,
Miriam è una che non si fa paranoie.
Giusto?
Esatto, zero fissazioni anche perché credo che l’ipocondria sia un atteggiamento
estremamente negativo, che condiziona il
proprio benessere. La salute è anche uno
stato d’animo. Avere un rapporto sereno
con la natura, e assecondarne i ritmi, è fondamentale per stare sempre in salute.
Anche da piccola era lo stesso?
Già, sono molto fortunata: mangiavo sempre di tutto e non ho mai avuto allergie o
disagi particolari.
Ma almeno qualche check up lo farai?
Certo, questa è un’altra questione. Da circa
due anni mi sottopongo alle visite di routine e ogni dodici mesi faccio una mammografia perché la prevenzione è fondamentale. Al giorno d’oggi, grazie alla ricerca e
ai nuovi strumenti diagnostici, si possono
anticipare e battere sul tempo molte malattie. È importante non trascurarsi, senza
fare i malati immaginari.
“Come insegnavano già i greci,
nella virtù risiede il benessere”
Qual è il tuo segreto di benessere?
Confesso che ogni mattina bevo un bicchiere di argilla ventilata. È un consiglio
di un medico, rivelato durante un servizio fotografico, ma si tratta in realtà di
un rimedio antico. Si scioglie l’argilla e la
si lascia sedimentare per cinque minuti
nell’acqua. Dopo si beve il gel che ne deriva che ha proprietà depurative, sgonfia e
ha effetti benefici sulla pelle.
Quindi non disdegni la medicina alternativa?
No, come supporto a quella tradizionale
direi di no. Diverso tempo fa avevo problemi per il mio ciclo mestruale decisamente doloroso e mi sono sottoposta
all’agopuntura: è bastato un anno di cura
per risolvere completamente il mio disagio.
Cosa ne pensi della sanità pubblica?
Ho avuto a che fare con gli ospedali perché mia madre si è dovuta operare. Devo
ammettere che è stata un’esperienza positiva sia dal punto di vista della cortesia
dello staff medico e paramedico, sia dal
punto di vista della professionalità. A Catania ho trovato un ambiente ideale per
l’attenzione al malato, e credo che un ambiente pulito e ordinato sia di aiuto quando una persona si deve curare.
Fai attività fisica per mantenerti in forma?
Cammino tantissimo, non prendo mai
l’ascensore, piuttosto lo faccio prendere
alle buste della spesa e ai bagagli! Io vado
sempre a piedi. Quando ero in Sicilia mi
andava ancora meglio perché abitavo
all’ottavo piano: lì sì che era palestra gratis tutto l’anno! Per un po’ di tempo ho
fatto anche Pilates, è un programma di
esercizi che si concentra sui muscoli posturali, cioè quei muscoli che aiutano a tenere il corpo bilanciato e sono essenziali a
fornire supporto alla colonna vertebrale.
Purtroppo con gli impegni lavorativi ho
dovuto smettere ma appena posso mi
concedo almeno un’ora di passeggiata
all’aria aperta.
Cosa ne pensi della chirurgia estetica?
Finalmente è stato approvato un disegno di legge che
impedisce gli interventi estetici sulle minorenni. Ci voleva proprio perché una persona deve crescere prima
di prendere decisioni che vanno a modificare il proprio
corpo. Non giudico chi ricorre alla chirurgia estetica ma
penso che si dovrebbe tentare di avere un buon rapporto con il proprio corpo. È normale, a volte, non piacersi,
ed è fondamentale riuscire a trovare la propria armonia,
anche nelle imperfezioni. Da piccola odiavo il mio naso;
ora che sono costretta, per esigenze lavorative, a rivedermi spesso in foto o in video, mi sono resa conto che
quel naso fa parte di me. E ho capito che ho imparato a
volermi bene.
DICA 33 - IL PERSONAGGIO
Credi nell’efficacia di creme antirughe o anticellulite?
Penso che prima di tutto siamo quello che mangiamo.
Una dieta sana è essenziale per mantenere il benessere
psicofisico. Tutti i rimedi, come le creme antirughe o anticellulite, non servono a niente se non sono abbinate ad
uno stile di vita sano. Certo, è importante pulire la pelle, detergerla e idratarla a dovere, per proteggerla dagli
agenti inquinanti e stressanti. Mangiare fa bene anche a
combattere la depressione e la tristezza. Ogni tanto bisogna viziarsi un po’, concedersi qualche piacere, senza
eccessi!
Si fa un gran parlare di droghe in televisione e dei
diversi messaggi da mandare ai giovani su questa
tematica. Qual è la tua posizione?
La mia droga sono stati i libri. Attraverso di essi ho viaggiato con la fantasia. Non mi sono mai mancate emozioni ma… me le sono create da sola. Non è la sostanza
chimica che ti rende più forte. Bisogna assecondare le
proprie passioni e avere sempre la volontà di portarle
avanti. Occorre saper dire no! È l’amore la droga più bella. Se riesci a dire NO a chi vorrebbe rovinare la tua vita
come ha rovinato la propria, la vita ti sorriderà!
VIVENDI
8
E per finire il Miriam-pensiero di benessere
Vorrei salutare tutti i lettori di Vivendi ricordando il concetto greco «Kalos kai agatos» («bello e buono»). Per la
filosofia ellenica la bellezza andava di pari passo con il
valore morale. Nella virtù risiede il benessere.
Solo volendoci bene e guardando dentro di noi possiamo veramente trovare il nostro benessere!
Foto di: Luigi Saggese
Due anni da mattatrice
Agopuntura: è una tecnica terapeutica che si prefigge di promuovere la salute ed il benessere mediante l’inserimento di aghi in particolari punti del corpo, eseguita da personale appositamente preparato. In Cina la
pratica dell’agopuntura viene segnalata fin dal III millennio a.C., e reperti archeologici relativi sono stati datati nella dinastia Han, (dal 202 a.C. al 220 d.C.). La pratica si diffuse secoli fa in molte parti dell’Asia; attualmente è una componente della medicina tradizionale cinese ed alcune sue forme sono anche descritte nella
letteratura della medicina tradizionale coreana, nella quale viene chiamata yakchim, come pure in India.
Argilla ventilata per uso interno, per via orale, da bere: uno dei rimedi più antichi conosciuto dall’uomo,
probabilmente conosciuto per caso bevendo acqua piovana “sporca” di terra, l’argilla deve le sue proprietà
antisettiche e cicatrizzanti ad una costituzione micro molecolare, che ne spiega le straordinarie capacità di
assorbimento. In uso interno ed esterno l’argilla ha un’azione simile a quella degli antisettici. L’argilla è un
elemento vivo, essa agisce assorbendo e neutralizzando solo le eccedenze di batteri, mentre non ostacola la sana ricostruzione cellulare. Quella ventilata è una polvere impalpabile, essiccata al sole, contenente
alte percentuali di minerali quali silice, ferro, calcio, magnesio, potassio ed oligoelementi. È un potentissimo
agente di rigenerazione fisica. La sua ricchezza di silice la rende indicata in numerose affezioni, in particolare l’arteriosclerosi, la tubercolosi, l’invecchiamento, gli stati degenerativi multipli, le anemie e le astenie. Ha
proprietà antinfiammatorie, decongestionanti, antiacide, assorbenti sia di scorie chimiche che di tossine.
Stimola le funzioni di fegato, bile e reni.
glossario
DICA 33 - IL
Mammografia: è un esame del seno umano effettuato tramite una bassa dose (di solito circa 0.7 mSv) di
raggi X. Viene utilizzato come strumento diagnostico per identificare tumori e cisti. È stato provato che la
mortalità per tumore al seno è ridotta per chi si sottopone all’esame: per questo viene consigliato un esame
del seno periodico (ogni anno per le donne che hanno fattori di rischio, per esempio un pregresso tumore al
seno o familiarità per esso, o al massimo ogni 2 anni in tutte le restanti donne che non hanno alcun fattore
di rischio) tramite mammografia.
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VIVENDI
glossario
In soli due anni Miriam Leone ha conquistato il cuore degli italiani. Incoronata
Miss Italia nel 2008, oggi la giovane ragazza arrivata da Catania e residente
nella Capitale è una stimata modella, conduttrice televisiva e attrice.
Bellezza, simpatia e spigliatezza ne fanno uno dei volti più frizzanti di “mamma
Rai”. Dal 1 giugno 2009 conduce, su Rai Uno, “Uno Mattina Estate”, in coppia
con Arnaldo Colasanti, raggiungendo una sorta di primato: non era mai successo, infatti, che una Miss Italia, nell’anno della sua elezione e in possesso del
titolo, venisse chiamata alla conduzione di un programma così impegnativo di
Rai Uno per la durata di tre mesi. Dal 2 agosto 2009 è alla guida di “Aspettando
Miss Italia”, in sostituzione di Claudia Andreatti: sei puntate che raccontano
la storia del famoso concorso di bellezza in vista della 70ma edizione. Dal 26
settembre 2009 è la protagonista, insieme a Tiberio Timperi, su Rai Due, del
programma “Mattina in famiglia”.
Nel 2010 debutta come attrice sul piccolo schermo con il film televisivo “Il ritmo della vita”, per la regia di Rossella Izzo, in onda su Canale 5, e sul grande
schermo con il film “Genitori & figli - Agitare bene prima dell’uso”, di Giovanni
Veronesi. Per la sua versatilità viene inoltre scelta per affiancare i conduttori
Pupo ed Emanuele Filiberto nell’edizione 2010 di “Ciak si canta!”. Non male per
una ragazza che, da Aci Catena, passando per Acireale, ha scelto Roma come
sua città d’adozione convincendo tutti con il suo carattere fiero e deciso, impreziosito da uno splendido sorriso.
MALI E BENI DI STAGIONE
Le chiazze sono spesso eredità dell’inverno.
E nella bella stagione si ottengono i migliori
risultati per una cura efficace
VIVENDI
10
L
Tanto sole
e buone vacanze:
la cura migliore
per la psoriasi
a psoriasi è una dermatosi eritemato-desquamativa, frequente ed
a decorso cronico recidivante. Colpisce il 2-5% della popolazione ed
interessa soggetti di ogni età, ma più frequentemente dai 15 ai 50 anni.
Si presenta con chiazze eritematose di colore rosso acceso, nettamente delimitate e
rotondeggianti, ricoperte parzialmente o
totalmente da più strati di squame lamellari, secche biancastre o argentee. Esistono
varie forme di psoriasi definite a seconda
delle dimensioni e della forma delle chiazze: punctata, guttata, nummulare, eruttiva. Le manifestazioni cutanee possono
interessare anche tutto il corpo, ma le sedi
elettive sono i gomiti, le ginocchia, il cuoio
capelluto, la regione lombo-sacrale ed a
volte le unghie.
Il prurito è generalmente modesto e poco
fastidioso e lo stato generale non è mai
alterato. Il decorso è cronico e imprevedibile. Sovente si ha un miglioramento o
un peggioramento senza nessuna causa
apparente. Talvolta la psoriasi è accompagnata da un’artropatia, che interessa
soprattutto le articolazioni delle mani, dei
piedi, delle ginocchia e del femore, che
può portare anche a gravi deformazioni
ed è chiamata psoriasi artropatica.
La causa della psoriasi non è ancora del
tutto nota; tuttavia fattori genetici, infezioni, abitudini di vita ed eventuali patologie concomitanti possono essere predisponenti per lo sviluppo della malattia.
Predisposizione genetica. Un terzo dei
casi di psoriasi si manifesta in persone
che hanno parenti affetti dalla medesima
malattia, suggerendo la presenza di una
componente genetica ereditaria della
psoriasi.
Infezioni. Alcuni individui sviluppano una
psoriasi dopo un’infezione causata da batteri o virus.
Le infezioni da streptococco e in partico-
Dr. Josè Maria Lops
Dermatologo
lare quelle da streptococco ß-Emolitico di
Gruppo A possono precedere la comparsa
della malattia, come avviene nella psoriasi
guttata: un’eccessiva risposta immunitaria
all’infezione può scatenare la psoriasi in
persone predisposte.
Tale malattia è stata osservata anche in
pazienti che sono stati soggetti ad infezioni da parte del virus dell’Herpes Zoster e
della varicella.
FATTORI SCATENANTI
È lo stress, insieme alle predisposizioni
genetiche, ad essere principalmente sotto
accusa: viene considerato, in ottica psicosomatica, una sorta di tossina dell’anima
da cui si cerca purificazione.
L’equilibrio emozionale, indicano le ricerche internazionali, è la condizione necessaria per contenere la psoriasi. Lo stress,
infatti, agendo su molti processi metabolici, ricrea l’ambiente ideale per il manifestarsi della malattia.
La psoriasi si manifesta principalmente in
inverno e questo non è un caso: i raggi UV,
che contrastano la malattia, sono meno
forti rispetto all’estate, l’alimentazione è
più ricca di grassi e sostanze acide e i ritmi di lavoro e studio sono al massimo, con
conseguente incremento dello stress.
Per questo motivo si consiglia di seguire un’alimentazione equilibrata, di stare
all’aria aperta non appena è possibile e di
provare alcune pratiche di controllo dello
stress e di equilibrio psico-fisico: lo yoga e
la meditazione, ad esempio, pare abbiano
dato risultati strabilianti, ed hanno l’indi-
TERAPIA
La terapia sintomatica, basata sull’uso locale di farmaci al cortisone, catrame, derivati della Vitamina D e acido acetilsalicilico, è spesso sufficiente per fare regredire e sparire le
chiazze.
Per le forme più gravi lo specialista valuta l’opportunità di usare il metotrexate, l’etretinato o lo psoralene associati all’esposizione a raggi ultravioletti. Nessuna cura comunque è
definitiva, perché le chiazze tendono a ricomparire di frequente. Ottimi risultati si sono
ottenuti dai “farmaci biologici” che saranno sicuramente la terapia del futuro per i casi
più impegnativi.
11
VIVENDI
MARE
Il mare fa bene, nel senso che la psoriasi migliora stando al sole ed esponendo alla luce le
aree interessate dalla malattia. Inoltre per molti andare al mare equivale ad andare in vacanza e lo stato di relax e di benessere, associato alle vacanze, è una delle migliori terapie
per la psoriasi. Ciò non significa che il paziente psoriasico debba per forza andare al mare:
il sole può essere quello dei laghi, o di montagna, o del terrazzo di casa propria, purché ci
sia esposizione delle aree colpite.
MALI E BENI DI STAGIONE
scutibile vantaggio, rispetto ai trattamenti farmacologici anti-stress, di essere pratiche
assolutamente prive di effetti collaterali.
È provato che esistono alcuni fattori in grado di scatenare una psoriasi latente o aggravare una psoriasi in atto. Fra questi citiamo: le escoriazioni, i traumi e il clima. A questi si
possono aggiungere alcuni “fattori scatenanti” individuali, che il paziente imparerà presto a conoscere e di cui è necessario informare il medico curante affinché ne tenga conto
nell’impostare o nel controllare una terapia.
L’impiego di creme idratanti per il viso e per il corpo è sicuramente raccomandato; infatti
il mantenimento dell’elasticità della cute contribuisce ad eliminare o quanto meno a minimizzare quelle microlesioni della pelle che spesso sono il primo fattore scatenante per
una nuova chiazza psoriasica.
MALI E BENI DI STAGIONE
Tante proprietà per il carciofo
ma anche controindicazioni
in coloro che hanno problemi
di colon irritabile e infiammazioni
del tratto terminale intestinale
VIVENDI
12
Quel fiore
primaverile
con qualche spina...
L
a primavera ci regala un prodotto della terra dalle caratteristiche
preziose: il carciofo. Del tipo romanesco, quello più gradito dalle
nostre parti, infatti si comincia dai primi
di febbraio con le culture più precoci sino
all’inizio di maggio nelle zone più interne
e tardive.
Il carciofo (Cynara scolymus) è uno degli
ortaggi più saporiti del panorama mediterraneo, anche se le virtù attribuitigli
sono in gran parte merito dell’intera pianta, specie le foglie (molto amare) e non
del capolino centrale floreale cioè la parte
che si mangia (colto prima che si apra in
un bellissimo fiore).
È un alimento sano, ricco, squisito che può
essere consumato sia crudo che cotto. Da
crudo è fondamentale una buona mondatura per cui sarà necessario eliminare
accuratamente le brattee più dure (cioè le
foglie più esterne) e diverrà ottimo semplicemente condito con limone, aglio,
sale e olio. Da cotto, per un’alimentazione sana e gustosa, è meglio privilegiare,
al fine di conservare al massimo sapore
e proprietà, la cottura del carciofo intero, con tutto il gambo (da tagliare dopo,
eventualmente).
Sembra assurdo ma crudo è più digeribile
che cotto (da studi statistici pare che da
cotto crei maggiori problemi di meteorismo intestinale). C’è da dire però che una
volta cotti i carciofi si conservano male e
devono quindi essere usati entro breve
tempo.
Al contrario delle foglie, che hanno principi attivi molto potenti, i capolini del
carciofo hanno blande proprietà coleretiche (stimolano la produzione della bile) e
colagoghe (facilitano la contrazione delle
colecisti).
In Giappone e negli USA alcuni ricercatori
hanno riscontrato che una dieta a base
di carciofi riduce il tasso di colesterolo
totale.
Contiene magnesio (58mg), fosforo
(123mg), fibre (7,6g), vitamine A (1824mcg), B1 e C (12mg), ferro (1,1mg),
inulina (che ne fa un cibo adatto anche ai
diabetici), e cinarina (un principio amaro
anticolesterolo ed epatoprotettore).
Purtroppo in alcuni casi può risultare una
fastidiosa presenza nella dieta di tutti i
giorni.
Come già accennato, infatti, il carciofo è
un alimento a rischio in caso di SIL (Sindrome dell’Intestino Irritabile) in virtù del-
Dr.ssa Federica Razzi
Dietoterapista, specialista in nutrizione, malattie
metaboliche, obesità. Specializzata in nutrizione
clinica e disturbi del comportamento alimentare.
Floroterapista con fiori italiani, di Bach e californiani.
le massiccia presenza di fibre soprattutto
di tipo insolubile che esercitano una vera
e propria azione meccanica sulle pareti
interne dell’intestino creando fastidi e
coliche.
Da escludere assolutamente anche in casi
di diverticolite (infiammazione dei diverticoli intestinali) in quanto potrebbe scatenare e catalizzare una situazione di per
sé già acuta a livello intestinale.
È infine controindicato per le donne che
allattano perché disturba la produzione
di latte.
Responsabile Consultori familiari
Asl Roma D
Presidente dell’associazione
Vita di Donna
L‘
8 marzo, Festa della Donna, ha
rappresentato per il litorale romano una data importante: il bilancio del primo anno di attività della
Casa per il parto naturale “Acqualuce”.
Era infatti l’8 marzo del 2009 la data nella
quale era sta inaugurata la casupola in legno e elementi naturali all’interno del parco dell’ospedale “G.B. Grassi” di Ostia.
L’8 giugno, invece, il giorno del primo
parto.
Il primato della prima nascita è spettato a
una donna di nome Giordana, che racconta: “è stata l’esperienza più bella della mia
vita e tuttora porto mia figlia a passeggio
nel giardino, vicino alla casa, per farle sentire l’atmosfera di gioia quasi magica in
cui è nata”.
Da allora sono nati 25 bambini nella serenità di Acqualuce, e anche se vi sono stati
otto trasferimenti, nessun problema ha
turbato in maniera importante le donne
che hanno scelto di partorire qui.
Nonostante le ristrettezze economiche
causate dal mancato trasferimento di fondi dal governo alla regione Lazio l’attività
prosegue, anche se potrebbe essere molta di più in termini quantitativi.
Attorno alla Casa ruota un’organizzazione
che comprende i Consultori e gli Ambu-
Ha spento la prima candelina di compleanno
la Casa per il parto naturale realizzata nel parco
dell’ospedale “G. B. Grassi” di Ostia
latori dell’Azienda e che divide le gravidanze a basso rischio da quelle a rischio,
in modo che il Territorio possa occuparsi
della salute e l’Ospedale possa seguire
con mezzi e tempi adeguati le gravidanze
ad alto rischio.
La Casa della Salute della Donna e del
Bambino, in corso di realizzazione presso
l’ex ospedale Sant’Agostino, sul lungomare di Ostia, è un ulteriore passo in questo
senso.
I pur necessari conti non devono influire
sulla qualità dell’assistenza e il rilancio
dell’attività del Territorio in termini di
qualità non è una spesa ma un importante risparmio che finalmente allo stesso
tempo migliora l’assistenza ai cittadini.
La presenza di percorsi di eccellenza
per la diagnosi e cura del tumore della
mammella e del collo dell’utero, per la
malattie a trasmissione sessuale, per la
diagnostica prenatale, e, per quello che
riguarda i bambini, per le malattie allergiche, con Ambulatori di pediatria, la
fisioterapia configura la possibilità di sollevare l’Ospedale dalle attività improprie
fornendo al tempo stesso un’assistenza
adeguata e di elevata qualità.
Conclude l’attività il Centro Autismo, che
diventerà un polo di riferimento per il
centro sud, data la scarsità di centri per
questo problema.
BENE A SAPERSI
Dr. ssa
Elisabetta Canitano
13
VIVENDI
Acqualuce, partorire
come a casa
BENE A SAPERSI
VIVENDI
14
La funzione renale
può risultare
appesantita
o favorita a seconda
del consumo
dei due alimenti
vegetali.
Ecco le esperienze
cliniche
di Federica Razzi
L‘
apparato renale rappresenta il nostro sistema escretore principale
per tutto ciò che riguarda il ricambio dei liquidi corporei: attraverso
le urine infatti, si elimina la maggior parte dei composti nocivi idrosolubili presenti
nell’organismo.
Ma, in tutto questo, gli asparagi ed il succo di limone che ruolo possono avere? Gli
asparagi sono un delicato e gustoso ortaggio ricco di fibre, vitamine (A, B1, B6,
C), acido folico, potassio e fosforo e nel
contempo sono poveri di calorie. Hanno
la capacità di ridurre il ristagno dei liquidi e quindi, in questo senso, sono diuretici e depurativi. Bisogna però sottolineare,
e questo è lo scopo del presente articolo,
che questo stimolo diuretico può risultare
in qualche modo irritante per i reni tanto
che il consumo di questo ortaggio è solitamente sconsigliato in chi soffre di insufficienza renale o di nefrite.
Insieme alle purine si trovano nell’asparago discrete quantità di acido ossalico: questa “sfortunata coincidenza” ne rende poco consigliabile il consumo a chi è affetto
da problematiche dell’apparato renale in
genere ed in particole a chi soffre di gotta
(aumento di acidi urici nel sangue).
Reni, alti e bassi
tra asparagi e limoni
Gli asparagi contengono asparagina e acido aspartico: è questo a conferire all’urina
il tipico odore, attraverso un rapido metabolismo che lo trasforma in prodotti di degradazione solforati; l’odore caratteristico
dell’urina è però quasi una sorta di rivelatore dell’efficienza renale: se tutto funziona a dovere l’odore si sente nell’orinazione
immediatamente successiva all’ingestione
degli asparagi. Una nota: sia le purine che
l’acido aspartico vengono in qualche misura dispersi con una bollitura prolungata
in piena acqua.
Veniamo ora al succo di limone. Già nel
1500 si era capito che il succo dei limoni
acerbi aiutava ad eliminare i calcoli così
come la limonata serviva alla prevenzione della calcolosi urinaria.
Rispetto agli altri agrumi, il limone
è quello maggiormente ricco in citrato. Ora, alcuni studi hanno evidenziato che il succo di limone è
in grado di aumentare, nelle urine,
la quantità di citrato in misura tale da inibire la formazione di calcoli renali. Sembra infatti che una
ipocitraturia (diminuzione di citrati nelle urine) favorisca la nefrolitiasi
(calcoli renali).
Importante la sperimentazione clinica
condotta da studiosi statunitensi (Duke
University Medical Center, Division of Urology, Durham) che ha valutato la limonata-terapia per un tempo relativamente
lungo (circa 44 mesi). La sperimentazione
condotta su due gruppi di persone, uno
trattato con limonata e l’altro con citrato
di potassio (farmaco adoperato nella prevenzione dei calcoli di acido urico) ha dimostrato che la limonata appare una ragionevole alternativa per tutti i pazienti
che non sopportano l’assunzione del farmaco.
Specialista
in Chirurgia vascolare
Professore associato
Università La Sapienza
L
e arterie carotidi decorrono nel
collo, ai lati della trachea. Il loro
compito è quello di portare sangue ricco di ossigeno alla testa in
generale ed al cervello in particolare. Come nei tubi dell’acqua, anche a livello di
questi vasi si possono formare delle incrostazioni (placche). Queste possono determinare restringimenti (stenosi) che riducono il flusso di sangue. Inoltre, frammenti delle placche possono distaccarsi ed andare a ostruire piccole arterie del cervello
con gravi conseguenze.
L’ecocolordoppler, uno speciale tipo di
ecografia, rileva la presenza di queste lesioni permettendo di intraprendere tempestivamente un adeguato trattamento,
sia preventivo (farmacologico) che terapeutico (chirurgico).
L’ecocolordoppler delle carotidi è importante anche per un motivo meno conosciuto. Infatti, permette di misurare lo
spessore della parete carotidea. Come
ogni altra arteria del corpo umano, le pareti delle carotidi risentono di tutti quei fattori che “fanno ammalare” i vasi: età, fumo,
ipertensione, diabete, ipercolesterolemia,
ecc.. La parete della carotide “rispecchia”
infatti il livello di “danneggiamento” dei
vasi presenti in tutto il corpo, ma a diffe-
La speciale ecografia con la quale si valuta
lo spessore dei vasi che irrorano il cervello
può rivelarsi preziosissima per prevenire il
rischio di infarto
renza di questi, è facilmente visibile tramite l’ecografia. Lo spessore della parete carotidea (correntemente indicato con la sigla inglese IMT), viene agevolmente calcolato dall’ecocolordoppler. Il valore dell’IMT
può modificarsi con l’età (= aumento fisiologico nello spessore delle pareti arteriose), ma entro limiti ben precisi.
Il calcolo dell’IMT viene sempre più richiesto dagli specialisti perchè è stato dimostrato che un incremento anomalo
dell’IMT indica un aumento del rischio di
eventi cardiocircolatori gravi. In particolare, è stato dimostrato scientificamente che
lo spessore della parete delle carotidi può
rappresentare un segnale di malattia coronarica.
La misura dell’IMT viene valutata assieme ad altri fattori di rischio ben noti quali l’ipercolesterolemia, il diabete, l’ipertensione, la presenza e severità di altre lesioni
aterosclerotiche, per elaborare parametri
predittivi del reale rischio trombotico.
In caso di rischio elevato, anche se asintomatico, il soggetto così identificato viene
inviato a programmi diagnostici e preventivi più approfonditi, più aggressivi ma più
efficaci.
Un recente studio ha infatti dimostrato
che il 40% degli attacchi di cuore posso-
no essere evitati sottoponendosi a controlli periodici dell’IMT (oltre che degli altri
fattori di rischio), soprattutto in caso di familiarità. Finora però non c’era un metodo
semplice, preciso e poco costoso per valutare la salute delle coronarie da affiancarsi
al tradizionale elettrocardiogramma.
Nei pazienti con un rischio intermedio calcolato secondo tali schemi, la presenza di
un IMT elevato indica un aumento del rischio di chiusura di una arteria importante del cuore o del cervello di circa tre volte
nei 5-10 anni successivi .
Oltre al valore assoluto dello spessore della parete carotidea, è molto importante la
progressione dell’IMT nel tempo. Infatti
un IMT elevato ma stabile nel tempo ha il
medesimo valore prognostico di un valore in rapida crescita (più di 0.034 mm per
anno).
15
VIVENDI
Dr. Alberto Caggiati
BENE A SAPERSI
Ecocolordoppler,
il “regolo”
dello spessore
delle carotidi
BENE A SAPERSI
Pubertà,
se la “signorina”
è in ritardo
VIVENDI
16
Prof. Gian Luigi Spadoni
Specialista in Pediatria
ed Endocrinologia
Università Tor Vergata
Come comportarsi se nei figli la comparsa
dei caratteri sessuali arriva dopo i 13 anni
nelle femmine e dopo i 14 nei maschi
L
a comparsa dei caratteri sessuali
secondari può fisiologicamente
tardare nelle femmine fino ai 13
anni e nei maschi fino ai 14.
Solo oltre questa età si può effettivamente
parlare di pubertà tarda che sarà comunque, nella stragrande maggioranza dei casi,
dovuta ad un semplice fattore genetico-costituzionale e non a cause patologiche, venendo dunque definita in questi casi come
pubertà tarda costituzionale.
Due sono i fattori che ci consentono di
ipotizzare una semplice pubertà tarda costituzionale.
Il primo è la presenza in famiglia di altre
persone con una pubertà tarda. Ci si informerà dunque sempre in merito all’età alla
quale si sono presentati i caratteri sessuali secondari nei genitori o in altri parenti
prossimi. Il dato che in genere risulta più
affidabile è l’età delle prime mestruazioni
(menarca) nella madre o in altre parenti,
tenendo presente che l’età media del menarca è attorno ai 12 anni. La comparsa del
menarca a 14 anni od oltre nella madre,
in una sorella o in una zia sarà un dato
significativo nell’orientarsi vero
una pubertà tarda costituzionale.
Altrettanto significativo sarebbe
ovviamente il dato di una pubertà
tarda in parenti maschi ma il dato
è meno definibile.
Il secondo fattore è riscontrabile
facendo eseguire al ragazzo/a una
semplice radiografia della mano
e del polso (per convenzione si
effettua della mano e del polso
di sinistra). Osservando infatti lo
stato di calcificazione delle ossa
viene assegnata una così detta
età ossea, che è una sorta di indicatore della reale età biologica del
ragazzo/a. Avendo per esempio di
fronte a noi un ragazzo di 14 anni
e 6/12 che non presenta ancora nessun segno di sviluppo puberale sarebbe estremamente utile poterne valutare la età ossea.
Se questa risultasse arretrata sarebbe infatti ragionevole pensare che il ragazzo abbia
un semplice ritardo della sua maturazione
puberale così come della maturazione ossea. Se invece la età ossea risultasse corrispondente a quella anagrafica, e dunque la
età biologica del ragazzo/a fosse effettivamente di 14 anni e mezzo, sarebbe difficile
17
VIVENDI
giustificare un mancato inizio
della pubertà.
Una pubertà tarda costituzionale ovviamente non necessita di alcun trattamento medico in quanto si tratta, come
abbiamo detto, di un semplice
ritardo fisiologico nell’inizio della pubertà. Non va tuttavia sottovalutato, in particolare nei maschi, il problema psicologico che spesso si crea
quando questi si confrontano con coetanei più sviluppati,
e dunque anche significativamente più alti e prestanti di
loro, da parte di cui spesso subiscono atti di bullismo.
Trovandosi di fronte a questo tipo di disagio psicologico, assolutamente da non sottovalutare in quanto può
avere sequele importanti nello sviluppo psichico, si
può prendere in considerazione l’opportunità di trattare questi ragazzi con un breve ciclo di testosterone
intra-muscolo, che riesce spesso ad indurre, senza effetti collaterali, l’inizio della pubertà.
Se abbiamo detto che nella stragrande maggioranza dei casi la pubertà tarda è dovuta a fattori geneticocostituzionali, non dobbiamo però dimenticare che vi sono
anche, seppure in una piccola minoranza di casi, delle cause
patologiche che vanno attentamente indagate. Esistono infatti
dei casi di insufficienza ovarica o testicolare (ipogonadismo) che
richiederanno un trattamento sostitutivo a lungo termine per indurre la comparsa e poi per mantenere i caratteri sessuali secondari. Nei ragazzi in cui sia stata raggiunta, senza alcun segno puberale,
l’età anagrafica limite per l’inizio dello sviluppo puberale (abbiamo
già detto: 13 anni nelle femmine e 14 anni nei maschi), e magari
senza neanche un dato anamnestico familiare di pubertà ritardata, è dunque sempre raccomandabile consultare uno specialista
che valuterà l’età ossea ed in base ad essa prenderà in considerazione l’opportunità o meno di effettuare alcune indagini
ormonali.
BENE A SAPERSI
Una pubertà tarda costituzionale non necessita di alcun
trattamento medico in quanto si tratta di un semplice
ritardo fisiologico.
POLITICAL SCREENING
La prevenzione
e la lotta
agli sprechi
al centro
della mia sanità
VIVENDI
18
In tema di assistenza e di tutela della salute
ecco le carte vincenti del nuovo presidente
della Regione Lazio, Renata Polverini
R
enata Polverini, 47 anni, sposata,
ex segretario generale del sindacato Ugl, è il nuovo presidente
della Regione Lazio. Esponente
di centro-destra, nonostante l’handicap
di correre senza la lista Pdl (nella provincia
di Roma), ha superato la sua diretta concorrente, Emma Bonino, conseguendo il
51,14% dei voti. Nel Consiglio Regionale
grazie a questo risultato potrà contare su
una solida maggioranza: 44 consiglieri
contro i 29 dell’opposizione.
I temi legati alla sanità e all’organizzazione
dell’assistenza nel Lazio hanno fortemente caratterizzato il programma della Polverini e qui di seguito riportiamo in pillole
gli elementi caratterizzanti del suo piano
di rivalutazione e di risanamento di questo
delicato ambito politico.
pria rivoluzione, che assicuri la centralità
della persona, l’eliminazione degli sprechi
e non dei servizi, ma soprattutto l’integrazione tra pubblico e privato. Procederò ad
istituire l’infermiere di famiglia e l’anagrafe
delle fragilità, così da potenziare l’assistenza domiciliare, abbattere le liste d’attesa e
introdurre la Carta Sanitaria Elettronica
personale. Nel mio programma inoltre è
prevista la riduzione del numero delle ASL
da 12 a 6 nell’arco della legislatura, l’integrazione nella rete dei servizi dei medici
di medicina generale, con un nuovo approccio multidisciplinare dei nuovi ospedali. Particolare attenzione sarà riservata
anche alla prevenzione, con l’istituzione di
un apposito dipartimento, e al patrimonio
storico rappresentato dai piccoli ospedali
per le comunità locali.
Integrazione tra risorse pubbliche e professionalità private.
Nella sanità laziale opererò una vera e pro-
Come fronteggiare gli sprechi
Ci sono ancora dei grandi spazi di recupero rispetto ai colossali sprechi che nascono dall’inefficienza e dall’assenza di
controlli nelle aziende sanitarie.
C’è la necessità di aggiornare e
migliorare le convenzioni in essere con la Guardia di Finanza
per rendere più efficienti i controlli e monitorare i comportamenti delle Aziende Sanitarie.
C’è infine bisogno di una nuova
ed efficiente struttura di controllo che verifichi l’efficiente attuazione delle disposizioni regionali
nelle Aziende Sanitarie.
L’assistenza come terapia
L’obiettivo che mi sono posta è sconfiggere non solo la malasanità ma anche la
mala assistenza, per questo innanzitutto
istituiremo una banca dati sulle fragilità
per conoscere quali sono le fasce deboli
sul nostro territorio. Vogliamo attivare un
vero e proprio sistema di servizi diffuso in
tutta la Regione per assicurare una risposta
concreta ai bisogni degli individui e delle
famiglie, con prestazioni di qualità e interventi appropriati ed efficaci. Introdurremo,
ad esempio, un assegno che incentivi chi
vuole prendersi cura dei disabili e degli anziani non autosufficienti a domicilio. Sono
tante, infatti, le famiglie che si trovano sole
di fronte a questo problema. Ma il nostro
programma dà risposte a tutti gli individui fragili, dai minori a rischio agli anziani,
con iniziative di formazione permanente;
giardini e orti sociali affidati alla cura di
persone anziane in difficoltà economiche
in cambio di una integrativa alla pensione;
oppure il ‘nonno vigile’ in prossimità delle
scuole o di parchi e giardini pubblici.
No al ticket per le prestazioni di pronto
soccorso
Ticket sanitario per il pronto soccorso? Assolutamente no. Sono dell’idea che i cittadini
del Lazio non possano continuare a pagare
per l’erogazione di un servizio primario. Nel
Lazio si paga già molto più che nelle altre
regioni in termini di Irap e Irpef.
Direttore Sanitario
Marilab Center
La tornata elettorale è ormai alle spalle e
per la prima volta nella storia della Regione Lazio abbiamo un Presidente donna. Gli
impegni presi dal neo Governatore, Renata
Polverini sono ben precisi, basta dare uno
sguardo al suo programma elettorale.
La situazione di partenza è indubbiamente complessa: le risorse sono scarse e le
aspettative di miglioramento del Sistema
Sanitario Regionale da parte dei cittadini
sono molte. Pertanto, l’unica strada percorribile è quella di lavorare duramente
alla riduzione degli sprechi e alla razionalizzazione dell’offerta. La Polverini, in sede
di campagna elettorale, si è impegnata
proprio in questa direzione. Di conseguenza, sarà ormai ineludibile l’attuazione del
percorso di deospedalizzazione e di potenziamento della medicina del territorio. Le
risorse, come già sappiamo, non mancano:
i Medici di Famiglia, gli Ambulatori Privati
Accreditati, le varie figure che operano nella Medicina Specialistica Accreditata.
Il punto d’equilibrio consiste nel trovare
una forma di integrazione e di coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti.
Il fine ultimo è quello di ridurre drasticamente gli accessi agli ospedali per diagnosi
e cure di primo livello e quello di dare agli
utenti la possibilità di avere un’unica struttura di riferimento che abbia le professionalità e le risorse tecnologiche necessarie
per soddisfare le richieste degli utenti.
E ora tutti al lavoro!
Un sistema integrato di questo tipo permetterebbe al medico curante di avere
una diagnosi e di dare una cura tempestiva
al paziente in tempi decisamente ridotti
rispetto al sistema attuale (l’attuale iter
prevede infatti che il medico dopo la visita rilasci, la dove necessario, una richiesta
di esami d’approfondimento al paziente il
quale a sua volta dovrà: effettuare per conto proprio una prenotazione in un centro
accreditato pubblico o privato, attendere
i tempi determinati da liste d’attesa, effettuare l’esame, attendere il responso, che
spesso a causa delle lungaggini burocratiche impiega molto tempo ad essere emesso, ed, infine, riportarlo dal Medico che a
quel punto potrà finalmente emettere una
diagnosi e dare la terapia più adeguata).
I casi più complicati sarebbero comunque
presi in carico dalle strutture ospedaliere in
collaborazione con il Centro di Riferimento
Territoriale, evitando così inutili duplicazioni di esami, facilitando il percorso diagnostico e riducendo i tempi di degenza.
Questo è il modello: semplice, organico e
di facile attuazione, con l’utilizzo delle risorse già esistenti e senza ulteriore sperpero di denaro pubblico.
Allora, ci si chiede, quali sono gli ostacoli
che si pongono di fronte a questo “facile”
percorso?
Il problema sta nell’eccessiva ingerenza
della politica nel mondo della Sanità. Se si
vuole che il sistema funzioni è necessario
che ospedali e presidi ambulatoriali pubblici siano svincolati dal controllo diretto
delle ASL e abbiano una loro autonomia
gestionale. Le ASL devono svolgere al meglio il loro compito di ente programmatore e devono assicurare alla cittadinanza il
controllo sulla qualità del servizio erogato.
Gli strumenti esistono già e sono rappresentati dalle leggi nazionali di riferimento
e da leggi e regolamenti attuativi regionali
in materia di Requisiti minimi per l’accreditamento istituzionale che tutte le strutture pubbliche e private devono rispettare.
Deve essere tassativo il rispetto delle regole da parte di tutti gli erogatori e, soprattutto se si vuole centrare il delicato obiettivo
del contenimento della spesa, sarà ineludibile applicare il rimborso a tariffa (ossia
rimborsare esclusivamente le prestazioni
e/o ricoveri ed interventi eseguiti e non altre voci determinate da sprechi o disavanzi
di gestione) anche alle strutture a gestione pubblica. Pertanto, gli amministratori
dovranno rispondere del loro operato sia
in termini qualitativi che economici e, così
facendo, a mio avviso, si potrà uscire definitivamente dall’assurda logica dello Spoil
System per la nomina degli stessi.
Il giudizio sulla validità di un direttore generale di una determinata azienda ospedaliera dovrà dipendere, esclusivamente, dagli
obiettivi raggiunti e tutto ciò andrà a favore
di una buona amministrazione e di un servizio efficiente per la popolazione.
Pertanto, la nostra speranza è quella che
questa sia davvero la volta giusta e che la
nostra neo Presidente si affidi a chi conosce
veramente la sanità della nostra Regione per
attuare quella vera e propria “rivoluzione del
settore” fortemente voluta da tutti.
?????
BENE A SAPERSI
Dr. Luca Marino
19
VIVENDI
Una nuova sanità è possibile: il limite sta nell’eccessiva ingerenza
della politica. Se si vuole che il sistema funzioni è necessario che ospedali
e presidi ambulatoriali pubblici siano svincolati dal controllo diretto
delle ASL e abbiano una loro autonomia gestionale
BENE A SAPERSI
Patch-test,
il disco che rivela
come “suona” la pelle
VIVENDI
20
di Josè Maria Lops
Le dermatiti da contatto ora si scoprono più facilmente attraverso
l’applicazione di “cerotti” che rivelano il grado di reattività rispetto
alle sostanze d’uso comune
S
coprire eventuali allergie è ora
diventato più facile ed accessibile. Si va sempre più diffondendo, infatti, il patch-test ovvero
un esame utilizzato per la diagnosi delle
dermatiti da contatto e quindi per identificare quelle sostanze che, una volta poste
a contatto con la pelle, determinano una
reazione infiammatoria locale. Ricordiamo
brevemente che, a tal proposito, esistono
due diverse forme di dermatite da contatto, una di origine irritativa - indipendente
dal sistema immunitario - ed una allergica
in cui le cellule immunitarie producono
una risposta infiammatoria diretta contro
la sostanza erroneamente ritenuta pericolosa dal corpo.
Il test è indolore, di facile e semplice esecuzione. Consiste nell’applicare sulla pelle
della schiena del paziente alcuni dischetti
di alluminio contenenti ciascuno una particolare sostanza potenzialmente responsabile della dermatite. Tra i gruppi di sostanze che vengono testate ricordiamo: alcuni metalli (cromo,
nichel, cobalto), farmaci (antibiotici, anestetici, antistaminici), conservanti per prodotti di igiene personale (profumi, resine,
sostanze della gomma, tensioattivi contenuti in detergenti e coloranti). Tali dischetti vengono mantenuti sulla
cute per 48 ore grazie a particolari cerotti anallergici. Una volta tolti, una eventuale risposta allergica a qualcuna delle
sostanze applicate sarà individuata per
la presenza di arrossamento, prurito e
piccole vescicole localizzate alla sede di
contatto. Ogni sostanza, detta aptene, applicata
sulla schiena si trova in concentrazioni
talmente esigue da evitare qualsiasi pericolo per la salute dei pazienti, compresi
quelli con forme allergiche piuttosto gravi; del tutto eccezionali sono infatti le reazioni sistemiche, come orticaria e shock
anafilattico, causate dai patch-test.
Dall’altra parte, però, la quantità di aptene utilizzata è comunque sufficiente per
evocare una reazione anche in pazienti
scarsamente sensibilizzati. Per non falsare i risultati del patch-test l’uso di creme
al cortisone nella sede di applicazione e
l’assunzione di cortisone orale e di antistaminici deve essere sospesa almeno due
settimane prima del test.
Nelle 48 ore che seguono l’applicazione
dei cerotti, il paziente avrà cura di non
rimuovere i dischetti e di non bagnarli,
evitando anche l’esposizione solare e l’attività fisica (per il problema della sudorazione).
Trascorso questo periodo di tempo il dermatologo rimuoverà i pannelli, valutando
l’aspetto delle aree cutanee sottostanti. In
presenza di arrossamenti, edema, vescicole e papule (piccoli rilievi cutanei rossastri)
la diagnosi è positiva ed il soggetto viene
considerato allergico a quella determinata
sostanza.
ULTERIORI AVVERTENZE E CONTROINDICAZIONI
In caso di gravidanza accertata o allattamento si consiglia di non effettuare l’esame.
Il patch-test deve essere applicato solo su
cute sana ossia senza acne, cicatrici, dermatiti o qualsiasi altra situazione che possa interferire con i risultati del test.
Nel caso i cerotti producano un forte prurito, bisogna comunque ignorare lo stimolo
di grattarsi, in modo da non irritare la pelle
e rendere ancor più difficile l’interpretazione dei risultati del patch-test.
CONCLUSIONI
L’esito del patch-test ha lo scopo di individuare le sostanze responsabili della
dermatite e quindi, evitandone il contatto, di prevenire la malattia. Per ogni
aptene risultato positivo al patch-test, il
dermatologo rilascerà una scheda dettagliata in cui è spiegato come evitare quel
tipo di contatto.
“
Cari lettori,
chi mi segue da anni su questa rivista sa bene che per me rispondere alle vostre richieste e segnalazioni è un impegno che con gioia e serietà sto cercando di portare avanti,
mettendo gli interessi di imprenditore in secondo piano rispetto alle reali esigenze di
tutte quelle persone che hanno deciso di affidarsi con fiducia alla nostra azienda.
Ed è proprio nel pieno rispetto di quella fiducia che oggi pongo innanzi a voi uno dei
quesiti eticamente più difficili da affrontare in questo mestiere:
cosa è giusto fare quando l’attenzione e scrupolosità riservata ad un paziente rischiano di diventare un disservizio per un altro?
Sembra un contro senso ma invece vi sto parlando di un disagio reale che ogni giorno i
miei fidati collaboratori del reparto Diagnostica per Immagini si trovano ad affrontare,
un disagio che la signora Alessia di Ostia come paziente ha provato sulla sua pelle e
ha giustamente deciso di sottoporre alla nostra attenzione. Di fatto lei ha prenotato
una Risonanza Magnetica per le ore 17 in una struttura, il Marilab Center, che per lei è
sinonimo di professionalità e funzionalità; immaginate quindi la sua sorpresa e il suo
disappunto quando ha capito che avrebbe effettuato il suo esame con almeno 45 minuti di ritardo. ”Inaccettabile” avrà pensato, e come darle torto? Come non simpatizzare con un paziente che sceglie una rinomata struttura privata proprio per evitare le
lunghe attese dei presidi ospedalieri? Un buon modo potrebbe essere quello di pensare
che mentre la povera signora Alessia attende pazientemente il suo turno accumulando minuti di ritardo, un altro paziente viene trattenuto dai nostri scrupolosi radiologi i quali ritengono necessario, per la perfetta riuscita della Risonanza, approfondire
l’esame aggiungendo segmenti (altre immagini) o magari sottoponendo il paziente
ad una nuova verifica con mezzo di contrasto. La verità è che quando ci si sottopone a
questi esami si spera sempre che tutto vada per il verso giusto, e per fortuna la maggior
parte delle volte è così, ma può capitare alle volte che quello che in apparenza è solo un
esame diagnostico di routine possa celare insidie inaspettate e rubare ai medici e ai pazienti più tempo del necessario. Vi chiedo quindi, se voi foste uno di quei pazienti il cui
esame ha necessità di essere più approfondito vorreste o no che il vostro medico in quel
momento velocizzasse il tutto per non far attendere la signora Alessia che verrà subito
dopo di voi? Non credo ci siano dubbi sulla risposta. Ognuno di noi, quando è il suo
turno, desidera che il personale medico e paramedico dia il meglio di se, ignorando anche se necessario lo scorrere impietoso del tempo e la lista severa degli appuntamenti.
Per questo ogni tanto anche noi della Marilab ci ritroviamo a scontentare i nostri pazienti, perché preferiamo spiegare alla signora Alessia che il suo ritardo è sinonimo di
affidabilità e cura del paziente piuttosto che ridurre la nostra attività ambulatoriale e
diagnostica ad una mera catena di montaggio dove per rispettare tempi e consegne si
rischia di perde totalmente lo scopo ultimo della nostra professione: mettere il paziente
e le sue reali esigenze sanitarie al centro di ogni nostra azione. Chiedo scusa quindi
alla signora che mi ha scritto e a tutti coloro che avrebbero voluto farlo, non posso garantirvi che non ricapiterà più ma posso promettervi che quando verrà il vostro turno
anche a voi verrà dedicato tutto il tempo necessario.
Daniele Marino
Per contattare Daniele Marino si prega di inviare una
e-mail a [email protected].
o un fax al n° 0656195174
21
VIVENDI
Tuttavia, dopo questa valutazione iniziale,
il più delle volte il dermatologo richiede di
visitare nuovamente il paziente dopo uno
o due giorni, quando le reazioni allergiche
sono pienamente sviluppate e le manifestazioni lievi sono scomparse.
In base all’intensità ed alla gravità delle
reazioni cutanee si potranno quindi distinguere le forme irritative dalle sensibilizzazioni (allergie) verso determinate sostanze. Nelle dermatiti da contatto di natura
irritativa, ad esempio, le manifestazioni
sono più evidenti quando i patch vengono rimossi, salvo poi migliorare nei giorni
seguenti; al contrario, le forme allergiche
richiedono circa un paio di giorni per produrre manifestazioni, che tendono poi a
divenire più rilevanti alcuni giorni dopo la
rimozione dei patch.
FILO DIRETTO
Priorità per un
paziente
è anche garanzia
per l’altro
BENE A SAPERSI
Il gioco d’azzardo compulsivo
è una grave malattia mentale
in forte crescita:
curarla si può ma è ancora
più importante la prevenzione
VIVENDI
22
I
Autodistruggersi
con i gratta-e-vinci
l gioco d’azzardo, come ci dimostrano
le ricerche archeologiche e antropologiche, è sempre esistito. I primi cenni
di questa attività si riscontrano addirittura nel 3000-4000 a.C. quando nella civiltà
egiziana era già praticato il gioco dei dadi
(il termine “azzardo” deriva dal francese
“hasard”, a sua volta termine di origine araba, “az-zahr”, che significa proprio “dadi”).
Oggi la diffusione di molti giochi d’azzardo
legittimati dallo stato come le slot-machine, i videogiochi, i videopoker, le lotterie, i
gratta e vinci, il superenalotto, ha favorito
l’accesso a moltissime persone che facilmente passano dal semplice divertimento,
al vizio e nei casi più gravi a vere forme di
dipendenza patologica.
Il Manuale Statistico e Diagnostico degli
psichiatri, il DSM IV, definisce il ‘gioco d’azzardo patologico’ (GAP) come un comportamento persistente, ricorrente e maladattivo di gioco, che compromette le attività
personali, familiari e lavorative.
È una malattia mentale classificata all’interno dei “Disturbi del controllo degli impulsi”
e che ha grande affinità con il gruppo dei
Disturbi Ossessivo-Compulsivi (DOC) e soprattutto con i comportamenti d’abuso e
le dipendenze.
I giocatori compulsivi (o patologici) sono
perciò quegli individui che si trovano cronicamente e progressivamente incapaci di
resistere all’impulso di giocare.
La dipendenza è caratterizzata da veri e
propri sintomi quali: la tolleranza, come il
bisogno di aumentare la quantità di gioco;
sintomi di astinenza come aggressività,
sbalzi di umore, ansia, attacchi di panico e
comportamenti criminali impulsivi; sintomi
di perdita di controllo manifestati attraverso incapacità di smettere di giocare.
Nelle dipendenze, in realtà, si determina
tutta una serie di circoli viziosi che automantengono il comportamento. Nello
specifico del gioco d’azzardo il principale
tra essi è il “chasing”, cioè l’inseguimento
delle perdite. Il gioco d’azzardo patologico
passa infatti attraverso alcune fasi di progressione: fase vincente, caratterizzata dal
gioco occasionale e da vincite iniziali che
motivano a giocare in modo crescente;
fase perdente, connotata dal gioco solitario, dall’aumento del denaro investito nel
gioco, dalla nascita di debiti e dal pensiero
ossessivo verso il gioco; fase di disperazione in cui cresce ancora il tempo dedicato al
gioco e l’isolamento sociale.
Si stima che il fenomeno riguardi l’1-3%
della popolazione; ne
sono maggiormente colpiti gli uomini
e l’insorgenza della
patologia è in genere
nel periodo postadolescenziale.
Il giocatore patologico non presenta caratteristiche somati-
Dr.ssa Maria Giulia Minichetti
Psicologa, psicoterapeuta
C.T.U Tribunale Civile di Roma
Sociologa della comunicazione,
formatore e libera docente
in psicologia e comunicazione
che, di età, di sesso o di classe sociale che
lo rendano “riconoscibile. La sua personalità è ansiosa, tendente alla depressione, impulsiva, curiosa, competitiva, impaziente,
sempre alla ricerca di forti stimolazioni.
Fattore predisponente al gioco d’azzardo è
la tendenza ad inibire verbalmente le proprie paure, le emozioni, i sentimenti ed una
grande sensibilità ai sintomi ansiosi che
peraltro sono gli stessi fattori che indirizzano verso il consumo di droghe, l’alcolismo
ed il tentativo di suicidio.
Per questo tipo di patologia molto importante è la prevenzione, sia a livello sociale
che personale. Lungi dal chiedere il proibizionismo, sarebbe opportuno almeno
che l’accesso al gioco d’azzardo fosse più
moderato e meno visibile. Necessaria poi
l’informazione: le persone devono sapere
a cosa vanno incontro, devono conoscere
i meccanismi che portano verso questa dipendenza e riconoscerne i segnali nel proprio comportamento.
Infine è utile ricordare che il gioco d’azzardo è una patologia grave, che va curata
attraverso un trattamento psicoterapeutico o attraverso l’adesione ad un gruppo di
auto-mutuo aiuto, che in questi casi, come
in quello degli alcolisti, produce importanti
e duraturi risultati.
Se l’arcobaleno
colora la speranza
U
SANE LETTURE
“
VIVENDI
24
. n pomeriggio di marzo, dalla
-stanza numero 50 del Reparto
Ematologia Degenze, dopo una
pioggia torrenziale, affacciandoci
alla finestra del Policlinico Tor Vergata, tutti
fummo colpiti dalla presenza di un arcobaleno bellissimo del quale si riuscivano, come
raramente accade, a distinguere tutti e sette
i colori. Pensammo subito che fosse un segno
di speranza.
L’arcobaleno è il segno della speranza; ci
annuncia che dopo il temporale, la pioggia
nutre la terra ed il sole ricomincia a splendere
caldo e fecondo. In quel momento noi eravamo come la natura: il nostro fisico era stato
funestato dalla pioggia, ma il sole che stava
ricominciando a splendere, ci dava la speranza di riprenderci e di rifiorire scaldate dai suoi
raggi benefici.
Stiamo rinascendo, splendenti e colorate
come quell’arcobaleno e vorremmo dare agli
altri la speranza che sarà così anche per loro”.
In questa bellissima testimonianza ben si
racchiude il senso del libro “L’arcobaleno
della speranza – Anche a noi è successo”,
una raccolta di racconti, poesie, aneddoti
scritti dai pazienti di Ematologia del Policlinico di Tor Vergata di Roma affetti da leucemia, linfoma o mieloma. Come spiega
Maria Stella Marchetti, autrice e promotrice del libro (anch’essa paziente del reparto
di Ematologia), l’idea di realizzare questo
volume è nata un po’ per caso, constatando il sollievo che procurava ai pazienti il
riportare le proprie emozioni, i propri stati
d’animo, spesso così difficili da esprimere
a voce.
Al libro si è poi affiancata la realizzazione del
sito www.arcobalenodellasperanza.net,
che oltre a riportare le storie e percorsi personali dei pazienti, da la possibilità ai visitatori di pubblicare le proprie testimonianze
e di mettersi in contatto con i malati, sostenendoli a distanza o facendo loro sentire
l’appoggio di chi tra di loro c’è già passato
e magari desidera condividere non solo la
battaglia per la sopravvivenza ma anche le
piccole gioie quotidiane che la vita comunque continua ad offrire; un sito che oramai
è una comunità in cui giorno dopo giorno
si lavora per portare avanti questo proget-
to, unita anche nel ricordo di tutti coloro
che non ce l’hanno
fatta.
Libro e sito hanno
entrambi le stesse
finalità: far comprendere quanto sia
utile cercare di sdrammatizzare il male, e
soprattutto sensibilizzare il numero più
elevato possibile di persone sull’importanza di sostenere la ricerca e di donare sangue, midollo osseo e cordone ombelicale,
gesti che costano veramente poco ma che
sono aiuti preziosissimi per chi lotta contro
la leucemia, il linfoma ed il mieloma.
Il libro si può ottenere tramite una libera donazione, che verrà devoluta in beneficenza
per la ricerca e per le esigenze del reparto.
Per richiederlo basta inviare una e-mail a
[email protected].
È possibile inoltre iscriversi su Facebook
al gruppo “DONA IL SANGUE, AGGIUNGI UN COLORE IN PIÙ ALL’ARCOBALENO
DELLA SPERANZA!” e magari invitare anche i propri amici ad iscriversi per diffondere il messaggio.
Agenzia di OSTIA
Via Luigi Borsari, 29 - 00122 ROMA
Tel. 06 5621327 - 06 5601653
Fax 06 5600345
Marilab
I LABORATORI MARILAB SI APRONO ALLE MEDICINE COMPLEMENTARI
Si informa la clientela che presso il Marilab Center in via Zambrini verrà presto attivato il il reparto
di Medicina Complementare.
Peculiarità del reparto sarà la Medicina Omeopatica il cui vasto campo di applicazione può essere adottato sia come scelta
unica che in associazione a terapie classiche, portando spesso in questo modo ad ottenere una riduzione dei tempi necessari
al ripristino dello stato di benessere. Questa metodica si basa sull’osservazione del terreno dove si sviluppa una determinata
patologia. Per terreno si intende l’individuo che presenta caratteristiche fisiche ed emotive che lo distinguono e che quindi lo
rendono diverso rispetto ad un altro individuo.
Questa osservazione offre gli elementi che consentono l’elaborazione di una terapia “ad personam” e l’applicazione di questa
metodica ad innumerevoli situazioni patologiche.
Nel reparto di Medicina Complementare sarà inoltre presente un servizio di Agopuntura e di Terapia Cranio-Sacrale secondo la
metodica del Dott. John Upledger. Per info e/o appuntamenti: 06 5619651
SOSTIENI LA ONLUS N.O.S.E. DONANDO IL 5 PER MILLE
Anche quest’anno il Gruppo Marilab invita i lettori di Vivendi a sostenere la N.O.S.E. (Nuova Ostia Soccorso Emergenza), associazione di volontariato, senza scopo di lucro, costituitasi nel 2001 allo scopo di fornire assistenza gratuita ai malati oncologici.
L’associazione mette a disposizione dei malati oncologici un servizio di assistenza e di trasporto per coloro che
necessitano di radioterapie, chemioterapie o per recarsi nei centri per esami diagnostici e di laboratorio.
Il Gruppo Marilab collabora ormai da tempo con la N.O.S.E.; oltre ad aver donato una nuova ambulanza, ha fornito
inoltre una sede all’associazione all’interno del Marilab Center mettendo a disposizione dei pazienti le proprie
strutture per l’esecuzione gratuita di alcuni esami.
È molto semplice donare il 5 per mille: nello spazio dedicato bisogna apporre la propria firma nel primo riquadro
“sostegno del volontariato e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, etc…” ed inserire il Codice Fiscale della N.O.S.E. Onlus: 97424440580
25
VIVENDI
Una corretta alimentazione è sempre alla base di uno stile di vita sano ed equilibrato. Per questo la MARILAB
da anni ha abbracciato un sistema innovativo che oltre a garantire una perdita di peso bilanciata mette il paziente nella condizione di mantenere il peso desiderato senza particolari sforzi, seguendo delle regole semplici
quanto efficaci.
Il metodo DOCEO, a differenza delle diete tradizionali dove il paziente è costretto a seguire in modo rigido le indicazioni fornite
dal proprio medico dietologo, grazie al CALORIMETRO (piccolo palmare di facile utilizzo assegnato al paziente all’inizio del
programma) prevede una gestione totalmente autonoma della propria alimentazione.
Grazie a questo diario alimentare, infatti, è possibile tenere nota giorno per giorno della propria storia alimentare e sapere,
quindi, quante calorie sono state assunte nell’arco della giornata conteggiando in modo preciso la percentuale di grassi, proteine o carboidrati ingerite con gli alimenti scelti.
Non solo quantità quindi ma anche qualità dei cibi assunti e soprattutto piena consapevolezza da parte del paziente che durante l’intero programma DOCEO non solo otterrà l’acquisizione del peso forma desiderato ma anche la possibilità di “imparare”
come alimentarsi nel modo più sano ed equilibrato, senza dover rinunciare al piacere del buon cibo. Ogni programma DOCEO
per la regolazione del peso prevede, inoltre, un approfondito check up del metabolismo energetico tramite l’esecuzione di una
Calorimetria Indiretta (in grado di fornire precisi dati sul Metabolismo Basale e sul Quoziente Respiratorio) e di una Dexa Total
Body (valutazione antropometrica della composizione corporea). Per informazioni: 06 561951
INFOMARILAB
IN FORMA PER L’ESTATE CON IL METODO DOCEO
L’alitosi è un problema
che riguarda la metà
della popolazione.
Innumerevoli le cause
che possono essere fronteggiate
con alcuni accorgimenti
e rimedi popolari
BENE A SAPERSI
di Federica Razzi
VIVENDI
26
Alitosi: le cause
e i rimedi naturali
C
‘
.....è gente che soffre di alito pesante pur avendo candidi denti
perché le cause dell’alitosi sono
molteplici. Non è certo un problema di poco conto, dal momento che
il problema interessa il 50% della popolazione mondiale.
Certo è che la prima difficoltà nasce nel
diagnosticare l’inconveniente…Da soli è
quasi sempre impossibile e se riuscite a
sentire da soli l’odore dell’alito vuol dire
che la situazione è veramente grave!
L’alito cattivo può derivare, ma non sempre, da ciò che mangiamo; un piatto a base
di aglio, cipolla, scalogno o erba cipollina
sicuramente non aiuta ad avere un alito
fresco e l’effetto alitogeno dura anche 24
ore. Questi alimenti, infatti, contengono
composti volatili solforati che vengono
eliminati con la respirazione (ma anche
attraverso il sudore, per cui… attenti!).
È importante inoltre limitare il consumo di
alimenti come peperoni, carni affumicate,
alcuni pesci, alcuni formaggi e bevande
come caffè, birra, vino ed alcolici.
Molto frequentemente i responsabili maggiori sono alcuni tipi di batteri che proliferano nel cavo orale e che sono la causa
principale del cattivo odore. Ma, attenzione non tutti i batteri sono colpevoli! Ad
esempio lo Streptococcus Salivarius è indispensabile per mantenere un ambiente
salubre all’interno della nostra bocca.
Le cause sono comunque molteplici: cattiva igiene orale, tonsilloliti (piccoli corpuscoli maleodoranti di colore bianco-giallastro presenti vicino alle tonsille), malattie
gengivali, stress, bocca secca, cattive abitudini alimentari, cattivo stile di vita.
Fortunatamente, però, curare l’alitosi è
possibile con rimedi naturali e qualche
accorgimento.
Solitamente per risolvere la situazione è
sufficiente stimolare la produzione di saliva all’interno del cavo orale.
Esiste in commercio un’infinità di prodotti (collutori e dentifrici) che promettono
bocca pulita ed alito fresco ma non sempre mantengono l’impegno dichiarato…
Alcuni infatti possono addirittura peggiorare il problema perché eccessivamente
aggressivi.
Tra i rimedi popolari per profumare l’alito c’è la masticazione di erbe aromatiche
come prezzemolo, salvia, basilico o l’assunzione di prodotti a base di clorofilla.
Urologo
I
l refrigerio di una bibita fresca, magari
gassata, soprattutto in estate, o dopo
attività fisica, è senz’altro gradevole,
soprattutto grazie alla presenza di
alcuni ingredienti con cui vengono preparate talune bibite, le bevande al gusto
“cola”, diffusissime a livello mondiale e caratterizzate dal colore scuro e dall’inconfondibile gusto aromatico e leggermente
acidulo. Sono in molti a sostenere particolari proprietà terapeutiche di tali bevande
che spaziano dal facilitare la digestione
all’impiego come rimedio per il mal di testa, proprietà che non sono mai state dimostrate mediante studi scientifici validati
statisticamente e che generalmente prendono origine da leggende metropolitane.
Ciò che invece è emerso, sulla base di uno
studio clinico retrospettivo condotto nei
primi anni ’80 (932 pazienti reclutati nel
Nord Carolina Usa, controlli dal 1980 al
1982) e pubblicato nel 2007 sulla prestigiosa rivista Epidemiology, è l’associazione tra l’eccessivo consumo di cola (più di
mezzo litro al giorno) e l’origine di alcune
patologie renali. In particolare è stato evidenziato come la presenza di alcune sostanze utilizzate nella preparazione delle
bevande al gusto cola sia determinante
nel promuovere l’insorgenza di disfunzioni legate alla formazione di calcoli renali e,
Se la cola si trasforma
in sassolini
indirettamente, all’alterazione di meccanismi metabolici che portano allo sviluppo
del diabete e all’incremento della pressione arteriosa, patologie che determinano
nell’arco del tempo insufficienza renale.
Lo studio è stato condotto su un campione
di individui di entrambi i sessi e rappresentativi per le varie fasce di età. Circa la metà
dei soggetti assumeva più di mezzo litro di
cola al giorno, mentre l’altra metà, utilizzata come gruppo di controllo, faceva uso di
altre bevande.
Sulla base delle evidenze cliniche il gruppo di soggetti facente uso di bevande al
gusto cola ha mostrato un significativo
incremento dell’incidenza di patologie
renali soprattutto legate allo sviluppo di
calcolosi.
Uno dei dati più rilevanti emersi dallo
studio è stata l’identificazione dell’acido
fosforico come diretto responsabile della formazione di calcoli all’interno delle
vie urinarie. Questa sostanza, se assunta
in grandi quantità, può determinare uno
squilibrio della mineralizzazione ossea
con conseguente mobilizzazione della
componente calcica dall’osso verso il sangue che viene eliminata a livello renale
comportando il relativo accumulo di cristalli di calcio all’interno delle cavità renali.
Inoltre l’alterazione del pH urinario dovuta
all’eliminazione dell’acido fosforico favorisce ulteriormente la formazione di calcoli.
Il ruolo di altre sostanze contenute nelle
bevande al gusto cola, come i dolcificanti
artificiali o l’acido carbonico, non è stato
del tutto chiarito, ma non sembra esservi
correlazione alcuna con lo sviluppo di alterazioni renali.
SINTETIZZANDO
- La cola contiene elevate concentrazioni
di acido fosforico che posso dare origine
a calcoli.
- L’acido fosforico riduce la densità ossea
causando osteoporosi e accumulo di calcio nel rene.
- Il rischio di patologie renali risulta doppio nei pazienti che bevono più di ½ lt di
cola al giorno.
- Il consumo di cola causa diabete, ipertensione e calcoli, tutti fattori di rischio per le
patologie renali.
27
VIVENDI
Dr. Raniero Parascani
BENE
A SAPERSI
LA SALUTE
VIEN MANGIANDO
Uno studio statunitense
pubblicato dopo venticinque anni
dalla sua conclusione
rivela i rischi di calcolosi renale
e di osteoporosi in caso
di consumo smodato
della bevanda gassata
BENE A SAPERSI
Piacere
maschile,
istruzioni per
l’uso
VIVENDI
28
Il sesso per gli uomini è più complicato di
quanto si pensi: il 29% raggiunge l’orgasmo
senza provare piacere
L
a fisiopatologia dell’orgasmo maschile è un tema un po’ tabù nella
nostra società ma forse è arrivata
l’ora di affrontarlo, dopo aver parlato per decenni di punto G, clitorideo o
uterino/profondo.
Masters e Johnson nei primi anni ’60 hanno descritto per primi la risposta sessuale
umana suddividendola in quattro fasi successive: eccitamento, plateau, orgasmo e
risoluzione. La fase dell’eccitamento inizia
come reazione ad uno stimolo sessuale di
tipo fisico, psichico o di entrambi i tipi, e
nell’uomo consiste nell’erezione, determinata da un rapido afflusso di sangue
all’interno del pene. La fase di plateau
corrisponde al momento di massima eccitazione, la cui durata varia da persona
a persona, e nella stessa persona in base
alle circostanze e al diverso stato d’animo. L’orgasmo è il momento culminante
dell’atto sessuale, quel breve periodo nel
quale il soggetto vive una condizione
di incontrollato piacere ed inevitabilità
dell’eiaculazione, in cui il suo organismo
raggiunge la massima tensione e la mente
la piena eccitazione. Nell’uomo è caratterizzato fisicamente da un irrigidimento
muscolare diffuso e dall’eiaculazione, la
fuoriuscita del liquido spermatico mediante contrazioni pelviche (epididimo, dotti
deferenti, vescicole seminali, prostata).
Sebbene sia opinione comune che l’orgasmo sia più difficile da raggiungere per il
sesso femminile, sembrerebbe secondo
recenti sondaggi che circa il 29% degli
uomini abbia sperimentato l’eiaculazione senza provare piacere; si tratterebbe,
quindi, di un meccanismo più complicato
di quanto sembra!
Che cos’è esattamente l’orgasmo?
L’orgasmo consiste nella liberazione di
tutta la tensione sessuale accumulata durante le fasi precedenti e provoca diverse
modificazioni fisiologiche. L’eiaculazione
è accompagnata da contrazioni ritmiche
delle vescicole seminali, dei vasi deferenti, della prostata e dei dotti eiaculatori,
che spingono il seme nell’uretra poco prima dell’eiaculazione e, successivamente,
coinvolgono l’intero canale uretrale.
Prof. Andrea Fabbri
Professore Associato di Endocrinologia
Dipartimento di Medicina Interna
Università di Roma Tor Vergata
Direttore Unità Operativa Complessa
di Endocrinologia e Diabetologia
Ospedale S. Eugenio & CTO A. Alesini
Le prime contrazioni sono più potenti e
ravvicinate, mentre le altre sono più deboli e distanziate. Durante questa fase si
verificano anche contrazioni dello sfintere anale e dei muscoli del pavimento pelvico, nonché un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria. Pochi secondi
prima dell’orgasmo c’è un istante in cui
l’uomo percepisce l’imminenza dell’eiaculazione, la cosiddetta fase di ‘inevitabilità eiaculatoria’.
L’orgasmo, generalmente, oltre a provocare sensazioni molto intense e piacevoli, è accompagnato anche da un leggero
obnubilamento della coscienza e da una
temporanea perdita di percezione del
mondo circostante.
In realtà non si conoscono ancora pienamente i meccanismi ed i sistemi biochimici che innescano il riflesso dell’orgasmo;
sicuramente sia i fattori fisici sia quelli
psicologici giocano un ruolo importante,
sebbene sembra che alcuni uomini possano riuscire a raggiungere l’orgasmo
concentrandosi semplicemente sulle proprie fantasie erotiche!
Specialista in Ginecologia
e Ostetricia
L
a pillola del giorno dopo, sulla quale si sono aperti numerosi dibattiti
di carattere medico ed etico-culturale, viene indicata dalla comunità
scientifica come “contraccezione d’emergenza”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce contraccettivi
d’emergenza “tutti quei metodi contraccettivi in grado di fornire alla donna un
mezzo privo di rischio per prevenire una
gravidanza indesiderata dopo rapporto
sessuale non protetto, o in caso di fallimento del metodo contraccettivo”.
La contraccezione d’emergenza (CE) rappresenta dunque una valida opzione per
tutte quelle donne che hanno avuto recentemente un rapporto sessuale non protetto, per mancato uso o uso scorretto di un
anticoncezionale e che non vogliono una
gravidanza.
La pillola del giorno dopo, in vendita con
questa precisa indicazione dal 2000 (si
consideri che precedentemente, veniva
utilizzata, con la medesima finalità, una
normale pillola contraccettiva ad elevato
dosaggio e posologia particolare), ha aperto diversi dibattiti, in particolare sul meccanismo d’azione, quindi su un’attività di tipo
abortivo o meno.
Secondo la comunità scientifica la gravidanza inizia con l’impianto dell’uovo
fecondato e quindi tutti i metodi che agiscono prima dell’impianto vengono considerati contraccettivi. In contrasto con tale
posizione la Chiesa Cattolica considera un
uovo fecondato già “embrione umano”,
Come funziona la pillola abortiva
sulla quale recentemente è esplosa dirompente
la polemica in Italia
di conseguenza metodi che agiscono già
dopo la fecondazione sono da definirsi
abortivi.
La pillola del giorno dopo, in commercio in
Italia, è costituita da un ormone, un progestinico, Levonorgestrel, ad un dosaggio di
1,5 mg in un’unica somministrazione.
Il suo utilizzo è indicato in tutti i casi di rapporto non protetto o in caso di fallimento/
cattivo uso di un contraccettivo. Può essere prescritta in qualunque giorno del ciclo,
dopo aver raccolto un’attenta anamnesi
per valutare il rischio di gravidanza. Inoltre
la prescrizione può rappresentare un momento prezioso per fornire alla donna una
consulenza sui metodi contraccettivi. Non
è necessario eseguire una visita ginecologica, senologica o un test di gravidanza per
prescrivere la CE ormonale.
I tempi di assunzione hanno dei limiti rigidi: il farmaco può infatti essere assunto
entro 72 ore dal rapporto non protetto, ma
l’efficacia è massima entro le prime 24 ore
e si riduce significativamente al passare del
tempo ( 95% entro 24 ore, 85% tra le 24-48
ore, 58% tra le 49-72 ore).
Il principale meccanismo d’azione della CE
ormonale sarebbe lo spostamento o l’inibizione dell’ovulazione. Il prodotto non interferisce con l’impianto dell’uovo già fecondato e non vi è alcuna evidenza scientifica
che il farmaco possa dislocare l’embrione
ad impianto avvenuto.
Gli effetti collaterali sono scarsi e modesti
(nausea nel 23% dei casi, vomito nel 5,6%,
irregolarità del ciclo nel 28%). L’unica controindicazione, secondo la letteratura internazionale e secondo l’OMS, è la gravidanza
in atto, ma solo perché il farmaco sarebbe
inefficace. In caso di gravidanza, dopo trattamento, non sono stati rilevati effetti negativi né sulla gravidanza né sul feto. Questo tipo di contraccettivo d’emergenza
dunque, non sarebbe da considerarsi un
metodo abortivo.
In Italia si è passati dalla vendita di 200.000
confezioni nel 2001 a 334.000 nel 2005
(dati dell’industria), dimostrando una crescente richiesta, soprattutto nella popolazione giovane (70% di donne di età inferiore ai 25 anni), con richiesta motivata nella
maggioranza dei casi (64,4%) dalla rottura
del profilattico durante il rapporto.
L’efficacia e l’assenza praticamente totale
di controindicazioni della CE ormonale,
ne ha permesso in alcuni Paesi Europei
la vendita in farmacia senza ricettazione
medica o addirittura in drugstore. In Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia,
Grecia, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Portogallo, Svizzera e Regno Unito è possibile
acquistare la pillola del giorno dopo senza
prescrizione medica, mentre in Norvegia,
Olanda e Svezia è disponibile anche negli empori. Inoltre in Francia è prevista
l’erogazione gratuita per le minorenni.
Nel nostro paese le disposizioni di legge
consentono la prescrizione della pillola
del giorno dopo, come di altri presidi contraccettivi, alle ragazze minorenni (art.2,
Legge 194/1978).
La CE ormonale ha lo scopo dunque di
ridurre il numero delle gravidanze indesiderate, molte delle quali esiterebbero in
richiesta di aborto volontario, con un’elevata efficacia e pochi effetti collaterali.
29
VIVENDI
Dr.ssa
Alessandra Di Lillo
BENE A SAPERSI
Contraccezione
d’emergenza:
la parola
all’esperto
NOVITÀ SALUTARI
mar
OFFERTE DI PRIMAVERA
VIVENDI
30
È primavera: rigenerarsi
tra mare, calore e coccole
L
a primavera è ormai inoltrata,
il corpo si libera gradualmente
dei pesanti cappotti di lana per
assaporare i primi tiepidi raggi
di sole sognando la bella stagione ormai
prossima. C’è voglia di rinascita, non solo
spirituale, ma anche fisica. Ci si guarda
allo specchio e sotto questo cielo terso di
aprile ci si vede pallidi e spenti, la pelle
opaca ispessita dal lungo e rigido inverno. Il nostro corpo ha bisogno di coccole
per affrontare al meglio questo delicato
momento rappresentato dal cambio di
stagione, ha bisogno di idratazione, di
movimento e di un programma mirato e
appositamente studiato da esperti in grado di restituirlo alla sua naturale luminosità. Questo è quanto in Victoria Regeneration viene offerto agli ospiti. Un lento e
Morbido e efficace risveglio dei sensi con il cambio
della stagione: al Victoria SPA di Ostia è festa.
Tutte le proposte, senza distinzione di sesso
specifico risveglio dei sensi che riporti con
dolcezza il corpo al suo naturale benessere e che prepari la pelle all’esposizione
solare dei mesi estivi. Programmi realizzati ad hoc dai nostri esperti per soddisfare
ogni singola e specifica esigenza. Come il
Victoria Face Regeneration, un trattamento completamente naturale che dopo una
accurata pulizia del viso, praticata con
estratti marini e tè verde, prevede prima
l’applicazione di una maschera dalle proprietà riequlibranti a base di lavanda e, a
seguire, un delicato massaggio effettuato
con una crema rigenerante a base di oligoelementi e acido glicolico, formulata
con principi attivi vegetali dalle proprietà purificanti. Sessanta preziosi minuti di
coccole che il vostro viso assorbirà avidamente ritrovando quel naturale splendore adombrato dal grigiore invernale.
Per chi invece dopo i lunghi mesi invernali sentisse il bisogno di un rinnovo completo, dalla testa ai piedi, la SPA propone
un vero e proprio trattamento rinascita
attraverso il Thalasso Scrub. Estratti marini, alghe mineralizzate, miele e burro di
UNA PRIMAVERA DA NON LASCIARSI SFUGGIRE
1
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€ 950,00 anzichè € 1.175,00
re, calore e coccole
Ma le proposte Victoria SPA non finiscono
qui, anzi, con la nuova stagione si rinnovano in un ghiotto ventaglio di proposte
offrendo ai propri ospiti percorsi ispirati
a questa Festa di Primavera interamente
dedicata alle coccole e al risveglio dei
sensi.
31
VIVENDI
Karitè: questo il cocktail vincente grazie
al quale si favorisce il naturale processo
di ricambio cellulare attivando un’azione disintossicante che leviga la pelle liberandola dai liquidi e dalle impurità.
E, per le signore, che all’azione detox e
purificante della thalasso terapia volessero unire anche l’efficacia di un trattamento estetico in grado di lenire i segni
della buccia d’arancia, è possibile scegliere il Thalasso Cellulitis un prezioso impacco a base di fanghi ed estratti marini
che esercitano una benefica ginnastica
vascolare, assorbono liquidi, tossine e
grassi in eccesso, lasciando penetrare i
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Il tutto coadiuvato dalla vasca “Multi
Beauty System”, un letto ad acqua temperata che permette e agevola l’assorbimento di tutti i principi attivi contenuti
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effettuato con estratto di alga spirulina e
caffeina, che conclude il trattamento.
NOVITÀ SALUTARI
È primavera. C’è voglia di rinascita, non solo spirituale, ma anche fisica. Ci si
guarda allo specchio e ci si vede pallidi e spenti, la pelle opaca ispessita dal
lungo e rigido inverno. Il nostro corpo ha bisogno di coccole per affrontare
al meglio il cambio di stagione, ha bisogno di idratazione, di movimento e
di un programma mirato e appositamente studiato da esperti in grado di
restituirlo alla sua naturale luminosità.
BENE A SAPERSI
VIVENDI
32
Avere cinquemila anni
e non dimostrarli
Nata nel terzo millennio avanti Cristo, l’agopuntura vive
una nuova giovinezza con campi d’applicazione sempre
più vasti. L’8 per cento degli italiani ne fa ormai ricorso
sistematico
U
n tempo considerata medicina
alternativa, oggi l’agopuntura
è più correttamente definita
non convenzionale, perché non
esclude assolutamente le altre terapie ma
anzi, le integra. Rappresenta, come dicono
i Cinesi, una freccia in più in possesso del
medico per colpire il bersaglio della malattia.
Com’è noto questa tecnica clinica prevede
l’uso di sottilissimi aghi metallici, infissi in
punti ben precisi, allo scopo di indurre una
risposta da parte dell’organismo. Si praticano alcune sedute, il cui numero varia a
seconda della patologia e del livello di risposta del paziente ma che in genere non
supera le dodici, finchè l’organismo non
ritrova il naturale equilibrio perduto.
Nata in Cina nel terzo millennio a.C. al giorno d’oggi è comunemente utilizzata da un
terzo della popolazione mondiale. In Italia
le più recenti stime rivelano che circa l’8%
dei malati si cura spesso con questa forma
di medicina non convenzionale.
Contrariamente a quanto si pensa, i campi
d’applicazione dell’agopuntura sono estesissimi. Nel 1991 l’Organizzazione Mondia-
le della Sanità ha redatto un elenco di oltre
cento patologie in cui è sicuramente efficace. Si va dalle malattie reumatiche a quelle
del Sistema Nervoso, dalle patologie respiratorie a quelle gastrointestinali, dai disturbi urogenitali a quelli cardiovascolari.
Campi d’applicazione in cui si riscontrano
risposte efficaci sono anche le malattie
psichiche (ansia, depressione, insonnia),
le infettive (sinusiti, faringotracheiti, otiti, Herpes simplex e zoster, appendiciti e
colecistiti croniche) e quelle provocate
da abusi (cibo, fumo, alcool). Sempre più
genitori fanno ricorso all’agopuntura con
effetti positivi anche nella cura delle malattie pediatriche dei loro figli: allergie,
enuresi, inappetenza, difficoltà nell’apprendimento scolastico.
Prof. Dott. Bruno Viggiani
Docente di Agopuntura Clinica
Università Tor Vergata
È superfluo sottolineare che la validità di
questa medicina ha il vantaggio di limitare
se non evitare l’introduzione di sostanze
farmaceutiche e che ha il merito di ridurre
in taluni casi il ricorso a pratiche traumatiche e invasive. Questo perchè il meccanismo di funzionamento è molteplice e tutto
di tipo “naturale”. L’agopuntura, infatti,
ha una cosiddetta azione riflessoterapica
metamerica, sfrutta cioè la proiezione superficiale corporea del sistema neuro-endocrino-immunologico. Ha poi un’azione
embriologica, ovvero agisce sulla proiezione originaria del sistema nervoso dei vari
organi impresso sulla cute. Infine opera
un’azione neurologica (modificando il campo magnetico delle terminazioni nervose)
e immunologica mediante la sitimolazione
dell’aumento del numero dei globuli bianchi e di altre cellule del sangue.
a chirurgia estetica, una moda ma
anche un’esasperazione. È il senso
dell’opera prima di Giorgia Würth,
per anni volto ufficiale di RAI3 e
attrice in diversi film.
Nel 2008 ha lasciato l’attività di annunciatrice per dedicarsi interamente alla recitazione: ha interpretato diversi film, tra cui il
campione d’incassi “Ex” di Fausto Brizzi, la
mini-serie evento di Sky “Moana” e diverse
fiction di grande popolarità come “Un medico in famiglia”.
Laureata a pieni voti in Scienze della Comunicazione, ha scritto “Tutta da rifare”
(Fazi editore), suo primo romanzo.
E, anche grazie al suo staff che ha saputo
pubblicizzare il suo libro con nuove forme
di promozione via web, si è imposta all’attenzione.
C’è qualcosa di Giorgia in questo romanzo d’esordio?
Beh, io ho un rapporto tormentato col mio
corpo, e anche, se così la possiamo chiamare, con la mia anima, con il mio istinto.
Un rapporto odio-amore, direi. Ma è anche grazie a questo che mi sento viva, che
necessito di esprimere queste emozioni
contrastanti e spesso in conflitto tra loro,
e una delle mie valvole di sfogo è sicuramente la scrittura.
È positivo intervenire per migliorare il
proprio aspetto fisico, ma dov’è il limite
tra giusto e sbagliato?
Io non mi sento in grado di stabilire dov’è
il limite, anche perché è soprattutto una
valutazione soggettiva, trattandosi del
proprio corpo. Posso però dire che, secondo me, finchè ci si guarda allo specchio
e non solo ci si accetta e ci si piace ma,
soprattutto, ci si riconosce, allora si è nel
giusto. La cosa difficile è riuscire a non oltrepassare quel momento in cui, guardandosi, si vede altro da sé, e non si può più
tornare indietro.
LA TRAMA
Il primo giorno delle medie, Lorenzo incontra Sole: per lui è amore a prima vista, per
lei l’inizio di un’amicizia importante per chi
sente simile e molto vicino. Sole è una ragazzina un po’ strana, che ha grande timore
del giudizio altrui e una passione spropositata per Sabrina Salerno; Lorenzo, orfano
di entrambi i genitori, vive con la nonna, è
il più basso della classe e ha i brufoli: proprio
come due sogliole, che si mimetizzano sul
fondo del mare nascondendosi agli altri pesci, attraverseranno insieme, quasi invisibili
ai loro compagni, i momenti più importanti
dell’adolescenza.
Il primo bacio, la perdita della verginità, la
scoperta del sesso, però, saranno esperienze
che Sole
preferirà vivere separatamente:
più lei sperimenta, quindi, più lui soffre per
un sentimento non ricambiato. Finché, per
la maturità, Sole ai genitori chiede (e ottiene) un seno nuovo.
Inizia così una vita diversa per la ragazza
che, trasferitasi a Milano, sogna di diventare “qualcosa tipo giornalista-presentatriceattrice-scrittrice-modella”.
Con una serie infinita di operazioni estetiche,
avrà avvio la sua trasformazione: Sole si rifà
il naso, le labbra, le orecchie, si sottopone a
liposuzione, gluteoplastica, malaroplastica
e mutando nel fisico cambia anche atteggiamento verso l’amico di sempre fino a perderlo di vista completamente. Con lei lontana, Lorenzo si fidanza, conosce l’intesa con
una donna, assiste alla morte della nonna. Il
pensiero dell’amica però non lo abbandona
e a distanza di tempo deciderà di ritrovarla:
da qui il ricongiungimento tardivo con una
Sole ormai irriconoscibile e la più terribile
delle scoperte...
In questa favola nera, scandita dalla colonna sonora di interi decenni italiani, spicca la
voce solitaria della protagonista, che, nell’illusione della perfezione, non riesce ad accettarsi e vivere per quello che è, portando alle
estreme conseguenze l’incapacità di amare
e di amarsi.
33
VIVENDI
L
Tutta da rifare...
anche per amore
SANE LETTURE
Nell’opera prima
di Giorgia Würth,
attrice e annunciatrice,
le distorsioni di un
esasperato ricorso
alla chirurgia plastica
A QUATTRO ZAMPE
VIVENDI
34
Caldo: i consigli per
proteggere i nostri amici
Anche per i nostri amici a quattro zampe arriva
la stagione calda: ecco gli accorgimenti per evitare
la loro sofferenza
C
on l’avvicinarsi della stagione
estiva bisogna tener presente
alcuni pericoli per i nostri animali
da compagnia, cani e gatti, soprattutto se anziani, obesi, con pelo lungo,
cardiopatici o con malattie croniche.
I nostri amici infatti possono andare incontro ad un’ipertermia (quando cioè la temperatura corporea supera i 42 °C) e ciò può
essere dovuto ad un colpo di sole o ad un
colpo di calore.
Il colpo di sole si verifica quando l’animale
è esposto direttamente al sole specialmente se ha un mantello scuro che attira ulteriormente i raggi solari.
Il colpo di calore si verifica invece quando
l’animale si trova in un ambiente surriscaldato chiuso o poco aereato (per esempio
in macchina). In entrambi i casi bisogna
tener conto che il cane non ha modo di
disperdere il calore eccessivo in quanto
sprovvisto quasi totalmente di ghiandole
sudoripare, (sono presenti solo sotto i cuscinetti plantari) e la dispersione del calore
può avvenire tramite un’intensa respirazione (polipnea).
Non vanno sottovalutati i seguenti sintomi:
un’eccessiva salivazione, una respirazione
molto affannosa o barcollamento, sintomi
di un ipertermia. Il colpo di sole o di calore possono essere anche molto pericolosi
e provocare dei sintomi ancora più gravi
come diarrea, vomito e convulsioni fino al
coma e alla morte.
Bisognerà in ogni caso intervenire rapidamente per aiutare la dispersione termica
bagnando l’animale con acqua fresca gradualmente iniziando dalle estremità, e immergendolo successivamente in una vasca
piena d’acqua fresca (mai gelata per non
provocare uno shock termico), sarà quindi
necessario un intervento tempestivo del
più vicino veterinario che valuterà le condizioni del caso.
Dr.ssa Daniela Fischetti
Medico Veterinario
Alcune precauzioni e accorgimenti vanno considerate per evitare queste pericolose conseguenze.
- Non bisogna mai lasciare un animale in
macchina d’estate anche se si lascia il finestrino aperto.
- Evitare di lasciare gli animali sotto il sole
legati a catena, abitudine veramente condannabile.
- Trascinare gli animali in bicicletta o portarli a spasso nelle ore più calde.
- È importante inoltre, mettere sempre
a disposizione dell’animale una ciotola
d’acqua fresca, e portare a spasso il nostro
amico nelle ore più fresche della giornata
e cioè la mattina presto e la sera tardi.
Da segnalare che le razze brachicefale (che
hanno cioè il muso schiacciato come ad
esempio il boxer o il bulldog) sono più a
rischio delle altre per le difficoltà respiratorie della razza.