La Repubblica - Portofinonews

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L’incidente
IL LANTERNINO
FARE LA FESTA
Porta Siberia
operaio folgorato
grave a San Martino
L PD pensa di mantenere a Genova, per i
prossimi anni, la Festa Democratica. Fra gli
ospiti, non mancherà il tipo che, dopo aver
fatto un gavettone alla Vincenzi e preso per lo
zainetto Doria, quest’anno ha gettato acqua minerale su Violante (che chiede gli venga garanti-
I
IL SERVIZIO
A PAGINA VII
Il calcio
ENZO COSTA
Da Costa e Perin
la sfida al destino
dei numeri uno
to il diritto di difesa). Pare che abbia già in agenda lo schiaffo del soldato a Renzi alla Festa 2014,
lo sgambetto a Civati alla Festa 2015 e l’affondamento di Barca alla Festa 2016. Invece, per siparietti di irresponsabilità, verrà invitato Alfano.
ADAMOLI E LIGNANA
ALLE PAGINE XIV E XV
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GENOVA
GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE 2013
IL LAVORO
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Anno XV Numero 216
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Carige, tutte le violazioni di legge ipotizzate da Bankitalia
Diplomazie al lavoro per evitare drammatiche rese dei conti
GIUSEPPE FILETTO
Obiettivo salvare il gruppo
l’ora dei “pontieri”
tra Berneschi e Repetto
L MOMENTO segnalati da Bankitalia come violazioni di norme, potrebbero avere un rilievo penale a danno di Carige. Già, perché gli ispettori inviati
a Genova dal governatore Ignazio Visco, ipotizzano violazioni degli articoli 53, 67 e 144 del decreto legislativo 385
dell’83. Anche se da Palazzo di Giustizia spiegano che occorrerà scrivere, vicino ad ogni operazione “anomala”,
nomi e cognomi, dove, come e quando compiuta.
SEGUE A PAGINA V
MASSIMO MINELLA A PAGINA V
A
La sede di Banca Carige
Quattrocento steward a Marassi, forze dell’ordine schierate a pieni ranghi: la festa della birra è a soli 16 metri dalla zona rossa “proibizionista”
Rischio alcol sul derby
Samp-Genoa e Oktoberfest, la notte di domenica è “blindata”
ON è il paradosso della
birra rossa, ma della
“Zona Rossa”. Il derby
Sampdoria-Genoa e l’Oktoberfest domenica saranno divisi da
16 metri, giusto un’area di rigore. A Brignole, in viale Caviglia,
sarà proibito da una ordinanza
del prefetto vendere sostanze
alcoliche, ma in piazza della
Vittoria, dove dalle 17 alle 2 di
notte è in programma la festa, la
restrizione non c’è. Un incrocio
pericoloso: alcol e calcio potrebbero creare una miscela
esplosiva. «L’ordinanza ha una
valenza generale — interviene
il prefetto Giovanni Balsamo —
, per una coincidenza le due
manifestazioni si verificano lo
stesso giorno, ma questo non
vuol dire che non possano camminare parallelamente. Confidiamo nel buon senso della
gente, che la partita e la festa
siano due momenti di gioia e di
divertimento». Le kermesse innesca comunque la polemica e
Tursi finisce nel mirino della società italiana di Alcologia e del
suo presidente Gianni Testino.
CAMPINI, EVELLI E ORIGONE
ALLE PAGINE II E III
N
Il personaggio
Il traffico
Pedonalizzazioni e spazi per le bici, la svolta verde di Tursi
Nuovi posteggi di bici in arrivo in varie zone della città
SULLE ORME
DI DON GALLO
COMUNITÀ
SAN BENEDETTO
L’8 settembre
di Berlusconi
GILBERTO SALMONI*
ONO passati settant’anni da quando
la Seconda Guerra
Mondiale sembrava finita
con l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il 10 giugno
1940 Mussolini aveva dichiarato guerra ai governi
di Francia e Gran Bretagna
e aveva affermato: «Vincere
e vinceremo” tra gli applausi di giovani ignari e incoscienti che sarebbero
stati presto inviati al fronte
male equipaggiati. Ma Hitler aveva conquistato Parigi e Mussolini aveva detto
che gli bastavano poche
migliaia di soldati italiani
caduti per potere essere
protagonista della pace da
vincitore della “guerra lampo”. Non fu così. Dopo il 25
luglio 1943, con la caduta di
Mussolini e del fascismo, si
erano accese le speranze di
una rapida fine del conflitto, almeno per l’Italia. Era
una speranza infondata.
Poi gli alleati sono sbarcati
in Sicilia, poi in Calabria e a
Salerno. In seguito hanno
rallentato. Il fronte italiano
non era il più importante.
L’annuncio dell’armistizio
fu accolto con gioia. Si pensava che fossero finiti gli orrori della guerra. Pensavamo che navi alleate sbarcassero le loro truppe a Genova, o in riviera: e che presto saremmo stati liberi. Invece non ci fu nessuno
sbarco alleato al nord.
*deportato
a Buchenwald
SEGUE A PAGINA VII
S
IL SERVIZIO A PAGINA VI
L’ex sindaco parla del suo futuro in un libro e punge: “Il Pd? Vedo cose scandalose, non mi riconosco più nel mio partito”
Marta Vincenzi: io e il mio secondo tempo...
DONATELLA ALFONSO
SPASSO sotto l’elicoidale in via Balleydier” oppure “Gli orti
ignoranti e i contadini sapienti”
passando per “La verosimile storia del cannello di zolfo”. E’ la Genova secondo Marta Vincenzi.
Della città di cui è stata sindaco,
ora si fa narratrice. Senza però,
come dice lei citando Edith Piaf,
pentirsi di quanto è stato, nel bene e nel male. E in questo ripercorrere le strade genovesi c’è un
“A
Marta Vincenzi
recupero terapeutico del rapporto con la gente perché, come
segnala anche nell’introduzione
Ignazio Marino, neosindaco di
Roma, “l’incontro con i suoi abitanti l’ha fatta tornare a sorridere”.
Il libro che rappresenta la svolta, come lei stessa dice, dopo la
politica da protagonista, la sconfitta ma soprattutto l’inchiesta
giudiziaria sul post alluvione, si
intitola “Guida alla Genova Pop.
Itinerari consigliati e collaudati”, l’ha pubblicato De Ferrari e
sarà presentato domani, venerdì
13 settembre dallo scrittore Enzo
Costa (che a pagina 6 firma una
convinta recensione), Mario Paternostro e Margherita Rubino
alla Festa Democratica al Porto
Antico (ore 18, Spazio Cerami).
Marta Vincenzi, scrivere di
Genova è fare politica dal basso?
«In un certo senso, sì. E’ un
nuovo inizio, il tentativo di ritrovare uno sguardo lontano da
mediazioni e filtri che si assumono quando ricopri un ruolo pubblico, lo sguardo che ti spinge a
fare politica».
SEGUE A PAGINA VI
Repubblica Genova