Parodontite e fumo di sigaretta
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Parodontite e fumo di sigaretta
Parodontite e fumo di sigaretta La coltivazione del tabacco risale alle culture primitive del centro-sud America, che lo usavano per scopi sociali, rituali e medici. Oggi nel mondo il fumo di sigaretta è il modo più diffuso di consumare tabacco. Dal punto di vista epidemiologico, la prevalenza nella popolazione mondiale varia considerevolmente in rapporto a genere, età e nazione considerati. Più di 4.000 sono le sostanze tossiche contenute nel fumo di sigaretta. Gli effetti nocivi del fumo di sigaretta appaiono cumulativi nel tempo, correlati alla dose assunta annualmente. Da oltre 60 anni di ricerca medica appare chiaro che il fumo di sigaretta rappresenta il fattore di rischio principale per innumerevoli condizioni patologiche (es.: malattie cardiovascolari, respiratorie, vari tipo di cancro, etc.): circa il 50% dei fumatori sono destinati a morire per una condizione patologica legata al fumo di sigaretta. La Parodontite è una malattia multifattoriale. Negli anni, è stato ampiamente dimostrato che il fumo di sigaretta è un vero fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione della malattia parodontale. I pazienti parodontali fumatori, oltre agli ovvi effetti cosmetici negativi (es.: discolorazioni dentali FIG.1, tatuaggi da nicotina FIG.2, etc.), esibiscono una distruzione dei tessuti parodontali più estesa e più rapida (sia in rapporto all’età che ai livelli d’igiene orale) di quella dei non fumatori e, in ultima analisi, perdono più denti. FIG.1 FIG.2 Vari sono i meccanismi biologici possibili attraverso i quali il fumo di sigaretta causa danni al parodonto. Il fumo di sigaretta influenza la composizione della placca batterica (favorendo le specie GRAM-, più patogene), diminuisce le risposte immunitarie (specifiche e aspecifiche) e la capacità di guarigione del paziente e danneggia il metabolismo osseo fisiologico. La nicotina, oltre a provocare dipendenza, provoca vasocostrizione dei vasi sanguigni periferici. Il fumo di sigaretta riduce pertanto i segni clinici d’infiammazione locale (= sanguinamento gengivale), rendendo talvolta difficile una diagnosi precoce della condizione (FIG.3 e 4). FIG.3 FIG.4 Dall’evidenza scientifica disponibile, appare chiaramente come qualsiasi terapia parodontale, (chirurgica o non-chirurgica) e implanto-protesica ottenga risultati migliori nei pazienti non fumatori che in quelli fumatori. Occorrono anni perché i risultati clinici ottenuti in pazienti exfumatori tornino paragonabili a quelli dei non-fumatori (FIG.5 e 6). FIG.5 FIG.6 Per tutti i motivi sin qui elencati, una seria politica antifumo è parte integrante di qualsiasi terapia parodontale professionale. Oggi sono disponibili vari metodi per aiutare un paziente (motivato) a smettere di fumare sigarette: terapie di sostituzione della nicotina (con cerotti, gomme da mesticare, spray nasali, sigarette elettroniche, etc.), antidepressivi (es.: Bupropion), agopuntura, counseling professionale, terapia di gruppo e ipnosi.