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Accademia Italiana Osteopatia Accademia Italiana Osteopatia A.I.Os. Vis Naturae Medicatrix Documento Originale a opera di: Fabio Perissinotti D.O. Caratteristiche socio-demografiche e livello di soddisfazione dei pazienti afferenti a trattamento osteopatico in Italia Formazione di Elevata Qualificazione in Osteopatia © Fabio Perissinotti D.O. Accademia Italiana Osteopatia Indice 1. Introduzione ___ pag. 3 2. Le statistiche italiane ___ pag. 3 3. Confronto con alcune statistiche straniere ___ pag. 15 4. Conclusioni ___ pag. 19 5. Bibliografia ___ pag. 21 © Fabio Perissinotti D.O. 2 Accademia Italiana Osteopatia 1. INTRODUZIONE La terapia manuale nelle sue varie declinazioni, osteopatia, chiropratica, body-works e manipolazione ortopedica, sta vivendo una rapida diffusione nel nostro paese così come in buona parte dei paesi occidentali. Una recente pubblicazione in materia osteopatica da parte della Word Health Organization (OMS) ha preso atto di questa dinamica cercando di dare le prime indicazioni riguardo la formazione professionale in materia (1). Questo approccio curativo affonda le proprie radici nella prassi popolare ma, soprattutto a partire dalla seconda metà del secolo scorso, ha iniziato a ritagliarsi un ruolo maggiormente accademico affiancandosi alla medicina allopatica. Oggi le statistiche indicano che il numero di persone che si rivolgono alla terapia manuale è tale da poter inquadrare questa pratica in termini sociali ed economici. Appare allora interessante valutare il significato di questi numeri così da farsi un idea più approfondita della strada fin qui percorsa dall’osteoptia e osservare concretamente le sue possibili prospettive future in termini di costi e risorse. 2. LE STATISTICHE ITALIANE Le statistiche italiane sono di grande interesse perché contestualizzate nell’ambiente osteopatico italiano che per cultura e soprattutto per legislazione si differenzia dagli altri paesi, soprattutto da quelli anglosassoni (2,3,5). L’osteopatia rappresenta oggi nel nostro paese un metodo di cura a cui afferisce un numero sempre maggiore di pazienti come indicato © Fabio Perissinotti D.O. 3 Accademia Italiana Osteopatia recentemente dalle statistiche riportate dall’Istituto Italiano di studi politici, economici e sociali o EURISPES (2). Occore però precisare che in Italia l’osteopatia rientra nelle medicine non convenzionali (MNC) o alternative e ad oggi risente della mancanza di una chiara collocazione sia da un punto di vista professionale che legislativo (3). Le recenti normative riguardanti le professioni non regolamentate, contenute nella manovra finanziaria 2012 (legge 4/13), tutelano l’utente finale dei servizi ma in sostanza sembrano non modificare lo status della professione e della formazione in osteopatia (4, 5). In mancanza di una legislazione precisa, la pratica osteopatica si è svolta fino ad ora all’ombra della tolleranza e in continua discussione tra limiti e competenze professionali. Il vuoto legislativo ha nel contempo favorito una formazione disomogenea, priva di standard definiti e stabiliti da un ente terzo di controllo. Nell’ambito di questo scenario ambiguo appare ovvio come la pubblicazione di dati statistici riguardo i contenuti della professione così come riguardo l’usofrutto e la percezione del trattamento osteopatico da parte della popolazione italiana siano piuttosto esigui. In tal senso i dati raccolti e pubblicati da EURISPES (Rapporto Italia 2010) sono sicuramente quelli più corposi e indicativi riguardo la situazione italiana, anche se non esclusivi circa la pratica osteopatica. In ottemperanza alla Risoluzione del Parlamento Europeo (1997) e del Consiglio d’Europa (1999), la FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) (2002) ha indicato una lista di MNC ritenute rilevanti in Italia, tra le quali è contenuta l’osteopatia, e sulle quali EURISPES ha svolto attività di ricerca e confronto (2). Le prime statistiche di EURISPES riferite al 2000 indicavano che le © Fabio Perissinotti D.O. 4 Accademia Italiana Osteopatia MNC attiravano ben il 18,5% dei consumatori, corrispondente a circa 1110000 persone, mentre in Europa si arriva a 150 milioni di persone. Successivamente EURISPES si è rifatta ai dati di una ricerca ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) pubblicata nel 2007 relativamente a un'indagine sulla popolazione nel triennio 2003-2005, secondo i quali su una percentuale del 13,6% di cittadini che hanno fatto ricorso alla MNC, le terapie manuali, ovvero osteopatia e chiropratica, sono seconde solo all’omeopatia, con il 6,4% contro il 7% delle preferenze (Grafico 1) Grafico N° 1 A livello di ripartizione geografica l’accesso al MNC vede un grande divario tra Nord e Sud Italia. Infatti i cittadini del Nord Italia si rivolgono alle MNC con una percentuale situata tra il 21,9% (Italia Nord-orientale) e 17,9% (Italia Nord-occidentale), mentre nel Sud solamente il 5,4% degli intervistati ha dichiarato di utilizzarle. Il Centro Italia si pone a metà strada con il 13.6%. Nella Tabella 1 si può osservare come le terapie manuali (osteopatia © Fabio Perissinotti D.O. 5 Accademia Italiana Osteopatia e chiropratica) occupano un ruolo rilevante al Nord, al Centro Italia così come nelle Isole, con uno scarto minimo rispetto all’omeopatia, mentre nel Sud Italia rappresentano in assoluto la forma di MNC più utilizzata. Tabella N° 1 E’ interessante rilevare che la percentuale di persone soddisfatte dai risultati ottenuti con le MNC non scende in generale sotto il 60% e che, in tal senso, le terapie manuali (osteopatia e chiropratica) sono quelle che hanno ottenuto il maggior indice di soddisfazione con un valore che si avvicina all’80% (Grafico 2) Anche in questo caso i cittadini del Sud-Italia risultano quelli che meno si sono rivolti alla MNC, ma tra quelli che hanno indicato di rivolgersi alle MNC la percentuale maggiore ha indicato le terapie manuali come più efficaci (Tabella 2). © Fabio Perissinotti D.O. 6 Accademia Italiana Osteopatia Grafico N° 2 Tabella N° 2 Sempre secondo i dati ISTAT riportati da EURISPES nel nostro paese l'individuo tipo che più si rivolge alle MNC è donna, di età compresa tra i 35 e i 44 anni e con istruzione medio-alta. Sono infatti 4 milioni 700 mila le donne che preferiscono le medicine non convenzionali (il 15,8% della popolazione), rispetto ai 3 milioni © Fabio Perissinotti D.O. 7 Accademia Italiana Osteopatia 162 mila di uomini (11,2%). Anche riguardo alle terapie manuali è confermata la prevalenza delle donne rispetto agli uomini (Grafico 3). La ragione principale che spinge a ricorrere a trattamenti alternativi è rappresentata dalla minore tossicità (71%) rispetto alle cure allopatiche che prevedono uso di farmaci. Grafico N° 3 I dati fino a qui presentati evidenziano come le terapie manuali rappresentano oggi nel nostro paese una risorsa sfruttata da un’alta percentuale della popolazione. In definitiva l’utente tipo che più si rivolge alle terapie manuali secondo questi dati potrebbe essere così descritto: -‐ Sesso: leggermente prevalente femminile -‐ Età media: tra i 35 e i 44 anni -‐ Zona geografica prevalente: Nord-Italia -‐ Livello d’istruzione: medio-alta © Fabio Perissinotti D.O. 8 Accademia Italiana Osteopatia -‐ Il livello di soddisfazione: elevato (circa 80%) Sarebbe allora interessante confrontare questi dati con altri simili, raccolti attraverso semplici questionari distribuiti agli osteopati professionisti operanti sul territorio e/o nelle poche cliniche osteopatiche delle scuole attrezzate nel nostro Paese. In questa direzione si è svolta ad esempio una ricerca presentata nel 2011 nell’ambito del International Congress of Osteopathic Medicine di Firenze (6). Questo studio ha diversi pregi: in primis si tratta di una fotografia verosimile del tipico paziente italiano afferente al trattamento osteopatico. Dallo studio si evince come la totalità dei casi selezionati soffrisse di problematiche riferibili all’ambito muscoloscheletrico presumibilmente quello più affrontato in Italia per ragioni di ordine legislativo e socio-culturale. In secondo luogo è stato utilizzato un questionario considerato valido e affidabile per stabilire il livello di salute e soddisfazione in seguito a trattamento osteopatico (7). Si tratta del modello SF-36®, a 8 scale di misurazione che include un indagine sia fisica che psichica (grafico 4). E’ stata inoltre utilizzata un accurata analisi statistica dei dati ottenuti (Descriptive analysis: frequencies, arithmetic means and standard deviations; Univariate statistical test; RECPAM analysis). Per contro si è scelto di non utilizzare un protocollo standardizzato per il trattamento dei pazienti: se da un lato questo può rappresentare un fattore positivo e conforme al criterio di cura osteopatico (curare il paziente e non la malattia) dall’altro potrebbe rappresentare un fattore di incertezza in termini statistici. Inoltre si tratta di un numero di pazienti limitato a 100, appartenenti a zone del paese molto limitate, ovvero le due città sede delle cliniche osteopatiche, e afferenti ad una realtà curativa non tipica della realtà © Fabio Perissinotti D.O. 9 Accademia Italiana Osteopatia italiana, in quanto il trattamento osteopatico viene in genere dispensato in studi privati e non in clinica. Grafico 4 (Fonte Belfante, Arienti 2011) - (6) Da un punto di vista generale, al termine dello studio gli autori hanno potuto osservare come il trattamento osteopatico ha un ruolo significativo nella salute dei pazienti (soddisfazione elevata) sia a livello fisico che psichico, ed è in grado di prevenire fenomeni depressivi così come diminuire l’utilizzo di farmaci, con evidente implicazione sul sistema sanitario in termini di costi e risorse. Nella fattispecie il grafico 5 conferma in maniera sostanziale i dati EURSIPES circa l’età media dei pazienti compresa tra 30 e 45 anni. © Fabio Perissinotti D.O. 10 Accademia Italiana Osteopatia Grafico N° 5 (Fonte Belfante, Arienti 2011) - (6) Years Di questa popolazione la maggior parte risulta sposata con figli e con un livello di istruzione medio-elevato (scuola superiore). L’occupazione impiegatizia è quella maggiormente rappresentata (Tabella 3). © Fabio Perissinotti D.O. 11 Accademia Italiana Osteopatia Tabella N° 3 (Fonte Belfante, Arienti 2011) - (6) Un percentuale pazienti superiore al 50% prima del trattamento ha fatto ricorso ai farmaci. Dopo i trattamento questo numero è scemato notevolmente attestandosi al 20% (grafico 6). © Fabio Perissinotti D.O. 12 Accademia Italiana Osteopatia Grafico N° 6 (Fonte Belfante, Arienti 2011) – (6) Infine il grafico N° 7 evidenzia come tutti i parametri riguardanti la salute psico-fisica secondo il modello SF-36 hanno ottenuto un incremento statisticamente significativo dopo trattamento osteopatico. Si tratta in effetti di un miglioramento a 360 gradi che si riassume in meno dolore, maggior efficienza fisica e maggior vitalità. L’utilizzo della legenda riportata nel grafico 7 permette di osservare i valori dei singoli parametri. © Fabio Perissinotti D.O. 13 Accademia Italiana Osteopatia Grafico N° 7 (Fonte Belfante, Arienti 2011) - (6) I dati EURSIPES/INSTAT e quelli dello Studio effettuato presso le due cliniche osteopatiche sono stati estrapolati in maniera differente, nel primo caso si tratta di un sondaggio mentre nel secondo caso di un una ricerca sperimentale. Ciò nonostante questi dati, se messi a paragone, tendono a descrivere una realtà piuttosto coerente a livello socio-demografico e nel contempo un livello di soddisfazione elevato da parte dei pazienti che afferiscono a trattamento osteopatico in Italia. © Fabio Perissinotti D.O. 14 Accademia Italiana Osteopatia 3. CONFRONTO CON ALCUNE STATISTICHE STRANIERE Innanzitutto è bene sottolineare come il confronto con altre nazioni e l’Italia può non essere facile. In genere si tratta di dati provenienti da nazioni di cultura anglosassone dove le terapie manuali da diversi anni sono integrate nel sistema sanitario. Negli Stati Uniti, per lo studio sulle caratteristiche sintomatologiche dei pazienti che afferivano alle cure osteopatiche, un primo studio è stato effettuato alla fine degli anni ’90 del secolo scorso presso la clinica del Texas College of Osteopathic Medicine (9). I dati hanno messo in evidenza come più del 50% dei pazienti afferisse al trattamento osteopatico per problematiche muscolo-articolari croniche e come il livello di salute di questi pazienti fosse generalmente più basso dei normali pazienti afferenti a trattamento medico classico (grafico 8). Gli autori hanno ipotizzato che, sebbene la salute sia legata a diversi fattori, i problemi muscolo scheletrici cronici siano in grado di influenzare significativamente la salute generale dei pazienti e che la cronicità sia il motivo del ricorso al trattamento osteopatico successivamente a quello medico classico. I tal senso, diversi studi hanno messo in evidenza in pazienti con disturbi muscoloscheletrici cronici anche problemi di tipo comportamentale e alterazioni nella percezione del dolore (8). Queste osservazioni sono di sicuro interesse perché non tenendo in considerazione quanto appena descritto, diventa difficile valutare in termini oggettivi l’efficacia di un trattamento manipolativo. Ad ogni modo in seguito a trattamento osteopatico i pazienti hanno mostrato un significativo miglioramento dei sintomi ed un livello di soddisfazione elevato. Gli autori conclusero come ciò sia almeno in parte attribuibile al livello di counseling e sostegno psico-sociale ricevuto in clinica osteopatica (8). Anche quest’ultima osservazione © Fabio Perissinotti D.O. 15 Accademia Italiana Osteopatia appare di notevole rilevanza, facendo emergere un ulteriore quesito: se la maggior parte dei pazienti che afferisce a trattamento osteopatico soffre di problemi muscoloscheletrici cronici che influiscono sulla qualità generale della salute e della vita, e se buona parte di essi presenta problemi psico-comportamentali, fino a che punto i miglioramenti ottenuti sono attribuibili alla manipolazione piuttosto che all’aspetto del counseling? Concludendo, questo studio è di sicuro interesse ma come fanno notare gli autori stessi è anche caratterizzato da un limite metodologico in quanto il questionario SF-36® è stato presentato una sola volta ai pazienti al termine del ciclo di trattamenti. Grafico 8 (da Licciardone e al., 2002) – (8). Confronto tra i livelli di salute tra pazienti afferenti a clinica osteopatica e a trattamento sanitario classico. © Fabio Perissinotti D.O. 16 Accademia Italiana Osteopatia Altri studi hanno potuto evidenziare una risposta positiva e statisticamente significativa in seguito a trattamento osteopatico a livello di diminuzione del discomfort, incremento del range di mobilità, diminuzione dell’assunzione di farmaci e decremento del livello di ansia (10,11). Per esempio è stato effettuato un sondaggio su pazienti afferenti ad una clinica ambulatoriale negli USA (10) e in questo caso, accanto alla maggior percentuale di pazienti soddisfatti vi è stata anche una percentuale dell’8.6% che ha attribuito al trattamento manipolativo un effetto avverso. In un altro caso, sempre negli USA (11), si trattava di pazienti ospedalizzati che presentavano problemi muscoloscheletrici, ostetrici e post-chirurgici. I risultati di questa ricerca hanno evidenziato un livello di soddisfazione importante (Tabella 4). Il trattamento osteopatico aveva una durata media di circa 15-20 minuti con un protocollo specifico per le esigenze di ogni paziente e non sono state utilizzate tecniche HVLA. © Fabio Perissinotti D.O. 17 Accademia Italiana Osteopatia Tabella 4, da Pomycala e al., 2008 – (11). Risultato del trattamento osteopatico in pazienti ospedalizzati. Gli autori di questa ricerca hanno però messo in evidenza alcuni limiti nel loro lavoro, infatti: 1) alcuni pazienti erano stati scelti perché inviati al trattamento osteopatico dal loro medico curante, per cui si presumeva che avrebbero più facilmente risposto al questionario; 2) solo i pazienti volontari sono stati inclusi nello studio; 3) alcuni pazienti avevano già esperienza di trattamenti osteopatici; 4) alcuni pazienti erano ricoverati da più tempo di altri e presumibilmente erano più stressati e desiderosi di cure; 5) non ultimo nello studio non era presente un gruppo di controllo. Tutte le seguenti motivazioni possono avere influito concretamente sui risultati finali della ricerca. La presenza di un gruppo di controllo nel valutare l’efficacia del trattamento osteopatico è fondamentale come osservato da Arienti (6). In tal senso alcuni studi (12-13) possono essere considerati più © Fabio Perissinotti D.O. 18 Accademia Italiana Osteopatia significativi di altri. 4. CONCLUSIONI La ricerca sulle caratteristiche socio-demografiche e il livello di soddisfazione dei pazienti afferenti a trattamento osteopatico in Italia è ancora agli inizi. I dati a disposizione hanno fin qui messo in evidenza un livello di soddisfazione piuttosto elevato in accordo con quanto osservato ad esempio negli Stati Uniti. Si tratta però di dati di difficile comparazione a causa del diverso inquadramento legislativo di questa disciplina nei due Paesi. Inoltre sarebbe necessario standardizzare un insieme di variabili per ottenere dati maggiormente verosimili. In direzione di future ricerche occorrerebbe prestare attenzione ad alcuni parametri come per esempio: -‐ utilizzo di un metodo e di un questionario di ricerca univoco, per esempio l’SF-36®; -‐ somministrazione del questionario sia in per che in post trattamento; -‐ standardizzazione dei pazienti e del protocollo osteopatico utilizzato, sia pur adattato alle singole esigenze; -‐ numero di pazienti elevato; -‐ introduzione di gruppi di controllo. Nel nostro paese ciò sembra piuttosto difficile ma anche negli USA non sembra ad oggi essere presente una sufficiente mole di dati sull’argomento, fatta eccezione per i lavori di Licciardone e © Fabio Perissinotti D.O. 19 Accademia Italiana Osteopatia Pomycala citati in bibliografia che necessitano, a detta degli stessi Autori, di essere rivisti in funzione di quanto sopra osservato. © Fabio Perissinotti D.O. 20 Accademia Italiana Osteopatia Bibliografia 1. OMS, Benchmarks for training in traditional/complementary and alternative medicine: benchmarks for training in osteopathy, WHO Press, Geneva, 2010. 2. EURISPES, Rapporto Italia 2010, Scheda 55: Curarsi con le medicine non convenzionali - www.eurispes.eu 3. AA.VV., Le Medicine non convenzionali in Italia, storia, problemi e prospettive di integrazione, Franco Angeli, Milano, 2007. 4. http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2013-02-11/legge-senza-albo153215.shtml?uuid=AbwjjOTH 5. AA.VV., La legge sulle professioni non regolamentate, Le Guide Norme e Contributi (speciale on-line), Ed. Il Sole 24 ore, Dicembre 2012. 6. Barlafante G., Arienti C., Epidemiological Study of Quality of Life in Osteopathy, Atti del congresso “International Congress of Osteopathic Medicine”, Firenze, Aprile 2011. 7. Ware J.E. Jr, Snow K.K., Kosinski M., Gandek B. The SF-36 Health Survey: Manual and Interpretation Guide, Boston-Mass, The Health Institute, New England Medical Center, 1993. 8. Licciardone J.C e al., Quality of life in referred patients presenting to a specialty clinic for osteopathic manipulative treatment, JAOA, vol. 102, N3:151-155, March, 2002. 9. Licciardone J.C.,Herron K.M., Characteristics, satisfaction and perceptions of patients receiving ambulatory healthcare from osteopathic physicians: a comparative national survey, JAOA 2001;101:374-385. 10. Licciardone J., Gamber R., Cardarelli K., Patient satisfaction and clinical outcomes associated with osteopathic manipulative treatment, JAOA, 2002;102:13-20. 11. Pomycala e al., Patient Perception of Osteopathic Manipulative Treatment in a Hospitalized Setting: A Survey-Based Study, JAOA, 108:665-668, November, 2008. 12. Andersson G.B. e al., A comparison of osteopathic spinal manipulation with standard care for patients with low back pain, N. Eng. J. Med., Nov. © Fabio Perissinotti D.O. 21 Accademia Italiana Osteopatia 4;341(19):1426-31, 1999. 13. 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