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luglio-agosto 2013
l’ allenatore
4
BIMESTRALE PERIODICO UFFICIALE
DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA ALLENATORI CALCIO
poste italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003
(conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Firenze 1 - I.P.
PRIMO PIANO
STUDIO SUGLI INFORTUNI
PRIMO PIANO
RIVERA E PANCALLI
NEL CAMPIONATO
DI SERIE A 2012-2013
PRESIDENZE DI VALORE
Top Club al lavoro
La preparazione
dell’AJAX
TUTTE
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DIVENTA UN VERO ALLENATO
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E CREA UNA SQUADRA IMBATT
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sommario
4
l’ allenatore
Rivista bimestrale
luglio-agosto 2013
Proprietà
ASSOCIAZIONE ITALIANA ALLENATORI CALCIO
Autorizzazione Tribunale di Firenze n. 5245 del 24
Febbraio 2003 Spedizione in Abb. Postale – 50%
Editore
EDIZIONI POLISTAMPA - FIRENZE
via Livorno 8/32 - Tel. 055 737871
Direttore Responsabile
Renzo Ulivieri
di Renzo Ulivieri
editoriale
Al lavoro sul campo
con Ajax e Bayern Monaco
di Enrico Talpo
e Massimo Lucchesi
Direzione e Redazione
AIAC Nazionale
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pubblicitarie, impegnano solo la responsabilità degli autori e degli inserzionisti.
allenatore sul campo
Rivera e Pancalli,
scelte di valore
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primo piano
Gli infortuni nel campionato
di serie A 2012-2013
di Roberto Sassi e Dario Gastaldi
di Sergio Roticiani
28
primo piano
Il talento calcistico
tra creatività e tatticismo
33
calcio giovanile
Giocare d’anticipo:
(quarta e ultima parte)
la pratica
36
di Gianluca Giacometti, Simonetta Venturi,
Roberto Sassi
preparazione psicofisica
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Associati on line
dalla Redazione
dalla Segreteria
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L’accesso a Wyscout
dalla Redazione
dalla Segreteria
Corsi di aggiornamento:
ecco le modalità
dalla Redazione
ASSOCIAZIONE ITALIANA
Chiuso in tipografia il 25/9/2013
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(prima parte)
dalla Redazione
Segretario di Redazione
Giuliano Ragonesi
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La lezione di Shatila
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dalla Segreteria
ALLENATORI CALCIO
La lezione di Shatila
arà perché quando si arriva a
una certa età si ha estremo bisogno di arrivare all’essenza delle cose, ma mi pare giusto, anzi necessario, condividere con tutti gli
associati un’esperienza personale conclusasi a metà settembre. Per una settimana l’AIAC si è trasferita nel campo profughi palestinese di Shatila. Forse ai più
giovani questo nome non dice niente, eppure è legato a una delle pagine più drammatiche della storia recente, luogo, nel 1982, di un massacro di civili, per lo più donne e bambini, tra i più atroci
della guerra arabo-israeliana. A oltre trent’anni di
distanza, in quel polveroso e povero sobborgo di
Beirut vivono ancora almeno trentamila persone,
in un chilometro quadrato, in condizioni di estremo disagio. Eppure anche lì i bambini giocano al
calcio, nei crocicchi dei vicoli. E lì ho tenuto un
primo corso allenatori, quattro ore di lezione al
giorno su di un terreno rimediato ai margini del
campo, a quindici tecnici palestinesi, tra loro una
donna, rilasciando alla fine un diploma di partecipazione. È stata anche costituita l’Associazione
allenatori di Shatila (che ha chiesto l’affiliazione
all’AIAC), un fatto più che simbolico per una comunità emarginata che non ha alcun diritto riconosciuto. Ma una speranza: che il calcio per loro
possa offrire un’occasione di riscatto, che dia loro visibilità, che in questo caso significa esistenza,
prima ancora che resistenza.
Nàhnu in arabo significa Noi. Che è la prima
parola del calcio, quella che viene prima delle tattiche e della tecnica. Se ne avessi avuto bisogno,
adesso ne sono ancora più convinto. Non poteva
che accadere alla fine di un simile “viaggio”. Ed è
la lezione che ho riportato da là, che testimonierò
al prossimo Consiglio Direttivo, perché l’AIAC di-
S
ASSOCIAZIONE ITALIANA
venti punto di riferimento per quella comunità lontana ma vicina nei sogni e nei bisogni.
A questo punto non è mai facile
sterzare verso le questioni quotidiane
di casa. Ma doveroso, perché questo
è il nostro primo orizzonte. Un orizzonte comunque scuro, gravato da
una crisi che ha toccato tanti, soprattutto nelle fasce più deboli, che nel calcio significa la base del
movimento. Chi allena tra i Dilettanti, ma anche
nelle fasce più basse del professionismo, non ha bisogno di spiegazione in questo senso. Detto questo, davanti a una nuova stagione che nasce, penso
che l’invito iniziale sia un richiamo a tutti al rispetto. Rispetto delle regole, degli arbitri, degli allenatori avversari, del pubblico, insomma al rispetto degli “altri”. Che passa attraverso il rispetto di se
stessi. In questo senso mi viene facile citare Vincenzo Montella. La sua sfuriata alla fine di Fiorentina-Cagliari è senza dubbio criticabile, ma da applausi è stato quello che lui ha detto a mente fredda:
“Non mi sono riconosciuto in quello che ho detto
e che ho fatto”. Ve lo dico da toscano: “a me mi garba” anche l’errore, la possibilità, meglio, la libertà
di sbagliare, altrimenti vivremmo in un mondo di
noia. Ma conta tantissimo riconoscere i propri errori, se lo si fa senza calcolo. E alla fine, bilanciando i due aspetti, possiamo dire che questa vicenda
rappresenta un esempio positivo per tutti.
Non si vive tuttavia di soli esempi altrui, ma di
impegno personale e poi comune: ribadisco che, in
tempi di buoni propositi, i nostri sono rivolti alla lotta all’intolleranza, alla violenza. Non ci devono bastare i dati che di certi fenomeni danno numeri contenuti. La tendenza, in un Paese civile, deve essere
quella allo zero. Gli allenatori debbono fare la loro
parte. Allenatori educatori, allenatori cittadini.
ALLENATORI CALCIO
editoriale
di Renzo Ulivieri
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l’ allenatore
allenatore sul campo
Al lavoro sul campo
con Ajax e Bayern Monaco
di Enrico Talpo e Massimo Lucchesi
Prima parte
na buona preparazione estiva è fondamentale per plasmare una squadra, conferirle la giusta
mentalità, consolidare i rapporti fra il mister, il team e i giocatori. L’AIAC, nell’intento di assolvere a uno dei suoi compiti fondamentali, quello di aggiornare i propri associati sulle più
avanzate metodologie di allenamento, ha deciso di moltiplicare il proprio impegno divulgativo e inviato Enrico Talpo e Massimo Lucchesi a seguire i training camp di due fra i più blasonati club europei,
da anni al vertice del calcio mondiale: i lancieri dell’Ajax di Amsterdam, guidati da Frank de Boer, e
i campioni continentali del Bayern Monaco, passati sotto la guida di Pep Guardiola. Il materiale raccolto da Talpo e Lucchesi è risultato abbondantissimo, interessantissimo, estremamente circostanziato
sotto il profilo tecnico-tattico e pedagogico, talché “l’Allenatore”, non potendolo pubblicare tutto nello
stesso numero, ma non volendo sacrificare alcunché di questo prezioso contributo, ha deciso di dividerlo in due parti. Stavolta tocca all’Ajax: nel prossimo numero sarà il turno del Bayern.
la Redazione
U
Il ritiro dell’Ajax
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Iniziamo la rassegna analizzando il lavoro degli olandesi
che hanno soggiornato in Austria
nella prima decade di luglio.
Campione d’Olanda da tre stagioni, l’Ajax è la squadra più blasonata
dei Paesi Bassi. In campo europeo invece
i lancieri hanno risentito pesantemente della
globalizzazione del calcio moderno e i minori
introiti garantiti dalle televisioni – che all’Eredivisie olandese preferiscono la Liga, la Premier, la Bundesliga e la nostra serie A – non
consentono agli ajacidi di poter competere sul
piano economico con i top club di Germania,
Inghilterra, Italia e Spagna come è accaduto per
oltre un ventennio.
L’Ajax rimane invece un modello da seguire
sul piano didattico e manageriale: la dirigenza
sa perfettamente che il futuro del club dipende
moltissimo dalla qualità dei talenti che si riescono a formare negli anni di settore giovanile,
come Wesley Sneijder che è entrato all’accademia quando aveva
sette anni e ha lasciato l’Ajax
all’età di ventitré, portando in
dote al club ventisette milioni di
euro versati per il suo acquisto
dal Real Madrid. Poco più di quelli pervenuti dalla vendita di Christian Eriksen, giovane talento svedese in
ritiro a Neustift in Stubaital e ceduto al Tottenham Hotspurs in agosto per oltre diciotto
milioni.
Per queste ragioni l’età media della squadra
è di poco oltre i ventitré anni e il tecnico Frank
de Boer, in carica dal 2010, ha un contratto
che scadrà addirittura il 30 giugno 2017 e che
gli consente di operare senza dipendere troppo
dai risultati, secondo quelle che sono le linee
programmatiche del club.
Programmazione, lungimiranza e capacità di
formare i giovani: sono queste le caratteristiche
principali del modello operativo del club olandese, del quale è conosciutissimo in tutto il mondo
allenatore sul campo
raccolgono gli allievi dalle loro scuole e li portano in accademia, dove ci sono ottimi insegnanti che completano la preparazione scolastica alternando l’attività didattica con quella
tecnica; ma di tutto questo parleremo magari
in un prossimo numero.
Al momento ci concentriamo invece sull’analisi di quanto visto in Austria. I lancieri sono
giunti nella località climatica di Neustift lunedì
1° luglio e sono rientrati in Olanda il giorno 9,
spostandosi sabato 6 luglio a Dresda dove hanno giocato una partita amichevole con la Dynamo. Ecco, a cura di Enrico Talpo, le impressioni sul lavoro svolto dai lancieri, secondo il diario di lavoro giornaliero.
l’ allenatore
il De Toekomst (il cui significato in olandese è “Il
Futuro”), la celeberrima accademia nella quale
sono sbocciati tanti campioni e si continuano
ancor oggi a formare le nuove leve.
Oggi sono circa duecento i giocatori, tra i
sette e i diciannove anni, che fanno parte
dell’accademia, con una trentina di essi – coloro che alla fine dell’anno non rientrano nei
rigidi parametri del club – che vengono rimpiazzati ogni anno da nuovi ingressi. La capacità di reclutare i talenti – in Olanda l’Ajax è
il club più ambito per i giovani –, una ferrea
organizzazione, oltre a una cura maniacale
della formazione sono i fattori chiave. Il settore giovanile dispone di numerosi pullman che
Lunedì 1° luglio 2013 - Inizio allenamento ore 16.35
1. 5' di chiacchierata, prima parla Frank de
Boer, poi l’allenatore fisico
2. 3' di corsetta lenta intorno ai campi (due
gruppi)
• la stessa cosa, con A e D e B e C che si scambiano la posizione dopo aver effettuato il passaggio
• a quattro, con la palla, due partono in conduzione, finta (forbice) e passaggio al compagno
di fronte (fig. 2)
3. 15' di esercizi sotto forma di andature guidate dall’allenatore fisico: passo saltellato utilizzando le braccia in vario modo, divaricate sagittali ecc.
4. 10’ di torello 11vs3 (due gruppi)
5. 15' di passaggi a quattro, campo di circa m
6 x 10; si pone molta attenzione al controllo
orientato durante la ricezione (fig. 1).
Figura 2. Conduzione, finta e passaggio.
Figura 1. Passaggi a quattro.
• come sopra con doppia forbice
• come sopra con pianta, saltello indietro sulla
gamba portante e via di esterno con lo stesso
piede che ha fatto la giocata
• come sopra, lavorando la palla con l’interno
del piede si gira su se stessi evitando il compagno
che fa la stessa cosa col pallone; tenere la palla
lontana dal compagno
• come sopra, lavorando la palla con l’esterno del
piede si gira su se stessi evitando il compagno
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l’ allenatore
allenatore sul campo
che fa la stessa cosa con il pallone; tenere la
palla lontana dal compagno
• giocata Rivelino, tre volte, e passaggio al compagno.
8. 8' – il campo è diviso in due parti (fig. 4).
6. a quattro con due palloni, passaggi muovendosi continuamente su metà campo e giocando a un tocco.
7. 20' di passaggi partendo da A sempre
orientati col corpo e ricezione con controllo
orientato; sempre palla a terra (fig. 3).
Figura 4. Campo diviso in due parti.
Figura 3. Passaggi e controllo orientati, palla a terra.
• D ruota di 180°
• il passaggio a E viene effettuato sempre sul cono a lato
• si dà palla e si segue al cono successivo
• E ed F eseguono sempre il contromovimento
• come sopra con uno-due fra A e B, poi A fa il
passaggio al terzo (C)
• come sopra con A-B-A-C-B-D ecc.
• come sopra con A-B-A-C-B-D-C-E
• come sopra, ma si sceglie una soluzione fra
quelle viste, quando la palla va da C a D, oppure D ruota su se stesso o esegue un uno-due
con C.
• 5vs5 più un jolly con porta difesa da un portiere e due porticine. Il jolly gioca sempre con la
squadra che difende le porticine
• 6vs6 più 2 portieri; si gioca una normale partita.
9. 10' – come da fotografia successiva, uno dei
collaboratori analizza con i giocatori che ascoltano,
cosa è successo durante la/le esercitazione/i.
L’analisi collettiva delle esercitazioni effettuate.
10. 3' di defaticamento con corsa lenta.
8
11. 10' – i giocatori formano un cerchio e, da
soli, senza nessun allenatore, eseguono una serie
di esercizi in decubito guidati da uno di loro
allenatore sul campo
solidarietà nella squadra. Tutti i giocatori hanno
lavorato con una fascia toracica nella quale è inserito un sensore Polar che trasmette i dati al PC
dell’allenatore fisico.
Martedì 2 luglio 2013 - Mattina - Inizio allenamento ore 10.30
1. 2' di chiacchierata con – si suppone – spiegazione del programma di allenamento.
2. 15' di riscaldamento con l’allenatore fisico:
• corsa andata e ritorno fra coni a circa 20 m di
distanza
• stessa cosa con circonduzioni di vario tipo su
10 metri: andando si esegue l’esercizio, ritorno
in souplesse
• andatura incrociata degli arti inferiori (ricerca
della coordinazione e della decontrazione)
• molti tipi di monoskip e skip
• skip con passaggio alla corsa (i portieri vanno
col loro preparatore).
a terra. Scambi continui giocando in diagonale
col giocatore vicino. In questo modo la palla
scorre continuamente da un settore all’altro
(fig. 5).
l’ allenatore
(normalmente de Jong). Questi inizia l’esercizio,
subito imitato dagli altri, e guida le ripetizioni.
Trovo sia una bellissima cosa che fa gruppo e
crea responsabilità, correttezza, consapevolezza e
Fig. 5. Scambi in diagonale.
Una fase del riscaldamento.
3. 9' di allunghi su tutta la lunghezza del
campo con “studio” del ritmo (l’allenatore fisico
assegna un tempo di percorrenza e i giocatori devono ottenerlo per due volte).
• da area ad area, uno alla volta mantenendo la
distanza dal compagno che precede, per sei
volte. Ognuno parte quando il compagno arriva al cono successivo. L’obiettivo ritengo sia
quello di mantenere la stessa distanza in corrispondenza degli ultimi coni
• i portieri tornano con la squadra.
4. 8' – tre campi da otto giocatori. Un pallone per campo. Si gioca a un tocco. Palla sempre
5. 12' – stessa esercitazione con cambio di
campo.
• ci si sposta di campo in successione dopo aver
calciato
• il denominatore comune è: giocatori sempre
disposti a triangolo e mai piatti; ogni giocatore occupa sempre lo spazio libero all’interno
del settore dove si trova la palla e deve sempre
essere orientato verso il giocatore in possesso
di palla; tre posizioni occupate all’interno di
ogni zona; interscambio continuo; palla a terra; un tocco.
6. 14' (7' più 7') – due campi; dopo 7' i
gruppi cambiano e si spostano da un esercizio
all’altro.
• primo campo, con cambio di posizione; si
gioca a un tocco nelle posizioni C, E, G e I,
mentre nelle posizioni A e K si effettua un
controllo orientato; la palla, arrivata nella posizione K, continua il giro come da A, coinvolgendo prima I e poi E ecc. (fig. 6).
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l’ allenatore
allenatore sul campo
7. 12' – combinazioni di gioco.
• i giocatori si spostano di una posizione dopo
ogni azione, spostandosi nei due campi di gioco (fig. 8).
Fig. 6. Primo campo: gioco a un tocco e controllo orientato.
• secondo campo, con cambio di posizione; si gioca a un tocco nelle posizioni A, E, G e I, mentre
nella posizione C D si effettua un controllo
orientato ruotando di 180° e nella posizione K L
si effettua un controllo orientato; la palla, arrivata nella posizione M N, viene riportata in conduzione, al punto di partenza (fig. 7).
Fig. 8. Spostamento di una posizione dopo ogni azione.
8. 9' – 11vs11 a tutto campo.
9. 10' in cerchio, guidati da de Jong, tutti i
giocatori eseguono i soliti esercizi in gruppo (addominali ecc.). Nota bene: un gruppetto di
quattro giocatori si reca nel campo adiacente e fa
lavoro supplementare con Stam.
Fig. 7. Secondo campo: gioco a un tocco e controllo orientato.
Ore 12.25: fine dell’allenamento.
Martedì 2 luglio 2013 - Pomeriggio - Inizio allenamento ore 16.30
1. 3' di spiegazione del programma dell’allenamento (parla l’allenatore fisico).
• gruppo 1: ginnastica posturale ed esercizi funzionali
2. 16' – grande torello 20vs3 a un tocco in un
quadrato di circa metri 15 x 15.
10
3. 45' – nel campo adiacente, circuito a tre
stazioni. La squadra viene divisa in tre gruppi
(esercitazione ripresa).
Circuito a tre stazioni. Ginnastica posturale ed esercizi funzionali.
allenatore sul campo
4. un gruppo inforca le mountain bike e va a
fare ripetute in salita, il programma prevede ri-
petute di 5' con recupero di 2' (non sono a conoscenza del numero delle prove).
5. 10' – rimangono in dodici con le fasce e il
Polar. Andature dalla linea di fondocampo alla
linea dell’area di rigore (16,50 m); andata eseguendo un esercizio e ritorno camminando: divaricata sagittale, flessione ginocchio al petto
camminando, passo saltellato, skip ecc.
6. 15' – correndo si percorre il lato lungo del
campo in un tempo determinato che viene scandito
dall’allenatore fisico (evidentemente ricavato dai dati
raccolti col Polar e tarato per lavorare in maniera specifica). Undici prove in 21" con un recupero di 1'.
l’ allenatore
• gruppo 2: esercizi di rilassamento muscolare
con cilindro (principio della fibrolisi)
• gruppo 3: tecnica in condizioni di equilibrio
precario (difficoltato). Si lavora a terne; uno
lavora e due passano la palla con le mani
(quindi diventa molto importante anche la
precisione del passaggio con le mani; ricordare l’importanza del concetto di gerarchia
strutturale e funzionale degli arti superiori rispetto a quelli inferiori nell’essere umano). La
palla viene colpita sempre avendo a terra un
solo piede e l’altro sollevato (si tiene a terra il
piede interno rispetto alla direzione di provenienza della palla).
Ore 18.10: fine dell’allenamento.
Mercoledì 3 luglio 2013 - Inizio allenamento ore 10.30
1. 2' di spiegazioni dell’allenatore.
2. 16' di riscaldamento fra cinesini a circa 20
metri di distanza. Andata eseguendo l’esercizio e
ritorno in souplesse. Il recupero viene scandito
naturalmente quando l’allenatore fisico spiega
gli esercizi.
Fase di riscaldamento.
Fig. 9. Riprese in allungo.
3. 15' di studio del ritmo e lavoro fisiologico
sulla cinematica di corsa.
• i giocatori sono disposti in riga lungo tutto il
lato corto del campo: 4 riprese per 20" percorrendo il lato lungo del campo, recupero 30".
• 8 riprese per 50 m circa in allungo con 50" di
recupero (fig. 9).
4. 4' – su metà campo, a terne; passaggi spostandosi per il campo, e cambiando continuamente posizione rispetto ai compagni.
5. 15' – due campi di circa metri 15 x 30; in
ogni campo si gioca un 5vs5 più 2 jolly; i jolly
sono collocati sui lati brevi del rettangolo; a ogni
11
l’ allenatore
allenatore sul campo
prova cambiano i jolly a eccezione del portiere,
che rimane sempre; cinque ripetizioni da 2' con
1' di recupero (fig. 10).
centrali e costringerli a sviluppare quindi una
buona circolazione di palla (fig. 11).
Fig. 10. 5vs5 con jolly sui lati brevi.
6. 16' – su poco meno di tre quarti di campo
si gioca un 8vs8 più 1 portiere; le due squadre
sono schierate, una col modulo 2-3-3 (squadra
che si allena), l’altra con un 3-3-2; il campo è disegnato da una parte con un semicerchio perché
la squadra che si allena, non avendo i terzini,
non ha bisogno dello spazio per andare sul fondo a crossare; le punte esterne quindi, mediante
la forma del campo, vengono “costrette” a tagliare per entrare dentro e andare alla conclusione;
la porta è sguarnita e le punte esterne, quando
arrivano dentro al cerchio di centrocampo (o dopo la metà campo), possono concludere a rete
avendo solo l’opposizione dei difensori avversari;
de Boer chiede continuamente alla squadra allenatrice di portare il pressing sui due difensori
Fig. 11. 8vs8 con portiere su tre quarti circa del campo.
7. 19' – due tempi (9' più 8'; recupero 3'),
partita a tutto campo 11vs11.
8. 10' – solito lavoro di gruppo con vari tipi
di addominali, laterali, lombari e braccia guidato
da de Jong. Tutti i giocatori in cerchio che “lavorano” in serenità e armonia!
Ore 12.35: fine dell’allenamento.
Giovedì 4 luglio 2013 - Inizio allenamento ore 10.30
1. 3' di spiegazione del programma da parte
di Frank de Boer; tutti indossano la fascia col
Polar.
12
2. 10' di torello 11vs2, su campo circa metri 8
x 8, due gruppi in due campi adiacenti.
• B – in decubito coi cilindri, poi in piedi per lavoro sul treno inferiore con movimenti molto lenti
• C – tecnica a terne come l’allenamento del
martedì (?)
• mentre i compagni fanno il circuito, i portieri
fanno lavoro di balzi di vario tipo fra ostacoli.
3. Circa 37' – su metà campo circa, circuito
con tre stazioni, tre gruppi, circa 12' per stazione:
• A – palloni medicinali a terra e in ginocchio
sui tappetini
4. 12' – sul lato di una metà campo, circuito
con due stazioni; la squadra è divisa in due gruppi:
• A – alterofilia (allenamento con pesi), mezzo
squat lento; durata del ciclo 4"
allenatore sul campo
sempre in forma decisa (secco); si cura molto il
controllo orientato in ricezione; chi passa chiama
ad alta voce il compagno a cui viene indirizzato il
passaggio; dopo il passaggio si scorre di una posizione; quattro modalità esecutive (fig. 12).
l’ allenatore
• B – mezzo squat con pallone medicinale al petto (appoggiato sulle mani, palmo in alto); durata del ciclo 5".
Frank de Boer, allenatore dell’Ajax.
5. 11' – tecnica a coppie, un pallone ogni quattro giocatori; conduzione della palla su un campo
a forma di rettangolo (circa metri 10 x 20); i giocatori si muovono sul lato corto portando palla al
compagno di fronte; pochi secondi di durata per
ogni esercizio, al massimo 30"-40", in modo che
ogni giocatore esegua una o due volte l’esercizio:
• di esterno piede
• tocco di interno bilaterale
• tocchi bilaterali, far rotolare di interno e passaggio
• interno, esterno sinistro e destro
• piroetta con l’interno dopo la conduzione, subito dopo passaggio al compagno
• piroetta con l’esterno dopo la conduzione, subito dopo passaggio al compagno
• palla dietro la gamba d’appoggio dopo la conduzione, una volta di destro e una volta di sinistro, poi passaggio al compagno
• uncino e via di esterno piede, una volta di sinistro e una volta di destro dopo la conduzione,
poi passaggio al compagno
• Rivelino destro e sinistro e poi passaggio al
compagno
• passaggio al compagno che riceve e conduce a
piccoli passi, passo e tocco, portando la palla al
compagno che l’aveva passata.
6. 10' – giocatori disposti a triangolo come in
figura; ci sono tre triangoli; passaggio effettuato
Fig. 12. Triangoli con passaggio e scorrimento.
• 1: A-B-C-A
• 2: D-E che va incontro e mette sulla corsa di F;
F conduce fino al punto di partenza D
• 3: G-I-G-H-G che si è spostato in posizione 3
(uno-due e passaggio al terzo)
• 4: 1-2-1-3-2, in questo esercizio il triangolo si
trasforma, durante l’azione, in un quadrato perché L, dopo aver messo la palla, si allarga e fa un
uno-due con K che arriva, L poi dà palla a J.
7. 10' – 6vs6 più 1 jolly più due sponde (di
due colori diversi) per ogni lato; tre tempi da circa 2’30" con 1' di recupero fra un tempo e l’altro; il campo è al centro ed è largo metri 40 e
lungo 35 circa (doppia area di rigore; fig. 13).
Fig. 13. 6vs6 con 1 jolly e sponde.
13
l’ allenatore
allenatore sul campo
Nota bene: i portieri hanno lavorato per proprio conto, facendo prima esercizi di forza con
ostacoli intervallati da esercizi di ripresa del gioco
con i piedi, poi, ricevendo palla dal fallo laterale,
comportamenti per l’impostazione del gioco.
8. 10' – solito lavoro a terra che conclude le sessioni di allenamento. Nota bene: Stam, come tutti
i giorni, fa circa 20'-30' di lavoro supplementare (si
spostano nell’altro campo quando la “squadra” inizia a fare gli esercizi autonomi di fine allenamento)
con quattro-cinque ragazzi più giovani.
Ore 12.30: fine dell’allenamento. Nota bene:
nel pomeriggio un gruppo ha fatto rigenerazione
in hotel, mentre l’altro ha svolto un allenamento
in mountain bike (di cui però non conosco tempi di lavoro e durata complessiva).
Venerdì 5 luglio 2013 - Inizio allenamento ore 10.30
1. 2' – tutti indossano fascia con Polar; spiegazione di Frank de Boer.
2. 12' – guida il riscaldamento l’allenatore fisico.
• conduzione palla nel traffico in vari modi
• non più di 30" per tipologia di conduzione
• palleggi coi piedi
• palleggi piede-coscia-testa
• esercizi con le mani per sensibilizzazione, tipo
basket ecc.
• ci si sposta in successione dopo aver calciato. Si
va da una linea di fondo all’altra, passando per
ognuna delle posizioni intermedie.
6. 25' – possesso-palla 8vs8 più 3 jolly; campo di larghezza corrispondente alla larghezza dell’area di rigore e lungo metà distanza fra la linea
di centrocampo e l’area di rigore, più due volte
ovviamente (da una parte e dall’altra della metà
campo).
3. 3' – 10 metri di skip in varie modalità, ritorno in souplesse; i portieri vanno col loro allenatore
4. 8' – 8 allunghi su circa 50 metri mantenendo le distanze dai compagni e cercando una leggera progressione, recupero circa 50".
5. 9' – tre campi da 12 giocatori. Un pallone
per campo. Si gioca a un tocco. Palla sempre a terra. Tre serie della durata di 2’30” ciascuna, recupero 1’ fra le serie, durante il quale il collaboratore
tecnico dà spiegazioni o fa osservazioni sullo svolgimento dell’esercizio.
Fig. 15. Possesso-palla 8vs8 su campo ridotto.
7. 14' – 11vs11 a tutto campo; due tempi: il
primo di 5' e il secondo di 9'.
14
Fig. 14. Dodici giocatori, giuoco a un tocco, palla a terra.
8. 8' – cinque ripetizioni di corsa sul lato lungo del campo, tempo 21" circa, recupero 50"
(l’allenatore fisico lavora sulle distanze di circa
100 metri, lato lungo del campo, e 50 metri,
metà campo, ripetizioni e tempi di percorrenza
sono legati ai ruoli e ai riscontri ottenuti con il
Polar durante gli allenamenti e, probabilmente,
le partite).
allenatore sul campo
La squadra si trasferisce poi a Dresda dove il
giorno successivo è impegnata in un’amichevole
contro la Dynamo.
Ore 12.20: fine dell’allenamento.
Sabato 6 luglio 2013 - Dynamo Dresda-Ajax 0-3
Dynamo Dresda Kirsten; Gueye, Brégerie,
Ouali (Stefaniak), Losilla, Kempe, Dedič (Benyamina), Menz, Schuppan, Müller, Sušac.
Ajax (primo tempo) Vermeer; Ligeon,
Veltman, Moisander, Boilesen, Poulsen, de
Jong, Eriksen, Boerrigter, Sigþórsson, Fischer.
Secondo tempo: Cillessen, Newport, Sporkslede, Denswil, Koppers, Schøne, Klaassen, Serero, Sana, Hoesen, Andersen.
l’ allenatore
9. 10' – solito lavoro a terra che conclude le
sessioni di allenamento.
Reti: 3' e 22' Eriksen, 48' Hoesen
0-3
L’esultanza dei lancieri di Amsterdam.
15
l’ allenatore
allenatore sul campo
Domenica 7 luglio 2013 – Riposo
Lunedì 8 luglio 2013 - Mattina - Inizio allenamento ore 10.30
1. 1'30" – indicazioni di Frank de Boer.
2. 18' – riscaldamento con l’allenatore fisico.
• si eseguono le solite andature per 20 metri circa,
il ritorno inizialmente in souplesse poi al passo
• esercizi di allenamento funzionale
• esercizi di forza propriocettiva, con mani poggiate alla recinzione, di monoskip e skip eseguiti
molto lentamente. Poi più velocemente viene
eseguito il monoskip
• divaricate sagittali avanzando (esecuzione sempre
molto lenta), poi leggermente più veloci con sosta alla divaricata
• divaricata sagittale in avanzamento senza sollevare il bacino
• skipping simultaneo con salita di un solo ginocchio
• passo saltellato
• balzi alternati verso l’alto
• sprint di circa 20 metri; i portieri si spostano col
loro allenatore.
3. 12' – accelerazioni: 9 riprese per 30 metri circa, recupero 50" fra una prova e l’altra.
Fig. 16. Accelerazioni.
16
4. 11' – esercitazione tecnica eseguita nel cerchio di centrocampo. Un gruppo di giocatori è disposto sulla circonferenza con un pallone a testa;
l’altro gruppo è sparso dentro il cerchio, de Boer è
sul cerchio con quelli che “danno” la palla.
• interno piede sulla palla passata con le mani
dal compagno
• controllo di petto e restituzione di interno piede
• controllo di petto e restituzione di collo pieno
piegandosi di lato
• due palleggi di coscia e ritorno di collo piede
• due palleggi di coscia e ritorno di interno piede
• palla a terra, uno-due col compagno fermo
• ricezione con controllo orientato, giocata con
palla dietro la gamba d’appoggio e restituzione
• corsa di smarcamento, ricezione con controllo
orientato e passaggio.
5. Stam si sposta con quattro giocatori nella
zona “istruzione”. Poi il solito esercizio costituito da passaggio dopo spostamento arretrando rapidamente in divaricata sagittale, cambiando
ogni due appoggi orientamento del corpo.
6. 17' – possesso-palla 8vs8 più 3 jolly. La zona di campo dove si effettua l’esercitazione è
sempre la stessa (vedi fig. 15); 6 serie da 1'30"
circa con 1' di recupero; a ogni ripetizione cambiano i jolly; la palla, salvo rarissime eccezioni, si
alza solamente nei cambi di gioco.
7. 35' – partita 11vs11 a tutto campo; tre
tempi di 9' con 4' di intervallo; nel primo e nel
secondo tempo non si battono i calci d’angolo, il
gioco riprende dal portiere della squadra che ha
conquistato palla; nel terzo tempo si battono i
calci d’angolo; chi non gioca (de Boer a ogni
tempo cambia alcuni giocatori) va con Stam nella zona “istruzione” (oltre ai soliti esercizi, nell’ultima parte, inserisce l’esercitazione 1vs1 più
portiere); in una delle ultime prove un giocatore
(uno dei ragazzi giovani) si fa male, temo anche
seriamente, a un ginocchio. Aveva tutta l’aria di
una distorsione.
8. 10' – solito lavoro a terra che conclude le
sessioni di allenamento.
Ore 12.30: fine dell’allenamento.
allenatore sul campo
l’ allenatore
Lunedì 8 luglio 2013 - Pomeriggio - Inizio allenamento ore 16.30
Una fase dell’allenamento del lunedì.
1. 7' – torello 10vs2; due campi da circa 8 m
di lato; in un campo i giovani, nell’altro i vecchi;
sei serie da circa 45"; tutti i giocatori di un gruppo sono numerati da 1 a 12 (dieci sono all’esterno in uno dei quadrati e due sono a contrastare
nell’altro campo); a ogni cambio, due giocatori
di un gruppo vanno nell’altro quadrato. In questo modo i giovani contrastano i vecchi dentro il
loro quadrato e viceversa; vince la squadra che,
nonostante l’opposizione dei giocatori dell’altro
gruppo, riesce a realizzare il maggior numero di
passaggi senza intercetto.
2. 34' – circuito con tre stazioni.
• A – tecnica a terne, ogni esercizio dura circa
1'30"
• B – potenziamento con palla medica, anche a
coppie, anche con elastici alle caviglie e alle ginocchia
• C – esercizi tipo fibrolisi con cilindri, mobilità
coxo-femorale con ostacoli (spostamento laterale facendo passare un arto alla volta ecc.), allenamento funzionale propriocettivo.
3. i portieri si trasferiscono col loro allenatore; gli altri, con l’allenatore fisico, fanno ripetute
di corsa su metà campo, 10 riprese di circa 9",
recupero 30" più 8 riprese sul lato del campo per
circa 21", recupero 50" circa.
Ore 17.50: fine dell’allenamento e fine del ritiro in Austria!
Le impressioni di Enrico Talpo
er analizzare in maniera realistica e il più
possibile approfondita il pianeta Ajax senza
cadere nei luoghi comuni e nella retorica è necessario, almeno, precisare alcuni aspetti legati
all’impostazione e ai criteri seguiti dallo staff
guidato da Frank de Boer durante il ritiro di
Neustift dal 1° al 9 luglio 2013.
L’allenamento poteva essere singolo o doppio nel corso della giornata. Se era singolo si sviluppava con una scansione abbastanza regolare,
P
costituita da un riscaldamento, quasi sempre
condotto da uno degli allenatori fisici, da una
parte tecnica e da una parte tattica, guidata direttamente da Frank de Boer o da uno dei suoi
collaboratori e veniva concluso con un defaticamento gestito direttamente dai giocatori (uno
degli “anziani” guidava gli esercizi e gli altri, in
cerchio e in armonia, eseguivano tutti insieme).
Se invece la seduta era doppia, mattino e pomeriggio, veniva eseguita la parte tecnico-tattica al
17
l’ allenatore
allenatore sul campo
18
mattino e la parte atletico-motoria al pomeriggio. Questo, ovviamente, in linea di massima.
Ci sono elementi didattici, sociali e pedagogici che sono caratteristica peculiare di questo
club e vengono rappresentati molto bene dallo
staff che attualmente guida la squadra dei lancieri olandesi. La cosa che mi ha colpito maggiormente, vista la storia e il blasone di questa
grande squadra e di questa grande società, è stato l’atteggiamento, il comportamento e la grande disponibilità dimostrata da tutti i giocatori e
dallo staff. Tanto più i giocatori erano bravi,
tanto più dimostravano professionalità e semplicità nel modo di fare e di comportarsi nonché
serietà nell’impegno e nell’applicazione. È unica
la “filosofia” dell’Ajax, i concetti che cerca di far
acquisire e di far esprimere a tutti i giocatori. Fa
parte della storia e del DNA di questo grandissimo club. Una squadra universale dove tutti sono al servizio di tutti e del gioco. Un gioco armonioso, fluido, piacevole, attraente, dove il
“ritmo” che si utilizza durante le esercitazioni e
le partite assume quasi un andamento musicale.
Ci sono alcuni principi basilari da cui tutto lo
staff non si discosta mai, neppure un momento.
Tutto questo è antico e nello stesso tempo moderno, tradizionale e rivoluzionario, decadente e
innovativo... È il calcio olandese nella sua essenza, nella sua tradizione e nella sua, forse, più
grande caratteristica, la semplicità attraverso la
quale si esprime! La grande cura per i particolari
è poi un altro aspetto che va sottolineato. Concetti semplici attraverso i quali ogni giocatore da
il meglio di sé al servizio della squadra, del progetto e del divertimento. Questi aspetti riescono
a trasformare il gioco dell’Ajax in un qualcosa di
unico e affascinante.
Lo stile che ho visto utilizzato durante il training era molto socievole, stimolante, motivante
in una parola. Si cerca continuamente la partecipazione attiva dei giocatori attraverso il loro
coinvolgimento. L’utilizzo della creatività individuale all’interno dello spartito che la squadra
interpreta è una costante, come un fil rouge che
collega giocatori, staff e pubblico. Quasi un rito
collettivo! Le pause introdotte durante le varie
esercitazioni venivano gestite per rappresentare
ai giocatori le esigenze insite in un sistema di
gioco, in un modello espressivo dove il rispetto
di alcune regole basilari e dei tempi, la gestione
degli spazi, tranquillità e semplicità nella gestione della palla e dei movimenti guidano i giocatori nella fase di possesso e, cosa estremamente
importante, di non possesso della palla.
Un altro aspetto determinante riguarda la
qualità dell’allenamento che è sempre stata molto buona. La costante partecipazione dei giocatori, la loro alta motivazione, unite al fatto che
venivano richiesti obiettivi raggiungibili (e quasi
sempre raggiunti durante gli allenamenti), faceva in modo che al termine il consuntivo potesse
sempre essere giudicato positivamente. Nel
complesso, insomma, e nel rispetto di una certa
filosofia di gioco, c’erano gli elementi fondamentali che stanno alla base del loro modello
espressivo. Gli aspetti coordinativi, tecnici, tattici e fisiologici essenziali (quindi un insieme pedagogico di alto livello) erano sempre rispettati
e presenti nel menu quotidiano. High quality!
Frank de Boer mi ha fatto un’ottima impressione. Carismatico, attento, scrupoloso, preparato, ha mostrato qualità importanti e molta
umiltà, intesa nel senso positivo e più alto del
termine. Conoscitore del gioco e dello “stile”
Ajax fin nei minimi particolari, si è sempre distinto per la tempestività e la precisione negli interventi. Ha avuto una “presenza” costante e decisiva in ogni momento e in ogni situazione.
Credo che solo “vivendo” da vicino una
realtà come quella della squadra olandese si riesca a capire, a respirare, a comprendere perché e
come una nazione come l’Olanda, con pochi
abitanti e con un’estensione territoriale così limitata, sia, da decenni, una stella cometa nel firmamento del calcio internazionale e abbia segnato – lo sta ancora facendo e, credo, continuerà a farlo per molto tempo – col proprio stile
di gioco e di comportamento la storia di questo
meraviglioso sport che è il calcio. Il fatto stesso
che un personaggio come Johan Cruijff sia ancora un punto di riferimento luminoso e importante nel calcio olandese e che Aloysius Paulus
Maria “Louis” van Gaal sia stato nominato CT e
responsabile dell’attività tecnica della Federazio-
allenatore sul campo
mostri sacri come Rinus Michels e Stefan
Kovács. Non si rincorrono le mode ma, al contrario, si cerca di migliorare e perfezionare un
modello che è stato e continua ad essere (Barcellona docet) un punto di riferimento per tutte le
migliori squadre del mondo.
l’ allenatore
ne olandese, la dice lunga sul valore e sull’importanza che si dà in Olanda alla “scuola” e alla
tradizione che così tanto ha dato in termini di
spettacolo e di apprezzamento, senza parlare dei
risultati certamente significativi a livello internazionale. Continua insomma la strada tracciata da
Enrico Talpo
Diplomato presso l’ISEF di Torino e laureato in Scienze motorie presso l’Université Claude Bernard Lyon 1
(Lione, Francia), è insegnante di educazione fisica presso il liceo classico G. Plana di Alessandria e tecnico specialista nel settore ostacoli e velocità della FIDAL. Ha conseguito il patentino di allenatore di base UEFA B e allenato numerose squadre, tra le quali, ultime in ordine temporale, l’US Nicese (campionato Promozione piemontese) e gli allievi nazionali professionisti dell’US Alessandria Calcio.
Massimo Lucchesi
Nato a Viareggio il 25 gennaio 1968.
Allenatore di base. Autore di numerosi libri e DVD inerenti gli aspetti tecnico-tattici del gioco del calcio tradotti
e pubblicati anche in inglese, tedesco, russo, greco e croato. Editore e direttore del sito www.allenatore.net e della omonima casa editrice. Ha partecipato come relatore a numerosi seminari, prevalentemente all’estero.
19
l’ allenatore
primo piano
Rivera e Pancalli, scelte di valore
dalla Redazione
ue dirigenti di assoluto valore, ma prima
ancora due uomini di sport, nel senso pieno del termine, capaci di unire spessore
tecnico, esperienza ed entusiasmo,
interpreti dell’etica e dei valori che
il movimento esprime. Gianni Rivera, uno dei più grandi simboli del
nostro calcio, settant’anni compiuti
il 18 agosto scorso, primo italiano
(dopo l’oriundo Sivori) a vincere il
Pallone d’Oro (1969), guiderà il
Settore Tecnico di Coverciano, dopo le dimissioni di Roberto Baggio
nello scorso gennaio. Rivera lascia
la carica di presidente del Settore
Giovanile e Scolastico a Luca Pancalli, quarantanove anni, che gli subentra.
Con queste nomine, assunte dal Consiglio Federale su proposta del presidente federale Giancarlo Abete, alla fine di agosto, l’organigramma federale assume la sua forma definitiva al termine
della stagione dei rinnovi elettorali, avviata nel gennaio
scorso.
È del tutto evidente
che Abete, operando
d’intesa col presidente
dell’AIAC, Renzo Ulivieri
(come da statuto), ha puntato per queste nomine su due figure
D
che risultassero di primissimo livello. Sottolineare
questo aspetto a proposito di Rivera diventa pleonastico: campione d’Europa 1968 e vicecampione
del Mondo nel 1970 con la maglia
della Nazionale. Dopo aver esordito a quindici anni in serie A con l’Alessandria, ha collezionato oltre 650
presenze con la maglia del Milan,
vincendo ogni genere di trofeo, anche internazionale. “Cosa ricordo
della mia gioventù? Che non sono
mai stato giovane…”, questo diceva di sé Rivera a Gianni Mura: la testimonianza di un’esperienza sempre vissuta con responsabilità e
impegno, al di là del talento enorme.
Un modus che ne ha sempre contraddistinto l’opera anche da dirigente.
Lo stesso si può dire, con un percorso e una
realtà diverse, per Luca Pancalli. Per lui si tratta di
un ritorno in Federcalcio, dove è stato commissario straordinario nel periodo più
difficile della storia federale recente, quella a cavallo
tra il 2006 e 2007, i mesi drammatici di Calciopoli e esaltanti della vittoria mondiale. Con
Pancalli arriva al Settore
Giovanile e Scolastico
un nuovo Se-
Luca Pancalli,
subentrato a Rivera
alla guida del
Settore Giovanile
e Scolastico.
20
Gianni Rivera,
nuovo presidente
del Settore Tecnico.
primo piano
l’ allenatore
gretario, Patrizia Recandio. Nel Consiglio Diretche per quanto riguarda la struttura degli organi ditivo del Settore Tecnico confermata la presenza di
rettivi e questo ci consente di poter programmare
Giuliano Ragonesi, segrei prossimi quattro anni di
tario dell’AIAC. Tra le nuoUno dei simboli più grandi lavoro”.
ve nomine di rilievo, quelCome detto, anche
le di due ex-azzurri come
Renzo Ulivieri ha dato
del nostro calcio eredita
Simone Perrotta, campioconvintamente il proprio
la
presidenza
del
Settore
ne del Mondo nel 2006,
placet all’intera operazionominato vicepresidente
ne, superando le polemiTecnico,
lasciando
il
Settore
del Settore Giovanile e
che striscianti che si erano
Scolastico e l’ex-portiere
avute in materia di iter sulGiovanile e Scolastico
della Nazionale Luca Marla nomina del presidente
chegiani, entrato nel Cona un’altra figura di altissimo del Settore Tecnico, attesiglio Direttivo del Settoso adesso da una lunga stalivello, già presidente
re Tecnico.
gione impegnativa. Rivera
Il presidente Giancarlo
presenterà il suo programdel
Comitato
Italiano
Abete ha avuto modo di
ma in Consiglio Federale
sottolineare il senso e il vaper tracciare le linee guida
Paralimpico
lore di queste scelte: “Sono
del suo mandato. Compimolto soddisfatto sia per la disponibilità di Panto non meno delicato quello di Pancalli: integracalli e Rivera, sia per l’unanimità che hanno ricezione, lotta al bullismo, lotta al razzismo sono i tevuto in Consiglio. C’è stata piena condivisione anmi caldi della sua presidenza.
Pallone d’Oro, dirigente sportivo e politico:
una vita da protagonista
Da Nereo Rocco a Sandro Mazzola, dal Milan alla Nazionale, Gianni Rivera
ha vinto tutto tranne un Mondiale: una stella che ha fatto sempre parlare di sé
ianni Rivera è nato ad Alessandria il 18 agosto 1943. È stato il primo Pallone d’Oro italiano nel 1969 ed è considerato uno dei più grandi numeri dieci della storia del calcio. Occupa la
G
ventesima posizione nella speciale classifica dei
migliori calciatori del XX secolo di IFFHS e dal
2004 è stato inserito nella FIFA 100, la lista dei
più grandi giocatori viventi selezionata da Pelè e
Gianni Rivera, il primo calciatore italiano (dopo l’oriundo
Omar Sivori) a ricevere il Pallone d’Oro nel 1969.
Il dualismo Mazzola-Rivera ha segnato non solo il derby
meneghino, ma anche la Nazionale.
21
l’ allenatore
primo piano
Rivera è stato a trentasei anni il capitano e il trascinatore
del Milan nella stagione della stella (1977-78).
22
dall’organizzazione internazionale in occasione
del suo centenario. In serie A esordì a quindici
anni con la maglia dell’Alessandria. Nel 1960
passò al Milan nel quale militò per diciannove
stagioni, vincendo tre volte lo scudetto nel 1962,
nel 1968 e nel 1979, due volte la Coppa dei Campioni, nel 1963 e nel 1969, due volte la Coppa
delle Coppe, nel 1968 e nel 1973, una Coppa
Intercontinentale nel 1969. L’uomo più importante per la sua maturazione, con cui creò un rapporto straordinario, fu il tecnico Nereo Rocco
che lo definì “genio”: per lui Rivera arrivò a rompere col patron del Milan Albino Buticchi, che
aveva allontanato l’allenatore, e ad annunciare
l’addio al calcio nel maggio del 1975, salvo tornare nel novembre di quello stesso anno con Rocco di nuovo in panchina e una nuova proprietà.
A trentasei anni partecipò alla vittoria dello scudetto della stella milanista, nel 1979 con Nils
Liedholm allenatore. Celebrate le cinquecento
partite col Milan, in quella stagione e nella partita decisiva col Bologna per l’acquisizione di quel
decimo scudetto, Rivera annunciò il ritiro definitivo: 684 presenze e 170 reti da professionista,
di cui 658 e 164 nel Milan. In A 527 gare e 128
reti (501 e 122 in rossonero). Debuttò in Na-
zionale nel 1960 aprendo la storia di un rapporto turbolento con la maglia azzurra: gli anni Settanta videro un lungo dualismo con Mazzola che
condizionò il percorso alla spedizione azzurra nel
Mondiale in Messico di quell’anno, in cui anche
Rivera alla fine si laureò vicecampione del Mondo, dopo lo storico 4-3 alla Germania in semifinale e poi il crollo con il Brasile. Era stato campione d’Europa nel 1968.
Il giorno del ritiro dal calcio giocato, il presidente del Milan Colombo lo nominò vicepresidente, carica che mantenne fino al 1987. Furono però gli anni tristi del Totonero e di un’altra
retrocessione poi maturata sul campo (al ritorno
nella massima serie dopo la penalizzazione). Rivera mantenne la vicepresidenza anche con Farina e uscì con l’avvento di Silvio Berlusconi.
Dall’87 parte anche la sua carriera politica, quando gli venne chiesto di candidarsi per la Democrazia Cristiana e venne eletto nella circoscrizione Milano-Pavia. Fu rieletto nel 1994 con il Patto
Segni che poi lasciò per entrare in Rinnovamento
Italiano e nei Democratici di Prodi che poi confluirono nella Margherita. È stato sottosegretario alla Difesa per i governi Prodi I, D’Alema I e
Amato II. È stato consigliere per le politiche sportive al Comune di Roma dal 2001 e dal 2005 è
entrato al Parlamento Europeo. Nel 2013 ha tentato la scalata al Senato con il Centro Democratico senza riuscirci.
Nel frattempo, nel 2010, fu chiamato da
Giancarlo Abete come presidente del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC. E ora ha lasciato
quell’incarico per assumere la guida del Settore
Tecnico.
Gianni Rivera durante un suo intervento pubblico.
primo piano
Da commissario straordinario della FIGC, nel 2007,
Luca Pancalli, dopo Catania-Palermo e la morte dell’ispettore
di Polizia Filippo Raciti, sospese tutti i campionati
L
uca Pancalli è nato a Roma il 16 aprile 1964.
È stato pentatleta e nuotatore, oggi è un dirigente sportivo. Dopo aver vinto tre campionati italiani giovanili di pentathlon moderno tra il
1978 e il 1980, nel 1981 una caduta da cavallo,
alla sua prima convocazione in Nazionale durante un concorso in Austria, lo rende paraplegico. La sua attività sportiva continua ai massimi livelli nei Giochi Paralimpici: tra Stoke
Mandeville e New York 1984, Seoul 1988, Barcellona 1992 e Atlanta 1996, vince otto ori, sei
argenti e un bronzo. Ha collezionato altri otto
ori e due argenti ai Mondiali e sei ori agli Europei.
Si laurea in giurisprudenza alla Sapienza di
Roma: avvocato, ricopre la carica di vicepresidente del CONI nei quadrienni 2004-2008 e
2008-2012. Nel 2000 viene eletto presidente della Federazione Italiana Sport Disabili e da lì diventa promotore e artefice della nascita e dello sviluppo del Comitato Italiano Paralimpico (CIP)
del quale è tuttora presidente. Dal 2005 diventa
anche segretario generale del Comitato Paralimpico Europeo (EPC). È stato uno dei promotori,
con Tiziana Nasi, delle Paralimpiadi in Italia e
della cerimonia di apertura dei IX Giochi Paralimpici Invernali di Torino 2006.
Il 21 settembre 2006, a seguito delle dimissioni di Guido Rossi, è stato nominato commissario straordinario della FIGC: prese posizione,
criticandola, sulla scelta di Rossi di assegnare lo
scudetto 2006 all’Inter, dicendo che sarebbe stato meglio non assegnarlo. E dopo i fatti di Catania, prima del derby col Palermo del 2 febbraio
Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico e neopresidente del Settore Giovanile e Scolastico.
Luca Pancalli, valente pentatleta in gioventù, ha vinto decine di medaglie nei Giochi Paralimpici.
l’ allenatore
Atleta iridato, dirigente illuminato
anche nell’impegno paralimpico
23
l’ allenatore
primo piano
2007 in cui perse la vita l’ispettore della Polizia
di Stato Filippo Raciti, sospese le gare di tutti i
campionati di calcio dalla serie A alle giovanili sine die. Si è dimesso dalla carica mantenendo gli
impegni istituzionali tra CONI e CIP: in questa veste è stato tra i promotori della Città dello Sport
Paralimpico, impianto modello a livello mondiale in fase di costruzione a Roma. Attualmente dirige l’Istituto di Scienza e Medicina dello
sport del CONI, tra il febbraio 2011 e il 2012 è
stato commissario straordinario della Federazione Italiana Danza Sportiva.
La sua carriera ha avuto anche passaggi politici: è stato candidato del Partito Socialista nel
1992, e fa parte della giunta comunale di Roma con il sindaco Ignazio Marino. Ora ha assunto la guida del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC.
PRESIDENTI DEL SETTORE TECNICO DAL 1958
Dante Berretti, Mario Zappa, Walter Mandelli
Franco Carraro, Artemio Franchi, Federico Sordillo
Teodosio Zotta, Giancarlo Abete, Massimo Moratti
Raffaele Ranucci, Lorenzo Righetti, Giancarlo Abete
(Commissario), Mario Valitutti, Innocenzo Mazzini
(Commissario), Enzo Bearzot, Azeglio Vicini, Roberto
Baggio, Gianni Rivera
ORGANIGRAMMA DEL SETTORE TECNICO
CONSIGLIO DIRETTIVO
Artemio Franchi, reggente del Settore
Tecnico nei primi anni Ottanta.
Presidente
Gianni Rivera
Vicepresidenti
Ermelindo Bacchetta (LND), Enrico Demarchi (FIGC)
Giuseppe Marotta (Lega Serie A)
Componenti
Enrico Castellacci (LAMICA), Claudio Garzelli (ADISE)
Stefano Fiorini (AIPAC), Salvatore Lombardo (Lega Pro)
Luca Marchegiani (AIC), Cesare Prandelli (Commissario
Tecnico Squadra Nazionale), Giuliano Ragonesi (AIAC)
Alfredo Trentalange (AIA), Alessio Secco (Lega Serie B)
COMITATO ESECUTIVO
24
Il “vecio” Enzo Bearzot, CT dell’Italia campione nel 1982, ha assunto la presidenza
del Settore Tecnico prima del suo successore
sulla panchina azzurra, Azeglio Vicini.
Presidente
Gianni Rivera
Vicepresidenti
Ermelindo Bacchetta, Enrico Demarchi, Giuseppe Marotta
primo piano
Segretario e responsabile
del Centro Tecnico Federale
Paolo Piani
Segretario amministrativo
Ilaria Gioia
l’ allenatore
Componenti
Salvatore Lombardo
Luca Marchegiani
Giuliano Ragonesi
SCUOLA ALLENATORI
Giuseppe Marotta, vicepresidente del Settore Tecnico.
Direttore
Renzo Ulivieri
SEZIONE MEDICA
Responsabile
Paolo Zeppilli
Coordinatore
Maria Grazia Rubenni
LABORATORIO DI METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
E BIOMECCANICA APPLICATA AL CALCIO
Responsabile
Carlo Castagna
CENTRO STUDI E RICERCHE
Responsabile
Enrico Demarchi
Coordinatore
Felice Accame
UFFICIO STAMPA E DIREZIONE NOTIZIARIO
Franco Morabito
COMMISSIONE DISCIPLINARE
Il commissario tecnico azzurro Cesare
Prandelli, consigliere del Settore Tecnico.
Presidente
Alberto Maria Bruni
25
l’ allenatore
primo piano
Vicepresidente
Giovanni Taddei Elmi
Componenti
Gaetano Casale, Salvatore Scarfone
ORGANIGRAMMA DEL SETTORE GIOVANILE E SCOLASTICO
Presidente
Luca Pancalli
Vicepresidenti
Luigi Repace (LND)
Roberto Samaden (LNP)
Simone Perrotta (AIC)
Franco Causio, consigliere del Settore
Giovanile e Scolastico.
Segretario
Patrizia Recandio
Segretario Amministrativo
Ilaria Gioia
CONSIGLIO DIRETTIVO
Giorgio Molon (Lega B)
Pietro Vavassori (Lega Pro)
Paolo Anselmo (AIAC)
Camillo Acri (AIA)
Franco Causio (FIGC)
Ermanno Cortis (FIGC)
Antonio Lombardo
Don Aldo Rabino
Ottavio Bonincontro (FIGC)
Fabio Bresci (LND)
Piero Di Cristinzi (LND)
Ottorino Giugni
COMMISSIONE PER L’ATTIVITÀ SCOLASTICA
Presidente
Ermanno Cortis
Coordinatore
Barbara Benedetti
26
Stefano D’Ottavio, docente universitario
e collaboratore de “l’Allenatore”, coordinatore della commissione per l’attività di
base del Settore Giovanile e Scolastico.
Componenti
Roberto Bellocci, Lucia Castelli, Gino De Vecchis, Enrica
Nisi, Antonio Piccolo
primo piano
Presidente
Salvatore Colonna
Coordinatore
Stefano D’Ottavio
Componenti
Stefano Bonaccorso, Giancarlo Camolese, Alberto Cei, Rita
Guarino, Luca Marchegiani, Roberto Menichelli, Giorgio
Molon, Sergio Roticiani, Maurizio Viscidi
Maurizio Viscidi, collaboratore abituale de
“l’Allenatore”, componente della commissione per l’attività di base del Settore Giovanile e Scolastico.
l’ allenatore
COMMISSIONE PER L’ATTIVITÀ DI BASE
COMMISSIONE MEDICA
Massimo Blondett, Giuseppe Capua, Vincenzo Castelli
Luigi Colombo, Paolo Zeppilli
www.settoretecnico.figc.it
Il Centro Tecnico Federale di Coverciano a Firenze. Sullo sfondo l’edificio che ospita la palestra.
27
l’ allenatore
primo piano
Gli infortuni nel campionato
di serie A 2012-2013
di Roberto Sassi e Dario Gastaldi
Confrontando le medie assolute e quelle relative
ai gironi di andata e ritorno riguardo le assenze di ogni squadra
del campionato non si riscontra lo stesso trend
registrato per la stagione 2011-2012
ome ogni anno pubblichiamo il resoconto della raccolta dei dati riguardanti i giocatori che NON
hanno potuto disputare gli incontri del Campionato di serie A a causa d’infortunio. La fonte utilizzata per la raccolta dei dati sono stati i quotidiani del giorno stesso della partita di campionato
con verifica su quello del giorno successivo per la controllare i giocatori effettivamente scesi in campo e presenti in panchina.
In aggiunta, vengono analizzati i dati relativi al totale degli impegni ufficiali delle squadre, comprese le
competizioni di Coppa Italia e delle due coppe europee.
C
Fig. 1.
Totale delle assenze
per infortunio
in serie A nella
stagione 2012-2013.
Fig. 2.
Totale delle assenze
di calciatori durante
le singole giornate
nel campionato
di serie A 2012-2013.
Il quadrato rosso
indica la fine
del girone di andata.
28
primo piano
l’ allenatore
Fig. 3.
Confronto
del totale delle assenze
di calciatori da partite
ufficiali a causa
di infortunio
nel campionato
di serie A negli ultimi
sette anni.
Fig. 4.
Confronto del totale
di assenze di calciatori
da partite ufficiali
a causa di infortunio
nel campionato
di serie A nelle ultime
sette stagioni sportive
e differenza
percentuale fra le varie
stagioni.
Analizzando i dati raccolti durante la stagione
2012-2013 (Figg. 1 e 2) si può osservare come il
numero totale di assenze per infortunio da competizioni ufficiali sia stato di 2358 (Fig. 3), con una
diminuzione delle assenze rispetto alla
stagione precedente del - 10%.
Se confrontiamo i dati raccolti per ogni campionato dalla stagione 2006-2007, è possibile osservare come la stagione 2012-2013 segua quel
trend di riduzione delle assenze registrato
nella stagione 2010-2011 (Fig. 4). In
particolare, si può osservare una diffe-
29
l’ allenatore
primo piano
renza percentuale del - 10% rispetto al 20092010, stagione in cui si è registrato il maggior
numero di assenze (2633) con una variazione del
32% rispetto alla stagione 2006-2007, quella
con minori assenze (1999).
Esaminando i dati relativi ai giocatori indisponibili per ogni giornata della stagione appena conclusa e confrontando le giornate tra loro, si osserva
come la media di giocatori indisponibili per gior-
Fig. 5.
Confronto delle medie
stagionali di ogni
squadra – media
totale – girone
di andata – girone
di ritorno.
Confrontando le medie assolute e quelle relative ai gironi di andata e ritorno, riguardo alle assenze di ogni squadra del campionato non
si riscontra lo stesso trend registrato per la stagione 2011-2012, in cui la maggior parte delle
squadre registrarono rispetto alla media totale
una media di assenze minore nel girone di andata rispetto al girone di ritorno. Infatti, come
si può osservare dalla figura 5, le squadre Atalanta, Bologna, Chievo, Milan, Palermo, RoFig. 6.
Rappresentazione
grafica di impegni
ufficiali per tipologia
d’impegno.
30
nata è di 62, con un minimo di 40 alla 29a giornata e un massimo di 91 alla 35a giornata (Fig. 5).
Analizzando i dati con riferimento alle due
fasi del campionato, andata e ritorno, si può osservare come la media di assenze nel girone di
andata sia di 64, con valori di minimo e massimo rispettivamente di 49 e 77, mentre per il girone di ritorno si ha una media di 60 assenze
con un minimo e un massimo di 40 e 91.
ma, Sampdoria, Siena, Torino, Udinese, hanno nel girone di andata una media di assenze
maggiore rispetto a quella totale e di conseguenza una media di assenze inferiore per il girone di ritorno.
Nei grafici successivi abbiamo messo in relazione le assenze con gli impegni agonisti ufficiali
(serie A, Coppa Italia, coppe europee) a cui le
squadre hanno partecipato (Fig. 6).
primo piano
Come per il confronto con le medie di assenze
di ogni singola squadra, anche il confronto tra il
numero di competizioni ufficiali e il totale delle
assenze mostra un trend diverso rispetto alla stagione 2011-2012. Infatti, come si può notare dal
grafico delle competizioni ufficiali e delle assenze
(figura 7), le squadre che hanno avuto il maggior
l’ allenatore
Fig. 7.
Confronto totale
tra competizioni
ufficiali e il totale
delle assenze a causa
di infortuni per ogni
squadra. In giallo
le squadre che hanno
disputato le coppe
europee.
numero di assenze al termine del campionato
2012-2013 non sono le stesse che hanno disputato il maggior numero di competizioni ufficiali, a
eccezione di Inter, Milan e Lazio.
In questo grafico (Fig. 8) sono indicate le assenze per infortunio delle squadre che negli ultimi sei
anni hanno partecipato al campionato di serie A.
Fig. 8.
Confronto tra le dodici
squadre che hanno
partecipato al
campionato di serie A.
La classifica è
presentata con ordine
progressivo sino
alla stagione
2012-2013.
L’analisi del confronto tra le assenze della stagione 2012-2013 e le ultime cinque stagioni
(dalla stagione 2007-2008 alla stagione 20112012) mostra come quasi tutte le società abbiano avuto un numero inferiore di assenze, eccezione fatta per Palermo, Fiorentina, Genoa e Inter. Osservando le differenze percentuali tra il
numero totale di assenze di questa stagione e la
media delle ultime cinque, si può notare come il
Napoli abbia avuto il miglior decremento di assenze con una differenza del - 66%, seguito da
Juventus, Roma e Cagliari, rispettivamente del
- 37%, - 36%, -34% di assenze rispetto alla media delle ultime cinque stagioni (Fig. 9).
Un’analisi oggettiva delle assenze per infortunio
fornisce un dato di riferimento che può aiutare le
società a migliorare l’organizzazione e la gestione
delle strategie di allenamento nonché la prevenzio-
31
l’ allenatore
primo piano
Fig. 9.
Confronto
tra il numero delle
assenze della stagione
2012-2013 e la media
di assenze delle cinque
stagioni precedenti
con differenza
percentuale
per ciascuna delle
dodici squadre.
ne. È risaputo che in un giocatore affaticato aumenta il rischio d’infortunio e sicuramente il sempre crescente numero di partite che le squadre devono affrontare non fa certo decrescere l’incidenza
di tale rischio. Tuttavia non è detto che chi disputa
un maggior numero d’incontri abbia anche un alto
numero di defezioni (ne fanno fede ad esempio i
dati della Premier inglese riportati nell’articolo dello scorso anno). La stagione 2012-2013 infatti ne è
un esempio: solo tre delle squadre che hanno disputato il maggior numero d’incontri ha avuto un
alto numero di assenze. Inoltre, rispetto alla media
assoluta delle assenze, è stata la media di assenze
del girone di andata a registrare il valore più alto
per la maggior parte delle squadre, e non la media
del girone di ritorno, periodo in cui aumenta il numero delle competizioni.
Per concludere, riteniamo importante che il
numero totale di assenze vada messo in rapporto, oltre che al totale degli impegni ufficiali, anche con il tempo in cui questi sono dilazionati.
Si potrebbe pensare che i giocatori che devono
affrontare i preliminari delle coppe europee o
giochino in nazionale o in entrambi i casi siano
maggiormente esposti al rischio di un affaticamento rispetto a chi gioca solo il campionato.
• responsabilità mediche
• campi non idonei
• condizioni climatiche
• fatalità.
Noi crediamo che le motivazioni indicate sopra siano cause importanti, ma non tutte determinanti per le assenze di calciatori per problemi
muscolari e/o traumatici.
Altri aspetti ben più importanti, che riguardano l’allenamento, dovranno essere oggetto di
un’attenta revisione da parte degli staff, e più
precisamente:
• strategie di prevenzione
• riscaldamento condotto in maniera specifica e
personalizzata
• programmazione adeguata dell’allenamento (e
sua costante revisione), soprattutto nella successione dei mezzi di allenamento
• sensibilizzazione dell’atleta (percezione dello
sforzo – qualità del recupero)
• prevenzione attraverso l’allenamento muscolare
eccentrico
• cultura all’allenamento a partire dai settori giovanili.
Alcune considerazioni degli autori
(già riportate negli articoli degli anni precedenti)
32
Quali possono essere le cause degli infortuni?
La ricerca indica
• troppe partite – poco allenamento specifico
• stress (psicofisico)
Roberto Sassi,
responsabile Training Check Juventus
Dario Gastaldi,
preparatore atletico
calcio giovanile
di Sergio Roticiani
ndividuare e definire il talento non è semplice:
non esiste una teoria scientifica che ne possa validare il processo di riconoscimento. Si prende
spesso per buona “l’evidenza pratica”, rappresentata nel caso del giovane calciatore dalla misura delle
qualità tecniche che mostra in un contesto agonistico (spesso favorite da una precocità biologica).
Tra l’altro, diversamente da discipline sportive
a carattere individuale, dove il controllo di alcuni
parametri di tipo biomeccanico-funzionale risulta
più semplice, negli sport di squadra e nel calcio in
particolare sono evidenti le influenze di più fattori che condizionano il modello di prestazione:
I
1. qualità dei processi mentali legati all’azione
(capacità tattiche, anticipazione ecc.)
2. complessità dell’esecuzione tecnica dovuta
alla presenza dell’avversario
3. performance fisica meno quantificabile
4. interazione delle proprie capacità con quelle degli altri compagni di squadra ecc. (D’Ottavio
1999).
Alla luce di queste considerazioni e in riferimento alla molteplicità di aspetti che concorrono
a determinare la prestazione, l’individuazione del
talento e la sua classificazione risultano molto com-
plesse. Fatta questa doverosa premessa e non avendo in questa sede la presunzione di approfondire
quanto nella letteratura scientifica è stato prodotto sulla descrizione del talento sportivo, vogliamo
porre l’attenzione su quella moltitudine di bambini
che, pur mostrando particolare attitudine allo sport
e al calcio in particolare, si vedono “costretti” a
soffocare il proprio estro all’interno di copioni confezionati per loro da tecnici malati di protagonismo.
I meno giovani ricorderanno la Guida Tecnica
del Calcio, realizzata dalla FIGC verso la metà degli
anni Ottanta, dove in riferimento al ruolo e ai compiti dell’allenatore si scriveva: “… a un giovane che
domandava a Michelangelo come riusciva a estrarre da blocchi di marmo delle figure così perfette,
il maestro rispose: Togliendo il superfluo”.
Ci rincorre come un film visto centinaia di volte l’immagine di quel bambino funambolo sul campo e padrone di tecniche straordinarie che dall’alto o meglio ancora dal basso dei suoi dieci anni
incanta la platea in mirabilie e grandi giocate. Di
queste storie possiamo raccontarne a migliaia, talenti stritolati, aspettative deluse che prometteva
tanto, chissà cosa gli è successo.
Condivido quanto asserisce Mino Favini, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta: “I
l’ allenatore
Il talento calcistico
tra creatività e tatticismo
33
l’ allenatore
calcio giovanile
34
bambini di otto-dieci anni che giocano nei nostri
dinario, di mettersi alla prova, minando alle fondavivai non dovrebbero essere definiti promesse nepmenta una caratteristica alla quale il giocatore non
pure per scherzo”; e invece vengono proiettati nel
può rinunciare: la fantasia. Per rendere ancora più
mondo dorato del business system, coccolati e vezconvincente quanto affermato, ci troviamo concorzeggiati come primedi con quanto sostiene
donne, investiti da presEduardo Galeano: “Fansioni e da esigenze di
tasia, creatività da una
performance che spesso
parte, tatticismo, esaspedeterminano, se deluse,
razione agonistica daldisaffezione e abbandol’altra, sono gli aspetti di
ni precoci.
un calcio che deve a liCi fischiano ancora
vello giovanile cambiare
le orecchie dalle urla di
pelle, protagonisti di
quel fantomatico mister
questo cambiamento soche per tutta la durata
no i mister che devono –
della gara non ha fatto
soprattutto nelle categoIl mister, come sostiene anche Arrigo Sacchi, dovrebbe porsi
altro che impartire ordirie di base – svestirsi del
l’obiettivo di formare giocatori, e non solo calciatori, senza ecni alla propria squadra, e cedere nelle istruzioni di carattere tecnico.
ruolo di selezionatori e
che ordini: “passala”,
operare viceversa per un
“marca”, “spazza via”, “non tenerla”, “rientra”,
ampio reclutamento di praticanti”.
“non ti muovere”, “copri”…
Nella categoria giovanissimi il percorso di “viOgni suggerimento dato è una occasione persa
sionatura” non si esaurisce di primo acchito, per
sul cammino dell’esperienza, processo nella vita invalutare serenamente e senza errori predittivi il fudispensabile per acquisire competenze spendibili;
turo dei ragazzi bisogna attendere i “ritardatari”:
condivido quanto afferma Arrigo Sacchi sull’imparliamo di coloro che, mostrando un grado di sviportanza dell’essere giocatore e non solo calciatoluppo rallentato, in realtà hanno margini di mire, saper giocare fa riferimento a processi cognitiglioramento più ampi. “A parità di prestazione tecvi complessi, dove l’esecuzione tecnica rappresenta,
nica fra soggetti della stessa età, quelli che hanno
seppur in forma importante, solo uno degli aspet(parametri misurabili oggettivamente) meno anni
ti del patrimonio che deve possedere il giocatore.
di pratica, ritardo o normale maturazione biologiNon dimentichiamo che il calcio è uno sport di
ca, valori più bassi in alcune espressioni fisiche imsituazione, e che quindi esercitarsi in maniera coportanti per il calcio, sono più vicini ai presuppostante ed esclusivamente standardizzata è contrario
sti del potenziale talento in quanto presentano
al carattere “aperto” delle abilità calcistiche. Il calmaggiori margini di miglioramento” (D’Ottavio
cio, cioè, è caratterizzato da open-skills, cioè da abi1999).
lità aperte, eseguite pertanto in ambiente imprevePossiamo definire alcuni stadi o fasi di svilupdibile e mutevole e che richiede di adattare i propri
po da prendere come riferimento nell’ottenere rimovimenti in risposta alle proprietà dinamiche delsultati agonistici apprezzabili. Questo percorso tenl’ambiente (Schmidt, Wrisberg, 2000). Sovente osde ad ampliare il numero di praticanti, a contrastare
serviamo un tecnico che attraverso il proprio comil fenomeno dell’abbandono, a porre quindi le conportamento tende a omologare i propri giocatori a
dizioni per individuare giovani con attitudini calun determinato assunto tecnico-tattico: questo si
cistiche più spiccate.
evidenzia, oltre che dai continui suggerimenti, da
quegli atteggiamenti di disapprovazione mostrati
Sono principalmente due le condizioni che perogniqualvolta i ragazzi prendono iniziative persomettono ai giovani di esprimere le doti di talento
nali originali e fuori dagli schemi.
che in varie forme vengono da loro possedute:
Un siffatto atteggiamento “didattico” preclude,
• la quantità di ore che dedicano alla pratica calsoprattutto nelle categorie di base, il desiderio di
cistica (Hansen e coll 1999)
sperimentare, di provare una giocata fuori dall’or-
calcio giovanile
percorso di formazione tattica collettiva che, pur
favorendo sempre l’individuo, comincia a definirsi su piani operativi dove in forma gerarchica le esiL’equazione nella sua semplicità rende giustigenze della squadra cominciano a diventare via via
zia a tutti quei “talenti” maturati sui campetti di
sempre più importanti.
periferia, negli oratori e nei cortili dove la costanSu questo itinerario didattico, proteso alla forte del gioco libero e strutturato solo da situazioni
mazione e alla crescita individuale, ci conforta
contingenti (spazi improvvisati, presenza di ostaquanto la Scuola Allenatori del Settore Tecnico, dicoli, pensate alle sponde dei marciapiedi, numero
retta da Renzo Ulivieri, suggerisce e propone nei
variabile e contingente di partecipanti) ha favoricorsi per allenatori: “Favorite l’uno contro uno, il
to negli anni la proliferazione di giocatori di granduello nelle due fasi, date la possibilità ai ragazzi
de qualità.
di sbagliare, di trovare soluzioni, il risultato ago“Più si gioca più si impara” è lo slogan che denistico non deve condizionare il nostro progetto
ve guidarci, sono diecimila le ore di attività/alleformativo”.
namento che alcuni studi ci indicano come la quoStimolare, prospettare, proporre: questa prassi
ta ideale per poter arrivare al “successo”, attività
didattica favorisce la creatività, risorsa a cui può atche fino a dodici anni deve essere poco strutturatingere l’individuo libero di provare e sperimentare;
ta: l’obiettivo deve essere quello di accumulare il
in questo modo si supera il concetto di addestramaggior numero di ore di gioco; mi rifaccio – e
mento, pratica che impone determinati comportacondivido quanto da lui
menti regolati il più delespresso – a Doug Beal,
le volte dall’insegnante.
coach della squadra
Il giovane, padrone e
olimpica maschile di
protagonista del proprio
pallavolo alle Olimpiadi
agire, scopre tutti quei
di Los Angeles 1984: il
movimenti e quelle aziotecnico deve guidare
ni che risulteranno effil’apprendimento, metcaci per una corretta fortere in situazione i bammazione.
bini creando condizioni
Faccio mia una riflesdi gioco variate che lasione di Isabella Gaspescino il giovane calciatorini, psicologa e profonre scoprire liberamente Il calcio è gioia, fantasia, creatività: non bisogna omologare for- da conoscitrice del
le soluzioni, sviluppan- zatamente i ragazzi a un determinato assunto tecnico-tattico.
mondo calcistico giovado così la sua intelligennile: “Esiste la necessita
za (saper giocare), piuttosto che proporre un alledel recupero di un calcio di strada, fatto d’improvnamento strettamente tecnico, analitico e ripetitivo
visazione, di partite che terminavano non appena
allo scopo di migliorare specificatamente le capauna squadra si dimostrava troppo più forte dell’alcità/abilità tecniche. L’allenatore deve essere catra e subito dopo si rifaceva la conta per cercare un
pace di creare diverse situazioni di gioco manipomaggior equilibrio. Certamente le condizioni stolando le differenti componenti del gioco (i.e.,
rico-sociali sono profondamente cambiate e dobregole, condizioni, materiale) allo scopo d’indurbiamo fare i conti con una realtà in continua trare gli adattamenti percettivo-cognitivi specifici nel
sformazione, ma non potremo mai accettare l’idea
giovane calciatore attraverso il gioco libero (doche un bambino possa essere più felice giocando con
main-specific play; Williams e Hodges 2005).
la sua playstation piuttosto che sfidarsi in un’accaDai dodici ai quindici anni il contenuto degli
nita partitella di pallone con i propri amici”.
allenamenti deve gradualmente divenire più strutturato, il miglioramento della gestualità specifica
Sergio Roticiani,
passa anche attraverso un dressage e un’istruzione
laureato in Scienze Motorie, coordinatore didattico della Scuola
Calcio FIGC e docente ai corsi per allenatore di base UEFA B.
che assume caratteristiche prescrittive, si inizia un
l’ allenatore
• la qualità delle attività di allenamento che vengono loro proposte dai club.
35
Giocare d’anticipo: la pratica
di Gianluca Giacometti, Simonetta Venturi, Roberto Sassi
Quarta e ultima parte*
13 • Prima del risultato
FINALITÀ
Acquisire l’idea di tattica come sovradimensione del gioco. Onore al professor Accame.
OBIETTIVO
Imparare a sorprendere l’avversario (finte, cambi di direzione, smarcamento) in possesso e in non-possesso.
Imparare a ostacolare l’avversario in possesso e in non-possesso. Capire che palla ferma è tattica. Saper utilizzare la tattica individuale con la pressione del tempo. Rapidità. Transizioni.
SITUAZIONE DI GIOCO
ESERCITAZIONE A TEMA
GIOCO PRESPORTIVO
l’ allenatore
preparazione psicofisica
36
Descrizione: si dispone a terra un numero di cerchi, pari al numero di giocatori meno due, sul perimetro di un quadrato di ampie dimensioni. Su ogni vertice del quadrato viene posta una bandierina di diverso colore. Al fischio del
mister ogni giocatore deve occupare un cerchio. Per raggiungere e occupare un cerchio non si può attraversare il
quadrato grande. Il mister chiamerà a questo punto un colore e i due giocatori rimasti fuori dei cerchi dovranno correre e raggiungere la bandierina del colore chiamato. Il giocatore che arriverà per primo si aggiudicherà l’opportunità di giocare ancora, mentre l’altro si fermerà all’interno del quadrato per eseguire esercizi tecnici. Vinceranno i
due giocatori che per ultimi saranno rimasti a sfidarsi.
Varianti: giocare con la palla al piede.
Campo: m 20x20 con quattro porte.
Materiale: cerchi, quattro bandierine di colori diversi.
Descrizione: Si gioca un 4vs4 in cui i giocatori blu, in possesso di palla, devono, per far punto, penetrare all’interno
del triangolo difeso dai rossi. Viceversa i rossi, conquistata la palla, dovranno tentare di far goal in una delle quattro porticine difese dai blu. Effettuata la manche si invertono le posizioni.
Varianti: A. solo uno dei giocatori può segnare; B. coppie
fisse attaccante-difensore: se un difensore intercetta si
cambiano le coppie secondo il volere del mister.
Campo: m 20x20 con quattro porticine ai lati e uno spazio triangolare al centro.
Materiale: cinesini, casacche, palloni.
Descrizione: esercitazione sulla velocità di esecuzione
per superare una zona di meta partendo da un 4vs3 (superamento in 5”), poi 3vs2 (in 4”), poi 2vs1 (in 3”).
Osservazione: “Più mi avvicino alla porta più devo essere veloce”. Quando si è in superiorità non si perde
tempo!
Campo: zone di gioco di m 30x10, zone franche di m
30x3.
Materiale: cinesini, casacche, palloni.
preparazione psicofisica
Acquisire la capacità di lettura di gioco nel senso di causa-effetto.
OBIETTIVO
Feed-back di squadra relativamente alla conclusione dell’azione. Transizioni rapide. Timing.
ESERCITAZIONE A TEMA
GIOCO PRESPORTIVO
FINALITÀ
Descrizione: si suddividono i giocatori in due squadre con ruoli ben definiti:
● due cercatori che dovranno catturare il “boccino d’oro” (palla da pallatamburello) che la squadra avversaria si passa cercando di non farlo prendere ai cercatori. Se un cercatore riesce a intercettare il boccino fa guadagnare 150
punti alla sua squadra, poi lo restituisce ai giocatori della squadra avversaria che ricominciano a lanciarselo;
● due battitori, col compito di disturbare la squadra avversaria colpendo i giocatori dal collo in giù con i “bolidi” (palloni);
● i cacciatori, che si passano la “pluffa”, una palla da calcio, cercando di fare centro in uno dei tre cerchi verticali
sospesi sulla traversa della porta;
● un portiere che difende porta e cerchi.
Varianti: A. si gioca con la palla al piede; B. il “boccino” è una palla da calcio e la “pluffa” viene inviata coi piedi.
Campo: tutto il campo di gioco.
Materiale: sei cerchi, due palloni (“bolidi”), due “pluffe”, un “boccino”, due porte.
l’ allenatore
14 • Dove nasce la crepa
Descrizione: si gioca un possesso-palla 5vs2; all’esterno del perimetro i restanti tre giocatori della squadra (rossa in questo caso), saranno posizionati su tre vertici differenti. Ogni 30’’ il mister fischierà e darà l’opportunità
a un giocatore rosso di entrare nella zona di gioco dall’esterno. Entrerà prima il giocatore più vicino all’azione.
Varianti: A. il giocatore blu centrale giocherà a un tocco
con i suoi compagni; B. si attiva un 5vs5 con obbligo di
puntare un lato e segnare goal in un altro: ad ogni goal
cambiare linea.
Campo: m 20x20.
Materiale: casacche, palloni.
SITUAZIONE DI GIOCO A
Descrizione: effettuare partite per settori di campo:
●
A. portiere più 4 difensori più 3 centrocampisti vs 2 attaccanti più 4 centrocampisti (superamento di metà
campo)
Osservazione: ogni volta che la fase offensiva va a buon
fine, analizzare il primo movimento difensivo errato e correggerlo.
Campo: metà campo.
Materiale: cinesini, casacche, palloni.
37
SITUAZIONE DI GIOCO B
l’ allenatore
preparazione psicofisica
Descrizione: effettuare partite per settori di campo:
●
B. 3 centrocampisti più 2 laterali vs 4 centrocampisti
(superamento della tre quarti campo)
Osservazione: ogni volta che la fase offensiva va a buon
fine, analizzare il primo movimento difensivo errato e correggerlo.
Campo: m 55x40.
Materiale: cinesini, casacche, palloni.
SITUAZIONE DI GIOCO C
Descrizione: effettuare partite per settori di campo:
38
●
C. 3 centrocampisti più 2 laterali più 3 attaccanti vs 4
difensori più 2 centrocampisti (creare situazione da
goal).
Osservazione: ogni volta che la fase offensiva va a buon
fine, analizzare il primo movimento difensivo errato e correggerlo.
Campo: metà campo.
Materiale: cinesini, casacche, palloni.
preparazione psicofisica
Effettuare azioni di gioco che facciano comprendere il giusto tempo di entrata. Capacità attentive. Prendere decisioni rapide e adeguate.
GIOCO PRESPORTIVO
OBIETTIVO
Descrizione: gioco a manche. Il gruppo viene suddiviso in due squadre. La squadra in attacco è posizionata al confine,
sul perimetro di un grande quadrato. La squadra all’attacco cercherà d’invadere e conquistare lo spazio costituito da un
quadrato più piccolo. Sul perimetro del quadrato piccolo si schierano i difensori. Gli attaccanti partono con la palla al piede per entrare nel quadrato piccolo ed entrando conquistano un punto; rimangono all’interno a eseguire finte e conduzioni o a servire da sostegno agli attaccanti che sono rimasti senza palla. Infatti gli attaccanti che vengono toccati dai difensori tornano indietro e vanno a ricaricarsi nel quadrato grande; se il difensore cattura la loro palla, tornano ugualmente
indietro per ricaricarsi, ma poi per entrare nel quadrato piccolo debbono effettuare uno scambio 1-2 a cavallo del confine con un compagno (jolly) che è riuscito a entrare. Dopo uno o due minuti (a seconda dei partecipanti) il mister fischia
lo stop, si contano i punti e si disputa la manche successiva. Ogni pallone catturato dai difensori vale un punto.
Varianti: A. gli attaccanti a cui viene catturata la palla escono dal gioco; B. il difensore che intercetta la palla
nell’1-2 guadagna due punti.
Campo: un quadrato di m 30 di lato con un altro quadrato di m 15 di lato all’interno.
Materiale: casacche, un pallone per ogni giocatore, cinesini.
ESERCITAZIONE A TEMA
Acquisire timing nella visione di gioco.
Descrizione: quattro coppie di giocatori di squadre diverse giocano degli 1vs1 all’interno del campo. Non appena uno dei giocatori perderà palla uscirà dal quadrato e cederà il suo posto nell’1vs1 a un compagno posto
al di fuori del campo: il suo diretto avversario che ha conquistato il pallone lo condurrà oltre una delle righe laterali e anch’egli cederà il proprio posto a un compagno
posto all’esterno del campo.
Varianti: A. tutti i giocatori entrano in campo e si attiva
un 8vs8: gioco a due tocchi, gioca a un solo tocco il giocatore che recupera la palla e apre la transizione; B. un
solo giocatore per squadra può entrare nella fascia laterale e nessun giocatore può difendere su di lui; egli dispone di due tocchi per organizzare il gioco.
Campo: m 20x20.
Materiale: cinesini, casacche, palloni.
SITUAZIONE DI GIOCO
FINALITÀ
Descrizione: un attaccante parte in conduzione lungo la
fascia. Un altro attaccante centrale, marcato da un difensore, deve effettuare finte e contromovimenti fin quando il compagno non è in grado di eseguire il passaggio.
Quando l’attaccante esterno alza lo sguardo è il segnale che può eseguire il passaggio, quindi l’attaccante centrale deve fare il movimento decisivo.
Osservazione: capire il momento dell’azione decisiva.
Effettuare l’ultimo movimento alla massima velocità.
Campo: m 45x30.
Materiale: cinesini, casacche, palloni.
l’ allenatore
15 • Se non ora quando?
39
40
16 • Decisi o indecisi? L’abbonato RAI
OBIETTIVO
Individuare lo spazio più vantaggioso dove collocarsi.
GIOCO PRESPORTIVO
Lettura rapida delle posizioni e della situazione di gioco.
Descrizione: si formano due squadre che si allineano ognuna di fronte ai due pali della porta, a circa 5-10 metri da
questi. I giocatori vengono numerati e il pallone posto all’altezza del dischetto del rigore. L’animatore chiamerà un
numero e i due ragazzi corrispondenti scatteranno in direzione del palo di fronte a loro. Obiettivo della prima fase
del gioco è toccare il primo palo, correre verso il secondo palo, toccarlo e precipitarsi a toccare con le mani il pallone posto nel mezzo. Il primo arrivato ha diritto a battere un calcio di rigore, che l’altro giocatore dovrà cercare di
parare. Se il rigore è realizzato, la squadra del marcatore guadagna un punto, se invece il rigore è fuori o viene parato, sarà la squadra del facente funzione del portiere a guadagnare un punto.
Campo: metà del campo di gioco.
Materiale: casacche, pallone.
ESERCITAZIONE A TEMA
FINALITÀ
Descrizione: nel campo si posizionano tre giocatori per la
squadra blu e tre giocatori per la squadra rossa più un jolly che gioca all’interno con la squadra in possesso; all’esterno della zona, invece, un giocatore di supporto alla
squadra blu che creerà quindi superiorità numerica giocando degli 1-2 dalla sua posizione. Quando il mister lo riterrà opportuno chiamerà il cambio e quindi il giocatore
esterno entrerà nella zona al posto del giocatore più lontano da lui, non in possesso di palla. La manche terminerà
quando una delle due squadre riuscirà a condurre la palla oltre una linea di fondocampo.
Variante: il mister introdurrà in gioco due palloni.
Campo: m 20x20.
Materiale: cinesini, casacche di tre colori, palloni.
SITUAZIONE DI GIOCO
l’ allenatore
preparazione psicofisica
Descrizione: partita a ranghi ridotti (6 più jolly più portiere vs 6 più jolly più portiere) nella quale i due jolly
possono fare goal solo di prima intenzione. Possono segnare tutti i giocatori ma il goal dell’attaccante jolly vale triplo.
Osservazione: posizionarsi col giusto orientamento e
aggredire la palla. Per fare goal di prima è fondamentale lo smarcamento.
Campo: m 45x50.
Materiale: cinesini, casacche di tre colori, palloni.
preparazione psicofisica
l’ allenatore
Per giocare d’anticipo fare sempre il pieno di idee…
… e occhio agli imprevisti!
“… passa il tempo sopra il tempo, ma non devi aver paura,
sembra correre come il vento però il tempo non ha premura…”
Fabrizio De Andrè
* Le precedenti parti di questo contributo sono state pubblicate rispettivamente sul n. 1 (gennaio-febbraio 2013), 2 (marzo-aprile 2013) e 3 (maggio-giugno 2013) de “l’Allenatore”.
Gli autori:
Gianluca Giacometti, allenatore di base;
Roberto Sassi, responsabile training Check Juventus;
Simonetta Venturi, insegnante.
Si ringrazia Filippo Giommetti per la grafica degli schemi e delle situazioni di giuoco e si rimanda al sito www.robertosassi.it dove si trova l’esercizio completo, del quale queste
pagine sono solo una sintesi, nonché la bibliografia relativa.
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l’ allenatore
dalla Segreteria
“Associati on line”
Allo scopo di rendere più agevole il pagamento della quota
associativa l’AIAC ha istituito un nuovo servizio di pagamento
on-line tramite il server sicuro di Banca Sella
dalla Redazione
razie all’accordo con Banca Sella per l’utilizzo del sistema GESTPAY di pagamento sicuro on-line è possibile completare il processo di pagamento con tutti i tipi di carta di credito,
il bonifico bancario e il proprio conto PayPal.
In quattro semplici passaggi potrai completare
il pagamento della quota associativa annuale e ricevere dopo qualche giorno la tessera direttamente nella tua casella postale.
G
Per quanto riguarda le quote associative in base alle diverse qualifiche ecco gli importi :
• € 30,00 per UEFA B, Terza categoria, IGC e
Calcio a Cinque
• € 60,00 per Seconda Categoria UEFA A
• € 90,00 per Prima Categoria UEFA PRO e DT.
Alle stesse, come per tutti i pagamenti, saranno
applicate le commissioni bancarie previste.
I vantaggi dell’associato sono molteplici. Li puoi scoprire consultando il sito
http://www.assoallenatori.it.
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dalla Segreteria
l’ allenatore
Andiamo subito a vedere come procedere.
Fase 1
Collegati al sito http://associati.assoallenatori.it e completa la form.
Fase 2
Cliccando sul bottone “ASSOCIATI ADESSO” verrai immediatamente indirizzato
sui server sicuri del sistema GESTPAY di Banca Sella, dove potrai scegliere
la modalità di pagamento che preferisci
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l’ allenatore
dalla Segreteria
Fase 3
Selezionando ad esempio la carta di credito come tipo di pagamento, dovrai inserire
i dati della carta, il nome dell’intestatario della stessa e una e-mail per ricevere le conferme
di pagamento direttamente dal sistema GESTPAY (ti ricordiamo che questi dati non vengono
in nessun modo registrati o inviati ad AIAC, ma vengono trattati solo dal sistema GESTPAY).
Fase 4
Al termine della procedura, ricevuta l’autorizzazione dai circuiti
della carta di credito, verrai reindirizzato sul sito AIAC alla seguente pagina:
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dalla Segreteria
Una nuova opportunità per gli allenatori professionisti
dalla Redazione
ome già annunciato nel numero 3 de
“l’Allenatore” di questa annata, con la
sottoscrizione dell’accordo con Wyscout
l’AIAC si è attivata per favorire in ogni modo la visibilità dei propri associati nei mercati esteri, attesa la crescente domanda proveniente dalle nuove
frontiere del calcio (Russia e paesi dell’area exURSS, Turchia, paesi arabi) e l’indiscutibile credibilità che l’allenatore italiano oggi può vantare oltre frontiera.
Nei prossimi anni il calcio italiano dovrebbe
assestarsi in un format dei campionati con la partecipazione di un totale di cento squadre professionistiche, a fronte di un numero sempre crescente di allenatori professionisti oggi in carriera:
appare evidente, pertanto, la necessità di creare e
coltivare nuovi sbocchi e opportunità lavorative
per i nostri associati. In quest’ottica è nata la partnership di AIAC con Wyscout, società italiana leader nel settore dello scouting e della “match
analysis”, il cui prodotto è conosciuto in tutto il
mondo e utilizzato da oltre trecento club professionistici e da numerose selezioni nazionali.
La Piattaforma Wyscout è considerata oggi il
più grande soccer-database del mondo. La collaborazione con Wyscout offre a tutti gli allenatori associati la possibilità di accedere al sistema,
la cui piattaforma, con gli ulteriori dettagli
operativi, potrà essere consultata accedendo al
sito www.wyscout.com.
In questa ottica preme sottolineare il grande
impegno economico sostenuto da questa Associazione nel far rientrare nel costo della tessera sociale la possibilità per ogni allenatore professionista
associato di utilizzare un sistema così sofisticato
C
che, considerati i costi, fino a oggi non è stato
prerogativa di tutti. È un’ulteriore opportunità
che l’AIAC dà per conseguire le proprie finalità,
culturali, tecniche e di politica sportiva, col convincimento che i colleghi sapranno apprezzare
nella giusta misura ciò che è nell’interesse proprio
e della categoria.
Pertanto chi fra gli associati possessori della tessera AIAC 2013 avesse intenzione di ricevere la password per l’accesso al sistema, potrà contattare direttamente la segreteria all’indirizzo e-mail [email protected], avendo cura di precisare l’username (ovvero il numero indicato sulla propria tessera AIAC 2013 dopo la dizione “è socio effettivo tessera nr. ____ ”) e una password a propria scelta
che deve essere composta da sei caratteri.
In alternativa è possibile inviare un fax allo
055.613594 indicando i dati di cui sopra.
l’ allenatore
L’accesso a Wyscout
Ciascun allenatore potrà consultare
gratuitamente:
• tutti i campionati italiani di serie A, B e Lega
Pro
• tutti i campionati di una nazione straniera a
propria scelta (la scelta della nazione straniera va
fatta all’atto di attivazione degli account e non
potrà essere cambiata senza l’intervento della segreteria AIAC).
È possibile accedere anche ad altri servizi
addizionali a richiesta
Ogni utente può acquistare la membership di
altre nazioni sulla base di sottoscrizioni mensili, al
prezzo massimo di € 29 al mese più iva per ogni
competizione.
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l’ allenatore
dalla Segreteria
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Corsi di aggiornamento:
ecco le modalità
dalla Redazione
seguito di numerose richieste di chiarimenti, si precisano alcune modalità per
l’accesso ai corsi di aggiormaneto obbligatori. Dopo aver eseguito la procedura di registrazione sul sito del Settore Tecnico come descritto nel numero precedente di questa rivista e
aver scelto di effettuare il corso territoriale, tutti
i dati inseriti vengono trasferiti dal database del
Settore Tecnico al database dell’AIAC con un aggiornamento settimanale. Raggiunto un numero
congruo di partecipanti, la Segreteria nazionale
A
delegherà la sede regionale dell’AIAC di competenza a organizzare un corso nella provincia interessata. Stabilita la data, il luogo e l’orario, saranno inviate ai tecnici le e-mail di convocazione
direttamente dalla Segreteria nazionale. Ricevuta la e-mail, tutti gli allenatori interessati dovranno
collegarsi al sito http://aggiornamenti.assoallenatori.it e inserire il proprio indirizzo personale
di posta elettronica, identico a quello con il quale si è ricevuto l’invito.
Il sito si aprirà con la seguente maschera:
Successivamente apparirà una videata con la definizione delle modalità del corso e l’interessato
dovrà confermare la sua presenza barrando l’apposita casella.
“Under 50 e vincenti”, una precisazione
Nell’ambito dell’articolo “Under 50 e vincenti”, uscito sul numero scorso, dobbiamo ai lettori una precisazione:
il Castel Rigone, promosso dalla serie D in Seconda Divisione, ha ottenuto questo risultato non solo con
Riccardo Bocchini (che iniziò la stagione), esonerato dopo otto giornate, ma anche con Federico Giunti che ha
tenuto la squadra più a lungo, per diciannove gare, e nelle ultime sei giornate con una gestione curata direttamente dal DS Quarta. Ce ne scusiamo con i lettori e i diretti interessati.
dalla Segreteria
l’ allenatore
Dopo la conferma della presenza avverrà la registrazione.
In questa pagina saranno anche indicati i referenti locali del corso che potranno essere contattati in caso di eventuali problematiche.
Il costo di partecipazione è di € 15 per gli associati ed € 25 per i non associati, da pagarsi all’inizio del corso.
Ci si dovrà presentare il giorno della convocazione in abbigliamento sportivo.
In caso di rinuncia al corso di aggiornamento,
si rimarrà comunque inseriti nell’archivio e si verrà
convocati al prossimo corso utile. Si ricorda in proposito che i potenziali corsisti, per poter partecipare, dovranno essere in regola coi pagamenti al
Settore Tecnico fino alla stagione in corso e contestualmente avranno avuto cura di effettuare la
scelta del corso territoriale attraverso la registra-
zione sul sito del Settore Tecnico in tempo utile a
essere convocati.
In alcuni casi i corsi saranno a numero chiuso e
solamente i primi che risponderanno alla e-mail
collegandosi al sito saranno inseriti e potranno partecipare. Coloro che non avranno preso visione dell’e-mail in tempo utile verranno contattati telefonicamente dalle sedi locali e potranno decidere se
prendere parte al corso o meno.
A seguito infine delle numerose domande pervenuteci, si precisa che per i possessori delle qualifiche di allenatore di Terza categoria e istruttore
di giovani calciatori eventuali corsi di aggiornamento saranno effettuati a partire da gennaio 2014
con le modalità che saranno comunicate in tempo utile.
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l’ allenatore