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7/6/2016 COMUNICAZIONE­Patamu: la startup italiana per la tutela degli artisti, ha scelto 6Glab ­ impresamia.comimpresamia.com | Un nuovo sito targato W…
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13 dicembre 2010
CONSUMI – Made in Italy:
l’83% degli italiani mangia
nazionale
PATAMU (www.patamu.com), la startup italiana che si occupa di
28 febbraio 2010
tutela del plagio delle opere d’arte e di ingegno, ha scelto 6GLab per
gestire le proprie attività di media relation.
IMPRESE
– Italia e
Patamu è una
piattaforma che
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commercio alleate per...
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28 febbraio 2014
informatizzato. Il
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Patamu
è rivolto
musicisti,
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fotograñ, scrittori,
giornalisti,
blogger,
ricercatori,
sviluppatori
informatici e a
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chiunque sia
interessato a tutelare un’opera creativa.
La piattaforma chiede inoltre di essere riconosciuta come entità di
gestione indipendente in linea con le nuove normative europee di
settore, e poter così competere liberamente con la SIAE.
Con all’attivo un numero di circa 10.000 artisti iscritti, che hanno
depositato sulla piattaforma più di 25.000 opere, Patamu oöre,
grazie ad una marcatura temporale, la stessa validità legale del
deposito opere inedite della SIAE, ma a costi molto più accessibili.
Al contrario del colosso nazionale, che gode ancora dei privilegi
sanciti dall’ormai datata legge sul monopolio del 1941, Patamu non
si appropria del repertorio dell’artista, che potrà così disporre delle
sue opere come meglio crede. Patamu
Una realtà 100% made in Italy e innovativa che, negli anni, si è già
aggiudicata il primo premio Inventare il futuro (Università di
Bologna, sezione Arte, 2011) ed il primo premio come aspiranti
imprenditori per il concorso Fondo per la creatività (Provincia di
Roma, 2012).
Inoltre Innovaetica S.r.l., la società che gestisce l’intero progetto
Patamu, è stata riconosciuta come società innovativa a vocazione
sociale.
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“Patamu
è una sito
realtà
coraggiosa
e innovativa
vuole
far per oörirti servizi in
emergere e tutelare la produzione culturale italiana, accendendo
linea con le tue preferenze.
l’attenzione su un argomento importante come il monopolio sul
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diritto d’autore in Italia” – ha dichiarato Barbara Gemma La Malfa,
clicca qui.
Fondatore e Managing Director di SEIGRADI
e 6Glab – “Siamo
orgogliosi di lavorare per una società così moderna, dinamica e
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando
attenta ai bisogni reali degli artisti”.
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“Vogliamo che gli artisti siano liberi di scegliere da chi farsi
Approfondimenti
rappresentare, e che le industrie creative italiane siano libere di
Commerciale
competere sul mercato europeo diventando un volano di sviluppo
Dalla home page
per la rinascita culturale del nostro Paese” ha dichiarato Adriano
Formazione
Bonforti, fondatore di Patamu.com – “Abbiamo scelto 6Glab
News
proprio per comunicare al meglio questi concetti, attraverso una
realtà giovane e dinamica ma al contempo competente.”
6Glab - la divisione di SEIGRADI dedicata a supportare e sviluppare
iniziative di marketing e comunicazione innovative per il settore
della fotograña, arte e cultura – fungerà da team esterno di media
relation per Patamu, supportando e aôancando la startup italiana
in tutte le attività di uôcio stampa e, in particolare, implementando
e gestendo un eôcace piano di comunicazione volto a consolidare
la conoscenza, l’immagine e la reputazione dell’Azienda in Italia e
nei confronti dei pubblici di riferimento.
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7/6/2016
Untitled MAGAZINE: PATAMU, STARTUP ITALIANA PER LA TUTELA DEGLI ARTISTI, SCEGLIE 6GLAB PER LE ATTIVITA’ DI MEDIA RELATION
Untitled MAGAZINE
mercoledì 25 maggio 2016
PATAMU, STARTUP ITALIANA PER LA TUTELA DEGLI
ARTISTI, SCEGLIE 6GLAB PER LE ATTIVITA’ DI MEDIA
RELATION
PATAMU(www.patamu.com),la startup italiana che si occupa di tutela
del plagio delle opere d'arte e di ingegno, ha scelto 6GLab per ges崱re
le proprie a崲vità di media rela崱on.
Patamu è una pia崲aforma che perme崲e agli autori di depositare e
tutelare dal plagio le proprie opere d'arte e di ingegno in modo
immediato e totalmente informa崱zzato. Il servizio di tutela di Patamu è
rivolto a musicis崱, fotografi, scri崲ori, giornalis崱, blogger, ricercatori,
sviluppatori informa崱ci e a chiunque sia interessato a tutelare un’opera
crea崱va.
http://untitledmarlalombardo.blogspot.it/2016/05/patamu­startup­italiana­per­la­tutela.html
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7/6/2016
Untitled MAGAZINE: PATAMU, STARTUP ITALIANA PER LA TUTELA DEGLI ARTISTI, SCEGLIE 6GLAB PER LE ATTIVITA’ DI MEDIA RELATION
La pia崲aforma chiede
inoltre di essere
riconosciuta come
en崱tà di ges崱one
indipendente in linea
con le nuove
norma崱ve europee di
se崲ore, e poter così
competere
liberamente con la
SIAE.
Con all’a崲vo un
numero di
circa 10.000 ar崱s崱
iscri崲, che hanno depositato sulla pia崲aforma più di 25.000 opere,
Patamu offre, grazie ad una marcatura temporale, la stessa validità
legale del deposito opere inedite della SIAE, ma a cos崱 molto più
accessibili.
Al contrario del colosso nazionale, che gode ancora dei privilegi sanci崱
dall’ormai datata legge sul monopolio del 1941, Patamu non si
appropria del repertorio dell’ar崱sta, che potrà così disporre delle sue
opere come meglio crede. Patamu
Una realtà 100% made in Italy e innova崱va che, negli anni, si è già
aggiudicata il primo premio Inventare il futuro (Università di Bologna,
sezione Arte, 2011) ed il primo premio come aspiran崱 imprenditori per
il concorso Fondo per la crea崱vità (Provincia di Roma, 2012).
Inoltre Innovae崱ca S.r.l., la società che ges崱sce l’intero proge崲o
Patamu, è stata riconosciuta come società innova崱va a vocazione
sociale.
6Glab ‐ la divisione di SEIGRADI dedicata a supportare e sviluppare
inizia崱ve di marke崱ng e comunicazione innova崱ve per il se崲ore della
fotografia, arte e cultura ‐ fungerà da team esterno di media rela崱on
per Patamu, supportando e affiancando la startup italiana in tu崲e le
a崲vità di ufficio stampa e, in par崱colare, implementando e gestendo
un efficace piano di comunicazione volto a consolidare la conoscenza,
l’immagine e la reputazione dell’Azienda in Italia e nei confron崱 dei
pubblici di riferimento.
“Patamu è una realtà coraggiosa e innova䰀va che vuole far emergere e
tutelare la produzione culturale italiana, accendendo l’a㼀☈enzione su un
argomento importante come il monopolio sul diri㼀☈o d’autore in Italia” ‐
ha dichiarato Barbara Gemma La Malfa, Fondatore e Managing
Director di SEIGRADI e 6Glab ‐ “Siamo orgogliosi di lavorare per una
società così moderna, dinamica e a㼀☈enta ai bisogni reali degli ar䰀s䰀”.
“Vogliamo che gli ar䰀s䰀 siano liberi di scegliere da chi farsi
rappresentare, e che le industrie crea䰀ve italiane siano libere di
http://untitledmarlalombardo.blogspot.it/2016/05/patamu­startup­italiana­per­la­tutela.html
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7/6/2016
Untitled MAGAZINE: PATAMU, STARTUP ITALIANA PER LA TUTELA DEGLI ARTISTI, SCEGLIE 6GLAB PER LE ATTIVITA’ DI MEDIA RELATION
competere sul mercato europeo diventando un volano di sviluppo per la
rinascita culturale del nostro Paese” ha dichiarato Adriano Bonfor崱,
fondatore di Patamu.com ‐ “Abbiamo scelto 6Glab proprio per
comunicare al meglio ques䰀 conce⠈㬀, a㼀☈raverso una realtà giovane e
dinamica ma al contempo competente.”
http://untitledmarlalombardo.blogspot.it/2016/05/patamu­startup­italiana­per­la­tutela.html
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7/6/2016
Patamu, la startup davvero italiana che sfida il monopolio Siae guardando all'Europa ­ Tgyou24.it
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 Patamu, la startup davvero italiana che sfida il monopolio Siae guardando all’Europa
7/6/2016
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By Redazione TgYou24.it / 2 settimane ago / Musica / No Comments
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Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con all’attivo già 10.000 artisti iscritti e 25.000 opere depositate, sfida il monopolio della
SIAE aggiungendo tra i suoi servizi anche quello per l’intermediazione del diritto d’autore, proponendosi quindi come una reale alternativa
alla Società Italiana Autori ed Editori.
Fino ad oggi, Patamu ha offerto ai suoi artisti i servizi di protezione dal plagio delle opere, di assistenza legale sulle tematiche del diritto
d’autore e di autoriscossione del diritto d’autore, senza però poter fare intermediazione diretta a causa della legge del 1941 che sancisce il
monopolio della SIAE.
Dopo diverse iniziative – la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae per l’abolizione del monopolio, una lettera aperta al Ministro
dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
(AGCM) per violazione delle norme sul libero mercato – finora inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando
direttamente alle direttive europee ed organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei diritti d’autore dall’Italia,
in accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee (direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier).
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con le norme del libero mercato e della libera circolazione dei
servizi. Siamo l’unico potenziale competitor italiano della SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty. Paradossalmente, veniamo
penalizzati rispetto agli altri competitor europei proprio perché abbiamo puntato sull’Italia” dichiara Adriano Bonforti, fondatore e CEO di
Patamu.com.
“Oggi rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile consultarci. Abbiamo deciso che l’unico modo di essere
interlocutori in Italia è iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle normative europee.
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Decidere di fare intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu all’estero avremmo avuto sicuramente la vita più
semplice, ma è solo agendo dall’Italia che possiamo mettere in luce l’ingiustizia nei confronti di tutti gli artisti e dell’industria creativa
italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due finali: o la startup Patamu sarà costretta a chiudere e trasferirsi all’estero, chiarendo una
volta per tutte che l’Italia non è l’Europa, o dopo 75 anni cadrà, davvero e per tutti, il monopolio SIAE.”
Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che passerà dall’autoriscossione ad un servizio di intermediazione diretta delle
royalties e potrà essere utilizzato dalle migliaia di artisti iscritti a Patamu senza vincoli, senza esclusive e senza passare per la SIAE. L’artista
Attualità locale
non dovrà prendere alcun tipo di accordo con il gestore di un evento, ma limitarsi a compilare un modulo online chiaro e trasparente.
"Non si era mai visto un sindaco...
A differenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del repertorio degli artisti che potranno disporre liberamente delle loro
opere. La piattaforma Patamu è in grado di garantire una totale trasparenza sulle tariffe proposte ed una ripartizione analitica dei proventi
(al contrario della SIAE, che per alcuni tipi di concerti propone una ripartizione “a campione”) a beneficio sia degli artisti che del gestore.
Gli artisti possono ricevere il pagamento online appena concluso l’evento, e possono scegliere di rinunciare al servizio, eliminando la loro
iscrizione, con un preavviso di soli sessanta giorni.
La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d’autore dall’Italia secondo le normative europee è un primo passo per consentire
agli artisti di scegliere liberamente e per fare in modo che le industrie creative italiane diventino, nel nostro Paese, un volano di sviluppo
strategico, una risorsa economica reale e una spinta per una rinascita culturale.
http://www.tgyou24.it/14055­2/
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7/6/2016
Patamu, la startup davvero italiana che sfida il monopolio Siae guardando all'Europa ­ Tgyou24.it
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Innovaetica S.r.l. è la società che ha creato e gestisce il progetto Patamu. È iscritta al registro delle imprese innovative, e tra le pochissime
Dopo il successo clamoroso di
a vedere riconosciuta legalmente la propria vocazione sociale da parte dello Stato Italiano. Nel 2011 ha vinto il primo premio del concorso
pubblico...
Inventare il futuro dell’Università di Bologna, sezione Arte, e nel 2012 il primo premio per aspiranti imprenditori nel concorso Fondo per la
creatività istituito dalla Provincia di Roma.
LINK PRESSBOOK: www.patamu.com/press/pressbook
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7/6/2016
PATAMU, LA STARTUP DAVVERO ITALIANA CHE SFIDA IL MONOPOLIO SIAE GUARDANDO ALL’EUROPA ­ La Valle dei Templi
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PATAMU, LA STARTUP DAVVERO ITALIANA CHE
SFIDA IL MONOPOLIO SIAE GUARDANDO
ALL’EUROPA
26 maggio 2016 | Filed under: Varie | Notizie brevi ­ Comunicati Stampa
FESTIVAL FLORIO – V EDIZIONE
6 giugno 2016
“Montedoro” ai “Lunedì dell’Apollo 11”
5 giugno 2016
Posted by: Redazione
Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con all’attivo già 10.000 artisti
iscritti e 25.000 opere depositate, sfida il monopolio della SIAE aggiungendo tra i suoi
servizi anche quello per l’intermediazione del diritto d’autore, proponendosi quindi come una
reale alternativa alla Società Italiana Autori ed Editori.
Smantellata rete spaccio hashish
5 giugno 2016
MYllennium Award 2016
Fino ad oggi, Patamu ha offerto ai suoi artisti i servizi di protezione dal plagio delle opere, di
assistenza legale sulle tematiche del diritto d’autore e di autoriscossione del diritto d’autore, senza
però poter fare intermediazione diretta a causa della legge del 1941 che sancisce il monopolio
della SIAE.
Dopo diverse iniziative – la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae per l’abolizione
del monopolio, una lettera aperta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del
turismo Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato (AGCM) per violazione delle norme sul libero mercato – finora inascoltate, Patamu ha
deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive europee ed
organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei diritti d’autore dall’Italia,
in accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee (direttiva
2014/26/UE cosiddetta Barnier).
4 giugno 2016
31 maggio 2016
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con le norme del libero
mercato e della libera circolazione dei servizi. Siamo l’unico potenziale competitor italiano della
SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty. Paradossalmente, veniamo penalizzati rispetto agli
altri competitor europei proprio perché abbiamo puntato sull’Italia” dichiara Adriano
Bonforti, fondatore e CEO di Patamu.com.
Presentazione del libro “Il prezzo della
fedeltà. Storia di Giuseppe Giangrande”
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degli Uffizi e Pitti Discovery siglano
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31 maggio 2016
“Oggi rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile consultarci. Abbiamo
deciso che l’unico modo di essere interlocutori in Italia è iniziare a fare intermediazione, guardando
direttamente alle normative europee. Decidere di fare intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu all’estero
avremmo avuto sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall’Italia che possiamo mettere
in luce l’ingiustizia nei confronti di tutti gli artisti e dell’industria creativa italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due finali: o la startup Patamu sarà costretta a
chiudere e trasferirsi all’estero, chiarendo una volta per tutte che l’Italia non è l’Europa, o dopo 75
anni cadrà, davvero e per tutti, il monopolio SIAE.”
Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che passerà dall’autoriscossione ad
un servizio di intermediazione diretta delle royalties e potrà essere utilizzato dalle migliaia
di artisti iscritti a Patamu senza vincoli, senza esclusive e senza passare per la SIAE. L’artista non
dovrà prendere alcun tipo di accordo con il gestore di un evento, ma limitarsi a compilare un modulo
online chiaro e trasparente.
A differenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del repertorio degli artisti che
potranno disporre liberamente delle loro opere. La piattaforma Patamu è in grado di garantire
una totale trasparenza sulle tariffe proposte ed una ripartizione analitica dei proventi (al
contrario della SIAE, che per alcuni tipi di concerti propone una ripartizione “a campione”) a
beneficio sia degli artisti che del gestore. Gli artisti possono ricevere il pagamento online appena
concluso l’evento, e possono scegliere di rinunciare al servizio, eliminando la loro iscrizione, con un
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europee è un primo passo per consentire agli artisti di scegliere liberamente e per fare in modo che le
industrie creative italiane diventino, nel nostro Paese, un volano di sviluppo strategico, una risorsa
economica reale e una spinta per una rinascita culturale.
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PATAMU, la startup davvero italiana che s굚墶da il monopolio SIAE
PATAMU, la startup davvero italiana che sfida il monopolio SIAE
BY REDAZIONE EASY NEWS PRESS AGENCY ON 26/05/2016
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PATAMU, la startup nata e residente in Italia, s굚墶da il monopolio della SIAE aggiungendo, tra i suoi servizi, anche
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e delle attività culturali e del turismo ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), –
굚墶nora inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive
europee ed organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei diritti d’autore dall’Italia, in
accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee (direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier).
La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d’autore dall’Italia, secondo le normative europee, è un
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diventino, nel nostro Paese, un volano di sviluppo strategico, una risorsa economica reale e una spinta per una
rinascita culturale.
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07/06/2016
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07/06/2016
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I giornali di oggi, martedì 7 giugno
2016
6Glab – il laboratorio di idee di SEIGRADI
Via G. Mameli 3 – 20129 Milano
07/06/2016
Tel. +39.02.84560801
Il ritorno di Mastella: "Sono io il vero
Fax +39.02.84560802
voto di protesta"
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Email: [email protected]
Pagina Facebook: www.facebook.com/6Glab
07/06/2016
Twitter: https://twitter.com/6Glab
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www.seigradi.com
manette
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7/6/2016
PATAMU, la startup davvero italiana che sfida il monopolio SIAE
07/06/2016
DISCLAIMER: The information contained in this message is con굚墶dential, can be legally protected by local Laws, and must be exclusively used
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Centovetrine torna in tv: dal 7 giugno
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in onda 72 episodi inediti
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PATAMU, la startup davvero italiana che sfida il monopolio SIAE
BY REDAZIONE EASY NEWS PRESS AGENCY ON 26/05/2016
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Gentile Giornalista,
PATAMU, la startup nata e residente in Italia, s굚墶da il monopolio della SIAE aggiungendo, tra i suoi servizi, anche
quello per l’intermediazione del diritto d’autore, proponendosi quindi come una reale alternativa alla Società
Italiana Autori ed Editori.
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Dopo diverse iniziative – la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae, una lettera aperta al Ministro dei beni
e delle attività culturali e del turismo ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), –
굚墶nora inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive
europee ed organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei diritti d’autore dall’Italia, in
accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee (direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier).
La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d’autore dall’Italia, secondo le normative europee, è un
primo passo per consentire agli artisti di scegliere liberamente e per fare in modo che le industrie creative italiane
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diventino, nel nostro Paese, un volano di sviluppo strategico, una risorsa economica reale e una spinta per una
rinascita culturale.
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PATAMU, LA STARTUP ITALIANA PER LA TUTELA DEGLI ARTISTI | Culturiamo
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Patamu è la piattaforma che permette agli autori di depositare e tutelare dal plagio le proprie opere d’arte e di ingegno, si rivolge
quindi non solo ai musicisti ma anche a fotogra , scrittori, giornalisti, blogger, ricercatori, sviluppatori informatici e a chiunque sia
interessato a tutelare un’opera creativa.
La startup italiana chiede di essere riconosciuta come entità di gestione indipendente in linea con le nuove normative europee di
settore e di poter così competere liberamente con la SIAE. E’ infatti online la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae
(https://www.change.org/p/aboliamo-il-monopolio-siae-2), una lettera aperta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del
http://www.culturiamo.com/patamu/
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PATAMU, LA STARTUP ITALIANA PER LA TUTELA DEGLI ARTISTI | Culturiamo
turismo ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
Patamu, realtà 100% made in Italy e innovativa, gestita da Innovaetica S.r.l., ha all’attivo di circa 10.000 artisti iscritti e più di 25.000
opere depositate che grazie ad una marcatura temporale ha la stessa validità legale del deposito della SIAE ma a costi molto più
accessibili.
(http://www.culturiamo.com/patamu/patuma-6glab/)
“Vogliamo che gli artisti siano liberi di scegliere da chi farsi rappresentare, e che le industrie creative italiane siano libere di competere sul
mercato europeo diventando un volano di sviluppo per la rinascita culturale del nostro Paese” le parole di Adriano Bonforti, fondatore di
Patamu.com (https://www.patamu.com).
6Glab – la divisione di SEIGRADI– è stata scelta come team esterno di media relation per Patamu, supportando e af ancando la
startup italiana in tutte le attività di uf cio stampa. “Patamu è una realtà coraggiosa e innovativa che vuole far emergere e tutelare la
produzione culturale italiana, accendendo l’attenzione su un argomento importante come il monopolio sul diritto d’autore in Italia” il
commento di Barbara Gemma La Malfa, Fondatore e Managing Director di SEIGRADI e 6Glab.
 Tagged: Patamu (http://www.culturiamo.com/tag/patamu/), SIAE (http://www.culturiamo.com/tag/siae/)
SU LA REDAZIONE (HTTP://WWW.CULTURIAMO.COM/AUTHOR/LA-REDAZIONE/)
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http://www.culturiamo.com/patamu/
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PATAMU, la startup davvero italiana che sfida il monopolio SIAE
guardando all’Europa
Pubblicato il 26 maggio 2016 da Stefano Colagiovanni
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Patamu.com, startup nata e residente in
Italia, con all’attivo già 10.000 artisti iscritti e
25.000 opere depositate, sfida il monopolio
della SIAE aggiungendo tra i suoi servizi
anche quello per l’intermediazione del diritto
d’autore, proponendosi quindi come una
reale alternativa alla Società Italiana Autori
ed Editori. Fino ad oggi, Patamu ha offerto ai
suoi artisti i servizi di protezione dal plagio
delle opere, di assistenza legale sulle
tematiche del diritto d’autore e di
autoriscossione del diritto d’autore, senza
però poter fare intermediazione diretta a
causa della legge del 1941 che sancisce il
monopolio della SIAE.
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Dopo diverse iniziative ­ la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae per l’abolizione
del monopolio, una lettera aperta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo
Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
(AGCM) per violazione delle norme sul libero mercato ­ finora inascoltate, Patamu ha
deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive europee ed
organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei diritti d’autore
dall’Italia, in accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee (direttiva
2014/26/UE cosiddetta Barnier).
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con le norme del
libero mercato e della libera circolazione dei servizi. Siamo l’unico potenziale competitor
italiano della SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty. Paradossalmente, veniamo
penalizzati rispetto agli altri competitor europei proprio perché abbiamo puntato sull’Italia”
dichiara Adriano Bonforti, fondatore e CEO di Patamu.com. “Oggi rappresentiamo già
10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile consultarci. Abbiamo deciso che l’unico
modo di essere interlocutori in Italia è iniziare a fare intermediazione, guardando
direttamente alle normative europee.
Decidere di fare intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu
all’estero avremmo avuto sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall’Italia che
possiamo mettere in luce l’ingiustizia nei confronti di tutti gli artisti e dell’industria creativa
italiana. La nostra azione di oggi rende possibili solo due finali: o la startup Patamu sarà
costretta a chiudere e trasferirsi all’estero, chiarendo una volta per tutte che l’Italia non è
l’Europa, o dopo 75 anni cadrà, davvero e per tutti, il monopolio SIAE.”
Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che passerà dall’autoriscossione ad
un servizio di intermediazione diretta delle royalties e potrà essere utilizzato dalle migliaia
di artisti iscritti a Patamu senza vincoli, senza esclusive e senza passare per la SIAE.
L’artista non dovrà prendere alcun tipo di accordo con il gestore di un evento, ma limitarsi a
compilare un modulo online chiaro e trasparente.
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Teatro Abarico
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A differenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del repertorio degli
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artisti che potranno disporre liberamente delle loro opere. La piattaforma Patamu è in grado
di garantire una totale trasparenza sulle tariffe proposte ed una ripartizione analitica dei
proventi (al contrario della SIAE, che per alcuni tipi di concerti propone una ripartizione “a
campione”) a beneficio sia degli artisti che del gestore. Gli artisti possono ricevere il
pagamento online appena concluso l’evento, e possono scegliere di rinunciare al servizio,
eliminando la loro iscrizione, con un preavviso di soli sessanta giorni.
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La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d’autore dall’Italia secondo le
normative europee è un primo passo per consentire agli artisti di scegliere liberamente e
per fare in modo che le industrie creative italiane diventino, nel nostro Paese, un volano di
sviluppo strategico, una risorsa economica reale e una spinta per una rinascita culturale.
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INNOVAETICA Innovaetica S.r.l. è la società che ha creato e gestisce il progetto Patamu. È
iscritta al registro delle imprese innovative, e tra le pochissime a vedere riconosciuta
legalmente la propria vocazione sociale da parte dello Stato Italiano. Nel 2011 ha vinto il
primo premio del concorso Inventare il futuro dell’Università di Bologna, sezione Arte, e nel
2012 il primo premio per aspiranti imprenditori nel concorso Fondo per la creatività istituito
dalla Provincia di Roma.
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L'Antitrust contro la Siae: "Il monopolio limita la libertà"
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PATAMU, LA STARTUP DAVVERO ITALIANA CHE SFIDA IL MONOPOLIO SIAE GUARDANDO ALL’EUROPA ­ News agenzie ­ FILMHOUSETV
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PATAMU, LA STARTUP DAVVERO ITALIANA CHE SFIDA IL MONOPOLIO SIAE GUARDANDO ALL’EUROPA
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7/6/2016
PATAMU, LA STARTUP DAVVERO ITALIANA CHE SFIDA IL MONOPOLIO SIAE GUARDANDO ALL’EUROPA ­ News agenzie ­ FILMHOUSETV
'ULTIMA FERMATA' DI GIAMBATTISTA ASSANTI RIAPRE IL DIBATTITO SULLA LINEA FERROVIARIA AVELLINO ­ ROCCHETTA S. ANTONIO
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NASTRI D'ARGENTO DOCUMENTARI 2016: 'LOUISIANA', 'BELLA E PERDUTA', 'ALFREDO BINI'
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PATAMU, LA STARTUP DAVVERO ITALIANA CHE SFIDA IL MONOPOLIO SIAE GUARDANDO ALL’EUROPA
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02 giu 06:17 ­ EMILY BLUNT SARÀ MARY POPPINS NEL SEQUEL DISNEY
Redazione
Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con all’attivo già 10.000 artisti iscritti e 25.000 opere depositate, sfida il monopolio della
SIAE aggiungendo tra i suoi servizi anche quello perl’intermediazione del diritto d’autore, proponendosi quindi come una reale alternativa
alla Società Italiana Autori ed Editori.
Fino ad oggi, Patamu ha offerto ai suoi artisti i servizi di protezione dal plagio delle opere, di assistenza legale sulle tematiche del diritto d’autore e
di autoriscossione del diritto d’autore, senza però poter fare intermediazione diretta a causa della legge del 1941 che sancisce il monopolio della
SIAE.
Dopo diverse iniziative ­ la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae per l’abolizione del monopolio, una lettera aperta al Ministro dei
beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM)
per violazione delle norme sul libero mercato ­ finora inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle
direttive europee ed organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei diritti d'autore dall’Italia, in accordo con quanto
previsto dalle nuove normative europee (direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier).
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con le norme del libero mercato e della libera circolazione dei servizi. Siamo l’unico potenziale competitor
italiano della SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty. Paradossalmente, veniamo penalizzati rispetto agli altri competitor europei proprio perché abbiamo puntato sull’Italia”
dichiara Adriano Bonforti, fondatore e CEO di Patamu.com.
“Oggi rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile consultarci. Abbiamo deciso che l’unico modo di essere interlocutori in Italia è iniziare a fare
intermediazione, guardando direttamente alle normative europee. Decidere di fare intermediazione dall'Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu all'estero avremmo avuto
sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall'Italia che possiamo mettere in luce l'ingiustizia nei confronti di tutti gli artisti e dell'industria creativa italiana. La nostra azione di
oggi rende possibili solo due finali: o la startup Patamu sarà costretta a chiudere e trasferirsi all'estero, chiarendo una volta per tutte che l'Italia non è l'Europa, o dopo 75 anni cadrà,
davvero e per tutti, il monopolio SIAE.”
Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che passerà dall’autoriscossione ad un servizio di intermediazione diretta delle royalties e potrà essere utilizzato dalle
migliaia di artisti iscritti a Patamu senza vincoli, senza esclusive e senza passare per la SIAE. L’artista non dovrà prendere alcun tipo di accordo con il gestore di un evento, ma
limitarsi a compilare un modulo online chiaro e trasparente.
A differenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del repertorio degli artisti che potranno disporre liberamente delle loro opere. La piattaforma Patamu è in grado di
garantire una totale trasparenza sulle tariffe proposte ed una ripartizione analitica dei proventi (al contrario della SIAE, che per alcuni tipi di concerti propone una ripartizione “a
campione”) a beneficio sia degli artisti che del gestore. Gli artisti possono ricevere il pagamento online appena concluso l’evento, e possono scegliere di rinunciare al servizio,
eliminando la loro iscrizione, con un preavviso di soli sessanta giorni.
La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d’autore dall’Italia secondo le normative europee è un primo passo per consentire agli artisti di scegliere liberamente e per fare
in modo che le industrie creative italiane diventino, nel nostro Paese, un volano di sviluppo strategico, una risorsa economica reale e una spinta per una rinascita culturale.
INNOVAETICA
Innovaetica S.r.l. è la società che ha creato e gestisce il progetto Patamu. È iscritta al registro delle imprese innovative, e tra le pochissime a vedere riconosciuta legalmente la
propria vocazione sociale da parte dello Stato Italiano. Nel 2011 ha vinto il primo premio del concorso Inventare il futuro dell’Università di Bologna, sezione Arte, e
nel 2012 il primo premio per aspiranti imprenditori nel concorso Fondo per la creatività istituito dalla Provincia di Roma.
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 maggio 27, 2016  Walter Nicoletti  Musica  No Comments
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artisti iscritti e 25.000 opere depositate, s da il monopolio della SIAE
aggiungendo tra i suoi servizi anche quello per l’intermediazione del diritto
d’autore, proponendosi quindi come una reale alternativa alla Società
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Italiana Autori ed Editori.
Fino ad oggi, Patamu ha offerto ai suoi artisti i servizi di protezione dal
plagio delle opere, di assistenza legale sulle tematiche del diritto d’autore e
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Dopo diverse iniziative – la petizione su
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lettera aperta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo
Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e
del Mercato (AGCM) per violazione delle norme sul libero mercato – nora
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inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando
direttamente alle direttive europee ed organizzandosi come entità di
gestione indipendente per la riscossione dei diritti d’autore dall’Italia, in
accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee (direttiva
2014/26/UE cosiddetta Barnier).
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con
le norme del libero mercato e della libera circolazione dei servizi. Siamo
l’unico potenziale competitor italiano della SIAE, ma non possiamo
raccogliere royalty. Paradossalmente, veniamo penalizzati rispetto agli altri
competitor europei proprio perché abbiamo puntato sull’Italia” dichiara
Adriano Bonforti, fondatore e CEO di Patamu.com.
“Oggi rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile
consultarci. Abbiamo deciso che l’unico modo di essere interlocutori in
Italia è iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle
normative europee.
Decidere di fare intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando
Patamu all’estero avremmo avuto sicuramente la vita più semplice, ma è
solo agendo dall’Italia che possiamo mettere in luce l’ingiustizia nei
confronti di tutti gli artisti e dell’industria creativa italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due nali: o la startup Patamu
sarà costretta a chiudere e trasferirsi all’estero, chiarendo una volta per
tutte che l’Italia non è l’Europa, o dopo 75 anni cadrà, davvero e per tutti, il
monopolio SIAE.”
Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che passerà
dall’autoriscossione ad un servizio di intermediazione diretta delle royalties
e potrà essere utilizzato dalle migliaia di artisti iscritti a Patamu senza
vincoli, senza esclusive e senza passare per la SIAE. L’artista non dovrà
prendere alcun tipo di accordo con il gestore di un evento, ma limitarsi a
compilare un modulo online chiaro e trasparente.
A differenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del
repertorio degli artisti che potranno disporre liberamente delle loro opere.
La piattaforma Patamu è in grado di garantire una totale trasparenza sulle
tariffe proposte ed una ripartizione analitica dei proventi (al contrario della
SIAE, che per alcuni tipi di concerti propone una ripartizione “a campione”) a
bene cio sia degli artisti che del gestore. Gli artisti possono ricevere il
pagamento online appena concluso l’evento, e possono scegliere di
rinunciare al servizio, eliminando la loro iscrizione, con un preavviso di soli
sessanta giorni.
La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d’autore dall’Italia
secondo le normative europee è un primo passo per consentire agli artisti di
scegliere liberamente e per fare in modo che le industrie creative italiane
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diventino, nel nostro Paese, un volano di sviluppo strategico, una risorsa
economica reale e una spinta per una rinascita culturale.
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economica reale e una spinta per una rinascita culturale.
INNOVAETICA
Innovaetica S.r.l. è la società che ha creato e gestisce il progetto Patamu. È
iscritta al registro delle imprese innovative, e tra le pochissime a vedere
riconosciuta legalmente la propria vocazione sociale da parte dello Stato
Italiano. Nel 2011 ha vinto il primo premio del concorso Inventare il futuro
dell’Università di Bologna, sezione Arte, e nel 2012 il primo premio per
aspiranti imprenditori nel concorso Fondo per la creatività istituito dalla
Provincia di Roma.
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GUARDANDO ALL'EUROPA Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con all'attivo
già 10.000 artisti iscritti e 25.000 opere depositate, sfida il
monopolio della SIAE aggiungendo tra i suoi servizi anche
quello per l'intermediazione del diritto d'autore,
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Fino ad oggi, Patamu ha offerto ai suoi artisti i servizi di
protezione dal plagio delle opere, di assistenza legale sulle
tematiche del diritto d'autore e di autoriscossione del diritto
d'autore, senza però poter fare intermediazione diretta a
causa della legge del 1941 che sancisce il monopolio della
SIAE.
Dopo diverse iniziative ­ la petizione
su change.org/aboliamomonopoliosiae per l'abolizione del
monopolio, una lettera aperta al Ministro dei beni e delle
attività culturali e del turismo Dario Franceschini ed
un esposto all'Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato (AGCM) per violazione delle norme sul libero
mercato ­ finora inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a
fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive
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Patamu, la startup davvero italiana che sfida il monopolio SIAE guardando all'Europa ~ Be Star
accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee
(direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier).
"Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in
contrasto con le norme del libero mercato e della libera
circolazione dei servizi. Siamo l'unico potenziale competitor
italiano della SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty.
Paradossalmente, veniamo penalizzati rispetto agli altri
competitor europei proprio perché abbiamo puntato sull'Italia"
dichiara Adriano Bonforti, fondatore e CEO di
Patamu.com.
"Oggi rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha
ritenuto utile consultarci. Abbiamo deciso che l'unico modo di
essere interlocutori in Italia è iniziare a fare intermediazione,
guardando direttamente alle normative europee. Decidere di fare intermediazione dall'Italia è un atto
coraggioso. Fondando Patamu all'estero avremmo avuto
sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall'Italia
che possiamo mettere in luce l'ingiustizia nei confronti di tutti
gli artisti e dell'industria creativa italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due finali: o la
startup Patamu sarà costretta a chiudere e trasferirsi
all'estero, chiarendo una volta per tutte che l'Italia non è
l'Europa, o dopo 75 anni cadrà, davvero e per tutti, il
monopolio SIAE."
Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che
passerà dall'autoriscossione ad un servizio di
intermediazione diretta delle royalties e potrà essere
utilizzato dalle migliaia di artisti iscritti a Patamu senza vincoli,
senza esclusive e senza passare per la SIAE. L'artista non
dovrà prendere alcun tipo di accordo con il gestore di un
evento, ma limitarsi a compilare un modulo online chiaro e
trasparente.
A differenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si
appropria del repertorio degli artisti che potranno disporre
liberamente delle loro opere. La piattaforma Patamu è in
grado di garantire una totale trasparenza sulle tariffe
proposte ed una ripartizione analitica dei proventi (al
contrario della SIAE, che per alcuni tipi di concerti propone
una ripartizione "a campione") a beneficio sia degli artisti che
del gestore. Gli artisti possono ricevere il pagamento online
appena concluso l'evento, e possono scegliere di rinunciare al
servizio, eliminando la loro iscrizione, con un preavviso di soli
sessanta giorni.
La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto
d'autore dall'Italia secondo le normative europee è un primo
passo per consentire agli artisti di scegliere liberamente e per
fare in modo che le industrie creative italiane diventino, nel
nostro Paese, un volano di sviluppo strategico, una risorsa
economica reale e una spinta per una rinascita culturale.
Disclaimer:
dichiarazione ai sensi
della legge n. 62 del 7
marzo 2001, in
ottemperanza alla
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successiva 62/2001 si
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dati: a) l'aggiornamento
dei contenuti avviene
senza regolarità
periodica, pertanto il
sito non costituisce
testata giornalistica e
non può essere
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sensi della suddetta
legge; b) il proprietario
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Innovaetica S.r.l. è la società che ha creato e gestisce il
progetto Patamu. È iscritta al registro delle imprese
innovative, e tra le pochissime a vedere riconosciuta
legalmente la propria vocazione sociale da parte dello Stato
Italiano. Nel 2011 ha vinto il primo premio del
concorso Inventare il futuro dell'Università di
Bologna, sezione Arte, e nel 2012 il primo
premio per aspiranti imprenditori nel concorso Fondo per
la creatività istituito dalla Provincia di Roma.
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Edward Voskeritchian
PATAMU, LA STARTUP DAVVERO ITALIANA CHE SFIDA IL
MONOPOLIO SIAE GUARDANDO ALL’EUROPA
Read theMag – Leggi il
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venerdì, 27 maggio 2016 11:00
Last Updated on giovedì, 26 maggio 2016 14:56
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“Oggi rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile consultarci. Abbiamo deciso che
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Decidere di fare intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu all’estero avremmo avuto
sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall’Italia che possiamo mettere in luce l’ingiustizia nei
confronti di tutti gli artisti e dell’industria creativa italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due finali: o la startup Patamu sarà costretta a chiudere e
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A differenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del repertorio degli artisti che potranno
disporre liberamente delle loro opere.
La piattaforma Patamu è in grado di garantire una totale trasparenza sulle tariffe proposte ed una ripartizione
analitica dei proventi (al contrario della SIAE, che per alcuni tipi di concerti propone una ripartizione “a
campione”) a beneficio sia degli artisti che del gestore.
Gli artisti possono ricevere il pagamento online appena concluso l’evento, e possono scegliere di rinunciare al
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La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d’autore dall’Italia secondo le normative europee è un
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una volta per tutte che l’Italia non è l’Europa, o dopo 75 anni cadrà,
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davvero e per tutti, il monopolio SIAE.”
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Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che passerà
dall’autoriscossione ad un servizio di intermediazione diretta delle
royalties e potrà essere utilizzato dalle migliaia di artisti iscritti a
Patamu senza vincoli, senza esclusive e senza passare per la SIAE.
L’artista non dovrà prendere alcun tipo di accordo con il gestore di
un evento, ma limitarsi a compilare un modulo online chiaro e
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trasparente.
A di䍞惧erenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria
del repertorio degli artisti che potranno disporre liberamente delle
loro opere.
La piattaforma Patamu è in grado di garantire una totale
trasparenza sulle tari䍞惧e proposte ed una ripartizione analitica dei
proventi (al contrario della SIAE, che per alcuni tipi di concerti
propone una ripartizione “a campione”) a benecio sia degli artisti
che del gestore.
Gli artisti possono ricevere il pagamento online appena concluso
l’evento, e possono scegliere di rinunciare al servizio, eliminando la
loro iscrizione, con un preavviso di soli sessanta giorni.
La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d’autore
dall’Italia secondo le normative europee è un primo passo per
consentire agli artisti di scegliere liberamente e per fare in modo
che le industrie creative italiane diventino, nel nostro Paese, un
volano di sviluppo strategico, una risorsa economica reale e una
spinta per una rinascita culturale.
INNOVAETICA
Innovaetica S.r.l. è la società che ha creato e gestisce il progetto
Patamu.
È iscritta al registro delle imprese innovative, e tra le pochissime a
http://www.impresamia.com/startup­patamu­sfida­il­monopolio­siae­con­lintermediazione­del­diritto­dautore/
3/5
7/6/2016 STARTUP­Patamu: sfida il monopolio SIAE con l’intermediazione del diritto d’autore ­ impresamia.comimpresamia.com | Un nuovo sito targato Wor…
vedere riconosciuta legalmente la propria vocazione sociale da
parte dello Stato Italiano.
Nel 2011 ha vinto il primo premio del concorso Inventare il futuro
dell’Università di Bologna, sezione Arte, e nel 2012 il primo premio
per aspiranti imprenditori nel concorso Fondo per la creatività
istituito dalla Provincia di Roma.
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STARTUP-PATAMU: SFIDA IL MONOPOLIO SIAE CON
L’INTERMEDIAZIONE DEL DIRITTO D’AUTORE
ALLNEWS365 — MAGGIO 27, 2016
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Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con all’attivo già 10.000 artisti iscritti e 25.000 opere depositate, s⎠欩da il monopolio della SIAE aggiungendo tra i suoi servizi
anche quello per l’intermediazione del diritto d’autore, proponendosi quindi come una reale alternativa alla Società Italiana Autori ed Editori.
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1/7
7/6/2016
STARTUP­Patamu: sfida il monopolio SIAE con l’intermediazione del diritto d’autore ­ allnews365
Fino ad oggi, Patamu ha o꘏erto ai suoi artisti i servizi di protezione dal plagio delle opere, di assistenza legale sulle
tematiche del diritto d’autore e di autoriscossione del diritto d’autore, senza però poter fare intermediazione diretta a
causa della legge del 1941 che sancisce il monopolio della SIAE.
Dopo diverse iniziative – la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae per l’abolizione del monopolio, una lettera
aperta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità Garante
della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per violazione delle norme sul libero mercato – ⎠欩nora inascoltate, Patamu ha
deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive europee ed organizzandosi come entità
di gestione indipendente per la riscossione dei diritti d’autore dall’Italia, in accordo con quanto previsto dalle nuove
normative europee (direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier).
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con le norme del libero mercato e della libera
circolazione dei servizi. Siamo l’unico potenziale competitor italiano della SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty.
Paradossalmente, veniamo penalizzati rispetto agli altri competitor europei proprio perché abbiamo puntato sull’Italia”
dichiara Adriano Bonforti, fondatore e CEO di Patamu.com.
“Oggi rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile consultarci. Abbiamo deciso che l’unico modo di essere interlocutori in Italia è iniziare a fare
intermediazione, guardando direttamente alle normative europee.
Decidere di fare intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu all’estero avremmo avuto sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall’Italia
che possiamo mettere in luce l’ingiustizia nei confronti di tutti gli artisti e dell’industria creativa italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due ⎠欩nali: o la startup Patamu sarà costretta a chiudere e trasferirsi all’estero, chiarendo una volta per tutte che l’Italia non è
l’Europa, o dopo 75 anni cadrà, davvero e per tutti, il monopolio SIAE.”
Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che passerà dall’autoriscossione ad un servizio di intermediazione diretta delle royalties e potrà essere utilizzato
dalle migliaia di artisti iscritti a Patamu senza vincoli, senza esclusive e senza passare per la SIAE. L’artista non dovrà prendere alcun tipo di accordo con il gestore di un
evento, ma limitarsi a compilare un modulo online chiaro e trasparente.
A di꘏erenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del repertorio degli artisti che potranno disporre liberamente delle loro opere.
La piattaforma Patamu è in grado di garantire una totale trasparenza sulle tari꘏e proposte ed una ripartizione analitica dei proventi (al contrario della SIAE, che per alcuni
tipi di concerti propone una ripartizione “a campione”) a bene⎠欩cio sia degli artisti che del gestore.
Gli artisti possono ricevere il pagamento online appena concluso l’evento, e possono scegliere di rinunciare al servizio, eliminando la loro iscrizione, con un preavviso di
soli sessanta giorni.
La scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d’autore dall’Italia secondo le normative europee è un primo passo per consentire agli artisti di scegliere
liberamente e per fare in modo che le industrie creative italiane diventino, nel nostro Paese, un volano di sviluppo strategico, una risorsa economica reale e una spinta
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INNOVAETICA
Innovaetica S.r.l. è la società che ha creato e gestisce il progetto Patamu.
È iscritta al registro delle imprese innovative, e tra le pochissime a vedere riconosciuta legalmente la propria vocazione sociale da parte dello Stato Italiano.
Nel 2011 ha vinto il primo premio del concorso Inventare il futuro dell’Università di Bologna, sezione Arte, e nel 2012 il primo premio per aspiranti imprenditori nel concorso Fondo
per la creatività istituito dalla Provincia di Roma.
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7/6/2016
Aumenta la concorrenza a SIAE: da oggi c’è anche Patamu
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Home » Politica e Attualità » Aumenta la concorrenza a SIAE: da oggi c’è anche Patamu
Aumenta la concorrenza a SIAE: da oggi c’è anche Patamu
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May 28, 2016
Politica e Attualità, Primo Piano
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(di Salvatore Primiceri) ­ Il monopolio SIAE è ormai scardinato nei fatti.
Dopo l’ingresso sul mercato della società italo­britannica Soudreef la quale è
riuscita ad annoverare tra i suoi artisti tutelati anche il celebre rapper Fedez,
anche la società italiana Patamu ha annunciato l’avvio del servizio di
intermediazione del diritto d’autore ponendosi così come nuovo competitor di
SIAE.
LA NEGOZIAZIONE ASSISTITA
Salvatore Primiceri
L’annuncio è stato dato ieri (27 maggio) da Adriano Bonforti, fondatore e
CEO di Patamu, azienda che finora si era occupata di servizi legati alla tutela del plagio e di assistenza legale agli autori.
Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con all’attivo già 10.000 artisti iscritti e 25.000 opere depositate, sfida il
monopolio della SIAE aggiungendo tra i suoi servizi anche quello per l’intermediazione del diritto d’autore, proponendosi
quindi come una reale alternativa alla Società Italiana Autori ed Editori.
Dopo diverse iniziative – la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae per l’abolizione del monopolio, una lettera
aperta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità Garante
della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per violazione delle norme sul libero mercato – finora inascoltate, Patamu ha
deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive europee ed organizzandosi come entità di
gestione indipendente per la riscossione dei diritti d’autore dall’Italia, in accordo con quanto previsto dalle nuove
normative europee (direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier).
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con le norme del libero mercato e della libera
circolazione dei servizi. Siamo l’unico potenziale competitor italiano della SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty.
Paradossalmente, veniamo penalizzati rispetto agli altri competitor europei proprio perché abbiamo puntato sull’Italia”
dichiara Adriano Bonforti, fondatore e CEO di Patamu.com.
“Oggi rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile consultarci. Abbiamo deciso che l’unico
modo di essere interlocutori in Italia è iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle normative europee. Decidere di fare intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu all’estero avremmo avuto
sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall’Italia che possiamo mettere in luce l’ingiustizia nei confronti di
tutti gli artisti e dell’industria creativa italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due finali: o la startup Patamu sarà costretta a chiudere e trasferirsi
all’estero, chiarendo una volta per tutte che l’Italia non è l’Europa, o dopo 75 anni cadrà, davvero e per tutti, il monopolio
SIAE.”
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Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu LIVE, che passerà dall’autoriscossione ad un servizio di intermediazione
diretta delle royalties e potrà essere utilizzato dalle migliaia di artisti iscritti a Patamu senza vincoli, senza esclusive e senza
passare per la SIAE. L’artista non dovrà prendere alcun tipo di accordo con il gestore di un evento, ma limitarsi a compilare
un modulo online chiaro e trasparente.
A differenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del repertorio degli artisti che potranno disporre
liberamente delle loro opere.
La piattaforma Patamu è in grado di garantire una totale trasparenza sulle tariffe proposte ed una ripartizione analitica dei
BUONSENSO & PSICHE
proventi (al contrario della SIAE, che per alcuni tipi di concerti propone una ripartizione “a campione”) a beneficio sia degli
artisti che del gestore.
A proposito di muri, barriere e confini
I concorrenti di SIAE puntano su efficienza, trasparenza, rendicontazioni puntuali e pagamenti veloci. Insomma tutti i
punti su cui SIAE è stata spesso contestata persino da parte dei suoi stessi associati.
Il peso del bue. Come fuggire dalla
consuetudine
La concorrenza è realtà. Ora attendiamo che il governo italiano ne prenda atto e produca una riforma in senso liberale del
diritto d’autore.
Salvatore Primiceri
http://www.laltrapagina.it/mag/aumenta­la­concorrenza­a­siae­da­oggi­ce­anche­patamu/
April 16, 2016, Comments Off
March 16, 2016, Comments Off
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Diritto d'autore: anche Gigi D'Alessio, dopo Fedez, lascia la SIAE ­ AgoraVox Italia
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Home page > Attualità > Cronaca > Diritto d’autore: anche Gigi D’Alessio, dopo Fedez, lascia la (...)
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Diritto d’autore: anche Gigi D’Alessio, dopo
Fedez, lascia la SIAE
Salvatore Primiceri (sito)
sabato 28 maggio 2016
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Salvatore Primiceri
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Il celebre cantautore napoletano lascia la SIAE e sceglie la giovane Soundreef per la tutela
dei propri diritti d'autore. E' il secondo big dopo Fedez a cambiare società di
intermediazione. D'Alessio: "Altri mi seguiranno". La concorrenza a SIAE è realtà.
Giurista, scrittore ed editore.
Laureato in giurisprudenza, si
occupa di formazione
professionale attraverso metodi
rivolti allo sviluppo della
creatività e all'abbattimento di
schemi, modelli e processi
abituali. E' ideatore del progetto formativo "La
Promozioni.
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Mediazione Laterale" per gestire e risolvere i
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Il cantautore napoletano Gigi D’Alessio.
Colpo di scena ma nemmeno tanto. Un altro big lascia la SIAE per farsi rappresentare da
SOUNDREEF nella gestione dei diritti d'autore. Dopo l'uscita di Fedez ora tocca infatti a Gigi
D'Alessio.
Ultimi articoli dell’autore
Avevamo previsto ampiamente che nel momento in cui il monopolio SIAE sarebbe iniziato a
vacillare sarebbe bastato il coraggio di un artista per far seguire a ruota molti altri nella
scelta di cambiare società di gestione dei diritti d'autore.
Diritto d’autore: anche Gigi D’Alessio, dopo Fedez,
lascia la SIAE
E così Gigi D'Alessio scegli Soundreef, una delle due competitor insieme a Patamu,
attualmente alternative in Italia a SIAE.
Governo difende il monopolio SIAE: è rivolta sui
social #franceschiniripensaci
Lettera SIAE agli autori per difendere il proprio
monopolio
Nuovo esame di avvocato: ecco cosa cambia
Tutto ciò è possibile grazie agli effetti della direttiva europea Barnier che di fatto lascia agli
artisti la possibilità di scegliersi la società di intermediazione con massima libertà anche se
il governo italiano non ha ancora provveduto al recepimento della direttiva e pare stia
facendo di tutto per difendere il monopolio della SIAE, oggetto ormai di moltissime
contestazioni soprattutto all'interno degli stessi associati.
D’Alessio, forte di 20 milioni di dischi venduti in tutto il mondo e con un repertorio di circa
750 brani (uno dei più grandi della discografia italiana) ha incaricato dal 1 gennaio 2017 di
riscuotere i propri proventi musicali Soundreef, prima Entità di Gestione Indipendente in
Europa, riconosciuta dal Governo inglese ai sensi della nuova Direttiva UE.
“Siamo felicissimi. – ha commentato Davide D’Atri, fondatore e amministratore delegato di
Soundreef – L’arrivo di Gigi testimonia che siamo sulla strada giusta dell’innovazione, e della
necessità di cambiare garantendo meglio tutti, soprattutto i più deboli. Con la direttiva
http://www.agoravox.it/Diritto­d­autore­anche­Gigi­D.html
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Diritto d'autore: anche Gigi D'Alessio, dopo Fedez, lascia la SIAE ­ AgoraVox Italia
Barnier l’Unione Europea ha preso atto della
rivoluzione digitale in corso e della
conseguente fine dell’era dei pochi monopoli
che ancora resistono come quello italiano
della SIAE. Credo che presto assisteremo ad
un effetto domino. Abbiamo tanti contatti in
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fase avanzata di artisti che hanno espresso la
volontà di cambiare, esercitando la libertà che
la Direttiva riconosce loro”.
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Felice anche il cantautore partenopeo che
rimarca come l'interesse per Soundreef sia
nato soprattutto per la trasparenza e velocità
nelle rendicontazioni. "SIAE - spiega D'Alessio non offre invece un servizio analitico di
rendicontazione".
Gigi D'Alessio spiega che per lui non è stata
una scelta facile ma di aver creduto nel
progetto di questi giovani e nel libero
mercato.
"Laddove c’è il monopolio il mercato non
cresce. Sono certo - ha concluso Gigi D’Alessio
- che tanti altri colleghi ci seguiranno su
questa strada”.
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7/6/2016
Si incrina il monopolio Siae: Gigi D’Alessio sceglie Soundreef | Millecanali
Home » Leggi&Norme » Si incrina il monopolio Siae: Gigi D’Alessio sceglie Soundreef
Si incrina il monopolio Siae: Gigi D’Alessio sceglie Soundreef
Mauro Roԯi • 29 maggio 2016
Dopo il caso di Fedez, che aveva già fatto rumore, ecco che anche Gigi D’Alessio lascia la Siae a
favore di Soundreef, la società che agisce dall’estero (con il chiaro scopo di aggirare il monopolio
della Siae, finora confermato dalla legge) nel settore dei diritti d’autore italiani. Da gennaio la
gestione delle royalty sulle musiche e i testi di D’Alessio sarà aԯidata proprio a Soundreef.
“Mi ha convinto la possibilità di avere un rendiconto dettagliato dei passaggi delle mie canzoni” – ha
detto D’Alessio. Soundreef adotta un sistema analitico di monitoraggio dei diritti, rispetto a quello
statistico di Siae: ogni passaggio del brano è tracciato e genera il relativo pagamento. Questa
tecnologia finora è stata applicata alla musica di sottofondo dei locali (oltre 20mila) e agli eventi dal
vivo, ma dal prossimo anno sarà estesa anche alla raccolta su Radio e Televisione. L’aggio (il margine
trattenuto dalla società) è superiore a quello della Siae, ma i tempi di rendicontazione e pagamento
sono più brevi.
“Non ci trovo nulla di male che se ne occupi una società privata, che deve fare profitto – ha aggiunto
D’Alessio – . Bisogna credere nell’innovazione tecnologica. La Siae è complessa come un Ministero,
ha mostrato poca capacità di innovare, mentre il mondo sta cambiando”.
Soundreef è una startup innovativa fondata da Davide D’Atri nel 2011 e nello scorso novembre aveva
raccolto 3,5 milioni di euro di finanziamenti per la sua crescita. Evidente l’impatto della scelta di
D’Alessio, forte di oltre 20 milioni di dischi venduti e di un repertorio di circa 750 brani registrati (e
bisognerà vedere poi se una scelta analoga la farà anche la compagna Anna Tatangelo).
La Siae ha sempre un enorme vantaggio in termini di numeri, con 80mila autori ‘gestiti’ in Italia.
Quanto al suo monopolio, una direttiva comunitaria chiede ai Paesi membri di liberalizzare il settore
ma la relativa legge di recepimento è stata ‘emendata’ di nuovo in senso monopolistico dal ministro
della Cultura Dario Franceschini.
Il Presidente Siae Filippo Sugar ha cercato di reagire alla cattiva notizia di D’Alessio: “Abbiamo delle
perplessità su quanto questo tipo di approccio possa essere continuativo nel tempo perché, a meno
che Soundreef abbia fondi illimitati, che SIAE sicuramente non ha, è evidente che una volta
ingaggiati 5, 10, 20 artisti appare complicato che possa mantenere un modello di business adeguato
http://www.millecanali.it/%EF%BB%BFsi­incrina­il­monopolio­siae­gigi­dalessio­sceglie­soundreef/
1/3
7/6/2016
Si incrina il monopolio Siae: Gigi D’Alessio sceglie Soundreef | Millecanali
per la tutela dei diritti di tutti gli Autori.
Ci stupiamo (poi) delle parole di Gigi D’Alessio, non capiamo a cosa si riferisca in tema di trasparenza
perché la nostra ripartizione è gestita in modo del tutto trasparente, utilizzazione per utilizzazione.
Nel rendiconto che inviamo ai nostri Associati vi sono indicazioni molto dettagliate: titolo per titolo,
fonte per fonte…
Vorrei ricordare… che la SIAE ha oltre 1200 dipendenti e 503 agenzie mandatarie su tutto il territorio
Italiano senza le quali sarebbe impossibile svolgere il nostro lavoro adeguatamente e stare dalla
parte di chi crea difendendo il diritto d’Autore”.
Ma il settore si sta davvero muovendo ed ecco che a Millecanali abbiamo ricevuto un comunicato da
Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con all’attivo già 10.000 artisti iscritti e 25.000 opere
depositate,
a sua
voltacontenuti
a sfidare
il monopolio
Siae “aggiungendo
tra i suoi
anche
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alla Società Italiana Autori ed Editori…”.
“Dopo diverse iniziative – la petizione su change.org/aboliamomonopoliosiae, una lettera aperta al
Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ed un esposto all’Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per violazione delle norme sul libero mercato –
finora inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle
direttive europee ed organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei
diritti d’autore dall’Italia, in accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee”.
“Il monopolio SIAE è un caso ormai unico in Europa, che va in contrasto con le norme del libero
mercato e della libera circolazione dei servizi. Siamo l’unico potenziale competitor italiano della
SIAE, ma non possiamo raccogliere royalty – ha detto Adriano Bonforti, fondatore e CEO di
Patamu.com – . Decidere di fare intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu
all’estero avremmo avuto sicuramente la vita più semplice, ma è solo agendo dall’Italia che
possiamo mettere in luce l’ingiustizia nei confronti di tutti gli artisti e dell’industria creativa italiana.
La nostra azione di oggi rende possibili solo due finali: o la startup Patamu sarà costretta a chiudere
e trasferirsi all’estero, chiarendo una volta per tutte che l’Italia non è l’Europa, o dopo 75 anni cadrà,
davvero e per tutti, il monopolio SIAE”.
Innovaetica S.r.l. è la società che ha creato e gestisce il progetto Patamu. È iscritta al registro delle
imprese innovative ed è tra le pochissime a vedere riconosciuta legalmente la propria vocazione
sociale da parte dello Stato Italiano.
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2/3
7/6/2016
Radio Onda d'Urto » MONOPOLIO SIAE: COSA STA ACCADENDO IN ITALIA DOPO LA DIRETTIVA BARNIER
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MONOPOLIO SIAE: COSA STA ACCADENDO IN ITALIA DOPO LA DIRETTIVA BARNIER
0:00
La direttiva Europea Barnier sta muovendo
cambiamenti importanti sul diritto d’autore
in Italia.
Se Fedez e Gigi d’Alessio hanno deciso di
servirsi di Soundreef, società privata con sede in
Inghilterra che va a guadagnare sulle royalties
generate dagli artisti. Patamu, piattaforma che
permette agli autori di depositare e tutelare dal
plagio in pochi istanti le proprie opere d’arte e di
ingegno in modo immediato e totalmente
informatizzato, ha deciso di sfidare il governo
italiano, colpevole di non aver ancora trasformato
la direttiva Barnier in legge, dichiarando che
inizierà a gestire direttamente l’intermediazione
del diritto d’autore.
Ma anche i movimenti si stanno interrogando su
cosa fare: già ad aprile, con una riunione
all’Angelo Mai, si è aperto il percorso “Tutta un’altra musica” promosso da CTRL Project. L’idea è
costruire collecting society per la gestione del diritto d’autore, ovvero la creazione di un soggetto a
gestione collettiva sganciato da ottica speculativa e burocratica.
Superare il diritto SIAE non per liberalizzare la speculazione sulle royalties generate da
artiste e artisti, ma per creare soggetti capaci di gestire e redistribuire le ricchezze in altra maniera.
28 e 29 maggio a Napoli si è svolta una due giorni per proseguire il dibattito e organizzare la
costituzione di questo soggetto.
Margherita, de l’Asilo, ci racconta la due giorni all’Asilo. Margherita – asilo – siae
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Tag:ctrl, fedez, gigi d'alessio, royalties, siae
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13/6/2016
Patamu ­ Diritti d’autore 2.0
Pierpaolo Rella NO VIT À WEB ( /NO VITA­ WEB/) 2 settimane fa
Patamu ­ Diritti d’autore
2.0 (/novita­web/patamu)
Patamu (https://www.patamu.com/index.php/it/) è un sito web che offre un sistema
alternativo alla SIAE (https://www.siae.it/it) per poter depositare le opere artistiche
e di ingegno proteggendole da eventuali plagi. Nasce dal dif cile rapporto esistente
tra i diversi artisti con la Società Italiana Autori e Editori che da più di cinquant’anni
gestisce in forma di monopolio l’accesso e la possibilità di utilizzo delle opere d’arte
e d’ingegno da parte di creativi ed autori.
http://www.romawebrevolution.com/novita­web/patamu
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13/6/2016
Patamu ­ Diritti d’autore 2.0
Come accade ormai da diverso tempo, è il web ad imporre il cambiamento
proponendo soluzioni alternative costruite su misura per gli utenti. Adriano Bonforti
creatore di Patamu, start-up premiata e riconosciuta ormai in diverse occasioni
istituzionali anche per la sua vocazione sociale, afferma come per la maggior parte
degli artisti emergenti che trovano molta dif coltà nell’esibirsi per via della
legislazione vigente e dei costi da sostenere, si sia resa fondamentale la creazione di
un sistema alternativo alla SIAE per permettere ad ognuno di proteggere e svolgere
liberamente il proprio lavoro in modo più snello e trasparente.
Patamu ­ Il problema SIAE
Negli ultimi anni moltissimi artisti ed editori hanno cancellato la loro iscrizione
presso la Società Italiana Artisti e Editori non senza dif coltà o tempistiche
piuttosto lunghe, altri ancora invece hanno direttamente rinunciato a farla. I motivi
sono diversi e tutti lamentati da chi li vive sulla propria pelle cercando di costruirsi
un futuro con questo lavoro.
Diversi ex iscritti infatti hanno preso questa decisione dopo essersi scontrati con:
tempi e procedure burocratiche lunghe e per niente informatizzate, estrema
dif coltà di comunicazione e supporto, costi troppo elevati confrontati alle entrate
ricevute, ridistribuzione dei proventi in modo squilibrato e affatto trasparente e
vincoli dif cili da sciogliere per lavorare in autonomia.
La legge che af da soltanto alla SIAE la riscossione delle royalties sul territorio
italiano risale al 1941 e contiene ormai troppi limiti per regolamentare una
situazione in continua evoluzione. Per approfondire il testo nelle sue particolarità
vai all'approfondimento su Wikipedia
(https://it.wikipedia.org/wiki/Diritto_d'autore_italiano).
La Direttiva Barnier (http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?
uri=CELEX%3A32014L0026) approvata dal parlamento europeo in via de nitiva il 4
febbraio 2014 e che intende dare una svolta ai preesistenti sistemi per le collecting
society prevedendo un’apertura nel mercato dei diritti d’autore, ha messo nalmente
in discussione una certezza piuttosto attempata e scal ta soltanto da piattaforme
alternative come Patamu, che no a questo momento si erano viste sempre piuttosto
osteggiate.
Patamu ­ Marcatura Temporale
http://www.romawebrevolution.com/novita­web/patamu
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13/6/2016
Patamu ­ Diritti d’autore 2.0
Patamu ­ Marcatura Temporale
Patamu offre una protezione immediata grazie ad un sistema di marcatura
temporale, procedimento con valore legale che certi ca ora e data di un documento
informatico contente opere dell’ingegno attribuendogli valore probatorio in sede di
controversia.
Il sistema offerto da Patamu è legalmente identico a quello della SIAE, la differenza
sostanziale sta nel prezzo: per la SIAE parte da 65 euro mentre per Patamu può
anche equivalere a zero. Bisogna notare però come nessuna di queste forme di
marcatura tuteli effettivamente le opere, infatti rappresentano solo uno strumento
per provare, in sede di controversia legale, di essere arrivati “per primi” nello
sfortunato caso si diventi vittima di un plagio.
La paternità di un’opera, come stabilito per legge, nasce direttamente dall’atto di
creazione dell’opera stessa senza nessuna particolare procedura, il problema è poter
provare il momento esatto in cui l’opera è stata generata per attribuire solo a noi la
paternità ed è qui che entra in gioco la marcatura temporale offerta da Patamu.
La marcatura temporale è un sistema che esiste da prima della nascita di Patamu e di
altri servizi come Copyzero (http://www.costozero.org/wai/u2.html)e consiste
semplicemente nell’inserimento di un codice nei metadati di un determinato
documento informatico per renderlo identi cabile ai ni probatori attraverso
l’individuazione di orario e data di creazione. Questa procedura si può effettuare
anche per conto proprio attraverso una casella di posta PEC o dotandosi di un
dispositivo di rma digitale o di marcatura temporale.
Patamu ­ Come funziona
Iscrivendosi nel sito di Patamu si possono scegliere tre tipologie differenti di
account. La prima forma de nita “Free” prevede una donazione annuale a
discrezione dell’utente che può anche ammontare ad euro 0. Il portale offre un
massimo di 10 marcature mensili depositabili solamente con l’attributo Creative
Commons, ogni opera può avere una dimensione massima di 25mb per uno spazio
totale di archiviazione di 25gb.
Se si sceglie un account “Advance” invece si dovranno corrispondere a Patamu 30
http://www.romawebrevolution.com/novita­web/patamu
3/5
13/6/2016
Patamu ­ Diritti d’autore 2.0
Se si sceglie un account “Advance” invece si dovranno corrispondere a Patamu 30
euro l’anno. Questo tipo di account amplia di gran lunga le possibilità di tutela con
20 marcature mensili, l’utilizzo della dicitura “Tutti i diritti riservati” per 50 opere ed
uno spazio di archiviazione complessivo di 50gb.
L’account Professional invece, dal costo di 70 euro mensili, fa accedere alla
possibilità illimitata di usufruire di tutti i servizi proposti da Patamu, fatta eccezione
per la dimensione singola delle opere che deve rispettare un peso complessivo di
500MB, è prevista comunque una certa elasticità per opere speciali per cui però sarà
necessario contattare direttamente il portale.
Patamu col tempo ha saputo offrire ai suoi utenti in continua crescita diverse forme
di supporto in campo legale e su problematiche riguardanti esibizioni ed eventi. Non
per caso Patamu ha ricevuto il riconoscimento di vocazione sociale dallo stato
italiano. Sul sito sono presenti diversi articoli di approfondimento che permettono di
orientarsi al meglio. La trasperenza e il costante impegno nell’organizzazione di
convegni divulgativi e di analisi come i Copyleftdays
(http://www.teatrovalleoccupato.it/copy-left-days-tre-giornate-sulla-culturaliberata-_567-aprile) hanno reso col tempo questa piattaforma un punto di
riferimento per tutti i lavoratori della conoscenza.
Creato: 30 Maggio 2016 Ultima modifica: 07 Giugno 2016 Visite: 177
 royalties (/tag/119­royalties)  Patamu (/tag/120­patamu)  marcatura temporale (/tag/121­marcatura­temporale)
http://www.romawebrevolution.com/novita­web/patamu
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7/6/2016
Patamu, sfidiamo la SIAE dall'Italia (anche a costo di finire in tribunale)
Direttore responsabile EconomyUp: Giovanni Iozzia
HOME » STARTUP » Patamu, sfidiamo la SIAE dall'Italia (anche a costo di finire in tribunale)
NUOVA MUSICA
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Patamu, sfidiamo la SIAE dall'Italia (anche a
costo di finire in tribunale)
Nella guerra dei diritti d'autore entra un'altra startup. «Cominciamo dai live», dice il
fondatore Adriano Bonforti. «Avremmo potuto farlo dall'estero come Soundreef, ma
il nostro obiettivo è l'abolizione del monopolio. Se serve una causa, siamo pronti ad
affrontarla...»
di Andrea Milluzzi
La Siae che manda una lettera ai propri iscritti come chiamata
alle armi per difendere la posizione sul mercato; Soundreef che
risponde annunciando l'entrata in "scuderia" di Gigi
D'Alessio dopo Fedez: la guerra del diritto d'autore è in pieno
svolgimento e in campo scendono nuovi contendenti. Come
Patamu, piattaforma web interamente italiana che sfida la
Siae sul suo terreno, geograficamente parlando: "Finora
abbiamo tutelato gli artisti dai plagi e abbiamo offerto un servizio
Andrea Bonforti, fondatore di Patamu
di autoriscossione dei diritti. Adesso ci poniamo anche come
società di collecting, cominciando dai live" annuncia il fondatore
Adriano Bonforti
► TUTTO QUELLO CHE BISOGNA SAPERE PER CAPIRE LO "SCANDALO" SIAE La startup innovativa, nata nel dicembre 2012 al culmine di una battaglia politica e culturale dei
fondatori contro il monopolio Siae, offre un servizio online di "certificazione" della paternità delle
opere. Grazie ad un algoritmo creato ad hoc, gli artisti iscritti a Patamu possono certificare con una
marcatura temporale di essere i creatori dell'opera che stanno registrando nel database di Patamu:
"È sufficiente dichiarare la paternità di un'opera e, in assenza di controprove contrastanti e
precedenti, la marcatura temporale diventa a tutti gli effetti una tutela del diritto d'autore" spiega
Bonforti.
Il giovane startupper conosce bene il mondo della produzione culturale, essendo stato egli stesso un
artista: "Ero iscritto alla Siae, ma ero scontento. Quando ho capito che avrei dovuto pagare anche
per mettere la mia musica sul mio sito ho cominciato a pensare a un modello alternativo. Dopo tre
anni all'estero ho scritto il progetto Patamu che ha vinto due bandi ed è stato subito riconosciuto
come startup innovativa. Anzi ­ ricorda Bonforti ­ siamo una delle poche srl a fini di lucro a cui è stata
attribuita anche la vocazione sociale, perché offriamo tutela e assistenza legale agli artisti a difesa
http://www.economyup.it/startup/4453_patamu­sfidiamo­la­siae­dall­italia­anche­a­costo­di­finire­in­tribunale.htm
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7/6/2016
Patamu, sfidiamo la SIAE dall'Italia (anche a costo di finire in tribunale)
del diritto d'autore".
Dopo la fondazione, Patamu cresce fino ad avere 10mila iscritti e 25mila opere registrate.
Parallelamente cresce la "voglia di lavorare sul tema della gestione dei diritti d'autore, cosa che ci è
impedita dalla famosa legge del 1941 che attribuisce alla Siae il monopolio" continua Bonforti. Parte
così la battaglia politica di Bonforti: una petizione con oltre 20mila firme su change.org per chiedere
l'abolizione del monopolio Siae; una lettera dello stesso tenore, caduta nel vuoto, diretta al ministro
dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini, e un esposto, che non ha mai ricevuto
risposta, all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) per sottolineare l'abuso di
autorità dominante e la violazione delle norme sul libero mercato. Allora Patamu rompe gli indugi e
sfida la Siae con i fatti, diventando intermediatore per la riscossione delle royalties sui concerti degli
artisti.
"La direttiva europea Barnier ­ non ancora recepita in Italia ­ ha concesso la possibilità a società
indipendenti di collecting di fare intermediazione sui diritti d'autore in Europa. Ma la stessa direttiva
non cita esplicitamente il divieto di monopolizzare il mercato, perché è una situazione che
esiste solo in Italia e, parzialmente, in Austria. Quindi viviamo in un paradosso perché ci basiamo
su una legge di 70 anni fa che non ha niente a che vedere con il mondo di oggi. Ed è proprio questo
paradosso che vogliamo superare". Anche a costo di finire in un tribunale, visto che ad oggi la legge
vieta ad un'altra società italiana di fare intermediazione sul diritto d'autore? "Sappiamo che c'è
questa possibilità e che paradossalmente potrebbe citarci in giudizio la stessa Agcm che non
risponde alle nostre sollecitazioni. Però ­ ammette Bonforti ­ se dovesse servire una causa per
rompere il muro del monopolio Siae, beh, noi saremmo pronti ad affrontarla".
Fra Patamu e Siae c'è poi Soundreef che sta più o meno a metà: sfrutta appieno la direttiva
Barnier, ha un fondatore italiano, Davide d'Atri, sfida il monopolio della Siae però lo fa fuori dai
confini italiani, in Inghilterra: "Anche noi avremmo potuto andare in un altro Paese europeo, anzi io
dall'estero sono rientrato. Ma il mio obiettivo è l'abolizione del monopolio una volta per tutte. ­ attacca
Bonforti ­ In realtà i primi autori live iscritti a Soundreef erano artisti di Patamu che abbiamo
indirizzato noi perché non facevamo intermediazione e speravamo che Soundreef potesse
essere un'altra arma contro il monopolio in Italia. Invece stare all'estero rischia addirittura di
rafforzare questa situazione ibrida che garantisce la permanenza in vita del monopolio. È quello che
si chiama unfair advantage. Noi di Patamu abbiamo scelto l'Italia, rimettendoci anche
economicamente, e adesso non abbiamo nomi come Fedez o Gigi d'Alessio da spendere con i
media. Ma io sono convinto che l'Italia non possa lasciarsi perdere l'occasione di avere due startup
innovative che operino su un mercato così importante come quello dei diritti d'autore".
La direttiva Barnier ha tolto il tappo a un pentolone in ebollizione da troppi decenni. I piedi del
colosso Siae sembrano sempre più d'argilla, tanto che si aspetta di capire chi sarà a dare la spallata
finale: "Se il paradosso legislativo non si scioglie, si rischia che il mercato della Siae venga
mangiato da una società straniera. Per quanto riguarda Patamu ­ conclude Bonforti ­ o saremo
costretti a chiudere e trasferirci all'estero, chiarendo che l'Italia non fa parte dell'Europa, oppure
riusciremo a far cadere davvero e per tutti il monopolio Siae".
31 Maggio 2016
TAG: diritto d'autore copyright monopolio SIAE Agcm concorrenza startup
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Soundreef cala
Diritti d'autore, la
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Tutto quello che
http://www.economyup.it/startup/4453_patamu­sfidiamo­la­siae­dall­italia­anche­a­costo­di­finire­in­tribunale.htm
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Diritto d’autore, il monopolio
Siae ha i giorni contati?
Il mercato dei diritti d’autore è destinato ad aprirsi. Anzi, a spalancarsi. Difficile
capire se l’Italia riuscirà a rispondere in maniera adeguata all’ormai
celebre direttiva europea Barnier del 2014, pietra miliare per il mercato unico
digitale continentale, che consente agli artisti di scegliere a chi affidare la
gestione dei propri diritti e rompe i monopoli nazionali nelle società
dicollecting consentendo la raccolta non solo alle società straniere ma anche ad
altre nazionali, laddove non sia già consentito. Ma certo il settore è a un bivio.
E no, non tanto per Fedez o Gigi D’Alessio che rompono con Siae e
scelgono Soundreef– quella, in effetti, ha più il sapore di una (legittima)
campagna acquisti della startup di Davide D’Atri, come ha risposto l’ente guidato
da Filippo Sugar – quanto per l’ennesimo muro contro muro che,
da Uber ad Airbnb, torna a contrapporre, pur nelle profonde
differenze, monopolio e concorrenza in questo Paese incartapecorito.
Dico Uber ed Airbnb perché, dopo la direttiva europea sui diritti d’autore, sarà
ancora una volta Bruxelles a sciogliere i lacci anche su questi altri fronti:
il Financial Times ha anticipato proprio nelle scorse ore che la Commissione
pubblicherà a breve un pacchetto di linee guida per armonizzare il trattamento
che le società della sharing economy ricevono dai singoli stati.
Se in questo caso si porrà fine al Far West, in quello dei diritti la questione è
(sarebbe) ben più pacifica: si tratta di servizi che, come tali, devono poter essere
offerti senza ostacoli o limitazioni in ogni territorio dell’Unione.
La notizia di queste ore è che è saltato fuori un emendamento alla legge in
discussione al Senato, quella tecnicamente battezzata di “delegazione europea”
cioè destinata al recepimento di alcuni atti dell’Unione e all’inserimento di
direttive e atti nell’ordinamento nazionale. Già approvata alla Camera, pare che
dovrà tuttavia tornarci, a Montecitorio, non fosse per il documento presentato
daisenatori del Pd Laura Puppato e Pietro Ichino, e che dovrebbe essere
appoggiato da quasi tutti i gruppi parlamentari, dal gruppo misto a Forza Italia
passando per la Lega Nord.
L’emendamento propone un’interpretazione più precisa delle prescrizioni
contenute nella direttiva di cui due anni fa fu relatore in Europa l’ex
commissario europeo per il Mercato interno e i servizi: “I titolari dei diritti
d’autore (…) possono affidare la relativa gestione a uno o più organismi di cui
alle lettere a) e b) della direttiva” si legge nell’emendamento, che si riaggancia
ovviamente alla n. 26 del 2014. Dove, in quei punti, si parla appunto di
“organismi di gestione collettiva” come Siae ed “entità di gestione
indipendenti” come Soudreef o Patamu, che dopo un iniziale lavoro di tutela dai
plagi ha deciso di fare il salto e, direttamente dall’Italia e non da Londra come
Soundreef- che è tuttavia tornata di fatto italiana dallo scorso autunno – proporsi
anche come società di collecting. Terzo soggetto sul territorio italiano.
Fra l’altro, Italia, Repubblica Ceca e Austria a parte, questo genere di monopolio
sui diritti d’autore non esiste in altri Paesi europei. La mancata esplicitazione di
un divieto di monopolizzare il mercato nella direttiva Barnier proietta dunque il
contesto italiano in una situazione paradossale: da quel quadro fiocca infatti il
(relativo) margine di manovra in mano al Parlamento e agli emendamenti proposti.
Che guarda caso – secondo Repubblica – saranno presentati in tre versioni
diverse. Una più strettamente in linea con la direttiva e un paio più morbide. Per
arrivare comunque a un compromesso che allarghi le maglie dell’interpretazione,
assai restrittiva, fornita dal governo per bocca del ministro Dario Franceschini. In
sostanza, pur aprendo alle società estere, il responsabile della Cultura non ne
vorrebbe di altre italiane sul tappeto.
Vantaggi o svantaggi a parte è sempre più evidente come sia in corso una
rivoluzione che in Italia assume caratteri ben più cruenti perché s’innesta su uno
scenario vecchio di decenni. In ogni ambito, dal diritto d’autore alla mobilità
passando per l’ospitalità fino alla finanza. Oltre alla legge europea sarebbe dunque
anche il caso di chiudere rapidamente i lavori sul ddl concorrenza ormai in
discussione da tempo immemore e più volte bocciato da Ue e Antitrust. E mettere
subito in cantiere un’altra legge per cancellare una quantità di rendite di posizione
ormai senza senso.
7/6/2016
Diritto d’autore, il monopolio Siae ha i giorni contati? | Vanityweb.it
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Diritto d’autore, il monopolio Siae ha i giorni
contati?
Post di Luca Montecalvo il 31 mag, 2016 in Curiosità, VBlog
(Non votato)
Il mercato dei
diritti d’autore è destinato ad aprirsi. Anzi, a spalancarsi. Difficile capire se l’Italia riuscirà a rispondere in
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7/6/2016
Diritto d’autore, il monopolio Siae ha i giorni contati? | Vanityweb.it
maniera adeguata all’ormai celebre direttiva europea Barnier del 2014, pietra miliare per il mercato unico
digitale continentale, che consente agli artisti di scegliere a chi affidare la gestione dei propri diritti e
rompe i monopoli nazionali nelle società di collecting consentendo la raccolta non solo alle società
straniere ma anche ad altre nazionali, laddove non sia già consentito. Ma certo il settore è a un bivio.
E no, non tanto per Fedez o Gigi D’Alessio che rompono con Siae e scelgono Soundreef– quella, in effetti,
ha più il sapore di una (legittima) campagna acquisti della startup di Davide D’Atri, come ha risposto l’ente
guidato da Filippo Sugar – quanto per l’ennesimo muro contro muro che, da Uber ad Airbnb, torna a
contrapporre, pur nelle profonde differenze, monopolio e concorrenza in questo Paese incartapecorito.
Dico Uber ed Airbnb perché, dopo la direttiva europea sui diritti d’autore, sarà ancora una volta Bruxelles
a sciogliere i lacci anche su questi altri fronti: il Financial Times ha anticipato proprio nelle scorse ore che
la Commissione pubblicherà a breve un pacchetto di linee guida per armonizzare il trattamento che le
società della sharing economy ricevono dai singoli stati. Se in questo caso si porrà fine al Far West, in
quello dei diritti la questione è (sarebbe) ben più pacifica: si tratta di servizi che, come tali, devono poter
essere offerti senza ostacoli o limitazioni in ogni territorio dell’Unione.
La notizia di queste ore è che è saltato fuori un emendamento alla legge in discussione al Senato, quella
tecnicamente battezzata di “delegazione europea” cioè destinata al recepimento di alcuni atti dell’Unione e
all’inserimento di direttive e atti nell’ordinamento nazionale. Già approvata alla Camera, pare che dovrà
tuttavia tornarci, a Montecitorio, non fosse per il documento presentato dai senatori del Pd Laura Puppato
e Pietro Ichino, e che dovrebbe essere appoggiato da quasi tutti i gruppi parlamentari, dal gruppo misto a
Forza Italia passando per la Lega Nord.
L’emendamento propone un’interpretazione più precisa delle prescrizioni contenute nella direttiva di cui
due anni fa fu relatore in Europa l’ex commissario europeo per il Mercato interno e i servizi: “I titolari dei
diritti d’autore (…) possono affidare la relativa gestione a uno o più organismi di cui alle lettere a) e b) della
direttiva” si legge nell’emendamento, che si riaggancia ovviamente alla n. 26 del 2014. Dove, in quei punti,
si parla appunto di “organismi di gestione collettiva” come Siae ed “entità di gestione indipendenti” come
Soudreef o Patamu, che dopo un iniziale lavoro di tutela dai plagi ha deciso di fare il salto e, direttamente
dall’Italia e non da Londra come Soundreef­ che è tuttavia tornata di fatto italiana dallo scorso autunno –
proporsi anche come società di collecting. Terzo soggetto sul territorio italiano.
Fra l’altro, Italia, Repubblica Ceca e Austria a parte, questo genere di monopolio sui diritti d’autore non
esiste in altri Paesi europei. La mancata esplicitazione di un divieto di monopolizzare il mercato nella
direttiva Barnier proietta dunque il contesto italiano in una situazione paradossale: da quel quadro fiocca
infatti il (relativo) margine di manovra in mano al Parlamento e agli emendamenti proposti. Che guarda caso
– secondo Repubblica – saranno presentati in tre versioni diverse. Una più strettamente in linea con la
direttiva e un paio più morbide. Per arrivare comunque a un compromesso che allarghi le maglie
dell’interpretazione, assai restrittiva, fornita dal governo per bocca del ministro Dario Franceschini. In
sostanza, pur aprendo alle società estere, il responsabile della Cultura non ne vorrebbe di altre italiane
sul tappeto.
Vantaggi o svantaggi a parte – e certo Soundreef & co. sembrano proporre agli iscritti meccanismi rapidi,
trasparenti e logici, privi di arzigogoli statistici o forfettari, insomma tutto ciò che Siae non ha mai garantito
alla stragrande maggioranza dei suoi soci, per giunta paganti – è sempre più evidente come sia in corso una
rivoluzione che in Italia assume caratteri ben più cruenti perché s’innesta su uno scenario vecchio di decenni.
In ogni ambito, dal diritto d’autore alla mobilità passando per l’ospitalità fino alla finanza. Oltre alla legge
europea sarebbe dunque anche il caso di chiudere rapidamente i lavori sul ddl concorrenza ormai in
discussione da tempo immemore e più volte bocciato da Ue e Antitrust. E mettere subito in cantiere un’altra
legge per cancellare una quantità di rendite di posizione ormai senza senso.
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Diritto d’autore, il monopolio Siae ha i
giorni contati?
31/05/2016
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Simone Cosimi
Il mercato dei diritti d’autore è destinato ad aprirsi. Anzi, a spalancarsi. Diㄊ橔icile capire se l’Italia
riuscirà a rispondere in maniera adeguata all’ormai celebre direttiva europea Barnier del 2014,
pietra miliare per il mercato unico digitale continentale, che consente agli artisti di scegliere a chi
a䐗耀idare la gestione dei propri diritti e rompe i monopoli nazionali nelle società di collecting
consentendo la raccolta non solo alle società straniere ma anche ad altre nazionali, laddove non sia
già consentito. Ma certo il settore è a un bivio.
E no, non tanto per Fedez o Gigi D’Alessio che rompono con Siae e scelgono Soundreef– quella, in
eㄊ橔etti, ha più il sapore di una (legittima) campagna acquisti della startup di Davide D’Atri, come ha
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Airbnb, torna a contrapporre, pur nelle profonde diㄊ橔erenze, monopolio e concorrenza in questo
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Bruxelles a sciogliere i lacci anche su questi altri fronti: il Financial Times ha anticipato proprio
nelle scorse ore che la Commissione pubblicherà a breve un pacchetto di linee guida per
armonizzare il trattamento che le società della sharing economy ricevono dai singoli stati. Se in
questo caso si porrà fine al Far West, in quello dei diritti la questione è (sarebbe) ben più pacifica: si
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Camera, pare che dovrà tuttavia tornarci, a Montecitorio, non fosse per il documento presentato dai
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10/6/2016
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gruppi parlamentari, dal gruppo misto a Forza Italia passando per la Lega Nord.
L’emendamento propone un’interpretazione più precisa delle prescrizioni contenute nella
direttiva di cui due anni fa fu relatore in Europa l’ex commissario europeo per il Mercato interno e i
servizi: “I titolari dei diritti d’autore (…) possono a瑮idare la relativa gestione a uno o più organismi di
cui alle lettere a) e b) della direttiva” si legge nell’emendamento, che si riaggancia ovviamente alla n.
26 del 2014. Dove, in quei punti, si parla appunto di “organismi di gestione collettiva” come Siae ed
“entità di gestione indipendenti” come Soudreef o Patamu, che dopo un iniziale lavoro di tutela dai
plagi ha deciso di fare il salto e, direttamente dall’Italia e non da Londra come Soundreef- che è
tuttavia tornata di fatto italiana dallo scorso autunno – proporsi anche come società di collecting.
Terzo soggetto sul territorio italiano.
Fra l’altro, Italia, Repubblica Ceca e Austria a parte, questo genere di monopolio sui diritti d’autore
non esiste in altri Paesi europei. La mancata esplicitazione di un divieto di monopolizzare il
mercato nella direttiva Barnier proietta dunque il contesto italiano in una situazione paradossale:
da quel quadro fiocca infatti il (relativo) margine di manovra in mano al Parlamento e agli
emendamenti proposti. Che guarda caso – secondo Repubblica – saranno presentati in tre versioni
diverse. Una più strettamente in linea con la direttiva e un paio più morbide. Per arrivare comunque a
un compromesso che allarghi le maglie dell’interpretazione, assai restrittiva, fornita dal governo per
bocca del ministro Dario Franceschini. In sostanza, pur aprendo alle società estere, il responsabile
della Cultura non ne vorrebbe di altre italiane sul tappeto.
Vantaggi o svantaggi a parte è sempre più evidente come sia in corso una rivoluzione che in Italia
assume caratteri ben più cruenti perché s’innesta su uno scenario vecchio di decenni. In ogni ambito,
dal diritto d’autore alla mobilità passando per l’ospitalità fino alla finanza. Oltre alla legge europea
sarebbe dunque anche il caso di chiudere rapidamente i lavori sul ddl concorrenza ormai in
discussione da tempo immemore e più volte bocciato da Ue e Antitrust. E mettere subito in cantiere
un’altra legge per cancellare una quantità di rendite di posizione ormai senza senso.
The post Diritto d’autore, il monopolio Siae ha i giorni contati? appeared first on Wired.
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7/6/2016
Siae, Ichino (Pd): due terzi degli iscritti ci chiedono la fine del monopolio
Direttore responsabile EconomyUp: Giovanni Iozzia
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LA BATTAGLIA DEL COPYRIGHT
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Siae, Ichino (Pd): due terzi degli iscritti ci
chiedono la fine del monopolio
Il senatore ha preparato con Laura Puppato e Serenella Fuksia un emendamento
alla legge 2345/2016 per accelerare il recepimento della direttiva Barnier per la
liberalizzazione dei diritti d'autore. "Non ce lo chiede solo l'Europa. La maggioranza
degli artisti ricava meno del costo dell'iscrizione"
di Andrea Milluzzi
È un accerchiamento di giorno in giorno più serrato quello
intorno al monopolio Siae. Dopo il passaggio di Fedez e Gigi
d'Alessio alla startup Soundreef, dopo che un'altra startup,
Patamu, ha annunciato di volersi proporre in Italia come società
di intermediazione per i diritti d'autore, l'ennesimo colpo
proviene dritto dritto dal Parlamento italiano. Lo stanno
sferrando Laura Puppato e Pietro Ichino, senatori Pd e la
senatrice ex M5S, adesso Gruppo Misto, Serenella Fuksia,
Pietro Ichino
ossia i primi firmatari di un emendamento alla legge 2345/2016,
che delega al governo il recepimento della direttiva europea
Barnier che ha de facto liberalizzato il mercato dei diritti d'autore in Europa. "Ce lo impone l'Europa,
ma ce lo chiedono anche i due terzi di autori iscritti alla Siae che ricavano meno di quanto costi
l'iscrizione ­ commenta il giuslavorista e senatore Pd, Ichino ­ Sono soprattutto loro a pagare il costo
di una gestione gravemente inefficiente e del tutto opaca".
L'emendamento, che dovrà essere presentato entro il 7 giugno, è stato scritto in tre versioni. Quella
più dura prevede che gli autori possano affidare la gestione dei propri diritti "a uno o più
organismi liberamente scelti, indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di
residenza o di stabilimento proprio o dell’organismo medesimo". Così si aprirebbero le porte alla
libera concorrenza a società straniere, come già Soundreef, e italiane, mettendo in regola Patamu e
le altre che volessero intraprendere l'impresa. L'emendamento "b" si ferma a "liberamente scelti",
dando così agli autori la facoltà di decidere ma lasciando aperta la strada per inserire paletti al
mercato, mentre l'ultima versione apre alla concorrenza italiana
ma aggiunge alcune norme per le imprese, come il rispetto della
"normativa nazionale", la "trasparenza annuale per gli organismi
di gestione collettiva" o l'obbligo di "mettere a disposizione degli
utenti, con cadenza annuale, le informazioni concernenti la
gestione dei loro diritti".
http://www.economyup.it/startup/4469_siae­ichino­pd­due­terzi­degli­iscritti­ci­chiede­la­fine­del­monopolio.htm
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7/6/2016
Siae, Ichino (Pd): due terzi degli iscritti ci chiedono la fine del monopolio
Tre versioni che, con maggiore o minore impatto, andrebbero
comunque a demolire il monopolio che dura da 70 anni. "La
sottrazione del servizio di protezione dei diritti d’autore al regime
di libera concorrenza non ha alcuna seria giustificazione. ­
continua Ichino ­ In ogni caso, dall’aprile scorso la permanenza
in vita di questo nostro regime viola platealmente l’ordinamento
europeo. D’altra parte, se la Siae offrisse davvero agli autori un
servizio efficientissimo e relativamente poco costoso, essa non
avrebbe nulla da temere dalla liberalizzazione: con il vantaggio
Laura Puppato
di partenza di cui gode, non perderebbe alcun iscritto. La verità
è che la Siae sa benissimo che la liberalizzazione la costringerebbe ad attuare una profonda
ristrutturazione, eliminando gli sprechi enormi che oggi caratterizzano la sua gestione".
►Tutto quello che bisogna sapere per capire lo scandalo Siae
Sul tema il Parlamento ha già chiamato a rispondere il ministro dei Beni e delle Attività culturali Dario
Franceschini, secondo il quale la direttiva Barnier non obbliga a introdurre la concorrenza nel
sistema Italia e al massimo chiama a una riforma della Siae "che tutto il mondo ci invidia": "Il ministro
si è dimostrato preoccupato per il rischio di favorire una deregolamentazione selvaggia, dove le
nuove imprese potrebbero avvantaggiarsene sulla pelle degli autori. Allora, diciamo noi, inseriamole
queste garanzie e facciamole rispettare. L'Antitrust potrebbe essere l'organo preposto al controllo.
Ma questo timore, seppur giustificato, non può impedire l'apertura alla concorrenza" dice a
Economyup Laura Puppato, senatrice PD prima firmataria dell'emendamento. Puppato e Fuksia
hanno presentato anche due interrogazioni parlamentari rivolte al ministro Franceschini, in cui si
elencano i motivi per cui il recepimento della Barnier debba essere prioritario: "Sono gli stessi iscritti
Siae a chiederlo. ­ continua Puppato ­ In forza dell’attuale statuto della società,
la governance dell’ente è retta da un meccanismo di voto per censo, secondo il quale godono di
maggiori diritti coloro che ricevono compensi più alti, con la conseguenza che ad essere meno
rappresentati sono gli attori più deboli". Entrare in Siae se non sei già un autore affermato, e quindi
fai parte dei due terzi degli iscritti in perdita, non conviene affatto. Il giudizio sull'operato Siae non
cambia nemmeno se lo si guarda dal lato finanziario: "Nel 2010 la Siae costava 23 milioni di euro in
più di quelli che produceva, mentre nel 2014 è costata quasi 27 milioni di euro in più di quelli che ha
prodotto. ­ prosegue l'interrogazione ­ Prima del commissariamento (nel 2012, ndr) la società
produceva quasi 177 milioni di euro, spendendone circa 200, mentre, nel 2015, ha prodotto 155
milioni di euro, spendendone 182".
Le due interrogazioni parlamentari sono state firmate da parlamentari del Pd, del Gruppo Misto, di
Sel, Ala, Forza Italia e Lega Nord. Un ampio consesso parlamentare pronto a battersi in aula: "Dopo
le elezioni ci rivedremo con il mio partito e con il ministro per confrontarci. Se faremo un bel lavoro in
Commissione la partita in aula sarà più leggera" confida Puppato. Comunque andrà, i motivi per cui
l'Italia avrebbe bisogno della direttiva Barnier sembrano molti e validi. "Con il nuovo presidente,
Sugar, la gestione della Siae è migliorata e nella sua audizione alla Camera ha offerto alcuni
elementi di novità che fanno ben sperare. Noi siamo contenti, perché il nostro obiettivo non è
affossare la Saie. Noi vogliamo che ci sia un libero mercato, con delle regole e con un organismo di
controllo. ­ conclude Puppato ­ Gli strumenti ce li abbiamo e li stiamo usando con i fondi pensione,
per esempio. Perché non possiamo farlo con i diritti d'autore?".
http://www.economyup.it/startup/4469_siae­ichino­pd­due­terzi­degli­iscritti­ci­chiede­la­fine­del­monopolio.htm
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7/6/2016
Radio Onda d'Urto » PATAMU: SFIDA GOVERNO ITALIANO SU MONOPOLIO SIAE
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Notizia scritta il 01/06/16 alle 11:03. Ultimo aggiornamento: 01/06/16 alle: 11:07
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PATAMU: SFIDA GOVERNO ITALIANO SU MONOPOLIO SIAE
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Il viaggio di Radio Onda d’Urto nelle
trasformazioni del diritto d’autore nel nostro paese
dopo l’entrata in vigore della direttiva Barnier
continua.
Abbiamo intervistato Adriano Bonforti,
fondatore della start­up Patamu.
Patamu, pur in assenza di una legge del nostro
paese che recepisca le direttive inserite nella
Barnier, ha deciso di sfidare pubblicamente il
monopolio SIAE, dichiarando che inizierà a
svolgere il ruolo d’intermediario nella riscossione
del diritto d’autore. Questa funzione, ad oggi,
può essere svolta solo da SIAE. Patamu, a
differenza di Soundreef, prova a scardinare il
monopolio da un punto di vista di senso e non
prettamente economico.
Sentiamo Adriano e con lui apriamo un ragionamento su queste tematiche.
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Tag:diritti d'autore, patamu, siae, soundreef
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7/6/2016
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Monopolio SIAE, i 5 stelle attaccano il PD: “Nessun emendamento, lo vogliono difendere”
La Redazione
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Monopolio SIAE, i 5 stelle attaccano il PD: “Nessun
emendamento, lo vogliono difendere”
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
by ADMIN
June 2, 2016
Politica e Attualità
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IL DIRITTO ISLAMICO
(di Salvatore Primiceri) ­ Non ci sarebbe alcun emendamento per abolire il
monopolio della SIAE e, anche se ci fosse, sarebbe inutile in quanto il testo
della legge di delegazione europea nella quale verrà recepita la famosa
“direttiva Barnier” sul diritto d’autore, sarà blindato dal governo al Senato.
Paolo Fortunato Cuzzola
Non usa mezzi termini Sergio Battelli, portavoce del Movimento 5 Stelle alla
Camera dei Deputati, il quale attacca il governo “Renzi/Franceschini” per
l’atteggiamento di difesa del monopolio SIAE, la società italiana degli autori e
degli editori che agisce in regime di monopolio legale da 75 anni.
ACQUISTA UNA CONFEZIONE
DI CEREALI KELLOGG´S
Ieri il quotidiano La Repubblica aveva anticipato di un emendamento a firma di alcuni parlamentari PD in chiave liberale
nel quale sarebbe prevista l’abolizione del monopolio della SIAE.
Per Battelli, che con il M5S si batte per l’abolizione del monopolio SIAE, è tutto falso. “La legge di delegazione europea
2015 che contiene la direttiva 2014/26/UE – spiega Battelli – è passata in prima lettura alla Camera dei Deputati. Io e
altri miei colleghi abbiamo presentato emendamenti estremamente chiari, che chiedevano la fine del monopolio SIAE.
Alle nostre proposte sono state chiuse le porte, ma attenzione, in aula in PD non ha portato nessun emendamento che
andasse nella direzione di abolizione del Monopolio, anzi l’ha difeso. Il Governo stesso ha poi dichiarato che la legge di
delegazione al Senato sarà “blindata” che tradotto significa che non ci sarà alcuna possibilita di inserire alcun tipo di
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Pensioni: flessibilità in uscita, ipotesi di
modifica per il riscatto della laurea
June 4, 2016, No Comments
modifica, ne alle opposizioni ne alla maggioranza, e questo i Senatori PD lo sanno, quindi le proposte emendative PD
saranno rigettate, ma servono solo a loro per fare propaganda becera prendendo in giro i cittadini“.
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June 3, 2016, No Comments
“Se il PD voleva mettere mano e lavorare al meglio sul recepimento della direttiva Barnier lo poteva fare alla Camera” –
conclude Battelli.
Parlamento europeo: “No alla Cina come
economia di mercato”
May 27, 2016, No Comments
Il Movimento 5 Stelle vede quindi nella vicenda una chiara posizione difensiva del Governo nei confronti del monopolio
SIAE e le recenti dichiarazioni del ministro Franceschini il quale parlava addirittura di invidia dell’Europa verso il nostro
sistema monopolistico della SIAE non fanno che confermare tale sensazione conservatrice.
La direttiva Barnier sta però già producendo i suoi effetti. Attualmente già due società private, Soundreef e Patamu, hanno
fatto il loro ingresso sul mercato per offrire il servizio di intermediazione dei diritti d’autore in alternativa alla SIAE e il
monopolio appare di fatto molto scricchiolante. Recentemente due big della musica italiana, Fedez e Gigi D’Alessio, hanno
lasciato SIAE per affidarsi a SOUNDREEF, segno che la realtà è anche stavolta più avanti della politica.
Trading binario: perché sceglierlo? I
vantaggi di investire con opzioni binarie
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05-06-2016
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7/6/2016
AGCM contro il monopolio SIAE: distorce il mercato
Pubblicato il 06/06/2016
SPRIMICERI
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AGCM CONTRO IL MONOPOLIO SIAE:
DISTORCE IL MERCATO
L'Autorità Garante della Comunicazione e del Mercato interviene
sull'ipotesi di riforma del diritto d'autore.
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L'ex commissario europeo Michel Barnier, autore
della direttiva sul diritto d'autore.
PUBBLICITÀ
http://it.blastingnews.com/politica/2016/06/agcm­contro­il­monopolio­siae­distorce­il­mercato­00955303.html
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7/6/2016
AGCM contro il monopolio SIAE: distorce il mercato
Dopo che due imprese private, Soundreef e Patamu, hanno fatto il
loro ingresso sul mercato italiano della gestione del diritto d'autore e
dopo che due big del calibro di Fedez e Gigi D'Alessio hanno deciso
di lasciare la SIAE per farsi rappresentare da Soundreef, il tema
sull'ipotesi di liberalizzazione del mercato dei diritti d'autore si fa
sempre più caldo.
Ricordiamo che da circa 75 anni la SIAE, società italiana degli autori e
degli editori, è monopolista in questo mercato grazie ad una legge
dello Stato Italiano risalente al 1941 e che oggi in molti, tra cui tanti
autori stessi, vorrebbero cambiare.
In particolare il punto di discussione è rappresentato dal monopolio e
dal fatto che in Italia non sia possibile per un autore scegliere una
società di intermediazione (collecting society) diversa da SIAE a meno
che l'autore non decida di gestirsi in proprio i diritti o di rivolgersi a
società estera.
A scombinare le carte è arrivata dall'Europa la Direttiva Barnier alla
quale l'Italia si sarebbe già dovuta adeguare da aprile ma che ancora
non ha legiferato in materia. Il governo è infatti diviso tra chi, come il
ministro Franceschini, propende per una riforma della SIAE senza
privarla del monopolio, e chi invece vorrebbe totalmente liberalizzare il
mercato aprendo le porte ad altre potenziali concorrenti di SIAE in
nome di una maggior efficienza e trasparenza.
Su esposto di Patamu oggi si è espressa sulla questione anche
l'AGCM, l'Autorità Garante della Comunicazione e del Mercato, la
quale ha usato nei confronti del monopolio SIAE parole molto chiare in
senso liberale.
L'AGCM spiega come il monopolio SIAE sia un caso isolato in Europa
riguardo alla gestione dei diritti d'autore e che questa situazione di
privilegio nel mercato non sia in linea con i dettami della stessa
direttiva a cui l'Italia si dovrà al più presto adeguare.
Pur non prevedendo esplicitamente l'abolizione del monopolio SIAE,
la direttiva chiede agli Stati Membri di dotarsi di sistemi di gestione
basati su efficienza, libertà di scelta per gli autori su quali diritti
riservarsi e a chi affidarne la gestione , trasparenza. Tutti elementi che
il monopolio SIAE non garantisce.
http://it.blastingnews.com/politica/2016/06/agcm­contro­il­monopolio­siae­distorce­il­mercato­00955303.html
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7/6/2016
AGCM contro il monopolio SIAE: distorce il mercato
L'Autorità si esprime quindi a favore dell'abolizione dell'articolo
180della Legge sul Diritto D'Autore (633/1941) che prevede appunto
l'esclusività della SIAE nell'attività di intermediazione dei diritti d'autore
sul territorio nazionale.
Il monopolio distorce il mercato e pertanto l'AGCM invita il
legislatore a uniformarsi alla direttiva europea in modo da creare
condizioni di mercato libero ed efficiente, senza limitazioni della libertà
di iniziativa economica degli operatori e di libertà di scelta degli
utilizzatori.
L'AGCM ha aggiunto oggi un altro tassello verso una riforma ormai
acclamata a gran voce da numerosi operatori di settore. Non resta che
attendere il coraggio del Governo.
http://it.blastingnews.com/politica/2016/06/agcm­contro­il­monopolio­siae­distorce­il­mercato­00955303.html
3/3
7/6/2016
SannioBusiness
AGCM contro il monopolio SIAE: distorce il mercato Blastingnews.com ­ 07/06/2016 11:15:11
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petrolifere: il governo
calpesta la Cassazione
con una norma pro­
petrolieri (06­06­2016)
Era il 24 febbraio scorso
quando la Cassazione
ha stabilito un principio
incontrovertibile: "Le
piattaforme ...
Id Articolo : 401915
Fonte: Blastingnews.com
 07/06/2016 09:14:42
Dopo che due imprese private,
Soundreef e Patamu, hanno fatto il loro
ingresso sul mercato italiano della
gestione del diritto d'autore e dopo che
due big del calibro di Fedez e Gigi
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D'Alessio hanno deciso di lasciare la
SIAE per farsi rappresentare da
Soundreef, il tema sull'ipotesi di
liberalizzazione del mercato dei diritti
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Cooperative: quelle
"false" sono flagello e
il Pd non muove un
dito (03­06­2016)
ROMA, 3 giugno 2016 ­
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d'autore si fa sempre più caldo.
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7/6/2016
nickname
¤ News: Patamu passa all'intermediazione del diritto d'autore
••••••••
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News: Patamu passa all'intermediazione del diritto d'autore
MARTEDÌ 7 GIUGNO 2016
Film
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ore 12:06
cerca un film
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Patamu passa all'intermediazione del diritto d'autore
Lunedì 6 Giugno 2016
scegli il periodo
Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con
all'attivo già 10.000 artisti iscritti e 25.000 opere
depositate, sfida il monopolio della SIAE aggiungendo
tra i suoi servizi anche quello per l'intermediazione del
diritto d'autore, proponendosi quindi come una reale
qualsiasi data
alternativa alla Società Italiana Autori ed Editori. Fino
ad oggi, Patamu ha offerto ai suoi artisti i servizi di protezione dal plagio delle opere, di
assistenza legale sulle tematiche del diritto d'autore e di autoriscossione del diritto
d'autore, senza però poter fare intermediazione diretta a causa della legge del 1941 che
» Le news più viste
FILM AL CINEMA
sancisce il monopolio della SIAE.
Dopo diverse iniziative per l'abolizione del monopolio, una lettera aperta al Ministro dei
beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ed un esposto all'Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per violazione delle norme sul libero
mercato ­ finora inascoltate, Patamu ha deciso di iniziare a fare intermediazione,
guardando direttamente alle direttive europee ed organizzandosi come entità di gestione
indipendente per la riscossione dei diritti d'autore dall'Italia, in accordo con quanto
previsto dalle nuove normative europee (direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier). La
scelta di Patamu di diventare intermediario del diritto d'autore dall'Italia secondo le
normative europee è un primo passo per consentire agli artisti di scegliere liberamente e
per fare in modo che le industrie creative italiane diventino, nel nostro Paese, un volano
di sviluppo strategico, una risorsa economica reale e una spinta per una rinascita
culturale.
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Patamu passa all'intermediazione del diritto d'autore
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Fino ad oggi, Patamu ha offerto ai suoi artisti i servizi di protezione dal plagio delle opere, di assistenza
legale sulle tematiche del diritto d'autore e di autoriscossione del diritto d'autore, senza però poter fare
intermediazione diretta a ...
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Persone: dario franceschini ministro barnier
Luoghi: italia
Tags: diritto autore intermediazione autorità garante della concorrenza e del mercato agcm società italiana autori
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questa nuova frontiera delle liberalizzazioni. Nel dettaglio, l'Autorità
garante della concorrenza e del mercato ha inviato al Parlamento e al
governo un parere ai sensi ...
Persone: fedez
Tags: attacco libertà autori antitrust siae autorità garante della
concorrenza e del mercato legge
NewNotizie ­ 16 ore fa
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http://gossip.libero.it/focus/35867887/patamu­passa­all­intermediazione­del­diritto­d­autore/patamu­autore/?type=
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10/6/2016
Arriva Patamu, dopo Soundreef un'altra alternativa alla Siae ­ RE.CREATIVE 12 ­ DJ & Electronic Music School

Arriva Patamu, dopo Soundreef un'altra alternativa alla Siae
news
06 giu 2016
Patamu è la piattaforma web interamente
italiana che sfida la Siae sul proprio
territorio. La startup, nata nel dicembre 2012
al culmine di una battaglia politica e culturale
dei fondatori contro il monopolio Siae, offre
un servizio online di "certificazione" della
paternità delle opere.
Continua...
Grazie ad un algoritmo creato ad hoc, gli artisti iscritti a Patamu possono certificare con una
marcatura temporale di essere i creatori dell'opera che stanno registrando nel database di
Patamu: "È sufficiente dichiarare la paternità di un'opera e, in assenza di controprove
contrastanti e precedenti, la marcatura temporale diventa a tutti gli effetti una tutela del diritto
d'autore" spiega Bonforti. Il giovane startupper conosce bene il mondo della produzione
culturale, essendo stato egli stesso un artista: "Ero iscritto alla Siae, ma ero scontento. Quando
ho capito che avrei dovuto pagare anche per mettere la mia musica sul mio sito ho cominciato
a pensare a un modello alternativo.
Dopo tre anni all'estero ho scritto il progetto Patamu che ha vinto due bandi ed è stato subito
riconosciuto come startup innovativa. Anzi ­ ricorda Bonforti ­ siamo una delle poche srl a fini di
lucro a cui è stata attribuita anche la vocazione sociale, perché offriamo tutela e assistenza
legale agli artisti a difesa del diritto d'autore". Dopo la fondazione, Patamu cresce fino ad avere
http://www.recreative12.com/2016/06/06/arriva­patamu­dopo­soundreef­un­altra­alternativa­alla­siae/
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10/6/2016
Arriva Patamu, dopo Soundreef un'altra alternativa alla Siae ­ RE.CREATIVE 12 ­ DJ & Electronic Music School
10mila iscritti e 25mila opere registrate. Parallelamente cresce la "voglia di lavorare sul tema
della gestione dei diritti d'autore, cosa che ci è impedita dalla famosa legge del 1941 che
attribuisce alla Siae il monopolio" continua Bonforti. Parte così la battaglia politica di Bonforti:
una petizione con oltre 20mila firme su change.org per chiedere l'abolizione del monopolio
Siae; una lettera dello stesso tenore, caduta nel vuoto, diretta al ministro dei beni e delle attività
culturali Dario Franceschini, e un esposto, che non ha mai ricevuto risposta, all'Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) per sottolineare l'abuso di autorità dominante
e la violazione delle norme sul libero mercato.
Allora Patamu rompe gli indugi e sfida la Siae con i fatti, diventando intermediatore per la
riscossione delle royalties sui concerti degli artisti. "La direttiva europea Barnier ­ non ancora
recepita in Italia ­ ha concesso la possibilità a società indipendenti di collecting di fare
intermediazione sui diritti d'autore in Europa. Ma la stessa direttiva non cita esplicitamente il
divieto di monopolizzare il mercato, perché è una situazione che esiste solo in Italia e,
parzialmente, in Austria. Quindi viviamo in un paradosso perché ci basiamo su una legge di 70
anni fa che non ha niente a che vedere con il mondo di oggi. Ed è proprio questo paradosso
che vogliamo superare". Anche a costo di finire in un tribunale, visto che ad oggi la legge vieta
ad un'altra società italiana di fare intermediazione sul diritto d'autore? "Sappiamo che c'è
questa possibilità e che paradossalmente potrebbe citarci in giudizio la stessa Agcm che non
risponde alle nostre sollecitazioni. Però ­ ammette Bonforti ­ se dovesse servire una causa per
rompere il muro del monopolio Siae, beh, noi saremmo pronti ad affrontarla". Fra Patamu e
Siae c'è poi Soundreef che sta più o meno a metà: sfrutta appieno la direttiva Barnier, ha un
fondatore italiano, Davide d'Atri, sfida il monopolio della Siae però lo fa fuori dai confini italiani,
in Inghilterra: "Anche noi avremmo potuto andare in un altro Paese europeo, anzi io dall'estero
sono rientrato. Ma il mio obiettivo è l'abolizione del monopolio una volta per tutte. ­ attacca
Bonforti ­ In realtà i primi autori live iscritti a Soundreef erano artisti di Patamu che abbiamo
indirizzato noi perché non facevamo intermediazione e speravamo che Soundreef potesse
essere un'altra arma contro il monopolio in Italia. Invece stare all'estero rischia addirittura di
rafforzare questa situazione ibrida che garantisce la permanenza in vita del monopolio.
È quello che si chiama unfair advantage. Noi di Patamu abbiamo scelto l'Italia, rimettendoci
anche economicamente, e adesso non abbiamo nomi come Fedez o Gigi d'Alessio da
spendere con i media. Ma io sono convinto che l'Italia non possa lasciarsi perdere l'occasione
di avere due startup innovative che operino su un mercato così importante come quello dei
diritti d'autore". La direttiva Barnier ha tolto il tappo a un pentolone in ebollizione da troppi
decenni. I piedi del colosso Siae sembrano sempre più d'argilla, tanto che si aspetta di capire
chi sarà a dare la spallata finale: "Se il paradosso legislativo non si scioglie, si rischia che il
mercato della Siae venga mangiato da una società straniera. Per quanto riguarda Patamu ­
conclude Bonforti ­ o saremo costretti a chiudere e trasferirci all'estero, chiarendo che l'Italia
non fa parte dell'Europa, oppure riusciremo a far cadere davvero e per tutti il monopolio Siae".
http://www.recreative12.com/2016/06/06/arriva­patamu­dopo­soundreef­un­altra­alternativa­alla­siae/
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7/6/2016
Siae alle strette. Antitrust: "Aprire al mercato" ­ btb ore sette
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Home / Commercio & mercati / Siae alle strette. Antitrust: “Aprire al mercato”
Siae alle strette. Antitrust: “Aprire
al mercato”
Video
Gerhard Huemer - EU 볆歶nancial
instruments for SMEs
Scritto il 7 giugno 2016 da Domenico Megali in Commercio & mercati, Primo piano
Gerhard Huemer, director for Economic
and Fiscal Policy and responsible for the
Study Unit and the Press O맽귙ce at the
European Association of Craft, Small and
Medium-Sized Enterprises (UEAPME),
talks about Juncker Plan and the other
main EU, national and regional 볆歶nancial
instruments for SMEs, innovation and
social projects in Europe.
Toscana
Eccellenze
Patamu.com, startup nata e residente in Italia, con 10.000 artisti iscritti e
25.000 opere depositate, s킷슅da il monopolio della Siae aggiungendo tra i suoi
servizi anche quello per l’intermediazione del diritto d’autore, proponendosi
come una reale alternativa alla Società Italiana Autori ed Editori.
Ora che anche l’Antitrust critica fortemente la situazione di monopolio dei diritti
d’autore nel nostro Paese e chiede di cambiare registro, Patamu.com s볆歶da
http://www.btboresette.com/patamu­sfida­la­siae­ora/
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7/6/2016
Siae alle strette. Antitrust: "Aprire al mercato" ­ btb ore sette
d’autore nel nostro Paese e chiede di cambiare registro, Patamu.com s볆歶da
apertamente la politica di retroguardia adottata da Siae. “La mancata apertura del
mercato nazionale della gestione dei diritti d’autore”, scrive l’Antitrust, “limita la
libertà d’iniziativa economica degli operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori”.
Questo il parere inviato dall’Autorità a Parlamento e governo. Secondo l’Antitrust, il
recepimento della direttiva Ue in materia è “un’occasione particolarmente rilevante
da cogliere per aprire alla concorrenza” il settore, ma il disegno di legge che delega il
governo al recepimento delle norme Ue “non prevede espressamente un intervento
sul regime di monopolio legale della Siae“.
Fino a oggi, Patamu, realizzata da Innovaetica, ha o䋞뫦erto ai suoi artisti i servizi di
protezione dal plagio delle opere, di assistenza legale sulle tematiche del diritto
d’autore e di autoriscossione del diritto d’autore, senza però poter fare
intermediazione diretta a causa della legge del 1941 che sancisce il monopolio
della Siae. Dopo diverse iniziative – la petizione su
change.org/aboliamomonopoliosiae per l’abolizione del monopolio, una lettera
aperta al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini e
un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) per
violazione delle norme sul libero mercato – 볆歶nora inascoltate, Patamu ha deciso di
iniziare a fare intermediazione, guardando direttamente alle direttive europee ed
organizzandosi come entità di gestione indipendente per la riscossione dei diritti
d’autore dall’Italia, in accordo con quanto previsto dalle nuove normative europee
(direttiva 2014/26/UE cosiddetta Barnier).
“Il monopolio Siae è un caso
ormai unico in Europa, che
va in contrasto con le
norme del libero mercato e
della libera circolazione dei
servizi. Siamo l’unico
potenziale competitor
italiano della Siae, ma non
possiamo raccogliere
royalty. Paradossalmente,
veniamo penalizzati rispetto agli altri competitor europei proprio perché abbiamo
puntato sull’Italia” dichiara Adriano Bonforti, fondatore e ceo di Patamu.com. “Oggi
rappresentiamo già 10.000 autori, ma la politica non ha ritenuto utile consultarci.
Abbiamo deciso che l’unico modo di essere interlocutori in Italia è iniziare a fare
intermediazione, guardando direttamente alle normative europee. Decidere di fare
intermediazione dall’Italia è un atto coraggioso. Fondando Patamu all’estero
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sicuramente
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agendoottimale
dall’Italiaeche
possiamo mettere inContinuando
luce l’ingiustizia
confrontiil di
tutti
gli artisti
e dell’industria
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creativa italiana. La nostra azione di oggi rendeAccetta
possibili solo due
볆歶nali:informazioni
o la startup
Maggiori
Patamu sarà costretta a chiudere e trasferirsi all’estero, chiarendo una volta per tutte
che l’Italia non è l’Europa, o dopo 75 anni cadrà, davvero e per tutti, il monopolio
Siae.”
Il primo servizio a venire aggiornato sarà Patamu Live, che passerà
dall’autoriscossione ad un servizio di intermediazione diretta delle royalties e potrà
essere utilizzato dalle migliaia di artisti iscritti a Patamu senza vincoli, senza esclusive
e senza passare per la Siae. L’artista non dovrà prendere alcun tipo di accordo con il
gestore di un evento, ma limitarsi a compilare un modulo online chiaro e
trasparente. A di䋞뫦erenza del colosso nazionale, inoltre, Patamu non si appropria del
repertorio degli artisti che potranno disporre liberamente delle loro opere. La
piattaforma Patamu è in grado di garantire una totale trasparenza sulle tari䋞뫦e
proposte ed una ripartizione analitica dei proventi (al contrario della Siae, che per
alcuni tipi di concerti propone una ripartizione “a campione”) a bene볆歶cio sia degli
artisti che del gestore. Gli artisti possono ricevere il pagamento online appena
concluso l’evento, e possono scegliere di rinunciare al servizio, eliminando la loro
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iscrizione, con un preavviso di soli sessanta giorni. La scelta di Patamu di diventare
intermediario del diritto d’autore dall’Italia secondo le normative europee è un primo
passo per consentire agli artisti di scegliere liberamente e per fare in modo che le
industrie creative italiane diventino, nel nostro Paese, un volano di sviluppo
strategico, una risorsa economica reale e una spinta per una rinascita culturale.
http://www.btboresette.com/patamu­sfida­la­siae­ora/
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9/6/2016
Franceschini sotto pressione, anche l'Antitrust chiede la fine del monopolio Siae
Direttore responsabile EconomyUp: Giovanni Iozzia
HOME » STARTUP » Franceschini sotto pressione, anche l'Antitrust chiede la fine del monopolio
Siae

COPYRIGHT
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Franceschini sotto pressione, anche
l'Antitrust chiede la fine del monopolio Siae
L’Authority ha inviato al governo un parere per sollecitare l'attuazione in Italia della
direttiva Barnier che liberalizza il mercato dei diritti d'autore. Soundreef, startup
concorrente: "Conferma che l'esclusiva della Siae è anacronistica". La replica: "Ma
con noi il mercato cresce"
Ora anche l’Antitrust preme sul governo perché finisca il
monopolio della Siae, Società italiana degli autori ed editori che
si occupa di tutelare le opere e raccogliere i diritti d’autore.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm)
ha inviato al parlamento e al governo un parere attraverso il
quale, in sostanza, sollecita ad attuare anche in Italia la direttiva
Barnier. Si tratta di una direttiva europea che di fatto
Dario Franceschini, ministro dei Beni
culturali
introdurrebbe in Italia la liberalizzazione del mercato dei diritti
d’autore. Non solo la direttiva non è stata recepita entro lo
scorso 10 aprile, termine ultimo previsto dalla Ue, ma il
ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha avuto modo di
dichiarare in quel contesto che “non ha senso scomporre la parte nazionale” e invece “va fatto
un lavoro urgente di profonda riforma della Siae”. Quindi sì a un lavoro di revisione sulla Società ma
no al riconoscimento di altri operatori. L’Antitrust non sembra dello stesso parere. Anzi sottolinea che il nucleo della direttiva 2014/26/ue
del parlamento europeo e del consiglio è costituito dalla libertà di scelta. In virtù di questo principio è
riconosciuto ai titolari dei diritti la facoltà di individuare un organismo di gestione collettiva
"indipendentemente dallo stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento dell'organismo
di gestione collettiva o del titolare dei diritti". Il valore e la ratio stessa dell'impianto normativo
europeo – dice l’Authority ­ risultano gravemente compromessi dalla presenza, all'interno
dell'ordinamento nazionale, della disposizione contenuta nell' art. 180 L. 22 Aprile 194, n. 633
(Legge sul diritto d'autore), ormai isolata nel panorama degli ordinamenti degli Stati membri, che
attribuisce ad un solo soggetto (la Siae) la riserva dell'attività di intermediazione dei diritti d'autore.
Insomma la legge sul diritto d'autore avrebbe fatto il suo tempo e andrebbe riformata. La direttiva va attuata anche in Italia, specifica l'Antitrust, perché "in un contesto economico
caratterizzato da profondi cambiamenti tecnologici la mancata apertura del mercato nazionale della
gestione dei diritti limita la libertà d’iniziativa economica degli operatori e la libertà di scelta degli
http://www.economyup.it/startup/4488_franceschini­sotto­pressione­anche­l­antitrust­chiede­la­fine­del­monopolio­siae.htm
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Franceschini sotto pressione, anche l'Antitrust chiede la fine del monopolio Siae
utilizzatori. Il mantenimento del monopolio legale appare, infatti, in contrasto con l’obiettivo di rendere
effettiva la libertà dei titolari del diritto di effettuare una scelta tra una pluralità di operatori in grado di
competere con l’incumbent senza discriminazioni".
Peraltro pochi giorni fa Laura Puppato e Pietro Ichino, senatori Pd, e la senatrice ex M5S, adesso
Gruppo Misto, Serenella Fuksia, hanno firmato un emendamento alla legge 2345/2016, che delega
al governo il recepimento della direttiva europea Barnier. "Ce lo impone l'Europa, ma ce lo
chiedono anche i due terzi di autori iscritti alla Siae che ricavano meno di quanto costi l'iscrizione ­ ha
commentato il giuslavorista e senatore Pd, Ichino ­ Sono soprattutto loro a pagare il costo di una
gestione gravemente inefficiente e del tutto opaca".
L'emendamento e il pronunciamento dell’Autorità sono ulteriori picconate al monopolio Siae, già
messo a rischio dalle varie critiche mosse da tempo contro la società, ma anche all’attività della
startup Soundreef, che sta ingaggiando una vera e propria battaglia contro lo storico colosso.
►TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE PER CAPIRE LO SCANDALO SIAE
Proprio Davide D'Atri, founder di Soundreef, è stato tra i primi a commentare il parere
dell'Antitrust. Ed ovviamente è stato un commento positivo. "Conferma la bontà della nostra tesi ­
ha detto ­ che del resto sta alla base della nascita stessa della società. Il regime di esclusiva nella
gestione dei diritti d’autore, lo dice anche l’Antitrust, è anacronistico e per niente al passo con le
nuove esigenze del mercato musicale”.
Di tenore completamente diverso la replica della Siae: "Il Parlamento Europeo, la Commissione
Europea e la Corte di Giustizia Europea ­ sostiene la Società ­ hanno chiarito come la direttiva sia
compatibile con l’esclusiva e sottolineato che una esclusiva non è di ostacolo alla crescita del
mercato del diritto d’autore e anzi ne presidia lo sviluppo. Ne è dimostrazione che quello italiano è il
mercato che nel 2015 ha registrato il maggiore tasso di crescita a livello europeo”.
Soundreef S.p.A è una società nata in Italia a novembre 2015 per migliorare la gestione delle
royalty nell’industria musicale, con un investimento da parte
di VAM Investments e di LVenture Group per un totale di 3,5
milioni di euro. La società fondata da Davide d’Atri, che ne è
amministratore delegato, ha acquisito il 100% della Soundreef
Ltd, company fondata sempre da d’Atri insieme a Francesco
Danieli nel 2011 e operante nel Regno Unito per
l’intermediazione dei diritti d’autore.
► Chi è Soundreef, la startup che fa concorrenza alla Siae
Davide D'Atri, founder di Soundreef
L’obiettivo di Soundreef S.p.A è assicurare ai titolari dei diritti
d’autore nel settore della musica la completa trasparenza e tracciabilità delle royalty e la massima
certezza e velocità nel pagamento dei diritti d’autore, garantendo al contempo il massimo livello di
sicurezza.
Lo scorso aprile il rapper Fedez ha lasciato la Siae per affidare la gestione dei suoi diritti d'autore a
Soundreef, seguito a fine maggio da Gigi D’Alessio, che ha detto: "Mi ha convinto la trasparenza
della rendicontazione al contrario di quella Siae che non è analitica. Sono certo che tanti altri mi
seguiranno".
►Soundreef cala l'asso: Gigi D'Alessio preferisce la startup alla Siae
Intanto all’orizzonte si staglia Patamu, piattaforma web
interamente italiana che sfida la Siae sul suo terreno: "Finora
abbiamo tutelato gli artisti dai plagi e abbiamo offerto un servizio
di autoriscossione dei diritti. Adesso ci poniamo anche come
società di collecting, cominciando dai live" ha annunciato il
fondatore Adriano Bonforti. ►Patamu: sfidiamo la Siae dall'Italia anche a costo di finire
http://www.economyup.it/startup/4488_franceschini­sotto­pressione­anche­l­antitrust­chiede­la­fine­del­monopolio­siae.htm
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9/6/2016
Franceschini sotto pressione, anche l'Antitrust chiede la fine del monopolio Siae
Adriano Bonforti, fondatore di Patamu
in tribunale
Sul pronunciamento dell'Antitrust, Bonforti ha detto:
"Finalmente, accanto ai tanti non vedo, non sento, non parlo con cui ci siamo dovuti scontrare in
questi anni di battaglie, una realtà saggia ed autorevole come l'Agcm ha espresso un parere genuino
sul tema del monopolio Siae, senza lasciarsi influenzare da pressioni lobbystiche".
Tutto questo mentre la Siae manda una lettera ai suoi 80mila iscritti parlando di "attacchi strumentali
di soggetti interessati a ricavare profitti dall'intermediazione" e annuncia ai giornalisti di aver affidato
a Image Building, società di consulenza di direzione in comunicazione, l’incarico di advisor per le
attività di comunicazione istituzionale. Probabilmente ritenendo che comunicare meglio potrà giovare
alla propria salvaguardia. (L.M.)
07 Giugno 2016
TAG: Siae diritto d'autore Barnier Franceschini Soundreef Davide d'Atri monopolio Parlamento Patamu Fedez Gigi D'Alessio Image Building
Articoli Correlati
Siae, Ichino (Pd):
due terzi degli
iscritti ci
chiedono la fine
del monopolio
Soundreef cala
l'asso, Gigi
D'Alessio
preferisce la
startup alla Siae
LA BATTAGLIA DEL
COPYRIGHT
DIRITTI D'AUTORE
Soundreef: «Io,
cantante iscritto
dal 2015, vi
spiego i vantaggi
(e a chi
conviene)»
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8/6/2016
Antitrust contro la Siae: "Aprire il mercato dei diritti d'autore"
Giugno 08, 2016
FINANZA
Antitrust contro la Siae:
"Aprire il mercato dei diritti
d'autore"
Sabato Cusato | 08 Giugno 2016, 08:28 |
L'Antitrust si schiera per il superamento del monopolio della Siae sul diritto d'autore.
"Nel suo parere inviato al Parlamento e al Governo l'Antitrust sottolinea che in virtù del principio di libertà di
scelta, che è il nucleo della Direttiva, è riconosciuto ai titolari dei diritti la facoltà di individuare un organismo di
gestione collettiva "(...) indipendentemente dallo Stato membro di nazionalità, di residenza o di stabilimento
dell'organismo di gestione collettiva o del titolare dei diritti (...)".
L'Autorità ritiene che, in un contesto economico caratterizzato da profondi cambiamenti tecnologici, la mancata
apertura del mercato nazionale della gestione dei diritti d'autore limita la libertà d'iniziativa economica degli
http://ilcorrierecitta.com/2016/06/antitrust­contro­la­siae­aprire­il­mercato­dei­diritti/
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8/6/2016
Antitrust contro la Siae: "Aprire il mercato dei diritti d'autore"
operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori.
A cantare vittoria sono soprattutto le due realtà che in Italia si
sono attivate per smuovere un po' le acque in questo settore:
Soundreef, alla quale l'AGCM sembra fare diretto riferimento
quando scrive che l'articolo 180 esclude la possibilità per
organismi alternativi alla SIAE di operare in ambito nazionale,
costringendoli a stabilirsi presso altri Stati membri, e Patamu,
che ad ottobre 2015 aveva proprio presentato un formale
esposto all'authority. Al centro di tutto c'è la SIAE, al centro di
discussioni ormai da tempo e messa nel mirino da Fedez
prima ancora che dal Garante: il passaggio dell'artista a
SoundReef è forse la prima crepa, sicuramente la più
rumorosa, non certo l'ultima.
La mancata apertura del mercato nazionale della gestione dei
diritti limita le libertà d'iniziativa economica e di scelta.
L'unica cosa certa è che la strada per il mantenimento del
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pluridecennale monopolio di SIAE da oggi è un pochino più
stretta e tortuosa. Il recepimento della direttiva europea in
materia, rappresenta "un'occasione particolarmente rilevante
da cogliere per aprire alla concorrenza l'attivita' di
intermediazione in questo campo".
L'Autorità incoraggia dunque il recepimento della
direttiva, ma fa notare che il disegno di legge del
governo non prevede di intervenire sul monopolio Siae.
L'Antitrust ha inviato una lettera al Governo e al
Parlamento italiano appellandosi all'art. L'Antitrust
sembra quasi esprimere un timore, ossia che gli
interventi in atto non agiscano in modo su區꙾cientemente radicale e che quindi si consenta di fatto alla SIAE di
mantenere la propria posizione da incumbent: "l'intervento di liberalizzazione dovrebbe essere integrato da una
riforma complessiva delle modalità di intermediazione dei diritti delineate dalla LDA, senza trascurare una
rivisitazione del ruolo e della funzione della SIAE nel mutato contesto".
Una situazione che va assolutamente retti暄鰘cata per l'Antitrust. Secondo Franceschini il monopolio SIAE è motivato
dalle limitate dimensioni del mercato italiano, ma la prospettiva di una entità di raccolta europea dei diritti è uno
sbocco auspicabile. La lettera dell'AGCM è solo l'inizio.
http://ilcorrierecitta.com/2016/06/antitrust­contro­la­siae­aprire­il­mercato­dei­diritti/
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8/6/2016
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08
G IU
2016
La mancata apertura del mercato
nazionale della gestione dei diritti
limita le libertà d’iniziativa
economica e di scelta. Punto.
Basta, fine dei giochi, ora possiamo
dirlo: il famoso monopolio SIAE di cui
abbiamo più volte discusso non è cosa
buona per il mercato dei diritti
d’autore. E questa volta a dirlo non è
un giurista visionario o un gruppo di
attivisti che si ritrovano nei circoli culturali; bensì l’autorità antitrust
italiana (l’AGCM), la quale il 1° giugno scorso ha emesso un formale
parere proprio su questo tema, inviandolo ai presidenti di Camera e
Senato.
L’Autorità rileva che in un contesto economico caratterizzato da
profondi cambiamenti tecnologici la mancata apertura del mercato
nazionale della gestione dei diritti limita la libertà d’iniziativa
economica degli operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori. Il
mantenimento del monopolio legale appare, infatti, in contrasto con
l’obiettivo di rendere effettiva la libertà dei titolari del diritto di
effettuare una scelta tra una pluralità di operatori in grado di
competere con l’incumbent senza discriminazioni.
L’opinione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sembra
non lasciare più scampo ad alcuna interpretazione strumentale, come
invece si è cercato di fare con altri documenti, troppe volte e da troppe
parti. L’authority comunque non si ferma alle dichiarazioni di principio,
ma si preoccupa anche di fornire una chiara indicazione a chi proprio in
queste settimane si sta occupando di approvare nuove leggi sul tema.
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Dopo 6 mesi il nostro esposto all’antitrust contro il monopolio SIAE
ha finalmente trovato risposta, e che risposta […] Noi intanto
andiamo avanti per la nostra strada, ed abbiamo già iniziato a fare
intermediazione dall’Italia per l’Italia, guardando alle normative
europee.
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Il riferimento è all’annuncio che l’azienda ha diffuso nei giorni scorsi
secondo cui, nell’inerzia e comunque nel colpevole ritardo del legislatore,
ha deciso comunque di assumersi il rischio e proseguire per la sua
strada con il lancio del progetto PatamuLive, anche in assenza di un
chiaro e rinnovato quadro normativo nazionale.
Ora sono davvero curioso di vedere come questo parere pesante e
dirompente verrà accolto dal legislatore, e nello specifico dal Senato,
chiamato all’ultima fase dell’approvazione del disegno di legge sul
recepimento della direttiva Barnier, e da Dario Franceschini, ministro
competente per la materia del diritto d’autore.
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­ ­ ­ ­ ­ ­ ­ È pertanto compito del Legislatore italiano individuare criteri di
attuazione della Direttiva compatibili con un adeguato grado
concorrenziale del mercato interno, che garantiscono, nel contempo,
la concorrenza fra una pluralità di collecting societies stabilite nel
territorio italiano e un’adeguata tutela dei titolari dei diritti.
A cantare vittoria sono soprattutto le due realtà che in Italia si sono
attivate per smuovere un po’ le acque in questo settore: Soundreef,
alla quale l’AGCM sembra fare diretto riferimento quando scrive che
l’articolo 180 esclude la possibilità per organismi alternativi alla SIAE di
operare in ambito nazionale, costringendoli a stabilirsi presso altri Stati
membri, e Patamu, che ad ottobre 2015 aveva proprio presentato un
formale esposto all’authority. Adriano Bonforti, fondatore di Patamu,
commenta così la notizia sul suo profilo Facebook:
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Simone Aliprandi (@simonealiprandi) ha un dottorato di ricerca in
Società dell’Informazione ed è un avvocato che si occupa di consulenza,
ricerca e formazione nel campo del diritto d’autore e più in generale del
diritto dell’ICT. È responsabile del progetto copyleft­italia.it, è membro del
network Array e collabora come docente con alcuni istituti universitari; ha
pubblicato articoli e libri sul mondo delle tecnologie open e della cultura
libera, rilasciando tutte le sue opere con licenze di tipo copyleft. Maggiori
informazioni sul suo blog.
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2
Scienza e Tecnologia ­ Basta, fine dei giochi, ora possiamo dirlo: il
famoso monopolio SIAE di cui abbiamo più volte discusso non è
cosa buona per il mercato dei diritti d'autore. E questa volta a dirlo
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non è un giurista ...
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Antonio Martino @FartFromAmerika @renatobrunetta
ci vuole più mercato: liberalizziamo l'ufficio urbanistica,
l'anagrafe, l'annona e mercati: basta monopoli
Persone: patamu dario franceschini
Organizzazioni: siae senato
Prodotti: facebook
Luoghi: italia
Tags: monopoli diritti
ALTRE FONTI (5)
Soundreef contro Siae, sul diritto d'autore si scalda il dibattito
Come (e quando) verrà recepita in Italia la Direttiva
europea in materia di gestione collettiva dei diritti
d'autore? A questa e altre domande in tema di
proprietà intellettuale hanno cercato di ...
Left ­ 8­6­2016
Persone: davide d'atri kento
Organizzazioni: soundreef siae
Luoghi: italia
Tags: diritto dibattito
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Pitruzzella, liberalizzare gestione diritti fa bene agli autori
Roma ­ Il recepimento in Italia della direttiva Ue
sulla liberalizzazione della gestione del diritto
d'autore 'puo' essere uno stimolo e creera' una
pressione competitiva che puo' solo far bene agli ...
AGI ­ 8­6­2016
Persone: direttiva barnier zero
Organizzazioni: antitrust siae
Luoghi: italia roma
Tags: gestione autori
CITTA'
Diritto d'autore: cosa dice la Direttiva Barnier (2014/26/UE)
Roma ­ Il Parlamento europeo ha approvato nel
febbraio 2014 la cosiddetta Direttiva Barnier, dal
nome del suo promotore, il commissario Ue al
mercato interno, che regolamenta il diritto d'autore
...
AGI ­ 8­6­2016
Scopri di più
Persone: barnier fedez
Organizzazioni: direttiva barnier
società
Luoghi: italia inghilterra
Tags: diritti gestione
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AGCM: 130 anni di monopolio SIAE possono bastare
Roma ­ "L'Autorità ritiene che, in un contesto economico caratterizzato da profondi
cambiamenti tecnologici, la mancata apertura del mercato nazionale della
gestione dei diritti d'autore limita la ...
Punto Informatico ­ 8­6­2016
Persone: ministro
direttiva barnier
Organizzazioni: siae agcm
Prodotti: internet
Luoghi: europa roma
Tags: monopolio diritti
DAI BLOG (216)
RIFORME: BRUNETTA, INACCETTABILE CHE RENZI CI FACCIA LEZIONI DI
COERENZA
...il Nazareno 17 volte a suo uso e consumo e adesso ci accusa di voler fare come
con il Monopoli e di aver cambiato idea. Questo modo di ricostruire la storia a suo
piacimento deve finire, basta con ...
Renato Brunetta ­ 2­9­2015
Persone: renzi renato brunetta
Organizzazioni: forza italia
Prodotti: dichiarazione nazareno
Tags: coerenza lezioni
libia, ecco come serraj e haftar litigano anche sulle banconote
...che Serraj e i suoi vorrebbero risolvere la crisi di liquidit? con una specie di soluzione­Monopoli ... dunque per
capire la sua strategia basta andare indietro al 5 maggio, quando le forze dell'Is ...
Formiche.net ­ 2­6­2016
personali personali
... da oggi ? guerra! La mia vita la decido io le mie amicizie, mi volete falsa come soldi del Monopoli ok nessun
problema so fingere anch'io, ho il mio scopo ben chiaro basta lacrime perlomeno basta le ...
FOTO
Soundreef contro Siae,
sul diritto d'autore si
scalda il dibattito
Left ­ 8­6­2016
Pitruzzella, liberalizzare
gestione diritti fa bene
agli autori
AGI ­ 8­6­2016
Diritto d'autore: cosa
dice la Direttiva Barnier
(2014/26/UE)
AGI ­ 8­6­2016
Basta giochi di
monopoli
Apogeo Online ­ 8­6­
2016
1 di 1
NELLA MIA TESTA ­ 1­6­2016
http://247.libero.it/focus/35886294/2/basta­giochi­di­monopoli/
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10/6/2016
Così Soundreef tenta l'ascesa in Italia ­ Gioie e Dolori ­ Radio Colonna ­ La voce del centro di Roma
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10 GIUGNO 2016 | 15:29
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del 09/06/2016 18:30
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Così Soundreef tenta l'ascesa in Italia
Non è una guerra, quella tra Soundreef e la Siae,
ma poco ci manca. Il mondo del copyright musicale
attraversa una fase delicata, stretto com'è tra
BENVENUTO
Scommetti ora
esigenze di liberalizzazione, dettate dal recepimento
della direttiva Barnier e le difficoltà tutte italiane
nello scardinare i monopoli. Dopo il recente salto del
Unibet Italia Ltd: Concessione n. 15228.
Gioca responsabilmente, il gioco può causare dipendenza
gioco è vietato ai minori di 18 anni. Consulta le percentuali
restituite in vincite sul sito www.unibet.it o sul sito www.aams.it
fosso da parte di Fedez e Gigi D'Alessio, che
ASCOLTA LA DIRET
poche settimane fa hanno deciso di abbandonare la
Siae (monopolista sui diritti grazie a una legge del
notiziario
1941) per affidare la gestione dei propri diritti a
Soundreef, startup inglese fondata pochi mesi fa dal
trentasettene romano Davide D'Atri e che oggi conta 1.000 iscritti in Italia e 20.000 all'estero. Pochi giorni fa per Soundreef, ma anche per altre società come Patamu, è arrivato un importante assist
dell'Antitrust, che ha sollecitato il governo a una rapida apertura del mercato dei diritti d'autore,
ponendo fine al monopolio Siae. E, proprio ieri nel corso di un convegno alla Luiss promosso dallo studio
Dike Legal, Soundreef e Siae si sono lanciati il guanto di sfida. La prima annunciando l'arrivo di altri
artisti, la seconda assicurando il ritorno dei cantanti fuoriusciti e approdati a Soundreef. cerca nel sito...
Per capire come stanno le cose, Radicolonna ha interpellato il diretto interessato, ovvero D'Atri, ceo di
Soundreef. "La direttiva Barnier è come un faro nella nebbia, perchè finalmente si apre un mercato
finora rimasto chiuso. D'altronde è la stessa commissione europea a garantire la libertà di scambio.
Quello che noi vogliamo è che ogni artista possa scegliere liberamente da che parte stare. Insomma, una
liberalizzazione controllata". Ma i rapporti con la Siae quali sono? "Non lo nego, non si può certo dire che siamo amici, delle stoccatine
ci sono. Abbiamo approcci e modi diversi di lavorare. Ma allo stesso tempo pensiamo che la Siae sia
un'infrastruttura importante per il Paese, con cui convivere. Chiediamo solo di avere il nostro spazio". C'è
però una cosa che al fondatore di Soundreef non va proprio giù.
E cioè la sortita con cui, tempo fa, il ministro della Cultura Dario Franceschini ha di fatto difeso la
Siae, dicendosi contrario alla possibilità che società straniere raccolgano artisti in Italia. "Siamo molto
Elezioni, la Lega contesta i
critici con il ministro la sua è una posizione sbagliata da un punto di vista legale, perchè non si può
risultati
impedire a società straniere di operare in Italia. Pensare che buona parte del Pd ci ha dato ragione. Noi
vogliamo regole chiare, certe, per una liberalizzazione vera e strutturata", spiega D'Atri.
Che in merito ai recenti approdi di cantanti famosi su sponda Soundreef, precisa un aspetto. "Quelli più
La Barcaccia ancora oltraggiata
importanti (Fedez e D'Alessio, ndr) sono finiti sui giornali perchè sono appunto famosi, Ma in realtà ci
sono decine di artisti che decisono di passare con noi, ogni giorno, ma magari fanno meno notizia".
(Gianluca Zapponini)
Ama, nuovo sciopero mercoled
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durante la partita dell'Italia
10/06/2016
La fine della scuola: ragazzi
felici, genitori in tilt
QUI
http://www.radiocolonna.it/gioie_e_dolori/20160609/33143/cos_soundreef_tenta_lascesa_in_italia/#
&
LA'
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