1 La storia di John Basilone Seconda guerra mondiale. E

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1 La storia di John Basilone Seconda guerra mondiale. E
La storia di John Basilone
Seconda guerra mondiale. E’ il 7 agosto 1942 ; gli americani sbarcarono sull'isola di Guadalcanal,
una delle Salomone, e incontrarono una feroce resistenza da parte dei giapponesi. La cruenta
battaglia durò quattro mesi. Vide da ambo le parti la perdita di numerosi mezzi e uomini e, alla fine,
si risolse a favore degli americani.
Grazie ad un paziente ed appassionato lavoro di ricerca effettuato da Fabio Paolucci, che sta
lavorando ad un libro sulle famiglie di Colle Sannita, si è venuto a sapere che fra i combattenti di
quella violenta battaglia per conquistare l’isola, invasa da i giapponesi nel maggio del 1942, c’era
un figlio della nostra terra: John Basilone. John era nato a Buffalo, nel New Jersey, il 4 novembre
1916. Il padre Salvatore era emigrato con i suoi genitori da Colle Sannita, suo paese natìo, appena
diciassettenne in cerca di fortuna. La madre, Dora Bencivenga, proveniva da una famiglia italoamericana originaria di Napoli e diede alla luce dieci figli, fra cui, appunto, John.
A 17 anni John si arruolò nel corpo dei Marines e partì per un periodo di 3 anni alla volta delle
Filippine. Qui si distinse come ottimo boxeur, diventando campione della categoria ultraleggera, ed
i suoi commilitoni gli affibbiarono il soprannome di “Manila” John.
Tornato a casa si dedicò a diversi lavori ma fu richiamato alle armi dopo l’attacco giapponese a
Pearl Harbour del 7 dicembre 1940. Divenuto sergente, è nel 1942 a Guadalcanal, che John
“Manila” Basilone entra nella storia e nelle leggenda.
Franklin Delano Roosevelt, Presidente degli Stati Uniti di allora, sulla lapide commemorativa del
monumento a Raritan (New Jersey) dedicato al grande eroe italo americano John Basilone, figlio di
Colle Sannita, volle scrivere questo: “Per straordinario eroismo e superbo valore in azione contro
forze giapponesi nemiche. Il 24 e 25 Ottobre 1942, mentre il nemico martellava le posizioni
difensive dei Marines, il Sergente Basilone, al comando di due postazioni di mitragliatrici
pesanti, lottò vigorosamente per respingere l’assalto decisivo e selvaggio dei Giapponesi. Ma
delle due ultime postazioni rimaste, una venne ridotta al silenzio dal fuoco nemico e John,
quindi, rimase con solo due uomini, e, mentre a questi due superstiti affidò una mitragliatrice,
riparò la seconda e si avventurò tra le linee nemiche per raccogliere munizioni che ormai erano
finite. Resistette così fino all’arrivo dei rinforzi, contribuendo col suo eroismo all’ annientamento
di un reggimento di Giapponesi.”
Questo gesto eroico ed impavido, passò rapidamente di bocca in bocca fra i militari presenti
sull’isola; John Basilone era ormai diventato una leggenda vivente per i suoi connazionali.
Divenne il primo militare americano decorato con la medaglia d’onore del Congresso Americano;
Roosevelt, che gli conferì di persona l’onorificenza a Washington, propose al giovane eroe di sedere
alla Casa Bianca come esperto militare e di abbandonare il pericoloso campo di battaglia…A
quest’invito John Basilone oppose un cortese ma deciso rifiuto affermando che non avrebbe mai
potuto abbandonare i suoi soldati al fronte. Ormai John era per i suoi commilitoni un vero eroe. Ma
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lo era anche in patria; al suo arrivo a New York fu accolto trionfalmente dal sindaco Fiorello La
Guardia, un altro figlio dell’emigrazione italiana.
Divenne il mezzo principale della campagna di arruolamento volontario nell’esercito; tanti giovani
statunitensi, stregati dalle parole e dall’eroismo di Basilone, si arruolarono per combattere in guerra.
Il giovane italo americano girò in lungo e in largo gli Stati Uniti d’America. Conobbe le celebrità
cinematografiche dell’epoca, rilasciò fiumi d’interviste e raccolse in favore del dipartimento della
Difesa 1,5 milioni di dollari in pochi giorni. Un’enormità. Ma la fama, gli onori e la popolarità non
cambiarono l’indole del sergente Basilone; John era, e restava, un ragazzo umile e riservato. Alla
folla che lo acclamava ripeteva:“ Solo una parte della medaglia che ho conquistato mi appartiene;
l’altra appartiene ai ragazzi morti in battaglia a Guadalcanal”.
In questi pochi mesi di tranquillità negli Stati Uniti trovò il tempo di sposare l’amata Lena Riggi.
Un matrimonio però consumato in tutta fretta; la guerra incombeva e, dopo il meritato riposo, il
sergente John Basilone tornò al fronte fra i suoi soldati che tanto lo ammiravano.
La vittoria americana a Guadalcanal non aveva solo bloccato l’avanzata Giapponese nel Pacifico,
ma dava l’opportunità all’esercito statunitense di lanciare una serie di controffensive.
Nel 1944 gli Americani sbarcano in Nuova Guinea, nelle isole Marshall, in Birmania e nelle
Filippine. Sull’orlo del baratro della sconfitta militare, i Giapponesi cominciano a far uso di piloti
Kamikaze…L’esercito nipponico era ormai stremato e sull’orlo della disfatta ma continuava
tenacemente a combattere. Un disperato tentativo dei giapponesi di rovesciare le sorti del conflitto
si infranse presso l’isola di Leyte, nelle Filippine, dove si combatté fra il 22 ed il 26 ottobre la più
grande battaglia navale di tutta la guerra. In questo contesto si arriva al 19 febbraio del 1945; è
l’inizio della battaglia di Iwo Jima. Clint Eastwood, il noto attore e regista, ha realizzato due film
sulla battaglia di Iwo Jima. Il primo (Flags of Our Fathers) racconta la storia degli uomini che
piantarono la bandiera rappresentata in quella famosa foto, ed ha trattato maggiormente il punto di
vista americano. Il secondo film invece (Letters from Iwo Jima,) racconta la battaglia dalla
prospettiva giapponese
L'isola di Iwo Jima ("Isola dello zolfo" in giapponese) era, con l'isola di Okinawa, di fondamentale
importanza strategica, poiché da qui i bombardieri pesanti statunitensi avrebbero potuto
facilmente partire per le operazioni di bombardamento del Giappone. Per questo motivo entrambe le
isole erano presidiate da possenti divisioni giapponesi. Il Giappone infatti, aveva inviato a difesa di
Iwo Jima, come dicono le fonti, circa 25.000 uomini. Le truppe statunitensi, comandate iniziarono i
bombardamenti dell'isola già nel dicembre del 1944, ma fu solo il 19 febbraio che
avvennero i primi sbarchi di marines.
John “Manila” Basilone pur di combattere in questa battaglia, che si sarebbe rivelata decisiva per le
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sorti della guerra, si era tolto i gradi di sergente per ritornare ad essere un semplice soldato. John
combatté con grande coraggio e generosità; trovò la morte, proprio il 19 febbraio, a causa di un
esplosione di una mina.
Le sue spoglie sono ora all’Arlington National Cemetery, in una località della Virginia poco
distante da Washington e dal Pentagono, dove riposano i più valorosi soldati statunitensi,
compresi quelli che hanno perso la vita nei recenti conflitti in Afghanistan e in Iraq.
John Basilone, vero e proprio simbolo di eroismo militare negli Stati Uniti d'America,
rimane l'unico marine partecipante alla Seconda guerra mondiale ad essere decorato con la Medal
of Honor, la Navy Cross e il Purple Heart. In onore di questo figlio della nostra terra sono stati
intitolati negli Stati Uniti diversi monumenti, un Museo e una piazza a Raritan, un paese in
California, un parco a Newark, un ponte lungo il New Jersey Turnpike, molte strade, un teatro,
alcune emissioni di francobolli, ed infine un incrociatore della Marina. Particolarmente ricco di
significato è il monumento presente nella sua natia città Raritan; un suo grande amico, Philip
Orlando ha, costruito una statua in suo onore ed in ricordo anche degli altri 11 italo – americani
decorati con la medaglia d’onore al Congresso Americano.
Due mesi dopo la morte in battaglia di John Basilone, venne a mancare anche il Presidente
Roosevelt che tanto lo ammirava…
Le notizie inerenti a John Basilone sono state trovate grazie ad un paziente ed appassionato lavoro
di ricerca effettuato da Fabio Paolucci, che sta lavorando ad un libro sulle origini delle famiglie di
Colle Sannita. Vorrei chiudere proprio con le parole di Fabio Paolucci: “Ricordiamo il Collese John
Basilone così, fiero e battagliero come un nobile guerriero sannita, mentre difende la sua Patria
elettiva dal terribile nemico, con le parole di una famosa canzone americana a lui dedicata:
“Manila John, figlio della libertà, ti sei guadagnato la tua gloria col tuo valore; Manila John, tu ci
hai insegnato che laddove tu vai, l’America avanza!”.
Notizie attinte dal sito internet:
http://www.sannioworld.com/index.php?option=com_content&task=view&id=15&Itemid=58
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