Gruppo Volkswagen: la politica ambientale

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Gruppo Volkswagen: la politica ambientale
Gruppo Volkswagen: la politica ambientale
Scritto da Giovanni Notaro
Giovanni
Notaro • Lo scorso 31 gennaio il Gruppo tedesco ha diffuso la brochure sullo
sviluppo sostenibile «Responsibility knows no boundaries»: un’occasione per
sintetizzare fatti e progetti in tema di rispetto ambientale di un leader
mondiale dell’automotive
•• “La responsabilità (ambientale ndr) non conosce confini”: è la traduzione letterale
del
titolo
della brochure la
cui
diffusione
è
stata
direttamente
commentata dal prof. dott. Martin Winterkorn A.D. del Gruppo VW e da Bernd Osterloh,
membro del Consiglio di Sorveglianza della VW che, nell’occasione, hanno sottolineato “
come il Gruppo Volkswagen conti oggi su una forza lavoro complessiva di oltre mezzo
milione di persone distribuite in più di 90 impianti di produzione in 18 Paesi europei ai quali
se ne aggiungono altri 8 in America, Asia, Africa e Australia.” Senza peraltro dimenticare
l’occupazione giovanile per la quale è stato avviato il progetto «Dual Training» (formazione
teorica+pratica) che ha già fatto registrare l’inserimento di alcune migliaia di ragazzi nelle
fabbriche spagnole e portoghesi del Gruppo.
Un tale dispiegamento di risorse, corrispondente ad una penetrazione di mercato - effettiva e
programmata per il futuro - altrettanto forte, comporta responsabilità globali sia all’interno del
Gruppo che all’esterno, responsabilità che toccano:
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• l’attività di R/D a livello globale;
• il mantenimento del miglior clima aziendale possibile (vivibilità del posto di lavoro, rapporti
sindacali ed industriali, metodologie di produzione, impatto ambientale);
• il rapporto con i partners: sono regolati in base al Global Compact, della
Carta per lo Sviluppo Sostenibile della Camera di Commercio Internazionale
e
delle
convenzioni
dell'Organizzazione
Internazionale
del
Lavoro,
integrati
con
la
politica
ambientale
Volkswagen.
Vediamo
quindi
come
l’impostazione delle modalità di acquisto segua precisi capitolati nei quali la
componente
di
rispetto
ambientale
e
l’utilizzo
di
materie
e
cicli
di
produzione
eco-compatibili
rivestono
una
sempre
maggiore
importanza,
tanto da richiedere che tutti i suoi partner commerciali ed industriali dispongano di un sistema di
gestione ambientale certificato secondo la norma internazionale ISO 14001 o secondo il
regolamento EMAS dell'Unione Europea;
• il rispetto delle sempre più stringenti normative in tema di impatto ambientale tanto a livello di
ciclo industriale (vedi, ad esempio, le fabbriche verdi di recente costruzione a Pune / India e in
Chattanooga / Tennessee negli USA, così come l’impianto di Popocatepetl, vicino allo
stabilimento VW di Puebla in Messico) quanto a livello di prodotto finito; è di poco tempo fa,
infatti, la presentazione del progetto «Think Blue Factory» che punta a ridurre del 25% l’impatto
ambientale dei 94 stabilimenti del gruppo Volkswagen nel mondo;
• la conseguente immissione sul mercato di mezzi a sempre minor impatto ed un
adeguamento costante a tali canoni in continua evoluzione anche del post vendita;
• l’estensione del concetto di «eco-friendship» ai servizi; si pensi ad esempio al programma
flotta verde organizzato congiuntamente da Volkswagen Leasing e la NABU (Federazione
tedesco per la conservazione della natura).
Un lungo percorso eco-virtuoso
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Il
paragone
dichiarato - 13 litri/100 km - del celebre «maggiolino» (Beetle 1303) del 1972 e quello
dichiarato per il prototipo 2011XL1 Concept Car - 0,9 l/100 km - dà la misura esatta
del progresso compiuto negli ultimi 40 anni dal Gruppo VW, ma in realtà questo
cammino è iniziato 8 anni dopo, con la presentazione l’8 maggio 1980, della Formula E al
Simposio sull’energia di Wolfsburg. Nel febbraio del 1984 venne inaugurato un nuovo
Centro di ricerca presso lo stabilimento della medesima città mentre nell’autunno del 1989
venne lanciata sul mercato l’Audi 100 TDI, prima ad essere dotata di motorizzazione
turbodiesel a iniezione diretta. Sempre la Casa dei quattro anelli presenterà, nel marzo del
1994, la nuova Audi A8, una «premium» nella quale per la prima volta si faceva
largo ricorso all’alluminio anche per la scocca, con evidenti vantaggi in termini di
peso e consumi. 5 anni dopo (luglio ’99), arriva, ed è un evento tecnicamente
storico, la Lupo 3L TDI, prima auto da 3 litri/100 km al mondo ad essere posta
normalmente in vendita… Passano 10 anni - siamo al Salone di Francoforte, settembre
2009 - ma sono anni ben spesi: viene infatti presentata la L1, un prototipo già con tutte le
caratteristiche di vettura «nearproduction» ed un consumo dichiarato - sottolineato dal
nome - di 1 litro/100 km. E, a questo punto il progresso diventa continuo: febbraio 2010
arriva
«Think
Blue»,
che,
più
che
campagna
di
marketing,
è
in
realtà
l’esplicitarsi
della
presa
di
coscienza
dell’Azienda
per
la
realizzazione
di
un
modello
di
mobilità
efficiente
e
sostenibile;
la
conferma
arriva
nel
maggio dello stesso anno con la concept-car Golf Blue-e-motion che, versione
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elettrica del modello di maggior successo della storia della Volkswagen, viene
presentata come parte integrante della «Piattaforma nazionale per la mobilità elettrica»
(progetto fortemente voluto dal cancelliere tedesco Angela Merkel); ma l’occhio rimane
giustamente ancorato agli aspetti più immediatamente praticabili della mobilità
ecosostenibile e quindi nel settembre scorso debutta la «up!», una VW 4 posti da soli
3.54 metri di lunghezza declinata in tre diverse motorizzazioni «eco», due a benzina ed
una a gas naturale ed un consumo medio da 4,2 litri/100 km. Mentre l’ESP è fornito di
serie, viene data la possibilità di montare, come optional, una specifica funzione di
frenata di emergenza nel traffico urbano. Il tutto ad un prezzo di soli € 9.850 che la fa
balzare, in Germania, in testa alle classifiche delle immatricolazioni.
Queste tappe fondamentali, la cui specifica tecnologia è entrata a far parte del DNA di Gruppo,
sono affiancate ed integrate da ulteriori progressi nati principalmente nell’alveo del Centro R/D,
che si sta in particolare occupando della modularizzazione della produzione in senso
longitudinale e trasversale:
• il primo caso - Modular Longitudinal Matrix - consiste, in termini semplificati, nella
standardizzazione delle piattaforme di tutti i veicoli destinati ad accogliere il sistema di trazione
longitudinale al senso di marcia; questa «modularizzazione» di tutti i componenti permette di
ottenere il massimo delle sinergie tra famiglie di veicoli, cosa che avviene in Audi sin dal 2007;
• il secondo caso - Modular Transverse Matrix (MQB) - rappresenta il prossimo salto quantico
nell’adozione da parte di tutti brand di Gruppo, di piattaforme condivise che permettano il
montaggio della meccanica in senso trasversale; è un processo che ha già avuto inizio lo
scorso anno da parte di Volkswagen, Audi, Skoda e Seat per segmenti che vanno dall’«A0» al
«B» e che, all’interno di ciascun brand, viene adottato per più linee di prodotto; nell’ambito
della «fabbrica» Volkswagen, ad esempio, il MQB abbraccia la produzione di Polo, Beetle, Golf,
Scirocco, Jetta, Tiguan, Touran, Sharan e Passat CC.
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E
non
si
standardizzazione implichi solamente una semplificazione industriale e maggiori guadagni:
fermo restando che il primo obbligo aziendale rimane il profitto per l’azionista, le altre positive
conseguenze di questo processo di standardizzazione si riflettono su ottimizzazione dei
processi di lavorazione, minori consumi di materie prime e minor impatto.
L’aver voluto perseguire da tempo una visione di lungo termine del futuro, ha portato
alla riduzione delle emissioni medie di CO2 della flotta VW di 27 g/km nel corso degli
ultimi cinque anni (vale a dire di circa il 16%); inoltre le previsioni (ed obiettivi) del
Gruppo evidenziano come per la prima volta entro il 2015 le emissioni di CO2
saranno confinate al di sotto dei 120 g/km (30% di abbattimento medio); già a
fine 2011 (fonte: bilancio consolidato al 31 dicembre 2011), il Gruppo VW rispettava la
normativa comunitaria sulle emissioni, con ben 458 modelli (26 ? 100 g CO2/km; 151
? 120 g CO2/km; 281 ? 130 g CO2/km).
In questo senso si inquadra la missione del Dipartimento R/D, nella quale il Gruppo investe 7
miliardi di euro l’anno:
• affrontare le future sfide tecnologiche a breve e medio-lungo termine con
un'intensa attività di ricerca all’interno del Gruppo e, all’esterno dello stesso,
cooptando i diversi partners in funzione degli specifici expertises;
• espandere il portafoglio prodotti e migliorarne funzionalità, qualità, sicurezza e compatibilità
ambientale.
Al tempo stesso il Gruppo dovrà essere capace di anticipare le future
esigenze della clientela convertendole in tecnologie innovative ed efficienti
attraverso
l'integrazione
di
una
vasta
gamma
di
innovazioni
per
l’abbattimento del consumo di carburante e di soluzioni di mobilità a
bassa emissione (le cosiddette «green-label /etichette verdi» VW).
La strada dell’elettrico
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Le prossime tappe di questo circolo virtuoso prevedono significativi passi verso l’elettrico
(anche Fuel Cell) pur nella consapevolezza che la strada verso l’universale adozione di questo
tipo di trazione è al momento utopistica anche per l’inadeguatezza delle infrastrutture; non si
potrà quindi agire sull’ottimizzazione dei motori a combustione interna e sulla graduale
introduzione dell’ibrido (ibrido dolce, Full Hybrid e Plug-in Hybrid con i correlati studi relativi
all’incremento dell’efficienza delle specifiche batterie).
Tornando
all’elettrico, a breve avremo il prossimo lancio della up! blue-e-motion, primo veicolo elettrico
per tutti che sarà gradualmente seguito da altri analoghi prodotti; qui non si tratta di battere la
concorrenza nell’essere i primi a fare qualcosa, ma di essere viceversa in grado di offrire alla
platea di specifici acquirenti prodotti affidabili, sicuri e performanti in senso economico ed
ambientale.
Per quanto riguarda invece l’ibrido e l’impatto Zero, numerose sono le iniziative del
Gruppo, che spaziano dall’elettrico puro (E-up! e Tiguan Hymotion a fuel cell) al c.d. Mild
Hybrid (che potremmo tradurre come Ibrido leggero, in abbinamento ai motori ICE, Internal
Combustion Engines TSI di ultima generazione - da 1,2 litri da 55 kW a benzina o gasolio,
abbinati allo Start-Stop; in questo caso non è previsto l’utilizzo del solo motore elettrico che
viceversa assiste la richiesta di potenza suppletiva da parte del guidatore), al Full Hybrid
(adottato sul Touareg, può essere utilizzato anche in modalità solamente elettrica su
brevi distanze) ed ancora il Plug-In Hybrid (Golf twinDRIVE). Comunque la strategia è
quella di affiancare i modelli in produzione con una versione ibrida: Porsche Panamera
Sport Turismo Hybrid plug-in e 918 Spyder, seguite da Passat e Golf ibride
(probabilmente nel 2014) e, a gradualmente seguire, le versioni ibride di Porsche
Cayenne, Audi Q7, A6, A8 e A3 Sportback in modo da rendere questa tecnologia,
in base a quanto dichiarato dall’A.D. Winterkorn, disponibile per chiunque la voglia richiedere.
Parallelamente il Gruppo VW sta lavorando sull’incremento dell’autonomia delle
batterie destinate agli Ibridi Plug-In tramite un piccolo motore a combustione interna
destinato esclusivamente alla ricarica in modo da estendere l’utilizzo in questi mezzi
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della sola opzione elettrica; è comunque convincimento del Gruppo che nel lungo
periodo le attuali, tradizionali, tecnologie, continueranno ad essere quelle di
riferimento, sempre più affiancate - ma non sostituite - dall’elettrico che vedrà
quest’anno la commercializzazione della E-up! (82 cv, coppia da 210 Nm, autonomia 150 km)
seguita da quella della E-Golf (270 km di autonomia e 130 km/h a 40.000 euro come prezzo
base) che dovrebbe essere presentata al Salone di Ginevra 2014).
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