HAIR METAL DETECTOR
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HAIR METAL DETECTOR
S3 R&RStyle HAIR METAL luca 3-06-2004 11:42 Pagina 132 Rock&Roll Style Hair Metal Detector Non importa se la bandana nasconde una pelata da competizione. Ciò che conta di Andrea Carraro davvero è sentirsi cotonati dentro E V E RY R O S E H A S I T S Bret Michaels (dei Poison) negli anni 80: ai tempi era più famoso di Pamela Anderson. Nei 90, poi, se la trombò. Thorn dei Poison ve la ricordate? Probabilmente no, o meglio, fate finta di non ricordare. Sveglia, il grunge è passé, ora siamo di nuovo nell’era dell’hair metal! Correva l’anno 1989 e sembrava che il mondo fosse impazzito. Le classifiche americane vedevano in vetta gruppi come Warrant, Ratt, Mötley Crüe, Skid Row e Pretty Boy Floyd. Mtv era invasa da video che erano delle scuse belle e buone per riempirci gli occhi con culi, tette, macchine sportive e chi più ne ha più ne metta: era iniziata l’apoteosi dell’hair metal americano. Centinaia di tour bus scorazzavano sulle autostrade statunitensi per depositare l’ennesimo gruppo di ragazzotti dai capelli cotonati, pronti a regalare un’ora e mezza al sogno del momento: essere giovani, possibilmente belli e spassarsela con ragazzine facili. Nessuno voleva più sentire parlare di Sting, foresta amazzonica o apartheid, a un concerto dei Poison o dei Warrant si consumava tanta lacca per capelli che probilmente il buco nell’ozono si è formato sopra Hollywood. I nostri eroi vivevano in un delirio di autocelebrazione, cantavano di quanto fosse dura la vita on the road, promettevano amori eterni consumando tonnellate di eroina e sperperando fortune, convinti che tutto sarebbe durato per sempre, ignari di cosa li avrebbe colpiti di lì a pochissimo. Come il meteorite che spazzò via i dinosauri, un bel giorno arrivò tale Kurt Cobain che con Smells Like Teen Spirit guastò la festa a tutti, violando ogni regola scritta nel manuale delle giovani marmotte per rockstar. Una moglie così cessa che neanche Gene Simmons se la sarebbe cagata, un rifiuto totale per l’adorazione delle masse condita da imbarazzanti tentativi di suicidio e overdose in hotel a 5 stelle. Il vecchio Keith Richards aveva detto: «Non sono mai diventato blu nel bagno di un ospite. Penso sia il massimo del cattivo gusto». E Kurt che t’inventa? Si spara nella soffitta di casa, l’antitesi totale del «rock and roll all nite and party everyday!». Il suo sacrificio però servì a poco, a parte riempire le tasche della povera vedova, ora completamente rifatta e 132 vestita Versace da capo a piedi. L’hair Con migliaia di giovani consumatori che si ricordavano Talk Dirty to Me dei metal era sconfitto ma non distrutto. Il grunge aveva sì punito e ostracizzato Poison in heavy rotation su Mtv ai chiunque desiderasse vedere ancora un tempi delle elementari e con band come video con una melodia fischiettabile e i blink-182 o i Sum 41, che si presentamagari con un bel paio di tette qua e là, vano sul palco e nei video con indosso ma non tutti si erano dimenticati di T-shirt di vecchie glorie cotonate, imquei ragazzi che realizzaprovvisamente si creò vano i nostri sogni. Non un nuovo interesse per il se ne poteva più di canUn esempio eclaL’hair metal? genere. zoni che piangevano patante sono le Donnas, Lacca, culi, dri assenti o traumi poquattro ragazzine castadolescenziali, cazzo, tette, accendini liforniane, pura Mtv gedov’è David Lee Roth neration. Esplose nel proprio quando ne hai più bisogno? 1998 sulla scia dei Green Day, il loro Una quinta colonna di fan sfegatati primo album, Spend the Night (2002), mantenne vivo lo spirito di quegli anni, ha venduto quasi 400 000 copie e loro riunendosi in convention che assomi- hanno passato l’estate scorsa in giro gliavano più a riunioni della “Pelati e con il Lollapalooza infilando tra una Obesi Anonimi” che di appassionati di canzone e l’altra Too Fast for Love dei rock&roll ma, dopo quasi un decennio, Mötley Crüe e Livin’ After Midnight i loro sforzi furono ripagati. A dare dei Judas Priest. In tutte le interviste riman forte era pronta un’intera genera- petono che vorrebbero andare in tour zione di bambini parcheggiati dai geni- con i Cinderella o i W.A.S.P. e quanto tori davanti alla tv proprio negli anni di adorino i Kiss e i Mötley Crüe. Intanto massimo fulgore della scena hair metal. hanno iniziato a sponsorizzare il ritor- R O L L I N G S TO N E , D I C E M B R E 2 0 03 * no dell’heavy metal anche l’attore Jack Black e i suoi Tenacious D, Dave Grohl dei Foo Fighters, Howard Stern, il dj più ascoltato d’America, per non parlare del reality show più guardato, Gli Osbourne. L’autobiografia dei Mötley Crüe diventa un best seller, il mondo intero si gusta il video di Tommy Lee e Pamela, esce il film Rockstar con Mark Whalberg e un sito amatoriale come www.metal-sludge.com finisce su Mtv, Rolling Stone e Spin, per via della classifica dei peni stilata dalle groupie o per il sondaggio sul presunto trapianto di capelli di Axl Rose. Gruppi che avevano passato gli ultimi dieci anni della loro vita a riempire tazze di caffè da Starbucks o a girare film porno nella San Fernando Valley capiscono che sul fondo del barile c’è ancora qualcosa da raschiare. Improvvisamente a Los Angeles la serata più gettonata del momento diventa il martedì, quando la cover band Metal Shop si esibisce alla Viper Room, il locale di Johnny Depp dove morì l’idolo della generazione X, River Phoenix. Insomma, l’hair metal è tornato, magari non proprio in forma smagliante, ma chi se ne frega se Jani Lane dei Warrant sembra oramai il fratello gemello di Vittorio Cecchi Gori? Ora il metallo è cool e forse piace perché è quanto di più sinceramente grottesco lo show business possa offrire. Un po’ come i berretti da camionista tanto in voga adesso tra Christina Aguilera e Beyoncé. Certo, Donna F. si mette la maglietta di un gruppo sfigato come i Dokken perché lei ci crede, mentre Justin Timberlake fa indossare alla bonazza di turno del suo ultimo video una T-shirt degli Iron Maiden per renderlo più vero, anche se io non ho mai visto una fotomodella a un concerto degli Iron Maiden. Comunque, anche se i palchi sono diventati più piccoli, le groupie 90-60-90 sono state sostituite dalla cassiera del 7-Eleven dietro l’angolo e la bandana nasconde una bella pelata, pazienza. Quando Brett Michaels dei Poison sale sul palco e imbraccia la sua chitarra per suonare Every Rose Has Its Thorn, scattano gli accendini come ai bei tempi e lui ce la dà a bere ancora una volta. Forse Sting aveva ragione sui danni della lacca, ma in fondo non è stato lui a menarcela tanto con il sesso tantrico?