I segni dell` I segni dell`Amore inestinguibile di Dio Amore

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I segni dell` I segni dell`Amore inestinguibile di Dio Amore
PARROCCHIA
Fogli o se ttimanal e
Anno IV – n. 32
B.V.M. del ROSARIO
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t
2ª settimana de l
Tempo di Pasqua
1-8 maggio 2011
I segni dell’Amore
dell’Amore inestinguibile di Dio
Tutti noi, almeno una volta, avremmo voluto essere testimoni di un
miracolo. Arrenderci di fronte all’evidenza, come T ommaso. Toccare,
vedere, sent ire. Invece, spesso sorvoliamo sui segni di Dio che
abbiamo già, intorno a noi.
La parola «miracolo» significa oggetto di st upore, meraviglioso:
non è forse tale un tramonto colorato, un arcobaleno che appare
all’improvviso, il microuniverso di un prato in primavera, il colore
dirompente della corolla di un fiore? Non è tale la curiosità di un
bambino alla scoperta del mondo, il sorriso di un’impiegata gentile, la
lac rima di un adulto ed una mano affettuosa, un gesto coraggioso di
riconc iliazione e perdono? Non è tale l’accoglienza degli ult imi, la
capacità di restituire fiducia e pace, l’apprezzamento per l’intensità di
una vita, la fermezza che ti trascina al bene dopo una lunga notte?
Gesù sapeva stupirsi per sentire Dio così vicino ed essere sempre
pronto a risvegliare l’umanità, a guarire dentro e fuori chi most rava
fiducia, a dimostrare che quando non c’è altra strada che la
sofferenza, questa non è c he una porta st retta verso la Vita.
Tommaso ebbe bisogno dei segni tangibili sul Suo corpo,
dalle caratteristiche scient if icamente inspiegabili ma comunque reale.
Oggi la nost ra fede si appoggia sulla sua parola e su quella di tanti
alt ri testimoni. Ma tutta la vita di Cristo fu segno reale ed
efficace dell’Amore di Dio. Tanto che – come sc risse Giovanni – il
mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che
registrassero tutti i doni gratuiti che Dio ha continuato e
continua a farci.
Una “cosa”
da non dimenticare
Otto
gio rni
dopo
venne
Gesù
Preghiera
Non è facile venire alla fede,
Gesù: ognuno ha un suo perc ors o
particolare c he deve compiere
port ando alla luce gli int errogativi e le
domande che si port a dentro e
cerc ando, senz a stancarsi, una
rispost a.
La gioia degli alt ri apost oli c he ti
inc ont rano vivo, risort o dalla mort e,
contrast a in modo evident e c on le
richiest e di Tommas o.
Tommaso non può accont ent arsi di
quello che gli rif erisc ono gli altri: è
stato t roppo grande il dolore per
quello che ti è acc aduto e ora non
vuole aff ront are una coc ente
delusione.
Tommaso ha bisogno, Gesù, di
vedere e di toccare, di mettere il s uo
dit o nel s egno dei chiodi, di mett ere la
sua mano nel t uo fianco squarciato
dalla lancia.
Tommaso, l’inc redulo,è tutt avia lo
stesso che dà voc e alla prima
prof essione di f ede, col ui che ti
accoglie e ti dichiara come il suo
Signore e il suo Di o.
Gesù, accompagna tutti noi che,
senza aver vist o, siamo approdati alla
fede in t e, ris orto da morte.
Donaci di affid arti la nostra
esisten za per avere la vita
nel tuo nome.
Si racconta che il giov ane Girolam o av ev a tentato un
periodo di v ita da eremita in una grotta del deserto di Giuda.
Con la presunzione tipic a dell'età, si era dedicato con
ardore alle m olteplic i forme di ascesi allora in uso tra i
monaci. Ma i ris ultati si fac ev ano attendere: il tempo gli
avrebbe fatto pres to capire che la sua vera v ocazione era
altrov e nella Chiesa e che il suo soggiorno tra i monac i
della Palestina ne costit uiv a solo il preludio.
Tuttavia Girolam o dov ev a ancora imparare molte cos e
e in tanto, da giov ane nov izio si trovav a immerso nell a
disperazione: nonos tante i suoi sforzi generosi, non
ricev eva alcuna rispos ta dal cielo. Andav a alla deriva,
senza tim one, in mezzo alle tempeste interiori, al punto
che le v ecchie tentazioni, già cos ì familiari, non tardarono
a rialz are la cres ta. Era scoraggiato: cosa avev a fatto di
male? Dio lo sentiva lontano. Come ristabilire il conta tto
con la grazia?
Mentre Girolamo si arrov ellav a il cerv ello, notò
all'im prov viso un crocifis so che gli era comparso.
Gir olamo si gettò a terra e si percosse il petto con ges to
solenne e v igoros o. Ges ù si rivolge a lui dall'alto della
croce e gli dic e: « Girolamo cos' hai da darmi? Cos a
ricev erò da te?». Girolam o non esita un attimo. Certo c he
avev a un sacco di co-se da offrire a Gesù:
«Naturalmente, Signore: i miei digiu-ni, la fam e, la sete.
Mangio solo al tramonto del sole!»
Di nuov o Gesù ris ponde: «Ottimo Girolamo, ti
ringrazio. Lo so, hai fatto del tuo meglio. Ma hai ancora
altro da darmi?» Girolamo ripens a a cosa potrebbe ancora
offrire a Ges ù. Ecco allora le v eglie, la lunga recita dei
salmi, lo studio assiduo giorno e notte della Bibbia, il
celibato nel quale si impegnav a con più o meno successo,
la mancanza di comodit à, la pov ertà, gli imprev is ti che si
sforz ava di accogliere senza brontolare e infine il caldo di
giorno e il freddo di notte.
Ad ogni offerta, Gesù si complimenta e lo ringrazia.
Ma ad ogni offerta, Gesù, con un sorris o astuto sulle
labbra, lo incalza ancora e gli chiede: «Girola mo, hai
qualcos'altr o da darmi?» Alla fine, dopo che Girolamo ha
enumerato tutte le cos e buone che ricorda e siccome
Ges ù gli pone per l'ennesima volta la stessa domanda, un
po' scoraggiato e non sapendo più a c he santo votars i,
finisce per balbettare: «Signore, ti ho dato già tutto, non mi
resta davvero più niente!». Allora un grande silenzio
piom ba nella grotta e fin o alle estremità del des erto di
Giu da; Gesù replica un'ultima volta : «Eppure Girolam o
hai dimenticato una cosa: dammi anche i tuoi peccati
affinché possa perdonar teli...».
E tu...
hai dimenticato qualcosa?