I segni dell` I segni dell`Amore inestinguibile di Dio Amore
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I segni dell` I segni dell`Amore inestinguibile di Dio Amore
PARROCCHIA Fogli o se ttimanal e Anno IV – n. 32 B.V.M. del ROSARIO Via C avour, 9 – 65123 Pescara tel. 0 85 .47 14 96 9 www.parrocc hiadelrosario.p e.i t 2ª settimana de l Tempo di Pasqua 1-8 maggio 2011 I segni dell’Amore dell’Amore inestinguibile di Dio Tutti noi, almeno una volta, avremmo voluto essere testimoni di un miracolo. Arrenderci di fronte all’evidenza, come T ommaso. Toccare, vedere, sent ire. Invece, spesso sorvoliamo sui segni di Dio che abbiamo già, intorno a noi. La parola «miracolo» significa oggetto di st upore, meraviglioso: non è forse tale un tramonto colorato, un arcobaleno che appare all’improvviso, il microuniverso di un prato in primavera, il colore dirompente della corolla di un fiore? Non è tale la curiosità di un bambino alla scoperta del mondo, il sorriso di un’impiegata gentile, la lac rima di un adulto ed una mano affettuosa, un gesto coraggioso di riconc iliazione e perdono? Non è tale l’accoglienza degli ult imi, la capacità di restituire fiducia e pace, l’apprezzamento per l’intensità di una vita, la fermezza che ti trascina al bene dopo una lunga notte? Gesù sapeva stupirsi per sentire Dio così vicino ed essere sempre pronto a risvegliare l’umanità, a guarire dentro e fuori chi most rava fiducia, a dimostrare che quando non c’è altra strada che la sofferenza, questa non è c he una porta st retta verso la Vita. Tommaso ebbe bisogno dei segni tangibili sul Suo corpo, dalle caratteristiche scient if icamente inspiegabili ma comunque reale. Oggi la nost ra fede si appoggia sulla sua parola e su quella di tanti alt ri testimoni. Ma tutta la vita di Cristo fu segno reale ed efficace dell’Amore di Dio. Tanto che – come sc risse Giovanni – il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che registrassero tutti i doni gratuiti che Dio ha continuato e continua a farci. Una “cosa” da non dimenticare Otto gio rni dopo venne Gesù Preghiera Non è facile venire alla fede, Gesù: ognuno ha un suo perc ors o particolare c he deve compiere port ando alla luce gli int errogativi e le domande che si port a dentro e cerc ando, senz a stancarsi, una rispost a. La gioia degli alt ri apost oli c he ti inc ont rano vivo, risort o dalla mort e, contrast a in modo evident e c on le richiest e di Tommas o. Tommaso non può accont ent arsi di quello che gli rif erisc ono gli altri: è stato t roppo grande il dolore per quello che ti è acc aduto e ora non vuole aff ront are una coc ente delusione. Tommaso ha bisogno, Gesù, di vedere e di toccare, di mettere il s uo dit o nel s egno dei chiodi, di mett ere la sua mano nel t uo fianco squarciato dalla lancia. Tommaso, l’inc redulo,è tutt avia lo stesso che dà voc e alla prima prof essione di f ede, col ui che ti accoglie e ti dichiara come il suo Signore e il suo Di o. Gesù, accompagna tutti noi che, senza aver vist o, siamo approdati alla fede in t e, ris orto da morte. Donaci di affid arti la nostra esisten za per avere la vita nel tuo nome. Si racconta che il giov ane Girolam o av ev a tentato un periodo di v ita da eremita in una grotta del deserto di Giuda. Con la presunzione tipic a dell'età, si era dedicato con ardore alle m olteplic i forme di ascesi allora in uso tra i monaci. Ma i ris ultati si fac ev ano attendere: il tempo gli avrebbe fatto pres to capire che la sua vera v ocazione era altrov e nella Chiesa e che il suo soggiorno tra i monac i della Palestina ne costit uiv a solo il preludio. Tuttavia Girolam o dov ev a ancora imparare molte cos e e in tanto, da giov ane nov izio si trovav a immerso nell a disperazione: nonos tante i suoi sforzi generosi, non ricev eva alcuna rispos ta dal cielo. Andav a alla deriva, senza tim one, in mezzo alle tempeste interiori, al punto che le v ecchie tentazioni, già cos ì familiari, non tardarono a rialz are la cres ta. Era scoraggiato: cosa avev a fatto di male? Dio lo sentiva lontano. Come ristabilire il conta tto con la grazia? Mentre Girolamo si arrov ellav a il cerv ello, notò all'im prov viso un crocifis so che gli era comparso. Gir olamo si gettò a terra e si percosse il petto con ges to solenne e v igoros o. Ges ù si rivolge a lui dall'alto della croce e gli dic e: « Girolamo cos' hai da darmi? Cos a ricev erò da te?». Girolam o non esita un attimo. Certo c he avev a un sacco di co-se da offrire a Gesù: «Naturalmente, Signore: i miei digiu-ni, la fam e, la sete. Mangio solo al tramonto del sole!» Di nuov o Gesù ris ponde: «Ottimo Girolamo, ti ringrazio. Lo so, hai fatto del tuo meglio. Ma hai ancora altro da darmi?» Girolamo ripens a a cosa potrebbe ancora offrire a Ges ù. Ecco allora le v eglie, la lunga recita dei salmi, lo studio assiduo giorno e notte della Bibbia, il celibato nel quale si impegnav a con più o meno successo, la mancanza di comodit à, la pov ertà, gli imprev is ti che si sforz ava di accogliere senza brontolare e infine il caldo di giorno e il freddo di notte. Ad ogni offerta, Gesù si complimenta e lo ringrazia. Ma ad ogni offerta, Gesù, con un sorris o astuto sulle labbra, lo incalza ancora e gli chiede: «Girola mo, hai qualcos'altr o da darmi?» Alla fine, dopo che Girolamo ha enumerato tutte le cos e buone che ricorda e siccome Ges ù gli pone per l'ennesima volta la stessa domanda, un po' scoraggiato e non sapendo più a c he santo votars i, finisce per balbettare: «Signore, ti ho dato già tutto, non mi resta davvero più niente!». Allora un grande silenzio piom ba nella grotta e fin o alle estremità del des erto di Giu da; Gesù replica un'ultima volta : «Eppure Girolam o hai dimenticato una cosa: dammi anche i tuoi peccati affinché possa perdonar teli...». E tu... hai dimenticato qualcosa?