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Introduzione
La proposta che CASA SERENA, il Centro di Pastorale Adolescenti e Giovani della diocesi di Verona, offre agli adolescenti
è un’opportunità di guardare al tema dell’amicizia con fiducia e speranza. È una riflessione che permette di guardare
all’esperienza dello stare insieme come opportunità di vita e di crescita. Si cercherà di permettere a ciascun adolescente
di mettersi in gioco, favorendo la riflessione sul proprio vissuto. Il percorso toccherà punti fondamentali per la crescita umana e cristiana, partendo da uno sguardo su se stesso e alla propria individualità per passare attraverso l’esperienza del
gruppo, prendendo come esempio “la compagnia di Gesù” (i suoi discepoli) e la comunità dei primi cristiani.
Il nostro obiettivo è quello di permettere agli adolescenti di analizzare i vari modi di stare insieme e di essere gruppo con
dei criteri di valore. I nostri adolescenti hanno numerose opportunità ma che talvolta non sanno decifrare.
Siamo convinti che la proposta di Gesù non sia solo adeguata per loro ma, sia la strada che può permettere di vivere
l’amicizia in modo creativo, costruttivo e di larghi orizzonti. In questa epoca di forte apparenza e di rapporti virtuali, tutti
noi abbiamo bisogno di respirare speranza e fiducia sull’amicizia, per saper ascoltare con il cuore le parole di Gesù:
“ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma
io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al
Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.” Gv 15,15-17
Vi ringraziamo fin da ora per il vostro entusiasmo e la vostra disponibilità nel vivere la sfida di annunciare l’amore di Dio
agli adolescenti.
Buon cammino!
Tema
Nasce dalla lettura della vita quotidiana dell’adolescente che è portato ad impegnare/vivere il proprio tempo mettendo
in atto tutto il proprio vissuto: relazioni, emozioni, energie, creatività per trovare il proprio posto nel mondo. L’esperienza
vissuta da Gesù con i suoi discepoli diventa l’esempio da seguire.
Il percorso:
CAP
TITOLO
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Dall’IO al Noi
grazie a Te
LINK
FINALITà
Facendo rileggere all’adolescente le esperienze vissute aiutarlo a comprendere che il vivere insieme fa parte della natura
stessa dell’individuo, la sua individualità/unicità è valorizzata
se vissuta all’interno del gruppo, se in esso accetta la sfida del
mettersi in gioco lasciandosi coinvolgere.
INIZIO
Far comprendere all’adolescente che all’interno del gruppo
non viene annientata la sua individualità; anzi il suo essere
individuo si valorizza solo se in relazione con gli altri identificandosi in un gruppo e ricercando interessi comuni, facendogli capire che il vivere insieme fa parte della natura stessa
dell’individuo.
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Hai una richiesta
di amicizia
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Hai un invito ad
un gruppo: accetti
o rifiuti?
APPROFONDIMENTO
Far comprendere l’adolescente come sia bello aderire/partecipare ad un gruppo e fargli scoprire la bellezza della
condivisione, del conoscere e di incontrare nuovi amici.
Far comprendere all’adolescente che, quando nel gruppo non
è più se stesso, può rischiare di rimanere deluso e/o di deludere gli altri.
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Ti suggerisco un...
Amico
ANNUNCIO
Proporre all’adolescente di stare in gruppo con Gesù e come
Gesù, osservando il suo stile, entrando in sintonia con la comunità dei discepoli.
VERIFICA
Aiutare l’adolescente a capire che anche un suo piccolo gesto
può in realtà avere un grande effetto soprattutto se è inserito
in un progetto più grande e condiviso, dove il contributo di
ciascuno fa la differenza.
L’adolescente, grazie alla forte esperienza di gruppo ,
comprende di essersi arricchito dall’incontro con gli altri e riconosce che ciascuno grazie alle scelte che compie può essere
incisivo nella vita delle persone che incontra e della società.
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Diventa fan...
INTRODUZIONE
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Introduzione
Finalità generale:
La quotidianità della vita del gruppo aiuta l’adolescente a rivedere il proprio modo di stare insieme e di fare gruppo.
Analizzando, con criteri valoriali, le varie modalità di fare/stare in gruppo si aiuta l’adolescente a riqualificare le proprie
esperienze relazionali e a fare scelte costruttive.
Rileggendo l’esperienza degli Apostoli e dello stile di Gesù nel fare gruppo gli adolescenti scoprono la bellezza della
condivisione che apre alla comunione.
Modalità di Valutazione
Un criterio di valutazione è vedere quanto gli adolescenti anche nel gruppo stesso saranno in grado di:
- allargare la loro cerchia di amicizie;
- essere rispettosi, evitando di “prendersi in giro”;
- coinvolgere i compagni che tendono ad isolarsi;
- scoprire la positività delle persone che fanno con me la stessa esperienza;
- sapersi mettere in gioco nell’affrontare le tematiche;
- fare riferimento a valori, persone e anche a Gesù nella loro vita di tutti i giorni.
TUTTO IL MATERIALE PROPOSTO E RICHIESTO PER LE DINAMI CHE PROPOSTE IN QUESTO
SUSSIDIO SONO DISPONIBILI SUL SITO GIOVANIVERONA.IT
NELL’AREA MEDIATECA ADILESCENTI.
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Capitolo zero:
DALL’IO AL NOI GRAZIE A TE
Finalità specifica:
Facendo rileggere all’adolescente le esperienze vissute aiutarlo a comprendere che il vivere insieme fa
parte della natura stessa dell’individuo, la sua individualità/unicità è valorizzata se vissuta all’interno del
gruppo, se in esso accetta la sfida del mettersi in gioco lasciandosi coinvolgere.
Obiettivi specifici:
L’adolescente si sente conosciuto e cercato nel suo essere persona, potenziale partecipante ad un gruppo
dove poter condividere se stesso per conoscersi e sperimentarsi gettando una rete di relazioni.
Contenuti:
Il momento di nascita del gruppo dove con attese e trepidazione si da avvio ad un nuovo anno ricco di incontri ed
impegni è anche il momento in cui ci si trova a fare tanti progetti e qualche volta a dare per scontato le presenze
sperando in nuove adesioni.
Il tema di quest’anno ci ricorda l’importanza del gruppo e di quanto esso sia spazio formativo. Il primo passo per rendere concreta e possibile tale esperienza è il giusto mix tra attenzione al singolo e definizione del gruppo. Un invito
personale a partecipare, fissare dei tempi e dei luoghi di incontro e di ritrovo, porsi degli obiettivi sono tutti passi utili
per aiutare i singoli ad entrare in sintonia con il gruppo. Anche se possono sembrare gesti scontati e non proprio necessari in realtà a ciascuno piace essere chiamato per nome, essere riconosciuto ed atteso… del resto non era questo
anche lo stile di Gesù.
IONOI. E’ una parola palindroma… cioè si legge sia da destra che da sinistra. In effetti è una parola creata ad hoc,
creata per esprimere al meglio il valore del gruppo, della compagnia, della comunità. Infatti la comunità o la comunione si raggiunge davvero quando non si nega il singolo ma nel momento in cui ogni componente non solo vi partecipa
ma si sente coinvolto, protagonista del gruppo stesso. Gruppo si diventa non si nasce!
Il gruppo infatti è il risultato di incontri, eventi, relazioni, persone, parole, idee, creatività, ma anche desideri, obiettivi
ed esperienze che rendono i singoli un gruppo. Le caratteristiche del gruppo quindi vengono definite da ciascuno nella
misura in cui vi offre il proprio contributo.
Nell’adolescenza si sa il gruppo è un elemento fondamentale, è un punto di arrivo ma anche di partenza. È la possibilità di fare esperienza di se stessi, riconoscere i propri cambiamenti, tessere relazioni significative, legami che dall’amicizia fanno crescere il gruppo in comunità. Certo sono tanti i tipi di gruppi che conosciamo a cui vorremmo partecipare
e di cui possiamo parlare parlare… che dire di tutti quei gruppi virtuali che abbiamo creato: forum, community e
social network.
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Eccoci qui… Ancora un paio di click e poi ci siamo… Ohhh, aspetta, aspetta… apri nuova pagina web e finalmente posso scrivere: www.ADObook.com! Non vedo l’ora: son ben due giorni che non mi collego…chissà quanta
gente mi avrà chiesto l’amicizia (…bhè, modestia a parte, qualsiasi persona vorrebbe essere mio amico!). Infatti è
proprio così: 9 richieste d’amicizia, 5 inviti a gruppi e poi…53 nuove notifiche (questa sarà tutta gente che carica
foto e poi mi taggano…) e poi…16 richieste per Farm Ville….. Uff, ma io non ne posso più di questi che vogliono
farmi coltivare fragole e piantagioni varie… Ormai faccio invidia a tutti: ho già comprato 5 trattori, 3 aratri e
4 seminatrici e ho un allevamento di maiali, vacche e capre a tal punto che i Coltivatori Diretti mi farebbero la
tessera gratis per tutta la vita!!! Bhè dai, mica posso ignorare la richiesta, così almeno faccio guadagnare un po’
di soldi anche agli altri…mhà, ci penserò dopo. Aspetta, aspetta che vado a vedere gli inviti dei vari gruppi…
allora… Marco ti invita al gruppo “T.V.B. – Tome Vinti Bire; ahahah, interessante questo: “iscriviti”! Poi, vediamo
il prossimo… “Questa gallina avrà più fans di Carmela”; ahahah, così Carmela se ne accorgerà di quanto è antipatica! Bello anche questo: “iscriviti”! Continuiamo…mmm…vediamo un po’ quest’altro… “Anch’io mi diverto a
schizzare i pedoni con la macchina quando piove”; questo è fantastico: “iscriviti”! Dai, ancora due! “Quelli che…
con la bic sparavano palline di carta ciucciate di saliva”. Ahahah, io lo faccio ancora oggi! Bhè a questo mi devo
iscrivere per forza: “iscriviti”! Poi l’ultimo”Per tutti quelli che hanno fatto campi SAF”. Che bello!!! Per questo “iscriviti”…per forza! Aspetta che provo ad entrare in questo per vedere se è tutto uguale come ai vecchi tempi…
eh già, perché dovete sapere che anch’io, quando ero più giovane, ho fatto i famosissimi Campi SAF! Vediamo
un po’: sulla bacheca ci sono un sacco di messaggi lasciati probabilmente da qualche animatore o adolescente,
pooorca miseria…13.627 fans…mmm, ecco, informazioni: SAF, Settimana Azione Formazione a Campofontana,
1223 m. di altitudine; umidità del 99% di giorno e del 100% di notte; attività del luogo prevalente, agricoltura (magari anche questi contadini di Campofontana…mhà…che abbiano iniziato la loro attività proprio dalla
bellissima applicazione di facebook, Farm Ville?!? Sarebbe interessante indagare…quasi quasi dopo creo un
nuovo gruppo del tipo: “mio nonno di Campofontana gioca a Farm Ville da 50 anni”…ahahah). Nooo, nooo, ma
come?!? Lo sapevo…proprio sul più bello, questa nuova versione di facebook proprio non mi và giù…: “Ooops, si
è verificato un errore, ti preghiamo di riprovare più tardi. Grazie”. Ma come, grazie?!? Grazie un corno!!! Vorrà
forse dire che vi devo parlare di cose ben più serie? Ok, dai, ci provo!
Affronteremo un tema attuale quanto importante per tutti noi: l’importanza di stare e di avere un gruppo. Chiaro
è che non stiamo facendo riferimento solamente ai gruppi di facebook, ma ai gruppi dove ci siamo sia IO che
NOI, cioè IONOI!! Cercheremo di capire che il nostro essere ragazzi e ragazze, il nostro essere “unici ed originali”, viene valorizzato di più se lo viviamo all’interno di un gruppo di amici; ma, come tutte le cose belle, bisogna
guadagnarsele e quindi da un lato arriveremo ad analizzare che effettivamente il fatto di condividere delle
scelte importanti con il gruppo del quale faccio parte è bello, ma dall’altro lato c’è anche la fatica di riuscire ad
essere quelli che siamo, senza uniformarci e senza fare cose sbagliate per sentirsi accettati. A questo riguardo,
quante volte ci capita di bere un bicchiere in più oppure di usare un linguaggio più volgare per essere accettati
dagli altri? D’altra parte, come ci dice Giovanni, se io non mi comporto in quel determinato modo non sono più il
“figo” della compagnia oppure, come sostiene Sara, se in discoteca non sballo e se non uso abiti un po’ provocanti,
perdo il primato di essere la più fff…”bella”…della compagnia. Se davvero le relazioni di un gruppo però fossero queste, dobbiamo anche essere consapevoli che non sarebbero vere e autentiche: capite, faremmo vedere
quello che gli altri vogliono che siamo, ma non quello che in realtà siamo noi, rischieremmo di rimanere delusi e di
deludere! No, non può essere questo il gruppo. Ecco perché chiameremo in aiuto il nostro Amico Gesù!
Cercheremo di vedere e di capire in che modo Lui faceva gruppo con i Suoi amici; Lui cercava da loro schiettezza,
amicizia vera, attenzione, compassione, gratuità. Quindi, quello che cercheremo di vivere in questa esperienza,
sarà anche la possibilità grande che Gesù ci dà e cioè quella di saper fare e creare, ognuno all’interno del proprio gruppo, un qualcosa di significativo per gli altri, un qualcosa che veramente faccia cambiare il mondo. Noi
siamo tutti giovani, belli e forti e, con questa consapevolezza e sicurezza, possiamo farcela. Allora, perché non ci
proviamo? Perché non pensiamo ad un modo per fare questo? Perché non ci crediamo? Sì, perché non crediamo
che ognuno di noi può essere incisivo ed importante per ogni persona che incontra nella propria vita?
Quindi buona vita a tutti ed ora faccio il “Sign out” da facebook e il “Log in” a questa meravigliosa avventura.
Sono sicuro che nessuno se ne pentirà: 3, 2, 1…..”Accedi”!!!
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Come to see PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo zero:
DALL’IO AL NOI GRAZIE A TE
Finalità:
Far uscire la singolartità di ciascun adolescente per permettere la migliore esperienza di gruppo e di amicizia.
Obiettivo dell’incontro:
L’adolescente si sente conosciuto e cercato nel suo essere persona e potenziale partecipante ad un gruppo dove
poter condividere se stesso per conoscersi e sperimentarsi gettando una rete di relazioni.
Dinamica:
Il gruppo si ritrova e condivide le diverse esperienze comuni o personali che hanno fatto con la propria compagnia di amici, sperando che sia una compagnia bella. Vale la pena sempre condividere le proprie esperienze perché è qualcosa che apre ad una
conoscenza ed accoglienza reciproca ad un livello più profondo.
Ci si racconta partendo dalle vignette e dalle domande che si troveranno nel foglio dei ragazzi.
Ritrovandosi il gruppo scopre che qualcuno manca o qualcuno non è motivato alla partecipazione oppure che qualcuno semplicemente non è stato invitato.
Si realizza insieme un modo per invitare queste persone. Il gruppo può decidere di realizzare una piccola festa di accoglienza,
una semplice cena oppure una semplice prima serata nel gruppo, una serata di gala oppure una serata a tema (lasciamo spazio
alla loro fantasia, l’importante è che sia tutto ben curato).
E’ importante che il gruppo costruisca un biglietto invito dove porre una frase che possa davvero invitare gli amici eppure lasciare
un segno di speranza per loro.
Si collabora insieme per la realizzazione del biglietto, ciascuno ne realizza (almeno) uno e lo realizza pensando alla persona alla
quale lo darà (stile biglietto di invito ad una discoteca con la firma del P.R).
L’invito può essere eseguito anche con un video o un foto story (racconto fotografico) da far girare in internet.
Metodologia da usare è quella del laboratorio.
Materiale:
Vignette; fogli, giornali, pennarelli, colla, forbici, telecamera, macchina fotografica… fantasia!
Verifica e appunti:
Altre vignette sono presenti negli allegati a fine sussidio
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo zero:
DALL’IO AL NOI GRAZIE A TE
Obiettivo:
Tutti sanno che l’amicizia è una cosa importante! Ed è sempre bello condividerla. Ma da soli non si può
vivere…allora diamoci da fare ad invitare più gente possibile.
Contenuti:
“Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20)
A tutti voi adolescenti e animatori il Signore Gesù chiede di scoprire la sua presenza
nascosta nel desiderio di stare insieme.
E’ Lui la forza che tiene uniti tutti i pezzi del puzzle della vostra vita,
è Lui il coraggio che vi fa scommettere sugli altri, è Lui la speranza che può portare la luce alle vostre paure,
è Lui che continua anche oggi a puntare su di voi per costruire il suo regno di Amore.
Perché possiate dire: “Dio con noi, noi con Dio”. Il Signore Gesù ha bisogno di voi.
Non dimenticatelo mai!
Dinamica:
Gli amici di Casa Serena
TEST D’INGRESSO
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Come to see Domande:
NICE TO MEET YOU
• guardare, vedere, scrutare, osservare… Verbi simili non uguali che esprimono atteggiamenti diversi. Tu
che ne pensi?
• Incontrarsi insieme è anche osservare o vedere l’altro per ciò che è. Uno sguardo esterno o superficiale?
Quale atteggiamento preferisci?
• Le immagini raccontano dell’esperienza di amicizia e di gruppo qualcosa… che cosa? Quali sono per te
le caratteristiche che riconosci nel gruppo o nei tuoi amici?
• Quali atteggiamenti vorresti o scegli di vivere con questo gruppo?
...che storia!
Osiamo dire: Padre nostro...
(Alessandro Pronzato, L’uomo riconciliato. Pellegrinaggio nel quotidiano per celebrare la festa della vita, Ed. Gribaudi)
Ricordo una Messa celebrata all’ergastolo di Porto Azzurro.
Sentivo avvicinarsi questo momento con un senso di paura. “...Padre nostro!”.
Mi sono fermato. Li ho guardati in faccia, a uno a uno. Oltre cinquecento uomini, a cui avevano ucciso la speranza, condannati a
vita. Loro dicono, con un’espressione incisiva: “Ci hanno fermato l’orologio!”.
Ho detto: “Scusatemi, ma io non riesco a continuare. Se non mi aiutate voi, io, da solo, a questo incrocio pericoloso della Messa,
non ce la faccio ad andare avanti. Sarei costretto a dire una parola che, se prima non si realizza qualcosa di importante tra di
noi, suonerebbe come una bestemmia: “Padre nostro...”.
“Ho bisogno che mi accettiate come uno di voi, un fratello, niente altro.
Soltanto se mi fate questo regalo, se ci scambiamo questa fraternità, se ammettiamo da ambo le parti questa parentela, se mi
considerate come uno dei vostri, oseremo dire insieme “Padre nostro!”. Altrimenti io non ho il coraggio di pronunciare quella frase.
Dio non è soltanto ‘mio’ Padre. Lui vuol esserlo di tutti. E se non mi presento davanti a lui insieme a tutti voi, nessuno ecluso, mi
sento un traditore, un illegittimo... E se voi non mi riconoscete come fratello, Dio se ne va. Non si fa trovare...”.
Mai come in quel momento ho scoperto la forca sconvolgente dell’espressione: “Osiamo dire”.
Sì, soltanto adesso che ci siamo riconosciuti, accettati come fratelli, possiamo dire, senza paura di bestemmiare: “Padre nostro”
(anzi: “Papà”, Abbà!). Siamo mal ridotti, Papà, ma siamo insieme. Laceri, sporchi, non troppo presentabili, ma ci riconosciamo
fratelli. Ci sentiamo colpevoli “insieme”. Abbamo tutti qualcosa da farci perdonare. Nessuno di noi è giudice dell’altro. Nessuno
di noi condanna le colpe dell’altro. Siamo uniti da una comune solidarietà di miseria. Soltanto per questo “osiamo dire”. E tu,
siamo sicuri, ci guardi con benevolenza. Perché noi ci guardiamo senza durezza. Tu, abbiamo la certezza, ci accetti. Perché noi ci
accettiamo vicendevolmente. Tu non ti vergogni di noi, nonostante tutto. Perché noi non rifiutiamo nessuno.
Ecco, Signore, soltanto dopo che ci siamo caricati sulle spalle questo colossale peso di tutti i nostri fratelli, osiamo dire “Padre
nostro!”.
E, stavolta, è preghiera.
Preghiera:
“PADRE NOSTRO”
Non dire “Padre”
se ogni giorno non ti comporti come un suo figlio;
non dire “nostro”
se vivi chiuso nel tuo egoismo;
non dire “che sei nei cieli”
se pensi solo alle cose terrene;
non dire “sia santificato il tuo nome”
se non lo onori;
non dire “venga il tuo regno”
se lo confondi con il successo umano;
non dire “sia fatta la tua volontà”
se non l’accetti quando è dolorosa;
non dire “come in cielo e così in terra”
se non accetti che Dio sia ovunque;
non dire “dacci oggi il nostro pane quotidiano”
se non ti preoccupi di chi ha fame,
di chi è senza cultura e senza cibo;
non dire “rimetti a noi i nostri debiti”
e porti rancore a tuo fratello;
non dire “come noi li rimettiamo ai nostri debitori”
se non senti la carità nel tuo cuore;
non dire “non ci indurre in tentazione”
se hai intenzione di continuare a peccare;
non dire “liberaci dal male”
se non prendi posizione contro il male;
non dire “AMEN”
se non hai preso seriamente
le parole del “Padre Nostro”
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Capitolo primo:
HAI UNA RICHIESTA DI AMICIZIA
Finalità specifica:
L’adolescente comprende che la sua individualità/unicità è valorizzata se vissuta all’interno del gruppo.
L’adolescente viene aiutato a mettersi in gioco e a lasciarsi coinvolgere nella vita di gruppo, facendogli
capire che il vivere insieme fa parte della natura stessa dell’individuo.
Obiettivi specifici:
- primo incontro:
L’adolescente è aiutato a mettere da parte le sue timidezze, a buttarsi fin da subito nelle attività proposte
e a scoprire ciò che lo accomuna agli altri all’interno del gruppo.
- secondo incontro:
potenziale partecipante ad un gruppo dove poter condividere se stesso per conoscersi e sperimentarsi
gettando una rete di relazioni.
- terzo incontro:
l’adolescente prende coscienza dei propri vissuti negativi (delusioni, smentite) e dei diversi modi di reagire
alle situazioni che possono ridurre\uccidere la speranza.
Contenuti
SE IL MIO IO POTESSE ESSERE UN NOI SENZA PERDERE L’IO
La prima parte del sussidio fa riferimento alla vita del gruppo, ai primi momenti di conoscenza o per chi già si conosce
all’occasione per approfondirla. Ricominciare le attività è un modo per fare il punto della situazione e ripartire da
quanto vissuto, per esempio nei campi estivi o attraverso il meeting…
Questo capitolo ha la finalità di aiutare gli adolescenti a partire dal proprio vissuto e a prendere coscienza del proprio
mondo interiore, dei propri sogni, intesi come desideri, attese, speranze, valorizzando l’esperienza del «sognare ad
occhi aperti». Per questo scopo è necessario dedicare tempo a «tirare fuori» i vissuti di tutti, lasciare che emergano
così come sono, aiutando gli adolescenti a poco a poco, a comprendere meglio sia il significato che può avere questo
sognare sia la diversa qualità e valore degli oggetti del loro desiderio. Non tutto ciò che desideriamo, infatti, ha lo
stesso valore. E’ importante che l’adolescente possa imparare quali attese orientano la sua vita in una direzione autenticamente umana (sognare in grande).
Attraverso questo percorso bisognerebbe arrivare a cogliere come la vita umana è segnata da un’attesa fondamentale rispetto a sé e alla propria realizzazione (in termini cristiani questa realizzazione è la salvezza), una speranza che
non trova in sé il proprio compimento, ma è aperta all’altro, rimanda all’altro (e dietro questo altro c’è l’Altro).
Questo richiede nell’animatore un atteggiamento di accoglienza e di rispetto nei confronti dell’adolescente e di ciò
che comunica, evitando facili moralismi o semplicistiche prediche, ed esige attenzione a leggere in profondità: comprendendo, l’animatore aiuta l’adolescente a comprendere se stesso. Ad es., la stessa cosa, oggetto di desiderio e di
attesa da parte dell’adolescente, può avere significati diversi: un motorino può essere desiderato solo per il senso di
possedere qualcosa «in più» («oh, gente adesso ce l’ho anch’io»), ma può rappresentare anche il desiderio di libertà,
di autonomia, di voglia di muoversi e di incontrare persone. Questo secondo significato esprime un bisogno e coglie
un aspetto della vita dell’adolescente ben più profondo del primo. Arrivare a far cogliere questo può avere una forte
rilevanza pedagogica!
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Capitolo primo:
HAI UNA RICHIESTA DI AMICIZIA
Finalità:
Creare un clima di amicizia a partire da una collaborazione molto pratica che fa emergere attitudini,
interessi e capacità.
Obiettivo dell’incontro:
L’ado conosce i componenti del gruppo in modo più profondo attraverso la collaborazione e la messa in comune delle conoscenze
relative alla propria esperienza relativa ai social network. L’ado ha la possibilità di avvicinare il virtuale al reale.
Dinamica:
Realizzare uno spazio (bacheca), non più virtuale, del gruppo.
Il gruppo si troverà a pensare, progettare e realizzare uno spazio concreto che renda visibile la vita del gruppo. Questo spazio
dovrebbe prevedere la possibilità di essere arricchito dai profili di ciascun componente, uno spazio dedicato ai messaggi, un altro
alle esperienze (articoli) che il gruppo vivrà. Lo spazio degli animatori, del don, il programma del gruppo con le iniziative… e
perché no anche le foto.
La stessa cosa si può realizzare attraverso un quaderno di gruppo nel quale poter descrivere a turno la vita del gruppo durante
tutto l’anno. Una sorta di diario che viene dato agli adolescenti per una settimana o un mese nel quale descrivere il gruppo (dal
proprio punto di vista) ma anche se stessi, raccontare e raccontarsi con frasi, immagini, disegni… ect.
Nel caso il gruppo sia maggiormente coinvolto (il maggior numero possibile) si può scegliere di utilizzare direttamente facebook.
Per introdurre il gruppo nello stile facebook si può anche utilizzare un breve video simpatico che possa far convogliare i discorsi
su tale tema.
Materiale:
fogli, giornali, pennarelli, cartellone o legno, colla, forbici… fantasia!
Vedi allegato su Chiara Luce Badano.
Verifica e appunti:
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo primo:
HAI UNA RICHIESTA DI AMICIZIA
Obiettivo:
Realizziamo insieme uno spazio che ciascuno può arricchire e che parli di noi
Contenuti:
LE ASPIRAZIONI Più GRANDI
In ogni epoca, anche ai nostri giorni, numerosi giovani sentono il profondo desiderio che le relazioni tra le persone siano vissute
nella verità e nella solidarietà. Molti manifestano l’aspirazione a costruire rapporti autentici di amicizia, a conoscere il vero amore, a fondare una famiglia unita, a raggiungere una stabilità personale e una reale sicurezza, che possano garantire un futuro
sereno e felice. Certamente, ricordando la mia giovinezza, so che stabilità e sicurezza non sono le questioni che occupano di più
la mente dei giovani. Sì, la domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema
grande e pressante, ma allo stesso tempo la gioventù
rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande. È parte dell’essere giovane desiderare qualcosa di più della
quotidianità regolare di un impiego sicuro e sentire l’anelito per ciò che è realmente grande. Si tratta solo di un sogno vuoto che
svanisce quando si diventa adulti?
No, l’uomo è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Qualsiasi altra cosa è insufficiente. Sant’Agostino aveva ragione: il nostro cuore è inquieto sino a quando non riposa in Te. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati
Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona
umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace.
(Benedetto XVI – Messaggio per la XXVI GMG - Madrid 2011)
Ognuno al suo posto è al meglio di sé! (frase detta spesso dal vescovo di Verona mons. Giuseppe Zenti)
‘Non permettere mai che qualcuno venga da te e vada via senza essere migliore e più contento.’ (Madre Teresa)
Domande:
L’ARCOBALENO DELL’AMICIZIA
Lasciati provocare dalle seguenti frasi e dì la tua a riguardo.
• l’arcobaleno è l’unità di tanti colori, e io che colore sono?
• Quando le cose vanno male, quando viviamo situazioni difficili, è bello pensare che ci sono anche situazioni che invece aprono il cuore: è bello pensare alle persone che ci vogliono bene, che ci stanno vicino e che ci accompagnano.
Racconto la mia esperienza.
...che storia!
Chiara Luce Badano, 18 anni:
un “luminoso capolavoro”
Una ragazza bella, estroversa ed esuberante, innamorata di Dio.
Ma lo splendido disegno sulla sua vita si svela con l’ultima ripida salita nei due anni
di malattia. 18 anni di un’esistenza, modello non solo per i giovani
Life Love Light: incontro con i giovani e il movemento dei Focolari nell’aula PaoloVI nella
Città del Vaticano per la beatificazione di Chiara “Luce” Badano.
http://it.gloria.tv/?media=100391
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Accedi! Basta un clic Preghiera:
Il credo dei chiamati (San Paolo)
- Noi crediamo che Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto (cfr. Ef 1,4).
- Noi crediamo che quelli che Egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo
(Rm 8,29).
- Noi crediamo che Dio ci ha scelti fin dal seno materno, ci ha chiamati con la sua grazia e si compiace di rivelare a noi suo Figlio,
perché lo annunziamo (Gal 1,15-16).
- Noi crediamo che Dio ha scelto ciò che è debole per confondere i forti, affinché la nostra fede non fosse fondata sulla sapienza
umana, ma sulla potenza di Dio (1Cor 1,27).
- Noi crediamo che a ciascuno Dio ha dato una manifestazione dello Spirito per l’utilità comune (1Cor 12).
- Noi crediamo di doverci comportare in maniera degna della vocazione che abbiamo ricevuto: con tutta umiltà, mansuetudine e pazienza, cercando di crescere in ogni cosa verso di Lui (Ef 4,1-2).
- Noi crediamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno (Rm 8,28).
- Noi crediamo a colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la sua potenza
che già opera in noi (Ef 3,20).
- Noi crediamo che colui che ha iniziato in noi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù, perché colui
che ci ha chiamati è fedele (Fil 1,6; 1Ts 5,24).
Un amico
(Michel Quoist)
Ho stretto la mano dell’amico, Signore,
e improvvisamente, di fronte a quel volto triste e preoccupato,
ho temuto la Tua assenza nel suo cuore.
Sono impacciato come davanti ad un tabernacolo chiuso
quando ignoro se Tu vi abiti.
Se Tu non fossi presente, Signore, noi saremmo separati.
Perché la sua mano nella mia non sarebbe che carne su carne,
e il suo cuore per il mio, cuore d’uomo per l’uomo.
Voglio la Tua vita per lui e per me insieme,
perché voglio che il mio amico sia, per Tuo merito,
il mio fratello.
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Capitolo primo:
HAI UNA RICHIESTA DI AMICIZIA
Finalità:
Far comprendere all’adolescente che all’interno del gruppo non viene annientata la sua individualità, anzi il suo essere
individuo si valorizza solo se in relazione con gli altri. Fargli capire anche che identificarsi in un gruppo, ricercare interessi
comuni e vivere insieme fanno parte della natura stessa dell’individuo.
Obiettivo dell’incontro:
L’adolescente rilegge se stesso nella relazione con l’altro. L’adolescente comprende che quello che è trova spazio nel
gruppo nella misura in cui viene condiviso, messo in comune.
Dinamica:
Aperitivo con gli amici
Si organizza un Happy hour (oppure una cena stile McDonald) dove potersi ritrovare e chiacchierare. Viene proposta ai ragazzi, durante
l’aperitivo, di compilare il proprio profilo (vedi schema proposto) e confrontarsi attraverso le cose che vengono maggiormente scoperte in
comune.
A seconda che l’animatore riesca o meno ad organizzare tale ‘dinamica’ di gruppo i tempi possono essere impostati, nelle parentesi si trovano
delle indicazioni in riferimento all’ora accademica degli incontri.
All’inizio della cena l’animatore consegnerà il modulo d’iscrizione ADOBOOK (vedi allegato) a ciascun adolescente.
Il modulo è composto da due fogli. Il primo foglio verrà compilato con le informazioni di base dei ragazzi (nome, cognome, provenienza),
mentre nel secondo foglio scriveranno interessi o hobby o attività che prediligono.
Si formano quindi delle coppie all’interno del gruppo per compilare il modulo (ognuno compila il modulo dell’altro) e per la reciproca
conoscenza. (‘15) Aiutare gli adolescenti ad andare a fondo nelle loro amicizie senza rimanere in superficie.
N.B. – Nel caso che il gruppo sia conosca già le domande della prima parte (anche se nulla va dato per scontato) possono essere meglio
calibrate dall’animatore modificando lo direttamente lo schema proposto.
Dopo questo primo momento a coppie sarà compito dell’animatore indirizzare i ragazzi ad ampliare il cerchio delle conoscenze e delle
presentazioni con gli altri membri del gruppo. Ciascun adolescente, rientrato in possesso del proprio modulo, cerca di individuare gli
interessi che lo accomunano al maggior numero di persone che appartengono al suo gruppo, riportando nel secondo foglio (quello degli
interessi) anche il nome dei componenti del gruppo con cui ha più cose in comune.
È importante a tal proposito sottolineare che sarà necessaria da parte degli animatori particolare attenzione per evitare che questo
momento di conoscenza possa, se non ben condotto, trasformarsi in un momento di confusione. (‘20)
L’animatore raccogliere i vari moduli compilati dai ragazzi ed apre lo spazio della condivisione (il giro di nomi dipende dalla tipologia
del gruppo). Ogni ragazzo è invitato a condividere con tutto il resto del gruppo i vari interessi o attività che può aver trovato in comune
con altri membri e individuare tra loro la persona con cui ha più cose in comune (riuscirà a fare questo seguendo il secondo foglio del
modulo, quello in cui durante la conoscenza a cena aveva segnato gli amici con più cose in comune). (‘20)
Da questa condivisione devono emergere elementi che possono caratterizzare ed accomunare i membri di questo gruppo, elementi necessari per dare un nome al gruppo e creare uno slogan d’invito a parteciparvi. Potrebbe essere anche un’idea inventare una “password”
del gruppo da dare alle persone esterne che vorranno parteciparvi. (‘10)
Il cartellone potrà trovare spazio nella sala del gruppo, o diventare la bacheca del gruppo o diventare una pagina della bacheca di gruppo.
Materiale:
cena + fogli con traccia da compilare (vedi ADObook in allegato)
Verifica e appunti:
Note:
Questa proposta esce dagli schemi noti di incontro richiama
invece un modo abbastanza classico di ritrovarsi per gli ado
(ma infondo anche Gesù amava incontrare le persone a tavola),
questo potrebbe aiutare il gruppo a creare subito un clima di
amicizia e di fraternità. All’animatore richiede maggiore organizzazione ed attenzione nel proporre l’attività che invece può
ben sottolineare l’importanza anche di momenti informali per
crescere nella condivisione e conoscenza di se e dell’altro.
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Compila il tuo profilo -
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo primo:
HAI UNA RICHIESTA DI AMICIZIA
Obiettivo:
Ognuno è parte di questo bellissimo gruppo proviamo a conoscerlo
Contenuti:
Una password che apre il tuo mondo agli altri
Ti sei mai chiesto perché per gli adolescenti è così importante stare in gruppo? Perché si cerca di far parte sempre di più gruppi
con fini e scopi diversi? Perché quando si litiga nel gruppo ci rimani male per molti giorni?
E’ normale, anzi fondamentale. Il gruppo ti aiuta a crescere, a formarti, a imparare e sperimentare relazioni importanti che poi
diventeranno per te il modello in base al quale ti rapporterai in futuro con qualunque altra persona. Ciascuno deve decidere
liberamente di entrare a far parte di un gruppo piuttosto che di un altro. Da questa scelta poi dipenderà il tuo cammino, perché
all’interno del “tuo” gruppo si stabiliranno degli obiettivi da raggiungere insieme e accetterai quindi di condividere un cammino
in comune. Se queste scelte non vengono prese e condivise può accadere che lo stesso gruppo si sfaldi. Capisci bene quindi che
aderire ad un gruppo non è una cosa banale. Se i tuoi amici ti obbligano a vestirti in un certo modo o pettinarti come un gallo per
entrare in compagnia, forse dovresti pensarci un attimo…….
Domande:
...E io CI PROVO?
- Ma allora cosa significa amicizia vera e amici veri?
- Io cosa faccio per andare a fondo nell’amicizia?
- Racconto la mia esperienza.
...che storia!
Fortezze ma non di pietra
(Bruno Ferrero, A volte basta un raggio di sole)
C’era una volta un sovrano potente. Sapeva che il numero dei giorni che gli restavano da vivere diminuiva inesorabilmente. Che
cosa sarebbe diventato il suo bel impero, quando sarebbe stato costretto ad abbandonarlo con tutti i nemici che lo circondavano da
ogni lato? Che avrebbe potuto fare il giovane principe, quel figlio troppo giovane e inesperto che il sovrano aveva avuto, ahimè, in
tarda età? Dove poteva rifugiarsi? Chi lo avrebbe protetto? Questi pensieri tormentavano il vecchio re, tanto che un giorno disse al
principe: «Figlio mio, io non regnerò più per molto tempo e ignoro ciò che accadrà dopo la mia morte. Ci sono molti nemici intorno
al trono. Ho tanta paura per l’impero che ho costruito e anche per te. Morirei tranquillo se sapessi che hai un rifugio sicuro che ti
protegga in caso di pericolo. Per questo ti consiglio di andare per il regno e di costruire fortezze in tutti gli angoli possibili, per tutti
i confini del paese». Obbediente, il giovane si mise immediatamente in cammino. Percorse tutto il Paese, per monti e per valli, e dove
trovava il posto conveniente, faceva costruire grandi fortezze solide e imponenti.
Le fortezze sorsero nelle profondità delle foreste, nelle valli più nascoste, sulla sommità delle colline, nei deserti, in riva ai fiumi e sui
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Compila il tuo profilo ...che storia!
Dopo un certo tempo, il giovane ritornò nel palazzo del re suo padre. Stanco, dimagrito, ma soddisfatto d’aver portato a termine il
compito, corse a presentarsi dal padre.
«Ebbene, figlio mio, com’è andata? Hai fatto ciò che io ti avevo detto?” gli domandò il re.
«Sì, padre», rispose il principe. «In tutto il paese si innalzano fortezze imprendibili: nei deserti, sulle montagne, nel profondo delle
foreste». Ma il vecchio re, il più potente che la storia abbia mai conosciuto, invece di congratularsi con il figlio per tutti i suoi sforzi,
scuoteva la testa come in preda ad un forte dispiacere.
«Non è questo, figlio mio, che avevo in mente io. Devi tornare indietro e ricominciare», disse. «Le fortezze che tu hai costruito non
ti proteggeranno assolutamente in caso di pericolo: tu sarai solo e non per quei muri e quelle pietre potrai sfuggire alle imboscate
e alle trappole dei tuoi nemici. Tu devi costruirti dei rifugi nel cuore delle persone oneste e buone. Devi cercare queste persone, e
guadagnarti la loro amicizia: soltanto allora saprai dove rifugiarti nei momenti difficili. Là dove un uomo ha un amico sincero, là
trova un tetto sotto cui ripararsi».
Il principe si rimise in cammino. Non più per i deserti, i dirupi, le foreste selvagge, ma per andare verso la gente, tra loro, per costruire dei rifugi come immaginava suo padre, il vecchio re pieno di saggezza.
E questo richiese molti più sforzi e fatiche.
Ma il principe non li rimpianse mai.
Perché, quando dopo un certo tempo il vecchio sovrano si spense e lasciò questo mondo, il principe non aveva più nessun nemico da
temere.
Preghiera:
Preghiera dell’accoglienza
Aiutami Signore,
ad attendere senza stancarmi,
ad ascoltare senza tediarmi,
ad accogliere senza riserve,
a donare senza imposizioni,
ad amare senza condizioni.
Aiutami ad esserci quando mi cercano,
a dare quando mi chiedono,
a rispondere quando mi domandano,
a far posto a chi entra,
a uscire quando sono di troppo.
Aiutami a vedere Te nel mio fratello,
a camminare insieme con lui e con Te:
perché insieme possiamo sedere alla mensa del Padre.
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Se ci sei esisti PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo primo:
HAI UNA RICHIESTA DI AMICIZIA
Finalità:
Apprezzare la vita del gruppo con le sue regole e le sue diversità.
Obiettivo dell’incontro:
L’adolescente viene aiutato a mettersi in gioco e a lasciarsi coinvolgere nella vita di gruppo, facendogli capire che il
vivere insieme fa parte della natura stessa dell’individuo.
Dinamica:
L’animatore propone ai ragazzi la visione di uno o due video che trattano di Facebook in modo simpatico (in alternativa si può
leggere l’articolo riportato nella scheda). Tali video tratti da un programma televisivo (Vedi Mediateca - www.giovaniverona.it)
sottolineano l’importanza di esserci per esistere, l’importanza dell’immagine e di quale immagini si sceglie di dare di se, l’importanza di avere numerosi contatti per dare valore a se stessi. (‘10)
Dopo tale visione si può chiedere ai ragazzi non di criticare il video ma di esprimere quello che il video ha messo in luce in modo
divertente, magari anche perché ha fatto ridere. Fare quindi un piccolo riassunto.(‘15/20)
È importante che non venga dato troppo peso al video che i ragazzi possono anche non condividere ma aprire un confronto su ciò che
uno sceglie di mettere in gioco e quanto realmente decide di entrare in relazione con le persone, non da ultimo l’importanza che ha la
relazione concreta rispetto a quella virtuale.
In seguito l’animatore aprirà la discussione sulla base di ciò che è emerso, utilizzando eventualmente un cartellone sul quale
trascrivere pensieri e riflessioni significative come una grande bacheca facebook che si potrà poi attaccare in sala o su quella già
realizzata. (‘30)
Si può arricchire tale laboratorio aggiungendo immagini di vario tipo tratte da giornali che i ragazzi possono utilizzare per esprimere le proprie idee… e taggare!!
Materiale:
video, cartellone, immagini da giornali, pennarelli, colla e forbici.
Note:
Il video può essere sostituito con la canzone di Jovannotti ‘Fango’ di cui è possibile fare vedere il video (‘5) e si può riflettere sull’importanza di sentire l’altro presente e così il gruppo, e rispondere a delle domande che possono nascere dalla canzone. (cfr SCHEDA 2b)
Verifica e appunti:
per approfondire il tema Antonio Spadaro, WEB Reti di relazione, Paoline 2009
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Se ci sei esisti -
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo primo:
HAI UNA RICHIESTA DI AMICIZIA
Obiettivo:
Io da solo non ci so stare, ma se il gruppo mi coinvolge io mi perdo? E se non ci sto… che cosa mi perdo?
Contenuti:
TIME IS WHAT YOU MAKE OF IT
(Facebook, il fenomeno del Social networkin, di Luca Conti, da La Repubblica - 23 ottobre 2008 )
Un noto slogan di qualche tempo fa – «Time is what you make of it» (Il tempo è rappresentato da ciò che ne si fa) – si adatta
molto bene alla realtà di Facebook, il social network di cui gli italiani sembrano oggi essersi innamorati. In poco più di sette settimane gli iscritti sono triplicati e si avviano in queste ore a superare i due milioni, con circa 35mila nuove registrazioni al giorno.
Numeri non ancora straordinari, se paragonati con altre community già consolidate come Virgilio, Libero o MySpace, ma indicativi
di un nuovo modo di vivere internet, da protagonisti.
Considerando le fasce d’età rappresentate, con una lieve predominanza giovanile in via di dissolvimento, e il profilo professionale,
Facebook è quanto di più trasversale visto finora. Con un ritardo imputabile alla non conoscenza delle lingue straniere – Facebook
italiano è arrivato solo la primavera scorsa – e alla scarsa dimestichezza con le tecnologie, gli italiani sono risaliti così al decimo
posto nella classifica globale dei Paesi più attivi, molto lontani però dai cugini francesi, già oltre i quattro milioni.
La novità sostanziale del fenomeno è l’arrivo sulle piattaforme di social networking di centinaia di migliaia di persone, mai iscritte
prima a simili servizi, in larga parte a digiuno di blog e Web 2.0. Un passaparola intergenerazionale che ha innescato un circolo
virtuoso, stuzzicando l’interesse dei media, già colpiti dai numeri di Facebook – globalmente il network ha oltre 110 milioni di
membri.
Grazie a un restyling lanciato negli ultimi mesi, con una interfaccia immediata, ancor più semplice da usare, Facebook è l’ambiente
ideale in cui chiunque può riallacciare contatti lontani nel tempo – non è così insolito essere tirati dentro da compagni di scuola
o dell’università – e replicare la propria rete sociale, con cui si passano fine settimana e tempo libero. Niente a che vedere con
i mondi virtuali e l’isolamento sociale – presunto – di cui internet sarebbe responsabile: per trarne i maggiori benefici, Facebook
invita gli utenti a iscriversi con il proprio vero nome, riducendo l’anonimato e i suoi effetti a percentuali irrilevanti.
Il confine tra pubblico e privato diventa labile e, senza un uso consapevole, l’effetto può essere dirompente. Alcuni utenti più evoluti hanno cominciato a dichiarare proprie regole per l’accettazione di nuovi amici. Simone Tornabene ne individua due categorie:
i conservatori, attenti a replicare la propria rete online senza ulteriori aggiunte, e i progressisti, aperti a nuovi contatti in un’ottica
di integrazione tra mondo online e offline. La diffusione di informazioni strettamente personali o la pubblicazione di immagini
compromettenti, senza un settaggio adeguato dei livelli di privacy, può raggiungere chi meno te l’aspetti: efficace in tal senso la
recente decisione dei Garanti della privacy europei di chiedere ai gestori di rendere invisibili i profili ai motori di ricerca, salvo
diversa decisione degli utenti.
Superata la fase iniziale di entusiasmo prende forma una seconda fase di assestamento, se non in alcuni casi di rigetto dello
strumento, a causa degli eccessivi solleciti ai quali l’utente è sottoposto e in altri casi alla dispersione di tempo che la gestione dei
contatti può provocare. L’amicizia diventa inoltre una relazione dal valore mutabile: alcuni aggiungono al proprio network solo chi
hanno già conosciuto personalmente, altri si aprono a qualsiasi opportunità di nuova conoscenza, senza porsi alcun problema di riservatezza. Quale l’approccio più corretto? Probabilmente la risposta cambia con il variare dell’uso dello strumento: chi lo prende
seriamente, pubblicando dati sensibili, accetterà solo legami forti, a differenza di chi vuole esplorare nuovi territori, barattando
informazioni personali in cambio di opportunità imprevedibili. Ciò che è più importante è mantenere il controllo di ciò che si pubblica, senza pentirsi quando è già troppo tardi. Che persino Facebook sia destinato a un rapido tramonto, terminata la crescita
esponenziale, pronto a lasciare il passo alla prossima moda? L’importante, per ora, è che se ne continui a parlare. Domani, è un
altro giorno.
Domande:
CONDIZIONATO O LIBERO?
• Esprimi la tua reazione davanti ai video o al testo
• Se dovessi, in modo oggettivo descrivere il video/testo, come lo faresti?
• Quali elementi veritieri ti sembra abbia messo in luce della comunicazione?
• Che cosa secondo te coinvolge nel vedere/leggere il video/testo?
• Quale definizione rispetto all’idea di pubblico e privato emerge? e rispetto all’amicizia e relazioni?
• Quali sono i punti comuni che il gruppo mette in evidenza nella discussione sul ruolo di Facebook rispetto alle relazioni?
Possiamo generare una sorta di bacheca descrittiva del dibattito appena avvenuto come se fossi stati parte di un gruppo/chat/forum
di Facebook da aggiungere alla bacheca del gruppo.
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Se ci sei esisti -
3A
...che storia!
La Matita
(Paulo Coelho – da Sono come il fiume che scorre, Bompiani 2006)
Il bambino guardava la nonna scrivere una lettera.
Ad un certo punto, chiese: “Stai scrivendo una storia su di noi? E’ per caso una storia su di me?”.
La nonna smise di scrivere, sorrise e disse al nipote: “In effetti, sto scrivendo su di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita che sto usando. Mi piacerebbe che tu fossi come lei, quando sarai grande.”
Il bimbo osservò la matita, incuriosito e non vide niente di speciale.
“Ma è identica a tutte le matite che ho visto in vita mia!”.
“Tutto dipende dal modo in cui guardi le cose. Ci sono 5 qualità in essa che, se tu riuscirai a mantenere, faranno sempre di te un
uomo in pace con il mondo.
Prima qualità: tu puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi passi: questa mano noi la
chiamiamo Dio e Lui ti dovrà sempre indirizzare verso la Sua volontà.
Seconda qualità: di quando in quando io devo interrompere ciò che sto scrivendo ed usare il temperino. Questo fa sì che la matita
soffra un poco, ma alla fine essa sarà più affilata. Pertanto, sappi sopportare un po’ di dolore, perché ciò ti renderà una persona
migliore.
Terza qualità: la matita ci permette sempre d’usare una gomma per cancellare gli sbagli. Capisci che correggere qualcosa che
abbiamo fatto non è necessariamente un male, ma qualcosa di fondamentale per mantenerci sulla retta via.
Quarta qualità: ciò che è davvero importante nella matita non è il legno o la forma esteriore, ma la grafite che è all’interno. Dunque fai sempre attenzione a quello che succede dentro di te.
Infine la quinta qualità della matita: lascia sempre un segno. Ugualmente, sappi che tutto ciò che farai nella vita lascerà tracce e
cerca d’essere conscio d’ogni singola azione.
Preghiera:
nelle sue mani
Io non penso di avere qualità speciali,
non pretendo niente per il lavoro che svolgo.
E’ opera Sua.
Io sono come una piccola matita
nelle Sue mani, nient’altro.
E’ Lui che pensa.
E’ Lui che scrive.
La matita non ha nulla a che fare con tutto questo.
La matita deve solo essere usata.
Madre Teresa
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Se ci sei esisti -
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo primo:
HAI UNA RICHIESTA DI AMICIZIA
Obiettivo:
Io da solo non ci so stare, ma se il gruppo mi coinvolge io mi perdo? E se non ci sto… che cosa mi perdo?
Contenuti:
Jovanotti – FANGO (Safari 2008)
la città un film straniero senza sottotitoli
una pentola che cuoce pezzi di dialoghi
come stai quanto costa che ore sono
che succede che si dice chi ci crede
e allora ci si vede
ci si sente soli dalla parte del bersaglio
e diventi un appestato quando fai uno sbaglio
un cartello di sei metri dice tutto è intorno a te
ma ti guardi intorno e invece non c’è niente
un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che
hanno ancora il coraggio di innamorarsi
e una musica che pompa sangue nelle vene
e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi
smettere di lamentarsi
che l’unico pericolo che senti veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
di non riuscire più a sentire niente
il battito di un cuore dentro al petto
la passione che fa crescere un progetto
l’appetito la sete l’evoluzione in atto
l’energia che si scatena in un contatto
Io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
sotto un cielo di stelle e di satelliti
tra i colpevoli le vittime e i superstiti
un cane abbaia alla luna
un uomo guarda la sua mano
sembra quella di suo padre
quando da bambino
lo prendeva come niente e lo sollevava su
era bello il panorama visto dall’alto
si gettava sulle cose prima del pensiero
la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
ora la città è un film straniero senza sottotitoli
le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli
il ghiaccio sulle cose
la tele dice che le strade son pericolose
ma l’unico pericolo che sento veramente
è quello di non riuscire più a sentire niente
il profumo dei fiori l’odore della città
il suono dei motorini il sapore della pizza
le lacrime di una mamma le idee di uno studente
gli incroci possibili in una piazza
di stare con le antenne alzate verso il cielo
io lo so che non sono solo
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che nn sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
io lo so che non sono solo
anche quando sono solo
io lo so che non sono solo
e rido e piango e mi fondo con il cielo e con il fango
Domande:
e mi fondo con il cielo e con il fango
e mi fondo con il cielo e con il fango
“A” COME AMICIZIA!
“ma l’unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente”
• quale risonanza ha in te questa frase? Quale sentimento sucita? Quale pensiero/reazione provoca?
“la città un film straniero senza sottotitoli una pentola che cuoce pezzi di dialoghi “
• Ti senti partecipe del contesto in cui vivi? La tua città, la tua parrocchia, il tuo gruppo di amici o di classe? Cosa ti aspetti da loro e cosa pensi loro si aspettano da te?
“ci si sente soli dalla parte del bersaglio e diventi un appestato quando fai uno sbaglio”
• Far parte di un gruppo significa anche uscire da se stessi e mettersi in gioco, questo comporta dei rischi. Hai vissuto situazioni in cui hai saputo perdonare e dimenticare o altre in cui sei stato perdonato e magari valorizzato per quello che sei e non quello che fai?
Racconta una tua esperienza.
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Se ci sei esisti -
3A
Domande:
“io lo so che non sono solo anche quando sono solo”
• Alla luce di quanto hai potuto vivere fin’ora, nella tua esperienza personale e di gruppo come definiresti la parola IO oppure NOI. Quali differenze, quali assonanze, quali punti di forza e quali di debolezza?
...che storia!
Gli abeti
(Bruno Ferrero, C’è ancora qualcuno che danza)
Una pigna gonfia e matura si staccò da un ramo di abete e rotolò giù per il costone della montagna, rimbalzò su una roccia
sporgente e finì con un tonfo in un avvallamento umido e ben esposto. Una manciata di semi venne sbalzata fuori dal suo comodo
alloggio e si sparse sul terreno. Urrà!” gridarono i semi all’unisono. “Il momento è venuto!”
Cominciarono con entusiasmo ad annidarsi nel terreno, ma scoprirono ben presto che l’essere in tanti provocava qualche difficoltà.
“Fatti un po’ più in là, per favore!”. “Attento! Mi hai messo il germoglio in un occhio!”. E così via. Comunque, urtandosi e sgomitando,
tutti i semi si trovarono un posticino per germogliare. Tutti meno uno.
Un seme bello e robusto dichiarò chiaramente le sue intenzioni: “Mi sembrate un branco di inetti! Pigiati come siete, vi rubate il
terreno l’un con l’altro e crescerete rachitici e stentati. Non voglio avere niente a che fare con voi. Da solo potrò diventare un albero
grande, nobile e imponente. Da solo!”.
Con l’aiuto della pioggia e del vento, il seme riuscì ad allontanarsi dai suoi fratelli e piantò le radici, solitario, sul crinale della
montagna. Dopo qualche stagione, grazie alla neve, alla pioggia e al sole divenne un magnifico giovane abete che dominava la
valletta in cui i suoi fratelli erano invece diventati un bel bosco che offriva ombra e fresco riposo ai viandanti e agli animali della
montagna. Anche se i problemi non mancavano.
“Stai fermo con quei rami! Mi fai cadere gli aghi”. “Mi rubi il sole! Fatti più in là…”. “La smetti di scompigliarmi la chioma?”.
L’abete solitario li guardava ironico e superbo. Lui aveva tutto il sole e lo spazio che desiderava.
Ma una notte di fine agosto, le stelle e la luna sparirono sotto una cavalcata di nuvoloni minacciosi. Sibillando e turbinando il vento
scaricò una serie di raffiche sempre più violente, finché devastante sulla montagna si abbattè la bufera.
Gli abeti nel bosco si strinsero l’un l’altro, tremando, ma proteggendosi e sostenendosi a vicenda.
Quando la tempesta si placò, gli abeti erano estenuati per la lunga lotta, ma erano salvi.
Del superbo abete solitario non restava che un mozzicone scheggiato e malinconico sul crinale della montagna.
Dio non ha creato “io”. Ha creato “noi”.
Preghiera:
Guardo la folla
Guardo la folla dei fratelli e chiedo
un posto in mezzo a tutti,
dove non c’è poltrona da pagare
né segno alcuno di separazione,
dove né onore c’è né disonore:
un posto in mezzo a tutti.
Dove non sono maschere né veli
e ognuno vede il volto del fratello
nella sua verità; non il “mio” non esiste
né regna l’egoismo;
dove altissimo il dono del Signore
ricolmerà ogni cuore.
Guardo la folla dei fratelli e chiedo
un posto in mezzo a tutti.
Rabindranath Tagore
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