SOLARE TERMODINAMICO, UNA RICCHEZZA PER IL

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SOLARE TERMODINAMICO, UNA RICCHEZZA PER IL
SOLARE TERMODINAMICO, UNA RICCHEZZA PER IL PAESE
ricerca, filiera industriale, progetti, autorizzazioni, territorio
Documento di riferimento – 7 maggio 2014
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L’Associazione
►ANEST, Associazione Nazionale per l’Energia Solare Termodinamica, nasce nel settembre 2009 per iniziativa di alcuni importanti operatori italiani interessati al mercato del solare termodinamico.
OBIETTIVI GENERALI
►Concorrere alla promozione e utilizzazione della fonte solare a concentrazione
► Promuovere la ricerca e lo sviluppo tecnologico finalizzato all’utilizzo della risorsa sole e all’uso razionale dell’energia
►Al momento l’associazione raggruppa circa 25 imprese associate. ► Contribuire al dibattito sulla formazione di nuovi assetti normativi e tariffari nel settore della produzione, distribuzione e vendita dell’energia da impianti Solari Termodinamici
►A livello europeo ANEST è associazione partner di ESTELA (European Solar Thermal Electricity Association), associazione europea per il solare termodinamico, con la quale condivide obiettivi e strategie.
► Rappresentare presso le istituzioni pubbliche le esigenze dell’associazione e degli associati
ANEST ‐ Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica Associazioni collegate
Aderenti
►ANEST è un’associazione senza scopo di lucro.
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Associati – Maggio 2014
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Il Valore della Filiera Nazionale
Associati Anest
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Anest members – Supply Chain
2. Collettori Parabolici lineari e specchi
3. Turbine. Normalmente queste centrali utilizzano le classiche turbine a vapore ma, recentemente, è emersa la validità dei turbogeneratori ORC che rende possibile la cogenerazione anche per il solare termodinamico.
Gli aderenti, generalmente di medio‐grande dimensione, in prevalenza sono gruppi attivi in altri settori aventi sinergie nel termodinamico e che hanno deciso di diversificare le attività in questa tecnologia.
ANEST ‐ Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica Fatturato aziende Italiane operanti nel CSP
1. Ricevitori innovativi per il trasporto del fluido termovettore.
Fatturato medio aziende settore delle rinnovabili
Gli iscritti ad ANEST, che rappresentano solo una parte del bacino di aziende con competenze applicabili al Solare Termodinamico, non sono numerose in termini assoluti, ma decisamente all’avanguardia in ambito tecnologico. Le produzioni in questo campo sono concentrate su: Posizionamento sulla catena del valore
L’industria Italiana crede fortemente nel settore del solare termodinamico a concentrazione, soprattutto per gli sviluppi possibili nei mercati internazionali dell’area medio orientale. Inoltre, la tecnologia termodinamica richiede competenze nel campo manifatturiero, civile e della meccanica, settori nei quali le imprese italiane sono sempre state riconosciute come benchmark internazionale.
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Capacità e prontezza della filiera industriale italiana
La stima del costo di un impianto solare termodinamico, che per sua natura ha più elementi in comune ad un impianto termoelettrico tradizionale rispetto ad un impianto solare PV o Eolico, è funzione di un numero elevato di fattori ambientali, tecnici o progettuali.
Alcuni dei parametri per la valutazione del costo per MW di un impianto sono:
•la potenza e le conseguenti economie di scala;
•la localizzazione (insolazione, orografia, etc);
•la dimensione dello storage, (capacity factor)
Al fine di esaltare la capacità della filiera industriale italiana nel soddisfare le necessità del solare termodinamico si veda in figura la ripartizione in percentuale del valore in un impianto generico da 50Mwe a collettori parabolici lineari
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5
Capacità e prontezza della filiera industriale italiana
1 = Basso
2 = Medio
3 = Alto
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Capacità e prontezza della filiera industriale italiana
1 = Basso
2 = Medio
3 = Alto
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Perché parlare di Solare Termodinamico in Italia
►Le isole maggiori, Sicilia e Sardegna, e le regioni del Sud come Calabria, Puglia, Basilicata fino al Lazio, sono le zone più interessanti per lo sviluppo del Solare Termodinamico. Esse sono altamente competitive per l’alto livello di irraggiamento annuale e per le favorevoli condizioni geografiche e morfologiche.
►Entro il 2020 si stima il raggiungimento di 600MW di capacità installata in Italia da impianti Solari Termodinamici.
►Il solare a concentrazione è una tecnologia sviluppata in Italia;
►Esiste una filiera produttiva italiana;
►Lo sviluppo del Solare Termodinamico beneficia le imprese italiane;
►Il Solare Termodinamico assicura positivi impatti sociali soprattutto dal punto di vista occupazionale.
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Impatto sociale di un impianto Solare Termodinamico
► Cost breakdown of CSP plant Reference : parabolic trough 50 MW, 7,5 hrs storage ►La realizzazione di impianto da 50 MW con accumulo termico darebbe lavoro a circa 1500 persone durante la fase di realizzazione dei componenti e di costruzione dell’impianto (circa 2‐3 anni). ►A questa cifra vanno aggiunti 50 posti di lavoro permanenti per la gestione e la manutenzione della centrale. ►E’ da notare circa il 65% dei nuovi posti di lavoro sarebbero localizzati nelle regioni dove saranno ubicati gli impianti a fronte di una occupazione pressoché nulla per le altre fonti rinnovabili, eccezion fatta per la geotermia e le biomasse.
ANEST ‐ Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica ► Job creation potential Over 1500 job creation in reference plant mostly during construction
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Irraggiamento compreso tra 1750 e 2000KWh/mq/anno
►Parte del potenziale installabile grazie al nuovo decreto è già coperto da diversi progetti allo stato autorizzativo.
Gli Aspetti Ambientali
Fucus sull’occupazione del suolo
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Occupazione Suolo e Consumo d’acqua (Grandi Impianti)
La maggior parte degli impianti solare termodinamici ha un’altezza dal terreno non superiore a 5/6 metri, e quindi più bassa di una costruzione di due piani. Quelli per la produzione di calore di processo e quelli di taglia più piccola hanno altezze ancora inferiori I componenti che occupano la maggior parte del territorio impiegato dagli impianti solari, sono gli specchi nelle varie forme in funzione della tecnologia impiegata. Durante il funzionamento gli specchi riflettono il colore del cielo e dunque il campo solare assume l’aspetto di un lago. Lo spazio tra gli specchi può essere lasciato a verde non alterando il preesistente stato del terreno.
15 m
115 m
3,5 m
Impianto a “Torre centrale”
PS 10 - Spagna
Impianto a “Collettori Parabolico Lineari”
SEGS VI - California
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Occupazione Suolo e Consumo d’acqua (Grandi Impianti)
Per quanto riguarda l’impedimento del normale deflusso e assorbimento delle acque piovane da una semplice analisi si comprende che il problema sia assolutamente inesistente. Solo parte dell’area occupata dagli impianti (circa il 30‐40 è effettivamente occupata dalla superficie captante degli specchi e di questa area solo una piccola porzione (che varia da tecnologia a tecnologia ma che possiamo stimare intorno al 5‐10%) è ricoperta da superfici impermeabili (in pratica il cemento). In definitiva in un impianto solare termodinamico di grande taglia solo il 1,5‐4% dell’intera area presenta un effettivo impatto sul terreno.
Di seguito una rappresentazione a blocchi (esplicazione grafica) che evidenzia la ripartizione delle superfici ed il loro impiego.
Area non alterata dall’Impianto
97% 30%
Superficie captante sopraelevata rispetto al terreno.
67%
Area totalmente inalterata
1.5%
1.5%
Area occupata Area occupata dalle dal Power Block fondazioni del campo solare
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Occupazione Suolo e Consumo d’acqua (Grandi Impianti)
► Allevamento ovini nel perimetro di una centrale Solare Termodinamica Spagnola e prato fiorito sotto i collettori Area totalmente inalterata
Superficie captante sopraelevata rispetto al terreno.
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Occupazione Suolo e Consumo d’acqua (Piccoli Impianti)
Le considerazione fatte per i grandi impianti valgono ancor di più
per impianti di piccole dimensioni (tipicamente nel range 1‐5 MWel) dove la superficie occupata dal campo solare scende quasi proporzionalmente alla potenza installata. Esempio Progetto da 1 MWel in sviluppo in Sicilia
Questi impianti richiedendo meno superficie perseguono il principio della produzione distribuita: produrre energia su più
terreni “piccoli” attraverso impianti solari termodinamici di minore potenza significa di fatto cucire su misura del territorio l’installazione più idonea con opportunità, ove possibile, di utilizzo anche del calore abbinato alla generazione elettrica. Terreni di estensione più contenuta sono più semplici da individuare, e sono molto spesso naturalmente idonei allo scopo senza la necessità di dedicare tempo ed impegno ad accorpare più
appezzamenti adiacenti.
Tali applicazioni di piccola potenza ben si prestano alla nuova frontiera degli impianti ibridi ad esempio tra fonti rinnovabili
(biomassa + solare termocinamico) e non, come ad esempio recupero di calore da processi industriali abbinato a solare termodinamico. Tali applicazioni troveranno rilevanti applicazioni in paesi emergenti e nei paesi in via di sviluppo (PVS).
ANEST ‐ Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica Collettori Fresnel
Fluido termovettore: vapore saturo.
Nessuno stoccaggio termico
Estensione del campo solare: ca 10.000 m2 captanti
Occupazione terreno: 2‐3 ha
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Occupazione Suolo e Consumo d’acqua
UTILIZZO RISORSE IDRICHE
UTILIZZO RISORSE IDRICHE
► IPOTESI 50MWE ACCUMULO TERMICO (8H)
► IPOTESI 1MWE ACCUMULO TERMICO (XXH)
Acqua Ciclo Termico
►Acqua ciclo termico: 50.000 m3/anno
►Acqua lavaggio campo solare: 11.000 m3/anno
Acqua Ciclo Termico
►Acqua ciclo termico: xxxxxxm3/anno
►Acqua lavaggio campo solare: xxxxx m3/anno
Acqua raffreddamento
►Acqua fluente ΔT=8°C (mare/fiumi): 7.300 m3/ora
►Torri evaporative: 420.000 m3/anno
►Raffreddamento a secco: 0 m3/anno
Acqua raffreddamento
►Acqua fluente ΔT=8°C (mare/fiumi): xxxxxm3/ora
►Torri evaporative: xxxxxxxm3/anno
►Raffreddamento a secco: 0 m3/anno
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Gli ostacoli burocratici
Le difficoltà nell’ottenimento delle autorizzazioni
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Profilo Normativo
I principali riferimenti normativi che riguardano gli impianti solari termodinamici sono:
•D.Lgs. 29/12/2003 n. 387 “Attuazione della direttiva 2001/77/CE sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili”;
•D.M. 11/04/2008 “Criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica da fonte solare mediante cicli termodinamici”;
•Delibera ARG/elt 95/2008 “Attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 11 aprile 2008, ai fini dell’incentivazione della produzione di energia elettrica da fonte solare mediante cicli termodinamici”;
•D.M. 10/09/2010 “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”
•D.Lgs. 03/03/2011 n. 28 (Decreto Romani) “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”;
•D.M. 06/07/2012 (Decreto FER elettriche) “Incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti
a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici ‐ Attuazione articolo 24 del D.lgs. 28/2011”.
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Principali Problematiche
•
INCERTEZZA DELLA PROCEDURA DI AUTORIZZAZIONE: ogni Regione ha cercato di compensare la mancanza di linee guida nazionali adottando una propria disciplina. Il risultato è che in Italia ora esistono quasi 20 procedimenti autorizzativi differenti. Ciò crea diverse difficoltà ai potenziali produttori, specialmente a quelli che operano in più Regioni.
•
LENTEZZA DELLE PROCEDURE DI AUTORIZZAZIONE: i criteri stabiliti dalle Regioni spesso sono complessi, poco chiari e distribuiti su diverse unità funzionali che non comunicano tra loro. A questo bisogna aggiungere che i funzionari pubblici non hanno spesso sufficienti competenze per gestire queste procedure, avanzando frequentemente agli sviluppatori degli impianti richieste inappropriate ed incoerenti oppure pretendendo ulteriori documentazioni non contemplate nel procedimento. Ciò è
causa di rallentamenti nelle procedure e, in alcuni casi, gli sviluppatori sono costretti ad affidarsi ad una assistenza legale per rispondere a tali richieste.
Alla luce di quanto detto, la situazione determina l’assoluta diffidenza di investitori ed intermediari finanziari a causa dell’impossibilità di disegnare business plan affidabili.
C’è da aggiungere che il meccanismo di incentivazione previsto dal DM 6/7/2012 sulle FER prevede un sistema a scalare della tariffa, per cui l’estensione dei tempi autorizzativi comporta di fatto la riduzione dei tempi utili per l’accesso alle tariffe incentivanti
L’ulteriore conseguenza di quanto sopra comporta l’incremento dei costi di sviluppo e la conseguente riduzione della competitività economica degli impianti Solari Termodinamici Italiani (di qualsiasi dimensione e tecnologia). ANEST ‐ Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica '© Riproduzione Riservata'
Principali Problematiche
Alla luce di quanto detto, la situazione determina l’assoluta diffidenza di investitori ed intermediari finanziari a causa dell’impossibilità di disegnare business plan affidabili.
C’è da aggiungere che il meccanismo di incentivazione previsto dal DM 6/7/2012 sulle FER prevede un sistema a scalare della tariffa, per cui l’estensione dei tempi autorizzativi comporta di fatto la riduzione dei tempi utili per l’accesso alle tariffe incentivanti
L’ulteriore conseguenza di quanto sopra comporta l’incremento dei costi di sviluppo e la conseguente riduzione della competitività economica degli impianti Solari Termodinamici Italiani (di qualsiasi dimensione e tecnologia). Attuale condizione di stallo del Solare Termodinamico in Italia
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Situazione Attuale
Progetto
Archimede
Archimede Molten Salt Loop
Archetype SW550
Campu Giavesu
Flumini Mannu
Gonnosfanadiga – Guspini
Bonorva
Repower Reflex
Banzi
Lentini
Calliope
Zeronovantuno 2
Jacomelli
Porthos
Stromboli solar
Mazara Solar
Tecnologia
PT
PT
PT
PT
PT
PT
PT
PT
PT
PT
FR
FR
FR
FR
FR
TW
Location
Potenza
Priolo Gargallo, Siracusa
Massa Martana, Perugia
Passo Martino, Catania, Sicilia
Cossoine, Sassari, Sardegna
Villasor‐Decimopuutzu, Cagliari, Sardegna
Gonosfanadiga, Medio Campidano, Sardegna
Giave and Bonorva, Sassari, Sardegna
Gela, Sicilia
Banzi, Basilicata Lentini, Siracusa, Sicily
Trapani
Trapani
Trapani
Trapani
Trapani
Trapani
ANEST ‐ Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica Avvio della procedura Autorizzativa
5
0,35
30
30
50
50
50
12
50
50
4
4
4
4
4
50
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I Miti da Sfatare
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2012
2012
2012
2014
2010
2012
2014
2010
2014
2010
2010
2010
2013
Status
COD
Operation
Operation
2010
2013
VIA Regionale
VIA Nazioanle in progress
VIA Nazioanle in progress
2016
2017
VIA Regionale
Tutti pareri preliminari degli enti manca conf deliberante
Tutti pareri preliminari degli enti manca conf deliberante
Tutti pareri preliminari degli enti manca conf deliberante
Tutti pareri preliminari degli enti manca conf deliberante
Tutti pareri preliminari degli enti manca conf deliberante
Non ha ancora convocata la Conferenza dei Servizi
2015
2015
2015
2015
2015
2017
I miti da sfatare
Mito n. 1
L’unica tecnologia per produrre energia elettrica dall’energia solare è quella Fotovoltaica
In realtà …
Esistono altre tecnologie che utilizzano la potenza abbondante e disponibile del sole per produrre calore ed elettricità. Gli impianti solare termodinamici a concentrazione, detti anche CSP ‐ Concentrated Solar Power, usano specchi per concentrare la luce solare su un ricevitore di calore. Questi ricevitori raccolgono e trasferiscono l'energia solare ad un fluido termovettore. Il calore prodotto può dunque essere impiegato dall’utente finale direttamente per applicazioni nei processi industriali o per la produzione di energia elettrica attraverso turbine convenzionali a vapore. A differenza del fotovoltaico, che qualsiasi famiglia può installare sul proprio tetto, gli impianti solare termodinamici sono maggiormente indicati per applicazioni di potenza, anche se esistono sistemi di potenza ridotta. Gli impianti solare termodinamici possono essere dotati di un sistema di accumulo di calore al fine di generare elettricità anche sotto un cielo nuvoloso e dopo il tramonto in base alla domanda di produzione necessaria. Generando in prima istanza energia termica, gli impianti solari termodinamici possono anche essere ibridizzati con biomassa o qualsiasi altro combustibile necessario a garantire la fornitura di energia necessaria al processo industriale. Utilizzando l’accumulo termico o formule ibride, il fattore di utilizzo (percentuale di ore di funzionamento nell’arco dell’intero anno) può essere aumentato in base all’utenza prevista e il sistema diviene “dispacciabile”, ovvero in grado di generare energia in funzione della richiesta; quest’ultima è la caratteristica più distintiva degli impianti solare termodinamici rispetto ad altre energie rinnovabili rendendo così l'integrazione di rete più facile, migliorando inoltre la stabilità della rete e aumentando il valore complessivo dell'energia prodotta.
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I miti da sfatare
Mito n.2
I programmi di sostegno per lo sviluppo del solare termodinamico sono onerosi per l’economia del paese
In realtà …
Gli investimenti nel solare termodinamico apportano elevati benefici di tipo macro economico. La ricaduta sull’economia locale è elevata e quindi anche il contributo al PIL, sia nel periodo di costruzione dell’impianto, sia in quello di attività. Tutto ciò produce anche un impatto diretto sull'occupazione e il rafforzamento del comparto industriale. Il “ritorno” per il Paese sottoforma di tasse, di nuova occupazione, di diminuzione dell’importazione di petrolio e gas, compensa largamente gli incentivi in corso, prevedendo in futuro una loro contrazione, come conseguenza del minor gap con i prezzi dell’elettricità da fonte fossile.
Prendendo riferimento la Spagna, ogni impianto realizzato da 50 MW con accumulo termico, ha richiesto 2.250 posti di lavoro, per ogni anno necessario per la progettazione e il completamento della costruzione. Una volta in attività, ogni impianto ha previsto permanentemente 50 posti di lavoro qualificati per la loro conduzione e la manutenzione. Negli Stati Uniti, il rapporto del National Renewable Energy Laboratory (NREL) stima che un investimento in un impianto solare da 100 MW generi 4.000 posti di lavoro/anno e milioni di dollari di ricaduta sull’economia rispetto ai 330 posti di lavoro/anno e 47 milioni di dollari per un identico investimento in gas naturale. Ciò significa che un investimento nel solare termodinamico crea per MW un livello di occupazione maggiore di 10 volte dello stesso investimento per la produzione di energia da combustibili fossili.
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I miti da sfatare
Mito n. 3
Gli impianti solare termodinamici deturpano il territorio
In realtà …
La maggior parte degli impianti solare termodinamici ha un’altezza dal terreno non superiore a 5/6 metri, e quindi più bassa di una costruzione di due piani. Quelli per la produzione di calore di processo e quelli di taglia più piccola, hanno altezze ancora inferiori. I componenti che occupano la maggior parte del territorio impiegato dagli impianti solari sono gli specchi, nelle varie forme in funzione della tecnologia impiegata. Durante il funzionamento gli specchi riflettono il colore del cielo e dunque il campo solare assume l’aspetto di un lago. Lo spazio tra gli specchi può essere lasciato a verde alterando ancora meno il paesaggio circostante. È tuttavia ovvio che gli impianti non devono essere collocati in aree di particolare pregio(e non risulta che le autorizzazioni finora richieste abbiano contraddetto tale principio), regola valida per interventi di qualsiasi natura.
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I miti da sfatare
Mito n.4
Gli impianti solare termodinamici occupano troppo suolo
In realtà …
Questo è vero nei confronti di impianti tradizionali, ma è falso se paragonato con altre tecnologie rinnovabili non solari. Il rendimento del solare termodinamico in elettricità per unità di suolo, in ordine di grandezza, è
equivalente a quello dell’eolico o biomassa. Le stime di diffusione della tecnologia solare termodinamica, in Italia, inserite nei piani di sviluppo delle energie rinnovabili tengono conto della specificità del territorio nazionale e della sostenibilità ambientale per la realizzazione degli impianti solare termodinamici. Anche il Decreto Ministeriale per l’incentivazione fissa un limite a 2 km2 di superficie captante incentivabile per l’intero territorio nazionale. Tale valore è assolutamente compatibile per uno sviluppo armonico della tecnologia nel pieno rispetto dell’ambiente e dei vincoli paesaggistici.
Le conoscenze scientifiche, tecnologiche e industriali maturate nella realizzazione di impianti sul territorio nazionale, consentiranno il raggiungimento di condizioni di competitività indispensabili per le sfide internazionali; esse si giocheranno su altri contesti territoriali, laddove la presenza di terreno inutilizzato e altamente soleggiato, renderà più agevole l’individuazione del terreno necessario ad una penetrazione maggiore del solare termodinamico nel paniere delle fonti di energie rinnovabili dell’intero pianeta.
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I miti da sfatare
Mito n.5
Gli impianti solare termodinamici richiedono molta acqua
In realtà …
Questo affermazione è falsa se confrontata con le fonti di energia da combustibili fossili convenzionali. Tuttavia il solare termodinamico richiede meno acqua per ettaro (ha) rispetto alle attività agricole e quindi un impianto solare termodinamico non incrementa ma riduce il bisogno di acqua di un territorio. È vero per altro che la disponibilità di acqua è spesso limitata in alcuni territori; in questi casi, la tecnologia a torre con raffreddamento a secco, può essere usata per raffreddare il condensatore del ciclo a vapore.
I campi solari possono inoltre essere integrati in impianti esistenti termoelettrici ‐ carbone o gas – riducendo immediatamente il consumo di gas, le emissioni di CO2 e l’utilizzo dell’acqua. Infine il solare termodinamico può essere utilizzato per la dissalazione dell’acqua e questo fatto assume sempre maggiore importanza, in particolare sulle isole. I campi solari possono essere progettati, aldilà della produzione di elettricità, anche per creare calore ad alta temperatura, per riscaldamento industriale e per la produzione di combustibili sintetici (ad esempio syngas).
La produzione congiunta di energia elettrica, calore e dissalazione dell’acqua è di particolare interesse nei territori aridi dove il solare termodinamico può fornire elettricità per osmosi inversa o calore per dissalazione dell’acqua.
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Mito 6
Il solare termodinamico è pericoloso per la fauna locale (uccelli)
In realtà …
Gli uccelli, locali o migratori, semplicemente non volano attraverso la concentrazione dei raggi solari sul tubo ricevitore e certamente non si posano sugli specchi. I riscontri avuti negli impianti in funzione lo dimostrano. Inoltre sono previsti dettagliate analisi di impatto ambientale su flora e fauna, prima di dar vita ad un impianto.
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I miti da sfatare
Mito n. 7
Gli impianti solare termodinamici sono oggi troppo costosi e rimarranno così in futuro
In realtà …
1: gli impianti solare termodinamici sono più capital‐intensive e quindi più costosi di quelli a combustibili fossili. Ma una volta collegati alla rete, i costi operativi risultano essere più bassi essenzialmente per una ragione logica: il sole è
gratis.
2: molto spesso il costo degli impianti ad energia rinnovabile è espresso in €/kW. La peculiarità degli impianti solare termodinamici è quella di poter essere dotati di sistemi di accumulo, consentendo generalmente il funzionamento per un numero maggiore di ore durante l’anno aumentando la quantità di energia prodotta a parità di potenza installata. (da chiarire)
3: si stima che il ciclo di vita di un impianto solare termodinamico sia alto rispetto agli standard finanziari, simile quindi a quello delle centrali nucleari. I punti 1) e 2), considerati insieme, dimostrano che la tecnologia del solare termodinamico rappresenta una via di produzione energetica più economica rispetto agli impianti a combustibile fossile in base all’effettiva vita operativa.
4: rispetto ad altre rinnovabili che affrontano spesso problema di intermittenza e che dunque richiedono sistemi di backup per garantire stabilità di fornitura, gli impianti solari termodinamici sono già oggi la giusta alternativa.
5: a partire dal 2007 è stato raggiunto dal settore una importante riduzione dei costi (circa il 50%) solo con 3 GW installati in tutto il mondo. Se lo si confronta con la situazione attuale dell’Eolico (300 GW) e del Fotovoltaico (100GW), si può facilmente intuire il reale potenziale di riduzione dei costi nei prossimi anni per il solare termodinamico.
6: il prezzo dell’elettricità prodotta dagli impianti solare termodinamici oggi è stimato tra i 20‐30 c€/kWh a seconda del livello di irraggiamento, della taglia e della tecnologia utilizzata; i prezzi diminuiranno costantemente nei prossimi anni come conseguenza dello sviluppo della tecnologia. Si prevede dunque una ottimizzazione dei costi (anche nella produzione di componenti), e maggiori economie di scala attraverso la costruzione di grandi impianti (ad esempio da 100 ‐ 250 MW) che dovrebbero ridurre ulteriormente il costo fino a 10 c € / kWh. Sulla base di queste premesse, l'energia solare termodinamica diventerà realmente competitiva rispetto al carbone e al gas già prima del 2020.
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Mito n.8
Gli impianti solare termodinamici, come tutte le rinnovabili, sono una fonte intermittente (o variabile) per la produzione di energia elettrica
In realtà …
Gli impianti solare termodinamici, nella maggior parte dei casi dispongono di un sistema di accumulo di calore. Nelle ore di sole l'energia raccolta viene utilizzata non solo per produrre il vapore per le turbine ma anche per rifornire il serbatoio di accumulo termico. E quindi, dopo il tramonto o in caso di cielo coperto l’energia può essere prelevata dai serbatoi, su base di necessità.
Normalmente, i campi solari e i serbatoi sono progettati per coprire da 4 a 7 ore di operatività in assenza di radiazione solare. Tuttavia esiste l’esempio dell’impianto Gemasolar in Spagna, che produce elettricità
costantemente durante la stagione estiva, di giorno e di notte. In ogni modo, utilizzando l’ibridazione con biomassa o gas naturale si assicura la stabilità di fornitura di energia elettrica e termica alla rete e al mercato.
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Mito n.9
Il solare termodinamico è una tecnologia non ancora matura e perciò non affidabile
In realtà …
Gli impianti solare termodinamici hanno dimostrato la loro affidabilità fin dagli anni ‘80 con la prima applicazione commerciale della Solar Energy Generating System (SEGS). Con 9 unità essa continua ad operare e a produrre 350 MW di capacità installata, sufficienti a soddisfare le esigenze di circa un 250 mila di case nel picco di produzione. Un’altra esperienza significativa è quella della Spagna, dove sono stati installati 2.300 MW in 50 impianti di diversa localizzazione. Essi forniscono elettricità affidabile che risponde perfettamente alla curva di domanda della utenza. La maturità e l’affidabilità di impianti basati sui “Sali fusi”è dal 2008 una realtà concreta con processi quotidiani di rifornimento e scarico. E ancora, nella scorsa estate 2013, gli impianti spagnoli hanno fornito più del 7% della domanda di elettricità
con la stessa affidabilità di ogni altra fonte convenzionale. Considerando il grande potenziale di sviluppo, i benefici macroeconomici e l’integrazione con altre fonti rinnovabili, il solare termodinamico, quale unica tecnologia dispacciabile, richiede maggior sostegno negli anni a venire.
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I miti da sfatare
Mito 10
Il mercato del solare termodinamico è in stand‐by
In realtà …
Il settore del solare termodinamico vive piuttosto un momento di boom nel mondo. La Spagna,nonostante la sospensione di incentivi, rimane leader mondiale nella produzione e sviluppi importanti si registrano negli USA, in Marocco, Cina, India e nei paesi MENA. Tra quest’ultimi, ambiziosi progetti sono stati recentemente annunciati in Sud Arabia e negli Emirati Arabi .
In base alle stime della IEA (International Energy Agency) il potenziale di sviluppo del solare termodinamico è
estremamente alto. Più di 1TWh per anno sono attesi a livello mondiale al 2030, per giungere a 5 TWh per anno nel 2050.
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I miti da sfatare
Mito 11
Il solare termodinamico non è competitivo alla maturità dell’impianto In realtà …
I dati raccolti su impianti in funzione da oltre 30 anni mostrano una capacità di performance operativa di almeno 30 anni con una marginale perdita di efficienza. Grazie a una normale attività di manutenzione l’impianto solare termodinamico assicura un tempo di vita maggiore rispetto agli impianti basati su energie convenzionali e senz’altro superiore a quelli delle altre energie rinnovabili.
Mito 12
La costruzione di un impianto solare termodinamico è più complessa di quella Fotovoltaica o Eolica
In realtà …
L’impianto solare termodinamico non è un sistema complesso sebbene ,come negli orologi meccanici, si debba ottimizzare la presenza di molte parti e componenti.
La parte elettrica utilizza componenti comuni, semplici e convenzionali e al contrario dei pannelli fotovoltaici che richiedono l’utilizzo di materiali speciali come il silicio, il rame indium selenide o il telluro di cadmio, il solare termodinamico impiega componenti prodotti su larga scala a basso costo, ricavati da materiali comuni quali l’alluminio, il vetro, gli specchi e i tubi.
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I miti da sfatare
Mito 13
Considerato l’attuale contesto energetico del paese, sarebbe meglio posporre di qualche tempo lo sviluppo del solare termodinamico
In realtà …
In Italia il solare termodinamico può procurare un immediato ritorno positivo all’economia in termini di sviluppo del PIL, occupazione e tassazione; ciò fin dalla fase di costruzione dell’impianto mentre il primo rientro dall’investimento di capitali può avvenire solo dopo uno/due anni . Inoltre in questi due anni, lo sviluppo del settore consente l’affermazione di una filiera nazionale capace di assicurare fino all’80 per cento delle risorse tecnologiche e umane necessarie per la costruzione e gestione di un impianto.
Un deciso supporto al solare termodinamico assicura infine il vantaggio per l’Italia di entrare tra i “first mover” nell’area MENA, con possibilità concrete di esportazione in quei paesi (dalle simulazioni fatte a livello europeo risulta infine che i benefici per l’economia nei diversi paesi sono maggiori dei costi dei sistemi di incentivazione).
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