Il viaggio di Darwin a bordo di Google Earth

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Il viaggio di Darwin a bordo di Google Earth
Il viaggio di un naturalista attorno al mondo
Debbo dire che l’osservazione diretta della geologia di tutti i luoghi che
visitammo fu per me l’esperienza più importante, perché entrava in gioco il
ragionamento.
A prima vista, quando si osserva una zona nuova, il caos delle rocce
sembra escludere ogni possibile interpretazione, ma ben presto la
situazione si chiarisce e la struttura di tutta la zona diventa più o meno
comprensibile.
Autobiografia Charles Darwin (pag.58)
“Dedico con grato animo la seconda edizione di questo mio libro a Charles
Lyell ben riconoscendo che la maggior parte di quel valore scientifico che
questo giornale di viaggi e altre mie opere possono avere, deriva dall’attento
studio della famosa e ammirevole opera Principles of Geology”.
II edizione de Viaggio di un naturalista attorno al mondo, 1845.
Il giovane Darwin si portò a bordo del Beagle il
primo volume (del 1830) di Principles of
Geology.
Lyell, riprendendo Hutton, sosteneva che i fenomeni che in passato avevano
trasformato la Terra erano simili a quelli che continuavano a verificarsi.
Secondo l’uniformitarismo (o attualismo) i mutamenti della superficie terrestre
si sarebbero verificati gradualmente e in tempi lunghissimi:
per capire gli eventi passati della Terra occorre comprendere quelli recenti.
Nel frontespizio dell’opera Lyell
colloca un disegno del tempio di
Serapide (Pozzuoli).
Le colonne presentano fori di un mollusco
marino bivalve (dattero di mare), ad un’altezza
di 3 m.
Un tempo le colonne dovevano essere
sprofondate in mare e poi essere riemerse
(bradisismo).
La mattina del 27 dicembre 1831, l’imbarcazione Beagle salpò dal
porto di Plymouth, con un equipaggio di 73 uomini.
L’imbarcazione era stata varata l’11 maggio 1820 e aveva compiuto un’altra
spedizione nella Terra del Fuoco (1825-1828).
Lunga 27,5 metri e larga 7,5 rimase in navigazione per 5 anni!
Per seguire le tappe principali del viaggio del Beagle utilizzeremo
un’applicazione di Google Earth!
Playmouth
Appena al largo Darwin inizia a
soffrire il mal di mare.
Madeira (4 Gennaio 1832)
Il Beagle non poté fermarsi a causa di una burrasca; Darwin comunque
era così sofferente per il mal di mare che non lasciò nemmeno la cabina.
Tenerife (6 Gennaio 1832)
Il 6 gennaio 1832 il Beagle arrivò a Santa Cruz nell’isola di Tenerife (dove
Darwin aveva a lungo pianificato di recarsi).
Darwin sognava di osservare il leggendario Pico de Teide
Teide, un grande
vulcano celebrato dall’esploratore Von Humboldt.
Avrebbero dovuto attendere la quarantena a causa di un’epidemia di colera.
Per FitzRoy non era possibile perdere e proseguirono verso Capo Verde.
Darwin vide sfumare la possibilità di visitare l’isola dei suoi sogni.
Sono un arcipelago di sette isole maggiori e due minori, di origine vulcanica.
Tenerife
La Palma
El Hierro
La Gomera
Gran Canaria
Lanzarote
Fuertevenura
Punto caldo: punto della superficie terrestre interessato da anomala
risalita di materiale fuso dal mantello.
Aree collocate nel mezzo delle placche e non ai loro confini.
Animazione formazione hot spot:
• http://www.wwnorton.com/college/geo/animations/hot_spot_volcanoes.ht
m
•
http://www.wiley.com/college/strahler/0471480533/animations/ch14_anim
ations/hot_spot.html
•
http://www.youtube.com/watch?v=O6rGJGNYL6M&feature=related
Capo Verde
In realtà il Beagle non si fermò alle Canarie ma proseguì fino a Capo Verde.
Dove Darwin si misura con un territorio vulcanico.
Assieme a
Canarie e
Azzorre, forma la
Macronesia:
Isole di origine
vulcanica legate a
punti caldi.
Approdati a Porto Praia nell’Isola di San Tiago, a Capo Verde, Darwin annota:
“le antiche eruzioni vulcaniche e il calore tropicale hanno reso quasi ovunque il
terreno sterile”.
06. Fernando de Noronha
Il Beagle attraversa l’Equatore il 16 febbraio ed quattro giorni dopo arriva all'isola di
Fernando de Noronha, dove rimane poche ore.
Darwin descrive l'isola di natura vulcanica e con clima asciutto.
Si tratta di un altro hot spot.
Salvador, Brasile
Il 28 febbraio il Beagle approda a Salvador in Brasile.
Darwin esplora la foresta e descrive scene di straordinaria bellezza.
Uno degli aspetti da
sottolineare è la presenza
del cratone del São
Francisco!
I cratoni (dal greco kràtos: robusto, rigido) sono le parti più antiche e stabili
della crosta.
Ampie aree geologiche che non ha subito modificazioni per centinaia di milioni di anni
e che è sopravvissuta alla "fusione" e separazione dei continenti per almeno 500 Ma.
Il cratone São Francisco ha circa 1,0 miliardi di anni fa
si trovava nel sud del super-continente Rodinia prima e Gondwana dopo,
sino alla sua rottura, circa 180 Ma fa:
I cartoni sono
lontani dai
margini di placca
3. Terra del Fuoco
Il 18 dicembre 1832 raggiungono la Terra del Fuoco.
Fu la prima volta che Darwin entrò in contatto con i fuegini e descrisse
l’incontro con queste parole:
“Era per me uno spettacolo assolutamente imprevisto e molto interessante;
non avrei mai creduto che ci fosse un tale abisso tra un uomo civilizzato e
un selvaggio: più grande che tra un animale domestico e il suo equivalente
selvatico.”
Durante il precedente viaggio del Beagle FitzRoy aveva preso un gruppo
di fuegini in ostaggio in seguito al furto di una barca.
Alcuni erano stati portati in Inghilterra e avevano ricevuto un’educazione.
Si trattava di:
•
York Minster
•
Jemmy Button
•
Fueggia Basket
Il 24 gennaio 1833 a Wulaia, la spiaggia dove erano stati rapiti, Darwin
assistette all’incontro fra Button, la madre, i fratelli e gli altri membri della tribù.
«L’incontro è stato meno interessante di quello di un cavallo che ritrovi un
vecchio compagno. Non vi sono state dimostrazioni di affetto, ma si sono
guardati semplicemente per breve tempo e la madre è andata
immediatamente a badare alla sua canoa».
“Jemmy sembrava vergognarsi molto di questi suoi compaesani”
La Terra del Fuoco ospita il Monte Darwin: un picco parte della Cordigliera
di Darwin, la più meridionale delle Ande, a nord del Canale di Beagle.
E’ stato nominato durante il viaggio da parte di FitzRoy per festeggiare il
25° compleanno di Darwin, il 12 febbraio 1834.
19. Talcahuano, Chile
Il 20 febbraio a Valdivia Darwin scrive:
«Mi trovavo a terra, sdraiato nella foresta
per riposarmi. Arrivò improvvisamente e
durò due minuti (che sembravano molto
più lunghi). La scossa sembrò a me e al mio
compagno venire da est. Non era difficile
rimanere in piedi, ma il movimento mi
procurò un capogiro. La sensazione
potrebbe essere paragonata a quella che si
prova quando si pattina su uno strato di
ghiaccio molto sottile».
Darwin si chiede cosa sarebbe accaduto se l’Inghilterra fosse stata investita da un
terremoto simile e commenta:
“Un forte terremoto distrugge d’un colpo le nostre più radicate convinzioni: la
terra, simbolo stesso della solidità, si mosse sotto i nostri piedi come una crosta
sottile sopra a un fluido”.
Poco dopo la scossa fu vista una grande onda che lungo la spiaggia falciava case e
alberi e avanzava con una forza irresistibile.
L’effetto più notevole di questo terremoto fu il sollevamento permanente del
terreno, anche se forse sarebbe più esatto dire che il sollevamento ne fu la causa.
Per molte ragioni credo che le frequenti scosse telluriche lungo questa costa siano
causate dalle fratture degli strati, inevitabile conseguenza della tensione del
terreno che si solleva nonchè dell’intrusione di lava fluida entro gli strati.
Sulla costa Darwin trova cumuli di molluschi bivalvi: morti, ma ancora freschi.
E' evidente: la terra si sia sollevata di quasi un metro!
La sua mente va a quanto scrisse Charles riguardo al
tempio di Serapide.
Dal terremoto Darwin desume che la formazione delle montagne deve essere una
conseguenza del sollevamento dei continenti,
come poi sosterrà in ”Sulla connessione che esiste tra certi fenomeni vulcanici nel
Sud America, e sulla formazione di catene di montagne e di vulcani come effetti
della stessa forza che solleva i continenti (7 marzo 1838 Geological Society).
Il giovane Darwin avrebbe mostrato di avere una vaga premonizione della
moderna teoria della tettonica a placche.
Subduzione:
• http://earthguide.ucsd.edu/eoc/teachers/t_tectonics/p_subduction.html
• http://www.biologieenflash.net/animation.php?ref=geo-0032-1
Rimbalzo elastico:
• http://www.iris.edu/hq/programs/education_and_outreach/animations/4
I terremoti del Cile fanno anche rivedere la “rigidità” dell’attualismo
Una volta rientrato Darwin aveva riferito che sulle coste del Cile gli effetti dei
terremoti avevano alterato la posizione degli strati geologici circa 6 metri.
Lyell e seguaci furono costretti ad ammettere che alcuni dei cambiamenti erano
daccaduti in maniera più catastrofica di quanto avessero supposto.
5. Galapagos (15 settembre 1835)
Darwin scrive:
sono interamente di natura vulcanica; non esito ad affermare che in tutto
l’arcipelago esistano almeno 200 crateri; sono formati talora di lava e scorie, talora
di tufo e strati sottili, simili all’arenaria.
Le
isole Galápagos sono la sommità di vulcani sottomarini.
Sono considerate una delle zone vulcanicamente più attive del pianeta.
La lava delle isole appena nate, raffreddandosi, è diventata prima roccia e poi
suolo. Tutti gli organismi che vivono sulle isole sono arrivati da altrove.
L’età delle isole cresce spostandosi da ovest verso sud-est.
Española è la più antica (5 milioni di anni),
Fernandina è la più giovane (700.000 anni).
Nella regione dove oggi si trova Fernandina si trova un punto caldo.
Dopo diverse eruzioni, il vulcano emerge dal mare e forma un’isola.
Questa nuova isola viene trascinata nel lento movimento verso sud-est dalla placca.
La storia naturale di queste isole è assai curiosa e degna di molta attenzione. La
maggior parte di organismi è autoctona e non si trova in nessun altro posto e
anche gli abitatori delle diverse isole differiscono tra loro; malgrado ciò essi
conservano tutti una marcata affinità con piante e animali sudamericani dai
quali sono però separati da un tratto d’oceano largo 5 o 600 miglia.
6. Tahiti
15 novembre 1835
Vedemmo parecchi di quei curiosissimi anelli corallini che sorgono proprio a pelo
dell’acqua e vengono chiamati atolli.
Vaste aree dell’oceano presentano piccole isole costituite da coralli e altri
depositi biocalcarei, con una disposizione circolare e una laguna interna.
I
Intuì che gli atolli erano la fase conclusiva delle formazioni coralline.
Il processo inizia dalle “scogliere”, con i coralli sommersi che crescono vicino ad un
tratto di costa di un’isola.
Quando l’isola sprofonda i coralli del bordo esterno crescono verso l’alto per
trovare nuovamente le condizioni ideali.
Il ripetersi di questo processo origina una “barriera”.
Se l’affondamento continua l’isola sparisce e il corallo, continuando a crescere
verso l’alto, origina l’atollo, circondando la laguna interna.
Darwin e Il capitano Fitz Roy presero molti sondaggi sul margine degli atolli
tahitiani e delle isole Cocos.
Trovarono che:
•
alla profondità di 18 metri, il sego attaccato al fondo della sonda, riportava
impronte di coralli viventi;
•
man mano che la profondità cresceva, le impronte diminuivano, ma le particelle
di sabbia che aderivano al sego erano più numerose.
•
Oltre una certa profondità il fondo era un liscio strato di sabbia.
Darwin dedusse che la profondità a cui i coralli possono proliferare è tra 36 e 54 m.
Grazie per l’attenzione!