Tastiere a membrana Pannelli frontali autoadesivi

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Tastiere a membrana Pannelli frontali autoadesivi
·
GENNAIO/FEBBRAIO 2014
In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Roserio-Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi - ISSN1125-1549
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In uno spazio specifico sarà allestita
un’esposizione a cura delle aziende
partecipanti, in cui sarà possibile confrontarsi con l’attuale offerta commerciale.
Nel corso della giornata si susseguiranno seminari tecnici tenuti dalle aziende
espositrici della durata di 30 minuti ciascuno.
Il programma, l’agenda e i titoli dei seminari saranno aggiornati, man mano che
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EDITORIALE
LUCA ROSSI
Il dramma dei fallimenti
Nello scorso anno in Italia hanno cessato la loro attività in media due aziende ogni
ora. Un dato impressionante che testimonia la chiusura di 54 imprese ogni giorno.
Il 2013 ha fatto registrare ben 14.269 fallimenti su tutto il territorio nazionale, con
una crescita di ben 14 punti percentuali rispetto all’anno precedente e poco più che
raddoppiata (+54%) se raffrontata al 2009. Insomma, in soli cinque anni dalla mappa
nazionale sono sparite ben 59.570 imprese. Un trend drammatico costante lungo
tutto il quinquennio caratterizzato dalla
grave crisi economica mondiale, con il
picco massimo fatto segnare proprio
nell’ultimo trimestre del 2013 con
il nuovo record di 4.257 fallimenti
(+14% rispetto al quarto trimestre
2012 e +39% rispetto allo stesso
periodo del 2009).
Una inquadratura allarmante che
emerge dalla fotografia scattata da
Cribis D&S, la società del gruppo
bolognese Crif specializzata nella
business information nella sua
periodica ‘Analisi dei fallimenti in
Italia’. La drammaticità del quadro
diventa ancora più netta se andiamo
a indagare nel settore manifatturiero,
dove l’analisi conferma come la
crisi abbia falcidiato soprattutto
la metallurgia (621 fallimenti) e la
meccanica-elettronica (304). A livello territoriale è la Lombardia la regione d’Italia
in cui si registra il maggior numero di fallimenti nel 2013: 3.228 casi (pari al 22,6%
del totale nazionale) per un complessivo di 13.199 aziende chiuse dal 2009 a oggi.
Difficoltà della nostra economia confermate anche dall’andamento dei pagamenti
commerciali: lo scorso settembre oltre il 15% delle aziende italiane saldava ormai
con oltre 30 giorni di ritardo, un aumento del 150% rispetto al settembre 2012.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
9
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9
Editoriale
Il dramma dei fallimenti
L. Rossi
Scenari
38 Obiettivi ambiziosi
E. Castello
Il Gruppo Sick ha chiuso lo scorso anno
con un fatturato di 1 miliardo di euro.
Entro il 2020 vuole arrivare a 2 miliardi
di euro.
Inchiesta
22 Un grande impegno
per la formazione
D. Pascucci
Una raccolta di esperienze di alcune importanti società.
Scenari
32 Siemens Italia:
focus sul business
Luca Rossi
Siemens Italia archivia i risultati
dell’esercizio 2013 e consolida la
sua strategia.
G. Peloso
E’ stato presentato alla Triennale
di Milano ADI Design Index 2013.
Scenari
40 Rosso robot
DOSSIER
F. Astore
In Comau Robotics si lavora per fare
della tecnologia italiana un motivo di
orgoglio nel mondo.
Economia
28 Far girare le quattro ruote
T. Bosotti
‘L’industria autoveicolistica in Italia 2003-2012’, il rapporto di Anfia
pubblicato nel luglio 2013.
Scenari
48 Il design in un volume
INDUSTRIA NAUTICA
Economia
52 Acque difficili
A. Alessandri
La nautica italiana segnala un
2012 difficile, la contrazione si
è ridotta nel 2013. Nel 2014 dovrebbe esserci l’inversione di
tendenza.
Scenari
42 L’innovazione? Un’esperienza
multidisciplinare
G. Peloso
Le esperienze 3D diventano il mezzo
per immaginare e realizzare innovazioni
attraverso la ricerca delle informazioni.
Software
54 Gli artigiani dell’innovazione
Manifestazioni
46 Preparare il futuro
G. Peloso
Nuovamacut Live Solidworks 2014 si è
svolto a Bologna. Sono state illustrate
le novità della recente release del CAD
tridimensionale.
Scenari
36 Nuova sede per Comsol
Luca Rossi
Comsol inaugura la nuova e ampia
sede di Brescia.
G. Peloso
Gaffuri produce arredamenti per
imbarcazioni. L’azienda progetta
oggetti in legno utilizzando moderni software CAD/CAM.
SOMMARIO
PROGETTARE
N. 377 GENNAIO-FEBBRAIO
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40
48
22
38
28
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
11
Meccanica
72 Chiusure per automotive,
con stile
DOSSIER
INDUSTRIA NAUTICA
Software
58 Ottimizzazione idrodinamica
con risparmio
C. Ciortan
Con la CFD si è ottimizzata l’efficienza
delle carene delle navi.
Ricerca
62 Un mare di progetti
R. Dambra, S.Ricco, F.Valdenazzi
Nuove sfide nei settori tradizionali dell’idrodinamica e del rumore.
F. Astore
Southco propone ai costruttori di
autovetture soluzioni di elevata
qualità per la chiusura del vano
portaoggetti.
Software
74 Un CAD 3D gratuito
per progettare
F. Astore
RS Components propone DesignSpark Mechanical disponibile e scaricabile gratuitamente.
Ricerca
78 Nanotecnologie, il futuro è qui
Materiali
66 L’inossidabile alleato
dell’imbarcazione
C. Paronuzzi Ticco
Alcuni esempi permettono di orientarsi
nella scelta dell’acciaio inox.
Materiali
70 Sistemi di fissaggio per compositi
A. Sanua
I moderni sistemi di fissaggio, per materiali compositi, permettono un’elevata
affidabilità e sicurezza.
D. Narducci
L’impatto delle nanotecnologie sui
materiali per l’energia ha innescato
una rivoluzione industriale.
Automazione
86 Integrazione visioneautomazione
G. Peloso
B&R e Cognex, grazie a Powerlink,
hanno integrato le rispettive tecnologie in un’unica soluzione.
Automazione
88 Dimensioni giganti per la ‘talpa’
S. Origgi
Galbiati Group ha costruito un gruppo di erettori per conci per l’escavazione della metropolitana di
Copenhagen.
Rassegna Pompe
e motori idraulici
94 Quella spinta in più
a cura di S. Viviani
Dalle pompe a pistoni radiali a quelle
a ingranaggi, nella rassegna di Progettare di questo numero.
Automazione
82 Il senso del sensore
F. Astore
L’utilizzo di sensori e tecnologie di
misura sempre più innovative è in
costante crescita nei settori riguardanti la medicina.
RUBRICHE
14 Elenco inserzionisti
18-90 News
99 Contatti utili
SOMMARIO
PROGETTARE
N. 377 GENNAIO-FEBBRAIO
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progettare 377 •
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5
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GENNAIO /FEBBRAIO 2014
In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Roserio-Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi - ISSN1125-1549
N°377
Fare formazione
tra scuola e impresa
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DOSSIER
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INDUSTRIA NAUTICA
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
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NEWS
ITE Day, buona la prima
Si è conclusa con una buona affluenza di
pubblico la prima edizione di ITE Day 2013, la
mostra-convegno organizzata da Fiera Milano
Media con la collaborazione di Business
International dedicata al tema dell’efficienza
nei processi produttivi. Buono l’esordio dei
laboratori pomeridiani, dove il pubblico ha
potuto apprendere come utilizzare i prodotti
proposti dalle aziende, e che si è aggiunto alla
classica formula caratterizzata da sessione
plenaria e workshop aziendali.
Tutte le notizie sull’evento, le interviste
e i video realizzati in occasione della
manifestazione sono disponibili on-line (www.
automazione-plus.it/focus/ite-industrialtechnology-efficiency-day-2013/), mentre
gli atti dei convegni sono già scaricabili
dal sito della manifestazione (www.
mostreconvegno.it/efficiency/2013/). La
diretta Twitter si può riguardare su https://
twitter.com/search?q=iteday2013&src=typd.
Appuntamento il 26 giugno 2014 a Milano
per la prossima edizione.
Simulazione al Politecnico
di Milano
Ansys Italia e il Politecnico di
Milano hanno siglato un
accordo per la fornitura di
una piattaforma software
per analisi strutturale,
fluidodinamica, termica e
multifisica a disposizione
di studenti, docenti e
ricercatori in forza all’ateneo.
Da sempre all’avanguardia nella didattica
e nella ricerca, alcuni dipartimenti del
Politecnico di Milano si sono dotati da diversi
anni dei software di simulazione numerica
Ansys, tra i codici di analisi più diffusi a
livello industriale nel mondo, caratterizzato
da una completezza di strumenti unica e un
continuo aggiornamento tecnologico. Viste le
crescenti richieste da parte dei dipartimenti di
poter accedere al software, l’area servizi ICT
di ateneo ha raccolto tutte le esigenze interne
per collaborare con la filiale italiana di Ansys al
fine di realizzare un’installazione centralizzata
di licenze, usufruibili a richiesta da docenti,
ricercatori e studenti. Oltre alle licenze, Ansys
Italia garantisce supporto e formazione per il
personale tecnico del Politecnico di Milano.
16
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Fibra di carbonio per scarponi
Atomic, produttore austriaco di attrezzature per lo sport, ha sviluppato uno scarpone da sci
per competizione. Il materiale utilizzato per questo prodotto è Xecarb 6 C30 sviluppato dalla
vicentina Xenia. Si tratta di un composito a matrice
termoplastica a base di carbonio. Xenia si occupa di
ingegnerizzare materiali polimerici dalle alte prestazioni
per le più svariate applicazioni industriali. Xecarb 6
C30 presenta una straordinaria resistenza all’urto e
all’usura anche a basse temperature (-30 °C). Mesi
di ricerca e sperimentazione hanno permesso di
raggiungere un equilibrio fra rigidità e proprietà
elastiche. Rispetto a un materiale termoindurente,
Il materiale richiede un processo di
trasformazione meno complesso, meno costoso
e con ridotto impatto ambientale. Inoltre, ha
il vantaggio che può essere sovrastampato
tramite il processo a iniezione. Il suo
principale valore aggiunto, tuttavia, è
che permette di ottenere materiali dalle
caratteristiche fisico-chimiche modulabili.
Si tratta insomma di un composito
personalizzabile, a seconda che si vogliano
esaltare le proprietà del poliuretano
(elasticità e resistenza alle basse
temperature) o quelle del carbonio (rigidità).
Uscite a sblocco rapido
in cantiere
I sistemi di sblocco rapido Dzus, un marchio Southco, sono componenti
per la sicurezza degli operatori su veicoli da costruzione e di cantiere, che
permettono l’uscita di emergenza dalla cabina, condizione essenziale oltre
alle obbligatorie apparecchiature di sicurezza rinforzate a protezione della
cabina. L’impiego di chiusure a sblocco rapido consente in particolare
di poter utilizzare come
porta di fuga a ribalta
d’emergenza direttamente la porta d’uscita
della cabina, senza complicare la progettazione
ricavando altri pannelli,
riducendo così anche
supporto strutturale addizionale, peso e numero
di parti per installazione
e manovra della porta,
con minori costi. I sistemi Dzus offrono parti robuste, resistenti a vibrazioni
e corrosione, e accesso semplice e veloce. Ogni linea di questi sistemi è
dotata di gruppo di ricettacoli per innesto preciso e sicuro per un comodo
montaggio, offrendo anche caratteristiche di ergonomia ed estetica, con
opzioni di chiusura prigioniera, a protezione contro la perdita di hardware
o apparecchiature a seguito del distacco delle chiusure, e una vasta scelta
di tipi di teste.
PTC, un buon 2013
PTC ha illustrato alla stampa l’andamento
2013 del proprio giro d’affari, cresciuto del
5% rispetto all’anno precedente, secondo gli
obiettivi prefissati. Stefano Rinaldi, general
manager di PTC Italia (in foto), ha sottolineato alcuni aspetti di sviluppo strategico della
società di Needham. Innanzitutto il mercato
manifatturiero, in questi anni, ha subito una
vera e propria trasformazione sia per quanto riguarda i prodotti sia i mercati (globalizzati) di riferimento. Gli utilizzatori in
genere e i consumatori sottopongono i costruttori a continue
innovazioni dei propri prodotti, sempre più intelligenti, e servizi correlati. PTC si sta muovendo ormai dal 2009 in questa
direzione: offrire soluzioni software innovative sia per lo sviluppo prodotto sia per servizi e gestione dei dati. Ecco allora
che PTC propone un prodotto articolato e modulare secondo
le esigenze dell’utente. Si tratta di vere e proprie tecnologie
abilitanti per singoli processi e per settori dedicati quali per
esempio: l’automotive, il medicale, l’aerospazio, le macchine
utensili ecc. Soluzioni in grado di risolvere problematiche dal
progetto alla produzione, fino alla gestione del service e alla
personalizzazione dell’offerta, creando valore aggiunto anche
con l’integrazione delle nuove tecnologie il Web delle cose.
Che anno sarà allora il 2014 per PTC? L’azienda continua a
essere molto fiduciosa nelle proprie capacità di crescita a lungo termine; basate sulla forza del proprio canale, sui singoli
mercati e sull’espansione della gamma di soluzioni sviluppate
per far fronte alle richieste dei propri utilizzatori. Ciò si traduce
in un’aspettativa di crescita di circa l’8 -10%.
L’originale
go
mento
llata
el passo
Nuove trasmissioni in elettrico
Oerlikon Graziano ha presentato le ultime innovazioni nella propria famiglia
di trasmissioni ibride ed elettriche, per offrire ai clienti soluzioni integrate con
sistemi comprensivi di motore e trasmissione, oltre a innovative soluzioni multispeed che consentono un migliore dimensionamento del motore elettrico e
un utilizzo migliore delle batterie. Tra le novità esposte, la nuova trasmissione
multi-speed eDCT a quattro rapporti senza interruzione di coppia trasmessa,
che riduce peso del veicolo e dimensioni batteria, garantendo una cambiata
senza strappi e migliorando del 15% l’efficienza del veicolo, e transaxle, una
trasmissione a due rapporti senza interruzione di coppia, ideale per veicoli
commerciali leggeri per trasporti urbani
a ridotte emissioni
di Co2 e rumore. OG-Eco è invece una
trasmissione
ibrida con ‘torque infill’, ovvero
riempimento di coppia durante
il cambio di marcia grazie a
un gruppo a due marce che
collega la trasmissione principale
al motore elettrico, e combina
i vantaggi di una trasmissione
a doppia frizione DCT alla
compattezza, leggerezza ed efficienza
di una tradizionale soluzione AMT.
Viti per ogni applicazione
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Svizzera
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
17
mettiamo in moto. in tutto il mondo
Corbetta direttore
di Acimall
Dario Corbetta è stato nominato
nuovo direttore di Acimall,
l’associazione dei costruttori italiani
di tecnologie per la lavorazione
del legno, nel corso del consiglio
direttivo svoltosi il 5 dicembre scorso.
Il nuovo impegno del dirigente
milanese corona la sua lunga
attività nella associazione, dove arrivò nel 1991 dopo
le esperienze maturate in Ucimu-Sistemi per produrre
e nelle multinazionali Continental e 3M. Responsabile
della attività di promozione delle tecnologie per il legno
italiane nel mondo, Corbetta ha diretto l’Ufficio studi
della associazione e dal 2010 è il marketing manager di
Xylexpo, la biennale internazionale di cui l’associazione
italiana è organizzatrice.
CARRIERE
NEWS
Ad Automatica 2014 la
visione industriale
La visione industriale è una delle principali tecnologie
innovative nel settore dell’automazione. Hardware e software
con prestazioni crescenti, telecamere ad alta velocità, capacità
di calcolo più elevate, nuove interfacce e altri fattori stanno
aprendo nuovi ambiti applicativi all’automazione. Il salone
Automatica, dal 3 al 6 giugno 2014 a Monaco di Baviera,
presenta le ultime novità in materia di componenti e soluzioni
complete, con particolare attenzione agli impieghi industriali.
Maurizio Giuli
presidente Ucimac
Assofoodtec, l’Associazione italiana
costruttori macchine, impianti,
attrezzature per la produzione,
la lavorazione e la conservazione
alimentare, federata Anima ha
annunciato la nomina di Maurizio
Giuli a presidente di Ucimac, il
comparto dedicato ai costruttori di
macchine per caffè espresso e attrezzature per bar. Nato
nel 1968, Giuli si è laureato in Economia e Commercio
all’Università di Ancona. Ha svolto esperienze di studio
all’estero nel campo dell’internazionalizzazione delle
imprese, prima a Parigi e poi a Londra dove ha conseguito
il master science in International Business.
Catania guida Assinform
Elio Catania è stato eletto nuovo
presidente Assinform per il prossimo
quadriennio. Presentando il suo
programma di presidenza, ha
sottolineato come sia necessario un
salto di qualità e vera discontinuità
nell’uso dell’IT e nella cultura del
cambiamento per imprese, pa e
società, al fine di colmare il gap di
competitività che da troppi anni pesa sull’Italia. Catania
diventerà anche vice presidente di Confindustria Digitale.
Potenza per il settore navale
I quadri MT Power Xpert UX di Eaton hanno ottenuto certificazione per il settore navale, rispondendo alle esigenze
di applicazioni marine e off-shore superando con successo
i test effettuati da Lloyd Register, conseguendo la General
Design Appraisal (GDA). Il Power Xpert UX combina design
compatto ed elevata affidabilità: la costruzione robusta impiega il numero minimo di parti mobili, ed è stato progettato
per una vita elettrica minima di 30 anni. Impiega elementi di
sezionamento in ampolle in vuoto, combinando il funzionamento
privo di manutenzione al minimo impatto ambientale (SF6 free),
18
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Una parte consistente di attività automatizzate non sarebbe
di fatto possibile senza i sistemi di visione e l’elaborazione di
immagini. Dal classico controllo di qualità, all’alimentazione
automatica di pezzi, fino agli ‘occhi’ dei robot, i sistemi di
visione svolgono un ruolo fondamentale nelle applicazioni più
svariate. Non c’è da stupirsi, dunque, se il settore è avviato
a chiudere il 2013 con un nuovo record di fatturato. “Per il
2013 prevediamo un incremento del giro d’affari dell’industria
tedesca della visione industriale attorno al cinque per cento,
per un valore complessivo di 1,6 miliardi di euro. I motori della
crescita sono l’incremento della domanda dal Nord America e
dall’Asia e la ricerca di sempre maggiore efficienza e qualità da
parte delle imprese produttrici, alle quali la visione industriale
apre continuamente nuovi orizzonti applicativi,” afferma Patrick
Schwarzkopf, direttore della sezione Visione Industriale della
Vdma.
con isolamento in resina stampata per offrire maggiore sicurezza all’utente,
anche in condizioni operative impegnative. Tutte
le configurazioni della gamma di quadri
in media tensione Power Xpert UX offrono piena segregazione dei compartimenti
principali tramite partizioni metalliche collegate a terra, e sono equipaggiati con la
gamma più recente di interruttori di media
tensione in vuoto W-VACi. La versione Marine
è stata infine sottoposta a prolungati test addizionali quali prove al calore
umido, secco, al freddo, a inclinazione e vibrazione.
Turbine senza olio per la nave
Capstone Turbine ha annunciato il lancio in Italia,
attraverso il suo partner commerciale IBT Group,
dell’applicazione con turbina a gas oil-free per
l’industria navale, volta a fornire elettricità ed
ove serve calore e acqua calda, come gen-set
ausiliario, a battelli ad uso commerciale di
grande e media dimensione. Grazie alla tecnologia oil-free, brevetto internazionale della
società californiana che consente alle turbine
di girare senza alcun liquido lubrificante al loro
interno, sono molti i vantaggi che ne deriverebbero per
l’industria navale, tra cui quello di consentirne la sosta in porto con
emissioni near-zero. Un beneficio molto importante, considerato che le imbarcazioni non
possono più utilizzare combustibili a medio/alto tenore di zolfo in porto. Oltre ai benefici
ambientali, l’installazione del sistema Capstone permetterebbe anche un effettivo risparmio
in termini del non più necessario acquisto dei più costosi oli combustibili senza zolfo.
In vista di normative nautiche sempre più stringenti, la tecnologia a turbina a gas senza olio
diventerà cruciale negli anni a venire sia per le Autorità portuali sia per cantieri e diportisti.
Si calcola, per esempio, che una nave da crociera, che in porto consuma circa 3/4 MW di
potenza elettrica, con normali motori in porto abbia emissioni pari a 11,6 gr/kWh di NOx,
1,7 di SO2 e 750 gr/kwh di CO2. Con le turbine Capstone, invece, i NOx scenderebbero a
1,15 gr/kWh, gli SO2 addirittura a 0 e la CO a 1,8 gr kW/h (ben al di sotto del limite di 2,4 g/
kWh richiesto dall’IMO Tier III), il tutto senza alcun sistema catalitico aggiuntivo. Le turbine
senza olio di Capstone sono adatte per navi da crociera, traghetti, navi da carico, fino a
imbarcazioni da diporto oltre i 30 m.
Un robot italiano a Londra
Felix è un robot in grado di misurare in modo automatico le
condizioni dei deviatoi ferroviari, sviluppato dal Gruppo Loccioni in
collaborazione con RFI, è stato selezionato dall’European Rail Congress
2013 tra i finalisti della categoria Excellence in Safety and Security tra
i trecento candidati ai diciannove prestigiosi riconoscimenti in palio
per le migliori pratiche europee in ambito ferroviario. L’European
Rail Congress ha l’obiettivo di mettere in contatto tutto il network
ferroviario europeo parlando di efficienza, qualità, crescita, ambiente,
sicurezza e lavoro in Europa. Un’occasione di confronto su sfide e
opportunità. Felix porta flessibilità, modularità e oggettività nel mondo
della diagnostica ferroviaria: analizza automaticamente più scambi
in serie con tempi ridotti, ottimizza e mette in sicurezza il personale
ferroviario, utilizza il controllo a distanza con telecomando e palmare
di controllo, incrementa
l’efficienza economica e
del trasporto. Attualmente i
gestori delle reti ferroviarie
effettuano campagne di
misura a campione con
strumenti di rilievo manuali
o con carri diagnostici che
non possono essere utilizzati
per il controllo dei deviatoi.
Integrazione Eplan
Teamcenter
Eplan diventa
partner ufficiale
Siemens per
le soluzioni
PLM, per creare
un’interfaccia
che consenta
alla piattaforma
Teamcenter
di elaborare
i dati di
configurazione
per Eplan.
Maximilian Brandl, Eplan.
“L’integrazione
della piattaforma
Eplan in
ambiente
Teamcenter
- commenta
Maximilian
Brandi,
presidente cda
Eplan - apre
un ventaglio
di nuove
possibilità per la
Urban August, Siemens PLM.
nostra azienda,
nel crescente mercato delle
soluzioni PLM. I clienti di
entrambe le società trarranno
grande vantaggio dalla maggiore
coerenza”. Della stessa opinione
Urban August, senior vice
president e ad Siemens PLM
Software: “Questa integrazione
ottimizza la cooperazione
interdisciplinare per i nostri
utenti, potendo utilizzare
Teamcenter come piattaforma
coerente per tutti gli attori
all’interno del ciclo di vita del
prodotto”. Grazie al modulo
universale di integrazione nei
sistemi PLM sviluppato da Eplan,
la progettazione elettrica diventa
infatti parte integrante del
modello digitale del prodotto, e la
partnership aumenta la coerenza
e trasparenza dei dati durante lo
sviluppo prodotto, anche qualora
avvenga in più Paesi, offrendo
supporto completo ai reparti di
manutenzione.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
19
NEWS
Opportunità Indonesia
Ucimu ha partecipato alla missione Sistema
Italia in Indonesia, organizzata da Ice e
promossa dal ministero dello Sviluppo
Economico e dal ministero degli Affari Esteri
italiani, occasione per incontri b2b e seminari
specifici per il settore delle macchine
utensili, con la partecipazione di oltre 200
imprese locali: nel 2012, il Pil dell’Indonesia
è aumentato del 6,2%, continuando un trend
costante dal 2004, e l’industria del Paese
vive un momento di particolare vivacità,
con investimenti in crescita per adeguare
le proprie infrastrutture e una conseguente
domanda di sistemi di produzione atti a
sostenere lo sviluppo. Le esportazioni italiane
di macchine utensili nel 2012 sono cresciute
del 12,6% dal 2011, raggiungendo i 16
milioni di euro, e le tipologie di macchine più
richieste sono state rettificatrici (21,7% del
totale), trafilatrici (17,3%) e presse (16,1%):
numeri che posizionano l’Italia al settimo
posto tra i fornitori delle industrie locali, e che
rappresentano un’ottima opportunità per i
costruttori italiani per incrementare il presidio
dell’area, supportati da Ucimu nelle attività di
conoscenza e penetrazione del mercato.
Scissione in Timken
The Timken Company ha annunciato l’avvio del
piano per la scissione in due società indipendenti
quotate in borsa: la divisione acciaio diverrà una
società autonoma che produrrà acciaio lavorato,
con fatturato annuo di 1,7 miliardi di $ e forti
prospettive di margini di crescita, con sede in
Ohio e circa 3.000 dipendenti, sette impianti
di produzione, quattro magazzini e uffici di
vendita. La divisione cuscinetti e trasmissioni
di potenza The Timken Company avrà fatturato
annuo stimato in 3,4 miliardi di $, costituita
dai segmenti industria dei processi, industria
aerospaziale e mobilità, mirando a crescere sia
per espansione organica che per acquisizioni,
impiegando circa 17.000 dipendenti, con 35
impianti di produzione, 25 strutture di assistenza
e riparazione, quattro centri tecnologici e una
vasta rete globale di uffici vendita e magazzini.
L’attuale presidente e ceo di The Timken
Company James W. Griffith resterà nel ruolo
fino a completamento della scissione, previsto
entro i prossimi 12 mesi. Gli subentrerà quindi
Richard G. Kyle, mentre Ward J. Timken, Jr sarà
presidente e ceo della nuova società produttrice
di acciaio lavorato.
20
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Simulazione 3D per Pininfarina
La Piattaforma 3DExperience di Dassault Systèmes è stata scelta dalla prestigiosa
casa di design italiana Pininfarina per progettare e produrre una nuova concept
car dedicata all’indimenticabile, Sergio Pininfarina. L’applicativo Catia for creative
designers ha consentito a progettisti e ingegneri di lavorare facilitando lo scambio
di idee: i progettisti hanno potuto sperimentare diversi approcci e progetti fin dalle
fasi iniziali, grazie alla modellazione con creta virtuale e alle funzionalità di disegno
3D, trovando rapidamente forma e configurazione più adatte per la concept car
Sergio. Il modello virtuale è stato quindi arricchito con dettagli e superfici di Classe
A pronti per la produzione, generati con ICE Surf, mentre Catia Live Rendering ha
consentito di gestire le variazioni e visualizzare ogni alternativa progettuale in 3D.
Le feature di stile, con trame e colori, sono quindi state unite alle feature tecniche
sviluppate dagli ingegneri in un unico modello, lavorando di concerto e accelerando
il processo decisionale, realizzando in tempi molto stretti un design aerodinamico
e un’estetica innovativa.
Nuovo catalogo per la siderurgia
Mondial ha pubblicato un
nuovo catalogo dedicato al
settore siderurgico e delle
acciaierie, concepito come
strumento snello e di chiara
impaginazione per aiutare gli
addetti ai lavori a individuare
velocemente i prodotti Mondial
applicabili a questo specifico
settore. Il catalogo propone
una sintesi rapida e completa
dei prodotti dell’azienda dedicati alle diverse fasi del processo siderurgico, dalla gestione
della materia prima alla colata continua e fino alla finitura del prodotto in laminati, profili
e tubi, con un breve testo introduttivo che riassume le problematiche salienti di ogni fase.
Una descrizione dei diversi componenti, che nelle severe condizioni operative di settore
meglio rispondono ai criteri di maggiore tenuta nel tempo, affidabilità, resistenza alle alte
temperature, carichi elevati e posizionamenti disallineati, aiuta quindi il lettore a selezionare
il prodotto più adatto alle sue esigenze, per poterne quindi approfondire le caratteristiche
tecniche e applicative con i tecnici Mondial.
NEWS
VOLANO DI LAVORO
La ricaduta di Expo Milano 2015 sull’economia milanese: 102mila i posti di
lavoro che saranno attivati, 27mila nel
resto della Lombardia su un totale nazionale di 191mila. Fino al 2015 l’occupazione attivata dall’Esposizione
Universale riguarderà principalmente il
settore delle costruzioni e dell’industria,
nel corso dell’evento sarà la volta di turismo e servizi all’impresa e alla persona,
dopo l’evento saranno industria, servizi
alle imprese e commercio gli ambiti rilevanti a livello occupazionale. La maggior parte delle opportunità sarà nei sei
mesi della manifestazione e in quello
successivo. Sul territorio milanese la
produzione aggiuntiva sarà di 12,7 miliardi, su un totale nazionale di 23,6 e
lombardo di 15,8. Sarà di 6 miliardi il valore aggiunto milanese su 7,4 lombardi e 10
italiani. Con Expo Milano 2015 nasceranno 11mila nuove imprese in Italia, la metà
in Lombardia. È questo l’indotto economico dell’Esposizione Universale del 2015
a Milano e in Italia, tra il 2012 e il 2020, tra investimenti della società di gestione e
dei Paesi partecipanti (non considerando i progetti infrastrutturali), aumento dei
consumi, incoming turistico ed eredità economica che l’evento lascerà in termini
di nuove imprese create, valorizzazione del patrimonio immobiliare e accresciuta
attrattività turistica del territorio. Sono questi i risultati più rilevanti emersi da una
ricerca sull’impatto economico diretto e legacy dell’evento promosso dalla Camera
di commercio di Milano e dalla Società Expo 2015 e affidata a un team di analisti
economici coordinati da Alberto Dell’Acqua professore SDA Bocconi. Il progetto ha
portato alla realizzazione di un modello di stima economica dell’indotto dell’evento,
a partire dal 2012 e con proiezione fino all’anno 2020, che sarà messo a disposizione
del BIE per la valutazione economica dell’impatto delle Esposizioni Universali.
La produzione aggiuntiva che Expo Milano 2015 potrà generare tra il 2012 e il 2020
è stimata pari a 23,6 miliardi di euro, 15,8 miliardi di produzione aggiuntiva alla
Lombardia: di questi, 12,7 dovrebbero riguardare la sola provincia di Milano, mentre gli altri 3,1 miliardi dovrebbero distribuirsi sul resto della regione. Le restanti
regioni italiane dovrebbero quindi beneficiare di una
produzione aggiuntiva pari a circa 7,8 miliardi di euro
nell’intero periodo considerato. La distribuzione: su un
totale di 10 miliardi, 7,4 dovrebbero restare in Lombardia (5,9 nell’area milanese e 1,5 in altre province) e altri
2,7 miliardi in altre regioni. La distribuzione per periodo
del valore aggiunto è abbastanza simile: 1,7 miliardi tra
il 2012 e il 2014, 3,4 nel 2015 e circa 5 miliardi tra il 2016
e il 2020. Su un totale di 191mila unità di lavoro previste, 102.500 dovrebbero essere attivate in provincia di
Milano, 26.600 nel resto della regione e circa 62mila in
altre aree del Paese.
21
progettare 374 •
SETTEMBRE
2013
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
21
INCHIESTA
Un grande
impegno
per la
formazione
DANIELE PASCUCCI
Da molto tempo il confronto sulle soluzioni più
idonee per mettere a fattor comune conoscenza e
approfondimento fra scuola e imprese si svolge senza
trovare soluzioni complessive e adeguate. Le aziende
nel frattempo utilizzano propri strumenti specifici sia
nei riguardi degli studenti sia verso i neoassunti o, in
generale, verso i propri dipendenti. Abbiamo raccolto
qui le esperienze di alcune importanti società
22
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Il dibattito sulla necessità di avere un
corretto e proficuo rapporto fra enti
formativi/scuole e imprese sul terreno
della formazione finalizzata all’ingresso nel mondo produttivo va avanti da
diverso tempo. Spesso e volentieri
rimanendo però circoscritto al solo
piano teorico.
La formazione, in ogni caso, rappresenta un aspetto centrale nella vita di
un’impresa. Quindi per approfondire
queste tematiche abbiamo interpellato alcuni esponenti di importanti
aziende che si impegnano su questo
Da sempre la formazione è considerata in
Autodesk un aspetto fondamentale, dice
EMANUEL ARNABOLDi, country leader
Autodesk Italia, che sottolinea come la sua
azienda sia in prima linea da diversi anni
rispetto a questo tema, con un impegno
costante che si articola su più fronti. ‘’Collaboriamo e supportiamo scuole e istituzioni in
tutto il mondo - afferma - con offerte specifiche, programmi di apprendimento, training,
curriculum di sviluppo e risorse disponibili e
abbiamo anche un portale dedicato (www.
autodesk.com/education-emea)”.
campo raccogliendo le loro opinioni
e facendoci raccontare quali siano le
loro esperienze e con che risorse e
strumenti affrontano il problema.
Conoscere e far conoscere
La formazione è da sempre considerata in Autodesk un aspetto fondamentale, afferma Emanuel Arnaboldi,
country leader Autodesk Italia, che
sottolinea come la sua azienda sia in
prima linea da diversi anni rispetto a
questo tema, con un impegno costante
che si articola su più fronti. ‘’Collaboriamo e supportiamo scuole e istituzioni in tutto il mondo - dice - con offerte
specifiche, programmi di apprendimento, training, curriculum di sviluppo
e risorse disponibili e abbiamo anche
un portale dedicato (www.autodesk.
com/education-emea). L’Autodesk Education Community (www.autodesk.
com/edcomunity) rappresenta invece
l’impegno tangibile della nostra com-
I PROTAGONISTI
Foto Autodesk
‘’Abbiamo avviato da anni - spiega MATTEO
CERUTTI, marketing & key account manager
factory automation division - Mitsubishi Electric
Europe B.V. - una serie di attività formative in
collaborazione con scuole e atenei che hanno
risposto e rispondono molto positivamente e
con entusiasmo alle nostre proposte. Siamo
orgogliosi di poter dire che in tutti gli incontri ai
quali siamo stati presenti, abbiamo riscontrato
un interesse molto alto da parte degli studenti
che hanno interagito con noi in maniera attiva
e stimolante”.
“La vocazione di Lenze a porsi come azienda
vicino alle ‘solution to users’ porta il mondo
universitario ad avere un ruolo significativo
nella comunicazione, uscendo così dalle logiche
tradizionali per rispondere alle necessità del
mercato di incontrare soluzioni concrete afferma GIUSEPPE TESTA, sales director
di Lenze Italia - le università devono essere
sempre più vicine al mondo industriale, ma
le aziende devono essere ‘il motore’ di questa
collaborazione”.
Foto Pneumax
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
23
I PROTAGONISTI
“L’impegno delle aziende per formare le nuove
leve è un’opportunità per portare avanti una
visione di crescita personale e professionale
dei giovani, lo sviluppo del modello d’impresa
e l’arricchimento del territorio in cui essa opera afferma RENZO LIBENZI, general manager
Loccioni - ad esempio è indubbio che lavorando
bene fin dal periodo universitario si possono
risolvere alcune necessità legate all’occupazione
giovanile e creare eccellenze educative’’. (foto
Monaldi).
pagnia a supportare studenti e docenti
di tutto il mondo. Gli iscritti hanno
infatti la possibilità di scaricare gratuitamente diversi software Autodesk,
accedere a risorse di formazione di
alto livello, condividere i progetti con
i propri colleghi su scala mondiale e
visionare offerte di stage e lavoro in
campo architettonico, ingegneristico e
nelle arti digitali. Nel 2012 l’Autodesk
Education ha fornito l’accesso a 66
milioni di studenti e insegnanti per più
di 176mila scuole in tutto il mondo”.
Teoria e pratica
Matteo Cerutti, marketing & key account manager factory automation
division - Mitsubishi Electric Europe
B.V. - sottolinea come, nell’esperienza della sua azienda, l’approccio alla
formazione non sia solo di teoria ma
anche pratica. ‘’Abbiamo avviato da
anni - spiega - una serie di attività
formative in collaborazione con scuole
e atenei che hanno risposto e rispondono molto positivamente e con entusiasmo alle nostre proposte. Siamo
orgogliosi di poter dire che in tutti gli
incontri ai quali siamo stati presenti, abbiamo riscontrato un interesse
molto alto da parte degli studenti che
hanno interagito con noi in maniera
attiva e stimolante.
Questo dimostra un bisogno reale e
concreto di contatto con la realtà del
mondo del lavoro che ci conferma
24
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
ancora di più l’importanza di continuare questo percorso formativo e
informativo che continueremo anche
nel 2014. Siamo, infatti, sempre più
convinti che sia fondamentale l’applicazione concreta dei concetti appresi
nello studio delle varie discipline tecniche attraverso il coinvolgimento di
aziende come la nostra che possono
offrire sia prodotti e soluzioni sia corsi
di formazione”.
Per mettere a fuoco il problema, Giuseppe Testa, sales director di Lenze
Italia, ricorre ad alcune interessanti
citazioni: “Enrico Letta, il nostro presidente del consiglio, parla di ‘un incubo
nazionale, ma anche una grande sfida
europea’, per definire il fenomeno della disoccupazione giovanile contro cui
i governi dell’Unione Europea hanno
tutti più o meno fallito dall’inizio della crisi. E ancora - prosegue citando
Testa - ‘sappiamo fin troppo bene
che il destino dell’Europa si decide in
base alle prospettive che offriamo ai
giovani’: questa frase è della cancelliera tedesca Angela Merkel. E faccio
una terza e ultima citazione che è la
seguente: ’Sei milioni di disoccupati
in Europa sono troppi, dobbiamo garantire una mobilitazione all’altezza
della scommessa’, in questo caso si
tratta del presidente francese Francois Hollande, che ha recentemente
ospitato all’Eliseo il secondo vertice
europeo per l’occupazione giovanile.
CLAUDIO TADINI, responsabile ricerca e
sviluppo elettronica Pneumax e LUCIANO
ZAGHIS, responsabile area didattica Pneumax
(in foto con gli occhiali), parlano di un’azienda
tesa a rafforzare il rapporto con la scuola che,
sempre più spesso, richiede una presenza diretta di personale aziendale capace di trasmettere
agli studenti le esperienze e le problematiche
del mondo del lavoro. Coinvolgere le aziende
nella scelta del percorso formativo è diventata
un’urgenza.
Questi i problemi più gravi che la
nostra società si trova ad affrontare e
le cui soluzioni si concretizzano solamente se centri di studio e università
trovano il modo di unire le forze nella
collaborazione con le aziende. Il nostro
Paese sta perdendo non solo talenti,
ma anche importanti centri produttivi
e di progettazione perché altrove la
sinergia tra azienda e mondo della
formazione funziona’’.
Creare lavoro
Per Renzo Libenzi, general manager
Loccioni: “Lo scopo più alto da perseguire per chi decide di fare l’imprenditore è creare lavoro. Se al centro
dell’attenzione si mettono il lavoro,
il mercato e soprattutto le persone,
l’impresa diventa bene comune e patrimonio della collettività. In questo
modello d’impresa i giovani sono una
risorsa di entusiasmo e di conoscenza
sulla quale investire. L’impegno delle
aziende per formare le nuove leve
è un’opportunità per portare avanti
questa visione: la crescita personale e
professionale dei giovani, lo sviluppo
del modello d’impresa e l’arricchimento del territorio in cui essa opera.
Ad esempio è indubbio che lavorando
bene fin dal periodo universitario si
possono risolvere alcune necessità legate all’occupazione giovanile e creare
eccellenze educative’’.
Secondo Claudio Tadini, responsa-
Foto Mitsubishi
Foto Lenze
bile ricerca e sviluppo elettronica
Pneumax, la possibilità di entrare
nel mondo del lavoro, non solo in
quello strettamente produttivo, è da
sempre legata alla capacità di poter svolgere una particolare attività.
“Questa capacità - spiega Tadini - che
può essere condensata nel concetto
di ‘saper fare’, è la base per la valutazione di qualsiasi candidato. La
situazione odierna vede delle persone con titoli di studio professionali
o professionalizzanti che non sono
per nulla autonome nello svolgere
una particolare attività. A questo si
aggiunge la formazione scolastica
riferita a tecnologie, metodologie e
processi datati, non attuali. Secondo
noi questo è sintomo della distanza
tra scuola e mondo del lavoro. Gli
strumenti per risolvere almeno in
parte questa situazione sono princi-
palmente tre: coinvolgere le aziende
nella scelta del percorso formativo
(in modo da focalizzare l’attenzione
sulle attività più diffuse e più recenti);
prevedere attività di stage in azienda
(in modo da poter fornire le competenze specifiche durante il periodo
di studio); introdurre lo studio delle
normative tecniche più recenti (in
modo da essere aggiornati)’’.
Sviluppare le competenze
Nonostante la situazione, come abbiamo visto fin qui, sia aperta e problematica è evidente che le aziende
devono in ogni caso avere degli strumenti che permettano loro di fare
formazione, aldilà di quella che può
essere l’offerta del sistema scolastico.
In questa seconda parte dell’articolo,
abbiamo chiesto ai nostri interlocutori di raccontarci quali strumenti le
rispettive imprese abbiano messo
in campo per affrontare il discorso
formativo.
“La formazione e lo sviluppo del
dipendente all’interno della nostra
azienda fa parte di un processo continuativo che prevede dei check point
annuali, le cosiddette ‘performance
review’, attraverso le quali vengono
valutati i risultati, le competenze e le
aree di miglioramento del dipendente
- dice Emanuel Arnaboldi - alle varie
fasi di valutazione si arriva dopo un
percorso personale continuativo che
ogni dipendente gestisce attraverso un portale interno dedicato alla
formazione, denominato Autodesk
employee learning central (ELC). Ogni dipendente insieme col proprio
manager definisce un piano di sviluppo basato su un curriculum di
training predefiniti e non. Sul portale
è possibile trovare l’indicazione dei
training obbligatori o facoltativi che
si differenziano anche sulla base degli anni di lavoro raggiunti in Autodesk e sulle competenze specifiche
che si desidera sviluppare. Alcuni
training sono on-line on demand,
altri si svolgono in classi virtuali e
altri in classi fisiche. Abbiamo inoltre
un sito interno dal quale possiamo
accedere on-line a training erogati
da Harvard Manage Mentor (http://
www.harvardbusiness.org/harvardmanagementor )”.
L’esperienza di Mitsubishi Electric
nelle parole di Matteo Cerutti:”Da
anni affrontiamo il tema formazione con grande impegno attraverso
un programma intenso e articolato
rivolto da un lato ai clienti, dall’altro
agli atenei italiani con lo scopo di
contribuire fortemente allo sviluppo
di una proficua relazione tra il mondo
del lavoro e quello della formazione.
Per noi è di fondamentale importanza
trasferire informazioni complete e
dettagliate per consentirne un utilizzo
appropriato a tutti i livelli. Per quanto
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
25
INCHIESTA
Foto Loccioni
riguarda la formazione all’esterno, da
diversi mesi abbiamo iniziato un percorso di incontri sia in collaborazione
con Anipla (Associazione italiana di
automazione) sia con istituti tecnici
e università sul territorio nazionale,
come il Politecnico di Milano, al fine
di avvicinare i giovani diplomandi e
laureandi al mondo dell’automazione
industriale. Sempre con il Politecnico
(‘Career Service’) organizziamo anche
eventi di employer branding dedicati
ai futuri laureati per aiutarli a meglio
orientare le proprie scelte sia durante
gli studi sia nella fase di ingresso nel
mondo del lavoro”.
Integrazione dei giovani
Giuseppe Testa spiega come formazione e integrazione dei giovani
siano due temi molto cari alla sua
società: “In questa direzione vanno
collocate le iniziative che Lenze Italia
ha sviluppato assieme ai clienti e
alle università. Durante queste esperienze abbiamo maturato le seguenti
riflessioni: tasselli complementari
dello sviluppo nel mondo dell’automazione industriale sono la ricerca
e l’innovazione, nel cui ambito il
mondo accademico gioca un ruolo
fondamentale. La vocazione di Lenze
Italia a porsi come azienda vicino alle ‘solution to users’ porta il mondo
universitario ad avere un ruolo significativo nella comunicazione, uscen-
26
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
do così dalle logiche tradizionali per
rispondere alle necessità del mercato di incontrare soluzioni concrete.
Le università devono essere sempre
più vicine al mondo industriale, ma
le aziende devono essere ‘il motore’
di questa collaborazione’’.
Secondo Luciano Zaghis, responsabile area didattica Pneumax, le esperienze di questi ultimi anni hanno indotto
la sua azienda a rafforzare il rapporto
con il mondo della scuola che, sempre
più spesso, richiede una presenza diretta di personale aziendale capace di
trasmettere agli studenti le esperienze
e le problematiche del mondo del lavoro. “Le risorse che l’azienda mette sul
piatto per questo tipo di attività - aggiunge Zaghis - sono sostanzialmente
il proprio personale con il know-how e
le attrezzature che di volta in volta vengono ritenute necessari per ottenere lo
scopo. Ci aspettiamo, come azienda,
che la scuola autonomamente riesca
a dare una buona cultura di base in
modo che gli interventi dell’impresa,
in proprio o negli istituti, facilitino il
processo di specializzazione teorico
e pratico. Sappiamo perfettamente
quali sono le risorse che la scuola ha
a disposizione ed è per questo motivo che offriamo le nostre prestazioni
senza alcun compenso”.
Opportunità formative
Come esempio di intervento della
propria azienda sul tema, Renzo
Libenzi illustra il progetto Grow
On Loccioni (GOL). “Il progetto
GOL - spiega - nasce all’interno del
laboratorio di ‘business marketing’,
creato nel 2005 per volontà di Gian
Luca Gregori, preside della facoltà di
Economia dell’Università Politecnica
delle Marche e dal Gruppo Loccioni
per offrire agli studenti nuove opportunità formative come project
work, corsi di studio sul marketing
B2B, progetti di tesi e dottorati di
ricerca. L’ultima edizione coinvolge
venti studenti selezionati da università e impresa e si divide in tre macro
attività: formazione, project work e
coaching individuale. I partecipanti
sono coinvolti in cinque incontri formativi con responsabili dell’impresa,
consulenti e professionisti su tematiche che spaziano dalla formazione
manageriale al project management
sino alla progettazione e alla business innovation. Il project work
invece, vede gli studenti divisi in
due gruppi, uno composto dai laureandi in Economia, Scienze Agrarie
e Scienze della Vita e dell’Ambiente
per lo sviluppo del business plan di
LOV, il progetto Loccioni dedicato
alla valorizzazione del territorio,
mentre l’altro gruppo con i laureandi di Ingegneria si impegna nella
realizzazione di un progetto di supporto alla ricerca e sviluppo”.
502&20$8LQGG
ECONOMIA
Far girare
le quattro
ruote
TONY BOSOTTI
Nell’ultimo studio pubblicato da Anfia,
ria
Associazione nazionale filiera industria
automobilistica, dedicato all‘industria
on
autoveicolistica in Italia si descrive con
re
e
il crudo linguaggio delle cifre un settore
he
e
importantissimo per il nostro Paese che
isi.. I
purtroppo attraversa un periodo di crisi.
o da
a
dati fanno riflettere e indicano il punto
cui ripartire
L’ultimo rapporto disponibile dedicato all’industria autoveicolistica
in Italia, pubblicato da Anfia (e da
noi qui riprodotto sotto forma di
ampi stralci) traccia un interessante quadro del mercato automobilistico italiano.
La produzione media di autoveicoli
completi e autotelai risulta ridimensionata del 46,6% nel decennio 2003-2012, rispetto alla media
del decennio precedente. La crisi
economica e il conseguente calo
dei consumi, in particolare di beni
durevoli quali l’automobile, sia
in Italia sia in Europa, ne hanno
accentuato la contrazione a partire
dal 2008. Nel decennio 1993-2002,
la produzione registrava già una
contrazione del 18%, mentre risultava in crescita del 12% negli
anni Ottanta. Oltre la metà dei
veicoli prodotti in Italia è destinata
all’estero, soprattutto verso i Paesi
Europei.
Uno sguardo all’Europa
L’evoluzione della produzione industriale tra i maggiori Paesi produttori europei ha avuto un trend
molto diverso. In Germania e in
Spagna a fronte di una nuova vettura immatricolata si producono
rispettivamente 1,75 e 2,20 auto. In
Francia e nel Regno Unito invece il
rapporto è di una vettura immatricolata e rispettivamente 0,89 e 0,72
prodotte. In Italia si produce solo
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GENNAIO/FEBBRAIO
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il 28% delle vetture immatricolate.
Nonostante il ridimensionamento
dell’industria domestica degli autoveicoli, reso ancora più evidente
dal confronto con Germania e in
particolare con il Regno Unito,
che ha saputo attrarre costruttori
esteri e fronteggiare il pericolo di
veder scomparire la propria industria, in Italia le aziende della componentistica hanno fatto leva sui
fattori di competitività, dirottando una parte crescente delle loro
produzioni alle commesse estere.
Il comparto rappresenta da più di
vent’anni una realtà positiva della
bilancia commerciale, dal 2004 al
2008 sopra i 6 miliardi di euro
all’anno, mentre nel 2009 questo
valore è sceso a poco meno di 4
miliardi, riportandosi ai livelli del
1995. Nel 2010 il saldo positivo ha
raggiunto i 5,7 mld di euro e nel
2011, grazie all’ottimo andamento
dell’export, ha toccato i 7,3 mld di
euro (+25,9% sul 2010). Nel 2012
il valore delle esportazioni di componenti per autoveicoli è stato di
18,1 mld di euro, in calo del 5,3%
rispetto all’anno precedente, ma
il saldo rimane attivo e pari a 7,5
mld di euro, grazie alla flessione
delle importazioni del 10%.
Il calo della domanda di auto in Italia e in Europa ha determinato una
sovra-capacità produttiva, stimata
attorno al 30%. La Commissione
Europea ha presentato il piano d’azione ‘Cars 2020’ volto a rafforzare
la competitività e la sostenibilità
dell’industria autoveicolistica nella
prospettiva del 2020. Il piano si basa su quattro linee d’azione: più innovazione; un quadro europeo per
la competitività; migliore accesso
al mercato globale; formazione e
gestione delle ristrutturazioni.
Meno consumi, meno volumi
Dal 2007, anno record delle vendi-
te con circa 2,5 milioni di vetture
nuove, il mercato ha subìto una
costante contrazione dei volumi,
fino ad arrivare a 1,4 milioni di
registrazioni nel 2012 (sui livelli
di 30 anni fa). Rispetto al 2007, la
perdita ammonta a circa 1,1 mln di
vetture (-44%), con riflessi pesantissimi sulla produzione industriale
e sull’occupazione.
L’aumento dei prezzi dei carburanti
e il calo generalizzato dei consumi,
incluso quelli di benzina e gasolio, hanno spinto gli acquirenti
verso modelli ad alimentazione
alternativa, le cui vendite sono
passate dal 5,6% di quota del 2011
al 13,5% del 2012, con una crescita del 92% rispetto all’analogo
periodo del 2011, pari a 189 mila
vetture. In particolare le vetture a
GPL e a metano hanno conquistato
rispettivamente il 9,1% e il 3,8%
del mercato. Le vetture a metano
potrebbero avere più mercato, ma
sono penalizzate rispetto a quelle
a GPL, da una rete distributiva
insufficiente e localizzata principalmente in alcune regioni del Centro
Italia. Le vetture ibride rappresentano appena lo 0,5% del mercato.
Il mercato delle autovetture diesel
rappresenta il 53,1% del totale delle nuove registrazioni, con oltre
745mila unità.
Il 46% delle nuove vetture immatricolate ha una cilindrata compresa
tra 1.100-1.400 cm 3, di queste circa
il 51% sono alimentate a benzina,
il 26% e diesel , il 16% a GPL e il
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GENNAIO/FEBBRAIO
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ECONOMIA
7% a metano. Il 21% del mercato
autovetture ha cilindrata compresa
tra 1.401-1.600 cm 3, di queste l’81%
sono a gasolio, l’11% a benzina, il
5,6% a GPL, l’1,2% a metano. Il 19%
del mercato ha cilindrata compresa
tra 1.601-2.000 cm3, il 94% delle
vetture è diesel. Le vetture con cilindrata superiore a 3.000 cm3 sono
appena lo 0,3% del mercato, di cui
il 72% alimentate a benzina. Infine
le auto con cilindrata fino a 1.100
cm 3 rappresentano l’8% di tutto
il mercato, così ripartite: l’87% a
benzina, il 9% ad alimentazione
alternativa e il 4% diesel.
Il Bel Paese inquina meno
Le emissioni medie di CO 2 attribuibili alle automobili immatricolate
in Italia nel 2012 sono tra le più
basse d’Europa e - assieme a Belgio, Danimarca, Francia, Grecia,
Irlanda, Malta, Olanda, Portogallo
e Spagna - si trovano già al di sotto
dei limiti fissati dalla Commissione
Europea per il 2015. L’Italia ha ottenuto un risultato migliore di Paesi
ritenuti molto più ‘eco-responsabili’ (come Belgio, Svezia, Austria,
Lussemburgo e Finlandia) e ha
largamente distaccato, in questa
classifica delle nazioni ‘virtuose’,
la Germania, che ha una media di
emissioni di CO 2 ben più alta (141,5
g/km) rispetto a quella italiana, pari
a 126,2 g/km. Francia e Italia hanno
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
registrato la media di emissioni
più bassa in Europa, seguite da
Spagna e Gran Bretagna. Diversi
fattori influenzano il risultato, tra
questi il peso dell’auto (l’Italia si
colloca al 4° posto con 1.311 kg),
la potenza dei motori (l’Italia si
colloca al 2° posto con 77 kw pari
a 103 CV), la diffusione di auto con
alimentazione a GPL e metano.
Cresce il noleggio
Calano le immatricolazioni di auto
ai privati sia in termini di volumi
sia di quota, mentre il mercato
delle immatricolazioni noleggio e
società, dopo il calo registrato nel
2009, ha recuperato nel biennio
2010-2011. Nel 2012, grazie al calo
più contenuto rispetto al resto del
mercato, il noleggio (sia a breve sia
a lungo termine) ha visto crescere
la propria incidenza sul mercato
nazionale delle auto nuove alla
quota record del 18%.
Le vetture intestate a società perdono invece il 16% del mercato e
raggiungono la quota del 16,6%
(0,7 punti in più rispetto al 2011).
Pesa per tutto il comparto la sfavorevole fiscalità rispetto agli altri Paesi europei. In Italia la deducibilità
è stata ridotta in pochi mesi (prima
dalla ‘legge Fornero’ e poi dalla
legge di stabilità 2013) dal 40% al
20%, mentre in ambito UE arriva
fino al 100%. Inoltre, le soglie di
deducibilità per le auto utilizzate
da imprese e professionisti sono
ferme addirittura al 1997, non essendo mai state rivalutate secondo
gli indici Istat come, invece, previsto. Anche l’Iva è detraibile solo
al 40%, mentre nei principali Paesi
UE la detraibilità arriva al 100%.
Per queste ragioni, l’incidenza delle auto aziendali in Italia è molto
più bassa che in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Sono
Panda e Cinquecento le auto più
noleggiate in Italia. La prima è
l’auto regina delle flotte aziendali
noleggiate a lungo termine. La seconda è la più amata nel noleggio
a breve termine, il rent-a-car.
Il parco veicoli
Gli anni con il numero maggiore
di radiazioni di autovetture, grazie
agli ecoincentivi, sono stati il 2007
(2,2 milioni) e il 2009 (1,95 milioni).
Secondo le analisi di ACI, nel 2012
l’età mediana delle autovetture
radiate secondo l’anno di prima
immatricolazione è di 13 anni e 5
mesi; per quelle a benzina è di 15
anni, per quelle a gasolio di 9 anni
e 10 mesi, per le auto con doppia
alimentazione benzina-GPL 15 anni
e 11 mesi, per quelle benzinametano 15 anni e 7 mesi. Si può,
quindi, ipotizzare che tali valori
rappresentino la speranza di vita
di ogni autovettura.
Nel 2012 il mercato dei veicoli commerciali leggeri ha subìto una forte
contrazione, attestandosi a circa
117 mila unità, con una perdita pari
a un terzo dei volumi del 2011 (32%). Rispetto al 2007 (anno record
di vendite) la contrazione è del 52%.
Nel settore degli autocarri, i dati
sono altrettanto negativi: dopo la
breve ripresa del 2010 e del primo
semestre 2011, molto più contenuta che nel resto d’Europa, la
domanda è tornata a scendere a
tassi sempre più marcati, aggravandosi nel 2012. Nel 2012 sono
stati rilasciati 13.741 libretti di
circolazione (-29% sul 2011), di
questi 9.919 (-28,5%) riguardano
gli autocarri con peso totale a terra
maggiore di 16t.
La riduzione dei volumi di vendita
delle autovetture ha determinato
una costante diminuzione del tasso
di sostituzione (dal 6,3% del 2007
al 3,9% del 2012), causando un
progressivo invecchiamento del
parco circolante auto, che a fine
2012 per la prima volta è sceso a
37.078.274 (35.000 vetture in meno
rispetto al 2011). Questa inversione di tendenza - non preoccupante
in sé, ma in quanto accompagnata
dalla mancata sostituzione delle
vetture rottamate o radiate, con
conseguente invecchiamento del
parco circolante - rischia di consolidarsi, visto che le previsioni 2013
stimano ancora un mercato in flessione rispetto a quello dell’anno
precedente (dal 7 al 10% in meno).
La vita media di un’auto è aumentata per la rinuncia o il rinvio
dell’acquisto/sostituzione dell’auto per scelta o necessità. L’utilizzo
più moderato del mezzo (calo della
percorrenza media) ha determinato anche un ‘allungamento della
vita tecnica dell’auto’. Negli anni
2000, 2001, 2002 sono state immatricolate complessivamente oltre
7,1 milioni di auto, pari a una
media d’anno di 2,37 milioni di
vetture, pertanto ‘potenzialmente’
si tratta di mezzi con 10-13 anni
di vita che potrebbero/dovrebbero
essere sostituiti nel breve termine.
Un invecchiamento progressivo
del parco ha conseguenze negative
in termini ambientali e di sicurezza.
A questo si aggiungono l’elevata
pressione fiscale generale e sulla
motorizzazione, che pesano enormemente sulla capacità di spesa
dei cittadini in termini di acquisto
e di mantenimento della autovettura, considerando anche che l’offerta di trasporto pubblico non è in
grado di soddisfare sia la domanda
sia la qualità del servizio in modo
omogeneo su tutto il territorio.
Trasporto merci
A fine 2012 il parco circolante in
Italia destinato al trasporto merci
rappresenta il 10% del totale parco (49 milioni di veicoli) con oltre
4 milioni di autocarri, più di 100
mila rimorchi, circa 250 mila semirimorchi e quasi 160 mila trattori
stradali/motrici.
Molti dei mezzi che circolano sulle
strade sono ormai obsoleti. Sulla
base dei dati a fine 2011, il 43%
degli autocarri leggeri merci rientra nelle normative precedenti a
euro 3, il 70% ante euro 4. Nel caso
degli autocarri pesanti, con peso
superiore a 3,5 t, tali percentuali
risultano più elevate rispettivamente pari a 76% e 92%.
A fine 2011 l’anzianità media del
parco, valutata in termini di età
mediana delle distribuzioni, è pari
a 9 anni e 4 mesi per gli autocarri
inferiori a 3,5 t, mentre per quelli
superiori a 3,5 t risulta di 19 anni
e 7 mesi. Il 73% degli autocarri
leggeri e il 45% di quelli pesanti ha un’età superiore a 10 anni.
Ancora più obsoleti semirimorchi
e rimorchi, rispettivamente con
un’anzianità pari a 10 anni e 10 mesi gli uni e superiore a 20 gli altri.
Leggermente inferiore è l’anzianità
media dei trattori stradali, pari a 7
anni e 7 mesi. Uno svecchiamento
del parco veicoli consentirebbe un
incremento dei livelli di sicurezza
attiva e passiva, grazie ai dispositivi che ormai la tecnologia ha
messo a disposizione.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
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SCENARI
Siemens Italia:
focus sul business
LUCA ROSSI
Siemens Italia archivia i risultati dell’esercizio 2013 e consolida la
sua strategia legata alla ‘digital transformation’. Ordinato positivo
trascinato dalle reti intelligenti, dal service sulle turbine delle centrali
di energia e dal segmento metal. Siemens Italia si conferma al 7°
posto nella geografia globale per giro d’affari. Parola di Federico Golla,
amministratore delegato di Siemens Italia
“L’obiettivo di Siemens per i prossimi anni è focalizzare ulteriormente
il portafoglio e migliorare la performance di tutti i nostri settori di
business. Nel mondo come in Italia”. Federico Golla, amministratore
delegato di Siemens Italia traccia le
linee di sviluppo. Tre sono i driver
di questa rifocalizzazione orientata
alla ‘digital transformation’: elettrificazione, digitalizzazione e automazione. “I dati sono l’oro del 21mo
secolo. Comprendere come usarli al
meglio e trasformarli in valore economico rappresenta quindi un fattore di successo per i nostri clienti, per
la società e per l’economia - indica
l’amministratore delegato -. E Siemens ha la visione e le competenze
necessarie per dare risposte efficaci
a queste esigenze. Nel frattempo, tuttavia, non distogliamo l’attenzione
dai processi, dove la parola d’ordine
è snellimento, per essere più vicini
ai nostri clienti e aumentare la competitività”. In Italia Siemens archivia
l’esercizio fiscale 2013, chiuso il 30
settembre, con un fatturato di 1.907
milioni di euro (in flessione rispetto
allo scorso anno) e ordinativi per
2.018 milioni di euro (+1%). In un
contesto difficile, si evidenzia una
contrazione del volume di business,
ma con il segnale positivo proveniente dall’ordinato.
La ricerca e lo sviluppo
Anche questo esercizio fiscale è stato
caratterizzato dal lavoro ininterrot-
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
to dei centri di competenza e R&S
nazionali. La sede di Marnate, in
provincia di Varese, ha ulteriormente
sviluppato la propria expertise per
quanto riguarda i laminatoi a caldo nell’ambito dell’industria dell’acciaio
- grazie a un team di 200 persone che
copre l’intera filiera, dalla vendita al
service e che opera a livello internazionale. Passate le Alpi marittime, a
Genova - sede del centro software
mondiale del Manufacturing Operation Management (MOM) con oltre
400 ricercatori dedicati allo sviluppo
dei software IT industriali - l’azienda
ha proseguito la sua attività anche
in collaborazione con l’Università
locale.
Mentre dal primo ottobre Milano
è diventata la capitale mondiale di
Siemens per quanto riguarda mobilità e smart grid. Grazie ai suoi 160
tra tecnici, sviluppatori e ingegneri,
questo centro di competenza ha integrato nel portafoglio internazionale la piattaforma per la mobilità
elettrica (E-Car Operation Center)
sviluppata in Italia.
Questi stessi temi, dal software industriale all’energia, sono stati al centro
di importanti progetti di ricerca. Con
Fondazione Politecnico di Milano,
per esempio, Siemens ha sviluppato nel corso del 2013 nuovi ambiti
di collaborazione. Sul fronte dell’energia l’attenzione si è concentrata
sull’analisi e il monitoraggio delle
performance di centrali di energia esistenti, mentre in ambito Healthcare
L’Acquedotto Pugliese ha implementato le soluzioni Siemens Italia.
il focus è stato rivolto sull’e-business
nei processi aziendali. Sono anche
partiti due filoni di ricerca nel settore metallurgico, che hanno avuto
come oggetto di studio il processo
di laminazione dell’acciaio. È proseguita inoltre la partecipazione agli
osservatori dedicati a ‘Smart Grid’,
‘IoT- Internet of Things’ ed ‘efficienza energetica’, mentre nell’obiettivo
sono rientrate pure le Smart Grid, sia
per quanto riguarda l’integrazione
nella rete delle rinnovabili sia per
i sistemi di distribuzione dei flussi
di energia.
Due parole anche sul progetto ‘Smart
Manufactory 2020’, guidato da Siemens e supportato da Fondazione
del Politecnico, che si occupa delle
performance delle imprese italiane e
della complessità dei sistemi produttivi coinvolti. L’obiettivo è tradurre
in realtà l’idea della nuova fabbrica
del futuro intesa come un sistema
informativo integrato e olistico.
Digital transformation
È dello scorso ottobre l’annuncio
di un nuovo set-up territoriale che
punta a rafforzare ulteriormente lo
sviluppo del business a livello locale,
favorendo una maggiore prossimità
con i clienti. A tale scopo 30 Paesi
- chiamati lead countries - i più rilevanti per Siemens in base a volume
di business e prospettive di crescita,
riporteranno direttamente a quattro
membri del Board della Casa ma-
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
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33
SCENARI
dre. Nell’ambito di questi Paesi, che
contano per oltre l’85% del fatturato
della società, l’Italia si conferma al
settimo posto.
Il nuovo approccio organizzativo è
funzionale al già accennato orientamento strategico basato sulla trasformazione digitale. Siemens, da
qualche tempo, sta percorrendo questa strada attraverso investimenti e
acquisizioni mirate. “La trasformazione digitale permea ogni aspetto
del vivere quotidiano e delle attività
di business, manifestandosi sotto
forma di connettività illimitata, di penetrazione di dispositivi intelligenti
fino ad arrivare alla convergenza di
sistemi IT”, aggiunge Golla. Il trend,
inarrestabile, porterà nei prossimi
anni a uno scenario caratterizzato
da automazione sempre più spinta e
intelligente, robotica, biotecnologie,
processi di business integrati, web
semantico, social network, e così via.
“L’intelligenza applicata all’hardware giocherà un ruolo cruciale - continua -: le soluzioni per la rete elettrica
smart sono un chiaro esempio di
cosa significa per noi evoluzione
digitale del portafoglio prodotti”. I
progressi realizzati nel campo delle
telecomunicazioni, dell’elettronica
e dell’automazione offrono inoltre
la possibilità di progettare e ideare
scenari per risolvere le grandi sfide
della sostenibilità.
Tra gli ambiti applicativi Siemens rivolge grande attenzione alla ‘fabbrica intelligente’, cui il Miur ha dedicato uno dei nove Cluster Tecnologici
Nazionali al quale abbiamo già fatto
riferimento parlando del progetto
Smart Manufactory 2020.
I risultati dei settori
L’esercizio 2013 ha visto la continua
discesa della produzione industriale,
in particolare i mercati più colpiti
sono stati il manifatturiero, quelli
34
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Siemens si è aggiudicato l’ordine per l’installazione di nuovi sistemi di depolverazione secondaria per
l’impianto di agglomerazione dell’Ilva di Taranto.
dell’acciaio, del cemento e dell’auto.
Ha resistito invece l’export, dove i
costruttori di macchine, clienti storici
di Siemens, sono molto presenti.
Nel corso dell’anno il settore Industry ha consolidato ulteriormente la
propria partnership con il gruppo
Fiat nello sviluppo della nuova piattaforma New Plant Landscape, che
include la convergenza IT dei sistemi
di manufacturing di Fiat e Chrysler.
Un altro importante successo proviene dal segmento dell’acciaio, che
quest’anno si è distinto con il già
citato ottimo andamento dell’ordinato (+67%). Il settore è stato, infatti, coinvolto nell’ammodernamento
dello stabilimento Ilva di Taranto,
con l’aggiudicazione della fornitura
del nuovo impianto di depolverazione secondaria dell’agglomerato.
Verranno trattati 1,5 milioni di metri
cubi di aria all’ora e ridotte le emissioni di polvere al di sotto dei 10 milligrammi per metro cubo standard,
al di sotto di quanto prevedono le
norme attuali.
Tra i progetti più significativi spicca
inoltre quello realizzato per L’Oréal
Saipo Industriale per la modernizzazione dello stabilimento di Settimo
Torinese e, in particolare, volto alla
realizzazione di un magazzino automatico chiavi in mano per l’ottimizza-
zione dei flussi delle materie prime.
Il Settore Infrastructure & Cities pur
vedendo scendere fatturato e ordinato, ha realizzato progetti ad alto
contenuto di innovazione.
Parlando di mobilità, è stata estesa
di 1,6 km la metropolitana di Torino
dove viaggia il VAL (Veicolo Automatico Leggero senza conducente)
di Siemens, unico nel suo genere
in Italia.
In un contesto tutt’altro che facile il
settore Energy ha comunque sfruttato le opportunità che si sono presentate. Si contrae il fatturato ma balza
l’ordinato con un aumento del 9%.
In particolare ha proseguito la sua
collaborazione con Enel grazie alla firma di un importante accordo
quadro, della durata di due anni e
che prevede la fornitura di trasformatori isolati in olio con potenza
compresa tra 50 e 1.000 kiloVolt
Ampere (kVA) che saranno installati
nelle reti elettriche di distribuzione in
Italia, Spagna, Romania, Colombia,
Brasile, Perù e Cile.
È stata rafforzata la partnership strategica con un’azienda italiana che
opera nel mercato dell’oil&gas, con
un accordo quadro per le attività di
service sulla flotta di turbine Siemens installate in Italia.
nautica4-210x297-2013.ai 1 16/12/2013 14:47:01
C OMPONENTI M ONDIAL
P E R L’ I N D U S T R I A N AVA L E
• Giunti di accoppiamento
• Calettatori meccanici
• Giunti e bussole bloccaggio
albero-mozzo, albero-albero
anche in acciaio inox
• Catene inossidabili
• Manicotti, attuatori e guide
per movimenti lineari
C
• Cuscinetti e supporti in due metà
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
MONDIAL S.p.A. è tra le più importanti aziende di
distribuzione di prodotti per trasmissioni meccaniche. Con più di sessant’anni di storia, un’ampia
gamma di prodotti e una organizzazione tecnica
di altissimo livello Mondial è il partner ideale per
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un’intera gamma di soluzioni realizzate appositamente per il settore nautico per applicazioni di
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Filiali: Bologna - Firenze
SCENARI
Nuova
sede
per
Comsol
LUCA ROSSI
La filiale italiana di Comsol si espande trasferendo la sede in
una location decisamente più ampia. Segno della crescente
richiesta del suo Comsol Multiphysics e della necessità di
offrire ai progettisti una location in grado di ospitare anche corsi
di formazione, seminari di approfondimento per applicazioni
specifiche e seguire tutte le personalizzazioni richieste dai clienti
Comsol si espande e trasferisce la propria sede, sempre a Brescia ma in una
location molto più ampia e capiente
della precedente. La società ha anche
inaugurato i nuovi uffici con una cerimonia, come dimostrazione di un
significativo aumento della richiesta
di Comsol Multiphysics, il prodotto di
punta dell’azienda. La nuova location,
che si caratterizza per gli spazi più capienti e per la maggiore funzionalità, ha
consentito alla filiale italiana di ampliare
e consolidare il proprio staff, già costituito da un team di esperti tecnici, per
meglio seguire le vendite del software,
offrire ai clienti un supporto tecnico qualificato e organizzare corsi di formazione
intensivi, seminari di approfondimento
dedicati ad applicazioni specifiche e
corsi personalizzati studiati sulla base
delle particolari esigenze dei clienti.
La decisione di ingrandirsi è dettata dal
crescente impegno dell’azienda nelle
attività di vendita e di supporto, rivolte
principalmente ai centri di ricerca, alle
aziende e alle università italiane. “Una
delle chiavi del successo di Comsol
è l’impegno profuso dal nostro staff
nell’assicurarsi che i clienti ricavino il
massimo profitto dall’uso del software.
Questa dedizione si manifesta soprattutto nel supporto costante e qualificato
che offriamo ai clienti - afferma Gian
Luigi Zanotelli, managing director di
Comsol -. Con molti dei nostri utenti
abbiamo instaurato un ottimo rapporto,
non solo di natura tecnica e professionale, ma anche basato sulla collaborazione
e la stima reciproca. Sono certo che,
anche grazie all’ampliamento dell’ufficio, saremo in grado di soddisfare
sempre meglio le esigenze dei nostri
clienti e, con il passare del tempo, questo rapporto di fiducia si consoliderà
ulteriormente”.
Comsol in Italia
La storia di Comsol in Italia comincia
nel 1999 con l’ingresso sul mercato
36
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Modellazione multifisica potenziata
italiano. Nel 2003 nasce il primo distributore nazionale per la Casa svedese. Il
marzo 2006 segna l’apertura della prima
sede Comsol in Italia, a Brescia. Nata
nel 1986, l’azienda dimostrava così il
suo impegno a soddisfare le crescenti
esigenze che arrivavano dal mercato
italiano nell’ambito della progettazione
di tecnologie avanzate. Con due sedi
centrali, in Svezia a Stoccolma e negli USA a Burlington, diciotto uffici e una rete
capillare di distributori sparsa a livello
globale l’azienda è in continua espansione. Comsol offre ad aziende, laboratori
di ricerca e università di tutto il mondo
soluzioni software per la simulazione,
la progettazione e la ricerca di prodotti
innovativi. Oggi sono oltre 90.000 gli
utenti delle sue soluzioni e può contare
su circa 350 dipendenti sparsi nel mondo. Il suo prodotto di punta, Comsol
Multiphysics, è un ambiente software
per la modellazione e simulazione di
qualsiasi sistema fisico. Uno dei suoi
punti di forza è la capacità di modellare e
simulare fenomeni multifisici nell’ambito di molteplici discipline. I suoi moduli
aggiuntivi potenziano ed espandono la
piattaforma di simulazione mediante
strumenti specifici per discipline come
elettromagnetismo, meccanica strutturale, fluidodinamica, termica, acustica e
applicazioni chimiche. Altri strumenti di
interfaccia permettono l’integrazione di
Comsol Multiphysics con tutti i principali software di calcolo tecnico, CAD e
CAE presenti sul mercato.
Il nuovo ufficio di Brescia rispecchia proprio una presenza più forte di Comsol
Multiphysics sul mercato italiano: il continuo sviluppo delle funzionalità del software lo ha reso uno strumento di lavoro
insostituibile per progettisti e ingegneri
che sviluppano progetti di simulazione
Comsol ha annunciato recentemente il rilascio di Comsol Multiphysics 4.4, la nuova versione di
questa potente piattaforma per la modellazione e la simulazione di applicazioni in campo elettrico,
meccanico, fluidodinamico e chimico. La nuova interfaccia Comsol Desktop per Windows offre
agli utenti una migliore fruibilità. La struttura ad albero per il settaggio dei modelli multifisici
contiene ora un nuovo nodo, denominato Multiphysics, che semplifica la definizione dei modelli.
Questo nodo consente di espandere le singole interfacce fisiche e combinarle in una serie di
accoppiamenti multifisici pertinenti. Inoltre, il nuovo Mixer Module, add-on del CFD Module è
destinato specificamente all'analisi di miscelatori agitati e reattori utilizzati nella lavorazione
di prodotti farmaceutici, alimentari, chimici e di consumo. Comsol Multiphysics 4.4 introduce
anche numerosi miglioramenti alle funzionalità già esistenti nel software. Questi miglioramenti
aumentano le prestazioni e la fruibilità dell'intera suite di prodotti. Tra questi, sono stati introdotti
aggiornamenti nelle funzionalità di geometrie e mesh, sono stati potenziati i moduli relativi
alla meccanica e all’acustica. Per quanto riguarda la Fluidodinamica: nel CFD Module sono state
aggiunte funzioni per valutare la rugosità di superficie della parete per flussi turbolenti e una
migliore condizione al contorno di uscita, la conservazione di massa e di energia per i flussi
laminari è stata potenziata con formulazioni di flusso aggiornate.
nei più svariati ambiti, dalla meccanica
all’automotive, dai dispositivi Mems al
biomedicale. “Come utente ‘storico’ di
Comsol, penso che questa espansione
dell’azienda segua la crescita del suo
straordinario software - commenta Ciro
Del Vecchio, dell’Osservatorio Astrofisi-
co di Arcetri, presso l’Istituto Nazionale
di Astrofisica -. Sono sicuro che questa
espansione faciliterà la crescita della
comunità degli utenti e porterà a un
ulteriore rafforzamento del team italiano, anche grazie al contributo di nuovi
esperti di simulazione”.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
37
SCENARI
Obiettivi
ambizioni
ELENA CASTELLO
Il Gruppo Sick ha chiuso lo scorso anno con un fatturato
di 1 miliardo di euro. Ma l’obiettivo per il futuro è ancora più ambizioso
e impegnativo: raddoppiare questo traguardo entro i prossimi sette
anni. Entro il 2020 Sick vuole arrivare a 2 miliardi di euro di fatturato
per potersi trasformare in Sick 2.0. Lo annuncia Giovanni Gatto,
amministratore delegato della filiale italiana
Prodotti di qualità e forte attenzione alle
richieste dei clienti sono i pilastri su cui
si basa l’approccio Sick al mercato, che
ha reso la società una protagonista a
livello mondiale, fino a raggiungere 1
miliardo di euro di fatturato nel corso
del 2013. Automazione di processo,
automazione di fabbrica e automazione della logistica sono le tre aree
di riferimento, cui si è aggiunta la
Security. L’obiettivo ambizioso è
quello di raggiungere i 2 miliardi
di euro nel 2020. “Il nostro nuovo
progetto si chiama Sick 2.0, e
mira a far crescere il Gruppo
fino a registrare 2 miliardi
di fatturato entro il 2020 annuncia Giovanni Gatto,
amministratore delegato
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progettare
proget
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377
7•
GENNAIO
GENNAI
GEN
NAIO
O/FEBBRAI
FFEBBRAIO
IO
2014
di Sick SpA -. Lo faremo ottimizzando
processi e logistica ma anche investendo costantemente nelle risorse umane.
Abbiamo una scuola interna, presso
la casa madre, che si occupa di formare le giovani leve. L’attenzione alla
formazione in Sick è sempre stata un
punto di forza e continuerà ad esserlo.
Alle aziende clienti portiamo non solo
una proposta di componenti,
per quanto vasta e completa,
ma anche la persona, le sue
competenze, la sua capacità
di stringere un rapporto di
collaborazione e di fiducia.
Le persone sono anche coloro che fanno ricerca, che
‘inventano’ nuovi prodotti
e soluzioni”.
Automazione per la logistica
La logistica è un’importante divisione
di Sick che si affaccia a mercati quali
l’intralogistica, trasporto e movimentazione, building automation e la sicurezza degli edifici. Un ambito che allarga
sempre più i propri orizzonti, quali ad
esempio l’e-commerce che acquista
sempre maggior peso. Intralogistica significa dunque corrieri e postale, cargo
e aeroporti, magazzini e centri logistici,
retail e grande distribuzione. Il settore
principe per l’azienda è quello portuale,
ma le soluzioni Sick sono un supporto
nello smistamento di pacchi e buste,
nei sistemi di identificazione automatica, nell’identificare peso e volume nei
sistemi di smistamento bagagli. Sick
annovera tra i propri clienti uno dei più
importanti aeroporti italiani. Pensiamo
poi al controllo del traffico. Ad esempio
le autostrade tedesche sono controllate
dai sistemi Sick in grado di identificare il
veicolo, il peso e il volume. In alcuni Paesi è utilizzato per identificare il numero
di targa. Per tutte queste applicazioni è
utilizzato il laser scanner LMS, instal-
lato in Austria, Svizzera e Polonia e in
espansione anche in altre città europee,
nonché diffusamente utilizzato in Cile.
A Venezia viene utilizzato per rilevare
la sagoma e la misura dei camion, dare
strumenti e messaggi visivi e limitare il
traffico in determinate aree. È proprio
in questi ambiti che entrano in gioco
i prodotti Sick, come il TIC Traffic
Collector e il laser scanner serie LMS.
E, non meno importante, la building
automation. Anche qui il prodotto
dominante è sempre l’LMS che ci
permette di rivolgerci ad applicazioni
museali, con nuove tecnologie per la
sicurezza del patrimonio artistico, ma
anche nel controllo degli accessi, ad
esempio tornelli e metropolitane e per
la sicurezza delle carceri.
Tra fabbrica e processo
Tre sono le aree principali in cui le attività di Sick trovano completamento:
la factory automation, con la proposta
di sensori per l’automazione dei processi produttivi e delle macchine, la
logistic automation, con i prodotti di
identificazione automatica, mediante
scansione laser o telecamere, e la process automation con sistemi completi
per l’analisi e misura nei processi e
per il monitoraggio ambientale. Un
forte impegno, dunque, nell’ambiente
e nella sicurezza. Le soluzioni Sick per
la factory automation permettono di
comunicare con ogni macchina e di
riconoscere qualsiasi codice a barre,
abbigliamento, nel food and beverage, nel packaging ecc. E qui torniamo
al core business iniziale di Sick, alle
barriere di sicurezza, ai laser scanner
di sicurezza, per finire alle funzioni di
ispezione, posizionamento o controllo. Nel futuro ci sarà l’applicazione
di uno scanner Sick alla medicina, a
bordo di un robot-chirurgo che sarà
comandato da un medico dall’esterno
della sala operatoria.
Gli analizzatori di gas Sick sono utilizzati nell’industria di processo da oltre
50 anni e anche in questo mondo Sick
ha investito forti risorse. A catalogo
figurano prodotti per il controllo delle
emissioni, per il monitoraggio delle
concentrazioni di gas e polveri, il tutto
per rispettare i limiti di legge; linee
per le misure di processo, per l’ottimizzazione del consumo di energia e
materie prime; misure per verifica di
sicurezza, per proteggere le persone
e gli impianti (ad esempio il controllo
del CO per prevenirne fughe nocive,
esplosioni, incendi in silos). Il loro
utilizzo in applicazioni estremamente
variabili. Tre sono i cluster principali:
oil and gas, materiali di base e infrastrutture quindi l’industria energetica,
cemento, navale. Per l’ottimizzazione
di questi processi Sick è in grado di
fornire un pacchetto completo per l’analisi gas estrattivi a freddo, estrattivi
a caldo, analisi polveri e misuratori
di portata.
L’azienda offre soluzioni per il monitoraggio continuo delle emissioni, monitorando e andando a trasmettere alle
autorità locali le informazioni raccolte.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
39
SCENARI
Rosso robot
FRANCO ASTORE
In Comau Robotics, ingegneri,
tecnici, informatici
e designer lavorano
per fare della tecnologia
italiana un motivo di orgoglio
nel mondo. Insomma,
c’è ancora un settore felice
nel settore manifatturiero
dove l’industria investe
e i tecnici sperimentano.
Entriamo nella fabbrica
dei robot
Comau è la più importante impresa
italiana produttrice di robot industriali.
Quando si partecipa all’open house di
questa azienda ci si interroga su quali
novità, soluzioni tecniche e organizzative possa proporre al mercato. Non si
tratta solo delle performance del prodotto, ma di pianificazioni industriali per il
prossimo futuro: internazionalizzazione
dell’impresa, conquista di punti percentuali di quote di mercato e immagine del
brand da comunicare e trasferire agli
utilizzatori. Se il nostro Paese ha evitato
sin qui la deriva è merito di quei settori,
imprenditori e territori, che procedono
senza tentennamenti lungo il percorso
delle sfide più difficili, facendo leva sui
propri mezzi e le proprie strutture. È
questa l’industria manifatturiera italiana
40
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
conosciuta in tutto il mondo, quella dei
distretti industriali, dell’innovazione e
del design. Comau ne fa parte ormai da
diversi decenni. Era infatti il 1973 quando l’azienda di Grugliasco fu fondata.
Oggi, dopo quarant’anni di esperienza nella progettazione e costruzione di
impianti produttivi hi-tech è una delle
principali imprese mondiali nella fornitura di servizi e automazione sostenibili.
Attualmente Comau è suddivisa in sei
Business Unit al servizio di molteplici
industrie e applicazioni: dall’automotive all’aerospace, fino alla saldatura
di scocche, lavorazioni meccaniche e
assemblaggio, oltre a una vasta offerta
di servizi e robot industriali. Nel 2013
saranno oltre duemila i robot Comau
installati nel mondo, entro il 2015 l’azien-
da ha intenzione di raddoppiare questa
cifra. Qui di seguito segnaliamo qualche
dato statistico: nel 2012 i costruttori
mondiali di robot hanno installato circa
160.000 macchine nel mondo, in Italia
circa 4.500. Nello stesso anno il fatturato
del Gruppo Comau è stato per il 44%
in Europa, 34% Nafta (North American
Free Trade Agreement), 14% Asia e
Pacifico e 8% America Latina.
Soluzioni e competenze
“L’industria sta andando verso soluzioni
digitali - ha esordito Maurizio Cremonini, responsabile marketing del Gruppo
Comau -. Diverse tecnologie stanno
convergendo nell’industria manifatturiera: meccanica, elettronica, informatica, nuovi materiali, robot più abili,
Maurizio Cremonini, responsabile marketing
del Gruppo Comau.
gement Office per supportare processi
altamente tecnologici e massimizzare
la redditività dei progetti”. Oggi Comau lavora seguendo un sistema di
gestione globale dei progetti tramite
il suo team di project manager specializzati per coniugare sinergia, strategia
ed esecuzione. L’obiettivo del PMO è
di rafforzare le competenze di gestione progetti e programmi sia a livello
individuale sia organizzativo concentrandosi su comunicazione, fiducia e
definizione degli obiettivi. Conseguentemente è stata creata la PM Academy
per formare i PM sia all’interno dell’azienda che presso le aziende clienti,
basandosi su strumenti e linee guida
per la formazione di project manager
professionisti. Ma non è tutto, l’azienda
è in continua evoluzione.
Eco sostenibilità in produzione
design delle forme”. E ha continuato: “Comau è il risultato di un’enorme esperienza proprio in tutti questi
comparti tecnologici e di una profonda
conoscenza del mercato senza eguali.
L’azienda che rappresento si basa sulle
competenze e il suo impegno non si
ferma alle soluzioni ingegneristiche. I
tecnici forniscono formazione, supporto
e manutenzione su scala globale. Inoltre, rientrano nella gamma dell’offerta
Comau anche i servizi strategici studiati
per ottimizzare la produttività”.
Questa organizzazione e queste proposte hanno modificato la presenza
geografica dell’azienda in funzione dello
sviluppo delle aree industriali. Comau è
presente in Nord e Sud America (USA,
Messico, Brasile e Argentina), Asia (In-
dia e Cina) e ovviamente in Europa. Sono
23 le sedi operative nel mondo. Il dato è
fondamentale per capire come la società
sia vicina ai propri utilizzatori. Grazie alla
costruzione e il post vendita di impianti
di produzione, Comau è un fornitore a
360 gradi di tecnologia di alto livello.
L’impresa è attrezzata per soddisfare
le più complesse necessità produttive
dei propri clienti per quanto riguarda
l’intero processo produttivo, lavorazione, montaggio e collaudo prodotti, anche personalizzati. Come raggiungere
questi ambiziosi obiettivi? L’azienda ha
istituito la figura del project manager.
Conoscere per crescere
“Nel 2007 - ha proseguito Cremonini - è
stato costituito il Comau Project Mana-
eComau è una recente divisione del
Gruppo piemontese. Vediamo di che
cosa si tratta. Comau si è impegnata
per diventare una tra le prime aziende
in Europa a ottenere la certificazione
EN16001 che rappresenta le migliori e
più recenti pratiche nella gestione energetica. In azienda grandi risorse vengono dedicate a trasformare la responsabilità ambientale in risparmi energetici
effettivi per gli utilizzatori. “Il nostro
impegno ecologico - ha detto Marco
Valentini, direttore di Comau Consulting - comporta sforzi costanti per sviluppare nuovi metodi e soluzioni di
automazione efficienti dal punto di vista
energetico per ridurre significativamente i consumi”. Dai rilievi energetici fino
all’applicazione delle recenti tecnologie
disponibili, eComau supporta gli utenti
nel raggiungere i propri obiettivi di
sostenibilità e fornisce un supporto per
garantire il massimo livello di efficienza possibile. I prodotti e i servizi della
divisione eComau sono stati sviluppati
specificatamente per fornire soluzioni
a recupero rapido per ogni ambiente
produttivo, per attrezzature sia nuove
sia esistenti. Essa si rivolge a qualunque azienda voglia migliorare i propri
processi di automazione industriale,
ottimizzando contemporaneamente le
prestazioni energetiche.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
41
SCENARI
L’innovazione?
un’esperienza
GABRIELE PELOSO
multidisciplinare
Le esperienze 3D diventano il mezzo per immaginare e realizzare innovazioni
attraverso la ricerca intelligente di informazioni, le funzionalità di social
innovation e le esperienze virtuali di design, di configurazione di processi
e produzione. E’ questa l’idea di Dassault Systèmes con la piattaforma
3DExperience, recentemente presentata ai propri utilizzatori
Si è svolto, lo scorso ottobre, 3DExperience Customer Forum Italia di
Dassault Systèmes. All’evento, presso il parco scientifico tecnologico
Kilometro Rosso (BG), hanno partecipato oltre 260 persone: progettisti, responsabili aziendali, manager
e ricercatori. L’evento, organizzato
dalla filiale italiana della corporation
francese, non si è limitato alla presentazione delle soluzioni software
per la progettazione industriale, ma
è stato un riferimento importante
per illustrare cosa si intende per innovazione oggi e, forse, anche per il
prossimo decennio. Le esperienze 3D
diventano il mezzo per immaginare
e realizzare innovazioni attraverso la
ricerca intelligente di informazioni, le
funzionalità di social innovation e le
esperienze virtuali di design, di configurazione di processi e produzione.
Questi temi sono stati discussi anche
42
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
dal punto di vista dei fruitori di tali
tecnologie, durante la tavola rotonda
moderata da Carlo Alberto Carnevale
Maffé, docente presso SDA Bocconi.
Hanno partecipato alcune aziende
italiane di primissimo piano come
Barilla, Bulgari, Luxottica, Fontana
e Gaspardo. In sintesi l’innovazione
di prodotto non è solo tecnologica,
ma un insieme di esperienze interdisciplinari che comprendono: le esigenze degli utilizzatori, il design,
la compatibilità ambientale, il web
e lo smaltimento dei prodotti alla
fine del loro utilizzo. Il meeting è
stato aperto con l’intervento di Guido
Porro, managing director EuroMed;
sono intervenuti Monica Menghini,
executive vice president industry,
marketing and corporate communications; Bernard Charlès, presidente
di Dassault Systèmes, Carlo Alberto
Carnevale Maffé docente di Strate-
gia, SDA Bocconi e Pascale Gay, vice
console generale di Francia.
Cambierà il modo di progettare
Quando partecipi a un incontro di
Dassault Systèmes non ti aspetti la
solita conferenza stampa, un evento
dedicato alla presentazione di singoli
prodotti. Il valore aggiunto sono le
aspettative di visione che la società
francese propone. La 3DExperience
si contestualizza in un modo nuovo
di concepire la progettazione di un
oggetto e la sua produzione. L’industria manifatturiera sta andando
verso il digitale. Qualcuno l’ha già
denominata Industry 4.0. Essa utilizza sistemi virtuali, basati sul software
e sull’esperienza di più soggetti. Un
certo numero di tecnologie sono la
base comune della nuova fabbrica,
per lo sviluppo di nuovi prodotti: programmi intelligenti, materiali, nuovi
Bernard Charlès, president & CEO e Monica
Menghini, executive vice president industry,
marketing and corporate communications
di Dassault Systèmes.
processi, esigenze degli utilizzatori e
servizi web portano a un modo differente di costruire i singoli oggetti.
Questa visione, ma anche uno sviluppo concreto permetterà ai produttori
una personalizzazione di massa dei
singoli prodotti: dalle automobili,
agli aerei, fino agli elettrodomestici,
telefonini e macchine per produrre.
La fibra di carbonio, in alcune applicazioni, è ampiamente utilizzata
poiché più resistente dell’acciaio;
le nanotecnologie stanno dando ai
prodotti caratteristiche avanzate; inoltre il web permette già oggi uno
scambio delle informazioni a livello
globale. Le aziende, in alcuni casi,
non avranno più bisogno di grandi
capitali per sviluppare un’idea. Ecco
allora la necessità di dotarsi di nuove
soluzioni di sviluppo. 3DExperience
di Dassault Systèmes è una di queste. Vediamo di che cosa si tratta.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
43
SCENARI
innovazione del prodotto, di contribuire al processo minimizzando l’impatto sull’ambiente e contribuendo a
uno sviluppo più sostenibile in ciascuno dei settori industriali e sociali
di riferimento. Uno dei punti cardine
della soluzione software, disponibile
in oltre trenta piattaforme verticali
secondo l’industria di riferimento,
si basa sull’applicazione If We Compass. Una bussola che indica al progettista quale soluzione adottare per
Innovazioni sostenibili
L’impresa francese è specializzata
nel software di progettazione 3D,
nelle soluzioni di 3D digital mockup
e di gestione del ciclo di vita del
prodotto. I suoi applicativi di progettazione e gestione dei processi
e quelli esperienziali basati sul 3D
avanzato e sulla realtà virtuale sono
modulari su aziende e organizzazioni di tutte le dimensioni e integrati
sotto la grande piattaforma chiamata
3DExperience. Forbes ha classificato
Dassault Systèmes tra le 40 società
più innovative al mondo. Nella sua
piattaforma tecnologica l’azienda è
riuscita a riunire scienza, arte e tecnologia, producendo un potente set
di software collaborativi per gestire
l’innovazione di prodotto e contribuire ad accrescere il valore offerto
da ogni industria ai propri mercati
e ai propri utenti finali. Dassault
Systèmes offre ad aziende e consumatori le esperienze 3D complete
per consentire loro di immaginare
innovazioni sostenibili capaci di armonizzare prodotti, natura e vita.
Bernard Charlès ha detto: “Il nostro
obiettivo è ‘collocare ciascun prodot-
44
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
A sinistra Carlo
Alberto Carnevale
Maffé, docente
presso SDA
Bocconi e Guido
Porro managing
director EuroMed
di Dassault
Systèmes.
to nella vita’, cioè integrarlo e usarlo
nel contesto ambientale, verificandone l’impatto. Ci impegniamo a sfruttare le nostre soluzioni per capire e
simulare meglio il modo in cui la
natura, la vita e i prodotti possono
interagire in armonia. Vogliamo aiutare i nostri utilizzatori a compiere la transizione dalle specifiche di
prodotto all’esperienza di prodotto.
Guardiamo il mondo attraverso i
loro occhi”.
In questo scenario planetario, la piattaforma 3DExperience di Dassault
Systèmes consente, attraverso il linguaggio universale delle tre dimensioni comprensibile a tutti gli attori
coinvolti nel processo di creazione e
un miglior sviluppo prodotto. Essa
considera diversi scenari ipotetici per
trovare la giusta direzione, secondo
i principi sopra esposti.
“Questa piattaforma - ha detto Monica Menghini - permette a tutti gli utenti di rompere gli schemi precedenti della progettazione. Essa permette
di abbracciare i vari livelli di sviluppo
prodotto e in generale dell’azienda”.
La 3DExperience non si limita all’utilizzo di un software di progettazione,
ma permette a progettisti e sviluppatori di valutare, virtualmente, esperienze differenti che considerano le
necessità dei consumatori finali: dal
passeggero dell’aeromobile fino ai
prodotti consumer.
Rivista di meccanica oggi
27-01-2004
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MANIFESTAZIONI
Preparare
GABRIELE PELOSO
il futuro
Nuovamacut Live
Solidworks 2014 si
è svolto a Bologna.
Nell’occasione sono
state illustrate le novità
della recente release
del CAD 3D. Gian Paolo
Bassi, vice president R&D
di Solidworks,
ha sottolineato le
principali tendenze
tecnologiche: dal cloud
alla realtà virtuale, fino
alla prototipazione rapida
Ci sono comparti industriali dove
l’innovazione continua ad avere un
ruolo predominante. Il settore dello
sviluppo software, in particolare i
CAD 3D, è uno di questi. Progettazione e innovazione sono due concetti che vanno a braccetto. Sarebbe
meglio non separarli soprattutto nel
mondo dell’industria manifatturiera.
Questo intreccio è stato ampiamente
spiegato da Gian Paolo Bassi, vice
presidente R&D Solidworks di Dassault Systèmes, intervenuto alla terza
edizione di Nuovamacut Live, in cui
è stata lanciata in Italia la release Solidworks 2014, che si è svolta lo scorso
novembre a Bologna. “L’obiettivo di
Solidworks è quello di proporre sistemi di progettazione all’avanguardia
46
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
in grado di soddisfare le esigenze
degli utenti. È per questo motivo che
siamo attenti alle nuove tecnologie
informatiche presenti sul mercato.
Alcuni esempi sono il cloud computing, la virtualizzazione degli oggetti,
la realtà aumentata, il rendering, fino
alla produzione con la stampa 3D di
ciò che si è pensato”.
Ecco allora che l’innovazione secondo
Solidworks non si limita a singole
competenze, ma è un mix di sapere
che va oltre la tecnica e si spinge verso
un’esperienza da condividere con e
nella comunità. Insomma, in ambito
software, mettere insieme saperi e
competenze, senza avere un unico
soggetto specifico di riferimento sarà
la vera sfida.
Un supporto alle aziende
L’idea di industria 4.0 deve identificare alcuni criteri chiave, tra cui la
gestione dei dati (sempre più numerosi), internet dei prodotti e internet
dei servizi, come pilastri funzionali
in grado di trasformare l’attuale architettura organizzativa industriale.
Ecco allora la necessità per l’industria
manifatturiera di affidarsi a partner
competenti come Nuovamacut nello
sviluppo di una nuova organizzazione
aziendale. “La nostra azienda - ha
detto Sauro Lamberto, ad di Nuovamacut - è specializzata nell’ambito
delle tecnologie a supporto dei processi aziendali, nonché riferimento
principale in Italia per Solidworks
A destra Gian Paolo Bassi, e Sauro Lamberti ad di Nuovamacut
(Gruppo TeamSystem).
come centro di assistenza, sviluppo,
consulenza e formazione certificate, è
diventato anche rivenditore ufficiale
di Enovia la suite di applicativi PLM
di Dassault Systemès. Nuovamacut
inoltre collabora anche con CADLand
per lo sviluppo di soluzioni per la
realtà virtuale”.
Fondato nel 1955 come distributore
di macchine utensili, oggi Nuovamacut - società TeamSystem -, con un
organico di 140 persone operanti su
dieci diverse sedi sul territorio italiano, è il principale partner tecnologico
di Dassault Solidworks in Italia e tra
i primi dieci al mondo, non solo per
la rivendita delle soluzioni software
in ambito CAD e PLM, ma è il primo
centro di assistenza, con più di 11.500
licenze installate.
Motociclette e bibite
Nuovamacut ha oltre 4.500 clienti,
tra questi segnaliamo due aziende
significative, simbolo del Made in
Italy, presenti all’evento bolognese.
Si tratta di NCR (Gruppo Poggipolini)
specializzata nella progettazione e
produzione di moto esclusive ad alta
tecnologia per un mercato esigente
e Comac azienda italiana impegnata
nella costruzione di impianti automatizzati per la produzione, il processo
e il confezionamento di bevande in
fusti di qualsiasi formato. Essi sono
studiati e personalizzati secondo le
richieste dei clienti, siano essi grandi,
medi o piccoli produttori.
La prima azienda ha presentato durante la sessione un motore interamente in titanio installato sulla
Millona, unico esemplare al mondo,
mentre nell’area espositiva è state esposta, per tutta la durata dell’evento,
la NCR M: una moto di 130 kg, con
una potenza del motore di 135 CV;
quest’anno ne sono stati prodotti 90
esemplari.
La seconda azienda, invece, ha illustrato con un filmato, agli oltre mille
progettisti presenti all’evento, i propri
impianti di produzione. Si tratta di
impianti automatici per produzioni di
oltre i 200 fusti/ora. Sono progettati
per il trattamento di fusti in acciaio
inox, ma possono essere adattati
anche per il trattamento di fusti oneway in plastica. Entrambe le società
hanno sottolineato come il CAD 3D
Solidworks è fondamentale per lo
sviluppo prodotto.
La versione 2014
La release Solidworks 2014 assicura
una maggiore produttività e facilità
di utilizzo, lasciando ai progettisti
più tempo da dedicare alle attività
strategiche ai fini dell’innovazione.
Grazie a miglioramenti significativi in
termini di produttività, flussi di lavoro
e mobilità, gli utenti possono riutilizzare i dati in maniera più dinamica,
accelerando la condivisione dei dati
di progetto per favorire la collaborazione lungo tutto il ciclo di sviluppo
dei prodotti. Il supporto aggiuntivo
in termini di mobilità per dispositivi
Android e iOS permette agli oltre
2,1 milioni di utenti Solidworks di
essere sempre connessi al patrimonio di progetti in 3D, senza limiti di
spazio e tempo. Inoltre, recenti studi
di mercato confermano l’importanza
dell’impatto estetico dei prodotti per
le scelte di acquisto e l’esperienza
complessiva del prodotto da parte dei
clienti. Che si tratti di una macchina
industriale, di uno smartphone o di
un dispositivo medicale, gli utilizzatori richiedono sia funzionalità sia un
design accattivante. Solidworks 2014
consente ai progettisti di trasformare
le proprie idee creative da semplici
schizzi di progetto e immagini a modelli 3D rapidamente.
La condivisione dei modelli 3D fin
dalle prime fasi della progettazione
può essere favorita dalla realizzazione di prototipi fisici realizzati con le
tecnologie dei partner di Solidworks
specializzati in stampa tridimensionale. Con eDrawings, l’ufficio tecnico
può visualizzare i progetti in 3D e mostrare il comportamento effettivo dei
prodotti nel mondo reale attraverso
esperienze tridimensionali di realtà
aumentata su qualsiasi dispositivo
iOS, come iPad o iPhone.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
47
SCENARI
Il design in un volume
GABRIELE PELOSO
È stato presentato alla Triennale
di Milano ADI Design Index 2013.
Il volume è realizzato a cura
dell’Osservatorio Permanente del
Design, che costituisce la selezione
del miglior design italiano di ogni
anno e la preselezione per il Premio
Compasso d’Oro ADI, nel 2014
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riconosciuta
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è trattato di ‘Design Opera’ alla
Triennale di Milano, dal 2 ottobre
al 3 novembre scorso. L’idea dell’esposizione nasce dalla presentazione del volume ADI Design Index,
realizzato a cura dell’Osservatorio
Permanente del Design, che costituisce la selezione del miglior design
italiano di ogni anno e la preselezione per il Premio Compasso d’Oro
ADI. L’edizione 2013, a cura di Maria
Cristina Tommasini, è di 358 pagine
e comprende prodotti (170), sistemi
di prodotti, servizi, ricerche teoriche
e storiche, ricerche di processo o
d’impresa in cui il design abbia un
ruolo preminente. Accanto ai prodotti la Targa Giovani evidenzia i
progetti realizzati nell’ambito delle
scuole di design italiane. Il volume
propone una selezione di oggetti
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
distinguono
per originalità e
che si dis
stin
innovazione
innovazi
zio
one funzionale, formale e
per la ricerca sui matetipologica, p
ti
riali e sui processi di produzione, di
comunicazione e di distribuzione. In
particolare è stata posta attenzione
ai prodotti che esprimono rispetto
per l’ambiente, valore pubblico e
sociale, cura per l’usabilità, l’ergonomia, la sostenibilità, l’interazione
e osservanza delle regole del Design
for All, il rispetto del rapporto tra
designer e impresa e la tutela della
proprietà intellettuale.
Design e nuovi prodotti
La novità di quest’anno sono stati
i 139 prodotti esposti alla mostra
‘Design Opera’ pubblicati su ADI
Design Index 2013, accompagnati
da immagini, video e documenti.
La mostra è stata progettata e realizzata dallo studio N!03. Si tratta di
un’anticipazione di una visibilità che
per la Collezione storica del Compasso d’Oro diventerà permanente
nel 2015, quando avrà una sua sede
stabile, aperta al pubblico, negli
spazi della nuova sede dell’ADI. Il
centro dell’idea del design rimane
comunque il volume Index 2013.
Esso è un concentrato di cosa è
o dovrebbe essere il design nella
progettazione di nuovi prodotti. Un
conto è rispondere alle attese del
marketing, altro è immaginare diverse e più funzioni, minori sprechi,
nuovi percorsi da interpretare, più
giusti, più etici.
“L’ADI Design Index –ha detto Luisa
Bocchietto presidente ADI- nel selezionare deve dare degli indirizzi: il
segnale è che dobbiamo cambiare
come progettisti, produttori e consumatori, profondamente e in fretta.
Si tratta di tradurre nei fatti, giorno
dopo giorno, attitudini che ora sono
ancora sporadiche e poco evidenti”.
In questa direzione, progettare prodotti intesi secondo la concezione
tradizionale (automobili, utensili,
beni di consumo) diventa limitante:
è necessario allargare il campo e
considerare ‘prodotto’ il materiale,
il servizio, il processo stesso. Da
questa impostazione sono nate nel
triennio le nuove categorie: il Design
dei materiali e dei componenti, il
Design dei servizi, la ricerca per
l’impresa per comprendere prodotti
di diversi settori dell’industria, il
lavoro di un terzismo avanzato che
sfrutta le nuove tecnologie, i servizi
urbani per le collettività, la ricerca a
più ampio raggio. C’è una componente formale, legata al concetto di
armonia e di bellezza, che va riconosciuta anche in questo tipo di prodotti e che determina la loro qualità
globale. Come sempre deve esserci
un elemento di innovazione che
giustifichi la loro evidenza. Creare
nuovi prodotti di design presuppone
infine vi sia stata una riflessione
etica sulla loro reale utilità. Sicuramente c’è il mercato da conquistare
e c’è un lavoro da svolgere, ma oltre
questo c’è l’urgenza di rispondere
ad alcuni interrogativi che non sono
più solo individuali. Bisogna porsi il
problema dell’uso delle risorse, del
rispetto dell’ambiente e delle generazioni future, della disuguaglianza
sociale, della sostenibilità etica, oltre
che economica, delle nostre azioni.
A fronte di queste riflessioni, emerse
nell’ultimo anno, un’ulteriore categoria e un nuovo criterio di valutazione si accompagnano a questo ADI
Design Index 2013: il ‘design per il
sociale’ e la ‘sostenibilità etica
ed economica’ dell’intero
processo.
Cosa dire
Il significato quindi, al di là della
selezione ADI Design Index-Compasso d’Oro e delle positive ricadute per chi viene selezionato e
premiato, è poter riflettere senza
condizionamenti su cosa sia il de-
sign, su quale indirizzo debba avere
per influire in minima parte, se possibile, sul nostro futuro.
Questa è l’ambizione di ADI, questo
il contributo al design italiano. Tutto
ciò è possibile grazie al lavoro di
molti, alla grande passione di alcuni,
alla qualità delle persone che stanno
dietro alle cose.
Insomma, il design italiano è manifattura eccellente e sfida intellettuale.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
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I GUARDIANI
SENZA GIOCO E COMPATTI: I NOSTRI LIMITATORI DI COPPIA
RW-ITALIA.IT
IL GIUNTO
DOSSIER
INDUSTRIA NAUTICA
Export
e innovazione
per la
crescita
Nell’ambito di un quadro economico fortemente negativo dal 2008
a oggi, alcuni elementi di ottimismo giungono dalla stima relativa
al contributo della nautica al PIL, che nel 2014 dovrebbe tornare
nuovamente sopra ai 2 miliardi di euro, con una crescita del 7%.
Anche in questo comparto la tecnologia
e la qualità fanno la differenza.
ECONOMIA
Acque difficili
ATTILIO ALESSANDRI
La nautica da diporto italiana, secondo i dati Ucina, segnala un
2012 estremamente difficile, ma la contrazione economica si
è ridotta nel 2013. Nel 2014 dovrebbe esserci un’inversione di
tendenza e, il 2015, è previsto in crescita dell’1,3%.
I costruttori italiani sono comunque in cima alla classifica per
qualità, design e soluzioni tecnologiche
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Il fatturato globale dell’industria
nautica nel 2013 è stato tra i 2,4 e i
2,3 miliardi di euro (dati provvisori.
L’articolo è stato redatto lo scorso
dicembre ndr). Per il 2014, invece, è
stimata una crescita del contributo
al PIL della nautica pari al 7%. Dopo un 2012 chiuso a -27% rispetto
all’anno precedente, i dati provvisori
del fatturato globale dell’industria
nautica italiana per il 2013 segnalano che la contrazione si starebbe
riducendo, assestandosi su un dato
compreso tra il -4 e il -8%.
Secondo Ucina Confindustria nautica alcuni elementi di ottimismo
giungono dalla stima relativa al contributo della nautica al PIL, che nel
2014 dovrebbe tornare nuovamente
DOSSIER
INDUSTRIA NAUTICA
Progetto
internazionale
Italia-USA
Il progetto promosso dal Mise (Ministero
sviluppo economico) in collaborazione
con Ucina, ha l’obiettivo di sostenere la
partnership tra le due sponde dell’oceano,
puntando a crescere nei Paesi Terzi con
un prodotto congiunto e polifunzionale.
Italia e USA rimangono, nonostante la
crisi del settore, i leader mondiali della
nautica da diporto. Per sostenere e sviluppare ulteriormente le rispettive industrie
nautiche, sia nei mercati tradizionali che
nei Paesi emergenti, quali per esempio l’India, hanno scelto di promuovere
un’idea progettuale non convenzionale.
La spinta a unire le forze per andare
insieme sui mercati mondiali aprendo
nuovi spazi per le eccellenze della nautica rappresenta, dunque, la premessa
verso nuove partnership tra organismi
e aziende americane e italiane, ma permette, altresì, collaborazioni sinergiche e
innovative che portano vantaggi reciproci
a tutti i soggetti coinvolti. In tale direzione
si inserisce il progetto promosso dal MiSE,
presso il Chantier de Pondicherry in India, un prototipo di piccola imbarcazione
di design italiano, con il sistema strip
planking americano ed equipaggiato con
prodotti e accessori di entrambi i Paesi.
sopra ai 2 miliardi di euro, con una
crescita del 7%. Questo risultato,
basato sulle ipotesi di crescita del
PIL italiano da parte del Fondo Monetario Internazionale, è da leggersi
alla luce del fatto che, essendo la
nautica da diporto caratterizzata da
un’elevata elasticità della domanda
al variare del reddito, il contributo
del comparto al PIL amplifica, in positivo e in negativo, l’andamento del
PIL stesso. Ucina, nella sua relazione
ha preso in considerazione i numeri
a consuntivo relativi all’andamento
Cantieristica italiana: ripartizione della produzione nazionale tra vendite Italia e estero 2006/2012.
del mercato nautico italiano per
l’anno 2012, una stagione che a livello occupazionale ha registrato una
contrazione del 5,5% rispetto all’anno precedente, portando a 19.000 il
numero degli addetti diretti. Buone
notizie invece per quanto riguarda
il segmento dei superyacht dove,
secondo l’order book pubblicato
dalla rivista internazionale Show
Boats International, l’Italia mantiene
una leadership indiscussa, con 272
ordini pari al 39% del totale.
Il quadro economico
Nell’ambito di un quadro economico
fortemente negativo dal 2008 ad oggi, caratterizzato da una sostanziale
incertezza sui tempi della ripresa,
l’industria nautica deve fronteggiare
una forte riduzione della domanda
nei mercati tradizionali, con evidenti
conseguenze sulla produzione del
settore. Confrontando i dati della
pubblicazione ‘La nautica in cifre’,
relativi al 2012, con quelli del 2008,
anno nel quale la cantieristica italiana ha conosciuto la sua maggiore
espansione si può osservare come il
fatturato complessivo scenda quasi
del 60%, attestandosi su un valore di
2,5 miliardi di euro, perdendo circa
3,7 miliardi in termini assoluti, per
la maggior parte (oltre 2 miliardi)
in termini di vendite di produzione
italiana sul territorio nazionale.
A livello macroscopico, si osserva
innanzitutto una composizione mol-
to diversa degli sbocchi di mercato
rispetto al passato: le esportazioni
superano ormai i due terzi della
produzione totale dell’intero comparto, raggiungendo quasi il 90%
nella cantieristica, e presentano una
flessione attorno al 37% dal 2008 al
2012. La produzione nazionale per
l’Italia si riduce del 77%, attestandosi su livelli minimi nella serie storica.
La crisi è confermata anche dal dato
relativo alle importazioni, in calo di
oltre il 65%. Sempre dal 2008 a oggi,
il fatturato complessivo appare ben
più che dimezzato, relativamente al
contributo della nautica al PIL, che
scende del 62%. Al fine di individuare il posizionamento dell’industria
della nautica da diporto nel contesto
produttivo nazionale, è utile effettuare un confronto fra l’andamento
del PIL di settore e quello dell’economia nazionale.
Nel 2012 il tasso di crescita del
PIL è stato negativo (-2,4%) e, in
base alle più recenti stime Ocse
di maggio 2013, l’andamento del
PIL per l’anno 2013 ha visto una
contrazione dell’1,5% (contro il -1%
dell’outlook del novembre 2012). Il
ritorno alla crescita non è previsto
prima del 2014, quando è stimata
una variazione positiva dello 0,5%;
il dato per il 2015 è previsto in crescita dell’1,3%, riflettendo così sia
un miglioramento ciclico, sia una
ripresa della crescita potenziale del
PIL stesso.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
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SOFTWARE
Gli artigiani
dell’innovazione
GABRIELE PELOSO
Gaffuri è specializzata negli arredamenti per imbarcazioni, ma non è tutto. L’azienda
canturina progetta e produce oggetti in legno utilizzando moderni software CAD/
CAM di Missler e macchine utensili a 5 assi di CMS. Quando la tecnologia è
abbinata all’esperienza e alla manualità
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
DOSSIER
INDUSTRIA NAUTICA
Marco Gaffuri, responsabile
dell’ufficio tecnico.
Alcuni progetti per l’industria nautica
realizzati con TopSolid, di Missler.
In un mercato complesso come quello
dell’industria nautica
i fornitori e i costruttori
di imbarcazioni da diporto
hanno una sola strada da percorrere:
design e qualità dei propri prodotti, pena l’esclusione dal mercato.
Gaffuri presente sul mercato della
lavorazione del legno da oltre sessant’anni ha compreso da tempo
questa necessità. Con una solida
base artigianale da ormai un decennio l’azienda, che ha sede a Cantù in
provincia di Como, si è rinnovata nei
suoi reparti di progettazione e produzione. Essa adotta nei suoi reparti
produttivi sistemi software e di produzione di ultima generazione. Per
conoscere meglio questa impresa,
simbolo del Made in Italy, abbiamo
incontrato Daniela e Marco Gaffuri.
Arredo su misura
“L’azienda - ha esordito Daniela Gaffuri - fu fondata nel 1950 dai titolari
Luigi e Virginio Gaffuri. Gli arredamenti realizzati erano principalmente secondo le richieste del cliente.
Venivano costruiti mobili sia per il
comparto residenziale, sia per quello turistico/alberghiero. Successivamente l’impresa seguì le richieste del
mercato sviluppando con architetti
e designer soluzioni innovative in
altri comparti come appunto quello
nautico”. E ha continuato: “Questa
flessibilità di affrontare settori molto differenti tra loro è dovuta alla
caratteristica della nostra impresa,
ovvero investire nelle tecnologie più
moderne che il mercato offre”. Fare
impresa oggi non si limita alla qualità
del prodotto, che è ormai scontata, ma significa proporre ai clienti
e utilizzatori soluzioni innovative e
moderne. Ciò si ottiene aggiornando
sia i sistemi di progettazione, sia la
produzione e i materiali utilizzati.
“Non è pensabile produrre oggetti
per l’industria nautica completamente in legno - è intervenuto Marco Gaffuri -. Non solo le nuove normative
sulla sicurezza delle imbarcazioni lo
vietano, ma è il mercato che chiede
soluzioni dove: legno, acciaio, alluminio, ottone, vetro e Foamglas si
abbinano nelle giuste forme e proporzioni. Armatori e yacht designer
sviluppano soluzioni progettuali davvero futuristiche, che poi dovranno
essere realizzate”. Ecco allora che le
capacità e l’esperienza artigianale di
Gaffuri trovano il giusto mix con le
moderne macchine a CNC e software CAD/CAM. In questo caso, come
in altri comparti industriali, qualità,
produttività e una nuova gestione
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
55
SOFTWARE
Alcuni materiali
utilizzati: legno/
alluminio e legno/
Foamglas.
Il centro di lavorazione CNC a 5 assi, di CMS.
dell’organizzazione aziendale trovano il corretto equilibrio e l’adeguata
sostenibilità economica.
Hi tech per la forma complessa
Non è un mistero che l’industria
nautica nazionale stia attraversando
acque difficili. Di fronte a questo
scenario, l’àncora di salvezza per il
comparto sono le esportazioni verso
i Paesi emergenti oppure fuori dall’area UE. Per collaborare con studi,
architetti e cantieri internazionali è
necessario proporsi con le giuste
credenziali, soprattutto quelle tecnologiche. Da diverso tempo Gaffuri
adotta nell’ufficio progettazione il
software TopSolid, distribuito nel
nostro Paese da Missler Italia. Si
tratta di un programma CAD/CAM
facile e intuitivo, integrato con altre
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
funzionalità come la simulazione e
l’ERP (Enterprise resource planning,
letteralmente la pianificazione delle
risorse d’impresa).
Invece, per quanto riguarda la produzione è presente una macchina
utensile CMS a 5 assi controllati.
Si tratta di un centro di lavorazione
caratterizzato da ampi volumi lavorabili, con un’elevata produttività
abbinata alla qualità di lavorazione.
La zona di lavoro è completamente
chiusa da una cabina per la lavorazione ad alta velocità e in sicurezza
di pezzi tridimensionali e di forme
particolarmente complesse. Nel 2014
è previsto l’acquisto di un ulteriore
centro di lavorazione multiasse per
soddisfare le esigenze produttive e
ridurre i tempi di consegna.
“Senza soluzioni tecnologiche all’a-
vanguardia non saremmo competitivi sul mercato - ha sottolineato
Daniela Gaffuri -. Utilizzare il software TopSolid ci permette di affrontare qualsiasi commessa; dalle imbarcazioni con design minimalista,
ma molto curato nell’abbinamento
legno-metallo, fino alle geometrie
più difficili. Oggi per l’arredo nautico
non è più sufficiente uno strumento
bidimensionale. Il CAD 3D è diventato indispensabile per diminuire gli
errori, simulare gli accoppiamenti
tra le parti e diminuire in termini
generali il time to market”. Ultimo,
ma non per questo meno importante, ottimizzare l’utilizzo dei materiali. Infatti, TopSolid offre un gran
numero di funzionalità interessanti
per soddisfare tutte le esigenze di
progettazione di prodotto, di analisi
DOSSIER
INDUSTRIA NAUTICA
Realizzazione della scultura del DNA per la Basilica
del polo ospedaliero scientifico universitario San
Raffaele di Milano.
Non solo imbarcazioni
e di realizzazione. Secondo quanto
afferma Missler le prestazioni del
programma sono migliorate fino a
30% di efficienza di tempo rispetto
ai sistemi CAD di vecchia generazione; il caricamento parziale dei
documenti (assemblaggi, pezzi ecc.)
è più veloce e la gestione dei grandi
assiemi e i tempi di messa in tavola
e di proiezione sono ridotti. TopSolid è facile da usare con tempi di
apprendimento ridotti.
Un altro importante vantaggio è la
possibilità di poter progettare in
team sullo stesso database e sullo
stesso progetto. Esiste una gestione
degli utenti e delle autorizzazioni
agli accessi. Tutti e dappertutto, in
locale o a distanza, possono essere
connessi.
“TopSolid - ha proseguito Marco
Gaffuri - si integra anche con alcuni
strumenti utilizzati per rilevare le
dimensioni degli scafi come Proline.
Si tratta di un tastatore in grado di
sviluppare il modello tridimensionale dello scafo dell’imbarcazione,
anche con geometrie complesse.
Successivamente viene sviluppato
il progetto degli arredamenti con il
software Missler. La tecnologia non
si limita alla fase progettuale, ma si
impone anche nella fase successiva
della produzione.
“Per esempio l’utilizzo di collanti
strutturali a base poliuretanica consentono fissaggi e assemblaggi delle
strutture in modo sicuro e flessibile”.
Progetti 3D, percorsi utensili, nuovi
materiali e macchine utensili a CNC
hanno permesso a Gaffuri di alzare
l’asticella della qualità.
Gaffuri non si limita a realizzare prodotti su commessa, ma collabora e
ingegnerizza progetti forniti dal committente. Un esempio su tutti è stata
la progettazione e produzione della
scultura del DNA realizzata per la Basilica del polo ospedaliero scientifico
universitario San Raffaele di Milano,
collocata all’interno del dipartimento di biotecnologia nell’ottobre del
2008. “La complessa geometria del
DNA - ha concluso Daniela Gaffuri
- ha reso indispensabile un calcolo
statico della struttura in legno e acciaio”. La scultura è iniziata con la
produzione di centine (una sorta di
stampo) in legno per la pressatura e
curvatura dei moduli che costituiscono la doppia elica. Ogni elemento è
stato realizzato incollando ventidue
fogli di multistrato okumè di 4 mm
di spessore, successivamente impiallacciato con legno teak. Ogni
elemento prodotto a mano è stato
rifinito con la macchina CMS a 5
assi. Il peso totale della scultura è di
2.500 kg ed è sostenuta da due cavi
d’acciaio inossidabile; l’altezza è di
22 m con un diametro di 4 m.
Cosa dire. In un mercato ancora altalenante e imprevedibile è necessario
che l’industria italiana sia pronta a
cogliere le opportunità di crescita
che si prospettano nel corso del 2014.
Gaffuri ha puntato sull’innovazione,
sulla creatività e sull’esperienza di
sessant’anni nel mondo della lavorazione del legno. Un’organizzazione
aziendale coraggiosa e rinnovatrice
per affrontare i mercati internazionali
sotto la bandiera del Made in Italy.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
57
SOFTWARE
Ottimizzazione
idrodinamica
con risparmio
COSMIN CIORTAN
L’azienda di trasporto container APL ha incaricato DNV
Maritime Advisory di collaborare con Hyundai Heavy
Industries per ottimizzare al massimo l’efficienza delle carene
delle navi. Risultato: un risparmio di 30 milioni di dollari all’anno
Tradizionalmente, le navi venivano
ottimizzate per il punto di progettazione ossia per garantire le migliori
prestazioni alla velocità e pescaggio
di progettazione. Tuttavia una nave
raramente naviga in tali condizioni.
Di conseguenza, APL ha richiesto l’esecuzione di un diverso tipo di ottimizzazione, in riferimento questa
volta a varie combinazioni di velocità-
58
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
pescaggio come descritto nel profilo
operativo.
Prestazioni della nave
Il rendimento idrodinamico complessivo di una nave è direttamente collegato alla resistenza e all’efficienza
propulsiva. La resistenza è influenzata
dalla forma della carena, l’area della
superficie immersa e la configurazione delle appendici, mentre l’efficienza
propulsiva è influenzata dalle caratteristiche dell’elica in mare aperto e
dall’interazione tra carena ed elica. La
prestazione dipende dalla variazione
delle condizioni operative, vale a dire velocità, pescaggio e assetto della
nave.
Le imbarcazioni sono state tradizionalmente ottimizzate per una sola
condizione, di solito, la velocità contrattuale al pescaggio progettuale. Con
l’ausilio di strumenti all’avanguardia
per la fluidodinamica
DOSSIER
INDUSTRIA NAUTICA
In alto. Distribuzione della scia sul piano
dell’elica per una condizione di pescaggio/
velocità di 8,5 m/18,5 nodi.
In basso.Confronto
tra l’analisi CFD e prove
su modello. Esempio
di un profilo operativo
(foto DNV).
A destra. Visualizzazione dei risultati della
simulazione per una condizione di pescaggio/
velocità di 13 m/19 nodi.
computazionale (CFD) e dei moderni
computer è ora possibile ottimizzare
una nave per le diverse condizioni in cui
quest’ultima si troverà ad operare. DNV
Maritime Advisory ha lavorato per anni nel campo dell’ottimizzazione delle
carene, fornendo ad armatori, cantieri
navali e progettisti una preziosa consulenza durante la fase di progettazione.
Gli esperti DNV vantano una lunga
esperienza nell’idrodinamica e nell’efficienza energetica delle navi, applicata
a numerosi tipi e dimensioni di cui i
principali segmenti sono le petroliere,
le portarinfuse e le portacontainer.
Il progetto di ottimizzazione
Un tipico progetto di ottimizzazione
idrodinamica della carena può comprendere diversi aspetti. Vediamo qui
di seguito quali: stabilire uno stretto
dialogo tra DNV, l’armatore e il can-
Dettagli
dei calcoli CFD
DNV Maritime Advisory esegue simulazioni CFD completamente viscose e
di flusso potenziale a grandezza naturale. STAR-CCM+ e Shipflow vengono
utilizzati su un cluster di calcolo con
più di 600 CPU. Vengono utilizzate
diverse applicazioni di progettazione,
tra cui MaxSurf, Napa, Rhinoceros,
HDef e ShipX. DNV ha condotto progetti di ottimizzazione idrodinamica
della carena, in collaborazione con i
maggiori armatori, cantieri navali e
studi di progettazione leader mondiali.
I precedenti progetti hanno riguardato
numerose navi portacontainer con capacità da 1.600 a 14.000 TEU, le
petroliere Aframax e Suezmax, navi
portarinfuse con capacità da 38.000
a 206.000 DWT e navi di rifornimento
offshore.
tiere; definire un profilo operativo realistico; discutere e combinare le idee di
progettazione di DNV con la filosofia di
progettazione del cantiere per ottenere
una carena ottimale in una prospettiva
idrodinamica e di costruzione; ottimizzare il corpo di prua della carena in
base al profilo operativo; non meno
importante l’ottimizzazione del corpo
di poppa della carena per migliorare
l’efficienza propulsiva, compreso l’esame della configurazione dei macchinari
e dell’elica; valutare l’indice di progettazione energeticamente efficiente
(Eedi); prestare assistenza durante la
preparazione e presenziare alle prove
su modello a rimorchio in vasca.
Il valore fornito all’armatore e al cantiere è la maggiore fiducia nelle prestazioni idrodinamiche della carena.
In genere, vengono ottenuti un notevole miglioramento del rendimento
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
59
SOFTWARE
Miglioramenti delle prestazioni della
carena per diverse condizioni di
pescaggio e velocità (fotoDNV).
Visualizzazione del modello d’onda
calcolato.
Distribuzione della pressione sulla
carena e forme della carena iniziale e
definitiva.
del combustibile e minori emissioni
di gas durante l’intera vita della nave.
In questo caso specifico, la portata di
questo lavoro includeva: creare una
matrice di ponderazione per il relativo
profilo operativo della nave; l’ottimizzare il corpo di prua e il corpo di poppa della carena (spalle, bulbo, altezza
dello specchio di poppa ecc.) in base
al profilo operativo; analizzare la scia e
l’efficienza della propulsione; predire le
curve di velocità: potenza e consumo di
combustibile; valutare l’indice Eedi preliminare; assistere alle prove su modello
a rimorchio in vasca.
Tutte le simulazioni di valutazione della
resistenza e della scia sono state eseguite utilizzando Star-CCM+ di CD Adapco.
Secondo Olav Rognebakke, responsabile della stabilità e idrodinamica navale di
DNV: “È la disponibilità di strumenti di
simulazione CFD come Star-CCM+, unitamente alla competenza del personale,
che ha permesso di migliorare ulteriormente la progettazione di Hyundai”.
60
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Risultato della valutazione
Cosa dire
La carena è stata ottimizzata per cinque punti di progettazione diversi con
differenti combinazioni di velocità/pescaggio.
La parte poppiera è stata ottimizzata
per la massima efficienza dell’elica.
Inoltre, il bulbo è stato abbassato in
modo da essere efficiente anche a
pescaggi minori. Sebbene questa soluzione possa comportare una marginale
penalizzazione rispetto alla condizione
di progettazione originale, l’obiettivo
era quello di ottimizzare la carena per
una gamma di condizioni operative.
Invece di una velocità progettuale di
25 nodi, le nuove navi sono state ottimizzate per velocità inferiori, con una
velocità massima di 23 nodi, tenendo
conto della tendenza ad adottare la
navigazione lenta (slow steaming) osservata negli ultimi anni.
Complessivamente, il miglioramento
totale dell’efficienza energetica è stato
del 36%.
Lavorando in stretta collaborazione
e mantenendo un dialogo continuo
con APL e HHI, DNV ha garantito che
le idee e i risultati migliori siano stati
incorporati assieme nel progetto
definitivo della carena.
È stato stimato che la carena ottimizzata si tradurrà in un risparmio
di combustibile annuo di circa 3
milioni di dollari USA per nave, il
che equivale a un risparmio annuo
di 30 milioni di dollari USA per
l’intera flotta.
Questi risultati hanno destato un’attenzione positiva da parte del mercato e garantito posizioni di mercato
più favorevoli sia per l’armatore sia
per il cantiere. Infine, il costo del
servizio fornito da DNV Maritime
Advisory è trascurabile rispetto ai
risparmi ottenibili attraverso un migliore rendimento del combustibile.
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RICERCA
Undimare
progetti
RUGGERO DAMBRA, STEFANIA RICCO, FEDERICA VALDENAZZI
Nuove sfide di progettazione nei settori tradizionali dell’idrodinamica e del rumore
sono indispensabili per proporre al mercato del comparto marittimo soluzioni
d’avanguardia. Non solo comfort per l’utilizzatore, ma anche grande rispetto per
l’ambiente. Alcune soluzioni sviluppate e realizzate da Cetena
Gli ultimi anni sono stati difficili per tutto
il comparto marittimo; questo ha significato la necessità di puntare su nuove sfide per il mercato, compreso quello della
nautica, focalizzandosi su una maggiore
attenzione ai costi di esercizio e di manutenzione, al consumo di carburante
e all’impatto ambientale. Proprio
su quest’ultimo argomento ci
si è concentrati moltissimo
per poter proporre soluzioni
maggiormente competitive che, da una parte,
tengano saldi i principi
della progettazione tradizionale e, dall’altra,
prestino maggiore
attenzione ad aspetti
quali il comfort spaziale, il rumore interno ed
esterno per proporre
soluzioni adeguate alle
continue e diversificate
richieste.
Si inizia dalla ricerca
Oggigiorno, per raccogliere le
sfide del mercato, si usano nuove tecnologie come la simulazione virtuale che è
62
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
diventata parte integrante dei processi
di progettazione navale. La possibilità di
prevedere al computer il comportamento di un qualsiasi meccanismo dinamico
porta enormi vantaggi alle aziende sul
piano della riduzione dei costi (meno
prototipi fisici per prove sperimentali), del time-to-market, della qualità del
prodotto. Il Cetena ha esperienza nello
sviluppo di metodologie di fluidodinamica computazionale applicata a carena ed
elica, ma è un campo nel quale si può e
si deve innovare ancora. Uno dei margini
di sperimentazione, ad esempio, riguarda l’impiego di software open source,
in alternativa o integrato con software
commerciale, per la modellazione del
sistema carena-elica. Una soluzione che,
oltre ad abbattere i costi delle licenze dei
software commerciali, consente anche di
raggiungere livelli di flessibilità e personalizzazione che si adattano meglio ad
‘ambienti’ di calcolo ad alte prestazioni.
Attorno a queste linee d’indagine, si
sono sviluppate ricerche finanziate guidate per imprese in collaborazione con
Università ed Enti di ricerca. L’interesse
è stato focalizzato sulle prestazioni idrodinamiche del sistema carena-elica delle
DOSSIER
INDUSTRIA NAUTICA
Pinna: visualizzazione delle vorticità.
A destra Silenv: modellazione numerica
dell’elica cavitante.
barche, con l’obiettivo di migliorarne il
rendimento e ridurre i costi di progettazione e di impianto per le imprese costruttrici. L’utilizzo sinergico di calcolatori
ad alte prestazioni (HPC - High Performance Computing) e di simulazioni ad
alta fedeltà del moto del fluido attorno
alla carena e all’elica, basate su software
OpenSource, permettono di raggiungere
notevoli risultati. L’idea consiste nello
sviluppo di un prototipo virtuale che
tenga conto delle reciproche influenze
tra la scia generata dalla carena e il
funzionamento dell’elica, consentendo
a tale procedura di entrare a far parte
degli standard di progettazione navale.
Le prestazioni idrodinamiche
Per quanto riguarda le prestazioni idrodinamiche, è oggi possibile eseguire,
in tempi compatibili con le necessità
progettuali, calcoli Ranse per la valutazione delle prestazioni propulsive della
carena, modellandone l’interazione con
il propulsore. I calcoli permettono di
ottimizzare la scelta delle appendici e
prevenire e correggere criticità legate al
comportamento dell’elica, delle pinne
stabilizzatrici, dei timoni. È inoltre possibile prevedere, in modo accurato, il
comportamento dell’elica dietro carena
e l’occorrenza ed estensione della cavitazione.
Sono diversi anni che questa attività
è sotto i riflettori di Cetena; talvolta, a
seguito di prove in mare per yacht, si è ri-
levato un aumento del rumore generato
dall’elica che potrebbe essere legato a un
vortice indotto dalle pinne stabilizzatrici
in esercizio. Gli studi che si effettuano
a seguito di tale anomalia, si propongono di analizzare numericamente il
possibile distacco di vortici dalle pinne
stabilizzatrici, il loro percorso sottocarena e l’effetto di dispositivi atti a ridurre
la sorgente di tale disturbo. L’analisi è
condotta con tecniche di fluidodinamica
numerica CFD per studiare la pinna isolata e la carena completa di appendici e
propulsore, al fine di verificare il percorso
della vorticità indotta dalla pinna sotto
carena e dell’interazione con l’elica. Il
risultato permette di suggerire modifiche
alle diverse componenti della pinna per
migliorare le prestazioni e di verificare,
nuovamente, le soluzioni con i calcoli. I
diversi progetti di ricerca portati avanti
per validare i codici e mettere a punto
applicazioni di interesse relativi al calcolo
della resistenza d’onda o a prestazioni
dell’elica in flusso libero e dietro carena,
diventano quindi estremamente importanti e danno la possibilità di confrontare
i risultati con quelli ottenuti con codici
commerciali.
Rumore e vibrazioni
La ricerca riveste quindi un ruolo chiave
anche in risposta ai bisogni espressi
della società e del mercato. Il suo compito è quello di esplorare nuovi progetti
avanzati sotto il profilo della originalità
e dell’interdisciplinarietà; è quindi parte
integrante dell’attività del Cetena, nato
come centro di ricerca, il quale spazia
su diversi e specifici argomenti e riveste
grande importanza e investimento nella
sua realtà aziendale. È degli ultimi anni il
progetto europeo Silenv (Ships oriented
innovative solutions to reduce noise &
vibrations), finanziato nell’ambito del
VII Programma quadro, finalizzato allo
studio di soluzioni innovative per l’abbattimento dei livelli di rumore e vibrazioni
a bordo e il contenimento delle emissioni acustiche verso l’esterno. Rumore
e vibrazioni hanno infatti diversi ordini
di conseguenze: a bordo, determinano
una riduzione del comfort dei passeggeri
e costituiscono un potenziale fattore di
rischio per la salute dell’equipaggio negli
ambienti di lavoro; nella quota irradiata
all’esterno, il rumore in aria costituisce
elemento di disturbo per i siti residenziali
nelle adiacenze di porti e lungo le rotte
costiere e il rumore in acqua rappresenta un potenziale danno biologico per
l’ambiente marino. Il progetto includeva,
fra i suoi partecipanti, importanti centri
di ricerca universitari e non, società di
ingegneria, società di classifica e armatori. L’attività di Cetena nell’ambito del
progetto è stata trasversale rispetto a
pressoché tutti i work package, collaborando nella raccolta di dati mediante attività sperimentali, ottimizzando soluzioni
progettuali e portando avanti l’attività
di modellazione e calcolo previsionale.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
63
RICERCA
I risultati
Aspetti particolarmente interessanti del
progetto sono state le campagne di misura di rumore e vibrazioni a bordo e di
rumore irradiato in acqua, svolte durante
il corso delle attività.
Queste ultime sono state pianificate in
virtù della sempre maggiore attenzione anche in ambito civile al problema
delle emissioni in acqua che, negli anni
passati, è stato argomento di esclusivo
interesse militare, in quanto parte significativa della segnatura della nave.
Studi scientifici hanno infatti ipotizzato,
e in parte dimostrato, come il rumore
irradiato in mare dall’attività antropica
rappresenti una forma di inquinamento
per la vita e gli ecosistemi marini. Pertanto, in ambito internazionale, il rumore
irradiato in mare è oggi al centro dell’attenzione anche nel settore commerciale
e si ipotizza sempre più insistentemente
l’entrata in vigore di regolamenti e notazioni di classe volti proprio a tutelare
l’ambiente marino da questa tipologia di
emissioni. In tale ambito, si è in grado
di effettuare la valutazione sperimentale
dei livelli di rumore irradiato dalla nave
e dallo yacht, oltre che di effettuare il
controllo di aree marine correlando il
rumore al traffico marittimo locale. Le
prove in mare sono state effettuate con
strumentazione sofisticata ma agilmente
dispiegabile, composta da un’unità in acqua e da una stazione ricevente installata
a bordo della nave oggetto della misura.
La mole di dati raccolta a bordo e fuori
bordo ha permesso l’affinamento dei
modelli numerici previsionali sviluppati
in precedenza.
Per quanto riguarda il comfort interno
alla barca, è stato utilizzato un codice
di calcolo che, attraverso un approccio
energetico, permette di calcolare i livelli
di rumore previsti per i vari locali, a
partire dalle sorgenti, dalla definizione
della struttura della nave e delle contromisure installate a bordo, mentre rela-
64
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Foto in alto. Silenv: diagramma tempo-frequenza del rumore irradiato in mare misurato durante il passaggio
nave. Foto in basso. Sonic: i partner coinvolti nel progetto.
tivamente al rumore irradiato in mare,
si è soprattutto lavorato allo sviluppo di
una metodologia per la previsione del
rumore dal propulsore che, come noto, è
una delle sorgenti che più possono contribuire a esso. La metodologia integra
calcoli idrodinamici e analisi acustiche e,
schematicamente, si articola in tre passi:
il calcolo del campo di flusso dovuto
all’elica, con particolare attenzione al
comportamento cavitativo e includendo
l’influenza dovuta alla presenza e al moto
della carena; l’individuazione di sorgenti
acustiche equivalenti all’elica; il calcolo
del campo acustico in acqua dovuto alle
sorgenti equivalenti.
Gli effetti della cavitazione
Terminato il progetto e come naturale
prosecuzione delle ricerche in questo
campo, è in corso il nuovo progetto Sonic (Suppression Of Underwater Noise
Induced by Cavitation), anch’esso cofinanziato dalla Commissione Europea
nell’ambito del 7° Programma quadro,
che vede a sua volta la partecipazione
di una partnership internazionale molto
qualificata. Obiettivo del nuovo progetto è quello di sviluppare strumenti per
indagare e mitigare gli effetti del rumore irradiato in mare da navi e yacht,
individuando tecniche di previsione del
rumore irradiato e realizzando misurazioni sia in vasca in scala modello che
in mare in scala al vero. L’interesse del
progetto è in particolare sugli effetti della
cavitazione dei propulsori, proponendosi
di migliorare ancora la comprensione dei
meccanismi di generazione del rumore
generato dalla cavitazione dell’elica, di
implementare e validare modelli previsionali dei livelli di rumore a fini correttivi. L’obiettivo è sia di caratterizzare
l’impronta acustica della singola nave sia
di dotarsi degli strumenti per realizzare
analisi di impatto ambientale in relazione al transito di diverse unità in aree
predeterminate. Sonic sarà condotto in
stretta collaborazione con il progetto
europeo Aquo (Achieve Quiter Oceans
by shipping noise footprint reduction),
proposto da un altro consorzio e anch’esso ammesso ai fondi del 7° Programma
quadro, a testimonianza della rilevante
importanza del tema in questione. La
collaborazione si realizzerà sia attraverso
la condivisione di dati, l’organizzazione di workshop combinati e l’attività di
divulgazione, sia unendo le forze per
sviluppare linee guida per l’industria e i
futuri regolamenti.
R. Dambra, S. Ricco, F. Valdenazzi - Cetena,
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MATERIALI
L’inossidabile
alleato
dell’ imbarcazione
CAROLINA PARONUZZI TICCO
In un ambiente difficile, come quello marino,
è importante utilizzare il giusto acciaio inossidabile
secondo le singole applicazioni.
Alcuni esempi costruttivi permettono di orientarsi
nella scelta di questo importante materiale: dallo scafo
delle imbarcazioni ai componenti, fino ai propulsori
Una delle proprietà peculiari degli
acciai inossidabili è legata alla loro
composizione chimica, che li rende in
grado di auto passivarsi, cioè di coprirsi
di uno strato di ossidi invisibile, che
protegge il metallo sottostante; essi,
pertanto, possono sostenere le più
diverse condizioni di aggressione. È
evidente, dunque, che la loro resistenza alla corrosione diviene un fattore
centrale, soprattutto se ci si riferisce a
un ambito come quello dell’industria
nautica, che implica un contatto non
solo con l’acqua marina, ma anche
con l’atmosfera.
Si tratta di un settore assai vasto, in
cui si è assistito, negli ultimi anni, a
un notevole incremento dell’impiego
di acciai inossidabili relativamente agli
accessori funzionali, a quelli di abbellimento e ai sistemi di propulsione.
Se l’ambiente è corrosivo
Prima di passare in rassegna i vari
ambiti di impiego con i tipi di acciaio inox a essi più confacenti, è bene
porre, anzitutto, l’attenzione sul tipo
di ambiente di cui stiamo parlando.
L’acqua di mare, infatti, è uno degli
elementi più corrosivi in assoluto: essa
contiene mediamente 35.000 parti per
milione di sali disciolti, di cui l’85%
è rappresentato dal cloruro di sodio;
66
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
DOSSIER
INDUSTRIA NAUTICA
Centro Inox
La parte esterna degli scarichi è realizzata
in acciaio inossidabile Aisi 304.
presenta un Ph neutro o leggermente
basico (fra 7,5 e 8,4) e contiene 8 parti
per milione di ossigeno disciolto, anche
se tale concentrazione varia in relazione
alla latitudine, alla temperatura, alla
profondità, all’agitazione e alla maggiore o minore presenza di sostanze
organiche. Date tali caratteristiche, la
maggior parte dei materiali industriali
vengono attaccati dall’acqua di mare e,
dunque, i costruttori sono sempre più
orientati sugli acciai inossidabili. Tuttavia, occorre fare alcune precisazioni. Vi
sono vari tipi di acciai inox e, in base
alle condizioni effettive di impiego, ci
si orienta sull’uno o sull’altro. La scelta
dell’acciaio inossidabile idoneo, dunque, permette di scongiurare il rischio
di corrosione localizzata (vaiolatura,
interstiziale ecc.) e del conseguente
arrugginimento degli acciai, di cui il
principale agente responsabile è lo
ione cloruro.
Il Centro Inox è un’associazione senza scopo di
lucro che si occupa dello studio e dello sviluppo
delle applicazioni degli acciai inossidabili in Italia
dal 1962. In particolare, si interessa allo sviluppo
generale di tutti i tipi di acciai inossidabili e di
tutti i tipi di prodotti: piani (lamiere, nastri ecc.)
e lunghi (barre, filo, profilati e tubi). Fornisce la
consulenza con dati e informazioni sui criteri di scelta,
sulle tecnologie di lavorazione e di messa in opera degli
acciai
inossidabili, sulle applicazioni più attuali e più utili in tutti i settori di consumo. Con le
sue pubblicazioni tecniche offre un costante aggiornamento sulle esperienze e sui risultati
raggiunti in Italia e in altri Paesi. Il Centro Inox è membro di Euro Inox (Associazione
europea per lo sviluppo degli acciai inossidabili) e di Issf (International stainless steel
forum). Consente, inoltre, attraverso la società Centro Inox Servizi, un abbonamento
a una rete di prestazioni ‘dedicate’, per un’assistenza continuativa e personalizzata.
quelli esterni e sommersi. In ambiente
marino, invece, vengono utilizzati solo
per gli elementi sotto-coperta, che non
risultano esposti all’azione della salsedine. Si tratta, infatti, di acciai inossidabili che possono subire, a contatto con
agenti cloruranti, vaiolature e, dunque,
il loro impiego in ambito nautico necessita della dovuta cautela. Pertanto,
questo tipo di materiale si presenta
ottimale per la costruzione di scafi per
acque dolci, per gli interni di scafi anche
Acciai austenitici Cr-Ni
Per orientarsi nella scelta, si consiglia
di fare molta attenzione e di affidarsi
ai consigli degli esperti. Per quanto
concerne gli acciai austenitici al cromonichel tipo Aisi 304, Aisi 304L, Aisi 321,
Aisi 347, essi sono utilizzati in acque
dolci, come quelle dei laghi e dei fiumi, sia per gli elementi interni sia per
Un parabordo da banchina
realizzato in Aisi 316 L.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
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MATERIALI
Passerella e gruetta in Aisi
316 e Aisi 304.
destinati ad acque marine
e e, da ul
ultimo,
ltimo
o,
anche per l’arredo portuale.
ale.
Gli scafi che partecipano aii Campion
Campionati
natii
Mondiali di Classe 1 presentano
imporntano impo
nt
ortorii realizzate
e
tanti componenti dei motori
con questi tipi di acciaio inossid
inossidabile,
idabile,
ubi di sc
carico
quali la parte esterna dei tubi
scarico
damento. Per
e il collettorino di raffreddamento.
mbarcazioni,
i
quanto concerne queste imbarcazioni,
la scelta dell’acciaio inox non è legata
solo alle caratteristiche di resistenza
che alle alte
alla corrosione, ma anche
temperature generate dall propulsore,
e aggressivo.
che creano un ambiente
aliano è dato
Un altro esempio tutto italiano
ui compaiono
dal porto di Rapallo, in cui
e posaceneri,
elementi d’arredo come
ado di oppor
portarifiuti e fioriere, in grado
opporsi all’aggressività degli ambienti nelle
più diverse condizioni atmosferiche, di
non creare accumuli di sporco e salsedine e di fondersi bene con l’ambiente.
Una maggiore resistenza
Gli acciai inossidabili austenitici al cromo-nichel-molibdeno di tipo Aisi 316,
Aisi 316L, 316Ti, 316 Nb presentano
una maggiore resistenza alla corrosione con qualunque tipo di atmosfera e
di acqua, anche marina, e vengono
utilizzati in tutte le applicazioni sovracoperta, immerse e a volte anche interne.
Tra le molteplici applicazioni di questi
tipi di acciaio inossidabile, pensiamo
alle pompe, alle eliche, agli alberi, alla
bulloneria, ai timoni, ma anche ad accessori sopracoperta, come passerelle,
gruette, corrimano, supporti tavolo,
porte scorrevoli, scale bagno e componentistica varia. Altri esempi interessanti risultano essere parabordi da
banchina, realizzati spesso con questo
tipo di acciaio per via della sua alta
affidabilità di tenuta e della resistenza all’ossidazione in zona di splash e
carrelli per il trasporto di barche da
diporto, anch’essi molto diffusi, per
esempio, nella riviera ligure. Citiamo,
inoltre, anche un moto peschereccio
(foto di apertura) per la pesca a stra-
68
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Walkirye, uno scafo di 20 m completamente realizzato in acciaio inox.
scico realizzato da un cantiere di Monopoli con l’impiego di lamiere di vario
spessore, tubi, barre piene e vitiera in
acciaio inox Aisi 316. Questo tipo di
acciaio è stato utilizzato anche per la
costruzione dell’alberello portasegnali
di una lobsterboat, cioè un’imbarcazione per la pesca dell’aragosta, il Rose
Island Lobster 38, a Chignolo d’Isola,
nel bergamasco: si tratta di una trave
reticolare molto leggera ed inalterabile
nel tempo. Prendendo nuovamente
in considerazione gli elementi esterni
della riviera ligure, lungo la baia di
Alassio, tra Capo Santa Croce e Capo
Mele, pochi anni fa, sono stati installati
dei parapetti a protezione dei passanti
in acciaio inossidabile Aisi 316, i quali,
prima dell’installazione, hanno subito
dei trattamenti di decapaggio (a norma
Astm A380) e di elettrolucidatura (a
norma UNI EN 3769), che consentono
una maggiore resistenza alla corrosione. Un affascinante esempio in cui Aisi
304 e 316 si sposano alla perfezione è
rappresentato da Walkirye, una barca
realizzata interamente in inox: AISI
304L per le parti interne e Aisi 316L
per lo scafo. In questo caso, la scelta
dell’acciaio inossidabile è legata all’esigenza di omogeneità strutturale, di
facilità di manutenzione e di sicurezza,
vista l’elevata capacità del materiale di
assorbire energia, deformandosi prima
della rottura, in caso di urto.
Alcune novità dal Salone Nautico
Da ultimo, tra le novità presentate al
53° Salone Nautico Internazionale, tenutosi a Genova lo scorso ottobre, è
bene ricordare un altro elemento che
ha visto l’impiego di questo tipo di
acciaio inossidabile: un erogatore di
servizi con prese interbloccate costruito in Aisi 316 L lucidato. Esso, oltre a
garantire i servizi di erogazione d’acqua e di rifornimento di energia per le
barche ormeggiate in porto, si fonde
con l’ambiente circostante, grazie alla
sua superficie lucida e non soggetta
alla corrosione. Per quanto concerne gli acciai inossidabili indurenti per
precipitazioni, quali, per esempio, il
tipo AISI 630, essi vengono impiegati
soprattutto per gli elementi del motore
soggetti a una particolare sollecitazione
meccanica, come gli alberi portaelica e
le tiranterie speciali.
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MATERIALI
Sistemidi fissaggio
per compositi
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I moderni sistemi di fissaggio, per materiali compositi, permettono un’elevata
affidabilità e sicurezza e, contemporaneamente, una velocità di inserimento: ciò
consente l’utilizzo immediato del pannello, diminuendo i tempi di produzione
Il mondo della nautica è in continua
evoluzione alla costante ricerca di materiali affidabili e allo stesso tempo leggeri. Una delle priorità di questo settore
è quella della sicurezza, seguita dalla
leggerezza, caratteristica che fornisce
tra i diversi vantaggi minor consumi di
carburante, con conseguente minore
emissione di CO2. Materiali che hanno entrambe le caratteristiche sono
i compositi, in particolare i pannelli
sandwich con diverse anime e diverse pelli, utilizzati principalmente per
gli interni degli yacht. Ultimamente la
costruzione di pannelli sandwich con
materiali di ultima generazione ha permesso l’utilizzo anche per pareti esterne.
Tra le varie tipologie di core possiamo
trovare: schiuma poliuretanica, alluminio e policarbonato; mentre tra le varie
tipologie di pelli troviamo il carbonio,
la vetroresina, il policarbonato, il legno.
Come fissare i pannelli
Specialinsert ha investito nella ricerca
di soluzioni di fissaggio altrettanto affidabili e veloci dedicate al mondo della
nautica. Il più innovativo dei sistemi di
fissaggio è il Deform-nut TC/SC/1 inserto derivato dal Deform-nut TC/SC con gli
70
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
stessi sistemi di ancoraggio e le stesse
qualità, ma con il vantaggio di poter
lavorare su spessori minimi. Si tratta
di un prodotto brevettato. Il Deformnut TC/SC è un inserto a deformazione
con doppio ancoraggio, meccanico e
chimico. Il primo è dato da un rivetto
tubolare filettato accoppiato con una
boccola di regolazione che permette di
ottenere un ancoraggio filettato strutturale su pannelli a nido d’ape. Il secondo
è assicurato dalla colla posta nel foro
prima del montaggio dell’inserto stesso.
Il sistema registrabile può essere utilizzato su di un ampio range di spessori
e altezze dei pannelli sandwich, assicurando un ancoraggio immediatamente
utilizzabile, semplice e veloce. Questo
tipo di fissaggio garantisce la planarità
dell’inserimento, evita il soffocamento
della zona indebolita, fa lavorare su tutta
la sua altezza il pannello sandwich e
per finire ha il vantaggio di utilizzarlo e
movimentarlo immediatamente, a differenza di molti altri presenti attualmente
sul mercato.
DOSSIER
INDUSTRIA NAUTICA
Alcune prove di trazione
Di seguito segnaliamo alcune caratteristiche tecniche di tenuta degli inserti. I dati
sono ottenuti da prove effettuate presso
il laboratorio Specialinsert sul prodotto
TC/SC/1. I pannelli utilizzati hanno strutture diverse. Il primo pannello ha le
seguenti caratteristiche: pelle superiore e
inferiore in carbonio di 1,5 mm ciascuna,
anima in schiuma poliuretanica da 18,5
mm e un’altezza totale di 21,5 mm con
inserto TC/Amxzi-M6/15X hanno dimostrato una tenuta con test di trazione di
3.516 N utilizzando colla bicomponente
metilmetacrilato. Il secondo pannello,
invece, adotta pelle superiore e inferiore
in vetroresina di 0,4 mm ciascuna, materiale incollato laminato in pietra di 1,3
mm e anima in alluminio da 18,3 mm,
per un’ altezza totale di 20,5 mm con inserto TC/Dmxzi-M6/10X hanno dimostrato
Nella foto di apertura i sistemi di
fissaggio TC/SC/1 per compositi.
Keep-nut, invece è un sistema di
fissaggio in acciaio inox.
Specialinsert parteciperà alla
dodicesima edizione di Seatec/
Compotec 2014.
una tenuta con test di trazione di 2.875 N
con colla bicomponente metilmetacrilato.
Il terzo pannello ha pelle superiore e inferiore in policarbonato di 3 mm ciascuna,
anima in policarbonato da 15 mm, e
un’altezza totale di 21 mm con inserto
TC/Amxzi-M6/15X hanno dimostrato una
tenuta con test di trazione di 6.573 N con
colla bicomponente metilmetacrilato. Infine, il quarto pannello si caratterizza per
pelle superiore e inferiore in legno di 2,5
mm ciascuna, anima in policarbonato
da 19 mm, e un’altezza totale di 24 mm
con inserto TC/AM10XZI-M6/12,5X hanno
dimostrato una tenuta con test di trazione
di 4.243 N con colla bicomponente metilmetacrilato. Essendo prove di laboratorio
i risultati sono stati rilevati in laboratorio
in condizioni ottimali. Quindi, i risultati
devono intendersi come eventuale riferimento e non come dati certi, pertanto
sono indicativi e non vincolanti.
Non solo composito
Un recente prodotto altamente innovativo, che sta riscontrando un enorme
successo per la sua facilità di montaggio
e sicurezza di tenuta, è Keep-nut. Si tratta
di un prodotto in acciaio inossidabile
composto da una boccola filettata con
l’aggiunta di un serie di corone dentate
e da un anello in plastica, che assembla
il gruppo completo.
Si tratta di un rivoluzionario sistema a
pressione, con ancoraggio meccanico,
per ottenere una sede filettata su lastre
con spessori sottili, di marmo, granito
o altro materiale lapideo, oltre che su
materiali compositi, carbonio, corian,
HPL, vetro.
Alcune applicazioni sono i rivestimenti edili interni, ambientazioni, arredamento,
fissaggi di elementi sanitari, cucine ecc.
I vantaggi sono molteplici anche in fase
di montaggio.
Per esempio è sufficiente un foro cilindrico di semplice realizzazione eseguibile,
anche in corso d’opera, con l’impiego
di utensili standard. Il rapido inserimento, mediante semplice pressione, non
necessita di collanti. Il componente in
acciaio inox permette un montaggio
completamente a scomparsa senza ingombri esterni, facilitando la movimentazione e lo stoccaggio delle lastre. Non è
presente nessuna tensione sul materiale
ricevente se l’inserto non viene sollecitato. In fase di utilizzo le rondelle elastiche
vengono sollecitate da una forza di
trazione assiale, agendo radialmente
contro le pareti grazie alla flessione e
pressione, evitando la fuoriuscita del
sistema. Infine, la filettatura della boccola realizzata ‘non passante’, assicura
il fissaggio evitando l’effetto estrazione
causato dall’eventuale lunghezza inappropriata della vite. I prodotti qui segnalati saranno esposti da Specialinsert alla
fiera Seatec/Compotec 2014.
A. Sanua, responsabile settore compositi
Specialinsert.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
71
MECCANICA
Chiusure
per automotive,
con stile
FRANCO ASTORE
Southco propone ai costruttori di autovetture soluzioni di elevata
qualità e flessibilità per la chiusura del vano portaoggetti. Si tratta
di chiusure dedicate che rispondono alle esigenze di flessibilità
nelle varianti di design e geometria del pannello di chiusura
Per i costruttori di autovetture, progettare applicazioni di chiusura del
vano portaoggetti nei nuovi veicoli
significa trovare soluzioni di elevata
qualità con bassi costi di attrezzatura
che, oltre a essere funzionali, seguano
gli ultimi trend del design e aiutino a
immettere più velocemente sul mercato il veicolo finito. Collaborando da
vicino con gli OEM, gli integratori di
72
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
sistemi e i fornitori first tier del settore
automobilistico, Southco ha sviluppato un’ampia gamma di soluzioni
avanzate per la chiusura meccanica
ed elettronica del vano portaoggetti.
Quando si deve progettare un’applicazione di chiusura del vano portaoggetti, il problema è offrire soluzioni flessibili di chiusura del vano che offrano ai
progettisti sistemi e componenti tali
da soddisfare i mutevoli trend applicativi e tenere bassi i costi dei
materiali e della produzione.
Nello stesso tempo, occorre rispondere alle
preferenze degli studi di progettazione
con soluzioni affidabili e provate che
soddisfano le prestazioni e le aspettative del settore. Per Southco, esempi
primari di sistemi di chiusura del vano
portaoggetti leader del settore sono la
chiusura ad azione rotatoria a punto
singolo per vani portaoggetti e l’accoppiatore a due
punt i .
Vediamo di che
cosa si
tratta.
Due soluzioni per la vettura
I vantaggi
La chiusura ad azione rotatoria a p
punun
nto singolo per vani portaoggettii è il
prodotto base per la chiusura sicura
curra
a punto singolo e offre un’opzione
ione
economica per applicazioni OEM
dii
M d
chiusura del vano portaoggetti,
i, rriispondendo alle esigenze base di fleses
ssibilità nelle varianti del design e d
della
ella
geometria del pannellino.
Gli sforzi di apertura dei progetti
etti a
nottolino rotante sono meno sensiensibili al carico dell’ammortizzatore
del
e de
el
pannellino, facendone un candidato
dato
eideale per le applicazioni in cui mate
matesono
riali o processi di costruzione possono
nrendere difficile il controllo delle con
contore
e.
dizioni di carico dell’ammortizzatore.
Gli sforzi di chiusura sono prevedibili,
dibilli,
perché lo sforzo totale è una que
queestione di compressione dell’ammormorrtizzatore o della guarnizione e della
forza minima addizionale necessaria
saria
per ruotare il nottolino. La chiusura
surra
opera inoltre come piattaforma b
base,
ase
e,
perché lo sforzo totale è una questioestio
one di compressione delle condizioni
zion
ni
di carico dell’ammortizzatore. Grazie
raziie
alla semplicità di montaggio e preparepa
arazione del quadro, questo prodotto
dottto
versatile può essere utilizzato anche
nch
he
in applicazioni sulla console centrale
trale
e
e di chiusura del ripostiglio all’interno
erno
o
del veicolo. Southco offre anche una
a
chiusura ad azione rotatoria a punto
unto
o
singolo spostato per le applicazioni
zion
ni
dei vani portaoggetti in cui l’attuatore
atore
e
è posto in una posizione diversa
rssa
rispetto alla posizione
centrata standard. Con
un sistema di chiusura
sicuro a punto singolo,
questa chiusura mantiene la forza
di chiusura centrata e l’allineamento del pannellino e può essere
facilmente installata tenendo conto
dell’effetto di attuazione con la mano
destra o sinistra.
Gli sforzi operativi sono più facili
li da
a
controllare con la chiusura ad azione
ione
rotatoria a punto singolo spostato,
tato
o,
caratterizzata da un design del pan
pannnellino a estrazione che permette
tte il
rilascio e l’apertura senza sforzo
duo du
urante l’attuazione. All’attuazione,
e, la
molla di compressione del pannellino
ellino
aziona la molla di tensione del nottolittolino, liberando il nottolino stesso d
dalla
alla
sua custodia e permettendo di aprire
prirre
il pannellino del vano portaoggetti.
gettti.
La chiusura del pannellino porta
rta è
una semplice operazione di spinta
pintta
per chiudere. Le chiusure ad azione
ion
ne
rotatoria a punto singolo e a punto
untto
singolo spostato di Southco permetmettono alle Case automobilistiche
e di
di
adattarsi facilmente alle modifiche
he e
ai trend di design nel settore. Inoltre,
oltre
e,
le chiusure operano come meccanicanismi complementari in applicazionii che
hanno requisiti più impegnativi, come
om
me
quelle che specificano punti di chiusuusu
ura differenti e l’attuazione alternata.
nata
a.
Grazie alla semplicità di montaggio
gio e
preparazione del quadro, questi verver
satili prodotti certificati sono adatti
dattti
per vani portaoggetti con apertura
rturra
superiore o inferiore del pannellino
ellino
e sono disponibili nelle opzioni co
con
on
bloccaggio e senza bloccaggio.
L’accoppiatore a due punti
La flessibilità offerta dall’accoppiappia
atore a due punti di Southco lo rende
ende
e
un’altra soluzione centrale per i vani
portaoggetti nel settore automobilistico. Esso è caratterizzato da un sistema
di chiusura a due punti, con nottolini dipendenti, che ritrae entrambi i
nottolini simultaneamente, evitando
il rischio di false chiusure. Poiché
per il funzionamento della chiusura
è sufficiente fare muovere un solo
nottolino, l’accoppiatore a due punti
è adatto per tutte le applicazioni dei
vani portaoggetti ed è compatibile
con un’ampia gamma di opzioni di
attuazione, indipendentemente dallo
stile. Il sistema risponde alle esigenze
di attuazione con o senza bloccaggio
e può essere integrato con sistemi di
blocco elettromeccanici.
Costruito con robusti materiali, lo stile
compatto a cartuccia dell’accoppiatore a due punti si traduce in un design
a scomparsa dell’aspetto pulito. La
chiusura permette circa il doppio di
corsa dei nottolini rispetto alle soluzioni standard sul mercato, facilitando l’assistenza con le condizioni
di assemblaggio del pannellino e di
interstizio che esistono fra il pannellino e il quadro strumenti circostante.
Nel risultato un’attuazione e sforzi di
apertura e chiusura del pannellino
coerenti e controllabili. Con entrambi
i prodotti Southco, la chiusura rotante
a punto singolo per vani portaoggetti e l’accoppiatore a due punti, non
è necessario reinventare una nuova
soluzione di chiusura del vano portaoggetti per ogni applicazione. Selezionando
l’una o l’altra di queste
soluzioni, i costruttori
automobilistici assicureranno la massima sicurezza e
adattabilità possibili, oltre a ridurre
i costi del lavoro e di produzione.
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
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73
SOFTWARE
Un CAD 3D
gratuito per
progettare
FRANCO ASTORE
RS Components propone DesignSpark
Mechanical disponibile e scaricabile
gratuitamente. Questo strumento per la
progettazione si rivolge direttamente alla comunità
di progettisti elettronici e meccanici. Vediamo di
che cosa si tratta
74
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
I progettisti devono sempre più pensare in tre dimensioni, poiché non è
soltanto l’ingombro bidimensionale
del PCB (circuito stampato) a essere
essenziale per ottenere progetti compatti. L’aggiunta di un dissipatore o
di dispositivi extra per la connettività
può mutare sostanzialmente un progetto che in fase di modellazione era
perfettamente compatto e causare ritardi significativi nel time-to-market e
costi aggiuntivi. Sono molti i progettisti che utilizzano ancora strumenti
CAD 2D. Per non parlare poi di quelli
che lavorano davvero alla vecchia
maniera, disegnando i loro progetti
addirittura su carta. A prescindere
dalla loro presumibile inefficienza,
questi metodi bidimensionali non
sono di per sé non validi o inadatti
a ottenere buoni risultati.
Tanto per citare un esempio, gli appassionati delle gare di Formula 1
ricordano probabilmente che uno
dei progettisti di spicco, i cui bolidi
hanno vinto vari campionati nel corso degli ultimi vent’anni, è famoso
DesignSpark Mechanical apre le porte del CAD 3D agli utenti che non conoscono la progettazione tridimensionale.
per lavorare solo con carta e penna.
È altrettanto evidente, però, che le
dinamiche e le sfide del time-tomarket che caratterizzano il settore
dell’elettronica sono piuttosto diverse da quelle delle attività sportive di
primo piano.
Abbattere le barriere
Perché la progettazione CAD 3D è
importante e, se lo è, perché i progettisti utilizzano ancora gli strumenti bidimensionali? In sintesi, la
progettazione 3D può consentire di
raggiungere livelli di efficienza nettamente superiori, ma le ragioni per
cui questo potenziale non è sfruttato
sono in gran parte legate a due importanti barriere, la cui combinazione impedisce l’adozione del CAD 3D.
La prima è il costo di proprietà, che
può essere esorbitante. Gli strumenti
avanzati rientrano in una fascia di
prezzo compresa fra 5.000 e 30.000
USD a licenza e spesso prevedono
sottoscrizioni annuali molto costose.
La seconda barriera è quella della curva di apprendimento significativa imposta dalla modellazione
3D tradizionale di tipo parametrico.
Chiunque debba apprendere questi
strumenti CAD 3D avanzati necessita
di un tempo da 6 a 18 mesi per imparare a utilizzarli e poter interagire
al meglio. Ne consegue, in genere,
che i progetti CAD vengono ester-
nalizzati ad aziende specializzate,
che possono trasformarsi in veri e
propri colli di bottiglia nel processo
di sviluppo di un prodotto, rendendo necessarie numerose settimane
per l’introduzione anche di piccole
modifiche in un progetto.
La progettazione con fini estetici sta
diventando sempre più importante
nel settore elettronico e si registra
un’interazione sempre più massiccia
fra ambienti CAD elettronici e meccanici. Anche questo fattore può, di per
sé, causare colli di bottiglia nel processo di progettazione, in quanto la
natura degli strumenti CAD parametrici basati sulla cronologia impone
tempi di giorni o addirittura settimane per effettuare piccole modifiche.
Nel corso degli ultimi 25-30 anni il
mercato del CAD 3D è stato dominato
dalla modellazione cronologica, a
causa dei limiti imposti dalla potenza di elaborazione dei computer del
passato. La principale alternativa era,
ed è ancora, la modellazione diretta,
che lavora a livello di geometria di
base e apporta dinamicamente le
modifiche richieste nella geometria.
La modellazione cronologica, però, ha il vantaggio di suddividere il
processo costruttivo della geometria
in singole fasi o caratteristiche, permettendo così di creare e lavorare
con modelli complessi.
Ma questa tecnologia non è alla por-
tata di tutti. Alcune stime indicano
che 25 milioni di progettisti in tutto il
mondo potrebbero trarre vantaggio
dall’uso di software di progettazione 3D, mentre i principali fornitori di software CAD hanno venduto
complessivamente solo un milione
di postazioni CAD. Questa enorme
differenza conferma la presenza di
barriere e di una pressante esigenza,
che è anche un’ottima opportunità,
di uno strumento capace di colmare il divario fra pro e contro della
progettazione 3D. Tale esigenza si
concretizza in uno strumento che sia
poco costoso e al contempo facile
da imparare, che sappia fungere da
supporto laddove si utilizza il CAD
tradizionale ma che sia anche un
pacchetto di progettazione completo capace di offrire ai progettisti la
funzionalità 3D nei contesti in cui
questo tipo di progettazione non
viene utilizzata per nulla.
DesignSpark Mechanical
Il CAD 3D DesignSpark Mechanical,
scaricabile gratuitamente (www.designspark.com/mechanical), è stato
appositamente concepito per i progettisti elettronici e per quelli che
si occupano di automazione per la
costruzione di macchine e quadri
elettrici. Il software, sviluppato da
RS Components e Allied Electronics
in collaborazione con SpaceClaim,
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
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SOFTWARE
Il software è stato concepito per progettisti d’automazione, quadri elettrici
e sistemi per produrre.
il principale produttore di software
per la modellazione 3D diretta nel
campo dell’ingegnerizzazione e della
produzione, completa il software di
progettazione DesignSpark PCB ed è
destinato, secondo il produttore, ad
avere un forte impatto nel mondo
della progettazione meccanica 3D
professionale. DesignSpark Mechanical apre le porte del CAD 3D a una
cerchia di utenti che non conoscono
la progettazione 3D, semplificando i
processi di creazione, documentazione e condivisione dei progetti tridimensionali. Consente ai progettisti
e ad altri professionisti del settore
manifatturiero coinvolti nello sviluppo dei prodotti di creare rapidamente
nuovi progetti o manipolare e modificare le geometrie 2 e 3D esistenti,
senza la complessità dei software
CAD tradizionali.
Lo strumento si basa sulle tecniche
della modellazione diretta, più intuitive e molto semplici da apprendere
per coloro che non sono esperti di
CAD. In effetti, ‘plasmare l’argilla
virtuale’ è l’espressione che è stata
utilizzata per descrivere la modellazione diretta, una tecnologia che
consente di progettare utilizzando
semplici gesti che creano geometrie
3D tramite tecniche intuitive, oltre ad
essere veloce grazie alle moderne
capacità di elaborazione. La modella-
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GENNAIO/FEBBRAIO
2014
Uno strumento indispensabile per la progettazione 3D è la libreria di prodotti o componenti.
zione cronologica, invece, definisce
parametri, caratteristiche e vincoli
del processo di progettazione, che
vengono memorizzati nell’ordine in
cui sono stati creati in un albero cronologico e, pertanto, qualsiasi modifica deve essere eseguita tramite tale
albero. Ma la modellazione diretta ha
vantaggi significativi anche in termini di interoperabilità, mentre quella
cronologica utilizza formati dei dati
proprietari e non compatibili.
In DesignSpark Mechanical è possibile importare file di modelli Step,
vale a dire il formato ‘standard’ più
comune utilizzato dai fornitori di
componenti e per la condivisione
di modelli 3D fra utenti di diversi sistemi CAD. Questo strumento
include inoltre una funzionalità di
importazione IDF che permette il
collegamento con software di progettazione di PCB quali DesignSpark
PCB, oltre a consentire l’esportazione
di cianografi e meccaniche per la
produzione. A tutto ciò si aggiunge
un’interfaccia con gli strumenti BOM
Quote tramite i siti Web di RS e Allied
per definire in tempo reale i prezzi
dei progetti.
Modelli 2 e 3D gratuiti
Uno strumento indispensabile per
la progettazione 3D è la libreria di
prodotti o componenti. Nel 2010, RS
e Allied hanno aperto ai progettisti
di tutto il mondo una vasta libreria
di modelli 2D e 3D, scaricabili in
modo del tutto gratuito. Da allora
RS e Allied hanno visto salire il
numero di download di modelli
CAD 3D oltre i 300.000. I modelli
3D disponibili coprono importanti
tecnologie quali elettronica, elettromeccanica, meccanica, pneumatica e automazione e controllo.
DesignSpark Mechanical include
un’interfaccia diretta con la libreria
componenti ModelSource, in cui
sono inclusi più di 31.000 modelli
3D di 45 diversi produttori e che
ogni mese si arricchisce di altri
mille modelli di fornitori nuovi o
già presenti. I principali produttori
rappresentati nella sezione 3D della
libreria sono Molex, 3M, TE Connectivity, Harting e FCI nel mercato
dei prodotti elettronici generici, e
Siemens, Schneider e SMC per
quanto riguarda le applicazioni di
automazione e controllo. DesignSpark Mechanical rappresenta un
traguardo nell’evoluzione di DesignSpark, in quanto consente ai
progettisti elettronici, meccanici e
ad altri professionisti che si occupano di sviluppo e produzione di
lavorare con maggiore efficienza
e lanciare i loro prodotti con un
time-to-market ridotto.
RICERCA
Nanotecnologie,
il futuro
è qui
DARIO NARDUCCI
Tra i più importanti scarti di prospettiva nelle scienze della natura a
cavallo tra XX e XXI secolo la rivoluzione nanotecnologica contende da
vicino il primato a quella biotecnologica. Pur affacciandosi su scenari
scientifici completamente diversi
(almeno alla loro nascita), biotecnologie e nanotecnologie hanno in
comune l’essere state il compimento
di un cammino lungo almeno mezzo secolo sulla strada della rottura
delle barriere tra discipline storiche
della scienza, chimica e biologia
per le biotecnologie, fisica, chimica
e ingegneria per le nanotecnologie.
Definire con esattezza cosa siano
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
le nanotecnologie su un piano di
principio resta materia complessa e
tutt’altro che priva di rischi, e forse
anche sterile.
Nuovi fenomeni, nuove tecnologie
È invece facile spiegare cosa siano le
nanotecnologie attraverso i risultati
alquanto spettacolari che, a meno
di quarant’anni dalla sua nascita
ufficiale (1986), questa branca della
scienza dei materiali ha saputo già
produrre e porre sotto gli occhi e
nelle mani di ciascuno di noi: hard
disk di basso costo con capacità non
molti anni fa impensabili, ritrovati
nanofarmaceutici già in uso in am-
L’impatto delle nanotecnologie sui
materiali per l’energia (ma non solo)
ha innescato, negli ultimi vent’anni,
una vera rivoluzione industriale.
Lo studio e l’applicazione di nuove
soluzioni tecnologiche non solo ha
permesso lo sviluppo di moderni e più
efficienti prodotti, ma anche la nascita
di nuove imprese
Sospensioni di nanocristalli d’oro assorbono la luce (e la riemettono
per luminescenza) a lunghezze d’onda diverse.
Ruote
Contenuto totale
di energia
del carburante
(100%)
Perdite
per irraggiamento
Sistema di raffreddamento
Recupero di energia possibile
per via termoelettrica
Gas di scarico: 24%
Flusso di potenza
caratteristico di un motore
a combustione interna
(valori relativi ad una autovettura a benzina)
Schema di ripartizione della potenza generata in un motore a combustione interna.
bito clinico, mescole per pneumatici
con prestazioni meccaniche e caratteristiche tribologiche estreme e
biosensori miniaturizzati. Un elenco,
che pur nella sua incompletezza, evidenzia la trasversalità tematica delle nanotecnologie, che rappresenta
senz’altro una delle sue peculiarità.
Le nanotecnologie sono infatti una
frontiera aperta verso nuovi fenomeni e nuove tecnologie, capaci di
estendere le possibilità di progettare materiali, dispositivi e manufatti
sfruttando al meglio la dipendenza
delle proprietà di un solido non
solo dalla sua composizione e dalla
sua struttura ma anche, su scala
submicrometrica, dalla sua taglia.
Così che, per riprendere un esempio
classico, se l’oro è notoriamente un
metallo poco reattivo chimicamente,
un nanocristallo d’oro manifesta capacità catalitiche straordinarie; e se
tutti riteniamo giustamente che l’oro
sia giallo, siamo costretti a ricrederci
quando la taglia delle particelle d’oro scende sotto i 50 nm e le particelle
d’oro assorbono la radiazione visibile a frequenze diverse a seconda
della propria dimensione.
Nanotecnologie ed efficienza
L’impatto delle nanotecnologie sulla
industria meccanica in tutti i suoi
comparti è oggettivamente troppo esteso perché possa anche solo essere descritto con un minimo dettaglio
Sorgente di calore
n
p
n
p
n
p
n
p
n
p
Dissipatore a bassa temperatura
Schema di funzionamento di un tipico generatore termoelettrico costituito da
semiconduttori p e n alternati. Il circuito elettrico che viene realizzato è in serie
mentre il circuito termico opera in parallelo sui singoli elementi termoelettrici.
nel breve spazio di questo articolo.
Qui basti menzionare le ricoperture
anticorrosione per ambienti marini, i
compositi in fibra di carbonio, i trattamenti superidrofobicizzanti per le
superfici e l’ampio comparto dei materiali ceramici nanostrutturati - ritrovati senz’altro ben noti agli operatori
del settore e in buona parte già utilizzati nella produzione industriale più
avanzata. Forse meno nota è invece
l’applicazione delle nanotecnologie
al servizio dell’efficientamento energetico, dal comparto motoristico a
quello degli apparati tecnologici per
l’edilizia civile e industriale.
Mentre l’esigenza di ridurre i cascami termici associati tanto ai processi
di conversione di energia termica
e chimica in energia meccanica ed
elettrica è una priorità largamente condivisa a livello planetario, le
politiche nazionali ed europee in
questo ambito differiscono significativamente da quelle adottate negli
Stati Uniti e in Giappone. A livello
europeo, nell’attesa delle linee di indirizzo del Programma Horizon 2020
per quanto attiene l’efficientamento
energetico, l’accento è stato largamente posto sull’incentivazione al
risparmio di energia primariamente attraverso il contenimento delle
dispersioni energetiche (rilascio di
calore a bassa entalpia) operando
fortemente sulla leva fiscale. Minima
è stata l’attenzione alla promozione
di pratiche di recupero attivo del
calore, probabilmente in considerazione della scarsa disponibilità di
tecnologie abilitanti convenzionali.
Conseguentemente, i pochi esempi
virtuosi di implementazione di tecnologie attive per il recupero del calore si sono originate direttamente a
livello delle singole realtà industriali,
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
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RICERCA
Gerarchico
Nano-Bi 2Te 3
Bi 2Te 3
Bi 2Te 3
Bi 2Te 3
introduzione di materiali nanostrutturati
ZnSb
Evoluzione dei rendimenti di conversione termoelettrica nel corso degli ultimi ottanta anni.
ove potevano essere disponibili le
competenze per cogliere quanto di
nuovo le nanotecnologie andavano
rendendo disponibile nel settore.
Tradizionalmente, infatti, la conversione di cascami termici rilasciati
a temperature inferiori ai 200 °C in
lavoro meccanico risultava possibile
solo impiegando motori a ciclo di
Stirling che, pur nella loro migliorata
affidabilità, risultano utilizzabili solo
su installazione fisse - ripagando gli
investimenti di impianto solo in presenza di flussi termici significativi.
Le nanotecnologie offrirono però
un’alternativa (o un complemento)
a questa tecnologia. La possibilità
di convertire direttamente il calore
in energia elettrica senza stadi meccanici intermedi è una possibilità
ben più antica e risale alla scoperta, congiuntamente italiana (Volta,
1794) e tedesca (Seebeck, 1821),
del cosiddetto effetto termoelettrico.
In estrema sintesi, l’effetto termoelettrico consiste nella possibilità
che una differenza di temperatura
applicata alle giunzioni di materiali diversi possa dar luogo a una
differenza di potenziale e quindi, a
circuito chiuso, a una corrente e a
80
progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
una corrispondente generazione di
energia elettrica. Per più di un secolo
l’effetto termoelettrico è stato usato
unicamente con scopi termometrici
(termocoppie) dato che l’efficienza di
conversione calore-energia elettrica
risultava del tutto marginale (pochi
percento).
La svolta
Il quadro tecnologico, dopo quasi un
secolo di migliorie poco rilevanti, subì una variazione drammatica intorno al 1990 con l’ingresso sulla scena
dell’armamentario nanotecnologico
che in meno di venticinque anni ha
reso i generatori termoelettrici uno
strumento quantomeno interessante
per il recupero dei cascami termici a
temperature inferiori ai 200 °C (che
costituisce più dell’70% del totale dei
rilasci di calore da motori e impianti).
L’idea di fondo è abbastanza semplice. Il rendimento di conversione di
un generatore termoelettrico è ridotto dal calore che viene trasmesso come tale dal materiale per conduzione
termica; e dal calore disperso per
effetto Joule dalla circolazione della
stessa corrente termoelettrica nel
materiale. Per garantire quindi ren-
dimenti elevati occorre disporre di
materiali che siano cattivi conduttori
termici e che al contempo abbiano
basse resistività elettriche, pur conservando un potere termoelettrico
(voltaggio generato per effetto della
differenza di temperatura) elevato.
Le tre condizioni sono normalmente in conflitto tra di loro. Tuttavia
in un nanomateriale, diversamente
che in un materiale tradizionale, è
possibile alterare la struttura della
fase introducendo nanostrutture di
taglia opportuna capaci ad esempio
di ostacolare la conduzione di calore
senza interferire nella diffusione di
elettroni. Questo ha consentito nel
breve lasso di un decennio di triplicare i rendimenti di conversione,
che oggi sono superiori al 10% e
restano in rapida crescita.
L’industria mondiale e italiana
A partire dai primi anni 90 si è assistito di conseguenza a livello internazionale alla nascita di soggetti
industriali focalizzati sulla messa a
punto di convertitori termoelettrici
specializzati per settore applicativo
e per temperature delle sorgenti
termiche. Tra i più importanti, oltre
Distribuzione di temperatura nel
motore di un autoveicolo. Tipicamente
i generatori termoelettrici vengono
posizionati sulla marmitta per recuperare
il calore dissipato attraverso i gas di
scarico.
ad attori già presenti sul mercato
dei termoelettrici di prima generazione come Marlow Industries
(1971, USA) e Global Thermoelectric (1975, spinoff della 3M), occorre
menzionare nuove industrie rapidamente cresciute per fatturato come
Hi-Z (1988, spinoff del MIT), TEC
(1993, Canada), Gentherm (1999,
Germania/USA), Alphabet Energy
(2000, USA) e Tellurex (2009, USA).
In parallelo si sono moltiplicati i
contesti in cui la conversione termoelettrica ha trovato applicazione
immediata o prospettica di breve
termine. In questo, il comparto automotive europeo (BMW e Volvo)
ed extraeuropeo (Nissan e General
Motors) sta giocando un ruolo non
solo trainante ma anche in larga misura esemplare, partecipando non
solo sul versante economico ma
anche attraverso partnerships di
co-sviluppo alla ottimizzazione delle tecnologie. E l’Italia? L’industria
italiana sconta senz’altro qualche
ritardo, che tuttavia va colmandosi.
FIAT vanta una presenza consolidata nei progetti di ricerca europei
sulle applicazioni del termoelettrico
al recupero di energia; e nel 2011
ERG ha attivato uno spin-off congiunto con l’Università di Milano
Bicocca per lo sviluppo di generatori termoelettrici basati su silicio
nanostrutturato, una strada che, impiegando un materiale largamente
geodisponibile, rappresenta un fattore di promettente innovazione per
applicazioni che richiedono grandi
volumi di produzione. Ma non è
solo il comparto automotive che
può guardare con interesse al termoelettrico nanotecnologico.
Dall’aerospazio
alla micromeccanica
Il recupero di calore è una esigenza (e un’opportunità) trasversale
almeno quanto le nanotecnologie,
e investe in maniera almeno altrettanto importante l’industria aerospaziale (il settore spaziale è stato
tra i primi a utilizzare generatori
termoelettrici di prima generazione e ha opportunità di recupero di
calore in linea di principio anche
più importanti del settore automobilistico) e il comparto micromeccanico (per la microgenerazione
locale di energia elettrica), non
dimenticando il segmento della
difesa che in USA è stato ed è un
soggetto imprenditoriale trainante in questo contesto. Quello che
forse manca all’industria italiana
(e che è invece un elemento di
forza delle compagini statunitensi) è la capacità di filiera, in cui
utilizzatori ultimi, progettisti, produttori di dispositivi, preparatori
di materiali ed il comparto della
ricerca possano operare in modo
solidale per indirizzare lo sviluppo
verso applicazioni ben definite sul
piano tecnico e opportunamente
qualificate e consistenti in termini di mercato finale, un’esigenza
banalmente generale in qualsiasi
settore tecnologico ma particolarmente critica e importante in
quello della generazione termoelettrica. Un gap culturale più che
strutturale, che come tale appare
colmabile soprattutto in ragione
della pressione che gli enti normativi e i crescenti costi dell’energia
sapranno sempre più esercitare sui
progettisti industriali.
D. Narducci, dipartimento di scienza
dei materiali, Università degli Studi di
Milano Bicocca.
progettare 377 •
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AUTOMAZIONE
Il del
senso
sensore
FRANCO ASTORE
L’utilizzo di sensori e tecnologie di misura sempre
più innovative è in costante crescita nei settori
riguardanti la medicina, la farmaceutica e la
biotecnologia con soluzioni via via più efficienti e
sostenibili. Le proposte di Luchsinger
Micro-Epsilon, gruppo tedesco specializzato nelle tecnologie di misura,
sviluppa soluzioni di misura per questi settori. Di seguito forniamo una
panoramica di alcuni progetti in cui
è stato possibile proporre soluzioni
intelligenti per applicazioni mediche,
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GENNAIO/FEBBRAIO
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da dispositivi medici per la ricerca
nel campo dentale alla produzione
farmaceutica. Tra le applicazioni più
semplici, trovano grande impiego i
sensori a filo che vengono utilizzati
per misurare movimenti lineari con
un filo di acciaio flessibile.
Applicazioni hi-tech
I tavoli operatori devono offrire molte
opzioni di regolazione per il corretto
posizionamento del paziente durante l’operazione. Così come l’altezza,
spesso possono essere regolate anche la posizione orizzontale e le fun-
zioni angolari. Poiché il movimento
viene eseguito elettricamente, le
posizioni devono essere costantemente monitorate e i sensori a filo
vengono impiegati per tale scopo.
Nella fase di riabilitazione del paziente, l’esecuzione ottimale dell’allenamento è essenziale per ridurre
i tempi di recupero. I dati per il
monitoraggio delle prestazioni dei
singoli esercizi sono forniti all’allenatore utilizzando una rete o una
chipcard. I sensori a filo forniscono
tali informazioni e hanno importanti
vantaggi per l’utente, dalla semplicità del montaggio alla lunga durata
di vita.
Per immagini a elevata risoluzione
più preciso possibile, le posizioni
degli assi vengono misurati con
sensori a filo della serie wireSensor.
Grazie a questo controllo il detector
e il tubo a raggi X possono essere
spostati in parallelo.
La chirurgia mini-invasiva che utilizza la tecnica endoscopica è impiegata
ta oggi per molte applicazioni.
Precedentemente
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endoscopio
effettuata
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da un assistente medico. Oggi
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risoluzione e per l’indipendenza dal
tipo di superficie del materiale in
questione. Sfruttando tale caratteristica vengono utilizzati anche per
mantenere una distanza costante
nei microscopi Raman o per rilevare
l’esatta geometria di compresse o
campioni dentali.
Sensori a filo integrati
in un tavolo operatorio.
Sensore a filo integrato
in un macchinario per la
riabilitazione.
nella tomografia digitale a raggi X
(foto di apertura), il rivelatore deve
essere allineato opportunamente
con il tubo radiogeno. Per un funzionamento flessibile, diversi assi sono
elettricamente mobili. Pertanto, il
posizionamento del detector rispetto al tubo a raggi X deve essere il
fine, un discorso a parte meritano i
sistemi confocali ampiamente impiegati per rilevare il diametro di
stent chirurgici, spessore delle pareti di cannule, spessori di capillari
di vetro e misure precise di livello in
laboratorio e in linea. Infatti, questi
sensori si distinguono per l’elevata
Misura di temperatura
I dispositivi di ingegneria medica
stanno evolvendo rapidamente accompagnando una richiesta via via
crescente di fornitori di componenti.
Il gruppo tedesco Optris, si occupa
ormai da diversi anni di sensori
ad infrarossi per la misura di tem-
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83
AUTOMAZIONE
peratura, reagisce a questo
trend
Sensori confocali
migliorando e adeguando le proprie
per la misura
precisa su
tecnologie per la misura accurata
campioni dentali.
di temperatura a distanza. I dispositivi medici spesso devono essere
compatti
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Sensore ad infrarossi Optris
CSmed LT con connettore per
montaggio rapido.
è un rrequisito
equi
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fond
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tale
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fondamentale
portanza per il loro utilizzo. Grazie
ad una costante collaborazione con i
clienti, Optris è stata in grado di ottimizzare la serie CS LT per il settore
riguardante la tecnologia medica.
Con la sua lunghezza di soli 87 mm
e un diametro di 12 mm, il sensore
CS LT si inserisce perfettamente
nei più piccoli dispositivi e prodotti
medicali. Optris CSmed LT è una
versione speciale di questo sensore
che offre un enorme vantaggio per il
cliente: un cavo di collegamento corto con connettore integrato. Questo
84
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connettore
un montaggio
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rapido e semplice o la rimozione
del termometro, ad esempio per
tarature periodiche. Il sensore Optris
CS LT trova regolare impiego nel
settore medicale, ad esempio per
la crioterapia, particolare tipo di
terapia che fa uso del ghiaccio. Viene usata per generare basse temperature nell’intorno dei -150 °C.
Questa tecnologia è impiegata per il
trattamento attraverso shock termici
a bassa temperatura che hanno funzioni specifiche nella cura di infortuni sportivi, gonfiori, infiammazioni,
contusioni o rigidità muscolari così
come edemi, ematomi o cicatrici dei
tessuti. I punti infiammati vengono
guariti raggiungendo rapidamente
una riduzione del dolore.
Un importante utente OEM nel settore medicale utilizza bombole a gas
con CO2 liquido per il trattamento
con shock termico. Il gas liquido di
CO2 viene premuto dalla bombola
a 1-2 bar e applicato sulla pelle come ghiaccio secco. Durante questo
processo, la pelle del paziente viene
raffreddata dalla temperatura di circa 32 °C della superficie cutanea a 2
Paradenti dopo
il processo di
termoformatura.
Controllo della
temperatura sulla
superficie della pelle
durante lo shock di
crioterapia per il
trattamento della rigidità
muscolare.
Sensore Optris CS LT
per il monitoraggio
della temperatura
durante il processo di
termoformatura.
°C -4 °C entro 30 s. Per non creare
uno shock eccessivo alla pelle e
causare danni al paziente, è necessario un monitoraggio permanente
della temperatura durante questo
processo.
Per un facile controllo della temperatura sulla superficie della pelle, il
sensore Optris CS LT è implementato nella testina della pistola e la temperatura della superficie misurata
viene costantemente visualizzata su
un display. Grazie all’ampio campo
di temperatura tra -40 °C e 1.030
°C, il sensore Optris CS LT trova
un impiego ideale nel settore della
crioterapia. I danni cutanei vengono
evitati grazie alla precisa visualizzazione della temperatura.
Termoformatura di prodotti dentali
Un’importante applicazione dei sen-
sori a infrarossi per la misura di temperatura nel settore della tecnologia
medica riguarda l’implementazione
all’interno di dispositivi di termoformatura che vengono utilizzati per la
produzione di prodotti dentali. Un
esempio tipico riguarda un utente
Optris che produce unità di termoformatura per laboratori dentistici.
Queste unità producono paradenti
su misura che vengono usati come
protezione durante le attività sportive. Per la produzione del paradenti
in plastica, il pezzo viene scaldato
da radiatori ad infrarossi fino ad
una ben definita temperatura per poi
essere successivamente omogeneizzato termicamente.
Una adeguata omogeneità della superficie e una corretta regolazione
della temperatura di formatura consente di raggiungere risultati di elevata
qualità. La temperatura deve essere
monitorata sia per raggiungere una
produzione di qualità costante del
materiale ma anche per evitare surriscaldamenti localizzati e formazioni
di cricche. Nelle macchine esistenti,
la temperatura viene rilevata con una misura a contatto sul radiatore.
Recentemente, l’azienda ha iniziato a
sfruttare i vantaggi derivanti da una
misura di temperatura non a contatto.
Il sensore Optris CS LT, installato al di
sotto del radiatore ad infrarossi, rileva
la temperatura della pellicola durante
il processo di riscaldamento. Quest’ultima fase viene fermata ad una temperatura impostata per poi iniziare il
processo di termoformatura. Oltre alla
misura esatta di temperatura, Optris
CS LT ha il vantaggio che può essere
usato in ambienti fino a 80 °C senza
raffreddamento supplementare.
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AUTOMAZIONE
Integrazione
GABRIELE PELOSO
visione-automazione
B&R e Cognex, grazie al
protocollo standard del bus
controller Powerlink,
hanno integrato le rispettive
tecnologie in un’unica
soluzione dedicata
al mondo industriale.
Vantaggi concreti sia
per i singoli impianti sia
per gli utilizzatori
L’innovazione è nei settori maturi.
In questi comparti l’aumento di
produttività e qualità può essere
davvero rilevante.
Oggi la sfida, nell’industria occidentale, non è più nella produzione
su larga scala, ma una produzione di nicchia, di qualità alta, con
metodi e processi che combinano
economie di scala e varietà, quantità e qualità.
Questo rappresenta un passaggio
da sistemi di controllo di fabbrica
rigidi e centralizzati a un’intelligenza decentralizzata.
Proprio questa visione di sviluppo
ha portato l’austriaca B&R e la statunitense Cognex, rispettivamente produttore di componenti per
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l’automazione industriale la prima,
e sistemi di visione artificiale la
seconda, a unire le loro competenze
tecnologiche. Vediamo come.
Integrazione con Powerlink
“L’estensione visiva dell’automazione consente di acquisire in tempi
brevissimi una enorme quantità di
dati coerenti, che sono poi utilizzati
per migliorare la qualità, ridurre
i costi ed eliminare gli sprechi in
qualsiasi processo industriale” ha
detto Davide Poli, educational manager di B&R.
L’integrazione tra l’automazione
targata B&R e i sistemi di visione
Cognex è resa possibile grazie a un
unico tool software per la configura-
zione dell’applicazione Automation
Studio e un unico bus di campo
aperto, Ethernet PowerLink, per
collegare con un solo cavo HMI,
PLC, motion controller, sistemi di
sicurezza e telecamere.
La tecnologia sopra descritta era
visibile, in una recente conferenza
stampa, presso l’Automation Academy B&R.
Per l’evento è stato realizzato un
sistema che simulava la parte terminale di una linea di imbottigliamento, un lettore di codici a barre,
un lettore di codici data matrix e
un sistema di visione Insight7000
per il riconoscimento dei difetti di
tappi ed etichette, oltre alle apparecchiature di controllo B&R. In 200
Visione industriale
intelligente
I sistemi di visione insight7000 di Cognex
hanno dimensioni compatte, sono robusti e
dotati di intelligenza. Inoltre hanno capacità
di acquisizione delle immagini ancora più
veloce. Il sistema è racchiuso in un involucro industriale compatto e con grado di
protezione IP67. Il prodotto è ideale nelle
operazioni di ispezione, guida, misurazione,
presenza/assenza, lettura di codici e per
le applicazioni OCR/OCV. Questi sistemi
di visione equipaggiavano, oltre alle apparecchiature di controllo B&R, una linea
di imbottigliamento presentata all’evento
B&R-Cognex lo scorso settembre.
microsecondi, grazie a PowerLink,
la macchina ha dimostrato di poter
riconoscere, fotografare ed espellere dalla linea gli elementi difettosi.
Secondo i costruttori il punto di
forza delle soluzioni B&R e Cognex
è la semplicità di integrazione. Ciò
è possibile sia su nuovi impianti sia
su impianti esistenti.
“Solo quando la visione è perfet-
tamente integrata nel sistema di
automazione è possibile ottimizzare
il processo di produzione e l’insieme del ciclo di gestione e sviluppo
di macchine e impianti”, ha detto
Daniel van Rookhuijzen, marketing
manager di Cognex.
Produzione digitale
Le possibilità tecnologiche delle
due aziende sono state presentate, lo scorso settembre, anche agli utilizzatori
in due eventi dedicati: a
Milano e Bologna. Numerosi i partecipanti per capire nei dettagli come la
produttività possa essere
incrementata con un sistema di visione evoluto, integrato in maniera naturale,
all’interno del sistema di
controllo attraverso un bus
standard Powerlink.
Dai numeri emersi nelle
giornate organizzate da
B&R e Cognex emerge come le aziende più attente
all’evoluzione tecnologia
siano propositive negli
investimenti. Si tratta di
aziende fortemente specializzate nel loro comparto, flessibili e
orientate all’export. I nuovi prodotti
del manifatturiero avanzato saranno ad alto valore aggiunto e costituiranno lo slancio per una ripresa
robusta e sostenibile. Il successo di
un’impresa non arriva per caso, ma
attraverso una tenace attenzione
allo sviluppo di nuove soluzioni:
anche nei comparti maturi.
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AUTOMAZIONE
Dimensioni
giganti
per la ‘talpa’
STEFANIA ORIGGI
Galbiati Group ha costruito un gruppo di
quattro erettori per conci per ciascuna TBM
(tunnel boring machine) per l’escavazione della
metropolitana di Copenhagen. Il sistema ha un
diametro di 4.100 mm, una portata conci di circa
4.000 kg, un peso di circa 25.000 kg e una velocità
di rotazione massima di 2 giri/min
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È stata inaugurata nello stabilimento produttivo di Aprilia, in data 10 maggio 2013, la
seconda TBM EPB, familiarmente chiamata
talpa o talpa meccanica (dall’inglese tunnel
boring machine da cui l’acronimo TBM), costruita dalla società Seli, azienda specializzata nell’escavazione di gallerie sotterranee
e nella progettazione e realizzazione di TBM
e attrezzature per lo scavo. Questa ‘talpa’,
in grado di forare un tunnel del diametro
di 5,78 m, è una macchina gigantesca ed
è la seconda, di un gruppo di quattro frese escavatrici (questo il nome tecnico), le
quali dovranno realizzare due tunnel per
complessivi 32 km di scavi sotterranei della
linea completamente automatizzata della
metropolitana di Copenhagen, la quale,
passando per il centro cittadino e per 17
stazioni, entrerà in funzione entro il 2018.
È proprio a causa delle criticità dello scavo
che la Seli è stata scelta come azienda appaltatrice dell’intero progetto di realizzazione delle quattro ‘talpe’ per la metropolitana
di Copenhagen. La macchina TBM EPB
(Earth Pressure Balance), costruita da Seli
in collaborazione con la Kawasaki, riesce,
infatti, a scavare il terreno a trenta metri
Pietro Galbiati
durante la fase
di collaudo della fresa
escavatrice.
di profondità, garantendone la stabilità,
utilizzando il materiale di scavo e mantenendo la sua pressione al fronte.
Il sistema di sollevamento
Al collaudo della seconda TBM EPB, lo
scorso maggio, presso lo stabilimento di
Aprilia, è stata invitata anche la Galbiati
Group di Oggiono, gruppo italiano riconosciuto a livello internazionale per la
qualità delle sue lavorazioni e costruzioni
meccaniche, specializzata, in particolare, nella progettazione e costruzione di
macchinari ed impianti ad alto contenuto
tecnologico. Galbiati Group è stata infatti
incaricata dall’azienda romana Seli per la
progettazione e realizzazione di un gruppo di quattro erettori per posizionamento
conci, ciascuno per ogni testa rotante di
perforazione TBM EPB.
L’erettore (figura di apertura) montato
sulla seconda TBM EPB ha un diametro
di 4.100 mm, una portata conci massima
di circa 4.000 kg, un peso totale di circa
25.000 kg e una velocità di rotazione
massima pari a 2 giri/min. L’erettore in
questione, progettato e costruito da Galbiati, posizionato nella zona posteriore
del mantello (coda) della TBM, e dotato
di braccio meccanico, permette il sollevamento e il posizionamento dei conci.
Ha, quindi, la funzione di movimentare
e porre in opera i conci di rivestimento
definitivo della galleria, utilizzando un
sistema di aggancio tramite una serie di
ventose mediante l’aspirazione dell’aria,
il cosiddetto sistema vacuum.
L’erettore preleva il pezzo dalla slitta con
il sistema a più ventose (una sola ventosa
è sufficiente a sopportare il peso di un
concio, per evitare la perdita del carico
in caso di avaria) e lo posiziona nella
sua sede. Si procede in successione
fino all’ultimo concio (quello di chiave),
il quale mette in compressione l’anello.
I conci di un anello vengono imbullonati
poi tra loro, in senso radiale, e sono
collegati all’anello precedente mediante
connettori. L’erettore è composto da una
struttura fissa e una mobile, realizzate
entrambe in carpenteria elettrosaldata
e lavorate su macchine utensili. La parte
fissa è costituita da due travi longitudinali sulle quali sono montate le guide
di scorrimento, realizzate in materiale
antiusura. La parte mobile invece è costituita dall’anello traslante, rotante e dal
gruppo pinza. Posizionato dietro i gruppi
di comando (Cutterhead), l’erettore è
dotato di un gruppo pinza presa concio
con sistema di tipo vacuum. Il gruppo
pinza comprende la traversa di collegamento tra i due cursori radiali, la quale
ha la funzione di serbatoio del vuoto,
ha il compito di afferrare e mantenere il
concio per tutta la durata delle operazioni
di posizionamento.
Le grandi dimensioni sono di rigore
Oltre alla realizzazione di erettori, il gruppo Galbiati collabora da anni con le principali aziende costruttrici di frese escavatrici per la realizzazione anche di altri
componenti per teste di escavazione:
gruppi di comando (meglio conosciuti
come Cutterhead), completi di riduttori
epicicloidali, pignoni di comando e cuscinetti. Normalmente, infatti, il Gruppo
Galbiati fornisce alle aziende clienti nel
settore escavazione, l’intero ‘pacchetto’
di componenti per TBM, costituito da:
erettore, riduttori epicicloidali e gruppi
di comando (nel progetto della metropolitana di Copenhagen, invece, riduttori
epicicloidali e gruppi di comando sono
stati forniti dall’azienda Kawasaki).
Realizzazioni come quella appena descritta hanno fatto di Galbiati Group
un punto di riferimento sicuro per il
mercato europeo e mondiale, nella progettazione e costruzione di manufatti
innovativi e all’avanguardia, nel campo
dell’ attuale tecnologia metallurgica e
meccanica.
S. Origgi, ufficio marketing Galbiato Group.
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NEWS
Sigillanti e adesivi
industriali
Arexons presenta i due prodotti
della linea industria System
H-Bond e System H-Seal,
rispettivamente un adesivo e un
sigillante per l’uso professionale
caratterizzati dalla nuova tecnologia
System ibrida, che offrono
forza, elasticità e atossicità,
per impiego in ogni condizione
ambientale, inclusi UV e umidità.
Entrambi i prodotti offrono rapida
polimerizzazione, reticolano
in presenza di umidità senza
rimanere appiccicosi, per procedere
velocemente a opere di verniciatura. Ideali per
tutti i materiali a esclusione di PP, PE e PTFE, il
nuovo adesivo industriale, ad alta resistenza ed
elevato effetto ventosa iniziale, e il nuovo sigillante
universale ad alto modulo di elasticità sono privi
di solventi, isocianati, ftalati e praticamente senza
odore, non sono corrosivi e, resistendo in maniera
ottimale agli agenti atmosferici, sono indicati per
applicazioni sia in interno sia in esterno, in settori
quali edilizia, assemblaggi anche pesanti, nautica e
automotive, idraulica ed elettricità.
Automazione integrata Gefran
Le piattaforme di automazione integrate GCube
Gefran riducono i tempi di sviluppo applicativi
e di manutenzione, con meno rischio di errori e
ottimizzando gli ingombri macchina nella gestione
delle isole di automazione: le piattaforme GCube
integrano infatti HMI, PLC e software, e sono
disponibili in quattro versioni, GCube Modula,
Advanced, per elevati standard di performance,
e le ultime nate GCube Compact, per macchine
medio-piccole, e Fit, ideale per esigenze custom.
Le soluzioni, tutte in real-time per un controllo
ottimale di processo, offrono display da 3,5” a 15”,
in versioni sia orizzontali che verticali, con processori
ARM e x86 core di diverse frequenze e unità di
massa di diverse capacità. La comunicazione
verso sistemi superiori, così come l’esportazione/
importazione dati, avvengono tramite porta
ethernet e porte usb, oltre al collegamento LAN
e a due collegamenti verso il campo fieldbus di
standard, e altri canali di comunicazione dati. Il
software di sviluppo GF Project offre infine funzioni
tecnologiche intuitive per la creazione di diverse
applicazioni, quali trend, storici allarmi, registrazione
dati, gestione PID temperature.
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GENNAIO/FEBBRAIO
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Grassi spray ad alte prestazioni
Quattro grassi speciali in versione spray da Fuchs Lubrificanti, ad alte
prestazioni per migliorare le operazioni di manutenzione: Duotac CP 300
è un grasso all’alluminio
complesso additivato con
grafite, ideale per lubrificare
catene, funi di scorrimento,
accoppiamenti filettati e
ingranaggi, con temperature
d’impiego tra -30 e 120 °C.
Il GS 80 è invece un grasso
filante adesivo, indicato
per lubrificare cuscinetti
piani e volventi soggetti
a forti carichi e operanti
in presenza di acqua, con
ottime proprietà antiusura. Il Planto Multispray S ha formula con basi
sintetiche biodegradabili, multifunzionale e resistente al dilavamento,
per applicazioni interne ed esterne con temperature d’impiego fra -40 e
120°C, e, infine, il Grac è una pasta per assemblaggio contenente polvere
micronizzata, capace di garantire una lubrificazione a secco ad alte
temperature, fin oltre i 1000°C, ideale per bulloni, dadi e connessione a
vite, in grado di assicurare un’ottima protezione contro la corrosione.
Nuovi riduttori Simogear
Siemens ha sviluppato una generazione di motoriduttori Simogear, che sostituisce la
serie di motori Motox offrendo vantaggi in termini di standardizzazione, compattezza
e gamma di potenza, progettati coordinando ogni area della tecnologia degli azionamenti, dalla pianificazione all’implementazione fino all’assistenza, per ottimizzare
l’intero drive train in soluzioni efficienti dal punto di vista energetico per i clienti.
Simogear amplia
l’offerta di Siemens con riduttori
a vite senza fine
e a coppia conica
con due e tre stadi
di riduzione, con
possibilità di installare anche motori IEC standard,
oltre al motore integrato. La gamma
Siemens, in diverse confi gurazioni
ed esecuzioni, offre riduttori e motoriduttori coassiali, alberi paralleli, coppia conica e vite senza fine.
Già premiati con l’iF product design award 2013, i riduttori sono certificati Atex, e la
gamma comprende motori con rating di classe IE3 di efficienza. Sono anche disponibili in versione a gioco ridotto per applicazioni che richiedono elevata precisione
nel posizionamento, e per forti vibrazioni e urti possono essere fornite esecuzioni in
ghisa sferoidale.
Cuscinetto a strisciamento
Motori lineari a corse brevi
Igus presenta iglidur GV0, un cuscinetto a strisciamento per applicazioni che richiedano
elevati requisiti di autoestinguenza, grazie alla classificazione come V0 secondo lo standard
UL94. Il nuovo Iglidur GV0 ha un costo contenuto ed è indicato per le stesse applicazioni
universali cui si presta il già
collaudato materiale per
cuscinetti a strisciamento iglidur
G, ovvero applicazioni a velocità
di strisciamento medio-basse
e che necessitano di buona
resistenza all’usura, su alberi
nei materiali più diversi. La
nuova classificazione V0 rende
il nuovo materiale ideale per
essere impiegato in ambienti
soggetti ai requisiti per la
protezione antincendio, quali
interni di aerei, autoveicoli e
veicoli su rotaie, ma anche per
ascensori, scale mobili e altre
simili applicazioni.
Schunk presenta il motore lineare
per corsa breve e piccoli carichi LDK,
che aumenta del 15% la forza
nominale rispetto al modulo
predecessore, ideale quindi per
utilizzo con moduli ancora più piccoli
e compatti. Tutti i moduli della serie
LDK possono essere equipaggiati
di serie con encoder assoluti, con
Tecnomatix in versione 11
Siemens PLM Software ha annunciato la release 11 di Tecnomatix: la
versione della soluzione per il digital manufacturing velocizza del 10% la
simulazione dei sistemi robotici e la programmazione off-line, e garantisce
una maggiore integrazione tra documenti 3D e dati testuali standard. Le
nuove funzioni Manufacturing process planner and process simulate, basate
su Teamcenter, consentono una pianificazione Body-in-white completa,
mentre l’integrazione a doppio senso tra i sistemi PLM e MES (manufacturing
execution system) di Simatic automatizza la creazione di piani di produzione
all’interno del prodotto MES Simatic, potendo quindi migrare i dati MES alla
piattaforma PLM di Teamcenter. Tecnomatix 11 migliora infine le funzioni
di gestione della distinta di processo BOP e di bilanciamento di linea per
la creazione automatica di un modello misto in impianto misto BOP, che
consente di allineare la linea di produzione con le diverse possibili varianti di
prodotto.
precisione di ripetibilità di 0.01 mm
per asse, senza bisogno di corse
di riferimento in avvio impianto o
arresti d’emergenza, così come non
sono richiesti finecorsa o sensori di
riferimento, riducendo investimento,
programmazione e numero di cavi,
costi di manutenzione e possibili guasti.
L’azionamento è trasmesso mediante
elementi propulsori senza gioco ad
alta precisione, o in alternativa da
elementi di trasmissione meccanici,
direttamente sulle slitte, importante
in processi di assemblaggio e
posizionamento con tempi ciclo molto
brevi, precisi e altamente affidabili.
Gli LDK possono essere equipaggiati
anche con slitte lunghe o freni di
stazionamento per l’uso come asse Z,
raggiungono accelerazione e velocità
massime di 40 ms-2, e di 4 ms-1, corsa
massima nominale di 400 mm, forza
motrice massima di 250 N e forza
nominale di 100 N.
progettare 377 •
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91
NEWS
Materiali plastici medicali
Ensinger offre semilavorati estrusi e particolari a
disegno in materiali MT - medical technology - specifici
per medicale e farmaceutico, rispondenti a requisiti di
biocompatibilità e sicurezza, sottoposti regolarmente a
test secondo ISO 10993-1, -4, -5 e -18, potendo restare
a contatto con fluidi corporei, tessuti, materiale osseo
e dentina fino a 24 ore, disponibili anche in versione
radiopaca (XRO) per componenti di dispositivi a raggi
X, apparecchi per analisi del sangue, per dialisi, come
pure per strumenti chirurgici e odontoiatrici, dispositivi
per flebocisti e somministrazione farmaci. Il Tecapeek
Classic è estremamente resistente all’idrolisi anche
ad alte temperature, ha alta inerzia chimica ed elevate
proprietà meccaniche, mentre i semilavorati compositi in
Tecatec hanno estrema rigidità, basso peso specifico e
trasparenza ai raggi X, ideali sostituti dei metalli. Il sistema
di qualità Ensinger garantisce inoltre conformità a DIN
EN ISO 13485 per tracciabilità e confezionamento di
dispositivi medici, consentendo la completa ricostruzione
della filiera produttiva, con certificati di conformità relativi
anche alle singole forniture.
Connettori ibridi robusti
Souriau presenta il connettore JDX Hybrid, che combina
in un’unica soluzione di connessione potenza e segnale,
con la possibilità di poter integrare 2-3 contatti di potenza
con 6-8 contatti di segnale nello stesso alloggiamento
connettore. Il nuovo JDX Hybrid consente così di
ridurre la componentistica e la complessità dei sistemi,
risparmiando in spazio e nei relativi costi di installazione:
il connettore è robusto e a tenuta IP68, per applicazioni
con urti e vibrazioni elevati, e presentando caratteristiche
di impermeabilità, qualità e affidabilità, è ideale sia
per ambienti in interno sia in esterno. Disponibile in
ottone o alluminio, con dimensione del guscio 2 e 3
layout versatili, il connettore ibrido può anche essere
customizzato con soluzione di assemblaggio cavo
adattabile alle diverse esigenze applicative, in diversi
settori quali strumentazione e misura, industria, medicale,
telecomunicazioni, mil-aero e intrattenimento.
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
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Nuovi attuatori robotici compatti
SMC ha aggiornato il proprio attuatore rotante a paletta della serie
CRB2, che oltre all’albero doppio presenta ora nella serie CRB2-Z
un albero singolo come modello standard, offrendo anche un più
semplice collegamento grazie alla posizione parallela
degli attacchi, che possono essere laterali o assiali.
La serie CRB2-Z è disponibile con quattro
angoli di rotazione, da 90° a
270°, ed è ideale per
applicazioni che
richiedono
ingombro
minimo,
come
robotica e
movimentazione
di materiali. La struttura
a doppia paletta consente di
sostenere
carichi più gravosi,
presentando
capacità di coppia doppia
rispetto all’opzione a
paletta singola, mantenendo
immutate le dimensioni. La
serie offre anche flessibilità, presentando uso opzionale di un’unità
sensore, che può essere fissata in qualunque posizione dell’angolo
di rotazione, e/o di un’unità di regolazione dell’angolo, ed entrambe
possono essere montate sul corpo dell’attuatore.
Ingegneria facile
Dopo l’intensiva fase di prova presso alcuni utilizzatori selezionati in tutto il mondo,
Automation Studio 4 è disponibile per tutti gli utenti. Questo software di progettazione, completo della gestione integrata di ogni parte della moderna automazione,
soddisfa tre importanti requisiti insieme: mantenere alto il livello qualitativo, basso
il costo di ingegneria e breve il tempo di rilascio dei prodotti sul mercato. B&R ha
raggiunto un nuovo livello nell’efficienza della progettazione software, permettendo
processi di ingegnerizzazione e di sviluppo efficaci ed efficienti. In due parole: smart
engineering. Una configurazione rapida dell’hardware, grazie al nuovo strumento
System Designer, una
interfaccia bidirezionale con il CAD elettrico
Eplan Electric P8, la gestione della progettazione parallela di moduli software indipendenti
e l’uso di linguaggi di
programmazione evoluti fanno di Automation Studio 4, secondo
il produttore, uno dei
software più integrati
e completi del mercato.
Analisi a fatica in Nastran 2013
Riduttori industriali flessibili
MSC Software ha presentato la versione di
Nastran 2013, che integra l’analisi a fatica
direttamente all’interno del solutore, senza
ricorrere a operazioni di post-processing
separate e con il vantaggio di poter effettuare
analisi di ottimizzazione peso considerando
i vincoli a fatica sul componente, con tempi
estremamente ridotti e facilità d’uso molto
superiore, ottenendo design migliori e di più
lunga durata. La nuova versione di Nastran
supporta anche il comportamento di materiali
poroelastici, usati nei componenti acustici
fonoassorbenti di auto e aeroplani, offrendo
la possibilità di effettuare analisi per migliorare la resa vibroacustica dei veicoli, modellando
opportunamente l’interazione fluido-struttura. Nastran 2013 estende inoltre le sue
potenzialità nelle analisi del comportamento non-lineare avanzate, grazie a subroutine per la
descrizione dei materiali e moti relativi migliorati, oltre che nelle analisi nonlineari esplicite,
per migliorare la resa di applicazioni di interazione fluido-struttura, e una riduzione dal 20 al
50% nei tempi di calcolo, grazie a migliori solver e metodi di parallelizzazione.
Sew Eurodrive offre i riduttori
industriali a ingranaggi cilindrici o
a coppia conica della Serie X per
un range di coppie trasmissibili tra
6,8 e 475 kNm, robusti e prodotti
su una piattaforma indipendente
e dedicata, per fornire un numero
di taglie finemente graduato e
un’ampia varietà di opzioni che
rendono la gamma flessibile
per ogni specifica applicazione.
I riduttori della Serie X hanno
un range completo di rapporti
di riduzione da 6,3 a 450, e
consentono l’impiego praticamente
di qualsiasi forma costruttiva
Servoazionamenti brushless
Le soluzioni Motion Control Panasonic in tecnologia brushless includono
i servo Minas Liqi (50W-1kW, 220V), ideali per un upgrade tecnologico
che offra maggiore affidabilità, velocità e precisione, incrementando
le prestazioni con un investimento equilibrato, ad esempio utilizzo di
motori passo passo, motori asincroni, pneumatica. I servoazionamenti
e motori Minas A5 sono invece compatti e precisi, con varie versioni dei
driver, a controllo analogico e treno di impulsi (Minas A5 e Minas A5E),
Network Driver Minas A5N in bus Ethernet based Rtex, e in arrivo il Minas
A5B con driver di rete EtherCAT. Tutti i motori serie Minas A5, sia a 200
V che a 400V trifase hanno grado di protezione IP67, e sono installabili
usando driver standard o di rete Ethernet basati su Rtex ed EtherCAT,
con possibilità di usare la funzione di sicurezza Safety torque off. I Plc
consentono il controllo integrato a bordo delle cpu compatte FP0R, FPX0,
FPSigma e FPX, la gestione con schede di posizionamento assi da 4 Mbps
sia per il plc compatto FPSigma che con i plc modulari FP2/FP2SH, e
utilizzo del motion control in rete Ethernet Rtex (FPSigma e FP2/FP2SH).
o configurazione d’albero, e
il dimensionamento graduato
e l’elevata densità di potenza
consentono di ottimizzare costi
e pesi. Gli accessori disponibili,
adattatori per motori, flange,
dispositivi antiretro e sistemi di
raffreddamento e di tenuta per le
più diverse condizioni ambientali,
consentono un adattamento
flessibile a ogni applicazione,
come sistemi di trasporto, nastri
trasportatori ed elevatori in
orizzontale o verticale, traslazione e
sollevamento all’interno di gru, o in
mixer e agitatori in esecuzione con
cuscinetti rinforzati.
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GENNAIO/FEBBRAIO
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RASSEGNA
P O M P E E MOT OR I ID R A UL IC I
Quella spinta
in
più
A CURA DI STEFANO VIVIANI
Dalle pompe a pistoni radiali a quelle
a ingranaggi a bassa rumorosità,
passando per giunti a magneti
permanenti e un motoinverter wi-fi,
sempre alla ricerca della massima
qualità e del miglior rapporto possibile
tra prestazioni e costi nella rassegna di
Progettare di questo numero
Le pompe Atos PFR sono pompe a pistoni radiali a cilindrata fissa per applicazioni a elevate
pressioni. Sono caratterizzate dalla spinta positiva dei pistoni - senza ritorno a molla - testate
per alte prestazioni, lunga durata e livello sonoro particolarmente basso. Le pompe PFR, adatte
per oli idraulici o esteri fosforici o acqua glicole, sono disponibili in 3 taglie, in esecuzione a 3 o
5 pistoni, con nove differenti cilindrate da 1,7 a 25,4 cm3/giro, pressione massima di 350/500
bar. Queste pompe si possono ordinare come pompe singole o in configurazione con albero
passante, utilizzate particolarmente in sistemi ad alta/bassa pressione in combinazione con
pompe a palette fisse PFE.
Il nuovo motore idraulico Hägglunds CBM di Bosch Rexroth, evoluzione del collaudato motore Hägglunds
Marathon, concentra il 50% di coppia in più in un motore ancora più compatto che, grazie a un peso ridotto
sempre del 50%, propone un eccellente rapporto coppia/peso. Oltre a movimentare carichi più pesanti,
Hägglunds CBM richiede meno spazio e grava con minor peso sull’albero condotto. L’azionamento idraulico
diretto assicura coppia massima fin da velocità zero, protezione dai contraccolpi ed esercizio a quattro quadranti.
Questo motore presenta soluzioni interne innovative che gli consentono di erogare fino a 6.000 Nm/bar di
coppia specifica. Per chi desideri invece ammodernare sono disponibili appositi kit di riequipaggiamento che
consentono di sostituire il motore in modo semplice e rapido nelle macchine preesistenti. “Hägglunds CBM
adempie ai più impegnativi requisiti di mercato” - ha dichiarato Lars Andrén, uno dei progettisti del motore
- con la sua introduzione possiamo offrire i vantaggi dell’azionamento idraulico diretto a una gamma di
applicazioni senza precedenti”.
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
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Ma g g i o ri a p p ro f o n d i me n t i s u : w w w . me c ca nica - plus.it
Un motoriduttore con alte prestazioni e dimensioni compatte: era questa la richiesta di un
importante OEM nel settore della movimentazione di grandi macchinari. La soluzione innovativa
proposta dal Gruppo Brevini è un motoriduttore integrato di facile montaggio e grande
affidabilità, sviluppato per la traslazione di macchine gommate e cingolate in sistemi a circuito
aperto
e chiuso: carrelli per trasporti eccezionali, macchine agricole da raccolta, sollevatori telescopici,
macchine da miniera.
e movimento terra. Tra i
Il singolo motore senza riduttore è ideale anche per applicazioni gravose come macchine da costruzione
punti di forza della soluzione Brevini, oltre a quelli già richiamati, ci sono la compattezza nelle dimensioni del
motoriduttore con maggiori capacità di carico radiale, il disinnesto meccanico per traino riduttore in caso di guasto macchina, l’elevato rapporto
coppia/velocità del motore, la capacità del motore di lavorare a ‘zero’ cilindrata e la disponibilità di un’ampia gamma di regolatori per la gestione
del cambio cilindrata del motore (idraulici, elettrici ecc.).
Protagonista da oltre quarant’anni del mercato di pompe e motori a ingranaggi esterni, Bucher
Hydraulics ha messo a punto una nuova pompa in ghisa del gruppo 2,5, chiamata AP250,
particolarmente adatta alle applicazioni mobili. Con dimensioni molto compatte, la AP250 è
disponibile con cilindrate da 15 a 54 cm3/giro e può raggiungere una pressione massima di lavoro
di 300 bar, una tra le più alte oggi disponibili. Un sicuro elemento d’innovazione è rappresentato
dal corpo: la flangia posteriore e il corpo centrale sono infatti parte di un unico blocco, al quale va
integrato il coperchio anteriore. Una soluzione, questa, che oltre a permettere di ottenere dimensioni più
compatte, diminuisce notevolmente il rischio di trafilamento. Buoni risultati anche sul fronte efficienza: un
gran numero di test effettuati sia sui banchi prova sia sul campo, hanno dimostrato un’elevata efficienza anche
dopo numerose e severe ore di lavoro. La pompa in ghisa AP250 è disponibile pure con attacchi posteriori, valvole
integrate,
in configurazione di doppia e tripla pompa e in combinazione con l’AP212, la pompa in alluminio del gruppo 2 di Bucher Hydraulics, già affermata
sul mercato.
Le pompe pneumatiche a pistone a doppio effetto di Destrotti permettono un risparmio
nel consumo d’aria compressa. Infatti, funzionano in modo automatico e solo quando
viene richiesta l’erogazione del prodotto: se il fluido necessario viene erogato le pompe
funzionano, altrimenti mantengono in pressione l’impianto senza consumare aria
compressa. Nel caso si tratti di lubrificanti di tipo grasso, viene assicurata la distribuzione
di prodotti di consistenza Nlgi 0, 1, 2, 3, 4, con l’ausilio di attrezzature dotate di doppio
cilindro pneumatico per la compattazione del grasso in fusti da 220 kg o in recipienti di
capacità maggiore. Per i lubrificanti di tipo olio, invece, è consigliato l’impiego di cisterne
di deposito a pelo libero che alimentano per caduta le pompe in modo da assicurare l’afflusso dell’olio alle stesse anche nei periodi invernali, dato
che questi depositi sono dislocati in ambienti non riscaldati o in luoghi esterni ma sempre coperti da tettoia.
Il motore HP 30 presentato da Eaton è stato progettato per garantire un buon equilibrio tra pressione e portate
elevate, nonché funzioni che offrano un valore aggiunto. Con un range di cilindrate da 344 a 677 cm3/giro e
una coppia che può raggiungere i 2.900 Nm, questi motori sono stati concepiti per un livello di pressione
continuo di 310 bar e uno intermittente di 345 bar. La massima portata è di 265 l/min. Il motore HP 30 è
caratterizzato da un design estremamente compatto e da un’elevata efficienza di coppia all’avvio, nella sua
classe, che permette spesso di utilizzare un motore più piccolo. Grazie a queste caratteristiche il motore
HP 30 può essere impiegato in trasmissioni idrauliche gravose, come ad esempio argani, macchinari edili
mobili, trasportatori e attrezzature di perforazione. L’HP 30 funziona a due velocità, è in grado
di passare velocemente e senza intoppi tra bassa velocità/coppia elevata e alta velocità/bassa coppia
sotto carico dinamico. L’opzione di un freno idraulico a molla permette di sostenere il carico senza bisogno di una potenza
idraulica continua. Tra le caratteristiche opzionali va ricordata la certificazione Atex che ne consente l’applicazione in ambienti quali
miniere o piattaforme petrolifere e gas.
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RASSEGNA
P O M P E E MOT OR I ID R A UL IC I
Si allarga la famiglia Elika, la proposta Marzocchi Pompe al mercato delle pompe a
ingranaggi a bassa rumorosità. La nuova serie, battezzata ELI 3 amplia verso l’alto la gamma
di cilindrate della famiglia attuale che ora va da 7 a 87 cm3/giro. La particolare forma del profilo Elika, brevettato da Marzocchi Pompe, elimina il
fenomeno dell’incapsulamento tipico delle normali pompe a ingranaggi, cancellando alla fonte la principale causa di rumorosità e delle vibrazioni.
La dentatura elicoidale garantisce la continuità del moto nonostante il basso numero di denti, riducendo notevolmente le frequenze fondamentali
della rumorosità della pompa e rendendo il suono persino gradevole. Le pompe della serie ELI 3 sono disponibili in versione monodirezionale sia
con rotazione destra sia sinistra. L’uso delle pompe Elika negli impianti idraulici permette di eliminare gli effetti nocivi della rumorosità sull’uomo e
sull’ambiente circostante. Elika riduce l’emissione acustica mediamente di 15 dBA rispetto a una pompa a ingranaggi esterni convenzionale.
Il giunto a magneti permanenti Gmdo di Metau è un giunto capace di trasmettere la coppia grazie alle forze
magnetiche che s’instaurano tra il rotore interno e quello esterno. L’utilizzo del giunto magnetico è
consigliato nelle applicazioni in cui il liquido trattato dalla pompa non deve venire a contatto con
l’ambiente esterno, eliminando in questo modo i problemi legati ai possibili trafilamenti e alle perdite
dalle tenute. L’utilizzo del giunto magnetico permette inoltre di non trasmettere vibrazioni e carichi
assiali e radiali all’albero pompa. La velocità max di rotazione del giunto Gmdo è di 3.600 giri/min,
mentre la temperature max di esercizio è pari a 120 °C. Sopra questa temperatura le prestazioni si
degradano in maniera sensibile. A richiesta sono possibili esecuzioni Atex, con predisposizione di sonda di
temperature.
Moog, parte di Moog Inc., ha sviluppato una linea di pompe a pistoni radiali RKP, ideale per tutte le
applicazioni industriali, ottimizzata per offrire la massima durata ed emissioni di rumore ridotte,
nonché un basso livello di pulsazioni del flusso e della pressione. La pompa RKP è disponibile in
sette taglie diverse, comprese tra 19 e 140 cm3/giro e ha una gamma di velocità massime che varia
da 1.800 e 2.900 giri/min, in configurazioni singole o multiple. Inoltre, offre un’ampia scelta di
opzioni di controllo, flange di montaggio e alloggiamenti conformi alle più recenti normative SEA e
ISO. Il design standard garantisce una pressione continua di 280 bar con limite di picco di 350 bar, ma la
versione high pressure offre pressioni continue fino a 350 bar e un limite di picco di 420 bar. Ampia è la
scelta del controllo, come il compensatore di pressione standard (Tipo F), il compensatore di pressione
remoto (Tipo H), il regolatore di pressione e portata (Tipo J e R) e il controllo elettroidraulico digitale (RKP-D). Questa serie è adatta anche per
l’impiego in ambienti difficili e, in una versione speciale, per applicazioni antideflagranti.
La regolazione della portata/pressione/forza di una pompa, una centralina idraulica, un attuatore oleodinamico, o un
compressore avviene normalmente attraverso valvole. Queste, tuttavia, presentano alcuni svantaggi
rispetto a un variatore elettronico di velocità (inverter): assenza di avviamenti graduali, impossibilità
di sincronizzare più apparati, minori possibilità d’interazione con altre macchine e comandi,
accesso complicato ai comandi (una valvola difficilmente può essere posizionata lontana
dall’apparato e vicina all’utente) e nessun risparmio energetico sia in partenza sia durante
il funzionamento a portata ridotta. È partendo da queste premesse che Motive propone il
motoinverter NEO-WiFi, che non necessita di cavi e armadi, può essere programmato con la
massima facilità, ed essendo parte integrante del motore, non ingombra. La tastiera di NEO-WiFi è estraibile
e remotabile wireless, e può essere posizionata ovunque, fino a 20 m di distanza. Anche questa non ha
bisogno di cablaggi, perché è alimentata a induzione quando viene posta nel suo alloggiamento sul motore o
nel dispositivo Block, o a batterie litio ricaricabili.
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
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Oleodinamica Geco costruisce motori oleodinamici a pistoni assiali a cilindrata
fissa e variabile e, nel tempo, ha ampliato la sua gamma di produzione che oggi è
composta da 3 serie: HF-HV (400 bar 10-2.000 giri/min), KF-KV (250 bar 1-1.000
giri/min), SF (150 bar 10-500 giri/min) per un totale di circa 50 modelli diversi.
Da dieci anni l’azienda ha inserito tra i suoi prodotti una linea completa di motori orbitali che consta di circa 1.000 modelli diversi in grado di
rispondere a ogni esigenza. In passate edizioni di Fluidtrans Compomac, 2000 e 2002, l’azienda è stata premiata da una commissione di esperti
per l’innovazione prodotta nella creazione, rispettivamente, di un servo motore oleodinamico e di un sistema di freno-frizionatura.
La pompa a portata variabile Parker VP1-130, ‘progettata, prodotta e collaudata nelle condizioni
estreme della Scandinavia’, presenta caratteristiche che la rendono ideale per i sistemi sensibili
al carico di autogru, veicoli per la raccolta dei rifiuti e autospurghi, nonché alle combinazioni di
autocarri con cassone ribaltabile, spazzaneve e spargisale. La VP1-130 da 130 cm3 offre prestazioni
elevate - portata massima di 245 l/min fino a 420 bar - abbinate a una grande affidabilità. È leggera
e compatta e maneggevole e consente all’operatore di lavorare in modo preciso e veloce. Tramite la
presa di forza del motore o del cambio può essere installata facilmente su qualsiasi veicolo.
Specialità di P.m.p.o. è la produzione e commercio di pompe a ingranaggi interni a lobi,
con sistema qualità certificato UNI EN ISO 9001. Grazie all’applicazione di metodologie
avanzate l’azienda di Calderara di Reno (BO) è riuscita a ottenere alte prestazioni in
termini di portata e pressione, privilegiando durata e silenziosità, a prezzi vantaggiosi.
Compatte (Ø 6 cm e albero utente sull’asse della pompa) e silenziose, con limitazione
delle pulsazioni nella portata erogata, le pompe P.m.p.o. sono altresì autoadescanti e
reversibili, hanno una capacità di aspirazione fino a 5 m di altezza con cilindrate da 0,27 ÷
8,15 cm3. La velocità di rotazione varia da 100 giri/min fino a 7.000 giri/min, la pressione
massima raggiunge 120 bar. Dotate di capacità di ruotare a secco e non bisognose di manutenzione, queste pompe sono personalizzabili e
collaudate e certificate al 100% alle specifiche concordate con il cliente.
Promatec propone la gamma MS di Poclain Hydraulics, protagonista da oltre 50 anni nella produzione
di motori idraulici a forte coppia. La modularità, ovvero la composizione in tre macrosezioni (albero,
idrocoppia e distribuzione), rende il motore estremamente versatile e fortemente personalizzabile,
oltre che facilitarne la manutenzione. Il range di cilindrate è compreso tra i 172 cm3/giro e i
15.000 cm3/giro. Risponde a qualsiasi esigenza applicativa grazie alla possibilità di albero scanalato,
a chiavetta, femmina cavo con calettatore o a flangia ruota, e alla possibilità di pressioni di lavoro fino
a 450 bar. Decine le opzioni disponibili, dalla doppia cilindrata al sensore tachimetrico, dalle tenute
rinforzate a speciali trattamenti sui materiali costruttivi per le applicazioni più severe, dai freni multidisco a
quelli a tamburo. Punti di forza sono l’elevato rendimento totale (sia meccanico sia volumetrico),
la notevole coppia di spunto e la regolarità di rotazione ai bassi regimi.
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RASSEGNA
P O M P E E MOT OR I ID R A UL IC I
Salami, che produce da circa sessant’anni pompe e motori idraulici, è presente in questa rassegna con la sua
linea di pompe in ghisa, PG330 e PG331. Si tratta di pompe a ingranaggi esterni con cilindrate da
23 a 80 cm3, pressioni di lavoro fino a 280 bar e pressioni di picco fino a 320 bar. Le dimensioni
particolarmente contenute di questa pompa, realizzata in due pezzi, ne consentono l’installazione
anche in spazi ristretti. Le pompe PG330 e PG331 sono disponibili nelle versioni: Europea, SAE B, SAE
C, ISO. PG330, ottimizzata per quantità elevate è destinata al mondo OEM, disponibile in versione
singola, doppia e tripla e personalizzabile con una vasta gamma di accessori come le bocche posteriori
e varie tipologie di valvole prioritarie Load Sensing. La PG331, progettata per andare incontro alle esigenze
dei rivenditori, offre la possibilità di trasformazione da pompa singola a pompa doppia e permette il montaggio di
pompe in alluminio della tipologia 2PE.
Il divisore di flusso Vivoil MIA-FD (manifold instantaneous auto-compensating - flow divider) è stato
progettato per semplificare e migliorare molteplici applicazioni oleodinamiche. Rispetto ai normali sistemi
di divisione, questa serie ingloba un gruppo di compensazione continua in grado di mantenere equilibrio
nelle portate. Consente infatti un corretto funzionamento anche con un carico sbilanciato o un carico
variabile. Con differenze di pressione fino a 200 bar, l’errore volumetrico rimane al di sotto del 2%. Il
divisore di Vivoil è costituito da elementi modulari, ognuno provvisto di connessione Cetop 3 NG 06 per
alloggiare valvole e/o elementi sandwich. Il divisore stesso può quindi fungere da blocco distributore su cui
inserire direttamente le funzioni e/o i comandi. Anche l’azionamento e valvola di massima dell’impianto
possono essere inglobati sul lato di alimentazione. Tale soluzione consente una notevole riduzione di
ingombri, tubazioni/raccordi, punti di perdita e una maggiore precisione.
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progettare 377 •
GENNAIO/FEBBRAIO
2014
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progettare 377 •
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2014
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