La Repubblica Viaggi: Romanticismo tedesco

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La Repubblica Viaggi: Romanticismo tedesco
la Repubblica
MERCOLEDÌ 21 MARZO 2012
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la Repubblica
VIAGGI L’ITINERARIO
@
MERCOLEDÌ 21 MARZO 2012
COME ARRIVARE
Da Mainz a Koblenz, nella Renania-Palatinato di Gutenberg
e Lutero. Un percorso tutto primaverile da fare in treno
o noleggiando un camper. Ecco i consigli per gustarlo al meglio
N
O
E
S
COME
&DOVE
Voli Ryanair da Bergamo
Orio al Serio, Roma
Ciampino e altri scali
per Francoforte- Hahn
www.ryanair.com
Per i treni: www.bahn.
de /i/view/ITA/it.
PER SAPERNE DI PIÙ
www.romantic-cities.com/
www.rlp-info.de
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Speyer
Tra gli autonoleggi di
Hahn www.hahnairport.de: Avis, Hertz,
Sixt, Europcar
La Renania -Palatinato
è ideale per il cicloturismo
Informazioni sugli
Mainz
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Caffè, arte e wine
bar: da provare
il chili con carne
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COME MUOVERSI
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VALE IL VIAGGIO
Roma
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Romanticismo
tedesco
Grand Tour per cattedrali
nel cuore dell’Europa
MAINZ-KOBLENZ
stenersi turisti per caso. È vero, nella Renania-Palatinato si arriva con i voli di Ryanair
nello spartano ma strategico aeroporto di Hahn ma non si tratta
di una destinazione “mordi e
fuggi”. Guai a sbarcare impreparati: si tornerebbe con in testa un
guazzabuglio di cattedrali e musei, vini e vestigia romane. Se non
avete tempo per un piccolo ripasso di storia prima di partire
(qui ne è passata molta), affidatevi a qualche buona guida, libresca o locale, e fissate le vostre sensazioni su un taccuino di viaggio,
cartaceo o elettronico. È la ricetta obbligata per muoversi tra le
sei città che i tecnici del marketing hanno battezzato con poca
fantasia “romantic cities”. Noi
siamo andati in avanscoperta
per voi toccandone cinque —
Mainz (Magonza), Worms,
Speyer (Spira), Trier (Treviri) e
Koblenz (Coblenza) — e scegliendo in ciascuna quello che a
noi è parso il “da non perdere”
cui agganciare i nostri ricordi. Gli
spostamenti? I treni sono comodissimi (noi abbiamo provato
anche il ritorno da Koblenz a Milano via Zurigo) ma un po’ cari; la
combinazione Ryanair più auto
(o camper) a noleggio è senz’altro ottima e le combinazioni di
viaggio, con distanze brevi, sono
infinite. Stagioni ideali: la primavera, ma anche l’autunno.
A
Mainz
Il primo impatto con le grandi
cattedrali, vere protagoniste
della regione è qui, con San Martino, simbolo di quella che fu la
più grande arcidiocesi dell’Occidente, la cui influenza giungeva
sino a Praga, e teatro di incoronazioni di imperatori. Fa im-
pressione pensare al dramma
dell’incendio che la distrusse
proprio sotto gli occhi dell’arcivescovo Willigis che l’aveva fortemente voluta e proprio nella
notte della vigilia della consa-
crazione, nel 1009… Ma poco distante c’è un’altra chiesa superlativa: Santo Stefano. Distrutta
anch’essa completamente, ma
dalla II Guerra mondiale — a un
occhio attento non sfugge che
quasi l’intera città appare ricostruita, — fu non solo riportata
all’antico ma decorata negli anni Settanta da magnifiche vetrate, opera di Marc Chagall. Che
valgono la visita.
Da non perdere. Se tutti i piccoli musei fossero come il Gutenberg di Mainz! Un allestimento perfetto — fondamentali
le audioguide, ahimè solo in
francese e inglese — unisce l’emozione di due Bibbie uscite
dalle mani dell’inventore della
stampa a caratteri mobili a mostre temporanee di grande effetto (vista una basata su iPad affidati ai visitatori!). Bellissime le
attività didattiche per scoprire
tutto ma proprio tutto sulla
stampa e sulla scrittura e il laboratorio in cui è possibile sperimentare dal vivo il processo di
stampa ideato da Gutenberg.
www.gutenberg-museum.de
Worms
Sarà la nebbia che ci ha accolti,
sarà il colore scuro dell’impressionante cattedrale dei santi Pietro e Paolo, saranno i ricordi dei
Nibelunghi (museo): il fascino di
Worms è nascosto. Nascosto nel
silenzio della Judengasse e del
più antico cimitero ebraico
d’Europa, da scoprire con gli itinerari pedonali nei dintorni della cattedrale che assistette alla
lotta per le investiture e che vide
passare figure straordinarie come il vescovo Burchard e il Barbarossa.
Da non perdere. Basta il nome: Lutero. Il monumento che lo
ricorda, eretto nel 1868, è un po’
defilato, quasi a raccontare che
le famose 95 tesi non furono
Sopra,Koblenz:
la città vecchia
e la Mosella
esposte qui ma a Wittenberg, e
ha un evidente intento didascalico. Una sorta di promemoria
per il viaggiatore. Per non fargli
dimenticare che la tenacia del
monaco agostiniano, proprio
qui a Worms, di fronte alla Dieta
imperiale, segnò indelebilmente la storia europea e di milioni di
uomini e donne.
Speyer
La più sconosciuta ai turisti italiani e non solo: tant’è che il bel
museo del Palatinato è solo in tedesco. Più universale il linguaggio dello strambo e simpatico
Technik Museum. Portateci i più
piccoli ma un’ora, non di più, la
vale anche per i grandi, tra
Boeing 747 e organi automatici,
shuttle spaziali e trappole per topi messi un po’ alla rinfusa. Dove invece vale la pena di muoversi con più calma è lungo la bella
Maximilian Strasse, degna erede
della via trionfale che conduce
dalla maestosa Altportel alla cattedrale.
Da non perdere. È proprio la
magnifica cattedrale — patrimonio Unesco — la grande sorpresa a Speyer. Dedicata alla
Vergine Maria, con le “sorelle” di
Worms, Mainz e Trier forma un
insieme di edifici romanici sorti
nei primi decenni del Mille che
per storia, imponenza e architettura non hanno nulla da invidiare alle più “giovani” e ben più note cattedrali gotiche francesi. Visitatela con l’ottima audioguida
e soffermatevi in rigoroso silenzio nella cripta che custodisce le
spoglie di otto tra re e imperatori. La potenza e la solennità dell’architettura evocano i tempi di
INFOGRAFICA GAIA RUSSO
MARCO BERCHI
LE IMMAGINI
Veste di Cristo. Dal 13 aprile sarà
esposta per un mese, al centro di
iniziative ecumeniche e di pellegrinaggi. Trier, prima diocesi al
nord delle Alpi, ha dato i natali
anche a Sant'Ambrogio, vescovo di Milano.
LA CARTINA
Nella mappa la regione
della Renania-Palatinato,
e, evidenziate
dai numeri in arancione,
le cinque
“romantic cities”
di cui parliamo
nelle pagine
Nella stessa
cartina è anche
visibile la valle
della Mosella, celebre
per i suoi vigneti
da cui si producono
vini bianchi leggeri
esportati
in tutto il mondo
Corrado II Salico e ne fanno, a
parere di chi scrive, una meta obbligata per “capire l’Europa”.
Trier
Un’Europa che, senza accorgersene, era nata parlando latino.
Lo si capisce bene a Trier (Treviri), vera e propria piccola Roma a
nord delle Alpi. Anche i cinesi,
che nei loro rapidissimi tour europei passano da qui per farsi fotografare di fronte alla casa natale di Marx, restano a bocca aperta di fronte alla Porta Nigra. Quasi come noi italiani, stupefatti
nel vedere una basilica costantiniana intatta e, a poca distanza,
una maestosa cattedrale che custodisce la reliquia della Santa
Koblenz
Chi avesse dimenticato che questa è la regione della Mosella e di
sua maestà il Reno ha tempo per
ravvedersi in questa elegante
città. E infatti la cosa assolutamente da non perdere è una breve crociera fluviale o un tour con
la nuova funivia che raggiunge la
fortezza sull’altra riva del Reno.
Il tutto da concludere con una
lunga, meditativa, passeggiata
sugli ampli lungo-fiume che
convergono verso l’Angolo tedesco. Grande esplanade e vera e
propria prua piantata alla confluenza dei due corsi d’acqua, il
Deutches Eck è il luogo-simbolo
dell’unità della Germania, raggiunta nel 1871, persa nei tragici
eventi del secolo scorso e recuperata con la riunificazione.
Un consiglio importante per
gustare Koblenz: contattate l’ufficio del turismo (www.koblenztouristik.de) e chiedete della
connazionale Maddalena Artina. In una città poco abituata ai
turisti italiani potrà darvi le “dritte” che fanno la differenza. Come quella di gustare una torta da
Kaffeewirtschaft (Münzplatz
14). Oppure fatevi indicare il posto giusto per stappare uno dei
leggendari bianchi della regione. E brindare a un viaggio così
insolito nel cuore della “solita” e
acciaccata Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Koblenz
ANTONIO SCUTERI
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ALTES
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Dalle 11 alle 22
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us-koblenz.de
erto, la posizione defilata non aiuta. E anche la
proposta gastronomica, lontana dai sentieri più battuti, può intimorire la clientela
più conservatrice. Ma vale la pena di spingersi fino a questo
tranquillo quartiere residenziale all’Aurelio per provare la cucina di Andrea Dolciotti e del suo
Inopia. Giovane ma reduce da
buone esperienze, ha dalla sua
passione, tecnica e voglia di divertirsi.
Qualche ingenuità veniale
nel servizio e qualcosa da mettere a punto nei piatti, ma ci siamo. E, semmai, l’impressione è
che vi siano ancora potenzialità
inespresse.
Dopo un rinfrescante aperitivo home made, si parte con antipasti all’insegna della nobilitazione delle frattaglie. La lingua di vitello con crema di aglio
e gelato di alici è un piccolo capolavoro di contrappunti. Come le animelle su crema di cavolfiori, con la dolcezza dei ricci
di mare a sostituire la tradizionale sapidità delle alici sulle
puntarelle.
Il livello si mantiene alto con
il finto riso di calamaro su ristretto di manzo e birra, tartufo
e quaglia, piatto sorprendente
quanto equilibrato e concentrato. Più deboli gli gnocchi di ricotta e limone, burrata, bottarga e carciofi: bella intuizione,
sapori convincenti ma risultato
complessivo un po’ slegato.
Taglio di carne inconsueto e
cottura perfettamente centrata
nella presa iberica affumicata
con cavoletti di Bruxelles e funghi. Fantasiosi i dolci. Sia sul
versante “light”, come nel caso
della Camilla: crema Ace e cubetti di mele. E sia su quello
ipercalorico, come la rivisitazione gourmet del classico Magnum.
Avvertenza finale
Carta dei vini divertente, e
con equi ricarichi. Con il plus di
potersi portare da casa la propria bottiglia del cuore pagando
solo il diritto di tappo di 2 euro
per il servizio.
Il conto? Senza sorprese: 40
euro per quattro portate e 55 per
sei.
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FOTO G.D.K. ERBE RHEINLAND-PFALZ
Worms
Frattaglie & tartufo
trionfo di contrasti
con fantasia di dolci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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