La nostra terra - Cinema Verdi
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La nostra terra - Cinema Verdi
Cineforum G. Verdi www.cineverdi.it La nostra terra CAST TECNICO ARTISTICO Regia Giulio Manfredonia Sceneggiatura Fabio Bonifacci, Giulio Manfredonia Scenografia Stefano Pica Fotografia Marcello Montarsi Montaggio Cecilia Zanuso, R. Martucci Musiche Mauro Pagani Distribuzione BIM Distribution Paese Italia 2014 Durata 100’ INTERPRETI E PERSONAGGI Stefano Accorsi Filippo M. Rosaria Russo Rossana Sergio Rubini Cosimo Iaia Forte Azzurra Nicola Rignanese Valerio Giovanni Esposito Frullo Tommaso Ragno Sansone Massimo Cagnina Piero Non ereditiamo la terra dai nostri antenati, la prendiamo in prestito dai nostri figli. (proverbio navajo) Si può lottare contro le mafie con piccole cooperative agricole dedite all’agricoltura dei terreni confiscati ai mafiosi? Si può opporsi alla lupara e alle intimidazioni con la coltivazione di zucchine e pomodori biologici? Si può parlare di mafia senza sangue e morti ammazzati ma con leggerezza e ironia, senza peraltro annacquare un forte messaggio di impegno civile e sociale? Certo che Si può fare, risponderebbe senza dubbi a queste domande il regista Giulio Manfredonia riprendendo il titolo 40° anno 13°° film del suo esilarante e fortunatissimo film di qualche anno fa sulla st storia (vera) di una comunità di pazienti di un manicomio che negli anni ottanta sperimentò innovativi programmi di lavoro e di reinserimento sociale. Anche La nostra terra affronta un tema difficile, di cui si sa poco o nulla, con il sorriso e con la legge leggerezza di una commedia “etica”, a tratti quasi una favola. Anche in questo caso al centro della storia c’è una goffa cooperativa composta da personaggi strampalati, ciascuno a modo suo in cerca di un riscatto personale. La cooperativa agricola a cui viene affidata la gestione e la coltivazione del podere e delle terre confiscate al boss in carcere Nicola Sansone è infatti composta da Rossana, una giovane attivista antimafia con un oscuro passato, Piero e Salvo, una coppia omosessuale, un immigrato congolese disoccupato, un disabile in carrozzina, una ecologista un po’ invasata e, infine, il personaggio più complesso e importante della storia, Cosimo, l’ex fattore del boss, sfuggente e ambiguo. I “nostri” si trovano del tu tutto impreparati ad affrontare i boicottaggi e le intimidazioni ni dell’omertosa cultura mafiosa, come se non bastasse l’ingarbugliata La nostra terra burocrazia italiana non aiuta certo l’imprenditorialità in contesti difficili e ostili come questo. Viene quindi inviato dal nord il sindacalista Filippo, esperto di normative antimafia ma timoroso e paranoico, dipendente dagli ansiolitici. Ostacoli e difficoltà, nonché colpi di scena come la concessione dei domiciliari al boss mafioso, riusciranno a vincere l’entusiasmo e la determinazione della sgangherata cooperativa? La cultura della legalità e quella della terra possono cambiare veramente il modo di pensare e diventare il punto di partenza del riscatto del meridione? L’associazione Libera di don Ciotti, ispiratrice del film e della legge che permette la confisca dei beni alle famiglie mafiose e la loro assegnazione a cooperative agricole, ne è fermamente convinta. L’agricoltura biologica “dal basso”, il lavoro cooperativistico nelle proprietà confiscate alle cosche, più in generale l’educazione alla legalità e la cultura del lavoro, devono e possono essere il motore della nuova antimafia. La nostra terra raccoglie il testimone da Pif (Pierfrancesco Diliberto) che con il suo La mafia uccide solo d’estate è stato la vera sorpresa italiana della scorsa stagione cinematografica. Come quello di Pif anche il film di Manfredonia parla di mafia con il sorriso sulle labbra, 7 - 8 - 9 - 10 gennaio 2015 riuscendo a confezionare una sceneggiatura garbata, divertente e intelligente. Certamente alcuni personaggi appaiono un po’ troppo caricaturali e alcuni passaggi eccessivamente didascalici, ritengo però che nell’insieme vada riconosciuta al regista romano una sincerità di fondo e una buona dose di originalità nell’affrontare con i toni della commedia una tematica mai portata sullo schermo. Stefano Accorsi è bravissimo nel dar vita a un irrequieto Filippo, paladino rigoroso dell’antimafia dal suo ufficio bolognese ma pavido e incerto quando si trova nella masseria del boss. Straordinario è anche Sergio Rubini, autentico mattatore nella storia, capace di impersonare con il personaggio di Cosimo sia le radicate contraddizioni che l’esuberanza e la voglia di riscatto del nostro meridione. Ma la vera protagonista del film è la terra, quella dell’ancestrale cultura contadina e dell’agricoltura biologica. La stessa terra troppo spesso violata, avvelenata e cementificata in modo irresponsabile, al sud come al nord. La nostra terra, da cui, inevitabilmente, bisogna ripartire. Sergio Dal Maso [email protected] Cineforum G. Verdi www.cineverdi.it Il regista Giulio Manfredonia nato il 3 novembre 1967 a Roma 40° anno 13°° film La nostra terra L’attore 7 - 8 - 9 - 10 gennaio 2015 La locandina Stefano Accorsi nato il 8 marzo 1971 a Bologna Il prossimo film Premi e riconoscimenti di Ermanno Olmi ITA – guerra – 80’ Con l’occasione del centenario della 1° Guerra Mondiale il maestro Ermanno Olmi torna al cinema con un film ambientato nelle trincee dell’altopiano di Asiago durante il conflitto. Il film si svolge tutto durante una notte, i fatti narrati sono realmente accaduti, la storia è tratta dal racconto “La paura” di F. De Roberto. Festival di Villerupt (Francia) Premio del pubblico alcuni tra i film più importanti alcuni tra i film più importanti (2012) Tutto tutto niente niente (2011) Qualunquemente (2008) Si può fare (2004) E’ già ieri (2013) L’arbitro (2011) La vita facile (2001) L’ultimo ’ultimo bacio (1998) Radiofreccia A proposito di antimafia Colonna sonora Voti film rassegna Don Ciotti e la sua associazione antimafia “Libera” (a cui è ispirato il film) sono stati tra i promotori della legge 109 del 1996 che consente la confisca dei beni alla mafia e il loro riutilizzo a fini sociali. «Togliere il frutto dei loro crimini ai mafiosi e restituirlo alla collettività ha un valore enorme» dice don Ciotti, «non solo perché colpisce la criminalità organizzata nei simboli del suo potere, ma anche perché quelle terre, quei palazzi, quelle case, quei villaggi turistici, quei poderi agricoli vengono liberati, riportati alla legalità, rimessi nelle mani della società civile a cui erano stati sottratti con la violenza e con il crimine». Molto belle le musiche di Mauro Pagani (componente storico della PFM e principale collaboratore di Fabrizio De André) André), caratterizzano egregiamente la terra pugliese con il bellissimo canto popolare salentino “Santu Paulu” e con tutte le altre melodie popolari capaci di raccontare re in note la bellezza e la storia del nostro Paese. ese. Nella colonna sonora è presente iil brano originale "La piuma bianca" scritta da Mauro Pagani e interpretata dal Paolo Marrone. • • • • • • • • • • • • La parola al pubblico Inviate i vostri commenti al 348 - 5603580 Storia di una ladra di libri 12 anni schiavo Alabama Monroe Il capitale umano La sedia della felicità Class enemy Mister Morgan Noi 4 Il venditore di medicine Il passato Locke VIII rassegna FAV corti 4,53 4,41 4,21 3,93 3,90 3,79 3,64 3,58 3,53 3,52 3,30 3,12 ALABAMA MONROE “Era da tanto tempo che non mi commuovevo così alla visione di un film. Per me è stato un inno alla vita, all’amore ma soprattutto all’umiltà che ci dovrebbe aiutare a sospendere il giudizio e il pregiudizio, ad accettare domande senza risposta relative al grande mistero che avvolge vita e morte inesorabilmente collegate tra loro. E tutto ciò va oltre i confini posti da nazioni, religioni, culture e lingue” A. Cinema Verdi - Breganze martedì 13 gennaio ore 20.45 rassegna SENZA ORARIO SENZA BANDIERA INTO THE MIND ingresso gratuito