Continua - EXECUTIVE HUNTERS

Transcript

Continua - EXECUTIVE HUNTERS
 10 passi per esportare velocemente la propria idea all’estero
28 novembre 2015
I business, oggi, sono senza confini: le aziende aprono sedi in Paesi stranieri e il mercato chiede
movimento delle merci. Ecco come avere successo in un mondo global
E' così, bisogna farci i conti: i confini tra i vari Paesi sono ormai sfumati. Perché un
business acquisti forza, spesso deve pensare di "espatriare" o comunque di avere uno
sviluppo anche in terre straniere. «Noi, da parte nostra, rileviamo un numero sempre
maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero», Paola Marchesi,
Manager Sales di Technical Hunters, la società di selezione del personale, fa il punto
sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un
Paese straniero.
Perché non è una punizione, spesso si tratta invece di un'opportunità: intanto vuol dire
che l'azienda vuole crescere e non si pone limiti territoriali: «Poi», continua Paola
Marchesi, «le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato
andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio,
disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, assicurazioni, oltre chiaramente alla
retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel
Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta
perseguita».
Le mete preferite, in Europa, sono state ultimamente Regno Unito, Germania, Svizzera e
Francia, mentre sul fronte internazionale, negli ultimi tre anni ci si è spostati per lo più in
Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. «La scelta della
località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell'azienda di origine, previe
analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di
vista commerciale o strategiche per la produzione».
28
SPECIALE LAVORO
PAGINA REALIZZATA IN COLLABORAZIONE
CON LABITALIA/ADNKRONOS'
la Voce di Mantova
MERCOLEDÌ 9
DICEMBRE
2015
TECHNICAL HUNTERS, MOLTI BENEFIT E STIPENDI FINO AI 100 MILA EURO
Sempre più 'expat', manager
italiani pronti all’espatrio
Roma - “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a
questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente
del 10% per l’anno in corso. Fra le
mete predominanti: Regno Unito,
Germania, Cina, Giappone, Usa”. Parola di Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, società di
headhunting leader nella ricerca e
selezione di personale specializzato,
che fa il punto sugli 'expat', termine
anglosassone che indica i lavoratori
che l’azienda trasferisce in un Paese
straniero.
“La maggior parte degli 'expat' ricevono retribuzioni superiori ai 100
mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo. In
genere, le candidature prevedono
un'età media tra i 30 e i 49 anni",
spiega Marchesi. "Ma, in particolare, i
dati rilevati sottolineano - prosegue come i candidati trasferiti all'estero
appartengano a due fasce d'età: sotto i
34 anni, per l'avvio di un percorso
professionale volto a una crescita
internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al
Fra le mete predominanti:
Regno Unito, Germania,
Cina, Giappone, Usa
di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un
'salto' di carriera da un percorso più
statico, con retribuzioni in ascesa,
quindi superiori ai 100 mila euro
annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione 'tecnica' secondo mansione e
settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di
riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti,
perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale,
oltre all'inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia
anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al
supporto dei dipendenti fornendo loro
tutti i benefit necessari per uno stile di
vista adeguato, valutando la mansione
che il candidato andrà a ricoprire, ma
anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale
in loco, carte di credito aziendali,
condizioni favorevoli per la famiglia
eventualmente trasferita, assicurazioni.
Oltre chiaramente alla retribuzione,
che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della
vita nel Paese di destinazione, ma
anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa, le mete predominanti lo scorso anno sono state
Regno Unito, Germania, Svizzera e
Francia, trend confermato anche per
l'anno in corso, mentre sul fronte
internazionale le mete principali sono
state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati,
Sud America e Russia.
“La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica
dell'azienda di origine, previe analisi
di mercato che vedono le destinazioni
prefissate come zone in crescita dal
punto di vista commerciale o strategiche per la produzione”, sottolinea
la manager di Technical Hunters. “Dal
2012 ad oggi la nostra società ha
seguito alcuni progetti di carattere
internazionale sia per pmi italiane che
aziende multinazionali, sia italiane
che internazionali. Dal nostro punto di
vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude
Marchesi.
PRESENTATO A ROMA, PRESSO IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, IL 4° RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO
Roma - Tra il 2008 e il 2014 gli
occupati in Italia sono calati di
circa un milione (-4%), sostanzialmente a causa del
drammatico calo nei comparti
manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni
(-396mila unità). Solo i servizi
hanno incrementato gli occupati, specialmente nei comparti delle attività professionali e artistiche (congiuntamente +370mila occupati nei
sei anni). Le imprese della
filiera agroalimentare italiana
nel periodo 2008-2014 hanno
avuto una perdita di occupati
pari a -97 mila unità con un
valore percentuale pari a -2%.
Emerge dal 4° Rapporto sul
Mercato del lavoro, realizzato
dalla Fondazione Obiettivo
Lavoro e presentato a Roma,
presso il ministero delle Politiche agricole.
In particolare l’agricoltura, e
specialmente il comparto legato alle produzioni vegetali,
ha perso circa 55mila occupati
(-5.8%), mentre in controtendenza gli altri due comparti
(silvicolura e pesca) che hanno
addirittura aumentato il numero di occupati. Rispetto agli
altri comparti della filiera
agroalimentare, tra luci e ombre il settore del commercio, in
special modo il commercio
Fondazione Obiettivo lavoro, tra il 2008 e il 2014
persi un milione di posti di lavoro
all’ingrosso, che ha bruciato
dal 2008 più di 65mila unità
nei recenti anni, mentre il settore delle industrie alimentari
sembra aver limitato i danni
(-15mila occupati). Un trend
completamente diverso ha riguardato il settore dei servizi
di alloggio e di ristorazione,
cresciuto di 70mila occupati
(+5.3%) anche durante il periodo più recente.
In particolare, le imprese della
filiera agroalimentare italiana,
seppur toccate dalla crisi, sono
riuscite, ampliando prodotti e
servizi offerti e puntando sulla
qualità, ad essere competitive
sui nuovi mercati globali e ad
attutire gli effetti della crisi. E
il comparto dell’agroalimentare italiano nel suo insieme
rappresenta al 2014 il 5,5%
degli occupati (due terzi
nell’agricoltura e un terzo nella produzione industriale di
alimenti e bevande) e il 6,9%
delle unità di lavoro del Paese.
Così, puntare su un impiego
nel settore della ristorazione
può essere una scelta vincente
per un giovane in cerca di
lavoro. Il 60% delle offerte di
lavoro dell'intera filiera agroalimentare appartiene, infatti, al
settore della ristorazione.
Mentre la restante quota è
rappresentata dal 21% di of-
Inps: nel 2014 persi 109 mln giorni malattia,
quelle di privati durano di più
Roma - Nel 2014 nel nostro paese
sono stati perse 108,7 milioni di
giornate per malattia, di cui 77,2
milioni nel settore privato (più del
70% del totale) e 31,5 milioni nel
pubblico. Ad assentarsi per ragioni di
salute - con almeno un evento durante
l'anno - sono stati 5,817 milioni di
lavoratori, con una maggioranza in
questo caso di dipendenti privati (4,06
milioni) rispetto a quelli pubblici
(1,76 mln). Sono alcuni degli elementi che emergono dall'osservatorio
Inps sulla certificazione di malattia,
una banca dati che rivela come su un
totale di 13,4 milioni di assenze nel
corso del 2014 la durata delle malattie
dei privati (9 giorni) sia in media più
lunga rispetto a quella dei lavoratori
del settore pubblico (6,5 giorni).
Il periodo più critico si rivela, ovviamente, il primo trimestre: nei mesi
invernali del 2014 infatti sono stati
inviati in totale 5,93 milioni di certificati di malattia (fra pubblico e
privato) contro i 3,02 milioni del terzo
trimestre.
ferte che vengono dal settore
del commercio, dal 16%
dell’industria alimentare e bevande e dal 3% del settore
agricolo.
Gli autori del Rapporto hanno
esaminato oltre 26 mila annunci web con offerte di lavoro, pubblicati da febbraio
2013 a giugno 2015 (in crescita del 15% nel primo semestre di quest’anno). Segno
di una forte vitalità e di una
tendenza all'espansione del
settore agroalimentare "nel
suo complesso e in tutti i suoi
settori: agricoltura, commercio, industria alimentare e delle bevande e ristorazione", si
legge nel Rapporto.
Pur con le dovute differenze
tra settore e settore, prevale la
tendenza a ricercare professioni tecniche e qualificate
nelle attività commerciali e
artigiane. E’ interessante evidenziare che negli annunci di
lavoro, oltre alle competenze
professionali specifiche, si richiedono soft skill (come flessibilità oraria, capacità relazionali e di comunicazione) e
la conoscenza delle lingue
straniere.
L’impegno delle
aziende italiane: un
miliardo di investimenti
L’impegno sociale da parte
delle aziende italiane vale
quasi un miliardo di euro di
investimenti (più del doppio rispetto a dieci anni fa):
920 milioni di euro investiti
nell’ultimo anno da più del
70% delle aziende con più
di 100 dipendenti che hanno destinato in media
158.000 euro ciascuna a risparmio energetico e contenimento degli sprechi
(65%), iniziative in favore
dei dipendenti (55%), contrasto dell’inquinamento e
allo smaltimento dei rifiuti
(53%), solidarietà e impegno umanitario (38%), a favore della pratica sportiva
(31%), sostegno di arte e
cultura (24%). Lo dicono i
dati diffusi dall’Osservatorio Socialis. Ora poi, con il
recepimento della Direttiva
Ue 95/2014, entro fine
2016 l’attività delle imprese
sarà regolata da una norma
che riguarda appunto le comunicazioni non finanziarie: si dovrà rendicontare
anche in tema di ambiente,
politiche di genere, anticorruzione, diversità e diritti
umani.
VENERDÌ 4 DICEMBRE 2015
Economia
PRIMA PAGINA REGGIO
Pagina realizzata
in collaborazione
con Labitalia / AdnKronos
Premio
eccellenza
2015 a storie
vincenti da
Expo a Fb
Expo 2015 e Facebook tra le aziende, Giulio Crosetto (fondatore Praxi),
Gerhard Dambach (ad Robert Bosch) e Mario Gasbarrino (ad Unes), tra
i manager. Sono alcuni dei nomi ad essersi aggiudicati il Premio
Eccellenza 2015, promosso da Manageritalia, Cfmt e Confcommercio.
I vincitori sono stati scelti da apposite giurie tra quelli segnalati dai
35mila manager di Manageritalia, dalle 700mila aziende di Confcommercio e dalle società che collaborano con il Cfmt.
Con il Premio Eccellenza i tre promotori vogliono riconoscere e
valorizzare manager, aziende e professionisti eccellenti, protagonisti
con il loro lavoro e le loro idee dello sviluppo del terziario e dell’economia. Il Premio, nato nel 2000 e giunto oggi all’ottava edizione,
riconosce ogni due anni il valore espresso ai massimi livelli di
eccellenza manageriale, d’impresa e professionale. "Per riconoscere
29
ai manager la capacità di guidare uomini e organizzazioni a cogliere
opportunità e creare valore, nel profit ma anche nel non profit,
nell’economia e nella società. Per riconoscere alle imprese capacità di
innovare e contribuire alla crescita e allo sviluppo", spiega una nota.
Nel dettaglio, i premiati, fra i manager sono: Elena Aniello (1967),
Brand e strategic marketing director Artsana; Giulio Crosetto (1936),
consigliere delegato Praxi; Gerhard Dambach (1962), amministratore
delegato Robert Bosch Spa; Mario Gasbarrino (1953), amministratore
delegato Unes; Palmiro Noschese (1962), Area director Italy Melià
Hotels International. Fra le aziende: Expo 2015 Spa; Facebook Italy srl;
Grandi magazzini e supermercati Il Gigante Spa; Ingenico Italia Spa;
Randstad Italia Spa. Per la formazione: Mida, consulenza organizzativa
e hr; Nagima, consulenza e formazione.
Sono 10mila gli addetti interessati
Intesa sul rinnovo del
contratto del cemento
«R
ileviamo un numero sempre maggiore di aziende
che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di
candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Ger mania, Cina,
Giappone, Usa”. Parola di Paola
Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, società di headhunting leader nella ricerca e
selezione di personale specializzato, che fa il punto sugli 'expat',
termine anglosassone che indica
i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli 'expat'
ricevono retribuzioni superiori
ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo. In genere, le candidature prevedono un'età media tra i
30 e i 49 anni", spiega Marchesi.
"Ma, in particolare, i dati rilevati
sottolineano - prosegue - come i
candidati trasferiti all'estero appartengano a due fasce d'età: sotto i 34 anni, per l'avvio di un percorso professionale volto a una
crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i
35 e i 49 anni, per un 'salto' di carriera da un percorso più statico,
con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione 'tecnica' secondo
mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con
cui aver già intrattenuto rapporti
professionali costanti, perfetta
R
L’INDAGINE
Sempre più manager italiani
pronti a lavorare all’estero
conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all'inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato,
valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio
confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia,
auto aziendale in loco, carte di
credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni.
Oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al
costo della vita nel Paese di desti-
n In Europa, le mete
predominanti lo scorso
anno sono state
Regno Unito,
Germania, Svizzera e
Francia
nazione, ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore
per la scelta perseguita. In Europa, le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito,
Germania, Svizzera e Francia,
trend confermato anche per l'anno in corso, mentre sul fronte internazionale le mete principali
sono state negli ultimi tre anni
Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia.
“La scelta della località deriva
chiaramente dal settore e scelta strategica dell'azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni
prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione”, sottolinea la manager
di Technical Hunters. “Da l
2012 ad oggi la nostra società
ha seguito alcuni progetti di
carattere internazionale sia
per pmi italiane che aziende
multinazionali, sia italiane
che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati
settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
innovato il contratto nazionale cemento calce e gesso, con 10mila lavoratrici e lavoratori interessati. Primo
contratto nel settore delle costruzioni,
l’accordo è stato raggiunto tra Feneal
Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco,
con un mese di anticipo sulla scadenza
contrattuale del 31 dicembre 2015. E'
quanto si legge in una nota di Feneal Uil,
Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco.
La delegazione trattante e i segretari
nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea
Cgil, Fabrizio Pascucci, Riccardo Gentile e Marinella Meschieri, si dicono soddisfatti per essere riusciti a portare a casa "un buon risultato che rafforza il sistema dei diritti d’informazione, la gestione degli appalti, il demansionamento e il
welfare integrativo, nonché il potere di
acquisto dei lavoratori con un aumento
salariale pari a 90 euro al livello medio".
Queste le decorrenze degli incrementi: 1° dicembre 2016 40 euro; 1° dicembre
2017 30 euro; 1° ottobre 2018 20 euro. Sono
stati adeguati gli istituti della sanità integrativa, che sarà estesa a tutti i lavoratori (13 euro mensili a totale carico delle
aziende), della previdenza complementare (la parte a carico del datore di lavoro
aumenta dello 0,20%), oltre all’incremento dell’indennità per lavoro notturno (+2%).
"Attenzione particolare -aggiungono i
sindacati- è stata data ai temi della legalità, alla sicurezza e alla formazione per i
Rlssa, al diritto allo studio anche per
partecipazione a corsi universitari, ai
congedi non retribuiti per i casi di disturbi comportamentali patologici".
Saranno introdotte nuove norme con
la definizione di un codice di condotta in
caso di molestie e/o mobbing. Sono stati
sottoscritti avvisi comuni sui temi delle
cave e dei combustibili alternativi. Il
nuovo contratto collettivo nazionale di
lavoro avrà vigenza dal 1° gennaio 2016 al
31 dicembre 2018.
FORMAZIONE
E
scono le due nuove edizioni dei manuali Isfol dedicati al tirocinio
in Italia e in Europa: due
guide per i giovani che
vogliono affrontare questo tipo di esperienza,
spesso decisiva per il loro
futuro professionale, in
quanto primo passo nel
mondo del lavoro. "Inesperienza, mancanza di
informazioni, incertezza
frenano talvolta i ragazzi
nello sfruttare a pieno le
potenzialità dello stage,
su cui l’Isfol torna a fornire ogni delucidazione,
offrendo anche consigli e
suggerimenti utili", sottolinea in una nota.
Dall’Isfol arrivano nuovi manuali per tirocinio in Italia e Europa
I manuali, disponibili
gratuitamente su www.isfol.it., completamente
aggiornati nei contenuti,
sono entrambi strutturati in due parti. La prima
più teorica, che illustra
lo strumento e ne spiega
la natura. La seconda del
tutto pratica, con schede
contenenti le informazioni necessarie per progettare il proprio stage/tirocinio.
Nel dettaglio, i 'Manuale del tirocinante' è una
guida pratica al tirocinio
extracurriculare (seconda edizione). "Il tirocinio
- ricorda l'Isfol - consiste
in un periodo di orientamento e di formazione on
the job, che non si configura come un rapporto di
lavoro. A differenza dei
tirocini curriculari, svolti da studenti come parte
integrante di un percorso
di istruzione o formazione, i tirocini extracurriculari sono destinati a inoccupati, disoccupati e
a giovani che hanno concluso gli studi, per agevolare il passaggio dalla
scuola al lavoro".
La guida, arricchita da
testimonianze dirette di
ex tirocinanti e di aziende che da anni utilizzano
questo strumento, è corredata da dettagliate
schede che illustrano le
norme previste in ogni
singola Regione. In particolare, le schede forniscono indicazioni su: tipologie, destinatari e durata; soggetti ospitanti;
soggetti promotori; convenzione e progetto formativo; diritti e doveri;
indennità (dal 2013 è prevista un’indennità regolata dalle Regioni, che va
dai 300 ai 600 euro); attestazione; riferimenti legi-
slativi. Inoltre, nel manuale vengono dati consigli su come valorizzare la
propria esperienza al fine di trovare un impiego.
Il secondo è il 'Manuale
dello stage in Europa'
(quarta edizione), un vademecum per trarre il
meglio da questa opportunità. "Oggi più che mai
uno stage in Europa - sottolinea l'Isfol - rappresenta un investimento per il
futuro. Non si tratta soltanto di una straordinaria occasione di crescita
personale e professiona-
le, ma anche e soprattutto
del miglior biglietto da
visita per entrare nel
mondo del lavoro".
La guida, pratica e di facile consultazione, è corredata da 33 schede Paese
(28 Paesi dell’Unione europea, 3 dello Spazio economico europeo, oltre alla Serbia e alla Turchia,
membri non Ue della Rete Euroguidance). In ognuna di esse, vengono
fornite dettagliate indicazioni su come muoversi per cercare uno stage,
contattare le aziende,
preparare la documentazione, trovare un alloggio, conoscere il Paese.
Giovedì 3
Dicembre 2015
La Voce
.SPECIALE LAVORO
29
LETTURE Isfol pubblica due guide per gli stagisti in Italia e Europa
Come affrontare un tirocinio
Escono le due nuove edizioni dei manuali Isfol dedicati al tirocinio in Italia
e in Europa: due guide per i giovani che
vogliono affrontare questo tipo di esperienza, spesso decisiva per il loro futuro
professionale, in quanto primo passo
nel mondo del lavoro. "Inesperienza,
mancanza di informazioni, incertezza
frenano talvolta i ragazzi nello sfruttare a pieno le potenzialità dello stage, su
cui l’Isfol torna a fornire ogni delucidazione, offrendo anche consigli e suggerimenti utili", sottolinea in una nota.
I manuali, disponibili gratuitamente
su www.isfol.it., completamente aggiornati nei contenuti, sono entrambi
Ingresso nel mondo del lavoro
strutturati in due parti. La prima più
teorica, che illustra lo strumento e ne
spiega la natura. La seconda del tutto
pratica, con schede contenenti le informazioni necessarie per progettare il
proprio stage/tirocinio.
Nel dettaglio, il “Manuale del tirocinante” è una guida pratica al tirocinio
extracurriculare (seconda edizione). "Il
tirocinio - ricorda l'Isfol - consiste in un
periodo di orientamento e di formazione on the job, che non si configura
come un rapporto di lavoro. A differenza dei tirocini curriculari, svolti da
studenti come parte integrante di un
percorso di istruzione o formazione, i
tirocini extracurriculari sono destinati
a inoccupati, disoccupati e a giovani
che hanno concluso gli studi, per agevolare il passaggio dalla scuola al lavoro".
Il secondo è il 'Manuale dello stage in
Europa' (quarta edizione), un vademecum per trarre il meglio da questa
opportunità. La guida è corredata da 33
schede Paese. In ognuna di esse, vengono fornite dettagliate indicazioni su
come muoversi per cercare uno stage,
contattare le aziende, preparare la documentazione, trovare un alloggio, conoscere il Paese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FONDAZIONE OBIETTIVO LAVORO Solo i servizi hanno incrementato gli occupati
Con la crisi persi 1 milione di posti
Presentato il quarto rapporto sul mercato italiano: l’analisi dei dati dal 2008 al 2014
Tra il 2008 e il 2014 gli occupati in Italia sono calati di circa
un milione (-4%), sostanzialmente a causa del drammatico calo nei comparti manufatturiero (-612mila unità) e
delle costruzioni (-396mila
unità). Solo i servizi hanno
incrementato gli occupati,
specialmente nei comparti
delle attività professionali e
artistiche (congiuntamente
+370mila occupati nei sei anni). Le imprese della filiera
agroalimentare italiana nel
periodo 2008-2014 hanno avuto una perdita di occupati pari
a -97 mila unità con un valore
percentuale pari a -2%. Emerge dal 4° Rapporto sul Mercato
del lavoro, realizzato dalla
Fondazione Obiettivo Lavoro
e presentato a Roma, presso il
ministero delle Politiche agricole. In particolare l’agricoltura, e specialmente il comparto legato alle produzioni
vegetali, ha perso circa 55mila occupati (-5.8%), mentre in
controtendenza gli altri due
comparti (silvicolura e pesca)
che hanno addirittura aumentato il numero di occupati. Rispetto agli altri comparti
della filiera agroalimentare,
tra luci e ombre il settore del
commercio, in special modo
il commercio all’ingrosso,
che ha bruciato dal 2008 più
di 65mila unità nei recenti
anni, mentre il settore delle
industrie alimentari sembra
aver limitato i danni (-15mila
occupati). Un trend comple-
In breve
Contratto cemento
Intesa sul rinnovo
10mila addetti interessati
Posti di lavoro: l’analisi 2008-2014
tamente diverso ha riguardato il settore dei servizi di alloggio e di ristorazione, cresciuto
di 70mila occupati (+5.3%) anche durante il periodo più recente.
In particolare, le imprese della filiera agroalimentare italiana, seppur toccate dalla
crisi, sono riuscite, ampliando prodotti e servizi offerti e
puntando sulla qualità, ad essere competitive sui nuovi
mercati globali e ad attutire
gli effetti della crisi. E il comparto dell’agroalimentare italiano nel suo insieme rappresenta al 2014 il 5,5% degli occupati (due terzi nell’agricoltura e un terzo nella produ-
zione industriale di alimenti
e bevande) e il 6,9% delle unità di lavoro del Paese.
Così, puntare su un impiego
nel settore della ristorazione
può essere una scelta vincente per un giovane in cerca di
lavoro. Il 60% delle offerte di
lavoro dell'intera filiera
agroalimentare appartiene,
infatti, al settore della ristorazione. Mentre la restante
quota è rappresentata dal 21%
di offerte che vengono dal settore del commercio, dal 16%
dell’industria alimentare e
bevande e dal 3% del settore
agricolo.
Gli autori del Rapporto hanno
esaminato oltre 26mila an-
nunci web con offerte di lavoro, pubblicati da febbraio 2013
a giugno 2015 (in crescita del
15% nel primo semestre di
quest’anno). Segno di una
forte vitalità e di una tendenza all'espansione del settore
agroalimentare "nel suo complesso e in tutti i suoi settori:
agricoltura, commercio, industria alimentare e delle bevande e ristorazione", si legge
nel Rapporto.
Pur con le dovute differenze
tra settore e settore, prevale la
tendenza a ricercare professioni tecniche e qualificate
nelle attività commerciali e
artigiane.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
TENDENZE Technical Hunters, stipendi fino ai 100mila euro
Manager italiani espatriano
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche
di candidati disponibili a questo tipo di
esperienza e si prevede un’ulteriore
crescita indicativamente del 10% per
l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina,
Giappone, Usa”. Parola di Paola Marchesi, Manager Sales di Technical
Hunters, società di headhunting leader nella ricerca e selezione di personale specializzato, che fa il punto sugli
'expat', termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli 'expat' ricevo-
no retribuzioni superiori ai 100mila
euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo. In genere, le
candidature prevedono un'età media
tra i 30 e i 49 anni", spiega Marchesi.
Di contro, le aziende si preparano al
supporto dei dipendenti fornendo loro
tutti i benefit necessari per uno stile di
vista adeguato, valutando la mansione
che il candidato andrà a ricoprire, ma
anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni.
In Europa, le mete predominanti lo
scorso anno sono state Regno Unito,
Germania, Svizzera e Francia, trend
confermato anche per l'anno in corso,
mentre sul fronte internazionale le
mete principali sono state negli ultimi
tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati
Uniti, Emirati, Sud America e Russia.
“La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica
dell'azienda di origine, previe analisi
di mercato che vedono le destinazioni
prefissate come zone in crescita dal
punto di vista commerciale o strategiche per la produzione”, sottolinea la
manager di Technical Hunters.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
■ Rinnovato il contratto nazionale cemento calce e
gesso, con 10mila lavoratrici e lavoratori interessati.
Primo contratto nel settore delle costruzioni, l’accordo è
stato raggiunto tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e
Federmaco, con un mese di anticipo sulla scadenza
contrattuale del 31 dicembre 2015. Queste le decorrenze degli incrementi: 1° dicembre 2016 40 euro; 1°
dicembre 2017 30 euro; 1° ottobre 2018 20 euro. Sono
stati adeguati gli istituti della sanità integrativa, che sarà
estesa a tutti i lavoratori (13 euro mensili a totale carico
delle aziende), della previdenza complementare (la
parte a carico del datore di lavoro aumenta dello
0,20%), oltre all’incremento dell’indennità per lavoro
notturno (+2%).
Saranno introdotte nuove norme con la definizione di un
codice di condotta in caso di molestie e/o mobbing.
Sono stati sottoscritti avvisi comuni sui temi delle cave e
dei combustibili alternativi. Il nuovo contratto collettivo
nazionale di lavoro avrà vigenza dal 1° gennaio 2016 al
31 dicembre 2018.
Inps
Inps: nel 2014 persi
109mln di giorni in malattia
■ Roma - Nel 2014 nel nostro paese sono stati perse
108,7 milioni di giornate per malattia, di cui 77,2 milioni
nel settore privato (più del 70% del totale) e 31,5 milioni
nel pubblico. Ad assentarsi per ragioni di salute - con
almeno un evento durante l'anno - sono stati 5,817
milioni di lavoratori, con una maggioranza in questo
caso di dipendenti privati (4,06 milioni) rispetto a quelli
pubblici (1,76 mln). Sono alcuni degli elementi che
emergono dall'osservatorio Inps sulla certificazione di
malattia, una banca dati che rivela come su un totale di
13,4 milioni di assenze nel corso del 2014 la durata delle
malattie dei privati (9 giorni) sia in media più lunga
rispetto a quella dei lavoratori del settore pubblico (6,5
giorni).
Il periodo più critico si rivela, ovviamente, il primo
trimestre: nei mesi invernali del 2014 infatti sono stati
inviati in totale 5,93 milioni di certificati di malattia (fra
pubblico e privato) contro i 3,02 milioni del terzo trimestre.
In collaborazione con Labitalia/ Gruppo Adnkronos
12 ADN KRONOS
Giovedì 3 dicembre 2015 il Giornale della Liguria
DRAMMA Presentato il 4° rapporto sul mercato lavoro: occupazione sempre più giù
Lavoro, dal 2008 persi 1 milione di posti
La causa principale è il calo del manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396mila unità)
ROMA. Tra il 2008 e il 2014
gli occupati in Italia sono calati
di circa un milione (-4%), sostanzialmente a causa del
drammatico calo nei comparti
manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396milaunità).Soloiservizihannoincrementato gli occupati, specialmenteneicompartidelleattività professionali e artistiche
(congiuntamente+370milaoccupati nei sei anni). Le imprese
dellafilieraagroalimentareitaliana nel periodo 2008-2014
hanno avuto una perdita di occupati pari a -97 mila unità con
un valore percentuale pari a
-2%. Emerge dal 4˚ Rapporto
sulMercatodellavoro,realizzato dalla Fondazione Obiettivo
Lavoro e presentato a Roma,
presso il ministero delle Politiche agricole.
In particolare l’agricoltura, e
specialmenteilcomparto legato alle produzioni vegetali, ha
perso circa 55mila occupati
(-5.8%), mentre in controtendenzaglialtriduecomparti(silvicoluraepesca)chehannoaddirittura aumentato il numero
di occupati. Rispetto agli altri
comparti della filiera agroalimentare, tra luci e ombre il settore del commercio, in special
modo il commercio all’ingrosso, che habruciato dal 2008 più
di 65mila unità nei recenti an-
ni, mentre il settore delle industrie alimentari sembra aver limitatoidanni(-15milaoccupati).Untrendcompletamentediverso ha riguardato il settore
deiservizidialloggioediristorazione,cresciutodi70milaoccupati (+5.3%) anche durante il
periodo più recente.
Inparticolare,leimpresedella filiera agroalimentare italiana, seppur toccate dalla crisi,
sono riuscite, ampliando prodotti e servizi offerti e puntandosullaqualità,adesserecompetitivesuinuovimercatiglobalieadattutireglieffettidellacrisi. E il comparto dell’agroalimentare italiano nel suo insieme rappresenta al 2014 il 5,5%
degli occupati (due terzi nell’agricoltura e un terzo nella produzione industriale di alimenti
e bevande) e il 6,9% delle unità
di lavoro del Paese.
Così, puntare su un impiego
nel settore della ristorazione
può essere una scelta vincente
per un giovane in cerca di lavoro. Il 60% delle offerte di lavoro
dell'interafilieraagroalimentare appartiene, infatti, al settore
dellaristorazione.Mentrelarestante quota è rappresentata
dal 21% di offerte che vengono
dal settore del commercio, dal
16%dell’industriaalimentaree
bevande e dal 3% del settore
agricolo.
IN BREVE
Inps: più malattia nel
privato
Gli autori del Rapporto hanno esaminato oltre 26 mila annunciwebconoffertedilavoro,
pubblicati da febbraio 2013 a
giugno 2015 (in crescita del
15%nelprimosemestrediquest’anno).Segnodiunafortevitalitàediunatendenzaall'espansionedelsettoreagroalimenta-
re«nelsuocomplessoeintuttii
suoi settori: agricoltura, commercio, industria alimentare e
delle bevande e ristorazione»,
si legge nel Rapporto.
Pur con le dovute differenze
tra settore e settore, prevale la
tendenzaa ricercare professionitecnicheequalificatenelleat-
tività commerciali e artigiane.
E’interessanteevidenziareche
negliannuncidilavoro,oltrealle competenze professionali
specifiche, si richiedono soft
skill(comeflessibilitàoraria,capacità relazionali e di comunicazione) e la conoscenza delle
lingue straniere.
PROMOSSO DA MANAGERITALIA, CFMT E CONFCOMMERCIO
ISFOL
Premio eccellenza 2015,
le storie vincenti da Expo a Fb
Nel mondo del lavoro
si entra con un manuale
ROMA.Expo2015eFacebooktraleaziende.PoiGiulioCrosetto(fondatorePraxi),GerhardDambach(adRobertBosch)eMarioGasbarrino(adUnes),traimanager.Sonoalcunideinomiadessersi
aggiudicatiilPremioEccellenza2015,promossodaManageritalia,CfmteConfcommercio.Ivincitori sono stati scelti da apposite giurie tra quelli segnalati dai 35mila manager di Manageritalia, dalle
700mila aziende di Confcommercio e dalle società che collaborano con il Cfmt.
Con il Premio Eccellenza i tre promotori vogliono riconoscere e valorizzare manager, aziende e
professionistieccellenti,protagonisticonillorolavoroeleloroideedellosviluppodelterziarioedell’economia.IlPremio,natonel2000egiuntooggiall’ottavaedizione,riconosceognidueanniilvaloreespressoaimassimilivellidieccellenzamanageriale,d’impresaeprofessionale.«Perriconoscere
ai manager lacapacità diguidare uomini eorganizzazioni a cogliere opportunità e creare valore, nel
profitmaanchenelnonprofit,nell’economiaenella società. Per riconoscere alle imprese capacità di
innovareecontribuireallacrescita eallo sviluppo»,
spiegaunanota.Neldettaglio,ipremiati,fraimanager sono: Elena Aniello (1967), Brand e strategic
marketingdirector Artsana; GiulioCrosetto (1936),
consigliere delegato Praxi; Gerhard Dambach
(1962),amministratoredelegatoRobertBoschSpa;
MarioGasbarrino(1953), amministratoredelegato
Unes; Palmiro Noschese (1962), Area director Italy
Melià Hotels International. Fra le aziende: Expo
2015Spa;FacebookItalysrl;GrandimagazziniesupermercatiIlGiganteSpa;IngenicoItaliaSpa;RandstadItaliaSpa.Perlaformazione:Mida,consulenza
organizzativaehr;Nagima,consulenzaeformazione.«I dirigenti, in un Paese povero di managerialità
comeilnostro, assumono-diceGuidoCarella,presidenteManageritalia- un ruolo ancorapiùcentrale per la ripresa e devono dare quel qualcosa in più
che ci permetta di fare il salto di qualità, di andare
verso una crescita e uno sviluppo duraturi. Quest’anno il premio per i manager riconosce spesso la
capacitàdicreareimpreseestoriedisuccesso.Manager-aggiunge-chehannoapplicatolalorocompetenzaai campipiùdisparati einItaliaspessocarentidi managerialità(hotellerieeturismo,servizi
innovativiperillavoro, modernadistribuzione, largoconsumo eindustria),chestannoandandooltre la crisi con innovazione, integrazione di aziende, persone ed esperienze, lettura e penetrazione
nei mercati esteri, sviluppo di nuovi approcci alle esigenze dei clienti ecc. Insomma, è sul binomio
managerialità-imprenditorialità che dobbiamo puntare». «Le imprese dei nostri settori, quelle del
commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, già oggi - dice Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia - rappresentano una parte essenziale della nostra economia generando oltre il 40% del Pil e dell’occupazione del Paese. Un’economia sempre più terziarizzata nella
quale, soprattutto in una fase in cui si cominciano a registrare segnali di ripresa, questo comparto
può rappresentare un volano fondamentale per cogliere tutte le opportunità di sviluppo».
ROMA - Escono le due nuoveedizionideimanualiIsfoldedicati al tirocinio in Italia e in
Europa: due guide per i giovani
che vogliono affrontare questo
tipodi esperienza, spesso decisiva per il loro futuro professionale,inquantoprimopassonel
mondodellavoro.«Inesperienza, mancanza di informazioni,
incertezzafrenano talvoltai ragazzi nello sfruttare a pieno le
potenzialità dello stage, su cui
l’Isfol torna a fornire ogni delucidazione,offrendoancheconsigliesuggerimentiutili»,sottolinea in una nota.
I manuali, disponibili gratuitamente su www.isfol.it., completamente aggiornatinei contenuti,sonoentrambistrutturatiindue parti.La primapiù teorica, che illustra lo strumento e
ne spiega la natura. La seconda
del tutto pratica, con schede
contenenti le informazioni necessarie per progettare il proprio stage/tirocinio. Nel dettaglio, i l «Manuale del tirocinante» è una guida pratica al tirocinio extracurriculare (seconda
edizione).«Il tirocinio - ricorda
l'Isfol-consisteinunperiododi
orientamento e di formazione
on the job, che non si configura
come un rapporto di lavoro. A
differenzadeitirocinicurriculari,svoltidastudenticomeparte
integrante di un percorso di
istruzioneoformazione,itirocini extracurriculari sono destinatia inoccupati,disoccupati e
a giovani che hanno concluso
glistudi,peragevolareilpassaggio dalla scuola al lavoro».
La guida, arricchita da testimonianze dirette di ex tirocinanti e di aziende che da anni
utilizzano questo strumento, è
corredata da dettagliate schedecheillustranolenormepreviste in ogni singola Regione. In
particolare, le schede fornisconoindicazionisu:tipologie,destinatariedurata;soggettiospitanti; soggetti promotori; convenzione e progetto formativo;
diritti e doveri; indennità (dal
2013èprevistaun’indennitàregolata dalle Regioni, che va dai
300ai600euro);attestazione;riferimenti legislativi. Inoltre,
nelmanualevengonodaticonsiglisucomevalorizzarelapropria esperienza al fine di trovare un impiego. Il secondo è il
«Manuale dello stage in Europa» (quarta edizione), un vademecum per trarre il meglio
da questa opportunità. «Oggi
più che mai uno stage in Europa - sottolinea l'Isfol - rappresenta un investimento per il futuro. Non si tratta soltanto di
una straordinaria occasione di
crescita personale e professionale, ma anche e soprattutto
del miglior biglietto da visita
perentrarenelmondodellavoro». La guida è corredata da 33
schede Paese (28 Paesi dell’Unione europea, 3 dello Spazio
economico europeo, oltre alla
Serbia e alla Turchia). In ognuna di esse, vengono fornite dettagliate indicazioni su come
muoversi per cercare uno stage,contattareleaziende,preparareladocumentazione,trovareunalloggio,conoscereilPaese.
Nel 2014 nel nostro Paese sono stati perse 108,7 milioni di
giornate per malattia, di cui
77,2milioninelsettoreprivato
(più del 70% del totale) e 31,5
milioninelpubblico.Adassentarsi per ragioni di salute - con
almenouneventodurantel'anno - sono stati 5,817 milioni di
lavoratori,conunamaggioranza in questo caso di dipendenti privati (4,06 milioni) rispetto
a quelli pubblici (1,76 mln). Sono alcuni degli elementi che
emergono dall'osservatorio
Inpssullacertificazionedimalattia, una banca dati che rivela come su un totale di 13,4 milioni di assenze nel corso del
2014 la durata delle malattie
dei privati (9 giorni) sia in media più lunga rispetto a quella
dei lavoratori del settore pubblico (6,5 giorni). Il periodo più
critico si rivela, ovviamente, il
primotrimestre:neimesiinvernali del 2014 infatti sono stati
inviati in totale 5,93 milioni di
certificati di malattia (fra pubblicoeprivato)controi3,02milioni del terzo trimestre.Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio Technical
Hunters,moltibenefitestipendi fino ai 100 mila euro
Intesa su rinnovo
contratto cemento
Accordo tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco
Roma - Rinnovato il contratto
nazionalecementocalceegesso, con 10mila lavoratrici e lavoratoriinteressati.Primocontratto nel settore delle costruzioni,l’accordoèstatoraggiunto tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco, con un
mese di anticipo sulla scadenza contrattuale del 31 dicembre 2015. E' quanto si legge in
una nota di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco.
Ladelegazione trattantee isegretari nazionali di Feneal Uil,
Filca Cisl e Fillea Cgil, Fabrizio
Pascucci, Riccardo Gentile e
Marinella Meschieri, si dicono
soddisfatti per essere riusciti
aportareacasa"unbuonrisultato che rafforza il sistema dei
diritti d’informazione, la gestione degli appalti, il demansionamento e il welfare integrativo, nonché il potere di acquistodeilavoratoriconunaumento salariale pari a 90 euro
al livello medio".
in collaborazione con
Adnkronos Lavoro
14 ADN KRONOS
Giovedì 3 dicembre 2015 il Giornale del Piemonte
DRAMMA Presentato il 4° rapporto sul mercato lavoro: occupazione sempre più giù
Lavoro, dal 2008 persi 1 milione di posti
La causa principale è il calo del manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396mila unità)
ROMA. Tra il 2008 e il 2014
gli occupati in Italia sono calati
di circa un milione (-4%), sostanzialmente a causa del
drammatico calo nei comparti
manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396milaunità).Soloiservizihannoincrementato gli occupati, specialmenteneicompartidelleattività professionali e artistiche
(congiuntamente+370milaoccupati nei sei anni). Le imprese
dellafilieraagroalimentareitaliana nel periodo 2008-2014
hanno avuto una perdita di occupati pari a -97 mila unità con
un valore percentuale pari a
-2%. Emerge dal 4˚ Rapporto
sulMercatodellavoro,realizzato dalla Fondazione Obiettivo
Lavoro e presentato a Roma,
presso il ministero delle Politiche agricole.
In particolare l’agricoltura, e
specialmenteilcomparto legato alle produzioni vegetali, ha
perso circa 55mila occupati
(-5.8%), mentre in controtendenzaglialtriduecomparti(silvicoluraepesca)chehannoaddirittura aumentato il numero
di occupati. Rispetto agli altri
comparti della filiera agroalimentare, tra luci e ombre il settore del commercio, in special
modo il commercio all’ingrosso, che habruciato dal 2008 più
di 65mila unità nei recenti an-
ni, mentre il settore delle industrie alimentari sembra aver limitatoidanni(-15milaoccupati).Untrendcompletamentediverso ha riguardato il settore
deiservizidialloggioediristorazione,cresciutodi70milaoccupati (+5.3%) anche durante il
periodo più recente.
Inparticolare,leimpresedella filiera agroalimentare italiana, seppur toccate dalla crisi,
sono riuscite, ampliando prodotti e servizi offerti e puntandosullaqualità,adesserecompetitivesuinuovimercatiglobalieadattutireglieffettidellacrisi. E il comparto dell’agroalimentare italiano nel suo insieme rappresenta al 2014 il 5,5%
degli occupati (due terzi nell’agricoltura e un terzo nella produzione industriale di alimenti
e bevande) e il 6,9% delle unità
di lavoro del Paese.
Così, puntare su un impiego
nel settore della ristorazione
può essere una scelta vincente
per un giovane in cerca di lavoro. Il 60% delle offerte di lavoro
dell'interafilieraagroalimentare appartiene, infatti, al settore
dellaristorazione.Mentrelarestante quota è rappresentata
dal 21% di offerte che vengono
dal settore del commercio, dal
16%dell’industriaalimentaree
bevande e dal 3% del settore
agricolo.
IN BREVE
Inps: più malattia nel
privato
Gli autori del Rapporto hanno esaminato oltre 26 mila annunciwebconoffertedilavoro,
pubblicati da febbraio 2013 a
giugno 2015 (in crescita del
15%nelprimosemestrediquest’anno).Segnodiunafortevitalitàediunatendenzaall'espansionedelsettoreagroalimenta-
re«nelsuocomplessoeintuttii
suoi settori: agricoltura, commercio, industria alimentare e
delle bevande e ristorazione»,
si legge nel Rapporto.
Pur con le dovute differenze
tra settore e settore, prevale la
tendenzaa ricercare professionitecnicheequalificatenelleat-
tività commerciali e artigiane.
E’interessanteevidenziareche
negliannuncidilavoro,oltrealle competenze professionali
specifiche, si richiedono soft
skill(comeflessibilitàoraria,capacità relazionali e di comunicazione) e la conoscenza delle
lingue straniere.
PROMOSSO DA MANAGERITALIA, CFMT E CONFCOMMERCIO
ISFOL
Premio eccellenza 2015,
le storie vincenti da Expo a Fb
Nel mondo del lavoro
si entra con un manuale
ROMA.Expo2015eFacebooktraleaziende.PoiGiulioCrosetto(fondatorePraxi),GerhardDambach(adRobertBosch)eMarioGasbarrino(adUnes),traimanager.Sonoalcunideinomiadessersi
aggiudicatiilPremioEccellenza2015,promossodaManageritalia,CfmteConfcommercio.Ivincitori sono stati scelti da apposite giurie tra quelli segnalati dai 35mila manager di Manageritalia, dalle
700mila aziende di Confcommercio e dalle società che collaborano con il Cfmt.
Con il Premio Eccellenza i tre promotori vogliono riconoscere e valorizzare manager, aziende e
professionistieccellenti,protagonisticonillorolavoroeleloroideedellosviluppodelterziarioedell’economia.IlPremio,natonel2000egiuntooggiall’ottavaedizione,riconosceognidueanniilvaloreespressoaimassimilivellidieccellenzamanageriale,d’impresaeprofessionale.«Perriconoscere
ai manager lacapacità diguidare uomini eorganizzazioni a cogliere opportunità e creare valore, nel
profitmaanchenelnonprofit,nell’economiaenella società. Per riconoscere alle imprese capacità di
innovareecontribuireallacrescita eallo sviluppo»,
spiegaunanota.Neldettaglio,ipremiati,fraimanager sono: Elena Aniello (1967), Brand e strategic
marketingdirector Artsana; GiulioCrosetto (1936),
consigliere delegato Praxi; Gerhard Dambach
(1962),amministratoredelegatoRobertBoschSpa;
MarioGasbarrino(1953), amministratoredelegato
Unes; Palmiro Noschese (1962), Area director Italy
Melià Hotels International. Fra le aziende: Expo
2015Spa;FacebookItalysrl;GrandimagazziniesupermercatiIlGiganteSpa;IngenicoItaliaSpa;RandstadItaliaSpa.Perlaformazione:Mida,consulenza
organizzativaehr;Nagima,consulenzaeformazione.«I dirigenti, in un Paese povero di managerialità
comeilnostro, assumono-diceGuidoCarella,presidenteManageritalia- un ruolo ancorapiùcentrale per la ripresa e devono dare quel qualcosa in più
che ci permetta di fare il salto di qualità, di andare
verso una crescita e uno sviluppo duraturi. Quest’anno il premio per i manager riconosce spesso la
capacitàdicreareimpreseestoriedisuccesso.Manager-aggiunge-chehannoapplicatolalorocompetenzaai campipiùdisparati einItaliaspessocarentidi managerialità(hotellerieeturismo,servizi
innovativiperillavoro, modernadistribuzione, largoconsumo eindustria),chestannoandandooltre la crisi con innovazione, integrazione di aziende, persone ed esperienze, lettura e penetrazione
nei mercati esteri, sviluppo di nuovi approcci alle esigenze dei clienti ecc. Insomma, è sul binomio
managerialità-imprenditorialità che dobbiamo puntare». «Le imprese dei nostri settori, quelle del
commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, già oggi - dice Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia - rappresentano una parte essenziale della nostra economia generando oltre il 40% del Pil e dell’occupazione del Paese. Un’economia sempre più terziarizzata nella
quale, soprattutto in una fase in cui si cominciano a registrare segnali di ripresa, questo comparto
può rappresentare un volano fondamentale per cogliere tutte le opportunità di sviluppo».
ROMA - Escono le due nuoveedizionideimanualiIsfoldedicati al tirocinio in Italia e in
Europa: due guide per i giovani
che vogliono affrontare questo
tipodi esperienza, spesso decisiva per il loro futuro professionale,inquantoprimopassonel
mondodellavoro.«Inesperienza, mancanza di informazioni,
incertezzafrenano talvoltai ragazzi nello sfruttare a pieno le
potenzialità dello stage, su cui
l’Isfol torna a fornire ogni delucidazione,offrendoancheconsigliesuggerimentiutili»,sottolinea in una nota.
I manuali, disponibili gratuitamente su www.isfol.it., completamente aggiornatinei contenuti,sonoentrambistrutturatiindue parti.La primapiù teorica, che illustra lo strumento e
ne spiega la natura. La seconda
del tutto pratica, con schede
contenenti le informazioni necessarie per progettare il proprio stage/tirocinio. Nel dettaglio, i l «Manuale del tirocinante» è una guida pratica al tirocinio extracurriculare (seconda
edizione).«Il tirocinio - ricorda
l'Isfol-consisteinunperiododi
orientamento e di formazione
on the job, che non si configura
come un rapporto di lavoro. A
differenzadeitirocinicurriculari,svoltidastudenticomeparte
integrante di un percorso di
istruzioneoformazione,itirocini extracurriculari sono destinatia inoccupati,disoccupati e
a giovani che hanno concluso
glistudi,peragevolareilpassaggio dalla scuola al lavoro».
La guida, arricchita da testimonianze dirette di ex tirocinanti e di aziende che da anni
utilizzano questo strumento, è
corredata da dettagliate schedecheillustranolenormepreviste in ogni singola Regione. In
particolare, le schede fornisconoindicazionisu:tipologie,destinatariedurata;soggettiospitanti; soggetti promotori; convenzione e progetto formativo;
diritti e doveri; indennità (dal
2013èprevistaun’indennitàregolata dalle Regioni, che va dai
300ai600euro);attestazione;riferimenti legislativi. Inoltre,
nelmanualevengonodaticonsiglisucomevalorizzarelapropria esperienza al fine di trovare un impiego. Il secondo è il
«Manuale dello stage in Europa» (quarta edizione), un vademecum per trarre il meglio
da questa opportunità. «Oggi
più che mai uno stage in Europa - sottolinea l'Isfol - rappresenta un investimento per il futuro. Non si tratta soltanto di
una straordinaria occasione di
crescita personale e professionale, ma anche e soprattutto
del miglior biglietto da visita
perentrarenelmondodellavoro». La guida è corredata da 33
schede Paese (28 Paesi dell’Unione europea, 3 dello Spazio
economico europeo, oltre alla
Serbia e alla Turchia). In ognuna di esse, vengono fornite dettagliate indicazioni su come
muoversi per cercare uno stage,contattareleaziende,preparareladocumentazione,trovareunalloggio,conoscereilPaese.
Nel 2014 nel nostro Paese sono stati perse 108,7 milioni di
giornate per malattia, di cui
77,2milioninelsettoreprivato
(più del 70% del totale) e 31,5
milioninelpubblico.Adassentarsi per ragioni di salute - con
almenouneventodurantel'anno - sono stati 5,817 milioni di
lavoratori,conunamaggioranza in questo caso di dipendenti privati (4,06 milioni) rispetto
a quelli pubblici (1,76 mln). Sono alcuni degli elementi che
emergono dall'osservatorio
Inpssullacertificazionedimalattia, una banca dati che rivela come su un totale di 13,4 milioni di assenze nel corso del
2014 la durata delle malattie
dei privati (9 giorni) sia in media più lunga rispetto a quella
dei lavoratori del settore pubblico (6,5 giorni). Il periodo più
critico si rivela, ovviamente, il
primotrimestre:neimesiinvernali del 2014 infatti sono stati
inviati in totale 5,93 milioni di
certificati di malattia (fra pubblicoeprivato)controi3,02milioni del terzo trimestre.Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio Technical
Hunters,moltibenefitestipendi fino ai 100 mila euro
Intesa su rinnovo
contratto cemento
Accordo tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco
Roma - Rinnovato il contratto
nazionalecementocalceegesso, con 10mila lavoratrici e lavoratoriinteressati.Primocontratto nel settore delle costruzioni,l’accordoèstatoraggiunto tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco, con un
mese di anticipo sulla scadenza contrattuale del 31 dicembre 2015. E' quanto si legge in
una nota di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco.
Ladelegazione trattantee isegretari nazionali di Feneal Uil,
Filca Cisl e Fillea Cgil, Fabrizio
Pascucci, Riccardo Gentile e
Marinella Meschieri, si dicono
soddisfatti per essere riusciti
aportareacasa"unbuonrisultato che rafforza il sistema dei
diritti d’informazione, la gestione degli appalti, il demansionamento e il welfare integrativo, nonché il potere di acquistodeilavoratoriconunaumento salariale pari a 90 euro
al livello medio".
in collaborazione con
Adnkronos Lavoro
Manager italiani pronti all’espatrio. Molti benefit e stipendi fino a €
100mila
25 novembre 2015
Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire
all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete
predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager
Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i
lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi
annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le
candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati
sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34
anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con
retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con
retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore
di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui
aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica
(eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una
permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il
candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà:
alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente
trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva
incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche
al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio
25 novembre 2015
Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire
all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete
predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager
Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i
lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi
annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le
candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati
sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34
anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con
retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con
retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore
di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui
aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica
(eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una
permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il
candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà:
alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente
trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva
incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche
al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio
25 novembre 2015
Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire
all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete
predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager
Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i
lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi
annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le
candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati
sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34
anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con
retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con
retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore
di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui
aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica
(eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una
permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il
candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà:
alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente
trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva
incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche
al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio
25 novembre 2015
Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire
all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete
predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager
Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i
lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi
annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le
candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati
sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34
anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con
retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con
retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore
di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui
aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica
(eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una
permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il
candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà:
alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente
trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva
incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche
al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio
25 novembre 2015
Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire
all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete
predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager
Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i
lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi
annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le
candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati
sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34
anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con
retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con
retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore
di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui
aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica
(eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una
permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il
candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà:
alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente
trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva
incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche
al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio
25 novembre 2015
Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire
all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete
predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager
Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i
lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi
annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le
candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati
sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34
anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con
retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con
retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore
di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui
aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica
(eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una
permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il
candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà:
alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente
trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva
incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche
al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
Manager italiani pronti all'espatrio
24 novembre 2015
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire
all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete
predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager
Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i
lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui,
variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature
prevedono un'età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano
come i candidati trasferiti all'estero appartengano a due fasce d'età: sotto i 34 anni, per
l'avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni
maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i
35 e i 49 anni, per un "salto" di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in
ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione "tecnica" secondo mansione e settore di
mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già
intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente
anche della lingua locale, oltre all'inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza
fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit
necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a
ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio
confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte
di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita,
assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti
non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di
un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l'anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell'azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
Manager italiani richiesti all'estero
24 novembre 2015
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire
all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede
un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete
predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager
Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i
lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi
annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le
candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati
sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34
anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con
retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con
retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore
di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui
aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica
(eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una
permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il
candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà:
alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente
trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva
incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche
al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
Manager italiani pronti all’espatrio
24 novembre 2015
Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono
personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di
esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso.
Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola
Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine
anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi
annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le
candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati
sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34
anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con
retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con
retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore
di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui
aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica
(eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una
permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il
candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà:
alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente
trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva
incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche
al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.
Manager italiani pronti all’espatrio
24 novembre 2015
Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro
“Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono
personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di
esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso.
Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola
Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine
anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero.
“La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi
annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le
candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati
sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34
anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con
retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro,
oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con
retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”.
Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore
di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui
aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica
(eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una
permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito.
Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i
benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il
candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà:
alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in
loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente
trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva
incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche
al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita.
In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania,
Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte
internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada,
Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal
settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le
destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche
per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters.
“Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale
sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro
punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas,
construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail,
medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.