Continua - EXECUTIVE HUNTERS
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10 passi per esportare velocemente la propria idea all’estero 28 novembre 2015 I business, oggi, sono senza confini: le aziende aprono sedi in Paesi stranieri e il mercato chiede movimento delle merci. Ecco come avere successo in un mondo global E' così, bisogna farci i conti: i confini tra i vari Paesi sono ormai sfumati. Perché un business acquisti forza, spesso deve pensare di "espatriare" o comunque di avere uno sviluppo anche in terre straniere. «Noi, da parte nostra, rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero», Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, la società di selezione del personale, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. Perché non è una punizione, spesso si tratta invece di un'opportunità: intanto vuol dire che l'azienda vuole crescere e non si pone limiti territoriali: «Poi», continua Paola Marchesi, «le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita». Le mete preferite, in Europa, sono state ultimamente Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, mentre sul fronte internazionale, negli ultimi tre anni ci si è spostati per lo più in Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. «La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell'azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione». 28 SPECIALE LAVORO PAGINA REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON LABITALIA/ADNKRONOS' la Voce di Mantova MERCOLEDÌ 9 DICEMBRE 2015 TECHNICAL HUNTERS, MOLTI BENEFIT E STIPENDI FINO AI 100 MILA EURO Sempre più 'expat', manager italiani pronti all’espatrio Roma - “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, Usa”. Parola di Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, società di headhunting leader nella ricerca e selezione di personale specializzato, che fa il punto sugli 'expat', termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli 'expat' ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo. In genere, le candidature prevedono un'età media tra i 30 e i 49 anni", spiega Marchesi. "Ma, in particolare, i dati rilevati sottolineano - prosegue come i candidati trasferiti all'estero appartengano a due fasce d'età: sotto i 34 anni, per l'avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, Usa di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un 'salto' di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione 'tecnica' secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all'inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni. Oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione, ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa, le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l'anno in corso, mentre sul fronte internazionale le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell'azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione”, sottolinea la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per pmi italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. PRESENTATO A ROMA, PRESSO IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, IL 4° RAPPORTO SUL MERCATO DEL LAVORO Roma - Tra il 2008 e il 2014 gli occupati in Italia sono calati di circa un milione (-4%), sostanzialmente a causa del drammatico calo nei comparti manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396mila unità). Solo i servizi hanno incrementato gli occupati, specialmente nei comparti delle attività professionali e artistiche (congiuntamente +370mila occupati nei sei anni). Le imprese della filiera agroalimentare italiana nel periodo 2008-2014 hanno avuto una perdita di occupati pari a -97 mila unità con un valore percentuale pari a -2%. Emerge dal 4° Rapporto sul Mercato del lavoro, realizzato dalla Fondazione Obiettivo Lavoro e presentato a Roma, presso il ministero delle Politiche agricole. In particolare l’agricoltura, e specialmente il comparto legato alle produzioni vegetali, ha perso circa 55mila occupati (-5.8%), mentre in controtendenza gli altri due comparti (silvicolura e pesca) che hanno addirittura aumentato il numero di occupati. Rispetto agli altri comparti della filiera agroalimentare, tra luci e ombre il settore del commercio, in special modo il commercio Fondazione Obiettivo lavoro, tra il 2008 e il 2014 persi un milione di posti di lavoro all’ingrosso, che ha bruciato dal 2008 più di 65mila unità nei recenti anni, mentre il settore delle industrie alimentari sembra aver limitato i danni (-15mila occupati). Un trend completamente diverso ha riguardato il settore dei servizi di alloggio e di ristorazione, cresciuto di 70mila occupati (+5.3%) anche durante il periodo più recente. In particolare, le imprese della filiera agroalimentare italiana, seppur toccate dalla crisi, sono riuscite, ampliando prodotti e servizi offerti e puntando sulla qualità, ad essere competitive sui nuovi mercati globali e ad attutire gli effetti della crisi. E il comparto dell’agroalimentare italiano nel suo insieme rappresenta al 2014 il 5,5% degli occupati (due terzi nell’agricoltura e un terzo nella produzione industriale di alimenti e bevande) e il 6,9% delle unità di lavoro del Paese. Così, puntare su un impiego nel settore della ristorazione può essere una scelta vincente per un giovane in cerca di lavoro. Il 60% delle offerte di lavoro dell'intera filiera agroalimentare appartiene, infatti, al settore della ristorazione. Mentre la restante quota è rappresentata dal 21% di of- Inps: nel 2014 persi 109 mln giorni malattia, quelle di privati durano di più Roma - Nel 2014 nel nostro paese sono stati perse 108,7 milioni di giornate per malattia, di cui 77,2 milioni nel settore privato (più del 70% del totale) e 31,5 milioni nel pubblico. Ad assentarsi per ragioni di salute - con almeno un evento durante l'anno - sono stati 5,817 milioni di lavoratori, con una maggioranza in questo caso di dipendenti privati (4,06 milioni) rispetto a quelli pubblici (1,76 mln). Sono alcuni degli elementi che emergono dall'osservatorio Inps sulla certificazione di malattia, una banca dati che rivela come su un totale di 13,4 milioni di assenze nel corso del 2014 la durata delle malattie dei privati (9 giorni) sia in media più lunga rispetto a quella dei lavoratori del settore pubblico (6,5 giorni). Il periodo più critico si rivela, ovviamente, il primo trimestre: nei mesi invernali del 2014 infatti sono stati inviati in totale 5,93 milioni di certificati di malattia (fra pubblico e privato) contro i 3,02 milioni del terzo trimestre. ferte che vengono dal settore del commercio, dal 16% dell’industria alimentare e bevande e dal 3% del settore agricolo. Gli autori del Rapporto hanno esaminato oltre 26 mila annunci web con offerte di lavoro, pubblicati da febbraio 2013 a giugno 2015 (in crescita del 15% nel primo semestre di quest’anno). Segno di una forte vitalità e di una tendenza all'espansione del settore agroalimentare "nel suo complesso e in tutti i suoi settori: agricoltura, commercio, industria alimentare e delle bevande e ristorazione", si legge nel Rapporto. Pur con le dovute differenze tra settore e settore, prevale la tendenza a ricercare professioni tecniche e qualificate nelle attività commerciali e artigiane. E’ interessante evidenziare che negli annunci di lavoro, oltre alle competenze professionali specifiche, si richiedono soft skill (come flessibilità oraria, capacità relazionali e di comunicazione) e la conoscenza delle lingue straniere. L’impegno delle aziende italiane: un miliardo di investimenti L’impegno sociale da parte delle aziende italiane vale quasi un miliardo di euro di investimenti (più del doppio rispetto a dieci anni fa): 920 milioni di euro investiti nell’ultimo anno da più del 70% delle aziende con più di 100 dipendenti che hanno destinato in media 158.000 euro ciascuna a risparmio energetico e contenimento degli sprechi (65%), iniziative in favore dei dipendenti (55%), contrasto dell’inquinamento e allo smaltimento dei rifiuti (53%), solidarietà e impegno umanitario (38%), a favore della pratica sportiva (31%), sostegno di arte e cultura (24%). Lo dicono i dati diffusi dall’Osservatorio Socialis. Ora poi, con il recepimento della Direttiva Ue 95/2014, entro fine 2016 l’attività delle imprese sarà regolata da una norma che riguarda appunto le comunicazioni non finanziarie: si dovrà rendicontare anche in tema di ambiente, politiche di genere, anticorruzione, diversità e diritti umani. VENERDÌ 4 DICEMBRE 2015 Economia PRIMA PAGINA REGGIO Pagina realizzata in collaborazione con Labitalia / AdnKronos Premio eccellenza 2015 a storie vincenti da Expo a Fb Expo 2015 e Facebook tra le aziende, Giulio Crosetto (fondatore Praxi), Gerhard Dambach (ad Robert Bosch) e Mario Gasbarrino (ad Unes), tra i manager. Sono alcuni dei nomi ad essersi aggiudicati il Premio Eccellenza 2015, promosso da Manageritalia, Cfmt e Confcommercio. I vincitori sono stati scelti da apposite giurie tra quelli segnalati dai 35mila manager di Manageritalia, dalle 700mila aziende di Confcommercio e dalle società che collaborano con il Cfmt. Con il Premio Eccellenza i tre promotori vogliono riconoscere e valorizzare manager, aziende e professionisti eccellenti, protagonisti con il loro lavoro e le loro idee dello sviluppo del terziario e dell’economia. Il Premio, nato nel 2000 e giunto oggi all’ottava edizione, riconosce ogni due anni il valore espresso ai massimi livelli di eccellenza manageriale, d’impresa e professionale. "Per riconoscere 29 ai manager la capacità di guidare uomini e organizzazioni a cogliere opportunità e creare valore, nel profit ma anche nel non profit, nell’economia e nella società. Per riconoscere alle imprese capacità di innovare e contribuire alla crescita e allo sviluppo", spiega una nota. Nel dettaglio, i premiati, fra i manager sono: Elena Aniello (1967), Brand e strategic marketing director Artsana; Giulio Crosetto (1936), consigliere delegato Praxi; Gerhard Dambach (1962), amministratore delegato Robert Bosch Spa; Mario Gasbarrino (1953), amministratore delegato Unes; Palmiro Noschese (1962), Area director Italy Melià Hotels International. Fra le aziende: Expo 2015 Spa; Facebook Italy srl; Grandi magazzini e supermercati Il Gigante Spa; Ingenico Italia Spa; Randstad Italia Spa. Per la formazione: Mida, consulenza organizzativa e hr; Nagima, consulenza e formazione. Sono 10mila gli addetti interessati Intesa sul rinnovo del contratto del cemento «R ileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Ger mania, Cina, Giappone, Usa”. Parola di Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, società di headhunting leader nella ricerca e selezione di personale specializzato, che fa il punto sugli 'expat', termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli 'expat' ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo. In genere, le candidature prevedono un'età media tra i 30 e i 49 anni", spiega Marchesi. "Ma, in particolare, i dati rilevati sottolineano - prosegue - come i candidati trasferiti all'estero appartengano a due fasce d'età: sotto i 34 anni, per l'avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un 'salto' di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione 'tecnica' secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta R L’INDAGINE Sempre più manager italiani pronti a lavorare all’estero conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all'inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni. Oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di desti- n In Europa, le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia nazione, ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa, le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l'anno in corso, mentre sul fronte internazionale le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell'azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione”, sottolinea la manager di Technical Hunters. “Da l 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per pmi italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. innovato il contratto nazionale cemento calce e gesso, con 10mila lavoratrici e lavoratori interessati. Primo contratto nel settore delle costruzioni, l’accordo è stato raggiunto tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco, con un mese di anticipo sulla scadenza contrattuale del 31 dicembre 2015. E' quanto si legge in una nota di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco. La delegazione trattante e i segretari nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Fabrizio Pascucci, Riccardo Gentile e Marinella Meschieri, si dicono soddisfatti per essere riusciti a portare a casa "un buon risultato che rafforza il sistema dei diritti d’informazione, la gestione degli appalti, il demansionamento e il welfare integrativo, nonché il potere di acquisto dei lavoratori con un aumento salariale pari a 90 euro al livello medio". Queste le decorrenze degli incrementi: 1° dicembre 2016 40 euro; 1° dicembre 2017 30 euro; 1° ottobre 2018 20 euro. Sono stati adeguati gli istituti della sanità integrativa, che sarà estesa a tutti i lavoratori (13 euro mensili a totale carico delle aziende), della previdenza complementare (la parte a carico del datore di lavoro aumenta dello 0,20%), oltre all’incremento dell’indennità per lavoro notturno (+2%). "Attenzione particolare -aggiungono i sindacati- è stata data ai temi della legalità, alla sicurezza e alla formazione per i Rlssa, al diritto allo studio anche per partecipazione a corsi universitari, ai congedi non retribuiti per i casi di disturbi comportamentali patologici". Saranno introdotte nuove norme con la definizione di un codice di condotta in caso di molestie e/o mobbing. Sono stati sottoscritti avvisi comuni sui temi delle cave e dei combustibili alternativi. Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro avrà vigenza dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018. FORMAZIONE E scono le due nuove edizioni dei manuali Isfol dedicati al tirocinio in Italia e in Europa: due guide per i giovani che vogliono affrontare questo tipo di esperienza, spesso decisiva per il loro futuro professionale, in quanto primo passo nel mondo del lavoro. "Inesperienza, mancanza di informazioni, incertezza frenano talvolta i ragazzi nello sfruttare a pieno le potenzialità dello stage, su cui l’Isfol torna a fornire ogni delucidazione, offrendo anche consigli e suggerimenti utili", sottolinea in una nota. Dall’Isfol arrivano nuovi manuali per tirocinio in Italia e Europa I manuali, disponibili gratuitamente su www.isfol.it., completamente aggiornati nei contenuti, sono entrambi strutturati in due parti. La prima più teorica, che illustra lo strumento e ne spiega la natura. La seconda del tutto pratica, con schede contenenti le informazioni necessarie per progettare il proprio stage/tirocinio. Nel dettaglio, i 'Manuale del tirocinante' è una guida pratica al tirocinio extracurriculare (seconda edizione). "Il tirocinio - ricorda l'Isfol - consiste in un periodo di orientamento e di formazione on the job, che non si configura come un rapporto di lavoro. A differenza dei tirocini curriculari, svolti da studenti come parte integrante di un percorso di istruzione o formazione, i tirocini extracurriculari sono destinati a inoccupati, disoccupati e a giovani che hanno concluso gli studi, per agevolare il passaggio dalla scuola al lavoro". La guida, arricchita da testimonianze dirette di ex tirocinanti e di aziende che da anni utilizzano questo strumento, è corredata da dettagliate schede che illustrano le norme previste in ogni singola Regione. In particolare, le schede forniscono indicazioni su: tipologie, destinatari e durata; soggetti ospitanti; soggetti promotori; convenzione e progetto formativo; diritti e doveri; indennità (dal 2013 è prevista un’indennità regolata dalle Regioni, che va dai 300 ai 600 euro); attestazione; riferimenti legi- slativi. Inoltre, nel manuale vengono dati consigli su come valorizzare la propria esperienza al fine di trovare un impiego. Il secondo è il 'Manuale dello stage in Europa' (quarta edizione), un vademecum per trarre il meglio da questa opportunità. "Oggi più che mai uno stage in Europa - sottolinea l'Isfol - rappresenta un investimento per il futuro. Non si tratta soltanto di una straordinaria occasione di crescita personale e professiona- le, ma anche e soprattutto del miglior biglietto da visita per entrare nel mondo del lavoro". La guida, pratica e di facile consultazione, è corredata da 33 schede Paese (28 Paesi dell’Unione europea, 3 dello Spazio economico europeo, oltre alla Serbia e alla Turchia, membri non Ue della Rete Euroguidance). In ognuna di esse, vengono fornite dettagliate indicazioni su come muoversi per cercare uno stage, contattare le aziende, preparare la documentazione, trovare un alloggio, conoscere il Paese. Giovedì 3 Dicembre 2015 La Voce .SPECIALE LAVORO 29 LETTURE Isfol pubblica due guide per gli stagisti in Italia e Europa Come affrontare un tirocinio Escono le due nuove edizioni dei manuali Isfol dedicati al tirocinio in Italia e in Europa: due guide per i giovani che vogliono affrontare questo tipo di esperienza, spesso decisiva per il loro futuro professionale, in quanto primo passo nel mondo del lavoro. "Inesperienza, mancanza di informazioni, incertezza frenano talvolta i ragazzi nello sfruttare a pieno le potenzialità dello stage, su cui l’Isfol torna a fornire ogni delucidazione, offrendo anche consigli e suggerimenti utili", sottolinea in una nota. I manuali, disponibili gratuitamente su www.isfol.it., completamente aggiornati nei contenuti, sono entrambi Ingresso nel mondo del lavoro strutturati in due parti. La prima più teorica, che illustra lo strumento e ne spiega la natura. La seconda del tutto pratica, con schede contenenti le informazioni necessarie per progettare il proprio stage/tirocinio. Nel dettaglio, il “Manuale del tirocinante” è una guida pratica al tirocinio extracurriculare (seconda edizione). "Il tirocinio - ricorda l'Isfol - consiste in un periodo di orientamento e di formazione on the job, che non si configura come un rapporto di lavoro. A differenza dei tirocini curriculari, svolti da studenti come parte integrante di un percorso di istruzione o formazione, i tirocini extracurriculari sono destinati a inoccupati, disoccupati e a giovani che hanno concluso gli studi, per agevolare il passaggio dalla scuola al lavoro". Il secondo è il 'Manuale dello stage in Europa' (quarta edizione), un vademecum per trarre il meglio da questa opportunità. La guida è corredata da 33 schede Paese. In ognuna di esse, vengono fornite dettagliate indicazioni su come muoversi per cercare uno stage, contattare le aziende, preparare la documentazione, trovare un alloggio, conoscere il Paese. © RIPRODUZIONE RISERVATA FONDAZIONE OBIETTIVO LAVORO Solo i servizi hanno incrementato gli occupati Con la crisi persi 1 milione di posti Presentato il quarto rapporto sul mercato italiano: l’analisi dei dati dal 2008 al 2014 Tra il 2008 e il 2014 gli occupati in Italia sono calati di circa un milione (-4%), sostanzialmente a causa del drammatico calo nei comparti manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396mila unità). Solo i servizi hanno incrementato gli occupati, specialmente nei comparti delle attività professionali e artistiche (congiuntamente +370mila occupati nei sei anni). Le imprese della filiera agroalimentare italiana nel periodo 2008-2014 hanno avuto una perdita di occupati pari a -97 mila unità con un valore percentuale pari a -2%. Emerge dal 4° Rapporto sul Mercato del lavoro, realizzato dalla Fondazione Obiettivo Lavoro e presentato a Roma, presso il ministero delle Politiche agricole. In particolare l’agricoltura, e specialmente il comparto legato alle produzioni vegetali, ha perso circa 55mila occupati (-5.8%), mentre in controtendenza gli altri due comparti (silvicolura e pesca) che hanno addirittura aumentato il numero di occupati. Rispetto agli altri comparti della filiera agroalimentare, tra luci e ombre il settore del commercio, in special modo il commercio all’ingrosso, che ha bruciato dal 2008 più di 65mila unità nei recenti anni, mentre il settore delle industrie alimentari sembra aver limitato i danni (-15mila occupati). Un trend comple- In breve Contratto cemento Intesa sul rinnovo 10mila addetti interessati Posti di lavoro: l’analisi 2008-2014 tamente diverso ha riguardato il settore dei servizi di alloggio e di ristorazione, cresciuto di 70mila occupati (+5.3%) anche durante il periodo più recente. In particolare, le imprese della filiera agroalimentare italiana, seppur toccate dalla crisi, sono riuscite, ampliando prodotti e servizi offerti e puntando sulla qualità, ad essere competitive sui nuovi mercati globali e ad attutire gli effetti della crisi. E il comparto dell’agroalimentare italiano nel suo insieme rappresenta al 2014 il 5,5% degli occupati (due terzi nell’agricoltura e un terzo nella produ- zione industriale di alimenti e bevande) e il 6,9% delle unità di lavoro del Paese. Così, puntare su un impiego nel settore della ristorazione può essere una scelta vincente per un giovane in cerca di lavoro. Il 60% delle offerte di lavoro dell'intera filiera agroalimentare appartiene, infatti, al settore della ristorazione. Mentre la restante quota è rappresentata dal 21% di offerte che vengono dal settore del commercio, dal 16% dell’industria alimentare e bevande e dal 3% del settore agricolo. Gli autori del Rapporto hanno esaminato oltre 26mila an- nunci web con offerte di lavoro, pubblicati da febbraio 2013 a giugno 2015 (in crescita del 15% nel primo semestre di quest’anno). Segno di una forte vitalità e di una tendenza all'espansione del settore agroalimentare "nel suo complesso e in tutti i suoi settori: agricoltura, commercio, industria alimentare e delle bevande e ristorazione", si legge nel Rapporto. Pur con le dovute differenze tra settore e settore, prevale la tendenza a ricercare professioni tecniche e qualificate nelle attività commerciali e artigiane. © RIPRODUZIONE RISERVATA TENDENZE Technical Hunters, stipendi fino ai 100mila euro Manager italiani espatriano “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, Usa”. Parola di Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, società di headhunting leader nella ricerca e selezione di personale specializzato, che fa il punto sugli 'expat', termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli 'expat' ricevo- no retribuzioni superiori ai 100mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo. In genere, le candidature prevedono un'età media tra i 30 e i 49 anni", spiega Marchesi. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni. In Europa, le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l'anno in corso, mentre sul fronte internazionale le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell'azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione”, sottolinea la manager di Technical Hunters. © RIPRODUZIONE RISERVATA ■ Rinnovato il contratto nazionale cemento calce e gesso, con 10mila lavoratrici e lavoratori interessati. Primo contratto nel settore delle costruzioni, l’accordo è stato raggiunto tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco, con un mese di anticipo sulla scadenza contrattuale del 31 dicembre 2015. Queste le decorrenze degli incrementi: 1° dicembre 2016 40 euro; 1° dicembre 2017 30 euro; 1° ottobre 2018 20 euro. Sono stati adeguati gli istituti della sanità integrativa, che sarà estesa a tutti i lavoratori (13 euro mensili a totale carico delle aziende), della previdenza complementare (la parte a carico del datore di lavoro aumenta dello 0,20%), oltre all’incremento dell’indennità per lavoro notturno (+2%). Saranno introdotte nuove norme con la definizione di un codice di condotta in caso di molestie e/o mobbing. Sono stati sottoscritti avvisi comuni sui temi delle cave e dei combustibili alternativi. Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro avrà vigenza dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2018. Inps Inps: nel 2014 persi 109mln di giorni in malattia ■ Roma - Nel 2014 nel nostro paese sono stati perse 108,7 milioni di giornate per malattia, di cui 77,2 milioni nel settore privato (più del 70% del totale) e 31,5 milioni nel pubblico. Ad assentarsi per ragioni di salute - con almeno un evento durante l'anno - sono stati 5,817 milioni di lavoratori, con una maggioranza in questo caso di dipendenti privati (4,06 milioni) rispetto a quelli pubblici (1,76 mln). Sono alcuni degli elementi che emergono dall'osservatorio Inps sulla certificazione di malattia, una banca dati che rivela come su un totale di 13,4 milioni di assenze nel corso del 2014 la durata delle malattie dei privati (9 giorni) sia in media più lunga rispetto a quella dei lavoratori del settore pubblico (6,5 giorni). Il periodo più critico si rivela, ovviamente, il primo trimestre: nei mesi invernali del 2014 infatti sono stati inviati in totale 5,93 milioni di certificati di malattia (fra pubblico e privato) contro i 3,02 milioni del terzo trimestre. In collaborazione con Labitalia/ Gruppo Adnkronos 12 ADN KRONOS Giovedì 3 dicembre 2015 il Giornale della Liguria DRAMMA Presentato il 4° rapporto sul mercato lavoro: occupazione sempre più giù Lavoro, dal 2008 persi 1 milione di posti La causa principale è il calo del manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396mila unità) ROMA. Tra il 2008 e il 2014 gli occupati in Italia sono calati di circa un milione (-4%), sostanzialmente a causa del drammatico calo nei comparti manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396milaunità).Soloiservizihannoincrementato gli occupati, specialmenteneicompartidelleattività professionali e artistiche (congiuntamente+370milaoccupati nei sei anni). Le imprese dellafilieraagroalimentareitaliana nel periodo 2008-2014 hanno avuto una perdita di occupati pari a -97 mila unità con un valore percentuale pari a -2%. Emerge dal 4˚ Rapporto sulMercatodellavoro,realizzato dalla Fondazione Obiettivo Lavoro e presentato a Roma, presso il ministero delle Politiche agricole. In particolare l’agricoltura, e specialmenteilcomparto legato alle produzioni vegetali, ha perso circa 55mila occupati (-5.8%), mentre in controtendenzaglialtriduecomparti(silvicoluraepesca)chehannoaddirittura aumentato il numero di occupati. Rispetto agli altri comparti della filiera agroalimentare, tra luci e ombre il settore del commercio, in special modo il commercio all’ingrosso, che habruciato dal 2008 più di 65mila unità nei recenti an- ni, mentre il settore delle industrie alimentari sembra aver limitatoidanni(-15milaoccupati).Untrendcompletamentediverso ha riguardato il settore deiservizidialloggioediristorazione,cresciutodi70milaoccupati (+5.3%) anche durante il periodo più recente. Inparticolare,leimpresedella filiera agroalimentare italiana, seppur toccate dalla crisi, sono riuscite, ampliando prodotti e servizi offerti e puntandosullaqualità,adesserecompetitivesuinuovimercatiglobalieadattutireglieffettidellacrisi. E il comparto dell’agroalimentare italiano nel suo insieme rappresenta al 2014 il 5,5% degli occupati (due terzi nell’agricoltura e un terzo nella produzione industriale di alimenti e bevande) e il 6,9% delle unità di lavoro del Paese. Così, puntare su un impiego nel settore della ristorazione può essere una scelta vincente per un giovane in cerca di lavoro. Il 60% delle offerte di lavoro dell'interafilieraagroalimentare appartiene, infatti, al settore dellaristorazione.Mentrelarestante quota è rappresentata dal 21% di offerte che vengono dal settore del commercio, dal 16%dell’industriaalimentaree bevande e dal 3% del settore agricolo. IN BREVE Inps: più malattia nel privato Gli autori del Rapporto hanno esaminato oltre 26 mila annunciwebconoffertedilavoro, pubblicati da febbraio 2013 a giugno 2015 (in crescita del 15%nelprimosemestrediquest’anno).Segnodiunafortevitalitàediunatendenzaall'espansionedelsettoreagroalimenta- re«nelsuocomplessoeintuttii suoi settori: agricoltura, commercio, industria alimentare e delle bevande e ristorazione», si legge nel Rapporto. Pur con le dovute differenze tra settore e settore, prevale la tendenzaa ricercare professionitecnicheequalificatenelleat- tività commerciali e artigiane. E’interessanteevidenziareche negliannuncidilavoro,oltrealle competenze professionali specifiche, si richiedono soft skill(comeflessibilitàoraria,capacità relazionali e di comunicazione) e la conoscenza delle lingue straniere. PROMOSSO DA MANAGERITALIA, CFMT E CONFCOMMERCIO ISFOL Premio eccellenza 2015, le storie vincenti da Expo a Fb Nel mondo del lavoro si entra con un manuale ROMA.Expo2015eFacebooktraleaziende.PoiGiulioCrosetto(fondatorePraxi),GerhardDambach(adRobertBosch)eMarioGasbarrino(adUnes),traimanager.Sonoalcunideinomiadessersi aggiudicatiilPremioEccellenza2015,promossodaManageritalia,CfmteConfcommercio.Ivincitori sono stati scelti da apposite giurie tra quelli segnalati dai 35mila manager di Manageritalia, dalle 700mila aziende di Confcommercio e dalle società che collaborano con il Cfmt. Con il Premio Eccellenza i tre promotori vogliono riconoscere e valorizzare manager, aziende e professionistieccellenti,protagonisticonillorolavoroeleloroideedellosviluppodelterziarioedell’economia.IlPremio,natonel2000egiuntooggiall’ottavaedizione,riconosceognidueanniilvaloreespressoaimassimilivellidieccellenzamanageriale,d’impresaeprofessionale.«Perriconoscere ai manager lacapacità diguidare uomini eorganizzazioni a cogliere opportunità e creare valore, nel profitmaanchenelnonprofit,nell’economiaenella società. Per riconoscere alle imprese capacità di innovareecontribuireallacrescita eallo sviluppo», spiegaunanota.Neldettaglio,ipremiati,fraimanager sono: Elena Aniello (1967), Brand e strategic marketingdirector Artsana; GiulioCrosetto (1936), consigliere delegato Praxi; Gerhard Dambach (1962),amministratoredelegatoRobertBoschSpa; MarioGasbarrino(1953), amministratoredelegato Unes; Palmiro Noschese (1962), Area director Italy Melià Hotels International. Fra le aziende: Expo 2015Spa;FacebookItalysrl;GrandimagazziniesupermercatiIlGiganteSpa;IngenicoItaliaSpa;RandstadItaliaSpa.Perlaformazione:Mida,consulenza organizzativaehr;Nagima,consulenzaeformazione.«I dirigenti, in un Paese povero di managerialità comeilnostro, assumono-diceGuidoCarella,presidenteManageritalia- un ruolo ancorapiùcentrale per la ripresa e devono dare quel qualcosa in più che ci permetta di fare il salto di qualità, di andare verso una crescita e uno sviluppo duraturi. Quest’anno il premio per i manager riconosce spesso la capacitàdicreareimpreseestoriedisuccesso.Manager-aggiunge-chehannoapplicatolalorocompetenzaai campipiùdisparati einItaliaspessocarentidi managerialità(hotellerieeturismo,servizi innovativiperillavoro, modernadistribuzione, largoconsumo eindustria),chestannoandandooltre la crisi con innovazione, integrazione di aziende, persone ed esperienze, lettura e penetrazione nei mercati esteri, sviluppo di nuovi approcci alle esigenze dei clienti ecc. Insomma, è sul binomio managerialità-imprenditorialità che dobbiamo puntare». «Le imprese dei nostri settori, quelle del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, già oggi - dice Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia - rappresentano una parte essenziale della nostra economia generando oltre il 40% del Pil e dell’occupazione del Paese. Un’economia sempre più terziarizzata nella quale, soprattutto in una fase in cui si cominciano a registrare segnali di ripresa, questo comparto può rappresentare un volano fondamentale per cogliere tutte le opportunità di sviluppo». ROMA - Escono le due nuoveedizionideimanualiIsfoldedicati al tirocinio in Italia e in Europa: due guide per i giovani che vogliono affrontare questo tipodi esperienza, spesso decisiva per il loro futuro professionale,inquantoprimopassonel mondodellavoro.«Inesperienza, mancanza di informazioni, incertezzafrenano talvoltai ragazzi nello sfruttare a pieno le potenzialità dello stage, su cui l’Isfol torna a fornire ogni delucidazione,offrendoancheconsigliesuggerimentiutili»,sottolinea in una nota. I manuali, disponibili gratuitamente su www.isfol.it., completamente aggiornatinei contenuti,sonoentrambistrutturatiindue parti.La primapiù teorica, che illustra lo strumento e ne spiega la natura. La seconda del tutto pratica, con schede contenenti le informazioni necessarie per progettare il proprio stage/tirocinio. Nel dettaglio, i l «Manuale del tirocinante» è una guida pratica al tirocinio extracurriculare (seconda edizione).«Il tirocinio - ricorda l'Isfol-consisteinunperiododi orientamento e di formazione on the job, che non si configura come un rapporto di lavoro. A differenzadeitirocinicurriculari,svoltidastudenticomeparte integrante di un percorso di istruzioneoformazione,itirocini extracurriculari sono destinatia inoccupati,disoccupati e a giovani che hanno concluso glistudi,peragevolareilpassaggio dalla scuola al lavoro». La guida, arricchita da testimonianze dirette di ex tirocinanti e di aziende che da anni utilizzano questo strumento, è corredata da dettagliate schedecheillustranolenormepreviste in ogni singola Regione. In particolare, le schede fornisconoindicazionisu:tipologie,destinatariedurata;soggettiospitanti; soggetti promotori; convenzione e progetto formativo; diritti e doveri; indennità (dal 2013èprevistaun’indennitàregolata dalle Regioni, che va dai 300ai600euro);attestazione;riferimenti legislativi. Inoltre, nelmanualevengonodaticonsiglisucomevalorizzarelapropria esperienza al fine di trovare un impiego. Il secondo è il «Manuale dello stage in Europa» (quarta edizione), un vademecum per trarre il meglio da questa opportunità. «Oggi più che mai uno stage in Europa - sottolinea l'Isfol - rappresenta un investimento per il futuro. Non si tratta soltanto di una straordinaria occasione di crescita personale e professionale, ma anche e soprattutto del miglior biglietto da visita perentrarenelmondodellavoro». La guida è corredata da 33 schede Paese (28 Paesi dell’Unione europea, 3 dello Spazio economico europeo, oltre alla Serbia e alla Turchia). In ognuna di esse, vengono fornite dettagliate indicazioni su come muoversi per cercare uno stage,contattareleaziende,preparareladocumentazione,trovareunalloggio,conoscereilPaese. Nel 2014 nel nostro Paese sono stati perse 108,7 milioni di giornate per malattia, di cui 77,2milioninelsettoreprivato (più del 70% del totale) e 31,5 milioninelpubblico.Adassentarsi per ragioni di salute - con almenouneventodurantel'anno - sono stati 5,817 milioni di lavoratori,conunamaggioranza in questo caso di dipendenti privati (4,06 milioni) rispetto a quelli pubblici (1,76 mln). Sono alcuni degli elementi che emergono dall'osservatorio Inpssullacertificazionedimalattia, una banca dati che rivela come su un totale di 13,4 milioni di assenze nel corso del 2014 la durata delle malattie dei privati (9 giorni) sia in media più lunga rispetto a quella dei lavoratori del settore pubblico (6,5 giorni). Il periodo più critico si rivela, ovviamente, il primotrimestre:neimesiinvernali del 2014 infatti sono stati inviati in totale 5,93 milioni di certificati di malattia (fra pubblicoeprivato)controi3,02milioni del terzo trimestre.Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio Technical Hunters,moltibenefitestipendi fino ai 100 mila euro Intesa su rinnovo contratto cemento Accordo tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco Roma - Rinnovato il contratto nazionalecementocalceegesso, con 10mila lavoratrici e lavoratoriinteressati.Primocontratto nel settore delle costruzioni,l’accordoèstatoraggiunto tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco, con un mese di anticipo sulla scadenza contrattuale del 31 dicembre 2015. E' quanto si legge in una nota di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco. Ladelegazione trattantee isegretari nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Fabrizio Pascucci, Riccardo Gentile e Marinella Meschieri, si dicono soddisfatti per essere riusciti aportareacasa"unbuonrisultato che rafforza il sistema dei diritti d’informazione, la gestione degli appalti, il demansionamento e il welfare integrativo, nonché il potere di acquistodeilavoratoriconunaumento salariale pari a 90 euro al livello medio". in collaborazione con Adnkronos Lavoro 14 ADN KRONOS Giovedì 3 dicembre 2015 il Giornale del Piemonte DRAMMA Presentato il 4° rapporto sul mercato lavoro: occupazione sempre più giù Lavoro, dal 2008 persi 1 milione di posti La causa principale è il calo del manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396mila unità) ROMA. Tra il 2008 e il 2014 gli occupati in Italia sono calati di circa un milione (-4%), sostanzialmente a causa del drammatico calo nei comparti manufatturiero (-612mila unità) e delle costruzioni (-396milaunità).Soloiservizihannoincrementato gli occupati, specialmenteneicompartidelleattività professionali e artistiche (congiuntamente+370milaoccupati nei sei anni). Le imprese dellafilieraagroalimentareitaliana nel periodo 2008-2014 hanno avuto una perdita di occupati pari a -97 mila unità con un valore percentuale pari a -2%. Emerge dal 4˚ Rapporto sulMercatodellavoro,realizzato dalla Fondazione Obiettivo Lavoro e presentato a Roma, presso il ministero delle Politiche agricole. In particolare l’agricoltura, e specialmenteilcomparto legato alle produzioni vegetali, ha perso circa 55mila occupati (-5.8%), mentre in controtendenzaglialtriduecomparti(silvicoluraepesca)chehannoaddirittura aumentato il numero di occupati. Rispetto agli altri comparti della filiera agroalimentare, tra luci e ombre il settore del commercio, in special modo il commercio all’ingrosso, che habruciato dal 2008 più di 65mila unità nei recenti an- ni, mentre il settore delle industrie alimentari sembra aver limitatoidanni(-15milaoccupati).Untrendcompletamentediverso ha riguardato il settore deiservizidialloggioediristorazione,cresciutodi70milaoccupati (+5.3%) anche durante il periodo più recente. Inparticolare,leimpresedella filiera agroalimentare italiana, seppur toccate dalla crisi, sono riuscite, ampliando prodotti e servizi offerti e puntandosullaqualità,adesserecompetitivesuinuovimercatiglobalieadattutireglieffettidellacrisi. E il comparto dell’agroalimentare italiano nel suo insieme rappresenta al 2014 il 5,5% degli occupati (due terzi nell’agricoltura e un terzo nella produzione industriale di alimenti e bevande) e il 6,9% delle unità di lavoro del Paese. Così, puntare su un impiego nel settore della ristorazione può essere una scelta vincente per un giovane in cerca di lavoro. Il 60% delle offerte di lavoro dell'interafilieraagroalimentare appartiene, infatti, al settore dellaristorazione.Mentrelarestante quota è rappresentata dal 21% di offerte che vengono dal settore del commercio, dal 16%dell’industriaalimentaree bevande e dal 3% del settore agricolo. IN BREVE Inps: più malattia nel privato Gli autori del Rapporto hanno esaminato oltre 26 mila annunciwebconoffertedilavoro, pubblicati da febbraio 2013 a giugno 2015 (in crescita del 15%nelprimosemestrediquest’anno).Segnodiunafortevitalitàediunatendenzaall'espansionedelsettoreagroalimenta- re«nelsuocomplessoeintuttii suoi settori: agricoltura, commercio, industria alimentare e delle bevande e ristorazione», si legge nel Rapporto. Pur con le dovute differenze tra settore e settore, prevale la tendenzaa ricercare professionitecnicheequalificatenelleat- tività commerciali e artigiane. E’interessanteevidenziareche negliannuncidilavoro,oltrealle competenze professionali specifiche, si richiedono soft skill(comeflessibilitàoraria,capacità relazionali e di comunicazione) e la conoscenza delle lingue straniere. PROMOSSO DA MANAGERITALIA, CFMT E CONFCOMMERCIO ISFOL Premio eccellenza 2015, le storie vincenti da Expo a Fb Nel mondo del lavoro si entra con un manuale ROMA.Expo2015eFacebooktraleaziende.PoiGiulioCrosetto(fondatorePraxi),GerhardDambach(adRobertBosch)eMarioGasbarrino(adUnes),traimanager.Sonoalcunideinomiadessersi aggiudicatiilPremioEccellenza2015,promossodaManageritalia,CfmteConfcommercio.Ivincitori sono stati scelti da apposite giurie tra quelli segnalati dai 35mila manager di Manageritalia, dalle 700mila aziende di Confcommercio e dalle società che collaborano con il Cfmt. Con il Premio Eccellenza i tre promotori vogliono riconoscere e valorizzare manager, aziende e professionistieccellenti,protagonisticonillorolavoroeleloroideedellosviluppodelterziarioedell’economia.IlPremio,natonel2000egiuntooggiall’ottavaedizione,riconosceognidueanniilvaloreespressoaimassimilivellidieccellenzamanageriale,d’impresaeprofessionale.«Perriconoscere ai manager lacapacità diguidare uomini eorganizzazioni a cogliere opportunità e creare valore, nel profitmaanchenelnonprofit,nell’economiaenella società. Per riconoscere alle imprese capacità di innovareecontribuireallacrescita eallo sviluppo», spiegaunanota.Neldettaglio,ipremiati,fraimanager sono: Elena Aniello (1967), Brand e strategic marketingdirector Artsana; GiulioCrosetto (1936), consigliere delegato Praxi; Gerhard Dambach (1962),amministratoredelegatoRobertBoschSpa; MarioGasbarrino(1953), amministratoredelegato Unes; Palmiro Noschese (1962), Area director Italy Melià Hotels International. Fra le aziende: Expo 2015Spa;FacebookItalysrl;GrandimagazziniesupermercatiIlGiganteSpa;IngenicoItaliaSpa;RandstadItaliaSpa.Perlaformazione:Mida,consulenza organizzativaehr;Nagima,consulenzaeformazione.«I dirigenti, in un Paese povero di managerialità comeilnostro, assumono-diceGuidoCarella,presidenteManageritalia- un ruolo ancorapiùcentrale per la ripresa e devono dare quel qualcosa in più che ci permetta di fare il salto di qualità, di andare verso una crescita e uno sviluppo duraturi. Quest’anno il premio per i manager riconosce spesso la capacitàdicreareimpreseestoriedisuccesso.Manager-aggiunge-chehannoapplicatolalorocompetenzaai campipiùdisparati einItaliaspessocarentidi managerialità(hotellerieeturismo,servizi innovativiperillavoro, modernadistribuzione, largoconsumo eindustria),chestannoandandooltre la crisi con innovazione, integrazione di aziende, persone ed esperienze, lettura e penetrazione nei mercati esteri, sviluppo di nuovi approcci alle esigenze dei clienti ecc. Insomma, è sul binomio managerialità-imprenditorialità che dobbiamo puntare». «Le imprese dei nostri settori, quelle del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, già oggi - dice Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia - rappresentano una parte essenziale della nostra economia generando oltre il 40% del Pil e dell’occupazione del Paese. Un’economia sempre più terziarizzata nella quale, soprattutto in una fase in cui si cominciano a registrare segnali di ripresa, questo comparto può rappresentare un volano fondamentale per cogliere tutte le opportunità di sviluppo». ROMA - Escono le due nuoveedizionideimanualiIsfoldedicati al tirocinio in Italia e in Europa: due guide per i giovani che vogliono affrontare questo tipodi esperienza, spesso decisiva per il loro futuro professionale,inquantoprimopassonel mondodellavoro.«Inesperienza, mancanza di informazioni, incertezzafrenano talvoltai ragazzi nello sfruttare a pieno le potenzialità dello stage, su cui l’Isfol torna a fornire ogni delucidazione,offrendoancheconsigliesuggerimentiutili»,sottolinea in una nota. I manuali, disponibili gratuitamente su www.isfol.it., completamente aggiornatinei contenuti,sonoentrambistrutturatiindue parti.La primapiù teorica, che illustra lo strumento e ne spiega la natura. La seconda del tutto pratica, con schede contenenti le informazioni necessarie per progettare il proprio stage/tirocinio. Nel dettaglio, i l «Manuale del tirocinante» è una guida pratica al tirocinio extracurriculare (seconda edizione).«Il tirocinio - ricorda l'Isfol-consisteinunperiododi orientamento e di formazione on the job, che non si configura come un rapporto di lavoro. A differenzadeitirocinicurriculari,svoltidastudenticomeparte integrante di un percorso di istruzioneoformazione,itirocini extracurriculari sono destinatia inoccupati,disoccupati e a giovani che hanno concluso glistudi,peragevolareilpassaggio dalla scuola al lavoro». La guida, arricchita da testimonianze dirette di ex tirocinanti e di aziende che da anni utilizzano questo strumento, è corredata da dettagliate schedecheillustranolenormepreviste in ogni singola Regione. In particolare, le schede fornisconoindicazionisu:tipologie,destinatariedurata;soggettiospitanti; soggetti promotori; convenzione e progetto formativo; diritti e doveri; indennità (dal 2013èprevistaun’indennitàregolata dalle Regioni, che va dai 300ai600euro);attestazione;riferimenti legislativi. Inoltre, nelmanualevengonodaticonsiglisucomevalorizzarelapropria esperienza al fine di trovare un impiego. Il secondo è il «Manuale dello stage in Europa» (quarta edizione), un vademecum per trarre il meglio da questa opportunità. «Oggi più che mai uno stage in Europa - sottolinea l'Isfol - rappresenta un investimento per il futuro. Non si tratta soltanto di una straordinaria occasione di crescita personale e professionale, ma anche e soprattutto del miglior biglietto da visita perentrarenelmondodellavoro». La guida è corredata da 33 schede Paese (28 Paesi dell’Unione europea, 3 dello Spazio economico europeo, oltre alla Serbia e alla Turchia). In ognuna di esse, vengono fornite dettagliate indicazioni su come muoversi per cercare uno stage,contattareleaziende,preparareladocumentazione,trovareunalloggio,conoscereilPaese. Nel 2014 nel nostro Paese sono stati perse 108,7 milioni di giornate per malattia, di cui 77,2milioninelsettoreprivato (più del 70% del totale) e 31,5 milioninelpubblico.Adassentarsi per ragioni di salute - con almenouneventodurantel'anno - sono stati 5,817 milioni di lavoratori,conunamaggioranza in questo caso di dipendenti privati (4,06 milioni) rispetto a quelli pubblici (1,76 mln). Sono alcuni degli elementi che emergono dall'osservatorio Inpssullacertificazionedimalattia, una banca dati che rivela come su un totale di 13,4 milioni di assenze nel corso del 2014 la durata delle malattie dei privati (9 giorni) sia in media più lunga rispetto a quella dei lavoratori del settore pubblico (6,5 giorni). Il periodo più critico si rivela, ovviamente, il primotrimestre:neimesiinvernali del 2014 infatti sono stati inviati in totale 5,93 milioni di certificati di malattia (fra pubblicoeprivato)controi3,02milioni del terzo trimestre.Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio Technical Hunters,moltibenefitestipendi fino ai 100 mila euro Intesa su rinnovo contratto cemento Accordo tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco Roma - Rinnovato il contratto nazionalecementocalceegesso, con 10mila lavoratrici e lavoratoriinteressati.Primocontratto nel settore delle costruzioni,l’accordoèstatoraggiunto tra Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco, con un mese di anticipo sulla scadenza contrattuale del 31 dicembre 2015. E' quanto si legge in una nota di Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Federmaco. Ladelegazione trattantee isegretari nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Fabrizio Pascucci, Riccardo Gentile e Marinella Meschieri, si dicono soddisfatti per essere riusciti aportareacasa"unbuonrisultato che rafforza il sistema dei diritti d’informazione, la gestione degli appalti, il demansionamento e il welfare integrativo, nonché il potere di acquistodeilavoratoriconunaumento salariale pari a 90 euro al livello medio". in collaborazione con Adnkronos Lavoro Manager italiani pronti all’espatrio. Molti benefit e stipendi fino a € 100mila 25 novembre 2015 Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34 anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio 25 novembre 2015 Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34 anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio 25 novembre 2015 Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34 anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio 25 novembre 2015 Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34 anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio 25 novembre 2015 Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34 anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. Sempre più 'expat', manager italiani pronti all'espatrio 25 novembre 2015 Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34 anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. Manager italiani pronti all'espatrio 24 novembre 2015 “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un'età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all'estero appartengano a due fasce d'età: sotto i 34 anni, per l'avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un "salto" di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione "tecnica" secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all'inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l'anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell'azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. Manager italiani richiesti all'estero 24 novembre 2015 “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34 anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. Manager italiani pronti all’espatrio 24 novembre 2015 Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34 anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi. Manager italiani pronti all’espatrio 24 novembre 2015 Molti benefit e stipendi fino ai 100 mila euro “Rileviamo un numero sempre maggiore di aziende che richiedono personale da trasferire all’estero, ma anche di candidati disponibili a questo tipo di esperienza e si prevede un’ulteriore crescita indicativamente del 10% per l’anno in corso. Fra le mete predominanti: Regno Unito, Germania, Cina, Giappone, USA”. Paola Marchesi, Manager Sales di Technical Hunters, fa il punto sugli expat, termine anglosassone che indica i lavoratori che l’azienda trasferisce in un Paese straniero. “La maggior parte degli expat ricevono retribuzioni superiori ai 100 mila euro lordi annui, variabili chiaramente per seniority e ruolo”, spiega Marchesi, “in genere le candidature prevedono un’età media tra i 30 e i 49 anni, ma in particolare, i dati rilevati sottolineano come i candidati trasferiti all’estero appartengano a due fasce d’età: sotto i 34 anni, per l’avvio di un percorso professionale volto a una crescita internazionale con retribuzioni maggiori rispetto ai coetanei in Italia ma al di sotto in media dei 100 mila euro, oppure tra i 35 e i 49 anni, per un “salto” di carriera da un percorso più statico, con retribuzioni in ascesa, quindi superiori ai 100 mila euro annui lordi”. Le caratteristiche richieste sono formazione “tecnica” secondo mansione e settore di mercato, esperienza pregressa e conoscenza del settore di riferimento con cui aver già intrattenuto rapporti professionali costanti, perfetta conoscenza linguistica (eventualmente anche della lingua locale, oltre all’inglese) e soprattutto disponibilità a una permanenza fuori Italia anche a lungo termine, secondo progetto pattuito. Di contro, le aziende si preparano al supporto dei dipendenti fornendo loro tutti i benefit necessari per uno stile di vista adeguato, valutando la mansione che il candidato andrà a ricoprire, ma anche il contesto socio-politico-culturale in cui si troverà: alloggio confortevole, disponibilità a garantire periodici viaggi in Italia, auto aziendale in loco, carte di credito aziendali, condizioni favorevoli per la famiglia eventualmente trasferita, assicurazioni, oltre chiaramente alla retribuzione, che, di norma, rileva incrementi rilevanti non dovuti solo al costo della vita nel Paese di destinazione ma anche al riconoscimento di un incentivo maggiore per la scelta perseguita. In Europa le mete predominanti lo scorso anno sono state Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia, trend confermato anche per l’anno in corso, mentre sul fronte internazionale, le mete principali sono state negli ultimi tre anni Cina, Giappone, Canada, Stati Uniti, Emirati, Sud America e Russia. “La scelta della località deriva chiaramente dal settore e scelta strategica dell’azienda di origine, previe analisi di mercato che vedono le destinazioni prefissate come zone in crescita dal punto di vista commerciale o strategiche per la produzione” prosegue la manager di Technical Hunters. “Dal 2012 ad oggi la nostra società ha seguito alcuni progetti di carattere internazionale sia per PMI italiane che aziende multinazionali, sia italiane che internazionali. Dal nostro punto di vista, abbiamo collaborato con aziende di svariati settori, tra cui oil&gas, construction, automotive, impiantistica industriale, food&beverage, fashion&luxury, retail, medicale, componentistica industriale”, conclude Marchesi.