ingegneria dell`informazione - Ordine degli Ingegneri Milano

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ingegneria dell`informazione - Ordine degli Ingegneri Milano
RIVISTA*
GRESSO
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C
°
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5
IL
dell’Ordine degli Ingegneri
INGEGNERIA
DELL’INFORMAZIONE
.
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IL RUO SOCIETA’ CIVILE.
NELLA
Tutti gli scenari possibili.
Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano - novembre 2010 - n. 50
- Poste Italiane Spa - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - CNS Udine.
P
RIVISTA*
SOMMARIO
dell’Ordine degli Ingegneri
RIVISTA DELL’ORDINE
DEGLI INGEGNERI
DELLA PROVINCIA DI MILANO
Una tutela più moderna
per la professione
di ingegnere
Stefano Calzolari
4
Lettere & richieste
Professione Italia
Luca Montani
ANNO XIII
N. 50 - NOVEMBRE 2010
Direttore Responsabile
Stefano Calzolari
Direttore Editoriale
Giuseppe Susani
Comitato di Redazione
Chiara Battistoni, Lorna Maria
Beretta, Giuseppe Demarte, Aldo
Franchi, Enrico Pio Mariani, Anna
Minotti, Riccardo Pellegatta, Daniele
Russo, Maria Grazia Sonzogno
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Corso Venezia, 16 - 20121 Milano
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Stampa
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Spedizione in A. P.
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1 - CNS Udine.
Iscrizione al Registro della Stampa
del Tribunale di Milano n. 517
del 15/9/1997
Tiratura: 13.150 copie
Chiuso il 3 dicembre 2010
Gli articoli e le note firmate esprimono l’opinione
dell’autore e non impegnano l’Ordine né la
Redazione della Rivisita. La redazione non è in
alcun modo impegnata a pubblicare gli articoli
ricevuti. I diritti per articoli ricevuti e pubblicati, per
implicito assenso dell’autore, si intendono ceduti
all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano.
Il cambiamento non
si ferma
La mozione finale del
Congresso
Il CNII: come lavora
l’ingegnere
Enrico Pio Mariani
Quale futuro ci
attende?
Enrico Pio Mariani
Progettare...
con rischio.
Giorgio Parrella e
Gianluca Sironi
ICT a basso impatto
ambientale.
Claudio Invernizzi
Impronta digitale.
Siamo pronti?
Massimo Bertolotti
Evoluzioni future.
Massimo Bertolotti
Il Tablet. Gadget o
strumento di lavoro?
Marco Mussini
Una giustizia
telematica. Rapida,
efficace, sicura.
Maria Gabriella Parlante
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17
18
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28
Laboratorio Milano.
Prosegue il cablaggio
della rete NGAN FTTH.
Enrico Pietralunga
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Firma digitale e posta
elettronica certificata:
tanti dubbi.
Andrea G. Sommaruga
Il bilancio in Ordine.
Tomaso Lamperti
32
34
Le Commissioni
dell’Ordine
I servizi dell’Ordine
Delegati INARCASSA
Coaching di Guida.
Un piano di sviluppo
per la Fondazione
Lorna Beretta
36
38
39
40
VISTI PER VOI
Più ingegneria, più
qualità della vita
42
Professioni
a Milano?
43
Expo edilizia
Meeting chairs
in Moma collection
Un premio all’idea
migliore
Futuro fotonico
Gli ingegneri
per l’Expo
Milano Green Race
Greenergy Expo
42
43
44
45
45
46
47
Smau. Primo bilancio del
salone internazionale
48
Milano e la moda
49
INEDITI PER VOI
Giancarlo
Spagnolini
50
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Una tutela più moderna per
la professione di ingegnere
Gli ingegneri dell’Informazione sentono molto l’esigenza di una propria adeguata
identità professionale. In questo numero raccontiamo il ruolo e l’evoluzione in
questo strategico settore.
F
Stefano Calzolari
orse non tutti sanno che
l’Ordine degli Ingegneri è
l’unica Istituzione che vanta
il diritto di rappresentare l’intera
ingegneria in Italia. Si tratta di una
rappresentanza “culturale” e non
sindacale, perché svolge (tra l’altro)
l’importantissima funzione di
tutelare la professione di ingegnere
nel nostro Paese.
Ma che cosa si deve intendere oggi
per ‘tutela’? Non solo una difesa
dagli abusi e neppure una politica di
retroguardia, concentrata sulla
conservazione di diritti acquisiti;
piuttosto un gioco d’attacco, volto a
valorizzare a tutto campo la
professione di ingegnere, incardinata
nella sua attualità e utile alla
collettività soltanto se non viene
svuotata di contenuti e risorse
essenziali, cosa che invece avviene
sempre più spesso nel nostro Paese.
La tutela dovrebbe essere moderna,
aperta, realistica. Dovrebbe
considerare il continuo mutare della
società in cui viviamo e i suoi spunti
di innovazione, dovrebbe saper
traguardare le attese degli ingegneri
più giovani, senza tuttavia perdere di
vista la solidità della nostra
tradizione complessiva.
In questa prospettiva di azione
rinnovata, l’Ordine deve continuare
ad essere quello di tutti, senza
4
4
cedere alla tentazione di ridursi a
una rappresentanza parziale, per
esempio quella dei liberi
professionisti o degli ingegneri civili,
come talvolta si sente invocare da
parte di coloro che preferirebbero
accorpamenti omogenei. Soluzione quest’ultima - che, a mio avviso,
mostrerebbe il suo punto debole
proprio nella sua natura corporativa.
materie di cui si occupano questi
colleghi e come si svolge la loro
professione, in un contesto
operativo non privo di chiaro-scuri,
dove si noteranno condizioni di
eccellenza accanto a veri e propri
problemi di identità professionale.
A cosa mi riferisco? In particolare a
tutte quelle situazioni di mercato
dove gli ingegneri dell’Informazione
vengono equiparati acriticamente
L’Ordine, al contrario, deve agli altri Tecnici del settore, senza
continuare a presentarsi
che neppure la laurea costituisca un
come ‘istituzione globale’
peso distintivo, con inevitabili rischi
per la categoria, capace di
per la qualità delle prestazioni.
accogliere al suo interno la
Il nostro Ordine di Milano è stato
dialettica delle sue varie
sempre favorevole alla logica
componenti e in grado,
competitiva del mercato del lavoro,
proprio in virtù di questa
che premia chi se lo merita –
ricchezza, di sintetizzare il
laureato o meno – ma si oppone
ruolo dell’intera ingegneria alla mistificazione di un certo tipo di
nella società.
comunicazione (e perfino di un
certo tipo di legislazione), che
Questa rappresentatività globale è
genera appiattimento culturale e
ancora più naturale in una città
riduce il valore professionale ai suoi
come Milano, capitale italiana
indici più bassi. In questo modo,
dell’economia, dove industria,
infatti, si genera unicamente l’effetto
terziario e cultura dell’innovazione
opposto: una competizione viziata
tecnologica vedono impegnata la
da pressapochismo e quindi, alla
maggior parte degli ingegneri iscritti fine, una non-competizione.
all’Ordine, senza soluzione di
Gli ingegneri dell’informazione
continuità.
sentono molto l’esigenza di una
Ecco, dunque, l’idea di presentare in propria adeguata identità
questo numero della Rivista uno dei professionale, ma il problema investe
settori più vitali e innovativi
ormai molti altri ambiti, dove un
dell’ingegneria, quello
tempo la laurea in ingegneria
dell’Informazione. Scopriremo le
costituiva elemento distintivo. Solo a
4
E’ mai possibile che un corso di un
centinaio di ore, per quanto ben
fatto, possa dare la patente di
‘certificatore’ a figure professionali
così diverse tra di loro, annullando
di fatto le prerogative distintive della
laurea di origine? Sono convinto del
contrario. La laurea in ingegneria
deve differenziare dalle altre nel
determinare le competenze in
ambiti tecnici così complessi.
Occorre che gli Ordini affrontino
con altra mentalità la battaglia per la
tutela della professione, rivalutando
il proprio ruolo di garanzia per la
sicurezza della collettività e
comunicando al mercato del lavoro
contenuti di vera utilità, riscontrabili
e misurabili da terzi.
Tutelare, al giorno d’oggi,
significa soprattutto
qualificare, e qualificare
significa mettere in chiaro
le competenze e le risorse
indispensabili per ben
operare.
L’Ordine di Milano sta
lavorando in questa
direzione, con il profondo
convincimento che solo una
buona ingegneria, non
vessata da sottovalutazioni
e pregiudizi culturali, possa
risultare veramente utile
alla società. ●
“
Non solo una difesa dagli
abusi e neppure una politica
di retroguardia, concentrata
sulla conservazione di diritti
acquisiti, ma piuttosto
un gioco d’attacco, volto
a valorizzare a tutto campo
la professione di ingegnere,
incardinata nella sua
attualità, e utile alla
collettività soltanto se non
viene svuotata di contenuti
e risorse essenziali, cosa che
invece avviene sempre più
spesso nel nostro Paese.
Occorre che gli Ordini affrontino con altra
mentalità la battaglia per la tutela della
professione, rivalutando il proprio ruolo di
garanzia per la sicurezza della collettività e
comunicando al mercato del lavoro
contenuti di vera utilità, riscontrabili e
misurabili da terzi.
“
titolo d’esempio cito il caso dei
‘certificatori energetici’, ultimi nati di
una serie di professionisti che
provengono da corsi di studi
eterogenei (ingegneri, architetti,
laureati in scienze ambientali,
geometri, periti, etc.) e che vengono
abilitati alla funzione tramite una
formazione specialistica ad hoc.
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Lettere&richieste
Un ricordo
di Ambrogio
Baseggio,
prematuramente
scomparso
in un incidente.
Mi sono iscritto
all’Ordine
ma non per
opportunismo.
D
opo un’intensa vita di lavoro, passata, in
parte, fuori Milano ed all’estero ho
deciso di continuare ad essere attivo e,
tra le altre cose, mi sono iscritto all’ALDAI per
partecipare attivamente ad alcuni dei numerosi
Gruppi di Lavoro e Commissioni.
Grazie a varie centinaia di amici ed ex colleghi
sono anche stato eletto nel Consiglio Direttivo
con l’obiettivo di aiutare ad incrementare la parte
Associazione che ha una connotazione diversa
dalla parte Sindacato di ALDAI.
Pur venendo dal Politecnico, la mia attività
lavorativa, salvo i primissimi anni, è sempre stata
nell’ambito commerciale e quindi manageriale e,
di conseguenza, poco “tecnica”. Di ciò che avevo
appreso nei lunghi anni del Politecnico mi è
servita soprattutto la capacità di analisi e di
soluzione dei problemi che mi era stata inculcata
in modo magistrale dai docenti dell’ateneo. Non
ho sentito la necessità di iscrivermi all’Ordine
degli Ingegneri sino a quando, uscito dal mondo
del lavoro, mi sono accorto di aver bisogno di un
contatto meno occasionale con persone con un
percorso formativo analogo al mio ma con
esperienze diverse. Mi sono quindi iscritto e
sono stato accolto in una delle numerose (23)
6
U
n lancio acrobatico con il paracadute ha interrotto bruscamente domenica
15 agosto, nel caldo della Sardegna, la vita di Ambrogio, amico in primis,
collega e membro della Commissione Giovani.
Negli ultimi anni Ambrogio si era dedicato agli sport definiti estremi, free climbing e
paracadutismo appunto, applicandosi con la sua consueta tenacia e passione. Era
infatti una persona che quando iniziava qualcosa la faceva con il puntiglio e la
precisione tipica dell'ingegnere. E con la serietà dell'ingegnere. Si è laureato
brillantemente infatti in ingegneria civile molto giovane, nel 1999 con una breve ma
molto apprezzata esperienza lavorativa in Accenture per poi ritornare alla sua vera
passione, l’ingegneria. Contemporaneamente inizia la sua attività all'interno della
commissione giovani di cui era membro da quasi dieci anni.
La sua passione professionale non aveva legami familiari, discendente da una antica e
nobile famiglia veneta con antenati scrittori, alti militari ed avvocati ha deciso di
intraprendere la strada dell'ingegneria forse anche grazie alla frequentazione di casa
nostra, dove l'ingegneria era di casa, come Ambrogio del resto. Conosco Ambrogio
da quando aveva quattordici anni, essendo compagno di classe di mio cugino Pietro,
e con lui abbiamo condiviso i primi esami, le prime difficoltà e i primi successi, anche
i primi ed inevitabili ostacoli accademici, condividendo anche passioni a volte
eterogenee come la pipa e lo sci, le festa e la cucina, il vino e le costruzioni. Sempre
con il sorriso sulle labbra, sia che parlassimo di legami molecolari o di matrici sia della
quantità di tannino contenuta in un vino rosso. Tecnicamente preciso, sia
sportivamente che professionalmente era e sarà un esempio di rettitudine e di
moralità, argomenti che venivano trattati sempre nelle riunioni a cui partecipava e che
sempre hanno caratterizzato la sua vita, sia prima da studente sia negli anni come
tecnico e come sportivo. Lo ricordo sempre allegro ed ironico anche quando era
serio, con quello sguardo intelligente che nascondeva sotto i riccioli disordinati e la
barba, acuto nelle osservazioni e negli interventi sia in gioventù sia durante le riunioni
di commissione, esempio di come la serietà ed il rigore possano e debbano convivere
con l'allegria e l'ironia.
Franco Luraschi
Commissioni. Nonostante il divario tecnicoculturale tra me ed i colleghi, più giovani e più
freschi di studi, continuo ad imparare e ad
arricchire le mie esperienze.
Ad esempio, aver potuto partecipare alla
Commissione per gli Esami di Stato del
Politecnico, mi ha permesso di incontrare decine
di giovani laureati, sentire le loro aspirazioni,
capire come ciascuno di loro percepiva il mondo
del lavoro e mi ha dato l’opportunità di travasare
alcune delle mie esperienze a chi di esperienze ne
aveva ancora poche. Uno dei progetti che
l’Ordine di Milano sta cercando di realizzare sotto
l’impulso e la guida del nuovo Direttivo scelto
nelle ultime elezioni è il Qing, cioè una sorta di
certificazione delle competenze degli iscritti che,
oltre a dare un attestato all’ingegnere che lo
richiede, permette al mondo esterno di
individuare la o le persone con determinate
conoscenze ed esperienze che soddisfano
specifiche esigenze.
A seguito del Decreto Legislativo del 4/3/2010
n.28 che prevede l’obbligatorietà di esperire,
prima dell’eventuale Causa Civile, un tentativo di
mediazione atto a raggiungere un accordo di
conciliazione in una serie di controversie, in
alcune delle quali un ingegnere potrebbe avere
molta voce in capitolo, l’Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Milano sta valutando la
possibilità di avere un organismo di conciliazione
autonomo o comunque dei conciliatori esclusivi.
Se si decidesse di percorrere questa strada, le
opportunità per molti ingegneri che volessero
avere le competenze per percorrerla, attraverso
un adeguato percorso formativo, sarebbero
notevoli se, come prevede la Camera di
Commercio di Milano, i volumi, già oggi
ragguardevoli, si incrementeranno in modo molto
significativo a seguito dell’entrata in vigore del
suddetto D.L..
Queste considerazioni, che ho espresso in modo
molto sintetico, sono alla base della soddisfazione
della mia decisione presa con l’iscrizione
all’Ordine.
Non è stata estranea alla mia decisione la
constatazione della prestigiosa sede: Palazzo
Serbelloni in Corso Venezia 16, sede anche del
noto Circolo della Stampa. Un po’ di vanità non
guasta.
Luciano De Stefani
H
o già scritto diverso volte sul forum ed a Voi per quanto attiene il
problema della professione. Noto, con crescente disappunto, il costante
proliferare di articoli in merito alla "certificazione" delle competenze, alla
qualificazione del professionista, alla necessità di formazione continua. Tutte ottime
intenzioni, verso una categoria che naturalmente tende alla costante formazione ed
informazione, in quanto insita nel nome stesso della professione: ingegneria. Il
problema ed il disagio per questo continuo messaggio deriva dal fatto che la
formazione ha dei costi, non solo materiali, ma anche di tempo che il singolo
professionista deve dedicare. Ed oggi tempo e soldi sono due concetti mancanti negli
studi professionali. Infatti da ben quattro anni si continua a vedere una crescente
diminuzione dei bandi in numero ed in onorari. Diminuzione che risulta sconcertante
per ben due ragioni:
- la riforma Bersani era evidentemente una condanna per la nostra professione; io
stesso ebbi modo di scrivere nel 2006 un facile articolo premonitore sull'argomento,
evidenziando come tale scelta avrebbe punito i giovani professionisti ed i piccoli studi;
- quando si tratta di chiedere finanziamenti a Provincia o Regione gli Enti si
precipitano con un sacco di progetti, per redigere i quali non vengono utilizzati i bandi.
Se il raffronto fra queste brutte consuetudini viene esteso con i Paesi dell'Unione
Europea, lo sconcerto diventa rabbia. All'estero ogni settimana sono decine i bandi
emessi, di ogni genere e tipo: assegnazione di incarichi, concorsi di idee, concorsi di
progettazione. E ribadisco: non è questione di fondi, visto che poi gli Enti locali
partecipano a richieste di finanziamento con progetti già realizzati.
Ora mi chiedo quali siano le azioni che sono in essere da parte degli Ordini, che
dovrebbero essere attori principali nel segnalare le anomalie (sempre frequenti) sia
nella redazione di bandi, sia nella pubblicazione degli stessi. Anche le ultime linee guida
AVCP in materia di incarichi di progettazione paiono essere dimenticate dagli Enti
Locali, a scapito sempre della nostra categoria. Sarei quindi felice se sui prossimi
numeri, oltre ai giusti richiami alla qualità professionale, potrete accogliere anche
contributi nelle direzioni prima evidenziate.
Marco Cagelli
L
’Ordine pubblica una rivista inviata a tutti
gli iscritti e segnala inoltre sul suo sito i
bandi di gara e concorsi indetti da
pubbliche amministrazioni di interesse per la
categoria.
Per la formazione permanente e il continuo
aggiornamento, la Fondazione dell’Ordine degli
Ingegneri della Provincia di Milano organizza corsi,
incontri, seminari e convegni su argomenti che si
possono trovare nel sito:
www.ordineingegneri.milano.it e che, a titolo
indicativo, riguardano:
• nuove tecnologie nell’ambito dell’edilizia (tra le
quali indagini non distruttive, fissaggio strutturale,
soluzioni leggere nelle ristrutturazioni, corrosione
dell’acciaio nelle strutture in cemento armato
ecc.);
•
urbanistica tecnica e tutela paesisticoambientale;
• management e lettura dei bilanci aziendali;
• utilizzo di internet e telelavoro;
• nuove tecnologie (cablaggio di Milano, celle a
combustibile, leghe a memoria di forma, sistemi
satellitari);
• prevenzione incendi (tra i quali il corso di
Formazione e
aggiornamento.
Quanto costano
e quanto tempo
portano via al
lavoro quotidiano
del professionista?
Prevenzione Incendi di cui all’Art. 5 del D.M. 253-1985 della durata di 100 ore, modulistica
nazionale, registro antincendio);
• sicurezza in edilizia (tra i quali il corso di
formazione per coordinatori della sicurezza nelle
costruzioni in fase di progettazione e di
esecuzione);
• lavori pubblici (tra i quali L. 163/06 e
regolamento di attuazione, il responsabile del
procedimento ecc.);
• catasto e strumenti informatici relativi,
sportello unico delle imprese, denuncia di inizio
attività;
• manutenzione di impianti ed immobili;
• project financing;
• sicurezza ed igiene del lavoro;
• previdenza, assicurazioni professionali;
• certificazione energetica degli edifici;
• tariffe.
Dal 2001 l’Ordine di Milano ha formalizzato e
promosso la procedura Qing, finalizzata ad
accer tare e certificare le competenze
professionali post-accademiche acquisite sul
campo dagli iscritti. Dopo un periodo di
sospensione dal 2004 al 2009, nel 2010 il nuovo
Consiglio dell’Ordine ha riattivato la procedura,
L’Ordine forma e
trasforma la
professione.
A partire dalla
formazione.
che diventerà di nuovo operativa nelle prossime
settimane. Il Qing consentirà all’Ordine di
“conoscere” i propri iscritti e di costituire,
aggiornare e diffondere elenchi di ingegneri
qualificati sulla base di un percorso codificato.
Stefano Farné
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Professione
Italia.
8
Per progettare il Sistema Italia
è decisivo l’apporto
delle professioni
e.... il ruolo dell’ingegnere.
D
Saluto del Presidente
del CNI,
Giovanni Rolando.
riaffermare l’importanza dell’insostituibile
ruolo sociale degli ingegneri, la cui
al 7 al 10 settembre Torino, patria
presenza è indispensabile per la vita
dell’Ingegneria e sede di uno dei
intera del Paese. In tal senso sarà
più prestigiosi Politecnici d’Europa,
Da sempre noi ingegneri siamo stati fondamentale dimostrare come,
ha ospitato presso il Teatro Carignano il 55°
nell’ambito di un rapporto nuovo, chiaro
il vero motore dello sviluppo del
Congresso degli Ordini degli Ingegneri
e di reciproco rispetto fra cittadini, enti
Paese ed oggi, in piena crisi
d’Italia.
pubblici e professionisti, si renda
mondiale, dobbiamo riappropriarci del
Il tema congressuale “Costruire il futuro del
necessaria la riconferma di alcuni principi
ruolo di centralità che ci appartiene.
Sistema Italia, ruolo dell’Ingegneria e riforma Dobbiamo scrollarci di dosso quel timore basilari ed irrinunciabili per consentire il
delle professioni” è stato scelto dal CNI per reverenziale che a volte abbiamo per chi
corretto svolgimento delle prestazioni di
rilanciare la professione e per immaginare un ci governa ed uscire allo scoperto,
ingegneria e garantire la sicurezza, la
nuovo scenario competitivo e di
esprimendo senza timori i nostri punti di qualità della vita, la conservazione
partecipazione.
dell’ambiente, la tutela del territorio, la
vista sui grandi temi, dall’energia
Torino è stata la cornice efficiente e
correttezza della spesa pubblica, il
all’ambiente, dalla sicurezza allo sviluppo
spettacolare di un congresso forse unico.
rispetto dell’etica e del lavoro in tutte le
sostenibile. La nostra forma mentis ci
Grande la voglia di partecipazione che si è
sue forme”.
porta ad essere concreti analisti dei
respirata sin dalle prime ore e molto fitta
problemi, propositori di soluzioni
l’agenda degli impegni congressuali. Al primo all’insegna del pragmatismo e categoria
E tra questi principi di base
posto la relazione del Presidente del CNI,
dovranno certamente essere
che più delle altre può essere il vero
Giovanni Rolando che ha tratteggiato lo
interprete del futuro del Sistema Italia. La annoverate:
scenario competitivo nazionale: 500 mila
nostra professione ha però bisogno di
ingegneri in tutta Italia in cerca di
•la netta distinzione fra attività di impresa
strumenti snelli, di una rivisitazione delle
qualificazione continuativa per fronteggiare il nostre regole che saranno riscritte in
e attività intellettuali - quale quella di
mercato sempre più volubile; il problema
ingegnere - di alto valore etico/sociale
modo da garantire con più rigore la
irrisolto dei minimi tariffari per le prestazioni qualità professionale, nell’interesse del
che comportanto l’assunzione di rilevanti
lavorative; il cosiddetto ‘sdoppiamento
responsabilità,
cittadino e nella tutela della dignità del
dell’Albo, con gli ingegneri junior; i
professionista. Questo Congresso
meccanismi affatto premiali delle gare
•la definizione inequivocabile di quale
tratterà questi temi e tutta la base degli
pubbliche.
debba essere il giusto compenso per chi
Ingegneri Italiani avrà la possibilità di
“Il nostro mestiere sta perdendo prestigio”
fornisce prestazioni a carattere
confrontarsi con chi la rappresenta a
ha sentenziato Remo Giulio Vaudano,
intellettuale, così come avviene per ogni
livello centrale e con chi sta riscrivendo
Presidente dell’Ordine degli ingegneri della
altra forma di prestazione lavorativa e
le regole.
provincia di Torino. “Ormai quando si parla di Sono certo che da un confronto umano
come esplicitamente sancito dal codice
grandi professionisti – ha proseguito nel suo fra il mondo degli ingegneri ed il mondo
civile. ●
iniziale intervento – ci si riferisce a medici,
della Politica il Sistema Italia saprà trarre
avvocati e soprattutto architetti”. Il fil rouge
gli spunti e la forza necessaria per
del Congresso è stato proprio questo: come superare la crisi in atto.
è possibile che la professione di ingegnere
sia fondamentale ma per nulla valorizzata,
GLI INGEGNERI CI SONO E
anzi, poco conosciuta. Lontano da facili
VOGLIONO ESSERE PROTAGONISTI
piagnistei però, il Congresso è stato
ED A TORINO DOBBIAMO RIBADIRE
un’occasione preziosa per focalizzare le
LA CENTRALITÀ DELLA NOSTRA
urgenze da sottoporre all’arena politica, forti PROFESSIONE NELLO SVILUPPO
della convinzione di rappresentare per il
ECONOMICO DEL NOSTRO PAESE.
sistema Paese una risorsa fondamentale e
prestigiosa.
Scopo principale del nostro Congresso
Gli ingegneri restano una forza
Nazionale è quello di inviare alle
trainante, soprattutto nell’attuale istituzioni, alle forze politiche e alla
momento di crisi in cui c’è bisogno società civile un forte messaggio che,
di sviluppo tecnologico e
come risultato finale del dibattito politico
scientifico. Record assoluto di
della categoria, rappresenti il contributo
presenze (1053), il 55° congresso
della componente professionale del
accetta la sfida del terzo
mondo degli ingegneri alle problematiche
millennio.
attuali della Nazione.
Pubblichiamo. in queste pagine, alcuni stralci
dei principali interventi e la mozione
Il tema congressuale scelto dal C.N.I. è
congressuale finale votata all’unanimità. ●
molto stimolante e consentirà di
Luca Montani
“
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Il cambiamento
non si ferma.
Da tutti gli interventi al Congresso nazionale emerge a gran voce la forza della
sfida delle competenze. Le uniche risorse per sviluppare il Sistema Italia.
A
questo Congresso ha
partecipato un parterre ben
nutrito e motivato. Numerosi
i nomi altisonanti del mondo
dell’industria, della pubblica
amministrazione, dei servizi. Da Turatto,
Direttore Generale della Funzione
Pubblica, fino a Moretti, Amministratore
Delegato di RFI, passando da Pagnoncelli,
direttore generale dell’Abacus.
La riforma delle professioni di cui si parla
da tantissimo tempo - troppo tempo - ha
avuto in quest’occasione referenti
importanti, con i quali sono stati affrontati
cruciali nodi della professione, della
qualificazione, dell’aggiornamento e, in
generale, di come la nostra professione
possa riuscire ad essere un punto di
riferimento per il Sistema Paese.
10
L’impianto concettuale è stato “avere il
coraggio dell’ascolto”, come ha più volte
ricordato il Presidente dell’Assemblea.
E così è stato. In effetti, questo
Congresso, gestito molto bene, con un
supporto mediatico notevole e con un
calendario molto fitto di preziosi
appuntamenti, si è distinto proprio per la
forza di questo ‘mandato’.
“Occorre porsi nell’atteggiamento
dell’ascolto, per poi misurarsi con le
nostre proposte”. La platea ha ascoltato
molto bene così come, molto bene, ha
fatto udire la propria voce in più
interventi, praticamente su tutto.
Fare sintesi di quello che si è detto è
una operazione assai ardua, ma il tema
più pressante è stato indubbiamente
l’annosa riforma. Anche se per alcuni
tale riforma dovrebbe anche parlare di
cose concrete e non soltanto di
ordinamento. Temi come la fiscalità, gli
studi di settore, le tariffe professionali.
Il cuore della riflessione è la necessità di
“riportare al centro del mondo politico
l’attenzione sulla professione, diventando
interlocutori credibili ed efficaci e non
solo nell’emergenza”, ha ricordato
Giovanni Rolando. Nel post-emergenza
spesso, infatti, “la comunità di decisori si
dimentica di noi”. Si è posto l’accento
sulla necessità di chiedere agevolazioni
fiscali, piani teriffari chiari, modalità di
inserimento dei giovani nel mondo del
lavoro perché avviare uno studio
professionale oggi è assai arduo, eppoi
chiarezza e rispetto delle competenze
senza fare confusione di ruoli. Chi
balbetta competenze non può essere
confuso con la categoria degli ingegneri.
“Anche questa riforma universitaria ha
comportato l’attuale stato di difficoltà - ha
incalzato Rolando - e quindi è importante il
ritorno al ciclo unico quinquennale”. Ma
accanto al tema dell’università, inevitabile il
riferimento all’accreditamento dei corsi di
studi sui quali “dobbiamo dire una parola
inequivocabile perché non tutte le
università sono uguali e non tutti i corsi
sono utili”.
Il sistema ordinistico è un prodotto
discontino e serve una revisione totale
dell’Esame di Stato. Da tempo si dibatte
all’interno del CNI e l’aria che si è respirata
durante le giornate torinesi è la voglia di
entrare nello specifico e di chiedere a gran
voce una riforma complessiva universitaria.
Altre cose importanti: semplificare le
procedure inutili, che non vuol dire fare
una deregulation perché “noi siamo i
garanti della sicurezza e quindi della
pubblica incolumità”. Ancora. Chiedere e
ottenere il riconoscimento del lavoro
professionale dei dipendenti ingegneri e
ribadire la centralità del progetto nel
sistema dei lavori pubblici. L’unica garanzia
per avere un’opera pubblica realizzata
secondo l’interesse pubblico è la centralità
del progetto. L’appalto integrato deve
essere minimizzato perché è foriero di
brutti risultati o per lo meno può
nascondere artifici strani.
Al mondo politico, gli ingegneri, cosa
possono offrire? “Possiamo dare obiettività,
passione, serietà e competenza,
dimostrando aggiornamento e
avanguardia”. Il Congresso ha chiuso la
sessione ribadendo con forza che il ruolo
dell’ingegneria, in questo scenario
controverso, è forte ma occorrono
strumenti innovativi, concorrenziali di
salvaguardia e di sviluppo. “Noi ci siamo”,
chiude Rolando con un accento forte quasi
emozionale.
Rolando a microfono spento ha poi
concluso: “Non ricordo una platea così
ampia, segno che le richieste della gente
sono tante e le attese ancora di più.
Dobbiamo cercare di essere concreti
perché i temi in agenda sono moltissimi.
Costruire il futuro del Sisterma Italia”.
E la testimonianza che giunge dalle giornate
di Torino è di una forte passione alla quale
seguirà una progettualità nuova. ●
Roberto Cota e Sergio Chiamparino tra i saluti più applauditi.
Se c’è una professione
intimamente legata alla
modernità, questa è proprio la
vostra. Se penso a cosa Torino ha
bisogno per il futuro dico:
moderne infrastrutture che la
colleghino all’Europa. E questo va
al di là dei trasporti e della
viabilità: vuol dire costruire
opportunità e al contempo
allargare le nostre relazioni e le
nostre esperienze. Oggi serve
un vero e proprio patto fra
cultura scienza e politica: è
questo l’esempio di uno sviluppo
sostenibile e società.
“
“
“
“
La vostra è una professione
importante perché ha una
ricaduta diretta sulla vita delle
persone. Noi possiamo snellire le
procedure, migliorare il sistema
dei controlli. Possiamo dare
impulso alle opere piccole
pubbliche perché sviluppa lavoro,
imprenditorialità, vivibilità. C’è
anche da sistemare l’annosa
questione dei pagamenti. La
nostra Regione vuole essere in
prima linea per garantire i
pagamenti nei tempi ragionevoli.
Alessandro Clerici
Laureatosi in
ingegneria al Politecnico
di Milano, ha operato
nel settore dell’energia
per oltre 45 anni. Ha
ricoperto le posizioni di
Direttore del CESI e di
Vice Presidente del
Gruppo Sade-Sadelmi di
GE; dal 1988 in ABB è
stato, tra l‘altro, Amministratore Delegato di ABB
Sistemi Trasmissione Energia, Presidente di ABB
Ricerca e Vice Presidente Esecutivo di ABB spa.
Attualmente è Senior Advisor per l’A.D. di ABB
Italia e Consulente di altre organizzazioni. Ha
condotto/partecipato a progetti nel campo
energetico in più di 40 paesi e nel settore
elettrico ha contribuito allo sviluppo dei più
grandi sistemi di trasmissione in tutti i continenti.
Da molto tempo partecipa alle attività di ANIE,
di Confindustria, di Assolombarda e di numerose
Associazioni scientifiche e culturali (IEEE, IEE,
CIGRE, CIRED, WEC, ANIMP, AEIT, IEFE),
ricoprendo importanti incarichi. È stato Vice
Presidente ANIE e della Commissione Energia di
Confindustria, di cui è ora coordinatore della Task
Force “Efficienza Energetica” e membro di varie
TF e GdL. È Past President di AEIT, Presidente
Onorario del WEC (World Energy Council) Italia,
Presidente di FAST (Federazione Associazioni
Scientifiche e Tecniche) e Vice Presidente del CEI.
È autore o co-autore di oltre 250 pubblicazioni e
presiede o è membro di vari gruppi di lavoro
internazionali nel settore energia ed ambiente
(presiede tra l’altro le “Task Forces
Interconnessioni“ e “Il futuro del Nucleare in
Europa” del WEC Internazionale”).
Mauro Moretti
Laureato con lode in
Ingegneria
Elettrotecnica
all’Università di Bologna
nel 1977, nello stesso
anno vince il concorso
pubblico per i ruoli
direttivi della allora
Azienda Autonoma
Ferrovie dello Stato. Nel
dicembre 1997 è chiamato a dirigere l’Area
Strategica d’Affari Rete che guiderà anche dopo
la trasformazione in Divisione Infrastrutture
(luglio 1999). Dal febbraio 2001 entra a far
parte del Consiglio di Amministrazione delle
Ferrovie dello Stato che, nel luglio dello stesso
anno, si trasformerà in Rete Ferroviaria Italiana
della quale diviene Amministratore Delegato. È
Vice Presidente del CER (Community of
European Railway and Infrastructure Companies)
da gennaio 2007, Presidente di Italferr S.p.A. dal
15 maggio 2007, Presidente di Grandi Stazioni
S.p.A. dal febbraio 2008. È stato Consigliere di
Amministrazione in LTF (Lyon Turin Ferroviaire)
fino a settembre 2007. Tra gli altri incarichi
attualmente ricoperti si ricordano quelli di
Membro del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici e di Vice Presidente dell’Unione
Industriali di Roma. Nel 2005, l’Università di
Cassino gli ha conferito la laurea Honoris Causa
in Ingegneria Meccanica.
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Il bicchiere
mezzo pieno
della
formazione...
Obbligatoria e prevista per legge? A distanza? Realizzata dagli Ordini?
Su quali temi? Sul principio non si deroga, ma sono in molti a pensare
che il miglior approccio sia quello premiale.
C
’è unanimità nel ritenere valido il
principio della formazione. Ma se
si parla di premialità, i crediti,
l’obbligatorietà, la formazione specialistica, ci
sono tantissimi distinguo.
Oltretutto l’autonomia degli Ordini
potrebbe anche, in parte, stravolgere
l’impianto del progetto. Quindi? Quindi
sulla formazione permanente e qualificata
siamo tutti d’accordo ma a questa iniziale
dichiarazione di intenti deve seguire ancora una volta - un piano complessivo
per riuscire ad incidere sui comportamenti
ma soprattutto sull’agenda del legislatore,
superando difficoltà inerziali e anche
qualche perplessità...
Nell’assemblea dei Presidenti, durante il
Congresso, il tema è stato affrontato in
lungo e in largo approdando nella mozione
finale (pubblicata nelle pagine seguenti),
quando si afferma che:
Affermiamo
....l’istituzionalizzazione,
principalmente legata
all’esercizio di attività
coperte da riserve di legge,
della “formazione
professionale permanente,
organizzata e qualificata”.
12
Ronsivalle, Presidente dell’Ordine di Lodi.
Non si tiene conto della complessità e della varietà della nostra professione, varia per competenze,
specializzazione e per le modalità di esercizio. Quando parliamo di formazione continua
permanente dobbiamo ricordarci che oltre il 60% degli ingegneri sono dipendenti e hanno esigenze
che non sempre coincidono con i liberi professionisti.
Individuare temi per tutti è veramente un problema.
Anche l’accreditamento delle strutture formative è un problema. Non possiamo costringere a
seguire corsi di formazione che non ricoprono gli interessi specifici. Rischiare sanzioni, inoltre, per
non aver raggiunto un potenziale livello di formazione continua non mi trova d’accordo. Infatti il
tema dell’obbligatorietà è spinoso. Soprattutto la relativa sanzionabilità del mancato rispetto
dell’obbligo, specie in mancanza di precisa disposizioni di legge.
Gli effetti che temo da questa proposta è che tutto il nostro sistema si riduca ad una sorta di
‘puntificio’, ovvero il mero conseguimento di un punteggio annuale senza che vi sia sempre
corrispondenza e coerenza tra le attività di formazione seguite e l’effettiva attività professionale
svolta.
Per gli ingegneri la formazione continua rappresenta una necessità. Il problema è come riconoscere
a chi lo fa ad un certo livello questa attività.
L’alternativa, a mio avviso, è trasformare il sistema da cogente a premiale. Occorre istituire un
sistema di verifica e accreditamento della formazione conseguita volontariamente dagli iscritti
attribuendo un riconoscimento personale a ciascuno. Occorre fare in modo che questo credito
formativo conseguito possa essere utilizzato in termini di punteggi riconosciuti in sede di concorsi,
di partecipazione a gare pubbliche e trattative sindacali.
Calzolari, Presidente dell’Ordine di Milano.
Occorre che tutto ciò rappresenti un plus per i nostri ingegneri, in elementi di valorizzazione della
professionalità e non vissuti come vessazione. Dobbiamo riprendere il concetto di obbligatorietà
dell’aggiornamento professionale definendolo in un altro modo: una sorta di cogenza del principio
etico che sta alla base del nostro operato. L’ingegnere, essendo chiamato ad operare assumendosi
responsabilità dirette su atti critici per la collettività, deve farlo nel miglior modo possibile.
Propongo che la parola ‘obbligatorietà’ venga chiarita con questa accezione. Ritengo molto difficile
che un Ordine possa perseguire con richiami o misure più severe a fronte di un’attività di
aggiornamento non svolta; ritengo molto più utile ricevere dall’Ordine un avvallo della propria
competenza soltanto dopo aver dimostrato che è stato capace di aggiornarsi. L’Ordine degli
ingegneri deve mettere a disposizione una serie di strumenti per fare in modo che l’aggiornamento
possa essere possibile. Legare, dunque, il concetto della formazione permanente al concetto della
qualificazione.
Un tipo di istruzione, a pioggia, obbligatorio non è efficace. Dobbiamo stare attenti a offrire azioni
che aggiungano ai nostri ingegneri competitività perché questo mercato li sta vessando già
abbastanza.
Ing. Monaco
Sulla formazione continua siamo tutti d’accordo. Anzi, forse varrebbe la pena di centralizzare
l’offerta formativa per uniformare stili e contenuti.
Potremmo anche usare la formazione a distanza perché questo è il momento. Oltretutto sarebbe
misurabile e verificabile.
Ing. Ceola
Tutti noi abbiamo dubbi e incertezze sulla proposta di obbligatorietà. Sono venute fuori tutta una
serie di difficoltà oggettive: i dipendenti, le università, i costi...
Ma sul principio non possiamo derogare. La formazione è un fattore importante oppure no? Non
bastano i premi. Non basta riconoscere delle qualifiche. Tra i nostri iscritti molti si aggiornano, in
mille modi, ma molti altri non lo fanno. Le sanzioni non sono sbagliate perché tutelano la categoria
e gli interessi diffusi. Affrontiamo il problema senza rinunciare a questa nostra prerogativa. Tutti
gli altri Ordini hanno la formazione prevista per legge. Perché noi no?
Giuseppe Cerutti
Nel 1980 viene
nominato Assessore alla
Viabilità, Trasporti e
Territorio della Regione
Piemonte. Viene eletto
alla Camera dei Deputati
nella X Legislatura (1987
- 1992). È stato membro
della Commissione Lavori
Pubblici, Ambiente e
Territorio; della Giunta delle Elezioni; della
Commissione Bicamerale di Vigilanza sugli atti
della Cassa Depositi e Prestiti; della Giunta del
Regolamento. Rieletto alla Camera dei Deputati
nella XI Legislatura (1992 - 1994), è stato
Presidente della VIII Commissione Permanente
Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici; Membro
della Giunta delle Elezioni. È dal 2002 il
Presidente della Società Italiana Traforo
Autostrade del Frèjus - SITAF SpA, con sede a
Torino, e membro della Commissione
Intergovernativa C.I.G. Dal luglio 2009, è
Consigliere di Amministrazione dell’Anas.
Davide Tabarelli
La sua attività
nell’energia inizia
all’università nel 1985
con una tesi sui mercati
a termine del settore
petrolifero. Dal 1986 al
1990 fa parte della
sezione Energia di Nomisma. Dal 1990 al 1996
è direttore presso il RIE, Ricerche Industriali ed
Energetiche, dove si occupa di progetti di ricerca
sull’industria elettrica e sulle politiche ambientali.
È stato responsabile di circa 60 studi riguardanti
l’industria energetica nazionale e gli impatti delle
normative ambientali. È stato consulente del
Ministero dell’Industria dal gennaio 1995 al
maggio 1996 come esperto del mercato
petrolifero. È stato membro di Commissioni
Ministeriali per la politica energetica nel 2003 e
nel 2005. È professore a contratto presso la
Facoltà di Ingegneria di Bologna e il Politecnico di
Milano.
Mauro Spagnolo
Architetto e giornalista
pubblicista, esercita la
libera professione
nell’ambito del suo studio
associato occupandosi di
progettazioni legate al
risparmio energetico ed
all’utilizzo di energia da
fonte rinnovabile. Tali attività
lo hanno portato a svolgere,
parallelamente alla professione, attività di ricerca
applicata e sperimentale presso il CNR, l’ENEA,
l’Ansaldo e l’Agip Petroli. Dal 1983 collabora con
periodici e riviste di architettura, pubblicando
numerosi articoli scientifici. È il coordinatore
scientifico del Corso di Alta Formazione in
Efficienza Energetica negli Edifici presso il
Dipartimento di Meccanica e Aeronautica della
facoltà di Ingegneria - La Sapienza. Attualmente
è il direttore responsabile del quotidiano
telematico «rinnovabili.it».
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
La mozione finale.
“Il ruolo dell’ingegnere
è cruciale nello
sviluppo del Sistema Italia”
IN CONSIDERAZIONE
della rilevanza assunta dagli ingegneri entro le
odierne società in relazione al ruolo svolto
dagli innumerevoli ambiti applicativi
dell’ingegneria nell’assicurare competitività e
sviluppo al Sistema Italia in contesti socioeconomici globalizzati, in rapidissima
evoluzione e contraddistinti da complessità, da
caoticità e da limitata predittività,
IN VIA GENERALE RITENGONO
che sia da considerare di rilevanza strategica,
per il sistema ordinistico, un’azione diretta a
sensibilizzare gli organi istituzionali e di
governo, nonché la collettività nel suo insieme,
sulla necessità e opportunità dei seguenti
principi:
a) la valorizzazione del ruolo degli Ordini
nella veste di interlocutore autorevole, stabile
e continuativo nell’ambito del dibattito
istituzionale riguardante la discussione, il
confronto e la messa a punto della legge
quadro sulla riforma delle professioni
intellettuali, nonché di qualsiasi ulteriore
l documento che segue è la
dispositivo normativo che presenti ricadute
mozione finale del Congresso.
significative, dirette e indirette, per gli ingegneri
E’ difficile cogliere, da queste
e per il futuro del Sistema Italia;
righe, il calore e la
b) l’accoglimento e l’affermazione sul piano
determinatezza delle parole
pronunciate in quella importante legislativo di alcuni punti fondamentali basilari
ed irrinunciabili per uno svolgimento delle
occasione. L’Ordine di Milano, che
condivide il contenuto, intende svolgere il prestazioni di ingegneria che possa dirsi
improntato alla tutela dell’interesse generale;
proprio compito in questo dibattito,
ciò in considerazione della stringente
auspicando che dalle parole si passi ai
necessità di ridefinire un rapporto nuovo,
fatti, ai progetti concreti. Senza una
chiaro e di reciproco rispetto fra cittadini, enti
progettualità efficace e misurabile, tutto
ciò risulta privo di efficacia. Perché il ruolo pubblici e professionisti,
PIÙ NELLO SPECIFICO SOTTOLINEANO
dell’ingegnere sia davvero determinante,
che sia da considerare di rilevanza strategica,
tutti noi attendiamo i passaggi successivi
per il sistema ordinistico, un’azione corale e
e, ovviamente, i risultati.
coordinata, della comunità degli ingegneri,
tesa a favorire nelle sedi opportune:
Gli Ordini degli Ingegneri d’Italia, riuniti in
a) l’accoglimento e l’affermazione, con
Congresso a Torino dall’8 al 10 settembre
particolare riferimento alla legge di riforma
2010 e impegnati a trattare il tema
delle professioni intellettuali, dei seguenti
“Costruire il futuro del Sistema Italia: ruolo
dell’Ingegneria e Riforma della Professione”, in assunti:
- la netta distinzione fra attività di impresa e
esito ai lavori Congressuali
I
14
attività intellettuali;
- la netta distinzione fra attività intellettuali
tout-court e attività intellettuali coperte da
riserve chiaramente espresse per legge, in
quanto attività strettamente connesse alla
tutela del più generale interesse collettivo;
ovvero in quanto attività per le quali
l’esercizio della professione prevede
competenze in grado di sostenere
l’assunzione di responsabilità non
limitatamente di ordine tecnico ma anche, e
non secondariamente, di ordine sociale ed
economico, nonché di responsabilità – nel
caso di specie riguardante l’ingegneria –
correlate alla sicurezza, all’incolumità
pubblica e privata, alla tutela delle risorse
naturali;
- il principio secondo cui l’attribuzione delle
competenze riguardanti l’esercizio di attività
coperte da riserve di legge deve essere con
chiarezza correlata ad un percorso formativo
commisurato alla natura e alla portata delle
competenze e delle responsabilità evocate
dall’esercizio professionale;
- l’opportunità di richiamare l’attenzione del
legislatore sulla necessità di rivedere e
ampliare l’attuale insieme di attività coperte
da riserva di legge in considerazione del
rapidissimo moltiplicarsi di attività innovative
a rilevante impatto sulla tutela degli interessi
della collettività; tra queste, nel caso di
specie dell’ingegneria, in particolare si
sottolinea il rilievo in questo senso assunto
dall’Ingegneria dell’Informazione;
- l’istituzionalizzazione, principalmente legata
all’esercizio di attività coperte da riserve di
legge, della “formazione professionale
permanente, organizzata e qualificata”;
- la funzione precipua degli Ordini
professionali nell’ambito della formazione
permanente;
- il principio secondo cui “la professione
dell’ingegnere sia declinata dal legislatore in
modo unitario, come anche previsto dalla
Commissione Europea”, sia per i liberi
professionisti che per i dipendenti e quindi
possa essere esercitata con pari dignità sia
in regime di libera professione che di
dipendenza;
- l’istituzione in tutti gli ambiti del lavoro
dipendente, per gli ingegneri che esercitano
attività professionali, del “ruolo professionale”
oltre al ruolo tecnico e al ruolo
amministrativo;
- la definizione dell’equo compenso, con il
ripristino della obbligatorietà del rispetto di
minimi tariffari, per chi fornisce prestazioni a
carattere intellettuale nelle diverse modalità
di espletamento dell’attività professionale
(liberi professionisti, dipendenti, forme
societarie); ciò a garanzia della qualità della
prestazione professionale, nonché in
ottemperanza a quanto sancito dalla
Costituzione (quale diritto inalienabile di
remunerazione del lavoro) e nel Codice Civile
(quale tutela del decoro professionale);
b) l’accoglimento e l’affermazione – con un
più generale riferimento ai dispositivi
normativi che presentano ricadute
significative, dirette e indirette, per la
“comunità” degli ingegneri – dei seguenti
assunti:
- la “centralità e la qualità del progetto”
nella realizzazione di opere pubbliche, così
riposizionando il baricentro dell’attuale
indirizzo che, teso ad affermare la “centralità
dell’opera”, ha nei fatti già dimostrato di
produrre gravi aberrazioni;
- lo snellimento del quadro normativo tecnico
e la semplificazione degli iter burocratici;
- il principio secondo cui l’indispensabile
processo di adeguamento e di revisione
dell’attuale assetto formativo universitario
degli ingegneri deve giovarsi del confronto,
continuo e costruttivo, fra l’istituzione
universitaria ed il mondo ordinistico;
- il principio secondo cui per la formazione
universitaria sia centrale l’obiettivo di
assicurare agli allievi il conseguimento di
strumenti metodologi di approccio a
problemi da contestualizzare in scenari
tecnico-socio-economici sempre più
contraddistinti, come già detto, da
rapidissime evoluzioni, da complessità, da
caoticità, da limitata predittibilità;
- l’attenzione alle politiche giovanili con
riferimento all’attuale incremento di giovani
ingegneri all’interno degli albi;
- il principio secondo cui le Regioni non
hanno diritto di legiferare in materia
ordinistica e dunque non sono neanche
tenute a imporre albi, elenchi, corsi ed esami;
- la valorizzazione del ruolo degli Ordini
nell’azione tesa a favorire l’avvio in Italia di
un “sistema di accreditamento” da parte di
un “soggetto terzo” delle Facoltà di
Ingegneria – e dei relativi Corsi di Laurea –
presenti sul territorio nazionale.
PRIMA RACCOMANDAZIONE
Il Network Commissione Giovani
propone di istituire un tavolo
permanente sulla tematiche
giovanili con la presenza di una
adeguata componente giovani.
SECONDA RACCOMANDAZIONE
Si propone tramite il Centro Studi
C.N.I. di condurre una indagine sulla
situazione lavorativa dei giovani con
particolare riferimento ai rapporti di
collaborazione tra datore di lavoro e
“professionista economicamente
dipendente”.
TERZA RACCOMANDAZIONE
I Consiglieri presenti nelle rispettive
qualità di referenti, coordinatori o
rappresentanti delle Commissioni
Sicurezza dei propri Ordini,
Federazioni e Consulte, in ragione
degli approfondimenti svolti in
occasione del Congresso Nazionale,
segnatamente ai molteplici aspetti
della disciplina antinfortunistica T.
U. Sicurezza, esprimono l'univoca
volontà di proseguire l'attività già
svolta con il Gruppo di Lavoro del
Testo Unico chiedendo alla
Assemblea dei Presidenti e al CNI di
riattivare tempestivamente le
attività del Gruppo di
Lavoro stesso. ●
Riccardo Varvelli
Si è laureato in
Ingegneria nel 1959
presso il Politecnico di
Torino ed ha iniziato la
carriera manageriale
all'AGIP, dopo un "master"
di specializzazione presso
l'Istituto Direzionale
Tecnico dell'ENI (1960),
con la responsabilità di
lavori "off-shore" nel Golfo Persico (1961-1964).
Al suo rientro in Italia viene chiamato dal
Politecnico di Torino, dove tuttora è professore di
ruolo, per l'insegnamento universitario in tema di
"Produzione" e di "Economia". Dal 1971 al 1976
è stato responsabile dell'Area "Produzione"
presso l'ISVOR della FIAT.
Nel 1989 ha vinto il Premio nazionale per lo
Sviluppo dell'Organizzazione e nel 1997 insieme
a M.L. Lombardi il Premio GEA per la Cultura
d'Impresa. Ha creato il Gruppo di Ricerca
Applicata al Management (GRAM) nell'ambito
del quale si sviluppano studi ed analisi di
Comportamento manageriale e di Sviluppo
Organizzativo. Riccardo Varvelli è stato cofondatore dell'AISL nel 1966 (Associazione
Italiana del Lavoro), Vice-Presidente dal 1969 al
1971 e Presidente dal 1987 al 1989. A partire
dagli anni Settanta la maggior parte degli studi
di R. Varvelli è stata dedicata alla tematica della
Produttività e della Qualità del Lavoro
intellettuale per poi approdare al suo attuale
interesse per l’Efficacia ed Efficienza del lavoro
manageriale.
Francesco Profumo
Laureato nel 1977 in
Ingegneria Elettronica
presso il Politecnico di
Torino, ha lavorato come
Ingegnere Capo per la
sezione R&D del Gruppo
Ansaldo a Genova dal
1978 al 1984. Nel 1984
ha iniziato a lavorare
presso il Dipartimento di
Ingegneria Elettronica del Politecnico di Torino.
Divenuto Ordinario di Convertitori, Macchine e
Azionamenti Elettrici, dal 2003 al 2005 è stato
Preside della Facoltà di Ingegneria al Politecnico
di Torino e dall’ottobre 2005 ne è divenuto
Rettore. Ha pubblicato oltre 220 saggi su riviste
specializzate e conferenze internazionali.
Gianni Verga
Laureato in Ingegneria
Civile- EdileErgotecnica, esercita
attività professionale di
progettazione e direzione
edilizia e urbanistica.
Consigliere della Regione
Lombardia
ininterrottamente dal 1980
al 1995. Dal 1980 al
1985 Vice Presidente della Commissione
Territorio e Trasporti della Regione Lombardia,
nonché della Commissione Speciale per
l’organizzazione e la logistica delle sedi e delle
strutture regionali. Dal luglio 1999 al giugno
2001 Assessore alla Cultura e ai Beni Culturali
della Provincia di Milano. Dal giugno 2001 al
giugno 2006 Assessore allo Sviluppo del Territorio
del Comune di Milano.
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Il CNII: come
lavora l’ingegnere.
Il Comitato Nazionale Ingegneria dell’Informazione è stato
fondato nel 2005, dopo 5 anni ne fanno parte 70 Ordini
Provinciali con lo scopo di favorire lo scambio di
informazioni tra le Commissioni del settore.
I
Enrico Pio Mariani
Ordini, dove alle ultime elezioni ha
moltiplicato i consiglieri del settore, presso
l Comitato ha funzioni consultive per il il CNI e verso Enti esterni, quali DigitPA, il
Ministero dell'Innovazione, Comuni e
C.N.I. e per gli Ordini aderenti ed è
stato istituito con lo scopo di favorire Regioni..
lo scambio di informazioni tra le
Tra i risultati più importanti del Comitato
Commissioni del settore al fine di:
possiamo citare:
● Promuovere la figura dell'ingegnere
dell'Informazione, garante di corretta
Il progetto PEC per gli iscritti.
progettazione, affidabilità e sicurezza dei
Con la consulenza del CNII il Consiglio
sistemi informativi.
● Fungere da osservatorio sulle tecnologie Nazionale degli Ingegneri ha siglato una
convenzione per dare a tutti gli iscritti,
e sul mercato
Interpretare in modo omogeneo le leggi ed senza alcun onere per gli stessi, la casella di
Posta Elettronica Certificata, che tutti i
i regolamenti che riguardano il settore
professionisti devono avere per legge.
● Ampliare la possibilità di scambio di
risultati di ricerche, materiale didattico e
Il progetto Italia sicur@.
docenti per corsi, convegni e seminari utili
Il progetto denominato Italia Sicur@, varato
alla categoria
dal Ministero per la Pubblica
● Attuare una politica omogenea nel
Amministrazione e l’Innovazione, dal
campo della contrattualistica, dei rapporti
Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e
con il committente in generale e delle
dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB), è
tariffe
stato sviluppato al fine di monitorare e
intervenire efficacemente sui livelli di
Il CNII è stato fondato il 1 marzo 2005 da
rappresentanti di 4 Ordini; dopo 5 anni ne sicurezza informatica della Pubblica
Amministrazione, con particolare
fanno parte 70 Ordini provinciali.
riferimento alle Amministrazioni locali.
Una svolta importante è stata l'adesione
Le attività e gli obiettivi del progetto
del Consiglio nazionale degli Ingegneri,
saranno presentati ufficialmente il prossimo
avvenuta nel dicembre 2007.
Grazie alla massa critica raggiunta il CNII ha 15 dicembre 2010 dal Ministro Renato
Brunetta e dagli esperti che compongono il
ottenuto una maggiore visibilità per gli
ingegneri dell'Informazione all'interno degli tavolo tecnico, del quale fanno parte due
16
iscritti all'Ordine di Milano: Enrico Mariani e
Stefano Zanero.
La sperimentazione della firma
digitale con attestazione di ruolo.
E' stato fatto un accordo CNI – DigitPA –
Regione Lombardia – Assobeton – Ordine
degli Ingegneri della Provincia di Milano per
attivare il progetto sperimentale per
l’utilizzo congiunto di firma digitale,
attestazione di ruolo e PEC nelle interazioni
tra PA lombarda, Assobeton e l’Ordine
degli Ingegneri di Milano.
Il fine della sperimentazione è semplificare e
razionalizzare le pratiche edilizie utilizzando
la trasmissione e la firma digitale dei
documenti.
Azione per gli elenchi di
professionisti per l’affidamento di
servizi di architettura e
ingegneria di importo inferiore ad
euro 100.000.
E' partita un'azione capillare per fare
inserire anche le attività relative
all'Ingegneria dell'Informazione nei bandi
per la formazione di elenchi di
professionisti, da invitare a presentare
offerta per l’affidamento di servizi di
architettura e ingegneria di importo
inferiore ad euro 100.000. L'azione ha già
ottenuto dei risultati positivi. ●
L
Enrico Pio Mariani
progettazione dei data base e delle procedure,
e servono linee di trasmissione dati sicure ed
affidabili, sia come qualità che come continuità
e tecnologie dell'informazione hanno
di funzionamento.
cambiato radicalmente il nostro
Inoltre sono indispensabili formazione e
modo di vivere, così come lo ha fatto
cambiamento di mentalità per gli utenti, che
in passato la rivoluzione industriale.
non solo devono adattarsi alle nuove
L'invenzione che più di tutte ha contribuito a
tecnologie, ma adottarle con spirito critico,
questa seconda rivoluzione è dovuta ad un
senza aver paura di preferire, quando è il caso,
genio italiano, Guglielmo Marconi.
di affidarsi alla vecchia carta.
In conclusione dobbiamo riprendere il nostro
Allorché il DPR 328 del 2001 ha istituito il
ruolo, minacciato da operatori meno qualificati,
settore dell'Ingegneria dell'Informazione, si è
La difficoltà di manutenzione è documentata che affermano, nonostante il DPR 328-2001,
constatato i suoi corsi, qui sotto elencati,
dalla difficoltà di correggere gli errori. Uno dei che la nostra è una professione non
erano frequentati da più della metà degli
regolamentata, e per questo vorrebbero fare
tanti esempi è il bug del 2010, che all'inizio
studenti di ingegneria.
dell'anno ha reso per giorni inutilizzabili metà riconoscere le loro associazioni, in
contrapposizione con gli Ordini e le
delle carte di credito tedesche.
Le classi dell'Ingegneria dell'Informazione
certificazioni al posto della laurea.
Anche il settore delle telecomunicazioni sta
(quelle segnate con * appartengono anche
attraversando un periodo di crisi ciclica, dopo Anche per questo è nato e si è sviluppato il
all'Ingegneria Industriale)
il recente boom, dovuto alla grande richiesta Comitato Nazionale dell'Ingegneria
1) classe 23/S - Informatica;
dell'Informazione (CNII). Se riusciremo avremo
di infrastrutture per la trasmissione di dati
2) classe 26/S - Ingegneria Biomedica;*
reso un servizio ai colleghi, ma soprattutto al
3) classe 29/S - Ingegneria dell'Automazione;* derivato dall'espansione rapidissima della
Sistema Italia. ●
telefonia mobile, di internet e del digitale
4) classe 30/S - Ingegneria delle
terrestre. A uno sviluppo caotico, fatto
Telecomunicazioni;
soprattutto in outsourcing e con personale
5) classe 32/S - Ingegneria Elettronica;
non sempre qualificato, è seguito un periodo
6) classe 34/S - Ingegneria Gestionale;*
di minore richiesta accentuato da una forte
7) classe 35/S - Ingegneria Informatica.
delocalizzazione.
L'indice più significativo di questa tendenza è
Il presente del settore
il fortissimo calo delle iscrizioni ai corsi di
non è esaltante.
ingegneria delle telecomunicazioni.
Gli anni '70 e '80 sono stati un periodo
Quale futuro ci attende?
d'oro per il software: il mercato, in forte
La situazione non è rosea, ma gli alti e bassi si
espansione, ricercava, stimava ed apprezzava
possono considerare quasi normali in un
gli ingegneri, per le loro competenze
settore ancora molto giovane ed in
progettuali e la loro affidabilità.
rapidissima crescita; l'importante è invertire la
La situazione è cambiata radicalmente negli
tendenza, far capire che la miopia degli anni
anni '90: Il boom prima dei PC e poi di
passati può portare a disastri sempre più
Internet ha ampliato il mercato, ma lo ha
grandi.
esposto ad una concorrenza sempre meno
La progettazione e la messa in funzione di
qualificata.
Inoltre in quegli anni si è affermata una classe sistemi informatici che presentino complessità
o criticità va affidata a veri professionisti,
di manager il cui obiettivo era di fare utili a
affidati e responsabili.
breve termine, che si riflettevano nei loro
bonus, mediante una esasperata diminuzione Questo è previsto anche nel DPR 328 del
2001, che afferma che le attività professionali
dei costi, a scapito della qualità e degli
che formano oggetto della professione di
investimenti a medio termine. Una delle
principali vittime di questa politica, che è stata ingegnere sono:
per il settore "ingegneria dell'informazione": la
una delle cause principali della attuale crisi è
pianificazione, la progettazione, lo sviluppo, la
stato il settore dell'Informazione.
direzione lavori, la stima, il collaudo e la gestione
L'emblema di questo cambiamento di
di impianti e sistemi elettronici, di automazione
mentalità è l'articolo di Nicholas G. Carr,
e di generazione, trasmissione ed elaborazione
apparso nel maggio 2003 su Harvard
delle informazioni.
Business Review, che sostiene che la
Le occasioni per affermare la nostra
tecnologia IT non è più un’opera di ingegno,
ma una commodity, una merce che si acquista professionalità non mancano. Per esempio
abbiamo davanti la grande sfida della
a un tanto al chilo.
Queste circostanze hanno depresso il settore, dematerializzazione, fortemente voluta dal
Ministero per l'Innovazione.
sia dal punto di vista economico, che del
Dematerializzazione non significa
prestigio dei professionisti dell'IT, soprattutto
smaterializzare l'informazione, ma trasferirla
per i giovani ingegneri, che spesso vengono
utilizzati come programmatori in outsourcing su supporti più facili da maneggiare, duplicare
e conservare, ma più difficili da gestire,
e disincentivati a intraprendere una carriera
tecnica. Tutto questo ha creato gravi danni alla mantenere integri nel tempo e proteggere da
intrusioni.
comunità.
La dematerializzazione richiede una grande
Infatti in questa corsa alla riduzione dei costi
attenzione al problema della sicurezza nelle
e dei tempi di realizzazione, dettati solo da
sue due accezioni: integrità e leggibilità nel
esigenze di marketing, si è perso il senso
tempo degli archivi e protezione da accessi
dell'importanza del progetto e sono stati
malevoli
prodotti software difficilmente mantenibili e
Per questo è necessaria una corretta
poco sicuri, a fronte di un piccolo risparmio
immediato si sono creati grandi problemi e
costi futuri.
Basti pensare che secondo alcuni studi,
realizzare funzioni di sicurezza su un software
in funzione può costare cento volte di più
che prevederlo in fase di progetto: un
investimento che nessuno è disposto a fare.
Questo spiega il susseguirsi di patch
(letteralmente rattoppo) di sicurezza che
continuamente vengono fatti installare, senza
mai risolvere a fondo il problema.
Quale
futuro
ci attende?
Le occasioni per
affermare la nostra
professionalità non
mancano, a partire
dalla grande sfida della
dematerializzazione,
fortemente voluta
dal Ministero
per l'Innovazione.
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Progettare... con rischio.
L'Information Technology, oltre ad essere l'oggetto di molti progetti,
è anche uno strumento per mitigare i rischi di progetto.
U
Giorgio Parrella e Gianluca Sironi
n progetto senza rischi? E' come lo
sporco impossibile in quella famosa
pubblicità del detersivo: non esiste.
Per essere senza rischi un progetto non
dovrebbe comportare cambiamenti, non
dovrebbe avere componenti innovative...
caratteristiche alle quali non si può rinunciare, in
quanto parte della definizione stessa di
progetto.
ma una disciplina ed un sistema di riferimento.
La costruzione di questo sistema di riferimento
avviene tramite alcuni processi di Project
Management, quali l'identificazione dei principali
fattori di rischio, la loro contestualizzazione
rispetto all'obiettivo di progetto, la stima delle
probabilità e dell'impatto (qualitativa e
quantitativa) ed infine la decisione su quali rischi
gestire e in quale modo approntare le risposte
al rischio ed all’accadere di particolari eventi. La
prima domanda relativa ai rischi di progetto che
E questo aspetto vale in particolar modo per i
bisogna quindi porsi è: che cosa, quali eventi,
progetti IT (Information Technology), che sono
quali circostanze possono rendere impossibile o
portatori di innovazione e di cambiamento (e
difficile raggiungere l’obiettivo del progetto?
purtroppo sono anche noti per l’alto tasso di
Bisogna ricordare che per definizione ogni
fallimento). Essendo il rischio un fattore di
progetto non eliminabile, è necessario non solo progetto è unico, e quindi come tale va trattato
anche per l’aspetto di identificazione e
accettarlo e affrontarlo, ma considerarlo anche
valutazione dei rischi. Che cosa serve per
una opportunità: è quindi importante capire i
rispondere a questa domanda e generare un
passaggi fondamentali di questa problematica.
elenco di fattori di rischio in ordine di priorità?
Se ci si aspettasse però una sorta di “sfera di
cristallo” in grado di fornire previsioni precise sui Come prima cosa servono le informazioni che si
rischi di progetto (e a maggior ragione dei loro trovano di solito nei documenti di progetto
(WBS, RACI, stime sforzo/durata, Gantt,
impatti), le aspettative andrebbero certamente
budget,...). E quando questi documenti non sono
deluse. La gestione dei rischi di progetto (Risk
Management), così come il Project Management disponibili... beh ecco identificato un primo
fattore di rischio: la pianificazione assente o
di cui costituisce una componente
fondamentale, non è affatto una sfera di cristallo lacunosa!
18
Servono inoltre informazioni storiche su progetti
analoghi e l'esperienza relativa del team di
progetto. Infine, dopo aver raccolto le
informazioni, è necessario raccogliere le opinioni
e le aspettative degli stakeholders (gli interessati
al progetto).
Tecniche di identificazione dei rischi
nei progetti IT
A supporto della identificazione vi sono varie
tecniche e strumenti, ma spesso ci si basa solo
su interviste interne perdendo così di vista
alcuni rischi tecnici o rischi esterni che non
riescono ad emergere all’interno del gruppo di
progetto, in casi dove si hanno poche o nulle
esperienze analoghe.
La tecnica “Delphi” che prevede questionari
(iterativi) in forma anonima con il
coinvolgimento anche di risorse esterne è di
non semplice attuazione, pur se la mancata
identificazione di un rischio (e la conseguente
valutazione) è spesso dovuta a “incompletezza di
orizzonte” (anche per oggettive difficoltà
realizzative) e non per mancata competenza del
gruppo di progetto. La tecnica delle interviste
affronta bene aspetti specifici, ma raramente
coglie la visione di insieme e la interdipendenza
dei sistemi, anche quelli apparentemente fuori
dal perimetro del progetto. Va aggiunto che se le
interviste si svolgono in un “parco chiuso”
difficilmente punti di vista differenti (a volte
anche molto critici, ma spesso fortemente
propositivi ed innovativi) si possono introdurre e
implementare.
Sovente una corretta identificazione del rischio
fallisce semplicemente perché non vi è una
corretta documentazione del sistema. Oppure
perché le mutue dipendenze tra sistemi/servizi
non sono adeguatamente conosciute e
documentate: troppi aspetti sono affidati alla
conoscenza tacita.
E’ sufficiente che i detentori della conoscenza
tacita siano fuori dal gruppo di progetto (o non
abbastanza coinvolti) per far perdere efficacia
all’identificazione e di conseguenza far fallire la
gestione degli eventi di rischio. Non tutti i fattori
di rischio sono uguali e, soprattutto, non tutti i
rischi devono essere tenuti in considerazione
per la gestione dei rischi di progetto (e questo è
uno degli aspetti di un processo corretto di
identificazione). L'elenco dei fattori di rischio
individuati viene ordinato in base ad una
suddivisione in categorie, quali: rischi tecnici,
rischi legati all’organizzazione, rischi esterni ecc...
ed alla “priorità”, ad esempio in funzione del
prodotto, dei fattori “probabilità che l'evento si
verifichi” e “impatto sul progetto”.
Da notare che un corretto elenco dei rischi in
ordine di priorità contiene anche le migliori
opportunità per il progetto (insieme alla
valutazione del loro impatto).
Essendo piuttosto complesso calcolare la reale
probabilità di accadimento di un evento
rischioso (o di una opportunità) ed il reale
impatto in termini quantitativi sulla vita del
progetto, solitamente si utilizzano delle scale di
giudizio qualitativo (un voto da 1 a 10, oppure
(oltre che poco realistico) identificare e valutare
qualitativamente - quantitativamente e quindi
gestire tutti i fattori di rischio di un progetto.
Va ricordato che un evento è considerato un
fattore di rischio se la probabilità che si verifichi
è minore del 100%: (se fosse 100% non si
tratterebbe più di rischio ma di evento/attività di
progetto, da pianificare insieme alle altre attività).
Come si può allora provare a gestire
in modo corretto i rischi?
La prima cosa che è possibile fare, una volta
identificato e valutato, è chiedersi se sia possibile
evitare il rischio stesso. Un esempio di rischio
che riguarda le risorse coinvolte nel team di
progetto: se esistono informazioni o ipotesi che
indicano che uno degli specialisti che fa parte
del gruppo di progetto è a rischio dimissioni,
non coinvolgerlo significa evitare il rischio di
perderlo a progetto in corso. Ma significa anche
rinunciare al suo contributo: cosa che potrebbe
rendere più complesso (se non addirittura poco
fattibile) l’andamento ed il successo del
progetto.
Se si decide invece di coinvolgere questa risorsa
nel progetto, pur sapendo del rischio dimissioni,
si accetterà di correre questo tipo di rischio.
Attivamente si può intervenire preparando la
“risposta al rischio”, preparando quindi un piano
d'emergenza (il famoso “piano B”! ) che preveda
una serie di attività da eseguire solo al
concretizzarsi di particolarti eventi o di effettive
necessità; la risposta al rischio può anche essere
“passiva”, ovvero non predisporre
preventivamente alcuna risposta ad un rischio
specifico, neanche un piano di contingenza, e
rimandandone la gestione (sovente in condizioni
di emergenza) all'effettivo verificarsi dell'evento. I
rischi legati alle calamità naturali vengono spesso
gestiti in questo modo.
L'accettazione passiva del rischio ha comunque
sempre un grande valore: la consapevolezza,
grazie alla quale è possibile orientare le scelte di
progetto. La vera e propria gestione della
risposta al rischio, oltre alla “eliminazione”
sovente non sostenibile, e al “trasferimento” che
cerca di spostare gli impatti, si chiama
“mitigazione” o “riduzione”.
E' possibile mitigare un rischio facendo leva sulla
valutazione delle probabilità, sull'impatto o su
entrambi i fattori. Una tipica modalità di
mitigazione dell'impatto di un rischio è la
costituzione di una "assicurazione": stipulare una
assicurazione sul furto dell'auto non diminuisce
la probabilità che l'auto venga rubata, ma
diminuisce l'impatto economico dell'evento.
Nell'esempio del fattore di rischio "dimissioni" di
cui sopra, la mitigazione potrebbe avvenire
cercando di diminuire le probabilità
(aumentando la retribuzione della risorsa), o
l'impatto (con un affiancamento della risorsa a
rischio dimissioni). Spesso le azioni sull'impatto e
molto basso / basso / medio / alto / molto alto), sulla probabilità sono collegate: l'affiancamento
declinato con i vari obiettivi di progetto (tra cui potrebbe causare un aumento delle probabilità
costi, schedulazione ecc...): deve essere possibile del fattore di rischio “dimissioni”.
ordinare l'elenco dei fattori di rischio in modo
che i rischi ad alta probabilità e ad alto impatto L'Information Technology, oltre ad essere
vengano prima degli altri.
l'oggetto di molti progetti, è anche uno
Un elenco ragionato ed ordinato è quindi
strumento per mitigare i rischi di progetto.
necessario perché sarebbe troppo costoso
Per un progetto imponente quale la nuova
ferrovia del San Gottardo, recentemente giunto
alla importante pietra miliare della caduta
dell'ultimo diaframma della galleria (lunga più di
50 km!), la gestione dei dati è stata effettuata
con un complesso e innovativo sistema
informativo di raccolta e sincronizzazione dei
dati geologici e di costruzione, affinché tutti
potessero lavorare sullo stesso progetto. In ogni
caso, come si comprende facilmente, mitigare è
sempre costoso, e a volte in misura notevole.
Nel piano di gestione dei rischi vengono
riportate le scelte fatte (ed i costi associati alle
risposte al rischio pianificate). Periodicamente,
sopratutto per i progetti di lunga durata, è
necessario rivedere e aggiornare il tutto sulla
base di quanto emerge di nuovo nella vita del
progetto.
Come accennato, l’IT può dare un grande
contributo nella gestione dei rischi di progetto
(ma in generale in tutte le fasi ed i processi del
Project Management): ad esempio l’utilizzo di
strumenti collaborativi e di sistemi di content
management ben condivisi e sfruttati dal team di
progetto (ed accessibili per i dati storici anche
successivamente alla conclusione di un progetto)
si rivela fondamentale in praticamente tutti
processi del Risk Management. In particolare
l'identificazione e la valutazione dei rischi, e
anche il prendere le decisioni in merito alla
mitigazione, traggono giovamento da strumenti
di versioning o di calcoli probabilistici (quali i
metodi di simulazione).
L’utilizzo di strumenti informativi dovrebbe poi
aiutare a superare una sorta di “blocco
psicologico”, spesso presente nei Project
Manager e nei team di progetto, relativo al
documentare adeguatamente tutte le criticità
che hanno portato al completamento di progetti
fuori dagli obiettivi di tempi e costi (ritardo nei
tempi, incrementi imprevisti dei costi, ...) o a
fallimenti (con abbandono dei progetti a metà
del guado …).
A questo proposito avere strumenti che sono in
grado di “trattare” tutta la vita del progetto (e la
documentazione associata) risulta fondamentale
per redigere le “lessons learned”: capire dove si
è sbagliato in un progetto (ad esempio nel
valutare un rischio o non pianificare
correttamente la risposta), documentarlo in
modo adeguato e condividere la lezione appresa
può essere fondamentale per il successo di altri
progetti.
Possiamo quindi concludere che non soltanto è
necessario il Project Risk Management nei
progetti IT ma, a specchio, anche evidenziare
l'importanza dell'adozione di opportuni
strumenti informativi per la gestione del rischio
in tutti i progetti: un sistema di riferimento
supportato dagli opportuni strumenti informativi
per maturare una consapevolezza e un
approccio differente, e mettere in atto quindi un
nuovo modo di pensare “project centered”. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
ICT a basso
impatto ambientale.
Sono innumerevoli le soluzioni offerte dalle Tecnologie
dell’Informazione e delle Comunicazioni finalizzate al
miglioramento di altre tecnologie o allo sfruttamento
intelligente delle risorse.
S
Claudio Invernizzi
strumenti IT. Tre anni più tardi i valori
assoluti non sono certo ridotti: i trend di
e ne era parlato inizialmente nel
crescita dei paesi in via di sviluppo
2007, quando l’Australian
determinano un incremento esponenziale
Computer Society rivelò un
del consumo di energia per ICT,
rapporto sul consumo annuale di anidride soprattutto per ciò che concerne le
carbonica attribuito alle funzioni ICT in
comunicazioni: pensiamo alla sola
Australia: una quantità pari a quella
“esplosione” della telefonia mobile in India
prodotta dall’aviazione civile e dall’industria negli ultimi 3 anni: un processo che
metallurgica dello stesso Paese.
convergerà in una delle più articolate reti
Da allora alcune società di analisi multi-operatore, progettata per servire un
iniziarono ad interessarsi alla
bacino di utenza a 9 cifre.
tematica dell’inquinamento
Ma cosa è stato fatto e come si può agire
direttamente o indirettamente
per limitare ulteriormente l’impatto
prodotto da infrastrutture a
sull’ambiente da parte di una risorsa così
supporto dell’informazione e
indissolubilmente legata allo sviluppo della
delle comunicazioni, definendo
società umana?
una stima di incidenza della sola
Il problema dei consumi dei data center
IT sul consumo di energia globale era già noto da anni, prima che venisse
compresa tra il 2 ed il 4%. Lo studio messo sotto i riflettori delle recente
evidenziava allora uno sbilanciamento tra i inquisizione sugli impatti ambientali, tuttavia
paesi in via di sviluppo ed i paesi più
allora l’aspetto puramente economico era
industrializzati: in Italia circa il 10% di
alla base degli investimenti finalizzati alla
incidenza dimostrava il buon
riduzione dei consumi. In un’ottica di
funzionamento delle politiche di
sostenibilità ambientale è stato invece
contenimento delle emissioni in altri
pubblicato nel 2008, da parte della
settori, ma anche la maggior diffusione degli Comunità Europea, il Codice di Condotta
20
Europeo nei data center. Pur non
essendo una normativa, il Codice
riscontra parecchie illustri adesioni nel
mondo dell’Information Technology in
qualità di programma volontario. La sfida
è chiaramente quella di alleggerire le
emissioni di CO2 (e le bollette dei
provider), garantendo tutte le funzioni
tipicamente implementate dal Data
Center: ciò significa mettersi alla ricerca
della best practice, senza lasciare spazio
ad alcun compromesso volto a inibire le
prestazioni degli apparati di rete, una
controindicazione non gradita
dall’industria dell’IT.
I risultati iniziano a vedersi: esistono
pacchetti di servizi, prodotti, ma anche
soltanto di linee guida, attualmente offerti
dalle aziende leader nella progettazione
dei data center, che consentono di
introdurre sensibili riduzioni dei consumi
senza intaccare né la capacità né il
potenziale del nodo di rete. Per avere
un’idea delle proporzioni dell’impatto
ambientale e di quanto ancora si debba
intervenire, basti pensare che Google,
all’avanguardia nel campo dell’efficient
computing, gode di data centers con livelli
di efficienza tra i più alti al mondo, eppure
assorbe in un anno una quantità di energia
nell’ordine dei 6 TWh, soltanto per
espletare le funzioni primarie del suo
mezzo milione di server dislocati sul
pianeta.
In pratica 0,2 grammi di CO2 vengono
immessi nell’atmosfera ogni volta che “ci
sentiamo fortunati”, la stessa quantità
emessa dalla nostra auto per ogni metro di
strada che percorriamo.
La questione ambientale ha (purtroppo)
una natura poliedrica: spostando
l’attenzione dall’indicatore di impatto
ambientale attualmente più famoso (la
CO2) a quello di inquinamento
elettromagnetico, ritroviamo come unica
fonte le telecomunicazioni. Al di là degli
approcci limitativi introdotti da istituzioni ed
enti regolatori, è evidente, ormai, un diretto
interessamento anche da parte
dell’industria: nell’ambito della telefonia
mobile, ad esempio, da diversi mesi sono
commercializzate antenne di trasmissione a
soppressione dei lobi secondari (LSL), che
consentono l’ottimizzazione dei diagrammi
di radiazione nelle tre direzioni di
propagazione. In questo modo i valori
assoluti di guadagno nella direzione di
massima emissione elettromagnetica non
vengono ridotti, ma vengono invece ridotte
le emissioni in zone non desiderate, con un
beneficio sia in termini di inquinamento
elettromagnetico, che di consumo
energetico della base station (e quindi
riduzione della solita CO2).
Infine è necessario considerare la grande
opportunità fornita dalla ICT per ridurre
l’impatto ambientale delle altre attività
umane. Durante un convegno realizzato a
febbraio 2010 dal Politecnico di Milano e
dalla Commissione Telecomunicazioni
dell’Ordine degli Ingegneri di Milano si
parlava di “ICT for Green” con riferimento
alle innumerevoli soluzioni offerte dalle
tecnologie dell’Informazione e delle
Comunicazioni finalizzate al miglioramento
di altre tecnologie o allo sfruttamento
intelligente delle risorse. Rappresentanti di
amministrazioni pubbliche e di fornitori di
energia si confrontarono in quell’occasione
per esaminare le soluzioni per il controllo
delle reti di generazione diffusa (strumento
necessario per l’utilizzo capillare delle
risorse rinnovabili) attraverso
l’implementazione delle smart grid.
I progetti di smart grid allora annunciati ed
attualmente in fase di studio, hanno rivelato
come i risultati sono tanto più apprezzabili
quanto più lo sono le performance degli
strumenti di comunicazione su cui le stesse
si appoggiano, come PLC (Power Line
Communication), WSN (Wireless Sensor
Network) e RFID (Radio Frequency
Identification).
Le reti di sensori, ad esempio, richiedono
un’infrastruttura di sistemi di comunicazione
robusta, affidabile e veloce, motivo per cui
lo sviluppo delle tecnologie ICT costituisce
un elemento fortemente caratterizzante
per le smart grid.
Nel mare di iniziative e strumenti che
portano la bandiera “Green” (non solo
ICT), una cosa è certa: per consentire una
rapida ed efficace diffusione, il legame tra i
motivi “etici” dettati dalla coscienza
ambientale e le opportunità di risparmio
economico deve essere inscindibile; tuttavia
spesso accade che le seconde occultino la
fragilità dei primi: per fare un esempio,
quanto più la cosiddetta “energia grigia”
viene pesata ed introdotta nel bilancio
energetico delle politiche green, tanto più
sarà evidente che il margine utile di CO2
risparmiato all’ambiente non
necessariamente ne avrà giustificato
l’adozione.
In pratica, l’impatto ambientale legato alla
realizzazione, distribuzione ed
implementazione dei green devices è
spesso trascurato, in virtù delle oggettive
difficoltà nello stimare sia i costi energetici,
che il loro ammortamento durante un lifetime solo vagamente accertabile.
E’ altresì vero che, seguendo una logica
ottimista, è plausibile immaginare
l’introduzione di politiche a favore della
sostenibilità ambientale delle ICT come il
necessario passaggio per dirigersi verso
ulteriori stadi di miglioramento ed
ottimizzazione, attraverso un naturale
apprendimento graduale. Il risultato
attualmente più auspicato da chi si
occupa di IT, di telecomunicazioni,
di ingegneria in generale ed ha
a cuore la tematica ambientale,
è che si possa innescare un
crescente interesse nei confronti
di queste politiche, interesse
che sia abbastanza forte da
determinare il contenimento
delle emissioni entro livelli che
garantiscano la salvaguardia
del pianeta allo stato attuale,
ma allo stesso tempo che sia
sufficientemente poco
invasivo nei confronti
della necessaria crescita
tecnologica globale. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Impronta digitale.
Siamo pronti?
Questo intervento si propone di fornire alcune
informazioni poco note sulla tecnologia, sugli standard
e sulle sorprese che ancora ci aspettano. Con qualche
osservazione sul mercato dei terminali.
S
Massimo Bertolotti
e il calendario sarà stato rispettato,
entro la fine di novembre 2010 il
servizio TV nella nostra Regione
sarà passato definitivamente dalla tecnologia
analogica a quella digitale. Con qualche
osservazione sul mercato dei terminali.
DVB-T: La tecnica
La televisione digitale terrestre, TDT o DTT
(in inglese), spesso più banalmente chiamata
Digitale Terrestre, non è altro che la
trasformazione in Digitale della “vecchia”
televisione che ha accompagnato noi tutti
dagli anni 50 fino ad oggi. Tecnicamente il
DTT o TDT è rappresentato da una parola
chiave, dallo standard DVB-T (Digital Video
Broadcasting Terrestrial).La definizione della
specifica DVB-T risale al novembre 1995,
con approvazione come standard ETSI nel
febbraio 1997; il processo, lungo e
complesso, è stato influenzato da vari
fattori fra cui la congestione dello spettro di
frequenza per la diffusione televisiva
terrestre in gran parte dell’Europa, ed in
particolare nel nostro Paese, da cui
l’interesse di soddisfare nuove modalità
operative su reti isofrequenziali (SFN)
anche a grande copertura.
Il sistema DVB-T, la cui architettura generale
è simile a quella dei suoi predecessori
DVB-S e DVB-C, è basato sull’adozione
degli standard MPEG-2 per la Multiplazione
del Tansport Stream, una dispersione
dell’energia del segnale per uniformare la
distribuzione spettrale all’interno del canale
RF ed una sofisticata tecnica di protezione
dagli errori tramite concatenazione di un
codice esterno con un codice interno ed
esterno (Reed-Solomon RS(204,188, t=8)
accorciato, derivato dall’originale codice
sistematico RS(255,239, t=8).
22
Il cuore del sistema DVB-T risiede nella
modulazione digitale e la codifica di canale
per la correzione degli errori di
trasmissione. Infatti il canale terrestre è
caratterizzato da propagazione multicammino, dovuta alle riflessioni, che può
degradare pesantemente il segnale
trasmesso. Gli echi naturali dell’ordine di
alcuni microsecondi e legati all’orografia del
terreno, così come gli echi artificiali
dell’ordine di centinaia di microsecondi,
dovuti ai segnali provenienti dai vari
trasmettitori isofrequenziali presenti nelle
reti SFN, non possono essere trattati con
tecniche di modulazione a portante singola,
anche perché richiederebbero l’impiego di
equalizzatori molto lunghi e complessi.
Pertanto, sulla base di tali considerazioni e
dei risultati di accurate valutazioni tecniche
comparative, è stata scelta la modulazione
multi portante OFDM (Orthogonal
Frequency Division Multiplexing)
Dunque il digitale terrestre si basa sulla
modulazione OFDM, una modulazione
strutturata su più portanti (IFFT 2K=1705
portanti; IFFT 8K= 6717 portanti)
distanziate uniformemente in frequenza,
ciascuna modulata secondo le specifiche
previste dallo Standard DVB T/T2.
Questa caratteristica è la chiave che
consente di poter combattere in maniera
relativamente poco onerosa l'interferenza
tra i simboli (ISI) che si ha nel caso di
trasmissione su una sola portante di elevati
flussi informativi in canali selettivi in
frequenza, specie se tempo-varianti.
Invece l'ortogonalità delle portanti
consente di garantire un'efficienza spettrale
(bit/s per unità di banda) comparabile con
quella di una trasmissione numerica analoga
su portante singola, in quanto consente di
sovrapporre parzialmente le bande delle
varie componenti del multiplex, idealmente
senza avere interferenza tra le portanti (ICI
= Inter Carrier Interference), nella pratica
con valori di ICI accettabili, se si rispettano
alcune condizioni che vedremo.
Per tali motivi, l'OFDM è una modulazione
adatta a trasmettere in maniera efficiente
elevati flussi informativi in canali a cammini
multipli, anche di tipo tempo-variante come
ad es. il canale radiomobile a larga banda.
Per questo ha trovato applicazione non
solo nei sistemi di radiofonia e televisione
numerica da rete terrestre quali ad es. gli
standard europei di radio e televisione
digitale :
● DAB (Digital Audio Broadcasting);
● DRM (Digital Radio Mondiale);
● DVB-T /DVB-T2 (Digital Video
Broadcasting – Terrestrial);
● DVB-H (Digital Video Broadcasting –
Handheld);
ma anche giapponese, cinese, nord-coreano
e brasiliano:
● ISDB -T (Integrated Services Digital
Broadcasting Terrestrial);
● DTMB (Digital Television Multimedia
Broadcasting);
● DMB-T /H (Digital Multimedia
Broadcasting-Terrestrial/Handheld);
● ISDTV (International System for Digital
TeleVision). ed ancora per sistemi su Reti
Wireless LAN/MAN a larga banda, come
ad es. negli standard: HIPERLAN2 e
IEEE802.11a, 11n, 15a, 16 (Es. WiMAX), ed
Applicazioni su portante fisica, quali ad es.:
ADSL, VDSL, dove più frequentemente
viene usata con l'acronimo DMT (Digital
MultiTone).
L’occupazione di banda (canale) è
esattamente la medesima dei trasmettitori
terrestri analogici, cioè 6,7 o 8MHz. Il Bit
Rate del Transport Stream di entrata al
modulatore dipende dalle impostazioni di
larghezza di banda (6,7 o 8MHz), dallo
schema di modulazione (QPSK, 16 o
64QAM), dal codice di correzione degli
errori impostato (Code Rate - da1/2 a
7/8) e dall’intervallo di guardia (da 1/4 a
1/32); in funzione di questi parametri può
variare da circa 4 sino a quasi 32Mb/s.
Un considerevole vantaggio che offre la
modulazione digitale OFDM impiegata
nello standard DVB-T, e preso in
considerazione nel nostro Paese, è la
possibilità di realizzare reti di diffusione
terrestre in isofrequenza, cioè di avere più
trasmettitori in funzione, che servono zone
adiacenti, sulla medesima frequenza, con gli
stessi programmi; in pratica si può utilizzare
lo stesso canale di emissione per vaste
aree, servite da più trasmettitori, senza che
essi si disturbino l’un l’altro (SFN - Single
Frequency Network – cioè rete a singola
frequenza). Cosa che nella trasmissione
analogica era praticamente impossibile. Le
reti SFN si basano principalmente sulla
precisione/stabilità di frequenza e tutti i
trasmettitori devono essere sincronizzati
ad un unico riferimento di frequenza, per il
quale normalmente si utilizza il GPS
(Global Positioning System - cioè il sistema
di navigazione satellitare realizzato e
mantenuto dal Dipartimento della Difesa
USA).Il segnale proveniente dai satelliti
GPS è ricevibile pressoché ovunque nel
mondo e contiene una precisissima
informazione di tempo cui poter
agganciare i trasmettitori della rete SFN
(precisione dell’ordine di grandezza di
1Hz), cosicché ciascun trasmettitore della
rete SFN dovrà trasmettere esattamente lo
stesso Transport Stream (il flusso di dati
digitali - contenente i programmi) e lo
dovrà emettere in modo da essere
sincronizzato con gli altri trasmettitori. La
chiave, dunque legata alla sincronizzazione,
è ottenuta a partire dalla generazione del
flusso di dati, del famoso Transport Stream
(nel multiplexer) che viene diviso in
“Megaframes” e vengono aggiunti dei
riferimenti (MIP – Megaframe Inizialization
Packet) con il fine di sincronizzare
l’emissione da ogni trasmettitore.
Per la sincronizzazione si utilizza il segnale
con frequenza di 1Hz (1pps – 1 pulse per
second – un impulso al secondo)
proveniente dai ricevitori GPS.
La seconda caratteristica, su cui fare un
approfondimento, è relativa alla protezione
del segnale da disturbi interferenziali. Tale
garanzia è gestita da un fattore che si
chiama: l’intervallo di guardia. L’intervallo di
guardia è il tempo che intercorre in una
sottoportante fra la fine di un simbolo e la
trasmissione di quello successivo, ed è
introdotto per consentire agli echi del
segnale di ridursi e di non produrre
interferenze. Il valore dell’intervallo di
guardia è calcolato in rapporto al tempo
della durata del simbolo utile e può essere
di 1/4, 1/8, 1/16 e 1/32.
Nel caso la scelta della IFFT sia 2K
(modulazione OFDM con 1705 portanti),
essendo il Symbol Rate più elevato
rispetto alla 8K (6817 portanti), i possibili
intervalli di guardia sono di durata minore,
essendo essi sempre espressi come
frazione della durata del tempo di simbolo
(1/4; 1/8; 1/16; 1/32). Questo è il motivo
per il quale, nelle reti SFN, normalmente si
utilizza la IFFT 8K.
Nella modulazione COFDM a 8K
sottoportanti in un canale ad 8 MHz la
durata del tempo utile di trasmissione di
un simbolo è, ad esempio, di 896
microsecondi. Con un intervallo di guardia
impostato ad 1/4, la durata dell’intervallo è
quindi di 224 microsecondi; con 1/8 è di
112 microsecondi, con 1/16 è di 56
microsecondi e con 1/32 è di soli 28
microsecondi.
Un intervallo di guardia di 1/4 porta quindi
a 1120 microsecondi il tempo di
modulazione occupato da ogni simbolo, ed
impiega 196 microsecondi in più per
trasportare la stessa quantità di dati
rispetto ad una modulazione con intervallo
di guardia 1/32. Ogni sottoportante con
intervallo di guardia ad 1/4 trasporta
quindi circa 190 sequenze di bit in meno al
secondo. Ovviamente, più lungo è
l’intervallo di guardia, più alti sono i tempi
di spegnimento degli echi tollerati, ma più
bassa è la quantità di bit a disposizione per
servizi da trasmettere.
Nei trasmettitori è inoltre possibile
regolare il ritardo di emissione del
Transport Stream, in modo da far
coincidere i tempi di arrivo dei segnali dei
trasmettitori nella zona di interferenza e
ridurre così la lunghezza dell’intervallo di
guardia necessario ad evitare i disturbi in
ricezione. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Evoluzioni future.
Mentre leggete questo articolo un nuovo standard DVB di seconda
generazione è alle porte, in realtà in alcune aree già operativo.
C
Massimo Bertolotti
omodamente seduti sul divano
di casa davanti al costoso
gioiello tecnologico a schermo
gigante, piatto e ultrasottile appena
arrivato, verrebbe da pensare: per i
prossimi 10 anni abbiamo già dato.
E invece no: ecco che cosa ci aspetta.
Mentre leggete questo articolo un
nuovo standard DVB di seconda
generazione è alle porte, in realtà in
alcune aree già operativo (e in fase di
diffusione in Gran Bretagna e,
sorpresa, adottato in Serbia
direttamente come unico standard
digitale), che migliorerà l’efficienza
dell’attuale schema di modulazione
offrendo maggiore capacità trasmissiva:
il suo nome è DVB-T2.
Tale evoluzione, come accaduto per gli
standard Satellitare (DVB-S con il DVBS2) e Cavo (DVB-C con il DVB-C2)
rappresenta una nuova frontiera ed una
nuova struttura di modulazione che,
nonostante una maggiore complessità, è
oggi accessibile con costi contenuti delle
tecnologie attuali, garantendo prestazioni
e flessibilità molto superiori rispetto al
24
precedente sistema DVB-T, il che si
traduce in:
● Aumento dell’efficienza spettrale;
ovvero più bit/s/Hz. In altri termini, a
parità di banda, più canali TV oppure
canali TV in HD;
● Aumento dell’efficienza energetica;
ovvero maggior copertura del territorio a
parità di siti trasmittenti e della loro
potenza; oppure diminuzione della
potenza dei siti a parità di copertura.
Inutile dire che il secondo vantaggio
rappresenta un’opportunità: diminuire
l’impatto ambientale e ridurre i consumi;
ma come spesso accade anche in questo
caso i denari sono più pesanti (nelle
valutazioni) del buonsenso... per cui la
maggiore disponibilità di banda,
equivalente a nuove possibilità di
business, farà probabilmente pendere
l’ago della bilancia per questa opzione. Le
scommesse sono aperte su quale sarà la
scelta. Sfortunatamente, come accaduto
per altri sistemi di seconda generazione
già in produzione, i terminali che oggi
sono a casa dei consumatori (tutelati da
rassicuranti bollini ed informazioni varie)
per poter ricevere il DVB-T2 saranno da
sostituire nuovamente, con relativi impatti
economici sul consumatore.
E, poiché sul nostro mercato i modelli di
TV e decoder che supportano già il
nuovo standard sono ancora rarissimi e
relativamente costosi, è virtualmente
impossibile premunirsi acquistando fin
d'ora un terminale predisposto.
Se/quando/dove i servizi DVB-T2
partiranno anche in Italia, bisognerà
rassegnarsi ad acquistare un ennesimo
set-top box DVB-T2 (con buona pace di
chi, acquistando un televisore con DVB-T
incorporato, credeva di essersi liberato
per sempre del fastidio del doppio
telecomando e della selva di decoder e
cavi) oppure, nei casi più fortunati, a
sostituire un modulo nel televisore. ●
S
tandard nuovo,
hardware nuovo:
destreggiarsi tra
set-top box e “bollini”
Per il normale utente il
passaggio al digitale implica
l’adozione di un decoder o
di un televisore con
ricevitore digitale terrestre
integrato.
Il passaggio al digitale.
Switch Over
e Switch Off.
Oltre che un costo in termini economici
questo costituisce una difficoltà pratica
per le persone che, come molti anziani,
non hanno dimestichezza con la
tecnologia: l'uso di una nuova televisione
richiede un cambiamento di abitudini
consolidate e l'uso di un decoder
implica anche un telecomando in più.
Esistono sul mercato due tipi di
decoder (o STB - Set Top Box), anche
integrati nel TV:
● STB non interattivi, detti anche
zapper, in grado di ricevere solo i
programmi televisivi in chiaro;
● STB interattivi, in grado di ricevere
programmi televisivi e di utilizzare i
nuovi servizi disponibili con la TV
digitale.
Il passaggio dalla televisione
analogica al DVB-T avviene
attraverso un processo di
conversione degli impianti ed una
rassegnazione delle risorse
frequenziali. Tale processo,
suddiviso in step per aree
geografiche, prende il nome di
switch off, a cui si è associato
nelle prime attività di
conversione al digitale un
passaggio preliminare swicth over.
Lo switch over è il termine in
lingua inglese usato per indicare
l’avvio delle operazioni
preparatorie allo switch-off in un
determinato territorio.
Nell'implementazione italiana, lo switch
over si realizza spegnendo le
trasmissioni televisive analogiche di due
reti nazionali (solitamente RaiDue e
Rete4) per incentivare la popolazione ad
acquistare i decoder ed i televisori con
ricevitore digitale terrestre integrato
prima che si realizzi lo spegnimento
totale delle trasmissioni analogiche su
quel territorio.
L’effetto principale dello switch over è
l’impossibilità, sul territorio interessato
dalle operazioni, di continuare a vedere
le trasmissioni televisive di Rai Due e
Rete4 se non si è acquistato un decoder
o un televisore con ricevitore digitale
terrestre integrato.
Lo switch over della Lombardia,
avvenuto in primavera, è stato l’ultimo
switch over pianificato.
Lo switch off è il termine in lingua
inglese utilizzato invece per indicare
l’operazione con cui in un determinato
territorio vengono spente le
trasmissioni della televisione analogica in
favore di quelle in digitale terrestre. ●
Al fine di meglio orientare i consumatori il
DGTVi, associazione che ha il compito di
promuovere la diffusione del digitale
terrestre, ha suddiviso i decoder attraverso
una certificazione basata sulle
caratteristiche funzionali degli stessi.
Le aree interessate da switch off a
partire dall'autunno 2010 sono:
25 Ottobre - 26 Novembre
Lombardia
Piemonte Orientale
Piacenza-Parma
27 Novembre - 15 Dicembre
Emilia Romagna
Veneto
Friuli Venezia Giulia
1° semestre 2011
Liguria
Queste regioni saranno seguite da Marche,
Abruzzo e Molise, Basilicata e Puglia,
Toscana e Umbria ed infine Sicilia e
Calabria.
● Bollino Grigio - Decoder Zapper,
cioè i decoder che permettono la
visione dei canali gratuiti
● Bollino Bianco - Televisori che
permettono la visione dei canali in
chiaro
● Bollino Blu - Decoder abilitati alla
visione dei programmi in chiaro, a
pagamento ed interattivi
● Bollino Gold - Decoder e delle TV
con i programmi in chiaro, a pagamento,
anche in HD, ed interattivi. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Il tablet. Gadget
o strumento
di lavoro?
Evento di costume, il fenomeno iPAD è destinato
a far discutere. Vediamo perchè.
I
Marco Mussini
convergenza di prezzi, ingombri e pesi fra
netbook e notebook.
l "fenomeno" iPad, il dispositivo di
Sono passati alcuni anni ed è ora il turno
Apple capace di vendere 300 mila
del tablet di fare irruzione sul mercato
unità il primo giorno di
proponendo anche stavolta un paradigma
commercializzazione e di toccare il
di lavoro nuovo e un mix di caratteristiche
traguardo del milione di pezzi venduti dopo tecniche altrettanto innovativo. Il tablet, e in
un mese (ossia circa metà del tempo
prima battuta l'iPad, ha così "creato" una
impiegato dall'iPhone prima serie) e
nicchia fortemente differenziata e l'ha
addirittura 3 milioni di pezzi in poco più di subito riempita praticamente senza
due mesi, prima ancora che un fenomeno
concorrenti reali: inizialmente come oggetto
commerciale e di costume è l'emblema di
aggiuntivo, che però ora sta iniziando a
una nuova classe di dispositivi con cui
erodere il mercato più prossimo per prezzo
volenti o nolenti convivremo a lungo: il
e mobilità, ossia proprio quello dei
tablet.
netbook, le cui vendite infatti stanno ora
crescendo con minore velocità.
E' spontaneo un parallelo con i netbook:
questi hanno rappresentato una nuova
La carta d'identità di un tablet.
categoria di micro PC ultraportatili e a basso
Sistema operativo di origine smartphone.
costo praticamente "inventata" dal nulla dal
Questa rappresenta la mossa più azzeccata
produttore Asus con i suoi famosi eeePC,
e che maggiormente differenzia il tablet
lanciati sul mercato nel 2007 con schermi da dagli altri dispositivi portatili. Qualcuno
7", tastiera lillipuziana, disco a stato solido,
forse ricorderà il flop dei primi UMPC
peso inferiore a 1 kg, batterie con durata di 4 (ultra-mobile PC): vagamente simili a un
ore e più, sistema operativo Linux e,
tablet, privi di tastiera e da tenere a due
soprattutto, un prezzo stracciato: meno della
mani, avevano schermi intorno ai 7", hard
metà di un classico portatile. Accolti da un
disk, componentistica simile a quella di un
successo travolgente, tanto da essere subito
PC (a partire dalla CPU Celeron o
imitati da tutti i produttori e da raggiungere in Pentium) e sistema operativo Windows.
due anni oltre il 20% del mercato totale dei
Pesanti circa 1 kg e piuttosto spessi,
PC (stimati 35 milioni di pezzi venduti nel
dovendo ospitare le batterie necessarie per
2009), col tempo si sono evoluti adottando
alimentare per circa 3 ore il vorace
Windows, un hard disk tradizionale, schermi e processore di origine PC, e con touch
tastiere di dimensioni maggiori e "carrozzerie" screen resistivi da usare preferibilmente con
dalle linee sempre più raffinate.
il pennino o con un trackpoint, sono
praticamente spariti dal mercato dopo
Secondo alcune analisi, se i netbook hanno l'arrivo dei netbook. Windows e le sue
inizialmente rappresentato una classe di
applicazioni non hanno un'interfaccia utente
prodotto nuova e un mercato incrementale adatta a essere usata con le dita su uno
rispetto a quello dei classici notebook, col
schermo di piccole dimensioni. Rispetto a
tempo hanno iniziato a diventare sostitutivi un UMPC prima maniera, un netbook
e non aggiuntivi, anche a causa della parziale metteva a disposizione uno schermo simile
26
o più grande, una tastiera, un tradizionale
trackpad, con un'autonomia superiore e
ingombri e pesi simili, a un prezzo
nettamente inferiore, e ha avuto subito un
dirompente successo, pur restando una
macchina con un classico sistema operativo
da PC (Windows).
Il vero salto in termini di usabilità (per
applicazioni non di creazione ma di
fruizione di contenuti) si ha però con
l'utilizzo di sistemi operativi concepiti per gli
smartphone, caratterizzati da interfacce
intuitive, dotate di grandi pulsanti semplici
da azionare con un dito e sequenze di
semplici schermate organizzate a fasi e
transizioni, anzichè finestre dense di piccoli
controlli da "centrare" con la precisione di
un pennino.
Il risultato è che i migliori sistemi operativi
per smartphone, ossia iPhoneOS e
Android, risultano perfettamente utilizzabili
con una mano sola che regge il dispositivo
mentre il pollice della stessa mano aziona i
controlli su schermo o scorre le pagine
visualizzate. La semplicità d'uso è tale che,
per esempio, mentre si cammina è possibile
scegliere, acquistare, installare e iniziare ad
usare una nuova applicazione
dell'AppStore, nel giro di 1 minuto, con
appena 5-6 tocchi del pollice di una sola
mano; il confronto, in termini di usabilità,
con lo scomodo e complicato processo
d'installazione di un software per PC è
umiliante per quest'ultimo.
L'adozione di questo tipo di interfaccia
utente "da smartphone" su un dispositivo
con schermo di maggiori dimensioni, come
un tablet, mantiene l'eccezionale facilità e
intuitività d'uso degli smartphone,
aggiungendo la comodità di un display da 710 pollici che permette di vedere
fotografie, video, quotidiani e "e-books" a
dimensione quasi normale.
Mancanza di tastiera fisica.
Se con il dispositivo mobile si devono
creare lunghi documenti o comporre
frequentemente messaggi, immettere dati e
formule in fogli Excel o digitare in
continuazione lunghi indirizzi, i prodotti più
adatti sono altri: dal BlackBerry agli
smartphone con tastiera estraibile, dal
netbook al notebook.
Se però l'impiego previsto è
principalmente la fruizione/consultazione di
contenuti (navigazione web, riproduzione
video, consultazione messaggi con apertura
di allegati come PDF, PPT, DOC e invio di
occasionali brevi risposte, ricezione e invio
di messaggi istantanei, accesso ai social
network, ricerca di
informazioni/mappe/indirizzi, prenotazioni
biglietti di viaggio, consultazione orari,
gestione calendario impegni, lettura notizie
e meteo...), allora la tastiera rappresenta
solo un'inutile zavorra. Eliminarla significa
rendere il dispositivo più piccolo e leggero,
oppure liberare spazio per una batteria più
capace.
Schermo sensibile al tocco.
Il fatto che in assenza di tastiera fisica sia
necessario che almeno lo schermo possa
fungere da dispositivo di input è ovvio. Ci
sono però due tipi di schermo "touch
screen": quello resistivo e quello capacitivo.
Un touch screen resistivo può
generalmente rilevare solo un tocco per
volta, richiede calibrazione e per funzionare
al meglio richiede di applicare una
pressione non trascurabile. Inoltre la sua
trasparenza non è eccezionale, anche a
causa della struttura fisica a strati.
Lo schermo capacitivo, più sofisticato e
costoso, può reagire a tocchi multipli in
posizioni diverse sullo schermo
(multitouch) il che permette di rilevare
gesti come il "pinch-to-zoom", per
ingrandire o ridurre un'immagine facendo
con due dita un gesto a "forbice" o a
"pizzico"; ha inoltre un'ottima trasparenza e
generalmente non richiede alcuna
calibrazione; funziona bene anche solo
sfiorando lo schermo senza alcun bisogno
di premere. E' esteticamente afflitto dal
problema delle ditate, che possono però
essere parzialmente mitigate da
determinati trattamenti superficiali
oleorepellenti.
Sebbene alcuni tablet ultraeconomici in
arrivo sul mercato facciano uso di schermi
resistivi, l'esperienza d'uso che offrono è
senz'altro meno efficace e intuitiva.
L'ondata dei tablet “alternativi”.
Com'era scontato avvenisse, a pochi mesi
dal lancio l'iPad non è più solo sul mercato.
In mezzo a una raffica di annunci di
numerosi produttori, un primo serio
concorrente è già arrivato ed è il Galaxy
Tab di Samsung, da 7 pollici (figura2:
didascalia: Il recente Samsung Galaxy Tab è
un tablet con schermo da 7 pollici e
sistema operativo Android). Al di là delle
sue particolarità, questo prodotto è il
precursore di una vera e propria "alluvione
annunciata" di tablet di ogni marca,
dimensione e prezzo, quasi tutti però basati
sulla stessa piattaforma software: il sistema
operativo Android. Realizzato da Google
partendo dal collaudato Linux come base
di partenza, Android prevede, come
avviene per l'iPhone, un "app store" nel
quale è possibile trovare con facilità
applicazioni di ogni tipo (gratuite o a
pagamento). Anche grazie alla maggiore
semplicità di programmazione - basata sul
noto linguaggio Java e non sull'esotico
Objective C richiesto per lo sviluppo
iPhone - il numero di applicazioni
pubblicate sull'Android Market è in
continua crescita (è stata raggiunta
recentemente quota 100.000) ed è
destinato a raggiungere i livelli dell'App
Store dell'iPad.
C'è da dire che i prodotti alternativi
migliori si posizionano a livelli di prezzo
non dissimili da quello dell'iPad, il che potrà
creare qualche dubbio nei potenziali
acquirenti. I concorrenti, per emergere,
dovranno perciò giocare la carta del
maggior numero di funzioni o dell'assenza
di talune restrizioni "inspiegabili" presenti
invece nel prodotto da battere. Infatti,
aspetti irritanti come la mancanza del
supporto per i molti siti Internet basati
sulla tecnologia Flash, la mancanza di un
vero multitasking, la mancanza di uno slot
per inserire una memory card aggiuntiva, la
mancanza di fotocamere per fotografare o
per videochiamare, la mancanza di funzioni
telefoniche classiche, l'impossibilità per
l'utente di sostituire la batteria, la
mancanza di una radio FM o la mancanza
di porte di collegamento standard, sono
tutte restrizioni tecnicamente superabili e,
infatti, molte sono assenti nei tablet
"alternativi". La pressione competitiva che
ne deriverà sarà di stimolo per la futura
evoluzione dello stesso precursore iPad, a
tutto vantaggio degli acquirenti.
Costi e impieghi dei tablet.
Analogamente a quanto accaduto con i
netbook, in cui l'apripista Asus è stato
immediatamente imitato da tutti gli altri
produttori, anche per i tablet assisteremo a
un rapidissimo allargamento dell'offerta: in
particolare sulla fascia di prezzo media (fra
i 250 e i 400 euro), ma non mancano i
primi "cloni" cinesi, sfacciatamente ispirati
all'estetica dell'iPad, tecnicamente
impoveriti ma venduti a prezzi stracciati,
poco sopra i 100 euro (figura3: didascalia:
l'aPad è uno dei primi "cloni" cinesi
dell'iPad, a un livello assai inferiore come
tecnologia e prezzo). Con prezzi in certi
casi paragonabili a quelli di un buon
telefono cellulare, è facile prevedere che i
tablet entreranno in tutte le case e, forse,
anche nelle cartelle di molti studenti. Il
tablet, infatti, può egregiamente sostituire
un eBook reader, aggiungendovi un'infinità
di altre funzioni utili grazie allo sterminato
parco di applicazioni disponibili. Può
trovare posto nel cesto delle riviste in
soggiorno, può fare da album fotografico,
visualizzatore YouTube, terminale Web da
divano, dispositivo Instant Messaging. Si
presta bene all'uso da parte di persone
non avvezze all'impiego del PC, in quanto
è tendenzialmente intuitivo quanto uno
smartphone ma non richiede ...una lente
d'ingrandimento per interpretare icone
lillipuziane. E può avere un ruolo
importante anche sul lavoro, ad esempio
per proiettare slides nelle sale riunioni,
come "brochure elettronica" durante visite
a immobili o come terminale per
preventivi e immissione ordini nelle vendite
a domicilio.
Per gli impieghi di questo genere la
comodità del tablet è impareggiabile. Al
pari di uno smartphone in standby, infatti,
un tablet è sempre "vigile": si risveglia
istantaneamente ed è subito pronto a
rispondere ai comandi; la sua batteria dura
parecchie ore in uso e settimane in
standby, e la sua vocazione alla connettività
è profonda.
Nulla a che vedere con la sequenza di
accensione di un PC o con l'avvio di
Windows, con i tempi morti, l'antivirus, il
disco frammentato, la batteria che si
scarica subito… e chi più ne ha più ne
metta. Si può ben concludere che il tablet
è destinato a diventare un oggetto
diffusissimo e di uso comune. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Una giustizia telematica.
Rapida, efficace, sicura.
Sono state istituite le modalità attraverso cui i documenti giudiziari, in formato
elettronico, devono essere prodotti, depositati, notificati, consultati e utilizzati
dagli attori pubblici.
I
Maria Gabriella Parlante
Telematico (PCT) ha previsto come aree
prioritarie d’intervento i decreti ingiuntivi, le
l decreto del Ministro della Giustizia
esecuzioni individuali e concorsuali e la
13 febbraio 2001 n. 123 materia previdenziale; da realizzarsi a
“Regolamento recante disciplina
partire da quei Tribunali dove esistono le
sull’uso di strumenti informatici e telematici condizioni strutturali, infrastrutturali e
nel processo civile, nel processo
culturali più favorevoli per l’adozione delle
amministrativo e nel processo innanzi alle
innovazioni tecnologiche, definiti Tribunali
sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti” pilota (Bari, Bologna, Catania, Genova,
- ha posto le basi per la realizzazione del
Lamezia Terme, Milano e Padova).
cosidetto “processo telematico”.
E’ stata programmata l’estensione, nel
tempo, a tutto il territorio nazionale.
Con tale locuzione, si è voluto indicare
Gli uffici giudiziari sono consultabili mediante
l’introduzione di strumenti informatici nei
PolisWeb Nazionale PCT (dati dei Tribunali
tradizionali processi giudiziari e la creazione e delle Corti di Appello che hanno attivato
di collegamenti telematici efficienti tra i
il Processo Civile Telematico, anche solo in
soggetti che partecipano al processo
fase di consultazione) e PolisWeb Siecic (atti
medesimo.
dei procedimenti in cui si risulta essere
Il suddetto decreto costituisce
costituiti come parte nell'ambito delle
completamento ed integrazione della
esecuzioni individuali e concorsuali). Da una
normativa sul documento informatico e
recente verifica, risultano accessibili 291
sulla firma digitale (D.P.R. 513/1997), e
Uffici, di cui 22 Corti d’Appello; 142
rappresenta la prima importante
Tribunali e 127 sezioni distaccate.
applicazione nell’ambito
dell’amministrazione della giustizia dei
Fase di consultazione: il Polisweb.
principi in materia di informatizzazione
Il PolisWeb è il sottosistema costituito
nell’attività della Pubblica Amministrazione, dall'applicazione per la consultazione Web
dettati dall’articolo 15 della legge
delle informazioni contenute nei registri dei
15/03/1997 n. 59 (c.d. Bassanini 1) e dal
procedimenti giudiziari e/o nei documenti
richiamato D.P.R. 513/1997.
afferenti ad un procedimento, in ambiente
repository documentale.
Il progetto PCT.
PolisWeb può essere utilizzato sia in
Sono state istituite, definite, disciplinate ed
ambiente Intranet (all'interno dell'Ufficio
organizzate le modalità attraverso cui i
Giudiziario, per gli attori pubblici) sia in
documenti giudiziari, in formato elettronico, ambiente Internet attraverso il Punto
devono essere prodotti, depositati, notificati, d’Accesso (per gli attori privati).Tutti i
consultati e utilizzati dagli attori pubblici
collegamenti (consultazione, invio e
(personale di cancelleria, giudici, ufficiali
deposito atti) passano attraverso il Punto
giudiziari, Avvocatura della Stato ed
d’Accesso al quale si è iscritti. Quando
Amministrazioni pubbliche) e dagli attori
l’utente cerca di accedere alla sezione
privati (avvocati, CTU, CTP, notai, ed altri
dedicata all’erogazione del servizio
ausiliari) coinvolti nel processo.
Polisweb, il sistema gli chiederà di farsi
Il Piano di diffusione del Processo Civile
riconoscere: sarà, quindi, necessario
28
utilizzare la propria smart-card o business
key, digitando il PIN relativo.
Il sistema, effettuata l’identificazione,
consentirà la consultazione dei registri di
cancelleria e in particolare dei dati dei
procedimenti in cui l’utente risulta inserito:
egli potrà quindi esaminare e ricostruire
tutti gli eventi processuali che si sono
verificati. Con analoga procedura sarà
possibile, allorché attivata, la consultazione
del fascicolo processuale elettronico e dei
provvedimenti del giudice, con la possibilità
di acquisire copia dell’intero fascicolo
processuale e dei provvedimenti del
giudice, dal proprio studio o da qualsiasi
luogo collegato ad Internet.
Il punto d’Accesso o PdA.
E’ l’insieme di hardware, software e
middleware che permette di stabilire una
connessione con il sistema di controllo
degli accessi di PolisWeb, via Internet,
tramite un canale di trasmissione sicuro e
crittografato con il protocollo HTTPS.
Il sistema di controllo degli accessi è attivo
direttamente sui server resi disponibili per il
servizio ed è configurato per il
riconoscimento dei certificati digitali emessi
da uno qualsiasi degli Enti Certificatori
purché inseriti nell’elenco pubblico gestito
da CNIPA (Centro Nazionale per
l’Informatica nella Pubblica
Amministrazione).
Una volta autenticato, l'utente si troverà in
sessione con il servizio PolisWeb, ospitato
sul nuovo server pubblico predisposto
presso il Tribunale, attraverso una
connessione sicura e crittografata; il server
dispone di una copia dell'applicativo
PolisWeb e di un collegamento ad un
secondo server contenente una copia degli
archivi aggiornati alla sera del giorno
precedente. ●
La predisposizione degli atti telematici.
Il deposito telematico di un atto processuale è articolato nelle
seguenti fasi:
• Redazione dellʼatto nei modi usuali;
• Trasformazione del documento nel formato previsto (.xml o
.pdf);
• Sottoscrizione digitale;
• Inserimento degli allegati e dellʼatto nella cosiddetta busta
digitale:
• Cifratura delle busta digitale;
• Invio delle busta digitale.
Lʼesito dellʼinvio è certificato da due messaggi inviati.
rispettivamente dal Gestore Centrale e dal gestore Locale:
• il primo attesta il momento del deposito;
• lʼaltro, la correttezza informatica, logica e formale dellʼatto
inviato.
Lʼutente dovrà quindi gestire e conservare questi due messaggi
che diventano vere e proprie cartoline elettroniche, per potere
dimostrare in qualsiasi momento la correttezza e la tempestività
del deposito telematico effettuato.
I Gestori.
• Il gestore centrale permette lo scambio delle trasmissioni tra
gli Uffici Giudiziari (appartenenti al Dominio Giustizia) e gli
utenti esterni, al fine di permettere, a questi ultimi, la
consultazione del sistema informatico civile e la trasmissione
telematica degli atti.
• Il gestore locale opera negli uffici giudiziari, per:
• ricevere atti dallʼesterno;
• consentire la consultazione di registri e fascicoli;
• trasmettere comunicazioni di cancelleria allʼesterno;
• decriptare i messaggi ricevuti, verificando integrità e assenza
di virus;
• cifrare i messaggi diretti allʼesterno.
Attività.
I professionisti, ausiliari del Giudice e delle parti, hanno a
disposizione software specifici, che consentono di gestire:
• il fascicolo telematico;
• il Punto di Accesso;
• il Live (Polisweb);
• la Posta Elettronica Certificata dedicata del PCT;
• la firma digitale.
I
l progetto denominato Italia Sicur@, varato dal Consiglio Nazionale
degli Ingegneri (CNI) e dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB), e
patrocinato dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e
l’Innovazione, è stato sviluppato al fine di monitorare e intervenire
efficacemente sui livelli di sicurezza informatica della Pubblica
Amministrazione, con particolare riferimento alle Amministrazioni locali. Le
attività e gli obiettivi del progetto saranno presentati ufficialmente entro la
fine del 2010 dagli esperti impegnati nella sua realizzazione. La crescente
utilizzazione delle tecnologie ICT nei processi interni della Pubblica
Amministrazione e nei servizi da essa offerti ai cittadini richiede, nella
maggior parte dei casi, la sicurezza del trattamento dei dati.
A tal fine non è sufficiente definire i protocolli e i requisiti a livello
applicativo (a esempio nel caso della firma digitale, della posta elettronica
certificata o dei servizi sanitari on-line), poiché le protezioni previste
potrebbero essere aggirate se il software è vulnerabile e se i soggetti che
gestiscono tali sistemi non posseggono tutte le conoscenze necessarie per
utilizzare in sicurezza processi e servizi innovativi. Per ridurre
significativamente i rischi di violazione dei sistemi ICT e non
compromettere dati e servizi (che in certi casi, come ad esempio in ambito
Software specifici.
I principali software esistenti sul mercato e dedicati al processo
civile telematico sono:
• Consolle CTU (OpenDotCom);
• Easy PCT (Lexteam);
• Redattore online (Lextel);
• Fallco Esecuzioni web (Zucchetti).
I primi due software operano in locale, i secondi online.
Fornitori di punti dʼaccesso.
Nellʼelenco
pubblico
dei
punti
di
accesso
(http://www.processotelematico.giustizia.it/pdapublic/index.jsp?
sid=1&id=5&pid=5) compaiono quali fornitori di PdA per gli
utenti privati, le seguenti due società:
• Elsag Datamat
(http://www.pdaelsagdatamat.com/pda/PdAHomePage.jsp)
• Lextel (http://www.accessogiustizia.it/index.jsp)
Convenzioni per gli iscritti
Sono in corso di definizione due convenzioni, a favore degli
iscritti allʼOrdine degli Ingegneri di Milano, relative alla firma
digitale ed al punto dʼaccesso.
Normativa.
Nel seguito le leggi ed i decreti emanati, riferibili al PCT.
• Legge 22 febbraio 2010, n. 24;
• D.M. 10 luglio 2009;
• D.M. 17 Luglio 2008;
• Legge 18 Giugno 2009, n. 69;
• D.M. 27 Aprile 2009;
• Legge 6 Agosto 2008 n. 133, art. 51, comma 1 e 2;
• D.M. 29 Settembre 2008;
• D.M. 15 Dicembre 2005;
• D. Lgs. 7 marzo 2005, n. 82;
• D.M. 14 Ottobre 2004;
• D. Lgs. 23 gennaio 2002, n. 10;
• D.M. 24 Maggio 2001;
• D.P.R. 13 Febbraio 2001, n. 123;
• D.P.R. 28 Dicembre 2000, n. 445;
• D.M. 27 Marzo 2000, n. 264;
• Direttiva 1999/93/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 13 dicembre 1999;
• D.P.R. 10 Novembre 1997, n. 513;
• Legge 15 Marzo 1997, n. 59.
sanitario, presentano forti requisiti di protezione) verrà pianificato un
intervento formativo capillare e coordinato che consenta di coinvolgere le
amministrazioni pubbliche, migliorare l’aspetto gestionale del settore e
sanare i sistemi ICT più critici. Gli obiettivi, inoltre, sono la diffusione delle
best practices e l’implementazione delle competenze tecniche in tema di
sicurezza informatica all’interno della Pubblica Amministrazione, anche al
fine di garantire ai cittadini la tutela dei propri dati personali. Per la
realizzazione del progetto è stato istituito un tavolo tecnico, cui
partecipano la Fondazione Ugo Bordoni (FUB), il Consiglio Nazionale degli
Ingegneri (CNI) e DIGITPA. Quest’ultima è un ente pubblico non
economico, con competenza nel settore delle tecnologie dell'informazione
e della comunicazione nell'ambito della pubblica amministrazione. Il CNI
metterà a disposizione gli iscritti all’Albo Professionale nel Settore
“Ingegneria dell’Informazione”, professionisti con elevate conoscenze e
competenze e soggetti al codice deontologico, presenti in tutto il territorio
nazionale. La Fondazione Ugo Bordoni è sottoposta alla vigilanza del
Ministero dello Sviluppo Economico e opera fin dai primi anni ottanta nel
settore della sicurezza ICT, fornendo significativi contributi alla Pubblica
Amministrazione in tale settore. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Laboratorio Milano.
Prosegue il cablaggio
della rete NGAN FTTH
Con 197.000 chilomentri di fibra ottica, la città di Milano è oggi la città
più cablata d’Europa e già dotata di una rete di nuova generazione.
L
Enrico Pietralunga
Telecomunicazioni), è da considerare
ancora oggi come modello a cui si può far
a storia di questa
riferimento. In quegli anni infatti erano
infrastrutturazione parte nel 1999 , addirittura quasi trenta le aziende titolate a
grazie all’iniziativa e all’intuizione di posare infrastrutture nel sottosuolo di
Milano e tutte furono ben coordinate sia
Silvio Scaglia e Francesco Micheli che
tra
di loro sia con gli enti municipali titolari
fondarono Fastweb e grazie a un contesto
dell’acquedotto,
delle fognature,
politico, economico e industriale che stava
dell’elettricità,
del
gas ecc.
conoscendo una nuova fase di sviluppo e di
cambiamento, sia sotto il profilo tecnologico
che sotto quello istituzionale, organizzativo La città venne segmentata in aree
residenziali, ciascuna delle quali venne
e di mercato.
pianificata, progettata e cablata in fibra
ottica in modo indipendente. Tramite
La realizzazione della rete in fibra ottica di
l’URSIT gli operatori presentarono al
Milano è stata resa possibile dal lavoro di
Comune piani triennali che poi vennero
una grande squadra di tecnici capitanata
progressivamente declinati in piani annuali. I
dall’ingegner Guido Garrone.
piani relativi ad una singola area, prima che
potessero partire i lavori, erano soggetti a:
Essenziale è stato poi il contributo del
1) una condivisione (con eventuali
Comune di Milano che partecipò
modifiche) da parte di tutti i soggetti titolati
all’impresa anche tramite l’Azienda Elettrica a posare, così da permettere di raccogliere
Municipale. Fu infatti determinante la
in un unico progetto operativo le esigenze
presenza di persone come Gabriele
puntuali di tutti gli operatori interessati
Albertini e Stefano Parisi, allora
(questo evitava poi di dovere riaprire
rispettivamente Sindaco e Direttore
cantieri nelle stesse strade più volte in un
Generale della città, a rendere attuabile
breve lasso di tempo);
l’intero progetto: l’impatto sul territorio
2) l’approvazione del progetto condiviso
urbano per la realizzazione di 2.350 Km di
(con l’apporto di eventuali variazioni) da
infrastrutture e la posa di 197.000 Km di
parte di tutti gli enti comunali gestori dei
fibra ottica richiedeva infatti sinergia totale
servizi di urbanizzazione primaria;
tra chi operava e chi doveva gestire il
3) l’approvazione finale (con eventuali
territorio stesso.
indicazioni) da parte dell’URSIT.
Sotto questo aspetto, il sistema di
coordinamento che il Comune di Milano, al
fine di minimizzare gli impatti che un tale
volume di cantieri avrebbe inevitabilmente
avuto sulla vita quotidiana dei cittadini, mise
in atto tramite l’URSIT – Ufficio Reti e
Servizi Integrati di Telecomunicazioni (oggi
confluito nel Servizio Occupazione
Suolo/Sottosuolo Pubblico, incardinato nello
Sportello Unico Integrato per le
30
Per gli scavi furono
utilizzate le più avanzate
tecniche di scavo
disponibili a quel tempo: i
cantieri tradizionali dove
venivano posate le
polifore furono infatti
affiancati anche da scavi
effettuati in microtrincea
per collegamenti da
realizzare in breve tempo e da scavi no-dig
(trenchless) per l’attraversamento di sedi
stradali e tranviarie senza causare
l’interruzione del traffico (ed agevolare così
anche un iter approvativo più rapido).
Anche per l’uso di queste nuove modalità
fu importante concordare tra le imprese e
la Pubblica Amministrazione Locale come
operare, al fine di sfruttare le facilitazioni
che le tecnologie offrivano mantenendo
soddisfatte le esigenze specifiche di tutte le
parti coinvolte.
L’architettura di rete di accesso che fu
implementata in quegli anni su Milano (e
poi anche sulle altre maggiori città italiane)
è un’architettura FTTH attiva, caratterizzata
dalla presenza di apparati attivi alla base
degli edifici per l’attestazione degli
utilizzatori e lo switching dei dati. Tale
architettura è detta metro-ring in quanto
raggiunge i vari edifici di una certa area
residenziale tramite degli anelli in fibra
ottica che collegano tra loro gli apparati di
switching.
Fin dall’inizio su tale infrastruttura è stato
possibile erogare servizi che hanno
introdotto nel mercato delle
telecomunicazioni una reale innovazione e
che nel tempo hanno, di fatto, costituito un
modello di riferimento a tutt’oggi ritenuto a
livello mondiale ancora valido. Già dieci anni
fa infatti la rete così realizzata era
compliant alla definizione di Next
Generation Network stilata negli anni
seguenti dall’ITU-T. Su un unico
collegamento a larga banda infatti è stato
possibile integrare, tramite l’uso del
protocollo TCP/IP, sia i servizi di
trasmissione dei dati, sia il servizio di fonia
in tecnologia Voice over IP (VoIP), sia il
servizio di IP TV in due modalità
complementari: Video on Demand e realtime (quest’ultimo tramite l’uso del
italiano di quegli anni anche la banda
trasmissiva resa così disponibile al mercato
residenziale (10 Mb/s sia in download che
in upload) era molte volte superiore anche
a quella che poteva essere allora
normalmente in uso alle grandi aziende o
alle università (ancora tipicamente
collegate con i Circuiti Diretti Numerici a 2
Mb/s) e addirittura di due ordini di
grandezza superiore (più di cento volte!) a
quanto disponibile fino a quel momento
per gli stessi utilizzatori residenziali
principalmente, come già sottolineato, per
la genialità e le capacità di alcune persone
che decisero di collaborare, ciascuno per la
propria parte, ad un progetto ambizioso di
vera innovazione tecnologica e sociale. Ma
è anche importante sottolineare quanto il
tessuto sociale ed economico milanese
costituì l’humus fertile dove l’iniziativa
crebbe fino a diventare una solida realtà.
Questo tessuto sociale contribuì sia
permettendo l’aggregazione di tutte le
competenze necessarie provenienti dalle
radicate realtà industriali presenti nella
Metropoli, sia permettendo di attingere
dalle eccellenze formative (universitarie e
non) della città, in particolare ovviamente
dal Politecnico di Milano.
E questo, come già accennato, negli anni fu
possibile replicarlo, con qualche
adattamento, anche nelle altre maggiori
città italiane.
protocollo di multicasting su IP). L’apertura
di tali servizi nel 2000 rappresentò una
prima assoluta mondiale: era la prima volta
infatti che si erogava un servizio VoIP per la
fonia pubblica (in carrier-class) e che si
realizzava il primo vero video-on demand
completamente fruibile dalla rete (senza
alcuna registrazione in locale) potendo
scegliere tra migliaia di contenuti diversi.
Da sottolineare inoltre che nel panorama
(tipicamente collegati con modem analogici
a 56Kb/s o con Terminal Adapter ISDN
fino a 128 Kb/s).
Se si guarda oggi, si vede come su tale
infrastruttura sia stato possibile fare
crescere i servizi seguendo le esigenze del
mercato. Per esempio, l’offerta sull’IP TV ha
potuto arricchirsi dei contenuti in High
Definition e la medesima piattaforma è
oggi pronta a veicolare anche i
nuovissimi contenuti in 3D. Ma
soprattutto, grazie alla rete
costruita 10 anni fa, si è potuto
offrire nella città di Milano la
connettività a 100 Mb/s al mercato
residenziale. E tutto questo senza
dover apportare modifiche
infrastrutturali, ma solo sostituendo
le Cpe a casa dei clienti.
Tutto questo è stato possibile
Oggi la sfida che l’Italia ha davanti è molto
diversa: oggi il tema della Next Generation
Network riguarda la realizzazione di una
rete di accesso in fibra ottica destinata a
sostituire completamente nel medio/lungo
termine l’attuale rete in rame, almeno per
il 50% della popolazione. E se il modello di
servizio integrato sul protocollo IP e
l’esigenza di arrivare ovunque possibile con
una fibra ottica fino a casa degli utilizzatori
(FTTH) sono ormai aspetti del problema
largamente consolidati e condivisi, le
modalità e le architetture da utilizzare,
ovviamente diverse da quelle scelte dieci
anni fa per altri obiettivi rispetto a quello
attuale di sostituire completamente la rete
in rame, sono ancora da condividere.
Ma in ogni caso il patrimonio che Milano
ha nel suo sottosuolo costituirà un
vantaggio qualsiasi saranno le scelte e i
contesti di servizio che si svilupperanno nei
prossimi anni; questo a dimostrazione del
fatto che se si realizzano progetti che
contengono un reale valore di innovazione
tecnica e sociale, i frutti di tali progetti
continuano a costituire un valore anche nel
futuro, anche in contesti in evoluzione. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Firma Digitale e Posta
Elettronica Certificata:
tanti dubbi.
Gli utenti esperti possono utilizzarla e trarne anche vantaggi. Gli utenti inesperti non
hanno nulla da guadagnare, rischiano solo di fare confusione.
L
Andrea Giulio Sommaruga
'informatica ha reso
apparentemente semplice la
produzione di documenti in
formato digitale; testi, disegni, suoni,
animazioni ed immagini possono essere
realizzati velocemente ed inviati a grandi
distanze in tempi brevissimi grazie alla posta
elettronica ed all'infrastruttura di internet. I
documenti in digitale necessitano di firma e
data certa per avere piena valenza legale.
E' bene non farsi illusioni; i due mondi
cartaceo e digitale sono e sempre saranno
due mondi distinti; sono paralleli, non si
intersecano. Un documento cartaceo nasce,
vive e muore sempre sotto forma cartacea
mentre un documento digitale nasce vive e
muore sempre sotto forma digitale.
La validità di un documento cartaceo è
assicurata dalla presenza di firme autografe,
visti notarili e timbri postali. Nel mondo
digitale invece sono le firme elettroniche, le
marche temporali e le certificazioni di
avvenuta consegna che garantiscono
paternità, inalterabilità dei contenuti e data
certa.
Nel mondo cartaceo la firma è verificata
osservandola; sembra uguale alla firma della
persona quindi è autentico! Un bravo
falsificatore può riprodurre una firma
autografa, un pubblico ufficiale corrotto può
certificare una data retroattiva, un originale
può essere leggermente contraffatto
modificandone il testo. Uno dei capisaldi su
cui si basano i documenti cartacei è
l'onestà degli attori.
Nel mondo digitale le cose sono ben diverse:
un documento firmato digitalmente non è più
alterabile e la firma digitale non è falsificabile.
Per firmare o per verificare la firma di un
documento in formato digitale occorre un
PC, del software ed una connessione ad
internet; un vincolo non da poco!
32
Nel mondo cartaceo c'è sempre e solo la
ragionevole certezza che la firma sia stata
fatta da una determinata persona invece nel
mondo digitale c'è la certezza matematica
che la firma è stata apposta da una
determinata persona o almeno con il
dispositivo di firma (smart card) assegnato
a quella persona. Nel mondo cartaceo
posso sempre appellarmi alla falsificazione
mentre nel mondo digitale no: la
matematica non scherza! La firma digitale
quindi non è ripudiabile!
Una firma elettronica è verificabile solo con
gli strumenti informatici quindi un
documento firmato elettronicamente, se
stampato su carta non è più firmato:
diventa una banale copia non autentica. Per
poterlo stampare serve un pubblico ufficiale
che autentica la stampa ovvero produce
una copia cartacea autentica conforme
all'originale.
Il mondo cartaceo ed il mondo digitale per
ora non sono in concorrenza. Sicuramente
il mondo cartaceo è più comodo per
documenti che devono durare a lungo negli
anni o nei secoli mentre il mondo digitale è
più comodo per documenti che devono
muoversi in fretta e girare tra più persone.
Che cosa vuole dire firmare? Nel mondo
cartaceo è intuitivo, si tratta di apporre
delle sigle sulle pagine di un documento
quindi si tratta di aggiungere informazione
al documento. Nel mondo digitale le cose
funzionano allo stesso modo: si tratta di
aggiungere informazioni ad un documento
in formato digitale.
I documenti in digitale vivono in simbiosi
con i programmi che li hanno generati;
l'aggiunta di informazioni deve essere fatta
in modo conforme al programma che deve
gestire il documento.
Non sempre è possibile inserire la firma
digitale direttamente dal programma di
elaborazione del documento. Nasce quindi
l'esigenza di utilizzare un programma
esterno di firma che deve gestire le
informazioni di firma in modo di non
alterare il documento originale. Attualmente
i programmi di firma generano un nuovo
documento, in formato p7m, che contiene il
documento originale e le informazioni di
firma. I programmi di verifica consentono di
estrarre il documento originale dopo avere
verificato le informazioni di firma; è una
vulnerabilità del sistema,contiene il
documento originale non firmato ed un
malintenzionato potrebbe riutilizzarlo e
spacciarlo per suo!
Potenzialmente tutti i documenti in formato
digitale possono essere firmati digitalmente.
In realtà è bene limitarsi a firmare
digitalmente solo dei documenti che
presentino un sufficiente grado di sicurezza
contro la falsificabilità. Un buon
compromesso è il formato PDF protetto
che consente di ottenere dei documenti
non modificabili.
Allo stato dell'arte il PDF, oltre
all'intramontabile formato solo testo, è il
tipo di documento più semplice e sicuro da
firmare. Per i PDF è stata anche prevista la
possibilità di apporre una firma digitale
grafica ovvero di aggiungere, oltre alla firma
digitale vera e propria, anche una
soprascritta che renda evidente il fatto che
si tratta di un documento firmato
digitalmente.
Posta Elettronica Certificata
Il Decreto Legge 185/2008 “Anticrisi”
dispone l'obbligo per tutti i soggetti
possessori di partita iva di dotarsi di un
indirizzo di posta elettronica certificata.
Di che cosa si tratta? La Posta Elettronica
Certificata, chiamata comunemente PEC, è
un sistema di messaggistica che si pone
l'obiettivo di emulare la tradizionale
Raccomandata con Ricevuta di Ritorno
cartacea. Una Raccomandata con Ricevuta
di Ritorno è semplicemente una lettera
della quale è possibile avere la certezza
dell'avvenuto recapito mediante la ricevuta
di ritorno che vale come prova di
avvenuta consegna in data certa.
La PEC viene proposta come sistema di
messaggistica che fornisce al mittente la
prova con data certa dell'avvenuto
recapito come per le raccomandate,
consente di inviare qualsiasi tipo di
documento in formato digitale.
La prova di invio della raccomandata è la
cartolina che ritorna quando la persona ha
ritirato la raccomandata o quando sono
trascorsi i termini di giacenza. La PEC
invece si considera recapitata quando viene
depositata nella casella postale del
destinatario; è cura del destinatario
controllare periodicamente se ha messaggi!
Per le presone è un compito in più.
La PEC quando è arrivata che fine fa?
Dove viene memorizzata? Essendo un
documento in formato digitale deve essere
conservata sul calcolatore ma agli utenti
non è sempre chiaro dove viene
memorizzata. Se viene letta via webmail o
mediante IMAP i messaggi restano tutti sul
server del provider ma se viene scaricata
con i tradizionali programmi via POP i
messaggi saranno salvati solo sul disco fisso
dell'utente. Attenzione la validità della PEC
e solo in formato elettronico quindi è
necessario garantirsi almeno una copia di
sicurezza!
La PEC deve essere memorizzata in forma
elettronica perché, come tutti i documenti
firmati digitalmente, ha valore solo in forma
elettronica, un'eventuale stampa non ha
valore legale a meno che sia fatta da un
pubblico ufficiale che l'autentica. Nasce uno
strano vincolo con il fornitore di PEC;
dovendo mantenere i messaggi in forma
elettronica che sono sul server del
fornitore della PEC, perdo la liberà di
cambiare fornitore qualora si presenti un
servizio con caratteristiche migliori. Sono in
qualche modo vincolato a chi mi ha
offerto il servizio la prima volta e devo
ricordarmi di rinnovare l'abbonamento allo
scadere dei termini....per sempre!
Che cosa certifica la PEC? Certifica la
paternità del messaggio, il destinatario del
messaggio e la data di invio e ricezione del
messaggio. Attenzione un messaggio di
PEC si intende ricevuto quando è stato
consegnato alla casella postale del
destinatario. La ricezione non ha nulla a
che vedere con la lettura effettiva del
messaggio da parte del destinatario.
Per essere in grado di verificare la paternità
dei messaggi i fornitori di PEC devono
rilasciare le caselle di posta elettronica
certificate solo a persone della cui identità
sono certi. Gli indirizzi di posta elettronica
certificati sono quindi sicuramente indirizzi
associati alla persona che si desidera
contattare contrariamente ai classici
indirizzi di posta elettronica liberi che
vengono rilasciati dai fornitori senza troppe
formalità.
Un messaggio di PEC deve quindi partire
da un indirizzo di PEC e deve essere
destinato ad un indirizzo di PEC perché
abbia la piena valenza legale come Posta
Certificata.
Se da un indirizzo PEC scrivo ad un
indirizzo non certificato il messaggio partirà
lo stesso ma la ricevuta di ritorno
indicherà che l'invio è stato effettuato
come Posta Ordinaria e non come Posta
Certificata; non ha valore legale. Per
l'utilizzo della PEC è quindi indispensabile
procurarsi gli indirizzi PEC delle
controparti...in caso contrario è inutile!
Riassumendo la PEC presenta dei vantaggi
rispetto alle Raccomandate in termini di
velocità di inoltro e di basso costo per
l'invio (zero se non tengo conto dei costi
della struttura) ma presenta anche qualche
svantaggio tra cui il principale è che la PEC
è destinata ad una persona; vuole proprio
quella persona e non ammette deleghe.
Una Raccomandata, in caso di assenza del
destinatario, può essere ricevuta da un
custode o può essere ritirata in posta da
un delegato....insomma una persona che ha
ricevuto l'incarico di sostituirmi in un
periodo di mia assenza magari anche
prolungato! La posta elettronica certificata
invece vuole sempre e solo me. Non
posso dare il compito ad un altro di
riceverla in mia assenza. Per dare questo
compito dovrei fornire le credenziali di
accesso alla mia casella di PEC ma in
questo caso non le posso dare solo il
diritto di ricevere la mia posta: con le mie
credenziali può anche spedire posta firmata
da me. Non è la stessa cosa della semplice
delega al solo ritiro delle raccomandate.
Che cosa voglio arrivare a dimostrare?
Voglio semplicemente dimostrare che la
PEC può essere un ottimo strumento se
ben capito e sfruttato ma può diventare
un vero e proprio incubo se utilizzato
superficialmente o senza la necessaria
competenza.
E' troppo presto per pensare di utilizzare
la posta elettronica certificata? NO: non
per tutti. Gli utenti esperti possono
utilizzarla e trarne anche vantaggi. Gli utenti
inesperti non hanno nulla da guadagnare,
rischiano solo di fare confusione.
E' sicuramente troppo presto per
introdurre la Posta Elettronica Certificata
con un obbligo legislativo: tutti i possessori
di partita IVA dovranno dotarsi di casella
PEC ma tra i possessori di partita IVA ci
sono migliaia di persone che nel loro
lavoro quotidiano non hanno nulla a che
vedere con i calcolatori, non li sanno usare,
a volte non li hanno nemmeno ed ora di
punto in bianco il Legislatore dice che
“dovranno obbligatoriamente dotarsi di
PEC”. Non è solo questione di comperate
un calcolatore ed aprire una casella, si deve
imparare ad utilizzarlo e bene.
Mi rendo conto di essere stato molto
critico sulla PEC ma stiamo parlando di
una cosa complessa, difficile da
comprendere a fondo, resa obbligatoria
per tutti con una Legge e parliamoci
chiaro, non adeguatamente illustrata e
spiegata e forse anche pensata.
In conclusione
Mi metto a questo punto nei panni del
povero utente a cui nessuno pensa e che
nessuno difende. Ho il mio PC in cui negli
anni, senza troppe difficoltà ho installato il
software che uso normalmente per
lavorare, con non poca fatica ho
configurato la posta elettronica certificata
ed ho imparato ad usarla e con l'aiuto
prezioso di amici più esperti sono riuscito
ad avere funzionante anche la firma
digitale. E' ora di cambiare il PC, è
diventato vecchio e lento! Per me, povero
utente che con il PC galleggio a malapena
e non navigo deciso nel grande mare di
internet questa è sicuramente una grossa
difficoltà.
Il mio incubo si riassume in pochi
punti:
•devo procurarmi le versioni
aggiornate dei programmi che
uso abitualmente perché sulla
nuova versione di windows hanno
dei problemi
•devo procurarmi uno scanner ed
una stampante nuova perché le
vecchie al nuovo pc non sono
simpatiche
•devo riconfigurare la posta
elettronica certificata con il
nuovo software che mi chiede
circa le stesse cose
impostandomi le domande in
modo diverso, devo anche
ritrovare i miei messaggi!
•devo reinstallare e riconfigurare
il programma di firma elettronica
Se prima non lo ero e sono
arrivato a questo punto,
indipendentemente dalla mia
professione precedente, adesso
sono diventato finalmente
diventato un informatico!
Per chi desidera continuare una discussione
sul tema è possibile contattarmi per email
all'indirizzo [email protected] senza
timore, non è certificato! ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Il Bilancio
in Ordine.
Pubblichiamo la relazione illustrativa che ha presentato gli andamenti
economici all’interno della strategia e degli obiettivi dell’attività dell’Ordine
nel presente e nel prossimo futuro.
.
I
Tomaso Lamperti
dell’anno scorso e ad oggi ancora in atto.
I costi, grazie alle oculate attività di gestione
n occasione dell’Assemblea generale
corrente, risultano inferiori alla previsione di
ordinaria degli iscritti dell’Ordine degli 77.852 Euro. Occorre riconoscere il merito
Ingegneri della Provincia di Milano,
del brillante risultato economico alla
svoltasi il 23 giugno 2010, dopo una breve gestione avveduta del precedente Consiglio
illustrazione da parte del Tesoriere, è stato
e in particolare del Tesoriere uscente Ing.
approvato il bilancio consuntivo
Domenico Perrone che ringrazio
dell’esercizio 2009 e il preventivo
personalmente per l’eredità che ha lasciato;
economico per l’esercizio 2010.
un grazie particolare anche a tutto il
In merito al Bilancio dell’esercizio 2009, lo
personale operativo.
Stato Patrimoniale evidenzia un incremento Prima di presentare la previsione relativa
del patrimonio rispetto all’anno precedente all’esercizio 2010, nella pagina a fianco
di 52.541 Euro, pari al 4,09% del totale.
vengono riportati gli andamenti delle
L’importo totale dello Stato Patrimoniale
iscrizioni all’Ordine e i risultati del conto
vale 1.873.614 Euro; le immobilizzazioni
economico degli ultimi sei anni di gestione.
valgono il 58% del totale attivo, le
Entrambi i grafici presentano un andamento
disponibilità liquide ammontano al 36%
tendenziale in crescita e questo conforta,
mentre i crediti valgono il 6%. Al 31
sia per quanto riguarda le entrate, che
dicembre 2009 risultano investiti in titoli
coincidono sostanzialmente con le iscrizioni,
797.820 Euro, le disponibilità liquide
sia per quanto concerne la gestione
valgono 678.822 Euro mentre i debiti
ordinaria.
ammontano a 341.087 Euro. Per quanto
I risultati di cui sopra, mettono nelle
attiene il conto economico, la gestione
condizioni di poter pensare al futuro
dell’esercizio 2009 presenta un avanzo di
investendo ulteriormente nello sviluppo
52.541 Euro che va a incrementare il
delle attività dell’Ordine.
patrimonio netto.
In questo senso è stato approvato
La gestione ha prodotto un risultato di gran dall’Assemblea un preventivo economico
lunga superiore alla previsione approvata in 2010 che alloca consistenti risorse
occasione dell’Assemblea ordinaria del 24
economiche nella direzione della crescita
giugno 2009. Il risultato si è ottenuto grazie dell’Ordine in termini di visibilità ed
ad un importante lavoro di contenimento
autorevolezza. Sul fronte ricavi si conferma
dei costi, mantenendo i ricavi in linea con il l’intenzione di non modificare in alcun modo
previsto, senza incremento alcuno delle
il valore delle quote di iscrizione, da un lato
quote di iscrizione. Nella pagina accanto,
ipotizzando che gli investimenti previsti
per grandi capitoli, si riportano le tabelle di possano contribuire significativamente alla
sintesi del preventivo e del consuntivo
crescita degli iscritti e quindi al valore della
2009 con i relativi scostamenti dal budget e produzione, dall’altro per tenere conto delle
i valori percentuali di peso sul totale dei
difficoltà di ciascuno alla luce della crisi
ricavi e dei costi.
finanziaria che sta condizionando il mercato.
Il valore della produzione evidenzia un
Per quanto relativo ai costi, si evidenziano i
sostanziale pareggio, il valore negativo più
principali capitoli di spesa, in particolare
consistente, rispetto al previsto, riguarda i
quelli che mostrano significative differenze
proventi finanziari che hanno risentito della rispetto al conto economico consuntivo
crisi finanziaria manifestatasi nel corso
dell’esercizio 2009:
34
PRESTAZIONI DI SERVIZI:
i principali scostamenti sono da individuarsi
nell’incremento di servizi resi all’Ordine
dalla Fondazione dell’Ordine in termini di
seminari ed eventi gratuiti per gli iscritti,
nell’intenzione di rinnovare profondamente
il sito internet e nella necessità, a norma di
legge, di dotarsi di un regolamento interno
coerentemente allo stato giuridico di Ente
pubblico non economico dell’Ordine.
SPESE DI GESTIONE E
GENERALI: si confermano in linea con
l’anno precedente; si sottolinea la drastica
riduzione dei costi per spese stampa ed
invio circolari che, nel 2009, sono stati
condizionati dalla presenza delle Elezioni
del nuovo Consiglio e della comunicazione
relativa alla PEC.
PARTECIPAZIONE AD ESAMI DI
STATO: previsto un capitolo di spesa per
il contributo che l’Ordine dà allo
svolgimento degli Esami di Stato.
COMUNICAZIONE: l’investimento va
nella direzione di valorizzare l’attività e la
funzione dell’Ordine e rilanciarne
l’immagine complessiva sia verso gli iscritti
che, soprattutto, verso il mondo esterno.
QUALIFICAZIONE: si valorizza in
questa voce di spesa il progetto di
qualificazione degli iscritti, attività che, come
sottolineato dal Presidente, risulta strategica
per lo sviluppo dell’Ordine.
Sulla base di quanto sopra esposto, il
preventivo economico relativo alla gestione
2010, approvato dall’Assemblea, presenta
un disavanzo di 104.900 Euro. Sarà
impegno di tutti mettere in atto le azioni
finalizzate a contenere la perdita prevista,
crediamo però che i risultati che sapremo
ricavare dai progetti 2010, giustifichino
l’investimento e nel tempo possano
ampiamente ripianare il disavanzo. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
L’ELENCO completo delle
Commissioni dell’Ordine.
PER L'ETICA PROFESSIONALE
Presidente: Patrizia Giracca
Piantato, Giorgio Proietti, Alberto Ricci, Michele Rossi, Angelo Selis,
Dante Segrini, Andrea Sommaruga, Giancarlo Volpi.
Chiara Battistoni, Ermenegildo Bardelli, Paolo Brèan, Alessandro QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
Buccellati, Domenico Perrone, Paolo Pisoni, Luigi Rainero, Alberto Presidente: Luciano Fassina
Sartori, Matilde Schiavoni, Carlo Valtolina.
Chiara Battistoni, Stefano Farné, Gabriella Parlante, Federico Perotti,
Gabriele Perucci, Paolo Schgor.
ESPERTI PER LA REVISIONE DELLE PARCELLE
PROFESSIONALI
STRUTTURE
Presidente: Luigi Rainero
Presidente: Bruno Finzi
Luigi Ernesto Amman, Giovanni Bosisio, Erberto Botti, Gianni Capè,
Michele Coffano, Giovanni Contini, Piercarlo Guaineri, Mauro Danilo Campagna, Michele Capé, Claudio Chesi, Arturo Donadio,
Langfelder, Giampiero Montalti, Giovanni Papetti, Gabriella Parlante, Mauro Giuliani, Pietro Romani, Paolo Rugarli.
Gabriele Perucci.
IMPIANTI
Presidente: Giuseppe Rapisarda
ORDINAMENTO PROFESSIONALE
Presidente: Federico Perotti
Sergio Damiani, Antonio De Marco, Giuseppe Giacco, Claudio Mosca,
Mario Balzaretti, Gianni Capé, Luciano Fassina, Ambrogio Girotti, Maurio Rossetti Conti, Franco Raggi, Marcello Stermich.
Angelo Lucchini, Francesco Maffioli, Enrico Memmo, Edoardo Rovida,
CATASTO
Luca Strada, Pietro Vasco Tola.
Presidente: Flavio Tresoldi
FORMAZIONE - EDUCAZIONE - AGGIORNAMENTO
Giampiero Alliori, Giangiacomo Barrile, Franco Citterio, Cesare Cogni,
Presidente: Chiara Battistoni
Pietro Fontana, Paolo Lorenzetti.
Gruppo FE-Formazione/Educazione:
Maurizio Abrate, Mario Amadasi, Nicola Barbera, Franco Baretich, QUALITA'
Silvio Bosetti, Sergio Cerutti, Gianni Confalonieri, Salvatore Presidente: Luigi Gaggeri
Crapanzano, Luciano Fassina, Bruno Finzi, Luigi Gaggeri, Patrizia
Giracca, Franco Luraschi, Enrico Pio Mariani, Riccardo Pellegatta, Antonio Aprea, Stefano Calzolari, Maurizio Conti, Giuseppe De Marte,
Federico Perotti, Domenico Perrone, Luigi Rainero, Giuseppe Stefano Farné, Enrico Memmo, Fabio Pasello, Enrico Pogliani, Elena
Roacchi, Bruno Zanini.
Rapisarda, Marco Trani, Flavio Tresoldi.
LE COMM
Gruppo A - Aggiornamento Professionale:
Elena Baj, Mauro Bagagiolo, Gabriela Bonavoglia, Pierluigi Brivio,
Claudio Cardosi, Vittorio Carnemolla, Paolo Casolo, Stefano Farnè,
Mario Garassino Maria Pina Limongelli, Claudio Magistroni, Antonio
Mancini, Guido Martinelli, Marcello Miani, Caterina Mietner, Giorgio
36
INDUSTRIA
Presidente: Silvio Bosetti
Silvio Aquino, Maurizio Brown, Marco Cecchini, Gianfranco Conca,
Massimo Chindemi, Claudio Cardosi, Dino Dini, Paolo Jurkic, Maria
*
Cristina Motta, Alberto Pianta, Massimo Santi, Matilde Schiavoni.
ENTI PUBBLICI
Presidente: Antonio Acerbo
Aurelio Cacace, Alessandro Buccellati, Aristide Capra, Valeria Dolcetta,
Angelo Ferraresi, Pier Paolo Perez, Piero Ravetta e Antonio Vettese.
GIOVANI
Presidente: Maurizio Abrate
Giacomo Andriola, Massimiliano Grosso, Davide Luraschi, Massimo
Mariani, Attilio Pessina, Simone Pessina, Daniele Russo, Roberto
Tomassucci.
SICUREZZA E IGIENE SUL LAVORO
Presidente: Franco Baretich
Adriano Bacchetta, Mauro Bagagiolo, Raffaello Basile, Enrico Brigoli,
Paolo Maria Crivelli, Francesco De Bartolomeis, Pietro Freschi,
Giovanni Gambino, Fabio Gavino, Antonio Lago, Ottavio Lecis, Chiara
Lecis, Mauro Loconsolo, Maria Cristina Motta, Marcello Miani,
Demetrio Nava, Fabio Pasello, Stefano Pelucchini, Enrico Persico,
Giorgio Pomesano, Giuseppe Gustavo Quaranta, Calogero Roxas,
Sergio Vianello.
SICUREZZA CANTIERI
Presidente: Marco Trani
Enrico Luigi Arini, Luca Beretta, Pasquale Frezza, Daniele Pesco.
SICUREZZA ANTINCENDIO
Presidente: Franco Luraschi
BIOINGEGNERIA
Presidente: Sergio Cerutti
Elena Baj, Anna Maria Bianchi, Alberto Caleca, Marco Ciboldi, Stefano
Farné, Ugo Garbarini, Paolo Lago, Giuseppe Giovanni Lalli, Carlo
Mambretti, Paolo Pessina,
Monica Sivo, Vincenzo Ventimiglia.
NANOTECNOLOGIE
Presidente: Alberto Cigada
Silvio Abati, Massimiliano Bestetti, Marco Bianchessi, Mario Biserni,
Carlo Bottani, Alberto Caleca, Corrado Carretti, Furio Gramatica, Paolo
Jurkic, Giuseppe Giovanni Lalli, Roberto Millini, Paolo Pignatelli,
Biagio Principe, Alberto Redaelli, Giuseppe Vittori.
ENERGIA
Presidente: Enrico Cerrai
Nicola Barbera, Franco Baretich, Gabriele Bertholet, Alberto Caleca,
Paolo Capelli, Pier Antonio Casellato, Paolo Chiastra, Gianfranco
Conca, Flavio Ferrari, Flavio Parozzi, Marcello Scotto.
INFORMATICA
Presidente: Enrico Pio Mariani
Pierangelo Aloisi,Gabriela Bonavoglia, Isabella Caramatti, Luciano De
Stefani, Francesco Giovannini, Massimiliano Grosso, Andrea Manzato,
Giorgio Parrella, Marco Re, Gianluca Sironi, Andrea Guido
Sommaruga, Francesco Soro, Lorenzo Viganò, Luigi Zanderighi,
Stefano Zanero.
TELECOMUNICAZIONI
Presidente: Gianni Confalonieri
Pietro Antonacci, Maurizio Bechelli, Lorenzo Brignole, Giuseppe
Bogani, Ambrogio Carenzi, Oreste Ceravola, Nicola Clemeno, Fabio
Collamati, Giovanni Contini, Eugenio Galli, Paolo Lombardi, Luca Giacomo Andriola, Maria Bartolomeo, Massimo Bertolotti, Franco
Marzola, Silvestre Mistretta, Alice Pizzoccheri, Anna Reggiori, Attilio Boffelli, Marco Manlio Brambilla, Alessandro Carone, Michele
D’Amico, Gianni Costantino De Santis, Anastasi Santi Domenico,
Scalise, Enrico Schiatti.
Edoardo Cottino, Francesco Crescentini, Claudio Invernizzi, Claudio
Magistroni, Giuseppina Moretti, Marco Mussini, Aldo Paraboni,
URBANISTICA
Giordano
Picchi, Enrico Pietralunga, Francesco Romeo, Guido Tartara,
Presidente:Riccardo Pellegatta
Angelo Testa, Lorenzo Viganò, Gianluca Sironi.
Franco Caputo, Vittore Ceretti, Salvatore Crapanzano, Luigi Decio,
Massimo Giuliani, Angelo Lorenzi, Luigi Masella, Mauro Mereghetti,
Mario Rossetti, Gianluigi Sartorio, Alessandro Toccolini, Dario Vanetti. INGEGNERIA FORENSE
Presidente: Giovanni Contini
AMBIENTE
Presidente: Mario Amadasi
Raffaele Bersaglio, Giancarlo Conci, Antonio De Marco, Anna
Guerriero, Patrizia Giacca, Maurizio Vannucchi, Giacomo Viganò.
Luciano Brusaferro, Libero Cannarozzi, Pier Antonio Marco Casellato,
Lorenzo Del Felice, Alba De Salvia, Daniele Fraternali, Maurizio
Gandolfo, Gianluca Gurrieri, Giancarlo Majocchi, Beatrice Majone, M. CONSIGLIO DELL'ORDINE
Evelina Saracchi, Franco Sironi, Maurizio Vannucchi, Domenico Presidente Stefano Calzolari
Zampaglione.
MISSIONI
INFRASTRUTTURE, TRASPORTI
Presidente: Salvatore Crapanzano
Segretario Aldo Franchi
Tesoriere Tomaso Carlo Lamperti
Consiglieri: Chiara Battistoni, Silvio Bosetti, Alberto Caleca,
Alberto Avanzini, Angelo Bargigia, Stefano Bernardi, Nino Bosco,
Bruno Finzi, Massimo Giuliani, Franco Luraschi, Enrico
Maurizio Brown, Giovanni Cappellari, Ignazio Carbone, Roberto Ceresoli,
Michela Chiorboli, Ezio Facchin, Pietro Gelmini, Giuseppe Grassi, Ettore Memmo, Anna Minotti, Maria Cristina Motta, Riccardo
Kluzer, Luigi Legnani, Antonio Mancini, Paolo Morlacchi, Dante Segrini. Pellegatta, Alberto Pianta, Maria Gabriella Signorini
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
I servizi dell’Ordine.
Assistenza legale:
Avv. Giancarlo Conci
Riceve il mercoledì a settimane alterne dalle 17 alle 18.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine
Assistenza Fiscale:
Dott. Maurizio Riva
Riceve il martedì a settimane alterne dalle 17 alle 18 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine
Problematiche del lavoro:
Avv. Nadia Restivo
Riceve il primo lunedì del mese dalle 17.30 alle 19 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine
Assistenza tariffaria:
Componenti Commissione Parcelle
Su appuntamento telefonando alla Segreteria dell’Ordine
Assistenza informatica:
Dott.ing. Andrea Sommaruga
Riceve ogni primo martedì del mese non festivo su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine
Recapito E-mail: [email protected]
Sportello Giovani:
Dott. ing. Luigi Rainero
Riceve ogni lunedì dalle 17.30 alle 18.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine
Cassa Nazionale Ingegneri ed Architetti e temi collegati:
Dott ing. Angelo Selis
Riceve lunedì e martedì dalle 16 alle 18.30 a settimane alterne su appuntamento presso la Segreteria dell'Ordine
Delegati INARCASSA.
I delegati INARCASSA, espressi dagli iscritti all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano con le elezioni di
quest’anno, sono l’Ing. Silvia Fagioli e l’Ing. Arturo Donadio. Silvia Fagioli è al secondo mandato ed a Roma è stata
anche eletta nel C.d.A. di INARCASSA.
Gli Ingegneri Fagioli e Donadio sono disponibili a soddisfare le eventuali richieste di chiarimenti od informazioni in
genere che gli iscritti volessero loro inoltrare e dedicando una o due mezze giornate al mese al ricevimento dei
colleghi presso l’Ordine e si impegneranno ad uno stretto rapporto con l’Ordine, finalizzato alla conoscenza delle
principali attività e tematiche trattate da INARCASSA nei prossimi 5 anni.
Ing Silvia Fagioli
Email: [email protected]
Email Certificata: [email protected]
Telefono Mobile: 339 4895042
Ing. Arturo Donadio
Email: [email protected]
Email Certificata: [email protected]
Telefono Mobile: 335 5732349
COACHING
di guida.
Un seminario - workshop particolare sulla guida sicura,
un’opportunità raccolta con favore da molti colleghi.
Torniamo a parlarne.
C
oaching di Guida® è un
rivoluzionario corso di guida
sicura che consente a chiunque
abbia una patente valida di avere al suo
fianco un pilota o un esperto del settore
automobilistico.
Solitamente chi vuole migliorare la propria
guida si reca in pista dove guida un’auto
diversa da quella a cui è abituato e in
condizioni differenti da quelle stradali.
Il Coaching di Guida®, invece, mette per la
prima volta a disposizione in Italia coach ed
esperti che erogano un corso di guida
sicura direttamente a bordo dell’auto del
cliente e sulle sue strade.
I Coach analizzano la guida del cliente e,
grazie ad un esclusivo rapporto 1 a 1, ne
aumentano la sicurezza e ne diminuiscono i
consumi. In questo modo, anche l’Ambiente
ringrazia! Il tutto rispettando rigorosamente
il Codice della Strada, anzi imparando a
conoscerlo approfonditamente per evitare
errori pericolosi e spesso costosi.
Avere un pilota accanto sulla propria auto
è come fare un’esclusiva lezione da sci da
soli con un maestro e non con altre
persone.
Il tutto nella propria città e sulle strade che
si percorrono quotidianamente.
Il Coaching di Guida® è particolarmente
indicato per tutte quelle aziende che
necessitano di ridurre i consumi della
propria flotta, di diminuire l’incidentalità
delle proprie auto e di motivare i
collaboratori attraverso un team-building
decisamente creativo.
La normativa vigente obbliga tutte le
aziende a fare lavorare i propri uomini in
condizioni di sicurezza.
Un pilota al loro fianco è il modo migliore
per rispondere a questa esigenza.
Il Coaching di Guida® è in grado di
realizzare eventi a sfondo racing sia in pista
sia in alcuni fra i più divertenti kartodromi
italiani.
Presso l’Ordine degli Ingegneri di Milano, il
Coaching di Guida® ha già tenuto un
workshop sulla sicurezza stradale e sulla
presentazione dei corsi con un pilota
accanto, tenuto dal Direttore Roberto Rasia
dal Polo e dal Responsabile coach Marco
Zappa.
Per chi volesse prenotare il proprio corso
di guida personalizzato basta mandare una
mail con i propri dati al seguente indirizzo:
[email protected] ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Un piano di sviluppo
per la Fondazione.
Il piano di sviluppo si articola in otto punti che dettagliano i passi auspicabili,
sia da un punto di vista di contenuti che di strutture e qualità dei servizi
offerti.
L
Lorna Beretta
a Fondazione dell’Ordine degli
Ingegneri di Milano intende
rappresentare un punto di
riferimento vitale per gli iscritti ed al
contempo per tutti gli ingegneri giovani e
meno giovani anche per raggiungere
sempre più interlocutori sul territorio e
poter stabilire nuove collaborazioni,
iniziative, dialoghi, con altri ordini
professionali, con il mondo accademico e
quello imprenditoriale, con gli enti pubblici
e le organizzazioni che a vari livelli
incidono sullo sviluppo tecnico-scientifico e
culturale di Milano. A supporto di tale
obiettivo è in fase di sviluppo un piano di
comunicazione per posizionare la
Fondazione quale reale e pro-attivo punto
di riferimento insostituibile. Milano è in
rapida trasformazione: la riposta alle
molteplici e nuove esigenze, come ad
esempio nel campo della bioingegneria,
dell’energetica, delle nuove frontiere
nell’edilizia e nella gestione e salvaguardia
del territorio, richiede un ingegnere
sempre più preparato e attento a cogliere
le incredibili opportunità, anche di lavoro,
che questa città in questo momento offre.
Il piano di comunicazione della Fondazione,
il cui sviluppo è stato affidato ad un esperto
in materia di comunicazione, si propone di
posizionare la Fondazione nell’arena
mediatica con una distintiva identità visiva.
I punti del piano di sviluppo
Ampliamento offerta formativa
a. Ideazione di nuovi corsi su indicazioni delle commissioni con
la regia di FEA (si vedano anche i prospetti allegati)
b. Corsi di aggiornamento in collaborazione con università e/o
istituti di ricerca e formazione
c. Collaborazione con enti quali Regione, Provincia, Comuni, altri
Ordini professionali, Assolombarda, etc.
d. Espansione delle attività formative e culturali, dibattiti, visite
d’istruzione e proposte culturali con sponsorizzazioni
e. La Fondazione sta inoltre monitorando le offerte formative ad
oggi esistenti nel territorio milanese per la formazione
professionale degli ingegneri al fine di stare al passo con la
concorrenza e identificare il valore aggiunto che la essa può
dare e/o individuare valide collaborazioni.
Miglioramento dell’efficienza e dell’ efficacia
f. Maggior sinergia e condivisione dei servizi con l’Ordine degli
Ingegneri: centralino telefonico, sportello, informazioni,
segreteria di back office.
g. Contenimento dei costi dei servizi annessi ai corsi
40
Al contempo si moltiplicheranno anche gli
strumenti di comunicazione: partendo dal
nuovo sito fino ad arrivare ad una vera e
propria strategia di marketing virtuale,
passando per la carta stampata. In sintesi la
Fondazione, quale braccio operativo
dell’Ordine degli Ingegneri, vuol diventare
promotore di una cultura incisiva e
aggiornata per promuovere la
professionalità degli ingegneri a 360 gradi.
Il piano di comunicazione segue e rafforza,
dal punto di vista divulgativo, i temi di
sviluppo qui sotto sinteticamente riportati ●
migliorando il servizio al cliente (utilizzo del sito e
potenziamento dello stesso con nuove tecnologie: iscrizioni e
pagamenti online, costituzione di una blackboard per i corsi,
possibilità di forum, biblioteca online, e a lungo termine
possibilità di Formazione a Distanza, etc.)
h. Accordi con altri ordini per proposte formative innovative e
rispondenti alla domanda ed alle esigenze attuali.
Consapevolezza dello scenario
● Norme legislative che prevedono obblighi formativi continui
generati autonomamente
● Necessità di un costante aggiornamento professionale
Si rivela la necessità di:
● Predisporre contenuti formativi e attuali
● Organizzare attività complementari alla formazione
tradizionale (visite - internship – scambi professionali con altri
paesi; informazioni su convegni e workshop che trattano temi
innovativi e d’avanguardia e rilevanti per la professione
dell’ingegnere)
● Monitoraggio dell’apprendimento e relativa valutazione del
miglioramento di performance a seguito degli eventi offerti dalla
Fondazione
gli Eventi della Fondazione
CORSI DI FORMAZIONE PROGRAMMATI DA NOVEMBRE 2010 A INIZIO 2011
ACUSTICA IN EDILIZIA: PROGETTO E •La metodologia ispettiva e la professione di
VERIFICHE DEI REQUISITI PRESTA- ispettore
ZIONALI.
Responsabile del corso: Ing. Luigi Gaggeri
Presidente Commissione Qualità Ordine
Per raggiungere lʼobiettivo del corretto Ingegneri Milano, Membro del Comitato di
isolamento acustico il Professionista deve Indirizzo e Garanzia di Accredia.
ormai confrontarsi con una vasta
legislazione e normativa tecnica. Il corso Dal 14/1 al 18/3 2011 (venerdì dalle ore
illustra il percorso che, a partire dalle 09:00 alle ore 13:00) Quota di iscrizione 600
prescrizioni di legge, attraverso i Euro + IVA.
fondamenti della progettazione, consegue i Seguiranno tre mezze giornate dedicate
requisiti accertati anche con le verifiche alle prove finali per un totale di 40 + 12 ore.
previste dalla recente UNI 11367 “Acustica
in edilizia – Classificazione acustica delle VI CORSO CERTIFICAZIONE ENERGEunità immobiliari – Procedura di valutazione TICA DEGLI EDIFICI.
e verifica in opera”.
Direzione del corso:
LʼOrdine degli Ingegneri della Provincia di
Ing. Giorgio Campolongo, Esperto di Milano, in ottemperanza a quanto previsto
acustica
dal D.M. 192 del 19 agosto 2005 e ss. mm.
Ing. Giuseppe Rapisarda, Presidente ii., promuove una nuova e aggiornata
Commissione Impianti Ordine Ingegneri edizione del corso di formazione per la
Milano
certificazione energetica. Lʼorganizzazione
del corso viene affidata alla Fondazione
Dallʼ 11/12 2010 al 29/01 2011 (sabato dalle dellʼ Ordine degli Ingegneri della Provincia
9 alle 13 per un totale di 20 ore)
di Milano.
Quota di iscrizione 300.00 Euro + IVA
Questa edizione illustrerà le normative di
recente emanazione (D.L. 112 del 25
DEONTOLOGIA E PROFESSIONE
giugno 2008 convertito nella Legge 133 del
Il Codice di Comportamento degli 6 agosto 2008; regola UNI TS 11300) e DM
Ingegneri.
26-06-2009 (Linee Guide Nazionali) dando
anche il dovuto spazio alla nuova DGR dalla
Riesame delle Norme Deontologiche e della Regione
Lombardia
sullʼargomento.
loro attualità
Frequentando le 80 ore, distribuite su 20
Deontologia, Qualità della Prestazione e pomeriggi, di cui si compone il corso e con
Compensi professionali
il superamento di un esame finale che
Lʼincontro è particolarmente dedicato ai dimostri lʼacquisizione delle nozioni e delle
giovani Ingegneriche si sono recentemente metodologie della certificazione energetica,
iscritti allʼOrdine.
sarà rilasciato un attestato che consentirà
lʼinserimento negli elenchi della Regione
Relatori:
Lombardia.
Ing. Patrizia Giracca
Presidente Commissione Etica Profes- Direzione: Ing. Giuseppe Rapisarda
sionale
Presidente Commissione Impianti; Ordine
Ingegneri Milano.
Ing. Domenico Perrone
Membro Commissione Etica Professionale Dal 19 gennaio al 1 aprile , 2011 dalle 14.30
alle 18.30 (per un totale di 80 ore)
Ing. Luigi Rainero
Quota di iscrizione 1000 Euro + IVA
Presidente Commissione Revisione Parcelle Professionali
IL PROJECT MANAGEMENT DEL
PROGETTO E DELLA REALIZZAZIONE
Mercoledì 15 dicembre 2010 ore 17.30
EDILIZIA E IMPIANTISTICA.
LA VERIFICA E LA VALIDAZIONE DEL
PROGETTO SECONDO IL D.LGS 163/06
ED IL RELATIVO REGOLAMENTO.
•Una nuova attività per gli studi
professionali per la verifica di opere al di
sotto di 20 milioni di Euro
•La certificazione degli studi di ingegneria
specificatamente per lʼattività di Verifica ai
fini della Validazione (Norma UNI EN ISO
9001:2008)
•Lʼaccreditamento degli enti locali tipo B e
delle società di ingegneria e degli studi
professionali quali tipo C (Norma UNI CEI
EN ISO/IEC 17020:2005)
Docente di Project Management presso
master Universitari allʼUniversità degli Studi
di Brescia
Dal 28/4 al 7/7 2011 (giovedì dalle ore
14:30 alle ore 18:30) Quota di iscrizione 600
Euro + IVA
Seguiranno tre mezze giornate dedicate
alle prove finali per un totale di 40 + 12 ore
Seminario Harpaceas con il Patrocinio della
Fondazione dellʼOrdine degli Ingegneri di
Milano
Analisi e verifiche di elementi di sostegno
flessibili nellʼambito dellʼNTC2008 e degli
EUROCODICI
Corsi di lingua presso Berlitz
per gli iscritti allʼOrdine degli
Ingegneri di Milano.
Grazie ad un accordo tra Berlitz e la
Fondazione dellʼOrdine degli Ingegneri di
Milano sono disponili corsi con la possibilità
di concentrare lo studio della lingua scelta
su temi tecnici e business per settore di
industria.
Possibilità offerte agli iscritti tra 42 lingue
disponibili:
A) FORMAZIONE INDIVIDUALE
Programma di 30 Lezioni di 45ʼ cad.
Costo agli iscritti Euro 1266 anziché Euro
1386 - Materiale didattico incluso
Livello iniziale da verificare con test
disponibile su www.berlitz.it
B) FORMAZIONE IN PICCOLI GRUPPI
AZIENDALI (tra 4 e 6 persone)
Programma di 40 lezioni di 45ʼ cad.
Costo agli iscritti 1812 Euro anziché 2052
Euro
C) FORMAZIONE INDIVIDUALE- BERLITZ
VIRTUAL CLASSROOM
Programma di 30 lezioni di 45ʼ cad.
Costo agli iscritti Euro 1086 anziché Euro
1386 - Materiale didattico incluso
D) INSERIMENTO NEI GRUPPI GIAʼ
ORGANIZZATI DA BERLITZ
Programma 52 lezioni di 45ʼ cad. in piccoli
gruppi di 4/8 partecipanti
Costo agli iscritti Euro 576 per persona
Il corso fornisce le basi per operare come anziché 602 - Materiale didattico incluso
soggetto responsabile ed unico punto di E) Opzione FORMAZIONE SELF STUDY –
riferimento per il coordinamento delle Licenza valida 12 mesi
attività progettuali specialistiche e di tutti i
processi necessari per la realizzazione di Formazione linguistica personalizzata
un progetto di costruzione.
online con 70 lezioni e più di 1000 esercizi
Il corso di Project Management offre quindi corredati da audio, testi, ascolto e lettura.
una valida prospettiva al professionista Costo agli iscritti Euro199 come da
nella misura in cui lʼattività di Project promozione (anziché Euro 280 costo pieno)
Management è in grado di associare I corsi si svolgeranno presso Berlitz in via
incentivi economici al raggiungimento degli Larga 8, Milano
obiettivi prefissati ed assicura al
Committente il controllo della realizzazione Iscrizione presso Berlitz Language Centers,
del progetto nel modo desiderato.
Via Larga, 8, Milano.
Responsabile del corso: Ing. Luigi Gaggeri
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Più ingegneria,
più qualità della vita.
Il tema di un concorso promosso
dall’Ordine di Cosenza.
S
i chiama "Più ingegneria, più qualità
della vita”, ed è un concorso
promosso dall’Ordine di Cosenza e
dalla Fondazione Mediterranea per
l'Ingegneria col patrocinio del Consiglio
Nazionale degli Ingegneri. Si tratta di
un'iniziativa unica in italia che intende
premiare le migliori illustrazioni,
accompagnate da un breve slogan, che
saranno capaci di rappresentare il ruolo e
la figura dell'Ingegnere e l'importanza
dell'ingegneria per il progresso ed il
benessere della società. In particolare il
concorso prevede due sezioni: una
riservata agli ingegneri ed agli studenti di
ingegneria ed un'altra aperta a tutti. il
vincitore di ciascuna sezione riceverà un
premio in denaro (1500 Euro). I migliori
lavori saranno utilizzati per le manifestazioni
organizzate dall'Ordine degli Ingegneri di
Cosenza e dalla Fondazione Mediterranea
per l'Ingegneria ed, infine, con i primi 12
elaborati verrà composto il "Calendario
dell'Ingegneria 2011".
Il concorso ha dunque un duplice obiettivo:
comprendere come la società vede e
considera gli Ingegneri e richiamare
l’attenzione della collettività e delle
Istituzioni sul ruolo determinante che
assume l’ingegneria quando si vogliono
innovare i modi di vivere e di relazionarsi.
intende, inoltre, sollecitare la riflessione sulla
necessità di tutelare e sostenere la qualità
del lavoro svolto dagli ingegneri. Quanta
tecnologia ed ingegneria c’è, infatti, in ogni
luogo ed in ogni attività umana? Una
presenza costante e sostanziale, che risulta
spesso invisibile agli occhi di chi se ne
avvale. Gli ingegneri progettano e
gestiscono impianti, sistemi, attrezzature,
EXPO Edilizia.
strutture, tecnologie e tante altre cose che
addirittura allungano la vita e ne accrescono
la qualità.Tutto ciò è spesso ignorato, svilito
dalla tendenza dominante di considerare
come una mera attività di servizio questa
professione che, invece, deve caratterizzarsi
per le competenze e le creatività che
esprime. "Più ingegneria, più qualità della
vita" vuole, dunque, contribuire al
recupero di una corretta
immagine della professione,
rafforzare il senso di identità
della categoria e produrre una
riflessione positiva all'interno ed
all'esterno del variegato mondo
dell' Ingegneria.
Questo il link dove è possibile prendere visione
del bando completo del concorso:
http://www.ordineingegnerics.it/Index.aspx?idse
Temi importanti, grandi opportunità. La quarta edizione si è svolta alla
Fiera di Roma e ha rappresentato una finestra importante per il Paese.
R
iqualificazione, restauro,
architettura e bioedilizia: questi i
temi di Expoedilizia 2010, decine
di incontri e dibattiti per guardare al futuro
delle costruzioni.
La 4a edizione di Expoedilizia che si è
svolta dall’11 al 14 novembre alla Fiera di
Roma è la Fiera professionale per l'edilizia e
l'architettura che intende porsi al servizio di
aziende, operatori professionali e
associazioni di categoria.
La manifestazione, organizzata da ROS società partecipata da Fiera di Roma e
Senaf-, è stato un momento di incontro e
confronto, di scambio economico e
aggiornamento professionale.
13 aree tematiche, 5 in più rispetto al 2009:
42
Tetti Pareti, Ferramenta Utensili, Impianti
Sportivi, Verde, Schermature Tende, per
offrire una panoramica completa sulla filiera
delle costruzioni e affermare il ruolo di
Expoedilizia come propulsore di crescita
per il mercato del centro-sud. La
ristrutturazione rappresenta, in un contesto
come quello delle regioni del centro-sud
d’Italia, un enorme potenziale di sviluppo
per l’intero comparto delle costruzioni. Si
stima infatti che, nel nostro Paese, le
abitazioni costruite fra gli anni ‘50 e gli anni
‘70 si aggirino attorno al milione e 400 mila
unità e se si considera che la vita media di
un fabbricato è di circa quarant’anni, risulta
evidente quali possano essere le
opportunità offerte dal filone del recupero
edilizio. Opportunità ancor più numerose in
un contesto come quello delle regioni
centro-meridionali, in cui si concentra
buona parte del patrimonio costruttivo con
oltre quarant’anni di vita e in cui più
impellente è il bisogno di riqualificare i
centri urbani per rispondere alle nuove
esigenze abitative del nostro tempo, nonché
per valorizzare un patrimonio artistico
culturale che potrebbe diventare a sua
volta motivo di sviluppo economico. ●
visti per voi
Professioni
a Milano?
L’Ordine sostiene una ricerca
importante della CCIAA.
N
on da oggi l’area metropolitana milanese
è la maggiore concentrazione nazionale
di servizi professionali. Come Ordine
abbiamo condiviso l’interesse della CCIAA di
Milano ad approfondire sul piano conoscitivo
l’attuale situazione delle professioni e delle attività
terziarie ad elevata qualificazione, ponendo al
centro il professionista con la sua biografia, il suo
rapporto con il mercato, le sue aspettative e le sue
opinioni sulla città. Anche in un momento difficile
come l’attuale. Iniziativa utile anche per facilitare in
prospettiva la partecipazione dei professionisti e
delle loro organizzazioni alla definizione dei
programmi di sviluppo dell’area metropolitana,
adeguando alle effettive caratteristiche del tessuto
professionale l’offerta di servizi.
A tale scopo il Consorzio AAster, istituto di
ricerca incaricato dello svolgimento della
ricerca, ha predisposto un questionario on-line
rivolto ai singoli professionisti. Il nostro Ordine
sta collaborando a questa iniziativa e per
questo Vi invitiamo a partecipare alla ricerca
compilando direttamente on line il questionario
in tutte le sue parti.
La compilazione è anonima e i risultati
dell’indagine saranno pubblicati esclusivamente in
forma aggregata. In ogni caso, per la compilazione
sono necessari non più di 15 minuti. I risultati
dell’indagine saranno illustrati nel corso di una
presentazione pubblica che avrà luogo entro la
prima metà del prossimo anno.
Per la compilazione del questionario si può
accedere direttamente dal sito www.aaster.it
oppure digitando www.aaster.it/professioni
PER INFORMAZIONI:
Consorzio AASTER via Lombardia, 32 – 20131
Milano, tel. 02.26680570 – [email protected] ●
Meeting Chairs
in MoMA Collection.
Laurence Humier, ingegnere milanese, espone
al Moma di New York. Un successo per tutta
la categoria.
M
ilano, primavera 2007. Prime luci del giorno. Ultimi ritocchi
prima dell’apertura del Salone del Mobile. Il primo prototipo
di Meeting Chairs è finalmente terminato, pronto a mostrarsi
al grande pubblico. Banco di prova. Il prodotto è apprezzato perchè
risolve in modo originale la tradizionale seduta collettiva per il mercato
del contract. Il flusso dei visitatori mette alla prova la Meeting. A sipario
chiuso il prototipo torna in laboratorio per i necessari aggiustamenti e
una seria messa a punto. Un’intensa collaborazione, infatti, impegnerà da
lì in avanti la designer belga Laurence Humier e il produttore italiano
RCM di Bianco. Tre anni di lavoro per ottimizzare il progetto nei minimi
dettagli. Come capita solo per i progetti destinati a durare.
New York, autunno 2010. La Meeting Chairs si aggiunge alla Collezione
Permanente del MoMA. Concept e realizzazione sono perfetti.
Funzionale, simbolico, poetico. La meccanica è intuitiva, la fluidità e la
sincronizzazione dei movimenti dell’oggetto seducono il Comitato di
Acquisizione del museo.
Laurence Humier, belga, ingegnere di formazione, opera come designer a
Milano. La sua ricerca coniuga un lato espressivo e sperimentale,
orchestrando personalmente il savoir faire tecnico e costruttivo insieme
all’industria locale.
L’ideazione di congegni e concetti è alla base dei suoi progetti – Meeting
Chairs è la sintesi di tre distinti movimenti meccanici – tradotti in
secondo tempo in applicazioni d' uso quotidiano. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Un premio all’idea migliore.
Assegnati i premi della Start Cup Competition. Una grande rassegna di progetti
innovativi e di creatività imprenditoriale milanese.
M
Flavio Tresoldi
artedì 26 ottobre si è svolta la
finale della Start Cup Milano
Lombardia
(www.startcupml.net), la business plan
competition volta a favorire la nascita di
start-up ad alto contenuto innovativo.
Promossa da sei università lombarde Politecnico di Milano, Università degli Studi
di Milano, Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano, Università degli Studi di
Bergamo, Università Carlo Cattaneo –
LIUC, Università degli Studi dell’Insubria –
I vincitori dei Premi di categoria
1° Premio SAS Institute Italia (ICT e
Tecnologie Industriali) - 10.000 Euro
AMANUENS (THREEPLICATE)
E' una soluzione Software-as-a-Service
che semplifica tutte le fasi della localizzazione del software, rendendola un processo più efficiente, semplice ed economico.
Offre una soluzione a tutti i problemi che
insorgono nel corso del processo.
2° Premio SAS Institute Italia (ICT e
Tecnologie Industriali) - 3.000 Euro
EMOTICA GAMES
Tecnologia hardware e software che legge
le emozioni e crea proposte 'tagliate su
misura', sulla base della personalità dell'utente.
1° Premio Accenture (Clean Tech e
Agroalimentare) - 10.000 Euro
ECO OLI SEPARAZIONI
Pilotina per impianto di separazione delle
emulsioni oleose, sia vegetali che minerali, e il recupero del prodotto oleoso per il
riciclo nelle centrali di termo-combustione,
per la produzione di energia elettrica.
44
Varese Como – e dal centro Promozione
Start-Up USI/SUPSI di Lugano, la Start Cup
è organizzata dall’Acceleratore d’Impresa
del Politecnico di Milano, gestito dalla
Fondazione Politecnico di Milano. Ad esso si
aggiungono la Fondazione Filarete e il Parco
Tecnologico Padano.
Nel corso della finale, i 15 finalisti hanno
presentato i propri progetti con un
‘elevator pitch’. L’edizione 2010 vede
l’introduzione di un’importante novità: i
business plan concorreranno in tre diverse
“sezioni” di riferimento: ICT e Tecnologie
industriali; Clean Technologies (Energia e
2° Premio Accenture (Clean Tech e
Agroalimentare) - 3.000 Euro
IPAD LAB
Prodotti e servizi su scala globale per la
diagnosi delle malattie delle piante coltivate e la
certificazione delle produzioni vegetali su
base biomolecolare.
1° Premio Filarete Investimenti (Scienze
della vita) - 10.000 Euro
COMF TECH
Comfortable Technology propone la creazione e l'industrializzazione di un sistema
biomedicale indossabile, sotto forma di
indumento, studiato appositamente per il
monitoraggio del neonato.
2° Premio Filarete Investimenti (Scienze
della vita) - 3.000 Euro
PROXENTIA
Piattaforma semplice e versatile che supporti lo sviluppo di una rete di diagnostica
distribuita costituita da un reader universale e un set di smartcard monouso.
Ambiente) e Agroalimentare (Biotecnologie
Agroalimentari); Scienze della vita (Biotech,
Dispositivi biomedicali, Farmaceutica).
Le giurie sono state 3, una per ogni area di
riferimento, formate da venture capitalist,
rappresentanti delle istituzioni e di grandi
aziende.
Sono stati premiati 2 progetti d’impresa per
ogni sezione, i quali oltre ad aggiudicarsi un
premio in denaro parteciperanno il 3
dicembre 2010 al Premio Nazionale per
l’Innovazione, la finalissima delle Start Cup
italiane. ●
L
’Acceleratore d’Impresa del
Politecnico di Milano è l’incubatore
dell’Ateneo, gestito dalla
Fondazione Politecnico di Milano, creato
per incoraggiare e sostenere lo sviluppo
dell’imprenditoria innovativa e per offrire
alle start-up le infrastrutture e i servizi
necessari alla loro crescita. Nel 2000 il
Politecnico di Milano è stato uno tra i
primi atenei in Italia a comprendere
l’importanza del sostegno
all’imprenditorialità per promuovere la
ricerca all’interno dell’università. Per
questo ha creato l’Acceleratore, grazie al
contributo di importanti strutture
pubbliche e private, tra le quali
fondamentale è stato il ruolo del Comune
di Milano, da sempre attento a sostenere i
giovani e lo sviluppo tecnologico.
Dal 2007 l’Acceleratore è passato in
gestione alla Fondazione Politecnico di
Milano, strumento agile e operativo voluto
dall’ateneo e da importanti "Fondatori"
con lo scopo di favorire l’innovazione
delle imprese, incentivarne la competitività
a livello internazionale, dare impulso alla
creazione e alla diffusione di nuove
conoscenze e al loro trasferimento alle
realtà produttive e del terziario.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
Maria Claudia Ferragni - Comunicazione e
relazioni esterne – Acceleratore d’Impresa
Tel. 02 2399 2997 - Fax 02 2399 2990
[email protected]
www.fondazionepolitecnico.it ●
Futuro Fotonico
visti per voi
Il futuro della ricerca e innovazione nelle TLC in Italia:
Unʼeccellenza mondiale a sostegno di una crescita sostenibile e competitiva.
La strategia Europa 2020 ha recentemente delineato le linee strategiche per lʼeconomia di mercato sociale europea del
prossimo decennio, sulla base di tre direttrici che si rafforzano a vicenda: la Crescita Intelligente, per unʼeconomia basata
su conoscenza e innovazione, la Crescita Sostenibile, per limitare le emissioni di carbonio, aumentare la competitività e
lʼefficienza dellʼuso delle risorse, la Crescita Inclusiva per favorire la coesione sociale e territoriale, promuovendo al contempo lʼoccupazione. In questo quadro strategico sʼinserisce lʼAgenda Digitale europea; in particolare, le aziende del
settore TLC sono fortemente chiamate a giocare un ruolo fondamentale, affinché, contribuendo fattivamente, si possano
creare le condizioni e le soluzioni per rendere concrete le direttive a beneficio dellʼeconomia e della società. Alcatel-Lucent
Italia, quale leader tecnologico e di mercato nelle soluzioni per infrastrutture e servizi di comunicazione digitale in Italia e
nel mondo, intende promuovere un dibattito sullʼimportanza della Ricerca & Innovazione nel settore delle TLC in
Italia e sulle modalità per indirizzare le strategie di sviluppo economico/sociale con Istituzioni, Università e Centri
di Ricerca, Piccole e Medie Imprese della filiera, e con lʼoccasione aprire i suoi laboratori di sviluppo di ottica e
fotonica di Vimercate. Per sensibilizzare tutti sullʼimportanza di una ricerca e innovazione tutta italiana, per lo sviluppo
delle eccellenze e dei talenti nazionali in grado di confrontarsi e competere a livello globale, grazie anche a un ecosistema costituito da realtà accademiche, enti di ricerca e piccole-medie imprese dʼeccellenza. ●
Per informazioni e iscrizioni:
Visita il sito web: www.futurofotonico.it • E-mail: [email protected]
Segreteria Organizzativa: 039-686.3751-3336
Gli ingegneri per l’Expo.
Sono alla ricerca di ingegneri. Il nostro Ordine favorisce l’incontro della
domanda con l’offerta di ottimi professionisti.
N
el corso del corrente anno
2010 l'Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Milano ha
cercato di stabilire un dialogo costante con
gli Organizzatori di EXPO 2015, per
l'importanza che questa manifestazione
rappresenta per la nostra città e per la
rilevanza delle opere di Ingegneria che
saranno realizzate.
Nell'ambito di questi rapporti cordiali,
EXPO ha segnalato all'Ordine di essere alla
ricerca di un certo numero di Ingegneri
esperti e neolaureati, da assumere in tempi
brevissimi (si veda la comunicazione sotto
riportata, dove sono indicate le modalità di
contatto con EXPO riservate ai nostri
Iscritti). Expo 2015 Spa avvia la ricerca di
dieci giovani laureati in Ingegneria e dieci
Ingegneri senior per affrontare la seconda
fase della progettazione del sito espositivo
che ospiterà l'evento nel 2015.
Il percorso verso l’Esposizione Universale
che si terrà a Milano nel 2015 entra nel
vivo. Definito e disegnato il Masterplan è
ora necessario iniziare la progettazione
preliminare di tutte le componenti del sito
espositivo. Per questo Expo 2015 ha
bisogno di competenze specialistiche in
diversi ambiti dell’ingegneria e con diversi
livelli di esperienza in modo tale da
costituire un grande team di progettazione
da inserire nell’attuale organizzazione della
Direzione Infrastrutture e Costruzioni.
Per le risorse più giovani Expo 2015 ha
pubblicato un avviso di ricerca sia sul
proprio sito internet (www.expo2015.org
alla sezione “lavora con noi”), sia sul sito
internet del Politecnico di Milano
(www.careerservice.polimi.it). La ricerca è
ad ampio raggio. L’obiettivo è individuare
dieci neolaureati in ingegneria, al di sotto
dei 30 anni di età, anche con esperienza, in
ambiti diversi: idraulica, civile, edile,
ambientale, energetica, strutturale,
impiantistica, geotecnica, elettrica, meccanica
e trasporti. Sarà offerta una sfida di sicuro
interesse professionale in un contesto
complesso, dinamico e innovativo, nonché
un riconoscimento economico che premi le
competenze e le eventuali esperienze
acquisite e messe a disposizione della
Società.
Per le figure con più esperienza (almeno 710 anni), Expo 2015 Spa ricerca
professionisti che diventino il punto di
riferimento – dei veri know how leader per le rispettive aree di progettazione. In
particolare la ricerca è orientata verso
impiantisti meccanici, impiantisti elettrici,
idraulici, strutturisti, ingegneri delle
telecomunicazioni e trasportisti con
specializzazione in logistica.
Per proporre la propria
candidatura potete scrivere
direttamente a:
[email protected]
Se il profilo risulterà in linea con
la ricerca verrete contattati
direttamente dallo staff di Expo
2015 per approfondire le
reciproche opportunità e
aspettative, nonché il corretto ed
equo riconoscimento
economico. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
Milano, Green Race.
Migliaia di atleti, runners e sportivi ma anche bambini, ragazzi, famiglie e anziani,
si sono ritrovati tutti insieme per celebrare una giornata particolare dedicata
al movimento, all’educazione e all’ecologia.
A
Milano, domenica 17 ottobre
2010, grande successo per la 4^
edizione di Green Race, l’evento
di eco-running andato in scena al Parco
delle Cave. La giornata di pioggia e cielo
coperto non ha raffreddato l’entusiasmo
dei molti appassionati della corsa tra parchi
e cascine. Migliaia di atleti, runners e
sportivi ma anche bambini, ragazzi, famiglie
e anziani, si sono ritrovati tutti insieme per
celebrare una giornata particolare dedicata
al movimento, all’educazione e all’ecologia.
L’evento, promosso da Fondazione Amsa
per l’Ambiente e patrocinato da Regione
Lombardia Sport, Comune e Provincia di
Milano, come tradizione è stato unico per
scenario di gara con i percorsi
“street/country” (2km e 10km) tra laghetti,
boschi, prati, antiche cascine e paesaggi
naturali a pochi passi dal centro di Milano.
La manifestazione è stata
un'occasione di alto profilo
sportivo, tecnico e agonistico
(riservata ad atleti e
appassionati), sia una
festa/corsa/passeggiata,'a passo
libero' aperta a tutti. Una nuova
formula di gara 'street/country' che
propone agli atleti e a tutti i partecipanti un
originale e scenografico percorso 'misto'
tra percorsi asfaltati, terra battuta e prato.
Un tragitto concepito per valorizzare la
I
giornata umida e impegnativa. Pratica
sportiva e rispetto per l’ambiente sono i
criteri guida dell’ecorunning che anch’io
pratico, condivido e desidero valorizzare”.
“Per me era uno degli ultimi allenamenti
prima della Maratona di New York - ha
Un'occasione sportiva/agonistica (gara di 10 aggiunto Maurizio Lupi - con il
Montecitorio Running Club domenica 7
km), ma anche di passo e divertimento
novembre, saremo infatti negli USA per un
(percorso di 2 km) che - adeguandosi al
importantissimo progetto di sport e
progetto e all'impostazione eco-running solidarietà”.
possa essere soprattutto occasione
“I parchi di Milano - ha commentato Alan
educativa per tutti i partecipanti.
Rizzi - hanno bisogno di iniziative sportive
Atleti, sportivi, autorità e cittadini di ogni
clamorose come quella di oggi. Green Race
età al Parco delle Cave, tutti insieme per
è l’evento più importante dell’anno di
celebrare sport e ambiente.
Questa occasione di “correre nella natura” questo genere, unico e originale come
è stata condivisa anche da numerosi
formula successo e partecipazione nel
rappresentanti istituzionali che vi hanno
panorama delle gare italiane e
preso parte; in prima fila, il presidente di
internazionali”.
Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il
La gara è stata vinta da Andrea Assanelli
vicepresidente della camera dei deputati
(33’26”) davanti a Fabio De Angeli (33’40”)
Maurizio Lupi, gli assessori allo Sport di
e Pasquale Razionale (36’02”). Prima donna
al traguardo Mariastella Petter (39’25”)
Provincia e Comune di Milano, Cristina
davanti a Rosanna Volpe (40’54”) e Raffaella
Stancari e Alan Rizzi con il direttore
generale di Amsa, Salvatore Cappello.
Preatoni (42’00”).
“Sono molto soddisfatto - ha commentato Sul nastro di partenza di Green Race 2010,
il presidente Roberto Formigoni - perché
numerosi giovanissimi tra cui Jacopo (1
amo questa gara e questo parco, dove
anno di età) con mamma, papà e l’82enne
abitualmente mi alleno e dove oggi ho
nonna Carmen. Una festa delle generazioni
ottenuto il mio record personale sui 10km con Camillo Onesti, 84enne presidente
con il tempo di 54’50’’. Ho abbassato di un della Stramilano che ha chiuso i 10km nel
minuto e mezzo il mio record in una
tempo di 65’51’’. ●
straordinaria bellezza di questo parco
cittadino, al cui interno si trovano grandi
prati, boschi, laghi, argini e cascine storiche,
con scorci e panorami ambientali unici per
un campo di gara.
Il Parco delle Cave: conoscerlo per apprezzarlo.
l Parco delle Cave ha una storia particolare che tutti dovrebbero conoscere. Il desiderio del Comune di Milano, del Consiglio di Zona
e di tutte le Associazioni è di fare di quest'area un luogo bello e gioioso che sia conosciuto, ammirato, rispettato e utilizzato da tutti i
cittadini. 'Green Race' vuole essere una delle occasioni sportive e di festa durante l'anno per celebrare tutti insieme questa area verde
della città.
Il Parco delle Cave è un parco del Comune di Milano, nella zona ovest della città ; occupa un'area di circa 135 ettari ed è parte di un
sistema di aree verdi pubbliche (Parco di Trenno, Boscoincittà , Parco delle Cave) collocate nella parte ovest di Milano, tra gli abitati di
Baggio, Quarto Cagnino e Quinto Romano.
L'estrazione di sabbia e ghiaia, iniziata negli anni '20, dà luogo alla formazione di quattro cave, attorno alle quali si trovano ampie aree
agricole. Dopo la cessazione dell'attività estrattiva e della coltivazione, la zona viene abbandonata e negli anni '60 l'intero territorio diventa
una discarica di materiali edili. L'idea di realizzare un parco nasce a metà degli anni '70 quando la zona, pesantemente degradata, diffondeva
miasmi sugli abitati limitrofi; da qui l'idea del recupero con la realizzazione di un'area verde.
I primi progetti sono dell'80; ad essi fanno seguito i primi interventi di sistemazione sulle aree pubbliche. Negli anni '90 il Parco delle Cave
è stato oggetto di una significativa 'occupazione' da parte di spacciatori e consumatori di droga. Anche in risposta a tali problemi si è
costituito il Comitato di Salvaguardia del Parco, formato da oltre venti associazioni già attive a livello locale.
46
visti per voi
Nel 1997 l'Amministrazione Comunale dà in
concessione le aree pubbliche ad Italia
Nostra e finanzia attraverso un contributo
annuale gli interventi finalizzati nel parco. Da
quel momento il Comitato ha intrapreso
diverse azioni per assicurare la fruibilità del
Parco, per presidiare il territorio e per
coinvolgere gli abitanti della zona. In
particolare ha organizzato giornate di pulizia
di piantumazione e di festa rivolte ai cittadini,
alle scuole, alle altre associazioni e ai comitati
di quartiere. ll risultato è stato la rinascita del
Parco delle Cave come luogo di svago
restituito alla città . Il 2 giugno 2002, una
grande festa ha presentato il Parco ai
milanesi consacrandolo come il grande
polmone verde della città .
Il parco dal 2010 è gestito dal
Comune di Milano.
Gli elementi essenziali che caratterizzano
questo parco cittadino sono:
- i boschi e gli arbusteti, che si sviluppano
lungo l'alveo di antichi fontanili, nelle zone dei
cantieri abbandonati delle vecchie cave e
nelle nuove piantagioni in corso;
- le acque dei laghi e dei corsi d'acqua in
parte prosciugati ed in corso di recupero;
- gli ampi spazi a tappeto erboso solcati da
percorsi ciclabili e pedonali;
- una zona agricola tuttora attiva con l'antica
cascina 'Linterno';
- gli or ti urbani che dalla originaria
condizione degradata vengono progressivamente trasformati in piccoli giardini.
Il parco presenta grande interesse faunistico
per la presenza ricca e varia di anfibi, rettili ed
uccelli dovuta alla varietà degli ambienti che
presentano spiccata naturalità .
I laghi, lasciati dalle attività di escavazione con
una superficie di ben 29 ettari complessivi,
caratterizzano significativamente il paesaggio
del parco che nelle acque ha un elemento di
unicità rispetto agli altri parchi cittadini. ●
Greenergy Expo.
Greenergy Expo – Produrre energia risparmiando il
Pianeta – è il grande salone dedicato alle energie rinnovabili, che tornato a Fieramilano Rho dal 17 al 19 ottobre, ha ripetuto il successo della prima edizione.
Greenergy Expo ha registrato significativi aumenti in termini di espositori e di superficie espositiva; è cresciuta, in particolare, lʼarea dedicata
al biogas e alla cogenerazione e anche grazie allʼaccordo siglato con
Cogena-Associazione Italiana per la Cogenerazione, Greenergy Expo
si avvia a diventare lʼappuntamento fieristico più importante in Italia per
questo comparto.
A completare il quadro delle energie rinnovabili, il solare fotovoltaico e
termico cui è dedicato EnerSolar+, che si è svolto in contemporanea a
Greenergy Expo, garantendo quindi forti sinergie e la presenza di un
pubblico altamente qualificato.
Accanto all'area espositiva, sono state organizzate conferenze, workshop e incontri dedicati ai settori merceologici della manifestazione e
agli argomenti più attuali nel dibattito energetico e climatico mondiale,
che hanno coinvolto i massimi esperti internazionali.
Un'area per la mobilità sostenibile
Dallo scooter ibrido alla supersportiva a emissioni zero, dalla bicicletta
con pedalata assistita al mitico Ape Calessino tutto elettrico. A
Greenergy Expo 2009/Enersolar+ unʼarea è dedicata alla mobilità del
futuro.
Tra i numerosi veicoli esposti - a due, quattro e anche a… tre ruote quello destinato a suscitare la maggiore attenzione è la Tesla Roadster,
vera e propria supercar elettrica a emissioni zero. Realizzata dallʼamericana Tesla Motors, unisce alte prestazioni, design e tecnologia pulita,
legando lʼidea di auto sportiva e di lusso a criteri di mobilità sostenibile.
Tesla Roadster è divenuta famosa per avere tra i suoi finanziatori i fondatori di Google - Sergey Brin e Larry Page - e il coofondatore del sistema di pagamento PayPal, Elon Musk. Ma soprattutto è conosciutissima
per essere la vettura di star del calibro di George Clooney, Arnold
Schwarzenegger e Matt Damon. Sportiva a due posti, linea accattivante, Tesla Roadster è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 3,9
secondi, utilizza batterie agli ioni di litio che consentono unʼautonomia
di ben 400 chilometri e si ricarica in 3,5 ore.
Per finire, in mostra anche una vettura da competizione… alternativa.
Si tratta della Citroën C1 HDI che ha gareggiato questʼanno nel campionato del mondo FIA Alternative Energies Cup pilotata dallʼequipaggio Di
Bella-Collovà, classificandosi al terzo posto assoluto. Affidata da
Citroën Italia alla scuderia privata RaceBioConcept di Roma, la C1 è alimentata con carburante biodiesel B100 della Diester-Novaol. ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
SMAU. Primo bilancio
del salone internazionale.
Si è chiusa la 47esima edizione di Smau, Esposizione Internazionale di Information &
Communications Technology. Nei due padiglioni di Fieramilanocity, durante la tre
giorni del 20-22 ottobre è affluito un pubblico di oltre 51.000 tra decisori aziendali e
professionisti ICT.
U
n'edizione 2010 che può essere
a buon diritto definita quella del
"rilancio". Fin dal convegno
inaugurale si sono condivisi e rafforzati
trasversalmente (dalla politica all'impresa
fino alla pubblica amministrazione) alcuni
punti chiave: è possibile un grande rilancio
del Sistema-Paese. I casi di eccellenza in
Italia sono tra i migliori al mondo, ma
ancora troppo pochi e isolati.
Occorre agevolare un cambiamento
culturale che consenta un'adeguata
consapevolezza di quanto l'industria delle
tecnologie digitali è in grado di fare a
supporto dell'innovazione reale delle nostre
imprese.
Lo hanno sottolineato, nel suo saluto da
Roma, il Ministro allo Sviluppo Economico
Paolo Romani e durante la giornata
inaugurale il Presidente della Regione
Lombardia Roberto Formigoni,
l'Amministratore Delegato di Fiera Milano
Enrico Pazzali, i vertici di Cisco Italia, IBM,
Microsoft, Olivetti, Oracle, SAP e della
School of Management del Politecnico di
Milano e non ultimo l'Amministratore
Delegato di Smau Pierantonio Macola.
Quest'ultimo partendo dai 19 casi di
successo (Imprese e Pubbliche
Amministrazioni) selezionati tra oltre 200
casi finalisti e insigniti del Premio
Innovazione ICT sottolinea: "possiamo e
dobbiamo ancora crescere. Da questi
esempi di successo bisogna prendere
spunto per innescare un cambiamento
culturale, che coinvolga il mondo delle
imprese, ma anche la classe politica e i
fornitori di tecnologie. L’industria dell’ICT,
con le sue formidabili evoluzioni - basti
pensare al cloud computing, ai nuovi
dispositivi portatili, all'evoluzione del web
2.0 - è in grado oggi più che mai di servire
su un piatto d'argento tutta
quell'innovazione indispensabile alle PMI
48
scopo di valutare l’attrattività e la
competitività turistica della città. Il motivo
che ha spinto il Comune a guardare alla
Rete come a una risorsa per ottenere una
LE CIFRE
Smau con il suo format - non più semplice stima dell’immagine e della reputazione
della città nel mondo e per mettere in atto
vetrina di prodotti - ha visto svolgere 370
di conseguenza azioni volte a promuovere
eventi formativi e informativi tra convegni,
l’attività turistica, è il patrimonio di
workshop indipendenti, laboratori e arene
informazioni sull’orientamento del pubblico
con la presenza di 600 relatori e oltre
26.000 partecipanti. Grande affluenza anche turistico presente sul Web, nei forum di
discussione e nei social network. Il
ai convegni di Comufficio che hanno
affrontato l'IT nell'ambito dei settori Moda, Comune, attraverso le direzioni TurismoMarketing territoriale e Innovazione, in
GDO, Edilizia, Hospitality e Ristorazione.
collaborazione con il dipartimento di
Insieme ai 51.000 visitatori complessivi di
Elettronica e Sistemi Informativi del
Smau 2010 sono cresciuti anche l'area
Politecnico e la società CommStrategy,
espositiva (+35%) e il numero degli
espositori (600, +30%) col ritorno di alcuni specializzata nei media digitali, ha sviluppato
grandi player del comparto e un parterre al un software che consente di analizzare le
tracce lasciate dagli utenti durante la
vertice dell'IT con Adobe, Canon, Cisco,
navigazione in Internet, in particolare sui siti
Dell, Epson, Fastweb, Fujitsu, Google
del settore turistico (Lonely Planet) e sui
Enterprise, Hp, Ibm, Intel, Intesa Sanpaolo,
siti di Social Network (Twitter, Facebook), e
Microsoft, Olivetti, Oracle, Samsung, Sap,
di conoscere le opinioni espresse sulla loro
Sony, Toshiba, Unicredit, Zucchetti e tanti
esperienza della città.
altri. Oltre 100 le novità di prodotto che
L’analisi dei contenuti pubblicati sul Web
rappresentano a tutti gli effetti le migliori
permette anche di identificare gli
soluzioni e novità dell'industria ICT: tra
“influencer”, ovvero gli utenti di Internet
queste il lancio del nuovo Adobe Acrobat
che partecipano maggiormente a forum,
X o il Windows Phone 7 di Microsoft. Da
blog e social network con commenti in
segnalare anche il 25° compleanno del
grado di influenzare l’opinione dei lettori. Il
primo notebook della storia, il T1000
software non limita le ricerche alle
Toshiba presente a Smau in un percorso
discussioni degli utenti italiani, ma analizza
storico che arriva fino al nuovo Libretto
anche quelle espresse in lingua inglese e
W100, primo notebook al mondo dual
spagnola, sviluppando
screen.
contemporaneamente analisi comparative
con le conversazioni sulla Rete inerenti alle
Premiato il Comune di Milano
Alla manifestazione dedicata all'Information città di Londra e di Madrid. Con la
possibilità, in futuro, di estendere il raggio
& Communications Technology sarà
anche ad altre città. In questo modo, il
consegnato il riconoscimento Innovazione
Enterprise 2.0 per l'utilizzo dei social media management del Comune può disporre,
oltre che di informazioni relative alle
nel settore turistico.
iniziative di promozione del territorio
Quest’anno il Comune di Milano riceverà
allo Smau il premio Innovazione Enterprise intraprese dalle amministrazioni delle due
capitali europee e alla visibilità sul web della
2.0 per aver utilizzato i social media allo
per competere ad armi pari sul mercato
globale".
visti per voi
città, anche di valori riguardanti la
percezione globale di Milano, il suo
posizionamento rispetto ad altre città
europee e il livello di reputazione dei suoi
servizi in Italia all’estero. L'attrattività di
Milano è messa a confronto con quella di
Londra, Berlino e Madrid su un insieme di
parametri: arts&culture, fashion&shopping,
life&entertainment,
weather&environmental, ticket,
events&sports, night&music, food&drink,
services&transports.
L’analisi delle informazioni presenti sul web
ha portato anche un sensibile
miglioramento nelle campagne marketing
del Comune per promuovere il turismo e
le iniziative sul territorio. Grazie ai giudizi
dei visitatori ricavati dalla Rete, infatti,
l’Amministrazione dispone ora di una
mappa completa degli eventi e dei luoghi
più apprezzati della città e di quelli che
riscuotono minore successo, con la
possibilità di indirizzare con maggiore
precisione gli investimenti a beneficio
dell’immagine internazionale di Milano.
Formigoni allo Smau
“Conosciamo tutti la crisi - ha detto
Formigoni all'inaugurazione della 47esima
edizione, aperta fino al 22 ottobre - non ne
siamo ancora usciti e il nostro sistema
economico ha subito una battuta d'arresto
profonda. La crisi, tuttavia, ha segnato il
trionfo, dal punto di vista concettuale,
dell'innovazione. La ripresa è legata allo
sviluppo dell'innovazione. Ciò a cui siamo di
fronte è un aut aut: o si innova o si arretra”.
Per questo, dal palco dello Smau,
Formigoni ha ringraziato gli innovatori e
rivolgendosi alle aziende che hanno vinto il
premio innovazione ICT, poco prima di
premiarle, ha affermato che “Regione
Lombardia è impegnata al vostro fianco
perché il nostro presente prema
sull'acceleratore del futuro”. ●
Milano&la moda.
La capitale della moda ha cambiato look and feel. La
moda è tra noi, accessibile e ‘usabile’.
Q
uesta volta la moda è nelle strade. Lʼevento principale di
questo settore ha portato per sette giorni nella Capitale
dellʼeleganza il meglio della moda mondiale. Sul sagrato
del Duomo il regista Marco Balich ha portato in scena ʻMilano
loves fashionʼ, uno show di danza, musica, teatro e, immancabile, una sfilata di moda. La musica è stata gestita dal formidabile
duo Peter Kruder-Richard Dorfmeister, remixer che hanno collaborato, negli anni, con artisti come Madonna e Depeche Mode.
Una vera e propria dichiarazione dʼamore: Milano Loves fashion.
A festeggiare lʼapertura della settimana della moda in realtà ci sono
stati tantissimi eventi in un intrico con una novità marcatamente
innovativa: tra le gambe della gente. Nella città ridisegnata dal
nuovo PGT e dai progetti per lʼExpo è parso un gesto significativo
forte allestire passerelle un poʼ ovunque, dove la gente – ignara
oppure attentissima al singolo evento – ha partecipato attivamente.
Se Milano ama la Moda, la Moda certamente ama Milano.
“Il mio obiettivo è di sostenere e promuovere il settore aprendo spazi, luoghi e opportunità per rendere la Moda democratica, senza comunque perderne gli elementi di stile e di fascino
– racconta Giovanni Terzi – Con Costume National realizzeremo
per la prima volta un evento open air che amplifichi il fascino
delle sfilate, abbinando uno spettacolo in una cornice cittadina di notevole impatto emotivo aperto a tutti”.
Una moda democratica e un progetto da condividere.
“Sono orgoglioso di essere il primo a “portare in piazza” un nuovo
modo di comunicare la moda e mi auguro di tracciare con questo
evento un nuovo percorso. Aperto, dinamico e coinvolgente” commenta Ennio Capasa. “Come Fashion Designer e milanese dʼadozione ho sentito che era arrivato il momento di prendersi la responsabilità di inaugurare un nuovo modo di comunicare il mio lavoro,
di parlare un linguaggio meno autoreferenziale.
E oggi voglio condividere fino in fondo questi contenuti con Milano,
la città che ho scelto come mia.” ●
RIVISTA*
dell’Ordine degli Ingegneri
inediti per voi
Giancarlo Spagnolini
“L’Ingegnere” e il titolo di un giallo scritto dalla
penna originale del promettente Giancarlo
Spagnolini, ingegnere che ama raccontare la sua
professione e il mistero delle cose.
E
’ stato il mio capo per una decina
d’anni a partire dal ’92, Giancarlo
Spagnolini, alla testa di EVC
Compounds Argenta. Sagace ed intelligente
come pochi l’«Ingegnere», come da tutti fu
chiamato, se la cavò benissimo, potendo
contare su capacità professionali
certamente non comuni. Seppe fare da trait
d’union ideale fra l’Headquarter di
Bruxelles ed il gruppo dirigente locale da
cui ebbe sempre grande stima, e diventò,
giorno dopo giorno e in un ambito di
grande rispetto reciproco, più un amico che
non un “superiore”. Aiutò ognuno di noi a
raggiungere obiettivi non sempre facili e alla
nostra portata, assecondando l’indole di
ciascuno per ottenerne il meglio. Questo è
il bel ricordo che ho del Giancarlo
Spagnolini Presidente ed Amministratore
Delegato.Ho sempre saputo naturalmente
della sua passione per le lettere e della sua
facilità nello scrivere, della grande proprietà
che esibiva nel linguaggio e che coniugava
ad una vena ironica assai gustosa, sempre
H
garbata Non avrei mai immaginato, semmai,
che raggiunta la meritata pensione, avesse
avuto, a sua volta, la passione, la voglia di
rimettersi in gioco e ricominciare in
sostanza da zero sia pure in un campo ove,
forse da sempre, aveva i mezzi e il talento,
avuti direttamente da madre natura.Ho
avuto il privilegio di essere fra i primi lettori
del suo romanzo. Devo dire che ne sono
stato francamente impressionato, attratto
dalla storia in sé, affascinato dallo stile
davvero pregevole. Credo che piacerà ai
suoi lettori «L’Ingegnere», anzi, ne sono
sicuro. Invito tutti a leggerlo con interesse e
curiosità. In bocca al lupo, di cuore,
all’«Ingegnere» (a.v.).
Giancarlo Spagnolini è ingegnere, ma la
scelta del titolo non ha valore
autobiografico, anche se il protagonista
narrante in prima persona è proprio un
ingegnere, alto dirigente di una grande
azienda. Spagnolini è stato anche lui
manager e amministratore delegato di
multinazionali. Insomma, si tratta di una
semplice coincidenza, provocata quasi
certamente dalla pigrizia dell’autore nello
scegliere l’identità e le caratteristiche del
suo piccolo “eroe” curioso ma ancora
ingenuo. E infatti il racconto nasce dal
coinvolgimento dell’ “ingegnere” in una
semplice pratica di assunzione di un suo
vecchio amico e si sviluppa in
un’imprevedibile storia criminale di droga,
spionaggio, terrorismo, mafia, servizi segreti
deviati, sensualità ed altre complicate
situazioni. Continui colpi di scena, sullo
sfondo della fine degli Anni Settanta,
tratteggiano non solo un thriller, con
inevitabili azioni rocambolesche (e una
leggera sottesa ironia), ma anche una
radiografia dell’Italia negli “anni di piombo”.
E il supermanager Spagnolini, anni 73,
andato in pensione, avendo un po’ di
tempo libero per riflettere, non poteva fare
meglio di così per il suo “dinamico” esordio
nella letteratura italiana.
a frequentato a Novara il Liceo Classico (facendo in quel periodo il giornalista, con tanto di tessera, e venendo ancor oggi
ricordato, con benevola ironia, come “il primo della classe”). S’è laureato a 24 anni in Ingegneria Chimica al Poli di Milano.
Ha lavorato con importanti consulenti (ALGA) nella riorganizzazione di aziende tessili nel Biellese e questo gli ha procurato
una certa notorietà che gli ha consentito di assumere la dirigenza di un’azienda tessile a poco più di trent’anni. Ha poi cambiato
azienda tre volte, occupandosi sempre di gestione, e in particolare di material management, viaggiando molto per il mondo, per
conto di ditte importanti come la Bassetti di Milano e la Fila di Biella. Verso la fine degli anni 80 è passato al settore chimico-plastico,
ha lavorato per 4 anni in una multinazionale a Bruxelles ed è tornato in Italia come Amministratore Delegato e Presidente di una
società di questa multinazionale, con responsabilità di 6 stabilimenti, di cui uno in Svizzera. Questi ultimi anni di lavoro hanno
prodotto risultati che lo hanno gratificato moltissimo, sul piano professionale ed umano. In pensione dal 2001, ha fatto un po’ di
consulenza e poi si è dedicato alle sue passioni, viaggiare, “scrivere” (e qui arriviamo al romanzo di cui ci stiamo occupando) ….e
fare il nonno.
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