ingegneria dell`informazione - Ordine degli Ingegneri Milano
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ingegneria dell`informazione - Ordine degli Ingegneri Milano
RIVISTA* GRESSO N O C ° 5 5 IL dell’Ordine degli Ingegneri INGEGNERIA DELL’INFORMAZIONE . 0 1 E 0 R 2 E O N G N I E R G TO L’IN L E D O L IL RUO SOCIETA’ CIVILE. NELLA Tutti gli scenari possibili. Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano - novembre 2010 - n. 50 - Poste Italiane Spa - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - CNS Udine. P RIVISTA* SOMMARIO dell’Ordine degli Ingegneri RIVISTA DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI MILANO Una tutela più moderna per la professione di ingegnere Stefano Calzolari 4 Lettere & richieste Professione Italia Luca Montani ANNO XIII N. 50 - NOVEMBRE 2010 Direttore Responsabile Stefano Calzolari Direttore Editoriale Giuseppe Susani Comitato di Redazione Chiara Battistoni, Lorna Maria Beretta, Giuseppe Demarte, Aldo Franchi, Enrico Pio Mariani, Anna Minotti, Riccardo Pellegatta, Daniele Russo, Maria Grazia Sonzogno Amministrazione e Redazione Corso Venezia, 16 - 20121 Milano tel. 02 76003731 (r.a.) fax 02 76004789 www.ordineingegneri.milano.it [email protected] Gestione Editoriale e Pubblicità Consedit Sas tel. 0431 876070 [email protected] Stampa Poligrafiche San Marco Sas 34071 Cormòns, via E. Fermi 29 Z.I. Spedizione in A. P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 - CNS Udine. Iscrizione al Registro della Stampa del Tribunale di Milano n. 517 del 15/9/1997 Tiratura: 13.150 copie Chiuso il 3 dicembre 2010 Gli articoli e le note firmate esprimono l’opinione dell’autore e non impegnano l’Ordine né la Redazione della Rivisita. La redazione non è in alcun modo impegnata a pubblicare gli articoli ricevuti. I diritti per articoli ricevuti e pubblicati, per implicito assenso dell’autore, si intendono ceduti all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano. Il cambiamento non si ferma La mozione finale del Congresso Il CNII: come lavora l’ingegnere Enrico Pio Mariani Quale futuro ci attende? Enrico Pio Mariani Progettare... con rischio. Giorgio Parrella e Gianluca Sironi ICT a basso impatto ambientale. Claudio Invernizzi Impronta digitale. Siamo pronti? Massimo Bertolotti Evoluzioni future. Massimo Bertolotti Il Tablet. Gadget o strumento di lavoro? Marco Mussini Una giustizia telematica. Rapida, efficace, sicura. Maria Gabriella Parlante 6 8 10 14 16 17 18 20 22 24 26 28 Laboratorio Milano. Prosegue il cablaggio della rete NGAN FTTH. Enrico Pietralunga 30 Firma digitale e posta elettronica certificata: tanti dubbi. Andrea G. Sommaruga Il bilancio in Ordine. Tomaso Lamperti 32 34 Le Commissioni dell’Ordine I servizi dell’Ordine Delegati INARCASSA Coaching di Guida. Un piano di sviluppo per la Fondazione Lorna Beretta 36 38 39 40 VISTI PER VOI Più ingegneria, più qualità della vita 42 Professioni a Milano? 43 Expo edilizia Meeting chairs in Moma collection Un premio all’idea migliore Futuro fotonico Gli ingegneri per l’Expo Milano Green Race Greenergy Expo 42 43 44 45 45 46 47 Smau. Primo bilancio del salone internazionale 48 Milano e la moda 49 INEDITI PER VOI Giancarlo Spagnolini 50 RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Una tutela più moderna per la professione di ingegnere Gli ingegneri dell’Informazione sentono molto l’esigenza di una propria adeguata identità professionale. In questo numero raccontiamo il ruolo e l’evoluzione in questo strategico settore. F Stefano Calzolari orse non tutti sanno che l’Ordine degli Ingegneri è l’unica Istituzione che vanta il diritto di rappresentare l’intera ingegneria in Italia. Si tratta di una rappresentanza “culturale” e non sindacale, perché svolge (tra l’altro) l’importantissima funzione di tutelare la professione di ingegnere nel nostro Paese. Ma che cosa si deve intendere oggi per ‘tutela’? Non solo una difesa dagli abusi e neppure una politica di retroguardia, concentrata sulla conservazione di diritti acquisiti; piuttosto un gioco d’attacco, volto a valorizzare a tutto campo la professione di ingegnere, incardinata nella sua attualità e utile alla collettività soltanto se non viene svuotata di contenuti e risorse essenziali, cosa che invece avviene sempre più spesso nel nostro Paese. La tutela dovrebbe essere moderna, aperta, realistica. Dovrebbe considerare il continuo mutare della società in cui viviamo e i suoi spunti di innovazione, dovrebbe saper traguardare le attese degli ingegneri più giovani, senza tuttavia perdere di vista la solidità della nostra tradizione complessiva. In questa prospettiva di azione rinnovata, l’Ordine deve continuare ad essere quello di tutti, senza 4 4 cedere alla tentazione di ridursi a una rappresentanza parziale, per esempio quella dei liberi professionisti o degli ingegneri civili, come talvolta si sente invocare da parte di coloro che preferirebbero accorpamenti omogenei. Soluzione quest’ultima - che, a mio avviso, mostrerebbe il suo punto debole proprio nella sua natura corporativa. materie di cui si occupano questi colleghi e come si svolge la loro professione, in un contesto operativo non privo di chiaro-scuri, dove si noteranno condizioni di eccellenza accanto a veri e propri problemi di identità professionale. A cosa mi riferisco? In particolare a tutte quelle situazioni di mercato dove gli ingegneri dell’Informazione vengono equiparati acriticamente L’Ordine, al contrario, deve agli altri Tecnici del settore, senza continuare a presentarsi che neppure la laurea costituisca un come ‘istituzione globale’ peso distintivo, con inevitabili rischi per la categoria, capace di per la qualità delle prestazioni. accogliere al suo interno la Il nostro Ordine di Milano è stato dialettica delle sue varie sempre favorevole alla logica componenti e in grado, competitiva del mercato del lavoro, proprio in virtù di questa che premia chi se lo merita – ricchezza, di sintetizzare il laureato o meno – ma si oppone ruolo dell’intera ingegneria alla mistificazione di un certo tipo di nella società. comunicazione (e perfino di un certo tipo di legislazione), che Questa rappresentatività globale è genera appiattimento culturale e ancora più naturale in una città riduce il valore professionale ai suoi come Milano, capitale italiana indici più bassi. In questo modo, dell’economia, dove industria, infatti, si genera unicamente l’effetto terziario e cultura dell’innovazione opposto: una competizione viziata tecnologica vedono impegnata la da pressapochismo e quindi, alla maggior parte degli ingegneri iscritti fine, una non-competizione. all’Ordine, senza soluzione di Gli ingegneri dell’informazione continuità. sentono molto l’esigenza di una Ecco, dunque, l’idea di presentare in propria adeguata identità questo numero della Rivista uno dei professionale, ma il problema investe settori più vitali e innovativi ormai molti altri ambiti, dove un dell’ingegneria, quello tempo la laurea in ingegneria dell’Informazione. Scopriremo le costituiva elemento distintivo. Solo a 4 E’ mai possibile che un corso di un centinaio di ore, per quanto ben fatto, possa dare la patente di ‘certificatore’ a figure professionali così diverse tra di loro, annullando di fatto le prerogative distintive della laurea di origine? Sono convinto del contrario. La laurea in ingegneria deve differenziare dalle altre nel determinare le competenze in ambiti tecnici così complessi. Occorre che gli Ordini affrontino con altra mentalità la battaglia per la tutela della professione, rivalutando il proprio ruolo di garanzia per la sicurezza della collettività e comunicando al mercato del lavoro contenuti di vera utilità, riscontrabili e misurabili da terzi. Tutelare, al giorno d’oggi, significa soprattutto qualificare, e qualificare significa mettere in chiaro le competenze e le risorse indispensabili per ben operare. L’Ordine di Milano sta lavorando in questa direzione, con il profondo convincimento che solo una buona ingegneria, non vessata da sottovalutazioni e pregiudizi culturali, possa risultare veramente utile alla società. ● “ Non solo una difesa dagli abusi e neppure una politica di retroguardia, concentrata sulla conservazione di diritti acquisiti, ma piuttosto un gioco d’attacco, volto a valorizzare a tutto campo la professione di ingegnere, incardinata nella sua attualità, e utile alla collettività soltanto se non viene svuotata di contenuti e risorse essenziali, cosa che invece avviene sempre più spesso nel nostro Paese. Occorre che gli Ordini affrontino con altra mentalità la battaglia per la tutela della professione, rivalutando il proprio ruolo di garanzia per la sicurezza della collettività e comunicando al mercato del lavoro contenuti di vera utilità, riscontrabili e misurabili da terzi. “ titolo d’esempio cito il caso dei ‘certificatori energetici’, ultimi nati di una serie di professionisti che provengono da corsi di studi eterogenei (ingegneri, architetti, laureati in scienze ambientali, geometri, periti, etc.) e che vengono abilitati alla funzione tramite una formazione specialistica ad hoc. RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Lettere&richieste Un ricordo di Ambrogio Baseggio, prematuramente scomparso in un incidente. Mi sono iscritto all’Ordine ma non per opportunismo. D opo un’intensa vita di lavoro, passata, in parte, fuori Milano ed all’estero ho deciso di continuare ad essere attivo e, tra le altre cose, mi sono iscritto all’ALDAI per partecipare attivamente ad alcuni dei numerosi Gruppi di Lavoro e Commissioni. Grazie a varie centinaia di amici ed ex colleghi sono anche stato eletto nel Consiglio Direttivo con l’obiettivo di aiutare ad incrementare la parte Associazione che ha una connotazione diversa dalla parte Sindacato di ALDAI. Pur venendo dal Politecnico, la mia attività lavorativa, salvo i primissimi anni, è sempre stata nell’ambito commerciale e quindi manageriale e, di conseguenza, poco “tecnica”. Di ciò che avevo appreso nei lunghi anni del Politecnico mi è servita soprattutto la capacità di analisi e di soluzione dei problemi che mi era stata inculcata in modo magistrale dai docenti dell’ateneo. Non ho sentito la necessità di iscrivermi all’Ordine degli Ingegneri sino a quando, uscito dal mondo del lavoro, mi sono accorto di aver bisogno di un contatto meno occasionale con persone con un percorso formativo analogo al mio ma con esperienze diverse. Mi sono quindi iscritto e sono stato accolto in una delle numerose (23) 6 U n lancio acrobatico con il paracadute ha interrotto bruscamente domenica 15 agosto, nel caldo della Sardegna, la vita di Ambrogio, amico in primis, collega e membro della Commissione Giovani. Negli ultimi anni Ambrogio si era dedicato agli sport definiti estremi, free climbing e paracadutismo appunto, applicandosi con la sua consueta tenacia e passione. Era infatti una persona che quando iniziava qualcosa la faceva con il puntiglio e la precisione tipica dell'ingegnere. E con la serietà dell'ingegnere. Si è laureato brillantemente infatti in ingegneria civile molto giovane, nel 1999 con una breve ma molto apprezzata esperienza lavorativa in Accenture per poi ritornare alla sua vera passione, l’ingegneria. Contemporaneamente inizia la sua attività all'interno della commissione giovani di cui era membro da quasi dieci anni. La sua passione professionale non aveva legami familiari, discendente da una antica e nobile famiglia veneta con antenati scrittori, alti militari ed avvocati ha deciso di intraprendere la strada dell'ingegneria forse anche grazie alla frequentazione di casa nostra, dove l'ingegneria era di casa, come Ambrogio del resto. Conosco Ambrogio da quando aveva quattordici anni, essendo compagno di classe di mio cugino Pietro, e con lui abbiamo condiviso i primi esami, le prime difficoltà e i primi successi, anche i primi ed inevitabili ostacoli accademici, condividendo anche passioni a volte eterogenee come la pipa e lo sci, le festa e la cucina, il vino e le costruzioni. Sempre con il sorriso sulle labbra, sia che parlassimo di legami molecolari o di matrici sia della quantità di tannino contenuta in un vino rosso. Tecnicamente preciso, sia sportivamente che professionalmente era e sarà un esempio di rettitudine e di moralità, argomenti che venivano trattati sempre nelle riunioni a cui partecipava e che sempre hanno caratterizzato la sua vita, sia prima da studente sia negli anni come tecnico e come sportivo. Lo ricordo sempre allegro ed ironico anche quando era serio, con quello sguardo intelligente che nascondeva sotto i riccioli disordinati e la barba, acuto nelle osservazioni e negli interventi sia in gioventù sia durante le riunioni di commissione, esempio di come la serietà ed il rigore possano e debbano convivere con l'allegria e l'ironia. Franco Luraschi Commissioni. Nonostante il divario tecnicoculturale tra me ed i colleghi, più giovani e più freschi di studi, continuo ad imparare e ad arricchire le mie esperienze. Ad esempio, aver potuto partecipare alla Commissione per gli Esami di Stato del Politecnico, mi ha permesso di incontrare decine di giovani laureati, sentire le loro aspirazioni, capire come ciascuno di loro percepiva il mondo del lavoro e mi ha dato l’opportunità di travasare alcune delle mie esperienze a chi di esperienze ne aveva ancora poche. Uno dei progetti che l’Ordine di Milano sta cercando di realizzare sotto l’impulso e la guida del nuovo Direttivo scelto nelle ultime elezioni è il Qing, cioè una sorta di certificazione delle competenze degli iscritti che, oltre a dare un attestato all’ingegnere che lo richiede, permette al mondo esterno di individuare la o le persone con determinate conoscenze ed esperienze che soddisfano specifiche esigenze. A seguito del Decreto Legislativo del 4/3/2010 n.28 che prevede l’obbligatorietà di esperire, prima dell’eventuale Causa Civile, un tentativo di mediazione atto a raggiungere un accordo di conciliazione in una serie di controversie, in alcune delle quali un ingegnere potrebbe avere molta voce in capitolo, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano sta valutando la possibilità di avere un organismo di conciliazione autonomo o comunque dei conciliatori esclusivi. Se si decidesse di percorrere questa strada, le opportunità per molti ingegneri che volessero avere le competenze per percorrerla, attraverso un adeguato percorso formativo, sarebbero notevoli se, come prevede la Camera di Commercio di Milano, i volumi, già oggi ragguardevoli, si incrementeranno in modo molto significativo a seguito dell’entrata in vigore del suddetto D.L.. Queste considerazioni, che ho espresso in modo molto sintetico, sono alla base della soddisfazione della mia decisione presa con l’iscrizione all’Ordine. Non è stata estranea alla mia decisione la constatazione della prestigiosa sede: Palazzo Serbelloni in Corso Venezia 16, sede anche del noto Circolo della Stampa. Un po’ di vanità non guasta. Luciano De Stefani H o già scritto diverso volte sul forum ed a Voi per quanto attiene il problema della professione. Noto, con crescente disappunto, il costante proliferare di articoli in merito alla "certificazione" delle competenze, alla qualificazione del professionista, alla necessità di formazione continua. Tutte ottime intenzioni, verso una categoria che naturalmente tende alla costante formazione ed informazione, in quanto insita nel nome stesso della professione: ingegneria. Il problema ed il disagio per questo continuo messaggio deriva dal fatto che la formazione ha dei costi, non solo materiali, ma anche di tempo che il singolo professionista deve dedicare. Ed oggi tempo e soldi sono due concetti mancanti negli studi professionali. Infatti da ben quattro anni si continua a vedere una crescente diminuzione dei bandi in numero ed in onorari. Diminuzione che risulta sconcertante per ben due ragioni: - la riforma Bersani era evidentemente una condanna per la nostra professione; io stesso ebbi modo di scrivere nel 2006 un facile articolo premonitore sull'argomento, evidenziando come tale scelta avrebbe punito i giovani professionisti ed i piccoli studi; - quando si tratta di chiedere finanziamenti a Provincia o Regione gli Enti si precipitano con un sacco di progetti, per redigere i quali non vengono utilizzati i bandi. Se il raffronto fra queste brutte consuetudini viene esteso con i Paesi dell'Unione Europea, lo sconcerto diventa rabbia. All'estero ogni settimana sono decine i bandi emessi, di ogni genere e tipo: assegnazione di incarichi, concorsi di idee, concorsi di progettazione. E ribadisco: non è questione di fondi, visto che poi gli Enti locali partecipano a richieste di finanziamento con progetti già realizzati. Ora mi chiedo quali siano le azioni che sono in essere da parte degli Ordini, che dovrebbero essere attori principali nel segnalare le anomalie (sempre frequenti) sia nella redazione di bandi, sia nella pubblicazione degli stessi. Anche le ultime linee guida AVCP in materia di incarichi di progettazione paiono essere dimenticate dagli Enti Locali, a scapito sempre della nostra categoria. Sarei quindi felice se sui prossimi numeri, oltre ai giusti richiami alla qualità professionale, potrete accogliere anche contributi nelle direzioni prima evidenziate. Marco Cagelli L ’Ordine pubblica una rivista inviata a tutti gli iscritti e segnala inoltre sul suo sito i bandi di gara e concorsi indetti da pubbliche amministrazioni di interesse per la categoria. Per la formazione permanente e il continuo aggiornamento, la Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano organizza corsi, incontri, seminari e convegni su argomenti che si possono trovare nel sito: www.ordineingegneri.milano.it e che, a titolo indicativo, riguardano: • nuove tecnologie nell’ambito dell’edilizia (tra le quali indagini non distruttive, fissaggio strutturale, soluzioni leggere nelle ristrutturazioni, corrosione dell’acciaio nelle strutture in cemento armato ecc.); • urbanistica tecnica e tutela paesisticoambientale; • management e lettura dei bilanci aziendali; • utilizzo di internet e telelavoro; • nuove tecnologie (cablaggio di Milano, celle a combustibile, leghe a memoria di forma, sistemi satellitari); • prevenzione incendi (tra i quali il corso di Formazione e aggiornamento. Quanto costano e quanto tempo portano via al lavoro quotidiano del professionista? Prevenzione Incendi di cui all’Art. 5 del D.M. 253-1985 della durata di 100 ore, modulistica nazionale, registro antincendio); • sicurezza in edilizia (tra i quali il corso di formazione per coordinatori della sicurezza nelle costruzioni in fase di progettazione e di esecuzione); • lavori pubblici (tra i quali L. 163/06 e regolamento di attuazione, il responsabile del procedimento ecc.); • catasto e strumenti informatici relativi, sportello unico delle imprese, denuncia di inizio attività; • manutenzione di impianti ed immobili; • project financing; • sicurezza ed igiene del lavoro; • previdenza, assicurazioni professionali; • certificazione energetica degli edifici; • tariffe. Dal 2001 l’Ordine di Milano ha formalizzato e promosso la procedura Qing, finalizzata ad accer tare e certificare le competenze professionali post-accademiche acquisite sul campo dagli iscritti. Dopo un periodo di sospensione dal 2004 al 2009, nel 2010 il nuovo Consiglio dell’Ordine ha riattivato la procedura, L’Ordine forma e trasforma la professione. A partire dalla formazione. che diventerà di nuovo operativa nelle prossime settimane. Il Qing consentirà all’Ordine di “conoscere” i propri iscritti e di costituire, aggiornare e diffondere elenchi di ingegneri qualificati sulla base di un percorso codificato. Stefano Farné RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Professione Italia. 8 Per progettare il Sistema Italia è decisivo l’apporto delle professioni e.... il ruolo dell’ingegnere. D Saluto del Presidente del CNI, Giovanni Rolando. riaffermare l’importanza dell’insostituibile ruolo sociale degli ingegneri, la cui al 7 al 10 settembre Torino, patria presenza è indispensabile per la vita dell’Ingegneria e sede di uno dei intera del Paese. In tal senso sarà più prestigiosi Politecnici d’Europa, Da sempre noi ingegneri siamo stati fondamentale dimostrare come, ha ospitato presso il Teatro Carignano il 55° nell’ambito di un rapporto nuovo, chiaro il vero motore dello sviluppo del Congresso degli Ordini degli Ingegneri e di reciproco rispetto fra cittadini, enti Paese ed oggi, in piena crisi d’Italia. pubblici e professionisti, si renda mondiale, dobbiamo riappropriarci del Il tema congressuale “Costruire il futuro del necessaria la riconferma di alcuni principi ruolo di centralità che ci appartiene. Sistema Italia, ruolo dell’Ingegneria e riforma Dobbiamo scrollarci di dosso quel timore basilari ed irrinunciabili per consentire il delle professioni” è stato scelto dal CNI per reverenziale che a volte abbiamo per chi corretto svolgimento delle prestazioni di rilanciare la professione e per immaginare un ci governa ed uscire allo scoperto, ingegneria e garantire la sicurezza, la nuovo scenario competitivo e di esprimendo senza timori i nostri punti di qualità della vita, la conservazione partecipazione. dell’ambiente, la tutela del territorio, la vista sui grandi temi, dall’energia Torino è stata la cornice efficiente e correttezza della spesa pubblica, il all’ambiente, dalla sicurezza allo sviluppo spettacolare di un congresso forse unico. rispetto dell’etica e del lavoro in tutte le sostenibile. La nostra forma mentis ci Grande la voglia di partecipazione che si è sue forme”. porta ad essere concreti analisti dei respirata sin dalle prime ore e molto fitta problemi, propositori di soluzioni l’agenda degli impegni congressuali. Al primo all’insegna del pragmatismo e categoria E tra questi principi di base posto la relazione del Presidente del CNI, dovranno certamente essere che più delle altre può essere il vero Giovanni Rolando che ha tratteggiato lo interprete del futuro del Sistema Italia. La annoverate: scenario competitivo nazionale: 500 mila nostra professione ha però bisogno di ingegneri in tutta Italia in cerca di •la netta distinzione fra attività di impresa strumenti snelli, di una rivisitazione delle qualificazione continuativa per fronteggiare il nostre regole che saranno riscritte in e attività intellettuali - quale quella di mercato sempre più volubile; il problema ingegnere - di alto valore etico/sociale modo da garantire con più rigore la irrisolto dei minimi tariffari per le prestazioni qualità professionale, nell’interesse del che comportanto l’assunzione di rilevanti lavorative; il cosiddetto ‘sdoppiamento responsabilità, cittadino e nella tutela della dignità del dell’Albo, con gli ingegneri junior; i professionista. Questo Congresso meccanismi affatto premiali delle gare •la definizione inequivocabile di quale tratterà questi temi e tutta la base degli pubbliche. debba essere il giusto compenso per chi Ingegneri Italiani avrà la possibilità di “Il nostro mestiere sta perdendo prestigio” fornisce prestazioni a carattere confrontarsi con chi la rappresenta a ha sentenziato Remo Giulio Vaudano, intellettuale, così come avviene per ogni livello centrale e con chi sta riscrivendo Presidente dell’Ordine degli ingegneri della altra forma di prestazione lavorativa e le regole. provincia di Torino. “Ormai quando si parla di Sono certo che da un confronto umano come esplicitamente sancito dal codice grandi professionisti – ha proseguito nel suo fra il mondo degli ingegneri ed il mondo civile. ● iniziale intervento – ci si riferisce a medici, della Politica il Sistema Italia saprà trarre avvocati e soprattutto architetti”. Il fil rouge gli spunti e la forza necessaria per del Congresso è stato proprio questo: come superare la crisi in atto. è possibile che la professione di ingegnere sia fondamentale ma per nulla valorizzata, GLI INGEGNERI CI SONO E anzi, poco conosciuta. Lontano da facili VOGLIONO ESSERE PROTAGONISTI piagnistei però, il Congresso è stato ED A TORINO DOBBIAMO RIBADIRE un’occasione preziosa per focalizzare le LA CENTRALITÀ DELLA NOSTRA urgenze da sottoporre all’arena politica, forti PROFESSIONE NELLO SVILUPPO della convinzione di rappresentare per il ECONOMICO DEL NOSTRO PAESE. sistema Paese una risorsa fondamentale e prestigiosa. Scopo principale del nostro Congresso Gli ingegneri restano una forza Nazionale è quello di inviare alle trainante, soprattutto nell’attuale istituzioni, alle forze politiche e alla momento di crisi in cui c’è bisogno società civile un forte messaggio che, di sviluppo tecnologico e come risultato finale del dibattito politico scientifico. Record assoluto di della categoria, rappresenti il contributo presenze (1053), il 55° congresso della componente professionale del accetta la sfida del terzo mondo degli ingegneri alle problematiche millennio. attuali della Nazione. Pubblichiamo. in queste pagine, alcuni stralci dei principali interventi e la mozione Il tema congressuale scelto dal C.N.I. è congressuale finale votata all’unanimità. ● molto stimolante e consentirà di Luca Montani “ RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Il cambiamento non si ferma. Da tutti gli interventi al Congresso nazionale emerge a gran voce la forza della sfida delle competenze. Le uniche risorse per sviluppare il Sistema Italia. A questo Congresso ha partecipato un parterre ben nutrito e motivato. Numerosi i nomi altisonanti del mondo dell’industria, della pubblica amministrazione, dei servizi. Da Turatto, Direttore Generale della Funzione Pubblica, fino a Moretti, Amministratore Delegato di RFI, passando da Pagnoncelli, direttore generale dell’Abacus. La riforma delle professioni di cui si parla da tantissimo tempo - troppo tempo - ha avuto in quest’occasione referenti importanti, con i quali sono stati affrontati cruciali nodi della professione, della qualificazione, dell’aggiornamento e, in generale, di come la nostra professione possa riuscire ad essere un punto di riferimento per il Sistema Paese. 10 L’impianto concettuale è stato “avere il coraggio dell’ascolto”, come ha più volte ricordato il Presidente dell’Assemblea. E così è stato. In effetti, questo Congresso, gestito molto bene, con un supporto mediatico notevole e con un calendario molto fitto di preziosi appuntamenti, si è distinto proprio per la forza di questo ‘mandato’. “Occorre porsi nell’atteggiamento dell’ascolto, per poi misurarsi con le nostre proposte”. La platea ha ascoltato molto bene così come, molto bene, ha fatto udire la propria voce in più interventi, praticamente su tutto. Fare sintesi di quello che si è detto è una operazione assai ardua, ma il tema più pressante è stato indubbiamente l’annosa riforma. Anche se per alcuni tale riforma dovrebbe anche parlare di cose concrete e non soltanto di ordinamento. Temi come la fiscalità, gli studi di settore, le tariffe professionali. Il cuore della riflessione è la necessità di “riportare al centro del mondo politico l’attenzione sulla professione, diventando interlocutori credibili ed efficaci e non solo nell’emergenza”, ha ricordato Giovanni Rolando. Nel post-emergenza spesso, infatti, “la comunità di decisori si dimentica di noi”. Si è posto l’accento sulla necessità di chiedere agevolazioni fiscali, piani teriffari chiari, modalità di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro perché avviare uno studio professionale oggi è assai arduo, eppoi chiarezza e rispetto delle competenze senza fare confusione di ruoli. Chi balbetta competenze non può essere confuso con la categoria degli ingegneri. “Anche questa riforma universitaria ha comportato l’attuale stato di difficoltà - ha incalzato Rolando - e quindi è importante il ritorno al ciclo unico quinquennale”. Ma accanto al tema dell’università, inevitabile il riferimento all’accreditamento dei corsi di studi sui quali “dobbiamo dire una parola inequivocabile perché non tutte le università sono uguali e non tutti i corsi sono utili”. Il sistema ordinistico è un prodotto discontino e serve una revisione totale dell’Esame di Stato. Da tempo si dibatte all’interno del CNI e l’aria che si è respirata durante le giornate torinesi è la voglia di entrare nello specifico e di chiedere a gran voce una riforma complessiva universitaria. Altre cose importanti: semplificare le procedure inutili, che non vuol dire fare una deregulation perché “noi siamo i garanti della sicurezza e quindi della pubblica incolumità”. Ancora. Chiedere e ottenere il riconoscimento del lavoro professionale dei dipendenti ingegneri e ribadire la centralità del progetto nel sistema dei lavori pubblici. L’unica garanzia per avere un’opera pubblica realizzata secondo l’interesse pubblico è la centralità del progetto. L’appalto integrato deve essere minimizzato perché è foriero di brutti risultati o per lo meno può nascondere artifici strani. Al mondo politico, gli ingegneri, cosa possono offrire? “Possiamo dare obiettività, passione, serietà e competenza, dimostrando aggiornamento e avanguardia”. Il Congresso ha chiuso la sessione ribadendo con forza che il ruolo dell’ingegneria, in questo scenario controverso, è forte ma occorrono strumenti innovativi, concorrenziali di salvaguardia e di sviluppo. “Noi ci siamo”, chiude Rolando con un accento forte quasi emozionale. Rolando a microfono spento ha poi concluso: “Non ricordo una platea così ampia, segno che le richieste della gente sono tante e le attese ancora di più. Dobbiamo cercare di essere concreti perché i temi in agenda sono moltissimi. Costruire il futuro del Sisterma Italia”. E la testimonianza che giunge dalle giornate di Torino è di una forte passione alla quale seguirà una progettualità nuova. ● Roberto Cota e Sergio Chiamparino tra i saluti più applauditi. Se c’è una professione intimamente legata alla modernità, questa è proprio la vostra. Se penso a cosa Torino ha bisogno per il futuro dico: moderne infrastrutture che la colleghino all’Europa. E questo va al di là dei trasporti e della viabilità: vuol dire costruire opportunità e al contempo allargare le nostre relazioni e le nostre esperienze. Oggi serve un vero e proprio patto fra cultura scienza e politica: è questo l’esempio di uno sviluppo sostenibile e società. “ “ “ “ La vostra è una professione importante perché ha una ricaduta diretta sulla vita delle persone. Noi possiamo snellire le procedure, migliorare il sistema dei controlli. Possiamo dare impulso alle opere piccole pubbliche perché sviluppa lavoro, imprenditorialità, vivibilità. C’è anche da sistemare l’annosa questione dei pagamenti. La nostra Regione vuole essere in prima linea per garantire i pagamenti nei tempi ragionevoli. Alessandro Clerici Laureatosi in ingegneria al Politecnico di Milano, ha operato nel settore dell’energia per oltre 45 anni. Ha ricoperto le posizioni di Direttore del CESI e di Vice Presidente del Gruppo Sade-Sadelmi di GE; dal 1988 in ABB è stato, tra l‘altro, Amministratore Delegato di ABB Sistemi Trasmissione Energia, Presidente di ABB Ricerca e Vice Presidente Esecutivo di ABB spa. Attualmente è Senior Advisor per l’A.D. di ABB Italia e Consulente di altre organizzazioni. Ha condotto/partecipato a progetti nel campo energetico in più di 40 paesi e nel settore elettrico ha contribuito allo sviluppo dei più grandi sistemi di trasmissione in tutti i continenti. Da molto tempo partecipa alle attività di ANIE, di Confindustria, di Assolombarda e di numerose Associazioni scientifiche e culturali (IEEE, IEE, CIGRE, CIRED, WEC, ANIMP, AEIT, IEFE), ricoprendo importanti incarichi. È stato Vice Presidente ANIE e della Commissione Energia di Confindustria, di cui è ora coordinatore della Task Force “Efficienza Energetica” e membro di varie TF e GdL. È Past President di AEIT, Presidente Onorario del WEC (World Energy Council) Italia, Presidente di FAST (Federazione Associazioni Scientifiche e Tecniche) e Vice Presidente del CEI. È autore o co-autore di oltre 250 pubblicazioni e presiede o è membro di vari gruppi di lavoro internazionali nel settore energia ed ambiente (presiede tra l’altro le “Task Forces Interconnessioni“ e “Il futuro del Nucleare in Europa” del WEC Internazionale”). Mauro Moretti Laureato con lode in Ingegneria Elettrotecnica all’Università di Bologna nel 1977, nello stesso anno vince il concorso pubblico per i ruoli direttivi della allora Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato. Nel dicembre 1997 è chiamato a dirigere l’Area Strategica d’Affari Rete che guiderà anche dopo la trasformazione in Divisione Infrastrutture (luglio 1999). Dal febbraio 2001 entra a far parte del Consiglio di Amministrazione delle Ferrovie dello Stato che, nel luglio dello stesso anno, si trasformerà in Rete Ferroviaria Italiana della quale diviene Amministratore Delegato. È Vice Presidente del CER (Community of European Railway and Infrastructure Companies) da gennaio 2007, Presidente di Italferr S.p.A. dal 15 maggio 2007, Presidente di Grandi Stazioni S.p.A. dal febbraio 2008. È stato Consigliere di Amministrazione in LTF (Lyon Turin Ferroviaire) fino a settembre 2007. Tra gli altri incarichi attualmente ricoperti si ricordano quelli di Membro del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e di Vice Presidente dell’Unione Industriali di Roma. Nel 2005, l’Università di Cassino gli ha conferito la laurea Honoris Causa in Ingegneria Meccanica. RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Il bicchiere mezzo pieno della formazione... Obbligatoria e prevista per legge? A distanza? Realizzata dagli Ordini? Su quali temi? Sul principio non si deroga, ma sono in molti a pensare che il miglior approccio sia quello premiale. C ’è unanimità nel ritenere valido il principio della formazione. Ma se si parla di premialità, i crediti, l’obbligatorietà, la formazione specialistica, ci sono tantissimi distinguo. Oltretutto l’autonomia degli Ordini potrebbe anche, in parte, stravolgere l’impianto del progetto. Quindi? Quindi sulla formazione permanente e qualificata siamo tutti d’accordo ma a questa iniziale dichiarazione di intenti deve seguire ancora una volta - un piano complessivo per riuscire ad incidere sui comportamenti ma soprattutto sull’agenda del legislatore, superando difficoltà inerziali e anche qualche perplessità... Nell’assemblea dei Presidenti, durante il Congresso, il tema è stato affrontato in lungo e in largo approdando nella mozione finale (pubblicata nelle pagine seguenti), quando si afferma che: Affermiamo ....l’istituzionalizzazione, principalmente legata all’esercizio di attività coperte da riserve di legge, della “formazione professionale permanente, organizzata e qualificata”. 12 Ronsivalle, Presidente dell’Ordine di Lodi. Non si tiene conto della complessità e della varietà della nostra professione, varia per competenze, specializzazione e per le modalità di esercizio. Quando parliamo di formazione continua permanente dobbiamo ricordarci che oltre il 60% degli ingegneri sono dipendenti e hanno esigenze che non sempre coincidono con i liberi professionisti. Individuare temi per tutti è veramente un problema. Anche l’accreditamento delle strutture formative è un problema. Non possiamo costringere a seguire corsi di formazione che non ricoprono gli interessi specifici. Rischiare sanzioni, inoltre, per non aver raggiunto un potenziale livello di formazione continua non mi trova d’accordo. Infatti il tema dell’obbligatorietà è spinoso. Soprattutto la relativa sanzionabilità del mancato rispetto dell’obbligo, specie in mancanza di precisa disposizioni di legge. Gli effetti che temo da questa proposta è che tutto il nostro sistema si riduca ad una sorta di ‘puntificio’, ovvero il mero conseguimento di un punteggio annuale senza che vi sia sempre corrispondenza e coerenza tra le attività di formazione seguite e l’effettiva attività professionale svolta. Per gli ingegneri la formazione continua rappresenta una necessità. Il problema è come riconoscere a chi lo fa ad un certo livello questa attività. L’alternativa, a mio avviso, è trasformare il sistema da cogente a premiale. Occorre istituire un sistema di verifica e accreditamento della formazione conseguita volontariamente dagli iscritti attribuendo un riconoscimento personale a ciascuno. Occorre fare in modo che questo credito formativo conseguito possa essere utilizzato in termini di punteggi riconosciuti in sede di concorsi, di partecipazione a gare pubbliche e trattative sindacali. Calzolari, Presidente dell’Ordine di Milano. Occorre che tutto ciò rappresenti un plus per i nostri ingegneri, in elementi di valorizzazione della professionalità e non vissuti come vessazione. Dobbiamo riprendere il concetto di obbligatorietà dell’aggiornamento professionale definendolo in un altro modo: una sorta di cogenza del principio etico che sta alla base del nostro operato. L’ingegnere, essendo chiamato ad operare assumendosi responsabilità dirette su atti critici per la collettività, deve farlo nel miglior modo possibile. Propongo che la parola ‘obbligatorietà’ venga chiarita con questa accezione. Ritengo molto difficile che un Ordine possa perseguire con richiami o misure più severe a fronte di un’attività di aggiornamento non svolta; ritengo molto più utile ricevere dall’Ordine un avvallo della propria competenza soltanto dopo aver dimostrato che è stato capace di aggiornarsi. L’Ordine degli ingegneri deve mettere a disposizione una serie di strumenti per fare in modo che l’aggiornamento possa essere possibile. Legare, dunque, il concetto della formazione permanente al concetto della qualificazione. Un tipo di istruzione, a pioggia, obbligatorio non è efficace. Dobbiamo stare attenti a offrire azioni che aggiungano ai nostri ingegneri competitività perché questo mercato li sta vessando già abbastanza. Ing. Monaco Sulla formazione continua siamo tutti d’accordo. Anzi, forse varrebbe la pena di centralizzare l’offerta formativa per uniformare stili e contenuti. Potremmo anche usare la formazione a distanza perché questo è il momento. Oltretutto sarebbe misurabile e verificabile. Ing. Ceola Tutti noi abbiamo dubbi e incertezze sulla proposta di obbligatorietà. Sono venute fuori tutta una serie di difficoltà oggettive: i dipendenti, le università, i costi... Ma sul principio non possiamo derogare. La formazione è un fattore importante oppure no? Non bastano i premi. Non basta riconoscere delle qualifiche. Tra i nostri iscritti molti si aggiornano, in mille modi, ma molti altri non lo fanno. Le sanzioni non sono sbagliate perché tutelano la categoria e gli interessi diffusi. Affrontiamo il problema senza rinunciare a questa nostra prerogativa. Tutti gli altri Ordini hanno la formazione prevista per legge. Perché noi no? Giuseppe Cerutti Nel 1980 viene nominato Assessore alla Viabilità, Trasporti e Territorio della Regione Piemonte. Viene eletto alla Camera dei Deputati nella X Legislatura (1987 - 1992). È stato membro della Commissione Lavori Pubblici, Ambiente e Territorio; della Giunta delle Elezioni; della Commissione Bicamerale di Vigilanza sugli atti della Cassa Depositi e Prestiti; della Giunta del Regolamento. Rieletto alla Camera dei Deputati nella XI Legislatura (1992 - 1994), è stato Presidente della VIII Commissione Permanente Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici; Membro della Giunta delle Elezioni. È dal 2002 il Presidente della Società Italiana Traforo Autostrade del Frèjus - SITAF SpA, con sede a Torino, e membro della Commissione Intergovernativa C.I.G. Dal luglio 2009, è Consigliere di Amministrazione dell’Anas. Davide Tabarelli La sua attività nell’energia inizia all’università nel 1985 con una tesi sui mercati a termine del settore petrolifero. Dal 1986 al 1990 fa parte della sezione Energia di Nomisma. Dal 1990 al 1996 è direttore presso il RIE, Ricerche Industriali ed Energetiche, dove si occupa di progetti di ricerca sull’industria elettrica e sulle politiche ambientali. È stato responsabile di circa 60 studi riguardanti l’industria energetica nazionale e gli impatti delle normative ambientali. È stato consulente del Ministero dell’Industria dal gennaio 1995 al maggio 1996 come esperto del mercato petrolifero. È stato membro di Commissioni Ministeriali per la politica energetica nel 2003 e nel 2005. È professore a contratto presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna e il Politecnico di Milano. Mauro Spagnolo Architetto e giornalista pubblicista, esercita la libera professione nell’ambito del suo studio associato occupandosi di progettazioni legate al risparmio energetico ed all’utilizzo di energia da fonte rinnovabile. Tali attività lo hanno portato a svolgere, parallelamente alla professione, attività di ricerca applicata e sperimentale presso il CNR, l’ENEA, l’Ansaldo e l’Agip Petroli. Dal 1983 collabora con periodici e riviste di architettura, pubblicando numerosi articoli scientifici. È il coordinatore scientifico del Corso di Alta Formazione in Efficienza Energetica negli Edifici presso il Dipartimento di Meccanica e Aeronautica della facoltà di Ingegneria - La Sapienza. Attualmente è il direttore responsabile del quotidiano telematico «rinnovabili.it». RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri La mozione finale. “Il ruolo dell’ingegnere è cruciale nello sviluppo del Sistema Italia” IN CONSIDERAZIONE della rilevanza assunta dagli ingegneri entro le odierne società in relazione al ruolo svolto dagli innumerevoli ambiti applicativi dell’ingegneria nell’assicurare competitività e sviluppo al Sistema Italia in contesti socioeconomici globalizzati, in rapidissima evoluzione e contraddistinti da complessità, da caoticità e da limitata predittività, IN VIA GENERALE RITENGONO che sia da considerare di rilevanza strategica, per il sistema ordinistico, un’azione diretta a sensibilizzare gli organi istituzionali e di governo, nonché la collettività nel suo insieme, sulla necessità e opportunità dei seguenti principi: a) la valorizzazione del ruolo degli Ordini nella veste di interlocutore autorevole, stabile e continuativo nell’ambito del dibattito istituzionale riguardante la discussione, il confronto e la messa a punto della legge quadro sulla riforma delle professioni intellettuali, nonché di qualsiasi ulteriore l documento che segue è la dispositivo normativo che presenti ricadute mozione finale del Congresso. significative, dirette e indirette, per gli ingegneri E’ difficile cogliere, da queste e per il futuro del Sistema Italia; righe, il calore e la b) l’accoglimento e l’affermazione sul piano determinatezza delle parole pronunciate in quella importante legislativo di alcuni punti fondamentali basilari ed irrinunciabili per uno svolgimento delle occasione. L’Ordine di Milano, che condivide il contenuto, intende svolgere il prestazioni di ingegneria che possa dirsi improntato alla tutela dell’interesse generale; proprio compito in questo dibattito, ciò in considerazione della stringente auspicando che dalle parole si passi ai necessità di ridefinire un rapporto nuovo, fatti, ai progetti concreti. Senza una chiaro e di reciproco rispetto fra cittadini, enti progettualità efficace e misurabile, tutto ciò risulta privo di efficacia. Perché il ruolo pubblici e professionisti, PIÙ NELLO SPECIFICO SOTTOLINEANO dell’ingegnere sia davvero determinante, che sia da considerare di rilevanza strategica, tutti noi attendiamo i passaggi successivi per il sistema ordinistico, un’azione corale e e, ovviamente, i risultati. coordinata, della comunità degli ingegneri, tesa a favorire nelle sedi opportune: Gli Ordini degli Ingegneri d’Italia, riuniti in a) l’accoglimento e l’affermazione, con Congresso a Torino dall’8 al 10 settembre particolare riferimento alla legge di riforma 2010 e impegnati a trattare il tema delle professioni intellettuali, dei seguenti “Costruire il futuro del Sistema Italia: ruolo dell’Ingegneria e Riforma della Professione”, in assunti: - la netta distinzione fra attività di impresa e esito ai lavori Congressuali I 14 attività intellettuali; - la netta distinzione fra attività intellettuali tout-court e attività intellettuali coperte da riserve chiaramente espresse per legge, in quanto attività strettamente connesse alla tutela del più generale interesse collettivo; ovvero in quanto attività per le quali l’esercizio della professione prevede competenze in grado di sostenere l’assunzione di responsabilità non limitatamente di ordine tecnico ma anche, e non secondariamente, di ordine sociale ed economico, nonché di responsabilità – nel caso di specie riguardante l’ingegneria – correlate alla sicurezza, all’incolumità pubblica e privata, alla tutela delle risorse naturali; - il principio secondo cui l’attribuzione delle competenze riguardanti l’esercizio di attività coperte da riserve di legge deve essere con chiarezza correlata ad un percorso formativo commisurato alla natura e alla portata delle competenze e delle responsabilità evocate dall’esercizio professionale; - l’opportunità di richiamare l’attenzione del legislatore sulla necessità di rivedere e ampliare l’attuale insieme di attività coperte da riserva di legge in considerazione del rapidissimo moltiplicarsi di attività innovative a rilevante impatto sulla tutela degli interessi della collettività; tra queste, nel caso di specie dell’ingegneria, in particolare si sottolinea il rilievo in questo senso assunto dall’Ingegneria dell’Informazione; - l’istituzionalizzazione, principalmente legata all’esercizio di attività coperte da riserve di legge, della “formazione professionale permanente, organizzata e qualificata”; - la funzione precipua degli Ordini professionali nell’ambito della formazione permanente; - il principio secondo cui “la professione dell’ingegnere sia declinata dal legislatore in modo unitario, come anche previsto dalla Commissione Europea”, sia per i liberi professionisti che per i dipendenti e quindi possa essere esercitata con pari dignità sia in regime di libera professione che di dipendenza; - l’istituzione in tutti gli ambiti del lavoro dipendente, per gli ingegneri che esercitano attività professionali, del “ruolo professionale” oltre al ruolo tecnico e al ruolo amministrativo; - la definizione dell’equo compenso, con il ripristino della obbligatorietà del rispetto di minimi tariffari, per chi fornisce prestazioni a carattere intellettuale nelle diverse modalità di espletamento dell’attività professionale (liberi professionisti, dipendenti, forme societarie); ciò a garanzia della qualità della prestazione professionale, nonché in ottemperanza a quanto sancito dalla Costituzione (quale diritto inalienabile di remunerazione del lavoro) e nel Codice Civile (quale tutela del decoro professionale); b) l’accoglimento e l’affermazione – con un più generale riferimento ai dispositivi normativi che presentano ricadute significative, dirette e indirette, per la “comunità” degli ingegneri – dei seguenti assunti: - la “centralità e la qualità del progetto” nella realizzazione di opere pubbliche, così riposizionando il baricentro dell’attuale indirizzo che, teso ad affermare la “centralità dell’opera”, ha nei fatti già dimostrato di produrre gravi aberrazioni; - lo snellimento del quadro normativo tecnico e la semplificazione degli iter burocratici; - il principio secondo cui l’indispensabile processo di adeguamento e di revisione dell’attuale assetto formativo universitario degli ingegneri deve giovarsi del confronto, continuo e costruttivo, fra l’istituzione universitaria ed il mondo ordinistico; - il principio secondo cui per la formazione universitaria sia centrale l’obiettivo di assicurare agli allievi il conseguimento di strumenti metodologi di approccio a problemi da contestualizzare in scenari tecnico-socio-economici sempre più contraddistinti, come già detto, da rapidissime evoluzioni, da complessità, da caoticità, da limitata predittibilità; - l’attenzione alle politiche giovanili con riferimento all’attuale incremento di giovani ingegneri all’interno degli albi; - il principio secondo cui le Regioni non hanno diritto di legiferare in materia ordinistica e dunque non sono neanche tenute a imporre albi, elenchi, corsi ed esami; - la valorizzazione del ruolo degli Ordini nell’azione tesa a favorire l’avvio in Italia di un “sistema di accreditamento” da parte di un “soggetto terzo” delle Facoltà di Ingegneria – e dei relativi Corsi di Laurea – presenti sul territorio nazionale. PRIMA RACCOMANDAZIONE Il Network Commissione Giovani propone di istituire un tavolo permanente sulla tematiche giovanili con la presenza di una adeguata componente giovani. SECONDA RACCOMANDAZIONE Si propone tramite il Centro Studi C.N.I. di condurre una indagine sulla situazione lavorativa dei giovani con particolare riferimento ai rapporti di collaborazione tra datore di lavoro e “professionista economicamente dipendente”. TERZA RACCOMANDAZIONE I Consiglieri presenti nelle rispettive qualità di referenti, coordinatori o rappresentanti delle Commissioni Sicurezza dei propri Ordini, Federazioni e Consulte, in ragione degli approfondimenti svolti in occasione del Congresso Nazionale, segnatamente ai molteplici aspetti della disciplina antinfortunistica T. U. Sicurezza, esprimono l'univoca volontà di proseguire l'attività già svolta con il Gruppo di Lavoro del Testo Unico chiedendo alla Assemblea dei Presidenti e al CNI di riattivare tempestivamente le attività del Gruppo di Lavoro stesso. ● Riccardo Varvelli Si è laureato in Ingegneria nel 1959 presso il Politecnico di Torino ed ha iniziato la carriera manageriale all'AGIP, dopo un "master" di specializzazione presso l'Istituto Direzionale Tecnico dell'ENI (1960), con la responsabilità di lavori "off-shore" nel Golfo Persico (1961-1964). Al suo rientro in Italia viene chiamato dal Politecnico di Torino, dove tuttora è professore di ruolo, per l'insegnamento universitario in tema di "Produzione" e di "Economia". Dal 1971 al 1976 è stato responsabile dell'Area "Produzione" presso l'ISVOR della FIAT. Nel 1989 ha vinto il Premio nazionale per lo Sviluppo dell'Organizzazione e nel 1997 insieme a M.L. Lombardi il Premio GEA per la Cultura d'Impresa. Ha creato il Gruppo di Ricerca Applicata al Management (GRAM) nell'ambito del quale si sviluppano studi ed analisi di Comportamento manageriale e di Sviluppo Organizzativo. Riccardo Varvelli è stato cofondatore dell'AISL nel 1966 (Associazione Italiana del Lavoro), Vice-Presidente dal 1969 al 1971 e Presidente dal 1987 al 1989. A partire dagli anni Settanta la maggior parte degli studi di R. Varvelli è stata dedicata alla tematica della Produttività e della Qualità del Lavoro intellettuale per poi approdare al suo attuale interesse per l’Efficacia ed Efficienza del lavoro manageriale. Francesco Profumo Laureato nel 1977 in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Torino, ha lavorato come Ingegnere Capo per la sezione R&D del Gruppo Ansaldo a Genova dal 1978 al 1984. Nel 1984 ha iniziato a lavorare presso il Dipartimento di Ingegneria Elettronica del Politecnico di Torino. Divenuto Ordinario di Convertitori, Macchine e Azionamenti Elettrici, dal 2003 al 2005 è stato Preside della Facoltà di Ingegneria al Politecnico di Torino e dall’ottobre 2005 ne è divenuto Rettore. Ha pubblicato oltre 220 saggi su riviste specializzate e conferenze internazionali. Gianni Verga Laureato in Ingegneria Civile- EdileErgotecnica, esercita attività professionale di progettazione e direzione edilizia e urbanistica. Consigliere della Regione Lombardia ininterrottamente dal 1980 al 1995. Dal 1980 al 1985 Vice Presidente della Commissione Territorio e Trasporti della Regione Lombardia, nonché della Commissione Speciale per l’organizzazione e la logistica delle sedi e delle strutture regionali. Dal luglio 1999 al giugno 2001 Assessore alla Cultura e ai Beni Culturali della Provincia di Milano. Dal giugno 2001 al giugno 2006 Assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano. RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Il CNII: come lavora l’ingegnere. Il Comitato Nazionale Ingegneria dell’Informazione è stato fondato nel 2005, dopo 5 anni ne fanno parte 70 Ordini Provinciali con lo scopo di favorire lo scambio di informazioni tra le Commissioni del settore. I Enrico Pio Mariani Ordini, dove alle ultime elezioni ha moltiplicato i consiglieri del settore, presso l Comitato ha funzioni consultive per il il CNI e verso Enti esterni, quali DigitPA, il Ministero dell'Innovazione, Comuni e C.N.I. e per gli Ordini aderenti ed è stato istituito con lo scopo di favorire Regioni.. lo scambio di informazioni tra le Tra i risultati più importanti del Comitato Commissioni del settore al fine di: possiamo citare: ● Promuovere la figura dell'ingegnere dell'Informazione, garante di corretta Il progetto PEC per gli iscritti. progettazione, affidabilità e sicurezza dei Con la consulenza del CNII il Consiglio sistemi informativi. ● Fungere da osservatorio sulle tecnologie Nazionale degli Ingegneri ha siglato una convenzione per dare a tutti gli iscritti, e sul mercato Interpretare in modo omogeneo le leggi ed senza alcun onere per gli stessi, la casella di Posta Elettronica Certificata, che tutti i i regolamenti che riguardano il settore professionisti devono avere per legge. ● Ampliare la possibilità di scambio di risultati di ricerche, materiale didattico e Il progetto Italia sicur@. docenti per corsi, convegni e seminari utili Il progetto denominato Italia Sicur@, varato alla categoria dal Ministero per la Pubblica ● Attuare una politica omogenea nel Amministrazione e l’Innovazione, dal campo della contrattualistica, dei rapporti Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e con il committente in generale e delle dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB), è tariffe stato sviluppato al fine di monitorare e intervenire efficacemente sui livelli di Il CNII è stato fondato il 1 marzo 2005 da rappresentanti di 4 Ordini; dopo 5 anni ne sicurezza informatica della Pubblica Amministrazione, con particolare fanno parte 70 Ordini provinciali. riferimento alle Amministrazioni locali. Una svolta importante è stata l'adesione Le attività e gli obiettivi del progetto del Consiglio nazionale degli Ingegneri, saranno presentati ufficialmente il prossimo avvenuta nel dicembre 2007. Grazie alla massa critica raggiunta il CNII ha 15 dicembre 2010 dal Ministro Renato Brunetta e dagli esperti che compongono il ottenuto una maggiore visibilità per gli ingegneri dell'Informazione all'interno degli tavolo tecnico, del quale fanno parte due 16 iscritti all'Ordine di Milano: Enrico Mariani e Stefano Zanero. La sperimentazione della firma digitale con attestazione di ruolo. E' stato fatto un accordo CNI – DigitPA – Regione Lombardia – Assobeton – Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano per attivare il progetto sperimentale per l’utilizzo congiunto di firma digitale, attestazione di ruolo e PEC nelle interazioni tra PA lombarda, Assobeton e l’Ordine degli Ingegneri di Milano. Il fine della sperimentazione è semplificare e razionalizzare le pratiche edilizie utilizzando la trasmissione e la firma digitale dei documenti. Azione per gli elenchi di professionisti per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria di importo inferiore ad euro 100.000. E' partita un'azione capillare per fare inserire anche le attività relative all'Ingegneria dell'Informazione nei bandi per la formazione di elenchi di professionisti, da invitare a presentare offerta per l’affidamento di servizi di architettura e ingegneria di importo inferiore ad euro 100.000. L'azione ha già ottenuto dei risultati positivi. ● L Enrico Pio Mariani progettazione dei data base e delle procedure, e servono linee di trasmissione dati sicure ed affidabili, sia come qualità che come continuità e tecnologie dell'informazione hanno di funzionamento. cambiato radicalmente il nostro Inoltre sono indispensabili formazione e modo di vivere, così come lo ha fatto cambiamento di mentalità per gli utenti, che in passato la rivoluzione industriale. non solo devono adattarsi alle nuove L'invenzione che più di tutte ha contribuito a tecnologie, ma adottarle con spirito critico, questa seconda rivoluzione è dovuta ad un senza aver paura di preferire, quando è il caso, genio italiano, Guglielmo Marconi. di affidarsi alla vecchia carta. In conclusione dobbiamo riprendere il nostro Allorché il DPR 328 del 2001 ha istituito il ruolo, minacciato da operatori meno qualificati, settore dell'Ingegneria dell'Informazione, si è La difficoltà di manutenzione è documentata che affermano, nonostante il DPR 328-2001, constatato i suoi corsi, qui sotto elencati, dalla difficoltà di correggere gli errori. Uno dei che la nostra è una professione non erano frequentati da più della metà degli regolamentata, e per questo vorrebbero fare tanti esempi è il bug del 2010, che all'inizio studenti di ingegneria. dell'anno ha reso per giorni inutilizzabili metà riconoscere le loro associazioni, in contrapposizione con gli Ordini e le delle carte di credito tedesche. Le classi dell'Ingegneria dell'Informazione certificazioni al posto della laurea. Anche il settore delle telecomunicazioni sta (quelle segnate con * appartengono anche attraversando un periodo di crisi ciclica, dopo Anche per questo è nato e si è sviluppato il all'Ingegneria Industriale) il recente boom, dovuto alla grande richiesta Comitato Nazionale dell'Ingegneria 1) classe 23/S - Informatica; dell'Informazione (CNII). Se riusciremo avremo di infrastrutture per la trasmissione di dati 2) classe 26/S - Ingegneria Biomedica;* reso un servizio ai colleghi, ma soprattutto al 3) classe 29/S - Ingegneria dell'Automazione;* derivato dall'espansione rapidissima della Sistema Italia. ● telefonia mobile, di internet e del digitale 4) classe 30/S - Ingegneria delle terrestre. A uno sviluppo caotico, fatto Telecomunicazioni; soprattutto in outsourcing e con personale 5) classe 32/S - Ingegneria Elettronica; non sempre qualificato, è seguito un periodo 6) classe 34/S - Ingegneria Gestionale;* di minore richiesta accentuato da una forte 7) classe 35/S - Ingegneria Informatica. delocalizzazione. L'indice più significativo di questa tendenza è Il presente del settore il fortissimo calo delle iscrizioni ai corsi di non è esaltante. ingegneria delle telecomunicazioni. Gli anni '70 e '80 sono stati un periodo Quale futuro ci attende? d'oro per il software: il mercato, in forte La situazione non è rosea, ma gli alti e bassi si espansione, ricercava, stimava ed apprezzava possono considerare quasi normali in un gli ingegneri, per le loro competenze settore ancora molto giovane ed in progettuali e la loro affidabilità. rapidissima crescita; l'importante è invertire la La situazione è cambiata radicalmente negli tendenza, far capire che la miopia degli anni anni '90: Il boom prima dei PC e poi di passati può portare a disastri sempre più Internet ha ampliato il mercato, ma lo ha grandi. esposto ad una concorrenza sempre meno La progettazione e la messa in funzione di qualificata. Inoltre in quegli anni si è affermata una classe sistemi informatici che presentino complessità o criticità va affidata a veri professionisti, di manager il cui obiettivo era di fare utili a affidati e responsabili. breve termine, che si riflettevano nei loro bonus, mediante una esasperata diminuzione Questo è previsto anche nel DPR 328 del 2001, che afferma che le attività professionali dei costi, a scapito della qualità e degli che formano oggetto della professione di investimenti a medio termine. Una delle principali vittime di questa politica, che è stata ingegnere sono: per il settore "ingegneria dell'informazione": la una delle cause principali della attuale crisi è pianificazione, la progettazione, lo sviluppo, la stato il settore dell'Informazione. direzione lavori, la stima, il collaudo e la gestione L'emblema di questo cambiamento di di impianti e sistemi elettronici, di automazione mentalità è l'articolo di Nicholas G. Carr, e di generazione, trasmissione ed elaborazione apparso nel maggio 2003 su Harvard delle informazioni. Business Review, che sostiene che la Le occasioni per affermare la nostra tecnologia IT non è più un’opera di ingegno, ma una commodity, una merce che si acquista professionalità non mancano. Per esempio abbiamo davanti la grande sfida della a un tanto al chilo. Queste circostanze hanno depresso il settore, dematerializzazione, fortemente voluta dal Ministero per l'Innovazione. sia dal punto di vista economico, che del Dematerializzazione non significa prestigio dei professionisti dell'IT, soprattutto smaterializzare l'informazione, ma trasferirla per i giovani ingegneri, che spesso vengono utilizzati come programmatori in outsourcing su supporti più facili da maneggiare, duplicare e conservare, ma più difficili da gestire, e disincentivati a intraprendere una carriera tecnica. Tutto questo ha creato gravi danni alla mantenere integri nel tempo e proteggere da intrusioni. comunità. La dematerializzazione richiede una grande Infatti in questa corsa alla riduzione dei costi attenzione al problema della sicurezza nelle e dei tempi di realizzazione, dettati solo da sue due accezioni: integrità e leggibilità nel esigenze di marketing, si è perso il senso tempo degli archivi e protezione da accessi dell'importanza del progetto e sono stati malevoli prodotti software difficilmente mantenibili e Per questo è necessaria una corretta poco sicuri, a fronte di un piccolo risparmio immediato si sono creati grandi problemi e costi futuri. Basti pensare che secondo alcuni studi, realizzare funzioni di sicurezza su un software in funzione può costare cento volte di più che prevederlo in fase di progetto: un investimento che nessuno è disposto a fare. Questo spiega il susseguirsi di patch (letteralmente rattoppo) di sicurezza che continuamente vengono fatti installare, senza mai risolvere a fondo il problema. Quale futuro ci attende? Le occasioni per affermare la nostra professionalità non mancano, a partire dalla grande sfida della dematerializzazione, fortemente voluta dal Ministero per l'Innovazione. RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Progettare... con rischio. L'Information Technology, oltre ad essere l'oggetto di molti progetti, è anche uno strumento per mitigare i rischi di progetto. U Giorgio Parrella e Gianluca Sironi n progetto senza rischi? E' come lo sporco impossibile in quella famosa pubblicità del detersivo: non esiste. Per essere senza rischi un progetto non dovrebbe comportare cambiamenti, non dovrebbe avere componenti innovative... caratteristiche alle quali non si può rinunciare, in quanto parte della definizione stessa di progetto. ma una disciplina ed un sistema di riferimento. La costruzione di questo sistema di riferimento avviene tramite alcuni processi di Project Management, quali l'identificazione dei principali fattori di rischio, la loro contestualizzazione rispetto all'obiettivo di progetto, la stima delle probabilità e dell'impatto (qualitativa e quantitativa) ed infine la decisione su quali rischi gestire e in quale modo approntare le risposte al rischio ed all’accadere di particolari eventi. La prima domanda relativa ai rischi di progetto che E questo aspetto vale in particolar modo per i bisogna quindi porsi è: che cosa, quali eventi, progetti IT (Information Technology), che sono quali circostanze possono rendere impossibile o portatori di innovazione e di cambiamento (e difficile raggiungere l’obiettivo del progetto? purtroppo sono anche noti per l’alto tasso di Bisogna ricordare che per definizione ogni fallimento). Essendo il rischio un fattore di progetto non eliminabile, è necessario non solo progetto è unico, e quindi come tale va trattato anche per l’aspetto di identificazione e accettarlo e affrontarlo, ma considerarlo anche valutazione dei rischi. Che cosa serve per una opportunità: è quindi importante capire i rispondere a questa domanda e generare un passaggi fondamentali di questa problematica. elenco di fattori di rischio in ordine di priorità? Se ci si aspettasse però una sorta di “sfera di cristallo” in grado di fornire previsioni precise sui Come prima cosa servono le informazioni che si rischi di progetto (e a maggior ragione dei loro trovano di solito nei documenti di progetto (WBS, RACI, stime sforzo/durata, Gantt, impatti), le aspettative andrebbero certamente budget,...). E quando questi documenti non sono deluse. La gestione dei rischi di progetto (Risk Management), così come il Project Management disponibili... beh ecco identificato un primo fattore di rischio: la pianificazione assente o di cui costituisce una componente fondamentale, non è affatto una sfera di cristallo lacunosa! 18 Servono inoltre informazioni storiche su progetti analoghi e l'esperienza relativa del team di progetto. Infine, dopo aver raccolto le informazioni, è necessario raccogliere le opinioni e le aspettative degli stakeholders (gli interessati al progetto). Tecniche di identificazione dei rischi nei progetti IT A supporto della identificazione vi sono varie tecniche e strumenti, ma spesso ci si basa solo su interviste interne perdendo così di vista alcuni rischi tecnici o rischi esterni che non riescono ad emergere all’interno del gruppo di progetto, in casi dove si hanno poche o nulle esperienze analoghe. La tecnica “Delphi” che prevede questionari (iterativi) in forma anonima con il coinvolgimento anche di risorse esterne è di non semplice attuazione, pur se la mancata identificazione di un rischio (e la conseguente valutazione) è spesso dovuta a “incompletezza di orizzonte” (anche per oggettive difficoltà realizzative) e non per mancata competenza del gruppo di progetto. La tecnica delle interviste affronta bene aspetti specifici, ma raramente coglie la visione di insieme e la interdipendenza dei sistemi, anche quelli apparentemente fuori dal perimetro del progetto. Va aggiunto che se le interviste si svolgono in un “parco chiuso” difficilmente punti di vista differenti (a volte anche molto critici, ma spesso fortemente propositivi ed innovativi) si possono introdurre e implementare. Sovente una corretta identificazione del rischio fallisce semplicemente perché non vi è una corretta documentazione del sistema. Oppure perché le mutue dipendenze tra sistemi/servizi non sono adeguatamente conosciute e documentate: troppi aspetti sono affidati alla conoscenza tacita. E’ sufficiente che i detentori della conoscenza tacita siano fuori dal gruppo di progetto (o non abbastanza coinvolti) per far perdere efficacia all’identificazione e di conseguenza far fallire la gestione degli eventi di rischio. Non tutti i fattori di rischio sono uguali e, soprattutto, non tutti i rischi devono essere tenuti in considerazione per la gestione dei rischi di progetto (e questo è uno degli aspetti di un processo corretto di identificazione). L'elenco dei fattori di rischio individuati viene ordinato in base ad una suddivisione in categorie, quali: rischi tecnici, rischi legati all’organizzazione, rischi esterni ecc... ed alla “priorità”, ad esempio in funzione del prodotto, dei fattori “probabilità che l'evento si verifichi” e “impatto sul progetto”. Da notare che un corretto elenco dei rischi in ordine di priorità contiene anche le migliori opportunità per il progetto (insieme alla valutazione del loro impatto). Essendo piuttosto complesso calcolare la reale probabilità di accadimento di un evento rischioso (o di una opportunità) ed il reale impatto in termini quantitativi sulla vita del progetto, solitamente si utilizzano delle scale di giudizio qualitativo (un voto da 1 a 10, oppure (oltre che poco realistico) identificare e valutare qualitativamente - quantitativamente e quindi gestire tutti i fattori di rischio di un progetto. Va ricordato che un evento è considerato un fattore di rischio se la probabilità che si verifichi è minore del 100%: (se fosse 100% non si tratterebbe più di rischio ma di evento/attività di progetto, da pianificare insieme alle altre attività). Come si può allora provare a gestire in modo corretto i rischi? La prima cosa che è possibile fare, una volta identificato e valutato, è chiedersi se sia possibile evitare il rischio stesso. Un esempio di rischio che riguarda le risorse coinvolte nel team di progetto: se esistono informazioni o ipotesi che indicano che uno degli specialisti che fa parte del gruppo di progetto è a rischio dimissioni, non coinvolgerlo significa evitare il rischio di perderlo a progetto in corso. Ma significa anche rinunciare al suo contributo: cosa che potrebbe rendere più complesso (se non addirittura poco fattibile) l’andamento ed il successo del progetto. Se si decide invece di coinvolgere questa risorsa nel progetto, pur sapendo del rischio dimissioni, si accetterà di correre questo tipo di rischio. Attivamente si può intervenire preparando la “risposta al rischio”, preparando quindi un piano d'emergenza (il famoso “piano B”! ) che preveda una serie di attività da eseguire solo al concretizzarsi di particolarti eventi o di effettive necessità; la risposta al rischio può anche essere “passiva”, ovvero non predisporre preventivamente alcuna risposta ad un rischio specifico, neanche un piano di contingenza, e rimandandone la gestione (sovente in condizioni di emergenza) all'effettivo verificarsi dell'evento. I rischi legati alle calamità naturali vengono spesso gestiti in questo modo. L'accettazione passiva del rischio ha comunque sempre un grande valore: la consapevolezza, grazie alla quale è possibile orientare le scelte di progetto. La vera e propria gestione della risposta al rischio, oltre alla “eliminazione” sovente non sostenibile, e al “trasferimento” che cerca di spostare gli impatti, si chiama “mitigazione” o “riduzione”. E' possibile mitigare un rischio facendo leva sulla valutazione delle probabilità, sull'impatto o su entrambi i fattori. Una tipica modalità di mitigazione dell'impatto di un rischio è la costituzione di una "assicurazione": stipulare una assicurazione sul furto dell'auto non diminuisce la probabilità che l'auto venga rubata, ma diminuisce l'impatto economico dell'evento. Nell'esempio del fattore di rischio "dimissioni" di cui sopra, la mitigazione potrebbe avvenire cercando di diminuire le probabilità (aumentando la retribuzione della risorsa), o l'impatto (con un affiancamento della risorsa a rischio dimissioni). Spesso le azioni sull'impatto e molto basso / basso / medio / alto / molto alto), sulla probabilità sono collegate: l'affiancamento declinato con i vari obiettivi di progetto (tra cui potrebbe causare un aumento delle probabilità costi, schedulazione ecc...): deve essere possibile del fattore di rischio “dimissioni”. ordinare l'elenco dei fattori di rischio in modo che i rischi ad alta probabilità e ad alto impatto L'Information Technology, oltre ad essere vengano prima degli altri. l'oggetto di molti progetti, è anche uno Un elenco ragionato ed ordinato è quindi strumento per mitigare i rischi di progetto. necessario perché sarebbe troppo costoso Per un progetto imponente quale la nuova ferrovia del San Gottardo, recentemente giunto alla importante pietra miliare della caduta dell'ultimo diaframma della galleria (lunga più di 50 km!), la gestione dei dati è stata effettuata con un complesso e innovativo sistema informativo di raccolta e sincronizzazione dei dati geologici e di costruzione, affinché tutti potessero lavorare sullo stesso progetto. In ogni caso, come si comprende facilmente, mitigare è sempre costoso, e a volte in misura notevole. Nel piano di gestione dei rischi vengono riportate le scelte fatte (ed i costi associati alle risposte al rischio pianificate). Periodicamente, sopratutto per i progetti di lunga durata, è necessario rivedere e aggiornare il tutto sulla base di quanto emerge di nuovo nella vita del progetto. Come accennato, l’IT può dare un grande contributo nella gestione dei rischi di progetto (ma in generale in tutte le fasi ed i processi del Project Management): ad esempio l’utilizzo di strumenti collaborativi e di sistemi di content management ben condivisi e sfruttati dal team di progetto (ed accessibili per i dati storici anche successivamente alla conclusione di un progetto) si rivela fondamentale in praticamente tutti processi del Risk Management. In particolare l'identificazione e la valutazione dei rischi, e anche il prendere le decisioni in merito alla mitigazione, traggono giovamento da strumenti di versioning o di calcoli probabilistici (quali i metodi di simulazione). L’utilizzo di strumenti informativi dovrebbe poi aiutare a superare una sorta di “blocco psicologico”, spesso presente nei Project Manager e nei team di progetto, relativo al documentare adeguatamente tutte le criticità che hanno portato al completamento di progetti fuori dagli obiettivi di tempi e costi (ritardo nei tempi, incrementi imprevisti dei costi, ...) o a fallimenti (con abbandono dei progetti a metà del guado …). A questo proposito avere strumenti che sono in grado di “trattare” tutta la vita del progetto (e la documentazione associata) risulta fondamentale per redigere le “lessons learned”: capire dove si è sbagliato in un progetto (ad esempio nel valutare un rischio o non pianificare correttamente la risposta), documentarlo in modo adeguato e condividere la lezione appresa può essere fondamentale per il successo di altri progetti. Possiamo quindi concludere che non soltanto è necessario il Project Risk Management nei progetti IT ma, a specchio, anche evidenziare l'importanza dell'adozione di opportuni strumenti informativi per la gestione del rischio in tutti i progetti: un sistema di riferimento supportato dagli opportuni strumenti informativi per maturare una consapevolezza e un approccio differente, e mettere in atto quindi un nuovo modo di pensare “project centered”. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri ICT a basso impatto ambientale. Sono innumerevoli le soluzioni offerte dalle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni finalizzate al miglioramento di altre tecnologie o allo sfruttamento intelligente delle risorse. S Claudio Invernizzi strumenti IT. Tre anni più tardi i valori assoluti non sono certo ridotti: i trend di e ne era parlato inizialmente nel crescita dei paesi in via di sviluppo 2007, quando l’Australian determinano un incremento esponenziale Computer Society rivelò un del consumo di energia per ICT, rapporto sul consumo annuale di anidride soprattutto per ciò che concerne le carbonica attribuito alle funzioni ICT in comunicazioni: pensiamo alla sola Australia: una quantità pari a quella “esplosione” della telefonia mobile in India prodotta dall’aviazione civile e dall’industria negli ultimi 3 anni: un processo che metallurgica dello stesso Paese. convergerà in una delle più articolate reti Da allora alcune società di analisi multi-operatore, progettata per servire un iniziarono ad interessarsi alla bacino di utenza a 9 cifre. tematica dell’inquinamento Ma cosa è stato fatto e come si può agire direttamente o indirettamente per limitare ulteriormente l’impatto prodotto da infrastrutture a sull’ambiente da parte di una risorsa così supporto dell’informazione e indissolubilmente legata allo sviluppo della delle comunicazioni, definendo società umana? una stima di incidenza della sola Il problema dei consumi dei data center IT sul consumo di energia globale era già noto da anni, prima che venisse compresa tra il 2 ed il 4%. Lo studio messo sotto i riflettori delle recente evidenziava allora uno sbilanciamento tra i inquisizione sugli impatti ambientali, tuttavia paesi in via di sviluppo ed i paesi più allora l’aspetto puramente economico era industrializzati: in Italia circa il 10% di alla base degli investimenti finalizzati alla incidenza dimostrava il buon riduzione dei consumi. In un’ottica di funzionamento delle politiche di sostenibilità ambientale è stato invece contenimento delle emissioni in altri pubblicato nel 2008, da parte della settori, ma anche la maggior diffusione degli Comunità Europea, il Codice di Condotta 20 Europeo nei data center. Pur non essendo una normativa, il Codice riscontra parecchie illustri adesioni nel mondo dell’Information Technology in qualità di programma volontario. La sfida è chiaramente quella di alleggerire le emissioni di CO2 (e le bollette dei provider), garantendo tutte le funzioni tipicamente implementate dal Data Center: ciò significa mettersi alla ricerca della best practice, senza lasciare spazio ad alcun compromesso volto a inibire le prestazioni degli apparati di rete, una controindicazione non gradita dall’industria dell’IT. I risultati iniziano a vedersi: esistono pacchetti di servizi, prodotti, ma anche soltanto di linee guida, attualmente offerti dalle aziende leader nella progettazione dei data center, che consentono di introdurre sensibili riduzioni dei consumi senza intaccare né la capacità né il potenziale del nodo di rete. Per avere un’idea delle proporzioni dell’impatto ambientale e di quanto ancora si debba intervenire, basti pensare che Google, all’avanguardia nel campo dell’efficient computing, gode di data centers con livelli di efficienza tra i più alti al mondo, eppure assorbe in un anno una quantità di energia nell’ordine dei 6 TWh, soltanto per espletare le funzioni primarie del suo mezzo milione di server dislocati sul pianeta. In pratica 0,2 grammi di CO2 vengono immessi nell’atmosfera ogni volta che “ci sentiamo fortunati”, la stessa quantità emessa dalla nostra auto per ogni metro di strada che percorriamo. La questione ambientale ha (purtroppo) una natura poliedrica: spostando l’attenzione dall’indicatore di impatto ambientale attualmente più famoso (la CO2) a quello di inquinamento elettromagnetico, ritroviamo come unica fonte le telecomunicazioni. Al di là degli approcci limitativi introdotti da istituzioni ed enti regolatori, è evidente, ormai, un diretto interessamento anche da parte dell’industria: nell’ambito della telefonia mobile, ad esempio, da diversi mesi sono commercializzate antenne di trasmissione a soppressione dei lobi secondari (LSL), che consentono l’ottimizzazione dei diagrammi di radiazione nelle tre direzioni di propagazione. In questo modo i valori assoluti di guadagno nella direzione di massima emissione elettromagnetica non vengono ridotti, ma vengono invece ridotte le emissioni in zone non desiderate, con un beneficio sia in termini di inquinamento elettromagnetico, che di consumo energetico della base station (e quindi riduzione della solita CO2). Infine è necessario considerare la grande opportunità fornita dalla ICT per ridurre l’impatto ambientale delle altre attività umane. Durante un convegno realizzato a febbraio 2010 dal Politecnico di Milano e dalla Commissione Telecomunicazioni dell’Ordine degli Ingegneri di Milano si parlava di “ICT for Green” con riferimento alle innumerevoli soluzioni offerte dalle tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni finalizzate al miglioramento di altre tecnologie o allo sfruttamento intelligente delle risorse. Rappresentanti di amministrazioni pubbliche e di fornitori di energia si confrontarono in quell’occasione per esaminare le soluzioni per il controllo delle reti di generazione diffusa (strumento necessario per l’utilizzo capillare delle risorse rinnovabili) attraverso l’implementazione delle smart grid. I progetti di smart grid allora annunciati ed attualmente in fase di studio, hanno rivelato come i risultati sono tanto più apprezzabili quanto più lo sono le performance degli strumenti di comunicazione su cui le stesse si appoggiano, come PLC (Power Line Communication), WSN (Wireless Sensor Network) e RFID (Radio Frequency Identification). Le reti di sensori, ad esempio, richiedono un’infrastruttura di sistemi di comunicazione robusta, affidabile e veloce, motivo per cui lo sviluppo delle tecnologie ICT costituisce un elemento fortemente caratterizzante per le smart grid. Nel mare di iniziative e strumenti che portano la bandiera “Green” (non solo ICT), una cosa è certa: per consentire una rapida ed efficace diffusione, il legame tra i motivi “etici” dettati dalla coscienza ambientale e le opportunità di risparmio economico deve essere inscindibile; tuttavia spesso accade che le seconde occultino la fragilità dei primi: per fare un esempio, quanto più la cosiddetta “energia grigia” viene pesata ed introdotta nel bilancio energetico delle politiche green, tanto più sarà evidente che il margine utile di CO2 risparmiato all’ambiente non necessariamente ne avrà giustificato l’adozione. In pratica, l’impatto ambientale legato alla realizzazione, distribuzione ed implementazione dei green devices è spesso trascurato, in virtù delle oggettive difficoltà nello stimare sia i costi energetici, che il loro ammortamento durante un lifetime solo vagamente accertabile. E’ altresì vero che, seguendo una logica ottimista, è plausibile immaginare l’introduzione di politiche a favore della sostenibilità ambientale delle ICT come il necessario passaggio per dirigersi verso ulteriori stadi di miglioramento ed ottimizzazione, attraverso un naturale apprendimento graduale. Il risultato attualmente più auspicato da chi si occupa di IT, di telecomunicazioni, di ingegneria in generale ed ha a cuore la tematica ambientale, è che si possa innescare un crescente interesse nei confronti di queste politiche, interesse che sia abbastanza forte da determinare il contenimento delle emissioni entro livelli che garantiscano la salvaguardia del pianeta allo stato attuale, ma allo stesso tempo che sia sufficientemente poco invasivo nei confronti della necessaria crescita tecnologica globale. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Impronta digitale. Siamo pronti? Questo intervento si propone di fornire alcune informazioni poco note sulla tecnologia, sugli standard e sulle sorprese che ancora ci aspettano. Con qualche osservazione sul mercato dei terminali. S Massimo Bertolotti e il calendario sarà stato rispettato, entro la fine di novembre 2010 il servizio TV nella nostra Regione sarà passato definitivamente dalla tecnologia analogica a quella digitale. Con qualche osservazione sul mercato dei terminali. DVB-T: La tecnica La televisione digitale terrestre, TDT o DTT (in inglese), spesso più banalmente chiamata Digitale Terrestre, non è altro che la trasformazione in Digitale della “vecchia” televisione che ha accompagnato noi tutti dagli anni 50 fino ad oggi. Tecnicamente il DTT o TDT è rappresentato da una parola chiave, dallo standard DVB-T (Digital Video Broadcasting Terrestrial).La definizione della specifica DVB-T risale al novembre 1995, con approvazione come standard ETSI nel febbraio 1997; il processo, lungo e complesso, è stato influenzato da vari fattori fra cui la congestione dello spettro di frequenza per la diffusione televisiva terrestre in gran parte dell’Europa, ed in particolare nel nostro Paese, da cui l’interesse di soddisfare nuove modalità operative su reti isofrequenziali (SFN) anche a grande copertura. Il sistema DVB-T, la cui architettura generale è simile a quella dei suoi predecessori DVB-S e DVB-C, è basato sull’adozione degli standard MPEG-2 per la Multiplazione del Tansport Stream, una dispersione dell’energia del segnale per uniformare la distribuzione spettrale all’interno del canale RF ed una sofisticata tecnica di protezione dagli errori tramite concatenazione di un codice esterno con un codice interno ed esterno (Reed-Solomon RS(204,188, t=8) accorciato, derivato dall’originale codice sistematico RS(255,239, t=8). 22 Il cuore del sistema DVB-T risiede nella modulazione digitale e la codifica di canale per la correzione degli errori di trasmissione. Infatti il canale terrestre è caratterizzato da propagazione multicammino, dovuta alle riflessioni, che può degradare pesantemente il segnale trasmesso. Gli echi naturali dell’ordine di alcuni microsecondi e legati all’orografia del terreno, così come gli echi artificiali dell’ordine di centinaia di microsecondi, dovuti ai segnali provenienti dai vari trasmettitori isofrequenziali presenti nelle reti SFN, non possono essere trattati con tecniche di modulazione a portante singola, anche perché richiederebbero l’impiego di equalizzatori molto lunghi e complessi. Pertanto, sulla base di tali considerazioni e dei risultati di accurate valutazioni tecniche comparative, è stata scelta la modulazione multi portante OFDM (Orthogonal Frequency Division Multiplexing) Dunque il digitale terrestre si basa sulla modulazione OFDM, una modulazione strutturata su più portanti (IFFT 2K=1705 portanti; IFFT 8K= 6717 portanti) distanziate uniformemente in frequenza, ciascuna modulata secondo le specifiche previste dallo Standard DVB T/T2. Questa caratteristica è la chiave che consente di poter combattere in maniera relativamente poco onerosa l'interferenza tra i simboli (ISI) che si ha nel caso di trasmissione su una sola portante di elevati flussi informativi in canali selettivi in frequenza, specie se tempo-varianti. Invece l'ortogonalità delle portanti consente di garantire un'efficienza spettrale (bit/s per unità di banda) comparabile con quella di una trasmissione numerica analoga su portante singola, in quanto consente di sovrapporre parzialmente le bande delle varie componenti del multiplex, idealmente senza avere interferenza tra le portanti (ICI = Inter Carrier Interference), nella pratica con valori di ICI accettabili, se si rispettano alcune condizioni che vedremo. Per tali motivi, l'OFDM è una modulazione adatta a trasmettere in maniera efficiente elevati flussi informativi in canali a cammini multipli, anche di tipo tempo-variante come ad es. il canale radiomobile a larga banda. Per questo ha trovato applicazione non solo nei sistemi di radiofonia e televisione numerica da rete terrestre quali ad es. gli standard europei di radio e televisione digitale : ● DAB (Digital Audio Broadcasting); ● DRM (Digital Radio Mondiale); ● DVB-T /DVB-T2 (Digital Video Broadcasting – Terrestrial); ● DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld); ma anche giapponese, cinese, nord-coreano e brasiliano: ● ISDB -T (Integrated Services Digital Broadcasting Terrestrial); ● DTMB (Digital Television Multimedia Broadcasting); ● DMB-T /H (Digital Multimedia Broadcasting-Terrestrial/Handheld); ● ISDTV (International System for Digital TeleVision). ed ancora per sistemi su Reti Wireless LAN/MAN a larga banda, come ad es. negli standard: HIPERLAN2 e IEEE802.11a, 11n, 15a, 16 (Es. WiMAX), ed Applicazioni su portante fisica, quali ad es.: ADSL, VDSL, dove più frequentemente viene usata con l'acronimo DMT (Digital MultiTone). L’occupazione di banda (canale) è esattamente la medesima dei trasmettitori terrestri analogici, cioè 6,7 o 8MHz. Il Bit Rate del Transport Stream di entrata al modulatore dipende dalle impostazioni di larghezza di banda (6,7 o 8MHz), dallo schema di modulazione (QPSK, 16 o 64QAM), dal codice di correzione degli errori impostato (Code Rate - da1/2 a 7/8) e dall’intervallo di guardia (da 1/4 a 1/32); in funzione di questi parametri può variare da circa 4 sino a quasi 32Mb/s. Un considerevole vantaggio che offre la modulazione digitale OFDM impiegata nello standard DVB-T, e preso in considerazione nel nostro Paese, è la possibilità di realizzare reti di diffusione terrestre in isofrequenza, cioè di avere più trasmettitori in funzione, che servono zone adiacenti, sulla medesima frequenza, con gli stessi programmi; in pratica si può utilizzare lo stesso canale di emissione per vaste aree, servite da più trasmettitori, senza che essi si disturbino l’un l’altro (SFN - Single Frequency Network – cioè rete a singola frequenza). Cosa che nella trasmissione analogica era praticamente impossibile. Le reti SFN si basano principalmente sulla precisione/stabilità di frequenza e tutti i trasmettitori devono essere sincronizzati ad un unico riferimento di frequenza, per il quale normalmente si utilizza il GPS (Global Positioning System - cioè il sistema di navigazione satellitare realizzato e mantenuto dal Dipartimento della Difesa USA).Il segnale proveniente dai satelliti GPS è ricevibile pressoché ovunque nel mondo e contiene una precisissima informazione di tempo cui poter agganciare i trasmettitori della rete SFN (precisione dell’ordine di grandezza di 1Hz), cosicché ciascun trasmettitore della rete SFN dovrà trasmettere esattamente lo stesso Transport Stream (il flusso di dati digitali - contenente i programmi) e lo dovrà emettere in modo da essere sincronizzato con gli altri trasmettitori. La chiave, dunque legata alla sincronizzazione, è ottenuta a partire dalla generazione del flusso di dati, del famoso Transport Stream (nel multiplexer) che viene diviso in “Megaframes” e vengono aggiunti dei riferimenti (MIP – Megaframe Inizialization Packet) con il fine di sincronizzare l’emissione da ogni trasmettitore. Per la sincronizzazione si utilizza il segnale con frequenza di 1Hz (1pps – 1 pulse per second – un impulso al secondo) proveniente dai ricevitori GPS. La seconda caratteristica, su cui fare un approfondimento, è relativa alla protezione del segnale da disturbi interferenziali. Tale garanzia è gestita da un fattore che si chiama: l’intervallo di guardia. L’intervallo di guardia è il tempo che intercorre in una sottoportante fra la fine di un simbolo e la trasmissione di quello successivo, ed è introdotto per consentire agli echi del segnale di ridursi e di non produrre interferenze. Il valore dell’intervallo di guardia è calcolato in rapporto al tempo della durata del simbolo utile e può essere di 1/4, 1/8, 1/16 e 1/32. Nel caso la scelta della IFFT sia 2K (modulazione OFDM con 1705 portanti), essendo il Symbol Rate più elevato rispetto alla 8K (6817 portanti), i possibili intervalli di guardia sono di durata minore, essendo essi sempre espressi come frazione della durata del tempo di simbolo (1/4; 1/8; 1/16; 1/32). Questo è il motivo per il quale, nelle reti SFN, normalmente si utilizza la IFFT 8K. Nella modulazione COFDM a 8K sottoportanti in un canale ad 8 MHz la durata del tempo utile di trasmissione di un simbolo è, ad esempio, di 896 microsecondi. Con un intervallo di guardia impostato ad 1/4, la durata dell’intervallo è quindi di 224 microsecondi; con 1/8 è di 112 microsecondi, con 1/16 è di 56 microsecondi e con 1/32 è di soli 28 microsecondi. Un intervallo di guardia di 1/4 porta quindi a 1120 microsecondi il tempo di modulazione occupato da ogni simbolo, ed impiega 196 microsecondi in più per trasportare la stessa quantità di dati rispetto ad una modulazione con intervallo di guardia 1/32. Ogni sottoportante con intervallo di guardia ad 1/4 trasporta quindi circa 190 sequenze di bit in meno al secondo. Ovviamente, più lungo è l’intervallo di guardia, più alti sono i tempi di spegnimento degli echi tollerati, ma più bassa è la quantità di bit a disposizione per servizi da trasmettere. Nei trasmettitori è inoltre possibile regolare il ritardo di emissione del Transport Stream, in modo da far coincidere i tempi di arrivo dei segnali dei trasmettitori nella zona di interferenza e ridurre così la lunghezza dell’intervallo di guardia necessario ad evitare i disturbi in ricezione. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Evoluzioni future. Mentre leggete questo articolo un nuovo standard DVB di seconda generazione è alle porte, in realtà in alcune aree già operativo. C Massimo Bertolotti omodamente seduti sul divano di casa davanti al costoso gioiello tecnologico a schermo gigante, piatto e ultrasottile appena arrivato, verrebbe da pensare: per i prossimi 10 anni abbiamo già dato. E invece no: ecco che cosa ci aspetta. Mentre leggete questo articolo un nuovo standard DVB di seconda generazione è alle porte, in realtà in alcune aree già operativo (e in fase di diffusione in Gran Bretagna e, sorpresa, adottato in Serbia direttamente come unico standard digitale), che migliorerà l’efficienza dell’attuale schema di modulazione offrendo maggiore capacità trasmissiva: il suo nome è DVB-T2. Tale evoluzione, come accaduto per gli standard Satellitare (DVB-S con il DVBS2) e Cavo (DVB-C con il DVB-C2) rappresenta una nuova frontiera ed una nuova struttura di modulazione che, nonostante una maggiore complessità, è oggi accessibile con costi contenuti delle tecnologie attuali, garantendo prestazioni e flessibilità molto superiori rispetto al 24 precedente sistema DVB-T, il che si traduce in: ● Aumento dell’efficienza spettrale; ovvero più bit/s/Hz. In altri termini, a parità di banda, più canali TV oppure canali TV in HD; ● Aumento dell’efficienza energetica; ovvero maggior copertura del territorio a parità di siti trasmittenti e della loro potenza; oppure diminuzione della potenza dei siti a parità di copertura. Inutile dire che il secondo vantaggio rappresenta un’opportunità: diminuire l’impatto ambientale e ridurre i consumi; ma come spesso accade anche in questo caso i denari sono più pesanti (nelle valutazioni) del buonsenso... per cui la maggiore disponibilità di banda, equivalente a nuove possibilità di business, farà probabilmente pendere l’ago della bilancia per questa opzione. Le scommesse sono aperte su quale sarà la scelta. Sfortunatamente, come accaduto per altri sistemi di seconda generazione già in produzione, i terminali che oggi sono a casa dei consumatori (tutelati da rassicuranti bollini ed informazioni varie) per poter ricevere il DVB-T2 saranno da sostituire nuovamente, con relativi impatti economici sul consumatore. E, poiché sul nostro mercato i modelli di TV e decoder che supportano già il nuovo standard sono ancora rarissimi e relativamente costosi, è virtualmente impossibile premunirsi acquistando fin d'ora un terminale predisposto. Se/quando/dove i servizi DVB-T2 partiranno anche in Italia, bisognerà rassegnarsi ad acquistare un ennesimo set-top box DVB-T2 (con buona pace di chi, acquistando un televisore con DVB-T incorporato, credeva di essersi liberato per sempre del fastidio del doppio telecomando e della selva di decoder e cavi) oppure, nei casi più fortunati, a sostituire un modulo nel televisore. ● S tandard nuovo, hardware nuovo: destreggiarsi tra set-top box e “bollini” Per il normale utente il passaggio al digitale implica l’adozione di un decoder o di un televisore con ricevitore digitale terrestre integrato. Il passaggio al digitale. Switch Over e Switch Off. Oltre che un costo in termini economici questo costituisce una difficoltà pratica per le persone che, come molti anziani, non hanno dimestichezza con la tecnologia: l'uso di una nuova televisione richiede un cambiamento di abitudini consolidate e l'uso di un decoder implica anche un telecomando in più. Esistono sul mercato due tipi di decoder (o STB - Set Top Box), anche integrati nel TV: ● STB non interattivi, detti anche zapper, in grado di ricevere solo i programmi televisivi in chiaro; ● STB interattivi, in grado di ricevere programmi televisivi e di utilizzare i nuovi servizi disponibili con la TV digitale. Il passaggio dalla televisione analogica al DVB-T avviene attraverso un processo di conversione degli impianti ed una rassegnazione delle risorse frequenziali. Tale processo, suddiviso in step per aree geografiche, prende il nome di switch off, a cui si è associato nelle prime attività di conversione al digitale un passaggio preliminare swicth over. Lo switch over è il termine in lingua inglese usato per indicare l’avvio delle operazioni preparatorie allo switch-off in un determinato territorio. Nell'implementazione italiana, lo switch over si realizza spegnendo le trasmissioni televisive analogiche di due reti nazionali (solitamente RaiDue e Rete4) per incentivare la popolazione ad acquistare i decoder ed i televisori con ricevitore digitale terrestre integrato prima che si realizzi lo spegnimento totale delle trasmissioni analogiche su quel territorio. L’effetto principale dello switch over è l’impossibilità, sul territorio interessato dalle operazioni, di continuare a vedere le trasmissioni televisive di Rai Due e Rete4 se non si è acquistato un decoder o un televisore con ricevitore digitale terrestre integrato. Lo switch over della Lombardia, avvenuto in primavera, è stato l’ultimo switch over pianificato. Lo switch off è il termine in lingua inglese utilizzato invece per indicare l’operazione con cui in un determinato territorio vengono spente le trasmissioni della televisione analogica in favore di quelle in digitale terrestre. ● Al fine di meglio orientare i consumatori il DGTVi, associazione che ha il compito di promuovere la diffusione del digitale terrestre, ha suddiviso i decoder attraverso una certificazione basata sulle caratteristiche funzionali degli stessi. Le aree interessate da switch off a partire dall'autunno 2010 sono: 25 Ottobre - 26 Novembre Lombardia Piemonte Orientale Piacenza-Parma 27 Novembre - 15 Dicembre Emilia Romagna Veneto Friuli Venezia Giulia 1° semestre 2011 Liguria Queste regioni saranno seguite da Marche, Abruzzo e Molise, Basilicata e Puglia, Toscana e Umbria ed infine Sicilia e Calabria. ● Bollino Grigio - Decoder Zapper, cioè i decoder che permettono la visione dei canali gratuiti ● Bollino Bianco - Televisori che permettono la visione dei canali in chiaro ● Bollino Blu - Decoder abilitati alla visione dei programmi in chiaro, a pagamento ed interattivi ● Bollino Gold - Decoder e delle TV con i programmi in chiaro, a pagamento, anche in HD, ed interattivi. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Il tablet. Gadget o strumento di lavoro? Evento di costume, il fenomeno iPAD è destinato a far discutere. Vediamo perchè. I Marco Mussini convergenza di prezzi, ingombri e pesi fra netbook e notebook. l "fenomeno" iPad, il dispositivo di Sono passati alcuni anni ed è ora il turno Apple capace di vendere 300 mila del tablet di fare irruzione sul mercato unità il primo giorno di proponendo anche stavolta un paradigma commercializzazione e di toccare il di lavoro nuovo e un mix di caratteristiche traguardo del milione di pezzi venduti dopo tecniche altrettanto innovativo. Il tablet, e in un mese (ossia circa metà del tempo prima battuta l'iPad, ha così "creato" una impiegato dall'iPhone prima serie) e nicchia fortemente differenziata e l'ha addirittura 3 milioni di pezzi in poco più di subito riempita praticamente senza due mesi, prima ancora che un fenomeno concorrenti reali: inizialmente come oggetto commerciale e di costume è l'emblema di aggiuntivo, che però ora sta iniziando a una nuova classe di dispositivi con cui erodere il mercato più prossimo per prezzo volenti o nolenti convivremo a lungo: il e mobilità, ossia proprio quello dei tablet. netbook, le cui vendite infatti stanno ora crescendo con minore velocità. E' spontaneo un parallelo con i netbook: questi hanno rappresentato una nuova La carta d'identità di un tablet. categoria di micro PC ultraportatili e a basso Sistema operativo di origine smartphone. costo praticamente "inventata" dal nulla dal Questa rappresenta la mossa più azzeccata produttore Asus con i suoi famosi eeePC, e che maggiormente differenzia il tablet lanciati sul mercato nel 2007 con schermi da dagli altri dispositivi portatili. Qualcuno 7", tastiera lillipuziana, disco a stato solido, forse ricorderà il flop dei primi UMPC peso inferiore a 1 kg, batterie con durata di 4 (ultra-mobile PC): vagamente simili a un ore e più, sistema operativo Linux e, tablet, privi di tastiera e da tenere a due soprattutto, un prezzo stracciato: meno della mani, avevano schermi intorno ai 7", hard metà di un classico portatile. Accolti da un disk, componentistica simile a quella di un successo travolgente, tanto da essere subito PC (a partire dalla CPU Celeron o imitati da tutti i produttori e da raggiungere in Pentium) e sistema operativo Windows. due anni oltre il 20% del mercato totale dei Pesanti circa 1 kg e piuttosto spessi, PC (stimati 35 milioni di pezzi venduti nel dovendo ospitare le batterie necessarie per 2009), col tempo si sono evoluti adottando alimentare per circa 3 ore il vorace Windows, un hard disk tradizionale, schermi e processore di origine PC, e con touch tastiere di dimensioni maggiori e "carrozzerie" screen resistivi da usare preferibilmente con dalle linee sempre più raffinate. il pennino o con un trackpoint, sono praticamente spariti dal mercato dopo Secondo alcune analisi, se i netbook hanno l'arrivo dei netbook. Windows e le sue inizialmente rappresentato una classe di applicazioni non hanno un'interfaccia utente prodotto nuova e un mercato incrementale adatta a essere usata con le dita su uno rispetto a quello dei classici notebook, col schermo di piccole dimensioni. Rispetto a tempo hanno iniziato a diventare sostitutivi un UMPC prima maniera, un netbook e non aggiuntivi, anche a causa della parziale metteva a disposizione uno schermo simile 26 o più grande, una tastiera, un tradizionale trackpad, con un'autonomia superiore e ingombri e pesi simili, a un prezzo nettamente inferiore, e ha avuto subito un dirompente successo, pur restando una macchina con un classico sistema operativo da PC (Windows). Il vero salto in termini di usabilità (per applicazioni non di creazione ma di fruizione di contenuti) si ha però con l'utilizzo di sistemi operativi concepiti per gli smartphone, caratterizzati da interfacce intuitive, dotate di grandi pulsanti semplici da azionare con un dito e sequenze di semplici schermate organizzate a fasi e transizioni, anzichè finestre dense di piccoli controlli da "centrare" con la precisione di un pennino. Il risultato è che i migliori sistemi operativi per smartphone, ossia iPhoneOS e Android, risultano perfettamente utilizzabili con una mano sola che regge il dispositivo mentre il pollice della stessa mano aziona i controlli su schermo o scorre le pagine visualizzate. La semplicità d'uso è tale che, per esempio, mentre si cammina è possibile scegliere, acquistare, installare e iniziare ad usare una nuova applicazione dell'AppStore, nel giro di 1 minuto, con appena 5-6 tocchi del pollice di una sola mano; il confronto, in termini di usabilità, con lo scomodo e complicato processo d'installazione di un software per PC è umiliante per quest'ultimo. L'adozione di questo tipo di interfaccia utente "da smartphone" su un dispositivo con schermo di maggiori dimensioni, come un tablet, mantiene l'eccezionale facilità e intuitività d'uso degli smartphone, aggiungendo la comodità di un display da 710 pollici che permette di vedere fotografie, video, quotidiani e "e-books" a dimensione quasi normale. Mancanza di tastiera fisica. Se con il dispositivo mobile si devono creare lunghi documenti o comporre frequentemente messaggi, immettere dati e formule in fogli Excel o digitare in continuazione lunghi indirizzi, i prodotti più adatti sono altri: dal BlackBerry agli smartphone con tastiera estraibile, dal netbook al notebook. Se però l'impiego previsto è principalmente la fruizione/consultazione di contenuti (navigazione web, riproduzione video, consultazione messaggi con apertura di allegati come PDF, PPT, DOC e invio di occasionali brevi risposte, ricezione e invio di messaggi istantanei, accesso ai social network, ricerca di informazioni/mappe/indirizzi, prenotazioni biglietti di viaggio, consultazione orari, gestione calendario impegni, lettura notizie e meteo...), allora la tastiera rappresenta solo un'inutile zavorra. Eliminarla significa rendere il dispositivo più piccolo e leggero, oppure liberare spazio per una batteria più capace. Schermo sensibile al tocco. Il fatto che in assenza di tastiera fisica sia necessario che almeno lo schermo possa fungere da dispositivo di input è ovvio. Ci sono però due tipi di schermo "touch screen": quello resistivo e quello capacitivo. Un touch screen resistivo può generalmente rilevare solo un tocco per volta, richiede calibrazione e per funzionare al meglio richiede di applicare una pressione non trascurabile. Inoltre la sua trasparenza non è eccezionale, anche a causa della struttura fisica a strati. Lo schermo capacitivo, più sofisticato e costoso, può reagire a tocchi multipli in posizioni diverse sullo schermo (multitouch) il che permette di rilevare gesti come il "pinch-to-zoom", per ingrandire o ridurre un'immagine facendo con due dita un gesto a "forbice" o a "pizzico"; ha inoltre un'ottima trasparenza e generalmente non richiede alcuna calibrazione; funziona bene anche solo sfiorando lo schermo senza alcun bisogno di premere. E' esteticamente afflitto dal problema delle ditate, che possono però essere parzialmente mitigate da determinati trattamenti superficiali oleorepellenti. Sebbene alcuni tablet ultraeconomici in arrivo sul mercato facciano uso di schermi resistivi, l'esperienza d'uso che offrono è senz'altro meno efficace e intuitiva. L'ondata dei tablet “alternativi”. Com'era scontato avvenisse, a pochi mesi dal lancio l'iPad non è più solo sul mercato. In mezzo a una raffica di annunci di numerosi produttori, un primo serio concorrente è già arrivato ed è il Galaxy Tab di Samsung, da 7 pollici (figura2: didascalia: Il recente Samsung Galaxy Tab è un tablet con schermo da 7 pollici e sistema operativo Android). Al di là delle sue particolarità, questo prodotto è il precursore di una vera e propria "alluvione annunciata" di tablet di ogni marca, dimensione e prezzo, quasi tutti però basati sulla stessa piattaforma software: il sistema operativo Android. Realizzato da Google partendo dal collaudato Linux come base di partenza, Android prevede, come avviene per l'iPhone, un "app store" nel quale è possibile trovare con facilità applicazioni di ogni tipo (gratuite o a pagamento). Anche grazie alla maggiore semplicità di programmazione - basata sul noto linguaggio Java e non sull'esotico Objective C richiesto per lo sviluppo iPhone - il numero di applicazioni pubblicate sull'Android Market è in continua crescita (è stata raggiunta recentemente quota 100.000) ed è destinato a raggiungere i livelli dell'App Store dell'iPad. C'è da dire che i prodotti alternativi migliori si posizionano a livelli di prezzo non dissimili da quello dell'iPad, il che potrà creare qualche dubbio nei potenziali acquirenti. I concorrenti, per emergere, dovranno perciò giocare la carta del maggior numero di funzioni o dell'assenza di talune restrizioni "inspiegabili" presenti invece nel prodotto da battere. Infatti, aspetti irritanti come la mancanza del supporto per i molti siti Internet basati sulla tecnologia Flash, la mancanza di un vero multitasking, la mancanza di uno slot per inserire una memory card aggiuntiva, la mancanza di fotocamere per fotografare o per videochiamare, la mancanza di funzioni telefoniche classiche, l'impossibilità per l'utente di sostituire la batteria, la mancanza di una radio FM o la mancanza di porte di collegamento standard, sono tutte restrizioni tecnicamente superabili e, infatti, molte sono assenti nei tablet "alternativi". La pressione competitiva che ne deriverà sarà di stimolo per la futura evoluzione dello stesso precursore iPad, a tutto vantaggio degli acquirenti. Costi e impieghi dei tablet. Analogamente a quanto accaduto con i netbook, in cui l'apripista Asus è stato immediatamente imitato da tutti gli altri produttori, anche per i tablet assisteremo a un rapidissimo allargamento dell'offerta: in particolare sulla fascia di prezzo media (fra i 250 e i 400 euro), ma non mancano i primi "cloni" cinesi, sfacciatamente ispirati all'estetica dell'iPad, tecnicamente impoveriti ma venduti a prezzi stracciati, poco sopra i 100 euro (figura3: didascalia: l'aPad è uno dei primi "cloni" cinesi dell'iPad, a un livello assai inferiore come tecnologia e prezzo). Con prezzi in certi casi paragonabili a quelli di un buon telefono cellulare, è facile prevedere che i tablet entreranno in tutte le case e, forse, anche nelle cartelle di molti studenti. Il tablet, infatti, può egregiamente sostituire un eBook reader, aggiungendovi un'infinità di altre funzioni utili grazie allo sterminato parco di applicazioni disponibili. Può trovare posto nel cesto delle riviste in soggiorno, può fare da album fotografico, visualizzatore YouTube, terminale Web da divano, dispositivo Instant Messaging. Si presta bene all'uso da parte di persone non avvezze all'impiego del PC, in quanto è tendenzialmente intuitivo quanto uno smartphone ma non richiede ...una lente d'ingrandimento per interpretare icone lillipuziane. E può avere un ruolo importante anche sul lavoro, ad esempio per proiettare slides nelle sale riunioni, come "brochure elettronica" durante visite a immobili o come terminale per preventivi e immissione ordini nelle vendite a domicilio. Per gli impieghi di questo genere la comodità del tablet è impareggiabile. Al pari di uno smartphone in standby, infatti, un tablet è sempre "vigile": si risveglia istantaneamente ed è subito pronto a rispondere ai comandi; la sua batteria dura parecchie ore in uso e settimane in standby, e la sua vocazione alla connettività è profonda. Nulla a che vedere con la sequenza di accensione di un PC o con l'avvio di Windows, con i tempi morti, l'antivirus, il disco frammentato, la batteria che si scarica subito… e chi più ne ha più ne metta. Si può ben concludere che il tablet è destinato a diventare un oggetto diffusissimo e di uso comune. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Una giustizia telematica. Rapida, efficace, sicura. Sono state istituite le modalità attraverso cui i documenti giudiziari, in formato elettronico, devono essere prodotti, depositati, notificati, consultati e utilizzati dagli attori pubblici. I Maria Gabriella Parlante Telematico (PCT) ha previsto come aree prioritarie d’intervento i decreti ingiuntivi, le l decreto del Ministro della Giustizia esecuzioni individuali e concorsuali e la 13 febbraio 2001 n. 123 materia previdenziale; da realizzarsi a “Regolamento recante disciplina partire da quei Tribunali dove esistono le sull’uso di strumenti informatici e telematici condizioni strutturali, infrastrutturali e nel processo civile, nel processo culturali più favorevoli per l’adozione delle amministrativo e nel processo innanzi alle innovazioni tecnologiche, definiti Tribunali sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti” pilota (Bari, Bologna, Catania, Genova, - ha posto le basi per la realizzazione del Lamezia Terme, Milano e Padova). cosidetto “processo telematico”. E’ stata programmata l’estensione, nel tempo, a tutto il territorio nazionale. Con tale locuzione, si è voluto indicare Gli uffici giudiziari sono consultabili mediante l’introduzione di strumenti informatici nei PolisWeb Nazionale PCT (dati dei Tribunali tradizionali processi giudiziari e la creazione e delle Corti di Appello che hanno attivato di collegamenti telematici efficienti tra i il Processo Civile Telematico, anche solo in soggetti che partecipano al processo fase di consultazione) e PolisWeb Siecic (atti medesimo. dei procedimenti in cui si risulta essere Il suddetto decreto costituisce costituiti come parte nell'ambito delle completamento ed integrazione della esecuzioni individuali e concorsuali). Da una normativa sul documento informatico e recente verifica, risultano accessibili 291 sulla firma digitale (D.P.R. 513/1997), e Uffici, di cui 22 Corti d’Appello; 142 rappresenta la prima importante Tribunali e 127 sezioni distaccate. applicazione nell’ambito dell’amministrazione della giustizia dei Fase di consultazione: il Polisweb. principi in materia di informatizzazione Il PolisWeb è il sottosistema costituito nell’attività della Pubblica Amministrazione, dall'applicazione per la consultazione Web dettati dall’articolo 15 della legge delle informazioni contenute nei registri dei 15/03/1997 n. 59 (c.d. Bassanini 1) e dal procedimenti giudiziari e/o nei documenti richiamato D.P.R. 513/1997. afferenti ad un procedimento, in ambiente repository documentale. Il progetto PCT. PolisWeb può essere utilizzato sia in Sono state istituite, definite, disciplinate ed ambiente Intranet (all'interno dell'Ufficio organizzate le modalità attraverso cui i Giudiziario, per gli attori pubblici) sia in documenti giudiziari, in formato elettronico, ambiente Internet attraverso il Punto devono essere prodotti, depositati, notificati, d’Accesso (per gli attori privati).Tutti i consultati e utilizzati dagli attori pubblici collegamenti (consultazione, invio e (personale di cancelleria, giudici, ufficiali deposito atti) passano attraverso il Punto giudiziari, Avvocatura della Stato ed d’Accesso al quale si è iscritti. Quando Amministrazioni pubbliche) e dagli attori l’utente cerca di accedere alla sezione privati (avvocati, CTU, CTP, notai, ed altri dedicata all’erogazione del servizio ausiliari) coinvolti nel processo. Polisweb, il sistema gli chiederà di farsi Il Piano di diffusione del Processo Civile riconoscere: sarà, quindi, necessario 28 utilizzare la propria smart-card o business key, digitando il PIN relativo. Il sistema, effettuata l’identificazione, consentirà la consultazione dei registri di cancelleria e in particolare dei dati dei procedimenti in cui l’utente risulta inserito: egli potrà quindi esaminare e ricostruire tutti gli eventi processuali che si sono verificati. Con analoga procedura sarà possibile, allorché attivata, la consultazione del fascicolo processuale elettronico e dei provvedimenti del giudice, con la possibilità di acquisire copia dell’intero fascicolo processuale e dei provvedimenti del giudice, dal proprio studio o da qualsiasi luogo collegato ad Internet. Il punto d’Accesso o PdA. E’ l’insieme di hardware, software e middleware che permette di stabilire una connessione con il sistema di controllo degli accessi di PolisWeb, via Internet, tramite un canale di trasmissione sicuro e crittografato con il protocollo HTTPS. Il sistema di controllo degli accessi è attivo direttamente sui server resi disponibili per il servizio ed è configurato per il riconoscimento dei certificati digitali emessi da uno qualsiasi degli Enti Certificatori purché inseriti nell’elenco pubblico gestito da CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione). Una volta autenticato, l'utente si troverà in sessione con il servizio PolisWeb, ospitato sul nuovo server pubblico predisposto presso il Tribunale, attraverso una connessione sicura e crittografata; il server dispone di una copia dell'applicativo PolisWeb e di un collegamento ad un secondo server contenente una copia degli archivi aggiornati alla sera del giorno precedente. ● La predisposizione degli atti telematici. Il deposito telematico di un atto processuale è articolato nelle seguenti fasi: • Redazione dellʼatto nei modi usuali; • Trasformazione del documento nel formato previsto (.xml o .pdf); • Sottoscrizione digitale; • Inserimento degli allegati e dellʼatto nella cosiddetta busta digitale: • Cifratura delle busta digitale; • Invio delle busta digitale. Lʼesito dellʼinvio è certificato da due messaggi inviati. rispettivamente dal Gestore Centrale e dal gestore Locale: • il primo attesta il momento del deposito; • lʼaltro, la correttezza informatica, logica e formale dellʼatto inviato. Lʼutente dovrà quindi gestire e conservare questi due messaggi che diventano vere e proprie cartoline elettroniche, per potere dimostrare in qualsiasi momento la correttezza e la tempestività del deposito telematico effettuato. I Gestori. • Il gestore centrale permette lo scambio delle trasmissioni tra gli Uffici Giudiziari (appartenenti al Dominio Giustizia) e gli utenti esterni, al fine di permettere, a questi ultimi, la consultazione del sistema informatico civile e la trasmissione telematica degli atti. • Il gestore locale opera negli uffici giudiziari, per: • ricevere atti dallʼesterno; • consentire la consultazione di registri e fascicoli; • trasmettere comunicazioni di cancelleria allʼesterno; • decriptare i messaggi ricevuti, verificando integrità e assenza di virus; • cifrare i messaggi diretti allʼesterno. Attività. I professionisti, ausiliari del Giudice e delle parti, hanno a disposizione software specifici, che consentono di gestire: • il fascicolo telematico; • il Punto di Accesso; • il Live (Polisweb); • la Posta Elettronica Certificata dedicata del PCT; • la firma digitale. I l progetto denominato Italia Sicur@, varato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB), e patrocinato dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, è stato sviluppato al fine di monitorare e intervenire efficacemente sui livelli di sicurezza informatica della Pubblica Amministrazione, con particolare riferimento alle Amministrazioni locali. Le attività e gli obiettivi del progetto saranno presentati ufficialmente entro la fine del 2010 dagli esperti impegnati nella sua realizzazione. La crescente utilizzazione delle tecnologie ICT nei processi interni della Pubblica Amministrazione e nei servizi da essa offerti ai cittadini richiede, nella maggior parte dei casi, la sicurezza del trattamento dei dati. A tal fine non è sufficiente definire i protocolli e i requisiti a livello applicativo (a esempio nel caso della firma digitale, della posta elettronica certificata o dei servizi sanitari on-line), poiché le protezioni previste potrebbero essere aggirate se il software è vulnerabile e se i soggetti che gestiscono tali sistemi non posseggono tutte le conoscenze necessarie per utilizzare in sicurezza processi e servizi innovativi. Per ridurre significativamente i rischi di violazione dei sistemi ICT e non compromettere dati e servizi (che in certi casi, come ad esempio in ambito Software specifici. I principali software esistenti sul mercato e dedicati al processo civile telematico sono: • Consolle CTU (OpenDotCom); • Easy PCT (Lexteam); • Redattore online (Lextel); • Fallco Esecuzioni web (Zucchetti). I primi due software operano in locale, i secondi online. Fornitori di punti dʼaccesso. Nellʼelenco pubblico dei punti di accesso (http://www.processotelematico.giustizia.it/pdapublic/index.jsp? sid=1&id=5&pid=5) compaiono quali fornitori di PdA per gli utenti privati, le seguenti due società: • Elsag Datamat (http://www.pdaelsagdatamat.com/pda/PdAHomePage.jsp) • Lextel (http://www.accessogiustizia.it/index.jsp) Convenzioni per gli iscritti Sono in corso di definizione due convenzioni, a favore degli iscritti allʼOrdine degli Ingegneri di Milano, relative alla firma digitale ed al punto dʼaccesso. Normativa. Nel seguito le leggi ed i decreti emanati, riferibili al PCT. • Legge 22 febbraio 2010, n. 24; • D.M. 10 luglio 2009; • D.M. 17 Luglio 2008; • Legge 18 Giugno 2009, n. 69; • D.M. 27 Aprile 2009; • Legge 6 Agosto 2008 n. 133, art. 51, comma 1 e 2; • D.M. 29 Settembre 2008; • D.M. 15 Dicembre 2005; • D. Lgs. 7 marzo 2005, n. 82; • D.M. 14 Ottobre 2004; • D. Lgs. 23 gennaio 2002, n. 10; • D.M. 24 Maggio 2001; • D.P.R. 13 Febbraio 2001, n. 123; • D.P.R. 28 Dicembre 2000, n. 445; • D.M. 27 Marzo 2000, n. 264; • Direttiva 1999/93/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 dicembre 1999; • D.P.R. 10 Novembre 1997, n. 513; • Legge 15 Marzo 1997, n. 59. sanitario, presentano forti requisiti di protezione) verrà pianificato un intervento formativo capillare e coordinato che consenta di coinvolgere le amministrazioni pubbliche, migliorare l’aspetto gestionale del settore e sanare i sistemi ICT più critici. Gli obiettivi, inoltre, sono la diffusione delle best practices e l’implementazione delle competenze tecniche in tema di sicurezza informatica all’interno della Pubblica Amministrazione, anche al fine di garantire ai cittadini la tutela dei propri dati personali. Per la realizzazione del progetto è stato istituito un tavolo tecnico, cui partecipano la Fondazione Ugo Bordoni (FUB), il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e DIGITPA. Quest’ultima è un ente pubblico non economico, con competenza nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nell'ambito della pubblica amministrazione. Il CNI metterà a disposizione gli iscritti all’Albo Professionale nel Settore “Ingegneria dell’Informazione”, professionisti con elevate conoscenze e competenze e soggetti al codice deontologico, presenti in tutto il territorio nazionale. La Fondazione Ugo Bordoni è sottoposta alla vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico e opera fin dai primi anni ottanta nel settore della sicurezza ICT, fornendo significativi contributi alla Pubblica Amministrazione in tale settore. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Laboratorio Milano. Prosegue il cablaggio della rete NGAN FTTH Con 197.000 chilomentri di fibra ottica, la città di Milano è oggi la città più cablata d’Europa e già dotata di una rete di nuova generazione. L Enrico Pietralunga Telecomunicazioni), è da considerare ancora oggi come modello a cui si può far a storia di questa riferimento. In quegli anni infatti erano infrastrutturazione parte nel 1999 , addirittura quasi trenta le aziende titolate a grazie all’iniziativa e all’intuizione di posare infrastrutture nel sottosuolo di Milano e tutte furono ben coordinate sia Silvio Scaglia e Francesco Micheli che tra di loro sia con gli enti municipali titolari fondarono Fastweb e grazie a un contesto dell’acquedotto, delle fognature, politico, economico e industriale che stava dell’elettricità, del gas ecc. conoscendo una nuova fase di sviluppo e di cambiamento, sia sotto il profilo tecnologico che sotto quello istituzionale, organizzativo La città venne segmentata in aree residenziali, ciascuna delle quali venne e di mercato. pianificata, progettata e cablata in fibra ottica in modo indipendente. Tramite La realizzazione della rete in fibra ottica di l’URSIT gli operatori presentarono al Milano è stata resa possibile dal lavoro di Comune piani triennali che poi vennero una grande squadra di tecnici capitanata progressivamente declinati in piani annuali. I dall’ingegner Guido Garrone. piani relativi ad una singola area, prima che potessero partire i lavori, erano soggetti a: Essenziale è stato poi il contributo del 1) una condivisione (con eventuali Comune di Milano che partecipò modifiche) da parte di tutti i soggetti titolati all’impresa anche tramite l’Azienda Elettrica a posare, così da permettere di raccogliere Municipale. Fu infatti determinante la in un unico progetto operativo le esigenze presenza di persone come Gabriele puntuali di tutti gli operatori interessati Albertini e Stefano Parisi, allora (questo evitava poi di dovere riaprire rispettivamente Sindaco e Direttore cantieri nelle stesse strade più volte in un Generale della città, a rendere attuabile breve lasso di tempo); l’intero progetto: l’impatto sul territorio 2) l’approvazione del progetto condiviso urbano per la realizzazione di 2.350 Km di (con l’apporto di eventuali variazioni) da infrastrutture e la posa di 197.000 Km di parte di tutti gli enti comunali gestori dei fibra ottica richiedeva infatti sinergia totale servizi di urbanizzazione primaria; tra chi operava e chi doveva gestire il 3) l’approvazione finale (con eventuali territorio stesso. indicazioni) da parte dell’URSIT. Sotto questo aspetto, il sistema di coordinamento che il Comune di Milano, al fine di minimizzare gli impatti che un tale volume di cantieri avrebbe inevitabilmente avuto sulla vita quotidiana dei cittadini, mise in atto tramite l’URSIT – Ufficio Reti e Servizi Integrati di Telecomunicazioni (oggi confluito nel Servizio Occupazione Suolo/Sottosuolo Pubblico, incardinato nello Sportello Unico Integrato per le 30 Per gli scavi furono utilizzate le più avanzate tecniche di scavo disponibili a quel tempo: i cantieri tradizionali dove venivano posate le polifore furono infatti affiancati anche da scavi effettuati in microtrincea per collegamenti da realizzare in breve tempo e da scavi no-dig (trenchless) per l’attraversamento di sedi stradali e tranviarie senza causare l’interruzione del traffico (ed agevolare così anche un iter approvativo più rapido). Anche per l’uso di queste nuove modalità fu importante concordare tra le imprese e la Pubblica Amministrazione Locale come operare, al fine di sfruttare le facilitazioni che le tecnologie offrivano mantenendo soddisfatte le esigenze specifiche di tutte le parti coinvolte. L’architettura di rete di accesso che fu implementata in quegli anni su Milano (e poi anche sulle altre maggiori città italiane) è un’architettura FTTH attiva, caratterizzata dalla presenza di apparati attivi alla base degli edifici per l’attestazione degli utilizzatori e lo switching dei dati. Tale architettura è detta metro-ring in quanto raggiunge i vari edifici di una certa area residenziale tramite degli anelli in fibra ottica che collegano tra loro gli apparati di switching. Fin dall’inizio su tale infrastruttura è stato possibile erogare servizi che hanno introdotto nel mercato delle telecomunicazioni una reale innovazione e che nel tempo hanno, di fatto, costituito un modello di riferimento a tutt’oggi ritenuto a livello mondiale ancora valido. Già dieci anni fa infatti la rete così realizzata era compliant alla definizione di Next Generation Network stilata negli anni seguenti dall’ITU-T. Su un unico collegamento a larga banda infatti è stato possibile integrare, tramite l’uso del protocollo TCP/IP, sia i servizi di trasmissione dei dati, sia il servizio di fonia in tecnologia Voice over IP (VoIP), sia il servizio di IP TV in due modalità complementari: Video on Demand e realtime (quest’ultimo tramite l’uso del italiano di quegli anni anche la banda trasmissiva resa così disponibile al mercato residenziale (10 Mb/s sia in download che in upload) era molte volte superiore anche a quella che poteva essere allora normalmente in uso alle grandi aziende o alle università (ancora tipicamente collegate con i Circuiti Diretti Numerici a 2 Mb/s) e addirittura di due ordini di grandezza superiore (più di cento volte!) a quanto disponibile fino a quel momento per gli stessi utilizzatori residenziali principalmente, come già sottolineato, per la genialità e le capacità di alcune persone che decisero di collaborare, ciascuno per la propria parte, ad un progetto ambizioso di vera innovazione tecnologica e sociale. Ma è anche importante sottolineare quanto il tessuto sociale ed economico milanese costituì l’humus fertile dove l’iniziativa crebbe fino a diventare una solida realtà. Questo tessuto sociale contribuì sia permettendo l’aggregazione di tutte le competenze necessarie provenienti dalle radicate realtà industriali presenti nella Metropoli, sia permettendo di attingere dalle eccellenze formative (universitarie e non) della città, in particolare ovviamente dal Politecnico di Milano. E questo, come già accennato, negli anni fu possibile replicarlo, con qualche adattamento, anche nelle altre maggiori città italiane. protocollo di multicasting su IP). L’apertura di tali servizi nel 2000 rappresentò una prima assoluta mondiale: era la prima volta infatti che si erogava un servizio VoIP per la fonia pubblica (in carrier-class) e che si realizzava il primo vero video-on demand completamente fruibile dalla rete (senza alcuna registrazione in locale) potendo scegliere tra migliaia di contenuti diversi. Da sottolineare inoltre che nel panorama (tipicamente collegati con modem analogici a 56Kb/s o con Terminal Adapter ISDN fino a 128 Kb/s). Se si guarda oggi, si vede come su tale infrastruttura sia stato possibile fare crescere i servizi seguendo le esigenze del mercato. Per esempio, l’offerta sull’IP TV ha potuto arricchirsi dei contenuti in High Definition e la medesima piattaforma è oggi pronta a veicolare anche i nuovissimi contenuti in 3D. Ma soprattutto, grazie alla rete costruita 10 anni fa, si è potuto offrire nella città di Milano la connettività a 100 Mb/s al mercato residenziale. E tutto questo senza dover apportare modifiche infrastrutturali, ma solo sostituendo le Cpe a casa dei clienti. Tutto questo è stato possibile Oggi la sfida che l’Italia ha davanti è molto diversa: oggi il tema della Next Generation Network riguarda la realizzazione di una rete di accesso in fibra ottica destinata a sostituire completamente nel medio/lungo termine l’attuale rete in rame, almeno per il 50% della popolazione. E se il modello di servizio integrato sul protocollo IP e l’esigenza di arrivare ovunque possibile con una fibra ottica fino a casa degli utilizzatori (FTTH) sono ormai aspetti del problema largamente consolidati e condivisi, le modalità e le architetture da utilizzare, ovviamente diverse da quelle scelte dieci anni fa per altri obiettivi rispetto a quello attuale di sostituire completamente la rete in rame, sono ancora da condividere. Ma in ogni caso il patrimonio che Milano ha nel suo sottosuolo costituirà un vantaggio qualsiasi saranno le scelte e i contesti di servizio che si svilupperanno nei prossimi anni; questo a dimostrazione del fatto che se si realizzano progetti che contengono un reale valore di innovazione tecnica e sociale, i frutti di tali progetti continuano a costituire un valore anche nel futuro, anche in contesti in evoluzione. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Firma Digitale e Posta Elettronica Certificata: tanti dubbi. Gli utenti esperti possono utilizzarla e trarne anche vantaggi. Gli utenti inesperti non hanno nulla da guadagnare, rischiano solo di fare confusione. L Andrea Giulio Sommaruga 'informatica ha reso apparentemente semplice la produzione di documenti in formato digitale; testi, disegni, suoni, animazioni ed immagini possono essere realizzati velocemente ed inviati a grandi distanze in tempi brevissimi grazie alla posta elettronica ed all'infrastruttura di internet. I documenti in digitale necessitano di firma e data certa per avere piena valenza legale. E' bene non farsi illusioni; i due mondi cartaceo e digitale sono e sempre saranno due mondi distinti; sono paralleli, non si intersecano. Un documento cartaceo nasce, vive e muore sempre sotto forma cartacea mentre un documento digitale nasce vive e muore sempre sotto forma digitale. La validità di un documento cartaceo è assicurata dalla presenza di firme autografe, visti notarili e timbri postali. Nel mondo digitale invece sono le firme elettroniche, le marche temporali e le certificazioni di avvenuta consegna che garantiscono paternità, inalterabilità dei contenuti e data certa. Nel mondo cartaceo la firma è verificata osservandola; sembra uguale alla firma della persona quindi è autentico! Un bravo falsificatore può riprodurre una firma autografa, un pubblico ufficiale corrotto può certificare una data retroattiva, un originale può essere leggermente contraffatto modificandone il testo. Uno dei capisaldi su cui si basano i documenti cartacei è l'onestà degli attori. Nel mondo digitale le cose sono ben diverse: un documento firmato digitalmente non è più alterabile e la firma digitale non è falsificabile. Per firmare o per verificare la firma di un documento in formato digitale occorre un PC, del software ed una connessione ad internet; un vincolo non da poco! 32 Nel mondo cartaceo c'è sempre e solo la ragionevole certezza che la firma sia stata fatta da una determinata persona invece nel mondo digitale c'è la certezza matematica che la firma è stata apposta da una determinata persona o almeno con il dispositivo di firma (smart card) assegnato a quella persona. Nel mondo cartaceo posso sempre appellarmi alla falsificazione mentre nel mondo digitale no: la matematica non scherza! La firma digitale quindi non è ripudiabile! Una firma elettronica è verificabile solo con gli strumenti informatici quindi un documento firmato elettronicamente, se stampato su carta non è più firmato: diventa una banale copia non autentica. Per poterlo stampare serve un pubblico ufficiale che autentica la stampa ovvero produce una copia cartacea autentica conforme all'originale. Il mondo cartaceo ed il mondo digitale per ora non sono in concorrenza. Sicuramente il mondo cartaceo è più comodo per documenti che devono durare a lungo negli anni o nei secoli mentre il mondo digitale è più comodo per documenti che devono muoversi in fretta e girare tra più persone. Che cosa vuole dire firmare? Nel mondo cartaceo è intuitivo, si tratta di apporre delle sigle sulle pagine di un documento quindi si tratta di aggiungere informazione al documento. Nel mondo digitale le cose funzionano allo stesso modo: si tratta di aggiungere informazioni ad un documento in formato digitale. I documenti in digitale vivono in simbiosi con i programmi che li hanno generati; l'aggiunta di informazioni deve essere fatta in modo conforme al programma che deve gestire il documento. Non sempre è possibile inserire la firma digitale direttamente dal programma di elaborazione del documento. Nasce quindi l'esigenza di utilizzare un programma esterno di firma che deve gestire le informazioni di firma in modo di non alterare il documento originale. Attualmente i programmi di firma generano un nuovo documento, in formato p7m, che contiene il documento originale e le informazioni di firma. I programmi di verifica consentono di estrarre il documento originale dopo avere verificato le informazioni di firma; è una vulnerabilità del sistema,contiene il documento originale non firmato ed un malintenzionato potrebbe riutilizzarlo e spacciarlo per suo! Potenzialmente tutti i documenti in formato digitale possono essere firmati digitalmente. In realtà è bene limitarsi a firmare digitalmente solo dei documenti che presentino un sufficiente grado di sicurezza contro la falsificabilità. Un buon compromesso è il formato PDF protetto che consente di ottenere dei documenti non modificabili. Allo stato dell'arte il PDF, oltre all'intramontabile formato solo testo, è il tipo di documento più semplice e sicuro da firmare. Per i PDF è stata anche prevista la possibilità di apporre una firma digitale grafica ovvero di aggiungere, oltre alla firma digitale vera e propria, anche una soprascritta che renda evidente il fatto che si tratta di un documento firmato digitalmente. Posta Elettronica Certificata Il Decreto Legge 185/2008 “Anticrisi” dispone l'obbligo per tutti i soggetti possessori di partita iva di dotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata. Di che cosa si tratta? La Posta Elettronica Certificata, chiamata comunemente PEC, è un sistema di messaggistica che si pone l'obiettivo di emulare la tradizionale Raccomandata con Ricevuta di Ritorno cartacea. Una Raccomandata con Ricevuta di Ritorno è semplicemente una lettera della quale è possibile avere la certezza dell'avvenuto recapito mediante la ricevuta di ritorno che vale come prova di avvenuta consegna in data certa. La PEC viene proposta come sistema di messaggistica che fornisce al mittente la prova con data certa dell'avvenuto recapito come per le raccomandate, consente di inviare qualsiasi tipo di documento in formato digitale. La prova di invio della raccomandata è la cartolina che ritorna quando la persona ha ritirato la raccomandata o quando sono trascorsi i termini di giacenza. La PEC invece si considera recapitata quando viene depositata nella casella postale del destinatario; è cura del destinatario controllare periodicamente se ha messaggi! Per le presone è un compito in più. La PEC quando è arrivata che fine fa? Dove viene memorizzata? Essendo un documento in formato digitale deve essere conservata sul calcolatore ma agli utenti non è sempre chiaro dove viene memorizzata. Se viene letta via webmail o mediante IMAP i messaggi restano tutti sul server del provider ma se viene scaricata con i tradizionali programmi via POP i messaggi saranno salvati solo sul disco fisso dell'utente. Attenzione la validità della PEC e solo in formato elettronico quindi è necessario garantirsi almeno una copia di sicurezza! La PEC deve essere memorizzata in forma elettronica perché, come tutti i documenti firmati digitalmente, ha valore solo in forma elettronica, un'eventuale stampa non ha valore legale a meno che sia fatta da un pubblico ufficiale che l'autentica. Nasce uno strano vincolo con il fornitore di PEC; dovendo mantenere i messaggi in forma elettronica che sono sul server del fornitore della PEC, perdo la liberà di cambiare fornitore qualora si presenti un servizio con caratteristiche migliori. Sono in qualche modo vincolato a chi mi ha offerto il servizio la prima volta e devo ricordarmi di rinnovare l'abbonamento allo scadere dei termini....per sempre! Che cosa certifica la PEC? Certifica la paternità del messaggio, il destinatario del messaggio e la data di invio e ricezione del messaggio. Attenzione un messaggio di PEC si intende ricevuto quando è stato consegnato alla casella postale del destinatario. La ricezione non ha nulla a che vedere con la lettura effettiva del messaggio da parte del destinatario. Per essere in grado di verificare la paternità dei messaggi i fornitori di PEC devono rilasciare le caselle di posta elettronica certificate solo a persone della cui identità sono certi. Gli indirizzi di posta elettronica certificati sono quindi sicuramente indirizzi associati alla persona che si desidera contattare contrariamente ai classici indirizzi di posta elettronica liberi che vengono rilasciati dai fornitori senza troppe formalità. Un messaggio di PEC deve quindi partire da un indirizzo di PEC e deve essere destinato ad un indirizzo di PEC perché abbia la piena valenza legale come Posta Certificata. Se da un indirizzo PEC scrivo ad un indirizzo non certificato il messaggio partirà lo stesso ma la ricevuta di ritorno indicherà che l'invio è stato effettuato come Posta Ordinaria e non come Posta Certificata; non ha valore legale. Per l'utilizzo della PEC è quindi indispensabile procurarsi gli indirizzi PEC delle controparti...in caso contrario è inutile! Riassumendo la PEC presenta dei vantaggi rispetto alle Raccomandate in termini di velocità di inoltro e di basso costo per l'invio (zero se non tengo conto dei costi della struttura) ma presenta anche qualche svantaggio tra cui il principale è che la PEC è destinata ad una persona; vuole proprio quella persona e non ammette deleghe. Una Raccomandata, in caso di assenza del destinatario, può essere ricevuta da un custode o può essere ritirata in posta da un delegato....insomma una persona che ha ricevuto l'incarico di sostituirmi in un periodo di mia assenza magari anche prolungato! La posta elettronica certificata invece vuole sempre e solo me. Non posso dare il compito ad un altro di riceverla in mia assenza. Per dare questo compito dovrei fornire le credenziali di accesso alla mia casella di PEC ma in questo caso non le posso dare solo il diritto di ricevere la mia posta: con le mie credenziali può anche spedire posta firmata da me. Non è la stessa cosa della semplice delega al solo ritiro delle raccomandate. Che cosa voglio arrivare a dimostrare? Voglio semplicemente dimostrare che la PEC può essere un ottimo strumento se ben capito e sfruttato ma può diventare un vero e proprio incubo se utilizzato superficialmente o senza la necessaria competenza. E' troppo presto per pensare di utilizzare la posta elettronica certificata? NO: non per tutti. Gli utenti esperti possono utilizzarla e trarne anche vantaggi. Gli utenti inesperti non hanno nulla da guadagnare, rischiano solo di fare confusione. E' sicuramente troppo presto per introdurre la Posta Elettronica Certificata con un obbligo legislativo: tutti i possessori di partita IVA dovranno dotarsi di casella PEC ma tra i possessori di partita IVA ci sono migliaia di persone che nel loro lavoro quotidiano non hanno nulla a che vedere con i calcolatori, non li sanno usare, a volte non li hanno nemmeno ed ora di punto in bianco il Legislatore dice che “dovranno obbligatoriamente dotarsi di PEC”. Non è solo questione di comperate un calcolatore ed aprire una casella, si deve imparare ad utilizzarlo e bene. Mi rendo conto di essere stato molto critico sulla PEC ma stiamo parlando di una cosa complessa, difficile da comprendere a fondo, resa obbligatoria per tutti con una Legge e parliamoci chiaro, non adeguatamente illustrata e spiegata e forse anche pensata. In conclusione Mi metto a questo punto nei panni del povero utente a cui nessuno pensa e che nessuno difende. Ho il mio PC in cui negli anni, senza troppe difficoltà ho installato il software che uso normalmente per lavorare, con non poca fatica ho configurato la posta elettronica certificata ed ho imparato ad usarla e con l'aiuto prezioso di amici più esperti sono riuscito ad avere funzionante anche la firma digitale. E' ora di cambiare il PC, è diventato vecchio e lento! Per me, povero utente che con il PC galleggio a malapena e non navigo deciso nel grande mare di internet questa è sicuramente una grossa difficoltà. Il mio incubo si riassume in pochi punti: •devo procurarmi le versioni aggiornate dei programmi che uso abitualmente perché sulla nuova versione di windows hanno dei problemi •devo procurarmi uno scanner ed una stampante nuova perché le vecchie al nuovo pc non sono simpatiche •devo riconfigurare la posta elettronica certificata con il nuovo software che mi chiede circa le stesse cose impostandomi le domande in modo diverso, devo anche ritrovare i miei messaggi! •devo reinstallare e riconfigurare il programma di firma elettronica Se prima non lo ero e sono arrivato a questo punto, indipendentemente dalla mia professione precedente, adesso sono diventato finalmente diventato un informatico! Per chi desidera continuare una discussione sul tema è possibile contattarmi per email all'indirizzo [email protected] senza timore, non è certificato! ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Il Bilancio in Ordine. Pubblichiamo la relazione illustrativa che ha presentato gli andamenti economici all’interno della strategia e degli obiettivi dell’attività dell’Ordine nel presente e nel prossimo futuro. . I Tomaso Lamperti dell’anno scorso e ad oggi ancora in atto. I costi, grazie alle oculate attività di gestione n occasione dell’Assemblea generale corrente, risultano inferiori alla previsione di ordinaria degli iscritti dell’Ordine degli 77.852 Euro. Occorre riconoscere il merito Ingegneri della Provincia di Milano, del brillante risultato economico alla svoltasi il 23 giugno 2010, dopo una breve gestione avveduta del precedente Consiglio illustrazione da parte del Tesoriere, è stato e in particolare del Tesoriere uscente Ing. approvato il bilancio consuntivo Domenico Perrone che ringrazio dell’esercizio 2009 e il preventivo personalmente per l’eredità che ha lasciato; economico per l’esercizio 2010. un grazie particolare anche a tutto il In merito al Bilancio dell’esercizio 2009, lo personale operativo. Stato Patrimoniale evidenzia un incremento Prima di presentare la previsione relativa del patrimonio rispetto all’anno precedente all’esercizio 2010, nella pagina a fianco di 52.541 Euro, pari al 4,09% del totale. vengono riportati gli andamenti delle L’importo totale dello Stato Patrimoniale iscrizioni all’Ordine e i risultati del conto vale 1.873.614 Euro; le immobilizzazioni economico degli ultimi sei anni di gestione. valgono il 58% del totale attivo, le Entrambi i grafici presentano un andamento disponibilità liquide ammontano al 36% tendenziale in crescita e questo conforta, mentre i crediti valgono il 6%. Al 31 sia per quanto riguarda le entrate, che dicembre 2009 risultano investiti in titoli coincidono sostanzialmente con le iscrizioni, 797.820 Euro, le disponibilità liquide sia per quanto concerne la gestione valgono 678.822 Euro mentre i debiti ordinaria. ammontano a 341.087 Euro. Per quanto I risultati di cui sopra, mettono nelle attiene il conto economico, la gestione condizioni di poter pensare al futuro dell’esercizio 2009 presenta un avanzo di investendo ulteriormente nello sviluppo 52.541 Euro che va a incrementare il delle attività dell’Ordine. patrimonio netto. In questo senso è stato approvato La gestione ha prodotto un risultato di gran dall’Assemblea un preventivo economico lunga superiore alla previsione approvata in 2010 che alloca consistenti risorse occasione dell’Assemblea ordinaria del 24 economiche nella direzione della crescita giugno 2009. Il risultato si è ottenuto grazie dell’Ordine in termini di visibilità ed ad un importante lavoro di contenimento autorevolezza. Sul fronte ricavi si conferma dei costi, mantenendo i ricavi in linea con il l’intenzione di non modificare in alcun modo previsto, senza incremento alcuno delle il valore delle quote di iscrizione, da un lato quote di iscrizione. Nella pagina accanto, ipotizzando che gli investimenti previsti per grandi capitoli, si riportano le tabelle di possano contribuire significativamente alla sintesi del preventivo e del consuntivo crescita degli iscritti e quindi al valore della 2009 con i relativi scostamenti dal budget e produzione, dall’altro per tenere conto delle i valori percentuali di peso sul totale dei difficoltà di ciascuno alla luce della crisi ricavi e dei costi. finanziaria che sta condizionando il mercato. Il valore della produzione evidenzia un Per quanto relativo ai costi, si evidenziano i sostanziale pareggio, il valore negativo più principali capitoli di spesa, in particolare consistente, rispetto al previsto, riguarda i quelli che mostrano significative differenze proventi finanziari che hanno risentito della rispetto al conto economico consuntivo crisi finanziaria manifestatasi nel corso dell’esercizio 2009: 34 PRESTAZIONI DI SERVIZI: i principali scostamenti sono da individuarsi nell’incremento di servizi resi all’Ordine dalla Fondazione dell’Ordine in termini di seminari ed eventi gratuiti per gli iscritti, nell’intenzione di rinnovare profondamente il sito internet e nella necessità, a norma di legge, di dotarsi di un regolamento interno coerentemente allo stato giuridico di Ente pubblico non economico dell’Ordine. SPESE DI GESTIONE E GENERALI: si confermano in linea con l’anno precedente; si sottolinea la drastica riduzione dei costi per spese stampa ed invio circolari che, nel 2009, sono stati condizionati dalla presenza delle Elezioni del nuovo Consiglio e della comunicazione relativa alla PEC. PARTECIPAZIONE AD ESAMI DI STATO: previsto un capitolo di spesa per il contributo che l’Ordine dà allo svolgimento degli Esami di Stato. COMUNICAZIONE: l’investimento va nella direzione di valorizzare l’attività e la funzione dell’Ordine e rilanciarne l’immagine complessiva sia verso gli iscritti che, soprattutto, verso il mondo esterno. QUALIFICAZIONE: si valorizza in questa voce di spesa il progetto di qualificazione degli iscritti, attività che, come sottolineato dal Presidente, risulta strategica per lo sviluppo dell’Ordine. Sulla base di quanto sopra esposto, il preventivo economico relativo alla gestione 2010, approvato dall’Assemblea, presenta un disavanzo di 104.900 Euro. Sarà impegno di tutti mettere in atto le azioni finalizzate a contenere la perdita prevista, crediamo però che i risultati che sapremo ricavare dai progetti 2010, giustifichino l’investimento e nel tempo possano ampiamente ripianare il disavanzo. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri L’ELENCO completo delle Commissioni dell’Ordine. PER L'ETICA PROFESSIONALE Presidente: Patrizia Giracca Piantato, Giorgio Proietti, Alberto Ricci, Michele Rossi, Angelo Selis, Dante Segrini, Andrea Sommaruga, Giancarlo Volpi. Chiara Battistoni, Ermenegildo Bardelli, Paolo Brèan, Alessandro QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE Buccellati, Domenico Perrone, Paolo Pisoni, Luigi Rainero, Alberto Presidente: Luciano Fassina Sartori, Matilde Schiavoni, Carlo Valtolina. Chiara Battistoni, Stefano Farné, Gabriella Parlante, Federico Perotti, Gabriele Perucci, Paolo Schgor. ESPERTI PER LA REVISIONE DELLE PARCELLE PROFESSIONALI STRUTTURE Presidente: Luigi Rainero Presidente: Bruno Finzi Luigi Ernesto Amman, Giovanni Bosisio, Erberto Botti, Gianni Capè, Michele Coffano, Giovanni Contini, Piercarlo Guaineri, Mauro Danilo Campagna, Michele Capé, Claudio Chesi, Arturo Donadio, Langfelder, Giampiero Montalti, Giovanni Papetti, Gabriella Parlante, Mauro Giuliani, Pietro Romani, Paolo Rugarli. Gabriele Perucci. IMPIANTI Presidente: Giuseppe Rapisarda ORDINAMENTO PROFESSIONALE Presidente: Federico Perotti Sergio Damiani, Antonio De Marco, Giuseppe Giacco, Claudio Mosca, Mario Balzaretti, Gianni Capé, Luciano Fassina, Ambrogio Girotti, Maurio Rossetti Conti, Franco Raggi, Marcello Stermich. Angelo Lucchini, Francesco Maffioli, Enrico Memmo, Edoardo Rovida, CATASTO Luca Strada, Pietro Vasco Tola. Presidente: Flavio Tresoldi FORMAZIONE - EDUCAZIONE - AGGIORNAMENTO Giampiero Alliori, Giangiacomo Barrile, Franco Citterio, Cesare Cogni, Presidente: Chiara Battistoni Pietro Fontana, Paolo Lorenzetti. Gruppo FE-Formazione/Educazione: Maurizio Abrate, Mario Amadasi, Nicola Barbera, Franco Baretich, QUALITA' Silvio Bosetti, Sergio Cerutti, Gianni Confalonieri, Salvatore Presidente: Luigi Gaggeri Crapanzano, Luciano Fassina, Bruno Finzi, Luigi Gaggeri, Patrizia Giracca, Franco Luraschi, Enrico Pio Mariani, Riccardo Pellegatta, Antonio Aprea, Stefano Calzolari, Maurizio Conti, Giuseppe De Marte, Federico Perotti, Domenico Perrone, Luigi Rainero, Giuseppe Stefano Farné, Enrico Memmo, Fabio Pasello, Enrico Pogliani, Elena Roacchi, Bruno Zanini. Rapisarda, Marco Trani, Flavio Tresoldi. LE COMM Gruppo A - Aggiornamento Professionale: Elena Baj, Mauro Bagagiolo, Gabriela Bonavoglia, Pierluigi Brivio, Claudio Cardosi, Vittorio Carnemolla, Paolo Casolo, Stefano Farnè, Mario Garassino Maria Pina Limongelli, Claudio Magistroni, Antonio Mancini, Guido Martinelli, Marcello Miani, Caterina Mietner, Giorgio 36 INDUSTRIA Presidente: Silvio Bosetti Silvio Aquino, Maurizio Brown, Marco Cecchini, Gianfranco Conca, Massimo Chindemi, Claudio Cardosi, Dino Dini, Paolo Jurkic, Maria * Cristina Motta, Alberto Pianta, Massimo Santi, Matilde Schiavoni. ENTI PUBBLICI Presidente: Antonio Acerbo Aurelio Cacace, Alessandro Buccellati, Aristide Capra, Valeria Dolcetta, Angelo Ferraresi, Pier Paolo Perez, Piero Ravetta e Antonio Vettese. GIOVANI Presidente: Maurizio Abrate Giacomo Andriola, Massimiliano Grosso, Davide Luraschi, Massimo Mariani, Attilio Pessina, Simone Pessina, Daniele Russo, Roberto Tomassucci. SICUREZZA E IGIENE SUL LAVORO Presidente: Franco Baretich Adriano Bacchetta, Mauro Bagagiolo, Raffaello Basile, Enrico Brigoli, Paolo Maria Crivelli, Francesco De Bartolomeis, Pietro Freschi, Giovanni Gambino, Fabio Gavino, Antonio Lago, Ottavio Lecis, Chiara Lecis, Mauro Loconsolo, Maria Cristina Motta, Marcello Miani, Demetrio Nava, Fabio Pasello, Stefano Pelucchini, Enrico Persico, Giorgio Pomesano, Giuseppe Gustavo Quaranta, Calogero Roxas, Sergio Vianello. SICUREZZA CANTIERI Presidente: Marco Trani Enrico Luigi Arini, Luca Beretta, Pasquale Frezza, Daniele Pesco. SICUREZZA ANTINCENDIO Presidente: Franco Luraschi BIOINGEGNERIA Presidente: Sergio Cerutti Elena Baj, Anna Maria Bianchi, Alberto Caleca, Marco Ciboldi, Stefano Farné, Ugo Garbarini, Paolo Lago, Giuseppe Giovanni Lalli, Carlo Mambretti, Paolo Pessina, Monica Sivo, Vincenzo Ventimiglia. NANOTECNOLOGIE Presidente: Alberto Cigada Silvio Abati, Massimiliano Bestetti, Marco Bianchessi, Mario Biserni, Carlo Bottani, Alberto Caleca, Corrado Carretti, Furio Gramatica, Paolo Jurkic, Giuseppe Giovanni Lalli, Roberto Millini, Paolo Pignatelli, Biagio Principe, Alberto Redaelli, Giuseppe Vittori. ENERGIA Presidente: Enrico Cerrai Nicola Barbera, Franco Baretich, Gabriele Bertholet, Alberto Caleca, Paolo Capelli, Pier Antonio Casellato, Paolo Chiastra, Gianfranco Conca, Flavio Ferrari, Flavio Parozzi, Marcello Scotto. INFORMATICA Presidente: Enrico Pio Mariani Pierangelo Aloisi,Gabriela Bonavoglia, Isabella Caramatti, Luciano De Stefani, Francesco Giovannini, Massimiliano Grosso, Andrea Manzato, Giorgio Parrella, Marco Re, Gianluca Sironi, Andrea Guido Sommaruga, Francesco Soro, Lorenzo Viganò, Luigi Zanderighi, Stefano Zanero. TELECOMUNICAZIONI Presidente: Gianni Confalonieri Pietro Antonacci, Maurizio Bechelli, Lorenzo Brignole, Giuseppe Bogani, Ambrogio Carenzi, Oreste Ceravola, Nicola Clemeno, Fabio Collamati, Giovanni Contini, Eugenio Galli, Paolo Lombardi, Luca Giacomo Andriola, Maria Bartolomeo, Massimo Bertolotti, Franco Marzola, Silvestre Mistretta, Alice Pizzoccheri, Anna Reggiori, Attilio Boffelli, Marco Manlio Brambilla, Alessandro Carone, Michele D’Amico, Gianni Costantino De Santis, Anastasi Santi Domenico, Scalise, Enrico Schiatti. Edoardo Cottino, Francesco Crescentini, Claudio Invernizzi, Claudio Magistroni, Giuseppina Moretti, Marco Mussini, Aldo Paraboni, URBANISTICA Giordano Picchi, Enrico Pietralunga, Francesco Romeo, Guido Tartara, Presidente:Riccardo Pellegatta Angelo Testa, Lorenzo Viganò, Gianluca Sironi. Franco Caputo, Vittore Ceretti, Salvatore Crapanzano, Luigi Decio, Massimo Giuliani, Angelo Lorenzi, Luigi Masella, Mauro Mereghetti, Mario Rossetti, Gianluigi Sartorio, Alessandro Toccolini, Dario Vanetti. INGEGNERIA FORENSE Presidente: Giovanni Contini AMBIENTE Presidente: Mario Amadasi Raffaele Bersaglio, Giancarlo Conci, Antonio De Marco, Anna Guerriero, Patrizia Giacca, Maurizio Vannucchi, Giacomo Viganò. Luciano Brusaferro, Libero Cannarozzi, Pier Antonio Marco Casellato, Lorenzo Del Felice, Alba De Salvia, Daniele Fraternali, Maurizio Gandolfo, Gianluca Gurrieri, Giancarlo Majocchi, Beatrice Majone, M. CONSIGLIO DELL'ORDINE Evelina Saracchi, Franco Sironi, Maurizio Vannucchi, Domenico Presidente Stefano Calzolari Zampaglione. MISSIONI INFRASTRUTTURE, TRASPORTI Presidente: Salvatore Crapanzano Segretario Aldo Franchi Tesoriere Tomaso Carlo Lamperti Consiglieri: Chiara Battistoni, Silvio Bosetti, Alberto Caleca, Alberto Avanzini, Angelo Bargigia, Stefano Bernardi, Nino Bosco, Bruno Finzi, Massimo Giuliani, Franco Luraschi, Enrico Maurizio Brown, Giovanni Cappellari, Ignazio Carbone, Roberto Ceresoli, Michela Chiorboli, Ezio Facchin, Pietro Gelmini, Giuseppe Grassi, Ettore Memmo, Anna Minotti, Maria Cristina Motta, Riccardo Kluzer, Luigi Legnani, Antonio Mancini, Paolo Morlacchi, Dante Segrini. Pellegatta, Alberto Pianta, Maria Gabriella Signorini RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri I servizi dell’Ordine. Assistenza legale: Avv. Giancarlo Conci Riceve il mercoledì a settimane alterne dalle 17 alle 18.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Assistenza Fiscale: Dott. Maurizio Riva Riceve il martedì a settimane alterne dalle 17 alle 18 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Problematiche del lavoro: Avv. Nadia Restivo Riceve il primo lunedì del mese dalle 17.30 alle 19 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Assistenza tariffaria: Componenti Commissione Parcelle Su appuntamento telefonando alla Segreteria dell’Ordine Assistenza informatica: Dott.ing. Andrea Sommaruga Riceve ogni primo martedì del mese non festivo su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Recapito E-mail: [email protected] Sportello Giovani: Dott. ing. Luigi Rainero Riceve ogni lunedì dalle 17.30 alle 18.30 su appuntamento presso la Segreteria dell’Ordine Cassa Nazionale Ingegneri ed Architetti e temi collegati: Dott ing. Angelo Selis Riceve lunedì e martedì dalle 16 alle 18.30 a settimane alterne su appuntamento presso la Segreteria dell'Ordine Delegati INARCASSA. I delegati INARCASSA, espressi dagli iscritti all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano con le elezioni di quest’anno, sono l’Ing. Silvia Fagioli e l’Ing. Arturo Donadio. Silvia Fagioli è al secondo mandato ed a Roma è stata anche eletta nel C.d.A. di INARCASSA. Gli Ingegneri Fagioli e Donadio sono disponibili a soddisfare le eventuali richieste di chiarimenti od informazioni in genere che gli iscritti volessero loro inoltrare e dedicando una o due mezze giornate al mese al ricevimento dei colleghi presso l’Ordine e si impegneranno ad uno stretto rapporto con l’Ordine, finalizzato alla conoscenza delle principali attività e tematiche trattate da INARCASSA nei prossimi 5 anni. Ing Silvia Fagioli Email: [email protected] Email Certificata: [email protected] Telefono Mobile: 339 4895042 Ing. Arturo Donadio Email: [email protected] Email Certificata: [email protected] Telefono Mobile: 335 5732349 COACHING di guida. Un seminario - workshop particolare sulla guida sicura, un’opportunità raccolta con favore da molti colleghi. Torniamo a parlarne. C oaching di Guida® è un rivoluzionario corso di guida sicura che consente a chiunque abbia una patente valida di avere al suo fianco un pilota o un esperto del settore automobilistico. Solitamente chi vuole migliorare la propria guida si reca in pista dove guida un’auto diversa da quella a cui è abituato e in condizioni differenti da quelle stradali. Il Coaching di Guida®, invece, mette per la prima volta a disposizione in Italia coach ed esperti che erogano un corso di guida sicura direttamente a bordo dell’auto del cliente e sulle sue strade. I Coach analizzano la guida del cliente e, grazie ad un esclusivo rapporto 1 a 1, ne aumentano la sicurezza e ne diminuiscono i consumi. In questo modo, anche l’Ambiente ringrazia! Il tutto rispettando rigorosamente il Codice della Strada, anzi imparando a conoscerlo approfonditamente per evitare errori pericolosi e spesso costosi. Avere un pilota accanto sulla propria auto è come fare un’esclusiva lezione da sci da soli con un maestro e non con altre persone. Il tutto nella propria città e sulle strade che si percorrono quotidianamente. Il Coaching di Guida® è particolarmente indicato per tutte quelle aziende che necessitano di ridurre i consumi della propria flotta, di diminuire l’incidentalità delle proprie auto e di motivare i collaboratori attraverso un team-building decisamente creativo. La normativa vigente obbliga tutte le aziende a fare lavorare i propri uomini in condizioni di sicurezza. Un pilota al loro fianco è il modo migliore per rispondere a questa esigenza. Il Coaching di Guida® è in grado di realizzare eventi a sfondo racing sia in pista sia in alcuni fra i più divertenti kartodromi italiani. Presso l’Ordine degli Ingegneri di Milano, il Coaching di Guida® ha già tenuto un workshop sulla sicurezza stradale e sulla presentazione dei corsi con un pilota accanto, tenuto dal Direttore Roberto Rasia dal Polo e dal Responsabile coach Marco Zappa. Per chi volesse prenotare il proprio corso di guida personalizzato basta mandare una mail con i propri dati al seguente indirizzo: [email protected] ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Un piano di sviluppo per la Fondazione. Il piano di sviluppo si articola in otto punti che dettagliano i passi auspicabili, sia da un punto di vista di contenuti che di strutture e qualità dei servizi offerti. L Lorna Beretta a Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri di Milano intende rappresentare un punto di riferimento vitale per gli iscritti ed al contempo per tutti gli ingegneri giovani e meno giovani anche per raggiungere sempre più interlocutori sul territorio e poter stabilire nuove collaborazioni, iniziative, dialoghi, con altri ordini professionali, con il mondo accademico e quello imprenditoriale, con gli enti pubblici e le organizzazioni che a vari livelli incidono sullo sviluppo tecnico-scientifico e culturale di Milano. A supporto di tale obiettivo è in fase di sviluppo un piano di comunicazione per posizionare la Fondazione quale reale e pro-attivo punto di riferimento insostituibile. Milano è in rapida trasformazione: la riposta alle molteplici e nuove esigenze, come ad esempio nel campo della bioingegneria, dell’energetica, delle nuove frontiere nell’edilizia e nella gestione e salvaguardia del territorio, richiede un ingegnere sempre più preparato e attento a cogliere le incredibili opportunità, anche di lavoro, che questa città in questo momento offre. Il piano di comunicazione della Fondazione, il cui sviluppo è stato affidato ad un esperto in materia di comunicazione, si propone di posizionare la Fondazione nell’arena mediatica con una distintiva identità visiva. I punti del piano di sviluppo Ampliamento offerta formativa a. Ideazione di nuovi corsi su indicazioni delle commissioni con la regia di FEA (si vedano anche i prospetti allegati) b. Corsi di aggiornamento in collaborazione con università e/o istituti di ricerca e formazione c. Collaborazione con enti quali Regione, Provincia, Comuni, altri Ordini professionali, Assolombarda, etc. d. Espansione delle attività formative e culturali, dibattiti, visite d’istruzione e proposte culturali con sponsorizzazioni e. La Fondazione sta inoltre monitorando le offerte formative ad oggi esistenti nel territorio milanese per la formazione professionale degli ingegneri al fine di stare al passo con la concorrenza e identificare il valore aggiunto che la essa può dare e/o individuare valide collaborazioni. Miglioramento dell’efficienza e dell’ efficacia f. Maggior sinergia e condivisione dei servizi con l’Ordine degli Ingegneri: centralino telefonico, sportello, informazioni, segreteria di back office. g. Contenimento dei costi dei servizi annessi ai corsi 40 Al contempo si moltiplicheranno anche gli strumenti di comunicazione: partendo dal nuovo sito fino ad arrivare ad una vera e propria strategia di marketing virtuale, passando per la carta stampata. In sintesi la Fondazione, quale braccio operativo dell’Ordine degli Ingegneri, vuol diventare promotore di una cultura incisiva e aggiornata per promuovere la professionalità degli ingegneri a 360 gradi. Il piano di comunicazione segue e rafforza, dal punto di vista divulgativo, i temi di sviluppo qui sotto sinteticamente riportati ● migliorando il servizio al cliente (utilizzo del sito e potenziamento dello stesso con nuove tecnologie: iscrizioni e pagamenti online, costituzione di una blackboard per i corsi, possibilità di forum, biblioteca online, e a lungo termine possibilità di Formazione a Distanza, etc.) h. Accordi con altri ordini per proposte formative innovative e rispondenti alla domanda ed alle esigenze attuali. Consapevolezza dello scenario ● Norme legislative che prevedono obblighi formativi continui generati autonomamente ● Necessità di un costante aggiornamento professionale Si rivela la necessità di: ● Predisporre contenuti formativi e attuali ● Organizzare attività complementari alla formazione tradizionale (visite - internship – scambi professionali con altri paesi; informazioni su convegni e workshop che trattano temi innovativi e d’avanguardia e rilevanti per la professione dell’ingegnere) ● Monitoraggio dell’apprendimento e relativa valutazione del miglioramento di performance a seguito degli eventi offerti dalla Fondazione gli Eventi della Fondazione CORSI DI FORMAZIONE PROGRAMMATI DA NOVEMBRE 2010 A INIZIO 2011 ACUSTICA IN EDILIZIA: PROGETTO E •La metodologia ispettiva e la professione di VERIFICHE DEI REQUISITI PRESTA- ispettore ZIONALI. Responsabile del corso: Ing. Luigi Gaggeri Presidente Commissione Qualità Ordine Per raggiungere lʼobiettivo del corretto Ingegneri Milano, Membro del Comitato di isolamento acustico il Professionista deve Indirizzo e Garanzia di Accredia. ormai confrontarsi con una vasta legislazione e normativa tecnica. Il corso Dal 14/1 al 18/3 2011 (venerdì dalle ore illustra il percorso che, a partire dalle 09:00 alle ore 13:00) Quota di iscrizione 600 prescrizioni di legge, attraverso i Euro + IVA. fondamenti della progettazione, consegue i Seguiranno tre mezze giornate dedicate requisiti accertati anche con le verifiche alle prove finali per un totale di 40 + 12 ore. previste dalla recente UNI 11367 “Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle VI CORSO CERTIFICAZIONE ENERGEunità immobiliari – Procedura di valutazione TICA DEGLI EDIFICI. e verifica in opera”. Direzione del corso: LʼOrdine degli Ingegneri della Provincia di Ing. Giorgio Campolongo, Esperto di Milano, in ottemperanza a quanto previsto acustica dal D.M. 192 del 19 agosto 2005 e ss. mm. Ing. Giuseppe Rapisarda, Presidente ii., promuove una nuova e aggiornata Commissione Impianti Ordine Ingegneri edizione del corso di formazione per la Milano certificazione energetica. Lʼorganizzazione del corso viene affidata alla Fondazione Dallʼ 11/12 2010 al 29/01 2011 (sabato dalle dellʼ Ordine degli Ingegneri della Provincia 9 alle 13 per un totale di 20 ore) di Milano. Quota di iscrizione 300.00 Euro + IVA Questa edizione illustrerà le normative di recente emanazione (D.L. 112 del 25 DEONTOLOGIA E PROFESSIONE giugno 2008 convertito nella Legge 133 del Il Codice di Comportamento degli 6 agosto 2008; regola UNI TS 11300) e DM Ingegneri. 26-06-2009 (Linee Guide Nazionali) dando anche il dovuto spazio alla nuova DGR dalla Riesame delle Norme Deontologiche e della Regione Lombardia sullʼargomento. loro attualità Frequentando le 80 ore, distribuite su 20 Deontologia, Qualità della Prestazione e pomeriggi, di cui si compone il corso e con Compensi professionali il superamento di un esame finale che Lʼincontro è particolarmente dedicato ai dimostri lʼacquisizione delle nozioni e delle giovani Ingegneriche si sono recentemente metodologie della certificazione energetica, iscritti allʼOrdine. sarà rilasciato un attestato che consentirà lʼinserimento negli elenchi della Regione Relatori: Lombardia. Ing. Patrizia Giracca Presidente Commissione Etica Profes- Direzione: Ing. Giuseppe Rapisarda sionale Presidente Commissione Impianti; Ordine Ingegneri Milano. Ing. Domenico Perrone Membro Commissione Etica Professionale Dal 19 gennaio al 1 aprile , 2011 dalle 14.30 alle 18.30 (per un totale di 80 ore) Ing. Luigi Rainero Quota di iscrizione 1000 Euro + IVA Presidente Commissione Revisione Parcelle Professionali IL PROJECT MANAGEMENT DEL PROGETTO E DELLA REALIZZAZIONE Mercoledì 15 dicembre 2010 ore 17.30 EDILIZIA E IMPIANTISTICA. LA VERIFICA E LA VALIDAZIONE DEL PROGETTO SECONDO IL D.LGS 163/06 ED IL RELATIVO REGOLAMENTO. •Una nuova attività per gli studi professionali per la verifica di opere al di sotto di 20 milioni di Euro •La certificazione degli studi di ingegneria specificatamente per lʼattività di Verifica ai fini della Validazione (Norma UNI EN ISO 9001:2008) •Lʼaccreditamento degli enti locali tipo B e delle società di ingegneria e degli studi professionali quali tipo C (Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17020:2005) Docente di Project Management presso master Universitari allʼUniversità degli Studi di Brescia Dal 28/4 al 7/7 2011 (giovedì dalle ore 14:30 alle ore 18:30) Quota di iscrizione 600 Euro + IVA Seguiranno tre mezze giornate dedicate alle prove finali per un totale di 40 + 12 ore Seminario Harpaceas con il Patrocinio della Fondazione dellʼOrdine degli Ingegneri di Milano Analisi e verifiche di elementi di sostegno flessibili nellʼambito dellʼNTC2008 e degli EUROCODICI Corsi di lingua presso Berlitz per gli iscritti allʼOrdine degli Ingegneri di Milano. Grazie ad un accordo tra Berlitz e la Fondazione dellʼOrdine degli Ingegneri di Milano sono disponili corsi con la possibilità di concentrare lo studio della lingua scelta su temi tecnici e business per settore di industria. Possibilità offerte agli iscritti tra 42 lingue disponibili: A) FORMAZIONE INDIVIDUALE Programma di 30 Lezioni di 45ʼ cad. Costo agli iscritti Euro 1266 anziché Euro 1386 - Materiale didattico incluso Livello iniziale da verificare con test disponibile su www.berlitz.it B) FORMAZIONE IN PICCOLI GRUPPI AZIENDALI (tra 4 e 6 persone) Programma di 40 lezioni di 45ʼ cad. Costo agli iscritti 1812 Euro anziché 2052 Euro C) FORMAZIONE INDIVIDUALE- BERLITZ VIRTUAL CLASSROOM Programma di 30 lezioni di 45ʼ cad. Costo agli iscritti Euro 1086 anziché Euro 1386 - Materiale didattico incluso D) INSERIMENTO NEI GRUPPI GIAʼ ORGANIZZATI DA BERLITZ Programma 52 lezioni di 45ʼ cad. in piccoli gruppi di 4/8 partecipanti Costo agli iscritti Euro 576 per persona Il corso fornisce le basi per operare come anziché 602 - Materiale didattico incluso soggetto responsabile ed unico punto di E) Opzione FORMAZIONE SELF STUDY – riferimento per il coordinamento delle Licenza valida 12 mesi attività progettuali specialistiche e di tutti i processi necessari per la realizzazione di Formazione linguistica personalizzata un progetto di costruzione. online con 70 lezioni e più di 1000 esercizi Il corso di Project Management offre quindi corredati da audio, testi, ascolto e lettura. una valida prospettiva al professionista Costo agli iscritti Euro199 come da nella misura in cui lʼattività di Project promozione (anziché Euro 280 costo pieno) Management è in grado di associare I corsi si svolgeranno presso Berlitz in via incentivi economici al raggiungimento degli Larga 8, Milano obiettivi prefissati ed assicura al Committente il controllo della realizzazione Iscrizione presso Berlitz Language Centers, del progetto nel modo desiderato. Via Larga, 8, Milano. Responsabile del corso: Ing. Luigi Gaggeri RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Più ingegneria, più qualità della vita. Il tema di un concorso promosso dall’Ordine di Cosenza. S i chiama "Più ingegneria, più qualità della vita”, ed è un concorso promosso dall’Ordine di Cosenza e dalla Fondazione Mediterranea per l'Ingegneria col patrocinio del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Si tratta di un'iniziativa unica in italia che intende premiare le migliori illustrazioni, accompagnate da un breve slogan, che saranno capaci di rappresentare il ruolo e la figura dell'Ingegnere e l'importanza dell'ingegneria per il progresso ed il benessere della società. In particolare il concorso prevede due sezioni: una riservata agli ingegneri ed agli studenti di ingegneria ed un'altra aperta a tutti. il vincitore di ciascuna sezione riceverà un premio in denaro (1500 Euro). I migliori lavori saranno utilizzati per le manifestazioni organizzate dall'Ordine degli Ingegneri di Cosenza e dalla Fondazione Mediterranea per l'Ingegneria ed, infine, con i primi 12 elaborati verrà composto il "Calendario dell'Ingegneria 2011". Il concorso ha dunque un duplice obiettivo: comprendere come la società vede e considera gli Ingegneri e richiamare l’attenzione della collettività e delle Istituzioni sul ruolo determinante che assume l’ingegneria quando si vogliono innovare i modi di vivere e di relazionarsi. intende, inoltre, sollecitare la riflessione sulla necessità di tutelare e sostenere la qualità del lavoro svolto dagli ingegneri. Quanta tecnologia ed ingegneria c’è, infatti, in ogni luogo ed in ogni attività umana? Una presenza costante e sostanziale, che risulta spesso invisibile agli occhi di chi se ne avvale. Gli ingegneri progettano e gestiscono impianti, sistemi, attrezzature, EXPO Edilizia. strutture, tecnologie e tante altre cose che addirittura allungano la vita e ne accrescono la qualità.Tutto ciò è spesso ignorato, svilito dalla tendenza dominante di considerare come una mera attività di servizio questa professione che, invece, deve caratterizzarsi per le competenze e le creatività che esprime. "Più ingegneria, più qualità della vita" vuole, dunque, contribuire al recupero di una corretta immagine della professione, rafforzare il senso di identità della categoria e produrre una riflessione positiva all'interno ed all'esterno del variegato mondo dell' Ingegneria. Questo il link dove è possibile prendere visione del bando completo del concorso: http://www.ordineingegnerics.it/Index.aspx?idse Temi importanti, grandi opportunità. La quarta edizione si è svolta alla Fiera di Roma e ha rappresentato una finestra importante per il Paese. R iqualificazione, restauro, architettura e bioedilizia: questi i temi di Expoedilizia 2010, decine di incontri e dibattiti per guardare al futuro delle costruzioni. La 4a edizione di Expoedilizia che si è svolta dall’11 al 14 novembre alla Fiera di Roma è la Fiera professionale per l'edilizia e l'architettura che intende porsi al servizio di aziende, operatori professionali e associazioni di categoria. La manifestazione, organizzata da ROS società partecipata da Fiera di Roma e Senaf-, è stato un momento di incontro e confronto, di scambio economico e aggiornamento professionale. 13 aree tematiche, 5 in più rispetto al 2009: 42 Tetti Pareti, Ferramenta Utensili, Impianti Sportivi, Verde, Schermature Tende, per offrire una panoramica completa sulla filiera delle costruzioni e affermare il ruolo di Expoedilizia come propulsore di crescita per il mercato del centro-sud. La ristrutturazione rappresenta, in un contesto come quello delle regioni del centro-sud d’Italia, un enorme potenziale di sviluppo per l’intero comparto delle costruzioni. Si stima infatti che, nel nostro Paese, le abitazioni costruite fra gli anni ‘50 e gli anni ‘70 si aggirino attorno al milione e 400 mila unità e se si considera che la vita media di un fabbricato è di circa quarant’anni, risulta evidente quali possano essere le opportunità offerte dal filone del recupero edilizio. Opportunità ancor più numerose in un contesto come quello delle regioni centro-meridionali, in cui si concentra buona parte del patrimonio costruttivo con oltre quarant’anni di vita e in cui più impellente è il bisogno di riqualificare i centri urbani per rispondere alle nuove esigenze abitative del nostro tempo, nonché per valorizzare un patrimonio artistico culturale che potrebbe diventare a sua volta motivo di sviluppo economico. ● visti per voi Professioni a Milano? L’Ordine sostiene una ricerca importante della CCIAA. N on da oggi l’area metropolitana milanese è la maggiore concentrazione nazionale di servizi professionali. Come Ordine abbiamo condiviso l’interesse della CCIAA di Milano ad approfondire sul piano conoscitivo l’attuale situazione delle professioni e delle attività terziarie ad elevata qualificazione, ponendo al centro il professionista con la sua biografia, il suo rapporto con il mercato, le sue aspettative e le sue opinioni sulla città. Anche in un momento difficile come l’attuale. Iniziativa utile anche per facilitare in prospettiva la partecipazione dei professionisti e delle loro organizzazioni alla definizione dei programmi di sviluppo dell’area metropolitana, adeguando alle effettive caratteristiche del tessuto professionale l’offerta di servizi. A tale scopo il Consorzio AAster, istituto di ricerca incaricato dello svolgimento della ricerca, ha predisposto un questionario on-line rivolto ai singoli professionisti. Il nostro Ordine sta collaborando a questa iniziativa e per questo Vi invitiamo a partecipare alla ricerca compilando direttamente on line il questionario in tutte le sue parti. La compilazione è anonima e i risultati dell’indagine saranno pubblicati esclusivamente in forma aggregata. In ogni caso, per la compilazione sono necessari non più di 15 minuti. I risultati dell’indagine saranno illustrati nel corso di una presentazione pubblica che avrà luogo entro la prima metà del prossimo anno. Per la compilazione del questionario si può accedere direttamente dal sito www.aaster.it oppure digitando www.aaster.it/professioni PER INFORMAZIONI: Consorzio AASTER via Lombardia, 32 – 20131 Milano, tel. 02.26680570 – [email protected] ● Meeting Chairs in MoMA Collection. Laurence Humier, ingegnere milanese, espone al Moma di New York. Un successo per tutta la categoria. M ilano, primavera 2007. Prime luci del giorno. Ultimi ritocchi prima dell’apertura del Salone del Mobile. Il primo prototipo di Meeting Chairs è finalmente terminato, pronto a mostrarsi al grande pubblico. Banco di prova. Il prodotto è apprezzato perchè risolve in modo originale la tradizionale seduta collettiva per il mercato del contract. Il flusso dei visitatori mette alla prova la Meeting. A sipario chiuso il prototipo torna in laboratorio per i necessari aggiustamenti e una seria messa a punto. Un’intensa collaborazione, infatti, impegnerà da lì in avanti la designer belga Laurence Humier e il produttore italiano RCM di Bianco. Tre anni di lavoro per ottimizzare il progetto nei minimi dettagli. Come capita solo per i progetti destinati a durare. New York, autunno 2010. La Meeting Chairs si aggiunge alla Collezione Permanente del MoMA. Concept e realizzazione sono perfetti. Funzionale, simbolico, poetico. La meccanica è intuitiva, la fluidità e la sincronizzazione dei movimenti dell’oggetto seducono il Comitato di Acquisizione del museo. Laurence Humier, belga, ingegnere di formazione, opera come designer a Milano. La sua ricerca coniuga un lato espressivo e sperimentale, orchestrando personalmente il savoir faire tecnico e costruttivo insieme all’industria locale. L’ideazione di congegni e concetti è alla base dei suoi progetti – Meeting Chairs è la sintesi di tre distinti movimenti meccanici – tradotti in secondo tempo in applicazioni d' uso quotidiano. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Un premio all’idea migliore. Assegnati i premi della Start Cup Competition. Una grande rassegna di progetti innovativi e di creatività imprenditoriale milanese. M Flavio Tresoldi artedì 26 ottobre si è svolta la finale della Start Cup Milano Lombardia (www.startcupml.net), la business plan competition volta a favorire la nascita di start-up ad alto contenuto innovativo. Promossa da sei università lombarde Politecnico di Milano, Università degli Studi di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Università degli Studi di Bergamo, Università Carlo Cattaneo – LIUC, Università degli Studi dell’Insubria – I vincitori dei Premi di categoria 1° Premio SAS Institute Italia (ICT e Tecnologie Industriali) - 10.000 Euro AMANUENS (THREEPLICATE) E' una soluzione Software-as-a-Service che semplifica tutte le fasi della localizzazione del software, rendendola un processo più efficiente, semplice ed economico. Offre una soluzione a tutti i problemi che insorgono nel corso del processo. 2° Premio SAS Institute Italia (ICT e Tecnologie Industriali) - 3.000 Euro EMOTICA GAMES Tecnologia hardware e software che legge le emozioni e crea proposte 'tagliate su misura', sulla base della personalità dell'utente. 1° Premio Accenture (Clean Tech e Agroalimentare) - 10.000 Euro ECO OLI SEPARAZIONI Pilotina per impianto di separazione delle emulsioni oleose, sia vegetali che minerali, e il recupero del prodotto oleoso per il riciclo nelle centrali di termo-combustione, per la produzione di energia elettrica. 44 Varese Como – e dal centro Promozione Start-Up USI/SUPSI di Lugano, la Start Cup è organizzata dall’Acceleratore d’Impresa del Politecnico di Milano, gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano. Ad esso si aggiungono la Fondazione Filarete e il Parco Tecnologico Padano. Nel corso della finale, i 15 finalisti hanno presentato i propri progetti con un ‘elevator pitch’. L’edizione 2010 vede l’introduzione di un’importante novità: i business plan concorreranno in tre diverse “sezioni” di riferimento: ICT e Tecnologie industriali; Clean Technologies (Energia e 2° Premio Accenture (Clean Tech e Agroalimentare) - 3.000 Euro IPAD LAB Prodotti e servizi su scala globale per la diagnosi delle malattie delle piante coltivate e la certificazione delle produzioni vegetali su base biomolecolare. 1° Premio Filarete Investimenti (Scienze della vita) - 10.000 Euro COMF TECH Comfortable Technology propone la creazione e l'industrializzazione di un sistema biomedicale indossabile, sotto forma di indumento, studiato appositamente per il monitoraggio del neonato. 2° Premio Filarete Investimenti (Scienze della vita) - 3.000 Euro PROXENTIA Piattaforma semplice e versatile che supporti lo sviluppo di una rete di diagnostica distribuita costituita da un reader universale e un set di smartcard monouso. Ambiente) e Agroalimentare (Biotecnologie Agroalimentari); Scienze della vita (Biotech, Dispositivi biomedicali, Farmaceutica). Le giurie sono state 3, una per ogni area di riferimento, formate da venture capitalist, rappresentanti delle istituzioni e di grandi aziende. Sono stati premiati 2 progetti d’impresa per ogni sezione, i quali oltre ad aggiudicarsi un premio in denaro parteciperanno il 3 dicembre 2010 al Premio Nazionale per l’Innovazione, la finalissima delle Start Cup italiane. ● L ’Acceleratore d’Impresa del Politecnico di Milano è l’incubatore dell’Ateneo, gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano, creato per incoraggiare e sostenere lo sviluppo dell’imprenditoria innovativa e per offrire alle start-up le infrastrutture e i servizi necessari alla loro crescita. Nel 2000 il Politecnico di Milano è stato uno tra i primi atenei in Italia a comprendere l’importanza del sostegno all’imprenditorialità per promuovere la ricerca all’interno dell’università. Per questo ha creato l’Acceleratore, grazie al contributo di importanti strutture pubbliche e private, tra le quali fondamentale è stato il ruolo del Comune di Milano, da sempre attento a sostenere i giovani e lo sviluppo tecnologico. Dal 2007 l’Acceleratore è passato in gestione alla Fondazione Politecnico di Milano, strumento agile e operativo voluto dall’ateneo e da importanti "Fondatori" con lo scopo di favorire l’innovazione delle imprese, incentivarne la competitività a livello internazionale, dare impulso alla creazione e alla diffusione di nuove conoscenze e al loro trasferimento alle realtà produttive e del terziario. PER MAGGIORI INFORMAZIONI: Maria Claudia Ferragni - Comunicazione e relazioni esterne – Acceleratore d’Impresa Tel. 02 2399 2997 - Fax 02 2399 2990 [email protected] www.fondazionepolitecnico.it ● Futuro Fotonico visti per voi Il futuro della ricerca e innovazione nelle TLC in Italia: Unʼeccellenza mondiale a sostegno di una crescita sostenibile e competitiva. La strategia Europa 2020 ha recentemente delineato le linee strategiche per lʼeconomia di mercato sociale europea del prossimo decennio, sulla base di tre direttrici che si rafforzano a vicenda: la Crescita Intelligente, per unʼeconomia basata su conoscenza e innovazione, la Crescita Sostenibile, per limitare le emissioni di carbonio, aumentare la competitività e lʼefficienza dellʼuso delle risorse, la Crescita Inclusiva per favorire la coesione sociale e territoriale, promuovendo al contempo lʼoccupazione. In questo quadro strategico sʼinserisce lʼAgenda Digitale europea; in particolare, le aziende del settore TLC sono fortemente chiamate a giocare un ruolo fondamentale, affinché, contribuendo fattivamente, si possano creare le condizioni e le soluzioni per rendere concrete le direttive a beneficio dellʼeconomia e della società. Alcatel-Lucent Italia, quale leader tecnologico e di mercato nelle soluzioni per infrastrutture e servizi di comunicazione digitale in Italia e nel mondo, intende promuovere un dibattito sullʼimportanza della Ricerca & Innovazione nel settore delle TLC in Italia e sulle modalità per indirizzare le strategie di sviluppo economico/sociale con Istituzioni, Università e Centri di Ricerca, Piccole e Medie Imprese della filiera, e con lʼoccasione aprire i suoi laboratori di sviluppo di ottica e fotonica di Vimercate. Per sensibilizzare tutti sullʼimportanza di una ricerca e innovazione tutta italiana, per lo sviluppo delle eccellenze e dei talenti nazionali in grado di confrontarsi e competere a livello globale, grazie anche a un ecosistema costituito da realtà accademiche, enti di ricerca e piccole-medie imprese dʼeccellenza. ● Per informazioni e iscrizioni: Visita il sito web: www.futurofotonico.it • E-mail: [email protected] Segreteria Organizzativa: 039-686.3751-3336 Gli ingegneri per l’Expo. Sono alla ricerca di ingegneri. Il nostro Ordine favorisce l’incontro della domanda con l’offerta di ottimi professionisti. N el corso del corrente anno 2010 l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano ha cercato di stabilire un dialogo costante con gli Organizzatori di EXPO 2015, per l'importanza che questa manifestazione rappresenta per la nostra città e per la rilevanza delle opere di Ingegneria che saranno realizzate. Nell'ambito di questi rapporti cordiali, EXPO ha segnalato all'Ordine di essere alla ricerca di un certo numero di Ingegneri esperti e neolaureati, da assumere in tempi brevissimi (si veda la comunicazione sotto riportata, dove sono indicate le modalità di contatto con EXPO riservate ai nostri Iscritti). Expo 2015 Spa avvia la ricerca di dieci giovani laureati in Ingegneria e dieci Ingegneri senior per affrontare la seconda fase della progettazione del sito espositivo che ospiterà l'evento nel 2015. Il percorso verso l’Esposizione Universale che si terrà a Milano nel 2015 entra nel vivo. Definito e disegnato il Masterplan è ora necessario iniziare la progettazione preliminare di tutte le componenti del sito espositivo. Per questo Expo 2015 ha bisogno di competenze specialistiche in diversi ambiti dell’ingegneria e con diversi livelli di esperienza in modo tale da costituire un grande team di progettazione da inserire nell’attuale organizzazione della Direzione Infrastrutture e Costruzioni. Per le risorse più giovani Expo 2015 ha pubblicato un avviso di ricerca sia sul proprio sito internet (www.expo2015.org alla sezione “lavora con noi”), sia sul sito internet del Politecnico di Milano (www.careerservice.polimi.it). La ricerca è ad ampio raggio. L’obiettivo è individuare dieci neolaureati in ingegneria, al di sotto dei 30 anni di età, anche con esperienza, in ambiti diversi: idraulica, civile, edile, ambientale, energetica, strutturale, impiantistica, geotecnica, elettrica, meccanica e trasporti. Sarà offerta una sfida di sicuro interesse professionale in un contesto complesso, dinamico e innovativo, nonché un riconoscimento economico che premi le competenze e le eventuali esperienze acquisite e messe a disposizione della Società. Per le figure con più esperienza (almeno 710 anni), Expo 2015 Spa ricerca professionisti che diventino il punto di riferimento – dei veri know how leader per le rispettive aree di progettazione. In particolare la ricerca è orientata verso impiantisti meccanici, impiantisti elettrici, idraulici, strutturisti, ingegneri delle telecomunicazioni e trasportisti con specializzazione in logistica. Per proporre la propria candidatura potete scrivere direttamente a: [email protected] Se il profilo risulterà in linea con la ricerca verrete contattati direttamente dallo staff di Expo 2015 per approfondire le reciproche opportunità e aspettative, nonché il corretto ed equo riconoscimento economico. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri Milano, Green Race. Migliaia di atleti, runners e sportivi ma anche bambini, ragazzi, famiglie e anziani, si sono ritrovati tutti insieme per celebrare una giornata particolare dedicata al movimento, all’educazione e all’ecologia. A Milano, domenica 17 ottobre 2010, grande successo per la 4^ edizione di Green Race, l’evento di eco-running andato in scena al Parco delle Cave. La giornata di pioggia e cielo coperto non ha raffreddato l’entusiasmo dei molti appassionati della corsa tra parchi e cascine. Migliaia di atleti, runners e sportivi ma anche bambini, ragazzi, famiglie e anziani, si sono ritrovati tutti insieme per celebrare una giornata particolare dedicata al movimento, all’educazione e all’ecologia. L’evento, promosso da Fondazione Amsa per l’Ambiente e patrocinato da Regione Lombardia Sport, Comune e Provincia di Milano, come tradizione è stato unico per scenario di gara con i percorsi “street/country” (2km e 10km) tra laghetti, boschi, prati, antiche cascine e paesaggi naturali a pochi passi dal centro di Milano. La manifestazione è stata un'occasione di alto profilo sportivo, tecnico e agonistico (riservata ad atleti e appassionati), sia una festa/corsa/passeggiata,'a passo libero' aperta a tutti. Una nuova formula di gara 'street/country' che propone agli atleti e a tutti i partecipanti un originale e scenografico percorso 'misto' tra percorsi asfaltati, terra battuta e prato. Un tragitto concepito per valorizzare la I giornata umida e impegnativa. Pratica sportiva e rispetto per l’ambiente sono i criteri guida dell’ecorunning che anch’io pratico, condivido e desidero valorizzare”. “Per me era uno degli ultimi allenamenti prima della Maratona di New York - ha Un'occasione sportiva/agonistica (gara di 10 aggiunto Maurizio Lupi - con il Montecitorio Running Club domenica 7 km), ma anche di passo e divertimento novembre, saremo infatti negli USA per un (percorso di 2 km) che - adeguandosi al importantissimo progetto di sport e progetto e all'impostazione eco-running solidarietà”. possa essere soprattutto occasione “I parchi di Milano - ha commentato Alan educativa per tutti i partecipanti. Rizzi - hanno bisogno di iniziative sportive Atleti, sportivi, autorità e cittadini di ogni clamorose come quella di oggi. Green Race età al Parco delle Cave, tutti insieme per è l’evento più importante dell’anno di celebrare sport e ambiente. Questa occasione di “correre nella natura” questo genere, unico e originale come è stata condivisa anche da numerosi formula successo e partecipazione nel rappresentanti istituzionali che vi hanno panorama delle gare italiane e preso parte; in prima fila, il presidente di internazionali”. Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il La gara è stata vinta da Andrea Assanelli vicepresidente della camera dei deputati (33’26”) davanti a Fabio De Angeli (33’40”) Maurizio Lupi, gli assessori allo Sport di e Pasquale Razionale (36’02”). Prima donna al traguardo Mariastella Petter (39’25”) Provincia e Comune di Milano, Cristina davanti a Rosanna Volpe (40’54”) e Raffaella Stancari e Alan Rizzi con il direttore generale di Amsa, Salvatore Cappello. Preatoni (42’00”). “Sono molto soddisfatto - ha commentato Sul nastro di partenza di Green Race 2010, il presidente Roberto Formigoni - perché numerosi giovanissimi tra cui Jacopo (1 amo questa gara e questo parco, dove anno di età) con mamma, papà e l’82enne abitualmente mi alleno e dove oggi ho nonna Carmen. Una festa delle generazioni ottenuto il mio record personale sui 10km con Camillo Onesti, 84enne presidente con il tempo di 54’50’’. Ho abbassato di un della Stramilano che ha chiuso i 10km nel minuto e mezzo il mio record in una tempo di 65’51’’. ● straordinaria bellezza di questo parco cittadino, al cui interno si trovano grandi prati, boschi, laghi, argini e cascine storiche, con scorci e panorami ambientali unici per un campo di gara. Il Parco delle Cave: conoscerlo per apprezzarlo. l Parco delle Cave ha una storia particolare che tutti dovrebbero conoscere. Il desiderio del Comune di Milano, del Consiglio di Zona e di tutte le Associazioni è di fare di quest'area un luogo bello e gioioso che sia conosciuto, ammirato, rispettato e utilizzato da tutti i cittadini. 'Green Race' vuole essere una delle occasioni sportive e di festa durante l'anno per celebrare tutti insieme questa area verde della città. Il Parco delle Cave è un parco del Comune di Milano, nella zona ovest della città ; occupa un'area di circa 135 ettari ed è parte di un sistema di aree verdi pubbliche (Parco di Trenno, Boscoincittà , Parco delle Cave) collocate nella parte ovest di Milano, tra gli abitati di Baggio, Quarto Cagnino e Quinto Romano. L'estrazione di sabbia e ghiaia, iniziata negli anni '20, dà luogo alla formazione di quattro cave, attorno alle quali si trovano ampie aree agricole. Dopo la cessazione dell'attività estrattiva e della coltivazione, la zona viene abbandonata e negli anni '60 l'intero territorio diventa una discarica di materiali edili. L'idea di realizzare un parco nasce a metà degli anni '70 quando la zona, pesantemente degradata, diffondeva miasmi sugli abitati limitrofi; da qui l'idea del recupero con la realizzazione di un'area verde. I primi progetti sono dell'80; ad essi fanno seguito i primi interventi di sistemazione sulle aree pubbliche. Negli anni '90 il Parco delle Cave è stato oggetto di una significativa 'occupazione' da parte di spacciatori e consumatori di droga. Anche in risposta a tali problemi si è costituito il Comitato di Salvaguardia del Parco, formato da oltre venti associazioni già attive a livello locale. 46 visti per voi Nel 1997 l'Amministrazione Comunale dà in concessione le aree pubbliche ad Italia Nostra e finanzia attraverso un contributo annuale gli interventi finalizzati nel parco. Da quel momento il Comitato ha intrapreso diverse azioni per assicurare la fruibilità del Parco, per presidiare il territorio e per coinvolgere gli abitanti della zona. In particolare ha organizzato giornate di pulizia di piantumazione e di festa rivolte ai cittadini, alle scuole, alle altre associazioni e ai comitati di quartiere. ll risultato è stato la rinascita del Parco delle Cave come luogo di svago restituito alla città . Il 2 giugno 2002, una grande festa ha presentato il Parco ai milanesi consacrandolo come il grande polmone verde della città . Il parco dal 2010 è gestito dal Comune di Milano. Gli elementi essenziali che caratterizzano questo parco cittadino sono: - i boschi e gli arbusteti, che si sviluppano lungo l'alveo di antichi fontanili, nelle zone dei cantieri abbandonati delle vecchie cave e nelle nuove piantagioni in corso; - le acque dei laghi e dei corsi d'acqua in parte prosciugati ed in corso di recupero; - gli ampi spazi a tappeto erboso solcati da percorsi ciclabili e pedonali; - una zona agricola tuttora attiva con l'antica cascina 'Linterno'; - gli or ti urbani che dalla originaria condizione degradata vengono progressivamente trasformati in piccoli giardini. Il parco presenta grande interesse faunistico per la presenza ricca e varia di anfibi, rettili ed uccelli dovuta alla varietà degli ambienti che presentano spiccata naturalità . I laghi, lasciati dalle attività di escavazione con una superficie di ben 29 ettari complessivi, caratterizzano significativamente il paesaggio del parco che nelle acque ha un elemento di unicità rispetto agli altri parchi cittadini. ● Greenergy Expo. Greenergy Expo – Produrre energia risparmiando il Pianeta – è il grande salone dedicato alle energie rinnovabili, che tornato a Fieramilano Rho dal 17 al 19 ottobre, ha ripetuto il successo della prima edizione. Greenergy Expo ha registrato significativi aumenti in termini di espositori e di superficie espositiva; è cresciuta, in particolare, lʼarea dedicata al biogas e alla cogenerazione e anche grazie allʼaccordo siglato con Cogena-Associazione Italiana per la Cogenerazione, Greenergy Expo si avvia a diventare lʼappuntamento fieristico più importante in Italia per questo comparto. A completare il quadro delle energie rinnovabili, il solare fotovoltaico e termico cui è dedicato EnerSolar+, che si è svolto in contemporanea a Greenergy Expo, garantendo quindi forti sinergie e la presenza di un pubblico altamente qualificato. Accanto all'area espositiva, sono state organizzate conferenze, workshop e incontri dedicati ai settori merceologici della manifestazione e agli argomenti più attuali nel dibattito energetico e climatico mondiale, che hanno coinvolto i massimi esperti internazionali. Un'area per la mobilità sostenibile Dallo scooter ibrido alla supersportiva a emissioni zero, dalla bicicletta con pedalata assistita al mitico Ape Calessino tutto elettrico. A Greenergy Expo 2009/Enersolar+ unʼarea è dedicata alla mobilità del futuro. Tra i numerosi veicoli esposti - a due, quattro e anche a… tre ruote quello destinato a suscitare la maggiore attenzione è la Tesla Roadster, vera e propria supercar elettrica a emissioni zero. Realizzata dallʼamericana Tesla Motors, unisce alte prestazioni, design e tecnologia pulita, legando lʼidea di auto sportiva e di lusso a criteri di mobilità sostenibile. Tesla Roadster è divenuta famosa per avere tra i suoi finanziatori i fondatori di Google - Sergey Brin e Larry Page - e il coofondatore del sistema di pagamento PayPal, Elon Musk. Ma soprattutto è conosciutissima per essere la vettura di star del calibro di George Clooney, Arnold Schwarzenegger e Matt Damon. Sportiva a due posti, linea accattivante, Tesla Roadster è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in soli 3,9 secondi, utilizza batterie agli ioni di litio che consentono unʼautonomia di ben 400 chilometri e si ricarica in 3,5 ore. Per finire, in mostra anche una vettura da competizione… alternativa. Si tratta della Citroën C1 HDI che ha gareggiato questʼanno nel campionato del mondo FIA Alternative Energies Cup pilotata dallʼequipaggio Di Bella-Collovà, classificandosi al terzo posto assoluto. Affidata da Citroën Italia alla scuderia privata RaceBioConcept di Roma, la C1 è alimentata con carburante biodiesel B100 della Diester-Novaol. ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri SMAU. Primo bilancio del salone internazionale. Si è chiusa la 47esima edizione di Smau, Esposizione Internazionale di Information & Communications Technology. Nei due padiglioni di Fieramilanocity, durante la tre giorni del 20-22 ottobre è affluito un pubblico di oltre 51.000 tra decisori aziendali e professionisti ICT. U n'edizione 2010 che può essere a buon diritto definita quella del "rilancio". Fin dal convegno inaugurale si sono condivisi e rafforzati trasversalmente (dalla politica all'impresa fino alla pubblica amministrazione) alcuni punti chiave: è possibile un grande rilancio del Sistema-Paese. I casi di eccellenza in Italia sono tra i migliori al mondo, ma ancora troppo pochi e isolati. Occorre agevolare un cambiamento culturale che consenta un'adeguata consapevolezza di quanto l'industria delle tecnologie digitali è in grado di fare a supporto dell'innovazione reale delle nostre imprese. Lo hanno sottolineato, nel suo saluto da Roma, il Ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani e durante la giornata inaugurale il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, l'Amministratore Delegato di Fiera Milano Enrico Pazzali, i vertici di Cisco Italia, IBM, Microsoft, Olivetti, Oracle, SAP e della School of Management del Politecnico di Milano e non ultimo l'Amministratore Delegato di Smau Pierantonio Macola. Quest'ultimo partendo dai 19 casi di successo (Imprese e Pubbliche Amministrazioni) selezionati tra oltre 200 casi finalisti e insigniti del Premio Innovazione ICT sottolinea: "possiamo e dobbiamo ancora crescere. Da questi esempi di successo bisogna prendere spunto per innescare un cambiamento culturale, che coinvolga il mondo delle imprese, ma anche la classe politica e i fornitori di tecnologie. L’industria dell’ICT, con le sue formidabili evoluzioni - basti pensare al cloud computing, ai nuovi dispositivi portatili, all'evoluzione del web 2.0 - è in grado oggi più che mai di servire su un piatto d'argento tutta quell'innovazione indispensabile alle PMI 48 scopo di valutare l’attrattività e la competitività turistica della città. Il motivo che ha spinto il Comune a guardare alla Rete come a una risorsa per ottenere una LE CIFRE Smau con il suo format - non più semplice stima dell’immagine e della reputazione della città nel mondo e per mettere in atto vetrina di prodotti - ha visto svolgere 370 di conseguenza azioni volte a promuovere eventi formativi e informativi tra convegni, l’attività turistica, è il patrimonio di workshop indipendenti, laboratori e arene informazioni sull’orientamento del pubblico con la presenza di 600 relatori e oltre 26.000 partecipanti. Grande affluenza anche turistico presente sul Web, nei forum di discussione e nei social network. Il ai convegni di Comufficio che hanno affrontato l'IT nell'ambito dei settori Moda, Comune, attraverso le direzioni TurismoMarketing territoriale e Innovazione, in GDO, Edilizia, Hospitality e Ristorazione. collaborazione con il dipartimento di Insieme ai 51.000 visitatori complessivi di Elettronica e Sistemi Informativi del Smau 2010 sono cresciuti anche l'area Politecnico e la società CommStrategy, espositiva (+35%) e il numero degli espositori (600, +30%) col ritorno di alcuni specializzata nei media digitali, ha sviluppato grandi player del comparto e un parterre al un software che consente di analizzare le tracce lasciate dagli utenti durante la vertice dell'IT con Adobe, Canon, Cisco, navigazione in Internet, in particolare sui siti Dell, Epson, Fastweb, Fujitsu, Google del settore turistico (Lonely Planet) e sui Enterprise, Hp, Ibm, Intel, Intesa Sanpaolo, siti di Social Network (Twitter, Facebook), e Microsoft, Olivetti, Oracle, Samsung, Sap, di conoscere le opinioni espresse sulla loro Sony, Toshiba, Unicredit, Zucchetti e tanti esperienza della città. altri. Oltre 100 le novità di prodotto che L’analisi dei contenuti pubblicati sul Web rappresentano a tutti gli effetti le migliori permette anche di identificare gli soluzioni e novità dell'industria ICT: tra “influencer”, ovvero gli utenti di Internet queste il lancio del nuovo Adobe Acrobat che partecipano maggiormente a forum, X o il Windows Phone 7 di Microsoft. Da blog e social network con commenti in segnalare anche il 25° compleanno del grado di influenzare l’opinione dei lettori. Il primo notebook della storia, il T1000 software non limita le ricerche alle Toshiba presente a Smau in un percorso discussioni degli utenti italiani, ma analizza storico che arriva fino al nuovo Libretto anche quelle espresse in lingua inglese e W100, primo notebook al mondo dual spagnola, sviluppando screen. contemporaneamente analisi comparative con le conversazioni sulla Rete inerenti alle Premiato il Comune di Milano Alla manifestazione dedicata all'Information città di Londra e di Madrid. Con la possibilità, in futuro, di estendere il raggio & Communications Technology sarà anche ad altre città. In questo modo, il consegnato il riconoscimento Innovazione Enterprise 2.0 per l'utilizzo dei social media management del Comune può disporre, oltre che di informazioni relative alle nel settore turistico. iniziative di promozione del territorio Quest’anno il Comune di Milano riceverà allo Smau il premio Innovazione Enterprise intraprese dalle amministrazioni delle due capitali europee e alla visibilità sul web della 2.0 per aver utilizzato i social media allo per competere ad armi pari sul mercato globale". visti per voi città, anche di valori riguardanti la percezione globale di Milano, il suo posizionamento rispetto ad altre città europee e il livello di reputazione dei suoi servizi in Italia all’estero. L'attrattività di Milano è messa a confronto con quella di Londra, Berlino e Madrid su un insieme di parametri: arts&culture, fashion&shopping, life&entertainment, weather&environmental, ticket, events&sports, night&music, food&drink, services&transports. L’analisi delle informazioni presenti sul web ha portato anche un sensibile miglioramento nelle campagne marketing del Comune per promuovere il turismo e le iniziative sul territorio. Grazie ai giudizi dei visitatori ricavati dalla Rete, infatti, l’Amministrazione dispone ora di una mappa completa degli eventi e dei luoghi più apprezzati della città e di quelli che riscuotono minore successo, con la possibilità di indirizzare con maggiore precisione gli investimenti a beneficio dell’immagine internazionale di Milano. Formigoni allo Smau “Conosciamo tutti la crisi - ha detto Formigoni all'inaugurazione della 47esima edizione, aperta fino al 22 ottobre - non ne siamo ancora usciti e il nostro sistema economico ha subito una battuta d'arresto profonda. La crisi, tuttavia, ha segnato il trionfo, dal punto di vista concettuale, dell'innovazione. La ripresa è legata allo sviluppo dell'innovazione. Ciò a cui siamo di fronte è un aut aut: o si innova o si arretra”. Per questo, dal palco dello Smau, Formigoni ha ringraziato gli innovatori e rivolgendosi alle aziende che hanno vinto il premio innovazione ICT, poco prima di premiarle, ha affermato che “Regione Lombardia è impegnata al vostro fianco perché il nostro presente prema sull'acceleratore del futuro”. ● Milano&la moda. La capitale della moda ha cambiato look and feel. La moda è tra noi, accessibile e ‘usabile’. Q uesta volta la moda è nelle strade. Lʼevento principale di questo settore ha portato per sette giorni nella Capitale dellʼeleganza il meglio della moda mondiale. Sul sagrato del Duomo il regista Marco Balich ha portato in scena ʻMilano loves fashionʼ, uno show di danza, musica, teatro e, immancabile, una sfilata di moda. La musica è stata gestita dal formidabile duo Peter Kruder-Richard Dorfmeister, remixer che hanno collaborato, negli anni, con artisti come Madonna e Depeche Mode. Una vera e propria dichiarazione dʼamore: Milano Loves fashion. A festeggiare lʼapertura della settimana della moda in realtà ci sono stati tantissimi eventi in un intrico con una novità marcatamente innovativa: tra le gambe della gente. Nella città ridisegnata dal nuovo PGT e dai progetti per lʼExpo è parso un gesto significativo forte allestire passerelle un poʼ ovunque, dove la gente – ignara oppure attentissima al singolo evento – ha partecipato attivamente. Se Milano ama la Moda, la Moda certamente ama Milano. “Il mio obiettivo è di sostenere e promuovere il settore aprendo spazi, luoghi e opportunità per rendere la Moda democratica, senza comunque perderne gli elementi di stile e di fascino – racconta Giovanni Terzi – Con Costume National realizzeremo per la prima volta un evento open air che amplifichi il fascino delle sfilate, abbinando uno spettacolo in una cornice cittadina di notevole impatto emotivo aperto a tutti”. Una moda democratica e un progetto da condividere. “Sono orgoglioso di essere il primo a “portare in piazza” un nuovo modo di comunicare la moda e mi auguro di tracciare con questo evento un nuovo percorso. Aperto, dinamico e coinvolgente” commenta Ennio Capasa. “Come Fashion Designer e milanese dʼadozione ho sentito che era arrivato il momento di prendersi la responsabilità di inaugurare un nuovo modo di comunicare il mio lavoro, di parlare un linguaggio meno autoreferenziale. E oggi voglio condividere fino in fondo questi contenuti con Milano, la città che ho scelto come mia.” ● RIVISTA* dell’Ordine degli Ingegneri inediti per voi Giancarlo Spagnolini “L’Ingegnere” e il titolo di un giallo scritto dalla penna originale del promettente Giancarlo Spagnolini, ingegnere che ama raccontare la sua professione e il mistero delle cose. E ’ stato il mio capo per una decina d’anni a partire dal ’92, Giancarlo Spagnolini, alla testa di EVC Compounds Argenta. Sagace ed intelligente come pochi l’«Ingegnere», come da tutti fu chiamato, se la cavò benissimo, potendo contare su capacità professionali certamente non comuni. Seppe fare da trait d’union ideale fra l’Headquarter di Bruxelles ed il gruppo dirigente locale da cui ebbe sempre grande stima, e diventò, giorno dopo giorno e in un ambito di grande rispetto reciproco, più un amico che non un “superiore”. Aiutò ognuno di noi a raggiungere obiettivi non sempre facili e alla nostra portata, assecondando l’indole di ciascuno per ottenerne il meglio. Questo è il bel ricordo che ho del Giancarlo Spagnolini Presidente ed Amministratore Delegato.Ho sempre saputo naturalmente della sua passione per le lettere e della sua facilità nello scrivere, della grande proprietà che esibiva nel linguaggio e che coniugava ad una vena ironica assai gustosa, sempre H garbata Non avrei mai immaginato, semmai, che raggiunta la meritata pensione, avesse avuto, a sua volta, la passione, la voglia di rimettersi in gioco e ricominciare in sostanza da zero sia pure in un campo ove, forse da sempre, aveva i mezzi e il talento, avuti direttamente da madre natura.Ho avuto il privilegio di essere fra i primi lettori del suo romanzo. Devo dire che ne sono stato francamente impressionato, attratto dalla storia in sé, affascinato dallo stile davvero pregevole. Credo che piacerà ai suoi lettori «L’Ingegnere», anzi, ne sono sicuro. Invito tutti a leggerlo con interesse e curiosità. In bocca al lupo, di cuore, all’«Ingegnere» (a.v.). Giancarlo Spagnolini è ingegnere, ma la scelta del titolo non ha valore autobiografico, anche se il protagonista narrante in prima persona è proprio un ingegnere, alto dirigente di una grande azienda. Spagnolini è stato anche lui manager e amministratore delegato di multinazionali. Insomma, si tratta di una semplice coincidenza, provocata quasi certamente dalla pigrizia dell’autore nello scegliere l’identità e le caratteristiche del suo piccolo “eroe” curioso ma ancora ingenuo. E infatti il racconto nasce dal coinvolgimento dell’ “ingegnere” in una semplice pratica di assunzione di un suo vecchio amico e si sviluppa in un’imprevedibile storia criminale di droga, spionaggio, terrorismo, mafia, servizi segreti deviati, sensualità ed altre complicate situazioni. Continui colpi di scena, sullo sfondo della fine degli Anni Settanta, tratteggiano non solo un thriller, con inevitabili azioni rocambolesche (e una leggera sottesa ironia), ma anche una radiografia dell’Italia negli “anni di piombo”. E il supermanager Spagnolini, anni 73, andato in pensione, avendo un po’ di tempo libero per riflettere, non poteva fare meglio di così per il suo “dinamico” esordio nella letteratura italiana. a frequentato a Novara il Liceo Classico (facendo in quel periodo il giornalista, con tanto di tessera, e venendo ancor oggi ricordato, con benevola ironia, come “il primo della classe”). S’è laureato a 24 anni in Ingegneria Chimica al Poli di Milano. Ha lavorato con importanti consulenti (ALGA) nella riorganizzazione di aziende tessili nel Biellese e questo gli ha procurato una certa notorietà che gli ha consentito di assumere la dirigenza di un’azienda tessile a poco più di trent’anni. Ha poi cambiato azienda tre volte, occupandosi sempre di gestione, e in particolare di material management, viaggiando molto per il mondo, per conto di ditte importanti come la Bassetti di Milano e la Fila di Biella. Verso la fine degli anni 80 è passato al settore chimico-plastico, ha lavorato per 4 anni in una multinazionale a Bruxelles ed è tornato in Italia come Amministratore Delegato e Presidente di una società di questa multinazionale, con responsabilità di 6 stabilimenti, di cui uno in Svizzera. Questi ultimi anni di lavoro hanno prodotto risultati che lo hanno gratificato moltissimo, sul piano professionale ed umano. In pensione dal 2001, ha fatto un po’ di consulenza e poi si è dedicato alle sue passioni, viaggiare, “scrivere” (e qui arriviamo al romanzo di cui ci stiamo occupando) ….e fare il nonno. 50 P P