Leggi il numero di Gennaio
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Gennaio 2016 CECCATO NEWS SE LA TERRA MUORE? C'è chi sostiene che la colpa sia solo delle grandi industrie e chi invece riconosce che anche i nostri comportamenti quotidiani non sono sempre rispettosi dell'ambiente. La causa in realtà è di entrambe le parti e il risultato è un progressivo, lento ma costante innalzamento della temperatura. L'elevata tecnologia di cui ci stiamo circondando certamente non contribuisce: i consumi energetici sono spaventosi e giorno dopo giorno consumiamo le risorse del pianeta scordandoci che queste sono limitate. Eppure basterebbero anche piccoli gesti: non dimenticare luci accese o stand-by, spegnere i telefoni quando non ci servono realmente... E magari soprattutto cercare di ragionare nell'ottica che la Terra è la nostra casa e come tale va rispettata e curata. 1 IL LINGUAGGIO DEI GIOVANI Comunicare via SMS, per e-mail o chat è più popolare che mai. Nei messaggi di frequente non si dà importanza alle regole grammaticali o di ortografia. I ragazzi usano spesso il dialetto, esprimono le loro emozioni con le "emoticon" o abbreviano le parole. Il linguaggio dei giovani non è dunque più solo parlato, com'era in passato, ma con le nuove forme di comunicazione si è evoluto per diventare anche lingua scritta. La sfida per noi giovani consiste nell'adattare il linguaggio al contesto: nell'evitare, nei testi destinati alla scuola, l'uso di espressioni come "tranqui" o "ganzissimo", capire che con i propri genitori o con gli adulti non si parla come con gli amici e che per una presentazione a scuola si usa un registro diverso da quello delle chat. Nel tema a scuola ci si aspetta inoltre che si formulino frasi complete; in un SMS invece no. I giovani sono abbastanza abili nell'adattare il loro stile alle diverse situazioni di scrittura, com'è emerso da uno studio rappresentativo condotto dall'Università per le Scienze applicate di Zurigo nel 2010.E se la denuncia diffusa del decadimento della lingua dovesse, nonostante tutto, essere fondata, allora il linguaggio dei giovani non ne sarebbe la causa, bensì lo specchio dell'odierna società dei media e del contesto sociale. 2 SHAKESPEARE – L'ANNIVERSARIO Shakespeare sta per festeggiare i 450 anni dalla nascita, il prossimo 23 aprile. I preparativi fervono, con la Gran Bretagna in testa ad annunciare mostre, omaggi, tour. «Come con Dante, tutti sanno chi sia William Shakespeare. È un segno della potenza commerciale dell’inglese», dice Luigi Sampietro, anglista di lunga esperienza all’Università Statale di Milano: «Una volta c’era l’impero britannico, oggi è la lingua inglese l’elemento unificante e di predominio. Shakespeare è come il McDonald’s o la Coca-Cola: un tratto identitario. Proprio perché musica, tv, cinema se ne sono, nel tempo, appropriati, oggi chiunque parli inglese, in ogni parte del mondo e qualunque mestiere svolga, conosce Shakespeare». «C’è una capacità, in Shakespeare, di parlare d’amore, di soprusi, di vendette, di vita, che al suo confronto tutte le storie in circolazione appaiono piccine e ovvie», interviene il regista Giancarlo Sepe, da sempre affascinato dal repertorio shakesperiano. Insomma, da secoli Shakespeare è parte del nostro patrimonio letterario più prezioso, e quest' anno ci si propone di ricordarlo, come sempre si dovrebbe fare, in modo ancora più approfondito. 3 CHARLIE HEBDO- UN ANNO DOPO Parigi e la Francia intera commemorano il tragico anniversario del 7 gennaio , che ormai per tutti é ‘il giorno di Charlie’, già da una settimana. I primi sono stati i media con lunghi reportage e scritti che raccontano cosa è cambiato da quella data, come si vive dopo, cosa è rimasto. In realtà il ricordo è stato sempre lì e gli attentati del 13 novembre hanno solo dato una triste continuità ai fatti di gennaio. Intanto, da alcuni mesi, la redazione - che era stata ospitata per quasi un anno nei locali di 'Libération' - ha traslocato. La vita dei giornalisti che lavorano a Charlie Hebdo è profondamente cambiata: quegli attimi di terrore che hanno sconvolto la loro esistenza e quella della Francia sono stati ripercorsi in un lungo documentario trasmesso lunedì da France 2 dove i sopravvissuti raccontano le loro sensazioni. Come il giornalista Laurent Leger: "Ci capita di ridere quando lavoriamo. Ma c'è sempre qualcosa su di noi che pesa”. Questi eventi hanno profondamente cambiato il clima francese ed internazionale, influenzando soprattutto la libertà di espressione e pensieri, anche dei quotidiani. Ma lasciarsi mettere a tacere dalla paura è il primo passo per l'autodistruzione di un popolo... Noi ricordiamo. 4 GIORNATA DELLA MEMORIA “Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per un pezzo di pane Che muore per un sì o per un no.” Primo Levi “Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l'ordine, la pace e la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui forse saranno ancora attuabili.” Anna Frank Vogliamo lasciarvi su questa giornata solo questi due pensieri, a voi ogni riflessione... Al prossimo numero!! La redazione 5