inventarsi lo spazio
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Design e nuove tendenze INVENTARSI LO SPAZIO Multifunzionalità come stile di vita L di Pierluigi Bresolin a trasformazione dei monolocali per uso abitativo in locali “a misura d’uomo” è un tema ricorrente nel design perché richiede una progettazione molto accurata. Da quando l’edilizia ha ridotto fortemente le dimensioni degli appartamenti, la scelta e la corretta disposizione dei mobili diventa fondamentale nell’arredamento per cercare di superare i limiti imposti dalle piccole dimensioni degli ambienti domestici. I principali metodi da seguire per ottimizzare gli spazi di casa sono: a) l’uso di mobili pieghevoli o che si possano ridurre di dimensione; b) lo sfruttamento dell’intero volume occupato dai mobili, anche in altezza; c) la multifunzionalità degli arredi. 106 Inventarsi lo spazio Mobili salva-spazio cilmente un’isola per il gioco. Esistono, infine, alcuni mobili che svolgono contemporaneamente più funzioni: sofà che ospitano un letto d’emergenza; scalette che diventano uno sgabello; piccole cassettiere utilizzabili come tavolino da gioco; letti che, al loro interno, hanno un contenitore per la biancheria. Altre soluzioni di interior design, adeguate ai piccoli spazi, ricorrono agli elementi d’arredo modulari, come le scaffalature o le librerie componibili, da usare come piani d’appoggio e contenitori. L’architettura degli elementi modulari ha portato all’invenzione di vere e proprie pareti attrezzate, che consentono di conservare in modo sistematico tutto ciò che ci appartiene e usiamo nella vita quotidiana. Al loro interno si può inserire ogni tipo di attrezzatura mobile o di elettrodomestico e, di conseguenza, moltiplicare la funzionalità degli ambienti. Una grande risorsa per l’arredo delle piccole abitazioni è quella dei cosiddetti mobili salva-spazio, come i tavoli e i letti pieghevoli, che svolgono temporaneamente la loro funzione e sono poi riposti in un angolo dell’ambiente. Effettivamente, un tavolo da pranzo pieghevole è consigliabile non solo per gli ambienti molto piccoli ma anche nel caso si ricevano ospiti in casa solo saltuariamente. Quelli allungabili o a scomparsa sono l’ideale per non sottrarre spazio alla vita quotidiana. La stessa considerazione va fatta per le sedie: quelle che si ripiegano e si possono appendere lungo una parete possono diventare un originale elemento decorativo della casa. Mensole da parete e barre appendi-tutto sono utili per non sprecare lo spazio in altezza di qualsiasi stanza. Soluzioni diverse per sfruttare in altezza lo spazio sono proposte comunemente per la stanza dei bambini. Letti sopraelevati, al di sotto dei quali è ricavata la zona studio, con scrivania, librerie e cassetti, diventano fa- L’evoluzione delle pareti attrezzate La parete attrezzata è una delle soluzioni architettoniche più adottate e richieste nella ristrutturazione dei piccoli appartamenti, perché serve a dividere lo stesso ambiente in differenti zone e, inoltre, permette di contenere al suo interno tutto quello che viene utilizzato da chi abita lo spazio, a seconda delle sue diverse esigenze quotidiane. La cura con la quale va progettato questo elemento d’arredo porta ad una continua evoluzione del concetto stesso di parete attrezzata che, partendo dallo studio della funzione elementare di mobile-contenitore, arriva all’ideazione di strutture multifunzionali complesse. In questo settore del design, piuttosto vincolato alle specifiche esigenze della committenza, gli architetti hanno modo di esercitare a pieno la loro creatività per soddisfare le richieste personalizzate della clientela. Gli architetti Raanan Stern e Shany Tal hanno progettato uno studio multifunzionale di 20 metri quadrati per un artista di Tel Aviv. 107 n 74 anno 2015 Design e nuove tendenze La richiesta del committente era, in questo caso, molto singolare: collocare all’interno del piccolo studio una collezione di opere d’arte di proprietà dell’artista e della sua famiglia. Innanzi tutto è stato necessario classificare le opere per genere e corrente artistica, misurare ciascuno dei pezzi della collezione e ordinarli in base alle loro dimensioni. Dopo aver applicato questi criteri di selezione, tutto il materiale è stato suddiviso in quattro sezioni ed è stata progettata una parete attrezzata che riesce a contenere tutte le opere. In una parete sono stati creati 36 scomparti che, oltre alle opere della collezione, contengono gli strumenti e i materiali da lavoro dell’artista. Su un altro lato del monolocale sono state inserite a parete delle scaffalature, alcuni cassetti ed un letto a ribalta, per consentire di utilizzare lo spazio anche per il riposo. Il letto è nascosto da un pannello scorrevole, sul quale è possibile esporre eventualmente disegni o altro materiale utilizzato dall’artista. L’arredo è completato da due scrivanie, che consentono al proprietario dello studio di lavorare solo o, all’occorrenza, con altri colleghi. Tutte le armadiature e la pavimentazione sono state realizzate in legno di betulla, di colore chiaro, con una finitura naturale. Un altro studio di architetti, lo Studio_01, fondato da Alex Knezo (nato nel 1987 ad Atlanta, Georgia, USA) e Akinori Hamada (nato nel 1984 a Toyama, Giappone), ha creato un sistema innovativo per l’arredo multifunzionale di monolocale, che può essere utilizzato anche per la riorganizzazione degli spazi di un qualsiasi appartamento. L’ideazione della Barcode (lett. “codice a barre”), una stanza di 20 mq che contiene tutte le funzioni di un’abitazione, è nata nel 2012, in occasione della partecipazione ad un concorso sponsorizzato da una società immobiliare giapponese. 108 Inventarsi lo spazio I due designer dello Studio_01, che lavorano sia a Tokyo che a Toyama, hanno elaborato una progettazione globale di un monolocale delle dimensioni di m 5 x 4, che spazia dagli arredi all’illuminazione, integrando elementi estetici tipicamente giapponesi con forme e materiali contemporanei. Il progetto è stato presentato dalla televisione giapponese durante la Tokyo Designer Week, presso lo stand Able, e si è aggiudicato il primo premio del concorso, grazie alla libera votazione del pubblico e al giudizio di una giuria di esperti presieduta da Sou Fujimoto. L’utilizzazione del monolocale ha uno stile individuale e personalizzato, proprio come ogni oggetto esposto nei negozi ha il suo codice a barre. La barcode è concepita come una parete mobile, montata su ruote, che scorre lungo il lato maggiore della stanza, permettendo a chi risiede nel monolocale di modificare le dimensioni dell’ambiente utilizzato e di mutare lo spazio domestico a seconda del suo uso. Le pareti sono costruite in legno e ne sono state previste quattro, di m 2,40 di altezza, con la combinazione di 12 tipi di componenti diversi, come il tavolo, il letto e le sedie pieghevoli, le scaffalature e gli armadi. Tutti gli elementi funzionali, come i contenitori e i vari oggetti mobili, sono posizionati all’interno delle pareti scorrevoli. Ogni parete attrezzata, a seconda del suo posizionamento nella stanza, consente di modificare lo spazio in funzione delle esigenze del suo abitante. I componenti mobili vengono estratti dalle pareti solo quando servono, e da entrambi i lati delle pareti, di conseguenza, si aprono delle finestre che creano l’illusione di un ampliamento, ovvero una dilatazione dello spazio. Attraverso il movimento delle pareti e la combinazione dei vari componenti inseriti all’interno delle barre o portali scorrevoli, il monolocale si trasforma: si può creare l’ambiente living, dove accogliere ospiti e amici, la cucina, la zona pranzo o la stanza da letto. Le diverse combinazioni degli elementi d’arredo permettono di ricreare continuamente l’unità d’abitazione. Il progetto consente, inoltre, lo sviluppo delle barre attrezzate, che potranno essere modificate dai clienti, seguendo l’evolversi delle esigenze e dei desideri personali. Il sistema delle pareti-mobili, montate su ruote ed ancorate ad una guida a soffitto, è molto versatile: può essere installato tanto in monolocali nuovi che in appartamenti esistenti. L’ambiente del monolocale acquista una qualità dinamica, grazie alla connettività ed alla variabilità delle dimensioni dello spazio, virtualmente allargato anche mediante la continuità del pavimento in legno. Modificare liberamente le dimensioni degli spazi all’interno delle mura domestiche diventa molto più facile, poiché i componenti delle pareti attrezzate possono essere personalizzati, a seconda delle dimensioni e della posizione delle pareti stesse. Qualunque appartamento potrebbe essere ridefinito in questo modo ed ogni locale potrebbe essere abbinato a differenti contesti (living, lavoro o tempo libero). Il sistema delle pareti-mobili, attraverso lo sviluppo di una più ampia varietà di componenti, potrebbe essere dunque utilizzato non solo nelle abitazioni ma in una vasta gamma di ambienti diversi, come uffici, negozi, ristoranti, ecc. 109 n 74 anno 2015 Design e nuove tendenze L’idea di consentire, in pochi secondi, un completo riadattamento degli spazi domestici a seconda delle esigenze specifiche, e di permettere una grande varietà di combinazioni d’uso dello stesso spazio, è stata realizzata anche dallo studio spagnolo PKMN Architectures, con il progetto chiamato All I Own House. Lo studio, che ha sede a Madrid, si è dedicato nel 2014 alla progettazione dell’interno di una casa-studio per l’architetto Yolanda R. Pila, fondatrice di ERREPILA (Design Studio for enterprising and courageous people). Il piccolo appartamento, che in precedenza apparteneva alla nonna della cliente, è situato al piano terra di un complesso residenziale nella parte nord di Madrid. Per massimizzare la funzionalità dello spazio ristretto, tutto l’arredo della casa è organizzato all’interno di tre pareti-contenitori di legno, mobili e trasformabili. Le pareti sono infatti montate su ruote e scorrono su tutta la lunghezza della casa mediante due binari posti a soffitto. Gli ambienti della cucina e del bagno si trovano agli angoli opposti della grande camera. Tra essi, le tre pareti-contenitore possono essere separate o raggruppate in funzione delle necessità, permettendo di adattare la casa alle varie situazioni. La prima delle tre unità contiene il tavolo da lavoro a scomparsa e una scaffalatura su un lato, mentre dall’altro lato è stata inserita una grande lavagna circolare sulla quale l’architetto può mostrare ai clienti i suoi schizzi e le sue idee progettuali. La seconda unità contiene scaffali per i libri e un letto pieghevole. L’ultima unità fornisce ulteriori armadiature e mensole, che formano un utile spogliatoio sul lato opposto al bagno. Il doppio disegno del pavimento in legno, a listoni e a motivi geometrici, separa la zona di scorrimento delle pareti attrezzate da quella libera del living. Tutte le pareti sono realizzate in Oriented Strand Board (OSB), un truciolare composto da strati compressi di scaglie di legno, molto solido e resistente, che è stato scelto anche perché il più economico a disposizione. Durante l’arco della giornata la casa muta continuamente (le scaffalature possono infatti rivelare o nascondere i diversi mobili), e l’ambiente diventa l’estensione dei suoi abitanti. Molto diversa è stata la richiesta della committenza dello studio di architettura Spaceflavor, fondato da Toshi Kasai e Annette Jannotta con sede nell’area della baia di San Francisco. Con oltre 15 anni di esperienza nella progettazione di alto profilo negli Stati Uniti e all’estero, i due interior designer si sono specializzati nelle ristrutturazioni di appartamenti e locali commerciali. La loro progettazione integra i requisiti funzionali ed estetici del design con i principi del Feng Shui, con una maggiore attenzione all’influenza che l’ambiente esercita sulla salute e il benessere delle persone. Su commissione di un rinomato professionista del Feng Shui, il professore Liu Ming, lo studio ha progettato Cube, un’unità abitativa che ospita al suo interno un’area meditazione, un letto e uno spazio di lavoro, collocata all’interno di un grande capannone industriale ad Oakland. All’interno di 110 Inventarsi lo spazio questo spazio di 1.100 mq si tengono i corsi di Feng Shui tenuti dal signor Ming, il quale ha bisogno di organizzare le attività dei suoi numerosi allievi, con scrivanie, armadi ed altri mobili. Nello stesso spazio, però, sebbene sia troppo vasto e dispersivo per una sola persona, il professore voleva anche potersi ritagliare un luogo privato. Per conciliare le diverse esigenze d’uso dello spazio, ci voleva una soluzione di design non convenzionale. La struttura progettata dallo studio Spaceflover consente di armonizzare la vita privata e professionale del committente, mediante un’unità mobile e compatta che può essere continuamente ricollocata all’interno del grande spazio della scuola. Sulla base dei principi del Feng Shui, le attività essenziali del signor Ming sono state distinte secondo lo Yin (la sfera del privato) e lo Yang (l’aspetto pubblico) e sono state accorpate in una forma unica: un cubo di 2 mc, che racchiude in sé le funzioni di studio, riposo e meditazione del cliente. L’unità abitativa è stata concepita per essere facilmente spostabile in ogni luogo del vasto capannone e la sua progettazione, semplice, funzionale e modernista, risponde ai requisiti zen richiesti dal committente. Il cubo è montato su ruote e può essere spostato e ricollocato liberamente nel loft industriale, garantendo sia la privacy del suo ospite, sia il riequilibrio dei principi Yin e Yang, per mezzo del giusto orientamento della struttura secondo le variazioni del calendario lunare cinese. Il cubo è stato realizzato con una struttura in acciaio ed elementi di compensato prefabbricati ed assemblati in loco in 48 ore. Alcune tende a rullo, traslucide e regolabili, permettono il controllo della privacy quando vengono aperte le aree dello studio e del letto, agli angoli opposti sul piano inferiore del cubo, creando un senso di movimento che attiva il flusso degli elementi Yang e Yin. I pannelli di compensato che chiudono parzialmente i lati del cubo sono stati accuratamente selezionati per le loro venature naturali e sono stati assemblati in modo da valorizzare l’aspetto naturale del legno e cercare di imitare certi dipinti a inchiostro di paesaggi cinesi. Grazie ai pannelli, resta nascosto l’accesso alla scala contenitore che porta al piano superiore dove si svolge la cerimonia del tè. Uno schermo in acrilico opaco permette alla luce solare di filtrare attraverso la struttura del cubo e, con la luce notturna, lo illumina come una lanterna. 111 n 74 anno 2015