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AGR - 2 P
Trichinellosi (trichinosi)
docente Patrizia Cattaneo)
Bibliografia:
www.dpd.cdc.gov per il ciclo del parassita e figure
www.cdc.gov : entrare in MMWR, poi MMWR search per episodi di infezioni
Malattia parassitaria causata dal consumo di carni infestate da larve di nematodi del genere Trichinella che
ci incistano nel tessuto muscolare. Per esposizione all'ambiente acido gastrico e alla pepsina, le larve sono
liberate dalle cisti e invadono la mucosa dell'intestino tenue dove si sviluppano in vermi adulti (le femmine
sono lunghe 2,2 mm ed i maschi 1,2 mm). La durata della vita è di 4 settimane. Dopo una settimana le
femmine liberano larve che migrano per via ematica ai muscoli striati dove ci incistano (con l'eccezione di T.
pseudospiralis). L'incistamento si completa entro le 5 settimane e le larve incitate possono restare vitali per
anni. L'ingerimento di cisti con larve vitali perpetua il ciclo. I ratti ed i roditori sono i principali responsabili del
mantenimento dell'endemicità dell'infestazione, ma anche altri animali carnivori ed onnivori (suini ed altri
animali selvatici) sono coinvolti per consumo di carni infestate o di roditori. Differenti animali ospiti sono
coinvolti nel ciclo vitale delle diverse specie di Trichinella.
La domesticazione degli animali avrebbe fornito alle trichinelle ulteriori possibilità di sopravvivenza e di
diffusione, in particolare a T. spiralis, l’unica specie in grado di riprodursi con successo nel ratto e nel suino.
Si riconoscono quindi un ciclo domestico, coinvolgente animali d’allevamento, cani gatti, ratti ed un ciclo
silvestre coinvolgente carnivori ed onnivori selvatici.
L'uomo si infesta accidentalmente per consumo di carni crude o poco cotte o mal trasformate di animali di
tutti e due i cicli, talvolta anche per consumo di cibi contaminati da carni infestate.
Sintomi nell'uomo:
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Compaiono da 1 a 43 gg dall'ingestione (in media dopo 10 gg).
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Gravità secondo numero, specie, ceppo: con 500 e più individui si ha la morte.
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Con poche larve sintomatologia sub-clinica, non specifica.
Decorso clinico:
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Fase intestinale o dell'invasione dell'intestino: nausea, vomito, diarrea, dolori addominali.
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Fase dell'invasione muscolare (in genere dopo una settimana dall'infestazione): mialgia, febbre,
edema periorbitale e al viso, congiuntiviti, esantemi maculari, eosinofilia, rigidità dei muscoli del
collo, disfagia, dispnea, astenia.
Occasionalmente manifestazioni gravi: miocarditi, coinvolgimento SNC, polmoniti.
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Fase di convalescenza, consegue all'incapsulamento, sintomi attenuati, miocardite, ipereosinofilia.
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Classificazione provvisoria di Trichinella
T. spiralis: causa principale di infestione umana, con ciclo suino-uomo, a forte recettività di ratto, cane, gatto.
Esiste un ceppo artico più resistente al freddo.
T. nelsoni: segnalata in Africa ed Europa a sud del 47° parallelo (Bulgaria, Italia, Svizzera, URSS). Ciclo
silvestre legato, in Europa, soprattutto alla volpe.
T. nativa: segnalata in Canada e in regioni sovietiche a nord del 38° latitudine nord.
Ciclo silvestre legato a volpi polari, orsi e altri animali. Resiste al congelamento.
T. pseudospiralis: non forma cisti nella muscolatura degli animali infestati. Non segnalata nell'uomo, trovata
in mammiferi selvatici e uccelli dell'Europa orientale e dell'Asia.
T. britovi: volpe e mammiferi Europa e Asia occidentale.
Epidemiologia
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Prima: trichinellosi nell'ambiente urbano legata al solo consumo di carni suine poco cotte e al ratto
come serbatoio.
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Ora: l'allevamento moderno del suino e la profilassi con l'esame obbligatorio trichinoscopico hanno
ridotto di molto questa fonte.
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Ora la fonte più importante è costituita dalla carne di cavallo e di animali selvatici
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Negli USA: la fonte principale di Trichinellosi umana è sempre la carne di maiale.
I casi sono diminuiti perché la legislazione ora proibisce l'uso di scarti alimentari carnei crudi ai suini,
per la diffusione del congelamento industriale e casalingo della carne suina, per la migliorata
informazione dei consumatori sul rischio da consumo di carni suine crude o poco cotte .
Attualmente si registrano casi dovuti a selvaggina.
Epidemiologia in Italia da consumo di carne suina
1917-1958 (prima dell'introduzione dell'esame trichinoscopico obbligatorio per la carne suina O.M.
30.10.1958): 9 epidemie, 349 colpiti, 22 decessi.
Dal 1958:
4 segnalazioni nel suino domestico e 2 in suino allevato allo stato brado.
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Legislazione
Le trichine devono essere ricercate sistematicamente in tutti i suini ed equini ai sensi del D.Lvo 18.4.1992, n.
286, all.1, cap. VIII.
Lo stesso decreto stabilisce che l'impianto di macellazione deve essere dotato di laboratorio di analisi per la
ricerca delle trichine, ricerca che deve essere eseguita con metodica prevista dal DPR 17.5.1988 n.192.
Le carni con presenza di trichina sono escluse dal consumo umano.
Le carni di origine suina e equina che non sono state sottoposte alla ricerca delle trichinelle possono essere
ammesse al consumo condizionato se sono sottoposte al trattamento mediante freddo.
Inoltre:
Trattamento dei rifiuti alimentari (O.M. 10.5.78)
Obbligo della denuncia delle zoonosi (art.5 Regolamento di Polizia Veterinaria, n. 320, 1954).
Metodi diagnostici sull'animale
Al macello: esame trichinoscopico preceduto da digestione enzimatica con pepsina di porzioni muscolari
prive di tendini. L'attrezzatura è in grado di digerire 35 g (7 campioni pari a 7 animali diversi di 5 g l'uno). Il
materiale è filtrato con una membrana, che trattiene le eventuali trichine, e che viene esaminata con
stereomicroscopio ad almeno 40 ingrandimenti. In caso di positività si procede all'identificazione del capo
positivo, ripetendo singolarmente (35 g) la procedura.
Metodi sierologici:
più sensibili e più veloci (250 campioni/ora), ma talvolta gli anticorpi circolanti non sono evidenziabili fino a 6
settimane, meno attuabili nella pratica.
Metodi diagnosi sull'uomo: vedi bibliografia.
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Effetto dei trattamenti di conservazione e preparazione delle carni sulla vitalità delle larve di T. spiralis
USA: presenza di suini infestati ⇒ importanti i trattamenti
Italia: la profilassi è efficace
Congelamento
Secondo lo spessore della carne:
per spessori inferiori a 15,2 cm :
a -28,8°C bastano 6 gg
a - 15°C occorrono 20 gg
Secondo la specie:
T. spiralis è inattivata a -15°C in 20 gg,
tuttavia il ceppo artico (carne di orso polare) ha resistito a -18°C per 81 gg
Cottura:
sicuro il trattamento a 77°C a cuore
Altri metodi di cottura dimostratisi talvolta insufficienti:
arrostimento su fuoco aperto,
frittura,
cottura al microonde (deve essere raggiunta la temp. di 77°C in tutti i punti)
Salatura:
salami: perdita di infestività dopo 6-14 gg con aw 0,949 -0,931.
Prosciutto crudo: morte delle trichine tra 11° e 57° giorno con aw 0,922 -0,904
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