agenda - Kore Edizioni
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MENSILE Emilia-Romagna Novembre 2008- n. 17 CURIOSITÀ E TENDENZE PER CONOSCERE LA REGIONE AZIENDE PASTIFICIO ANDALINI FOCUS ENERGIE ALTERNATIVE MODA STUDIOTRENDITALIA ANDREA CONDELLO Fondatore e amministratore unico di Mind Consulting, società di consulenza e formazione Imprenditori & Aziende LA FORMAZIONE È LA MARCIA IN PIÙ POLITICA UBALDO SALOMONI 1€ PACCHETTO "TOTAL FIT" (fitness+pilates+corpo libero+ginnastica posturale+sala pesi) a partire da 1 mese a 75,00 € e fino a 10 mesi a 490,00 € Sommario Novembre 9 Editoriale Studio Baglieri-Comastri 10 Spese alberghiere e di ristorazione. Piatti tradizionali bolognesi Giardino estivo - Sempre aperti Via Vighi, 33 - Bologna Tel. 051.566401 Le istruzioni per la detraibilità “quasi” totale PACCHETTO "BREAK" (corsi fitness e pilates, pausa pranzo 5 volte a settimana) 45,00 € il mensile 120,00 € 3 mesi Antiquariato LABORATORI DI TEATRO (anche per danzatori) DANZA E MUSICA (22-23 novembre e 13-14 dicembre) CORSO PROPEDEUTICO DI SHIATZU (8-9 novembre 2008) Fitness Pilates Posturale Sala Pesi Personal Trainer Tai Ji Yoga Danza per adulti Danza per bambini Infant Massage Danza Orientale Salsa Cubana Tango Balli di gruppo 12 I Gemelli da Polso: grandi protagonisti e cenni storici In copertina 14 Il valore aggiunto delle persone Moda 20 Riconoscere il segno creativo Politica 24 Ubaldo Salomoni. Guardiamo al mondo cattolico Ambienti climatizzati Danza Fitness & Wellness CORSI DI DANZA PER TUTTE LE ETÀ WELLNESS & FITNESS (Protocolli personalizzati) Dal lunedì al venerdì ore 10-22 Sabato dalle 10 alle 17 PALESTRA BODY MOVING Via Cherubini, 10 - 40141 Bologna tel.051.4830246 Fax 051.4839987 www.bodymoving.it [email protected] Imprenditori 30 Leonardo Spadoni. Tutta farina del mio sacco PAPER LAND one thing leads to another... ... di carta Focus energie rinnovabili 36 L’ambiente va aiutato con energia 39 La forza energica del vento 40 Obiettivo: rinnovare le energie 44 Spiegare il risparmio energetico Web 46 L’Emilia-Romagna in un click LIQUIDAZIONE TOTALE ABBIGLIAMENTO e INTIMO Emporio Armani Just Cavalli - Roberto Cavalli Gianfranco Ferré Guess - Denny Rose Playboy Phisical Di notte 50 Parma by night 52 Brevi dalla Regione Via Massarenti, 202 - 40138 Bologna Tel. 051.342019 - www.intimointe.191.it chiuso giovedì pomeriggio Provincia 55 Ricca di storia e cultura 59 In nome della tradizione 62 Da visitare al cento per cento 67 A tavola col principe 70 Ecco di che pasta siamo fatti 74 Carnet eventi Stile libero 82 Free’n’ Joy. Professionisti per gli eventi 84 Agenda via della costituzione, 11 40033 casalecchio di reno - bologna tel. +39 338 9951938 [email protected] www.millefiorifotografia.it www.myspace.com/millefiorifotografia skype:mille971 Dott. Giovanni Coan Medico Chirurgo Medicina Generale CHIUSO LA DOMENICA Kinesiologia - Ipnosi Clinica Tel. e Fax 051.6771840 Cell. 328.3785449 email: [email protected] Via A. Moro, 5 40036 Monzuno (Bo) MENSILE Emilia Romagna Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale di Bologna al numero 7739 del 1 marzo 2007 Direttore Editoriale Maurizio Costanzo Direttore Responsabile Cristiana Zappoli [email protected] KOrE Collaboratori Giulia Adamo, Alessio Aymone, Biagio Costanzo, Azzurra D’Agostino, Andrea Giuliani, Simona Marcosignori, Rossella Regina, Valeria Tancredi, Caterina Tonon, Cecilia Zanasi, Marco Zappia Realizzazione grafica Laura Lebro [email protected] Direttore Commerciale Roberto Sanna Stampa Cantelli Rotoweb Via Saliceto, 22/e/f - 40013 Castel Maggiore (Bo) Tel. 051.700606 - www.cantelli.net KOrE E D I Z I O N I Via Paolo Costa, 28c - 40125 Bologna Redazione 051.5875433 Studio grafico e fax 051.5875795 www.koreedizioni.it - [email protected] Via della Zecca, 2h - 40121 Bologna Tel. 051.235536 - Tel./Fax 051.220445 www.ristoranterodrigo.com [email protected] PROGETTO PATENTE Corsi personalizzati cat. A, B, C, D, E C.A.P. - C.Q.C. Recupero punti Pratiche auto Progetto patente nautica entro le 12 miglia Corsi serali e fine settimanali BOLOGNA Piazza VIII Agosto, 1 Tel. 051. 246471 Fax 051.4210220 CASTEL MAGGIORE (BO) Via Gramsci, 104 Tel. e Fax 051.712123 www.autoscuolatugnoli.it EDITORIALE Costumi di provincia L 4 3 2 1 Pubblicizzati in 4 centri commerciali a soli 150 euro al mese! 1 - Conad Superstore Via Emilia Levante, 6 2 - Conad Viale Silvani Viale Silvani, 3/7 3 - Conad Centro Commerciale Vittoria Via Speranza, 52 4 - Conad Centro Commerciale Casteldebole Via De Nicola, 1 di Rizzi Eros & C. Riparazione - Vendita - Accessori - Cicli e MTB Rivenditore: Bianchi - Olmo - Guerciotti Bici da corsa computerizzata su misura Chiuso giovedì mattina Via Saffi, 60 a/b 40134 Bologna Tel. 051.522223 8 SpotCity Via G.F. Barbieri, 109 40129 Bologna Tel. 051.4072655 Fax 051.5884136 www.spotcity.it [email protected] a vita di provincia, verrebbe da dire, o si ama o si odia. Da scrittori, poeti, sceneggiatori, registi è stata molto amata o molto odiata, ma comunque è da sempre l’ambientazione prediletta da tutti loro. Intendo la Provincia con la P maiuscola, non una provincia specifica. Che sia italiana o inglese o francese o americana non ha importanza. Sembra che tutte le Province del mondo abbiano qualcosa che le accomuna. Sembra che in qualche modo offrano alla fantasia degli artisti emozioni, ambienti, atmosfere similari. Come se il modo in cui le persone affrontano la vita, i sentimenti, la quotidianità lontano dalle grandi città, sia più intenso. L’impressione è che questo paesaggio umano che emerge dalle pagine dei libri e dagli schermi cinematografici risulti più reale rispetto ad altri paesaggi, sia in negativo che in positivo: più reali gli amori, la fatica, le ipocrisie, le invidie. Spesso, nella storia della letteratura, la provincia sembra straripare dai confini topografici, per diventare uno spazio che ingloba il resto della nazione in cui si trova. La vita di questa realtà diventa una metonimia per la vita nel resto della nazione. La domanda è: al giorno d’oggi, una “dimensione provinciale” permette di vivere più intensamente la quotidianità, i rapporti con gli altri, il mondo che ci circonda, di vivere noi stessi in maniera più profonda e più semplice? E ancora: alla luce degli ultimi fatti di cronaca nera che hanno coinvolto luoghi defilati e insospettabili, ha senso parlare di qualità di vita differente in città rispetto che in provincia? Io credo di sì. O per lo meno, mi spiego in questo modo l’aumento vertiginoso delle persone che si allontanano dalla città in cerca di altro, di qualcosa di più vantaggioso da un punto di vista economico ma anche umano. E poi c’è il capitolo “tradizioni”: sono le province gli ultimi baluardi delle tradizioni nel mondo e le nostre, quelle emiliano - romagnole per intenderci, non fanno eccezione. Un esempio su tutti: il dialetto, quell’idioma che Tonino Guerra definisce una ”fonte d’acqua pura che va salvaguardata”. Nelle province emiliane e in quelle romagnole la gente parla ancora in dialetto (e non solo le persone più attempate) ma in città? Sarebbe un errore, poi, pensare che, di contro, la provincia resti ferma, non conosca lo sviluppo. L’economia si muove (nei limiti permessi dal momento storico che stiamo vivendo), tanto è vero che molti imprenditori nostrani, piccoli e grandi, credono che questo sia un terreno fertile che offre grandi prospettive. Da questo numero di Mensile dunque, per la prima volta distribuito in tutta l’EmiliaRomagna, abbiamo deciso di dare ampio spazio alle realtà delle nostre province, da tutti i punti di vista: economia, imprenditoria, cultura, turismo, sport, e chi più ne ha più ne metta. Siamo sicuri che scopriremo cose molto interessanti sui nostri “costumi di provincia”… Cristiana Zappoli ME Studio Baglieri - Comastri / i consigli dei professionisti Spese alberghiere e di ristorazione. Le istruzioni per la detraibilità “quasi” totale di Gabriella Baglieri Le novità introdotte dalla “manovra estiva” in merito alle prestazione alberghiere ed alle spese di ristorazione, prevedono le seguenti tempistiche: - 1°settembre 2008: l’IVA è detraibile al 100% (con le eccezioni indicate di seguito) - 1°gennaio 2009: detraibilità del costo ai fini delle imposte sul reddito, limitatamente al 75% LE MODIFICHE ALLA DISCIPLINA IVA La modifica all’art. 19-bis del DPR 633/72, non comporta automaticamente la possibilità di detrarre l’imposta senza condizioni, ma determina la necessità di verificare volta per volta l’inerenza della prestazione all’attività esercitata. È prevista comunque l’indetraibilità IVA per le spese considerate spese di rappresentanza. - Il presupposto oggettivo: l’inerenza In linea generale, il problema dell’inerenza non dovrebbe sussistere in relazione alle spese sostenute dell’imprenditore o dal professionista, anche nell’ambito delle missioni e delle trasferte dei dipendenti e collaboratori. Tuttavia, l’amministrazione finanziaria, potrebbe contestare l’integrale detraibilità quando oltre ai servizi alberghieri o di ristora10 zione “normali” sono addebitati servizi accessori con caratteristiche superiori al normale, cosiddetti “suntuari”. In tal caso, per non incorrere in contestazioni, sarebbe necessario individuare l’imposta effettivamente detraibile, quella cioè relativa alle prestazioni considerate inerenti. - Le prestazioni qualificabili come spese di rappresentanza L’Agenzia delle Entrate con la circolare n.53/E ha confermato l’indetraibilità dell’imposta addebitata in relazione a prestazioni alberghiere e di ristorazione qualificabili come spese di rappresentanza ai fini delle imposte sul reddito. L’art.19-bis 1 lett.h), stabilisce che: “Non è ammessa in detrazione l’imposta relativa alle spese di rappresentanza, come definite ai fini delle imposte sul reddito, tranne quelle sostenute per l’acquisto di beni di costo unitario non superiore a € 25,82”. Il riferimento alle imposte sul Studio Legale Commerciale Baglieri-Comastri Via Masi, 21 - 40137 Bologna Tel. 051.6360230 Fax 051.4291580 reddito, tuttavia appare superato dall’affermazione contenuta nella circolare, quando afferma che la prestazione qualificata come spesa di rappresentanza determinerà tout court l’indetraibilità dell’Iva, a prescindere dal fatto che sia considerata deducibile o meno ai fini delle imposte dirette. Ipotizzando quindi il caso in cui i soggetti che usufruiscono della prestazione siano da un lato un dipendente in trasferta, dall’altro un ospite (es.: cliente), la prestazione sarà considerata solo in parte inerente con Iva detraibile, (la spesa sostenuta per il dipendente), per la parte rimanente, non inerente e quindi indetraibile, perché la prestazione viene qualificata come spesa di rappresentanza. - Le prestazioni di servizi di mensa e di servizi sostitutivi – Spese sostenute per dipendenti o collaboratori La nuova disposizione riguarda anche la detraibilità dell’IVA connessa con il servizio “sostitutivo” della mensa aziendale fornito da pubblici esercizi, nonché con l’acquisto di buoni pasto o ticket restaurant da parte del datore di lavoro. Le modifiche alla disciplina Iva necessitano ulteriori chiarimenti in relazione ai costi sostenuti da parte dell’impresa per i pasti dei dipendenti. In tal caso l’Agen- zia delle Entrate ha chiarito che, ove il soggetto beneficiario della prestazione sia diverso dal committente del servizio, come avviene ad esempio nel caso della trasferta del dipendente, la fattura deve essere intestata non soltanto al committente del servizio, ma anche al soggetto che ha effettivamente fruito del servizio, quindi con una duplice intestazione: denominazione e sede legale dell’azienda e nominato del dipendente e del suo domicilio. Tale interpretazione restrittiva ed articolata, sarà probabilmente modificata dalla stessa Agenzia, con una prossima circolare di imminente emanazione, ritenendo corretta l’intestazione della fattura al solo committente del servizio e l’indicazione dell’effettivo fruitore della prestazione nel corpo della fattura o in un documento ad essa allegato. - Adempimenti amministrativi: registrazione della fattura Alla luce di quanto esposto in precedenza è chiaro che per potersi garantire il diritto alla detrazione dell’imposta è necessario che la prestazione venga documentata con l’emissione di fattura e che la stessa venga annotata nel registro degli acquisti. Questo comporterà un aumento dei documenti da registrare ai fini IVA con conseguente aggravio dei costi amministrativi. Per cercare di ridurre gli adempimenti amministrativi si può pensare di fare ricorso per questa tipologia di spese, alla registrazione di un unico documento riepilogativo, previsto per le fatture relative ai beni e servizi acquistati di importo inferiore a € 154,94. LE MODIFICHE ALLA DISCIPLINA DELLE IMPOSTE DIRETTE La detrazione integrale IVA, come era facile prevedere, ha però una contropartita a carico dello stesso contribuente, perché ai fini delle imposte dirette il legislatore ha introdotto una limitazione nella deducibilità delle spese alberghiere e di ristorazione, riducendola a 75%, sia per quanto riguarda il reddito d’impresa che quello del reddito di lavoro autonomo. La decorrenza è diversa rispetto all’Iva, è prevista infatti a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2008: quindi, per la maggior parte dei soggetti, a partire dal 2009. La limitazione al 75% è però da considerare per la determinazione degli acconti del 2009. La limitazione al 75% non è però prevista per le spese di vitto e alloggio sostenute dai lavoratori dipendenti e dai collaboratori, in relazione a trasferte effettuate al di fuori del territorio comunale, nei limiti previsti dall’art.95, co.3 del Tuir. Mentre per le trasferte all’interno del territorio comunale restano deducibili nella misura del 75%, ancorché per il dipendente/collaboratore costituiscano compensi in natura interamente imponibili. Questa evidente incoerenza della normativa necessi- terebbe da parte dell’Amministrazione finanziaria, di una interpretazione più rispettosa dei criteri di equità delle parti coinvolte. La limitazione al 75% è prevista anche per i costi sostenuti dai datori di lavoro per le mense aziendali (e per quelli sostitutivi). Anche in questo caso si auspica un intervento estensivo da parte dell’Agenzia delle Entrate, in quanto non si tratta di costi aventi le caratteristiche di costi parzialmente inerenti, visto che la somministrazione dei pasti all’interno dell’azienda riflette un’esigenza che è prevalentemente quella del datore di lavoro. Spese non documentate con fattura – detraibilità del costo Nel caso in cui la spesa venga certificata con ricevuta o scontrino, non con fattura, si ritiene che l’ammontare deducibile, seppur nel limite del 75%, sia riferibile all’intero importo indicato sulla ricevuta, comprensivo quindi anche dell’IVA, non essendo stato possibile esercitare il diritto alla detrazione. A parere di chi scrive, l’Iva in questione, rimasta a carico dell’impresa o del professionista, rappresenterebbe per essa un costo inerente, e per il contribuente in genere, la mancata richiesta della fatture potrebbe essere una scelta di convenienza economica, dal momento in cui i costi amministrativi, connessi alla gestione contabile, potrebbero essere addirittura superiori rispetto all’importo recuperabile. 11 antiquariato a cura di Leonardo Volpini I Gemelli da Polso: grandi protagonisti e cenni storici (seconda parte) Primo arbiter elegantiarum della storia, Petronio fu consigliere di Nerone nel I secolo dopo Cristo, in fatto di buon gusto ed eleganza. Nel 1778, nacque a Londra George Bryan Brummell, fu soprannominato Beau, nominato Lord e visse nelle grazie di Re Giorgio. Rifiutò la calzamaglia e lanciò il pantalone a tubo di stufa che ancora oggi indossiamo e per lui un semplice cappotto blu rappresentava il top della raffinatezza: “Se per i registri dell’università io sono uno S.nob (sine nobilitate), non lo sono per me stesso. Io sono un Dandy”dichiarò ancora studente! Oscar Wilde, Francese di simpatia, Irlandese di razza, condannato dagli Inglesi a parlare la lingua di Shakespeare, letterato, istrione ed esteta, scandalizzò la bigotta e puritana società vittoriana 12 con il suo comportamento, i suoi scritti, i suoi gusti nell’arredamento e nell’abbigliamento. Indossava grandi cappelli di Lock, fornitore di Nelson, Wellington e Chaplin dal 1676 ancor oggi esistente e prediligeva la maglieria Jaeger, tassativamente di lana. Capace di commuoversi davanti a una fine ceramica giapponese, nella sua geniale follia esibizionistica, si faceva fotografare in brache al ginocchio, calze di seta, stivaletti e… gemelli ai polsi. L’uomo più elegante del mondo in assoluto fu il Principe di Galles, futuro Re Edoardo VIII; abdicò per sposare la divorziata borghese Wallis Simpson e nel 1935 ricevette in dono un paio di gemelli con le iniziali E e W in diamanti, realizzati da Cartier. L’origine dei gemelli non è chiara, anche se il loro antesignano si può addirittura ipotiz- zare nel XVI secolo. Fu però soltanto verso metà ‘700 che i damerini più à la page iniziarono a chiudere i polsi con coppie di bottoni uniti tra loro da metalli preziosi. Primo esempio iconografico può essere considerato il ritratto di sir Robert Viner - dipinto da Wright nel 1673 oggi alla National Portrait Gallery di Londra - nel quale spiccano due bottoni gioiello, uno al collo ed uno al polso. L’uso dei gemelli fu favorito dalla ritrattistica miniaturizzata di moda all’epoca e che divennero soggetto molto richiesto nei bottoni: marito e moglie o future coppie comparvero per celebrare e consacrare un rapporto personale e sentimentale. Nell’arco del XIX secolo, prima fase di affermazione, la qualità e l’utilizzo dei materiali vide protagonisti oro e argento, avorio e madreperla, diamanti, zaffiri, smeraldi, rubini che dal gioiello prettamente femminile, migrarono al gemello maschile. Nacque, a fianco delle realizzazioni artigianali, la produzione industriale dei grandi Sopra a sinistra, gemelli con disegni geometrici in smalto su oro, Francia, risalenti all’inizio del XX secolo; a destra in alto, gemelli in pasta vitrea ad imitazione corallo rosa, Stati Uniti, inizio XX secolo; in basso, globo terracqueo in argento, manifattura Tiffany, Stati Uniti, seconda metà XIX secolo. Nella pagina a fianco, "Pegaso", industria petrolifera Mobil, in metallo dorato, provenienti dagli Stati Uniti e risalenti alla prima metà XX secolo marchi: nel 1878 Tiffany propose il Blue Book, un catalogo di bottoni da camicia in oro, cristallo inciso e cammei. Il giro di boa del secolo vide nascere i set da smoking con bottoni da sparato e, nel 1902, l’invenzione dei polsini rigidi in celluloide favorì la nascita del modello a due facce con barretta rigida e ricurva, diventata poi snodabile per facilitare l’introduzione nell’asola interna al polso, ancora oggi adottata dai più moderni esemplari. Apparvero nuovi movimenti stilistici, culturali, artistici e lessicali: in Italia nacquero i Gemelli da Polso, in Inghilterra e America i Cuff Links, in Francia i Boutons de Manchette, in Germania i Masnschettenknopfe e la loro gran- de rivoluzione fu rappresentata dai nuovi materiali e dai nuovi argomenti. Apparvero quindi sulla scena quelli che amiamo definire gemelli non gioielli realizzati in metalli non nobili, come Silver plate, ottone, rame o Pinchbeck, dal suo inventore, primo esempio di similoro e inalterabile, formato da 83% rame e17% zinco. Questi stessi divennero i gemelli fantasia la cui superficie poteva lasciare spazio ala più fervida immaginazione come la tavolozza di un pittore. Incisioni, smalti, porcellane, niellature, microfotografie, serigrafie ed altre disparate tecniche furono utilizzate per rappresentare scene, paesaggi, figure, ritratti, disegni, iniziali, motti, cifre, stemmi, mono- grammi e bandiere. Ebbe quindi origine una produzione in serie che, dall’Italia agli Stati Uniti, avrebbe visto l’esplosione consumistica del XX secolo nel settore della moda e dell’abbigliamento, nei quali l’oggetto della nostra dissertazione avrebbe visto infinite realizzazioni. (I Volpini, Via D’Azeglio, 78 Bologna - Tel. 051.582583) ERRATA CORRIGE Nel numero precedente abbiamo erroneamente pubblicato una didascalia sbagliata all’interno di questa rubrica. Le immagini rappresentavano gemelli in oro, argento, madreperla, pietre dure, smalti, Ferro di Cavallo, Pinchbeck su madreperla grigia, Croce di Malta a quattro facce, Testa di Vikingo, Pinchbeck con catenella e controgemello ad oliva. Ci scusiamo per l’accaduto. 13 ME in copertina IL VALORE AGGIUNTO DELLE PERSONE Al giorno d’oggi quello che fa la differenza tra un’azienda e l’altra è il fattore umano. Andrea Condello, amministratore unico del gruppo Mind Consulting, ne è convinto. E proprio partendo da questo presupposto offre alle aziende i suoi servizi di consulenza aziendale e formazione di CECILIA ZANASI foto Marco Zappia Andrea Condello, amministratore unico di Mind Consulting. Ha fondato la società nei primi anni ‘90 insieme a due soci ME in copertina M ind Consulting è una società multinazionale che offre servizi di consulenza aziendale, selezione del personale e formazione manageriale, la cui sede logistica e amministrativa nazionale è proprio a Bologna, in via del Sostegno. Conta sedi in tutte le regioni di Italia nonché prestigiosi partner internazionali. L’idea alla base di Mind Consulting è che, essendo il fattore tecnologico ormai reperibile ad ogni livello, è l’uomo, il fattore umano, a fare la differenza in un’azienda che vuole crescere e sviluppare il suo business. «Diamo agli imprenditori gli strumenti giusti per ottenere il massimo da chi lavora per loro», spiega Andrea Condello, amministratore unico di Mind Consulting. Dottor Condello, come ha iniziato quest’esperienza lavorativa e come è arrivato all’idea di partenza? Ho gestito reti di vendita molto numerose durante la mia precedente esperienza lavorativa e la cosa che mi ha sempre affascinato è proprio gestire le persone, in quel caso addetti alla vendita. Quest’esperienza mi ha fatto capire che se avessi avuto uno strumento per gestire in maniera migliore le persone avrei ottenuto migliori risultati. Così nel 1993 io e i miei due soci, Paolo Ruggeri e Stefano Antonucci, abbiamo deciso di fondare Mind Consulting. C’è quindi un modo migliore di un altro per gestire il personale? C’è un’efficacia e c’è un tirare a caso. Le persone sono diverse le une dalle altre e non si possono gestire tutte allo stesso modo. Quando gestivo i miei venditori in maniera “artigianale” mi resi conto che c’era sì la mia competenza, ma anche spinte emotive che mi allontanavano dall’obiettivo. Sono importantissimi infatti i fattori soggettivi, una persona può vivere problemi familiari ed avere pregi e difetti personalissimi in base ai quali è più portata per un certo ruolo invece che un altro. Quindi anche il mio intervento doveva essere differente a seconda di chi approcciavo. Quando ho Nella pagina a fianco, Condello insieme ad alcuni collaboratori della sua azienda negli uffici di Via del Sostegno capito che c’era un metodo scientifico per far ciò, un test importato dagli Usa, mi sono detto con questo possiamo davvero insegnare alle persone a migliorarsi. Di che test si tratta? È un test americano che abbiamo preso, rivisto e corretto e che ora usiamo per condurre la nostra attività. Un test personologico che ci dà la possibilità di capire come sono le persone. In fase di selezione o in fase di assessment lo utilizziamo per gestire la persona in maniera efficace per ottenere il massimo risultato. Le è mai successo di trovarsi costretto a suggerire il licenziamento di qualcuno? Sinceramente noi ci avviciniamo con uno spirito positivo. Non entriamo in azienda per “tagliare le teste”, ma per aiutare gli imprenditori e i dipendenti a migliorare. Questa è la nostra missione e abbiamo gli strumenti per «Ci rivolgiamo principalmente alle piccole e medie imprese che sono la parte fondamentale del tessuto economico dell’Italia» ME in copertina farlo. Partiamo dalla conoscenza dell’individuo per poterlo rendere in grado di migliorare le sue prestazioni. Dando gli strumenti giusti a chi lo gestisce, otteniamo un miglioramento della persona. È necessario motivare e coinvolgere, perché una persona motivata va a lavorare volentieri la mattina e rende di più. Immagino che una delle motivazioni più importanti sia lo stipendio. Esistono due tipi di strumenti: quelli tangibili e quelli intangibili. Lo stipendio è sicuramente una parte molto importante. Se tu hai quelli che si svolge solo per portare lo stipendio a casa e sopravvivere? Partiamo sempre dalla conoscenza della persona. Una persona che fa questo tipo di lavoro è probabilmente una persona che si accontenta, che non vuole responsabilità. Oppure una persona che non ha alternative. Certo. Quindi dipende molto dalle caratteristiche personali del lavoratore in questione. Noi quando aiutiamo l’imprenditore dobbiamo essere abili nel capire che cosa piace alla persona, cosa può gratificarla. Normalmente in questi casi si tratta di lavoratori che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese quindi la gratificazione economica è importante. Bisogna tro- «Noi ci avviciniamo alle aziende con uno spirito positivo. Non entriamo per “tagliare le teste”, ma per aiutare gli imprenditori e i dipendenti a migliorare. Questa è la nostra missione» vare un sistema per pagarlo di più quando produce di più di quello che è lo standard. un talento lo devi premiare, non solo gratificandolo, ma mettendogli dei soldi in tasca. Il messaggio è: non ti pago solo perché sei presente, ma per quello che fai. Se produci tanto, non solo come ore di lavoro, ma migliorando quello che stai già facendo, ti premio. Anche l’imprenditore poi deve fungere da esempio in termini di produttività, capacità di lavorare duro, deve trascinare le persone, con carisma e leadership. Gli strumenti intangibili invece? Quando da bambini vincevamo una medaglia di latta, pur non avendo nessun valore materiale per noi era importante, un simbolo. La gente si ricorda di queste gratificazione anche intangibili. Non parlo solo della pacca sulla spalla ma anche di eventi creati in azienda per mettere in evidenza chi ha lavorato meglio, per premiare le prestazioni straordinarie. Premiare e motivare: è certamente interessante. Ma è possibile motivare qualcuno che fa un lavoro oggettivamente orribile, uno di 18 Qual è la vostra clientela tipo? Ci rivolgiamo principalmente alle piccole e medie imprese che sono la parte fondamentale del tessuto economico dell’Italia. Ma anche le micro imprese che hanno 5 - 10 dipendenti ed in questo caso il problema della risorsa umana diventa molto sensibile. Un conto è se su 1000 dipendenti uno non va tanto bene, un conto se ciò avviene su un organico di 5 persone dove il dipendente demotivato rappresenta un quinto della produttività. Il nostro lavoro è questo: rendere in grado l’imprenditore di gestire e motivare tutti i dipendenti. Parlando di meritocrazia il pensiero va al ministro Brunetta e alla sua recente crociata anti fannulloni. Ma, secondo lei, basta che un dipendente si rechi a lavoro tutti i giorni per aumentare la produttività? L’ottenimento del risultato passa attraverso il lavorare, certo se uno non si reca neppure al luogo di lavoro farà fatica ad ottenere dei risultati. Brunetta vuole smuovere qualcosa perché Prima di fondare Mind Consulting, Condello si è occupato di reti di vendita molto numerose, imparando l’importanza di saper gestire le persone forse in certi settori siamo arrivati al punto in cui una persona è talmente poco motivata dai propri superiori che non si impegna. Bisogna però sempre partire dalla responsabilità di chi gestisce i dipendenti e deve trovare buon motivo per farli venire a lavorare. Certo non è tutto. Bisogna inventarsi nel settore pubblico qualche strumento tangibile e intangibile per far sì che le persone producano e ottengano risultati. Le Amministrazioni Pubbliche si sono mai rivolte a voi? Poche, perché non è il nostro obiettivo in questo momento, il nostro obiettivo è lavorare con gli imprenditori direttamente. Cosa vi dà più soddisfazione nel lavoro con un’azienda? Noi lavoriamo con tutti i settori merceologici. La cosa che ci dà più soddisfazione è quando un’azienda che lavora in un settore in recessione riesce a incrementare il fatturato del 100% rispetto all’anno precedente. In questa fase di crisi sembrerebbe un sogno. Il momento di crisi è un momento delicato, però è soprattutto in queste situazioni che bisogna trovare qualcosa di diverso, sistemi innova- tivi e idee nuove che poi creano le aziende del futuro. Nei periodi di crisi c’è sempre stata una grande selezione: aziende che hanno chiuso ed altre che sono rinate o nate con nuove idee. Qual è il segreto delle imprese che resistono? La creatività e l’innovazione che sono poi caratteristiche tipiche dell’imprenditore italiano. Siamo conosciuti nel mondo come un popolo fantasioso, geniale. I clienti che hanno risultati strepitosi sono quelli che si inventano qualcosa di nuovo. E noi li supportiamo, non a creare nuovi prodotti, ma a gestire, motivare e selezionare il personale con metodi innovativi affinché si raggiungano grandi risultati. Qual è il segreto per fare buona impressione durante un colloquio di lavoro? Prima di tutto mai parlare di soldi al primo colloquio, quello verrà dopo. Bisogna fare domande sull’attività dell’azienda ed essere interessati a capire come funziona e il contributo che si può dare condividendo appieno la sua mission. (Mind Consulting Italia srl- Via del Sostegno, 4 Bologna - Centralino +39 051.6352811 [email protected]) 19 ME moda Maui and Sons, No Fear, Scorpion Bay, il Monoi Fatu Hiva sono solo alcuni dei brand che Mario Casali ha fatto conoscere in Italia. Oggi, insieme allo staff di Studiotrenditalia, si occupa della progettualità e della creatività legate allo sviluppo di un brand RICONOSCERE CREATIVO IL SEGNO di SIMONA MARCOSIGNORI M Mario Casali, titolare di Studiotrenditalia, nel suo laboratorio creativo ario Casali si definisce un privilegiato perché per vivere - dice - fa un “non lavoro”. «È un puro piacere dedicarmi a ciò che ho scelto e che amo», spiega. «Non ho mai vissuto la mia attività come un peso, nemmeno nei momenti più duri». Per questo ci tiene a distinguere la propria condizione da quella di chi associa all’impegno quotidiano concetti di sacrificio, dovere, rinunce, davvero lontani dalla propria esperienza. Prima di intraprendere questa attività di consulenza e progettazione creativa, Casali trascorreva tanto tempo in giro per il mondo, soprattutto alle Hawaii e in Italia insegnava windsurf. Lo sport, il contatto con la natura, l’amore per la scoperta di luoghi lontani e l’attrazione per stili di vita diversi da quelli più diffusi in Europa erano, e sono tuttora, le sue più grandi passioni, da sempre fonte di grandi stimoli e serbatoio inesauribile di ispirazione. All’inizio degli anni Ottanta cominciò a interessarsi anche all’abbigliamento tipico di quel mondo che rispecchiava lo spirito di libertà e avventura presente nel DNA di determinati sport. Questa attenzione nacque naturalmente da esigenze legate alla pratica sportiva ma anche dal piacere di indossare capi che rispecchiassero un certo stile di vita e la condivisione di alcuni valori. Ben presto Casali capì però che quegli ideali, evocati da luoghi suggestivi e da un certo modo di vivere lo sport, avevano un grande potenziale e avrebbero potuto affascinare e coinvolgere un pub- blico ben più ampio degli irriducibili della tavola da surf. L’intuizione era giusta e nel giro di poco tempo trovò conferma nella più grande rivoluzione in fatto di moda e di stile che l’Europa abbia vissuto dagli anni Ottanta ad oggi, quando l’abbigliamento sportivo, comodo e informale, cominciò ad entrare nella vita di tutti i giorni. In quegli anni, infatti, capi che prima erano destinati solo ed esclusivamente al tempo libero entrarono a far parte del quotidiano, riempirono i guardaroba di giovani e meno giovani cambiando sostanzialmente il modo di vestire. T-shirt, pantaloni comfort e abbigliamento informale entrarono in città. Il cosiddetto sportswear conquistò una platea enorme, fatta ancora oggi di sportivi e non solo. In Italia, Mario Casali fu uno dei protagonisti di quella memorabile svolta apportando un contributo sostanziale alla diffusione dell’abbigliamento Life Style, legato cioè a degli stili di vita reali, autentici come quelli dei surfisti di Maui. 21 ME moda Da sinistra, una bottiglia di Monoi Fatu Hiva prodotto a Tahiti, Jerome av. Bronx New York, Rick Griffin, artista scomparso nel 1990, icona del mondo surf rock e una sua grafica Iniziò a lavorare su progetti come Maui and Sons, Scorpion Bay, No Fear e parecchi altri divenuti poi leader nel settore, quando ancora l’abbigliamento casual da noi era impensabile. «La californiana Maui and Sons, attraverso il licenziatario italiano, mi affidò lo sviluppo dei prodotti del brand in Italia nel 1988», racconta. «Seguii il progetto per svariati anni occupandomi del suo start up soprattutto da un punto di vista creativo e stilistico. Quando accettai il lavoro il prodotto era tutto da inventare anche se potevamo contare sulle grafiche di un genio come Rick Rietveld. Prima di iniziare a disegnare la collezione ci fu una grande attività di ricerca e di studio proprio sull’identità del marchio, sulle sue potenzialità intrinseche e sulle origini, fino a ricavarne l’ispirazione per creare una nuova storia, uno scenario all’interno del quale tutti i prodotti potessero trovare la loro ambientazione». Il successo che ebbe l’operazione è sotto gli occhi di tutti. Le T-shirt fluorescenti di Maui and Sons colorarono un lungo periodo. Fu un’invasione pacifica che segnò il passo di una nuova tendenza. Stesso approccio e stesso entusiastico risultato per Scorpion Bay, il marchio più cool negli anni ’90 tra gli appassionati di surf e Snowboard. «Ero in California per lavoro - ricorda Casali - girando per i vicoli, in una bottega ricavata da un sottoscala, trovai tre magliette con grafiche aggressive e accat22 tivanti. Feci delle ricerche. Scoprii che il produttore era di San Diego. Incontrai personalmente il titolare dell’azienda, Mike Fisher, da cui ottenni la licenza per utilizzare il brand in Italia. Tornai a casa, cercai un imprenditore interessato a occuparsi della produzione e della distribuzione mentre io, prima di pensare alla collezione, prima di disegnare anche un solo capo me ne andai là, in bassa California, fino a Baja Pequena a vedere i luoghi in cui il marchio era nato, a respirare quell’aria e a conoscere le persone che ci vivono». Sviluppare un brand vuol dire dunque lavorare sul suo DNA. Per Mario Casali questo approccio è imprescindibile. Che si tratti di abbigliamento o di qualsiasi altro genere merceologico non importa. Risalire alle origini, capire come è nata l’idea è la prima mossa da fare, insostituibile fonte di ispirazione per il pensiero creativo. Questo, ovviamente, non significa rimanere inchiodati alle scelte di partenza o escludere la possibilità di innovare, ma al contrario, ancorare il nuovo al passato per dare continuità a un percorso. In altre parole significa non essere in balia delle mode e rappresentare un reale modo di vivere. Uno degli esempi più affascinanti di progetti nati proprio seguendo questa approccio è JAB, una linea di abbigliamento sportivo limited edition creata da Mario Casali dopo un periodo trascorso nel Bronx, nelle palestre buie e sudate della Jerome Avenue a raccogliere le storie di chi oggi porta avanti la vecchia tradizione della boxe newyorkese, in compagnia di un amico giornalista, Riccardo Romani e di due fotografi italiani che vivono a New York. Da quella esperienza nella New York dimenticata da Dio, che in realtà è ben diversa da come ce la immaginiamo, è nato un progetto fantastico, “Dreams don’t die”, che ha legato la presentazione del progetto a una mostra fotografica esposta al Pitti Uomo a Firenze. Altri marchi e storie si intrecciano nel percorso lavorativo di Mario Casali, quali Kikers London Abbigliamento bimbo, Fatu Hiva e il suo olio Monoi prodotto a Tahiti, dal quale è stata ricavata una linea resort wear donna e tanti altri: la prova concreta che quelle intuizioni, quell’approccio visionario sono una carta vincente. L’ultima scoperta? «Un marchio storico, HNC1911, legato a sofisticatezza e qualità. Hui Nalu Club è il più antico surf e canoa club nato a Honolulu nel 1911 e rappresenta un intreccio di comfort ed eleganza». All’interno di Studiotrenditalia opera uno staff molto ristretto di collaboratori coadiuvato da un folto gruppo di freelance sparsi ai quattro angoli del mondo chiamati a intervenire su singoli progetti a seconda della specializzazione e dello stile di ciascuno. Lo Studio si occupa della progettualità e della creatività legate allo sviluppo di un brand e del prodotto, ma anche di tutte le seguenti fasi esecutive legate alla cura dell’immagine e alla promozione del prodotto. Dalla grafica agli stand fieristici, dalla ricerca alla produzione, gestisce ogni aspetto in maniera sinergica rispetto al progetto stilistico e al concept del marchio confrontandosi sempre, ovviamente, con il cliente. Dopo venti anni di attività, tanta esperienza alle spalle e una conoscenza profonda del mercato, la qualità del servizio e la professionalità sono ovviamente cresciute e maturate. L’entusiasmo e la passione non sono mai mancate e sono quelle di chi, per la prima volta, inizia una grande avventura. STUDIOTRENDITALIA Tel: 051.6630292 - Fax: 051.6630294 www.studiotrenditalia.com e-mail:[email protected] 23 ME politica Ubaldo Salomoni GUARDIAMO AL MONDO CATTOLICO Consigliere Regionale di Forza Italia in Emilia-Romagna, Ubaldo Salomoni è, prima di essere un politico, un uomo cattolico. Che segue i valori della dottrina sociale della Chiesa nella vita come in politica. Convinto che i cittadini non vadano mai lasciati soli foto Marco Zappia di ALESSIO AYMONE L Ubaldo Salomoni, nato a Monghidoro il 10 ottobre 1954, è imprenditore e consigliere regionale in Emilia Romagna per Forza Italia ’uomo, la famiglia, il lavoro all’insegna della carità e del reciproco rispetto. Sono i principi che definiscono la dottrina sociale della Chiesa cattolica ma anche quelli che animano Ubaldo Salomoni, Consigliere Regionale di Forza Italia in Emilia-Romagna. Nel lavoro, dove insieme ad alcuni soci ha messo in piedi un gruppo di aziende nel settore edilizio e delle infrastrutture, così come nella politica, dove opera da oltre 10 anni, Salomoni ha fatto dei valori insiti nel cattolicesimo una guida da seguire e applicare. Con evidente successo e meritata riconoscenza: in campo lavorativo è riuscito a offrire numerose opportunità di lavoro distribuite sul territorio provinciale, mentre sul versante politico ha saputo cogliere e soddisfare le esigenze di giovani, nuclei familiari, anziani, poveri e diversamente abili. Come? Stando semplicemente a contatto con la comunità, ascoltandone le richieste e i bisogni, vicinanza oggi sempre più invocata dai cittadini, eppure troppo spesso trascurata dai professionisti della cosa pubblica. Classe 1954, Salomoni a 37 anni diventa catechista della sua parrocchia e all’età di 40 inizia il suo impegno civico partecipando alle elezioni del suo comune di nascita, Monghidoro, a una manciata di chilometri da Bologna. Continua l’impegno di catechista anche quando viene eletto unico sindaco di Forza Italia di tutta la provincia, e uno dei due di tutta la regione Emilia-Romagna. Quattro anni dopo, nel 1999, si ricandida per il secondo mandato e viene riconfermato con oltre il 60% dei voti e un sensibile incremento di consensi. Forte di questa popolarità, nel 2000 approda in viale Aldo Moro, nei palazzi della Regione, dopo essere stato eletto con più di 3.700 preferenze. È proprio nella veste di Consigliere Regionale, con responsabilità maggiori come lui stesso ammette, che Salomoni continua oggi il suo operato, ben consapevole che non è sufficiente amministrare ma occorre anzitutto legiferare. Seppure nel ruolo di minoranza, le sue proposte di legge hanno riguardato l’inserimento delle radici giudaico-cristiane nel preambolo dello statuto ME politica regionale, l’equiparazione dei figli naturali a quelli adottivi, le case famiglia e i servizi sanitari. La scrivania è sgombra e un timido sole cerca di illuminarla. I telefoni squillano senza sosta, a riprova che si tratta soltanto di una breve pausa in una giornata frenetica. Salomoni, cosa vuol dire per lei fare politica? In passato come adesso, fare politica per me significa mettere a disposizione della comunità i miei modesti talenti. La politica non è un mestiere ma un servizio rivolto alla gente. Nei 6 anni di attività amministrativa ho imparato molto: anzitutto, che le persone chiedono cose legate ai loro bisogni e che sono molto riconoscenti quando ci si sforza di fornire loro risposte concrete. La politica ha il grande difetto di allontanarsi dai problemi della collettività in favore di una burocrazia imperante e oppressiva per il cittadino. Tutti quelli che si occupano di politica e lottano contro questi “mali” sono visti dalle persone come molto simili a loro. Io mi sento parte di questa categoria. Nella sua vita impresa e politica si mescolano. Con quali risultati? Quando ai miei impegni imprenditoriali ho aggiunto anche quelli politici è cresciuta la mole di lavoro: dedico 18 ore della mia giornata per cercare di dare risposte su entrambi i versanti. Sono, quindi, due aspetti strettamente collegati, nella vita di una persona e in quella della comunità. Molto probabilmente avrei faticato a fare politica senza restare attaccato al mondo del lavoro, cosa che invece mi aiuta a stare sempre vicino ai problemi della cittadinanza. Viceversa, non si possono avviare attività imprenditoriali senza un contatto con il mondo della politica. Quali valori muovono il suo agire civico? Quelli che costituiscono la mia persona e sono 26 patrimonio della mia educazione: credo fermamente nell’uomo, nella vita, nella famiglia, nella comunità e nelle parrocchie. Ho portato questi princìpi nel mondo del lavoro e li porto con me nella politica. Dove c’è da difendere, promuovere, rafforzare simili valori io sarò lì a battermi. L’uomo, uno dei punti chiave della dottrina sociale cattolica. Come può, questa dottrina, aiutare la politica? La dottrina sociale della Chiesa, proprio per ciò che rappresenta, dà un orientamento importante, fornisce un fondamentale modello di organizzazione della società basato sulla sussidiarietà, sulla carità e sul reciproco rispetto. Sono valori che la politica deve accogliere perché positivi. In tal senso io agisco perché siano tenuti in considerazione. Una battaglia su tutte è stata quella portata avanti per inserire le nostre radici giudaico-cristiane nel preambolo dello statuto della regione. È una sfida importante perché siamo figli della cultura cristiana. La dice lunga il fatto che oltre il 70% dei nostri comuni ha come simbolo una croce. «Quando la Chiesa parla di grandi questioni non fa ingerenza». Sono le parole del Cardinal Bagnasco. L’uomo è fatto di due componenti fondamentali: quella materiale e quella spirituale. L’uomo che è al massimo delle sue potenzialità ha bisogno di mantenere in equilibrio questi due elementi. La società moderna ha cercato di relegare la sfera spirituale nel privato, comportamento sbagliato perché non è nella natura dell’uomo. Delle dichiarazioni di Bagnasco, presidente della CEI, condivido anche un’altra cosa: il cattolico ha il dovere di fare politica, cioè di mettere a disposizione i propri talenti, più o meno eccellenti, per il prossimo. Ha il dovere di preoccuparsi del- Salomoni ha iniziato la sua carriera politica nel 1955 partecipando alle elezioni comunali di Monghidoro Gelmini. Ho creato centri di aggregazione per ragazzi dagli 8 ai 14 anni e organizzato il mondo del volontariato per accogliere le 13 etnie presenti nel mio paese. A tal proposito, mi sono accorto che il vero laboratorio di integrazione non sono solo le feste paesane né la scuola, ma l’impresa. Dobbiamo dare agli extracomunitari una prospettiva di lavoro, una sicurezza e un tetto. Questo è ciò che io ho fatto da imprenditore, convinto dell’idea che cittadini e immigrati siano uniti dal sudore e dalla fatica del lavoro. SHALIMAR GARDEN L’ANTICA TRADIZIONE DELL’ARTIGIANATO DEL E i giovani hanno colto questo messaggio? Chi ci crede deve fare in modo di comunicarlo. Su questo la Chiesa fa la sua parte, anche se penso che vadano recuperati e rivalorizzati alcuni aspetti morali forti nella scuola e nella famiglia. Quest’ultima va sostenuta perché è una centrifuga dove si crea amore, è la cellula essenziale per ogni tipo di società. Se sviluppata in modo corretto, diventa sistematicamente nel tempo portatrice di bene. Occorre reinvestire sulla famiglia, intesa secondo la concezione cristiana: padre, madre, figli naturali o adottivi e nonni. Ha applicato la dottrina sociale cattolica soprattutto nel campo della giustizia sociale. Quando ero sindaco di Monghidoro ho cercato di rispondere alle esigenze della gente. Mi sono adoperato per dare ai giovani impianti sportivi adeguati: piscine, campi da tennis. Ho lavorato per fornire loro luoghi di svago. Mi sono impegnato per fare una piccola comunità di recupero destinata ai giovani toccati dalla droga, l’ho realizzata e poi affidata alla gestione di Don 28 A BOLOGNA Abbigliamento, scialli, pashmine, bigiotteria in argento e pietre semipreziose, tappeti in seta Amministrare, però, non basta. Su questo è d’accordo? la famiglia, della parrocchia, del Comune, della Provincia, della Regione e dello Stato. KASHMIR Sì, e non a caso ho scelto di fare politica a un livello diverso. L’amministratore amministra in base a regolamenti e leggi. In Regione, invece, la maggior parte della nostra attività è rivolta al legiferare. Credo ci sia la necessità di semplificare le norme senza cambiarle in continuazione. Legiferare è un grande atto di responsabilità in concomitanza del quale ci si deve sempre domandare quali effetti genera la proposta di una nuova norma sulla comunità, sul sistema produttivo e sulle amministrazioni. Questa è la domanda che un buon legislatore, all’inizio della sua attività quotidiana, si deve porre. Purtroppo l’orientamento di questa fase storica va nella direzione opposta: troppe leggi, troppi regolamenti, difficoltà comunicative e incongruenze esagerate. Che tipo di impegno ha rivolto verso giovani e diversamente abili? Nel mio paese ho l’orgoglio di aver creato una comunità diurna per handicappati adulti, ponendo al centro della collettività questi ragazzi e le loro famiglie. Le persone anziane vanno anch’esse tutelate perché hanno molto da dare in termini di equilibrio, saggezza ed esperienza di vita: ho realizzato delle attività estive dove gli anziani insegnavano ai giovani, creato un centro di aggregazione e allargato le mense delle scuole con un servizio di pasto gratuito rivolto agli indigenti. Chi viene eletto dalla gente deve imparare a conoscerla. Per questo l’organizzazione capillare dei comuni capoluogo più importanti deve prevedere un aumento dei quartieri: non superiori ai 10mila abitanti e con un presidente che operi fra i cittadini. Una simile riforma porterebbe equilibrio e coesione sociale. VIA DANTE, 1/B - 40125 BOLOGNA TEL. 051.390721 ME imprenditori Tutta farina DEL MIO SACCO Leader nazionale nel mercato delle farine, Molino Spadoni rappresenta una delle eccellenze imprenditoriali del nostro paese. Leonardo Spadoni, attualmente al timone dell’azienda, è stato da poco premiato come “Romagnolo dell’anno”. Un’ulteriore conferma del buon lavoro che sta facendo. È proprio lui a parlarci del successo delle sue farine di VALERIA TANCREDI È Il Dottor Leonardo Spadoni, ravennate, è oggi a capo dell’azienda leader in Italia nel mercato globale delle farine, la Molino Spadoni. Il 28 ottobre scorso è stato eletto “Romagnolo dell’anno” dalla Famiglia Romagnola, Associazione tra romagnoli a Roma 30 il romagnolo dell’anno e, al carattere sornione e aperto tipico di questo popolo, unisce anche uno spiccato senso per il buon cibo e il buon vivere, regalo di una terra fertile e generosa. Lui è Leonardo Spadoni, titolare dell’azienda Molino Spadoni, recentemente premiato a Roma proprio come “Romagnolo dell’anno 2008” insieme ad Andrea Emiliani, storico dell’arte e amministratore culturale, fondatore dell’Istituto per i beni culturali dell’Emilia Romagna. Molino Spadoni è un’azienda leader nel mercato globale delle farine e mai come in questo periodo di recessione economica si è tornato a parlare di aumenti indiscriminati di beni primari come pane e pasta. Quale modo migliore di risparmiare dunque confezionando in casa questi alimenti grazie a farine di ottima qualità? È dal 1445 che il Molino di Coccolia – fatto costruire fra Ravenna e Forlì dalla storica famiglia di Pier Capponi – macina il grano. Ed è dal 1932 che questo mulino è di proprietà della famiglia Spadoni. Il signor Leonardo, che ha preso il testimone dell’azienda di famiglia, ha deciso di investire nelle più moderne tecnologie nel campo molitorio con l’obiettivo di garantire il massimo livello di qualità. 31 ME imprenditori Spadoni posa di fianco ad alcuni sacchi di farina per uso professionale «Le caratteristiche qualitative di una farina dipendono dal grano utilizzato e dai metodi di lavorazione – esordisce Spadoni – ed in entrambi questi aspetti siamo i numeri uno. Il 50% del nostro grano è di produzione locale, viene dalle soleggiate colline romagnole mentre il restante 50 lo acquistiamo da paesi che vantano una produzione certificata e di qualità come il Canada o Manitoba. Per garantire inoltre la massima salubrità ai nostri prodotti utilizziamo l’“entoleter” che elimina per via fisica e non chimica le eventuali cariossidi attaccate da insetti. In pratica è una macchina che, tramite la forza centrifuga, distrugge gli eventuali agenti infestanti e le loro uova. Inoltre, la ricerca tecnologica applicata negli ultimi anni al settore dei molini, ha portato all’implementazione di nuovi cilindri industriali, denominati “laminatoi”, con impianto di raffreddamento incorporato, che permettono di lavorare il prodotto ad una temperatura più bassa in modo da non scottare le farine». Questa nuova tecnologia consente, da un lato, di preservare i principi vitaminici e proteici contenuti nel prodotto, dall’altro, di ottenere una farina di qualità superiore, dal gusto più dolce e con una migliore lavorabilità. Anche i numeri dell’azienda sono di tutto rispetto: 50 dipendenti per un fatturato di 45 milioni di euro, gli stabilimenti sono tre, a Coccolia c’è la sede principale, a Castiglione gli impianti di miscelazione e a Ravenna la sede direzionale. La quota di mercato a valore nell’ambito della grande distribuzione è pari all’11,2%, che lo pone al secondo posto alle spalle di Barilla. Ma se si considera la posizione dell’Azienda nel mercato specifico delle farine speciali e dei mix, allora la quota a valore supera il 50%. Il numero che però spiega il successo di Molino Spadoni è 300, perché più di 300 sono le farine prodotte, in grado di soddisfare tutte le esigenze: per la pasta fatta in casa, per friggere, per dolci e brioches, per il pane bianco, nero o ai sette cereali. Per le esigenze della vita moderna, dove il tempo, anche per cucinare, è sempre poco sono nate le farine speciali come 32 la “farina che lievita”, prodotti già pronti per essere utilizzati senza l’aggiunta di altri ingredienti, quindi adatti ai consumatori di oggi. Oltre naturalmente ai prodotti destinati all’uso professionale: «Anche se per questa tipologia di clienti la logistica è fondamentale, perché i panettieri hanno bisogno di ricevere le farine con urgenza e in tempi ravvicinati per cui serviamo i professionisti che non distano troppo dal nostro sito produttivo» spiega. Anche il mercato estero, che copre circa il 15% del fatturato, dà le sue soddisfazioni: «La pizza è riconosciuta in tutto il mondo come prodotto tipicamente italiano - spiega il titolare - e indubbiamente chi è del mestiere riconosce le diverse qualità di farina e capisce che il nostro prodotto è tra i migliori sul mercato mondiale. Esportiamo soprattutto in Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna, siamo presenti anche in Giappone, Maldive e Madagascar». La crisi però morde i portafogli e si inizia a registrare anche un calo dei consumi alimentari, la gente compra meno cibo e tende ad indirizzarsi verso prodotti a basso prezzo. Per questo una delle farine che sta riscuotendo maggior successo è quella per fare il pane in casa: «Paradossalmente la crisi ci favorisce – argomenta Spadoni – la gente va meno a mangiare fuori e riscopre i sani e genuini piaceri di una volta come fare il pane in casa che tra l’altro viene buonissimo inoltre, con le recenti macchine per panificare ad uso casalingo piuttosto economiche, quest’abitudine si sta diffondendo». Se si pensa che con un chilo di farina si possono preparare tagliatelle per 15 persone è facile capire il risparmio che ne deriva a fronte di continui ed allarmanti aumenti del prezzo del- Un premio voluto da Spadoni In occasione della sua XXXVII edizione, il Premio Guidarello per il giornalismo d’autore, che esiste dal 1972 con lo scopo di valorizzare i migliori contributi giornalistici della Romagna e premiare le firme della più autorevole pubblicistica nazionale, ha presentato un’importante novità: una sezione dedicata al giornalismo gastronomico e istituita grazie al fondamentale apporto dell’azienda Molino Spadoni, perché fortemente voluta proprio da Leonardo Spadoni. Il premio vuole essere un riconoscimento rivolto ai giornalisti che si sono distinti nel presentare e raccontare storie, personaggi e aspetti originali della ricca tradizione culinaria romagnola e italiana. La cerimonia di consegna del premio “Sezione Cultura Gastronomica-Molino Spadoni” si svolgerà sabato 15 novembre 2008, al teatro “Alighieri” di Ravenna. la pasta industriale prodotta con grano duro. Secondo Leonardo Spadoni gli immotivati rialzi dei prezzi di pane e pasta sono stati in parte dovuti al raddoppio del prezzo della materia prima avvenuto l’anno scorso presso la Borsa del Pane, anche per l’exploit dei biocarburanti. «A fronte di un raddoppio del prezzo del grano non ci fu un conseguente e pari raddoppio sui prezzi dei prodotti finiti – spiega – ancora non siamo tornati ai prezzi iniziali e così sta avvenendo un adeguamento dei prodotti di derivazione. Anche se posso assicurare che nel nostro settore, quello delle farine, la possibilità di fare cartello per drogare la concorrenza è minimo perché ci sono troppi operatori e ci si azzuffa anche solo per pochi centesimi». Leonardo Spadoni con alcuni membri della giuria del Premio Guidarello sezione cultura gastronomica - Molino Spadoni: da sinistra, Francesca Topi, Bruno Gambacorta, Guido Barendson, Franco Maria Ricci, Beppe Bigazzi La ricetta per fronteggiare la crisi, per Leonardo Spadoni, passa per una strada sicura e ricca di sapore: tornare ad apprezzare i prodotti del territorio sviluppando ciascuna produzione tipica, «senza però dimenticare l’innovazione – puntualizza – che deve essere legata a filo doppio alla tradizione per valorizzarla adeguatamente. Solo qui da noi nel ravennate ci sono ancora eccellenze ignote alla massa dei consumatori e l’Italia è ricca di questi tesori». E l’entusiasmo e l’amore per la sua terra lo dimostra anche nella sua ultima impresa: «Voglio creare un grande allevamento allo stato brado di mora romagnola a Brisighella. Una razza che, per qualità, ha pochi rivali al mondo. Penso appunto ad un luogo dove gli animali possono pascolare liberamente senza essere costretti in penosi recinti e dunque crescere in salute. Questo naturalmente fa sì che le loro carni assumano un sapore ed una bontà eccezionali. Il tutto chiaramente incastrato nel progetto più globale di valorizzazione di quello che c’è nel nostro territorio, oltre alla gastronomia, anche le bellezze artistiche e culturali». Unire le eccellenze artistiche dei monumenti e delle bellezze naturali a quelle gastronomiche del territorio per attrarre quella quota di turismo attenta alla qualità più che alla quantità che sa apprezzare l’originalità e l’impronta di un territorio che ha una gloriosa storia alle spalle. Una bella sfida per il futuro. 33 FOCUS ENERGIE RINNOVABILI IN EMILIA-ROMAGNA Con il termine energia rinnovabile si intendono tutte le fonti di energia non fossili. Ovvero non esauribili e che non pregiudicano le risorse naturali per le generazioni future. Bisogna lavorare sull’implementazione di queste fonti, dal fotovoltaico al solare, dalle centrali eoliche alle biomasse, per far fronte agli attuali pesanti problemi ambientali generati dalle fonti fossili convenzionali a cura di ALESSIO AYMONE Per le foto di questo servizio si ringraziano Marco Caselli e Liviana Banzi (Regione Emilia-Romagna), Andrea Malossini (ARPA Emilia-Romagna) e la Provincia di Bologna ME energie rinnovabili L’AMBIENTE VA AIUTATO CON ENERGIA La tutela dell’ambiente passa dal senso di responsabilità di ognuno di noi. E questo vale anche per il risparmio energetico e l’utilizzo di energie rinnovabili. Ne è convinto Lino Zanichelli, Assessore all’ambiente dell’Emilia-Romagna N egli anni ottanta andava in onda sul piccolo schermo una pubblicità progresso per la difesa dell’ambiente. Su una pellicola ingiallita e con uno stile di ripresa che oggi farebbe storcere il naso, i protagonisti dello spot si muovevano sulla scena compiendo i gesti più sciagurati e irrispettosi nei confronti dell’ecosistema. Una voce fuori campo, al limite dell’intimidazione, li redarguiva con piglio deciso per poi rivolgere il proprio impeto verso il telespettatore: “L’ambiente è tuo: difendilo”. Guardare questa pubblicità a distanza di trent’anni fa sorridere. Il suo stile è fuori moda ma il messaggio che intende comunicare resta tremendamente attuale: il territorio, declinato in tutte le sue forme, appartiene all’uomo e lo sforzo a favore della sua tutela deve essere collettivo. Malgrado le pubblicità progresso siano sempre più merce rara nei palinsesti tv, la regione Emilia-Romagna non abdica al suo incarico di educatrice all’ambiente, al risparmio energetico e al consumo sostenibile. Anche perché, su queste basi, poggiano i propositi rivolti al presente e al futuro più immediato: diffondere e applicare le energie rinnovabili, investire nelle fonti pulite, limitare il ricorso ai combustibili fossili, diminuire le 36 emissioni di CO2. È, in altre parole, la rivoluzione energetica reclamata da Greenpeace nel suo ultimo rapporto sull’Europa. L’Emilia-Romagna, grazie anche al Piano Energetico Regionale, si è inserita tempestivamente su questa scia che impone un’inversione di rotta. Il piano, con stanziamenti pari a circa 90 milioni di euro spalmati in tre anni, da qui al 2010, servirà a realizzare interventi che riguardano il risparmio energetico e la valorizzazione delle fonti rinnovabili negli edifici, negli insediamenti produttivi e nei trasporti: il risparmio arriverà per un terzo dal settore residenziale, per il 40% dai trasporti e per il 25% dall’industria. Completata la trasformazione del parco termoelettrico regionale con l’adozione di nuove tecnologie di alimentazione a metano, la Regione ha guadagnato energia, ridotto le emissioni inquinanti ed equilibrato il bilancio elettrico regionale tra richiesta e produzione. Lo sguardo ora va al fotovoltaico, all’eolico, all’idroelettrico, alla geotermia e alle biomasse tramite i quali l’obiettivo è di ottenere una potenza aggiuntiva di 400 megawatt. Attraverso fattori come i contributi ai privati e alle imprese, la ricerca tecnologica, la promozione di impianti ad alta efficienza energetica, la formazione dei tecnici e l’orientamento dei cittadini La diga di Ridracoli, in provincia di Forlì-Cesena. L’energia idroelettrica è una fonte sfruttata da parecchio tempo in regione, con la creazione di dighe sull’appennino. Nella pagina a fianco, un gruppo di pale eoliche le fonti rinnovabili sono destinate a estendere il loro consenso e dunque la loro applicazione. Il momento è quello giusto, soprattutto per il fotovoltaico: secondo le previsioni di Greenpeace, entro il 2030 l’energia solare fornirà elettricità a due terzi della popolazione mondiale, oltre 4 miliardi di persone. I presupposti fondamentali delle politiche regionali sono educare, informare e comunicare. Lino Zanichelli, Assessore regionale all’ambiente, sa bene che l’Emilia-Romagna non può prescindere da queste premesse: «la nostra Regione ha puntato molto sui comportamenti virtuosi dei cittadini», e fra i vari soggetti in campo «la scuola è stata protagonista con settanta centri di educazione ambientale. Tanti progetti sul territorio per un impegno di circa 10 milioni di euro» e con il coinvolgimento di migliaia di bambini, ragazzi e adulti. Campagne di comunicazione quali “Liberiamo l’aria”, “Acqua risparmio vitale” e “ConsumAbile” sono servite a informare sul «contributo che ognuno di noi può dare all’ambiente», specifica l’Assessore, e a forgiare la consapevolezza che i cittadini sono «i protagonisti del proprio futuro». Gli slogan e i messaggi mediatici rappresentano però soltanto uno degli strumenti usati per avvicinare i cittadini al territorio. Mettere in atto forme di turismo ambientale, dall’ecoturismo agli alberghi ecologici, è il segreto che porta a immergerli realmente nell’ecosistema di cui fanno parte. «Consapevolezza e partecipazione – chiarisce Zanichelli – sono due aspetti essenziali e la tutela delle risorse naturali passa anche da tanti piccoli gesti quotidiani». Complici l’interesse dimostrato dagli operatori turistici e la maggiore propensione a stare a contatto con la natura, in Emilia-Romagna abbiamo 13 parchi regionali, 2 parchi nazionali e 13 riserve naturali. Le risorse loro destinate, quantificabili nel 2007 intorno ai 3,5 milioni di euro, «servono – prosegue Zanichelli - non solo per il finanziamento di parchi e riserve, ma anche per sostenere molti progetti ambientali in campo turistico ed educativo». L’impegno assunto dalla Regione per adottare efficaci strategie di difesa dell’ambiente deve fare i conti con al- LINO ZANICHELLI Assessore all’ambiente e allo sviluppo sostenibile dell’Emila-Romagna, Zanichelli è nato in Argentina nel 1953 da genitori italiani. Ha ricoperto vari incarichi politici e amministrativi, prma di venire eletto in Regione nel 2000. È stato presidente del gruppo Democratici di Sinistra, nonché componente delle commissioni consiliari “bilancio, programmazione, affari generali e istituzionali” e “revisione dello Statuto” ME energie rinnovabili LA FORZA ENERGICA DEL VENTO In alto a sinistra, l’inceneritore del Frullo a Granarolo Emilia (Bo). Sopra, la centrale idroelettrica del Bacino di Suviana, sull’appennino bolognese. cuni problemi che pesano sul futuro in termini economici, ambientali e sociali. A cominciare dall’inquinamento atmosferico. che condividiamo con altri territori del bacino del Po, ed è certamente favorito anche dalle particolari condizioni climatiche. Le polveri fini o PM10, ossia una delle questioni più determinanti nella lotta contro l’inquinamento, hanno spinto l’Emilia-Romagna a investire risorse importanti, a partire dai fondi comunitari, per potenziare la mobilità sostenibile e sostenere l’innovazione energetica. «Nello specifico – spiega Zanichelli - vogliamo rendere più competitivo il trasporto pubblico locale e la ferrovia, estendere l’installazione sui veicoli dei filtri antiparticolato, promuovere i mezzi non impattanti» L’altra seria minaccia è rappresentata dalla CO2, il principale gas serra presente nell’atmosfera: per ridimensionarla la strada da seguire è quella dell’applicazione, in campo industriale e civile, delle fonti energetiche rinnovabili e dell’adozione di criteri di certificazione per le nuove costruzioni. Ne sono una conferma le cosiddette “aree ecologicamente attrezzate”, ossia zone industriali dove vengono applicate le norme e le tecniche più avanzate per prevenire l’inquinamento. E sul capitolo rifiuti 38 l’Assessore Zanichelli ha un invito da fare: «Dobbiamo imparare a ridurne la produzione e recuperare tutto ciò che è possibile, per arrivare a smaltire in sicurezza una quota residua». Per rispondere efficacemente alle sfide ambientali ci vogliono norme e provvedimenti. L’Emilia-Romagna ha pensato a entrambi, ma come riuscire a farli rispettare? «Le regole, - ci spiega l’Assessore all’ambiente - che devono essere sempre più chiare e trasparenti, sono una condizione necessaria ma non sufficiente e vanno accompagnate da adeguati meccanismi di incentivazione e disincentivazione. La tutela ambientale passa soprattutto per la cultura della responsabilità, non già per la paura di una multa ma per un’adesione convinta». E Zanichelli cita l’esempio di quanto fatto per l’acqua, bene prezioso e sempre più scarso: l’Emilia-Romagna è stata, infatti, la prima regione a introdurre «un sistema tariffario che incentiva i gestori, con vantaggi o in caso contrario con penalizzazioni economiche, a ridurre le perdite, a promuovere il risparmio e a fornire un buon servizio agli utenti». In fin dei conti, per cittadini e imprese, la domanda è sempre questa: fareste a voi stessi ciò che fate all’ambiente? Tra gli obiettivi del Piano energetico regionale rientra quello di aggiungere all’attuale produzione di energia eolica altri 20 mw. Il primo grande passo per raggiungerlo è stato iniziare la costruzione del Parco Eolico di Casoni di Romagna I l Piano energetico regionale prevede, tra le altre voci, la valorizzazione in regione delle fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, geotermia, biomasse) per ottenere una potenza aggiuntiva pari a circa 400 mw. Per quanto riguarda l’eolico, ovvero la produzione di energia pulita sfruttando la forza naturale del vento, il Piano si pone come obiettivo quello di aggiungere all’attuale una potenza totale di 20 mw. E pare che si sia molto vicini al raggiungimento della meta. Il 21 ottobre è stata montata la prima pala del Parco eolico di Casoni di Romagna, situato tra il comune di Monterenzio e quello di Castel del Rio, in provincia di Bologna. Il primo dei sedici aerogeneratori che forniranno al- La prima pala del Parco Eolico di Casoni di Romagna l’impianto una potenzialità complessiva di circa 13,6 mw. Una volta terminato, il parco, che avrà un’estensione di circa 4 km, diventerà il più grande del nord Italia. La produzione di energia elettrica dell’impianto di Casoni di Romagna, che dovrebbe essere completato per la fine di dicembre, sarà sufficiente a soddisfare circa il 50 % dei fabbisogni annuali di tutte le abitazioni delle Comunità Montane in cui si trovano i Comuni di Monterenzio e Castel del Rio, si parla quindi di circa 60mila abitanti. Oltre alla costruzione di questo grande sito, si raggiungerà l’obiettivo del Piano grazie a numerose piccole installazioni locali previste dal Programma di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013, che è lo strumento che governerà l’evolversi del sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna nei prossimi sette anni. Il Programma, il cui obiettivo generale è quello di favorire uno sviluppo sostenibile in termini ambientali tale da garantire una maggiore competitività del settore agricolo e la necessaria coesione sociale, permetterà la costruzione di piccoli generatori di energia eolica presso le aziende agricole. Il Parco di Casoni di Romagna è il secondo grande parco eolico della regione, il primo è quello di Monte Galletto, sempre in provincia di Bologna, nel comune di San Benedetto Val di Sambro. Quest’ultimo vanta dieci aerogeneratori, con una potenza complessiva di 3,5 mw ed è in funzione dal 1999. È stato il primo impianto industriale del genere realizzato nell’Italia del nord, grazie all’impegno congiunto di istituzioni pubbliche e imprese private occupate nella diversificazione delle fonti energetiche. Prima tra tutte le energie rinnovabili per il rapporto costo/produzione, l’energia eolica è stata anche la prima fonte energetica rinnovabile usata dall’uomo. La costruzione del Parco eolico di Casoni di Romagna costituisce un grande passo avanti nel reale sviluppo dell’eolico sul territorio dell’Emilia-Romagna. La Regione ha individuato, nel corso di approfondite ricerche svoltesi negli ultimi anni, un’altra dozzina di siti idonei allo sfruttamento dell’energia eolica e, probabilmente, in un futuro prossimo, su alcuni di essi sorgeranno altri aerogeneratori. 39 ME energie rinnovabili OBIETTIVO: RINNOVARE LE ENERGIE Il Piano Energetico della nostra Regione è stato il primo in Italia ad affrontare localmente la complessa “questione energetica”. L’Assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli spiega le strategie del Piano S econdo i dati pubblicati a luglio dal rapporto Enea 2007, la situazione energetica in Italia è soddisfacente. E la notizia, anche se riferita all’anno già trascorso, fa tirare un sospiro di sollievo, allontanando lo spettro di un inverno al freddo e di una Italia prigioniera del metano d’importazione. In un momento caratterizzato da borse in costante perdita e da banche sull’orlo della crisi finanziaria, fornisce un segnale incoraggiante scoprire che nel nostro Paese le fonti rinnovabili sono in continua crescita, specialmente quella idroelettrica, e il numero di impianti fotovoltaici è triplicato. Diminuisce la domanda di energia nel settore civile, si riducono le importazioni di gas naturale, cala il ricorso al carbone nei consumi primari. A fronte di queste positive indicazioni resta invece elevata la domanda di prodotti petroliferi, proveniente soprattutto dal settore dei trasporti, così come rimangono alte le emissioni di gas a effetto serra, concentrate in particolar modo in alcune regioni della penisola. Che si possa fare di più è indiscutibile. Ma per raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, impegno preso da gran parte dei paesi industrializzati per combattere i cambiamenti cli- 40 DUCCIO CAMPAGNOLI Assessore alle attività produttive, sviluppo economico, piano telematico. È nato a Recanati nel 1952 ed è entrato giovanissimo nel sindacato CGIL. È stato eletto in Regione nel ‘95 nelle liste del PDS e nel 2000 nelle liste DS matici, occorre coinvolgere anche le regioni, rivedendone il ruolo e concedendo loro maggiore autonomia. Proprio sulla linea di questo accordo internazionale si muove il Piano Energetico dell’Emilia-Romagna, previsto dalla legge regionale 26 del 2004, la prima in Italia ad affrontare, a livello locale, i temi della complessa “questione energetica”. A spiegare le strategie del piano, che coinvolgerà il settore residenziale, quello dei trasporti e dell’industria, ci pensa Duccio Campagnoli, Assessore regionale alle attività produttive: «L’obiettivo per la nostra Regione è quantificato in una riduzione di circa 7 milioni di tonnellate di CO2 rispetto alle emissioni attuali con al centro in particolare il risparmio energetico, l’uso efficiente dell’energia e la valorizzazione delle fonti rinnovabili». Tempi e investimenti parlano rispettivamente del 2008/2010 come periodo di attuazione del piano e di una stima pari a 5.350 milioni di euro. D’altronde gli obiettivi posti da viale Aldo Moro sono impegnativi: «In termini complessivi – prosegue Campagnoli - si prevede una riduzione dei consumi energetici valutabile in circa un milione e settecentomila tonnellate equivalenti di petrolio all’anno». Il 40% del risparmio energetico dovrà arrivare dal settore dei trasporti dove, malgrado i forti aumenti di prezzo, il petrolio continua a dominare incontrastato. In realtà, l’Emilia-Romagna è sotto questo profilo lo specchio dell’intero stivale dove, rispetto alla media dei ventisette paesi dell’Unione Europea, si registra un maggiore ricorso all’oro nero. L’Assessore Campagnoli punta soprattutto sui servizi di trasporto pubblico locale e sul trasporto merci: «Il Piano prevede interventi per favorire la diffusione di carburanti a basso contenuto di carbonio e di mezzi ad elevata efficienza energetica e ridotte emissioni inquinanti». Ispirandosi poi ai principi della mobilità sostenibile, ossia un sistema di mobilità urbana che coniughi le esigenze individuali e quelle sociali, il diritto alla mobilità e l’inquinamento acustico e atmosferico, il Piano intende concentrarsi su aspetti quali «l’intermodalità, la valorizzazione dei mezzi collettivi, il potenziamento del servizio di trasporto pubblico locale, l’integrazione fra trasporto su gomma e ferrovia, lo sviluppo delle reti di mobilità pedonale e ciclabile», specifica l’Assessore. In attuazione del Piano Regionale Integrato dei Trasporti, sul tavolo del risparmio energetico ci sono anche car-sharing e car-pooling, servizi di condivisione dell’auto, privata e non, tra persone. Nell’elenco dei settori in cui intervenire a favore di una razionalizzazione energetica c’è anche quello residenziale, sotto i riflettori per colpa degli sprechi e dell’inquinamento che genera: buona parte degli edifici pubblici e privati contribuisce, infatti, alle emissioni di anidride carbonica e di polveri sottili. In attesa che il costruire ecologico si trasformi in una pratica diffusa con fabbricati totalmente autosufficienti, l’Emilia-Romagna ha recentemente approvato un provvedimento che stabilisce nuovi requisiti di rendimento energetico per gli edifici, dando così attuazione alla direttiva europea, responsabile di aver introdotto la “certificazione energetica” dei palazzi. Questo strumento fissa alcune importanti norme per la progettazione “energeticamente” consapevole dei nuovi edifici e getta le basi In alto a sinistra, tralicci ad alta tensione e sotto, una centrale elettrica della regione. Sopra, un pannello solare, ovvero un dispositivo che converte la radiazione solare in energia termica 41 ME energie rinnovabili per una intensa attività di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. L’obiettivo è di ridurre del 30% nei prossimi tre anni il fabbisogno del settore. Il Piano punta poi anche sulla riqualificazione energetico-ambientale degli insediamenti produttivi, con lo sviluppo di aree definite “ecologicamente attrezzate”. «Si tratta – specifica Campagnoli - di ambiti specializzati per attività produttive dotati di infrastrutture, servizi e sistemi idonei a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente». Queste aree, caratterizzate da obiettivi prestazionali superiori agli standard energetici, ambientali e urbanistici, agevolano ad esempio la prevenzione e riduzione degli inquinamenti, lo smaltimento e recupero dei rifiuti, il contenimento dei consumi di energia e il suo uso razionale, la valorizzazione delle fonti rinnovabili. Lo sviluppo di queste ultime è, infatti, un altro dei punti chiave del Piano previsto dall’EmiliaRomagna, soprattutto dopo l’approvazione nella primavera del 2007, da parte del Consiglio dei ministri dell’UE, delle politiche europee di promozione della sostenibilità in ambito energetico. Incoraggiando progetti sia a livello degli Enti locali che delle imprese, «la Regione – avverte Campagnoli – individua con molta chiarezza nelle biomasse la fonte rinnovabile in grado di dare il maggior contributo nei prossimi anni e quantifica in 300 MW (megawatt, N.d.A.) la potenza aggiuntiva di tali impianti da realizzare entro il 2010, rispetto al 2000». All’approvvigionamento fornito dalle sostanze di origine animale e vegetale, vanno aggiunti ulteriori 100 MW derivati, come spiega Campagnoli, «dall’idroelettrico, dall’eolico, dal solare e dal fotovoltaico che sta avendo in Regione un enorme sviluppo e consenso sociale». I dati nazionali su questo tipo di energia riferiti ai primi mesi del 2008 attestano che si tratta di un consenso generalizzato: il numero di impianti fotovoltaici entrati in funzione ha raggiunto, a giugno scorso, quota 12.400 con una potenza installata di oltre 130 MW. Buon segno, considerando che la produzione elettrica da fonti rinnovabili sul totale nazionale si è mantenuta stabile intorno al 20%. La Regione, dal canto suo, ha dovuto porre rimedio a «una situazione di bilancio elettrico che segnava nel 42 Glossario Energie alternative - Un modo di ottenere energia elettrica in maniera diversa da quella ottenuta con l'utilizzo dei combustibili fossili, che costituiscono le fonti "non rinnovabili". Le fonti di energia alternativa comprendono una classe più ampia di forme di produzione di energia rispetto alle energie rinnovabili, comprendendo qualunque modo di produzione di energia che non avvenga mediante l'utilizzo di combustibili fossili. Le principali fonti di energia alternativa sono: energia solare - energia ricavata mediante pannelli solari o collettori termici; energia idroelettrica - fonte di energia alternativa che sfrutta il movimento di masse di acqua per produrre energia cinetica; energia geotermica - sfrutta il calore proveniente dal sottosuolo per ottenere energia; energia ricavata da biomassa e biogas (anche biodiesel); energia eolica - converte la forza dei venti o delle correnti in energia, per lo più elettrica; energia del moto ondoso e delle maree - energia ottenuta dalle masse d'acqua sollevate dalle maree o dalle onde di oceani, mari o laghi; energia nucleare sia a fissione che a fusione. Energie rinnovabili - Forme di energia generate da fonti che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono "esauribili" nella scala dei tempi "umani" e, quindi, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future. Energia nucleare - È un tipo di energia alternativa ma non rinnovabile. Con questo termine si intendono tutti quei fenomeni in cui si ha la produzione di energia in seguito a trasformazioni nei nuclei atomici. L'energia nucleare, insieme alle fonti rinnovabili e le fonti fossili, è una fonte di energia primaria, ovvero è presente in natura e non deriva dalla trasformazione di altra forma di energia. Combustibili fossili - Combustibili derivanti dalla trasformazione, sviluppatasi in milioni di anni, di sostanza organica, seppellitasi sottoterra nel corso delle ere geologiche, in forme molecolari via via più stabili e ricche di carbonio. Rientrano in questo campo il petrolio e altri idrocarburi naturali, il carbone e il gas naturale. Sviluppo sostenibile - È una forma di sviluppo che non compromette la possibilità delle future generazioni di perdurare nello sviluppo preservando la qualità e la quantità del patrimonio e delle riserve naturali. L'obiettivo è di mantenere uno sviluppo economico compatibile con l'equità sociale e gli ecosistemi, operante quindi in regime di equilibrio ambientale. ME energie rinnovabili SPIEGARE IL RISPARMIO ENERGETICO Isola Serafini, in provincia di Piacenza, la maggiore fra le isole del Po. Vi si trova la centrale ad acqua fluente più grande d’Italia, che produce energia sfruttando il dislivello creato da un doppio sbarramento 1990 un deficit di circa il 60%” e che nel 2007 si è ridimensionato su un import netto di poco inferiore al 13%. Questa sensibile evoluzione è stata resa possibile dal “programma di riqualificazione, repowering e ambientalizzazione del parco termoelettrico esistente», conclude l’Assessore. Un Piano Energetico Regionale così elaborato ha però bisogno dell’apporto di tutti e la sua applicazione deve procedere di pari passo con l’innovazione. In altre parole, occorre fare ricerca. Malgrado le difficoltà innescate dalla odierna recessione economica, Campagnoli ha una ricetta ben precisa: «Il filo conduttore della politica energetica regionale è l’attivazione di uno sforzo collettivo di ricerca, sviluppo, dimostrazione, diffusione di sistemi ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale». L’impegno è orientato in particolare verso la bioedilizia, il solare termico e fotovoltaico, il telecontrollo e la telegestione di impianti e processi. Infine, innovazione fa rima con comunicazione: i provvedimenti presi dalla Regione devono accompagnarsi ad azioni di educazione all’ambiente, alla cultura del risparmio energetico e del consumo responsabile. Per questo motivo, Duccio Campagnoli tiene a sottolineare che «il Piano Triennale prevede una serie di iniziative per favorire la diffusione dell’informazione», dall’assegnazione di premi regionali alla realizzazione di progetti nelle scuole, e la partecipazione alle manifestazioni che valorizzano le fonti rinnovabili di energia. 44 Legambiente E-R promuove da diversi anni campagne per il risparmio energetico e iniziative per sensibilizzare i cittadini, a cominciare dalle scuole. Ne abbiamo parlato con Massimo Becchi, segretario dell’associazione S ul suo sito internet si legge a chiare lettere che agisce “in nome del popolo inquinato”. Dalle campagne di educazione ambientale alla valorizzazione del risparmio energetico, dai rilevamenti sull’inquinamento alle iniziative in difesa del consumatore, Legambiente ha fatto spesso sentire la sua voce. Anche in Emilia-Romagna, dove ha trasferito su dimensione locale i suoi propositi di tutela dell’ambiente, del territorio e degli animali, primo fra tutti l’uomo, e dove è tuttora impegnata in azioni di comunicazione e in proposte e sperimentazioni concrete. L’associazione promuove, fra l’altro, l’impiego di energie alternative e rinnovabili. I dati, a questo proposito, sono affidati alle parole di Massimo Becchi, Segretario di Legambiente Emilia-Romagna. In che entità la nostra regione fa ricorso alle energie rinnovabili? La produzione energetica regionale, così come riportata dal Gestore dei Servizi elettrici nel suo rapporto sulle fonti rinnovabili, con dati al 31 dicembre 2007, è costituita da: eolico (3,5 MW), idrico (290 MW), solare (7,2 MW) e biomasse (204 MW). Il totale è di 504,7 MW di energia prodotta da fonti rinnovabili, a fronte di 4,517 MW (dato 2003) prodotta dal termoelettrico. Il dato certamente più variabile è il solare fotovoltai- mio energetico, l’uso efficiente dell’energia, la sua autoproduzione e infine la riduzione delle emissioni di gas serra. Le risorse stanziate sono di 15 milioni di euro e gli aiuti possono essere concessi per progetti di investimento superiori ai 100mila euMassimo Becchi, ro. I privati stanno invece usufruensegretario regionale di Legambiente do in modo cospicuo sia del conto energia per il solare fotovoltaico che del 55% di detrazione fiscale per interventi che consentono di ridurre la dispersione termica, Quale tipo di energia viene più utilizzato? per l’installazione di pannelli solari e la sostituL’Emilia-Romagna ha sviluppato negli ultimi zione di vecchie caldaie con quelle nuove. anni soprattutto l’energia da biomasse, mentre gli incentivi hanno fatto decollare l’installazione Qual era la situazione in regione prima deldi pannelli fotovoltaici e le detrazioni fiscali l’approvazione del Piano Energetico? quelli solari termici. L’idroelettrico è una fonte Dagli anni settanta a tutti gli anni novanta al sfruttata da oltre un secolo con la creazione di risparmio energetico non è stata praticamente dighe in Appennino. Sono quasi un centinaio prestata attenzione. Il prezzo delle fonti energeoggi le richieste avanzate da società private per la tiche ha favorito un’edilizia molto dispendiosa. costruzione di minicentrali idroelettriche: la cen- Quella civile, in particolare, è una delle fonti di trale può essere tanto più potente quanto è mag- maggior spreco energetico del nostro Paese, giore il salto idraulico o la portata. Ad esempio, tanto che attualmente la spesa energetica di a Isola Serafini nel piacentino, sul Po, c’è la cen- un’abitazione costituisce una delle uscite più sitrale ad acqua fluente più grande d’Italia. gnificative delle famiglie dopo il mutuo. L’aumento del costo dei combustibili fossili e una Cosa pensa del Piano Energetico Regionale? diversa cultura del vivere hanno invece innescaÈ stato adottato molto tardi, tanto che i dati to una nuova filosofia del costruire con matein esso contenuti sono riferiti al 2003 mentre riali e tecnologie a basso consumo energetico. l’adozione definitiva è di novembre 2007. Questo ha svuotato il piano di significati, aven- A riguardo, attraverso quali azioni Legamdo già costruito o autorizzato tutti gli impianti biente è attiva sul territorio? termoelettrici in regione prima dell’adozione Legambiente promuove da anni sia campadel documento. La nostra proposta era fondata gne per il risparmio energetico che iniziative sul fatto che la costruzione di nuovi impianti a per sensibilizzare i cittadini e gli amministratofonti fossili fosse valutata in base alla produzio- ri sugli effetti dei cambiamenti climatici, due ne di energia da fonti rinnovabili, costringendo argomenti che vanno di pari passo e sono i gestori a produrre energia non solo da fonti strettamente intrecciati. Attualmente nella notradizionali e premiando quelli con il miglior stra regione è attiva un’intesa con la federaziorapporto tra fonti rinnovabili e fonti fossili. ne delle Banche di Credito Cooperativo, attraBandi, incentivi e detrazioni rappresentano verso le singole banche associate, che prevede la possibilità di finanziamenti a tassi agevolati un grande impulso al risparmio energetico. per l’installazione di impianti che producono La Regione, dopo l’approvazione del Piano, ha attivato bandi di finanziamento rivolti a vari energia da fonti rinnovabili, uno strumento molto apprezzato sia dalle imprese che dai citsoggetti promuovendo le buone pratiche, l’effitadini che in questo modo possono accedere a cienza e l’uso delle fonti rinnovabili. Nel luglio finanziamenti altrimenti troppo costosi. Molte di quest’anno è stato pubblicato un bando per iniziative nelle scuole sono poi finalizzate alle promuovere la qualificazione ambientale ed buone pratiche per il risparmio energetico, che energetica del sistema produttivo regionale attraverso il sostegno a interventi di piccole e me- noi consideriamo la prima e più importante “fonte di energia”. die imprese finalizzati a promuovere il risparco: al 1° settembre 2008 in EmiliaRomagna erano stati installati 1.182 impianti per un totale di 7,4 MW, ossia il 10,2% del totale di energia prodotta in Italia con questa tecnologia. In questo quadro va considerato che la Regione nel 2003 era in deficit del 16,5% del suo fabbisogno, deficit in buona parte colmato se si pensa che solo tre anni prima era del 50,1%. ME web L’EMILIA - ROMAGNA IN UN CLICK Sono tantissimi i siti web che riguardano la nostra regione. Ma non tutti sono interessanti allo stesso modo e di facile consultazione. Abbiamo provato a navigare all’interno di alcuni di essi. Ecco quali vi consigliamo di tenere d’occhio di BIAGIO COSTANZO E ra inevitabile che una Regione come l’Emilia Romagna, cosi ricca di Storia, Arte, Cultura, e non da ultima, una Gastronomia di tutto rispetto, avesse nel suo corrispettivo virtuale della Rete una miriade di Siti Web, altrettanto copiosi di informazioni che la riguardano. Una tale messe di dati difficilmente è gestibile per i Navigatori non esperti. Riuscire poi nell’arduo compito di scovare proprio le informazioni che ci servono, pur con l’ausilio dei motori di ricerca, non risulta facile. A tal proposito, quel che vi proponiamo qui di seguito, è una sorta di vademecum da tenere a portata di click per una rapida consultazione. 46 Siti che abbiamo ritenuto di maggiore interesse sia per chi cerca informazioni che riguardino i “servizi sociali” e sia per chi invece punta ad attività più ricreative. http://www.regione.emilia-romagna.it/ Sito Istituzionale della Regione Emilia-Romagna, che è in realtà un vero e proprio Portale da cui accedere a diversi “servizi”, diviso strutturalmente in tre colonne principali. Ma prima di addentrarci nel sito, dalla stessa Home page, diamo un’occhiata in alto a sinistra, dove è visibile un primo menù orizzontale in cui spicca il link all’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico, il cosidetto URP, dalla quale pagina (http://www.regione.emilia-romagna.it/urp/) è possibile poi accedere alle novità che riguardano l’Ambiente, il Lavoro, la Sanità, la Scuola e i Trasporti. Utile la pagina dedicata alle domande più frequenti (le cosiddette Frequently Asked Questions) consultabile all’indirizzo: http://www.regione.emiliaromagna.it/wcm/urp/pagine/faq.htm. Un secondo Link riguarda una Guida agli Uffici della Regione, per conoscere tutti i componenti della Giunta Regionale. E veniamo al sito vero e proprio. Una prima navigazione per argomenti, attraverso un menù a discesa nella sezione “per i cittadini”, in cui si sceglie tra agricoltura e alimentazione, imprese, politiche sociali, lavoro ed altro ancora. Nel menù di sinistra sottostante sono disponibili i link ad altri siti istituzionali. Scorrendo la pagina più in basso i “servizi on line” con quelli che sono sia gli aspetti culturali che quelli più propriamente burocratici. La colonna centrale è dedicata alle News della settimana, con una sezione apposita sull’attualità, i convegni e gli eventi della Regione. Nella colonna di destra, la rubrica Primo Piano propone le iniziative culturali ancora in corso, mentre più in basso sono disponibili i links ai portali tematici. http://www.emiliaromagnaturismo.it/ manco a dirlo è dedicato al turismo nella regione. Anch’esso diviso in tre colonne verticali: di cui la prima a sinistra con le sezioni: ”artigianato artistico di tradizione”, enogastronomia, e con la possibilità, all’indirizzo http://www.emiliaromagnaturismo.it/temi/altri-temi.htm di scoprire itinerari alternativi. La colonna centrale, seguendo uno schema ormai collaudato, riguarda le News, aggiornata con le proposte che la regione offre: dalle fiere gastronomiche, a quelle sull’antiquariato, dagli appuntamenti con il teatro e la musica in genere fino alle fiere promozionali. A destra un invito a scoprire la regione che altro non è che una raccolta di link a siti esterni che riguardano la Costa Adriatica, il turismo sugli appenini, le “città d’arte”, e non ultimo uno sguardo al benessere con i siti dedicati alle Terme. Ma se tutto questo vi appare come troppo ridondante, nel menù in alto, un utile motore di ricerca interno vi dà la possibilità di trovare informazioni che riguardano i trasporti, gli web Il meglio del web I siti riguardanti l’Emilia-Romagna sono ormai tantissimi e trattano gli argomenti più svariati, dalla cultura all’economia, dalla gastronomia all’ambiente. Noi ne abbiamo selezionati alcuni:http://www.regione.emilia-romagna.it/ http://www.cittadarte.emilia-romagna.it/ http://it.wikipedia.org/wiki/Emilia-Romagna http://www.emiliaromagnasociale.it/ http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/ http://www.emiliaromagnalavoro.it/ http://www.rer.camcom.it/ http://www.arpa.emr.it/ http://www.comuni-italiani.it/08/index.html alberghi, ed eventi a vostra scelta, inserendo la comunità che più vi interessa. http://www.cittadarte.emilia-romagna.it/ Elegante nell’aspetto e curato anche nei dettagli questo sito mantiene le promesse quanto ad impatto iniziale. Realizzato utilizzando la Tecnologia Flash Player, ha un tipo di navigazione verticale, in cui è possibile scegliere da subito nella stessa home page di quale città vogliamo conoscerne tutti gli aspetti. Se poi invece vi interessano gli eventi culturali in tutta la Regione, allora basta scorrere la pagina più in basso: una nutrita sezione, “News ed eventi nelle città dell’arte”, è costantemente aggiornata. Per chi cercasse informazioni di carattere generale sull’Emilia romagna segnaliamo l’omnipresente wikipedia all’indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/Emilia-Romagna dove è possibile reperire notizie di carattere storico, geografico, demografico, sul clima, l’economia, l’agricoltura e l’artigianato e perfino l’Amministrazione Pubblica. http://www.emiliaromagnasociale.it/ è espressamente dedito alle informazioni riguardanti tutti gli aspetti “sociali”: dai servizi di assistenza offerti dal territorio alle famiglie, all’infanzia, ai giovani, agli anziani, ai disabili. Utili le sezioni dedicate al Servizio Civile da espletare nella stessa Regione, all’immigrazione, reperibile all’indirizzo http://www.emiliaromagnasociale.it/wcm/emiliaromagnasociale/home/immigrazione.htm (da segnalare la Costituzione Italiana in tutte le lingue più diffuse), fino alle problematiche sociali più profonde: il cosidetto “disagio minorile”, la prostituzione e il carcere. Seguendo l’ormai consueta divisione in tre colonne verticali, i curatori del sito hanno voluto nella colonna centrale le notizie e gli appuntamenti in agenda, ponendo l’accento espressamente su seminari, convegni ed agli “sportelli sociali”. http://www.visitemiliaromagna.com/ è un altro sito turistico, che strizza l’occhio alle offerte commerciali in particolar modo dei ristoranti e degli alberghi. Non da meno offre la possibilità di coniugare altresì un sano riposo in una località a nostra scelta senza disdegnare gli eventi culturali, con un menù sugli “Eventi in evidenza” in tutte le città emiliano-romagnole. http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/ dell’Istituto per i Beni Artistici e Culturali dell’Emilia-Romagna. Molto curato nei contenuti offre informazioni approfondite anche al navigatore meno esperto su quelli che sono gli aspetti più diversi della “cultura” regionale. Vengono esaminati i “Musei e i beni culturali”, i “Beni Librari e documentari”, i “Beni Architettonici ed ambientali” ed altro ancora. In basso cliccando su “Mostre virtuali” è possibile visitare virtualmente i musei, previa installazione di un piccolo programma. Immancabile una sezione dedicata alle news sulla destra della Home page con iniziative culturali di carattere storico, letterario, artistico ed altro ancora. Molto interessante http://www.emiliaromagnalavoro.it/ che esamina le possibilità lavorative nella regione. Dalla Home page si accede facilmente all’interno scegliendo un percorso su consiglio degli stessi curatori: l’apprendistato, i lavoratori atipici, le pari opportunità solo per citarne alcuni. Particolarmente interessante e ricco di notizie il menù a destra offre link a pagine interne dedicate espressamente alla Formazione, all’apprendistato, (da non confondere con un altro link sullo stesso argomento citato poc’anzi). Fra i siti più propria- ME mente dedicati ai servizi al cittadino ricordiamo: http://www.rer.camcom.it/, della “Unione delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna”, http://www.arpa.emr.it/, della Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia-Romagna, con questa pagina http://www.arpa.emr.it/SIM/, particolarmente curata che non tratta solo di previsioni meteo, ma perfino della rivelazioni sui pollini, sulla qualità dell’aria e sul monitoraggio dei corsi d’acqua; http://www.comuni-italiani.it/08/index.html vero e proprio portale che non si distingue certo per l’estetica ma piuttosto per l’utilità dei suoi links. Impossibili elencarli tutti: basti pensare che si va dalle notizie sulle singole città all’elenco delle Banche fino ai gemellaggi dei Comuni. Consapevoli del fatto che un navigatore su internet magari abbia più voglia e disponibilità nel cercare siti che riguardano il tempo libero o il semplice divertimento, abbiamo voluto porre l’accento su quelli che abbiamo ritenuto “siti di pubblica utilità”, di cui per pigrizia o per una semplice mancanza d’informazione ne ignoriamo l’esistenza. Il tutto sperando che riscuota il vostro interesse. Buona lettura ! 49 ME di notte PARMA BY NIGHT Una bella città emiliana illuminata dai lampioni. Osterie tradizionali mescolate a locali chic e alla moda. Tanta gente che ha voglia di divertirsi e stare insieme. Tutto questo, e molto altro, è la movida parmense di CATERINA TONON L a chiamano “movida”, un appellativo che qualcuno potrebbe trovare esagerato per riferirsi a una città operosa e tranquilla come Parma. Eppure, dal tardo pomeriggio in poi, l’afflusso di persone tra le centralissime piazza Garibaldi e via Farini è tale da far sembrare che tutta la città si sia data appuntamento in una manciata di metri quadri. In strada si sentono chiacchiere disimpegnate e risate festose, ghiaccio che tintinna nei bicchieri e programmi per la serata appena iniziata. E musica di tutti i tipi che esce dai numerosi locali che punteggiano la zona. In mezzo a tanti wine bar dallo stile moderno e minimalista, c’è una bella osteria che da poco ha compiuto quarant’anni, l’Enoteca Fontana. Molto frequentata – ma con un po’ di pazienza un posticino lo si trova sempre – l’osteria più famosa della città offre vini di qualità a un prezzo onesto, clima amichevole e atmosfere calde, al riparo dalla musica spaccatimpani dei locali attigui. La clientela è democratica: giovani e meno giovani, studenti squattrinati e professionisti, coppie e gruppi di amici si ritrovano seduti fianco a fianco – spesso i tavoli sono in condivisione – per gustare 50 vini e tartine. Tra i panini, che tagliati a quadretti diventano un ottimo aperitivo, c’è l’imperdibile Principe, specialità dell’osteria a base di parmigiano non stagionato e affettati. Qualche metro più in là, proprio all’inizio di via Farini, i palati più esigenti troveranno sicuramente appagamento al Tabarro, un’osteria accogliente e raffinata, luogo ideale per chi rifugge i locali troppo rumorosi, i cocktail color rosa shocking e le atmosfere patinate. Il Tabarro, frequentato da una clientela ricercata ma molto alla mano, propone una carta dei vini mai banale – che il titolare è sempre disponibile a illustrare con sapienza e passione – e qualche tavolo per gustare l’ottima selezione di af- I locali più cool Enoteca Fontana Via Farini 24/A, Parma Tel. 0521.286037 Tabarro - Enoteca e Degustazioni Via Farini 5, Parma Tel. 0521.200223 Cuore&Ombra Piazza Garibaldi 19/E, Parma Tel. 0521.386628 XX Settembre - Osteria e Cantina Via XX Settembre 8, Parma Tel. 0521.385594 Discoteca Dadaumpa Via E.Lepido 48, Parma Tel. 0521.483813 In alto: a sinistra, un gruppo suona dal vivo al ristorante wine bar XX Settembre; a destra, il sushi preparato al Cuore&Ombra. Sopra, un dj della notte parmense fettati e formaggi, accompagnati da deliziose marmellate e mostarde e da pane profumato. Se invece si ha voglia di immergersi in un contesto più mondano, nell’attigua piazza Garibaldi si trova Cuore&Ombra, un locale che coniuga buon bere e cucina giapponese. Aperto da pochissimo, ha subito conquistato i parmigiani, che ogni sera affollano le sale dallo stile minimal chic per gustare il cibo sempre freschissimo preparato dai cuochi rigorosamente made in Japan. Si può scegliere Cuore&Ombra per l’aperitivo, a base di ostriche, champagne e assaggi di piatti tipici, e proseguire con la cena gustando alcune delle prelibatezze tra le ricche proposte del menù, tra cui non possono mancare svariati tipi di sushi e sashimi. In alternativa, la zona offre diverse trattorie tipiche che conservano ancora il fascino di un tempo, in cui assaggiare specialità parmigiane come torta fritta e salumi, tortelli, anolini in brodo e punta di vitello. Non mancano locali più “sperimentali”, in cui i piatti tradizionali si arricchiscono con estrose reinterpretazioni, per sorprendere il palato con nuovi e interessanti sapori. A questa categoria appartiene il XX Settembre, situato nella via omonima, ristorante e wine bar dall’atmosfera sobria e rilassante, ideale anche per un dopocena romantico o per una serata a base di musica dal vivo tra jazz e bossanova. Chi preferisce trascorrere una nottata più scatenata, troverà quello che cerca al Dadaumpa, una discoteca con ristorante che negli ultimi dieci anni non ha mai smesso di fare tendenza. Ricavato in un rustico elegantemente ristrutturato appena fuori dal centro, il locale è indicato per i gruppi e le compagnie in cerca di un sound sempre attuale, ma senza dubbio azzeccato anche per le coppie, che possono cenare a lume di candela ascoltando buona musica. 51 ME notizie dalla Regione PROVINCIA DI BOLOGNA Un network dei Comuni bolognesi e stranieri gemellati All’inizio del mese di ottobre si sono svolti, su iniziativa della Provincia, alcuni incontri tra gli Amministratori di 18 Comuni bolognesi e di 23 municipalità “gemelle” di diversi paesi europei. Gli incontri ahnno avuto lo scopo di cominciare a mettere i primi paletti di una vera e propria rete di Comuni gemellati. Al progetto, che si chiama Europe2gether, ed è cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma L’Europa per i cittadini, collaborano anche Interporto Bologna Spa, PromoBologna e Università di Bologna. L’obiettivo è quello di rafforzare le relazioni internazionali avviate con i patti di gemellaggio creando un network stabile in grado di produrre progetti e iniziative nell’ambito economico e culturale. PROVINCIA DI REGGIO EMILIA L’Enza restituito ai reggiani PROVINCIA DI RIMINI Un contributo per pagare le bollette dell’acqua Il mese scorso la Provincia di Rimi ha comunicato che, nel corso dell’ultima assemblea Ato, l’Agenzia d’Ambito Territoriale Ottimale, sono stati stanziati 100mila euro per le utenze in difficoltà economiche per contribuire ai pagamenti delle bollette idriche. I fondi sono destinati a tutti i comuni della provincia di Rimini attraverso i modelli Isee (Indicatore di stato economico equivalente). Le famiglie interessate saranno circa mille. Alla conferenza stampa hanno aprtecipato Ferdinando Fabbri, Presidente della Provincia di Rimini e il Direttore di Ato. PROVINCIA DI BOLOGNA Il Futa Point È stato inaugurato nei mesi scorsi il Futa Point, punto di informazione culturale e enogastronomica, che si trova a Monghidoro sulla Strada della Futa SP 65 al Km 63 loc. cà del Costa. Il Comune di Monghidoro ha realizzato in collaborazione con un imprenditore locale, una struttura che ha lo scopo di valorizzare e promuovere il territorio e i suoi prodotti. Un luogo situato in una posizione strategica a pochi metri dal confine Tosco-Emiliano, nato dalla consapevolezza della necessità di fornire, a chi percorre la Futa, informazioni utili e di promuovere un territorio pieno di storia e ricco di bellezza naturale. REGIONE EMILIA - ROMAGNA Accordo per valorizzare i documenti storici della Regione È stato presentato il mese scorso un accordo regionale per valorizzare i documenti storici dell’Emilia – Romagna. Gli inventari di archivi riferiti a significative realtà economiche, istituzionali e culturali modenesi, ancora inediti al pubblico, saranno riordinati e pubblicati on line sul portare dell’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia – Romagna, così da agevolare la ricerca da parte degli studiosi. In particolare sarà possibile avere una mappatura del contenuto degli archivi in un’unica schermata, senza doversi recare di persona presso le sedi potenzialmente depositarie del materiale ricercato. Si tratta del primo importante risultato messo a segno da Archivi – A – Mo, progetto triennale promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena a partire dal 2007, finalizzato alla conservazione e alla valorizzazione delle fonti documentarie del territorio. Il 18 ottobre, a Montecchio, l’architetto tedesco Andreas Kipar ha presentato il Piano Strategico Valle dell’Enza 2010, ovvero cave trasformate in poli per il tempo libero, aste fluviali che tornano ad essere aree per la balneazione e i poli produttivi che diventano elementi di attrazione e promozione di qualità. Un vero e proprio parco fluviale nell’Enza, in modo da restituire il fiume ai reggiani. Per dichiarazione stessa dell’architetto che ha elaborato questo Piano su richiesta della Provincia: «un manifesto progettuale, un palinsesto capace di accogliere scenari inediti, prefigurare possibili soluzioni, aperte e reversibili, sperimentazioni ed esplorazioni di tematiche inerenti la valorizzazione e la fruizione del paesaggio fluviale, applicazione di un modello progettuale innovativo anticipatorio del tema centrale della Biennale del Paesaggio del 2010 che riguarderà proprio il Fiume Enza». PROVINCIA DI PARMA Un ponte per il Parmense Sabato 4 ottobre è stato inaugurato e aperto al traffico il nuovo ponte fra Collecchio e Medesano, che ha cambiato l’assetto infrastrutturale del Parmense. Significativo il miglioramento delle comunicazioni del territorio, grazie a questa grande opera realizzata dalla Provincia grazie ad un investimento di 40 milioni di euro. Costruito a tempo di record (i lavori hanno preso il via nel novembre del 2005), l’opera è stata finanziata dalla Regione Emilia – Romagna per oltre 25, 8 milioni di euro e da Anas Spa per 14, 6 milioni di euro. Mentre progettazione e direzione dei lavori sono stati eseguiti dalla Provincia di Parma. Nella costruzione della struttura, lunga 1175 metri, che travalica A15 e il fiume Taro, sono state utilizzate tecnologie rispettose dell’ambiente ed è stato ridotto al minimo il tempo di lavoro nell’alveo, fattore che ha consentito di causare il minor disagio possibile in questa zona di pregio naturale. BUDRIO Provincia RICCA DI STORIA E CULTURA Una piccola città d’arte e cultura a due passi da Bologna. Budrio è un luogo vitale e inaspettato per le tante cose che offre anche ai turisti più esigenti. Ne abbiamo parlato con il Sindaco, Carlo Castelli di CRISTIANA ZAPPOLI S ituato circa 18 chilometri ad est di Bologna, Budrio è un comune della seconda cintura metropolitana che vanta ben 17000 abitanti. Ha origini molto antiche, risale infatti al VI secolo A.C., e il suo nome deriva da Butrium, toponimo molto diffuso in Italia fin dall’antichità, che significa luogo fertile e ricco di pascoli, ma anche zona di bosco o terreno acquitrinoso. Ipotesi, quest’ultima, decisamente probabile visto che in età tardoantica vi giungevano per via d’acqua le navi dal porto di Ravenna. Si può sicuramente definire come una piccola città d’arte, con il suo centro storico ricco di luoghi da visitare: il Palazzo Comunale, chiamato “Palazzo Torre”, che risale al secolo XIV, quando sorse il primo edificio del complesso, la Torre detta ora dell’Orologio; la Chiesa Arcipretale di San Lorenzo, restaurata nel XVIII Carlo Castelli, secolo, che conSindaco di Budrio dal 2002 serva al suo in- terno un affresco del ‘400 e le pale d’altare di epoca cinque-seicentesca; la Chiesa di San Domenico, dove sono custodite preziose tele seicentesche. E se si parla di cosa vedere a Budrio, non si può non citare il complesso del Floriano: la cosiddetta “Versailles bolognese”, l’Aurelio, il complesso acquistato dai signori Cospi da Aurelio Malvezzi, il Palazzo Oderici, detto Palazzo di Sopra, dove nel settecento si riuniva l’Accademia letteraria dei Notturni, animata da Prospero Ferdinando Ranuzzi. Si potrebbe proseguire ancora citando i suoi musei e il suo teatro settecentesco, che offre ogni anno una stagione ricca di spettacoli. Le attrattive per i turisti, quindi, non mancano. E certamente Budrio non si fa mancare nulla neppure dal punto di vista imprenditoriale, toccando punte di eccellenza nel settore agroalimentare e in quello protesico: il Centro Protesi di Vigorso di Budrio è conosciuto e rinomato in tutta Europa. 55 Provincia BUDRIO Per comprendere a fondo quali sono i punti di forza di Budrio e per saperne di più del suo territorio, abbiamo incontrato il Sindaco della cittadina, Carlo Castelli, in carica dal 2002. Sindaco Castelli, definirebbe Budrio un interessante centro da visitare? Budrio, la cui origine risale al VI secolo a.C., è un comune ricco di storia e di cultura con un bel centro storico ed un teatro del Settecento, un territorio che reca ancora visibili le tracce della centuriazione romana, con ville e residenze nobiliari, di cui la più famosa è Villa Malvezzi, che rendono evidente il legame storico con Bologna. Siamo uno dei pochi comuni di medie dimensioni, 17 mila abitanti, che possiede quattro musei: la Pinacoteca, il Museo archeologico, quello dei Burattini e dell’Ocarina, uno strumento originale di terracotta a fiato, che è stato inventato oltre 150 anni fa nel mio paese. Quali sono i suoi punti di forza? Oltre alla storia, direi la coesione sociale ed un tessuto qualificato di piccole e medie imprese, con punte di assoluta eccellenza nelle macchine agricole, nell’agroalimentare, nella protesica. Come fare per apprezzare attività e produzioni tipiche della vostra zona? Abbiamo progetti territoriali, in parte già avviati, per valorizzare la patata DOC budriese e l’attività della protesica. Approveremo a breve, e in via definitiva, il progetto del Polo Agroalimentare e daremo continuità ai progetti di protesica, dopo il laboratorio di ricerca e trasferimento tecnologico già attivo al Centro Protesi Inail di Vigorso, con nuovi programmi di formazione, accoglienza in questo settore e, fra tre anni, alloggi domotici per aiutare l’autosufficienza delle persone diversamente abili. Secondo lei, quanto conta la comunicazione organizzata da un Comune per far conoscere quello che un centro come Budrio può offrire? Il nostro Comune si avvale di due validi strumenti di Comunicazione: il notiziario mensile ed il sito web. Entrambi questi strumenti monitorizzano e comunicano il territorio e sono continuamente aggiornati per poter fornire ai cittadini uno strumento completo e puntale. Ci avvaliamo anche di una newsletter elettronica e di un servizio SMS atto ad avvisare i cittadini delle iniziative più importanti e delle comunicazioni urgenti relativi alla viabilità, ai servizi ma anche agli eventi culturali di maggior spessore. Dall’apprezzamento espresso dai cittadini per questo servizio si evince che la comunicazione tra Amministrazione e Cittadino, soprattutto se di qualità e tempestivamente aggiornata, è uno strumento che permette di creare un rapporto di fiducia e di collaborazione, di prevenire i disagi, di individuare le aspettative della cittadinanza e soddisfarle. Aspettando il Natale... Pensa per tempo ai tuoi regali Da Daniela troverai un vasto assortimento di intimo e pigiameria uomo e donna delle migliori marche DOLCE E GABBANA - D & G - ARMANI - JUST CAVALLI - REPLAY - MISS SIXTY PARAH - AUBADE - LEJABY -PALADINI - LIU JO - JULIPET - FILA - VERDE VERONICA Dal 15 novembre 2008 al 15 dicembre 2008 In qualità di sindaco, su cosa sta puntando per far conoscere Budrio? li potrai avere col Ho già indicato le iniziative strutturali, ma aggiungo che con la Fiera di Primavera, l’Autunno Agricolo budriese, che organizziamo insieme alla Pro Loco, la valorizzazione del Teatro e le sue attività, siamo in grado di attirare i cittadini dei paesi limitrofi e del Capoluogo che vengono a Budrio in queste occasioni e ritornano perché si sono trovati bene. Saranno confezionati Come considera la qualità della vita a Budrio? Una buona qualità della vita, in un paese fino ad ora relativamente sicuro e tranquillo, dotato di buoni servizi scolastici, dall’asilo nido alle scuole superiori, ospedalieri, di buoni trasporti, con il servizio ferroviario metropolitano che si sta elettrificando con treni elettrici. In cinque anni siamo cresciuti di 2000 residenti: sintomo che la qualità di vita è soddisfacente. 10 % di sconto. in modo accurato e personalizzato VIENI A TROVARCI! NE VARRÀ LA PENA Se avesse maggiori mezzi di quelli che ha a disposizione, cosa le piacerebbe fare nella sua città? Il Teatro Consorziale di Budrio 56 So bene le cose che devo fare con assoluta priorità, come un nuovo polo scolastico comunale, l’ammodernamento della rete fognaria e la manutenzione di molte strade e piazze. Mi piacerebbe avere risorse per un bel piano di arredo urbano e per realizzare una diffusa rete di piste ciclabili anche per collegare Budrio capoluogo alle frazioni. Via Gramsci, 1/B - Tel. 051.824789 Corso Italia, 132 - Tel. 051.826102 40017 S. Giovanni in Persiceto (Bo) GUSTO Provincia IN NOME DELLA TRADIZIONE Prodotti tipici, piatti della tradizione riletti in chiave moderna, piccoli produttori. Ce ne parla Bruno Barbieri, uno dei più importanti Chef italiani di fama internazionale di AZZURRA D’AGOSTINO L a cucina emiliana affonda le sue radici in una tradizione antica, regalando all’Italia e all’estero grandi piatti che ancora oggi sono apprezzati sulle tavole di tutto il mondo. Abbiamo deciso di affrontare il tema della realtà gastronomica del nostro territorio e dei suoi rapporti con la cucina mondiale assieme a un cuoco d’eccezione: Bruno Barbieri, sette stelle Michelin nella sua trentennale carriera e attualmente Chef del Ristorante Arquade di Pedemonte (VR). Emiliano di origine («di Medicina esattamente, paese famosissimo per le cipolle… quindi non potevo fare altro che il cuoco!» dice ridendo), Barbieri ha girato l’intero globo e rinnovato la fama della cucina italiana con un sapiente dosaggio di tradizione e innovazione. Attento alla qualità, promuove l’uso di prodotti biologici e dispensa consigli Bruno Barbieri, nato da Gambero Rosso a Medicina (Bo), è Channel su come prepaattualmente lo Chef del Ristorante rare ottime pietanze Arquade a Verona spendendo poco. Partiamo dalla cucina bolognese. La tradizione come entra nei suoi piatti? In modo molto forte, anche se in questi ultimi anni la cucina italiana in generale è cambiata molto, si è molto evoluta e modernizzata. Penso ci sia la necessità di fare una cucina al passo coi tempi, però ricordandosi sempre da dove si è partiti, non dimenticando che si è italiani. In riferimento alle nostre zone qual è il piatto più significativo? Tutto sommato un piatto di tagliatelle non si dimentica mai! Giro per il mondo da moltissimi anni però… “le tagliatelle sono le tagliatelle”, qualcosa che mantengo sempre nei miei menù e che quando faccio serate all’estero cerco di proporre anche a stranieri. Solitamente con gran successo. Ha dichiarato che sua nonna era una grande cuoca… una passione antica? Mio padre avrebbe voluto che facessi l’ingegnere, ma io seguivo volentieri la nonna che era perpetua in una piccola chiesetta sulle col59 Provincia line bolognesi e aveva una grande passione per la cucina. A cinque o sei anni mangiavo già tagliatelle con il tartufo per cui sono cresciuto col gusto per la buona tavola! Ho dei ricordi bellissimi, come il rito di chiudere i tortellini la domenica, o il rubare la crosta delle lasagne - che è la cosa più buona della lasagna. Mia nonna faceva il pane tutti i giorni ed è stata lei a trasmettermi la cura nel cucinare per gli amici e per le persone a cui voleva bene, che è quello che io cerco sempre di fare. Oggi però tutto è molto veloce e non è realisticamente possibile dedicare molto tempo alla cura in cucina… È ovvio, una persona che lavora tutto il giorno non può trovare il tempo per far cuocere un ragù cinque o sei ore. Però ci sono delle tecniche innovative, che riguardano ad esempio il taglio delle carni e le modalità di cottura. Bisogna poi tenere conto del fatto che è cambiata anche la materia prima, e anche questo incide su ciò che finisce in tavola. Anche i gusti sono cambiati: è aumentata la voglia di pesce, di crudo, di prodotti esotici… anche se bisogna sempre avere rispetto di ciò che abbiamo intorno, bisogna ricordarsi che il mare non è una fabbrica e che bisogna rispettare tempi e ambienti. Tutte queste cose, che sembrano piccolezze ma non lo sono affatto, influenzano la qualità del nostro mangiare. Come coniugare nell’era del cibo industriale la qualità con il prezzo? Per prima cosa qualità e non quantità, questo è il vero principio da seguire. La grande distribuzione è comoda perché permette di comprare tutto in un posto solo, però ha in un certo senso “rovinato” il mercato. Ormai i piccoli fornitori e i piccoli produttori sono difficili da trovare e questo non è un bene. Anche se ultimamente qualcosa sta cambiando. Scopro in varie città situazioni alternative: ad esempio a Mantova ogni sabato c’è un piccolo mercato dove i contadini vengono a vendere il loro prodotto sulla piazza. Questo significa prezzi più ridotti da un lato, perché le merci 60 ALLA RICERCA DELLE TRADIZIONI A SAN LORENZO IN COLLINA GUSTO LA RICETTA DELLO CHEF Quaglia in cartoccio farcita con caponata di verdure e olio aromatizzato al basilico INGREDIENTI: 4 quaglie intere, 4 scaloppe di fegato grasso d'anatra, 1 melanzana, 1 zucchina, mezzo peperone giallo, 1 cipolla rossa, 8 pomodorini pachino, basilico, origano, timo. PROCEDIMENTO: ricavare dalle quaglie i petti, salarli, peparli e farcirli con la scaloppa di fegato grasso anch'essa salata e pepata. Chiudere la quaglia in un foglio di carta da forno a "caramella". PER LA CAPONATA: a parte tagliare tutte le verdure a pezzettoni, spadellarle separatamente, riunirle una volta cotte e condirle con olio, sale, pepe, basilico, timo e origano. COMPOSIZIONE: cuocere la quaglia in forno a 220 °C per 11 minuti. Adagiare su un piatto piano un cucchiaio di caponata e sovrapporgli la quaglia tagliata a metà (va servita con l'involucro di carta da forno). non hanno subito tutti i passaggi della grande scala, e dall’altro una maggiore genuinità e bontà. Questa iniziativa è stata lanciata da Slow Food con grande lungimiranza. A Bologna purtroppo non si può dire lo stesso: ad esempio il mercato di via Orefici si è molto rimpicciolito. Questo è un vero peccato, perché quella era una possibilità per tutti di trovare ottimi prodotti di nicchia a buon prezzo. Ha consigli per fare una buona spesa? quelli trattati: ma le mele grosse e lucide come quelle di Biancaneve spesso sanno solo di acqua. Meglio una mela più bruttina ma di grande sapore e la cui coltivazione non è stata dannosa per l’ambiente. Chi vive in Emilia su quali prodotti tipici deve puntare l’attenzione? In Emilia Romagna c’è davvero di tutto, dalle patate, alle cipolle, dai prodotti più raffinati a quelli più grezzi. C’è una riscoperta dei frutti dimenticati, come le mele campanine, i fichi… che sono magari stati messi da parte per dare più spazio a frutta esotica, ad esempio. Però io che assaggio molti prodotti all’estero posso garantire che mangiare un frutto esotico qui o nel paese d’origine è tutt’altra cosa - meglio riscoprire i prodotti del proprio territorio e assaggiare le specialità straniere in un bel viaggio! È dunque possibile coniugare tradizione e innovazione? L’innovazione è molto importante, ma non dimentichiamoci che abbiamo una fortissima tradizione alle spalle. L’ideale è lavorare su quella, vista naturalmente in una chiave moderna. Abbassare le temperature di cottura, lavorare sui tagli delle carni e dei pesci, scegliere una materia prima di nicchia e cercare di sostenere quei prodotti italiani che possono essere punto di forza. La cucina italiana è poco riproducibile, abbiamo davvero enormi potenzialità, anche se non ce le giochiamo molto bene. Potremmo ad esempio cercare di sviluppare di più l’ottima cucina del Sud. Non dico che con la ristorazione si possa raddrizzare l’Italia, però si può dare una mano molto forte. Ci sono delle tecniche che ciascuno dovrebbe seguire, prima tra tutti instaurare un ottimo rapporto col piccolo fornitore. Il fruttivendolo o il macellaio sotto casa sono la prima risorsa, ci possono aiutare nel trattare la materia prima e consigliare nello scegliere il prodotto giusto. Bisogna tornare al contatto umano. In questo periodo di crisi, fare delle scelte alternative nella spesa quotidiana può influire negativamente sul portafoglio? Assolutamente sì. Nei grandi ipermercati le materie prime prodotte senza anticrittogamici o ogm sono spesso poche e poco visibili, non si dà spazio al biologico. Invece bisogna stare molto attenti a tutto questo, i prodotti biologici sono molto interessanti: è vero, coltivare in questo modo è difficile, anche per questo bisogna permettere che si diffonda. Magari non porta sul mercato prodotti “belli” come Su Gambero Rosso Channel (Canale 410) tengo una rubrica che si chiama “Under 30: Cucinare per quattro persone con trenta euro”. Credo che basti un po’ di fantasia, di voglia e d’amore, perché alla fine ognuno di noi cucina per motivi importanti: per amore, per lavoro, per trasmettere qualcosa… ed è possibile farlo senza spendere chissà quali cifre. Certo è un momento difficile, sia i ristoranti di lusso che la ristorazione media si trovano in difficoltà. Però sono convinto che l’importante sia non mollare mai, continuare a crederci. Per cui appoggia iniziative come i Gruppi di Acquisto Solidale, che instaurano rapporti diretti con i contadini? Calanchi, argilla, Pignoletto, Barbera, tartufi bianchi profumatissimi: passioni che hanno portato Antonio Guidotti ad instaurare una simbiosi con questo territorio ancora ricco di boschi, ma anche di vigneti e contribuito alla nascita e sviluppo del suo agriturismo, dove tali prodotti sono i testimoni di questa ricchezza naturale. AGRITURISMO MALCANTONE GUIDOTTI POSSIBILITÀ DI PERNOTTAMENTO E DI RISTORAZIONE: LA CUCINA TRADIZIONALE DELL'AGRITURISMO VI ASPETTA DAL GIOVEDÌ ALLA DOMENICA SU PRENOTAZIONE Via Silvio Venturi, 8 - S. Lorenzo in Collina - Monte S. Pietro 40050 (BO) Tel e Fax 051.6766650 www.malcantoneguidottivini.it Provincia ITINERARIO Benessere e cultura tutto l’anno. Vi suggeriamo cinque itinerari da non perdere per sapere tutto quello che Cento ha da offrire di ROSSELLA REGINA DA VISITARE AL CENTO PER CENTO Da sinistra, un interno della Pinacoteca Civica costruita nel 1839; un coloratissimo carro del famoso Carnevale di Cento; la facciata della Rocca; uno scorcio di Piazza Guercino; l’interno del Teatro Comunale Giuseppe Borgatti A guardare il suo stemma, ignari della sua collocazione geografica, si potrebbe incorrere nell’errore di elencare Cento tra le città marinare della penisola. In realtà, quel gambero che campeggia tra sei stelle a otto punte è solo a ricordo dell’origine pescosa del borgo medievale centese, un tempo non solo invaso dalle acque, ma ricco, per l’appunto di gamberi. Ad ogni modo, fatta eccezione per il mare, a Cento non manca proprio nulla! Siamo in Pianura Padana, al centro delle province di Ferrara (a cui la cittadina fa capo amministrativamente), Bologna e Modena: qui si trova Cento. Resa celeberrima dal suo arcinoto Carnevale, fiore all’occhiello della tradizione carnascialesca made in Italy ed “in Europe”, questa ridente cittadina del ferrarese promette, ai suoi visitatori, benessere, cultura, ottima cucina e tanto altro ancora, durante tutto l’anno… provare per credere! Molteplici gli itinerari in virtù dei quali scoprire i segreti di Cento, primo fra tutti, quel62 lo enogastronomico, che non mancherà di lasciarvi…a bocca piena! ITINERARIO ENOGASTRONOMICO Una tradizione culinaria tanto povera quanto dominata da sapori forti, quella di Cento, dominata dalla ‘sfoglia’, regina incontrastata delle tavole emiliano-romagnole. Tortellini, tortelloni, tagliatelle… specialità in grado di legare, indissolubilmente, chiunque, alle tavole di questa terra. E dopo i primi piatti, è la volta di altrettanto succulenti secondi. Dalla salama da sugo (un insaccato di carne suina insaporito da vino e spezie), al cotechino, al castrato, dalla porchetta alle lumache, all’anatra: prelibatezze che i pregiati vini rossi della zona contribuiranno ad esaltare ulteriormente, fino a ‘cedere l’assaggio’ ad un nocino doc, degna conclusione di ogni pasto centese che si rispetti. ITINERARIO ARCHITETTONICO Dalle bellezze della tavola a quelle della strada il passo è veramente breve, dal momento che, dopo la libagione, sarà la volta di una salubre passeggiata digestiva. Punto di partenza ideale per un significativo tour di Cento è la Rocca, struttura difensiva risalente a fine ‘300 ed eretta, per volere dell’allora vescovo di Bologna, con l’intento di porre fine alle velleità autonomistiche dei centesi. È dalla Rocca che si snoda Corso Guercino, strada principale del centro, spezzata in due dall’omonima piazza e teatro delle bellezze architettoniche più rilevanti della città: Palazzo Rusconi, maestoso esempio di architettura felsineo-settecentesca; il Teatro Comunale, costruito tra il 1858 e il 1861 e intitolato al tenore oriundo Giuseppe Borgatti; il Palazzo del Governatore, eretto nel 1502 in occasione del matrimonio tra Alfonso I d’Este e Lucrezia Borgia e radicalmente restaurato nel 1919; il Palazzo Comunale, un tempo (1612) ornato esternamente da affreschi di Guercino; Casa Pannini, esempio di antica dimora patrizia centese risalente alla prima metà del XV secolo. ITINERARIO RELIGIOSO Di particolare interesse artistico anche le numerose costruzioni religiose che costellano il cuore dell’abitato centese: il Santuario della Beata Vergine della Rocca, edificato nel 1609 e forziere di un affresco miracoloso (risalente al 1460 o 1597, secondo altre fonti) raffigurante l’omonima Vergine dal cui naso colerebbe un filo di sangue, frutto di un atto vandalico attribuito ad un soldato; la Chiesa di San Lorenzo, costruita tra il 1765 e il 1773; la Basilica di San Biagio, risalente al 1045, custode, oltre che di un pregevole coro ligneo, della tela ‘San Carlo Borromeo in preghiera’ di Guercino (1614); la Chiesa del Rosario, capolavoro del Seicento centese nonché Cappella della famiglia Guercino (al suo interno vi sono cinque tele del Maestro). ITINERARIO MUSEALE Per quanti, mai sazi di armonia delle forme, volessero approfondire l’eredità artistica di 63 Provincia ITINERARIO Sopra, Casa Pannini, dimora nobiliare della prima metà del XV sec. con un caratteristico portico trabeato in legno. A destra, Madonna con il Bambino benedicente, Guercino, 1629 Cento, è consigliabile una visita alla Pinacoteca Civica, luogo dov’è possibile ammirare la maggior concentrazione al mondo di opere di Guercino e della sua bottega. Carraccina (1591); La Madonna con Bambino, San Pietro e San Carlo Borromeo, La Maddalena, La Madonna del Carmine con Sant’Alberto, San Bernardino in preghiera davanti alla Madonna di Loreto, La Consegna delle chiavi a San Pietro, La Sibilla (tutte opere precedenti al 1621, anno in cui Guercino si trasferì a Roma); La Madonna con Bambino Benedicente (1629), L’apparizione di Cristo alla Madonna (1628-30): sono alcuni dei titoli più significativi ammirabili nella collezione civica. Ma oltre alle espressioni dell’estro pittorico di Guercino, la Pinacoteca conserva tele di pittori emiliani del Cinquecento, nature morte seicentesche e pitture del XVIII secolo. Da non perdere anche la Galleria d’Arte Moderna dedicata ad Aroldo Bonzagni (ospitata all’interno del Palazzo del Governatore), contenente, oltre a numerosi dipinti dell’artista centese, vari altri capolavori a firma di noti artisti italiani contemporanei. ITINERARIO NATURALISTICO E dopo questo vero e proprio bagno d’arte, perché non cedere il posto alla disarmante bellezza naturalistica dei Parchi dei Giardini di 64 Cento? Parco Pandurera, Parco di Malaffitto, Parco dei Gorghi, Parco del Penzale, Parco delle Rimembranze, Parco del Reno e, per finire, Giardino del Gigante, frutto della favola redatta dalla figlia dell’artista Marco Pellizzola (in base al racconto, lo scultore ha realizzato un’opera in scala ambientale fatta di gigantesche figure di pietra, poste lungo una pista ciclabile, ricoperte da vivaci mosaici ceramico-policromi). Luoghi dove ritemprare membra e spirito e maturare, perché no, l’idea di praticare qualche sano sport: dal jogging al footing alla più originale pesca sportiva, attività particolarmente cara ai centesi. E se la natura portasse, oltre al benessere, anche un po’ di creatività, potrebbe risultare interessante una capatina alla locale Scuola di Artigianato Artistico, il luogo dove l’ispirazione diventa realtà nei laboratori-didattici, vere e proprie fucine d’arte contemporanea, quantomeno di produzione, dai sapori antichi. Informazioni IAT - Ufficio informaturismo Via Guercino, 41 - 44042 Cento Tel. 051.6843334 [email protected] www.comune.cento.fe.it/sportellicomunali/iat/ GUSTO Provincia A TAVOLA COL PRINCIPE Andiamo alla scoperta della cucina ferrarese con Igles Corelli, Chef d’eccezione della Locanda della Tamerice. Con una particolare attenzione per i prodotti territoriali nel reinventare i piatti del Cinquecento di AZZURRA D’AGOSTINO I gles Corelli è uno dei cuochi più premiati d’Italia, autore di diversi libri in cui svela i suoi segreti e oggi Chef alla prestigiosa Locanda della Tamerice, un locale in cui è possibile apprezzare il meglio della cucina tradizionale ferrarese. Corelli ci spiega la grande attenzione che è necessario porre nella scelta delle materie prime, prediligendo quelle presenti sul territorio e prodotte secondo metodi naturali. Sulla scia di un’antica sapienza, che affonda le sue radici fino alle corti rinascimentali, ci addentriamo tra i canneti delle valli di Comacchio e tra i vicoli della città estense alla scoperta dei sapori forti della tradizione, reinventati da un maestro del gusto. E se un tempo era la cacciagione il vero lustro Igles Corelli, uno dei maestri della cucina delle tavole della zona, ogitaliana d’autore, è gi scopriamo che ci si conChef e patron della Locanda della centra più sulla zucca e Tamerice a Ostellato l’anguilla, altri prodotti ti- pici di questa terra. Nonostante poi la crisi del settore alimentare si faccia sentire, pure c’è un rinnovato interesse per la produzione di qualità: superato il boom dei prodotti cinesi, col cui prezzo è impossibile competere, i produttori locali si stanno concentrando con successo sull’alto profilo di colture e allevamenti. Perché il vero asso nella manica di un cuoco, ci spiega Corelli, è proprio la materia prima. Quali sono le caratteristiche principali della cucina ferrarese? La cucina ferrarese prende spunto dalla cucina del Cinquecento, con alcuni piatti legati alla mescolanza di dolce e salato. C’è un’evoluzione in questi ultimi anni legata alle materie prime del territorio: una buona ricerca sulle orticole, per quanto riguarda soprattutto la Provincia GUSTO zucca e l’aglio, che tra l’altro è un presidio Slow Food, così come lo è l’anguilla di Comacchio. C’è poi in questo momento una discreta qualità sul tartufo, una buona qualità legata ai salumi – soprattutto a livello casalingo, e dell’ottima frutta. Per quanto riguarda i piatti-simbolo della nostra zona in primis sono da segnalare certamente i tortelli di zucca, preparati con la zucca della Valle del Mezzano che cresce in una zona dove c’è un’irrigazione sotterranea in cui confluisce anche un po’ di acqua salata, che arricchisce il prodotto di potassio. In questo piatto non aggiungiamo, come a Mantova, gli amaretti e la mostarda, ma lo prepariamo solo con zucca, noce moscata e parmigiano. Argenta vicino a Ferrara: è stato un modo per avere una panoramica di quello che stava succedendo nella ristorazione di tutto il mondo. A quel nostro modello si sono poi ispirati un po’ ovunque: da “Identità golose” al “Fusion Festival” spagnolo. Nel 2000 c’è stato il progetto “A tavola col principe”, dove abbiamo rivisitato la cucina del Cinquecento ferrarese in una manifestazione al Castello Estense che è durata cento giorni. Sono venuti ottanta cuochi da tutte le parti del globo, addirittura dal Mawi – un grande successo e anche un bel momento di ripescaggio della tradizione in chiave innovativa. Ora con la Locanda della Tamerice sto tentando di fare una ricerca territoriale e di dare qualche spunto e qualche spinta a questa nostra cucina ferrarese un po’ bloccata, giostrandomi tra germani, zucche, patate. Come sceglie le materie prime? E come secondi piatti? C’è una discreta salamina da sugo, un insaccato che risale al Quattrocento, che però fuori dalle mura risulta piuttosto pesante – già a Modena non la gradiscono molto, anche perché non è mai stata rinnovata o alleggerita nel corso dei secoli. Il fiore all’occhiello in questo momento è l’anguilla di Comacchio, che con la riapertura della sala dei fuochi viene cotta tradizionalmente a legna e poi marinata in una soluzione di aceto. Inoltre la recente riapertura delle saline di Comacchio permette di avere un ottimo sale, che in cucina ha una grande importanza. Come lavora per trovare un giusto equilibrio tra innovazione e tradizione in cucina? Sono partito negli anni Ottanta con il Trigabolo d’Argento, che è stato il terzo ristorante in Italia per oltre un decennio, poiché era un locale assolutamente innovativo e un vero punto di riferimento. Sono quindi stato presidente dell’associazione “Saperi e Sapori” dove tutti i cuochi più importanti del mondo sono venuti ad 68 Le carte a disposizione che può avere uno Chef sono le tecniche – la tecnologia che uno deve imparare nel tempo – ma soprattutto le materie prime, vero asso nella manica. Per questo ci deve essere sempre una approfondita ricerca di chi fa buoni prodotti. Sono convinto che la valorizzazione legata a chi produce buone materie prime deve essere assolutamente sostenuta: dico sempre che il cuoco legato al prodotto ha un valore aggiunto del 30%. Perché se si hanno materie prime non importanti non si riuscirà mai a fare un grande piatto, anche se si è molto bravi. Se dovesse dare una definizione della sua cucina cosa direbbe? Prima di tutto “maschia” - perché ha del gusto, nel senso che non è delicata. Negli anni Ottanta cercavo le sfumature, invece ora voglio esaltare la materia prima: se è una faraona, è una faraona, le salse e i contorni saranno pensati per esaltarla. La mia cucina poi è “territoriale”, perché sono legato ai prodotti della zona, utilizzo solo prodotti biodinamici per il vegetale e biologici per le carni. Infine è “saggia”, perché non faccio più i voli pindarici che facevo negli anni Ottanta, cioè rispetto di più la materia prima. Provincia GRANDI AZIENDE In apertura, Massimo Andalini, figlio del fondatore dell’azienda, in compagnia della moglie e della figlia Simona N ECCO DI CHE PASTA SIAMO FATTI È dal 1956 che la famiglia Andalini guida, generazione dopo generazione, uno dei pastifici più conosciuti in Italia. Qualità, genuinità e creatività sono le caratteristiche che riassumono la filosofia dell’azienda di Cento, oggi guidata da Massimo Andalini di SIMONA MARCOSIGNORI 70 oi italiani siamo i primi produttori di pasta al mondo e siamo anche in vetta alla classifica dei maggiori consumatori. Con i nostri 28 chilogrammi all’anno pro capite stacchiamo di misura il Venezuela che si piazza al secondo posto. Questo perché nel Bel Paese la pasta non è solo un alimento, ma anche tradizione, cultura, espressione della tipicità di un territorio. E se il discorso è valido lungo tutto lo stivale, è altrettanto vero che ci sono delle zone in cui il primo piatto per eccellenza diventa addirittura simbolo universale di una regione o di una città. Come l’Emilia, ad esempio, che deve buona parte della sua fama all’estero alle doti della propria tavola e in particolare al gusto ineguagliabile di lasagne, tortellini e tagliatelle. In quest’area del Nord Italia la cultura della pasta non nasce solo dalla fantasia e dall’abilità culinaria della gente del posto, indubbiamente capace di tirar fuori il meglio da questo piatto, ma anche da un’antica tradizione del mestiere di pastaio. Verso la fine dell’Ottocento, nella zona di confine fra le province di Modena, Bologna e Ferrara si concentrava un gran numero di pastifici che davano lavoro a buona parte della popolazione locale. In uno di questi, il Barbieri di Cento, si incontrarono negli anni ‘30 Arrigo Andalini e la sua futura moglie Tina che, dopo aver seguito per anni gli insegnamenti dei maestri pastai, decisero di mettersi in proprio aprendo un nuovo laboratorio. Iniziò così, nel 1956, l’avventura di una famiglia che decise di legare la sua storia e il suo nome al simbolo per eccellenza del made in Italy, vivendo in prima linea i grandi cambiamenti che nel corso del tempo hanno interessato il mercato e le modalità di consumo di questo prodotto. Oggi, a capo del pastificio Andalini c’è Massimo, figlio dei fondatori, fin da giovanissimo coinvolto nell’azienda di famiglia di cui prese in mano le redini nei primi anni settanta. «Ho iniziato ad aiutare i miei genitori che ero poco più di un bambino. Facevo le consegne ai ne- 71 Provincia GRANDI AZIENDE «Noi oggi cerchiamo di innovare senza mai cedere alla tentazione di sacrificare la qualità per maggiori margini di guadagno» Alcune foto scattate al Convegno Dal chicco allo scaffale: a sinistra, Massimo Andalini durante l'esposizione della sua relazione e Vito durante la sua esibizione; sopra, la famiglia Andalini con Vito. Nella pagina a fianco, Andalini in occasione del Premio Ferrara Terra e Acqua nel novembre 2007 gozi in bicicletta quando ancora la pasta si vendeva sfusa e noi eravamo un piccolo laboratorio artigianale», ricorda. Il primo cambiamento importante risale al Sessantasette quando una legge impose alle attività del settore di vendere solo pasta confezionata in formati standard, con pezzature predefinite per il packaging. Questa regola richiese ai produttori grossi investimenti in termini di impianti, determinando di conseguenza anche il passaggio da una dimensione di laboratorio a quella di azienda artigiana. Un’ulteriore crescita avvenne poi all’inizio degli anni Novanta con l’opportunità di produrre a Private Label, ovvero dei prodotti immessi sugli scaffali con il marchio proprio della Grande distribuzione. Per servire questi nuovi clienti e accaparrarsi forniture così cospicue fu necessario strutturare il lavoro su scala industriale, dotandosi di macchinari moderni e di un ufficio marketing che potesse supportare la promozione del prodotto. Oggi, 72 il pastificio Andalini di Cento che ebbe il coraggio di rischiare e investire sul cambiamento, può vantare un fatturato che, quest’anno, si attesta attorno ai dodici milioni di euro e una gamma di prodotti molto ampia per caratteristiche di gusto e formati, fortemente apprezzata anche all’estero. In paesi come Francia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti, la pasta Andalini ha conquistato il mercato del Food, servendo i più grandi gruppi del comparto che la utilizzano per la preparazione di piatti pronti o surgelati o in grandi catene di ristorazione con ordini che valgono oggi circa il 40 per cento del fatturato complessivo. All’imprenditore che ha saputo cavalcare le opportunità offerte dall’evoluzione del mercato, pur rimanendo fedele alla tradizione, abbiamo chiesto quali principi portati avanti dai suoi genitori ancora oggi lo guidino nelle scelte inerenti all’attività di famiglia. Risponde: «Mia madre mi ha trasmesso un grande spirito di sacrificio e devozione per il lavoro, mentre mio padre mi ha insegnato a puntare sempre sulla qualità, a lavorare in modo etico e a fare un prodotto buono. Lui credeva molto anche nell’innovazione e nella creatività e, ad esempio, è stato il primo a produrre pasta con gli spinaci. Noi oggi continuiamo su questa strada, cercando di innovare senza mai cedere alla tentazione di sacrificare la qualità per maggiori margini di guada- gno». L’ultima linea nata in casa Andalini ne è la conferma. Si chiama “Veloce con gusto” ed è un tipo di pasta molto sottile che cuoce in pochi minuti senza perdere in consistenza, grazie all’utilizzo in esclusiva di una semola particolarmente pregiata, al cento per cento prodotta in Italia, che tiene benissimo la cottura e con ottime proprietà nutrizionali. Purtroppo, nel corso dell’ultimo anno, l’attenzione offerta dai media al piatto principe della nostra tavola si è rivolta soprattutto alle sue vicende commerciali. Si è molto parlato infatti di rincari veri o presunti che hanno interessato il settore e che avrebbero determinato aumenti di prezzo tali da imporre addirittura un cambiamento nelle nostre abitudini alimentari. «Niente di più lontano dalla realtà» commenta Massimo Andalini, che ci invita a riflettere su quello che è oggi il reale prezzo di un piatto di pasta senza condimento: «in media ci si aggira attorno ai quindici centesimi, rincari inclusi, - afferma - praticamente un quinto di un caffè. Certo le materie prime per noi produttori sono schizzate alle stelle, si parla di aumenti del trecento per cento dall’anno scorso, ma il prezzo al consumo ha subito variazioni molto contenute, nell’ordine di pochi centesimi a confezione. Ad oggi la pasta resta l’alimento più economico e versatile che possiamo mettere in tavola e comunque uno dei più sani». Parola di produttore, ma soprattutto di un grande consumatore ed estimatore di questo piatto. «Mangio tantissima pasta - confessa infatti Massimo Andalini - e mi piace variare, ma la mia ricetta preferita resta la gramigna con la salsiccia, piatto tipico emiliano». La pasta all’uovo, oltre ad essere molto gradita a tavola dall’imprenditore centese, è anche il fiore all’occhiello del suo pastificio che per primo ha proposto in questa versione anche alcuni formati tipici di semola di grano duro e, in omaggio all’antica tradizione emiliana, un assortimento completo di tutte le paste del territorio come maltagliati, farfalle (in dialetto strichetti) e garganelli che nascono per tradizione dalla sfoglia. L’azienda, che nella propria sede storica di Cento ha tre linee di produzione che realizzano circa dodicimila tonnellate di pasta all’anno, ha anche uno stabilimento a Canosa di Puglia dove si produce esclusivamente pasta di semola, che permette di raggiungere una produzione complessiva di ventiquattromila tonnellate. «Tra le sfide quotidiane che una realtà come la nostra deve saper affrontare - spiega Andalini - c’è proprio quella di riuscire a mantenere un volume di commesse tali da giustificare i quantitativi prodotti e ammortizzare gli elevati costi degli impianti e del loro funzionamento». Pensando al futuro, invece, e alle prospettive per gli anni a venire, l’imprenditore confida nella volontà di sua figlia Simona di portare avanti la tradizione di famiglia, rimanendo fedele agli stessi principi che hanno guidato le scelte delle precedenti generazioni. 73 Provincia CASTEL SAN PIETRO TERME Sala Cassero - P.zza Martiri Partigiani, 1 Percorsi di cura - "Corpo, malattia, società: una prospettiva antropologica" - Con Ivo Quaranta CARNET EVENTI 4 dicembre - ore 15.00 Ecco le iniziative da non perdere in programma a Castel San Pietro nei prossimi mesi. La Città Slow in provincia di Bologna offre a cittadini e turisti una vasta scelta di appuntamenti per divertirsi e conoscere il territorio e la gastronomia NOVEMBRE Teatro comunale Cassero Stagione comica 2008 - Risate al Cassero "Davide Dalfiume" 13 novembre - ore 21.00 Centro Sociale Scardovi - Via Mazzini, 29 Tradizionale Festa di S. Martino Appuntamento con il ballo e castagne per tutti 14 novembre - ore 20.30 Zibello November Porc Promozione della Città Slow di Castel San Pietro Terme e di prodotti locali Teatro comunale Cassero Stagione comica 2008 - Risate al Cassero "Cafè Sconcerto" 27 novembre - ore 21.00 Biblioteca comunale Castel S. Pietro Terme Presentazione del libro di Cesare Malservisi "Che ban udaur" In occasione di SBAM (Biblioteche aperte) 30 novembre - ore 16.30 M Centro Storico Mercatino di Natale 7 dicembre Centro Storico Mercato straordinario 8 dicembre Teatro comunale Cassero Stagione comica 2008 - Risate al Cassero "Henry Zaffa" 11 dicembre - ore 21.00 Teatro comunale Cassero "Macbett a Pallano" - Stagione 2008/2009 - Prosa Accademia degli Sventati/Teatro del Sangro 14 dicembre - ore 21.00 M 16 novembre Biblioteca comunale di Osteria Grande Nati per Leggere: Capricci e pasticci. No, no, e poi no! Letture animate con storie di capricci, pasticci, rabbie e testardaggine per bambine e bambini da 2 a 5 anni - a cura di Elena Musti 18 novembre - ore 10.00 Biblioteca comunale Castel S. Pietro Terme Gruppo di lettura alle prese con "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar 18 novembre - ore 20.45 Presso COOP e CONAD Banco Alimentare con la collaborazione del Gruppo Alpini Centro Storico Mercatino di Natale Centro storico Castro Antiquarium Mostra mercato dell'antiquariato 30 novembre - Ultima domenica del mese- dalle 8 alle 20 (escluso i mesi di giugno, luglio e agosto) DICEMBRE M 22 novembre - ore 07.30 - 20.00 Biblioteca comunale di Castel S. Pietro Terme Nati per Leggere: Biblionanna Lettura/recital per libro, pianoforte e passeggino per bambine e bambini di 1 - 2 anni a cura di Maurizio Cardillo 25 novembre - ore 17.30 74 Centro storico CastèlaNadel - Mercati, concerti, recital, mostre sulla natività, solidarietà ed allestimenti nella città dicembre - gennaio 2009 14 dicembre Centro Storico Mercatino di Natale 21 dicembre Centro storico Castro Antiquarium Mostra mercato dell'antiquariato 28 dicembre - Ultima domenica del mese dalle 8 alle 20 M Castel S. Pietro Terme San Silvestro nella Città Slow- Il rogo 31 dicembre Edicola Tabaccheria Ricevitoria del Lotto Vendita Gratta e Vinci Cartoleria Libreria (in particolare per bambini e ragazzi) Fax, fotocopie Ricariche telefoniche, servizi di pagamenti vari (bollo auto, telefono, Enel, Hera...) Servizio di trasferimento denaro Western Union Via Matteotti, 76 40024 Castel San Pietro Terme (Bo) Tel. e Fax 051.941230 RISTORAZIONE Provincia GUSTO TUTTO SECONDO TRADIZIONE Il ristorante Willy & Co, situato nella splendida cornice di Castel San Pietro Terme, offre ai visitatori ingredienti genuini e naturali e una grande cura nella selezione delle materie prime che vengono abbinate fra loro cercando di esaltarne l’essenza. Il locale è accogliente e spazioso, con una terrazza - giardino immersa nel verde ideale per i pranzi e le cene estive. Molto ampia la scelta di pasta fatta in casa, tirata con il matterello dalle “sfogline” come secondo miglior tradizione nostrana. Ma l’Emilia - Romagna non è solo una terra rinomata per i suoi primi piatti, sono molte anche le specialità a base di carne e di pesce, e Willy ne propone tantissime, tra cui carne di castrato, fritti misti all’italiana e pesce fresco. Con una spesa che oscilla dai 20 ai 35 euro per persona, escluse le bevande, da Willy si può gustare un menù fatto di crescentine, affettati, casatella, il formaggio tenero tipico di Castel San Pietro, e un primo a scelta tra tortelloni burro e salvia, tortellini in brodo, gramigna e secondi a base di ottima carne cotta alla brace. Il pesce non è in menù, infatti viene servito solo quello che si trova fresco al mattino. Spesso è possibile gustare carpacci di tonno e polipo, sauté di cozze e vongole, mazzancolle, scampi al vapore, e gustosi primi piatti come le mezzemaniche all’astice, i tagliolini agli scampi, gli spaghetti alle vongole, o allo scoglio e il risotto alla marinara. Da non perdere i secondi piatti: catalana con l’astice, rombi e branzini in crosta di sale, fritto di calamaretti con verdure, scampi al sale. E, per concludere, i dolci fatti in casa: la crema catalana, la zuppa inglese e tutti i sorbetti montati al momento. Un’altra particolarità di questo ristorante è la carta dei vini: la bottiglie sono tutte esposte con relativo prezzo come in un’enoteca, si trova dall’ottimo sangiovese del territorio ai grandi toscani, dai bollicine di franciacorta allo champagne francese. PER SAPERNE DI PIÙ RISTORANTE WILLY & Co Viale Terme, 1010/B 40024 Castel San Pietro Terme (Bo) Tel. 051.944264 - 335.7064873 Si accettano tutte le carte di credito. È gradita la prenotazione. 76 RISTORAZIONE Provincia GUSTO LONTANO DAL CAOS CITTADINO Al centro del triangolo formato dalle province di Ferrara, Modena e Bologna, nel territorio della frazione centese di XII Morelli, si trova il ristorante - pub Country Club 12 - 100. Immerso nel verde di una zona in aperta campagna, è circondato da spazi adatti a lunghe passeggiate e vicino ad un laghetto artificiale destinato alla pesca sportiva. Il Country Club 12 - 100 è nato dal rinnovamento di un’osteria già esistente ed oggi è diventato un luogo spazioso e tranquillo, grazie alla distanza dai centri abitati, che coniuga ambiente accogliente e un servizio di alta qualità. Il locale offre ai clienti, oltre ad un’ottima cucina, un’atmosfera unica, grazie all’intrattenimento musicale dal vivo e a tanti altri spettacoli ogni sera diversi. Esibizioni di piano bar, karaoke, cabaret e musica mixata dai migliori dj contribuiranno a rendere ogni serata passata al Country Club 12-100 speciale. Il ristorante propone una cucina più che mai varia; da provare i ricchi antipasti caratterizzati da prodotti tradizionali che esprimono l’essenza di regioni diverse e i tantissimi primi piatti. Una particolarità del locale è il banco frigo per l’esposizione dei vari tipi di carne, dal quale il cliente può scegliere il taglio di carne che preferisce. Sono inoltre in preparazione grandi novità, perché per crescere è necessario porsi sempre nuovi e ambiziosi obiettivi: sono in fase di realizzazione piscine, campi da tennis e da calcetto, spazi per permettere di pescare a persone portatrici di handicap, un maneggio e spazi giochi per bambini. Insomma, tutto il necessario per permettere a chi frequenta il Country Club 12-100 di trascorre una giornata di completo relax, gustando ottimi piatti e, perché no, sorseggiando un buon bicchiere di vino! PER SAPERNE DI PIÙ COUNTRY CLUB 12 -100 Via Monsignore di Sotto, 5 44045 XII Morelli - Cento (Fe) Tel. 051.6841011 78 ARREDAMENTO Provincia DESIGN I PARTICOLARI FANNO LA DIFFERENZA Da tanti anni, dopo aver preso il diploma di progettista di interni, opera nel campo dell’arredamento con professionalità e impegno e, da settembre, ha deciso di mettersi in proprio. Ha aperto uno spazio di vendita e progettazione di interni, per poter esprimere al meglio il proprio spirito di innovazione e al fine di poter garantire un servizio di assoluto valore. Marzia, la mente creativa di Marzia Melotti Room Design a Pieve di Cento, spiega che nel suo lavoro «la cosa più importante è quella di riuscire a rendere la casa un luogo dove vivere piacevolmente e, per farlo, è necessario organizzare gli spazi interni in modo opportuno, per ottenere un ambiente veramente su misura». I clienti arrivano da lei spaesati, «non sanno letteralmente dove mettere le mani, spesso bisogna tranquillizzarli e dargli fiducia» conferma Marzia. E lei offre esperienza, assistenza e, ovviamente, tantissima creatività. Il cliente viene seguito passo dopo passo, «a me piace pensare di prenderlo per mano e accompagnarlo esattamente dove vuole, - sottolinea ancora Marzia - cerco di capire la psicologia del cliente, individuare che tipo è, che casa vorrebbe e quali sono le sue esigenze». Marzia Melotti Room Design è uno show room piccolo, ma curato nei minimi particolari. Si trova sulla strada che permette di entrare nel cuore di Pieve di Cento da Porta Bologna, e la scelta di avere la sede in provincia non è stata casuale: «la provincia - spiega Mar- zia - è in grande espansione e può offrire tantissimo ad un’attività come la mia». Circa metà dello show room è dedicato alla cucina che è l’ambiente da cui si deve assolutamente partire per arredare la propria casa: «è un ambiente impegnativo e richiede una forte competenza da parte del progettista - specifica Marzia -, per questo mi ci dedico con particolare attenzione». Marzia Melotti Room Design offre al proprio cliente un servizio completo, dalla progettazione, all'esecuzione delle opere edili, agli impianti e alle forniture di arredi, per i quali si appoggia ad aziende di fiducia che offrono il miglior rapporto qualità-prezzo. E per quanto riguarda il momento successivo alla vendita? «Offriamo ai nostri clienti - risponde Marzia un’importante consulenza per scegliere il giusto oggetto da collocare nell’ambiente adatto: i particolari fanno la differenza e, a volte, riescono da soli a rendere una casa speciale!». Kore EDIZIONI Editoria specializzata SERVIZI OFFERTI Libri - Riviste e periodici - House organ Cataloghi - Brochure PER SAPERNE DI PIÙ MARZIA MELOTTI ROOM DESIGN Via Provinciale Bologna, 36 40066 Pieve di Cento (Bo) Tel. e Fax 051.6861376 [email protected] 80 KOrE E D I Z I O N I via Paolo Costa, 28c - 40125 Bologna Redazione: 051.5875433 Studio grafico e fax: 051.5875795 www.koreedizioni.it [email protected] ME stile libero P R O F E S SI O N I S T I P E R G LI EV EN T I PER SAPERNE DI PIÙ Free’n’Joy Via Vitruvio, 27 41100 Modena Tel. +39.059.3980608 Fax +39.059.3980976 www.freenjoy.biz [email protected] 82 Free’n’Joy nasce a Modena nel 2001 dallo spirito creativo di Chiara Gianotti che, dopo 4 anni di collaborazione free lance all’interno di un’importante società di catering, dove cura vari aspetti, dall’immagine, con la creazione degli allestimenti, alla parte organizzativa dei vari momenti e tempi degli eventi, decide di aprire una propria azienda per la cura dell’immagine e degli allestimenti floreali e non solo. Inizialmente, curando la parte estetica di varie società di catering, successivamente ampliando il suo raggio d’azione direttamente con aziende e privati, proponendo allestimenti personalizzati. Nel 2005, dall’incontro con Jerome Bonardi, musicista e titolare della Specialesoundshow, “agenzia di spettacolo”, nasce la collaborazione lavorativa e l’unione nella vita. Ad arricchire la visione professionale e creativa di Free’n’Joy, nel 2006 arriva Giulia Marenzi, con un background professionale all’interno di agenzie di organizzazione eventi. Ad oggi Free’n’Joy è di fatto una realtà che, grazie all’esperienza e professionalità delle varie figure presenti, è in grado di progettare, organizzare e gestire tutti gli aspetti di un evento creato e personalizzato in modo da essere unico e indimenticabile. Free’n’Joy cura l’organizzazione, nella totalità, di matrimoni, eventi aziendali e feste private, ma anche la sola consulenza ed i singoli servizi occupandosi della parte estetica di un evento o di un luogo, curando quindi allestimenti, decorazioni floreali, mobili di design e oggettistica in genere; proponendo catering di fiducia e cercando location; curando la parte artistica, consigliando al cliente le migliori realtà in fatto di intrattenimenti musicali e spettacoli di ogni genere. Si occupa inoltre di allestimenti audio-luci & video con particolare attenzione alla valorizzazione degli ambienti. La cura dei particolari e l’esperienza con le aziende, ha portato Free’nJoy a lavorare con aziende leader nei vari settori del mercato. Per citarne alcune: Porsche, Bmw, Ferrari, Italgraniti, Ariostea, TetraPak, Fini Hotel. Fornendo organizzazione e servizi per la presentazione dei prodotti ad eventi dedicati ai clienti e/o ai dipendenti, come cene e feste. Nel rispetto della politica della Free’n’Joy, anche alle aziende si offre la possibilità di scegliere tra l’organizzazione totale dell’evento o dei singoli servizi e la consulenza. Free’n’Joy dà la possibilità ai clienti di essere liberi, dagli impegni e dalle problematiche della parte organizzativa, di essere felici del progetto e delle soluzioni proposte, e soddisfatti della perfetta riuscita dell’evento. AGENDA GLI APPUNTAMENTI Rock al 100% BOLOGNA - REGGIO EMILIA La “cantantessa” catanese torna sui palchi italiani nella sua versione più rock, quella che l’ha rivelata alla critica e al grande pubblico. Tutto ciò per festeggiare i dieci anni di Mediamente Isterica, l’album più rock di Carmen Consoli, compiuti il 29 ottobre 2008. Per festeggiare una data così impor- I ritratti di Guccini BOLOGNA 84 tante Carmen ha scelto di ripubblicare l’album in edizione deluxe (la prima in Italia) inserendo nel disco rarities e outtakes dell’epoca sia della lavorazione in studio che delle performance live. Il 30 ottobre è partito il tour che la porterà anche all’Estragon e interpreterà l’intera track list del disco e i brani in scaletta nei concerti di dieci anni fa. Carmen ha la musica nel cuore fin da bambina. È cresciuta a San Giovanni La Punta, a pochi chilometri da Catania, a contatto con gli strumenti e la musica folcloristica del padre Giuseppe, tra cui una chitarra appartenuta a Modugno, e dischi di blues. Da ragazza ha fatto parte della band Moon Dogs's Party, che si esibiva in vari pub locali con un repertorio soul, in particolare di brani di Janis Joplin, principale ispirazione di Carmen, Otis Redding e Aretha Franklin. Mediamente Isterica Estragon, Bologna, 28 novembre. Fuori Orario, Taneto di Gattatico (RE), 21 novembre. Francesco Guccini sul palco dei palasport italiani dopo la data di apertura di giugno con quale ha anticipato, nella consueta atmosfera da quattro chiacchiere tra amici caratteristica dei suoi concerti, il Tour 2008 che è partito il 13 settembre da Taormina. “Ritratti” è il titolo dell’ultimo album. E si tratta proprio di fotografie: da quelle vere nel libretto interno, che catturano il passato di Francesco e dei suoi compagni di viaggio, a quelle metaforiche, dentro i brani. Sul palco Guccini sarà accompagnato dai compagni musicisti di sempre: Ellade Bandini (batteria e percussioni), Antonio Marangolo (sax e percussioni), Vince Tempera (pianoforte e tastiere), Pierluigi Mingotti (basso), Roberto Manuzzi (sax, armonica, fisarmonica e tastiere) e Juan Carlos “Flaco” Biondini (chitarre). Francesco Guccini PalaDozza, Bologna, 5 dicembre L’eclettico Bollani BOLOGNA / Dal 7 al 15 novembre sarà in scena il Bologna Jazz Festival: decine di concerti jazz con formazioni italiane e straniere; proiezioni cinematografiche, incontri e aperitivi. Nella serata conclusiva Stefano Bollani si esibirà in un triplo concerto: solo, in duo con Enrico Rava e con il quintetto “i Visionari”. Stefano Bollani. Teatro delle Celebrazioni, 15 novembre Safari per Jovanotti FORLÌ Uno spettacolo nuovo, costruito sulle canzoni dell’album “Safari” e su vent’anni di musica uscita dalla fabbrica ritmica di Lorenzo Cherubini. Questo, in poche parole, il Safari Tours 2008. “Safari”, uscito a gennaio, si sta rivelando l’album dell’anno, ancora nei primi posti della classifica di vendita. Il concerto sarà un grande abbraccio di gratitudine verso il pubblico che sta premiando questo lavoro con un successo senza precedenti. I palazzetti per una sera si trasformeranno in scatole magiche, pance di balena, tunnel dell’amore, discofloor, club underground, cortili di palazzo, fuochi sulla spiaggia, bivacco nella foresta, piazza di città, festa di paese, navicella spaziale. Safari Tour 2008 Palafiera, Forlì, 4 dicembre La regina del soul REGGIO EMILIA Marina Rei, reduce dal fortunato tour in trio con Paola Turci e Max Gazzè, è di nuovo in tour da solista. La regina dell’italico soul-pop d’autore si rimette dunque in gioco. Per Marina Rei, voce e percussioni, si prevede un live costruito sui suoi successi, che sono stati raccolti nel cd antologico “Al di là di questi anni”, dalla canzone omonima a “I miei complimenti”, da “Un inverno da baciare” a “Inaspettatamente”, da “T’innamorerò” a “Noi”, fino alla più recente “Fammi entrare”. Pubblicato nel 2007, “Al di là di questi anni” è stato inciso in presa diretta al Forum Music Village di Roma, con lo scopo di racchiudere le atmosfere degli ultimi concerti di quel periodo di Marina, basati sul contrasto tra strumenti come chitarre elettriche e tastiere, ed elementi più acustici. Marina Rei. Fuori Orario, Taneto di Gattatico (RE), 28 novembre 85 AGENDA Suadenti melodie Vinicio “da solo” PARMA - BOLOGNA 18 mesi sotto i riflettori per i Negramaro, che suggellano il successo de “La Finestra Tour” con quindici concerti nei palasport delle principali città italiane, prima di prendersi una pausa. Dopo i 24 concerti de “La finestra Tour” nelle Arene, i 52 a Teatro e la magica notte di San Siro il 31 maggio scorso, il debutto della quarta parte del tour è fissato il 15 novembre al Palalottomatica di Roma, la chiusura il 19 dicembre al Palaolimpico di Torino. Dalla pubblicazione de “La Finestra”, nel giugno 2007, la band ha conosciuto grandissime soddisfazioni e raggiunto traguardi artistici importanti. L’album è infatti, dopo 66 settimane, ancora stabile nella Top 20 delle classifiche di vendita. La Finestra Tour. Palasport, Parma, 30 novembre. Futurshow Station, Bologna, 5 dicembre A tutto rap BOLOGNA / RIMINI Caparezza, pseudonimo di Michele Salvemini, è un rapper italiano. Cominciò a suonare da bambino. Studiò ragioneria, anche se avrebbe voluto fare il fumettista. Dopo il diploma decise di darsi alla pubblicità e vinse una borsa di studio per l'Accademia di Milano, ma ben presto abbandonò il mondo pubblicitario per dedicarsi a tempo pieno alla musica. Dopo alcune serate nei locali di Milano esordì al Festival di Castrocaro. Partecipò a Sanremo Giovani 1995 con la canzone Succede solo nei film e al Festival di Sanremo 1997 nella categoria Giovani. Caparezza. Estragon, Bologna, 22 novembre. Velvet, Rimini, 6 dicembre 86 BOLOGNA MODENA - BOLOGNA - RIMINI 12 anni di musica Ad alimentare l’autunno caldo dei Subsonica è “Il vento”: titolo del brano inedito che ha fatto da preambolo all’antologia “Nel vuoto per mano”, uscito il 31 ottobre 2008. Una collezione di canzoni che documenta i primi 12 anni di vita della band torinese. «Molti cominciano a fare musica per colmare un vuoto interiore», sono le parole della band. «Di sicuro è stato così per noi. In questa dozzina di anni abbiamo utilizzato le canzoni come antidoto alla vacuità del presente. Una necessità prima ancora che una scelta. Ecco perché “Nel vuoto per mano”. Una sequenza di canzoni che racconta la nostra storia in tutte le sue fasi. Non abbiamo optato per un ordine cronologico, seguendo piuttosto un criterio di flusso e collegando tra loro alcune tracce con sensibilità da DJ». I Subsonica riprenderanno l’attività dal vivo in Italia, dopo le puntate all’estero, in estate al Privilege di Ibiza e il mese scorso al Forum di Londra e al VK di Bruxelles, proponendo uno show compatto ed essenziale con il ritorno della band nei club, quasi a ripercorrere la strada da cui sono partiti, per suggellare quel legame con il pubblico divenuto negli anni indissolubile e forza primaria dei Subsonica. Sempre dal palco, la band ha da poco rinnovato il proprio impegno per l’antinucleare e per un’energia sostenibile alternativa attraverso l’evento “No Nuke”: un doppio appuntamento dal vivo a Roma il 16 ottobre e a Torino il 24 ottobre, che li ha visti protagonisti on stage insieme ai gruppi più sensibili della scena italiana. Subsonica. Club Tour 2008, Vox Club, Nonantola (Mo), 21 novembre. Estragon, Bologna, 6 dicembre. Velvet, Rimini, 7 dicembre Torna l’autore de “Il ballo di San Vito”: in tour con il nuovo album “Da Solo”. Sarà al Teatro Duse, per presentare un album intimo e riflessivo di Azzurra D’Agostino Dopo quasi tre anni dall’ultimo album, che è stato disco di platino con oltre 80mila copie vendute, Vinicio Capossela torna con un nuovo lavoro che fin dal titolo “Da Solo” si rivela molto diverso dal precedente. Il disco verrà presentato in una serie di concerti, il “Solo Show”, che toccherà una trentina di piazze e che arriverà a Bologna dal 4 al 6 dicembre 2008 al Teatro Duse. Capossela, in oltre vent’anni di carriera, ha raccolto un pubblico numeroso ed eterogeneo, che lo ha seguito con crescente passione nelle molte evoluzioni della sua musica, caratterizzata da una serie di diverse esperienze e culminate nella mitologia raffinata e musicalmente ricca di “Ovunque proteggi”, disco precedente a questo. Con “Da solo” invece l’artista torna a un’essenzialità più raccolta: si tratta di una serie di ballate per pianoforte e “strumenti inconsistenti”, capaci di costruire una tessitura sonora basata su dettagli e minimi accenni ad arricchire, e in un certo senso valorizzare, i testi – che riprendono la forma dell’inno. Un album profondo e riflessivo, ma non malinconico: la consapevolezza sottesa è quella di uno spiraglio, di una maggiore consapevolezza, che si fa solido strato su cui poter costruire. I temi possono avere come spunto questioni personali, ma sempre vi è una ri- presa e un’amplificazione che sposta su questioni più generalmente “umane” l’asse del discorso. E mai in forma di piagnisteo. «Diversi di questi brani” - commenta l’artista nelle note di appunti sull’album - ruotano intorno al relazionarsi verso le cose più grandi di noi, l’unione, la guerra, la distanza, trovare le parole, perderle, il cielo, il silenzio, l’America, la clandestinità, la verità, i rapporti. E le diverse angolazioni da cui sono visti i suddetti rapporti». Musicalmente – oltre alla citata centralità di pianoforte e voce attorno a cui ruotano facendo da ambiente, coro, ombre gli altri strumenti (a volte fantastici, a volte corali, a volte inconsistenti) – sono anche da sottolineare una serie di collaborazioni artistiche importanti. Dai Calexico, per la canzone “La faccia della terra” registrata a Tucson nel marzo 2008, agli ottoni di Frank London e Matt Diarrau dei Klezmatics, il violoncello di Mario Brunello (in “Lettere di soldati”), gli straordinari strumenti giocattolo di Pascal Comelade (ne “Il paradiso dei calzini”) e il cristallarmonio di Gianfranco Grisi. Un disco registrato tra Milano e New York che porta agli ascoltatori un piccolo gioiello composto di molte miniature, un vero e proprio viaggio da ripercorre insieme attraverso la musica. E che aspettiamo di incontrare presto in città per un ascolto corale al Teatro Duse. Vinicio Capossela “Solo Show”. Teatro Duse - 4, 5 e 6 dicembre 87 AGENDA IL PITTORE DELLA LUCE PARMA Parma dedica una mostra ad uno dei più importanti pittori emiliani. Antonio Allegri, detto Correggio. Saranno in esposizione opere provenienti da tutto il mondo. Per avere una visione unitaria del percorso dell’artista di Giulia Adamo D al 20 settembre 2008 al 25 gennaio 2009 sarà in scena a Parma una grande mostra dedicata ad Antonio Allegri, più noto come Correggio, il cosiddetto “pittore della luce” che, insieme al Parmigianino, ha dato lustro alla città emiliana a partire dal Rinascimento fino ai giorni nostri. Presso le sale della Galleria Nazionale in Pilotta e all’interno del Teatro Farnese, insieme alle opere “inamovibili”, si potranno ammirare quelle prese in prestito dai musei di tutto il mondo, legate alla giovinezza e alla maturità dell’artista e che mai sono state riunite all’interno un’unica rassegna monografica. Finalmente, quindi, si potrà avere una visione unitaria del percorso di questo genio tormentato e forse mai totalmente apprezzato che, con il suo naturalismo mimetico e materico, insieme a Raffaello, Michelangelo, Leonardo e Tiziano, rappresenta il punto più alto del Rinascimento italiano ed europeo. Per la realizzazione del progetto è stato apposita- 88 mente costituito un Comitato cittadino (cui partecipano il Comune di Parma, la Soprintendenza PSAE di Parma e Piacenza, la Provincia, l'Università degli Studi, la Diocesi, la Comunità benedettina di san Giovanni Evangelista e sostenuto dalla Fondazione Cariparma), che, dagli anni novanta, ha dato il via a una grande campagna di restauri volta alla valorizzazione delle opere del Correggio, del Parmigianino e della scuola di Parma. È proprio in questa città che si trovano le pale sacre più importanti del Correggio, dalla Madonna di S. Gerolamo a quella della Scodella, conservate insieme ad altre celeberrime opere (sette in tutto) nelle sale della Galleria Nazionale. Meravigliose, oltre alla volta tardogotica della Camera di San Paolo, una rivisitazione straordinaria della mitologia classica, le due cupole di San Giovanni Evangelista e della Cattedrale, opere memorabili – valorizzate dall’uso sapiente della luce da parte del tre volte premio Oscar Vittorio Storaro – che hanno dato il via alla stagione dei paradisi artificiali e delle cupole barocche, e che il visitatore, grazie a speciali impalcature allestite per l’occasione, avrà la possibilità di vedere da vicino, assumendo quindi il punto di vista dell’artista. La mostra, curata da Lucia Fornari Schianchi, Soprintendente al Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico di Parma e Piacenza, con l’organizzazione generale di Luca Sommi, responsabile dell’Agenzia agli Eventi Culturali Speciali del Comune di Parma, è destinata a continuare il successo della quella dedicata a Francesco Mazzola, svoltasi a Parma nel 2003. Si avvarrà anche dell’intervento di Vittorio Sgarbi – già presidente della suddetta mostra sul Parmigianino – che metterà a confronto i due grandi artisti rinascimentali. Scopo del progetto è inoltre mettere in luce il contesto storico in cui operò Correggio, sottolineando il valore di alcune importanti opere, dalla Camera d’oro del Castello di Torrechiara a quella di Diana nei castelli di Fontanellato. Il percorso espositivo si snoderà all’interno del centro storico, partendo dal Palazzo della Pilotta, sede della Galleria Nazionale e che comprende il ligneo Teatro e la Galleria dell’Incoronata, passando per il Monastero benedettino di San Paolo, dove si trova la Camera della Badessa dipinta dal Correggio, e proseguendo con la chiesa di San Giovanni evangelista, facente parte di un complesso benedettino di epoca quattrocentesca. Si potranno quindi visitare le cappelle dipinte dal Parmigianino e alcune sale del monastero. L’ultima tappa di questo affascinante percorso è rappresentata dalla Cattedrale, simbolo della religiosità e della storia artistica parmense, con la sua meravigliosa cupola con l’Assunzione della Vergine, che l’ha resa, come diceva Mengs, la cupola “più bella di tutte”, ma che, con le sue gonfie nuvole cenerine e violacee, con i suoi santi, i profeti, gli apostoli, gli angeli e gli efebi androgini che circondano l’Assunta, è stata forse la causa dell’allontanamento del pittore dalla Cattedrale, lavoro dopo il quale l’Allegri smise di dedicarsi a opere di soggetto religioso e cominciò a occuparsi solo di temi mitologici profani. Del Correggio (cosiddetto dalla sua città natale) saranno illustrati il percorso artistico e quello umano, facendo confronti sia con altri maestri, da Leonardo a Mantegna, sia tra i suoi stessi lavori, dai disegni preparatori alle opere finite; un percorso che sarà approfondito grazie anche a un convegno di studi che vedrà la partecipazione di importanti ricercatori sia italiani che stranieri. Il visitatore potrà inoltre visitare i castelli e le corti parmensi, dotate di vere e proprie istallazioni sonore che faranno aleggiare nell’aria musiche, parole e rumori legati all’epoca dell’artista, e partecipare a eventi letterari, concerti e laboratori fino a tutta la primavera, che gli permetteranno di immergersi totalmente in quel mondo rinascimentale che fu culla della vita e dell’arte dell’affascinante “pittore della luce”. Correggio Galleria Nazionale, Camera della Badessa in San Paolo, Monastero di San Giovanni Evangelista, Cattedrale – Parma. Dal 20 settembre 2008 al 25 gennaio 2009 89 AGENDA Oltre la prospettiva FERRARA FORLÌ Gli anni di Maceo Ai Musei San Domenico viene presentato al pubblico l’intero nucleo di dipinti di Maceo Casadei, in arte Maceo, realizzati dal 1934 al 1943 e acquistati negli anni ’50 da una importante galleria romana e da allora custoditi nel caveau della galleria stessa e mai esibiti o posti sul mercato. I dipinti provenivano tutti dallo studio romano dell’artista, com’è confermato dall’iscrizione che compare su molte delle opere: “Via dello Statuto 58”, l’indirizzo dell’atelier di Maceo. Trascorso mezzo secolo dall’acquisto, questo importantissimo corpus di opere è tornato sul mercato e 22 dipinti sono stati recentemente acquisiti dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che ha deciso di esporli nella mostra monografica che i Musei della città dedicano al maestro, scomparso nel 1992. La mostra è focalizzata sugli anni romani di Maceo, quelli del decennio tra il 1934 e il 1943, anni cruciali nel suo percorso artistico e personale. Propone complessivamente una novantina di opere di Maceo (il corpus oggi tornato alla luce è messo a confronto con una attenta selezione di opere del maestro dello stesso periodo e ambito) e una decina di tele di altri protagonisti della pittura romana dello stesso periodo: da Monachesi a Surdi, da Ghiglia a Calandi, da Rivaroli a Cespa. Nuove ricerche condotte a Roma e nell’archivio personale di Maceo hanno consentito di acquisire importanti documenti che consentono di definire con precisione i diversi contorni delle vicende romane dell’artista e di focalizzare la mostra attorno a quattro sezione: le vedute urbane; il nudo femminile, le nature morte e la guerra. Sì, la guerra. MACEO. Anni romani. 1934 – 1943. Musei San Domenico, dal 21/09 al 30/11 90 Sarà dedicata al grande pittore romantico Joseph Mallord William Turner e al suo rapporto con l’Italia la mostra che Ferrara Arte organizzerà nell’autunno del 2008. Artefice di un’autentica rivoluzione pittorica, Turner superò i limiti della raffigurazione prospettica per restituire gli aspetti più segreti del sublime spettacolo della natura. Creò uno spazio del tutto nuovo, intriso di luce e di colore, che aprì la strada alle correnti moderne di fine Ottocento. Nella formazione della sua poetica l’Italia ha avuto un ruolo fondamentale. Il pittore inglese ne fu infatti profondamente affascinato tanto che, durante tutta la sua vita, non smise mai di studiare le opere dei maestri italiani antichi e moderni. Turner e l’Italia. Palazzo dei Diamanti, dal 16/11 al 22/02/09 I manifesti tra ’20 e ‘40 FORLÌ / La mostra propone la più ampia esposizione di manifesti storici sino ad oggi allestita riguardante il periodo tra gli anni venti e il 1940. Sono gli anni dell’ascesa al potere del Fascismo, della crescita dell’ industrializzazione, della creazione e sviluppo dei nuovi miti, primo fra tutti quello di una Italia moderna. L’arte della pubblicità. Il manifesto italiano e le avanguardie. Musei di San Domenico, dal 21/09 al 30/11 Creare insieme BOLOGNA / Un evento che intende rendere complice il pubblico facendolo assistere e partecipare, anche alla fase realizzativa delle opere degli “artisti metropolitani” invitati. Il tutto avverrà sia all’interno della galleria, che in esterno in diversi luoghi della città di Bologna. Let me write. Spazio Gianni Testoni La 2000 + 45, dal 18/10 al 31/01/09 MODENA / Il titolo della mostra trae spunto da un breve articolo scritto dal pittore americano Barnett Newman nel 1948. Oltre duecento anni dopo la sua definizione, il concetto di Sublime si conferma una tematica di grande attualità: l'idea romantica legata alla ricerca e all'esaltazione di nuove frontiere è una presenza pulsante nel mondo e nelle esperienze dell'arte soprattutto contemporanea. In mostra sono presenti prevalentemente video, film e installazioni sonore. Il Sublime è ora. Galleria Civica, fino al 6 gennaio PARMA / Dalla mostra emerge una grandezza, quella fattoriana, fondata sulla complessità di una produzione ricca di tante sfaccettature, in cui i più alti raggiungimenti stilistici affiorano lungo tutto l’ampio arco creativo, nell’utilizzo delle più svariate tecniche: alla mirabile efficacia del robusto disegnatore, va affiancato il momento riassuntivo e intimo delle acqueforti nel cui formato l’artista reinventa , i suoi temi. Giovanni Fattori. La poesia del vero. Fondazione Magnani Rocca, Mariano di Traversetolo, fino al 30 novembre BOLOGNA / Hüller ha accettato una nuova sfida: un corpoa-corpo con la tela bianca, un rapporto di sguardi incrociati che non può ignorare linguaggi e tecniche, che deve pagar dazio alla leggerezza e al gioco e lasciar spazio al confronto, alle infinite storie che solo la pittura cela e disvela. Da questo abbraccio soffocante del "bianco" nasce la mostra “Fiato”, il nuovo percorso dell'artista emiliano: 5 tele composte da pitture multiple e sovrapposte. Fiato. Galleria Il Ponte, Pieve di Cento (Bo), fino al 6 dicembre 91 AGENDA D’Angelo in scena Gianfranco D’Angelo e Ivana Monti sono i protagonisti di questa commedia di Neil Simon. Il burrascoso incontro tra un padre e una figlia che non vede da 18 anni rivela, oltre a delusioni e rivendicazioni, uno scontro generazionale che si esprime con un linguaggio colorito e diretto. Un giardino di aranci fatto in casa Teatro Dragoni, Meldola (FC), 23 novembre LE TANTE FACCE DI TEO BOLOGNA “Dal derby al nuovo” é l’ultimo one man show dell’attore, in scena dal 20 al 22 novembre. L’ennesima fatica di uno degli artisti italiani più eclettici di Rossella Regina Non si tratterà di una vera e propria partita di calcio, ma lo spirito e i presupposti perché risulti un evento unico e irripetibile nel suo genere non mancano. Stiamo parlando del nuovissimo one man show scritto, diretto e interpretato da Teo Teocoli, Dal derby al nuovo, spettacolo che dallo scorso 24 ottobre continua a riscuotere consensi nei principali teatri della penisola. È la storia dei suoi esilaranti quarant’anni artistici, la nuova fatica teatrale firmata da Teo Teocoli, che verrà riproposta, per la sesta volta dall’inizio del tour, al pubblico delle Celebrazioni, con ironia, versatilità, geniale improvvisazione e ottima musica. Una storia ricca di esilaranti aneddoti resi ancor più efficaci dalle celebri imitazioni dell’attore milanese, che non mancherà, come sempre, di divertire il pubblico con i suoi celebri Felice Caccamo, il Presidente Moratti o il Sindaco Albertini. Personaggi che si alterneranno ai tanti amici a sorpresa che si avvicenderanno sul palco. Quello che Teocoli intende proporre in scena è un vero e proprio “viaggio comico-catartico” che dal Derby Club, il locale di cui oggi è Direttore Artistico conduce dritto dritto al Teatro Nuovo, distante, per altro, dal primo, non più di qualche centinaio di metri. Un titolo, insomma, che sembra già preannunciare le tante gag che caratterizzeranno l’intero show. È il 1960 o giù di lì, quando Teo Teocoli esordisce al celebre Derby di Milano assieme a Massimo Boldi, Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto. Qualche anno più tardi, 1966-67, la sua attenzione si sposta dal cabaret al settore musicale, quando entra a far parte prima de “I Quelli”, come voce solista, e poi di “Teo e le vittime”. Con gli anni ’80, ha inizio anche la carriera televisiva, che da Antenna 3, dove esordisce con Boldi, vede Teo Teocoli balzare subito su emittenti televisive nazionali con fortuna- 92 tissimi programmi come “Drive In”, “Una Rotonda Sul Mare” ed “Emilio”. Le apparizioni televisive aumentano negli anni ’90 e conducono Teo da “Il gioco dei 9” a “Vicini di casa”, sit-com in cui è protagonista, da “Striscia la notizia” a “Scherzi a parte” , fino a “Mai dire gol”. E la lista continua con “Il boom”, “Faccia tosta”, “Fantastica italiana”, Quelli che il calcio”, “Paperissima”, “Sei un mito”. “Dal derby al nuovo” è il quarto one man show firmato da Teo Teocoli dopo i grandi successi, nonché campioni d’incassi, di “Spettacolo a richiesta” (in scena dall’inizio del 2007), “Non ero in palinsesto” (2006-2007) e “Sono tornato normale show” (2003-2005). Uno spettacolo da gustare fino in fondo, che promette un Teo Teocoli del tutto unico ed irripetibile: un viaggio di sola andata nel mondo del cabaret e dell’Italia che fu, attraverso storie e ricordi, quelli che hanno caratterizzato i quarant’anni di carriera dell’attore; un viaggio che vede, quale biglietto di ritorno, la garanzia di una valanga di autentiche risate. Dal derby al nuovo Teatro delle Celebrazioni, 20-22 novembre La provincia italiana CERVIA MELDOLA Lo spettacolo, nato nel 2002 dalla brillante mano del giovane Fausto Paravidino, è stato, negli anni, vincitore di numerosi premi. È un affresco di un’italietta di provincia, con la sua gioventù bruciata: un dramma “testimoniato” da un solo attore, che passando dall’uno all’altro personaggio moltiplica il punto di vista, rendendo lo spettatore partecipe attivo nella ricerca della soluzione finale, attraverso una scrittura che miscela atmosfere da thriller all’osservazione entomologica di un microcosmo sociale malato. Natura morta in un fosso Teatro Comunale, Cervia (Ra), 25 e 26 novembre Storia di un’attrice FAENZA Marlene come Marlene Dietrich, e la Dietrich è la protagonista di questa commedia che, penetrando nel “dietro le quinte” della sua vita, scandisce in tre capitoli le vicende di un’avventura umana sensazionale. Il primo capitolo è ambientato a Londra, nel 1954. Hollywood sembra aver voltato le spalle all'attrice e il teatro si propone alla Dietrich come un'importante occasione di riscatto. Il secondo capitolo ci porta a un pomeriggio di sei anni dopo, nel 1960. L’azione è ambientata nel camerino di un teatro di Berlino. Il terzo capitolo ci fa fare un balzo nel 1975, a Toronto.Lo spettacolo prevede un’importante presenza musicale, con l’esecuzione di alcuni brani resi celebri dalla Dietrich: su tutti, Lilì Marlene. Marlene Teatro Masini, 22-23-24 novembre 93 AGENDA Il delirio di Grillo BOLOGNA Beppe Grillo nasce a Genova nel 1948. Scopre il proprio talento nei locali della sua città, ma il vero successo lo trova a Milano quando si esibisce in un provino di fronte ad una commissione RAI. Da questa esperienza scaturiscono le sue prime partecipazioni a trasmissioni televisive dove si impone con i suoi monologhi di satira di costume e rompe, con l'improvvisazione, quelli che erano gli schemi "professionali" della televisione. Appare in seguito nelle più importanti trasmissioni nazionali, concentrando in pochi minuti le sue performance e raggiungendo altissimi indici di ascolto. Il suo modo di fare spettacolo si fa sempre più graffiante e corrosivo, dalla satira di costume passa ad affrontare temi più scottanti di carattere sociale e politico, facendo rabbrividire i vari dirigenti della televisione che nonostante il "rischio" continuano ad invitarlo nelle loro trasmissioni. Dopo la vittoria di sei Telegatti, nel 1990 Beppe Grillo lascia la televisione e si rifugia in in teatro. Lo spettacolo portato in scena è "Buone Notizie", un vero evento in teatro sia come critica che come presenze di spettatori. Da allora ad oggi di tour ne ha fatti tantissimi, registrando quasi sempre il tutto esaurito. Nel 2005 lancia il suo blog www.beppegrillo.it, che raggiunge una media di 160.000 visitatori al giorno. In tour con lo spettacolo "beppegrillo.it" gira l'Italia con oltre 60 date e Time lo inserisce nella lista "Gli eroi europei del 2005". Dall 27 settembre è nuovamente in tour con lo spettacolo “Delirio”. Delirio. Paladozza, Bologna, 17 e 18 novembre BOLOGNA / Mai rappresentato finora in Italia, “Passaggio in India” è l'adattamento teatrale compiuto da Santha Rama Rau alla fine degli anni Cinquanta dell'omonimo romanzo di Forster, risalente al 1924. Con questo titolo, Federico Tiezzi torna a uno dei suoi autori prediletti, dopo aver realizzato, proprio di questo romanzo, una serie di letture radiofoniche alcuni anni addietro. Il romanzo di Forster segue le vicende di due donne inglesi, negli anni venti, che visitano l'India nella speranza di capirne gli usi e le complesse tradizioni: la loro amicizia con un giovane medico musulmano sarà la chiave dell'India. Passaggio in India Teatro Comunale A.Testoni, Casalecchio di Reno (Bo), 11 e 12 novembre Teatro impegnato Il display di Gioele Dix FIDENZA Uno spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano e da un’idea di Ivan Castiglione e Mario Gelardi. Impegno civile e denuncia sono al centro della riflessione di “Gomorra”, produzione del Mercadante di Napoli. La costante aspirazione del Teatro Mercadante a sostenere il lavoro dei giovani artisti napoletani ha condotto a puntare sull’adattamento teatrale del testo di Saviano, elaborato a quattro mani con Mario Gelardi, che firma anche la regia. “Gomorra” punta sulla curiosità dello spettatore di vedere “materializzati” i personaggi immaginati dallo stesso regista leggendo il libro, in un gioco di specchi tra quello che è il frutto della fantasia del lettore e quello del drammaturgo/regista. Il tutto rielaborato secondo un tessuto musicale che nasce dall’esperienza del suo reportage, una musica-suono, fatta da un napoletano violento e da testi che lo stesso autore definisce “quasi letteratura”. Gomorra. Teatro Magnani, 18 novembre 94 PARMA / Qual è il volto del Potere? E come muoversi di fronte alle sue assurde sopraffazioni e violenze? Nell’atto unico Udienza, scritto nel 1975, Václav Havel ci presenta un colloquio al tempo stesso realissimo e grottesco: perseguitato per le sue idee, e di conseguenza costretto a guadagnarsi da vivere come scaricatore di barili in uno squallido birrificio, un drammaturgo è ricevuto dal «capo» alcolizzato da cui dipende tutto il suo destino. In questa «udienza» dai riverberi ora sinistri, ora superbamente comici, Havel si dimostra uno spietato analista dei meccanismi che portano alla repressione delle libertà individuali. Udienza. Teatro Due, Parma, dal 18 al 23 novembre e dal 9 al 14 dicembre BOLOGNA / Dopo le felici esperienze teatrali delle ultime stagioni, dedicate all’affabulazione scenica su temi narrativi importanti (il mito di Edipo Re in edipo.com, le storie dell’Antico Testamento in La Bibbia ha (quasi) sempre ragione, le vicende del Risorgimento Italiano in Tutta colpa di Garibaldi), Gioele Dix torna al cabaret, l’originaria passione che gli ha permesso di essere conosciuto e apprezzato dal grande pubblico. Come in un immaginario display antologico di stili e personalità, Gioele Dix propone una serie di monologhi comici ambientati nella realtà italiana contemporanea, per descrivere vizi e manie che ci coinvolgono e corrispon- dono. La sua singolare e personale chiave interpretativa, in bilico costante fra l’intrattenitore e l’attore, permette a Gioele Dix di alternare e mischiare in Dixplay il racconto ironico con la parodia, la riflessione sarcastica con la “storiella” (in scaletta, anche un omaggio al grande Walter Chiari), passando per la rappresentazione di alcuni fortunati personaggi, grotteschi ma non troppo. Dixplay Teatro delle Celebrazioni, Bologna, 27-28-29 novembre 95